XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 13 gennaio 2010

TESTO AGGIORNATO AL 28 GENNAIO 2010

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
la crisi economica internazionale ha colpito anche l'industria cantieristica mondiale, un settore che negli anni dal 2003 al 2007 è stato caratterizzato da un ciclo molto favorevole e da una ondata di ordinativi;
già nella prima metà del 2008 il comparto ha risentito del rallentamento della domanda, per poi trasformarsi dal mese di ottobre in una caduta libera tanto prolungata da esaurire i carichi di lavoro delle imprese di costruzione mercantile;
gli effetti della crisi sono evidenti in tutto il mondo, tanto che si moltiplicano gli interventi d'urgenza da parte dei Governi ed in Europa si invocano da più parti selettive misure di supporto a una industria tecnologicamente molto avanzata sia nel settore mercantile, che in quello militare e le cui potenzialità, fin dagli anni '90, si sono adeguate ai fabbisogni quantitativi e qualitativi dei segmenti di mercato prescelti, nel quadro della strategia comunitaria;
a livello mondiale, il boom di domanda degli anni passati, sostenuto da un clima finanziario molto favorevole, ha alimentato un portafoglio ordini che a fine 2008 era di oltre 9.700 navi per 190 milioni di tonnellate di stazza lorda compensata, a fronte di una capacità produttiva della cantieristica salita a circa 50 milioni di tonnellate/anno a seguito dei massicci investimenti effettuati nell'estremo oriente;
nel 2008, la domanda di costruzioni (43,7 milioni di tonnellate) si è dimezzata rispetto ai picco dei 2007, normalizzandosi in ragione d'anno ma con la particolarità di concentrarsi nei primi 8 mesi; i pochi ordinativi del 2009, pari a tutto settembre a 7,9 milioni di tonnellate, sono il riflesso essenzialmente della domanda interna di Giappone e Cina;
il fenomeno ha colpito pesantemente sia il trasporto standard che quello high tech, così come tutte le tradizionali grandi aree costruttrici, la crisi ha investito la cantieristica navale per un insieme di fattori riconducibili alla stretta creditizia, alla caduta del valore delle navi poste a garanzia dei finanziamenti e al crollo dei noli, seguito al brusco rallentamento del commercio internazionale;
cresce rapidamente il numero delle navi in disarmo, ivi incluse alcune di quelle appena ritirate dal costruttore, nel solo comparto delle portacontainer le unità inattive sono più di 500 ed a peggiorare le condizioni del mercato, anche nel rapporto tra armatore e cantiere, c'è il fenomeno della cancellazione degli ordini: oltre la metà del portafoglio di fine 2008, stimato in 540 miliardi di dollari, non era ancora finanziato, tanto che più aleatori si sono fatti i contratti per navi con consegna dal 2010;
il contesto della crisi coinvolge soprattutto i costruttori dell'estremo oriente, ma non ne è al riparo la stessa Europa, l'associazione dei cantieri tedeschi, in particolare, ha denunciato il venir meno, per questa causa, di oltre un terzo del portafoglio ordini nazionale, stante ancora la massiccia presenza di navi porta contenitori;
il 2008 è stato un anno di difficoltà anche per il settore crocieristico, il più dinamico dell'industria turistica con una crescita media annua di oltre il 7 per cento dal 1990, dimostrando che nessun comparto è al riparo dalla crisi, la riduzione della capacità di spesa di larghi strati della popolazione USA, massima consumatrice di crociere, ha arrestato la crescita del mercato statunitense, compensata tuttavia dal consistente incremento di quello europeo;
la crisi si può sintetizzare efficacemente con due dati, nel 2008 sono state

ordinate in tutto il mondo solo 3 navi da crociera superiori alle 10.000 contro le 16 del 2007 e le 13 del 2006, mentre fino al mese di novembre 2009 non è stato ancora perfezionato alcun ordine;
in questo settore i segnali relativi ad un possibile esaurirsi della crisi sono più incoraggianti, ma in uno scenario di grave difficoltà che coinvolge il settore delle navi da trasporto, mentre i cantieri coreani sono alla disperata ricerca di nuovi sbocchi, si temono nuovi tentativi di entrata nel settore delle navi passeggeri, motivi di preoccupazione desta pertanto l'eventualità di una prolungata stasi negli ordinativi, considerato che soltanto in Europa al settore cruise è riconducibile un valore di 14,2 miliardi di euro in spese dirette ed un'occupazione di 150.000 addetti, tutti europei;
anche nel comparto traghetti sono stati effettuati nel 2008 pochissimi ordini, solo 9 per unità sopra i 150 metri contro i 16 del 2007, preoccupante risulta il rarefarsi delle trattative, all'interno della flotta mondiale, quella dei ferry è l'unica caratterizzata da un'età media elevata (oltre 25 anni), in Europa, 140 unità (il 22 per cento) dei traghetti che operano nel Mare del Nord, Baltico e Mediterraneo ha superato i 30 anni, e gran parte di essi è concentrata proprio nel Mediterraneo;
anche per il comparto dei traghetti la difficoltà di accesso al finanziamento appare il principale ostacolo all'avvio di programmi d'investimento, si può sperare dunque soltanto sulle necessità di svecchiamento e potenziamento della flotta ferry europea che rientra ormai nella politica comunitaria del trasporto, la quale persegue tra l'altro il miglioramento delle prestazioni in fatto di sicurezza e protezione dell'ambiente;
secondo un documento sulle nuove strategie dell'Unione in questo settore, il futuro sarà l'integrazione delle autostrade del mare con i corridoi terrestri, e già sono previsti i primi investimenti in infrastrutture, si tratta di una nuova strategia basata su innovazione tecnologica, tutela ambientale e connessione che necessita di una maggiore attenzione da parte del Governo italiano;
è necessario un maggiore impegno per dare vita a misure di stimolo della domanda, finalizzate all'eliminazione dalle acque europee del naviglio obsoleto con bandiera comunitaria, prevalentemente ferries e Ro-Ro, ed alla sua sostituzione supportata da incentivi nella forma di «eco bonus», con unità avanzate sotto il profilo ambientale e della sicurezza;
per quanto riguarda l'Italia gli straordinari livelli toccati nel 2007 dai principali indici di attività della costruzione mercantile nazionale hanno registrato nel 2008 e nei primi nove mesi del 2009 notevoli contrazioni; se resta significativo il tonnellaggio complessivo delle navi consegnate nel 2008, pari a 684,000 tonnellate e circa 2,4 miliardi di euro, è senza precedenti la caduta dei nuovi ordini, pressoché azzeratisi in questi ultimi 18 mesi, con la conseguente riduzione del 30 per cento del «portafoglio», sceso lo scorso settembre a 1,47 milioni di tonnellate;
le navi da crociera, costruite in pochi grandi cantieri, e i traghetti continuano a qualificare la nostra industria, incidendo sul tonnellaggio per circa l'86 per cento, qualificante è anche la presenza nel settore delle unità di supporto all'offshore, mentre ormai marginale è la produzione di product/chemical tankers; carenza di nuove commesse e alcune cancellazioni di ordini hanno dunque assottigliato i carichi di lavoro ai punto da far emergere crescenti periodi di inattività che rischiano di rendere inevitabile un diffuso ricorso alla cassa integrazione;
la spinta all'internazionalizzazione della nostra industria ha trovato ulteriore conferma in quest'ultimo biennio con l'accesso al mercato USA, Fincantieri ha acquisito la società Manitowoc Marine Group, operazione a cui partecipa la statunitense Lockheed Martin Corporation, impegnata nel programma Littoral Combat Ship (LCS) relativo alla costruzione di 55 navi per la marina statunitense;

le prospettive della cantieristica navale italiana sono legate anche alla seconda tranche (4 unità) del programma italo-francese FREMM e alla seconda coppia di sommergibili tipo U212A nell'ambito del programma di cooperazione con il German submarin consortium e alle significative affermazioni conseguite sul mercato estero ove si segnalano i contratti con l'India per la costruzione di una nave rifornitrice di squadra cui è seguito l'esercizio dell'opzione per un secondo mezzo nel 2009, il refitting di due unita veloci lanciamissili per il Kenya ed infine, il perfezionamento di un contratto per una corvetta per la marina degli Emirati Arabi Uniti;
nel campo della riparazione e trasformazione navale in questi ultimi anni il mercato si è caratterizzato per livelli di domanda soddisfacenti in tutti i comparti, grazie in primo luogo al crescere delle flotte e al relativo fabbisogno di manutenzione, in particolare nel segmento delle navi di grandi dimensioni; significativi sono stati anche gli interventi di manutenzione straordinaria e di refitting di navi passeggeri, attività che dovrebbe essere alimentata nei prossimi anni dalle numerose navi che hanno ormai raggiunto la «mezza vita»;
anche in relazione a tali opportunità, in Italia, il gruppo Fincantieri ha riattivato il polo di riparazioni di Trieste in linea con l'indirizzo volto ad offrire un servizio globale ai suoi clienti durante il lifecycle delle loro navi, di contro, si teme l'impatto sul mercato della minore propensione alla spesa in manutenzione da parte dell'armamento, stante lo stato di crisi del settore;
anche le industrie della difesa non sono rimaste immuni dagli effetti della crisi mondiale, sul mercato della cantieristica militare a livello mondiale, a fronte di un volume di ordini nel 2008 per complessivi 12 miliardi di euro, già in calo di oltre il 25 per cento in termini di valore rispetto al 2007, nei primi sette mesi del 2009 si sono registrate commesse per 4,3 miliardi;
particolarmente colpita risulta la cantieristica europea, stante la sua strutturale esigenza di compensare i contenuti fabbisogni nazionali con l'export, peraltro caratterizzato da una crescente domanda di trasferimenti tecnologici e dalla richiesta di realizzare le unità presso il committente, in tale contesto risulta molto positivo il fatto che nel 2008 la marina militare italiana abbia assegnato importanti ordinativi alla cantieristica nazionale la quale, a sua volta, è stata in grado di acquisire significative commesse all'export;
quanto ai nuovi ordini la drastica riduzione del carico di lavoro e la richiesta di numerosi armatori di posticipare le consegne stanno portando alla mancata saturazione della capacità produttiva; ne escono comunque compromessi i risultati economici delle commesse, quando anche non vengano rimessi in discussione i prezzi contrattuali;
in questa situazione di ridotta redditività e perdurante incertezza nelle previsioni, i grandi operatori del settore hanno optato per una politica attendista quanto ai futuri programmi di investimento in nuove unità di navi da crociera, si aggiunga la crescente debolezza del dollaro, tanto che nel 2008 sono state ordinate al mondo solo 3 navi da crociera superiori alle 10.000 tonnellate contro le 16 del 2007 e le 13 del 2006; e in questi mesi del 2009 non è stato perfezionato alcun ordine;
quanto ai nuovi ordini relativi ai traghetti preoccupa il rarefarsi delle trattative, non solo perché non si concretizzano ordini, ma anche per le conseguenze che ciò comporta sul piano ambientale e della sicurezza dei mezzi, considerando che, all'interno della flotta mondiale, quella dei ferry è l'unica caratterizzata da un'età media elevata (oltre 25 anni);
con l'aggravarsi della crisi, peraltro, risulta oggi di prioritaria importanza, per quanto tocca il sistema cantieri/fornitori, la messa in atto di interventi straordinari che servano ad evitare la scomparsa, o

l'ulteriore pesante riduzione, di una buona parte dell'attuale capacità produttiva comunitaria e nazionale;
fino ad oggi il Governo ha sostenuto il settore dell'automobile e non altri settori in difficoltà; la cantieristica è anch'essa un'espressione di elevata tecnologia nel settore manifatturiero con, per di più, un'alta intensità di manodopera, le sue potenzialità, alle quali concorre in misura determinante un intorno di centinaia di qualificate aziende fornitrici, andrebbero quindi salvaguardate, peraltro con un esborso per lo Stato relativamente modesto, specie se comparato al costo, economico oltre che sociale, di una eventuale inazione;
il recente incontro tra Governo, sindacati, aziende e istituzioni locali, che si è tenuto al Ministero dello sviluppo economico, ha deciso di istituire un tavolo permanente sulla cantieristica navale italiana pubblica e privata, l'obiettivo è quello di definire specifiche misure di politica industriale, in termini di commesse pubbliche per superare il momento più acuto della crisi e di sostegno pubblico a piani di investimenti, ricerca e innovazione per rafforzare strategicamente i cantieri navali italiani;
la crisi che sta colpendo il settore navalmeccanico, con molti cantieri scarichi di lavoro e i lavoratori in cassa integrazione, richiede una risposta immediata e concreta, è necessario dare priorità assoluta a un pacchetto straordinario di commesse pubbliche per dare lavoro ai cantieri in difficoltà, prevedendo provvedimenti di politica industriale (investimenti, ricerca, misure antidumping) finalizzate a un rafforzamento strutturale della cantieristica navale italiana;
nei siti Fincantieri in crisi si è diffuso nei mesi scorso uno stato di agitazione sindacale che ha coinvolto prima di tutto gli stabilimenti di Castellammare di Stabia, di Palermo e dei Nuovi Cantieri Apuania di Marina di Carrara;
dal momento che la domanda di nuove costruzioni è prevista ancora a livelli bassissimi per tutto il 2010 e verosimilmente per il 2011, l'apertura di un tavolo permanente per il settore della cantieristica navale, è indifferibile per individuare misure urgenti di intervento, finalizzate ad azioni per l'emergenza e al rafforzamento strutturale della cantieristica navale italiana a partire da misure di stimolo della domanda, per non perdere qualità industriale bisogna investire negli impianti e sulla professionalità dei lavoratori, come altri Paesi hanno fatto,

impegna il Governo:

a garantire il pieno rispetto dell'intesa del 16 luglio 2009 che prevede la garanzia di tutti i siti Fincantieri e della loro dimensione occupazionale, puntando su investimenti e qualità del lavoro, essenziali per garantire la qualità del prodotto, e mantenere e rafforzare tutte le capacità professionali esistenti nell'azienda;
ad avviare un piano di commesse pubbliche per far fronte ai periodi di caduta produttiva nei cantieri, sulla scorta di quanto già da tempo avviato soprattutto in Germania e in Francia;
ad aderire concretamente alla proposta di un intervento straordinario, coordinato dall'Unione europea, per il rinnovo della flotta di traghetti;
ad adottare iniziative per ripristinare contributi pubblici per armatori e cantieri mobilitando risorse in grado di dare sollievo economico/finanziario alle aziende interessate;
a sostenere gli investimenti volti a migliorare la produttività dei cantieri anche fornendo aiuti sistematici alla ricerca e all'innovazione, con particolare riguardo al rifinanziamento della legge 27 dicembre 2006, n. 296, relativa ai contributi all'innovazione industriale, attuando di concerto con le regioni, le azioni connesse con il Programma industria 2015, per rafforzare i distretti tecnologici dedicati all'attività marittima, in particolare in Friuli Venezia-Giulia, in Liguria, in Sicilia e in

Campania quali punti di riferimento per gli operatori del settore, in particolare per le PMI,
ad allineare gli strumenti finanziari e assicurativi a quelli vigenti in altri Paesi dell'Unione, per evitare il danno di aziende competitive che non sono sostenute, a livello di sistema Paese, nei mercati di esportazione, considerando che il settore esporta più del 50 per cento del prodotto.
(1-00311)
«Vico, Lulli, Maran, Boccia, Zunino, Tullo, Rossa, Andrea Orlando, Strizzolo, Rosato, Cuperlo, Siragusa, Antonino Russo, Cardinale, Samperi, Capodicasa, D'Antoni, Causi, Berretta, Martella, Federico Testa, Viola, Murer, Bossa, Piccolo, Mazzarella, Ciriello, Nicolais, Velo, Vannucci, Ginefra, Bellanova, Servodio, Grassi, Capano, Bordo, Colaninno, Peluffo, Fadda, Mastromauro, Carella, Graziano».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

GRIMOLDI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per il turismo, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in Lombardia sono presenti numerosi itinerari ciclo-pedonali, molti dei quali con elevato interesse paesaggistico e naturalistico;
gran parte di questi itinerari attraversano parchi regionali o parchi locali di interesse sovra comunale;
nel 2015 a Milano ed in Lombardia si svolgerà l'Expo;
il turismo eco-sostenibile e l'interesse per la salvaguardia degli itinerari eco-sostenibili stanno prendendo sempre più importanza e necessitano di maggiore attenzione -:
se i Ministri intendano assumere iniziative per valorizzare gli itinerari ciclopedonali in vista dell'Expo 2015 e come intendano coinvolgere gli enti che si occupano della gestione dei suddetti parchi.
(4-05695)

GRIMOLDI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nella frazione di Chiassa Superiore (sita nel comune di Arezzo) si sono verificate due importanti alluvioni in data 5 luglio 2009 e 10 agosto 2009 che hanno creato danni per molti milioni di euro ed indicibili sofferenze alla popolazione residente;
l'alluvione è stata causata, tra l'altro da un intervento edilizio discutibile che ha deviato il corso del torrente Chiassa, dall'inadeguatezza delle fogne o dal continuo innalzamento del manto stradale che convoglia lo acque piovano all'interno delle abitazioni; solo per circostanze fortunate è stata evitata una possibile strage;
negozi, abitazioni, uffici e scantinati sono stati completamente invasi da acqua e fango; numerose aziende hanno perso documenti e macchinari; sono stati distrutti diversi impianti di riscaldamento, impianti elettrici od idraulici, oltre al danno morale e materiale della perdita dei beni e dei ricordi famigliari; sono stati segnalati anche casi di disabili al 100 per cento che sono rimasti al freddo; gravi danni hanno coinvolto anche la storica chiesa della frazione;
la popolazione ha portato all'attenzione di tutte le autorità competenti la gravo situazione creatasi attraverso una petizione

con oltre 500 firmatari e la presentazione di oltre 100 denunce per i danni subiti;
a distanza di quasi sei mesi, le autorità competenti (in primis il comune) non hanno preso provvedimenti e non è ancora stata concessa alcuna forma di risarcimento, nonostante la grave situazione o il pesante danno economico;
nonostante centinaia di segnalazioni di richieste di adeguamento delle fogne obsolete ed inadeguate presentate negli scorsi anni il comune e gli altri enti preposti non sono intervenuti -:
se il Governo sia a conoscenza delle gravi alluvioni che hanno colpito la frazione di Chiassa Superiore sita nel comune di Arezzo e se non intenda intervenire quanto prima, nei modi più opportuni, per tutelare la popolazione residente da queste calamità naturali ed evitare che la situazione possa nuovamente ripetersi.
(4-05696)

GRIMOLDI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi mesi sono stati instaurati vari giudizi che hanno interessato il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e le sue varie diramazioni provinciali e regionali (ossia gli ex provveditorati) in veste di convenuti dinanzi ai tribunali amministrativi regionali, in seguito ai numerosi ricorsi con cui docenti precari per lo più residenti nelle regioni meridionali hanno impugnato, fra l'altro, il decreto ministeriale n. 42 dell'8 aprile 2009;
risulta, però, che il massimo organo giurisdizionale del nostro Paese, ovvero le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con recentissime pronunce (sentenze ed ordinanze) abbia deciso che, in casi del tutto analoghi rispetto a quello in esame, la giurisdizione spetti al giudice ordinario e non a quello amministrativo, in particolare essa spetta al giudice monocratico del lavoro;
il principio che emerge dalle sentenze richiamate è il seguente: in tutte le controversie che hanno ad oggetto l'inserimento in una graduatoria di tutti coloro che sono in possesso di determinati requisiti e che è preordinata al conferimento di posti di lavoro, devono essere trattate (ossia la giurisdizione spetta) dal giudice ordinario e più in particolare, dal giudice del lavoro (sentenze Sezioni Unite del 13 febbraio 2008, n. 3399; Sezione Unite del 17 novembre 2008, n. 27307; Sezione Unite n. 1989 del 2004; Cass. n. 1156 del 2007; cass. n. 14290 del 2007);
si legge, difatti, nella motivazione della sentenza della Corte Suprema di Cassazione Sezioni Unite Civile, n. 3399 del 2008, udienza del 22 gennaio 2008, deposito del 13 febbraio 2008, che:
«La giurisdizione amministrativa sulle controversie inerenti a procedure concorsuali per l'assunzione, contemplata dal Decreto legislativo n. 165 del 2001, articolo 63, comma 4, è limitata a quelle procedure che iniziano con l'emanazione di un bando e sono caratterizzate dalla valutazione comparativa dei candidati e dalla compilazione finale di una graduatoria, la cui approvazione, individuando i «Vincitori», rappresenta l'atto terminale del procedimento, cosicché non vi resta compresa la fattispecie dell'inserimento in apposita graduatoria di tutti coloro che siano in possesso di determinati requisiti (anche derivanti dalla partecipazione a concorsi) e che è preordinata al conferimento dei posti lavoro che si renderanno disponibili. Ciò perché l'assenza di un bando, di una procedura di valutazione e, soprattutto dell'atto di approvazione, colloca l'ipotesi fuori della fattispecie concorsuale e comporta che sia il giudice ordinario a tutelare la pretesa all'inserimento e alla collocazione in graduatoria, pretesa che ha ad oggetto la conformità a legge degli atti di gestione nella graduatoria utile per l'eventuale assunzione. Si è in

presenza di atti, i quali, esulando da quelli compresi nello procedure concorsuali per l'assunzione, né potendo essere ascritti ad altre categorie di attività autoritativa (identificate dal Decreto legislativo n. 165 del 2001, articolo 2, comma I), non possono che restare compresi tra le determinazioni assunte con la capacità e i poteri del datore del lavoro privato (Decreto legislativo n. 165 del 2001, articolo 5, comma 2) di fronte ai quali sono configurabili soltanto diritti soggettivi e la tutela di cui all'articolo 2907 del codice civile»;
il principio sopra precisato è già stato enunciato dalle Sezioni unite (Cass. Sezione Unite n. 1203 del 2000, n. 11404 del 2003), anche con riferimento all'ipotesi, sostanzialmente analoga, delle graduatorie permanenti del personale ATA (amministrativo, tecnico, ausiliario) della scuola, chiarendo che appartengono alla giurisdizione ordinaria le controversie concernenti l'utilizzazione della graduatoria (Cass. Sezione Unite n. 1989 del 2004);
in particolare, con le decisioni n. 11563 del 2007 e n. 14290 del 2007 si è affermata la giurisdizione ordinaria sulla controversia concernente la pretesa all'assunzione di personale ATA in quanto implicante il mero controllo della gestione di una graduatoria già approvata e formata;
ciò presupporrebbe quindi, che le controversie sollevate dagli insegnanti e dal sindacato ANIEF davanti al tribunale amministrativo regionale del Lazio e di altre regioni italiane sarebbero viziate sotto il profilo della giurisdizione, spettando questa ai tribunali ordinari (giudici del lavoro) -:
se il Governo sia a conoscenza del problema e se, ed in caso negativo come mai, l'Avvocatura dello Stato, difendendo la pubblica amministrazione in giudizio, abbia sollevato nei propri atti difensivi la questione di giurisdizione circa la competenza dell'autorità giudiziaria amministrativa a trattare questo tipo di procedimenti.
(4-05697)

SCILIPOTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in Italia, secondo i dati del CSM, prestano servizio presso i tribunali e le procure della Repubblica, 3.504 magistrati onorari (1.831 giudici onorari di Tribunale - G.O.T. e 1673 viceprocuratori onorari - V.P.O.);
la figura del magistrato onorario, contrariamente a quanto originariamente previsto nella normativa di riferimento (che prevedeva funzioni di mera supplenza, nei casi di impedimento e/o mancanza dei magistrati professionali), ha via via assunto un ruolo ed una funzione irrinunciabile nell'amministrazione della Giustizia, in quanto i magistrati onorari, già da molti anni, quali giudici monocratici, provvedono a trattare in via esclusiva oltre il 90 per cento delle esecuzioni mobiliari, un rilevante numero di processi di cognizione civile e penale monocratico nonché, quali viceprocuratori, rappresentano l'ufficio della procura nell'80 per cento circa delle udienze penali davanti il giudice monocratico e nel 100 per cento delle udienze davanti il giudice di pace;
l'impiego dei magistrati onorari non ha più, pertanto, la finalità di soddisfare esigenze eccezionali e/o di supplenza, specie considerando che G.O.P e V.P.O., ormai solo formalmente funzionari onorari, collaborano in modo organico negli uffici giudiziari presso i quali sono applicati, al fine di garantire un migliore funzionamento della macchina giudiziaria;
a fronte, però, della crescente importanza, assunta della magistratura onoraria per il funzionamento della predetta macchina giudiziaria, non è corrisposta, da parte dell'esecutivo, un'adeguata considerazione delle legittime istanze manifestate, specie in materia retributiva, assistenziale e previdenziale, pur avendo più volte il Governo riconosciuto l'importanza del contributo dato da tale categoria all'amministrazione della giustizia (da ultimo il ministro Alfano il 17

dicembre 2009, in sede di presentazione ed illustrazione del decreto-legge con cui è stata accordata la proroga delle funzioni fino al 31 dicembre 2010 ai magistrati onorari in servizio) -:
quali siano gli intendimenti del Governo per l'annunciata riforma organica della magistratura onoraria, con particolare riferimento, nel testo del disegno di legge, alla previsione di: a) una reiterabilità dei mandati fino all'età pensionabile, per quei magistrati onorari riconosciuti idonei allo svolgimento di funzioni giudiziarie, sulla base di specifiche valutazioni dei competenti organi di autogoverno della magistratura; b) un adeguato trattamento indennitario e/o retributivo, corrispondente alla quantità e qualità di lavoro prestato; c) adeguate forme di assistenza e previdenza; d) possibilità di accesso nei ruoli della magistratura ordinaria, mediante corso concorso o concorsi riservati, da bandire periodicamente, per coloro che abbiano proficuamente svolto la funzione onoraria.
(4-05703)

LARATTA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
i gravissimi fatti di Rosarno hanno profondamente scosso l'opinione pubblica del nostro Paese ed hanno profondamente segnato la coscienza civile della popolazione calabrese, che si è sempre distinta per radicati valori di accoglienza e solidarietà verso gli immigrati;
i fatti di Rosarno si sono svolti, improvvisamente, all'indomani del gravissimo avvertimento mafioso davanti al tribunale di Reggio Calabria, dove sono stati collocati ordigni in grado di esplodere e provocare molti danni;
sussisterebbe un'ipotesi investigativa che vorrebbe una provocazione dolosa alla base dello violenze di Rosarno, finalizzate da un lato a distogliere l'attenzione sulle bombe poste a Reggio Calabria, e dall'altra ad evitare di corrispondere ai lavoratori il dovuto per il lavoro di raccolta svolto nel corso degli ultimi mesi -:
se il Governo abbia attivato tutti i canali a sua disposizione affinché i lavoratori stranieri di Rosarno siano ascoltati per sapere presso quali datori di lavoro hanno svolto attività lavorativa;
se tale lavoro fosse svolto in condizioni regolari;
se le autorità preposte al controllo abbiano mai accertato e perseguito chi permette e acconsente allo svolgimento di attività lavorativa in regime di irregolarità;
quale azione ulteriore si intenda assumere per colpire il racket dello sfruttamento;
se il Governo intenda dare istruzioni specifiche alle autorità di pubblica sicurezza e ai gestori delle strutture di accoglienza presso le quali sono stati trasferiti i migranti, al fine di informare gli stranieri delle possibilità offerte dalla normativa vigente di accedere ad un percorso di protezione sociale a seguito della denunzia degli sfruttatori.
(4-05704)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:

BOCCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il 2 luglio 2009, presso gli impianti della Ecorecuperi Spa situati nel comune di Stroncone in località Vascigliano, provincia di Terni, si è sviluppato un grave incendio;
l'incendio, durato diversi giorni, ha generato una ricaduta di sostanze inquinanti

(tra cui diossine) sul territorio circostante, danneggiando fortemente le produzioni agricole e zootecniche;
la società titolare dell'impianto non ha provveduto in alcun modo alla messa in sicurezza del sito;
l'entità dei danni ammonta complessivamente a circa 5-6 milioni di euro: le istituzioni locali, nell'impossibilità di fronteggiare un tale impegno finanziario, hanno inviato, tramite la regione Umbria, una richiesta al Ministero dell'ambiente per il riconoscimento del danno ambientale, così come previsto dall'articolo 300 e seguenti del decreto legislativo n. 152 del 2006 -:
se la richiesta per il riconoscimento di danno ambientale sia in corso di definizione e quali siano i tempi previsti per la sua approvazione.
(5-02325)

Interrogazione a risposta scritta:

LEHNER. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
Torre del Greco è da sempre uno dei più importanti centri mondiali per la lavorazione del corallo, stagliandosi da almeno due secoli come fiore all'occhiello dell'artigianato italiano;
3 anni fa la delegazione americana chiese alla CITES, la Convenzione di Washington sul commercio internazionale dello specie di flora e fauna minacciate di estinzione, di inserire tutte le specie di coralli - compreso il nostro corallium rubrum - nell'appendice II; la richiesta non fu accolta dall'assemblea, riunita presso L'Aia, perché non venne legittimata da maggioranza qualificata. La FAO, preposta a valutare le condizioni di sofferenza di una specie, non sostenne la richiesta di inserimento;
in un recente workshop internazionale, tenutosi a Napoli, gli esperti di biologia marina, quasi tutti docenti universitari, hanno rimarcato che non esistono le condizioni per misure restrittive del commercio del corallo, mentre i rappresentanti della CITES non sono riusciti a trovare una linea comune;
tuttavia, alla fino del 2009, la delegazione USA ha reiterato a proposta, che, se accettata, avrà certamente effetti devastanti sull'attività produttiva della comunità torrese, condannando centinaia di piccoli laboratori all'immediata chiusura;
la richiesta statunitense è sostenuta, ad avviso dell'interrogante da argomentazioni chiaramente infondate ed ingiuste, mirate all'inserimento di ogni tipo di corallo nella citata appendice II della CITES, nonostante il parere contrario espresso dalla FAO. Ciò, dopo che gli stessi americani che assumono iniziative contro il nostro artigianato del corallo, nulla fanno per limitare l'impatto ambientale della loro industria pesante;
nel marzo 2010 la conferenza delle parti della CITES si riunirà a Doha, per decidere le proposte di emendamento delle appendici, cioè il destino di Torre del Greco, la sua tradizione, la secolare creatività artigianale la specifica cultura del corallo -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per impedire che la demagogia prevalga sulla scienza, determinando disoccupazione e rovina nell'industriosa Torre del Greco.
(4-05701)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

DE BIASI e GHIZZONI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, 30 dicembre 2009, recante

disposizioni urgenti di protezione civile, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 9 gennaio, all'articolo 21 si è provveduto alla nomina del dottor Mario Resca a commissario delegato alla realizzazione di una non meglio precisata attività di armonizzazione organizzativa delle azioni di competenza di ogni istituzione pubblica e privata, coinvolte nell'iniziativa del grande evento relativo al 150o Anniversario dell'unità d'Italia, da tenersi nello stabile monumentale del palazzo di Brera di Milano;
il dottor Resca, oltre all'incarico della direzione Generale della valorizzazione del patrimonio culturale italiano, viene così investito di un'altra delicata funzione, anche in ragione della sua indeterminatezza, dalla quale si evince con chiarezza solo la possibilità di avvalersi di soggetti attuatori e consulenze tecniche per le quali si registreranno ulteriori oneri per le casse dello Stato che dovranno trovare riscontro finanziario in un'apposita contabilità speciale;
non si conosce il progetto sotteso a tale decisione, quali le priorità, la tipologia delle iniziative, i destinatari, le risorse complessivamente destinate, le aspettative e le modalità di verifica della corretta ed efficace utilizzazione degli strumenti messi a disposizione;
secondo prime anticipazioni di fonte sindacale, gli oneri di detta operazione ammonterebbero a oltre 3 milioni di euro e, a fronte di tale circostanza, si annunciano iniziative di mobilitazione delle organizzazioni dei lavoratori del settore -:
quale sia la reale consistenza degli oneri che comporterà l'istituzione del commissario, sia con riferimento ai suoi compensi e a quelli degli eventuali consulenti, sia per quanto concerne gli interventi che si ritiene di dover realizzare, in coerenza con il progetto complessivo che si è ritenuto di voler assegnare alla sede, milanese.
(5-02327)

Interrogazione a risposta scritta:

FARINONE. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
gli organi di stampa hanno dato notizia di un riconoscimento che prossimamente verrà attribuito dalla Commissione Cinema del Ministero per i beni e le attività culturali al film Natale a Beverly hills, in programmazione nelle sale cinematografiche nel periodo natalizio, in qualità di prodotto di «interesse culturale e nazionale»;
la presunta decisione ha suscitato il giusto scalpore presso diverse associazioni del settore e dei fruitori di cinema;
il film, ad avviso dell'interrogante, è palesemente di infimo livello culturale, volto a far ridere in modo pacchiano attraverso doppi sensi a sfondo sessuale e utilizzo continuativo del turpiloquio -:
quali siano le motivazioni addotte per giungere ad un simile incredibile riconoscimento;
chi esattamente vi debba provvedere;
quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato e se non ritenga indilazionabile la revisione dei criteri e delle norme che consentono l'espressione di tali clamorose valutazioni.
(4-05709)

...

DIFESA

Interrogazione a risposta in Commissione:

ZAZZERA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
Monopoli è sede del 4o deposito carburanti di grande capacità delle Forze Armate realizzato negli anni '40;
con l'approvazione della finanziaria per il 2010 e la costituzione della società Difesa Servizi spa (articolo 2, comma 27) il Governo ha introdotto importanti trasformazioni

nell'ambito della gestione del patrimonio delle Forze Armate, mentre il Ministero dell'economia e delle finanze potrà vendere gli immobili a privati;
il 16 giugno 2009 la sala operativa dell'Esercito Comlog Roma comunica che il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito ha approvato la dismissione del deposito carburante di grande capacità di Monopoli;
il 22 luglio 2009 il Comando logistico dell'Esercito emana un appunto in merito alla dismissione del deposito carburanti di grande capacità di Monopoli; nel suddetto appunto si fa presente che la dismissione della struttura deve avvenire entro la fine del 2009 e che l'ufficio personale si dovrà occupare del reimpiego del personale, l'Ufficio MOTRA della dismissione del terminal ferroviario, il dipartimento TRAMAT-MOTG degli oneri connessi con lo smaltimento dei prodotti petroliferi residui con verifica dei rischi associati e il dipartimento TRAMAT-AVES formulerà delle proposte riguardante la gestione del transitorio;
all'interrogante risulta che il giorno 8 settembre 2009 presso il reparto di pianificazione generale e finanziaria dello Stato Maggiore dell'Esercito si sia svolta una riunione tra il Capo ufficio organizzazione delle Forze Armate e le organizzazioni sindacali (F.P. CGIL, UIL P.A., F.L.P. Difesa, UNSA/CONFALS/SIAD, CISL F.P., e RdB/CUB P.I.). Tra i punti all'ordine del giorno discussi anche la soppressione del deposito carbo-lubrificanti di grande capacità di Monopoli;
nel corso della suddetta riunione le organizzazioni sindacali hanno espresso parere contrario al provvedimento di dismissione del deposito carburanti di grande capacità di Monopoli, chiedendo delucidazioni sulle motivazioni di carattere tecnico e i benefici/risparmi derivanti dal provvedimento, nonché l'applicazione della procedura ordinaria per il reimpiego del personale civile (11 P.O. con 10 effettivi);
secondo quanto scritto dallo Stato Maggiore dell'Esercito il deposito carburanti di Monopoli è struttura fatiscente che richiede l'applicazione della dismissione;
il deposito carburanti di Monopoli ha una capacità di stoccaggio pari a 30.000 metri cubi di carburanti e 4.000 tonnellate di oli lubrificanti. La struttura necessita di interventi infrastrutturali pari a 6 milioni di euro a fronte di costi annuali pari a 700.000 euro l'anno per la gestione;
il giorno 11 novembre 2009 il Comando logistico dell'Esercito comunica che è stato ultimato lo sgombero della zona capannoni del deposito di grande capacità di Monopoli ed è stata avanzata all'ispettorato delle infrastrutture la richiesta di cessione dell'area al REPAINFRA competente. Comunica inoltre che entro il 31 dicembre 2009 sarebbe stata fatta l'analisi chimica dei materiali tossici da smaltire, l'esecuzione della gara per lo smaltimento di una prima parte dei rifiuti e la stima dei costi per l'eliminazione delle sostanze residue. Infine, dichiara che entro il primo semestre del 2010 sarà ultimato lo smaltimento dei restanti materiali;
all'interrogante risulta inoltre che il 16 dicembre 2009 si sarebbe svolto l'incontro tecnico riguardante la chiusura del deposito, carburanti di grande capacità di Monopoli;
all'interrogante tuttavia risulta che il 26 e 27 novembre 2008 e il 2 e 3 dicembre 2008 sia stato fatto un sopralluogo presso il 4o deposito carburanti di grande capacità di Monopoli per valutare lo stato della struttura e le attività future;
nella relazione tecnica del 4 dicembre 2008 a firma del Maggiore Sergio Vidinich e del Tenente Colonnello Rocco Leuzzi, al punto 2, veniva riportata tra le attività future la valutazione di possibili sinergie con società petrolifere private atte a consentire il reperimento dei fondi necessari alla ristrutturazione del deposito;
nella relazione viene riferito inoltre che sono stati avviati contatti informali ed esplorativi con l'assessore all'urbanistica del comune di Monopoli, signor Piero

Barletta, il quale avrebbe confermato «la disponibilità dell'amministrazione comunale a favorire gli interventi di riqualificazione del deposito, sia in termini di ripristino dello scalo ferroviario che nel sostegno dell'amministrazione al progetto dell'oleodotto presentato dalla Ital Green Energy srl»;
sono stati presi contatti inoltre con la società Ital Green Energy srl, società di produzione di oli commestibili, biofuel, energia e presentatrice del progetto di costruzione di un nuovo oleodotto a Monopoli. In tale occasione si è ipotizzato un allacciamento al deposito per il ripristino delle caricazioni via mare. Nella relazione viene dichiarato che un intervento del Ministero della difesa risulterebbe apprezzato;
il vicepresidente della società Ital Green Energy srl è Pietro Marseglia, figlio di Leonardo Marseglia, proprietario della società Casa Olearia Italiana spa, coinvolto nel 1994 in una indagine della Guardia di finanza che lo portò all'arresto per contrabbando, frode fiscale all'Unione europea e associazione a delinquere, accuse che caddero in prescrizione nel 2004. I Marseglia con la società Agriamerica Corporation controllata dalla Casa Olearia spa nel 1997 hanno dovuto pagare allo Stato 2,5 milioni di euro per evasione fiscale;
nella succitata relazione del 4 dicembre 2008 viene riferito di un sopralluogo effettuato anche dalla società Anonima Petroli Italiana spa (API) per valutare l'eventuale interesse all'utilizzo del deposito carburanti di grande capacità di Monopoli. Si fa presente che il deposito carburanti potrebbe costituire una base logistica interessante per la società non solo per le capacità di stoccaggio delle scorte d'obbligo ma anche quale base operativa nell'attesa dell'ampliamento del deposito API di Barletta previsto nei prossimi cinque anni;
il Ministero dello sviluppo economico ha avviato una serie di procedimenti autorizzativi per la prospezione sismica nel basso adriatico al fine di ricercare idrocarburi per l'impianto di piattaforme petrolifere offshore ad opera della società inglese Northern Petroleum ltd;
otto delle autorizzazioni alle prospezioni sismiche sono localizzate a poche miglia dalla costa tra Monopoli e Ostuni, due di queste hanno completato il percorso autorizzativo;
le suddette scelte del Governo stanno determinando una protesta popolare di opposizione all'installazione di piattaforme petrolifere in un'area a vocazione prettamente turistica. La preoccupazione dei residenti è determinata dallo sfruttamento di una risorsa come il petrolio e gli idrocarburi altamente inquinanti, oltre al rischio possibile di vedersi impiantata una raffineria a tutti gli effetti -:
se quanto riportato in premessa corrisponda al vero;
se sia stato già effettuato lo smaltimento dei residui di sostanze tossiche del deposito carburanti di grande capacità di Monopoli e se siano stati valutati i rischi per la salute della popolazione;
se il Governo sia a conoscenza di eventuali collegamenti tra la dismissione a privati, in modo particolare alla società API, del deposito carburanti grande capacità di Monopoli e le prospezioni sismiche già autorizzate, nonché tra la suddetta dismissione e l'eventuale possibilità di impiantare piattaforme petrolifere nel basso
adriatico;
se il deposito carburanti di grande capacità di Monopoli possa essere ritenuto sito adeguato per la realizzazione di una raffineria, anche considerato il numero di prospezioni sismiche concesse a poche miglia dalla costa di Monopoli.
(5-02335)

Interrogazione a risposta scritta:

BELLANOVA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
in data 25 ottobre 2007 l'interrogante ha presentato un'interrogazione parlamentare

(4-05417) circa la preoccupazione degli abitanti di Frigole (Lecce) per l'ipotesi paventata di un possibile rapporto tra un'alta incidenza di neoplasie verificatesi negli ultimi anni e l'utilizzo di uranio impoverito nelle esercitazioni militari tenutesi nell'adiacente poligono di tiro di Torre Veneri, chiedendo al Ministro competente di verificare se nel suddetto poligono si fosse usato uranio impoverito durante le esercitazioni;
il poligono di Torre Veneri è stato scenario, nel corso degli anni, di numerosi test ed esercitazioni che hanno visto anche la partecipazione di militari stranieri. Si ha notizia che si sarebbero svolte nel 1993 esercitazioni in ambito Nato con la partecipazione di ben 400 paracadutisti non solo italiani. In questo periodo le cosiddette forze dell'Alleanza erano impegnate nella missione in Somalia nel corso della quale pare sia stato stabilito con sentenza del tribunale civile di Firenze del 17 dicembre 2008 che furono utilizzate anche armi all'uranio impoverito;
ad oggi non è stata data alcuna risposta all'interrogazione, mentre si apprende da un documento redatto dal Ministero della difesa - Direzione generale della sanità militare che vi sono ben 2500 militari affetti da neoplasia in tutta Italia di cui si contano al 2006 ben 171 militari morti. Tale documento non comprende peraltro i reduci da numerose missioni in Paesi esteri e dai poligoni e tutti quei militari che al momento della morte non erano più in servizio;
vi sono poi altri dati che emergono dall'Associazione vittime uranio che ha pubblicato sul suo sito (www.vittimeuranio.com) un elenco nel quale vengono segnalati ben 76 nomi di militari italiani deceduti per presunta contaminazione da uranio impoverito, ma nonostante ciò si può dire che si parla ancora di dati meramente parziali e dunque da verificare;
il 21 settembre del 2007 una delegazione della Commissione parlamentare di inchiesta sull'uranio impoverito ha effettuato una visita ufficiale presso il poligono salentino e dalla relazione finale della stessa del febbraio 2008 si evince che: «dal punto di vista organizzativo, permangono ancora dubbi (...) circa l'adeguatezza delle procedure di controllo sulle attività svolte nei poligoni» e ancora «per quanto riguarda le vittime delle patologie nell'ambito del personale militare, non disponendo di dati precisi in ordine a coloro che hanno operato all'interno dei poligoni militari in Italia, non è stato possibile esprimere una compiuta valutazione in merito»;
dall'indagine pare non sia emerso alcun dato atto a fare chiarezza in questa vicenda; ciò ha contribuito a determinare ulteriore sconforto tra i familiari delle vittime che prestando il loro servizio per lo Stato hanno perso la vita ammalandosi. La preoccupazione è molto diffusa anche tra la cittadinanza di Frigole e tra tutti quei militari che hanno svolto missioni e ad oggi non sanno ancora quali possano essere in futuro le ripercussioni per aver maneggiato materiale forse dannoso per la loro salute -:
se il Ministro interrogato non intenda avviare una verifica accurata per appurare quale materiale è stato impiegato nei diversi poligoni presenti sul territorio italiano;
se il Ministro interrogato non ritenga utile censire quanti militari svolgendo il proprio lavoro sono morti e quanti si sono ammalati per le patologie connesse all'uranio impoverito sul territorio italiano, istituendo anche qualora fosse opportuno uno sportello di pubblica utilità a disposizione dei militari che oggi stanno vivendo il dramma umano della malattia e dei loro familiari con la finalità di esser da supporto in questa gravosa situazione.
(4-05710)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:

MATTESINI e BARETTA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la legge finanziaria 2006 ha stabilito la costituzione di un Fondo per indennizzare i risparmiatori che, investendo sul mercato finanziario, sono rimasti vittime di frodi finanziarie e che hanno sofferto un danno ingiusto non altrimenti risarcito;
il decreto del Presidente della Repubblica n. 116 del 22 giugno 2007 «Regolamento di attuazione dell'articolo 1, comma 345, della legge 23 dicembre 2005 n. 266 in materia di depositi dormienti», pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 178 del 2 agosto 2007, ed entrato in vigore il 17 agosto 2007, ha dato seguito alle previsioni della finanziaria per il 2006, istituendo un Fondo alimentato dall'importo dei conti correnti e dai rapporti bancari definiti dormienti, nonché dal comparto assicurativo e finanziario;
il decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2007 prevede che tutti i depositi che risultano dormienti dovranno essere estinti da parte delle banche ed il saldo dovrà essere riversato presso il predetto Fondo istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze;
il decreto del Presidente della Repubblica n. 116 del 2007 prevede che un conto per essere definito «dormiente» deve possedere due caratteristiche:
a) avere un saldo di almeno 10 euro;
b) non aver registrato nessuna operazione da almeno 10 anni;
trascorso il termine dei dieci anni, ai sensi dell'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica n. 116 del 2007, il conto deve essere estinto e nel caso di mancato provvedimento da parte dell'intestatario, lo Stato provvederà a trasferire tutte le somme;
gli istituti di credito prima di procedere all'estinzione del conto devono provvedere a recapitare, entro 180 giorni dalla scadenza del termine di 10 anni di inutilizzo, una comunicazione che attesti il carattere «dormiente» del deposito, in modo da consentire l'esecuzione di una operazione o di un movimento, anche una semplice comunicazione che si intenda proseguire nel rapporto finanziario;
i titolari (od anche i loro delegati, compresi gli eredi) di un conto «non risvegliato» nei termini, quindi classificato come «conto dormiente estinto», e come tale devoluto al Fondo, potranno, entro dieci anni dal trasferimento, rivendicare il diritto di credito sulle somme trasferite e riottenere così i propri averi;
dai dati diffusi risultano un numero di conti correnti dormienti pari a 1.071.590, con un deposito pari a 798.404.990 di euro di cui 781.755.444 in contanti e 16.648.655 in strumenti finanziari;
sul sito del Ministero dell'economia e delle finanze si trovano molte e precise comunicazioni ad intermediari su come devono fare i versamenti delle somme dormienti, ma non c'è nessuna istruzione ai legittimi proprietari per rientrarne in possesso;
il Ministero non ha ancora definito il provvedimento attuativo con il quale si stabiliscono le regole attraverso le quali gli aventi diritto potranno rivendicare le somme devolute al fondo entro 10 anni dall'avvenuto trasferimento;
importanti trasmissioni televisive si sono più volte occupate della questione evidenziando sia l'elevato numero di persone coinvolte, sia la mancanza di risposte certe da parte del Ministero, soprattutto con riferimento ai tempi del regolamento riguardante il sistema per rientrare in possesso delle proprie risorse -:
quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato ed in quanto tempo,

per definire il provvedimento attuativo volto a stabilire le regole attraverso le quali gli aventi diritto potranno rivendicare le somme spettanti.
(5-02322)

...

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta orale:

NICOLA MOLTENI e BITONCI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
una recente circolare emessa dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, contiene una previsione alquanto discutibile dal momento che non potrà esser richiesto alcun documento che dimostri la regolare presenza in Italia allo straniero che si reca in carcere per far visita a un familiare detenuto;
la suddetta circolare specifica inoltre quale comportamento debba essere adottato nella fattispecie da parte degli appartenenti ai ruoli dell'amministrazione penitenziaria, che, avendo la qualifica di pubblici ufficiali, sarebbero invece obbligati a verificare la regolarità degli stranieri che si recano in visita dei familiari ristretti nelle strutture penitenziarie del Paese, soprattutto alla luce delle nuove norme previste dal pacchetto sicurezza che hanno introdotto il reato di immigrazione clandestina;
la medesima circolare, tuttavia, precisa che il mancato obbligo della verifica della regolarità dello straniero non esclude che il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio, in qualsiasi modo venga a conoscenza della sussistenza del reato di immigrazione clandestina non sia tenuto, in generale, a denunciare tempestivamente il reato all'autorità giudiziaria o ad altra che abbia sua volta obbligo di riferire a quella;
tale previsione non sembra tenere in alcun conto il fatto che agenti e ufficiali di Polizia penitenziaria, come appartenenti alle forze di polizia, hanno l'obbligo di far rispettare le leggi e reprimere i reati, finendo al contrario per svilirne la funzione rispetto alle altre forze di polizia;
i detenuti stranieri nelle sovraffollate carceri italiane sono oltre 25 mila (e rappresentano circa il 27 per cento del totale), di cui molti sono clandestini, con la conseguenza di una elevata probabilità che siano irregolari anche alcuni dei familiari che fanno loro visita in carcere;
la giustificazione della suddetta circolare risiederebbe, secondo il capo del Dipartimento, nel fatto che l'accesso per il colloquio con i familiari in carcere non si configura come la fruizione di un servizio pubblico ma come esercizio di un diritto, tanto da parte dei ristretti quanto da parte dei congiunti, evenienza che legittimerebbe la mancata richiesta dei documenti in oggetto -:
se non si ritenga che la circolare sopra citata si ponga in stridente contrasto con le norme recentemente varate con il pacchetto sicurezza e non si ritenga opportuna una correzione della circolare medesima che appare agli interroganti destituita di ogni fondamento, relegando oltretutto il personale di polizia penitenziaria in un ruolo subordinato nei confronti delle altre forze di polizia.
(3-00837)

Interrogazione a risposta scritta:

RAZZI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
con il decreto legislativo 21 maggio 2000, n. 146, è stato istituito il ruolo direttivo ordinario del Corpo della polizia penitenziaria, articolato in qualifiche con ordini gerarchici e livelli analoghi a quelli del corrispondente ruolo dei commissari della Polizia di Stato;
in data 26 settembre 2005, a San Pietro Clarenza (Catania), presso la sede

distaccata dell'Istituto superiore di studi penitenziari, iniziava il primo corso di formazione per vice commissari penitenziari del ruolo direttivo ordinario, destinato ai vincitori del primo concorso bandito per tale ruolo sulla Gazzetta Ufficiale serie concorsi del 18 marzo 2003;
in data 22 dicembre 2006 i funzionari, all'esito del predetto corso, venivano assegnati presso le rispettive sedi di servizio, ove assumevano le funzioni declinate nei relativi provvedimenti, e cioè, a seconda dei casi:
comandanti o vice comandanti di reparto presso Istituti penitenziari;
coordinatori dei Nuclei traduzioni e piantonamenti, siti presso gli Istituti penitenziari;
funzionari applicati presso i Provveditorati dell'amministrazione penitenziaria;
ai sensi dell'articolo 11, del decreto legislativo n. 146 del 2000, i vice commissari penitenziari hanno diritto alla promozione alla qualifica immediatamente successiva, quella di commissario, che «si consegue a ruolo aperto, mediante scrutinio per merito comparativo, al quale è ammesso il personale con la qualifica di vice commissario penitenziario che abbia compiuto due anni di effettivo servizio nella qualifica»;
in data 26 settembre 2007, i vice commissari penitenziari del molo direttivo
ordinario maturavano il biennio utile al conseguimento della promozione di cui alla norma citata;
ad oggi, sono trascorsi due anni esatti dal momento in cui i funzionari avrebbero dovuto ottenere la promozione alla qualifica superiore, con notevole ed evidente danno alla propria immagine e alla propria sicurezza economica, dato che il parametro stipendiale di commissario è pari a 139,00 mentre il parametro stipendiale di vice commissario è pari a 133,25, addirittura inferiore a quello di talune qualifiche subordinate;
la insolita e irragionevole durata delle procedure di promozione trova precedenti negativi nell'amministrazione penitenziaria, la quale ha impiegato in passato oltre due anni per consentire ai funzionari del Corpo di polizia penitenziaria, appartenenti al ruolo direttivo speciale, di beneficiare dello stesso tipo di promozione;
a differenza di quanto fatto per la Polizia di Stato e il Corpo forestale dello Stato (rispettivamente con il decreto legislativo 5 ottobre 2000, n. 334 e il decreto legislativo 3 aprile 2001, n. 155) non è stato ancora approvato alcun provvedimento di riordino dei ruoli del personale direttivo e dirigente della Polizia penitenziaria con la conseguenza che i funzionari di tale corpo sono penalizzati:
per quanto attiene alla qualifica iniziale nei ruoli successiva ai corsi di formazione, che risulta di «vice commissario» per la Polizia penitenziaria (parametro stipendiale 133,25) e di «commissario capo» per le altre forze di polizia (parametro stipendiale pari a 144,5);
per quanto concerne gli sviluppi di carriera che consente al ruolo direttivo ordinario della Polizia di Stato e del Corpo forestale dello Stato il raggiungimento del livello apicale (rispettivamente di «vice questore aggiunto» e di «vice questore forestale») attraverso la previsione di un «ruolo aperto, mediante scrutinio per merito comparativo» dopo cinque anni e sei mesi di effettivo servizio nella qualifica di «commissario capo», laddove per la Polizia penitenziaria la promozione al livello direttivo più alto di «commissario coordinatore» avviene mediante uno scrutinio per merito comparativo nell'ambito di un «ruolo chiuso», con un ritardo minimo, per i più meritevoli, di ben quattro anni -:
quali iniziative urgenti il Ministro intenda porre in essere al fine di:
a) eliminare gli irragionevoli ritardi relativi alla procedura di progressione in carriera determinando, nel più breve

tempo possibile, il completamento della procedura di scrutinio utile alla promozione a commissari dei vice commissari del ruolo direttivo ordinario;
b) riallineare la carriera del ruolo direttivo ordinario del Corpo di Polizia penitenziaria a quella dell'omologo ruolo delle altre forze di Polizia ad ordinamento civile al fine di annullare la sperequazione tuttora esistente.
(4-05693)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CONTENTO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
tra i candidati all'esame di abilitazione alla guida di mezzi a motore risultano in circolazione dei moduli contenenti indicazioni utili al superamento della prova scritta;
secondo tali prestampati, i quiz d'esame sono formulati in modo tale che, in presenza di una data locuzione, sostantivo o avverbio, la relativa domanda è corretta o errata;
lo specchietto illustrativo sarebbe di facile accesso soprattutto tra i cittadini extracomunitari, con ovvi pericoli per la pubblica incolumità qualora l'abilitazione alla conduzione di veicoli venisse effettivamente rilasciata anche a soggetti inidonei -:
se sia a conoscenza del fenomeno indicato in premessa e se corrisponda al vero che i quiz d'esame per l'abilitazione alla guida sono grammaticalmente strutturati in modo tale che ad una data locuzione, sostantivo o avverbio corrisponde sempre o quasi sempre una risposta corretta o sbagliata;
in caso di risposta affermativa, quali iniziative urgenti intenda assumere per scongiurare il rischio che la patente di guida venga attribuita anche a soggetti potenzialmente inidonei.
(5-02321)

TERRANOVA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la Regione siciliana ha, così come previsto dallo Statuto, competenza esclusiva in tema di operazioni tecniche connesse alla revisione periodica dei veicoli circolanti nel proprio territorio con conseguente incameramento dei diritti e dei tributi ad esse connessi;
per l'espletamento di tali operazioni tecniche, la regione si avvale di un sistema di gestione telematico, curato dal proprio istituto cassiere Banco Sicilia Unicredit Group, ai fini della riscossione dei diritti ad esse connessi di competenza della regione medesima;
il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha emanato il decreto dirigenziale n. 3662 del 10 luglio 2009 a firma ingegnere A. Fumero Capo Dipartimento Trasporti e della Circolare n. 70058 del 10 luglio 2009 a firma del Direttore Generale architetto Maurizio Vitelli a seguito del quale la Regione Siciliana, a partire dal 17 agosto 2009, si vedeva costretta ad utilizzare un sistema di revisione dei veicoli gestito da Poste italiane denominato portale dell'automobilista, al quale, tra l'altro, la Regione Siciliana non ha mai aderito in forza delle proprie potestà statutarie;
la Regione Siciliana si è formalmente opposta al succitato provvedimento sollevando, tra l'altro, conflitto di attribuzioni dinnanzi alla Corte Costituzionale;
la Regione Siciliana, con decreto del 28 luglio 2009, ha dato incarico al proprio istituto cassiere, che gestisce il portale telematico per la riscossione dei diritti e tributi di motorizzazione, di mantenere l'operatività del predetto sistema e di provvedere, a partire dal 17 agosto 2009,

anche al rilascio del tagliando di revisione secondo le vigenti specifiche, integrato con l'intestazione «Regione Siciliana»;
la Regione Siciliana assicura l'uniformità di espletamento delle operazioni tecniche, poiché:
a) i requisiti per il rilascio delle autorizzazioni alle officine sono, come per il passato, quelli previsti in campo nazionale;
b) le operazioni, come per il passato, vengono espletate dalle officine siciliane e dai servizi periferici della motorizzazione, con le stesse modalità vigenti in campo nazionale;
c) le caratteristiche del tagliando riportante l'esito della revisione sono le stesse di quelle dei tagliandi stampati nelle altre regioni, con l'aggiunta dell'annotazione «Regione Siciliana»;
a partire dal 17 agosto 2009 ad oggi, sono state correttamente effettuate, nell'ambito della Regione Siciliana, oltre 300.000 revisioni, memorizzate nel data base del centro servizi della stessa regione, disponibile in tempo reale per le consultazioni delle forze dell'ordine ai fini dei previsti controlli;
la regione Siciliana ha più volte chiesto al Ministero infrastrutture e dei trasporti di poter trasmettere i dati relativi alle revisioni effettuate nel periodo prima indicato, ai fini dall'aggiornamento dell'archivio nazionale -:
quali siano le motivazioni che hanno indotto il ministero delle infrastrutture e dei trasporti ad apporre il diniego alla richiesta di aggiornamento dell'archivio nazionale dei veicoli, di cui agli articoli 225 e 226 del Codice della Strada, con i dati relativi alle revisioni effettuate a partire dal 17 agosto 2009, nell'ambito della Regione Siciliana, dalle officine all'uopo autorizzate poiché la richiesta di inserimento nell'archivio nazionale dei veicoli delle revisioni effettuate sul territorio della Regione Siciliana a partire dal 17 agosto 2009 riveste carattere d'urgenza, in quanto il mancato aggiornamento di tale archivio comporta difficoltà, sia per i cittadini-utenti che per le imprese che espletano la loro attività nel settore della revisione o di altre pratiche relative agli autoveicoli nella Regione Siciliana.
(5-02323)

Interrogazioni a risposta scritta:

DIMA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il CIPE, con delibera 21 dicembre 2001, n. 121, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 51 del 2002, ha approvato il primo programma delle infrastrutture strategiche che include, nell'allegato 1, nell'ambito dei corridoi trasversali e dorsale appenninica, tra i sistemi stradali ed autostradali, il «corridoio ionico Taranto/Sibari/Reggio Calabria» e, nell'allegato 2, tra le opere che interessano la regione Calabria, il «corridoio ionico: tratta calabrese Taranto/Sibari/Reggio Calabria»;
il CIPE, con delibera 28 settembre 2007, n. 103, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 123 del 13 maggio 2008, ha approvato il progetto preliminare dei lavori di costruzione del 3o megalotto «Sibari/Roseto Capo Spulico» della nuova strada statale 106 Ionica;
il costo complessivo dell'opera ammonta a 1.234.754.242,86 euro e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti al fine di attivare anticipatamente l'utilizzo dei finanziamenti disponibili, nelle more del completamento del finanziamento dell'intero 3o megalotto, ha invitato l'ANAS a procedere per stralci funzionali;
il CIPE ha successivamente stanziato 265 milioni di euro per il completamento del finanziamento del 3o megalotto;
l'ANAS, nel frattempo, ha approvato il nuovo progetto preliminare e lo studio di impatto ambientale;
nella seduta del 30 ottobre 2008, il consiglio di amministrazione dell'ANAS ha approvato l'attivazione delle procedure di

gara per l'affidamento a contraente generale dei lavori di costruzione del 1o e 2o stralcio del 3o megalotto, dall'innesto con la strada statale 534 di «Cammarata e degli Stombi» a Roseto Capo Spuilco (Cosenza) nonché la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del relativo bando di gara;
la strada statale 106 necessita di urgenti e necessari lavori di ammodernamento e messa in sicurezza, vista la pericolosità della stessa arteria stradale che è stata teatro di numerosi incidenti, molti dei quali mortali, e, pertanto, l'attenzione delle popolazioni locali e delle istituzioni territoriali sui tempi di avvio delle suddette opere è sempre molto alta a seguito anche dell'importanza che questa strada riveste nei collegamenti -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda porre in essere per garantire un rapido avvia del lavori, con particolare riferimento allo stato attuale dell'iter di aggiudicazione dell'appalto.
(4-05691)

GRIMOLDI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - per sapere - premesso che:
le compagnie aree low cost come Ryanair svolgono un importantissimo servizio e, anche durante le festività, hanno fatto volare milioni di persone con voli economici;
l'Enac - l'Ente nazionale per l'aviazione civile - ha richiamato a compagnia irlandese - Ryanair, con varie ordinanze (Ref No. 26/2009 e 79320/dirgen/dg), ad accettare più semplici «forme di identificazione per i passeggeri che viaggiano sulle rotte domestiche», ovvero tutti i documenti emessi da una qualsiasi amministrazione dello Stato, provvisti di fotografia e timbro, tra cui, ad esempio, badge aziendali o licenze di pesca;
questa decisione contrasta con i parametri di sicurezza di Ryanair; la compagnia, infatti, effettua solo check in online o si riserva il diritto di accettare solo la carta d'identità e il passaporto come documenti validi per l'imbarco; non sono accettati dunque patente o generici tesserini, come fanno altri vettori che operano nei cieli italiani, e come chiede di fare l'Enac, nel rispetto della normativa nazionale;
a normativa nazionale in questione risale ad un periodo antecedente agli attentati terroristici e all'inasprimento dei controlli di sicurezza in tutto il mondo; peraltro, proprio pochi giorni fa, sono stati ulteriormente innalzati i parametri di sicurezza aerea a seguito dell'ennesimo episodio terroristico;
evidentemente, gli unici documenti che possono essere considerati sufficientemente sicuri sono carta d'identità e passaporto;
in data 23 dicembre 2009 Ryanair ha annunciato, come forma di protesta contro le richieste dell'Enac, di voler sospendere tutti i voli interni operati in dieci aeroporti italiani, a partire dal 23 gennaio 2010; gli scali interessati sono quelli di Ciampino (Roma), Orio al Serio (Bergamo), Alghero, Bari, Bologna, Brindisi, Cagliari, Pescara, Pisa e Trapani;
la compagnia rivendica il diritto di chiedere passaporto o carta d'identità ai passeggeri ai gate d'imbarco per garantire gli standard di sicurezza;
attualmente non è più possibile prenotare un volo nazionale e a quanti avevano già effettuato una prenotazione sono state inviate mail di annullamento;
se la decisione non verrà modificata, migliaia di passeggeri che hanno prenotato voli in partenza o in arrivo dopo il 23 gennaio 2010, tra cui quelli che gravitano su Bergamo Orio al Serio, principale hub della compagnia, subiranno notevoli disagi ed avranno seri problemi a trovare biglietti sostitutivi a prezzi contenuti -:
se il Ministro non intenda intervenire al più presto per evitare che vi siano disservizi e disagi per i cittadini;
se il Ministro non ritenga opportuno assumere iniziative volte ad una modifica

della normativa nazionale che obbliga i vettori ad accettare forme non sicure di identificazione, alfine di garantire la sicurezza dei passeggeri, considerato l'elevato rischio di attentati terroristici;
se sussista il rischio che le ordinanze dell'Enac producano un vantaggio indiretto per la compagnia aerea Alitalia.
(4-05698)

LEHNER. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
per i lavori nel porto di Acciaroli, il comune di Pollica (Salerno) ha beneficiato di un primo finanziamento di euro 4.625.000,00 erogato dalla giunta regionale della Campania nell'ambito del programma operativo regionale Campania (progetto integrato portualità turistica, misura 4,6 - I 003 POL - riqualificazione e potenziamento del porto di Acciaroli, delibera della giunta regionale della Campania nr. 1110 del 4 agosto 2005);
il finanziamento del progetto di «riqualificazione e potenziamento del porto di Acciaroli» ha riguardato l'esecuzione delle seguenti opere:
a) rifornimento della mantellata del molo di sopraflutto, con massi artificiali;
b) escavazione di materiali sabbiosi per il ripristino dei fondali nel bacino portuale e nell'avamporto;
c) ristrutturazione con banchinamento dell'ultimo tratto del molo sopraflutto per la lunghezza di circa 90 metri;
d) costruzione di circa 15 metri di banchina in testata del molo sottoflutto;
e) costruzione sul molo sopraflutto di locali per servizi comuni e di supporto alle imbarcazioni turistiche, con ripavimentazione del piano di banchina;
f) adeguamento dell'esistente impianto idrico antincendio alla normativa vigente in materia (UNI 9490 - UNI 10779), esteso all'intera area portuale;
g) costruzione dell'impianto di stoccaggio delle sostanze liquide ed inquinanti, mediante prelievo diretto dalle imbarcazioni;
h) completamento degli esistenti impianti di erogazione in banchina di acqua potabile ed elettricità alle barche all'ormeggio, mediante installazione delle colonnine mancanti;
i) arredo del piazzale di riva;
j) installazione dei segnalamenti marittimi della secca «Vecchia» e della secca «del Generale» a sud del porto, secondo le prescrizioni dell'ispettorato dei fari e del segnalamento marittimo dello Stato Maggiore della Marina;
la giunta regionale della campania (delibera nr. 1265 del 24 luglio 2008) ha finanziato un successivo intervento (ad avviso dell'interrogante, del tutto simile - anzi duplicativo - di quello già malamente realizzato nell'ambito del primo lotto e del tutto inidoneo alla soluzione dell'instabilità e dell'insicurezza allo stazionamento dei natanti all'ormeggio), riguardante sempre il medesimo porto, questa volta titolato «completamento delle opere di riqualificazione e potenziamento del porto di Acciaroli», attingendo ai fondi comunitari (Fondo europeo di sviluppo regionale 2007-2013 Obiettivo OP 4.8 «La Regione in porto») per l'importo di euro 5.644.000 riguardante l'esecuzione dei seguenti interventi:
a) molo sopraflutto - rifiorimento della mantellata (già ricompreso nel cosiddetto I lotto);
b) creazione dello scivolo di alaggio a ridosso della Torre Angioina;
c) sistemazione della banchina di riva;
d) realizzazione isola;

sequenzialmente si prevedeva:
a) molo sopraflutto - rifiorimento della mantellata (...) attraverso (...) il rifiorimento di ulteriori 600 massi in calcestruzzo (...) ... nei punti più deteriorati della scogliera (...), si procederà al parziale rifiorimento partendo dagli ambiti più degradati;
b) creazione dello scivolo di alaggio a ridosso della Torre Angioina, si prevede uno scivolo (...) ubicato nel tratto di molo antistante la Torre Angioina. Sul lato (...) da non perdere posti barca rispetto alla situazione attuale;
c) sistemazione della banchina di riva (...) verrà completata con aiuole e opere a verde (...) l'arredo del piazzale antistante la Chiesa con una pavimentazione in pietra squadrata bocciardota a correre da 30 centimetri e la realizzazione di aiuole;
d) realizzazione isola (...) realizzazione di un'isola mediante il taglio della banchina esistente (...) sul molo di sottoflutto. La struttura verrà sistemata a verde e pavimentata con pietra a mosaico e sarà collegata alla banchina da due passerelle in legno e al molo sopraflutto da un ponte levatoio sempre in legno;
durante il programma televisivo «Le Iene» del 17 novembre 2009, milioni di italiani hanno potuto conoscere i danni subiti dalla struttura portuale sottoposta ad una mareggiata ordinaria di scarsa e/o irrilevante magnitudo che l'ha resa vulnerabile a tal punto da far emettere una tempestiva ordinanza, dal locale ufficio marittimo, di chiusura del molo di sopraflutto per motivi di sicurezza; tanto disastro a fronte di opere recenti costate oltre dieci milioni di euro;
il Presidente della regione Bassolino, intervistato dalle «Iene», riferendosi al sindaco di Pollica, Vassallo, e all'assessore regionale Cascetta, ha dichiarato di voler intervenire prontamente per capire «che cosa non ha funzionato» che «c'è da vedere meglio di meccanismi di reciproca informazione e i comunicazione tra diverse istituzioni» ed impegnandosi adesso a seguire personalmente la vicenda parlando con il sindaco, con l'amministrazione, andando di persona, riparando quello che è successo e riparandolo in danno di chi ha sbagliato»;
il 2 gennaio 2010 il porto di Acciaroli si è rivelato ancor più fragile, mostrando le sue carenze strutturali, rimanendo completamente sommerso da una mareggiata ordinaria di ridotta intensità. È stata la conferma di un'opera che all'interrogante appare progettata male e realizzata peggio: sono stati inghiottiti dal mare tutti gli imbellettamenti ideati dal sindaco Vassallo (marmi, panchine, opere impiantistiche, colonnine di erogazione, intonaci, alberi ornamentali, e altro) a dimostrazione dell'imperizia dello staff tecnico comunale;
la stessa Soprintendenza di Salerno a giudizio dell'interrogante si è rivelata corresponsabile del disastro, avendo preteso ed ottenuto una prospettazione progettuale finalizzata all'arricchimento architettonico ed ornamentale (alla stregua di un monumento, palazzo, castello e quant'altro) dell'area portuale, ignorando che porto di Acciaroli è stato catalogato come infrastruttura «di preminente interesse nazionale in relazione agli interessi della sicurezza dello Stato e alle esigenze della navigazione marittima» decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 dicembre 1995);
aiuole, marmi, lanterne, panchine, percorsi tattili e altro denotano un approccio progettuale riferibile certamente ad una piazza incastonata in un ambito collinare o pedemontano, non certamente ad un porto di interesse nazionale in rapporto alla navigazione marittima;
autorità, enti ed istituzioni, dunque, hanno mancato di chiedere ed ottenere dai progettisti dell'importantissima opera di difesa marittima studi specialistici approfonditi riguardanti l'idrodinamica costiera, la morfodinamica costiera, l'agitazione ondosa e lo studio meteo marino, soffermandosi e concentrandosi sulla realizzazione improvvida di locali «imbellettati», posizionati

in mare aperto e quindi in balia delle onde e perciò ripetutamente sommersi dai marosi;
l'autorità comunale e gli enti coinvolti si sono attenuti a dichiarazioni, quali quelle rese dal Responsabile unico del procedimento del comune di Pollica - che, ad avviso dell'interrogante, autoattribuendosi conoscenze e competenze specialistiche in materia di porti e portualità, con nota indirizzata al Rup - settore demanio - della regione Campania in data 26 febbraio 2009, affermava: «relativamente alla creazione dell'isolotto nella parte sud/ovest del piazzale di riva, nonché del canale di separazione dello stesso dalla restante porzione del piazzale, si precisa che quanto proposto ha una valenza esclusivamente architettonica e di ridisegno del bacino portuale e non altera in alcun modo l'agitazione all'interno del bacino stesso»;
nondimeno, la dichiarazione resa da un geometra, responsabile unico del procedimento peraltro secondo l'interrogante in difformità da norme fondamentali quali quelle individuate dal decreto del Presidente della Repubblica n. 554 del 1999 e dal decreto legislativo n. 163 del 2006 - sortisce il medesimo effetto posto dall'articolo 93, commi 4 e 5, del detto decreto legislativo n. 163 del 2006, tant'è che la giunta comunale di Pollica, il 30 luglio 2009, ha adottato la delibera nr. 144 a mezzo della quale approva interventi aventi ad oggetto: «Lavori di completamento delle opere di riqualificazione e potenziamento del Porto di Acciaroli - II lotto - approvazione variante;
siffatte approssimazioni progettuali hanno fatto sì che in presenza di due eventi meteo marini avversi si siano innescate evidenti fenomenologie di diffrazione e sifonaggio dell'intero specchio d'acqua interno alla darsena, causando pericolo e danneggiamento ai natanti ordinariamente ormeggiati;
il ricercato «effetto scenico», insomma, s'è dimostrato dannoso oltre che inutile: l'opera portuale si è sbriciolata, cadendo a pezzi, così come assiti di panchine in legno, intonaci, marmi, impianti e quant'altro -:
di quali elementi disponga il Governo e quali iniziative, nell'ambito delle sue competenze, intenda assumere per la salvaguardia del porto di Acciaroli.
(4-05712)

TESTO AGGIORNATO AL 4 AGOSTO 2010

...

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:

MELIS, TOUADI e FARINA COSCIONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
per tutto il triennio 2007, 2008 e 2009 il Governo italiano, relativamente all'accesso al mercato del lavoro dei cittadini comunitari bulgari e romeni, si è avvalso della facoltà di adottare un regime transitorio;
in tale regime era previsto che l'accesso di tali lavoratori fosse libero solo per alcuni settori (agricoltura e turismo alberghiero, lavoro domestico ed assistenza alla persona, edilizia, metalmeccanica, dirigenziale ed alimentare qualificato, lavoro stagionale) mentre per i restanti settori produttivi l'assunzione dei lavoratori delle due nazionalità citate doveva obbligatoriamente avvenire attraverso la richiesta di nulla osta allo sportello unico per l'immigrazione;
una precedente comunicazione della direzione dei servizi demografici del Ministero dell'interno, indirizzata agli uffici anagrafe dei comuni, aveva annunciato però che dal 1o gennaio 2008 sarebbe scaduta la vigenza del regime transitorio e si sarebbe dunque adottata la piena accessibilità a tutti i settori;
al contrario, la circolare n. 7881 del 3 dicembre 2009 del Ministero dell'interno proroga il regime vincolistico anche per l'anno 2010 e ciò nonostante le assicurazioni circa il suo superamento fornite dal Governo italiano alla Comunità europea;

tale provvedimento, di carattere amministrativo, costituisce un ostacolo a che i cittadini romeni e bulgari possano liberamente spostarsi ed avviare rapporti di lavoro sul territorio nazionale italiano;
d'altra parte è interesse dell'Italia regolarizzare con il massimo delle facilitazioni l'integrazione dei cittadini comunitari, anche in ragione della più volte annunciata opposizione del Governo italiano al lavoro in nero degli immigrati;
inoltre un cittadino romeno o bulgaro che lavora in regola paga le tasse ed i contributi allo Stato italiano e quindi concorre alla pari con gli italiani al budget dello Stato;
d'altra parte l'autorizzazione richiesta non è sottoposta ad alcun vincolo quantitativo (tetti o quote) né alla verifica di particolari requisiti, si risolve in un procedimento quasi automatico e dunque in definitiva si traduce solamente in un inutile aggravio burocratico, accrescendo il lavoro degli uffici, con costi e ritardi a tutti evidenti, e ritardando l'inserimento dei cittadini comunitari delle due nazionalità citate nel complesso del mondo del lavoro italiano;
né si può infine trascurare che col 2013 tali restrizioni saranno comunque vietate dalle norme europee -:
se non ritenga il Ministro di dover ritirare la circolare suddetta, realizzando, così come avviene da tempo in altri Paesi europei (per esempio la Spagna, la cui situazione può essere assimilata all'Italia per la presenza in quel Paese di una consistente comunità romena), il pieno accesso senza limitazioni né ostacoli dei cittadini comunitari, romeni e bulgari all'intero mercato del lavoro.
(3-00836)

Interrogazioni a risposta scritta:

LARATTA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi sono stati fatti oggetto di intimidazioni e avvertimenti i sindaci di San Lorenzo del Vallo (Cosenza), Marranghello, e di Rovito (Cosenza), Gerbasi, nonché l'imprenditore di Cosenza, Cosimo De Tommaso;
non è noto quali siano i motivi che hanno spinto gli autori di tali insani gesti a compiere le intimidazioni di cui sopra, tenuto anche conto che le persone colpite, gli enti che amministrano, le società che gestiscono non risultano mai essere stati coinvolti in alcun atto di tipo criminale, né essere mai stati al centro di attività illegali -:
quali iniziative intenda assumere il Governo per garantire sicurezza ai sindaci e all'imprenditore che sono stati presi di mira da preoccupanti avvertimenti ed intimidazioni e di quali elementi disponga in relazione alle minacce ai sindaci Gerbasi, Marranghello e all'imprenditore De Tommaso che nel giro di pochissimi giorni sono rimaste vittime dei gesti di cui sopra.
(4-05692)

GRIMOLDI e STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che :
pur contribuendo in maniera rilevante al soccorso tecnico urgente nazionale, i vigili del fuoco volontari e discontinui godono di un regime di tutele significativamente meno esteso di quello previsto per i volontari della Protezione civile;
tale discriminazione non risulta fondata su una presunta inferiorità nell'esposizione dei vigili del fuoco volontari e discontinui rispetto a quella gravante sui colleghi della Protezione civile;
una correzione dell'attuale situazione nella direzione della parità di trattamento appare di conseguenza quanto meno auspicabile -:
quali siano gli intendimenti del Governo in merito ai fatti generalizzati in premessa e sull'opportunità di assumere iniziative correttive dell'attuale situazione.
(4-05699)

GRIMOLDI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei pressi del mercato coperto della carne di Porta Palazzo, a Torino, si radunano numerosi tossicodipendenti, spacciatori e alcolisti, determinando un'oggettiva minaccia alla sicurezza, che diventa particolarmente acuta il venerdì ed il sabato;
proprio per cautelarsi rispetto ai rischi sopra generalizzati, diversi operatori attivi nel mercato coperto della carne di Porta Palazzo si avvalgono della collaborazione di guardie giurate;
le predette guardie giurate si sono viste negare dal questore di Torino il porto d'armi che consentiva loro di prestare il proprio servizio armati di pistola;
situazioni di rischio si verificano altresì a carico delle guardie giurate smontanti dal servizio, spesso fatte oggetto di minacce -:
di quali elementi disponga il Governo in merito ai fatti esposti in premessa, quali siano le ragioni che possono aver indotto il questore di Torino a negare il porto d'armi alle guardie giurate in servizio presso il mercato coperto della carne di Porta Palazzo e se non si ravvisi l'opportunità di rivedere la decisione presa al riguardo.
(4-05700)

LARATTA e OLIVERIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in seguito ai fatti di Rosarno, molti immigrati delta zona interessata agli incidenti sono stati trasferiti in altri Centri di Prima Accoglienza, molti dei quali al centro di prima accoglienza di Isola Capo Rizzuto-Crotone;
con il bando relativo al fondo di sicurezza urbana, predisposto dal ministero nel 2009, era previsto di distribuire importanti risorse ai comuni che avevano un alto numero di beni requisiti alla mafia, ma soprattutto per la presenza di CPA. Il Cpa di Isola Capo Rizzuto è il più grande d'Europa;
consultando la graduatoria si può facilmente verificare che:
la quota di finanziamento in carico alle amministrazioni del Nord Italia è assolutamente più alta di quella destinata alle città del Sud;
in Calabria, dove la malavita organizzata è molto forte e radicata sul territorio, la somma destinata è piuttosto bassa rispetto al totale;
nella provincia di Crotone nessun comune viene finanziato;
dalla provincia di Crotone erano stati presentati 4 progetti dai comuni di Isola Capo Rizzuto, Cutro, Cirò Marina, e Cotronei;
nello specifico il progetto del comune di Isola Capo Rizzuto prevedeva la messa in sicurezza, attraverso la realizzazione di una pista ciclabile della porzione di rete stradale sulla SS106 che va dal CPA al comune di Isola. Questo avrebbe consentito alle centinaia di immigrati, che ogni giorno affollano quell'arteria, di spostarsi in sicurezza e su un percorso illuminato di notte, controllato e verificato costantemente. Il progetto prevedeva anche la realizzazione di un'adeguata illuminazione e la realizzazione di un sistema di video sorveglianza per il quartiere «Margherita», che si trova a ridosso del CPA e dove diversi connazionali nei mesi di luglio e agosto 2009 avevano organizzato una protesta poiché quel villaggio era divenuto oggetto di scorribande e luogo di prostituzione;
tutto questo ora non è possibile realizzarlo poiché il ministero non ha tenuto conto del progetto presentato dal comune di Isola, ove insiste il più grande CPA d'Europa -:
se sia a conoscenza di quanto su esposto;

quali siano te ragioni che hanno portato all'esclusione dei comuni calabresi e del comune di Isola Capo Rizzuto dai benefici previsti con il bando relativo al Fondo di sicurezza urbana, predisposto dal ministero nel 2009;
anche tenendo conto dell'importanza strategica che riveste il CPA di Isola Capo Rizzuto (e delle altre strutture connesse e operanti netta stessa area) e della straordinaria funzione che svolge per l'intera Calabria e per l'intero contesto nazionale nel delicatissimo tema dell'immigrazione;
cosa intenda fare per sopperire a quanto su esposto.
(4-05706)

DIMA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il sindaco del comune di San Lorenzo del Vallo (Cosenza), dott. Luciano Marranghello, è stato oggetto, nei giorni scorsi, di un gravissimo atto intimidatorio rappresentato dal ritrovamento di una busta contenente un proiettile di arma da fuoco ed un messaggio di avvertimento dalla chiara matrice mafiosa;
già lo scorso anno, lo stesso primo cittadino è stato oggetto di un altro episodio intimidatorio i cui responsabili sono, ancora oggi, sconosciuti;
il «Rapporto 2009 sullo stato delle autonomie locali calabresi», presentato da Legautonomie Calabria nei giorni scorsi, evidenzia che, nel 2009, gli atti intimidatori ai danni degli amministratori calabresi sono aumentati a dimostrazione del fatto che la criminalità organizzata continua ad interferire ed a condizionare il governo degli enti locali;
la capacità di penetrazione delle organizzazioni criminali nel tessuto sociale ed istituzionale della Calabria è molto alta e gli amministratori locali hanno più volte evidenziato la necessità che lo Stato dia risposte chiare e certe nel contrasto ai fenomeni mafiosi e garantisca la necessaria sicurezza a quanti operano in prima linea nel governo delle proprie amministrazioni locali -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda porre in essere per garantire la sicurezza del sindaco di San Lorenzo del Vallo e più in generale dei tanti amministratori pubblici calabresi che quotidianamente rappresentano lo Stato in territori dalla forte presenza criminale.
(4-05707)

NACCARATO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra giovedì 7 e venerdì 8 gennaio 2010 a Galliera Veneta, in provincia di Padova, si è verificato l'ennesimo episodio di razzismo ai danni di una ragazza di 24 anni, Gloria Okorocha, studentessa laureanda in lingue, e dell'intera comunità locale;
anche in questa occasione i muri di alcune abitazioni, tra le quali quella dove vive la ragazza citata in precedenza, sono state imbrattate con scritte razziste e inneggianti alle SS naziste;
il fatto è molto grave e preoccupa tutta la comunità locale perché segue due analoghi episodi senza che i responsabili dei reati siano stati individuati né perseguiti ai sensi di legge;
lo scrivente ha interrogato il Ministro dell'interno sulle citate vicende e non ha ancora ricevuto alcuna risposta;
si ricordano due episodi verificatisi contro Gloria Okorocha: il primo è avvenuto il 22 settembre 2009 quando alcune persone hanno imbrattato l'auto della ragazza, parcheggiata in un'area pubblica, scrivendo con uno spray nero «negra» sul lunotto anteriore e disegnando sul finestrino una croce celtica; a distanza di poco tempo, nei primi giorni del mese di dicembre, alcune persone hanno imbrattato l'abitazione della ragazza con la stessa scritta ingiuriosa e il disegno di una svastica;

nei giorni seguenti, giovedì 3 dicembre, circa duecento cittadini hanno manifestato nella piazza del comune di Galliera Veneta per ribadire la vicinanza e la solidarietà alla ragazza e isolare gli autori, rimasti ancora ignoti, dei gravi episodi di intolleranza sui quali stanno indagando le forze dell'ordine a seguito della denuncia della madre della ragazza -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;
quali misure il Ministro intenda porre in essere, vista la reiterazione dei fatti, per evitare il ripetersi di gravi episodi di intolleranza, di incitamento all'odio razziale, e di propaganda di idee e simboli fascisti e razzisti;
quali misure intenda predisporre per proteggere la vittima delle aggressioni razziste;
quali misure il Ministro intenda predisporre per contrastare in modo efficace l'attività e gli atti di vandalismo di gruppi xenofobi e dichiaratamente neofascisti.
(4-05708)

TESTO AGGIORNATO AL 4 FEBBRAIO 2010

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:

GHIZZONI, DE PASQUALE, COSCIA, BACHELET, LENZI, CODURELLI, SIRAGUSA, DE MICHELI, STRIZZOLO, MARAN, ROSATO e RUBINATO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007), all'articolo 1, comma 601, prevede l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di due fondi, destinati l'uno alle «competenze dovute al personale delle istituzioni scolastiche, con esclusione delle spese per stipendi del personale a tempo indeterminato e determinato» e l'altro al «funzionamento delle istituzioni scolastiche»;
la legge di bilancio 2010 rispetto ai dati presenti nella legge di assestamento 2009, ha ridotto gli stanziamenti di tali capitoli, presenti in ciascuno dei programmi riguardanti la scuola dell'infanzia, la scuola primaria, la scuola secondaria di primo e di secondo grado, per un ammontare complessivo di 226.838.243 di euro di cui 97.988.043 di euro per il funzionamento e 128.850.200 di euro per il personale riportandoli ai livelli gravemente inadeguati stabiliti nella legge di previsione del bilancio 2009;
con gli articoli 1, 2, 3, 4 e le allegate tabelle del decreto ministeriale n. 21 del 1o marzo 2007, si è provveduto a stabilire i criteri di applicazione del citato articolo 1, comma 601 della finanziaria per il 2007;
il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, concernente il regolamento di autonomia delle istituzioni scolastiche e il conseguente decreto 1o febbraio 2001, n. 44 del Ministro della pubblica istruzione di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, avente per oggetto «Regolamento concernente le istruzioni generali sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche» rappresentano la normativa vigente per la gestione amministrativa delle scuole;
il 14 dicembre 2009, con la nota prot. n. 0009537, della direzione generale per la politica finanziaria e per il bilancio, recante ad oggetto «Indicazioni riepilogative per il programma annuale delle istituzioni scolastiche per l'anno 2010» è stata comunicata ad ogni singola scuola la risorsa finanziaria su cui può fare affidamento per redigere il suddetto programma;
la richiamata nota ministeriale propone alle scuole una nutrita serie di innovazioni rispetto a quanto stabilito dalla normativa vigente, in particolare in difformità di quanto stabilito dal decreto ministeriale n. 44 del 2001, e dal decreto ministeriale n. 21 del 1o marzo 2007, infatti:

a) non utilizza l'espressione «dotazione finanziaria ordinaria di istituto», prevista dall'articolo 1 del decreto ministeriale n. 44 del 2001, ora sostituita da «risorsa finanziaria su cui codesta scuola può fare affidamento»;
b) si pone in contrasto, secondo gli interroganti, con i parametri stabiliti dal decreto ministeriale n. 21 del 1o marzo 2007 (capitolone) che, applica la legge finanziaria del 2007;
c) non consente di evincere quale sia l'importo per le supplenze ed il finanziamento delle spese di funzionamento - invece individuate distintamente dalle tabelle del decreto ministeriale n. 21 del 2007 -, attribuendo un finanziamento indistinto per supplenze e funzionamento;
d) assume un indefinito «tasso d'assenteismo medio nazionale per tipologia di scuola» come riferimento per attribuire risorse aggiuntive per le supplenze ciò appare dubbio sul piano della legittimità;
e) non indica, contrariamente a quanto prevede il decreto ministeriale n. 21 del 2007, alcun finanziamento per le istituzioni scolastiche, individuate come capofila per la corresponsione dei compensi spettanti ai revisori dei conti;
f) impedisce l'iscrizione di ulteriori entrate a carico del MIUR «se non dopo specifica comunicazione», mentre il regolamento di contabilità stabilisce (articolo 6) che «Le variazioni del programma, di entrata e di spesa, conseguenti ad entrate finalizzate, e gli storni, conseguenti a delibere del Consiglio di istituto, possono essere disposte con decreto del dirigente, da trasmettere per conoscenza al Consiglio di istituto» non prevedendo, quindi, alcun obbligo di delibera;
g) richiama solo parzialmente l'utilizzo del finanziamento del contratto integrativo di istituto per gli insegnanti (il secondo capoverso del comma 1 dell'articolo 88 del CCNL vigente), senza citare la fonte e senza precisare che i fondi contrattuali sono giuridicamente vincolati al pagamento del salario accessorio del personale della scuola;
h) interviene sull'opportunità di «applicare» una parte consistente nel fondo di cassa, ridotto dei residui passivi e dell'avanzo di amministrazione presunto, «per far fronte ad eventuali deficienze di competenza», utilizzando espressioni non previste dal decreto ministeriale n. 44 del 2001;
i) non essendo definito nelle norme di contabilità cosa possa essere una «eventuale deficienza di competenza», pone un vincolo non previsto dal regolamento di contabilità all'utilizzo dell'avanzo di amministrazione;
j) poiché nell'avanzo di amministrazione confluiscono anche altri fondi, quali quelli provenienti dai contributi delle famiglie, degli enti locali e dei privati, configura la possibilità di un loro utilizzo per coprire il mancato finanziamento dello Stato;
k) impone l'inserimento dei residui attivi di competenza del Ministero, nell'aggregato «Z - disponibilità da programmare»;
l) prevede che «i finanziamenti non vincolati dovranno essere impegnati per il perfezionamento dell'obbligazione giuridica»;
m) riduce del 25 per cento la spesa per gli appalti, costringendo le scuole a ridurre il servizio e ad aumentare i carichi di lavoro del personale dipendente dalle ditte di pulizia e degli stessi collaboratori scolastici -:
se la citata nota ministeriale sia coerente con quanto stabilito dal citato articolo 1, comma 601 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, dal decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, dal decreto del Ministro della pubblica istruzione di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione

economica 1o febbraio 2001, n. 44, e dal decreto del ministro dell'istruzione n. 21 del 1o marzo 2007;
per quali motivazioni di ordine politico ed economico:
a) si assegnano alle scuole solo risorse di provenienza contrattuale, pochi soldi per le supplenze, per gli esami di Stato e per il secondo anno consecutivo, mentre non si riconosce nulla per il funzionamento didattico e amministrativo;
b) si cambiano le procedure e le regole dell'autonomia gestionale delle scuole, dando indicazioni che, secondo gli interroganti, stravolgono la regolare programmazione e la gestione dei finanziamenti;
c) non sembra si tenga conto di quanto stabilito dal Regolamento di contabilità e da «Capitoloni»;
d) il concetto di dotazione finanziaria d'Istituto, comprensivo del funzionamento didattico e amministrativo, già sostituito da un'indefinita «risorsa finanziaria su cui la scuola può fare affidamento»;
e) si faccia riferimento ad un «tasso medio di assenteismo» a cui legare l'erogazione dei fondi per ulteriori fabbisogni insorti nelle singole situazioni scolastiche, in relazione alla necessità di sostituire il personale assente per garantire il servizio essenziale all'istruzione;
f) si invadono, ad avviso degli interroganti, le prerogative della dirigenza, laddove si prescrive una delibera preventiva del consiglio di istituto per gli accertamenti di «entrate finalizzate» che comportano variazioni al programma annuale;
g) si rischia di pregiudicare la correttezza contabile, laddove per quanto concerne le entrate non si fa chiarezza tra i finanziamenti vincolati e non, secondo gli interroganti, con l'implicito invito ad utilizzare i fondi del salario accessorio in modo difforme dalla loro finalizzazione;
h) si danno indicazioni confuse e in alcuni casi impraticabili, invitando le scuole a fare fronte agli impegni inderogabili quali le supplenze, ridefinite impropriamente come «deficienze di competenza», attraverso l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione presunto al netto dei residui passivi;
i) viene sottratta ai consigli di istituto la prerogativa di utilizzare l'avanzo di amministrazione una volta che se ne sia verificata l'effettiva disponibilità, realizzando così, sempre secondo gli interroganti, un modo surrettizio per utilizzare anche i contributi delle famiglie per le supplenze stesse;
l) invitando le scuole ad inserire nell'aggregato «Z» i residui attivi di competenza del MIUR, viene fornita una indicazione oltre che sbagliata sul piano formale anche impraticabile sul piano sostanziale, poiché si tratta di spese obbligatorie già liquidate negli anni passati dalle scuole che hanno anticipato dalla «cassa» i fondi provenienti da altri finanziamenti;
m) si cancella il 25 per cento delle risorse per i contratti di fornitura dei servizi di pulizia, addirittura in forza di un regio decreto del 1923 e prevedendo che, qualora la ditta appaltatrice noi accetti tale riduzione, possa risolvere il contratto. Senza tenere conto, ancora una volta, che gli organici dei collaboratori scolastici risultano ridotti proprio a fronte degli appalti e, pertanto, ne scaturirà l'impossibilità di mantenere adeguati livelli di pulizia e sorveglianza;
n) nell'insieme delle entrate, viene completamente ignorata la voce relativa alle ore eccedenti per la sostituzione dei colleghi assenti - in forte aumento nella scuola secondaria di I grado dopo il taglio delle ore a disposizione - e per il funzionamento della terza area degli istituti professionali che, come dovrebbe essere noto, è curriculare.
(5-02330)

Interrogazioni a risposta scritta:

NACCARATO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, a seguito di quanto previsto dal decreto ministeriale del 25 ottobre 2007, ha avviato una radicale riorganizzazione dei centri territoriali permanenti (di seguito Ctp) per l'educazione degli adulti e dei corsi serali che prevede l'istituzione di Ctp dotati di autonomia amministrativa, organizzativa e didattica nella misura di uno per ogni provincia italiana;
in particolare, l'articolo 64, comma 4, del citato decreto-legge n. 112 del 2008 prevede espressamente alla lettera f) la necessità di una ridefinizione dell'assetto organizzativo didattico dei centri d'istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, previsto dalla vigente normativa;
nel mese di maggio del 2009 è Stato approvato l'apposito schema di regolamento relativo a tale riorganizzazione dei Ctp;
secondo l'opinione di numerosi dirigenti scolastici e insegnanti l'attuazione concreta della riorganizzazione dei Ctp prevista dal decreto-legge n. 112 del 2008 è molto problematica tenendo Conto del fatto che l'istituzione di un solo Ctp per ogni provincia risulta insufficiente per garantire un'adeguata istruzione al gran numero di studenti adulti, prevalentemente lavoratori, che frequentano i corsi serali in tutte le province italiane;
inoltre, la riorganizzazione dei Ctp penalizzerebbe i corsi d'istruzione serali per adulti per l'impossibilità, nel concreto, che gli istituti scolastici possano condividere con i centri per adulti le loro strutture (ad esempio, laboratori, aule, strumentazioni) al di fuori del consueto orario di apertura delle scuole;
in tale contesto la riorganizzazione prevista dal decreto-legge n. 112 del 2008 porterebbe, nell'opinione diffusa degli operatori del settore, alla diminuzione dei frequentatori dei corsi d'istruzione serali e all'aumento delle spese per l'acquisto di nuove strutture, strumentazioni e personale da utilizzare esclusivamente per i corsi serali -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali misure intenda porre in essere per assicurare lo svolgimento dei corsi d'istruzione serali dotandoli di risorse economiche adeguate da investire in personale, strumentazioni e strutture necessari;
quali iniziative intenda assumere il Ministro per contrastare un inevitabile aumento dei costi dei corsi d'istruzione serali con la conseguente diminuzione degli studenti frequentanti, allontanando così l'Italia dagli obiettivi europei sull'istruzione fissati nel Trattato di Lisbona.
(4-05690)

GRIMOLDI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
nella Scuola Elementare «Lina Mandelli» di Usmate Velate (Monza-Brianza) è stata introdotta, all'interno del programma scolastico per una delle classi quarte, la lettura del libro «Il Diario di Anna Frank» in versione integrale, seguita della riproduzione dell'omonimo film;
nella versione integrale di tale opera vi è un passo nel quale Anna Frank descrive in modo minuzioso ed approfondito le proprie parti intime (si tratta della lettera datata 24 marzo 1944 e, per la precisione, la citata descrizione si trova alla pagina 220 dell'edizione italiana Einaudi a cura di Frediano Sessi);
la descrizione è talmente dettagliata da suscitare inevitabilmente turbamento in bambini della scuola elementare;
tale libro non è inerente al programma di storia che la classe sta trattando;

l'insegnante, su richiesta dei genitori, ha motivato la scelta di far leggere tale testo per insegnare ai bambini il valore della pace;
la suddetta motivazione non giustifica per nulla la lettura della versione integrale, in particolar modo la parte relativa ai contenuti a carattere sessuale -:
se il Ministro non intenda assumere le opportune iniziative nei confronti dei soggetti competenti, anche al fine di proporre programmi e letture più consone all'età degli alunni.
(4-05711)

TESTO AGGIORNATO AL 21 GENNAIO 2010

...

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

OLIVERIO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la città di Crotone aveva già attraversato la grave crisi industriale delle grandi fabbriche siderurgiche, (Montedison-Pertusola), che aveva determinato la chiusura delle stesse e la perdita di migliaia di posti di lavoro;
successivamente ed anche in ragione della chiusura delle stesse industrie siderurgiche, la città è stata costretta ad affrontare un'ulteriore crisi delle piccole e medie imprese con il conseguente ed ulteriore depauperamento dell'occupazione;
l'evento alluvionale del 1997, e le difficoltà connesse alla calamità che ha causato anche la morte di alcuni cittadini, ha favorito la nascita dell'attività imprenditoriale voluta dall'allora Presidente del Consiglio, Romano Prodi, e denominata «Datel», che rappresentava l'occasione per una forte ripresa occupazionale della città e della stessa provincia;
a seguito della riduzione delle commesse non è stato rinnovato il contratto, scaduto il 31 dicembre 2009, a circa 380 lavoratori a progetto (co.co.pro.) dell'«Abramo Customer Care» (ex Datel-Telic) nelle tre sedi della Calabria (Crotone, Catanzaro e Cosenza);
tali licenziamenti sono stati comunicati ai sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl in un incontro convocato a Catanzaro il giorno prima della data di scadenza del contratto, ovvero mercoledì 30 dicembre 2009;
i posti di lavoro effettivamente persi, però, saranno intorno a 140 (di cui 130 solo a Crotone);
negli ultimi mesi dell'anno scorso, «Abramo Customer Care» ha già avuto la necessità di ricollocare in attività diverse in azienda (circa 900 lavoratori a tempo indeterminato in seguito alla perdita di commesse o alla diminuzione di volumi dai tre committenti principali: per la commessa Enel sono stati ridimensionati i volumi, così come per il servizio Mnp di Tim (controfferte alle richieste di cambio gestore) che adesso impiega appena una sessantina di addetti contro i 480 (in prevalenza a Crotone) prima dell'imposizione da parte del garante delle comunicazioni del limite dei tre giorni per dare esecuzione al cambio di gestore;
la suddetta azienda in diverse occasioni avrebbe manifestato anche disponibilità a riassumere i lavoratori a termine ove vi fossero le condizioni di una ripresa delle commesse;
per l'offerta occupazionale che assicura, per l'innovazione e la tecnologia messa in campo, l'azienda Abramo customer care rappresenta una delle realtà più significative del territorio;
in un momento di crisi, come l'attuale, è fondamentale salvaguardare i livelli occupazionali in un comprensorio come quello crotonese, che presenta, tra l'altro, forte criticità anche in relazione ai temi della sicurezza -:
se il Governo intenda avviare un tavolo di confronto con la suddetta Azienda e le rappresentanze sindacali al fine di verificare la possibilità di prosecuzione

dell'attività lavorativa per i lavoratori a termine il cui contratto è scaduto lo scorso 31 dicembre 2009 e porre in essere tutte le misure al fine di salvaguardare i livelli occupazionali preesistenti della «Abramo custode care»;
se il Governo intenda promuovere tutte efficace iniziative affinché la società «Abramo Customer Care» possa mantenere, utilizzando eventuali incentivi ed ammortizzatori, almeno lo stesso volume di attività finora garantito che permette la salvaguardia dei livelli occupazionali.
(5-02326)

FAVA, ALESSANDRI, REGUZZONI, TORAZZI e ALLASIA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il piano industriale annunciato dalla ditta elvetica Oerlikon-Graziano, primario fornitore del gruppo Fiat, prevede la chiusura dello stabilimento di Cento, a partire dal prossimo mese di marzo;
la scelta, improvvisa e unilaterale, maturata dall'azienda sta destando grande preoccupazione per il lavoratori, che rischiano di pagare le annunciate strategie di delocalizzazione della produzione con la perdita del posto di lavoro;
il piano di ridimensionamento del gruppo, nonostante la crisi si sia ormai assestata, dovrebbe far registrare esuberi in circa 1.000 posti di lavoro, interessando anche gli altri stabilimenti presenti sul territorio italiano;
l'impatto che una simile operazione ha sul territorio è molto grave e non può ricadere interamente sui lavoratori il cui futuro, senza interventi immediati, risulta estremamente incerto -:
quali iniziative i Ministri interrogati intendano assumere per porre tempestivamente rimedio alla situazione descritta in premessa, scongiurando così la chiusura dello stabilimento di Cento e il ridimensionamento dell'occupazione prospettato dal gruppo Oerlikon-Graziano.
(5-02328)

MIGLIOLI, MADIA, GHIZZONI, GATTI e MOTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 19, comma 2, del decreto-legge 28 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, ha previsto in via sperimentale per gli anni 2009, 2010 e 2011 l'erogazione di una somma in un'unica soluzione pari al 10 per cento del reddito percepito l'anno precedente, ai collaboratori coordinati e continuativi di cui all'articolo 61, comma 1, del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e successive modificazioni, iscritti in via esclusiva alla gestione separata presso l'INPS di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, con esclusione dei soggetti individuati dall'articolo 1, comma 212, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, i quali soddisfino in via congiunta le seguenti condizioni: a) operino in regime di monocommittenza; b) abbiano conseguito l'anno precedente un reddito superiore a 5.000 euro e pari o inferiore al minimale di reddito di cui all'articolo 1, comma 3, della legge 2 agosto 1990, n. 233, e siano stati accreditati presso la predetta gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, un numero di mensilità non inferiore a tre; c) con riguardo all'anno di riferimento sia accreditato presso la predetta gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, un numero di mensilità non inferiore a tre; d) non risultino accreditati nell'anno precedente almeno due mesi presso la predetta gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335;
secondo la relazione tecnica allegata al disegno di legge di conversione del decreto-legge il tetto di reddito di cui alla lettera b) equivale, per l'anno 2008, a circa 13.820 euro;

l'articolo 2, comma 130, della legge 23 dicembre 2009, n. 191, ha modificato la disposizione in questione per gli anni 2010-2011 elevando la somma percepita al 30 per cento del reddito percepito l'anno precedente, parzialmente modificando i requisiti per l'accesso. In particolare il reddito massimo è stato portato a 20.000 euro; con riguardo all'anno di riferimento il collaboratore deve essere stato accreditato presso la gestione separata INPS per almeno un mese, deve risultare senza lavoro da almeno due mesi e nell'anno precedente, con almeno tre mensilità accreditate presso la predetta gestione separata. Rimangono fermi i requisiti originari per coloro che hanno maturato il diritto all'erogazione entro il 31 dicembre 2009;
secondo le notizie di stampa (La Repubblica - 21 dicembre 2009) la una tantum avrebbe avuto, sinora, risultati modesti. Soltanto 10.000 domande sono state presentate di cui 1.500 accolte, in tutto il territorio nazionale. Questo di fronte ad un calo dell'occupazione, presso i lavoratori a progetto, molto più consistente;
l'INPS ha emanato in data 26 maggio 2009 la circolare n. 74 per l'attuazione della predetta normativa. In particolare, nel definire i requisiti e le condizioni per l'accesso all'indennità, la circolare spiega che: «per il 2009 (primo anno di erogazione del beneficio) si deve considerare il reddito 2008 che deve essere compreso tra 5.000 euro e 13.819 euro (minimale di reddito 2008)»;
la circolare, nella parte relativa all'accredito contributivo, dispone però che poiché nell'anno precedente devono risultare accreditati non meno di 3 mesi, ma non più di 10 «il reddito del 2008 deve essere compreso tra 5.000 euro e 11,516,00 euro (pari a una contribuzione IVS di 2.764 euro)»;
si configurerebbe pertanto nel dettato della circolare due tetti massimi di reddito per usufruire dell'indennità: a) 13.819 euro di cui alla lettera b) della predetta normativa, indicati nella relazione tecnica al disegno di legge di conversione del decreto-legge; b) 11.516,00 euro, somma questa che risulterebbe calcolata da una quota parte - corrispondente alle 10 mensilità di accredito presso la gestione separata - del minimale di reddito annuale di cui all'articolo 1, comma 3, della legge 2 agosto 1990, n. 233;
risulta agli interroganti che, a causa di questa interpretazione dell'INPS, vi sarebbero stati diversi casi di esclusione. Queste persone pur rientrando nei limiti di reddito previsti, cioè i 13.819 euro indicati nella relazione tecnica, sarebbero state escluse perché l'INPS ha ridotto tale tetto abbassandolo a 11.516 euro. Si sarebbe pertanto ristretta ulteriormente la platea dei beneficiari. In Campania, regione con un altissimo tasso di disoccupazione, i beneficiari dell'indennità sarebbero soltanto 154 -:
se l'interpretazione dell'INPS sia effettivamente conforme alla legge e se il Governo non ritenga di riconsiderare le domande di indennità rifiutate poiché il reddito dei presentatori - pur rientrando in quanto indicato dalla normativa - eccedeva gli 11.516 euro, accogliendo pertanto i ricorsi presentati dagli esclusi.
(5-02329)

BELLANOVA, RIA, LISI e LAZZARI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il gruppo Adelchi di proprietà del signor Sergio Adelchi, con sede a Tricase (Lecce), opera da anni nel settore calzaturiero. La crisi che ha investito durante questi anni il settore tessile, dell'abbigliamento e calzaturiero ha determinato una grave situazione aziendale che sta producendo ricadute devastanti sui livelli occupazionali locali;
il gruppo Adelchi si compone di diverse aziende alcune delle quali nel corso degli anni hanno cessato la propria attività per avvenuta crisi, mentre altre hanno continuato la loro attività pur ricorrendo all'utilizzo degli ammortizzatori sociali ed

altre ancora sono sorte sembrerebbe con l'intento di riavviare e riqualificare l'attività aziendale ed il prodotto;
questo gruppo aziendale nel corso degli anni è stato caratterizzato dalle due aziende «cardine», vale a dire La Nuova Adelchi s.p,a. e l'Adelchi s.r.l., e le cosiddette aziende «satellite» sempre di proprietà dello stesso Sergio Adelchi;
le aziende cosiddette «satellite» facenti parte del gruppo Adelchi in un primo momento constavano solo nella Magna Grecia s.r.l., Sky s.r.l., Selcom s.r.l. e la KNK s.r.l. Nel corso degli anni sono poi sorte, anche in taluni casi dalle ceneri delle precedenti la G.S.C. Plast s.r.l;
questo insieme di aziende che a detta dei gestori sarebbero state utili a rilanciare il prodotto e la competitività ad avviso degli interroganti di fatto si sono trasformate per i lavoratori in una sorta di labirinto nel quale la manodopera è stata costretta ad una continua precarizzazione transitando in modo continuo da un'azienda all'altra vedendosi poi sospendere anche l'attività lavorativa per crisi aziendale ed il continuo ricorso da parte delle aziende rivenienti al gruppo Adelchi a tutti gli strumenti previsti dagli ammortizzatori sociali;
e, a quel che risulta all'interrogante, insieme ai lavoratori, il gruppo Adelchi avrebbe inoltre fatto transitare dall'opificio di Tricase presso altri distretti le stesse catene di montaggio utili a produrre le calzature nonostante accordi precedentemente sottoscritti presso l'Amministrazione provinciale di Lecce - ufficio politiche del lavoro nei quali si fa esplicito riferimento all'impegno che l'azienda prendeva nei confronti dei lavoratori di lasciare a disposizione degli stessi le catene di montaggio senza spostarle dall'opificio di Tricase;
ciò che negli anni si è determinato è stata solo una lenta agonia del gruppo con una ricaduta pesantissima sui livelli di occupazione se si pensa che prima di dar vita alle aziende «satellite» il gruppo contava circa duemila dipendenti, e che oggi invece la manodopera quantificabile è di circa 550 lavoratori, collocati dapprima in regime di cassa integrazione straordinaria e che da mesi non percepiscono più alcun reddito;
attualmente le aziende «satellite» che compongono il gruppo Adelchi sono quantificabili nel numero di tre. La Nuova Adelchi S.p.a che ad oggi si trova ad usufruire della cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale in deroga ministeriale, la C.R.C S.r.l., anche questa usufruisce della cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale in deroga ministeriale e la G.S.C. Plast S.r.l. che avendo già avuto accesso a tutte le forme di ammortizzatori sociali attualmente usufruisce della cassa integrazione straordinaria in deroga regionale;
più volte al gruppo è stato chiesto di presentare un piano industriale utile a rilanciare l'attività, ma lo Stesso non è stato in grado di garantire nulla di tutto ciò avanzando per di più l'istanza di un continuo bisogno di finanziamenti per far ripartire l'attività di produzione;
peraltro dalle notizie apparse sulla stampa locale sembrerebbe che io stesso Sergio Adelchi abbia dichiarato di avere richieste per cento mila paia di scarpe e che sia intenzionato a produrle non nell'opificio di Tricase ma a dare la commessa da produrre o in conto terzi oppure presso altre aziende all'estero -:
se il Ministro interrogato non intenda verificare se nel corso degli anni il gruppo Adelchi abbia avuto accesso delle risorse pubbliche e quale utilizzo ne sia stato fatto;
se i passaggi effettuati dal gruppo da un'azienda all'altra hanno visto i lavoratori interessati collocati in mobilità e se sono stati utilizzati da parte del gruppo incentivi alla ricollocazione previsti dalla legge 23 luglio 1991, n. 223, ciò al fine di tutelare lavoratori che hanno vissuto e tutt'oggi vivono una situazione lavorativa, economica ed umana drammatica.
(5-02333)

Interrogazione a risposta scritta:

MURER. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la circolare protocollo n. 0009537 del 14 dicembre 2009 del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca contenente le «indicazioni riepilogative per il Programma annuale delle istituzioni scolastiche per l'anno 2010» prevede per i servizi di pulizia ed altre attività ausiliarie la conferma dei contratti «nella misura massima del 75 per cento del corrispettivo pattuito» con un taglio effettivo del budget del 25 per cento;
la circolare, firmata dal direttore generale Marco Ugo Filisetti, giustifica la riduzione di fondi da destinare alla pulizia e sorveglianza delle scuole (in particolare dell'infanzia e della primaria) con la necessità di coprire spese in «sofferenza» per «supplenze, funzionamento ed esami di Stato»;
per rendere possibile il taglio, il Ministero è ricorso all'applicazione dell'articolo 11 del regio decreto n. 2440 del 1923, secondo cui qualora nel corso di esecuzione del contratto occorra una diminuzione della prestazione, l'appaltatore è obbligato ad assoggettarvisi nella misura massima del 20 per cento. Oltre detta percentuale l'appaltatore, laddove non si avvalga della risoluzione del contratto, è obbligato ad assoggettarsi all'ulteriore riduzione;
a fronte della disposizione ministeriale, all'appaltatore, quindi, non resta che accettare la drastica riduzione oppure risolvere il contratto;
se per il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca questa soluzione di emergenza rientra nella politica di razionalizzazione delle spese imposta dal Ministero dell'economia e delle finanze realizzata attraverso la manovra finanziaria di un anno fa (per il comparto scuola quasi 8 miliardi di euro in meno in tre anni), per le aziende che hanno in appalto i servizi di pulizia si tratta di una scelta drammatica che avrà ripercussioni sui lavoratori: per migliaia di dipendenti si prospettano una riduzione delle ore lavorate con proporzionale riduzione del salario che, per queste mansioni, risulta già, il più delle volte, basso; in taluni casi le aziende potrebbero ricorrere anche a cassa integrazione se non addirittura al licenziamento;
i tagli del 25 per cento colpiscono in modo drammatico anche le cooperative, molte delle quali sociali di tipo B che inseriscono nel mondo del lavoro soggetti svantaggiati e garantiscono servizi di pulizie e di mensa negli istituti di molte zone del Paese;
una forte preoccupazione serpeggia tra lavoratori e sindacati, che di fronte ad una crisi finanziaria drammatica, che sta mettendo a dura prova economia e occupazione, guardano con crescente sgomento al fatto che proprio dallo Stato arrivino tagli di queste proporzioni, che si traducono in contrazione delle attività per le imprese, in riduzioni salariali o perdita di posti di lavoro;
forti critiche sono arrivate anche dai sindacati della scuola, secondo cui la decisione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca di ridurre del 25 per cento la spesa per pulizie e sorveglianze, comportando una riduzione dei servizi, prospetterà una diminuzione della prestazione in termini di qualità e quantità;
all'interrogante appare paradossale che, proprio durante una crisi economica durissima che chiede al Governo ed alle Istituzioni un intervento deciso a tutela di imprese e lavoratori, sia proprio il Governo a provocare perdita di occupazione ed ulteriori stati di crisi in aziende che svolgono mansioni per conto dello Stato -:
se il Governo intenda assumere iniziative, e quali, a tutela dei lavoratori che, in seguito alla circolare del ministero dell'istruzione,

dell'università e della ricerca, vedranno drasticamente ridotte le loro ore di lavoro e salario, nei casi in cui non perderanno addirittura il posto di lavoro;
in che misura il cospicuo taglio richiesto inciderà sulla qualità dei servizi scolastici erogati e se un taglio di queste proporzioni non rischi di tradursi in un pericoloso abbassamento degli standard minimi di efficienza, igiene e qualità degli istituti scolastici pubblici italiani.
(4-05694)

...

SALUTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MATTESINI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
dopo mesi di allarme in tutto il mondo ed ampio risalto su tutti i mezzi di informazione sul rischio della «pandemia legata al virus chiamato H1N1, l'OMS «consegna» l'11 giugno 2009 il ceppo;
viene stimato come necessario almeno un trimestre per produrre un vaccino in laboratorio e si ipotizza il 30 settembre come data probabile per avere il farmaco pronto;
durante l'estate il «bombardamento mediatico» in tutto il mondo è incessante e si ipotizza la vaccinazione di massa;
a metà agosto, a sperimentazione ancora in corso, il Governo italiano firma una convenzione con la Novartis per la consegna di 24 milioni di dosi al costo di 184 milioni di euro;
il 2 settembre l'allora Vice-Ministro Fazio annuncia che il picco dell'influenza avverrà tra il 18 dicembre ed il 18 gennaio e che per fine novembre saranno disponibili i vaccini acquistati;
ai primi giorni di novembre Novartis annuncia di poter consegnare solo 5 milioni di vaccini entro la scadenza di novembre e che gli altri 19 milioni saranno prodotti gradualmente spostando la scadenza delle ultime consegne a fine marzo;
l'Istituto superiore di sanità rende noto, ai primi di novembre, che l'influenza è in anticipo rispetto alle previsioni ed il picco avverrà a cavallo tra metà novembre e metà dicembre, rendendo così inutili le successive consegne di vaccini;
nonostante l'allarme pandemia si sia diffuso più rapidamente del virus stesso, gli italiani che hanno scelto di vaccinarsi contro il virus sono pochi; infatti il notiziario n. 8 del 24 dicembre dell'Istituto superiore di sanità informa che la copertura vaccinale (percentuale di persone vaccinate sul totale della popolazione alla quale è raccomandato) è pari al 4 per cento, mentre la copertura per il personale sanitario e sociosanitario è appena un po' più elevata raggiungendo il 15 per cento;
nello specifico il punto della situazione al 22 dicembre 2009 ci informa che:
a) 820.456 sono le persone vaccinate;
b) 7.423.851 sono le dosi di vaccino distribuite;
c) 3.872.000 sono i casi stimati di influenza dall'inizio della pandemia al 22 dicembre;
d) n. 188 le vittime correlate alla nuova influenza al 22 dicembre;
e) 0,0048 la percentuale delle vittime in rapporto al totale dei malati di nuova influenza;
f) 452 i casi che hanno necessitato di assistenza respiratoria al 22 dicembre;
g) 0,011 la percentuale dei casi che necessitano di assistenza respiratoria in rapporto al totale dei malati;
i dati e le percentuali suddette sono molto diverse da quelle ipotizzate dal Ministero (40 per cento) e che, paradossalmente, trasformano il rischio pandemia

in un problema di conservazione delle dosi di vaccino inutilizzate, di cui sono pieni i frigoriferi delle ASL;
sono molte le domande sul perché gli italiani hanno aderito in modo così cauto al programma vaccinale e le risposte non sono certo facili, ma è probabile che il comportamento degli operatori e dei cittadini sia stato condizionato dalle modalità con le quali è stato trattato il problema, cioè un allarme mediatico affrontato in modo poco trasparente, diffondendo informazioni confuse e talvolta addirittura contraddittorie;
al momento della sottoscrizione del contratto tra Ministero e Novartis, non era garantita né l'efficacia del vaccino, né la sua autorizzazione alla somministrazione al pubblico;
negli ultimi giorni alcuni mezzi di informazione hanno dato notizie riguardo il contratto di acquisto del vaccino stipulato dal Ministero, sottoscritto in base all'ordinanza n. 3275 del Presidente del Consiglio dei ministri del 2003, ordinanza adottata per fronteggiare i rischi di natura terroristica legati alla crisi internazionale ed alla guerra irachena dell'epoca;
il Governo Berlusconi ha fatto ricorso alla suddetta ordinanza per poter acquistare i prodotti a «trattativa privata, anche mediante affidamenti diretti». A tale potere si è richiamata infatti l'ordinanza del 31 luglio del 2009, con la quale il Presidente del Consiglio ha autorizzato il Ministero ad acquistare «in termini di somma urgenza» vaccini, antivirali e dispositivi di protezione per almeno il 40 per cento della popolazione italiana;
si è così trattata, dal punto di vista contrattuale, una emergenza sanitaria, come una emergenza terroristica, consentendo, di procedere secondo modalità definite «riservate» con riferimento non solo ai contenuti ma, addirittura, all'esistenza dello stesso contratto (come prevede l'articolo 10);
dal contratto appare sorprendente non solo la natura, ma anche e soprattutto il merito: appare infatti evidente lo squilibrio fra gli oneri posti a carico del Ministero e quelli posti a carico della Novartis, la casa farmaceutica produttrice del vaccino utilizzato in Italia;
in data 2 settembre 2009 con nota prot. 283 il consigliere delegato dell'ufficio di controllo di legittimità sugli atti dei Ministeri dei servizi alla persona e dei beni culturali della Corte dei Conti ha chiesto il deferimento alla sede collegiale dell'atto sopracitato, al fine di fornire chiarimenti in ordine ai seguenti punti del contratto:
a) la previsione dell'applicazione dell'IVA vigente al momento della consegna anziché quello vigente alla firma del contratto;
b) l'articolo 3.1 (ribadito dall'articolo 5.3) prevede la possibilità del mancato rispetto delle date di consegna del Prodotto, senza l'applicazione di alcuna penalità;
c) l'articolo 4.1 stabilisce che il Ministero accetti il prodotto anche in assenza dell'autorizzazione all'ammissione in commercio in Italia, concordando in tal caso un generico «Quality Agreement»;
d) le garanzie poste a favore del Ministero in caso di mancata autorizzazione all'ammissione in commercio del Prodotto in Italia previste dall'articolo 4.2 non appaiono correlate all'esborso finanziario sopportato dal Ministero fino a quella data, né bilanciate con quelle poste a carico del Ministero medesimo dall'articolo 9.3 nel caso di impossibilità di ritiro del Prodotto;
e) l'articolo 4.4., riguardante eventuali difetti di fabbricazione o danni fisici del prodotto, richiede l'accordo della Novartis sull'esistenza degli stessi;
f) l'articolo 4.5 prevede rimborsi al Ministero per danni causati a terzi, limitatamente a causa di difetti di fabbricazione, mentre ai sensi dell'articolo 4.6 il Ministero dovrà risarcire Novartis per danni causati a terzi in tutti gli altri casi;

g) l'articolo 9.3 prevede il pagamento alla Novartis di euro 24.080.000 (al netto di IVA) ai fini della partecipazione ai costi in caso di non ottenimento all'immissione in commercio del prodotto, senza alcuna specificazione in merito ai criteri di quantificazione del predetto importo;
h) l'articolo 9.5 stabilisce che, qualora il contratto venga risolto per violazione di disposizioni essenziali da parte di Novartis, il pagamento dovrà essere ugualmente effettuato per il prodotto fabbricato e consegnato;
i) l'articolo 10.2 considera informazioni riservate anche l'esistenza del contratto e le disposizioni in esso contenute, clausola che, in considerazione dell'evidenza pubblica della procedura, è impossibile da rispettare. Infatti il testo integrale del contratto risulta essere stato consegnato a Codacons solo in data 11 novembre 2009, dopo circa 6 giorni di tentativi e richieste da parte dei legali dell'Associazione;
il contratto appare carente di parere di organo tecnico in grado di attestare la congruità dei prezzi in esso concordati;
la Corte dei conti con deliberazione n. 16 del 21 settembre 2009, ha deciso di non procedere alla disamina dei vari punti di rilievo sollevati dall'Ufficio di controllo in quanto riconosce l'eccezionalità e somma urgenza dell'intervento, ma dichiara che le dettagliate deroghe che sorreggono il provvedimento non sono del tutto esaustive;
la scelta del Ministero di stipulare un contratto con Novartis, ad avviso dell'interrogante fuori da percorsi di trasparenza e totalmente sbilanciato a favore di Novartis evidenzia un atteggiamento da parte del Governo di utilizzo delle risorse pubbliche ad avviso dell'interrogante inaccettabile in un momento di crisi come l'attuale -:
per quale motivo, sia stato scelto di stipulare un contratto tra Ministero e Novartis, a condizioni quali quelle ricordate in premessa che appaiono all'interrogante assolutamente inaccettabili;
perché si sia tentato di secretare sia l'esistenza del contratto sia i suoi contenuti;
a quanto ammonti la spesa complessiva del Ministero per l'acquisto dei vaccini.
(5-02331)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
da articoli pubblicati sulla stampa lucana emerge una discordanza tra i dati relativi allo stato delle acque degli invasi della Camastra, del Pertusillo, di Montecotugno e Aip di Savoia di Lucania, dighe che, nella maggior parte dei casi, «offrono» acqua per scopi potabili;
Maurizio Bolognetti dei Radicali lucani è venuto in possesso di alcuni dati sul monitoraggio delle acque a novembre 2009 da cui emergerebbe che analisi chimiche effettuate dall'Ufficio risorse idriche dell'Arpab documenterebbero una contaminazione da sostanze chimiche tossiche e un'abnorme presenza di coliformi fecali;
per le acque della Camastra - invaso che serve la città di Potenza - emergerebbe un inquinamento da bario, boro e un superamento dei limiti consentiti dalla legge in riferimento ai cloruri;
composti di bario sono usati dalle industrie di gas e petrolio per fare fango perforante e il bario può avere effetti tossici sulla salute umana. Piccole quantità di bario solubile in acqua possono indurre in una persona difficoltà di respirazione, aumento della pressione sanguigna, variazione del ritmo cardiaco, irritazione dello stomaco, debolezza muscolare, cambiamenti nei riflessi nervosi, gonfiamento di cervello o fegato, danni a cuore e reni».

Anche il boro può essere nocivo per la salute umana: può infettare stomaco, fegato, reni e cervello;
per le acque dell'invaso di Montecotugno, la diga più grande d'Europa in terra battuta, utilizzate anche dalla regione Puglia e destinate per il 40,4 per cento ad usi potabili le analisi mostrano un inquinamento da bario e una presenza di coliformi totali 5 volte superiore ai limiti di legge;
anche le acque del Pertusillo risultano contaminate dalla presenza di bario, così come la presa Aip di Savoia di Lucania. Anche in questo caso le analisi effettuate dall'Arpab mostrano una contaminazione da bario e un impressionate sforamento per ciò che concerne la presenza di coliformi fecali, coliformi totali e streptococchi fecali;
secondo il Presidente dell'Arpab Vincenzo Sigillito, le indagini finora espletate, nonché quelle di novembre 2009, sono da considerarsi assolutamente perfette, rientranti cioè nel range di riferimento previsto dal decreto legislativo n. 152 del 2006;
il Presidente dell'Arpab Sigillito conferma i dati di rilevamento resi noti da Bolognetti, ma precisa che i limiti fissati dalla legge non sono quelli evidenziati nella denuncia;
l'Arpab però farebbe riferimento in materia di caratteristiche di qualità delle acque superficiali destinato alla produzione di acqua potabile (disciplinate dalla Tabella 1 del decreto legislativo 152 del 2006) alle tabelle 3 e 4 che nulla hanno a che vedere sulle acque potabili;
già nella vicenda dell'inceneritore Fenice, posta all'attenzione del Ministro con svariate interrogazioni, si era verificato l'utilizzo da parte delle autorità preposte ai controlli di un'unità di misura fuorviante: invece di usare i ppb (parti per bilione) si era fatto ricorso a ppm (parti per milione) -:
se i dati forniti dall'Arpab siano relativi ai parametri delle acque che scaricano sul suolo ed in fognatura o alle acque la cui destinazione è destinata per larga parte al consumo umano è che dovrebbero essere stati trasmessi al Ministro della salute.
(5-02332)

Interrogazione a risposta scritta:

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto reso noto dal vice-presidente della Commissione ambiente del Comune di Roma Athos De Luca, dai dati forniti dal Dipartimento di epidemiologia del servizio sanitario regionale risulterebbe che le morti per inquinamento atmosferico dovuto soprattutto al cosiddetto sforamento della soglia delle polveri sottili presenti nell'aria abbiano raggiunto, a Roma, la quota di 280 persone all'anno;
si tratta con tutta evidenza di una cifra allarmante, che nulla ha a che vedere con i morti causati dalla temutissima influenza A per la quale lo Stato ha speso milioni di euro e rispetto alla quale il comune di Roma e altre istituzioni non sembrano aver adottato alcun provvedimento di urgenza, necessario all'abbattimento dell'inquinamento atmosferico, come sarebbe invece obbligo del sindaco, quale responsabile per legge della salute pubblica;
un siffatto comportamento, ad avviso degli interroganti, potrebbe configurare una vera e propria omissione di atti dovuti;
il vice-presidente della Commissione ambiente del comune di Roma, De Luca, ha provveduto ad inoltrare formale diffida al primo cittadino, e ha annunciato che, in assenza di misure urgenti, sarà oggetto di denuncia alla magistratura -:
quali siano gli intendimenti dei Ministri in ordine alla situazione sopra esposta e quali urgenti iniziative nel caso di inerzia dell'amministrazione regionale, intenda adottare in favore della salute della

collettività che risulta così gravemente minacciata e lesa, anche ai sensi dell'articolo 3, comma 2, del decreto ministeriale n. 163 del 2009.
(4-05702)

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta orale:

PALOMBA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
le produzioni degli impianti VCM e PVC di Vinylis Italia ex Ineos Italia completano in Sardegna il ciclo del cloro. Si tratta di produzioni fondamentali in quanto consentono l'utilizzo dell'etilene prodotto a Porto Torres dall'impianto del cracking e del DCE (dicloroetano) prodotto ad Assemini con il cloro. La linea di produzione è interconnessa tra i due stabilimenti e l'uno si integra con l'altro;
questo tipo di produzione rafforza l'accordo sindacale siglato il 19 ottobre 2009 che riguarda lo stabilimento Polimeri Europa;
l'etilene prodotto a Porto Torres viene trasportato ad Assemini, ove, utilizzandosi il cloro prodotto nello stesso sito, viene trasformato in dicloroetano (DCE). Tale prodotto viene di nuovo trasportato a Porto Torres, ove è trasformato in VCM (vinil cloruro monomero), che a sua volta viene trasformato in PVC (poli vinil cloruro) che è l'ultimo anello della catena;
si tratta di quantità rilevanti, e cioè 150 chilotonnellate dell'anno di produzione di VCM e 80 kt/a di PVC;
i lavoratori diretti coinvolti sono 135, ai quali vanno aggiunti quelli dell'indotto con un rapporto di 1 a 3;
la sostenibilità del progetto industriale a Porto Torres deve necessariamente vedere in funzione questa importante linea di produzione che, oltre a sostenere lo stabilimento di Assemini, ha stretti legami con quello di Porto Marghera;
il riavviamento degli impianti ha già avuto due slittamenti. Il primo era previsto per il 15 dicembre e il secondo per il 10 di gennaio. Ad oggi non si conosce un'altra data;
permane il problema delle fideiussioni bancarie pari a 20 milioni di euro;
la regione Sardegna tramite la SFIRS ha dato parere favorevole per farsi garante rispetto a questo investimento che consentirebbe la messa in marcia degli impianti, iniziando da Porto Marghera. Ma al momento non si conoscono i tempi di erogazione, stanti le incertezze per il timore di una procedura di infrazione da parte dell'Unione europea per aiuti di Stato a imprese private;
permane un problema con l'Eni per quanto riguarda la fornitura del Dicloroetano, materia prima indispensabile per la produzione del PVC, in quanto l'Ente lamenta il mancato pagamento di circa 100 milioni di euro di materie prime e di utilities da parte di Vinyls Malgrado gli accordi stretti presso il Ministero dello sviluppo economico tale aspetto non è stato ancora risolto;
i lavoratori al momento sono impegnati in azioni sindacali importanti che tendono a portare il problema in un livello nazionale. A 10 di questi lavoratori il 13 gennaio è scaduto il contratto biennale e senza novità sostanziali esso non verrà loro rinnovato e quindi saranno licenziati;
questa situazione si inserisce in un contesto sociale di disperazione perché la chiusura di quegli impianti rappresenterebbe un ulteriore gravissimo colpo ad un'economia del territorio già pesantemente colpita dalla deindustrializzazione;
i lavoratori, presi dalla esasperazione per le negative prospettive di lavoro, hanno occupato siti importanti in condizioni pericolose e, in mancanza di immediati interessamenti e rassicurazioni, potrebbero porre in essere azioni eclatanti;
la Chiesa e l'università, ai massimi livelli dell'arcivescovo e del magnifico rettore,

come riportato nell'odierna stampa locale hanno espresso piena solidarietà ai lavoratori in lotta recandosi in cima alla Torre Aragonese, ove essi si trovano nella loro azione di sensibilizzazione delle istituzioni e dell'opinione pubblica -:
se non ritenga necessario ed urgente attivare immediatamente un tavolo al Ministero dello sviluppo economico con i soggetti coinvolti nelle prospettive di soluzione del problema, invitando le aziende intenzionate ad acquisire gli impianti ed il progetto industriale, verificandone credibilità e solidità dal punto di vista economico (sembra che ve ne sia disponibile anche una del Qatar) e adoperarsi fattivamente per sbloccare le fideiussioni bancarie, senza le quali non è possibile riavviare gli impianti.
(3-00835)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

PELINO. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il gruppo Compel è subentrato nel 2005 alla Siemens nella gestione centro di ricerche Technolabs in provincia dell'Aquila, garantendosi per tre anni, tramite un accordo con la società venditrice, una serie di commesse; dal 2005 al 2009 tuttavia l'organico di fabbrica è passato da 210 a circa 160 dipendenti, sotto gli occhi dei sindacati, che per bocca di Guglielmo Epifani avevano dichiarato essere, quella della Technolabs «una vertenza simbolo in Italia»;
nel febbraio 2009 il gruppo presenta alle autorità regionali un piano industriale vincolato ad un intervento pubblico pari a cinquanta milioni di euro, per mantenere il proprio insediamento in città, scongiurando così gli ottanta esuberi annunciati;
dal 3 agosto il gruppo Compel manda in cassa integrazione ordinaria, per 13 settimane, 100 dei 160 dipendenti del laboratorio; il 4 agosto il Consiglio regionale abruzzese si riunisce per esaminare la vicenda, adottando una serie di impegni volti a mantenere nel territorio regionale una realtà produttiva di così elevata specializzazione; paventano infatti i sindacati che la proprietà intenda trasferire le residue commesse ed il know-how a Milano;
il 1o settembre i lavoratori danno inizio ad una serie di azioni concrete entrando in fabbrica nel corso di una riunione dei dirigenti, che viene interrotta; da lì la lotta prosegue con una serie di assemblee pubbliche;
Technolabs è stata a lungo azienda leader in Italia in relazione a prodotti, sistemi e servizi per collegare la società dell'informazione e dalla comunicazione, punto di riferimento per clienti come Nokia-Siemens, Alcatel e Pirelli; un centro d'eccellenza per l'alta qualificazione professionale delle maestranze; quasi tutti i suoi dipendenti sono ricercatori altamente specializzati, il 50 per cento dei quali di età inferiore ai 45 anni; pertanto ad esse non è consentito il ricorso ad ammortizzatori sociali in grado di accompagnare i dipendenti all'età pensionabile; peraltro non è ammissibile che si proceda alla totale dismissione di un'azienda leader in settori di tecnologia avanzata, proprio nel momento in cui l'Abruzzo cerca un rilancio economico post terremoto -:
se i Ministri interrogati non ritengano opportuno attivare le norme contro le crisi aziendali contenute nei provvedimenti anticrisi approvate nel 2009 e quelle a tutela del reddito dei lavoratori, contenute nel decreto-legge n. 78 del 2009 e nella Finanziaria per il 2010;
se il Ministro dello sviluppo economico non intenda intervenire con gli ulteriori poteri che gli sono propri, eventualmente anche verificando la sussistenza di possibili acquirenti della Technolabs, che ne garantiscano la continuità aziendale, tenuto conto della necessità del rilancio economico e produttivo della regione Abruzzo.
(5-02324)

QUARTIANI e LULLI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
Maflow S.p.a. che è stata acquisita dal gruppo Manuli nel 2004, ad acquisizione

avvenuta, il fondo di Private equity ILP ha accumulato in meno di cinque anni di gestione oltre 250 milioni di debiti, di cui 140 in Italia;
il giorno 20 novembre 2009 è stato depositato presso il Ministero dello sviluppo economico il programma ex articolo 20 del decreto legislativo n. 260 del 1999 in attesa ora di approvazione da parte dello stesso Ministro competente, a seguito del commissariamento straordinario di Maflow intervenuto da parte del Ministero dello sviluppo economico dopo la dichiarazione di insolvenza dichiarata a maggio dal Tribunale di Milano;
Maflow e Man servizi (società del gruppo) contano 330 dipendenti a Trezzano sul Naviglio (Milano) e un centinaio ad Ascoli Piceno, per quanto attiene al personale impiegato in Italia, nonché altri 2000 dipendenti in Polonia, 300 in Francia, 60 in Spagna ed altri 150 in Brasile, Messico e Cina;
lo stabilimento di Trezzano sul Naviglio venne ceduto da Manuli Rubber a Italian Lifstyl Partner (ILP), nel 2007 denominatasi Maflow, operando nel ramo automotive;
nel settore automotive nel Trezzano sul Naviglio la produzione ha riguardato tubazioni per il settore auto in particolare tubi per l'impianto idraulico del servosterzo e tubi benzina, in seguito iniziando la produzione di tubi per l'aria condizionata, innovandosi continuamente eccellendo nella tecnologia per la produzione di tubi d'acciaio e di alluminio, sperimentando altresì tubi per le vetture ad idrogeno, depositando brevetti relativi;
pertanto gran parte del prodotto ha riscontrato in BMW il principale e maggioritario acquirente, ed in FIAT un cliente marginale;
nel 2007 ILP vendette gli immobili al fine di recuperare risorse per colmare l'alto debito accumulatosi, fino a ridursi a pagare un milione di affitto l'anno, generando costi fissi altissimi, che rendono il sito produttivo relativamente poco appetibile sul mercato;
dato che BMW non può tollerare a lungo una situazione di precarietà come quella di Maflow, da settembre 2009 BMW ha iniziato un processo di allontanamento da Maflow, non più prevedendo la produzioni di nuove tubazioni, che avrebbero dovuto sostituire nel 2011 i disegni attuali ed in seguito riducendo altre ordinazioni in produzione, così producendo oggettivamente uno stato di instabilità lavorativa dei dipendenti di Maflow di Trezzano sul Naviglio, costretti a lunghi periodi di cassa integrazione;
si tratta di una crisi che giunge nel settore automotive in un momento in cui il settore auto pare riprendersi importanti quote di mercato anche a seguito degli incentivi ecologici riconosciuti in Italia e in Europa;
a giudizio degli interroganti, si tratta di una caratteristica situazione in cui sono più le condizioni finanziarie del gruppo che quelle di capacità produttiva competitiva degli stabilimenti italiani, in particolare quella di Trezzano sul Naviglio, a generare l'attuale crisi ed il conseguente stato di amministrazione straordinaria;
è stato nominato l'advisor per valutare la proprietà ed indire la gara di vendita da effettuarsi entro metà gennaio;
in queste condizioni la RSU e le organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori dipendenti hanno richiesto al Ministero dello sviluppo economico l'attivazione urgente del tavolo di crisi, con l'obiettivo di individuare un percorso teso ad una positiva soluzione della vicenda del gruppo ora in amministrazione controllata;
il 25 novembre scorso i commissari italiani si sono incontrati, insieme ai liquidatori polacco e francese, con i principali clienti del gruppo per presentare loro quattro potenziali acquirenti del gruppo medesimo -:
quali iniziative intenda il Governo intraprendere al fine di garantire la continuità

produttiva del sito di Trezzano sul Naviglio di Maflow e degli stabilimenti italiani del gruppo, per rilanciare le attività produttive dell'azienda in Italia e nei territori milanese ed ascolano interessati dalla crisi del gruppo multinazionale oggetto dell'interrogazione.
(5-02334)

Interrogazione a risposta scritta:

STUCCHI, PIROVANO, CONSIGLIO e VANALLI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi, sono stati sequestrati dai Carabinieri di Bergamo seimila cosmetici contenenti metalli pesanti in concentrazioni molto elevate e dannose per l'organismo, in diversi negozi cinesi della città e della provincia orobica;
il sequestro a scopo preventivo riguarda prodotti con marchio Riveel importati direttamente dalla Cina da due imprenditori cinesi di Milano, che erano stati già indagati per lo stesso reato nel dicembre 2009, quando in tutto il Paese vennero sequestrati 6 milioni di cosmetici -:
se i Ministri interrogati intendano attivarsi, anche tramite l'ausilio delle Forze dell'ordine competenti, affinché vengano adottate altre iniziative volte a salvaguardare la salute dei consumatori, che spesso si ritrovano ad essere vittime inconsapevoli di commercianti senza scrupoli.
(4-05705)

...

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta in commissione Laganà Fortugno e Misiti n. 5-02120, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 18 novembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Monai.

L'interrogazione a risposta in Commissione Laganà Fortugno e Misiti n. 5-02127, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 18 novembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Monai.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore:
interpellanza urgente De Nichilo Rizzoli n. 2-00557 del 26 novembre 2009.

Ritiro di una firma da una interrogazione.

Interrogazione a risposta scritta Evangelisti e altri n. 4-05324, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 9 dicembre 2009, è stata ritirata la firma del deputato Barbareschi.

Trasformazione di documenti del Sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:
interrogazione a risposta scritta Terranova n. 4-05332 del 10 dicembre 2009 in interrogazione a risposta in commissione n. 5-02323;
interrogazione a risposta scritta Quartiani e Lulli n. 4-05431 del 15 dicembre 2009 in interrogazione a risposta in commissione n. 5-02334.