XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 7 ottobre 2009

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:

La III Commissione,
premesso che:
il 29 ottobre 2008 nell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per la diciassettesima volta consecutiva, la comunità internazionale si è espressa contro l'embargo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti a Cuba;
questo comportamento poteva apparire logico ed essere condivisibile all'epoca della guerra fredda quando la installazione di basi missilistiche Urss avrebbe concretamente minacciato la pace nel mondo: va ricordato il sospiro di sollievo che il mondo tirò in quell'occasione;
ora è un altro mondo. Gli USA si pongono come guardiano della pace, ciò fa onore a tale Paese, e per ciò ha tutta la solidarietà dei firmatari del presente atto di indirizzo, e non solo;
ma quest'opera ha alcune falle che esponenti del Partito Democratico hanno evidenziato nella proposizione di ordini del giorno quando è stato votato l'invio di nostre truppe alle «missioni di pace»: è stato fatto notare infatti da altri che se il fine delle missioni è far affermare la democrazia ed allontanare tentazioni di guerra, se il fine è anche e soprattutto l'aiuto ai popoli oppressi, la lotta contro la sofferenza e la morte di giovani, donne, perfino bambini, non si comprende per quali ragioni non si fa nulla per altre realtà pure presenti e per le quali sarebbero necessari, se possibile, in modo più pressante tali interventi;
ci si chiede perché la guerra iniziata unilateralmente dagli USA in Iraq, per la supposizione che questa producesse armi chimiche, non è cessata quando si è avvertito che tale supposizione era errata;
i detrattori degli Stati Uniti sostengono che vi siano differenti interessi soprattutto economici: in Iraq c'è il petrolio, in Congo no;
l'embargo attuale potrebbe essere la cartina di tornasole di tali teorie e ciò è tanto sentito dall'Italia e dall'Europa che in sede di votazione all'ONU vi è stato voto contrario;
l'embargo deve cessare perché:
a) è anacronistico;
b) la democrazia non si può esportare, si può esportare solo una dittatura travestita da democrazia e falsamente riconosciuta come tale;
c) il comunismo è fallito nell'Urss per motivi economici, Cuba è la prova vivente della possibilità dell'esistenza del socialismo reale proprio perché oppresso dall'embargo: occorre toglierlo perché solo così i cittadini cubani avranno una evoluzione economica che porterà al capitalismo e solo allora si vedrà la reale possibilità dell'esistenza del socialismo in regime di libero mercato;
d) solo togliendo l'embargo si cancellerà l'idea che gli USA vogliano fare di Cuba una propria colonia: infatti gli stessi appunti mossi a Cuba possono essere mossi alla Cina, ma non pare che vi sia embargo per quest'ultima nazione. Certo c'è una critica (ciò appartiene ad una naturale dialettica) che ben potrebbe effettuarsi nei confronti di Cuba senza affamarla;
e) vi sono evidentissime ragioni umanitarie;
f) il popolo cubano è pacifico e ben si guarda dal tenere una politica aggressiva nei confronti di alcuno; pretende solo una cosa che tutti pretendono: di essere padrone a casa propria;
g) infine l'apertura dei commerci renderebbe ancor più improbabili momenti

aggressivi ed ogni iniziativa in tal senso sarebbe più facilmente verificabile,

impegna il Governo:

ad assumere iniziative affinché l'embargo contro Cuba abbia a cessare;
ad intraprendere iniziative internazionali per far cessare il blocco economico-commerciale che colpisce in particolar modo i bambini e gli anziani dell'isola, posto che non è sufficiente il voto dell'Onu.
(7-00210)
«Pini, Brigandì, Comaroli, Vanalli».

TESTO AGGIORNATO AL 23 MARZO 2011

...

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
i media locali della Provincia di Bergamo riportano in questi giorni notizie relative a possibili esuberi alla Tenaris Dalmine;
in particolare, l'edizione del 29 settembre 2009 de L'Eco di Bergamo riportava a pagina 30 l'esito dell'incontro avvenuto tra la proprietà e i rappresentanti sindacali dei lavoratori, presso la sede della Confindustria di Bergamo, evidenziando come nel biennio 2010-2011 il piano industriale proposto da Tenaris Dalmine, a fronte di 114 milioni di euro di investimenti, prevedesse però l'esubero di 1.024 persone (di cui 836 impegnati negli stabilimenti bergamaschi);
secondo la Tenaris Dalmine l'impatto sociale dei tagli occupazionali potrebbe essere in parte attenuato dal fatto che più della metà dei soggetti interessati potrebbe accedere alla pensione in un arco temporale inferiore o pari ai cinque anni;
la prospettiva peggiore riguarderebbe gli stabilimenti di Dalmine e Sabbio con una perdita di organico complessiva di 717 posti, oltre alla situazione anch'essa molto preoccupante di Costa Volpino con una riduzione di 119 occupati e di Arcore con 64 lavoratori interessati, e la situazione ancor più compromessa di Piombino che con 120 dipendenti potrebbe essere anche completamente chiuso -:
se non ritengano, alla luce della drammatica situazione sopra esposta, di assumere iniziative nei confronti della Tenaris Dalmine affinché riveda le scelte annunciate, offrendo anche la piena collaborazione dei Ministeri preposti al fine di mantenere in essere un livello di produzione adeguato a garantire la situazione occupazionale esistente;
se, qualora la Tenaris Dalmine dovesse confermare le decisioni assunte nel piano industriale illustrato ai sindacati, non si ritenga opportuno attivare una specifica unità di crisi presso il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, coinvolgendo pienamente i rappresentanti dei lavoratori e richiedendo la presenza al tavolo pure del Ministero dello sviluppo economico, al fine di individuare ogni possibile soluzione che eviti o limiti notevolmente ripercussioni negative sugli attuali livelli occupazionali, garantendo comunque fin da ora la copertura economica degli eventuali ammortizzatori sociali necessari.
(2-00501)
«Stucchi, Pirovano, Caparini, Consiglio, Vanalli».

Interrogazioni a risposta orale:

CICCIOLI e CARLUCCI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nel libro «L'inquinamento d'oro» edito nel maggio 2009 da Le Vespe, l'autore Giuseppe Ayroldi sostiene che il servizio della difesa del mare è stato per ben venti volte concesso con procedure che suscitano notevoli perplessità dal punto di vista della loro regolarità alle società Ecolmare e Castalia (gruppo IRI), poi riunite nella società consortile Castalia-Ecolmare;
secondo quanto riportato nella citata pubblicazione, l'irregolarità delle dette procedure emergerebbe da alcuni atti di procedimenti svoltisi presso il Tribunale di Roma, la Corte dei Conti, l'Ufficio istruzione del Tribunale di Napoli, il Tribunale civile e la Corte civile d'appello di Roma, nonché della Guardia di finanza e della Polizia di Stato;
in particolare, risulterebbe da testimonianze raccolte dall'Ufficio istruzione del Tribunale di Napoli che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare abbia convenzionato i mezzi Pelican della Ecolmare dopo aver constatato che questi mezzi erano decisamente scadenti (come poté personalmente vedere il direttore generale dell'ICDM, dott. Felice d'Aniello, nel corso di una «dimostrazione-esibizione» organizzata il giorno 10 aprile 1985 dalla stessa Ecolmare nella darsena (nel posto più riparato, cioè, da correnti e moto ondoso) del porto di Fiumicino);
la stessa fonte citata segnala la testimonianza dell'Ammiraglio Francesco Vacca Torelli, Capo del Servizio «Procivilmare» del Dipartimento della protezione civile, secondo cui la menzionata esibizione «fu un vero disastro», nonché quella del Comandante Renato Ferraro, all'epoca dei fatti Capo del Compartimento marittimo di Roma e Vice Capo Gabinetto del Ministro della marina mercantile, in seguito Ammiraglio comandante generale della Guardia costiera, secondo cui «l'esperimento si risolse in un ridicolo e clamoroso insuccesso». Forti dubbi sull'idoneità dei mezzi furono espressi anche dall'«esperto marinaio Salvatore Aprea» quando vide che il consorzio dei comuni di Capri e Anacapri «s'era ugualmente servito» dei mezzi spazzamare Pelican della Ecolmare;
nel libro «L'inquinamento d'oro» si sostiene, altresì, che anche la regione Campania ha acquistato con dubbie procedure venti battelli Pelikan poi mandati ad arrugginire «in uno spiazzo della zona orientale di Salerno, alle spalle del centro di formazione professionale Gallotta, (...) in un deposito-cimitero in zona Torre Angellara, abbastanza lontano da occhi indiscreti» (come si evince anche dalla foto sul Corriere del Mezzogiorno di giovedì 18 settembre 2003);
onde surrettiziamente evitare il certo ripetersi di «incidenti» come quello di Fiumicino, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non avrebbe verificato la capacità operativa della ferraglia «rastrellata sul mercato» (locuzione che, come riportato nel libro di Ayroldi, è utilizzata dal colonnello Vincenzo Letterese della Guardia di finanza in un rapporto di polizia giudiziaria 41678/VII/1o per la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma) dalla società Castalia «ad avvenuta stipula della convenzione»;
una consulenza tecnica d'ufficio disposta dal Tribunale di Genova ha verificato che, in vigenza della convenzione, la società Castalia non ha in alcun modo ridotto l'inquinamento causato dall'esplosione, e conseguente affondamento, della superpetroliera Haven, e che tutto il greggio sversato (134.000 tonnellate, secondo la banca dati M/B, 60.000 secondo altre

fonti) è stato affondato mediante macroirrorazione di solventi chimici sul fondale marino;
a seguito e in conseguenza di tale gravissima operazione, enormi quantità di sostanze cancerogene hanno potuto raggiungere centinaia di migliaia di persone attraverso la catena alimentare;
da ultimo una consulenza tecnica d'ufficio disposta dal Tribunale di Genova suffragherebbe il fatto che dalla surrettizia concessione del servizio della difesa del mare alle società Ecolmare e Castalia siano derivati anche gravissimi danni per la salute umana, tutelata dall'articolo 32 della Costituzione;
per quanto attiene alla situazione finanziaria della Ecolmare, a seguito di una perizia disposta nel 1987, dal Tribunale di Napoli emergerebbe un «buco» di lire 8.000.000.000 nei libri contabili della predetta società;
nel citato volume «L'inquinamento d'oro» si fa riferimento ad atti giudiziari dai quali risulterebbe che la società Castalia abbia pagato una tangente di lire 2.000.000.000 al Ministro Gianni Prandini per ottenere la concessione del servizio della difesa del mare e poi una tangente di lire 2.000.000.000 (o del superiore importo di lire 2.500.000.000, non è ben chiaro) al Ministro Vizzini per ottenerne il rinnovo -:
per quali motivi sia stato per ben venti volte (l'ultima ancora nel 2009) concesso, con procedure che all'interrogante appaiono poco trasparenti, un così importante servizio a delle società che si servono di mezzi tanto inefficienti e che paiono prive di qualunque capacità ed esperienza tecnica;
per quali motivi non si sia ancora provveduto a rescindere e dichiarare nulla una così dannosa convenzione, costata alle casse dello Stato, per quanto risulta all'interrogante, poco meno o poco più di euro 500.000.000.
(3-00700)

CICCIOLI e CARLUCCI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il 12 dicembre 1999 la petroliera Erika, varata da più di 25 anni, contenente un carico di 30.884,471 tonnellate metriche di nafta, si è spezzata in due a causa della ruggine ed è affondata a circa 35 miglia marine dalle coste francesi del Finistère, producendo un inquinamento catastrofico che ha colpito più di 400 chilometri di costa;
il Tribunale di Grande Istanza di Parigi, giudicando sulla responsabilità penale per reato d'inquinamento e sulle pretese delle parti civili, ha condannato solidamente i signori Savarese e Pollara, il RINA Spa e la Total Spa pagare consistenti somme di denaro a titolo di riparazione, oltre che dei danni materiali, anche dei danni per pregiudizio all'«immagine e alla reputazione» degli enti pubblici territoriali interessati (tre regioni [Bretagna, Paesi della Loira, Poitou-Charentes], quattro dipartimenti [Finistère, Morbihan, Loire-Atiantique, Vandea], e quaranta comuni), perché : «Les pièces du dossier pénal ont établi que Messieurs Savarese et Pollara, ainsi que la société RINA ont, respectivement, laissé naviguer un pétrolier, réparé au moindre coùt, mal entretenu et dont certains éléments présentaient, moins d'un mois avant le naufrage, des signes préoccupants de corrosion et qu'ils ont ainsi exposé les membres des équipages successifs de l'Erika à un danger grave pour leur vie ou leur intégrité physique» (sent. cit., par. 3.2.);
Domenico Quirico, in un articolo apparso su La Stampa del 17 gennaio 2008, ha scritto: «Il processo ha scoperchiato la realtà opaca, ai limiti del grottesco, che sta dietro i traffici marittimi. Basta leggere l'identikit amministrativo di Erika: apparteneva a una società maltese controllata da due società liberiane le cui azioni

appartengono a un italiano. Batteva bandiera maltese ma era stata classificata da una società italiana, l'equipaggio era indiano, per il suo ultimo viaggio era stata affittata da una società immatricolata a Panama, filiale di una compagnia petrolifera francese. Un'adunata di bandiere di comodo, che nessuno degli imputati ha giudicato anormale, e che oscura la responsabilità. Impresa stavolta fallita. Erika era incancrenita dalla corrosione, le riparazioni erano state frettolose e sommarie. Ma 18 mesi prima del naufragio era stata definita in buono stato»;
Rina spa, operante nel settore della classificazione e certificazione delle navi, è la società operativa del Registro italiano navale, organismo sottoposto alla vigilanza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
va segnalato, inoltre, che da tempo il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si avvale, sulla base di un rapporto convenzionale, del consorzio Castalia-Ecolmare per le attività concernenti il servizio di difesa del mare, le cui procedure di affidamento destano molte perplessità anche in relazione alle effettive capacità organizzative e all'esperienza tecnica delle società affidatarie;
a quanto risulta all'interrogante, il titolare della società Ecolmare di Piano di Sorrento è il signor Mariano Pane -:
se risulti che la proprietà dell'Erika sia effettivamente riconducibile al signor Mariano Pane, già proprietario della società Ecolmare, società alla quale, da sola o insieme alla società Castalia, risulta essere stato concesso per ben 20 volte, in maniera che all'interrogante suscita molte perplessità, l'appalto della difesa del mare e quali iniziative il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti abbia adottato o intenda adottare in relazione alla vicenda di cui in premessa.
(3-00701)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

GUIDO DUSSIN, LUCIANO DUSSIN, LANZARIN, TOGNI, ALESSANDRI, BITONCI, FORCOLIN, GIDONI, CALLEGARI, MONTAGNOLI, NEGRO, BRAGANTINI, DAL LAGO, DOZZO, GOISIS, MUNERATO e STEFANI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
gli eventi sismici che hanno colpito la Regione Abruzzo, con una serie di scosse consecutive a partire dal 6 aprile 2009, rappresentano senz'altro un evento catastrofico dalle dimensioni disastrose che ha creato centinaia di vittime e migliaia di feriti e di sfollati;
il Governo ha fatto fronte prontamente al disastro con una serie di ordinanze della protezione civile e con il decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, stanziando i finanziamenti necessari per uscire dall'emergenza e cominciare la ricostruzione;
il Governo ha dimostrato un'eccellente capacità di gestione e di organizzazione che ha suscitato l'ammirazione di altre protezioni civili di altri Stati;
sono stati resi disponibili per la ricostruzione 8 miliardi di euro: 1,5 miliardi per l'emergenza e 6,5 per la ricostruzione vera e propria;
entro gennaio 2010 si prevede di consegnare 4.700 appartamenti completi di mobilio stoviglie e di tutto il necessario per le famiglie;
è assicurato il pagamento a fondo perduto e al 100 per cento della ricostruzione e la riparazione della prima casa danneggiata o distrutta. È stato inoltre previsto il pagamento fino a 10 mila euro per le riparazioni delle case lesionate e un contributo di 2.500 euro per unità abitativa per lavori condominiali;
purtroppo il disastro si è ripetuto in questi giorni con l'alluvione di Messina;
anche in questa occasione il Governo non si è tirato indietro. Il Presidente del Consiglio dei ministri ha promesso le stesse provvidenze adottate per il terremoto dell'Aquila anche per gli alluvionati di Messina;

già è stato dichiarato lo stato di emergenza, è stata prevista la sospensione delle rate dei mutui e delle tasse ed è stata prevista la sistemazione delle persone sfollate negli alberghi della costa;
nei mesi di maggio e giugno 2009 eventi calamitosi di straordinaria intensità hanno colpito altre zone del Paese. Si tratta di forte vento, nubifragi, violente prolungate gradinate e una devastante tromba d'aria che hanno distrutto cose mobili e immobili, colpito le attività produttive e le infrastrutture pubbliche e messo in ginocchio le colture e gli allevamenti in Veneto e Friuli Venezia Giulia, soprattutto nelle province di Treviso, Vicenza, e Pordenone;
in particolare il 6 giugno 2009 una tromba d'aria ha devastato il territorio di Riese Pio X e la frazione di Vallà, con la forza simile di un terremoto, creando numerosi feriti, scoperchiando case, colpendo attività produttive, infrastrutture pubbliche, viarie e a rete, capannoni, industrie, edifici pubblici e privati, automobili e servizi;
i tecnici, provinciali e comunali, che hanno effettuato il censimento dei beni danneggiati, hanno rilevato la necessità di un numero elevato di 500 interventi, che complessivamente si stimano tra i 400 e i 500 milioni di euro;
anche per questi eventi calamitosi il Governo ha promesso il proprio sostegno alle imprese e ai cittadini;
la Regione Veneto ha chiesto lo stato di emergenza per tutta l'area interessata dal pesantissimo evento meteorologico, dichiarazione che è stata approvata dal Consiglio dei ministri;
solo per il territorio di Riese Pio X, i danni a seminativi, frutteti, vigneti ed allevamenti si calcolano in circa 60 milioni di euro; i danni alle colture, che in certi casi hanno superato il 150 per cento hanno compromesso le piante anche per la buona riuscita della fioritura del prossimo anno. In particolare i danni ai frutteti, distrutti dalla tromba d'aria, hanno messo a repentaglio il lavoro di cinque stagioni, colpendo in modo irreparabile gli agricoltori;
la provincia di Treviso, di concerto con il comune di Riese Pio X, si sono attivati per coordinare l'emergenza, e hanno fatto il loro meglio, ripristinando la rete viaria e la corrente elettrica e sistemando i circa 200 sfollati nelle strutture ricettive;
tuttavia, il Governo non si è dimostrato pronto nell'intervento di ricostruzione come per le altre calamità naturali. Anche se si sono evitati i morti, la gente ha ancora bisogno di ripristinare le infrastrutture pubbliche colpite, assicurare la ricostruzione delle case danneggiate e permettere la ripresa delle attività economiche, delle aziende manifatturiere e delle aziende agricole;
occorrono risorse economiche per far fronte al ripristino dei territori colpiti ed in particolare alla ricostruzione del territorio di Riese Pio X devastato dalla violenta tromba d'aria. Se per l'Aquila e per Messina è stato assegnato il 100 per cento del valore della casa ricostruita, occorre assegnare identiche risorse anche per il territorio di Riese Pio X, per evitare discriminazioni tra i cittadini;
nella seduta del 17 giugno 2009 il Governo, rispondendo ad una interrogazione a risposta immediata in Assemblea alla Camera del Gruppo Lega Nord ha assicurato gli interroganti che «il Governo ha ben presente la gravità degli eventi che si sono verificati lo scorso 6 giugno nei territori cui si è fatto riferimento e del quale l'onorevole Guido Dussin è sicuramente interessato attivamente da anni, e che il Governo intende intervenire prontamente, per quanto è di sua competenza, al fine di alleviare i danni alla popolazione e di ripristinare le infrastrutture che sono state danneggiate»;
fino ad oggi non sono state stanziate le risorse promesse dal Governo -:
quali iniziative il Governo abbia intrapreso per ottemperare alle promesse

annunciate in Parlamento, anche per evitare l'insorgere di discriminazioni tra i cittadini con riferimento alle provvidenze e alle agevolazioni previste per i terremotati de L'Aquila e per gli alluvionati di Messina, ai fini del ripristino dei danni subiti.
(5-01898)

TULLO, ANDREA ORLANDO, ROSSA, ZUNINO, GAROFANI e MELANDRI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in data 23 novembre 2006 è stato decretato lo stato di emergenza ambientale per il sito nazionale «Stoppani» con apposito decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri. Con successiva ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 3554 del 5 dicembre 2006 è stato nominato il Commissario delegato, attribuendo allo stesso poteri straordinari per consentire il superamento dell'emergenza stessa;
l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 3554 individua la necessità di provvedere alla predisposizione di un cromoprogramma inerente l'attuazione degli interventi al fine di superare la grave situazione di emergenza ambientale determinatesi nello stabilimento Stoppani (sito nel comune di Cogoleto in provincia di Genova) in conseguenza della presenza di cromo esavalente ubicato all'interno della fabbrica;
gli impegni già assunti e le spese sostenute hanno permesso di rimuovere dodicimila tonnellate di rifiuti pericolosi e creare le condizioni per la messa in sicurezza del sito;
le risorse ad oggi utilizzate sono state attinte dal fondo del Dipartimento della protezione civile;
il Capo del Dipartimento della protezione civile, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Guido Bertolaso, con lettera del 25 agosto 2009 inviata al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e alla Regione Liguria, rispondendo alla nota del 10 agosto 2009 del Commissario delegato, dottoressa Anna Maria Cancelliere, Prefetto di Genova, ha annunciato di non avere fondi per sostenere ulteriormente il programma di bonifica;
ad oggi quindi i fondi a disposizione sono sufficienti fino al 31 dicembre 2009;
al 31 dicembre 2009 sono in scadenza anche i contratti dei 24 dipendenti ex Stoppani (trasformatasi in immobiliare Val Lerone) e assunti dalla struttura commissariale e utilizzati negli interventi di bonifica -:
se il Governo sia in grado di assicurare al più presto la comunità locale, i lavoratori, il commissario delegato per ciò che riguarda le risorse da reperire al fine di proseguire l'attività di messa in sicurezza del sito;
se sia possibile al fine di proseguire anche la bonifica del tratto di arenile di Cogoleto su cui insisteva l'attività della Stoppani, mettere a disposizione i sette milioni di euro per la bonifica che risultano stanziati dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ma non ancora destinati.
(5-01899)

Interrogazioni a risposta scritta:

REGUZZONI, LUSSANA e MUNERATO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il Comune di Seregno (provincia di Milano), è una città di oltre 40.000 abitanti che può vantare numerose peculiarità storiche, culturali, artistiche architettoniche e della tradizione lombarda: dalla presenza della «Torre del Barbarossa», Villa Odescalchi e Palazzo Landriani Caponaghi;
in Comune di Seregno si svolgono altresì significative manifestazioni quali il concorso pianistico internazionale Ettore Pozzoli che celebrerà proprio quest'anno il cinquantenario della sua fondazione ovvero

numerose mostre organizzate nell'ambito della galleria «Ezio Mariani»;
legata al tema dell'alimentazione - centrale nell'Expo 2015 - vi è poi la manifestazione denominata la «Torta paesana più lunga del mondo», organizzata nelle vie del centro storico di Seregno dall'Associazione «Carlo Crippa Onlus»;
recentemente inoltre l'amministrazione guidata dal Sindaco ha promosso una manifestazione denominata «il percorso dei sensi» che ben si coniugherebbe con i temi dell'Expo 2015;
in Comune di Seregno trovano sede altresì sodalizi famosi come il Coro «Il Rifugio» attivo da decenni nel campo dei canti popolari e della tradizione lombarda ovvero numerose altre associazioni e Onlus, attive nei più svariati campi e settori, compresi la solidarietà sociale e il volontariato;
l'Expo 2015 si svolgerà a pochissimi chilometri dal comune di Seregno;
Seregno è altresì un punto di collegamento importante sia dal punto di vista viabilistico sia soprattutto dal punto di vista ferroviario, essendo snodo strategico tra Milano e Malpensa;
la posizione del Comune di Seregno e la sua tradizione agricola al centro della pianura padana, unitamente alle peculiarità sopra citate lo rendono un luogo interessante ai fini del coinvolgimento dello stesso relativamente all'Expo 2015;
una stretta connessione del territorio limitrofo con i soggetti organizzatori dell'Expo 2015 rappresenta non solo un impegno preciso assunto dal Governo in sede di pianificazione della manifestazione, ma rappresenta soprattutto una straordinaria ed irripetibile opportunità di promozione del nostro territorio, della nostra economia, delle nostra tradizioni e della nostra cultura -:
quali iniziative il Governo, eventualmente anche per il tramite della società di gestione dell'evento SOGE S.p.A., intenda attuare ai fini di coinvolgere i comuni e gli enti locali della Lombardia nello svolgimento della manifestazione dell'Expo 2015, con particolare riferimento al Comune di Seregno ed al patrimonio artistico, architettonico ed associazionistico citato in premessa.
(4-04447)

REGUZZONI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il Comune di Albiate (provincia di Monza e Brianza) può vantare numerose peculiarità storiche, culturali, artistiche architettoniche e della tradizione lombarda: dalla presenza del fiume Lambro a quello della cascina Canzi, alla Parrocchiale di San Giovanni Evangelista, e al suo campanile risalente all'XI secolo, a dimore storiche come Palazzo Tomini, Villa Tanzi e Villa San Valerio con il suo oratorio, il Santuario di San Fermo, fino alla splendida Villa Campello, sede del Comune, con il suo parco;
in Comune di Albiate nel mese di agosto si svolge una manifestazione pluricentenaria denominata «Sagra di San Fermo» che coinvolge numerosi comuni brianzoli e che affonda le radici nel 1609 in ricorrenza dell'arrivo nel piccolo santuario cittadino delle reliquie di San Fermo; nell'ambito di detta sagra si svolgono rassegne zootecniche equine, bovine e bufaline, oltre a momenti di promozione della produzione di miele, verdure («la mia urtaja») ed altri prodotti della tradizione agricola e alimentare; detta sagra vedrà nel 2015 la sua quattrocentoseiesima edizione;
il comune di Albiate organizza anche il premio letterario «Curt Granda», manifestazione di livello dedicata alle poesie in dialetto, cui è connesso un assaggio di vecchi dolci dimenticati;
l'Expo 2015 si svolgerà a pochi chilometri dal comune di Albiate ed avrà quale tematica l'alimentazione;
la posizione del Comune di Albiate e la sua tradizione agricola e industriale al

centro della pianura padana, unitamente alle peculiarità sopra citate lo rendono un luogo interessante ai fini del coinvolgimento dello stesso relativamente all'Expo 2015;
una stretta connessione del territorio limitrofo con i soggetti organizzatori dell'Expo 2015 rappresenta non solo un impegno preciso assunto dal Governo in sede di pianificazione della manifestazione, ma rappresenta soprattutto una straordinaria ed irripetibile opportunità di promozione del nostro territorio, della nostra economia, delle nostre tradizioni e della nostra cultura -:
quali iniziative il Governo, eventualmente anche per il tramite della società di gestione dell'evento SOGE S.p.A., intenda attuare ai fini di coinvolgere i comuni e gli enti locali della Lombardia nello svolgimento della manifestazione dell'Expo 2015, con particolare riferimento al Comune di Albiate ed al patrimonio artistico, architettonico e di manifestazioni citato in premessa.
(4-04449)

REGUZZONI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il Comune di Mede (provincia di Pavia) può vantare numerose peculiarità storiche, culturali, artistiche, architettoniche e della tradizione lombarda, oltre a svariate manifestazioni e sagre che lo rendono un centro attivo e vitale della Lomellina;
in comune di Mede si svolge, nel mese di giugno, una manifestazione denominata la «Sagra della Scottona», organizzata dall'associazione medese «La Scottona», evento gastronomico che in questi anni ha avuto notevole successo di pubblico; l'evento è patrocinato dalla Provincia di Pavia e dal Comune di Mede, in collaborazione con il Gruppo Alpini di Mede e si svolge cocendo allo spiedo la scottona durante un giorno ed una notte, oltre a vedere la realizzazione di numerosissimi eventi gastronomici collaterali;
in Comune di Mede, nel mese di settembre, si svolge altresì il «Palio della Ciaramela», antica manifestazione che vede lo svolgersi di una sfilata in costume, di numerosi e variegati momenti gastronomici, e del gioco della Lippa (in dialetto appunto «Ciaramela»), antico gioco che anche recentemente ha visto squadre di Mede (i «Fiò dla Lippa») ottenere ottimi risultati a livello nazionale;
l'Expo 2015 si svolgerà a pochi chilometri dal comune di Mede proprio nel periodo che comprende i mesi di giugno e settembre ed avrà quale tematica l'alimentazione;
la posizione del Comune di Mede e la sua tradizione agricola al centro della pianura padana, unitamente alle peculiarità sopra citate lo rendono un luogo interessante ai fini del coinvolgimento dello stesso relativamente all'Expo 2015;
una stretta connessione del territorio limitrofo con i soggetti organizzatori dell'Expo 2015 rappresenta non solo un impegno preciso assunto dal Governo in sede di pianificazione della manifestazione, ma rappresenta soprattutto una straordinaria ed irripetibile opportunità di promozione del nostro territorio, della nostra economia, delle nostre tradizioni e della nostra cultura -:
quali iniziative il Governo, eventualmente anche per il tramite della società di gestione dell'evento SOGE S.p.A., intenda attuare ai fini di coinvolgere i comuni e gli enti locali della Lombardia nello svolgimento della manifestazione dell'Expo 2015, con particolare riferimento al Comune di Mede, alla manifestazione «Sagra della Scottona» e del «Palio della Ciaramela» ed al patrimonio artistico, associazionistico e di manifestazioni citato in premessa.
(4-04467)

REGUZZONI e CROSIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il comune di Chiuro (provincia di Sondrio) può vantare numerose peculiarità storiche, culturali, artistiche architettoniche e della tradizione lombarda: dalla

presenza della Chiesa dei Santi Giacomo e Andrea risalente all'epoca medievale, alla Torre medievale di Castionetto, alla seicentesca Chiesa della Madonna della Neve e San Carlo Borromeo;
in comune di Chiuro - nella bella cornice della Valtellina - nel mese di settembre si svolge una manifestazione denominata «grappolo d'oro» che da anni riscuote un notevole successo di pubblico;
il comune di Chiuro - anche con il contributo della Fondazione Casse di risparmio delle provincie lombarde - ha creato un originale sito web denominato «Biblioteca del vino On Line», luogo virtuale dalle notevoli potenzialità;
l'Expo 2015 si svolgerà a pochi chilometri dal comune di Chiuro ed avrà quale tematica l'alimentazione;
la posizione del comune di Chiuro nelle belle valli lombarde e la sua tradizione vinicola, ottimamente inserita nella tradizione gastronomica della Valtellina, unitamente alle peculiarità sopra citate lo rendono un luogo interessante ai fini del coinvolgimento dello stesso relativamente all'Expo 2015;
una connessione del territorio lombardo con i soggetti organizzatori dell'Expo 2015 rappresenta non solo un impegno preciso assunto dal Governo in sede di pianificazione della manifestazione, ma rappresenta soprattutto una straordinaria ed irripetibile opportunità di promozione del nostro territorio, della nostra economia, delle nostra tradizioni e della nostra cultura -:
quali iniziative il Governo, eventualmente anche per il tramite della società di gestione dell'evento - SOGE S.p.A. - intenda attuare ai fini di coinvolgere i comuni e gli enti locali della Lombardia nello svolgimento della manifestazione dell'Expo 2015, con particolare riferimento al comune di Chiuro ed al patrimonio artistico, architettonico e di manifestazioni citato in premessa.
(4-04469)

TESTO AGGIORNATO AL 23 MARZO 2011

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AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta scritta:

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
sulla corresponsione delle pensioni, come sugli altri redditi di lavoro dipendente, si opera una trattenuta fiscale alla fonte che incide in proporzione all'importo versato dagli istituti previdenziali;
una parte di queste trattenute è relativa anche a quanto dovuto agli enti locali (regioni e comuni) a titolo di addizionali -:
se queste trattenute vengano operate anche sulle pensioni versate ai cittadini italiani residenti all'estero che non fruiscono dei servizi comunali e regionali stante il loro luogo di residenza;
in caso affermativo, se si ritenga che queste trattenute siano giustificate e/o si intenda assumere iniziative normative volte a eliminarle.
(4-04454)

TESTO AGGIORNATO AL 23 MARZO 2011

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta in Commissione:

SIRAGUSA, MARIANI, ANTONINO RUSSO, D'ANTONI e CAUSI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la borgata palermitana di Belmonte Chiavelli e l'area di Croceverde Giardini - entrambe a valle di monte Grifone - sono state investite da ripetute frane dopo le intense piogge dei giorni scorsi;

nell'area il terreno è devastato dall'abusivismo edilizio;
a Belmonte Chiavelli si sono verificate nelle ultime settimane tre grosse frane che hanno spazzato via la strada principale seminando panico fra la popolazione residente e danni ancora difficili da quantificare;
in un comunicato diffuso il i ottobre 2009 Legambiente parla di «sordità degli amministratori che continuano a ignorare le direttive regionali e nazionali» e critica anche il Comune di Palermo che in via Belmonte Chiavelli «ha permesso la costruzione di edifici in luogo ad alto rischio»;
per fare luce sulla vicenda la Procura ha avviato un'indagine per disastro colposo;
come queste due aree, a rischio sono tutti i quartieri a sud e a nord della città: Boccadifalco e Falsomiele, sovrastate da monti friabili, oppure Papireto e Arenella, poggiati su fiumi sotterranei e su canali come quello di Passo di Rigano che da trent'anni non viene ripulito;
il costone di Monte Pellegrino sta franando sul cimitero dei Rotoli;
a Monreale si registrano periodicamente frane in tutta la zona della circonvallazione e in contrada Capitello: qui nel 2005 oltre 50 famiglie sono state sfollate;
sempre nel Palermitano, a Carini, attualmente una frana di scivolamento interessa la periferia occidentale in contrada Fiume di Falco, mentre a Cinisi cede monte Pecoraro;
come risulta dal rapporto annuale sullo stato idrogeologico della Sicilia, Palermo è in testa nella classifica del rischio dissesti;
ad aggravare la situazione della città ci sono strade invase dai rifiuti, collettori che non funzionano e edilizia selvaggia;
in data 3 ottobre 2009, nel corso di una visita alle borgate palermitane di Belmonte Chiavelli e Croce Verde Giardini, il deputato regionale, Giuseppe Lupo e le parlamentari nazionali Alessandra Siragusa e Annamaria Serafini hanno dichiarato in un comunicato stampa congiunto che «Qui a Belmonte Chiavelli è stata sfiorata la tragedia e, soprattutto dopo i fatti di Messina, dobbiamo evitare che questa situazione si trasformi in una tragedia annunciata. Anche a Croce Verde Giardini la situazione è molto delicata. Ai residenti è stato inoltrato un ordine di evacuazione. Ma è importante che, oltre a tamponare le emergenze, si provveda subito a un riassetto del territorio e a un serio contrasto dell'abusivismo. Per evitare drammi come quello di Giampilieri, non si possono tagliare i fondi della Protezione civile, né si può dare l'impressione che si possano commettere impunemente abusi edilizi»;
l'agenzia Ansa, il 5 ottobre 2009, riporta la seguente notizia riguardante il quartiere palermitano di Partanna a Palermo: «Ogni volta che piove la zona diventa un lago e insegnanti e bambini rimangono bloccati nelle aule con la melma che passa da sotto le porte. Molte volte i genitori disperati hanno fatto uscire i figli con i canottini gonfiabili perché l'acqua raggiunge anche gli 80 centimetri e i bambini rischiano di soffocare». Lo dice la dirigente scolastica Giuseppina Buccala dell'istituto materno-elementare Santo Canale del quartiere Partanna a Palermo. È una situazione che si verifica «da sempre - continua Buccala - la scuola è stata inaugurata circa 10 anni fa e ogni volta che piove è una tragedia. Ora i genitori si sono stancati e pretendono delle risposte concrete»;
in un articolo pubblicato dal quotidiano la Repubblica il 6 ottobre 2009 si legge che secondo l'assessore alle Manutenzioni, Sergio Rappa, «la gran parte dei progetti - di messa in sicurezza - è pronta, ma sono i fondi che mancano»;
alla luce di quanto sopra illustrato, è necessario intervenire con tempestività per evitare che questa situazione si trasformi in una nuova tragedia annunciata;

a tal fine è indispensabile provvedere con immediati piani di riassetto idrogeologico del territorio e un serio contrasto all'abusivismo -:
se sia al corrente della situazione di pericolo in cui vivono i cittadini di interi quartieri di Palermo;
se non intenda assumere le iniziative volte a stanziare con urgenza le risorse necessarie a mettere in sicurezza i territori a rischio idrogeologico del palermitano.
(5-01886)

BRATTI, BRAGA e MARIANI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il comma 2, lettera e), dell'articolo 195 del decreto legislativo n. 152 del 2006, novellato dal decreto legislativo n. 4 del 2008 recita: «...Ai rifiuti assimilati, entro un anno, si applica esclusivamente una tariffazione per le quantità conferite al servizio di gestione dei rifiuti urbani... (omissis) non sono assimilabili ai rifiuti urbani i rifiuti che si formano nelle aree produttive, compresi i magazzini di materie prime e di prodotti finiti, salvo i rifiuti prodotti negli uffici, nelle mense, negli spacci, nei bar e nei locali al servizio dei lavoratori o comunque aperti al pubblico; allo stesso modo, non sono assimilabili ai rifiuti urbani i rifiuti che si formano nelle strutture di vendita con superficie due volte superiore ai limiti di cui all'articolo 4, comma 1, lettera d), del decreto legislativo n. 114 del 1998 (...)»;
unica proroga fin qui concessa in tema di assimilabilità risultava essere quella di cui all'articolo 5 del decreto-legge del 30 dicembre 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 13 che peraltro procrastinava a 18 mesi il termine entro il quale si doveva applicare ai rifiuti assimilati una tariffazione per le quantità conferite al servizio di gestione dei rifiuti urbani;
pur essendo scaduto il suddetto termine a metà agosto 2009, ad oggi tale dispositivo non è stato ancora applicato, e pertanto tali rifiuti sono ancora assoggettati al regime della privativa pubblica;
ciò è dovuto alla complessità della riorganizzazione che sarebbe necessaria a tal fine, la quale rischierebbe oltretutto di far gravare maggiormente sulle utenze domestiche costi fissi di struttura, che attualmente sono ripartiti in modo diverso;
si aggiunga inoltre che l'eventuale deassimilazione di parte dei rifiuti, farebbe sì che le attività interessate dalla medesima non contribuirebbero più in alcun modo ai costi di pulizia e spazzamento cittadino, dei quali paradossalmente continuerebbero a beneficiare;
a livello locale, le stesse attività economiche (in particolare quelle piccole e medie) esprimono oltretutto preoccupazione per l'aggravio amministrativo che si avrebbe come conseguenza della riclassificazione dei rifiuti: rifiuti oggi classificati come assimilati, diventerebbero tout court rifiuti speciali;
si ritiene necessario assicurare interpretazioni applicative e giurisprudenziali certe, che nella fattispecie in esame tutelerebbero non solo gli enti locali e gli operatori del settore nella gestione concreta del sistema integrato di smaltimento dei rifiuti, ma anche lo stesso sistema produttivo -:
se il Governo intenda adottare iniziative di carattere normativo volte a fissare un nuovo termine per consentire all'intero comparto - enti locali/operatori del settore imprese - di adeguarsi alla nuova disposizione, possibilmente individuando come termine quello previsto per l'entrata in vigore dei decreti ministeriali di attuazione di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006.
(5-01890)

BRATTI, BRAGA e MARIANI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nell'ambito dei propri compiti istituzionali definiti dal decreto ministeriale n. 471 del 1999 prima e dal decreto legislativo n. 52 del 2006 poi, l'ANPA e successivamente l'APAT svolgevano funzione di supporto tecnico al Ministero dell'ambiente per le tematiche inerenti i siti contaminati, con particolare riferimento alle attività di istruttoria degli elaborati tecnici inerenti i procedimenti di bonifica dei siti di interesse nazionale;
i compiti istituzionali dell'ex APAT in tema di siti contaminati comprendevano anche attività di sopralluogo e di elaborazione di linee-guida e protocolli tecnici. Nell'ambito di tali attività, condotte di concerto con il sistema delle agenzie ambientali (ARPA/APPA) e con altri istituti scientifici nazionali (JSS, ISPESL, ENEA) sono state elaborate le linee-guida per la valutazione del rischio sanitario ambientale associato ai siti contaminati e i protocolli tecnici per la determinazione dei valori di fondo nelle acque sotterranee e nei suoli, diffusamente applicati a livello nazionale sia da operatori pubblici che da soggetti privati.
l'articolo 28, comma 1, del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 133 del 2008, recante «Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria», al fine di garantire la razionalizzazione delle strutture tecniche statali, ha istituito l'ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale);
l'articolo 28, comma 2, del succitato decreto-legge ha attribuito all'ISPRA le funzioni, con le inerenti risorse finanziarie, strumentali e di personale dell'APAT, dell'INFS e dell'ICRAM, i quali sono soppressi a decorrere dalla data di insediamento dei commissari di cui al comma 5 del medesimo articolo;
l'articolo 28, comma 4, del citato decreto-legge n. 112 del 2008, ha disposto che la denominazione «Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale», sostituisce ad ogni effetto ed ovunque presente le denominazioni APAT, INES ed ICRAM;
l'ISPRA in forza delle suddette norme continua a svolgere le funzioni, con le inerenti risorse finanziarie, strumentali e di personale, dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici di cui all'articolo 38 del decreto legislativo n. 300 del 30 luglio 1999 e successive modificazioni, dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica di cui alla legge 11 febbraio 1992, n. 157 e successive modificazioni, e per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare di cui all'articolo 1-bis del decreto-legge 4 dicembre 1993, n. 496, convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 21 gennaio 1994, n. 61;
l'ISPRA continua oggi a svolgere, attraverso il suo settore siti contaminati proveniente dalla struttura ex APAT, le attività di supporto tecnico al Ministero dell'ambiente per i procedimenti di bonifica delle aree a terra dei 57 siti di interesse nazionale con elaborazione di pareri, partecipazioni a riunioni tecniche e a conferenze dei servizi elaborazione e pubblicazione di protocolli e linee guida anche in collaborazione con altri istituti scientifici e gruppi di lavoro tra i quali vi sono temi di particolare rilevanza quali l'analisi di rischio, il fondo naturale dei suoli e su acque sotterranee, l'anagrafe dei siti contaminati. Lo stesso settore siti contaminati svolge attività di supporto ad altri dipartimenti dell'ISPRA per la redazione di indicatori per l'annuario dei dati ambientali e studi specifici che coinvolgono aspetti rilevanti per la bonifica dei siti contaminati (ultimo in ordine di tempo quello relativo all'area di Malagrotta).
il settore siti contaminati ex APAT è costituito attualmente da 10 tecnologi di cui 1 assegnato alle attività del neo-istituito

gruppo di lavoro IPP/AIA e 2 a tempo determinato in scadenza di contratto a novembre 2009. Lo stesso settore era solo alcuni mesi fa costituito da 15 tecnologi -:
se il Ministro interrogato ritenga strategiche e di interesse per il Paese le attività che ISPRA, come supporto tecnico del Ministero dell'ambiente, svolge in tema di siti contaminati, in considerazione del fatto che, come mostrano i recenti fatti di cronaca, la problematica della gestione dei rifiuti e dei siti contaminati assume sempre maggiore rilevanza sociale ed economica e necessita di un'attenta vigilanza istituzionale allo scopo di garantire la legalità nel Paese;
se il Ministro interrogato sia a conoscenza del fatto che, ad oggi ottobre 2009, le attività istituzionali di ISPRA vengono di fatto condotte, per quanto di competenza ex APAT, da 7 unità di personale per 57 siti di interesse nazionale che rappresentano, come aree a terra, oltre il 3 per cento dell'intero territorio italiano;
se il Ministro, alla luce delle numerose questioni sulle quali l'ISPRA è chiamato a rispondere in tema di siti contaminati, intenda chiarire le motivazioni che hanno portato ad una inspiegabile riduzione di personale dell'unità di ISPRA (ex APAT) preposta a trattare tali tematiche;
se il Ministro interrogato sia a conoscenza che, in riferimento al concorso pubblico per tecnologi e ricercatori che ISPRA è in procinto di bandire, nelle ultime proposte relative ai profili concorsuali presentate alle organizzazioni sindacali non vi è alcun riferimento alle attività inerenti la bonifica dei siti contaminati;
se gli organi commissariali dell'ISPRA, alla luce dei compiti istituzionali ai quali l'istituto è chiamato in tema di siti contaminati, intendano favorire, in tempi brevi, la riorganizzazione delle preposte unità ex APAT ed ex ICRAM, attualmente separate, in modo da ottimizzare l'utilizzo delle risorse interne;
se gli organi commissariali dell'ISPRA intendano inserire all'interno dei profili relativi al concorso pubblico per tecnologi e ricercatori che ISPRA è in procinto di bandire, la richiesta di un congruo numero di unità con specifica esperienza nel settore della bonifica dei siti contaminati, allo scopo di sopperire alle attuali evidenti carenze di organico.
(5-01895)

Interrogazioni a risposta scritta:

GENOVESE. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in data 1o e 2 ottobre 2009 alcune frazioni del comune di Messina ed il confinante comune di Scaletta Zanclea sono stati colpiti da un evento calamitoso di eccezionale gravità che ha provocato ingenti danni materiali ed un numero di vittime ancora indeterminato ma comunque superiore a 24;
il movimento franoso che ha provocato il maggior numero di vittime si è verificato in una zona che dal 2007 è considerata a rischio sotto il profilo idrogeologico; infatti, nella stessa area il 25 ottobre 2007 si era verificato un analogo, seppur meno intenso, evento alluvionale rimasto fortunatamente senza vittime;
nel periodo trascorso fra il primo (25 ottobre 2007) ed il secondo (1o ottobre 2009) degli eventi alluvionali che hanno interessato la frazione di Giampilieri del Comune di Messina, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha finanziato numerosi interventi a tutela del territorio -:
quali interventi - dalla data del Suo insediamento al 30 settembre 2009 - siano stati finanziati dal Ministro interrogato al fine di eliminare, prevenire o comunque limitare il rischio idrogeologico nelle frazioni a sud del comune di Messina - con particolare riferimento a Giampilieri - e nel comune di Scaletta Zanclea;

se risponda al vero che, nel novembre del 2008, la Regione Siciliana aveva presentato al ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare un elenco di n. 81 interventi di tutela del territorio da finanziare, tra i quali uno per Giampilieri dell'importo di un milione di euro;
se quanto sopra risponda al vero, quali siano i motivi per i quali il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha ritenuto di non dover finanziare l'intervento richiesto dalla Regione Siciliana per la zona di Giampilieri nel comune di Messina, preferendo dare precedenza ad altri progetti.
(4-04455)

MARINELLO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
a Porto Empedocle i fondali portuali non sono adeguati ad accogliere navi di significativo tonnellaggio e questo a causa dell'incuria pluriennale di chi avrebbe dovuto provvedere al dragaggio ed alla manutenzione del porto medesimo;
in questa situazione di degrado, c'è un imprenditore, Salvatore Moncada, che è disposto a modernizzare e dragare adeguatamente questo scalo marittimo a propria cura e spese, al fine di consentire una migliore funzionalità ad un proprio stabilimento, situato nell'area industriale ex Montedison della città siciliana;
si stanno frapponendo inspiegabili ostacoli alla realizzazione di quest'opera, che sarebbe molto utile per rilanciare l'attività commerciale ed industriale di Porto Empedocle -:
quali siano le ragioni che ostacolano l'iniziativa di Salvatore Moncada per la modernizzazione ed il dragaggio sistematico dello scalo marittimo di Porto Empedocle e se non si ritenga necessario ed urgente rimuovere tali ostacoli che appaiono del tutto controproducenti per lo sviluppo economico e sociale dell'area.
(4-04463)

DIMA e CARLUCCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il Crati, il più importante fiume della Calabria per ricchezza d'acqua, lunghezza e superficie del bacino idrografico, versa in uno stato di degrado e di incuria molto forte;
nel corso degli ultimi anni, alcuni suoi tratti sono stati ridotti ad una vera e propria discarica a cielo aperto, con rifiuti altamente pericolosi che minacciano l'ecosistema esistente;
i Comuni e le Associazioni ambientaliste hanno più volte posto all'attenzione delle istituzioni competenti la necessità di avviare un complessivo ed organico progetto di recupero, di tutela e di valorizzazione del fiume che, soprattutto, nel tratto finale, tra il comune di Tarsia e quello di Corigliano Calabro, ed alla foce, tra i comuni di Corigliano Calabro e Cassano all'Ionio, in provincia di Cosenza, riveste particolare importanza sotto il profilo naturalistico tanto da essere stata istituita la riserva naturale regionale «Lago di Tarsia e Foce del Fiume Crati»;
lo stato di abbandono è così grave che, nel corso degli anni, sono stati registrati preoccupanti fenomeni di moria di pesci oltre alla presenza di materiali altamente inquinanti come eternit, pneumatici, inerti ed altro;
nelle aree attraversate dal fiume insistono numerosi insediamenti abitativi, agricoli ed industriali che potrebbero scaricare acque reflue non opportunamente depurate che, quindi, farebbero registrare la presenza di elementi inquinanti molto al di sopra del limite previsto dalla legge in materia;
questa situazione si è ulteriormente aggravata a seguito dell'eccezionale ondata di maltempo che ha investito nelle scorse settimane il versante ionico delle provincie di Catanzaro, Crotone e Cosenza provocando

ingenti danni ai territori colpiti e rendendo ancora più precario lo stato di salute del fiume Crati;
a seguito di questa ondata di maltempo, sono stati effettuati dai tecnici dei Comuni interessati tutta una serie di sopralluoghi che hanno accertato la presenza nel fiume di enormi quantità di materiale che ostacolano il regolare deflusso delle acque, ostruendone, soprattutto, la foce;
questa situazione è particolarmente allarmante, non solo per la pericolosità dei rifiuti trasportati ma anche e soprattutto per il possibile rischio di ulteriori esondazioni causate dal difficile deflusso delle acque fluviali -:
se il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare ritenga opportuno porre in essere, di comune accordo con la regione ed i comuni, una concreta opera di bonifica nonché di tutela e salvaguardia del fiume Crati;
se il Ministro della difesa ritenga opportuno utilizzare il Genio militare per avviare una puntuale pulizia degli argini e del greto del fiume, al fine di evitare il rischio di possibili, ulteriori esondazioni che metterebbero a rischio gli insediamenti abitativi e produttivi esistenti.
(4-04468)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta scritta:

REGUZZONI, GRIMOLDI e DESIDERATI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il design rappresenta uno dei fattori critici di successo dell'industria del nostro Paese, specialmente se riferito ai settori del mobile e dell'arredamento per la casa, ma anche in senso più ampio alla progettazione di macchinari, auto, oggetti di uso comune, arredo urbano e molto altro;
l'industria lombarda - e specificatamente brianzola - dei settori citati rappresenta un elemento importante ed irrinunciabile per l'economia di tutto il Paese;
il Museo d'arte contemporanea della Città di Lissone (provincia di Monza e Brianza) ben rappresenta il ruolo centrale dell'arte e del design nel panorama economico e culturale di un territorio come la Brianza, fondamentale dal punto di vista economico e commerciale per tutto il Paese;
l'attività del museo non si limita alla promozione dell'arte nelle espressioni più tradizionali, ma, ponendo attenzione alla specificità artigianale e industriale della vasta area brianzola, con la produzione del mobile in primo piano, intende puntare l'attenzione a quel settore della creatività che agisce sui prodotti e i luoghi del vivere, svolgendo in tal modo una funzione importante nella promozione della nostra industria e della nostra economia;
con tradizioni che affondano nel dopoguerra, è altresì attivo un Premio biennale di pittura Città di Lissone cui si è aggiunto - a partire dal 2006 - un Premio Lissone Design, aventi entrambi l'obiettivo di evidenziare le potenzialità dei giovani creativi;
a pochi chilometri dalla città di Lissone si svolgerà l'evento Expo 2015 -:
se il Governo sia a conoscenza delle encomiabili iniziative citate e se e quali iniziative il Governo intenda promuovere ai fini di valorizzare il Museo d'arte contemporanea della Città di Lissone e i collegati Premio biennale di pittura Città di Lissone e Premio Lissone Design;
se ed in che modo tali peculiarità potranno essere valorizzate, eventualmente anche per il tramite della società di gestione dell'evento Expo 2015 - SOGE S.p.A. - nell'ambito dello svolgimento della manifestazione dell'Expo 2015.
(4-04453)

DIFESA

Interrogazioni a risposta scritta:

REGUZZONI e LUSSANA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
gli approvvigionamenti e le scorte delle forze armate vengono effettuati secondo procedure di gara internazionale -:
da dove provengano la carne bovina e la carne suina acquistata dalle forze armate negli ultimi 10 anni e quali siano i dati quali-quantitativi;
quali siano le razze di animali macellate e se siano animali nostrani o di provenienza straniera;
quali siano i dati quali-quantitativi della carne congelata e surgelata e per quanto tempo permanga mediamente a temperature di crioconservazione, e quali siano i tempi massimi registrati nelle celle frigorifere delle nostre forze armate.
(4-04446)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa, al Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che:
gli articoli 29 e 31 della Costituzione stabiliscono che la Repubblica italiana riconosce i diritti della famiglia come società naturale, protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo;
l'articolo 30 della Costituzione stabilisce che è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli;
al caporale maggiore scelto dell'Esercito, Giovanni Denaro non è stata data alcuna positiva risposta in merito alla sua richiesta di trasferimento avanzata in data 3 ottobre 2007, nonostante la grave situazione familiare, rappresentata da idonea documentazione, sia rimasta fino ad oggi invariata e il bimbo, di appena 6 anni, abbia manifestato accentuate difficoltà relazionali con il nucleo familiare e, in particolare, con il genitore padre, che per ragioni del servizio è sempre assente nei momenti di crescita e sviluppo del bambino;
il procedimento di trasferimento del personale militare come quello di altri corpi armati dello Stato, ad ordinamento militare e civile non dovrebbe, a giudizio degli interroganti, prevalere su queste fondamentali norme costituzionali, che garantiscono all'istanza dei genitori il diritto ed il dovere di accudire il proprio figlio nei primissimi anni di vita, e in quelli dello sviluppo e della formazione della personalità, in modo accessibile, continuativo e certo;
per il caporale maggiore scelto dell'Esercito, Giovanni Denaro, in servizio presso il 1o Reggimento Bersaglieri nella sede di Cosenza dal 24 gennaio 2001, con l'incarico «pilota di mezzi cingolati» (54G), coniugato con la signora Patrizia Calvino che vive una critica e comprovata condizione di disagio a causa della quale è stata costretta, inoltre, a lasciare il proprio lavoro, tale dovere/diritto è compromesso dalla lontananza tra l'abitazione di residenza della famiglia, situata nel comune di Enna e il luogo dove presta servizio, nonostante lo stesso abbia presentato regolare e motivata domanda di trasferimento in data 21 maggio 2007, con la quale rappresentava le gravi difficoltà che avrebbe dovuto affrontare permanendo nella sua attuale sede di servizio di Cosenza;
dagli atti allegati all'istanza di trasferimento, a parere degli interroganti, risulta evidente l'impossibilità per il caporale maggiore scelto dell'Esercito, Giovanni Denaro di poter accudire al proprio figlio, con negativi effetti sullo sviluppo del minore come certificato in data 21 febbraio 2005 e, successivamente, 27 febbraio 2007 dal servizio di neuropsichiatria infantile della AUSL n. 4 di Enna;
incomprensibilmente, in considerazione della descritta condizione familiare,

così come risultante dall'istanza di trasferimento e dagli atti ad essa allegati, e, nella circostanza particolare, nei confronti del bimbo, in data 3 ottobre 2007, lo Stato maggiore dell'Esercito, con la nota n. 10399 a firma del vice capo dipartimento Gen. B. Roberto Ranucci comunicava che «nella considerazione che i motivi di carattere familiare posti a base della domanda di trasferimento, pur degni della massima considerazione e comunque non rientranti nella fattispecie previste dall'allegato "H" alla direttiva SME PERS T.U., sono tali da non giustificare al momento, il provvedimento d'eccezione auspicato ...»;
a parere degli interrogante, in riferimento al caso descritto, la determinazione assunta dal Ministero della difesa - Stato maggiore dell'Esercito - Dipartimento del Personale - non appare coerente con gli alti principi costituzionali, concernenti il dovere-diritto del caporale maggiore scelto dell'Esercito Giovanni Denaro, e della signora Patrizia Calvino, di mantenere, istruire ed educare il proprio figlio -:
quali urgenti ed immediate iniziative i Ministri interrogati intendano adottare per garantire, in considerazione del caso narrato in premessa, il diritto e il dovere dei genitori, costituzionalmente tutelato di accudire alla prole, mediante il ricongiungimento dei coniugi nella sede richiesta.
(4-04472)

TESTO AGGIORNATO AL 1° DICEMBRE 2010

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta in Commissione:

RUBINATO, BARETTA, VIOLA, MARTELLA, TEMPESTINI, MURER, CALEARO CIMAN, SBROLLINI, FEDERICO TESTA, NACCARATO, FOGLIARDI, MIOTTO e DAL MORO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il 6 giugno 2009, il territorio delle province di Treviso e Vicenza è stato colpito da eccezionali eventi meteorologici, caratterizzati da intense grandinate, precipitazioni e forti raffiche di vento, che hanno determinato l'interruzione della viabilità stradale e danneggiamenti alle infrastrutture, nonché fenomeni di dissesto idraulico, idrico, ambientale e sanitario;
la calamità naturale, che solo per una serie di fortunate circostanze non ha causato vittime, ha determinato l'inagibilità di numerose abitazioni e la conseguente evacuazione della popolazione interessata, nonché ingenti danni alle attività produttive;
in ordine a tali eventi meteorologici, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 giugno 2009, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 4 luglio 2009, n. 153, è stato dichiarato lo stato di emergenza ai sensi dell'articolo 5, comma 1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225;
con deliberazione della Giunta regionale del Veneto n. 2484 del 4 agosto 2009, pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione veneta 22 settembre 2009, n. 78, i danni rilevati nei territori interessati dall'evento calamitoso sono stati quantificati in 33.752.421,66 euro;
gli interventi finalizzati a porre rimedio a tali danni sono finanziati a valere sulle risorse del Fondo occorrente per gli interventi del Dipartimento della protezione civile, le quali sono iscritte nell'ambito dei capitoli 2184 e 7447 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze;
da notizie di stampa risulta che, con una nota, il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Guido Bertolaso, Capo del Dipartimento della protezione civile, ha chiesto al Ministro dell'economia e delle finanze, Giulio Tremonti, di intervenire per incrementare le risorse di tale Fondo, per far fronte ai danni prodotti dal maltempo verificatosi nelle province di Treviso e Vicenza;

le risorse del Fondo occorrente per gli interventi del Dipartimento della protezione civile non sono state integrate né con la legge 3 agosto 2009, n. 121, recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2009, né con i più recenti provvedimenti adottati in materia economica dal Governo;
mentre sono ormai trascorsi quattro mesi dalla grave calamità che si è abbattuta sui territori delle province di Treviso e Vicenza, non risulta che il Ministro dell'economia e delle finanze abbia provveduto a stanziare le risorse richieste -:
come intenda dar seguito alla richiesta formulata dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Guido Bertolaso, in modo da garantire la messa a disposizione delle risorse occorrenti a finanziare gli interventi che si rendono necessari a riparare i danni causati dalla grave calamità atmosferica che il 6 giugno 2009 ha colpito le province di Treviso e Vicenza.
(5-01887)

GALLETTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
alla fine del mese di luglio 2009, il Cipe ha dato il via libera allo stanziamento di 262 milioni di euro per la metropolitana di Bologna, inserendola tra le 12 opere infrastrutturali approvate per un totale di 3 miliardi di euro;
tali risorse per la metropolitana bolognese si sommano ai 5 miliardi di euro previsti dalla legge finanziaria per il 2008, ai 7,7 di Rete ferroviaria italiana, ai 5,5 della regione e ai 108 del comune di Bologna;
non si registra molto ottimismo, tuttavia, circa i tempi di realizzazione dell'opera nonostante la disponibilità delle risorse, in quanto si resta in attesa di verificare se l'opera potrà essere realizzata a fronte dei vincoli di spesa imposti ai comuni dal patto di stabilità -:
se non ritenga opportuno assumere le necessarie iniziative volte a modificare le disposizioni imposte dal patto di stabilità, al fine di rendere fruibili i fondi resi disponibili per la realizzazione di infrastrutture importanti per la mobilità, come nel caso della metropolitana di Bologna, posto che la loro applicazione rigida rischia di produrre un effetto controproducente per molte situazioni che si ripetono in numerosissime amministrazioni locali.
(5-01892)

Interrogazioni a risposta scritta:

GRIMOLDI, DAL LAGO e STUCCHI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
Nokia Siemens Networks (NSN), multinazionale finlandese del settore delle telecomunicazioni, intende dismettere l'intero ramo d'azienda R&D RA GSM (ricerca e sviluppo radio access per reti GSM) con sede a Cinisello Balsamo (Milano);
negli ultimi anni in NSN e nell'indotto si sono sviluppate competenze e prodotti di eccellenza nel settore delle telecomunicazioni, commercializzati ed in esercizio in tutto il mondo;
il centro di Cinisello Balsamo, nel quale lavorano circa 250 dipendenti, è il cuore dell'attività di ricerca e sviluppo sugli apparati GSM per tutto il mondo per quanto riguarda Nokia e Siemens e costituisce il riferimento per l'assistenza post-vendita dei prodotti già in esercizio;
la permanenza e la crescita di tale realtà costituirebbe un'opportunità di sviluppo industriale e di business sul territorio, permettendo altresì il mantenimento del know-how tecnico in Italia e ricadute positive sia in termini occupazionali che di mantenimento dell'indotto;

a luglio 2009 quattro società lombarde hanno reso noto ai vertici aziendali, al Ministero dello sviluppo economico, alla Regione Lombardia ed alla Provincia di Milano l'interesse ad acquisire da Nokia Siemens Networks l'intero ramo d'azienda R&D RA GSM di Cinisello;
l'interessamento delle società alla suddetta acquisizione deriva da anni di esperienza nel settore delle telecomunicazioni e di collaborazione con NSN;
successivamente è emerso che NSN potrebbe preferire l'opzione di liquidare l'organizzazione di Cinisello e dare in outsourcing l'intera attività svolta a società specializzate indiane o vietnamite, tutto ciò a detrimento sia dell'occupazione locale sia della perdita di know-how tecnologico per l'Italia e la Lombardia;
ad avviso degli interroganti ciò è da evitare, considerata la situazione generale di crisi che sta interessando numerose aziende e lavoratori in tutto il territorio, ed in particolare in Lombardia -:
quali iniziative intendano intraprendere i Ministri interrogati affinché sia salvaguardata l'occupazione dei dipendenti della divisione di Cinisello Balsamo e di quelli dell'indotto e sia mantenuto il prezioso know-how tecnologico sul territorio, tenuto conto anche della manifestazione d'interesse resa nota dalle società lombarde sopra citate.
(4-04458)

MISIANI e SANGA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
con un ordine del giorno approvato dal consiglio comunale in data 22 dicembre 2005 il Comune di Bergamo ha avviato le procedure per la stipula dell'accordo di programma finalizzato alla realizzazione di una nuova Accademia della Guardia di finanza;
con la DGR VIII/1423 del 15 dicembre 2005 la Giunta regionale della Lombardia ha promosso l'accordo di programma;
il progetto della nuova Accademia ha reso necessaria l'approvazione di una variante urbanistica, che ha concluso il suo iter con la ratifica dell'accordo di programma nella seduta di consiglio comunale del 25 novembre 2008;
sempre nel mese di novembre del 2008 è stato sottoscritto l'accordo di programma per la realizzazione della nuova sede dell'Accademia e dei reparti territoriali della Guardia di finanza tra la Regione Lombardia, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la Provincia di Bergamo, il Comune di Bergamo, il Comando Generale della Guardia di finanza e l'Agenzia del demanio e con esso il relativo cronoprogramma e piano finanziario;
il Comune di Bergamo, insieme a Regione Lombardia, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Provincia di Bergamo, Comando generale della Guardia di finanza e l'Agenzia del demanio, è impegnato a garantire i contenuti dell'accordo di programma, vigente e valido a tutti gli effetti;
a tutt'oggi risulta che non siano stati approntati i progetti definitivi ed esecutivi, comportando un rallentamento significativo in ordine all'investimento e alla priorità di realizzazione dell'opera anche da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Di conseguenza i lavori, il cui inizio era previsto per il corrente mese, non sono stati avviati;
da notizie di stampa si è appreso che i fondi destinati alla realizzazione della nuova Accademia sarebbero stati stornati per far fronte alla grave emergenza legata al terremoto dell'Abruzzo. Ad oggi non vi è stato alcun chiarimento da parte del Governo in merito ai criteri seguiti per tale scelta;
queste notizie destano perplessità riguardo alla mancata informazione da parte del Governo agli altri soggetti firmatari dell'accordo di programma in merito allo storno dei finanziamenti destinati

alla realizzazione della nuova Accademia della Guardia di finanza e al cambiamento del cronoprogramma dell'opera;
il mancato reintegro in tempi brevi delle risorse stanziate metterebbe a rischio la realizzazione della nuova Accademia della Guardia di finanza e delle opere civili ad essa collegate. L'eventuale mancato investimento per la realizzazione della nuova Accademia (250 milioni di euro) rappresenterebbe un colpo molto duro per l'economia bergamasca, già sottoposta ad una crisi molto pesante, e priverebbe la città di un polo di eccellenza formativa che, insieme con l'Università, il Centro di ricerca del Kilometro Rosso e la Scuola di magistratura, può costituire una nuova e moderna vocazione per la Grande Bergamo -:
se rispondano al vero le notizie di stampa e le indiscrezioni relative allo storno dei finanziamenti originariamente destinati alla realizzazione della nuova Accademia della Guardia di finanza di Bergamo;
quali siano le motivazioni alla base di tale decisione;
se e quando intendano procedere al reintegro delle risorse suddette, tenendo conto della rilevante importanza del progetto della nuova Accademia della Guardia di finanza e degli impegni assunti con le istituzioni firmatarie del relativo accordo di programma.
(4-04466)

TESTO AGGIORNATO AL 23 NOVEMBRE 2010

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

FUGATTI e STUCCHI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
secondo recenti dichiarazioni del Ministro della giustizia la maggior parte delle carceri italiane sarebbe da chiudere dal momento che le somme di denaro investite negli anni per la manutenzione ordinaria e straordinaria di vecchie prigioni avrebbe raggiunto limiti impensabili e solamente una percentuale bassissima di strutture rispetterebbero le norme dello Stato, così come previsto dal nuovo ordinamento penitenziario che impartisce regole ferree sul trattamento dei detenuti e sui locali che li ospitano, al punto che metà delle galere italiane non andrebbero più utilizzate, essendo antiquate, fatiscenti, sovraffollate ed igienicamente a rischio;
in attesa del progetto denominato «piano carceri» e diretto a risolvere il problema del sovraffollamento e dell'edilizia carceraria, alcune fonti hanno diffuso la notizia che, all'interno del suddetto progetto, potrebbe essere contenuta la chiusura di alcuni istituti penitenziari, con strutture oramai inadeguate, tra i quali la casa circondariale di Rovereto;
secondo dati diffusi nel settembre 2009, nell'istituto penitenziario sono presenti 93 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 49 unità e di una capienza tollerabile di 53 unità;
al sovraffollamento si aggiunge anche il problema di un edificio che potrebbe rischiare la chiusura -:
se intenda confermare o smentire le notizie circa il progetto governativo di riconfigurare in parte la geografa delle strutture penitenziarie e di sopprimere la casa circondariale di Rovereto;
se nel piano carceri del Governo siano contenuti finanziamenti per la casa circondariale di Rovereto e, più in generale, quali benefici siano previsti nel suddetto piano per la regione.
(4-04444)

SCHIRRU. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
non si è ancora avuta risposta all'interrogazione a risposta in Commissione 5-01200 presentata dall'interrogante mercoledì 25 marzo 2009, nella seduta n. 152 con i colleghi FERRANTI, SAMPERI, BELLANOVA, MOSCA e CODURELLI, sulla situazione dei 39 psicologi vincitori di

concorso al Ministero della giustizia, che, dopo aver vinto un lungo e complesso concorso durato due anni (conclusosi con la pubblicazione della graduatoria il 15 settembre 2006 sul bollettino ufficiale del Ministero della giustizia) e dopo tre anni di attesa dell'assunzione a causa del blocco delle assunzioni, hanno visto limitato il loro diritto all'assunzione a causa del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1o aprile 2008 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 30 maggio 2008) che sancisce il passaggio della medicina penitenziaria alle ASL. Tale decreto prevede all'articolo 3, comma 10, che le aziende sanitarie locali possano avvalersi delle graduatorie dei concorsi espletati prima del 15 marzo 2008, di fatto trattando vincitori di un concorso pubblico alla stregua di idonei;
il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria non ha ancora indetto per il 2009 il consueto «interpello» per l'aggiornamento della graduatoria degli agenti di polizia penitenziaria che desiderano cambiare sede di servizio;
il mancato aggiornamento della graduatoria ha suscitato molto malcontento tra gli agenti che attendono da tempo un trasferimento negli istituti più vicini alle famiglie;
ad avviso dell'interrogante è grave la situazione delle carceri per il notevole sovraffollamento, gli ampi vuoti di organico per il mancato svolgimento di concorsi per nuove assunzioni ed il conseguente superlavoro degli agenti con turni massacranti, ferie e riposi non goduti -:
quali siano i motivi che hanno suggerito o impedito al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria di effettuare l'annuale interpello nazionale;
quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato per eliminare i ritardi accumulati ed effettuare in tempi rapidi l'aggiornamento della graduatoria ferma al 2008 in modo da consentire la mobilità richiesta dagli agenti della polizia penitenziaria.
(4-04462)

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Tribunale di Varese, come accade in molti altri uffici giudiziari, deve fare i conti con vuoti d'organico determinati da legittime e comprensibili situazioni di collocamento di magistrati in aspettativa (per maternità o altri motivi familiari), trasferimenti o collocamento in pensione, le cui ricadute sull'efficienza della funzione giudiziaria sono decisamente gravi e di lungo periodo;
come rilevato dalle Unioni camere penali nella lettera del 10 giugno 2009, indirizzata al Ministro della giustizia, oltre che al Presidente, al Vice Presidente e ai componenti del Consiglio superiore della magistratura (CSM), nella sezione penale del predetto Tribunale - in una situazione, come detto, di piena emergenza - la carenza di organico si è andata vieppiù aggravando a partire dal 13 maggio 2009, ossia da quando il Consiglio superiore della magistratura (CSM) ha autorizzato, su richiesta del Ministro della giustizia, il collocamento fuori ruolo della dottoressa Alessandra Clemente, la quale è stata destinata a svolgere la sua attività di «fuori ruolo» proprio al Ministero della giustizia;
nella citata lettera le Camere penali italiane evidenziano come, a fronte di una conclamata e difficile situazione di scopertura di organico e di grave disservizio, sia stato autorizzato un collocamento fuori ruolo ministeriale che ha il solo effetto di rendere più grave la situazione in cui versa il Tribunale varesino, in un contesto in cui fino a questo momento si era riusciti ad evitare la paralisi totale solo grazie a continue applicazioni e supplenze (lo stesso Presidente del Tribunale di Varese avrebbe ammesso che, a causa della mancanza di magistrati, gli uffici giudiziari possono smaltire solo gli affari urgenti, il che compromette pesantemente il normale esercizio della giurisdizione);
la questione dei magistrati «fuori ruolo» rappresenta una vera e propria

emergenza politica ed istituzionale che i radicali e l'Unione delle camere penali denunciano da anni e non solo per le ricadute sull'efficienza dell'attività giudiziaria ma soprattutto per le inammissibili distorsioni nei rapporti tra i poteri dello Stato e per le conseguenze sull'indipendenza dei magistrati dalla politica e dal sistema delle correnti e delle stesse istituzioni politiche rispetto al potere giudiziario ed alla magistratura associata;
a tal proposito l'interrogante si è fatta carico di promuovere due proposte di legge (Atti Camera nn. 1224 e 2673, quest'ultimo elaborato con la collaborazione dalle Unioni camere penali italiane) sulle quali si auspica in tempi brevi un ampio confronto tra tutti gli schieramenti politici;
a giudizio dell'interrogante il collocamento fuori ruolo della dottoressa Alessandra Clemente non avrebbe dovuto essere richiesto, posto che il suo allontanamento rischia di nuocere al regolare funzionamento dell'ufficio giudiziario al quale la medesima appartiene -:
se il Ministro interrogato tenuto conto della situazione di grave disservizio in cui versa la sezione penale del Tribunale di Varese, non intenda - nell'ambito delle proprie competenze e prerogative - rivedere la sua richiesta di collocamento fuori ruolo della dottoressa Alessandra Clemente in modo da favorirne l'immediato rientro nelle funzioni giudiziarie;
se il Ministro interrogato, a fronte della emergenza in cui versano molti uffici giudiziari a causa della scopertura di organico, non intenda - nell'ambito delle proprie competenze e prerogative - disporre un piano di rientro nelle funzioni ordinarie giudiziarie di tutti quei magistrati che svolgono funzioni diverse da quelle per le quali sono stati assunti tramite concorso pubblico, ciò in attesa di una definizione organica e complessiva, anche per via legislativa, della questione dei cosiddetti «fuori ruolo».
(4-04474)

TESTO AGGIORNATO AL 23 MARZO 2011

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
come risulta da quanto riportato dalle pagine del Corriere della sera, la Repubblica edizione di Milano e la Prealpina, oltre che i servizi realizzati dal TGR regione Lombardia RAI, la società Trenitalia Spa avrebbe ritardato la consegna di due treni speciali adibiti al trasporto malati verso Lourdes organizzati dall'Opera federativa trasporto ammalati a Lourdes (OFTAL); il ritardo sarebbe stato per un convoglio pari ad un'ora e mezza e per l'altro di circa due ore;
ad attendere tale treno oltre al personale adibito erano presenti malati e disabili che sono stati esposti a gravissimi disagi;
da diversi anni i disagi per i pellegrinaggi in treno dall'Italia verso Lourdes, organizzati e pagati (a prezzi, peraltro, piuttosto elevati) dalle diverse associazioni ed enti che si occupano di questo servizio, sono innumerevoli: dai tempi di percorrenza previsti (19-22 ore) ampiamente superiori a quelli normalmente richiesti sulla tratta (percorribile in 15 ore al massimo), alla qualità del materiale rotabile fornito (vetture cuccetta), che risulta essere spesso sporco, danneggiato (talora infiltrazioni d'acqua dai tetti, con toilette prive di acqua per gli scarichi e per i rubinetti), dai ritardi nelle partenze al mancato funzionamento dell'elettricità;
tutto ciò appare agli interpellanti intollerabile se solo si tiene conto del fatto che le persone trasportate sono spesso malati e disabili;
nel caso specifico parrebbe che il ritardo sia dipeso in un caso da un ritardo dal fatto che i macchinisti deputati al trasporto sarebbero stati indirizzati ad

una stazione sbagliata mentre per l'altro treno il ritardo sarebbe dipeso dal deragliamento di alcune vetture;
l'assessore alle infrastrutture e la mobilità della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, ha chiesto immediate spiegazioni alla società Trenitalia manifestando formalmente la propria contrarietà con riguardo all'incresciosa vicenda avvenuta -:
se i fatti descritti in premessa siano veri e in particolare se siano confermate le ragioni che hanno portato al ritardo dei due convogli;
se sia riconosciuto un livello di priorità di viaggio ai treni speciali che trasportino persone seriamente malate e disabili, e in caso contrario se non si intenda riconoscere un trattamento privilegiato a questi treni speciali tenendo conto delle condizioni particolari dei soggetti trasportati;
quali iniziative intenda assumere il ministro interrogato affinché sia sanata una volta per tutte questa situazione, che appare intollerabile agli interpellanti.
(2-00505)
«Centemero, Rivolta, Ceccacci Rubino, Mondello, De Torre, Razzi, D'incecco, Frassinetti, Iannarilli, Pili, Vella, Scalera, Aprea, Palmieri, Saltamartini, Carlucci, Toccafondi, Porcu, Polidori, Garagnani, Formichella, Massimo Parisi, Pugliese, Valentini, Di Virgilio, Nizzi, Del Tenno, Pelino, Nola, Bocciardo, Gottardo, Pagano, Paglia, Luciano Rossi, Cota, Stucchi, Consiglio, Goisis, Polledri, Vanalli, Sbai, Murgia, Minardo, Simonetti, Crosio, Bragantini, Grimoldi, Nicola Molteni, Bernini Bovicelli, Mazzuca, De Camillis, Lorenzin, Landolfi, Mussolini, Fedriga, De Nichilo Rizzoli».

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CONTENTO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il comparto delle imprese di trasporto ha registrato, negli ultimi anni, un costante calo di attività che risulta particolarmente significativo nelle regioni di confine, come il Friuli-Venezia Giulia, dove dalle 3.243 aziende, presenti nel 2000, si è passati a circa 2.500 attuali;
le associazioni di categoria hanno attribuito tali conseguenze al minor costo che grava sulle imprese di trasporto estere, in specie di quelle insediate nelle aree geografiche limitrofe, ed hanno ipotizzato un aggravamento della situazione in conseguenza delle misure introdotte, in materia di cabotaggio, dallo scorso 1o maggio quando numerosi altri Paesi europei sono stati ammessi a detto regime nel nostro territorio nazionale; ma anche dal recente decreto del 3 aprile 2009 con cui il Ministero competente ha autorizzato le imprese vettoriali comunitarie ad eseguire, con lo stesso veicolo, fino a due trasporti di cabotaggio successivi ad un trasporto internazionale verso l'Italia con il termine di 7 giorni decorrenti dall'ultima operazione di scarico relativo al trasporto internazionale stesso;
ovviamente, a tali modifiche si accompagnano l'abolizione di alcuni obblighi e l'applicazione delle rispettive normative dei Paesi di provenienza dei veicoli per quanto concerne la massa complessiva a pieno carico;
tra le richieste avanzate dalla categoria per contemperare gli interessi dei trasportatori italiani con quelli delle imprese che operano in regime di cabotaggio, era stata ipotizzata la possibilità di recepire, come in Francia, l'obbligo della domiciliazione fiscale per l'impresa estera ovvero la soglia di un numero massimo di giornate all'anno ai fini dell'esercizio del cabotaggio sull'esempio di quanto accade in altri Stati europei;

tra l'altro, il sistema viario nazionale sta registrando un significativo aumento dei mezzi pesanti circolanti con conseguenze negative anche in relazione al tasso di incidenti che si verificano;
proprio a questo scopo, sono stati anche richiesti interventi circa l'istituzione di un osservatorio permanente sul cabotaggio stradale, l'utilizzo nelle zone di confine dei centri mobili di revisione, il divieto di cabotaggio combinato (trattore straniero e rimorchio italiano), l'introduzione di «clausole di salvaguardia» nelle zone di confine -:
per quali ragioni non sia stato introdotto l'obbligo di domiciliazione fiscale per l'impresa estera operante in regime di cabotaggio in Italia;
se sia possibile introdurre una soglia di un numero massimo di giornate per il ricorso al regime di cabotaggio;
quali iniziative siano comunque ipotizzabili per rispondere alle esigenze evidenziate.
(5-01891)

IANNUZZI e VACCARO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
da tempo si trascina insoluta la questione relativa all'introduzione di un nuovo e diverso sistema tariffario applicato all'Autostrada Napoli-Pompei-Salerno, gestita in concessione dalla Società autostrade meridionale (SAM);
infatti la predetta società ha deciso di sostituire l'attuale sistema tariffario fondato sul pagamento in misura forfetaria ed identica quale che sia il percorso in concreto effettuato, con un sistema tariffario differenziato e giustamente basato su pedaggi diversificati e collegati al chilometraggio effettivamente percorso;
a tal fine il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, (seduta della Camera dei deputati del 18 settembre 2008) in risposta alla interpellanza urgente del gruppo PD n. 2-00119, attraverso il Sottosegretario di Stato Giuseppe Maria Reina, ha dichiarato che erano in corso lungo l'Autostrada Napoli-Pompei-Salerno lavori per la predisposizione del nuovo sistema tariffario con la gestione di pedaggi differiti, consistenti in sconti di pedaggio per le autovetture munite di telepass, proporzionati ai percorsi effettuati; in tale occasione il Sottosegretario ha precisato che il nuovo sistema tariffario sarebbe andato in funzione entro la fine del 2008;
tale impegno è stato disatteso, tant'è che l'onorevole Vaccaro ha presentato il 27 marzo 2009 una nuova interrogazione n. 4-02679 per sollecitare la rapida soluzione del problema;
il Ministro delle infrastrutture, con risposta pubblicata in data 21 luglio 2009, ha dichiarato che «si prevede che tutto il sistema» tariffario nuovo «possa entrare in funzione il 1o luglio 2009»;
invece tale diverso meccanismo di modulazione tariffaria non è stato ancora attivato, nonostante i ripetuti impegni assunti dal Ministro con grave pregiudizio per le popolazioni e le comunità locali interessate;
il perdurare di tale situazione è particolarmente grave ed è privo di ogni ragionevole giustificazione, in considerazione del notevole tempo trascorso e delle dichiarazioni del Ministro, secondo cui le opere necessarie (portali telepass per 27 varchi di uscita e 66 postazioni in totale) sono da mesi in corso e sono prossime alla ultimazione; anzi, tutte le postazioni avrebbero dovuto essere già ultimate entro lo scorso maggio 2009 -:
quali siano le ragioni che hanno impedito la concreta attivazione del sistema tariffario differenziato lungo l'Autostrada Napoli-Pompei-Salerno, basato sul chilometraggio effettivamente percorso e nonostante gli impegni assunti dalla SAM;
quali provvedimenti il Governo intenda tempestivamente adottare per la rapida entrata in funzione del nuovo sistema;

quando sia prevista per davvero l'attivazione del nuovo meccanismo tariffario, senza ulteriori gravi ed ingiustificati ritardi e rinvii e senza che gli impegni assunti dal Governo siano ancora una volta smentiti e contraddetti dalla realtà, come purtroppo è accaduto in questi mesi.
(5-01894)

Interrogazioni a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il Cipe nel 2008 ha deliberato l'approvazione del progetto relativo alla Metrotranvia Milano Parco Nord-Desio-Seregno, opera che prevede la riqualificazione della tranvia interurbana Milano-Desio e il suo prolungamento fino a Seregno. Il progetto prevede il rifacimento totale della sede dei binari, dei binari stessi e degli impianti oltre all'acquisto di 18 moderni tram bidirezionali;
detta opera infrastrutturale è molto importante per il miglioramento dei flussi veicolari all'interno della rete metropolitana milanese e riguarda i Comuni di Milano, di Bresso, di Cormano, di Cusano Milanino, di Paderno Dugnano, di Nova Milanese, di Desio e di Seregno;
il tracciato della metrotranvia Milano Parco Nord-Desio-Seregno si sviluppa per circa 14 chilometri, con 25 fermate. I primi 5,6 chilometri, dal Parco Nord a Calderara, nel Comune di Paderno Dugnano, sono previsti a doppio binario, mentre la seconda tratta da Calderara alla stazione ferroviaria di Seregno è prevista a binario singolo;
il protocollo d'intesa firmato dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e dall'ex ministro alle infrastrutture, Antonio Di Pietro, inserisce la Metrotranvia Milano Parco Nord-Desio-Seregno come opera prioritaria nella rete metropolitana dell'area milanese e prevedeva l'avvio dei lavori nella primavera del 2010, con lavori della durata prevista in 42 mesi;
le principali caratteristiche dell'opera sono il prolungamento della linea, che dovrebbe raggiungere Milano da una parte (capolinea in piazzale Maciachini) e Seregno dall'altra; inoltre una volta a regime la metrotranvia triplicherà le corse, passando nelle ore di punta a una corsa ogni quattro minuti, nel tratto Milano-Calderara dove sarà realizzato il secondo binario, e una ogni dieci minuti da Calderara a Seregno, dove si correrà su un solo binario;
il Sindaco di Cusano Milanino - ingegner Ghisellini - ha ipotizzato la ragionevole possibilità di verificare la realizzazione dell'intero tracciato in un'unica rotaia, ai fini di agevolare la costruzione dell'opera e consentire una riduzione dei costi e dei tempi -:
quale sia la attuale situazione dell'iter di realizzazione dell'opera e se siano reali i tempi previsti per la messa in funzione;
se l'ipotesi avanzata dal Sindaco di Cusano Milanino sia allo stato percorribile e, in caso affermativo, con quali benefici;
se e quali altre iniziative il Ministro intenda assumere ai fini di favorire con la maggiore rapidità possibile la realizzazione di detta importante infrastruttura.
(4-04448)

REGUZZONI, GRIMOLDI e DESIDERATI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la storia e la tradizione del volo hanno radici storiche, industriali, culturali e sportive in tutta la Lombardia;
è importante considerare sia il diritto di privati cittadini a decollare ed atterrare con velivoli su campi di volo autorizzati, sia il diritto dei cittadini residenti nelle zone limitrofe alla tranquillità e alla sicurezza;

in Comune di Cogliate (Monza e Brianza), via Bernardino Lumi, è localizzato un campo di volo avente una storia e una tradizione consolidata, viste anche le manifestazioni culturali spesso ospitate con buon successo di pubblico e la scuola di volo ivi operante con successo;
le rotte di detti velivoli sono stati oggetto di numerose segnalazioni da parte degli abitanti della frazione Dal Pozzo del Comune di Cenano Laghetto (Monza e Brianza): i residenti di detta frazione hanno manifestato preoccupazioni e disappunto poiché i passaggi degli aerei ultraleggeri sui tetti delle loro case causano apprensione e disagi;
l'amministrazione comunale di Cenano Laghetto è intervenuta sollecitando - per il tramite del sindaco Dante Cattaneo - ai responsabili del Campo volo di Cogliate una maggior attenzione circa le rotte di decollo ed atterraggio;
è possibile che detti disagi siano causati dal mancato rispetto del «circuito» di avvicinamento e di allontanamento dalla pista da parte dei velivoli;
è possibile altresì che detti disagi siano causati da rotte di decollo e/o atterraggio che impattano eccessivamente su detto centro abitato;
il Sindaco di Cenano Laghetto, Dante Cattaneo, ha chiesto di valutare una modifica delle rotte di decollo e atterraggio dei velivoli del suddetto campo volo, per eliminare il passaggio a bassa quota sulle proprietà residenziali della frazione Dal Pozzo -:
quale sia la reale situazione del disagio segnalato;
se vi sia allo studio una modifica delle rotte attuali, ed inoltre - in caso di risposta negativa - se sia intenzione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, anche per il tramite degli enti preposti alla vigilanza, avviare una fase conoscitiva ovvero - in caso di risposta positiva - a che punto sia la fase di studio e quali siano i tempi di conclusione;
se e quali altri iniziative il Ministro interrogato intenda assumere ai fini di coniugare i diritti dei piloti e degli utilizzatori del campo di volo con quelli dei cittadini residenti nelle aree limitrofe.
(4-04450)

REGUZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il 7 aprile 2009 in Comune di Calolziocorte (Lecco) è stato avviato il cantiere per la riqualificazione e sistemazione dell'area della stazione ferroviaria per la realizzazione dell'interscambio ferro-gomma;
detto intervento, realizzato in collaborazione tra regione Lombardia, Provincia di Lecco e Rete ferroviaria italiana, prevede la realizzazione di un piazzale per la fermata e la sosta degli autobus, connesso alla stazione ferroviaria, avente superficie di circa 3.000 metri quadrati, dotato di otto piazzole di fermata, marciapiede e pensiline, oltre ad opere quali l'allargamento della via Stoppani ed altre dotazioni di arredo urbano;
i lavori in parola dovrebbero terminare entro i primi mesi del 2010;
sull'area oggetto dell'intervento sono già state realizzate opere funzionali al progetto di interscambio, quali il parcheggio interrato, il parcheggio di superficie, una rotatoria ed altri interventi viabilistici;
detto progetto - come ha giustamente dichiarato il sindaco di Calolziocorte, Paolo Arrigoni - è «significativo e positivo per il territorio», poiché prevede un aumento delle connessioni rete-gomma e rete-ferro;
affinché detto obiettivo possa essere colto appieno deve esserci un adeguato intervento di Rete ferroviaria italiana sul lato della dotazione di mezzi (nuove carrozze e nuovi treni) e nella gestione delle linee, prevedendo nuove corse e/o l'aumento

della frequenza delle corse esistenti e/o il coordinamento degli orari con le linee su gomma;
il Parlamento ed il Governo hanno destinato e stanziato oltre 900 milioni di euro ai fini di ammodernare il parco rotabile della rete ferroviaria del Paese, 75 milioni dei quali precisamente destinati al materiale rotabile destinato alla regione Lombardia -:
quali interventi siano stati programmati da Rete ferroviaria italiana e/o da altri attori della mobilità su gomma e/o su ferro ai fini di coniugare le opere infrastrutturali citate con i doverosi interventi sul lato gestionale del sistema di trasporti;
se tutti gli attori stiano rispettando i termini del protocollo di intesa sottoscritto il 23 gennaio 2004 tra Comune di Calolziocorte, Regione Lombardia, Provincia di Lecco e Rete ferroviaria italiana;
se e quali altre iniziative il Ministro interrogato intenda assumere ai fini di agevolare l'efficacia dell'infrastruttura in argomento.
(4-04452)

REGUZZONI e DAL LAGO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il decreto ministeriale «Bersani» 5 gennaio 2001, all'articolo 4, in tema di assegnazione di frequenze giorno/mese sull'aeroporto di Milano Linate prevede un limite assegnabile per ogni vettore;
ad esempio sulla linea Linate-Bari il limite frequenze risulta essere, per ogni vettore di 28 frequenze al mese, sulla linea Linate-Catania il limite è di 56 frequenze mese, sulla linea Linate-Napoli il limite è di 56 frequenze mese, sulla linea Linate-Palermo il limite è di 28 frequenze;
il gruppo Alitalia, avvalendosi di 5 sigle: Alitalia, AirOne, AirOne city liner, Volare, Alitalia Express, due delle quali non più operative (Volare, Alitalia Express) supera di gran lunga il limite assegnato ad ogni vettore monopolizzando di fatto l'offerta di trasporto aereo;
il risultato di detto comportamento elusivo è stigmatizzabile evidenziando un numero esagerato di frequenze bloccate a favore del gruppo Alitalia sulle varie linee. Ad esempio, risulta che Alitalia eserciti sulla Linate-Bari e sulla linea Linate-Palermo oltre 100 frequenze al mese (limite 28), sulla linea Linate-Catania ne utilizzi oltre 100 mese e sulla linea Linate-Napoli addirittura oltre 200 al mese (limiti di 56 per entrambe);
se fossero confermati i dati suesposti, sembrerebbe che il gruppo Alitalia effettui una elusione della normativa citata atta ad occupare gli spazi disponibili a danno della libera concorrenza;
così operando si impedisce alle altre compagnie di entrare sul mercato nazionale azzerando ogni forma di libero mercato a tutto svantaggio dei passeggeri e delle imprese -:
quali siano i dati effettivi riferiti alle linee indicate in premessa e più in generale ai vettori e agli aeroporti citati;
quali iniziative intenda il Ministro finalmente assumere ai fini di ripristinare la corretta applicazione del dettato normativo.
(4-04456)

CICCANTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nel novembre 1998 è stata prorogata la convenzione tra ANAS e Provincia di Ascoli Piceno, alfine di poter procedere con la progettazione del tratto Acquasanta-Favalanciata secondo diversi livelli di definizione a norma di legge;
il 29 settembre 2003 è stato sottoscritto con la SPEA il contratto di affidamento dell'incarico di progettazione;
in data 31 gennaio 2004 è stato consegnato all'ANAS il progetto preliminare;

in data 14 marzo 2005 è stato consegnato all'ANAS lo studio di impatto ambientale e, nella stessa data, il Comune di Acquasanta Terme ha espresso il proprio parere in merito al tracciato, individuando quello preferito tra le diverse ipotesi;
in data 13 settembre 2005 l'ANAS di Ancona ha richiesto alla Regione Marche la valutazione di impatto ambientale ai sensi dell'articolo 9 della legge regionale 4 aprile 2004, n. 7;
in data 1o dicembre 2005 la SPEA, titolare della progettazione, ha rimesso all'ANAS il progetto definitivo, con la verifica positiva dell'impatto ambientale effettuata dalla Regione Marche e la positiva valutazione di incidenza a norma dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 -:
se l'ANAS intenda completare l'iter procedurale, compartecipando finanziariamente alla risolutiva redazione del progetto per l'appalto integrato, secondo i termini dell'accordo di cui alla convenzione con la Provincia di Ascoli a suo tempo sottoscritto;
se intenda includere nell'area di appaltabilità il 2o lotto della strada statale 4 Salaria, nel tratto Acquasanta-Trisungo tra le progressive chilometri 177+000 e 182+000, precisamente tra la galleria Valgarizia ed il centro abitato di Acquasanta, rispetto allo stato attuale dove è stato collocato nell'area «inservibilità» della programmazione delle opere appaltabili dell'ANAS;
se la stessa ANAS, stante la richiesta di inserimento della Regione Marche nell'atto aggiuntivo alla intesa generale quadro per l'integrazione del 6o programma delle infrastrutture strategiche, intenda recepire tra i suoi programmi di finanziamento ed appalto anche l'opera dianzi evidenziata, indicandone tempi e modalità.
(4-04457)

DIMA e CARLUCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la Calabria, nelle scorse settimane, è stata colpita da un'ondata di maltempo eccezionale che si è concentrata, soprattutto, sul versante ionico delle province di Catanzaro, Crotone e Cosenza;
la forza del fronte temporalesco ha prodotto ingenti danni a buona parte della viabilità e delle produzioni agricole, rendendo ancora più fragile il sistema produttivo ed infrastrutturale di quei territori;
l'ondata di maltempo ha messo ancora una volta in evidenza la fragilità idrogeologica del territorio che ha bisogno di concreti interventi di messa in sicurezza e di manutenzione;
i danni maggiori sono stati registrati, tra gli altri, nel comune di Longobucco, in provincia di Cosenza, che a tutt'oggi risulta essere completamente isolato a seguito di una frana che ha interrotto la circolazione sulla strada statale n. 177, unica arteria viaria di collegamento tra questo Comune e la strada statale n. 106 e quindi la fascia ionica cosentina;
l'interruzione sta provocando enormi disagi ai cittadini di Longobucco che sono molto limitati negli spostamenti -:
quali iniziative, il Ministro interrogato, intenda porre in essere per far sì che l'Anas, in tempi ragionevolmente brevi, metta in sicurezza e renda percorribile un'arteria viaria, la strada statale n. 177, sicuramente vitale per la comunità e l'economia longobucchese.
(4-04461)

MOSELLA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il 1o ottobre 2009 il treno 22719 «Trinacria Express», che collega la città di Palermo all'aeroporto di Palermo «Falcone Borsellino», partenza prevista alle ore 13,20, è stato soppresso un minuto prima dalla sua partenza;

tale soppressione, in prossimità della partenza, ha creato gravi disagi ai passeggeri anche perché non è stata prevista alcuna navetta sostitutiva in direzione dell'aeroporto;
il collegamento ferroviario in discussione, rappresentando un nodo di cruciale importanza per assicurare la mobilità dei viaggiatori in transito nella regione Sicilia, necessita, come del resto ogni altro collegamento, di regolarità e puntualità nel servizio -:
quali iniziative intenda intraprendere per accertare le cause e le eventuali responsabilità nel disservizio causato ai viaggiatori.
(4-04464)

REGUZZONI e LUSSANA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la strada statale n. 33 «del Sempione» nel tratto compreso da Legnano (Milano) e Gallarate (Varese), attraversa i comuni di Castellanza, Olgiate Olova e Busto Arsizio (Varese);
detta area è una delle più urbanizzate del Paese e la strada statale n. 33 costituisce una delle maggiori strade di collegamento;
numerosi investimenti sono stati recentemente realizzati (ad esempio svincolo in località «5 ponti» a Busto Arsizio) da Anas, mentre molti altri sono stati realizzati o sono in corso di realizzazione grazie al contributo della provincia di Varese e dei vari Enti Locali;
esistono - soprattutto in territorio bustese e nel tratto Busto-Gallarate - numerose necessità di intervento di miglioramento infrastrutturale, ad esempio raddoppiando le gallerie e migliorando le entrate e uscite da parcheggi dei centri commerciali, oppure realizzando rotatorie e/o svincoli con incroci attualmente a raso -:
se e quali interventi il Ministro intenda attuare ai fini di migliorare la viabilità lungo la strada statale n. 33 «del Sempione» nel tratto Legnano (Milano) e Gallarate (Varese), e quali i tempi previsti, i soggetti realizzatori, le fonti di finanziamento.
(4-04465)

...

INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:

MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 5 e 6 giugno 2009, si sono svolte le elezioni comunali a Castelfranco di Sopra (provincia di Arezzo), Comune con meno di 15.000 abitanti e quindi a turno unico;
la proclamazione del Sindaco si è effettuata con uno scarto di 5 voti tra vinti e vincitori, a favore della signora Rita Papi (Centro Sinistra per Castelfranco, voti 1.005), sul signor Marco Morbidelli (Lista Civica per Castelfranco, voti 1.000) e Pierazzi Lorenzo (Unione di Centro, voti 131);
conseguentemente è stata eletta Sindaco del Comune di Castelfranco di Sopra la signora Papi Rita;
il signor Morbidelli Marco ha presentato già denuncia circa atti delittuosi che avrebbero distorto il regolare svolgimento del procedimento elettorale sia motivato ricorso al T.A.R. della Toscana onde verificare la legittimità dei suddetti risultati elettorali;
risulterebbe che la Prefettura di Arezzo, dopo pochi giorni dalla chiusura delle operazioni elettorali, abbia sollecitato la rimozione di tre presidenti di seggio coinvolti nella consultazione elettorale medesima -:
per quali ragioni la Prefettura di Arezzo abbia adottato l'iniziativa segnalata in premessa e quali ne siano gli esiti.
(4-04473)

TESTO AGGIORNATO AL 23 MARZO 2011

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interpellanze:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
il 19 maggio 2007 l'insegnante di scuola dell'infanzia Danna Calogero, nativo di Palermo, ma iscritto nelle graduatorie presso l'ufficio scolastico provinciale di Belluno - unitamente ad altri 24 colleghi, per lo più palermitani - ha presentato al TAR Lazio il ricorso n. 4410/07, col quale ha impugnato l'articolo 3, comma 30, del D.D.G. 16 marzo 2007 del Direttore generale del personale della scuola, laddove si è disposto l'annullamento della doppia valutazione dei servizi prestati nelle scuole situate nei comuni di montagna;
all'udienza in camera di consiglio del 27 giugno 2007, la sezione terza/bis dell'adito TAR ha accolto la domanda cautelare «avuto riguardo al contenuto precettivo dei commi 605, lettera c), e 607 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006 che fanno salvi rispettivamente la valutazione in misura doppia dei servizi prestati anteriormente alla predetta data (id est: 1o settembre 2007), nonché le valutazioni dei titoli conseguiti anteriormente e già riconosciuti nelle graduatorie permanenti relative al biennio 2005/2006-2006/2007»;
mentre l'ufficio scolastico provinciale di Palermo si è spontaneamente uniformato a questo provvedimento cautelare, quelli di Belluno e di Como hanno continuato a redigere le graduatorie senza il riconoscimento del doppio punteggio; pertanto nella successiva udienza in camera di consiglio del 23 luglio 2008 lo stesso giudice ha pronunciato una nuova ordinanza, n. 3731 del 2008, con la quale ha ordinato ai predetti Uffici di dare esecuzione alla precedente decisione cautelare «adottando i conseguenti provvedimenti nel termine di 40 giorni»;
l'ufficio scolastico provinciale di Belluno si è, quindi, uniformato alla decisione cautelare del TAR Lazio, riconoscendo al solo ricorrente Danna Calogero il doppio punteggio, consentendogli in tal modo di scavalcare nella graduatoria provinciale tutti gli altri insegnanti che, pur avendo prestato servizio in scuole di montagna, si sono acquietati alla disposizione di cui all'articolo 3 comma 3o del D.D.G. 16 marzo 2007 del Direttore generale del personale della scuola;
a nulla sono valse le proteste degli altri colleghi precari, che hanno vissuto come una ingiustizia questo scavalcamento, tant'è che fra gli stessi si è creato un clima di forte tensione e di diffidenza;
il dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Belluno, professor Domenico Martino, ha sempre e solo risposto che costitutiva suo specifico obbligo uniformarsi alla decisione cautelare assunta a favore dei ricorrenti dal TAR Lazio, in attesa della pronuncia della sentenza di merito all'esito della prossima udienza dell'8 ottobre 2009 -:
quali provvedimenti il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, assunte le necessarie informazioni, intenda adottare affinché il doppio punteggio agli insegnanti delle scuole d'infanzia di montagna o venga attribuito a tutti gli aventi diritto o a nessuno, impedendo manifeste disparità di trattamento conseguenti ad isolate pronunce giudiziarie;
nell'ipotesi in cui il Ministro interrogato ritenga di attendere la pronuncia della sentenza di merito all'esito dell'udienza che il TAR Lazio, sezione terza/bis, ha fissato per l'8 ottobre 2009, quali disposizioni intenda impartire agli Uffici scolastici provinciali per impedire che nel frattempo l'insegnante Calogero Danna e gli altri suoi colleghi menzionati in premessa beneficino delle adottate ordinanze cautelari a totale discapito degli altri colleghi insegnanti non ricorrenti.
(2-00503)
«Paniz, Carlucci».

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
già nella XV legislatura, nella seduta del 18 luglio 2007, il sottoscritto interpellante aveva presentato un'interpellanza, la n. 2-00672, concernente la maxi-inchiesta denominata «concorsopoli» (su un giro di cattedre e di concorsi «pilotati»), in seguito alla quale furono rinviate a giudizio 45 persone fra le quali alcuni docenti della facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Bologna e la Preside;
nella predetta interpellanza, pur nel rispetto dell'autonomia universitaria, già si rilevava che, per quanto concerne i procedimenti disciplinari nei confronti dei professori universitari di ruolo, restano ferme le indicazioni contenute nell'articolo 87 del testo unico approvato con regio decreto 31 agosto 1933, n. 1592, il quale prevede le seguenti sanzioni disciplinari che possono essere inflitte secondo la gravità delle mancanze:
1) la censura;
2) la sospensione dall'ufficio e dallo stipendio fino ad un anno;
3) la revocazione;
4) la destituzione senza perdita del diritto a pensione o ad assegni;
5) la destituzione con perdita del diritto a pensione o ad assegni;

quanto all'autorità competente ad adottare i relativi provvedimenti, occorre ricordare che nonostante gli articoli 88 e seguenti del testo unico facciano esplicito riferimento al Ministro, la norma deve essere coordinata con quanto successivamente previsto dalla legge 24 dicembre 1993, n. 537, che, definendo ulteriormente i principi di autonomia delle università, ha limitato le attribuzioni del Ministro con il disporre all'articolo 5, comma 9, che le funzioni del ministero relative allo stato giuridico ed economico dei professori universitari e dei ricercatori, fatte salve le competenze e le norme vigenti in materia di concorsi, sono attribuite alle università di appartenenza, che le esercitano nelle forme stabilite dallo statuto;
ciò comporta che il potere di attivare procedimenti sanzionatori ed adottare i conseguenti provvedimenti spetta al rettore (non più al Ministro). Qualora per la gravità dei fatti, si proponga una sanzione superiore alla censura, l'atto è comunque adottato dal rettore, ma è necessario il parere conforme di una Corte di disciplina (ai sensi dell'articolo 89, comma terzo del testo unico), che oggi è rappresentata dal Collegio di disciplina del Consiglio universitario nazionale (CUN) e, in caso di inadempienza del Rettore, si pone il problema di chi debba adottare le sanzioni previste per legge in modo da non lasciare alla sola magistratura la facoltà d'intervenire;
nell'interpellanza 2-00672 della XV legislatura, si chiedeva, dunque di conoscere quale fosse il parere del Governo su tale quadro normativo e, dunque, se intendesse proporre una modifica della legislazione attualmente in vigore per definire in modo preciso a chi spettino i poteri sostitutivi in un caso come quello accaduto a Bologna di mancanza di intervento del Rettore che, per quanto risultava all'interpellante, non avrebbe assunto alcun provvedimento disciplinare nei confronti di docenti che risulterebbero aver ammesso la loro responsabilità nella manomissione dei concorsi universitari e che rimangono attualmente al loro posto con responsabilità dirigenziali significative;
l'interpellanza, tuttavia, non ha avuto risposta;
l'opportunità di prevedere soluzioni per i casi, come quello in esame, in cui le autorità competenti non avviano i procedimenti disciplinari, risulta ora vieppiù comprovata da alcuni elementi nuovi:
a) si apprende, da una nota dell'agenzia DIRE del 2 ottobre 2009, che l'Azienda ospedaliero-universitaria S. Orsola-Malpighi di Bologna, in occasione della prima fase dell'udienza preliminare iniziata davanti al giudice dell'udienza preliminare di Bologna, Alberto Gamberini, ha chiesto di costituirsi parte civile

sul presupposto che le vicende descritte, data la loro gravità abbiano causato perfino un danno d'immagine;
b) peraltro alla luce di una recente intervista di un noto cattedratico del policlinico Sant'Orsola, appaiono essersi verificati da parte della Regione condizionamenti, che influiscono anche nei rapporti interni allo stesso policlinico, rendendo oggettivamente difficile la libera attività scientifica e di cura, tanto da far pensare all'esistenza di un vero e proprio potere «trasversale»;

alla luce di tali nuovi elementi, appare dunque necessario che il Governo si pronunci circa le questioni che l'interpellante già aveva posto a suo tempo -:
se il Governo intenda assumere iniziative normative volte a definire in modo preciso a chi spettino i poteri disciplinari in via sostitutiva in un caso, come quello avvenuto a Bologna di mancato intervento da parte del Rettore.
(2-00504)
«Garagnani».

Interrogazioni a risposta in Commissione:

GHIZZONI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1, comma 647, della legge finanziaria per il 2007 (L. 296/2006) ha previsto che, in attesa della riforma dello stato giuridico dei ricercatori universitari, il Ministro dell'università e della ricerca, con proprio decreto da emanare entro il 31 marzo 2007, sentiti il Consiglio universitario nazionale (CUN) e la CRUI, disciplinasse le modalità di svolgimento dei concorsi per ricercatore, banditi dalle università successivamente alla data di emanazione del predetto decreto ministeriale, con particolare riguardo alle modalità procedurali ed ai criteri di valutazione dei titoli didattici e dell'attività di ricerca, garantendo celerità, trasparenza e allineamento agli standard internazionali;
il successivo comma 648 ha previsto che, al fine di consentire il reclutamento straordinario di ricercatori, il decreto di cui al comma 647 definisce un numero aggiuntivo di posti di ricercatore da assegnare alle università e da coprire con concorsi banditi entro il 30 giugno 2008;
il comma 650 ha stabilito che all'onere derivante dalle disposizioni del comma 648 si provvede nel limite di 20 milioni di euro per l'anno 2007, di 40 milioni di euro per l'anno 2008 e di 80 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009;
l'articolo 3, comma 1, del decreto-legge n. 147 del 2007, convertito dalla legge n. 176 del 2007, e l'articolo 4-bis, comma 17, del decreto legge n. 97 del 2008, convertito dalla legge n. 129 del 2008, hanno disposto la disapplicazione, rispettivamente per il 2007 e il 2008, del comma 648 dell'articolo 1 della legge finanziaria 2007 e, al fine di garantire comunque l'attuazione del piano straordinario di assunzione di ricercatori nelle università, hanno previsto che le risorse di cui al comma 650 della medesima legge, limitatamente agli stanziamenti previsti, rispettivamente, per il 2007 e per il 2008, fossero utilizzate per il reclutamento di ricercatori secondo le norme vigenti; i due interventi sono stati determinati dalla volontà di evitare che, a seguito del mancato intervento del decreto ministeriale previsto dal comma 647 della medesima legge finanziaria si disperdessero gli stanziamenti disposti per il 2007 e il 2008;
l'articolo 1, comma 7, del decreto-legge n. 180 del 2008, convertito dalla legge n. 1 del 2009, ha previsto che nelle procedure di valutazione comparativa per il reclutamento di ricercatori bandite successivamente alla data di entrata in vigore del decreto medesimo, la valutazione sia effettuata sulla base dei titoli - illustrati e discussi dinanzi alla commissione - e delle pubblicazioni dei candidati, compresa la tesi di dottorato, e ha rimesso ad un decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di natura non regolamentare - da adottare sentito il

CUN -, la definizione dei parametri da utilizzare, riconosciuti anche in ambito internazionale;
il decreto ministeriale n. 89 del 2009, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 203 del 2 settembre 2009, ha stabilito i parametri di valutazione dei titoli e delle pubblicazioni di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge n. 180 del 2008;
sembrerebbe, quindi, essersi realizzata la condizione di cui all'articolo 1, comma 647, della legge finanziaria per il 2007;
nel bilancio 2009, sul capitolo 1714, Piano di gestione 2, sono disponibili 80 milioni di euro di cui all'autorizzazione di spesa recata dall'articolo 1, comma 650, della medesima legge finanziaria per il 2007 -:
per quale ragione i fondi indicati non siano ancora stati impegnati e non sia stato predisposto il relativo piano di riparto.
(5-01888)

GHIZZONI, COSCIA, DE TORRE, SIRAGUSA, DE BIASI e DE PASQUALE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la gestione dell'influenza da virus A/H1N1V, influenza A, sta provocando da parte del Governo una serie di comprensibili misure atte a prevenire e controllare la diffusione di tale malattia infettiva;
a questo proposito il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ha concordato con il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, la pubblicazione di una nota, prot. n. A00DPIT/2410, del 18 settembre 2009, contenente raccomandazioni e indicazioni operative per la gestione dei casi di influenza pandemica da virus A/H1N1V. La nota, al punto 2, «Restare a casa quando si è malati», recita che «gli studenti e il personale scolastico che manifestino febbre o sindrome simil-influenzale (generalmente febbre, tosse, mal di gola, dolori muscolari e articolari, brividi, debolezza, malessere generale e, a volte, vomito e/o diarrea) devono responsabilmente rimanere a casa nel proprio ed altrui interesse, ed è consigliabile contattare il proprio medico o pediatra di famiglia, quando i sintomi persistano o si aggravano». Il punto 3 della nota, «Studenti e personale scolastico che presentano i sintomi influenzali», afferma, inoltre, che «nel caso la sindrome influenzale si manifesti nel personale della scuola, il dirigente scolastico, o chi da lui delegato, lo inviterà a recarsi a casa ed eventualmente a contattare il medico curante, il quale si occuperà dei provvedimenti da astensione dal lavoro, come da normativa vigente»;
tale provvedimento, se per un verso appare coerente con l'allarme prodottosi relativamente alla diffusione dell'influenza A/H1N1V, dall'altro, appare non coerente con le disposizioni contenute nell'articolo 71 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, riguardante la disciplina delle assenze per malattia dei dipendenti della pubblica amministrazione, laddove dispone che «per i periodi di assenza per malattia di qualunque durata, ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni ...nei primi giorni di assenza è corrisposto il trattamento economico fondamentale con esclusione di ogni indennità o emolumento, comunque denominati, aventi carattere fisso o continuativo, nonché di ogni trattamento accessorio». Si vengono così a imporre comportamenti che si tradurranno in consistenti aggravi economici per il personale scolastico;
il trattamento accessorio, secondo l'articolo 77 del CCNL è composto da: retribuzione professionale docenti; compenso per le funzioni strumentali del personale docente; compenso per le ore eccedenti e le attività aggiuntive; indennità di direzione dei DSGA; compenso individuale accessorio per il personale ATA; compenso per incarichi ed attività al personale ATA; indennità e compensi retribuiti con il

fondo d'istituto; altre indennità previste dal contratto e/o da specifiche disposizioni di legge;
gli appartenenti al personale scolastico, secondo le disposizioni contenute nella nota del 18 settembre 2009, sono quindi costretti (qualora presentino semplicemente dei sintomi di sindrome simil-influenzale), loro malgrado, ad astenersi dal lavoro senza, però, beneficiare nel periodo di assenza per malattia, del trattamento accessorio, come previsto dal comma 1 dell'articolo 71 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 -:
se non intendano assumere iniziative al fine di evitare che il personale scolastico, costretto ad astenersi dal lavoro a causa dell'apparizione di sintomi «di sindrome simil-influenzale», in coerenza con la nota richiamata in premessa, possa subire danni di natura economica, legati alla mancata corresponsione del trattamento accessorio di retribuzione.
(5-01896)

CECCUZZI, CENNI, NANNICINI, SANI e MATTESINI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il 26 febbraio 2009 il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, rispondendo ad una interrogazione presentata dai deputati Ceccuzzi e Cenni per conoscere la situazione finanziaria dell'Università di Siena, ha presentato un quadro analitico della situazione dell'Ateneo senese;
tale quadro analitico era emerso a seguito dell'esame, da parte del governo, della documentazione contabile trasmessa dal rettore di Siena. Lo stesso Ministero ha precisato che il disavanzo al 31 dicembre 2007 era pari a 20 milioni e 927.248 euro, mentre il debito Inpdap, comprensivo di sanzioni e di interessi, ammontava a 98 milioni e 972.935 euro. Il debito Irap, infine, comprensivo anch'esso di sanzioni e di interessi, era pari a 27 milioni e 78.870 euro. Nel caso di rateizzazione dei debiti del 2004 e 2005, più morosi, e di pagamento in un'unica soluzione dei debiti riferiti al 2006 e al 2007, l'importo dovuto, aggiornato al 31 gennaio 2009, veniva quantificato in 161 milioni e 307.445 euro. In caso di pagamento in un'unica soluzione dei debiti per gli anni 2004 e 2005 e la rateizzazione dei debiti del 2006 e del 2007, l'importo del debito, aggiornato al 31 gennaio 2009, veniva quantificato in 160 milioni e 582.389 euro;
a questo scopo, sin dall'emergere della gravissima crisi nel mese di settembre 2008, è stato istituito un tavolo interistituzionale che si riunisce con frequenza e che segue con attenzione l'evolversi della situazione ed al quale prendono parte, oltre all'università, il comune di Siena, l'amministrazione provinciale, la regione Toscana e la camera di commercio, insieme alle organizzazioni sindacali;
secondo quanto comunicato il 16 luglio 2009 da una nota stampa della Guardia di finanza di Siena, l'Università di Siena ha maturato nei confronti dell'erario un debito, per mancato pagamento di contributi e di imposte, pari, complessivamente, ad oltre 95 milioni di euro. I riscontri erano stati avviati a seguito sia delle indagini della procura di Siena per accertare le cause del dissesto finanziario in cui è rimasto coinvolto l'Ateneo, sia della Corte dei conti di Firenze per appurare eventuali danni erariali;
la Guardia di finanza ha comunicato, nello specifico, che è stato accertato l'omesso versamento di oltre 25 milioni di euro di Irap, relativi ad acconti mensili non versati nel 2006, 2007 e 2008. Gli acconti costituiscono un debito verso l'erario e conseguentemente sono state elevate sanzioni amministrative per circa 8 milioni di euro. Le Fiamme gialle hanno inoltre all'esame il mancato versamento degli oneri previdenziali Inpdap per gli anni 2004, 2005, 2006 e 2007 per valori «ad oggi ancora superiori a 70 milioni di euro»;
per far fronte a tale situazione finanziaria che sta creando conseguentemente

notevoli difficoltà per il mantenimento dell'offerta didattica, gli organi collegiali sono intervenuti direttamente producendo un piano di risanamento, il cui aggiornamento è stato approvato dal senato accademico e dal consiglio di amministrazione dell'Ateneo, nella seduta di lunedì 13 luglio 2009;
tale aggiornamento prevede una serie di misure fra le quali l'istituzione di garanzie reali su immobili di proprietà dell'ateneo, l'ipotesi di vendita di strutture di proprietà dell'ateneo, la razionalizzazione dell'offerta didattica e il prepensionamento di alcuni docenti;
con l'accordo siglato il 30 luglio 2009 l'università di Siena, come si legge da organi di informazione «ha estinto i propri debiti nei confronti dell'Inpdap, derivanti dai contributi dovuti e non pagati dal 2004 al 2007 e della quota di debito in scadenza nell'anno 2011». Per la copertura del debito l'ateneo senese ha provveduto alla vendita dello stabile di San Niccolò allo stesso istituto di previdenza Inpdap;
l'università di Siena ricevendo da parte del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca le anticipazioni di circa l'85 per cento del fondo di finanziamento ordinario (FFO) dovuto, si è posta inoltre in condizione di pagare una quota significativa dei debiti pregressi da parte dei fornitori scongiurando l'attivazione di azioni giudiziarie;
da quanto si apprende inoltre da organi di informazione l'erogazione dei finanziamenti del 7 per cento del fondo di finanziamento ordinario (FFO) (quella percentuale cioè assegnata in base alla qualità della ricerca e della didattica degli atenei) da parte del Ministero alle università di Trieste, Firenze e Siena è stata sospesa in attesa della presentazione di un piano finanziario di risanamento dei bilanci che attualmente risultano in rosso;
la banca Monte dei Paschi di Siena ha inoltre anticipato, su richiesta formale e documentata della Regione Toscana, circa 8 milioni di euro all'Università di Siena risultanti da un accordo siglato dalla stessa Regione con i tre Atenei regionali per la vendita di alcuni brevetti. Anche tali risorse sono state impiegate in gran parte per il pagamento degli stipendi del personale dipendente e per i fornitori;
per salvaguardare la continuità dell'offerta didattica, tutelare i livelli occupazionali ed in particolare per assicurare il puntuale pagamento degli stipendi ai dipendenti e fornitori, l'Ateneo senese, come prevede la legislazione vigente, ha indetto una gara pubblica per il servizio di tesoreria e per l'apertura di una linea di credito per 160 milioni di euro, con l'istituto bancario che si fosse aggiudicato la gara;
l'università di Siena, come evidenziato nei passaggi precedenti, è impegnata ad elaborare ed attuare un piano di risanamento che possa ridurre e razionalizzare le spese di gestione, salvaguardare studenti e lavoratori e mantenere la qualità dell'offerta formativa, la cui efficacia deve essere valutata e sostenuta da tutte le istituzioni, da quelle locali, alla regione, al governo nazionale;
la banca che si è aggiudicata la gara, oltre ad aver ricevuto l'aggiornamento del piano di risanamento sopra citato, dopo ulteriori approfondimenti e chiarimenti al fine di consentire l'apertura della linea di credito precedentemente indicata, nello scorso mese di agosto ha dato il via libera al finanziamento chiedendo all'Ateneo ulteriori strategie di risanamento che prevedano anche la dismissione, attraverso una pubblica gara, di alcune unità immobiliari;
risulta agli atti che sia il consiglio di amministrazione dell'Ateneo, sia il senato accademico abbiano approvato tale richiesta oltre a proporre l'ipoteca di alcuni immobili di pregio per fornire le adeguate garanzie all'istituto di credito che si è aggiudicato la gara. Nei verbali di tali sedute risulta infatti che è stata inserita nel piano di risanamento la possibile vendita di ulteriori immobili;

da quanto emerge però, da organi di informazione del 4 ottobre 2009, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca non ha ancora autorizzato, dopo oltre due mesi, l'ateneo senese a stipulare il finanziamento concesso dall'istituto di credito «nonostante il fatto che - riporta la nota stampa - dopo anni di assenza nel consiglio di amministrazione dell'università ci sia un rappresentante del Governo;
alla luce di queste due situazioni di stallo (autorizzazione al finanziamento presso la banca e blocco del fondo di finanziamento ordinario) viene messa, ad oggi, in seria difficoltà, la continuità dell'offerta didattica, dell'attività di ricerca scientifica, in primo luogo con l'erogazione puntuale, degli stipendi dei dipendenti e dei pagamenti dei fornitori -:
quando sarà concessa dal Ministero l'autorizzazione all'ateneo di Siena per la stipula del contratto di finanziamento con l'istituto di credito concedente al fine di scongiurare che una nuova crisi di liquidità possa compromettere il puntuale pagamento di dipendenti e fornitori, la continuità e la qualità dell'offerta didattica per gli studenti e l'attività di ricerca scientifica;
se la decisione di sospendere l'erogazione del 7 per cento del fondo di finanziamento ordinario (FFO) (assegnata in base alla qualità della ricerca e della didattica degli atenei) sia stata rivista;
a quali conclusioni sia giunto il gruppo di lavoro istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze del quale si riferisce nella risposta all'atto di sindacato ispettivo numero 5-00495, nell'esaminare il materiale trasmesso dal rettore dell'ateneo in data 6 febbraio 2009;
quali siano gli intendimenti dei Ministri interrogati in ordine all'aggiornamento dei piano di risanamento adottato dall'ateneo ed approvato dal senato accademico e dal Consiglio di amministrazione dell'università, nella seduta di lunedì 13 luglio 2009.
(5-01897)

TESTO AGGIORNATO ALL'8 OTTOBRE 2009

...

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
un operaio di 56 anni, Mario Soggiu, originario di Alghero, è deceduto il 15 luglio 2009 al cantiere del Nuovo Ospedale di Bergamo, a causa di una caduta da un vano scale, picchiando la testa sul pavimento;
inutili sono stati i soccorsi e i tentativi di rianimare l'operaio da parte dei medici del 118;
l'uomo era entrato in cantiere per la prima volta proprio il giorno della tragedia, seguendo il percorso di accoglienza e frequentando un corso di formazione di circa due ore;
gli inquirenti hanno aperto un'inchiesta per chiarire l'esatta dinamica dell'incidente;
secondo una prima ricostruzione dei fatti, tra le cause non è da escludere la scarsissima illuminazione all'interno dell'edificio;
l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) ha informato la vedova di Mario Soggiu «che non le spetta alcuna indennità in quanto l'infortunio non risulta avvenuto per rischio lavorativo, bensì per il verificarsi di rischio generico incombente su tutti i cittadini e comune ad altre situazioni del vivere quotidiano» -:
se non intenda verificare i fatti esposti in premessa, al fine di provvedere a far luce sulla vicenda che vede l'ennesimo

incidente sul lavoro nella Provincia di Bergamo e, in questo caso, anche l'inconcepibile mancata erogazione dell'indennizzo ai familiari per l'avvenuta tragedia, accertando eventuale responsabilità.
(2-00502)
«Stucchi, Pirovano, Consiglio, Vanalli».

Interrogazione a risposta in Commissione:

FUGATTI e MONTAGNOLI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'articolo sul quotidiano Libero del 24 settembre 2009 riportava la notizia di una truffa da 173 mila euro scoperta dalla Guardia di finanza di Verona: 38 persone extracomunitarie prendevano l'assegno sociale Inps pur essendo rientrate nel proprio Paese e, addirittura, qualcuno era pure deceduto e l'assegno veniva incassato da un parente;
secondo dati Inps, ogni mese 13.800 immigrati ricevono dall'Inps un assegno sociale per una spesa di 6.190.930 euro; per il 2009 - si ricorda - l'importo mensile dell'assegno è di 409,05 euro per un totale annuo di 5.317,65 (il calcolo è per 13 mensilità);
stando all'articolo di giornale, la truffa si svolge secondo un metodo collaudato: un immigrato con permesso di soggiorno che risiede «legalmente e continuativamente» da almeno dieci anni sul territorio italiano (peraltro fino all'anno scorso, prima dell'entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge n. 112 del 2008, erano sufficienti 5 anni) si fa carico di mantenere un parente e chiede il ricongiungimento familiare; il nuovo arrivato, se ultra sessantacinquenne e privo di reddito ovvero con introiti inferiori ai limiti fissati dalla legge, ha diritto all'assegno sociale, che incasserà per un paio di volte in Italia e poi continuerà a riceverlo nel suo Paese ove è rientrato senza comunicare la partenza;
è fondamentale che l'Inps proceda ogni anno all'accertamento dell'esistenza in vita del titolare della pensione, avvalendosi a tal fine delle procedure di scambio di informazione automatizzate con i Comuni, per evitare che gli extracomunitari riscuotano le pensioni di «fantomatici» parenti;
il comma 12 dell'articolo 20 del decreto-legge n. 112 del 2008 dispone che entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del medesimo decreto-legge l'Inps metta a disposizione dei Comuni modalità telematiche di trasmissione per le comunicazioni relative ai decessi e alle variazioni di stato civile, da effettuarsi obbligatoriamente entro due giorni dalla data dell'evento, altrimenti il responsabile del procedimento risponde a titolo di danno erariale -:
se e quali risultati siano stati conseguiti, in termini di risparmio di spesa previdenziale, dall'applicazione del disposto citato in premessa - comma 12 dell'articolo 20 del decreto-legge n. 112 del 2008 - ad un anno dalla sua data di entrata in vigore;
se, oltre all'incrocio dei dati Inps con gli uffici anagrafe dei comuni, siano stati posti in essere o è intenzione del Governo farlo altri strumenti per monitorare i continui spostamenti degli stranieri ed impedire truffe simili a quella citata in premessa.
(5-01893)

Interrogazioni a risposta scritta:

MISIANI e CODURELLI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il 15 luglio 2009 Mario Soggiu, operaio di 56 anni dipendente di una piccola impresa metalmeccanica di impiantistica è deceduto mentre lavorava alla costruzione del nuovo ospedale di Bergamo;
il lavoratore è morto per le conseguenze di una caduta da una scala non protetta e il cui accesso non era stato

bloccato. Secondo la segreteria FIOM-CGIL «la morte del lavoratore è ancora una volta da attribuire alla mancata applicazione delle norme in materia di sicurezza e alla violazione degli obblighi da parte delle aziende committenti e appaltatrici di informare e formare correttamente i lavoratori sui rischi presenti nell'ambiente di lavoro»;
stando a quanto riportato dagli organi di informazione, l'INAIL avrebbe informato la vedova del Soggiu «che non le spetta alcuna indennità in quanto l'infortunio non risulta avvenuto per rischio lavorativo, bensì per il verificarsi di rischio generico incombente su tutti i cittadini e comune ad altre situazioni del vivere quotidiano» -:
quali iniziative intenda assumere presso l'INAIL affinché vengano riconosciuti e garantiti i diritti dei familiari della vittima.
(4-04443)

BITONCI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
recenti indagini eseguite dalla Polizia tributaria della Guardia di finanza di Verona, hanno portato alla luce gravissime carenze nel sistema di erogazione dei sussidi concessi dall'INPS come «assegno sociale», che dovrebbe essere destinato a cittadini ultrasessantacinquenni che versano in condizioni economiche disagiate;
le indagini condotte dalla Guardia di finanza hanno infatti smascherato una truffa colossale messa in atto da cittadini extracomunitari che, assicurandosi in un primo tempo il ricongiungimento di qualche familiare, al quale faceva seguito l'ottenimento della residenza, riscuotevano l'assegno sociale per i propri congiunti. Costoro, una volta ottenuto il beneficio economico, dopo qualche tempo facevano ritorno al proprio Paese d'origine, continuando tuttavia a percepire il denaro pubblico che veniva versato con regolarità nel loro conto corrente bancario o postale;
il sistema, ormai ben collaudato, funzionava perfettamente e gli stranieri, dopo una permanenza minima nel nostro Paese, rientravano di fatto tra i soggetti per i quali la legge prevedeva l'erogazione dell'aiuto economico, delegando un parente al ritiro dell'assegno sociale;
l'assegno sociale, che varia a seconda dell'età da 395 a 585 euro mensili, viene revocato solamente nel caso in cui dovesse venir meno la residenza effettiva o la dimora abituale in Italia -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra citati e quali provvedimenti intenda assumere per verificare se, oltre ai casi scoperti a Verona, vi siano nel nostro Paese identiche situazioni;
se intenda provvedere al recupero delle somme indebitamente riscosse da parte di soggetti privi dei requisiti richiesti dalla legge;
se infine intenda disporre puntuali e periodiche verifiche riferite ai soggetti che già percepiscono l'assegno sociale per verificare che i requisiti a suo tempo presentati per l'ottenimento del beneficio economico siano ancora validi e soprattutto sussistano nel tempo.
(4-04445)

ZACCHERA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la società SEB-LAGOSTINA con sede ad Omegna (Verbania) ha presentato un piano industriale mirante al rilancio dell'azienda;
il piano industriale prevedeva un esubero di 70 dipendenti, nei confronti dei quali veniva previsto un biennio di cassa integrazione e l'apertura della procedura di mobilità; nel corso dei due anni di applicazione degli ammortizzatori sociali previsti, però, le organizzazioni sindacali e le rappresentanze sindacali unitarie lamentavano una gestione non rispondente alle dichiarazioni programmatiche fatte al momento dell'acquisizione;

il predetto piano industriale non sembra aver prodotto risultati positivi;
in data 8 settembre 2009 la SEB ha presentato, verbalmente, alle organizzazioni sindacali e alle rappresentanze sindacali unitarie, un nuovo piano industriale per gli anni 2010 e 2011, il quale più che prevedere una riorganizzazione e ristrutturazione dell'azienda sembra preludere a una sua dismissione; il nuovo piano industriale prevede una drastica diminuzione dei volumi di produzione, che scenderebbero a 350.000 pezzi, di cui solo 100.000 di pentole a pressione (Lagostina è leader in questo settore, detenendo l'8 per cento del mercato); la produzione della pentola a pressione classica Lagostina verrebbe spostata per ragioni economiche in Turchia, mentre lo stabilimento di Omegna si specializzerebbe nella produzione della pentola a pressione e del pentolone classico, a detta della SEB, di «alta gamma»;
l'aspetto più drammatico del nuovo piano industriale è costituito dalla previsione di 73 lavoratori, su 180 dipendenti, in esubero; gli ammortizzatori sociali esistenti sono inapplicabili per la Lagostina, poiché già quasi tutti utilizzati nel quinquennio in scadenza nel 2010, ma l'azienda ha preannunciato l'intenzione di aprire la procedura di mobilità -:
se non ritenga di assumere iniziative urgenti a livello centrale al fine di convocare un tavolo di confronto tra la direzione SEB e le organizzazioni sindacali per favorire un accordo che consenta di rilanciare il marchio Lagostina e impegnare l'azienda a presentare un piano industriale che consenta di salvaguardare almeno i livelli occupazionali attuali.
(4-04459)

MARCO CARRA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
i dipendenti del calzificio PMC (ex Primamoda) di Casalromano (Mantova) e le organizzazioni sindacali (insieme a fornitori, banche ed altri soggetti) hanno chiesto l'avvio delle procedure fallimentari nei confronti della ditta stessa, in quanto inadempiente nei confronti dei dipendenti (visto che non vengono corrisposti gli stipendi dal dicembre 2008) stante una pesante situazione debitoria;
già nell'aprile 2009, è stato dichiarato il fallimento della ditta PMC e, in questi giorni, si svolgerà l'udienza di verifica dei crediti;
da tempo, è stata presentata al Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali l'istanza per l'erogazione della Cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS) ai 70 dipendenti;
tale situazione è di una gravità inaudita, considerando che, da oltre 10 mesi, ben 70 famiglie sono prive di una fonte di reddito tale da consentire una condizione di vita dignitosa;
ad avviso dell'interrogante il Governo deve, assolutamente e rapidamente emanare il decreto per il riconoscimento della CIGS per i dipendenti della PMC -:
quali siano i motivi per cui il Governo non abbia ancora emanato il decreto affinché sia dato mandato all'Inps locale di pagare la CIGS ai lavoratori della ex Primamoda.
(4-04460)

MURER e D'INCECCO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
esiste una insidiosa patologia da troppi trascurata che procura fastidi a chi ne è affetto: si chiama acufene ed è un disturbo costituito da rumori (forme di fischi, ronzii, soffi o pulsazioni) che si originano all'interno dell'orecchio e vengono illusoriamente percepiti come fastidiosi suoni provenienti dall'ambiente esterno, provocando un grosso disagio;
questa patologia, ingiustamente trascurata, crea uno stato invalidante, coinvolgendo l'assetto psicologico ed emozionale

del malato, la sua vita di relazione, il ritmo sonno-veglia, le attitudini lavorative, il livello di concentrazione, inducendo o potenziando stati ansioso-depressivi, ripercuotendosi gravemente sulla qualità della vita;
un'associazione (Associazione Italiana Tinnitus-Acufene) da tempo si batte per la tutela dei diritti delle persone affette dall'acufene, nonché la promozione della conoscenza di questa malattia presso istituzioni, centri di ricerca e opinione pubblica;
in assenza di altri riferimenti, detta associazione è diventata il solo interlocutore di una vasta platea di cittadini che le fanno arrivare richieste volte a ottenere informazioni circa le strutture di cura specializzate, segno che la patologia è molto diffusa e preoccupa non poco la popolazione;
ad oggi, in Italia, la patologia in oggetto non è ancora sufficientemente conosciuta né adeguatamente studiata, nonostante diversi sondaggi abbiano rilevato l'esistenza di oltre 2 milioni di persone affette da forme di acufene -:
se e come il Governo abbia intenzione di intervenire su questa grave mancanza, in modo da effettuare un riconoscimento, ai sensi del decreto ministeriale n. 329 del 1999 e successive modifiche, dell'acufene come malattia cronica e invalidante, così da permetterne l'inserimento nei livelli essenziali di assistenza;
se il Governo abbia adottato, o intenda adottare, iniziative atte a promuovere studi e ricerche scientifiche su tale grave patologia, al fine di sviluppare un efficace protocollo terapeutico, e in caso affermativo come esse si siano sostanziate.
(4-04471)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:

REGUZZONI e LUSSANA. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
ai sensi dell'articolo 53 del decreto legislativo n. 165 del 2001, le pubbliche amministrazioni sono tenute a comunicare i dati riguardanti gli incarichi di consulenza esterna affidati;
numerosissime amministrazioni risultano inadempienti;
il decreto legislativo citato prevede altresì il blocco della consulenza a carico delle amministrazioni inadempienti-:
quale sia l'intendimento del Governo per migliorare il già molto positivo impegno a favore della trasparenza e della lotta agli sprechi;
quali siano le amministrazioni inadempienti (e più precisamente si intende conoscere: l'elenco dettagliato; le percentuali regione per regione e provincia per provincia);
quali strumenti il Governo intenda utilizzare per verificare l'attivazione del blocco delle consulenze.
(4-04451)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:

VIOLA. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la società Elettra GLL spa, ora Società idroelettrica lombarda, ha predisposto un progetto per realizzare nell'area

artigianale di Cona (Verona) di una centrale elettrica a turbogas di 800 MW, attivando presso il Ministero delle attività produttive ora: dello sviluppo economico, il procedimento per il rilascio dell'autorizzazione unica in data 18 aprile 2003;
in seguito alla domanda di cui sopra si sono espressi: la Provincia di Venezia con parere negativo con delibera del Consiglio Provinciale n. 2007/00049 del 26 luglio 2007; la Commissione regionale VIA con parere favorevole recepito dalla delibera della Giunta regionale n. 1505 del 17 giugno 2008; la Giunta regionale ha subordinato la realizzazione dell'impianto di Cona all'eventuale esito negativo della procedura relativa alle centrali di Loreo e Porto Tolle; la Commissione nazionale VIA con parere favorevole con prescrizioni con DSA DEC 2009 0000935 del 29 luglio 2009;
dalla lettura del parere della Commissione VIA nazionale si evidenzia: che non si è acquisito il parere negativo della Provincia di Venezia del 26 luglio 2007 e che il parere positivo della Commissione VIA provinciale n. 5 del 3 luglio 2007 non è riferito all'impianto de quo ma al progetto urbanistico dell'area PIP interessata;
sono stati emessi decreti di VIA favorevoli per l'impianto di Loreo in data 7 maggio 2009 e Porto Tolle in data 24 luglio 2009;
numerosi e ripetuti sono stati i pronunciamenti dell'amministrazione comunale di Cona, dei comuni contermini (Cavarzere, Correzzola, Pontelongo, Agna, Arzegrande, Piove di Sacco, Brugine, Pettorazza) e di numerosi comitati civici contro tale insediamento;
i pronunciamenti del Consiglio comunale di Cona non sono dettati da ragioni di principio ma supportati da studi tecnici che hanno evidenziato la nocività della centrale a turbogas per la popolazione e per l'ambiente -:
se il Ministro dello sviluppo economico ritenga di non procedere nell'autorizzazione all'impianto di Cona tenuto conto in modo particolare del parere della Regione Veneto che lo subordinava all'esito negativo su Loreo e Porto Tolle, visto che, come sopra richiamato, su questi due impianti vi è parere favorevole della Commissione VIA nazionale e che quindi sarebbero soddisfatte le esigenze di approvvigionamento previste dal piano energetico nazionale;
per quali motivi non si sia tenuto conto del parere negativo della Provincia di Venezia peraltro acquisito dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
(5-01889)

Interrogazioni a risposta scritta:

CIOCCHETTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 27 della legge 23 luglio 2009, n. 99 («Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia»), al comma 20, modifica le disposizioni in materia di maggioranze assembleari condominiali, per interventi di risparmio energetico di cui alla legge 9 gennaio 1991, n. 10;
la norma, entrata in vigore nell'agosto 2009, interviene sulle quote richieste per effettuare imponenti e costosi interventi sugli immobili e consente a pochi condomini la possibilità di imporre le proprie decisioni alla maggioranza della collettività condominiale, in contrasto con il principio della massima democraticità delle decisioni, a cui il condominio è uniformato nel sistema del codice civile;
il Governo, in sede di approvazione alla Camera del disegno di legge sopra richiamato, ha accolto due ordini del giorno (9/1441-ter-C/14 e 9/1441-ter-C/16) al fine di introdurre delle modifiche alle disposizioni contenute nel comma 20 dell'articolo 27 della legge n. 99 del 2009;
l'applicazione pratica della norma sta generando, in questo momento di crisi economica, gravi disagi nelle fasce deboli della popolazione (anziani, lavoratori precari,

giovani famiglie, single, disoccupati e altri), in quanto le deliberazioni assunte con maggioranze minime costringono tutti i condomini a dover sostenere spese anche rilevanti;
fino ad oggi nessuna iniziativa normativa è intervenuta a recepire l'impegno preso dal Governo con i predetti ordini del giorno -:
quali iniziative urgenti si intendano adottare al fine di ottemperare all'indicazione contenuta negli ordini del giorno accolti dall'Esecutivo e segnalati in premessa.
(4-04442)

CIMADORO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nell'aprile 2007 fu concluso l'accordo tra Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Generali, Benetton e la spagnola Telefonica per il controllo di Telecom Italia attraverso la costituzione di una «newco», Telco Spa, che rilevò il 100 per cento di Olimpia (che controllava Telecom attraverso la propria quota del 18 per cento);
con la medesima operazione Telco Spa arrivò a possedere circa il 23,6 per cento del capitale votante di Telecom Italia, il 18 per cento del quale acquisito tramite Olimpia ed il 5,6 per cento apportato da Generali e Mediobanca; a seguito di quella operazione e ad oggi, i soci italiani possiedono il 57,7 per cento di Telco (in particolare, Generali ha il 28,1 per cento, Intesa Sanpaolo il 10,6 per cento, Mediobanca il 10,6 per cento e Sintonia l'8,4 per cento), mentre Telefonica, primo azionista, controlla il restante 42,3 per cento;
la presenza dell'operatore spagnolo ha suscitato fin dall'inizio notevoli perplessità: non si comprendeva come fosse possibile che Telefonica, il più agguerrito concorrente di Telecom Italia in Sud America, fosse presente nella holding di controllo di Telecom, ma soprattutto, non pareva chiaro il perché Telefonica avesse speso 2,90 euro per azione, ossia il 30-40 per cento in più delle quotazioni di allora, senza assicurarsi di poter agire efficacemente sulle strategie della partecipata;
l'unico senso industriale che poteva avere la mossa di Telefonica era quello di costruirsi una base per comprare Telecom o le sue controllate in Brasile, o, comunque, indebolire il socio-competitore;
in questi due anni però, i soci italiani poco hanno potuto ed inciso in termini di impronta «operativa» all'interno di Telecom Italia; quello che è l'aspetto tecnico-operativo nonché strategico dell'operatore italiano, su cui solo esperti del settore e non semplici soci finanziari avrebbero potuto incidere, è stato totalmente trascurato, e Telecom sta pagando un prezzo davvero alto per il suo mancato sviluppo;
il problema del debito Telecom - che non è certo di solvibilità, ma di flessibilità finanziaria - non è stato risolto, di aumenti di capitale non si parla e il rientro del debito, derivante di fatto dalle precedenti operazioni finalizzate a mantenere in mani italiane il controllo del gruppo, procede col contagocce;
inoltre, la presenza degli spagnoli in Telco ha fornito lo spunto alle autorità di Buenos Aires per intimare a Telecom l'uscita da Telecom Argentina, tanto che l'azienda sta per vendere le sue partecipazioni sottocosto; in Brasile, Tim Partecipatoes cresce di pochi punti percentuali, a differenza di Vivo (Telefonica) e Claro (Carlos Slim);
Telefonica è riuscita invece a bloccare i propri competitors sia in Europa che in Sud America, impedendo così a Telecom qualsiasi tipo di alleanze (come quella, ad esempio, tra Deutsche Telecom e France Telecom); Telefonica ha inoltre impedito lo scorporo della rete, operazione che rappresentava una valida alternativa per il recupero di consistenti risorse economiche da dedicare allo sviluppo internazionale e alla riduzione del debito, una volta archiviato il tema «aumento di capitale» senza chiarirne bene i motivi;

inoltre, colpisce la totale assenza di sinergie industriali tra Telecom Italia e Telefonica;
il dato più significativo è comunque quello relativo ai «guadagni»: perché dalla fine del 2006 ad oggi, Telecom Italia ha perso circa il 44 per cento. Telefonica ha guadagnato circa il 40 per cento, rafforzando la propria posizione in Europa e nel mondo, anche attraverso l'acquisizione del 10 per cento di China Unicom;
proprio in questi giorni, in vista della scadenza del termine per il rinnovo del patto Telco (le eventuali disdette devono essere comunicate entro il 28 ottobre), si ripropone il tema del ruolo della spagnola Telefonica nell'azionariato di riferimento del gruppo;
la maggioranza dei soci - oltre a Telefonica, anche Generali, Mediobanca, Intesa-Sanpaolo e Sintonia-Benetton - era già orientata a confermare lo status quo. Qualche dubbio è emerso dal fronte politico (le dichiarazioni pubbliche del vice-ministro Paolo Romani, che ha definito «un problema» la quota del 42,3 per cento che Telefonica detiene in Telco), mentre i piccoli azionisti dell'Asati hanno manifestato senza mezzi termini la loro contrarietà al rinnovo del patto tout court, proprio per i motivi sopra citati;
bisogna riflettere nel trovare altre soluzioni nazionali, alternative al rinnovo del patto con Telefonica, la quale porterebbe ulteriori delusioni facendo rimanere Telecom Italia in una continua fase di «galleggiamento» senza strategie di breve e medio termine, se non quelle di ridurre drasticamente il personale e gli investimenti tecnologici;
in più occasioni esponenti del Governo hanno pubblicamente espresso l'idea che l'infrastruttura di rete di Telecom Italia debba rimanere italiana nonché l'auspicio affinché sia difesa l'italianità della compagnia -:
quali iniziative intenda intraprendere il Governo, nell'ambito delle sue competenze ed esercitando la propria moral suasion sui principali partner italiani, per rilanciare un'azienda, Telecom Italia, che, con la presenza di Telefonica, ha ben poche possibilità di tornare ad essere uno dei principali operatori europei e mondiali del settore, recando un grave danno non solo per il futuro prossimo della società, ma anche per la crescita dell'intero Paese che ha nelle telecomunicazioni un motore per far ripartire lo sviluppo, soprattutto in questo fase di crisi economica.
(4-04470)

BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 49 del Testo Unico della radiotelevisione, emanato con decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 affida alla RAI - Radiotelevisione italiana s.p.a. la concessione del servizio pubblico generale radiotelevisivo, fino al 6 maggio 2016;
l'articolo 45 del medesimo Testo Unico prevede che il servizio pubblico generale radiotelevisivo sia svolto dalla società concessionaria sulla base di un Contratto nazionale di servizio di durata triennale, stipulato con il Ministero delle comunicazioni, con il quale sono individuati i diritti e gli obblighi della società concessionaria;
all'articolo 2, comma 3, del Contratto nazionale di servizio è espressamente previsto che la RAI - Radiotelevisione italiana s.p.a., debba assicurare la conoscibilità «dell'evoluzione dei rapporti politici ed economici con i partner europei e la diffusione degli elementi principali della loro cultura e l'informazione sulla situazione politica, economica e sociale dei Paesi extra UE, con particolare attenzione ai Paesi in grave ritardo di sviluppo economico e sociale»;
all'interno del medesimo comma è altresì prevista la «rappresentazione delle realtà della vita quotidiana del Paese; la promozione del lavoro e delle sue condizioni; i temi dei diritti civili, della solidarietà,

della condizione femminile e delle pari opportunità, dell'integrazione; la sicurezza dei cittadini, la denuncia dei fenomeni di violenza, di criminalità, di disgregazione e di emarginazione sociale, l'attenzione alla famiglia, la tutela dei minori e delle fasce deboli e anziane della popolazione»;
al comma successivo del medesimo articolo è esplicitamente prevista «la promozione e la diffusione dei vantaggi generati dalle nuove tecnologie e la loro estensione alla collettività»;
sempre all'articolo 2, comma 3, «sono riconosciuti quali compiti prioritari: la libertà, la completezza, l'obiettività e il pluralismo dell'informazione» mentre al successivo comma 5, si stabilisce che «devono essere diffuse in modo equilibrato, in tutte le fasce orarie, comprese quelle di maggiore ascolto, e in tutte le reti televisive e radiofoniche:
a) informazione politica e di attualità, compresa quella di approfondimento, informazione sportiva, eventi di carattere nazionale ed internazionale, informazione locale;
b) comunicazione sociale attraverso trasmissioni dedicate a tematiche che trattino i bisogni della collettività e delle fasce deboli, con particolare riguardo all'ambiente, alla salute, alla qualità della vita, ai diritti e doveri civili, allo sport sociale, ai disabili, agli anziani, assegnando adeguati spazi alle associazioni e ai movimenti della società civile, ai gruppi etnici e linguistici presenti in Italia realizzando specifiche trasmissioni per l'informazione dei consumatori;
c) educazione e formazione con trasmissioni improntate alla diffusione della cultura scientifica ed umanistica, alla conoscenza delle lingue straniere, alla alfabetizzazione informatica, alla formazione artistica e musicale e alla didattica, compresa l'educazione a distanza;
d) promozione culturale, italiana ed europea, con la crescente valorizzazione delle opere teatrali, documentaristiche, cinematografiche, televisive e musicali di alto livello artistico, con particolare riguardo a quelle realizzate dai produttori indipendenti;
e) trasmissioni per i minori, secondo i criteri indicati all'articolo 7.»;
all'articolo 3, comma 2, è prevista la costituzione di una struttura tecnica strumentale ad «una ricerca di monitoraggio e di analisi della qualità della programmazione intesa come valore pubblico, in grado di verificare la percezione degli utenti del servizio pubblico in merito ai singoli elementi dell'offerta» il cui compito, tra gli altri, è quello di «rilevare indicatori di carattere generale correlati con il gradimento, la capacità di coinvolgimento, l'arricchimento culturale e civile personale degli spettatori, il rispetto della sensibilità sociale del pubblico, il grado di novità editoriale; il cosiddetto Qualitel»;
lo strumento di monitoraggio per la rilevazione dei dati suddetti dovrà «avere una periodicità di misurazione trimestrale»;
il comma 5 dello stesso articolo 3 dispone che «Gli indici rilevati attraverso gli strumenti descritti ai commi 3 e 4 verranno sintetizzati in tre macro indicatori:
un macro indicatore di performance di mercato, che comprende gli indici di gradimento dell'offerta e della qualità percepita nelle sue diverse declinazioni, oltre agli indicatori derivanti da altri sistemi di misurazione per programma, quali: ascolto medio, share, penetrazione, minuti medi visti;
un macro indicatore di valore pubblico, che rappresenterà una sintesi degli indicatori elementari di arricchimento culturale e civile personale, di rispetto della sensibilità degli spettatori, di innovazione, di imparzialità, di pluralismo, di indipendenza, di obiettività, di capacità di intrattenimento, di originalità;
un macro indicatore di corporate reputetion che rappresenterà una sintesi

degli indicatori elementari relativi all'immagine e al posizionamento percepito della Rai quali: partecipazione democratica, senso di appartenenza, innovazione e leadership in ambito tecnologico, raffronto del rapporto di fiducia con lo spettatore, qualità e accettabilità sociale dei personaggi, modernità, ricchezza della programmazione, ruolo formativo ed educativo, capacità di raggiungere tutti i segmenti della popolazione, distinzione rispetto all'emittenza commerciale, copertura dei principali eventi.»;
il successivo comma 8 del medesimo articolo 3 prescrive che «Per tradurre le linee guida contenute nel presente articolo in strumenti operativi e verificare il raggiungimento degli obiettivi di cui ai precedenti commi, è costituito con decreto del Ministro delle comunicazioni un Comitato scientifico composto da sei membri, scelti tra personalità di notoria indipendenza di giudizio e di indiscussa professionalità, di cui tre designati dalla Rai, uno designato dal Consiglio Nazionale degli Utenti, uno designato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e uno designato dal Ministero, con funzioni di Presidente del Comitato. Il Comitato delibera con il voto della maggioranza dei suoi componenti. In caso di parità decide il voto del Presidente del Comitato. Le designazioni devono essere inviate al Ministro delle comunicazioni entro trenta giorni dall'entrata in vigore del presente Contratto. In caso di mancata designazione di alcuni componenti, il Comitato scientifico si intende comunque costituito con la nomina dei due terzi dei componenti. Tale Comitato, che opera con il supporto logistico e tecnico della Rai, ha il compito di presiedere all'organizzazione della ricerca, definire le metodologie, controllare i risultati e valutare il raggiungimento degli obiettivi. L'assegnazione delle attività operative per la realizzazione del sistema descritto è decisa dalla concessionaria in piena autonomia in seguito a procedure selettive aperte e trasparenti.»;
all'articolo 5, comma 2, lettera b) la RAI - Radiotelevisione italiana s.p.a è tenuta a «sviluppare progetti mirati nell'ambito della multimedialità», impegno ribadito nel successivo articolo 6, ove è stabilito che «1. La Rai si impegna a definire una strategia di valorizzazione della propria produzione editoriale e i propri diritti audiovisivi sulle diverse piattaforme distributive, comprendenti l'offerta digitale terrestre, satellitare; IPTV, mobile e internet, in coerenza con il proprio posizionamento di mercato e la propria natura di servizio pubblico generale radiotelevisivo. 2. La Rai si impegna ad incrementare ed aggiornare il servizio offerto sui propri siti al fine di estendere l'attuale produzione di contenuti personalizzati per internet e dare crescente visibilità all'offerta di specifici contenuti Rai, con particolare riferimento a quelli radiotelevisivi. 3. La Rai si impegna, per quanto riguarda l'offerta di contenuti sui propri siti; a:
a) stabilire, coerentemente con la definizione strategica di cui al comma 1, linee guida di pubblicazione in modo da facilitare e rendere coerente e accessibile la navigazione dell'utenza, facendo ricorso a criteri ampiamente diffusi in ambito internazionale;
b) rendere disponibili, compatibilmente con il rispetto dei diritti dei terzi ed escludendo ogni sfruttamento a fini commerciali da parte di terzi, i contenuti radiotelevisivi trasmessi nell'ambito dell'offerta televisiva e radiofonica di cui all'articolo 4, comma 1, e all'articolo 5 direttamente dal portale Rai.it agli utenti che si collegano attraverso internet dal territorio nazionale e risultano in regola con il pagamento del canone di abbonamento Rai, nel rispetto del principio di neutralità tecnologica;
c) rendere progressivamente disponibili, ai sensi della lettera b), entro 12 mesi dall'entrata in vigore del presente Contratto, i programmi trasmessi dalla televisione e dalla radio non appena terminata la trasmissione;
d) destinare una quota crescente di risorse finanziarie all'acquisizione di diritti

per la diffusione sul web di contenuti tratti dall'offerta radiotelevisiva della Rai, con l'impiego delle più opportune tecnologie al fine di evitare indebiti utilizzi da parte degli utenti, fatto salvo il principio della neutralità tecnologica;
e) offrire una produzione di contenuti specifica;
f) sperimentare, nel rispetto dei diritti dei terzi, la possibilità per gli utenti di scaricare, modificare e ridistribuire una adeguata selezione di contenuti radiotelevisivi trasmessi nell'ambito dell'offerta televisiva e radiofonica di cui all'articolo 4, comma 1, e all'articolo 5;
g) offrire agli utenti spazi di comunicazione e discussione, con adeguata visibilità, inclusa la possibilità di commentare l'intera programmazione radiotelevisiva Rai, e a valutare la possibilità di pubblicare, previa adozione di apposite linee guida, contenuti autoprodotti dagli utenti stessi;
h) promuovere i propri siti attraverso i programmi radiotelevisivi, con l'obiettivo di incrementare il numero di utenti unici;
i) analizzare lo sviluppo di interfacce tecnologiche che consentano la diffusione dei contenuti sui principali dispositivi di fruizione audiovisiva di tempo in tempo disponibili sul mercato;
l) sviluppare contenuti prioritariamente destinati a soddisfare le esigenze delle comunità di Italiani residenti all'estero e la promozione economico, culturale e turistica del Paese all'estero;
m) rendere accessibili i propri contenuti audiovisivi on line nei formati tecnologici e di fruizione più diffusi nel Paese;
n) favorire la distribuzione dei propri contenuti Internet attraverso gli altri siti e portali operanti sul territorio nazionale sulla base di criteri equi e non discriminatori, ovviamente nel rispetto dei criteri commerciali già adoperati dall'azienda e di servizio pubblico così come stabiliti dal presente Contratto.»;
l'articolo 8, rubricato «Programmazione dedicata alle persone con disabilità e programmazione sociale», stabilisce che:
1. La Rai, nel ribadire il proprio impegno di produzione e di programmazione nell'ambito e nel rigoroso rispetto delle normative antidiscriminatorie enunciate nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, nel Trattato di Amsterdam e nelle risoluzioni del Forum Europeo delle persone disabili di Madrid, dedica particolare attenzione alla promozione culturale per l'integrazione delle persone disabili ed il superamento dell'handicap eliminando ogni discriminazione nella presenza delle persone disabili nei programmi di intrattenimento, di informazione, fiction e produzioni Rai.
2. Nel quadro di un'adeguata rispondenza del servizio pubblico al diritto all'informazione delle persone con disabilità e alla loro complessiva integrazione, la Rai si impegna entro 6 mesi dall'entrata in vigore del presente Contratto a pervenire alla realizzazione di almeno una edizione al giorno di Tg1, Tg2, Tg3, e, progressivamente entro 12 mesi, di una edizione del TGR regionale in ciascuna regione, tradotte nella lingua dei segni (LIS), e con sottotitoli, su ciascuna delle sue reti generaliste.
3. La Rai garantisce l'accesso alla propria offerta multimediale e televisiva alle persone con disabilità sensoriali o cognitive anche tramite specifiche programmazioni audiodescritte e trasmissioni in modalità telesoftware per le persone non vedenti, e sottotitolate con speciali pagine del Televideo in grado di essere registrate su supporti VCR e DVD e del proprio portale internet e mediante la traduzione della lingua dei segni (LIS).
4. La Rai: incrementa progressivamente, nell'arco del triennio di vigenza del presente Contratto, il volume delle offerte specifiche di cui ai commi 1 e 2 fino al raggiungimento di una quota pari ad almeno

il 60 per cento della programmazione complessiva, nonché delle tipologie di generi di programmazione anche con riferimento alle trasmissioni culturali e a quelle di approfondimento e informazione a tema;
amplia progressivamente l'attuale servizio di sottotitolazione dei notiziari nelle fasce orarie di buon ascolto e dei programmi d'attualità, di approfondimento politico, di sport e di intrattenimento preregistrati e in diretta;
migliora la qualità del segnale per l'audiodescrizione nel quadro delle risorse in OM dedicate allo specifico servizio;
promuove la ricerca tecnologica al fine di favorire l'accessibilità dell'offerta multimediale alle persone con disabilità e con ridotte capacità sensoriali e cognitive, in collaborazione con enti, istituzioni e associazioni del mondo delle persone con disabilità.

5. Al fine di monitorare gli sviluppi indicati nei commi precedenti, la Rai istituisce un tavolo di confronto con le associazioni nazionali che hanno un'adeguata rappresentanza territoriale delle categorie delle persone con disabilità o un loro comitato di coordinamento.
6. La Rai si impegna a promuovere e valorizzare, nell'offerta di programmazione televisiva, radiofonica e multimediale, la rappresentazione delle diverse realtà sociali del Paese, con particolare attenzione alle persone, gruppi e comunità con bisogni speciali. La concessionaria definisce, sentita la Sede Permanente di confronto sulla programmazione sociale, i criteri per la scelta dei temi e delle attività sociali che hanno priorità nella programmazione.
7. La Rai si impegna a collaborare, con le istituzioni preposte, alla ideazione, realizzazione e diffusione di programmi specifici diretti al contrasto e alla prevenzione della pedofilia, della violenza sui minori e alla prevenzione delle tossicodipendenze e alla conoscenza delle conseguenze prodotte dall'uso delle sostanze stupefacenti e psicotrope nonché al costo sociale che tali fenomeni comportano per la collettività.
8. Nel quadro degli indirizzi relativi alle trasmissioni dell'accesso al servizio pubblico della Commissione Parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, la Rai assicura nei servizi di Televideo una particolare attenzione alle esperienze dell'associazionismo e del volontariato sulla base del regolamento approvato dalla predetta Commissione parlamentare nella seduta del 29 aprile 1999.
9. La Rai si impegna entro sei mesi dall'entrata in vigore del presente Contratto a conferire ad una struttura che risponda al Direttore Generale con poteri di controllo, i compiti di:
definire le linee guida di comunicazione ed i principi di riferimento per la presentazione delle problematiche sociali da parte della Rai, nell'ambito del presente Contratto;
definire, proporre, realizzare le iniziative sulle tematiche sociali sia all'esterno che all'interno della programmazione radiotelevisiva e multimediale, anche in collaborazione con le associazioni e le istituzioni preposte;
accogliere e valorizzare le tematiche di carattere sociale rappresentate dalle associazioni e istituzioni che operano in tal senso, consultando direttamente le medesime, con l'obiettivo di sviluppare la massima attenzione del pubblico sulle problematiche sociali;
svolgere le funzioni di segreteria e supporto alla Sede Permanente di confronto sulla programmazione sociale.» -:
se la Commissione paritetica prevista all'articolo 37 del contratto di servizio sia stata istituita;
nell'eventualità positiva, quale attività di verifica in ordine all'adempimento del contratto di servizio abbia svolto e intenda svolgere con particolare riferimento alla cosiddetta programmazione sul sociale, alla programmazione di informazione sui

cosiddetti diritti umani, all'incremento progressivo circa la programmazione sottotitolata, alla misurazione della qualità della programmazione Rai, nonché alla effettiva possibilità per gli abbonati Rai di fruire, anche sui siti internet istituzionali dell'azienda, della programmazione di servizio pubblico già andata in onda sugli schermi Rai;
se, in sede di revisione del contratto di servizio, non intenda verificare i confini delle proprie competenze in relazione all'adempimento degli obblighi previsti dal contratto, anche in considerazione dell'assetto dei poteri definito dall'ordinamento, con particolare riferimento al rispetto dei principi del pluralismo, della completezza, dell'obiettività e dell'imparzialità dell'informazione.
(4-04475)

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Apposizione di una firma ad una mozione.

La mozione Lolli e altri n. 1-00244, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Samperi.

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ERRATA CORRIGE

Mozione Di Stanislao e altri n. 1-00250 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della Seduta n. 226 del 5 ottobre 2009. Alla pagina n. 8219, seconda colonna, alla riga decima, deve leggersi: «causa del sisma, che l'ordinanza n. 3763» e non «causa del sisma, che l'ordinanza n. 2763», come stampato.