XVI LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 273 di martedì 26 gennaio 2010
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI
La seduta comincia alle 11,05.
PRESIDENTE. Si dovrebbe procedere alla lettura del processo verbale, ma sospendo brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 11,10.
RENZO LUSETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alessandri, Bindi, Brancher, Brugger, Cirielli, Fava, Gregorio Fontana, Leone, Lo Monte, Mazzocchi, Melchiorre, Menia, Migliavacca, Nucara, Pescante, Scajola, Stucchi e Tabacci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Svolgimento di interrogazioni (ore 11,12).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
(Iniziative in merito al credito vantato dal comune di Milano in relazione alle spese per la manutenzione del palazzo di giustizia - n. 3-00231)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Giacomo Caliendo, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Grimoldi e Rondini n. 3-00231 concernente iniziative in merito al credito vantato dal comune di Milano in relazione alle spese per la manutenzione del palazzo di giustizia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni).
GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, in risposta all'interrogazione in oggetto si fa presente quanto segue. Il Comune di Milano, come gli altri Comuni in cui hanno sede gli uffici giudiziari - ad eccezione delle città di Roma e Napoli, per le quali vi sono norme speciali - è tenuto, in forza della legge 24 aprile 1941, n. 392, a pagare i costi relativi alle pigioni, riparazioni, manutenzione, illuminazione, riscaldamento e custodia dei locali adibiti ad uso di giustizia. I costi annualmente affrontati per tali causali sono parzialmente restituiti attraverso un contributo economico da parte dell'Amministrazione statale. La percentuale di rimborso, per ogni anno, è determinata rapportando gli stanziamenti di bilancio previsti nella Pag. 2legge finanziaria per il Ministero della Giustizia al complesso delle spese sostenute dai comuni ai fini di giustizia.
Il contributo viene sovente corrisposto in ritardo per ragioni fisiologiche, in quanto lo stesso viene erogato sulla base di consuntivi di spesa (disponibili solo alla fine dell'anno di riferimento) che debbono essere sottoposti, per il vaglio di ammissibilità, alla locale commissione di manutenzione e, poi, inviati al Ministero della Giustizia.
Quest'ultimo, anche per calcolare in termini di apprezzabile approssimazione la percentuale di rimborso in relazione alle risorse rese disponibili ogni anno con la legge finanziaria sullo specifico capitolo, deve necessariamente attendere, ai fini del calcolo definitivo del contributo spettante, che la grande maggioranza dei comuni abbia trasmesso i rendiconti delle spese affrontate, previo esame della commissione di manutenzione a livello locale.
A ritardare la liquidazione del contributo concorre anche la circostanza che, una volta effettuati i conteggi e, quindi, individuate le spettanze dei singoli comuni, il decreto di determinazione deve essere sottoposto alla firma e valutazione del Ministro della giustizia, del Ministro dell'interno e del Ministro dell'economia e delle finanze.
Al fine di venire incontro alle difficoltà di bilancio dei comuni, nelle more della definizione del contributo spettante nei vari anni e per evitare eccessivi ritardi, è intervenuto il decreto del Presidente della Repubblica 4 maggio 1998, n. 187.
Il predetto decreto prevede, infatti, che il contributo «è corrisposto in due rate: la prima è disposta in acconto all'inizio di ciascun esercizio finanziario, mentre la seconda, a saldo, è corrisposta entro il 30 settembre. La rata di acconto è erogata in favore dei Comuni, all'inizio di ciascun esercizio finanziario, a mezzo di ordinativo diretto, in misura pari al settanta per cento del contributo globalmente erogato nell'anno precedente, nei limiti, comunque, dell'85 per cento dello stanziamento assegnato nello stato di previsione della spesa nell'esercizio finanziario in corso. La rata a saldo è determinata tenendo presenti: le spese di cui all'articolo 1 della legge 24 aprile 1941, n. 392, sostenute dai Comuni, il parere delle commissioni di manutenzione, nonché gli stanziamenti del bilancio di previsione della spesa del Ministero della giustizia».
In definitiva, per evitare eccessive esposizioni finanziarie dei comuni ed eventuali ritardi nell'esame dei rendiconti da parte delle commissioni di manutenzione, è stato previsto il meccanismo in questione che contempla l'erogazione immediata di un acconto pari al 70 per cento dell'ultimo contributo erogato.
Tutto ciò premesso, va evidenziato che il Comune di Milano ha ricevuto il pagamento integrale del contributo riferito alle spese dell'anno 2004 (pari a euro 14.478.967,71), dell'anno 2005 (pari a euro 17.353.898 per una percentuale di rimborso pari al 90 per cento circa delle spese effettivamente sostenute) e dell'anno 2006 (pari a euro 16.086.875 per una percentuale di rimborso pari all'82,30 per cento circa delle spese effettivamente sostenute).
Per gli anni 2007 e 2008 l'anticipazione del 70 per cento è stata calcolata sul contributo riferito alle spese sostenute nell'anno 2004 e sono stati già erogati i relativi acconti per un importo pari a 10.135.277 euro per ciascun anno.
Relativamente ai rendiconti dell'anno 2007 è stato determinato il contributo (con una percentuale di rimborso pari all'86,20 per cento circa delle spese effettivamente sostenute); la materiale erogazione avverrà non appena verrà firmato il relativo decreto interministeriale da parte dei Ministri competenti.
Nel corso dell'anno 2010 il competente ufficio ministeriale provvederà a completare i calcoli per la rideterminazione del contributo relativo ai rendiconti dell'anno 2008. L'erogazione del saldo avverrà, anche in questo caso, solo dopo la firma del decreto interministeriale da parte dei Ministri competenti, tenuto tuttavia conto della disponibilità di cassa del Ministero della giustizia.
Si evidenzia, comunque, che il ritardo del pagamento dei contributi è dovuto, in Pag. 3parte, anche alla mancata tempestività della trasmissione della gran parte dei rendiconti da parte dei comuni. Infatti, allo stato, per l'anno 2008, risultano pervenuti ancora soltanto in parte.
PRESIDENTE. L'onorevole Rondini, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
MARCO RONDINI. Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatto della risposta.
(Elementi in merito all'attentato incendiario contro la sede di CasaPound Bologna del 4 giugno 2009, con particolare riferimento ad un messaggio apparso su un sito Internet - n. 3-00765)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Giacomo Caliendo, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Raisi n. 3-00765, concernente elementi in merito all'attentato incendiario contro la sede di CasaPound Bologna del 4 giugno 2009, con particolare riferimento ad un messaggio apparso su un sito Internet (Vedi l'allegato A - Interrogazioni).
GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, in risposta all'interrogazione dell'onorevole Raisi, desidero innanzitutto precisare che il procuratore della Repubblica di Bologna ha segnalato che le indagini relative all'attentato incendiario contro la sede della associazione CasaPound - in merito alle quali si è riferito in occasione della risposta all'interpellanza n. 2-00401 dello stesso interrogante - sono ancora in corso di svolgimento.
Quanto all'episodio descritto nell'atto di sindacato ispettivo oggi in discussione, lo stesso procuratore ha comunicato che sono stati effettuati accertamenti urgenti diretti a verificare l'attribuibilità del messaggio di cui tratta l'interpellanza a un certo Antonio Pusceddu, persona non iscritta all'anagrafe del comune di Bologna, né censita agli atti della questura.
Gli accertamenti di natura telematica svolti relativamente al suddetto sedicente Antonio Pusceddu hanno dato esito negativo. È emerso, infatti, che il nome usato e l'account di posta elettronica citato nel messaggio pubblicato sul sito Indymedia sono di fantasia il primo e inesistente il secondo. Allo stato, pertanto, sul fatto specifico e sulle possibili rivendicazioni non sono emersi elementi degni di nota.
PRESIDENTE. L'onorevole Raisi ha facoltà di replicare.
ENZO RAISI. Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatto della risposta e ringrazio il Governo anche perché dalle parole del sottosegretario emergono dati inquietanti, ossia che vi è un tentativo di depistaggio in corso. Spero ovviamente che anche questo venga tenuto in considerazione nel corso delle indagini.
(Iniziative volte a consentire agli italiani all'estero e ai loro figli di frequentare corsi di lingua e cultura italiane presso le rappresentanze diplomatiche e consolari, o presso altre strutture idonee - n. 3-00693)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Giacomo Caliendo, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Barbieri n. 3-00693, concernente iniziative volte a consentire agli italiani all'estero e ai loro figli di frequentare corsi di lingua e cultura italiane presso le rappresentanze diplomatiche e consolari, o presso altre strutture idonee (Vedi l'allegato A - Interrogazioni).
GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, la legge n. 153 del 1971, poi recepita dal decreto legislativo n. 297 del 1994, prevede all'articolo 1 che il Ministero degli affari esteri promuova ed attui all'estero iniziative scolastiche, nonché attività di assistenza scolastica e di formazione e Pag. 4perfezionamento professionali, a favore dei lavoratori italiani e dei loro congiunti emigrati.
Tale disposizione deve essere interpretata anche alla luce delle nuove caratteristiche assunte dalle nostre collettività nel corso degli ultimi decenni: i giovani italiani o di origine italiana residenti all'estero sono per lo più nati nei Paesi di emigrazione e risultano generalmente ben integrati nella realtà sociale locale.
La buona conoscenza dell'italiano, quindi, non ha più esclusivamente la funzione, comunque fondamentale, di mantenere forte e salda l'identità nazionale, ma diventa un valore aggiunto, per inserirsi più agevolmente nel mondo del lavoro e raggiungere migliori posizioni sociali.
Il Ministero degli Affari esteri, ben conscio di quanto sia importante coltivare, e se possibile rafforzare, i legami linguistici, culturali ed affettivi con i nostri connazionali ed i loro discendenti all'estero, nell'ambito della disciplina di applicazione della legge n. 153 del 1971 e della sua evoluzione normativa, concede contributi a favore dei corsi di lingua e cultura italiana gestiti da enti, associazioni, comitati e scuole locali (i cosiddetti enti gestori).
In generale, nel 2009, attraverso 245 enti gestori sono stati organizzati 24.535 corsi che hanno coinvolto 428.684 studenti e 5.860 docenti, di cui 301 di ruolo provenienti dall'Italia. Sotto il profilo finanziario, l'ammontare dei contributi assegnati nel 2009 è stato complessivamente di 19,7 milioni di euro. I contributi sono stati distribuiti per il 47,7 per cento in Europa (per un totale di 9.403.000 euro). Importanti sono state anche le quote relative all'America Latina (che con 4.073.385 euro ha assorbito il 20,7 per cento dei finanziamenti) e al nord America (3.579.500 euro equivalenti al 18,2 per cento del budget totale). Numerose iniziative sono state realizzate in Oceania (2.391.852 euro, equivalenti al 12,1 per cento), ma non hanno trascurato nemmeno l'Africa (235.000 euro pari all'1,2 per cento) e l'Asia (0,1 per cento con 13 mila euro). Gli interventi di maggior rilievo hanno riguardato Germania, Svizzera, Australia, Brasile, Stati Uniti, Argentina e Canada.
In linea con la scelta avviata dalla Farnesina negli anni ottanta, ed intensificata a partire dal 1993, l'affidamento esterno dell'organizzazione dei corsi ha contribuito ad aumentare la duttilità e l'elasticità della programmazione, garantendo maggiore efficacia e riducendo gli oneri. La peculiarità di questo tipo di corsi è il loro inserimento nell'offerta formativa locale: sia nell'ambito del curriculum di studi presso le scuole dei paesi di residenza (il 60 per cento appartiene a questo gruppo), sia come corsi extracurricolari, al di fuori cioè dell'orario scolastico.
Nel quadro della formazione destinata agli studenti della fascia dell'obbligo, le convenzioni stipulate tra la rete diplomatico-consolare e alcuni paesi di maggiore tradizione migratoria italiana per l'inserimento della lingua italiana nei sistemi scolastici locali rappresentano uno strumento particolarmente qualificante. È il caso dell'Argentina, dell'Australia, del Brasile, del Canada e degli Stati Uniti,
I numeri citati e l'ampiezza delle attività realizzate testimoniano un costante impegno del Ministero degli Affari esteri per favorire l'apprendimento dell'italiano da parte dei connazionali residenti all'estero, risorsa fondamentale nello sviluppo delle relazioni tra i paesi di residenza e l'Italia.
PRESIDENTE. L'onorevole Barbieri ha facoltà di replicare.
EMERENZIO BARBIERI. Signor Presidente, direi che la risposta del sottosegretario mi pare esauriente e, quindi, mi posso dichiarare soddisfatto. Mi permetto di insistere perché i dati che lei ha fornito sono soddisfacenti anche dal punto di vista dell'impegno economico del Governo. Tuttavia, nell'arco di questi anni di mia esperienza parlamentare, ho verificato personalmente, facendo parte sia dell'assemblea del Consiglio d'Europa che dell'OSCE, che le richieste di molte migliaia di ragazzi in giro per il mondo, che hanno voglia di Pag. 5imparare l'italiano, vanno aumentando di anno in anno. Quindi, abbiamo bisogno che il Ministero degli Affari esteri davvero potenzi, anche da un punto di vista economico, questo tipo di intervento.
(Vicenda del signor Armando Noacco, coinvolto nell'attentato terroristico avvenuto sul treno veloce Nevskij Express, lungo la tratta Mosca-San Pietroburgo - n. 3-00807)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Giacomo Caliendo, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Compagnon n. 3-00807, concernente la vicenda del signor Armando Noacco, coinvolto nell'attentato terroristico avvenuto sul treno veloce Nevskij Express, lungo la tratta Mosca-San Pietroburgo (Vedi l'allegato A - Interrogazioni).
GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, la vicenda del deragliamento del Nievski Express sulla tratta Mosca-San Pietroburgo, avvenuto la sera del 27 novembre 2009, è stata seguita con la massima attenzione da parte dell'unità di crisi del Ministero degli affari esteri, sempre operativa 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Il genero del signor Noacco, il signor Fabio Battoia, ha potuto avere informazioni sull'incidente nella prima mattinata di sabato 28 novembre proprio grazie ad un colloquio con l'unità di crisi che lo ha indirizzato verso il console generale in San Pietroburgo.
Già nella tarda serata del 27 l'unità di crisi aveva infatti attivato la nostra ambasciata e i Consolati generali a Mosca e San Pietroburgo, per accertare la presenza di connazionali sul treno. La mattina del 28, ottenuta rapidamente la lista dei passeggeri dalle autorità russe, l'unità di crisi in collaborazione con il Ministero dell'interno italiano ha appurato che il signor Noacco era effettivamente sul convoglio. Il Consolato generale a San Pietroburgo ha subito interpellato le controparti locali per rintracciare il connazionale ed accertarne le condizioni. Il Console generale quella stessa mattina lo ha contattato presso l'ospedale della cittadina di Valday dove era stato ricoverato temporaneamente. Nel riferire di aver riportato la frattura del bacino, il signor Noacco comunicava di essere stato prontamente soccorso dal personale medico russo e che a breve si prevedeva un suo trasferimento in elicottero in un ospedale di San Pietroburgo.
Tra le 13 e le 14 sempre del 28 novembre, il Consolato generale di San Pietroburgo ha potuto avere conferma, presso il Governatore della regione di Novgorod prima e il primario dell'ospedale di Valday poi, dell'efficace assistenza prestata al signor Noacco. Il console generale si è quindi recato all'ospedale Djanelidze di San Pietroburgo (considerato il migliore dell'intera Federazione Russa), dove ha atteso l'esito dell'intervento insieme con collaboratori ed amici del connazionale, come documentato da un corrispondente ANSA presente in ospedale. Parallelamente, in raccordo con l'unità di crisi della Farnesina, il Consolato generale a San Pietroburgo è intervenuto per ottenere il rilascio dei visti da parte delle autorità consolari russe in Italia (concessi eccezionalmente in meno di 24 ore, a uffici chiusi, invece delle due settimane di solito necessarie) a favore di due familiari del signor Noacco che si sono così potuti recare a San Pietroburgo lunedì 30 novembre.
Martedì 1o dicembre, il console generale si è di nuovo recato all'ospedale per fare visita al signor Noacco, sistemato in una decorosa camera singola provvista delle necessarie apparecchiature e servita al meglio dal personale medico e paramedico. Il console generale ha parlato con il professor Kabanov, direttore del reparto di ortopedia, che ha tenuto quotidianamente informati i familiari del connazionale. Tutta la documentazione medica è stata poi tradotta in italiano e legalizzata dal Consolato generale e consegnata ai familiari l'8 dicembre.
Anche dalle diverse visite in ospedale, il Console generale ha quindi potuto rilevare che le autorità russe, le strutture ospedaliere Pag. 6e il personale medico hanno fornito la massima assistenza possibile al signor Noacco. L'intervento è stato effettuato dai migliori chirurghi locali e, come riconosciuto dallo stesso signor Noacco, ha avuto pieno successo. Non c'è, a parere del Console generale, alcun passaggio della vicenda in cui si possa rimproverare qualcosa alla parte russa, ad eccezione forse - come segnalato dall'onorevole interrogante - del tipo di materasso fornito dall'ospedale, evidentemente non adeguato alle abitudini del paziente (e sostituito comunque con uno procurato dai familiari), e forse della qualità del cibo purtroppo lontana dai canoni gastronomici italiani.
Merita infine rilevare che il signor Noacco ha ricevuto la visita del Governatore di San Pietroburgo, Valentina Matvienko, che ha fra l'altro voluto assicurarlo personalmente che potrà beneficiare degli indennizzi previsti sia dal Governatorato sia dalle Ferrovie nazionali russe. Il signor Noacco e i familiari presenti a San Pietroburgo hanno a più riprese espresso apprezzamento per l'assistenza ricevuta. Alla luce di ciò, risulta singolare l'atteggiamento di una familiare, rimasta in Italia e apparentemente non del tutto coordinata con gli altri recatisi a San Pietroburgo, che ha criticato l'impegno istituzionale profuso con successo ed abnegazione in favore del signor Noacco, contestando perfino che i visti emessi dal Consolato generale russo a Milano a tempo record non siano stati recapitati direttamente a Udine.
L'Unità di crisi ha informato dell'incidente e del ferimento del connazionale la Procura della Repubblica di Roma, come previsto nel caso di attentati terroristici.
PRESIDENTE. L'onorevole Compagnon ha facoltà di replicare.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario della sua risposta molto articolata, che in qualche modo, però, contrasta con alcuni fatti da me riscontrati. Tuttavia, vorrei fare una premessa.
Questa vicenda, che ovviamente è nata male, non tanto e non solo per l'attentato terroristico, ma soprattutto per il modo in cui all'inizio, e peraltro poi anche nel prosieguo, sono andati avanti i fatti (che è il motivo per cui ho presentato questa interrogazione) diciamo che è finita bene per quanto riguarda il suo aspetto più importante. Il signor Noacco, infatti, è tornato in Italia, è stato sicuramente curato bene ed in questo momento sta compiendo un lunghissimo decorso post operatorio. Credo proprio che in questi giorni cominceranno a togliergli tutto quanto è stato necessario applicare per immobilizzarlo e che riprenderà un'attività di riabilitazione.
Quello che mi preme sottolineare, però, signor sottosegretario, è innanzitutto un aspetto. Lei alla fine del suo intervento ha detto che una familiare ha avuto un atteggiamento che ha definito con un termine che ora mi sfugge, ma comunque come non comprensibile; ebbene, credo che in situazioni come queste, quando una persona è vittima di un attentato terroristico in un Paese straniero, i familiari, quali essi siano, siano preoccupati e che dunque dobbiamo capire il loro stato d'animo. Allora, chi può e deve stare più vicino a loro se non l'unità di crisi, se non il Paese di provenienza?
Ritengo che in questo caso - mi sono permesso di verificarlo - rispetto ad un'altra persona belga che era anch'essa sul treno, c'è stato sicuramente un comportamento diverso, e non mi riferisco tanto al trattamento ricevuto in ospedale. È vero, infatti, che i familiari della vittima hanno dovuto comprare il materasso, pagare l'infermiera e provvedere all'alimentazione, forse per una serie di incomprensioni. È vero, altresì, che non riuscivano ad avere le cartelle cliniche, forse per mancanza di interprete. Ecco, di fronte a queste situazioni di difficoltà, credo che solo i nostri consolati e solo le unità di crisi possano essere veramente tempestivi, e non ritengo che, al di là di ciò che possa dire un parente sotto shock, preoccupato, possa venir meno questo impegno.
Pertanto, credo che tutte le difficoltà che si sono create, perché così è accaduto, come quella relativa all'unità di crisi e alla Pag. 7sua operatività di domenica - anche se lei ha detto, invece, che questa funziona 7 giorni su 7, 24 ore su 24, ma le risposte che ho letto non erano di grande disponibilità e mettevano in evidenza, appunto, che era domenica e che le agenzie erano chiuse - siano tutte cose vere, ma che non le possa affrontare un privato, o meglio, che le possa affrontare in modo molto più efficace un'unità di crisi.
Credo, dunque, che a fronte di situazioni come questa, senza voler andare a verificare adesso cosa sia successo esattamente, se si poteva agire meglio, se sia colpa del parente che era a casa che ha scritto una lettera forse troppo forte, l'impegno debba essere assoluto da parte dei nostri funzionari, dei nostri rappresentanti all'estero, ma soprattutto della nostra unità di crisi.
Non dico che c'è stato un supporto pari a zero - il supporto pari a zero forse c'è stato all'inizio, magari perché non si sono capiti - anche se indubbiamente le incomprensioni ci sono state, ma, riprendendo la parte iniziale del mio intervento, sottolineo che è stato importante che il signor Noacco sia rientrato in Italia e che stia bene.
Adesso valutiamo bene tutti assieme, a mente fredda, senza polemiche, senza voler avere ragione, quali siano stati gli elementi che hanno contribuito al determinarsi di uno scontro, più che di un confronto fra i parenti, perché oggi è capitato alla famiglia Noacco, ma domani - speriamo di no - potrebbe capitare ad altri, e la nostra unità di crisi.
Un'ultima considerazione, che rivolgo a lei, signor sottosegretario, ma anche al Presidente. Tutto ciò è accaduto il 28 novembre 2009, si è trattato di un attentato terroristico, e al di là di tutto la mia interrogazione è stata presentata subito. Oggi lei ha risposto, ed in maniera puntuale, e credo che, anche per evitare incomprensioni, a fronte di interrogazioni di questo tipo, per fatti di questa gravità, la risposta, per aiutare chi ha bisogno, debba essere immediata: parlo cioè di 24-48 ore. Solo allora può avere un senso, anche a fronte di notizie magari incomplete.
Non voglio, infatti, venire qui per dire che si è fatto qualcosa in quanto ho presentato un'interrogazione, o che il Governo dica di essere stato bravo a rispondere subito. Tutti assieme dobbiamo cercare di dare, nei momenti di difficoltà, le risposte migliori e nei tempi più brevi.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti della Scuola secondaria di primo grado Carlo Levi di Napoli, che hanno potuto assistere alla conclusione dello svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno. Come avete potuto vedere, l'onorevole Compagnon del gruppo dell'UdC ha rivolto al Governo, in particolare al sottosegretario Caliendo, un'interrogazione riguardante un attentato terroristico che ha coinvolto un nostro cittadino. Questa è la fase in cui solo i deputati che hanno rivolto le interrogazioni all'ordine del giorno ascoltano la risposta del Governo ed eventualmente si dichiarano soddisfatti o insoddisfatti (Applausi).
È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 15 con il seguito della discussione del disegno di legge concernente deleghe al Governo in materia di lavoro.
La seduta, sospesa alle 11,40, è ripresa alle 15,05.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bongiorno, Caparini e Stucchi sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Elezione del presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.
PRESIDENTE. Comunico che il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha proceduto, nella seduta odierna, all'elezione del proprio presidente. È risultato eletto il deputato Massimo D'Alema (Applausi).
Seguito della discussione del disegno di legge: Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 1441-quater-C) (ore 15,07).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro.
Ricordo che nella seduta del 25 gennaio 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed hanno avuto luogo le repliche del relatore e del Governo.
(Esame degli articoli - A.C. 1441-quater-C)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli modificati dal Senato, nel testo della Commissione.
Avverto che a norma dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, non saranno posti in votazione gli articoli 16, 17, 18, 19 e 28 in quanto non modificati dal Senato.
Ricordo che, a norma dell'articolo 123-bis, comma 3-bis, ultimo periodo, del Regolamento, gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi dichiarati inammissibili dalla Commissione non possono essere ripresentati in Assemblea (e - ove ripresentati - non sono pubblicati).
Inoltre, non sono pubblicati, in quanto non ricevibili: gli emendamenti già presentati presso la Commissione, ma in quella sede ritirati; i nuovi emendamenti, non previamente presentati presso la Commissione, riferiti a parti del testo non modificate dalla Commissione stessa.
Avverto che la Commissione ha presentato gli emendamenti 4.200, 21.200, 29.200, 45.200, 50.200, 50.201, con riferimento ai quali il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato alle ore 15,30. I predetti emendamenti della Commissione sono in distribuzione, unitamente agli emendamenti Berretta 33.17 e 33.18 e Paladini 33.19, già presentati in Commissione.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei sapere anche informalmente se i tempi per la presentazione di subemendamenti sono stati concordati con i gruppi. Altrimenti, poiché sono le 15,10, visto che l'esame del provvedimento andrà avanti, vorrei sapere se è possibile concedere un tempo maggiore.
PRESIDENTE. Gli uffici mi danno conferma che si va nella direzione da lei richiesta.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,09).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante Pag. 9procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta.
Nel frattempo, potrà riunirsi la Commissione bilancio per l'espressione del parere di competenza.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15,35.
La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 15,40.
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame degli articoli - A.C. 1441-quater-C)
PRESIDENTE. Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-C).
GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, la Commissione bilancio ha iniziato l'esame per l'espressione del parere previsto dal Regolamento su questo provvedimento, che è estremamente complesso e che ha avuto ulteriori modifiche e integrazioni al Senato.
Le osservazioni che sono arrivate dal Ministero dell'economia e delle finanze, nonché i tempi concessi per i subemendamenti, sono tali per cui la Commissione ha bisogno di un'altra ora per completare il proprio lavoro.
Le chiederei, quindi, di organizzare i lavori dell'Assemblea in modo tale da consentire alla Commissione bilancio e ai suoi componenti di poter approfondire l'esame di questo provvedimento.
SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, se c'è questa richiesta, del tutto legittima e necessaria, da parte della Commissione bilancio, potremmo approfittare di questa sospensione per convocare il Comitato dei nove, magari intorno alle ore 16.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chie do di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che, se servono dei tempi ulteriori per facilitare il lavoro dell'Aula, nel momento in cui stiamo discutendo un provvedimento abbastanza pesante, che, più che essere complesso, come lo ha definito il presidente della Commissione bilancio, è un provvedimento omnibus, che contiene di tutto e continua a fare la spola tra la Camera e il Senato, se è necessario del tempo, esso va dato.
Tuttavia, mi sembra abbastanza pressappochista il modo con il quale si sta procedendo, perché, signor Presidente, questa mattina - così mi riferiscono e ho modo di credere che così sia - la Commissione bilancio, per poter esprimere i pareri in modo tale che l'Aula potesse cominciare i propri lavori regolarmente alle 15, era stata convocata alle 11. A quell'ora non erano ancora pronti gli emendamenti della Commissione e il Governo non era ancora in grado di rispondere ai quesiti e alle domande in ordine alla copertura che lo stesso relatore della Commissione di merito ha formulato al Governo. Da questo punto di vista, mi pare che il pressappochismo sia annidato nelle file dei banchi che stanno davanti a lei, cioè del Governo, Pag. 10più ancora che nelle modalità di funzionamento del Parlamento, dell'Aula e della Commissione.
Signor Presidente, siccome non è la prima volta che il Governo si presenta in quest'Aula e nelle Commissioni senza avere le idee chiare e senza recare la copertura finanziaria e la chiarezza sulla copertura medesima, addirittura, molte volte, senza le note tecniche necessarie per garantire che la Commissione bilancio e il Parlamento possano valutare, controllare e verificare l'attività del Governo, nel momento in cui legifera e presenta al Parlamento disegni di legge come questo, siamo di fronte a una condizione veramente quasi insostenibile.
Ieri ho avuto modo di far presente che ormai viene usurpato al Parlamento anche il proprio potere ispettivo relativamente alle istanze che provengono dai singoli parlamentari e che riguardano le interrogazioni, comprese quelle a risposta scritta, e le interpellanze, perché ormai vi sono delle situazioni indicibili: più di un anno per avere risposte a interrogazioni a risposta scritta, e questa è una parte dell'attività di controllo del Parlamento.
E' altresì importante garantire che quando il Parlamento chiede al Governo di avere chiarezza e contezza delle modalità con le quali si coprono iniziative e proposte di legge, queste debbano pervenire: credo infatti che il presidente della Commissione bilancio abbia chiesto un'ora, perché il Governo non è stato in grado di rispondere a tutte le richieste del relatore della Commissione, proprio in ordine alle coperture. Se la situazione è diversa il Governo lo dica, dica qual è il problema; perché i tempi per ragionare e per esaminare in Aula un provvedimento sul quale si può procedere vengono dati, ma vorrei capire in capo a chi sta la responsabilità del fatto che quando la Camera è convocata alle 15, essa non è in grado di lavorare, e non è in grado di lavorare su un provvedimento che ormai da mesi e mesi «gira» all'interno delle Aule parlamentari, mentre dovrebbe rispondere a questioni assai rilevanti che riguardano il lavoro, che riguardano gli ammortizzatori sociali, che riguardano alcuni aspetti importanti della vita del nostro sistema universitario e della ricerca, eccetera.
Quindi, signor Presidente, siccome non si tratta di una questione solo regolamentare e procedimentale, ma anche di una questione di merito, perché qui ne va di una parte importante delle modalità con le quali il Parlamento e il Governo di questo Paese sono in grado di rispondere alla crisi in alcuni settori fondamentali, anzitutto del mondo del lavoro dipendente, vorrei che da questo punto di vista venga resa chiarezza prima di decidere che si sospende la seduta, per poi dare il tempo necessario alla Commissione di lavorare.
ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, ci sembrava troppo bello poter riprendere i lavori questa settimana con un provvedimento incardinato già da tempo, e con chiarezza, al di là degli articoli che sono stati ritirati e annunciati dal presidente. È chiaro che qualcuno dice che è la Ragioneria che ha mandato alcuni documenti, che devono essere sottoposti al vaglio della Commissione; d'altra parte si pensa che sia il Governo che non è nella condizione di rispettare i tempi, ancorché questi siano stati lunghi, di presentare, di definire qual'è la propria posizione rispetto al provvedimento stesso. Comunque mi pare che la richiesta del presidente Giorgetti, al di là del fatto che mette in luce queste contraddizioni, sia una richiesta legittima, ovvia; e spero che in quest'ora - se sarà poi un'ora: che non diventi un'ora e mezza o due come al solito, ma, se il Presidente ha richiesto un'ora, che sia un'ora - si definisca questa situazione, e si possa andare avanti con la votazione del provvedimento in esame.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
Pag. 11PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, prendo spunto dalle parole dell'onorevole Compagnon. Siccome noi un certo «film» lo vediamo ripetutamente, e siccome credo che non ci sia niente di più inutile, da questa parte come dall'altra, di avere centinaia di persone che vagano dentro l'Aula aspettando i tempi del Governo, per tutti noi il presidente Giorgetti è un faro, almeno dal punto di vista della proiezione dei tempi. Chiederei semplicemente di stabilire un tempo che sia reale per consentire nella riunione del Comitato dei nove della Commissione di merito sia la riunione della Commissione bilancio: se infatti ci convochiamo tra un'ora, e tra un'ora, vista l'analisi che viene fatta anche riguardo alle responsabilità del Governo, non siamo in grado di riprendere, e ci troviamo per un'ora in Aula a perdere tempo, ciò non è utile a nessuno. Chiederei quindi che fosse maggiormente approfondita la questione del tempo: se è un'ora che sia un'ora; se no, se già sappiamo che ce ne vuole di più, diamocene di più, in maniera che, oltre l'ora, anche noi possiamo occupare il nostro tempo in modo migliore.
PRESIDENTE. Prendo atto che il presidente della V Commissione, onorevole Giorgetti, e il presidente dell'XI Commissione, onorevole Moffa, concordano sulla richiesta di sospensione di un'ora.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 17, in modo che siamo tutti tranquilli e abbiamo il tempo necessario affinché la Commissione bilancio e il Comitato dei nove della Commissione lavoro possano, appunto, lavorare.
La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 17,20.
PRESIDENTE. Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 23.200, che è in distribuzione e con riferimento al quale il termine per la presentazione di subemendamenti è fissato alle ore 19.
Avverto inoltre che la Commissione bilancio ha espresso, con venti minuti di ritardo ma lo ha espresso, il prescritto parere, che è distribuito in fotocopia (Vedi l'allegato A - A.C. 1141-quater-C).
Sulla base di tale parere la Presidenza non ritiene ammissibili, a norma dell'articolo 123-bis, comma 3-bis del Regolamento, in quanto recano nuovi o maggiori oneri finanziari privi di idonea quantificazione e copertura, le seguenti proposte emendative: gli identici Bobba 1.1 e Paladini 1.2, Villecco Calipari 21.2, Ascierto 21.4, e Damiano 22.4, 36.1, 44.1, 45.1.
Avverto, inoltre, che il medesimo parere della Commissione bilancio reca cinque condizioni volte al rispetto dell'articolo 81, quarto comma della Costituzione, che saranno pertanto poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chie do di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, lei ci ha riferito di un parere che pochi minuti fa ha reso la Commissione bilancio con una serie di condizioni e osservazioni la gran parte delle quali risiedono nel fatto che sono state recepite alcune precise indicazioni che pervenivano dal Ministero dell'economia e delle finanze, a quanto mi risulta, e dalla Ragioneria generale dello Stato. Altre condizioni che si sarebbero dovute tradurre nell'impedimento a proseguire in relazione ad alcuni articoli e commi nella lettura del provvedimento in esame, che erano state suggerite alla Commissione bilancio dal Governo, non sono state prese in considerazione, non già perché noi non le consideriamo nel merito appropriate. Tuttavia, signor Presidente, è del tutto chiaro che ci troviamo di fronte a un modo non solo affrettato di lavorare, ma a una condizione assai rilevante di scontro interno al Governo e alla maggioranza. Vorrei, da questo punto di vista, farle presente che risulta difficile all'Assemblea Pag. 12proseguire nella lettura e nella votazione di questo provvedimento se non si chiariscono, nel merito, gli effetti che producono le decisioni della Commissione bilancio le quali intervengono sulle compatibilità di bilancio e sui rilievi di carattere finanziario e, proprio per questo, determinano una condizione assai nuova nell'equilibrio complessivo del provvedimento sino a snaturarne nel merito gli indirizzi contenuti. Ciò sia in relazione a quanto introdotto in sede di prima lettura alla Camera dei deputati, sia in sede di seconda lettura al Senato e poi eventualmente attraverso l'ulteriore azione emendativa di quest'Aula. Vengono impediti infatti alcuni passaggi dal momento che alcune proposte emendative sono considerate non idonee alla votazione, quindi non saranno poste in votazione.
Stiamo parlando di un collegato alla finanziaria quindi, signor Presidente, avremmo dovuto avere il Governo nella sua interezza predisposto nei rapporti con il Parlamento ma anche nella stesura della norme, per fare in modo che ci fosse l'insieme del Governo a condividerne tutti i contenuti, soprattutto nei passaggi più rilevanti. Ora, qui ci troviamo di fronte a un parere - reso in sede tecnica e di compatibilità di carattere finanziario da parte del Ministero dell'economia e delle finanze - che boccia quindici articoli e numerosi commi del provvedimento.
Signor Presidente, non so se tale documento sia nella disponibilità della sua lettura, ma per giovare anche al ragionamento dell'Assemblea vorrei fare presente che ad esempio, con riferimento all'articolo 2, che riguarda la materia della riorganizzazione degli enti vigilati, il Governo chiede che venga eliminato il passaggio che introduce, a suo dire, elementi di rigidità pregiudicando la razionalizzazione e l'ottimizzazione delle spese; quanto poi alla lettera a) si afferma che occorre inserire apposita clausola di invarianza finanziaria.
Quanto alla disposizione che riguarda l'INAIL e la sicurezza nei luoghi di lavoro il Ministero dell'economia e delle finanze afferma che potrebbero discendere conseguenze di carattere istituzionale e ricadute in materia di personale, mentre relativamente al casellario centrale sostiene che occorre inserire apposita clausola di invarianza al comma 1.
All'articolo 4 esprime poi un parere contrario sulla disposizione relativa alla commissione per la vigilanza sul doping e sostiene che l'articolo 6, relativo agli adempimenti formali per le pubbliche amministrazioni, in ogni caso va corretto laddove si riferisce alle performance dei dirigenti ed alla loro valutazione.
Il Ministero dell'economia e delle finanze esprime inoltre un parere contrario sull'articolo 11, recante disposizioni in materia di istituti di istruzione universitaria ad ordinamento speciale, e sostiene che l'articolo 16, in materia di incarichi dirigenziali a dirigenti di seconda fascia, rappresenta una norma discriminatoria che dà luogo a contenziosi.
Il Ministero esprime poi un parere contrario sull'articolo 23, riguardante l'età pensionabile dei dirigenti medici del Servizio sanitario, e dice che dal punto di vista finanziario la norma in esame potrebbe comportare effetti negativi per il Servizio sanitario nazionale, soprattutto per le regioni sottoposte a rientri da deficit finanziari. Quanto all'articolo 25, che riguarda il riscatto dei periodi di congedo di maternità o parentale, afferma di essere contrario alla sua introduzione, avvenuta al Senato (il Governo afferma in sostanza di non essere d'accordo rispetto a ciò che è stato stabilito al Senato, anche in ragione del fatto che manca la copertura finanziaria).
PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, la invito a concludere.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, se mi concede ancora un minuto ritengo che l'Assemblea abbia bisogno di poter comprendere che cosa stiamo facendo: non è possibile procedere all'esame e alla votazione del provvedimento, perché anche su altri articoli vi sono pareri contrari (ad esempio, sui periodi Pag. 13di malattia figurativa, sul decreto legislativo n. 276 del 2003). Signor Presidente, credo che siamo di fronte ad una situazione che è anche disciplinata dall'articolo 86, comma 7, del nostro Regolamento per cui sarebbe bene che, prima di procedere al nostro lavoro, si decida sul rinvio nella Commissione di merito, in modo tale che oggi la Commissione possa lavorare e domani si possa riprendere anche con una valutazione da parte della stessa Commissione di merito.
Non possiamo procedere ad un lavoro che, di fatto, snatura complessivamente il testo che era stato sottoposto al nostro esame dalla Commissione, e da questo punto di vista occorre che anche i gruppi, i commissari ed i singoli parlamentari possano disporre di un tempo ragionevole per poter valutare esattamente che cosa stia avvenendo, ma questo dovrebbe essere fatto soprattutto all'interno della maggioranza e del Governo.
PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, deve concludere.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Il Governo si presenti unito in Parlamento e ci dica come la pensa, perché non si può votare un provvedimento rispetto al quale il Ministero dell'economia e finanze si manifesta contro gli altri Ministeri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, sicuramente la Presidenza è a conoscenza di due lettere del Ministero dell'economia e delle finanze (Ragioneria generale dello Stato) datate 26 gennaio 2010 (una protocollata col numero 5931, l'altra con il numero 6280) in merito al provvedimento al nostro esame.
Come è appena stato ricordato, ma soprattutto come è stato fatto in Commissione bilancio, mentre il sottosegretario all'economia e alle finanze dava lettura di questi due comunicati della Ragioneria generale dello Stato mi sono permesso di elencare gli articoli, ed anche i commi, sui quali il Ministero dell'economia e delle finanze aveva espresso parere contrario: ne abbiamo totalizzati quindici e stiamo parlando esclusivamente, signor Presidente della Camera, degli articoli sui quali la Camera dei deputati è chiamata a pronunciarsi in terza lettura (quelli non modificati dal Senato non sono infatti oggetto della nostra valutazione).
Ebbene, se il Ministero dell'economia e delle finanze su quindici - di un numero già ridotto di articoli al nostro esame - esprime parere contrario, vuole o no questa Camera prendere in considerazione le ragioni di opportunità, di copertura, e anche di sostanza, rinviando l'esame, almeno per gli articoli in questione, alla Commissione di merito? Questo credo sia un diritto-dovere per svolgere un lavoro che abbia un senso, altrimenti sarebbe una forzatura alla «faccia» di questo ramo del Parlamento.
Voglio ricordare, signor Presidente, che in un'altra occasione, mi riferisco esattamente alla legge finanziaria per il 2010, in Commissione bilancio, rispetto ad un emendamento presentato dalle opposizioni, fu acquisito un parere, che scoprimmo successivamente essere della Ragioneria generale dello Stato, che venne formulato su un pezzo anonimo di carta da formaggio; esso fu ritenuto un parere contrario vincolante espresso dalla Ragioneria generale dello Stato, ovvero dal Ministero dell'economia e delle finanze.
Qui ci troviamo con sette pagine per ogni lettera, con 15 articoli sui cui sono stati espressi pareri contrari. Vuole o no la Commissione di merito, la Commissione lavoro, verificare la bontà di quello che dice il Ministero dell'economia e delle finanze e la Ragioneria generale dello Stato? Credo che questo passaggio sia d'obbligo. Ecco perché invito, per davvero, se vogliamo un testo che sia corretto da un punto di vista sostanziale e della copertura finanziaria, a quella condivisione, a cui si Pag. 14richiamava il sottosegretario Viespoli competente per materia, che era stata raggiunta con un buon rapporto bipartisan tra maggioranza e opposizione; chiediamo questo. Vogliamo continuare a lavorare seriamente e non già in questo modo.
AMEDEO CICCANTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, anch'io a nome del gruppo UdC chiedo, dopo che la Commissione bilancio ne ha valutato gli aspetti di carattere finanziario, che il provvedimento torni all'esame della Commissione di merito.
Senza nulla togliere all'ampliamento del provvedimento che la Commissione di merito ha operato, rispetto al testo licenziato dal Senato, sicuramente migliorandolo, non si può non tenere conto che ogni norma deve avere una copertura finanziaria, ce lo impone la Costituzione.
La Commissione bilancio non ha fatto altro che svolgere una rivisitazione non nel merito, ma soltanto nella traduzione delle quantificazioni finanziarie delle norme stesse, modificate e condivise anche dall'opposizione, secondo quanto riferito il sottosegretario Viespoli, che non avevano la copertura finanziaria.
Vi leggo soltanto qualche passaggio del parere espresso della Commissione bilancio perché l'Aula sappia di che cosa si parla. Con riferimento all'articolo 29, comma 5 (che riguarda il numero di anni di permanenza nel grado di capitano per l'avanzamento ed anzianità al grado di maggiore nell'Arma dei carabinieri), norma sicuramente meritoria, se ne chiede il riesame da parte della Commissione di merito. Con riferimento all'articolo 37 comma 3, che riguarda l'incentivo che viene dato agli uffici tecnici degli enti pubblici che fanno progettazione, se ne chiede il rinvio alla Commissione di merito.
Mi si consenta una postilla che un deputato della maggioranza, l'onorevole Ceroni, sul punto ha fatto, ritenendo che la Commissione di merito dovrebbe rivedere questa norma rispetto alla proposta originaria, perché estende la maggiorazione del 2 per cento prevista per gli uffici tecnici, secondo la legge Merloni, che si rendano interpreti della progettazione, a tutte le progettazioni anche esterne all'ufficio tecnico dell'ente pubblico. In tal modo si ampliano notevolmente i costi delle progettazioni degli enti pubblici e quindi ancora di più si appesantisce la finanza pubblica. Soprattutto gli oneri per i comuni e le province saranno dilatati a dismisura a causa di questa norma.
Questa norma quindi va rivista nel merito, ma soprattutto, così com'è formulata, essa non ha la copertura finanziaria.
Ho sottolineato - lo dico a tutti, anche perché domenica scorsa a Domenica in abbiamo assistito ad una performance fuori misura del Ministro Brunetta - che l'articolo 23, comma 1 (una norma di carattere parlamentare, introdotta al Senato, e che prevede l'ampliamento della permanenza in servizio oltre i quarant'anni per i dirigenti medici e veterinari), siccome in contrasto con le previsioni di contenimento della spesa pubblica dovute alla ristrutturazione della pubblica amministrazione, in realtà non è una norma virtuosa ma onerosa. Ciò lo dice il Servizio Bilancio; viene quindi presentato un emendamento il 23.200 della Commissione che non risolve assolutamente i problemi dal punto di vista di carattere finanziario seppur ne modifica il contenuto di merito.
Per tutte queste ragioni - come vede, signor Presidente - molto specifiche, molto tecniche, molto dettagliate, nelle quali c'è poca politica ma molto rispetto della Costituzione, noi chiediamo che la Commissione di merito torni a riesaminare le norme così come sono state formulate, altrimenti questo ramo del Parlamento non potrà approvare questo provvedimento perché non dotato di copertura finanziaria così come previsto dall'articolo 81, quarto comma, della Costituzione.
PRESIDENTE. Colleghi, cerchiamo di fare il punto della situazione. Ci sono stati tre interventi da parte dei colleghi delle opposizioni sull'ordine dei lavori: da una parte, riguardo al parere espresso dalla V Commissione (Bilancio) di cui ovviamente la Presidenza non può che prendere atto; dall'altra, vi sono stati interventi sul merito del parere stesso, che hanno chiesto un rinvio nella Commissione di merito del provvedimento per analizzare il parere espresso nonché le eventuali conseguenze che questo comporta sull'iter del provvedimento stesso. Ha chiesto di intervenire il presidente della XI Commissione (Lavoro). Ne ha facoltà.
SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, è chiaro che stiamo parlando di un provvedimento molto complesso che ha impegnato severamente la Commissione di merito e che ha portato - credo - anche a risultati soddisfacenti rispetto al quadro che, in qualche misura, abbiamo acquisito dal Senato. Non ho nessuna pregiudiziale sul fatto che si possa tornare in Commissione ed eventualmente considerare ancor di più nel dettaglio le questioni che sono state poste, però voglio soltanto rilevare un aspetto. Ci troviamo di fronte ad un parere reso dalla V Commissione (Bilancio) che sostanzialmente ci mette nelle condizioni di andare avanti dal punto di vista procedurale, e non mi sembra che i rilievi, sia pure importanti, sostenuti dalla Ragioneria generale dello Stato siano tali da rimettere in discussione il merito del provvedimento. Si tratta di questioni sulle quali la XI Commissione ha lavorato - debbo dire - con spirito di collaborazione, per cui vorrei che coloro che hanno chiesto sostanzialmente il rinvio in Commissione riflettessero sul fatto che noi ci troviamo già con una nuova lettura, con il rischio di allungare ulteriormente l'approvazione di un provvedimento sul quale il Parlamento si è più volte intrattenuto.
Pertanto pregherei di riflettere sotto questo profilo poiché non vedo, tra l'altro, cosa possa aggiungere la Commissione lavoro rispetto a quanto ha già prodotto - mi creda - con grande spirito di partecipazione.
PRESIDENTE. Presidente Moffa, quindi la sintesi del suo intervento è che ritiene possibile proseguire nei lavori?
SILVANO MOFFA. Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, secondo me è possibile.
GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, ho sentito gli interventi dei colleghi. La Commissione bilancio come purtroppo spesso accade lavora in condizioni difficili (ad un certo punto addirittura è saltata l'alimentazione dell'impianto audio!) e in base alla documentazione di cui dispone. Non è automatico che la posizione della Ragioneria generale dello Stato sia accolta dalla Commissione. La Commissione è sovrana in questo caso su diversi aspetti e, come tale, ha ritenuto di discostarsi rispetto al parere della Ragioneria generale dello Stato.
Il parere è stato reso: è articolato e complesso come complesso è il provvedimento. Ritengo, tuttavia, che soltanto una valutazione politica da parte della Commissione di merito e da parte dei gruppi possa indurre a valutare se tornare in Commissione o meno. Certamente la Commissione bilancio ha fatto ciò che doveva fare e lo ha fatto nella condizione in cui è stata posta (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. La ringrazio, presidente Giorgetti. Se permane la richiesta di rinvio in Commissione per un approfondimento di merito del contenuto del parere espresso dalla Commissione Bilancio - il presidente della Commissione lavoro ha appena detto che ritiene che si possa andare avanti nei lavori - allora dovremo Pag. 16sentire, ai sensi del Regolamento, un deputato contro e uno a favore, e poi passare alla votazione.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chie do di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, ho capito che la posizione del presidente della Commissione lavoro è un po' più articolata. Quest'ultimo diceva che vi sono le condizioni per andare avanti dal punto di vista procedurale ma che non ha nulla in contrario per ritornare in Commissione per affrontare nodi che possono essere affrontati nel merito. Volevo soltanto precisare questo punto - se siamo d'accordo - per poter dare modo ai colleghi di svolgere gli interventi. Lei ritiene di dover indire la votazione?
PRESIDENTE. Colleghi bisogna essere molto espliciti: ho chiesto al presidente della Commissione lavoro se riteneva che l'Assemblea potesse proseguire nel merito e quindi andare avanti, oppure se riteneva opportuna, come da molti di voi richiesto, un approfondimento in Commissione. Ascoltiamo anche la maggioranza e poi decidiamo.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, proprio su questo punto credo che all'interno della XI Commissione, di merito, sia stata sollevata, dall'opposizione e condivisa anche dalla maggioranza, la questione relativa ai tempi che hanno portato questo provvedimento a svolgere la prima lettura alla Camera e la seconda al Senato. Dunque credo che se vogliamo portare avanti in modo costruttivo un approfondimento, riguardante anche categorie molto delicate come i lavoratori soggetti a lavoro usurante ed altro, allora possiamo andare avanti. Infatti, rendiamoci conto - e penso che dobbiamo essere sinceri l'uno con l'altro - che se il provvedimento torna in Commissione non vi saranno sostanziali modifiche. Quindi dico: o andiamo avanti in queste condizioni oppure rimandiamo ancora misure importanti per lavoratori e cittadini del nostro Paese. Posso capire che vi siano posizioni utili al dibattito politico e all'opportunità di parte, tuttavia se rimandiamo il provvedimento in Commissione, ognuno si assuma le proprie responsabilità anche di fronte ai cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Poi procederemo ad una sintesi.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, non sfugge l'importanza del provvedimento. C'è stato un pronunciamento del Governo, della Ragioneria generale dello Stato e della Commissione. Mi sembra di cogliere ragioni in qualche modo motivate in diversi interventi che ho ascoltato. Mi rivolgo alla Presidenza e anche ai gruppi: credo che si possa cercare di capire quale sia il percorso più possibile condiviso, anche tenendo presente alcune questioni sollevate dall'opposizione, da inquadrare in questa fase.
Ritengo che, seppure è vero che la Commissione bilancio ha dato un parere sostanzialmente positivo, si possa procedere ad un approfondimento di alcuni punti, come chiede l'opposizione. Infatti ci si trova di fronte ad un collegato alla finanziaria e vi sono punti che possono essere approfonditi.
Quindi noi potremmo, se vi è un percorso condiviso - questo lo dico alla Presidenza, ma di fatto mi rivolgo ai gruppi e se vi fosse questo accordo la Presidenza certificherebbe in qualche modo un percorso di questo tipo -, immaginare di convocare il Comitato dei nove in Commissione, quindi facendo lavorare la Commissione su questo testo questa sera, concludendo la seduta in un Pag. 17orario precedente rispetto alle previsioni. Quindi potremmo concludere i lavori dell'Assemblea intorno alle 19 e fare riunire la Commissione.
Nel frattempo si potrebbe proseguire, se le opposizioni e la Lega sono d'accordo, con altri punti che sono all'ordine del giorno e su cui si è registrato un sostanziale consenso. Mi riferisco ad esempio alla mozione sulla difesa del suolo o al disegno di legge sulle acque reflue: uno di questi due punti può essere affrontato, calcolando che ormai siamo alle 18. In un'ora, ad esempio, si potrebbe affrontare la mozione, andare avanti con questa, procedere alle dichiarazioni di voto e al voto finale sulla mozione, signor Presidente, riprendendo i lavori dell'Assemblea sul provvedimento in esame domattina, avendo dato alla Commissione e al Comitato dei nove la possibilità di approfondire i rilievi che sono stati analizzati già dalla Commissione bilancio e comunque comprensibilmente possono essere anche oggetto di un esame un po' più approfondito non solo del Comitato dei nove e della Commissione XI, ma anche della Commissione stessa.
Quindi, signor Presidente, ripeto la mia proposta: andare in Commissione alla conclusione dei lavori di questo pomeriggio, anticipando un poco il termine; passare all'esame, se vi è un'intesa in questo senso, della mozione.
PRESIDENTE. Sta proponendo un'inversione dell'ordine dei lavori?
SIMONE BALDELLI. Sì signor Presidente, direi che potremmo darci questo percorso se è condiviso e cominciare domattina riportando in Assemblea - ovviamente dall'inizio, perché non abbiamo effettuato votazione alcuna, quindi con il complesso degli emendamenti all'articolo 1 - il disegno di legge 1441-quater-C collegato che stiamo esaminando in questa fase.
PRESIDENTE. Allora la proposta dell'onorevole Baldelli è quella di anticipare un punto all'ordine del giorno, rinviando a questa sera in Commissione l'analisi del provvedimento il cui esame riprenderà domattina. Questa è la sintesi della sua proposta. Onorevole Giachetti, è d'accordo?
ROBERTO GIACHETTI. Sì signor Presidente.
ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, mi pare che la proposta del collega Baldelli sia una proposta accoglibile, anche perché dimostra che le contraddizioni emerse rispetto alle disponibilità finanziarie presentate in quest'aula da vari interventi, fra i quali quello del collega Ciccanti, sono realmente vere e quindi vanno affrontate con più responsabilità. Inoltre mi pare opportuno anche dimostrare che non si vuole fare ostruzionismo. Credo che si possa accogliere la proposta dell'onorevole Baldelli, continuare con le mozioni e, sperando che la Commissione concluda i suoi lavori in via definitiva questa sera, riprendere domattina all'orario che lei riterrà opportuno.
PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, è d'accordo?
ANTONIO BORGHESI. Sì signor Presidente.
PRESIDENTE. Prendo atto che anche il capogruppo della Lega Nord, onorevole Cota, è d'accordo. Se non vi sono obiezioni da parte di nessuno dei gruppi, il proseguimento dei lavori si intende fissato in questo modo: rinvio del seguito dell'esame del provvedimento collegato a domani mattina affinché si possa, a conclusione dei lavori della nostra Assemblea di stasera, riunire il Comitato dei nove o eventualmente, se lo ritenesse opportuno il presidente della Commissione, anche la Commissione nella sua integralità; inversione dell'ordine del giorno nel senso di Pag. 18passare alle mozioni; discussione delle mozioni e votazione delle mozioni; chiusura dei lavori per la giornata di oggi e domani mattina riprendere con il disegno di legge collegato sul lavoro. Direi che non vi sono obiezioni, quindi si intende che per la giornata di stasera procediamo in questo senso.
Propongo di sospendere la seduta fino alle 18, in modo che sia presente il rappresentante del Governo, perché era previsto un altro orario. Alle 18 riprenderemo i nostri lavori con il seguito della discussione delle mozioni Zamparutti ed altri n. 1-00263, Piffari ed altri n. 1-00320, Libè ed altri n. 1-00322 e Ghiglia, Guido Dussin, Commercio, Sardelli ed altri n. 1-00323 concernenti iniziative per la difesa del suolo e del paesaggio e per la riqualificazione del patrimonio urbanistico ed edilizio.
Sull'ordine dei lavori (ore 17,50).
LUCIA CODURELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, avevo chiesto di intervenire anche prima che riprendesse la seduta.
Signor Presidente, intervengo perché una grossa frana, con un fronte di 300 metri, si è staccata ieri mattina sulla statale n. 36 che collega Milano a Sondrio, strada che lei conosce molto bene, nel territorio di Varenna. Questa frana ha avuto proporzioni spaventose. Miracolosamente non ci sono state vittime, se non quattro feriti lievi. Grossi blocchi di rocce e una gran quantità di materiale sono caduti dapprima sulla carreggiata nord e poi anche su quella sud, rendendo impossibile il transito in entrambe le direzioni. Intanto il traffico è stato dirottato sul vecchio tracciato, con tutte le conseguenze del caso - come sappiamo - sia per i lavori in corso, sia per la strada difficoltosa e molto stretta.
La strada statale n. 36 è un'importantissima arteria di viabilità lombarda e costituisce la principale via di accesso alla Valtellina e al cantone svizzero dei Grigioni partendo da Milano. È impossibile sapere in questo momento quando la superstrada sarà riaperta, anche se le operazioni si prospettano alquanto lunghe. Secondo quanto riferito da un comunicato diffuso ieri dalla provincia di Sondrio, la rimozione parziale sarebbe dovuta avvenire entro la giornata odierna. Al momento, purtroppo, non è stato rimosso nulla e il tratto è ancora completamente chiuso, con le gravissime conseguenze che prima ho citato.
Per questo faccio richiesta perché il Governo venga a riferire in Commissione con una relazione affinché si possano capire le modalità sia degli interventi sia i tempi di ripristino della viabilità.
PRESIDENTE. Onorevole Codurelli, la Presidenza farà presente questa richiesta di informativa urgente in Commissione sull'argomento in questione.
Chiedo all'Assemblea un minuto di attenzione. Saluto gli studenti della regione Molise vincitori del terzo concorso letterario promosso dalla presidenza della regione Molise (Applausi).
Saluto, altresì, gli studenti della scuola secondaria «Domenico Savio» di Potenza, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, intervengo solo per associarmi alla richiesta di informativa urgente in Commissione sui fatti relativi alla frana di Varenna già citata.
PRESIDENTE. Sta bene. La Presidenza prenderà gli opportuni provvedimenti sulla richiesta di informativa urgente sui fatti legati alla viabilità della Valtellina.
Pag. 19
Sospendo la seduta che riprenderà alle 18,05.
La seduta, sospesa alle 17,55, è ripresa alle 18,45.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE
PRESIDENTE. Prima di passare alle mozioni, nuntio vobis gaudium magnum habemus resolutionem.
Seguito della discussione delle mozioni Zamparutti ed altri n. 1-00263, Piffari ed altri n. 1-00320, Libè ed altri n. 1-00322 e Ghiglia, Guido Dussin, Commercio, Sardelli ed altri n. 1-00323, concernenti iniziative per la difesa del suolo e del paesaggio e per la riqualificazione del patrimonio urbanistico ed edilizio.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Zamparutti ed altri n. 1-00263, Piffari ed altri n. 1-00320, Libè ed altri n. 1-00322 e Ghiglia, Guido Dussin, Commercio, Sardelli ed altri n. 1-00323, concernenti iniziative per la difesa del suolo e del paesaggio e per la riqualificazione del patrimonio urbanistico ed edilizio (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Ricordo che nella seduta di lunedì 25 gennaio 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali delle mozioni presentate.
Avverto che le mozioni all'ordine del giorno sono state ritirate dai presentatori e contestualmente è stata presentata la mozione Zamparutti, Piffari, Libè, Germanà, Guido Dussin, Commercio ed altri n. 1-00324, (Vedi l'allegato A - Mozioni).
(Parere del Governo)
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulla mozione presentata.
ALDO BRANCHER, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, da quello che mi è stato riferito dai vari presentatori le mozioni originarie sono ritirate e sulla mozione 1-00324 c'è una convergenza sul testo. Su di essa il parere del Governo è favorevole con le seguenti correzioni. Alla lettera f) del dispositivo il testo rimane: «favorire la trasformazione e la riqualificazione delle aree già urbanizzate ma dismesse o sottoutilizzate», sopprimendo le parole: «nonché il recupero dei siti altamente inquinati». Inoltre al penultimo capoverso si propone di sostituire le parole: «a vincolare una quota del gettito aggiuntivo», con le seguenti: «a valutare l'opportunità di destinare una quota del gettito aggiuntivo». Per il resto il parere del Governo è favorevole.
PRESIDENTE. Signor sottosegretario, confermo che sono state ritirate le quattro mozioni Zamparutti ed altri n. 1-00263, Piffari ed altri n. 1-00320, Libè ed altri n. 1-00322 e Ghiglia, Guido Dussin, Commercio, Sardelli ed altri n. 1-00323, ovvero tutte le mozioni precedentemente presentate e che, inoltre, le modifiche da lei richieste sono già state incorporate nel testo della mozione presentata. Prendo atto che i presentatori lo confermano e, pertanto, le modifiche richieste sono già presenti nel testo.
Avverto che la mozione Zamparutti, Piffari, Libè, Ghiglia, Guido Dussin, Commercio ed altri n. 1-00324 è stata sottoscritta dall'onorevole Sardelli.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.
SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, credo che al di là della quantità di mozioni presentate, che poi sono confluite in una unica mozione, sia importante Pag. 20che il Parlamento dedichi un momento di attenzione particolare a questi argomenti.
È vero che siamo abituati ad affrontare spesso degli eventi alluvionali che producono danni al territorio e alle persone, anche con elevate perdite di vite, e quindi quasi ci si abitua a tali fenomeni.
Nella mozione unitaria evidenziamo alcune cifre in termini di metri quadrati di utilizzo del territorio o di spreco dello stesso, nonché in termini di risorse economiche, tra le quali gli oltre 150 miliardi di euro spesi solo per il Belice: parliamo, quindi, di 150 miliardi di euro calcolati in tutti gli anni.
Nella discussione generale ho fatto presente alcune situazioni del nostro territorio, in particolare con riferimento alla Lombardia, dove, per una serie di provvedimenti economici, dovendo sostenere le imprese e l'economia, negli anni passati abbiamo costruito decine e decine di capannoni, che sono lì vuoti e gridano vendetta. Sono migliaia di metri quadrati di territorio trasformato da agricolo in edificabile sotto la spinta, spesso, della speculazione edilizia, sapendo quanto vale sul mercato un metro quadrato di terreno agricolo e quanto vale, invece, un metro quadrato di terreno edificabile. Purtroppo, non sempre - anzi direi quasi mai - i comuni, le regioni e le province hanno saputo applicare la capacità di programmazione dell'uso del territorio, e quindi di compensazione delle risorse che provengono dall'utilizzo del suolo, mentre sarebbe più importante utilizzare dei metodi di compensazione anziché aggredire continuamente il territorio.
Abbiamo evidenziato la gravità della situazione per quanto concerne l'applicazione di alcune norme di programmazione per la difesa idrogeologica del territorio, come ad esempio quelle contenute nella legge n. 183 del 1989, che già è stata sorpassata dalla legge quadro sull'ambiente del 2006, anche se, purtroppo, non riusciamo ad applicare né l'una né l'altra. L'esempio più devastante della mancata applicazione della legge n. 183 del 1989 è rappresentato dalla regione Sicilia che, ad oggi, con tutti i guai che ha sul proprio territorio, non ha ancora applicato quella normativa. Oggi resistiamo ad applicare la nuova normativa, quella che l'Europa ci ha indicato, che ci impone di individuare le otto grandi aree di bacino idrogeologico, mentre continuiamo a mantenere in vita quegli enti che nel frattempo si sono strutturati. Noi riusciamo bene a creare delle macchine - intendo macchine burocratiche, non macchine operative a difesa del suolo -, ma facciamo molta fatica a rottamarle e potrei citare tanti e tanti esempi in questo senso.
Sicuramente un altro elemento di allarme che dobbiamo assolutamente monitorare e per il quale dobbiamo prendere provvedimenti è l'abuso edilizio, che continua con 30 mila casi all'anno in media. Noi dell'Italia dei Valori siamo certi che questa degenerazione dell'uso del suolo sia dovuta specialmente e principalmente all'abitudine di fare condoni e quindi all'idea che passa - non ne facciamo una colpa solo a questo Governo, ma anche ai tanti Governi precedenti - che si può sanare il territorio e che quindi si può continuare ad abusarne perché non commettiamo reato, non facciamo qualcosa di grave, poiché prima o poi possiamo sistemarlo. Invece non è così, dobbiamo pensare che causiamo danni veramente irreparabili.
Questa mozione, quindi, se considerata in forma unitaria, dovrebbe farci pensare ai provvedimenti da assumere anche laddove occorra riqualificare il nostro patrimonio edilizio, non solo dal punto di vista energetico, che, come ci dicono le ricerche dell'istituto del Cresme, va rivalutato per quattro quinti, quindi questa sarebbe la risorsa che rilancerebbe l'economia di tale settore, ma dobbiamo fare altrettanto in termini strutturali, di sicurezza.
I terremoti in Italia, purtroppo, sono ciclici e noi ad ogni disgrazia continuiamo a dire che dovremmo intervenire. Ancora oggi, a distanza di un anno e più dagli ultimi eventi disastrosi, non siamo ancora riusciti a realizzare interventi pratici e concreti di messa in sicurezza del nostro patrimonio edilizio. Credo che il rigore e Pag. 21la serietà che dovremmo imporre attraverso una legge quadro alle regioni, alle province e ai comuni siano assolutamente necessari. Credo, inoltre, che anche ciò che abbiamo letto in questi ultimi giorni sui giornali in ordine ai piani casa ci debba far riflettere.
Noi abbiamo spinto forzando sulle regioni e addirittura queste ultime sono andate avanti rispetto al Governo nell'aumentare del 20-30 per cento l'edificazione. È vero che tante città hanno escluso una buona parte dei propri territori, ma dovremmo pensare che non è con delle leggi che spingono ad utilizzare il suolo o le superfici che si può aiutare a migliorare il nostro patrimonio edilizio. In questo senso noi e il Governo dovremmo compiere il massimo sforzo, come indicato in questa mozione. Ringrazio per l'attenzione e mi auguro che il Governo ci risponda in modo soddisfacente (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.
MAURO LIBÈ. Signor Presidente, prima di tutto esprimo subito soddisfazione per il parere favorevole del Governo, che ringrazio, su una mozione che sicuramente è importante, ma la mia paura è sempre la solita. Le mozioni ci impegnano a discutere magari anche un pomeriggio e dovrebbero servire per aver fatto, il giorno dopo, qualcosa di utile per il nostro Paese. Non dimentichiamo che la prima mozione presentata su questo argomento è partita prendendo spunto dai fatti di Messina e ci troviamo a discuterne oggi, non per colpa dell'Aula o del Governo in quanto ci sono stati altri motivi. Tuttavia, nel frattempo sono accaduti altri eventi disastrosi per questo Paese che fanno male per le vittime (perché abbiamo perso tanti concittadini) e anche per il problema economico da essi generato. Dunque, spero e mi auguro che da questa mozione condivisa possa nascere qualcosa di diverso.
Non voglio dilungarmi sul problema del rischio dovuto al dissesto idrogeologico, in quanto se ne è parlato già ieri in sede di discussione sulle linee generali e l'argomento è stato ripreso anche oggi all'avvio delle dichiarazioni di voto. Non voglio attardarmi sul problema del rischio sismico che c'è ed è forte, però vorrei dire due parole per affrontare questioni politiche. Noi abbiamo un problema con le emergenze che continuiamo a gestire e i Governi (non solo questo) si trovano totalmente impegnati e assorbiti da questa gestione sia come impegno umano, sia come impegno economico. Le emergenze vanno gestite, ma è ora di guardare al futuro non solo a parole: troppe morti, troppi costi. Dobbiamo aiutare queste persone e queste aree a ricostruire e dobbiamo ridare una speranza nel futuro, ma una classe dirigente che vuole veramente guardare a ciò che sarà, si preoccupa di evitare questi fatti per il futuro. Lo dico per noi tutti: non abbiamo imparato da quanto accaduto nei decenni, non solo negli ultimi anni.
La pianificazione del territorio, al di là delle tante norme approvate, continua a destare sicuramente grandi perplessità e apprensioni. Quando, infatti, ognuno di noi gira per il nostro territorio, vede che le case sono ancora (qualche volta e più di qualche volta) costruite all'interno dei greti dei fiumi: non possiamo poi venire qui e fare le «madame pentite», ma dobbiamo agire veramente. Allora, io avanzo una proposta forte, politica e che deve dare seguito a questo documento condiviso da tutta l'Aula.
Non basta impegnarci, come dicevo, con un documento in cui diciamo che dobbiamo fare, ma occorre un impegno prima di tutto politico, perché la gestione di una vera pianificazione, che serva a tutelare il territorio, non si chiude in uno o due anni o in una legislatura. Lo dico a tutti, alla destra, alla sinistra e al centro, a prescindere dalla provenienza geografica: ci vuole un patto politico, generazionale e legislativo, della durata minima di vent'anni, con cui la classe politica seria si impegna, come ha fatto per esempio la Francia su altri temi, a Pag. 22destinare un tot di risorse, che non cambiano a seconda dei Governi, per la difesa del territorio.
Difendendo il territorio e facendo prevenzione, i risultati si vedono molto più avanti, non dopo tre o sei mesi e purtroppo neanche ahimè dopo due o tre anni. Dunque, c'è bisogno di sederci intorno a un tavolo e di prendere davanti al Paese un impegno politico, perché altrimenti anche la gestione della prevenzione subirà le spinte delle quali siamo tutti un po' colpevoli e colpiti, le spinte politiche di chi sul territorio spesso gestisce. Io non sono - farò dispiacere a quasi tutta l'Assemblea, dato che ha votato la legge - un sostenitore del federalismo su certe questioni, per un motivo: abbiamo visto che troppi sindaci sono vincolati dalle pressioni elettorali, quando rilasciano tutta una serie di autorizzazioni.
C'è bisogno di investire e far rispettare le regole, perché le leggi in parte ci sono, in parte mancano, ma purtroppo noi facciamo fatica a far rispettare anche quelle esistenti. Anche qui occorre un patto politico, non è un problema di colore dell'amministrazione, ma di difesa dei giovani che verranno e vivranno su questi territori, che sono sempre più urbanizzati. Poi lasciatemi dire che - lo dico principalmente al Governo, che ha fatto del piano casa una sua bandiera, che anche noi come Unione di Centro abbiamo sostenuto, ponendo dei paletti, ma dicendo di andare avanti - un Governo che ha fatto del piano casa la propria bandiera dovrebbe fare anche di un piano ventennale a difesa del territorio una propria bandiera. Infatti, tutte le risorse investite in questo modo avrebbero un ritorno. Non sto a spiegare in che modo, perché ritornano in tutti i modi. Dicevo della difesa delle persone, delle proprietà di queste persone, che spesso sono le più disagiate, dell'incentivo economico per le aziende a produrre, a costruire e a fare.
Dobbiamo fare una cosa del genere ed assumerci un impegno. Se nei prossimi mesi avremo il coraggio di agire, senza divisioni di parte, in questo modo riusciremo a dare un segnale futuro per lo sviluppo del Paese. Se non ce la faremo, la mozione resterà come un bel giorno in cui tutti siamo d'accordo, ma da domani non succederà nulla di nuovo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA. Signor Presidente, sottosegretario Brancher, la ringraziamo per la sua presenza, ma ancora una volta non possiamo non segnalare l'assenza in quest'Aula, quando si discute di materie così importanti, del Ministro dell'ambiente e del sottosegretario. Ieri la discussione sulle linee generali su questa mozione ha visto degli interventi importanti dei colleghi, in particolare dell'onorevole Zamparutti e dell'onorevole Morassut, che hanno messo in evidenza dei dati impressionanti per il nostro Paese, relativi alla crescita edilizia, al consumo di suolo, all'esistenza di milioni di edifici fantasma, che non risultano censiti e quindi non tassati, alla frequenza e alla gravità di fenomeni di dissesto idrogeologico, di alluvioni e di danni pesantissimi ai territori. Nel nostro Paese il dramma dei dissesti idrogeologici rappresenta una ricorrenza sempre più frequente ed è legata certamente alla conformazione e alla natura geologica del territorio, ma anche e soprattutto agli effetti dell'azione e della pressione antropica sul territorio, che hanno accelerato e aggravato questi fenomeni.
Le tragedie di questi ultimi giorni, di Messina, di Favara, di Varenna, che è stata ricordata oggi in quest'Aula, sono solo gli ultimi eventi luttuosi che dimostrano le gravi conseguenze che possono derivare da gestioni dissennate del territorio e dall'assenza di un'azione efficace di tutela e di prevenzione.
Lo scorso novembre, nella Commissione ambiente della Camera, il Governo, attraverso il sottosegretario Bertolaso, è venuto ad illustrare i dati sul rischio Pag. 23idrogeologico nel nostro Paese e a delineare le stime per gli interventi di messa in sicurezza, delle procedure e degli interventi di tutela e di prevenzione.
Voglio soltanto citare queste cifre e queste stime: il fabbisogno necessario per realizzare gli interventi è stato quantificato sull'intero territorio nazionale in 44 miliardi di euro, 13 miliardi per il Mezzogiorno e 27 miliardi per le aree del centronord del nostro Paese.
L'ultima legge finanziaria, anche su nostra pressione, sulla basi di nostri emendamenti e di nostre proposte, ha stanziato 900 milioni di euro per la difesa del suolo, 44 miliardi di euro e 900 milioni. Queste cifre rendono conto della reale dimensione dell'emergenza nel nostro Paese; dovrebbero far dire a tutti quanti, in maniera unanime, che questa è l'unica grande opera di cui il nostro Paese ha bisogno.
Oggi, in quest'Aula, il Parlamento torna ancora una volta a richiamare l'attenzione del Governo su questi temi e a invocare una chiara assunzione di responsabilità, enunciando una serie di punti prioritari e strategici.
Il primo è quello di promuovere normative di competenza che introducano norme a difesa del suolo e della riduzione del rischio idrogeologico in un quadro di riferimento certo per le singole normative regionali. Questa è una priorità: intendere finalmente il territorio come un bene comune, come risorsa limitata ed esauribile e come presupposto per una corretta pianificazione urbanistica e territoriale. Vi è un'evidenza di cui prendere coscienza: la pianificazione urbanistica e l'assetto del territorio sono due temi strettamente collegati. Non può esistere un'adeguata prevenzione del dissesto idrogeologico senza un'attenta e coordinata pianificazione e programmazione dell'uso del suolo.
Per questo motivo, non possiamo che auspicare che la proposta di legge sul governo del territorio, che è in discussione in quest'Aula da più legislature, arrivi finalmente a compimento. La necessità di realizzare un'efficace azione di contrasto alle violazioni in materia urbanistica e all'abusivismo edilizio - questo lo voglio dire in maniera chiara - vuole dire niente più condoni edilizi e basta ad interventi derogatori, che indeboliscono un sistema di programmazione e di controllo che è già così fragile nel nostro Paese; vuole dire promuovere la riqualificazione energetica del patrimonio abitativo industriale esistente.
Questo è l'altro grande tema: la rottamazione degli edifici, la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza sismica degli edifici. Anche qui, in finanziaria abbiamo chiesto al Governo di prevedere degli incentivi, come quelli per l'efficienza energetica, anche per la messa in sicurezza e per la sicurezza sismica.
L'ultimo punto, signor Presidente, e concludo, è la necessità di dare riscontro all'assenza di un sistema di conoscenza e di un data base geografico unificato e nazionale per il nostro Paese, uno strumento da dare ai comuni e ai territori per metterli nelle condizioni di disporre di strumenti adeguati e di riferimenti idonei per programmare le loro strategie per controllare gli eventi e gli effetti di queste scelte.
Oggi votiamo con favore, in maniera unanime, questa mozione, ma non possiamo fermarci qui. Ci aspettiamo continuità e coerenza nei comportamenti del Governo rispetto agli impegni che oggi si assume di fronte al Parlamento e all'intero Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guido Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, l'UdC si è accodata nell'accettare questa mozione e la ringraziamo per questo. Hanno capito che la mozione unitaria ci dà un'opportunità: proporre al Governo un impegno.
Il Governo, con il sottosegretario Brancher, si è impegnato immediatamente a dare una risposta positiva. È chiaro che la gestione e la tutela del Pag. 24territorio è prevalentemente materia concorrente, ma anche materia esclusiva. Quindi, sicuramente, bisogna lasciare alle regioni alcune competenze, che sono tra l'urbanistica e l'edilizia.
Con la mozione in esame abbiamo previsto un forte contrasto alla violazione dell'urbanistica e all'abusivismo in edilizia. Vogliamo poche norme, e che le norme siano osservate, non tantissime norme. Registriamo che nelle regioni ha proliferato l'attività legislativa, e poi mancano i controlli e succedono i casi che abbiamo visto negli ultimi giorni, sia dal punto di vista del territorio, che urbanistico ed edilizio.
Abbiamo introdotto con la mozione anche il concetto del risparmio energetico. Per quanto riguarda il sistema «casa qualità», chiediamo sia accelerato l'iter di approvazione del testo già presente e incardinato in Commissione ambiente. La tutela sismica è sicuramente una garanzia, e dev'essere la garanzia totale per la tutela del territorio, e soprattutto del nostro patrimonio edilizio. Occorre favorire il risanamento del tessuto urbano, edilizio: anche su tale materia vi sono dei testi già presenti nelle nostre Commissioni per il recupero dei centri storici, e siamo riusciti a trovare un'intesa con tutti quanti i colleghi. Il territorio agricolo, e in modo particolare il territorio montano, vanno tutelati, e questo lo abbiamo inserito nel penultimo punto. Altro obiettivo che è fortemente necessario raggiungere, proprio per conoscere la situazione del dissesto idrogeologico, è avere una cartografia il più completa possibile.
È proprio per tali motivi, per gli argomenti che abbiamo introdotto nella mozione che noi siamo favorevoli, e ovviamente sosteniamo il Governo in queste iniziative esprimendo quindi voto favorevole sulla mozione in esame (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, sono particolarmente soddisfatta del lavoro che l'Aula è riuscita a compiere, giungendo alla definizione di un testo comune sui temi della messa in sicurezza del territorio e del patrimonio edilizio, oltre che dell'edilizia sostenibile; e lo sono anche perché la discussione ha preso avvio da un testo che, come radicali, abbiamo predisposto in sinergia con le associazioni ambientaliste, il WWF, Legambiente, il Comitato per la bellezza del paesaggio, il FAI e l'Istituto nazionale di urbanistica, e che ha avuto il sostegno di tutti i componenti della Commissione ambiente del Partito Democratico. E devo riconoscere il contributo che la maggioranza ha saputo apportare, soprattutto in termini di definizione dell'assetto idrogeologico del nostro Paese.
L'intento della mozione è stato quello di avviare un'inversione di rotta sulle politiche in materia di governo del territorio, in modo che abbiano come punto di riferimento strategico, come stella polare l'uso parsimonioso delle risorse non rinnovabili, quali ad esempio il suolo. Questo cambio di rotta lo ritrovo proprio nella prima riga del testo della mozione in discussione oggi, laddove appunto si riconosce che il suolo è una risorsa ambientale non riproducibile. Allora, se è così, è evidente - e il testo, grazie al contributo di tutti i gruppi parlamentari, ben lo documenta - che il livello di sovraurbanizzazione del nostro Paese è tal da richiedere, anche ai fini di un rilancio dell'edilizia, un riequilibrio degli interventi edilizi attraverso innanzitutto la trasformazione e la riqualificazione delle aree già urbanizzate, con l'eventuale delocalizzazione degli edifici pericolosi che sorgono in zone a rischio, e riconoscendo priorità di intervento alle aree ad elevato rischio idrogeologico.
Sono decenni che Marco Pannella, Aldo Loris Rossi, il Partito radicale cercano di porre all'attenzione della politica italiana, così come di quella europea, questo problema, in particolare in riferimento al Vesuvio e alla situazione dei Campi Flegrei; così come è importante che la mozione Pag. 25inizi anche in Italia ad avviare un dibattito, sia pure in termini di mera valutazione, sull'uso del gettito dovuto alla realizzazione degli interventi ammessi dalle norme straordinarie di sostegno all'edilizia, ai fini di compensazioni ecologiche, come avviene già in Germania, in Olanda e negli Stati Uniti.
Ma soprattutto è importante che si sia preso atto che in materia di uso e quindi anche di consumo e di abuso del suolo regni sovrano il disordine quanto ai criteri di monitoraggio; disordine che è stato funzionale, a mio avviso, al saccheggio del territorio in quest'ultimo sessantennio da parte di tutte le forze politiche che si sono succedute.
Il fatto, quindi, che la mozione impegni il Governo ad avviare un'analisi sistematica degli usi del suolo su tutto il territorio nazionale e a rafforzare la dotazione strumentale e cartografica sugli usi del suolo è importante in termini di governo, soprattutto se penso a quell'accezione propria del linguaggio domestico che questo termine ha, che significa mettere e tenere in ordine. Certo questa mozione può avere dei punti da perfezionare: penso, ad esempio, a divieti e condoni rispetto a costruzioni edificate in zone ad alto rischio o all'uso dei satelliti per monitorare il controllo del territorio e aggiornare il catasto, anche per l'incremento del gettito proprio degli enti locali. Ma sicuramente in questo senso la mozione è un inizio.
Ringrazio il Governo e ad esso mi rivolgo per dire che il voto forse di questo pomeriggio sarà, come avviene nei contratti, la sigla di un accordo: il momento più facile è apporre la firma sui contratti, il momento più difficile è quello dell'esecuzione dei contenuti di questi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Germanà. Ne ha facoltà.
ANTONINO SALVATORE GERMANÀ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la questione della gestione del territorio occupa un ruolo crescente nell'agenda politica non solo nazionale quanto planetaria e la spinta di una nuova fase di globalizzazione ci pone di fronte a problemi e sfide particolarmente impegnative.
La questione ambientale nel suo complesso a livello planetario è sicuramente una di queste, forse la principale. Lo scenario che si è evidenziato in quest'Aula durante la discussione sulle linee generali dei diversi testi delle mozioni presentate, evidenzia una tendenza molto marcata del nostro Paese all'urbanizzazione, con livelli di crescita costante e per diversi aspetti poco coerenti.
La collega Zamparutti ha ricordato due recenti tragedie entrambe siciliane, quella del 1o ottobre a Messina e quella del 23 gennaio a Favara, in entrambi i casi dovute all'approssimazione degli immobili costruiti o alla loro fatiscenza. Le piogge altro non hanno fatto che aggravare la situazione. Tuttavia, vorrei sottolineare una differenza tra l'impostazione della mozione della collega Zamparutti e la nostra: la prima sottolinea una crescita esplosiva e disordinata negli ultimi sessanta anni della storia nazionale, con un aumento dei vani di ben 85 milioni, a fronte di una crescita della popolazione di soli 15 milioni, al punto che ogni cittadino avrebbe a disposizione circa due vani.
La nostra mozione, invece, dimostra come, in un territorio come quello italiano, ampiamente instabile e a rischio di eventi naturali, i costi delle emergenze di alluvioni, terremoti e frane, nel solo decennio 1994-2004, siano stati complessivamente pari a 20 miliardi di euro, vale a dire oltre 2 miliardi di euro l'anno, ai quali va aggiunto oltre un miliardo di euro per gli interventi minori.
Entrambi i punti di visti portano, però, alla medesima conclusione: oggi è opportuno procedere all'emanazione di rigide norme quadro nazionali che le regioni, poi, ovviamente, adegueranno alle esigenze e alle realtà territoriali. Sono già in discussione diversi provvedimenti in questo Pag. 26senso, ma è opportuno che il Governo individui norme generali per la gestione del territorio.
Vorrei spezzare una lancia in favore della nostra bella Italia, che noi spesso consideriamo povera in quanto non dotata di ricchezze minerarie. In realtà si tratta di un luogo baciato dal Signore, con un clima mite, una natura dolce, due catene montuose che ci assicurano ampia disponibilità di acqua per la quale non dobbiamo litigare con nessuno.
Per tali motivi, che sono quelli che ci accomunano superando tutte le diversità ideologiche e culturali, si è deciso di redigere una mozione unitaria che raccogliesse gli spunti migliori dei diversi testi. Per questo siamo assolutamente soddisfatti e annuncio il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
(Votazione)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Zamparutti, Piffari, Libè, Germanà, Guido Dussin, Commercio, Sardelli ed altri n. 1-00324, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Crosio, Cristaldi, Moles, Coscia... L'onorevole Della Vedova ha votato...Onorevoli Paolo Russo,... Onorevole Cesare Marini, non è che non funziona il dispositivo, è lei che è in ritardo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia
).
(Presenti 481
Votanti 479
Astenuti 2
Maggioranza 240
Hanno votato sì 479).
Prendo atto che i deputati Rao, Ceccacci Rubino, Vassallo, Lovelli e Belcastro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Modifica nella costituzione del Comitato per la legislazione (ore 19,20).
PRESIDENTE. Comunico che il 25 gennaio è venuto a scadenza il turno di presidenza del Comitato per la legislazione del deputato Lino Duilio. Ai sensi dell'articolo 16-bis, comma 2, del Regolamento e sulla base dei criteri stabiliti dalla Giunta per il Regolamento nella seduta del 16 ottobre 2001, le funzioni di presidente del Comitato per il terzo turno di presidenza - a decorrere da oggi, 26 gennaio - sono assunte dal deputato Antonino Lo Presti e quelle di vicepresidente dal deputato Roberto Zaccaria, cui spetterà il successivo turno di presidenza. Le funzioni di segretario restano affidate al deputato Roberto Occhiuto (Applausi).
Comunicazioni del Presidente ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento e assegnazione di un disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica.
PRESIDENTE. Comunico, ai sensi del comma 1 dell'articolo 123-bis del Regolamento, la decisione in merito al seguente disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica: «Individuazione delle funzioni fondamentali di province e comuni, semplificazione dell'ordinamento regionale e degli enti locali, nonché delega al Governo in materia di trasferimento di funzioni amministrative, Carta delle autonomie locali, razionalizzazione delle province e degli uffici territoriali del Governo, riordino di enti ed organismi decentrati» Pag. 27(3118). Alla luce del parere espresso in data odierna dalla V Commissione (Bilancio) ed esaminato il predetto disegno di legge, la Presidenza comunica che lo stesso non reca disposizioni estranee al suo oggetto, come definito dall'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento.
A norma del comma 1 degli articoli 72 e 123-bis del Regolamento, il disegno di legge è assegnato, in sede referente, alla I Commissione (Affari costituzionali), con il parere delle Commissioni II, V, VI, VII, VIII, IX, X, XI, XII, XIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Darò ora lettura dell'ordine del giorno della seduta di domani, che reca al secondo punto, dopo il seguito della discussione del disegno di legge concernente delega al Governo in materia di lavori usuranti, la deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, non ho colto esattamente una questione. Al secondo punto dell'ordine del giorno della seduta di domani vi è una questione che, secondo me, dovrebbe essere posta in coda. Però, se la vicenda è risolta perché esiste un accordo precedente, nulla questio. Altrimenti, l'ordine del giorno dovrebbe essere formulato diversamente. Comunque, se esiste un accordo, non vi è alcun problema.
PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, mi assicurano che la questione è stata risolta con generale soddisfazione e, quindi, l'ordine del giorno è in tal modo formulato.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico quindi l'ordine del giorno della seduta di domani.
Mercoledì 27 gennaio 2010, alle 9:
(ore 9 e ore 16).
1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (1441-quater-C).
- Relatore: Cazzola.
2. - Deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte costituzionale dalla Corte di Cassazione di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 332 del 2009.
3. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge (previo esame e votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità presentate):
CONSOLO; BIANCOFIORE e BERTOLINI; LA LOGGIA; COSTA e BRIGANDÌ; VIETTI; PALOMBA; PANIZ: Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza (889-2964-2982-3005-3013-3028-3029-A).
- Relatore: Costa.
4. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2009, n. 193, recante interventi urgenti in materia di funzionalità del sistema giudiziario. (3084-A).
- Relatore: Papa.
5. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1755 - Disciplina sanzionatoria dello scarico di acque reflue (Approvato dal Senato) (2966).
- Relatore: Guido Dussin.
(ore 15)
6. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
La seduta termina alle 19,25.
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 1) | ||||||||||
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Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | Moz. Zamparutti e a n. 1-00324 | 481 | 479 | 2 | 240 | 479 | 68 | Appr. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.