XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di giovedì 17 settembre 2009

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
visti i dati diffusi sulla puntualità degli scali europei, l'aeroporto di Fiumicino risulta il peggiore;
detto fatto incide molto negativamente sia sull'immagine del Paese, sia sulla accessibilità dei nostri territori;
l'aeroporto di Malpensa è attualmente molto sotto-utilizzato;
il Governo ha accettato come raccomandazione un Ordine del giorno a firma Cota, Reguzzoni, Dal Lago (9/1094-A-R-2) che lo impegnava ad attivarsi verso la completa liberalizzazione del trasporto aereo;
il Governo ha ben operato gestendo la situazione di crisi dell'ex Alitalia ereditata sia perché ha evitato il protrarsi di situazioni di «assistenzialismo», finanziando le perdite costanti, sia per aver scelto la liberalizzazione dei cieli quale politica attiva del settore -:
quale sia l'intendimento del Governo sia in ordine alle politiche di tutela dell'immagine e dell'economia del nostro paese, sia in merito ad una più equa distribuzione del traffico internazionale sull'interno del nostro territorio;
quale siano i progressi ottenuti nel campo della liberalizzazione del trasporto aereo, sia in terra di distribuzione e riassegnazione degli slot, sia in tema di accordi bilaterali con paesi terzi;
quale sia il giudizio del Governo sull'efficienza degli scali nazionali e se e quali misure il Governo intenda attivare in ordine alla gestione delle operazioni di terra e, al regime di concessione a società private della gestione degli aeroporti.
(4-04200)

DELLA VEDOVA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
l'inquinamento della Valle del Sacco, oggi Valle dei Latini, tra le province di Roma e Frosinone coinvolge pesantemente il comune di Ceccano, come dimostrato da numerose indagini epidemiologiche, alcune delle quali hanno recentemente portato al sequestro di capi di bestiame per il riscontro di agenti cancerogeni nel ciclo alimentare;
il comune di Ceccano non è compreso nell'area di emergenza gestita dall'Ufficio commissariale per l'emergenza nel territorio del Bacino del Fiume Sacco (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 19 maggio 2005), malgrado si tratti, come già acclarato, di un'area a rischio di contaminazione passiva -:
se non ravvisi la necessità di estendere il territorio di responsabilità dell'ufficio commissariale anche al comune di Ceccano e agli altri comuni della Valle del Sacco che, in rapporto ai problemi in oggetto, si trovino in analoga situazione;
se e in che modo siano ipotizzabili interventi di sostegno per le aziende agricole oggetto di interventi amministrativi quali quelli descritti in premessa, che rischiano di pregiudicare la continuità aziendale.
(4-04212)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:

MARIANI, REALACCI, BRATTI, BOCCI, BRAGA, ESPOSITO, GINOBLE,

IANNUZZI, MARANTELLI, MARGIOTTA, MARTELLA, MASTROMAURO, MORASSUT, MOTTA, VIOLA e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
dopo la drammatica emergenza rifiuti nella regione Campania, nei mesi scorsi sono affiorate altre gravi situazioni di crisi, ad esempio a Palermo e a Catania, accompagnate dall'umiliante e inaccettabile corollario di rifiuti tornati ad invadere strade e marciapiedi, di scuole chiuse per paura di infezioni, di voragini di debiti gravanti su comuni e aziende, di regole non rispettate, abusi, corruzione, burocrazie paralizzanti;
tali «situazioni limite», che tuttavia costituiscono l'apice di fenomeni negativi che investono diverse aree del Paese e che in alcune regioni si avvicinano pericolosamente al punto di collasso, richiederebbero con urgenza l'approntamento, da parte del Governo nazionale, di un'azione organica e incisiva di riforma di un sistema gestionale dei rifiuti, come quello italiano, caratterizzato negativamente, da un lato, da una galassia di aziende comunali difese da consolidati interessi locali, dal nanismo dei soggetti imprenditoriali privati e dalla cronica carenza di investimenti e di tecnologie innovative, e, dall'altro lato, dalla mancanza di un quadro normativo semplice, certo e uniforme, dall'inaccettabile ricorso alla discarica come strumento di smaltimento dei rifiuti e dall'altrettanto inaccettabile incapacità di affermare, in concreto, la centralità della raccolta differenziata come asse portante del ciclo integrato di gestione dei rifiuti;
appare necessario ricordare che il Testo unico in materia ambientale, introdotto nel nostro ordinamento con il decreto legislativo n. 152 del 2006, stabilisce - in coerenza con il quadro normativo comunitario - precise priorità in materia di gestione dei rifiuti, individuando nella prevenzione, e di conseguenza nella riduzione della produzione «a monte» di materiali e sostanze destinati a divenire rifiuti, il principale ambito di intervento per una più efficace e corretta politica gestionale dei rifiuti;
sotto questo profilo, non può che giudicarsi molto negativamente l'azione fin qui condotta dal Governo, ancora incapace di mettere in campo politiche nazionali adeguate alla serietà della situazione e sempre più spesso occupato a emanare provvedimenti-tampone, talvolta improntati, ad avviso degli interroganti, a logiche clientelari e campanilistiche, unicamente diretti a ripianare momentaneamente i deficit di questo o quel comune o azienda municipale;
in questo quadro negativo, si inserisce anche la questione posta all'attenzione della pubblica opinione da una recente pronuncia del Corte costituzionale - sentenza n. 238 del 2009 - che, pur vertendo sulla competenza giurisdizionale delle Commissioni tributarie, ha incidentalmente riaffermato la tesi della natura tributaria della TIA (tariffa di igiene ambientale), come tale non assoggettabile al pagamento dell'IVA. Com'è a tutti noto, si tratta di una questione giurisprudenziale annosa, finora risolta, anche sulla base di precise indicazioni e risoluzioni dell'Agenzia delle entrate, nel senso opposto dell'assoggettabilità ad IVA della tariffa in questione. In ogni caso, gli interroganti ritengono che anche la citata sentenza della Corte costituzionale, se non adeguatamente presa in considerazione e inserita all'interno di un'incisiva e organica azione riformatrice, possa finire per appesantire la crisi del sistema gestionale dei rifiuti, producendo ulteriore incertezza su un quadro normativo già confuso e farraginoso, nonché danni alla operatività delle aziende e frustrazione delle legittime aspettative dei cittadini -:
quali iniziative intenda assumere il Governo per approntare un piano nazionale di ammodernamento del sistema italiano di gestione dei rifiuti, capace di prevenire l'insorgere di nuove emergenze e di porre le basi per il rafforzamento e lo

sviluppo del settore industriale ad esso connesso;
quali misure intenda assumere il Governo, dando seguito della citata sentenza della Corte costituzionale n. 238 del 2009, per dare risposta alle preoccupazioni degli amministratori locali e alle legittime attese dei cittadini, scongiurando ogni rischio di soluzioni penalizzanti per gli utenti o peggiorative per le aziende del settore e per i bilanci degli enti locali.
(5-01793)

Interrogazione a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
gli impianti di condizionamento dell'aria per uso domestico e aziendale producono biossido di carbonio, gas nocivo per l'ambiente;
il numero di impianti di condizionamento è in aumento costante da molti anni e la tendenza rimane invariata;
spesso le temperature raggiunte sono molto basse, con spreco di risorse ambientali -:
se e come il Ministro intenda attivarsi ai fini di limitare il ricorso all'utilizzo di impianti di condizionamento, limitando le basse temperature (ad esempio non meno di 20-22 gradi centigradi nei locali pubblici) e/o il periodo di utilizzo degli stessi.
(4-04196)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il 15 agosto la Pinacoteca di Brera ha compiuto 200 anni;
l'istituzione milanese rappresenta un unicum a livello nazionale ed una eccellenza mondiale per qualità delle opere d'arte ospitate e vitalità dell'ambiente culturale che comprende l'accademia di belle arti ed altre istituzioni «vive» -:
come il Governo abbia inserito Brera nell'ottima politica di sostegno e valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese in corso di attuazione;
se e quali iniziative il Ministro intende attivare nel futuro - anche a livello normativo - per valorizzare e promuovere la Pinacoteca e l'Accademia di Brera.
(4-04193)

TESTO AGGIORNATO AL 21 LUGLIO 2010

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nelle immediate adiacenze della stazione delle Ferrovie dello Stato della città di Busto Arsizio (Varese) sono localizzate aree nel passato utilizzate come scalo merci e area di interscambio, ed oggi in gran parte abbandonate;
i terreni e gli edifici in parola occupano parecchi ettari in una zona di pregio, immediatamente a ridosso del centro storico e di quartieri residenziali -:
se dette aree appartengano al Demanio ovvero ad altro ente, istituzione o società pubblica;
quali siano i diritti di utilizzo attuali;
se e come il Ministro intenda intervenire ai fini di restituire ad una qualsivoglia funzione - logistica, industriale, a parcheggi, per servizi o altro - dette aree di pregio sottraendole al degrado e all'abbandono.
(4-04186)

REGUZZONI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il Governo sta ottimamente operando per riformare legalità in tutti i settori;
è di evidenza comune che moltissimi prodotti venduti in vari modi - per lo più irregolari - sulle spiagge e sui marciapiedi in tutto il Paese siano prodotti tessili e/o di abbigliamento e/o accessori di abbigliamento provenienti da fabbriche straniere, e pertanto commercializzati dopo essere transitati illegalmente in un varco Doganale -:
quali provvedimenti il Ministro abbia assunto o intenda assumere per perseguire i funzionari doganali responsabili degli omessi controlli;
se e con il Ministro intenda intervenire - con apposite iniziative normative - per aumentare le sanzioni e le pene per i responsabili;
quali dati - avesse quantitativi - disponga il Ministero circa l'azione della magistratura in merito alla soppressione di detti crimini e alla punizione dei rei.
(4-04190)

BORGHESI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
nella riunione del gruppo dei Paesi facenti parte del G20, svoltosi a Londra nell'aprile del 2009 tra le intese raggiunte vi è stata quella della lotta ai paradisi fiscali;
per dar seguito a tale misura l'Ocse ha predisposto tre liste di Paesi secondo il criterio dello scambio di informazioni previste per la lotta all'evasione fiscale: una lista bianca, che comprende i Paesi che hanno implementato accordi di scambio informativo; una lista grigia con i Paesi che hanno deciso di farlo, ma non hanno ancora implementato gli accordi; una lista nera dei Paesi che non intendono farlo;
il passaggio dalla lista grigia alla lista bianca ha luogo con la sottoscrizione di almeno 12 accordi bilaterali per lo scambio di informazioni e la lotta all'evasione fiscale;
la lista grigia alla data del 2 aprile 2009, elencava 38 Paesi, tra i quali Andorra, Liechtenstein, Principato di Monaco, San Marino, Austria, Belgio, Lussemburgo, Svizzera;
numerosi Paesi, tra i quali i più attivi risultano essere Stati Uniti, Germania, Francia e Gran Bretagna hanno comunicato durante l'estate di aver concluso accordi bilaterali con alcuni dei 38 Paesi della lista grigia;
in effetti il rapporto Ocse dell'11 settembre 2009, evidenzia che ad esempio il Lussemburgo ne ha firmati 4 (di cui 3 nel periodo), Monaco 6 (di cui 5 nel periodo), San Marino 2 (tutti nel periodo), l'Austria 4 (tutti nel periodo), la Svizzera 7 (tutti nel periodo), Singapore 6 (tutti nel periodo);
l'eventuale raggiungimento dei 12 accordi da un lato escluderà per l'Italia la possibilità di restrizioni verso quei Paesi, ma d'altro lato non li obbligherà a rispondere alle informazioni per la lotta all'evasione fiscale italiana;
dunque diviene rilevante anche per il nostro Paese concludere accordi internazionali nel senso prospettato, in particolare verso i Paesi attraverso i quali si è tradizionalmente indirizzato il flusso di denaro dovuto all'evasione ed al trasferimento illecito di capitali -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti riportati in premessa;
quanti accordi siano stati conclusi con i Paesi della lista grigia ed in quale data;
quanti accordi siano in corso di perfezionamento e con quali Paesi della lista in questione;
quali iniziative il Governo intenda adottare per impedire che il raggiungimento

di 12 accordi internazionali, senza che fra di essi vi sia l'Italia, possa permettere a quei Paesi di passare nella lista bianca pur senza obblighi di informazione verso di noi.
(4-04205)

BORGHESI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la disposizione di cui all'articolo 57, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 131 del 1986, pone a carico delle parti in causa l'obbligo solidale di pagamento dell'imposta di registro;
in molti casi che interessano numerosi contribuenti la norma trova applicazione nelle cause per divisione delle comunioni ereditarie, nelle quali sovente si registrano quote di comunione assai differenziate tra eredi;
in caso di mancato pagamento dei coobbligati ciascuno per la propria quota, l'azione per la riscossione del tributo è rimessa dall'Agenzia delle entrate ad Equitalia, la quale ha piena discrezionalità nell'agire;
essa può pertanto rivolgersi a chiunque tra i coobbligati, anche a coloro che in ipotesi abbiano quote marginali della comunione (meno dell'1 per cento), aggredendo i beni personali;
in siffatta ipotesi l'azione, ancorché formalmente lecita sul piano giuridico, non può non portare ad un giudizio di sostanziale iniquità nei confronti del soggetto azionato, impotente a sottrarsi alla pretesa dell'ufficio, e la creazione di iniquità non può essere un risultato che uno Stato moderno intende favorire, soprattutto in materia fiscale;
la cosa appare ancor più grave a causa della mancata previsione, nell'articolo 58, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 131 del 1986, della surrogazione, a favore delle parti in causa che hanno pagato l'imposta di registro, nelle «ragioni, azioni e privilegi spettanti all'amministrazione finanziaria»;
è bensì vero che sussiste la possibilità, per le parti in causa che abbiano pagato l'imposta di registro in luogo degli obbligati che non l'abbiano fatto, di avvalersi dei comuni rimedi civilistici e, principalmente, dell'azione di regresso di cui all'articolo 1299 del codice civile, ma è ben noto il grave stato in cui si dibatte la giustizia civile in Italia ed i tempi lunghissimi richiesti per l'emanazione dei provvedimenti di competenza;
in tale situazione apparirebbe atto di equità da parte di Equitalia agire nei confronti dei beni appartenenti alla massa ereditaria, in modo da rispettare così il principio di una imputazione di fatto delle somme dovute a ciascun obbligato -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa;
se non ritenga di assumere iniziative affinché Equitalia eserciti le azioni in via prioritaria sui beni oggetto del contendere nella causa di divisione ereditaria;
quali iniziative intenda assumere per impedire che un comportamento del tutto discrezionale dell'ente preposto alla riscossione possa generare situazioni di profonda iniquità nei riguardi dei contribuenti coobbligati.
(4-04206)

BORGHESI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nella riunione del gruppo dei Paesi facenti parte del G20, svoltosi a Londra nell'aprile del 2009 tra le intese raggiunte vi è stata quella della lotta ai paradisi fiscali;
in più occasioni il direttore dell'Agenzia delle entrate Attilio Befera ha rilasciato interviste ai mezzi di informazione nelle quali ha, tra l'altro, dichiarato «Abbiamo in questo momento 170.000 nominativi sotto indagine». E citando alcuni esempi: «Abbiamo una lista di 500 nominativi circa sequestrati ad un avvocato svizzero recentemente arrestato alla procura di Milano, abbiamo una lista di conti

presenti presso Ubs Italia che si presume abbiano qualche riferimento con Ubs Svizzera, abbiamo poi la lista già nota di detentori di capitali nel Liechtenstein»;
a proposito delle note vicende giudiziarie che riguardano l'eredità dell'avvocato Giovanni Agnelli e dell'eventuale costituzione all'estero da parte sua di rilevanti attività in possibile violazione delle norme fiscali italiane, lo stesso Befera così ha risposto a chi gli chiedeva se fosse possibile che la stretta sui paradisi fiscali prevista nel decreto legge anticrisi varato dal Governo potesse investire anche la contesa eredità di Gianni Agnelli: «Potrebbero rientrarci: non è da escludere, ma è da vedere». «Al momento non c'è alcun procedimento in atto»;
successivamente in un'intervista al Giornale Radio1 lo stesso Befera ha dichiarato che la famiglia Agnelli non potrà far ricorso allo scudo fiscale italiano contro le eventuali pretese del fisco sugli eventuali capitali in Svizzera perché «il procedimento è già aperto»;
su questa vicenda secondo le agenzie di stampa il formale invito al contraddittorio sarebbe stato notificato a entrambe le parti in lite il 28 agosto 2009: direttamente a Margherita, che ha residenza fiscale in Italia, e allo studio legale che assiste Marella, che ha residenza fiscale in Svizzera. Con quell'atto si sospenderebbe ogni prescrizione;
l'articolo 13-bis del decreto-legge 1o 2009, n. 78, il quale prevede il cosiddetto «scudo fiscale» è entrato in vigore il 5 agosto 2009;
per essere opponibile ai contribuenti interessati alle norme sul rientro dei capitali all'estero un atto formale dell'amministrazione finanziaria deve essere stato notificato prima di tale data -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa;
a quanti dei 170 mila contribuenti di cui alle dichiarazioni del direttore dell'Agenzia delle entrate siano stati inviati atti formali opponibili alla domanda di scudo fiscale;
se ritenga eventualmente opponibile alle parti in causa dell'eredità Agnelli l'atto notificato il 28 agosto 2009;
quali iniziative intenda adottare per impedire che contribuenti, la cui identità come possibili evasori era già nota al fisco italiano da molto tempo, possano ancora una volta farla franca con il semplice versamento del 5 per cento delle somme che reintrodurranno in Italia.
(4-04211)

BRIGANDÌ e STUCCHI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da recenti fonti di stampa emergerebbe che i rimborsi spettanti alla lista «IDV - Lista Di Pietro» sarebbero stati di fatto percepiti da un'associazione composta da due deputati ed un congiunto di uno di loro;
sempre da notizie di stampa risulta che sia stata avviata un'indagine da parte della procura della Corte dei conti;
vi sia diversa personalità giuridica tra l'associazione e il partito risulta anche dal fatto che in una causa, pur presente l'associazione, è stata dichiarata la contumacia del partito;
il giudice per le indagini preliminari di Roma ha archiviato, con motivazioni che l'interrogante non condivide, un procedimento penale per reato di truffa;
la mancata coincidenza, in sostanza, ad avviso dell'interrogante, tra soggetto che ha sopportato le spese elettorali e soggetto percettore dei rimborsi pone, tuttavia, una serie di questioni che, se anche, con le riserve che si sono evidenziate, non attenessero al diritto penale, rappresentano tuttavia un problema certamente anche normativo sotto il profilo della trasparenza dell'amministrazione del denaro pubblico, con riferimento ad una materia

particolarmente sensibile per un ordinamento democratico, quale il rimborso delle spese elettorali;
in altre parole tenendo conto che il provvedimento giurisdizionale non è comunque definitivo, tenendo conto che la legge sui rimborsi elettorali è per l'appunto destinata ai partiti che hanno presentato liste alle elezioni in quanto soggetti che hanno sopportato le spese elettorali e tenendo conto altresì che l'associazione in questione non è un partito, al di là della pronuncia del gip di Roma ad avviso dell'interrogante si dovrà ritenere delle due l'una: o il percepimento è illegittimo, e per tale fatto occorre fare chiarezza in qualsiasi sede, ovvero è legittimo, nel qual caso oggettivamente non può qualificarsi come rimborso e dunque dovrà qualificarsi come reddito con le relative conseguenze fiscali -:
di quali elementi disponga il Governo sulla vicenda, nell'ambito delle sue competenze;
se il Governo non ritenga di adottare iniziative normative volte ad assicurare che la disciplina in materia di rimborsi elettorali risponda al principio di trasparenza, fondamentale nell'erogazione di risorse pubbliche;
quale sia comunque il regime fiscale che il Governo applicherà ai fondi percepiti dall'associazione «Italia dei valori».
(4-04216)

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GIUSTIZIA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
da notizie giornalistiche ed anche da comunicati Ansa, ed in particolare del 13 settembre 2009, emerge che il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino Caselli ha dichiarato: «stiamo valutando una alternativa contestando la clandestinità come aggravante di altro reato e non come reato a sé»;
altre notizie di stampa parlano di «ala militante della magistratura italiana» intendendo chiaramente militanza politica e riferendosi chiaramente al procuratore Caselli, giudice che ostenta, ad avviso dell'interrogante, con manifestazioni pubbliche, il suo essere di sinistra;
le dichiarazioni del procuratore Caselli sarebbero motivate dalla finalità di pervenire ad una diminuzione dei carichi di lavoro degli uffici giudiziari;
la diffusione di tale orientamento appare all'interrogante come una azione politica contro l'attuale maggioranza;
inoltre, la diffusione di tale orientamento, che si configura come una azione politica autonoma del pubblico ministero, non appare in alcun modo legittima e coerente con il principio dell'obbligatorietà dell'azione penale -:
ove condivida le considerazioni esposte in premessa, se non intenda adottare iniziative ispettive, anche al fine dell'esercizio dell'azione disciplinare;
se non intenda adottare ogni iniziativa utile a chiarire l'effettiva portata applicativa della disciplina relativa al reato di immigrazione clandestina.
(2-00474)
«Brigandì, Dal Lago, Pini, Cota, Allasia, Nicola Molteni, Luciano Dussin».

Interrogazione a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'attuale Palazzo di Giustizia sede della Procura della Repubblica di Busto Arsizio (Varese) necessita di molti ed importanti interventi di ristrutturazione, di adeguamento alla sicurezza, di rinnovo degli arredi;

istanze in tal senso sono state avanzate da più parti, anche nel corso della visita a Busto Arsizio del Ministro interrogato in occasione della inaugurazione della nuova palazzina sede del Tribunale, salve le legittime e doverose competenze in merito di soggetti terzi, tra i quali gli enti locali -:
se e quali iniziative il Ministro abbia intenzione di attuare in relazione alle esigenze di cui alle premesse.
(4-04185)

TESTO AGGIORNATO AL 24 MARZO 2011

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta scritta:

MIGLIORI e CARLUCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la Società Terna sta per realizzare una nuova linea a 132 Km. da San Giuseppe a Portoferraio (Isola d'Elba, provincia di Livorno), che potrà garantire maggiore affidabilità e sicurezza;
il progetto originario, che risale al 2006, prevedeva 4,5 Km. interrati e 48 tralicci, mentre quello che si è evoluto nel 2008 prevede 8,7 Km. interrati e 20 tralicci;
il territorio dell'Isola d'Elba costituisce un patrimonio paesaggistico naturale che negli anni scorsi ha visto l'istituzione di un Parco nazionale che ne preservi le caratteristiche floro-faunistiche e dunque culturali;
l'isola basa la gran parte della propria economia sul turismo e si pregia, appunto, di quelle risorse naturali che la rendono celebre in tutto il mondo;
la popolazione si è aggregata in maniera spontanea in un comitato che chiede il totale interramento dell'impianto, riscuotendo l'appoggio ufficiale - fra le altre - dell'azienda di promozione turistica, dell'associazione albergatori, di confesercenti -:
quali iniziative si intendano assumere per promuovere un progetto di totale interramento dell'elettrodotto in oggetto, in modo da non compromettere le qualità naturalistiche del territorio elbano e per scongiurare una negativa ricaduta sull'industria turistica dell'isola.
(4-04184)

REGUZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nella giornata del 1o agosto ed in quelle successive sono state segnalate numerose e gravissime mancanze organizzative del vettore CAI;
l'interrogante ha più volte segnalato anomalie ed inadeguatezze di detta compagnia, cui è permesso il mantenimento di una situazione di monopolio sulle più importanti tratte nazionali e di netta prevalenza su molte realtà aeroportuali;
non si ha notizia di alcun provvedimento punitivo, né di revoca di slot e diritti di traffico non utilizzati -:
quale sia il motivo per cui il Ministero dei trasporti ha assunto e mantiene una posizione di sostanziale immobilità, nonostante le allarmanti proporzioni ormai assunte da inefficienze e disagi;
quali iniziative di competenza il Ministro intenda assumere per favorire l'arrivo di compagnie straniere e/o la nascita di vettori nazionali, ai fini di migliorare la concorrenza ed aumentare le alternative per i passeggeri.
(4-04187)

REGUZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la diffusione dei dati sui ritardi che si verificano negli scali aeroportuali europei ha evidenziato che l'aeroporto di Fiumicino registra i dati peggiori in assoluto -:
se e come il Ministro intenda intervenire per migliorare detta situazione;

se il Ministro non intenda mutare la propria opinione circa l'efficienza e la puntualità della Compagnia Aerea Italiana, che nello scalo di Fiumicino riveste il ruolo di principale vettore.
(4-04189)

REGUZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la rete autostradale Lombarda è complessivamente composta da 576 km, quella Veneta da 475 km, quella Laziale da 470 km, quella Siciliana da 591 km circa -:
a quanto ammontino i pedaggi autostradali pagati dai viaggiatori nelle regioni citate, annualmente e regione per regione;
quali siano le ragioni di eventuali, macroscopiche differenze;
quali siano gli intendimenti del Ministro in merito.
(4-04191)

JANNONE. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
lunedì 22 giugno 2009 due carri di un treno merci sono deragliati urtando un Intercity, nei pressi del tratto ferroviario vicino Prato, a causa di una rottura al pantografo, il dispositivo posto sul tetto delle motrici elettriche che, scorrendo a contatto con i fili aerei, trasmette la corrente al motore. L'incidente che letteralmente diviso in due l'Italia, bloccando il traffico ferroviario lungo la direttrice Firenze-Bologna per circa due ore, in entrambe le direzioni;
uno dei due carri deragliati era una cisterna carica di acido fluoridrico. Per rimuoverla è stato necessario l'impiego di un gruppo di addetti specializzati nel travaso di sostanze corrosive, che ha permesso di liberare i binari in un'unica direzione soltanto dopo due ore dall'incidente;
dall'amministrazione del gruppo Trenitalia è emersa subito la volontà di avviare un'inchiesta interna per stabilire l'esatta dinamica dell'uscita dai binari del carro, mentre la Polizia ferroviaria, a disposizione della Procura di Prato, ha posto sotto sequestro i due carri deragliati -:
se il Ministro intenda adottare iniziative finalizzate ad intensificare i controlli relativi alla rete ferroviaria italiana ed ai veicoli utilizzati, con particolare riguardo per il trasporto di merci pericolose.
(4-04208)

STRIZZOLO, MARAN e ROSATO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
dal 1991 presso l'aeroporto regionale del Friuli Venezia Giulia ubicato a Ronchi dei Legionari opera attivamente la compagnia aerea Air Dolomiti occupando circa un centinaio di dipendenti;
è trapelata con notizie riportate dalla stampa locale, in particolare nell'edizione di sabato 12 settembre 2009 del quotidiano «Messaggero Veneto», la decisione della direzione di Air Dolomiti di procedere ad una ristrutturazione della propria organizzazione in Italia con la possibilità che venga destinata ad altra località, fuori dal Friuli Venezia Giulia, la sede operativa di Ronchi dei Legionari;
nell'area territoriale del monfalconese - dove è ubicato l'aereoporto di Ronchi dei Legionari e nella contermine area della Bassa Friulana - vi sono già diverse realtà produttive in stato di crisi che hanno determinato una preoccupante e difficile situazione economica e sociale per diverse centinaia di lavoratori e per le loro famiglie;
l'eventuale spostamento della struttura operativa di Air Dolomiti - oltre che sul piano economico-occupazionale - creerebbe una situazione di difficoltà an

che per i servizi e per i traffici aeroportuali del Friuli Venezia Giulia con pregiudizio per le molte imprese che utilizzano il trasporto aereo per le merci e per i passeggeri -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dell'ipotesi di spostamento di Air Dolomiti dall'aeroporto di Ronchi dei Legionari;
quali iniziative intenda assumere il Governo per scongiurare tale prospettiva che avrebbe ricadute pesantemente negative di ordine sociale, economico e territoriale in una area del Friuli Venezia Giulia già duramente colpita da altre situazioni di crisi aziendali.
(4-04215)

TESTO AGGIORNATO AL 22 SETTEMBRE 2009

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INTERNO

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
l'ultimo «Concorso interno, per titoli ed esame scritto a 108 posti per l'accesso al corso di formazione professionale per la nomina alla qualifica di vice sovrintendente del ruolo dei sovrintendenti della Polizia di Stato (indetto con decreto ministeriale 19 settembre 2008)», riservato al personale del ruolo degli Agenti ed Assistenti che, al dicembre del 2001, avessero maturato quattro anni di effettivo servizio, ha registrato 1.318 idonei;
il predetto concorso a 108 vice sovrintendenti, per effetto di quanto previsto agli articoli 2 e 12 del decreto legislativo n. 53 del 2001, ed in virtù del fatto che un analogo concorso a vice sovrintendente riservato, in questo caso, agli assistenti capo, ha registrato la rinuncia di 183 assistenti capo risultati vincitori, ha subito un aumento di posti a 291;
i posti vacanti nel ruolo di sovrintendenti della Polizia di Stato si attestavano, già a dicembre del 2001, tra le 1.900 e le 2.000 unità (fonte: SIAP) -:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza delle predette questioni e, in particolare, di una così marcatamente insufficiente copertura dei posti relativi al ruolo dei sovrintendenti, carenza di organico che, soprattutto in determinati uffici di Polizia, sta rendendo particolarmente difficoltosa l'organizzazione del lavoro e dei servizi;
quali provvedimenti di competenza, ad effetto immediato, intenda adottare sia ai fini del riordino delle carriere nella Polizia di Stato sia per assicurare, in maniera efficace, l'ordinaria e regolare progressione di carriera prevista dalle leggi vigenti;
quali provvedimenti intenda adottare per avviare immediatamente (e senza bandire altre dispendiose procedure concorsuali come, peraltro, stanno facendo i responsabili degli uffici ministeriali competenti) al corso di formazione per Vice Sovrintendenti i 1.318 poliziotti risultati idonei al concorso, in ossequio sia al principio del buon andamento dell'azione amministrativa, sia a quello dell'ottimizzazione delle politiche di gestione del personale della Polizia di Stato;
se il Ministro intenda prendere atto che le norme disciplinanti la progressione di carriera in Polizia dei ruoli non direttivi e dirigenti sono superate ed inefficaci, come ampiamente dimostrato, per esempio, dalle difficoltà sperimentate nella progressione di carriera da assistenti capo, assistenti ed agenti, ai quali, per avanzare nel ruolo dei Sovrintendenti, viene richiesto il trasferimento di sede;
se, oltre alle specifiche richieste di cui sopra, il Ministro non ritenga opportuno produrre approfondimenti ulteriori e di carattere più generale in merito alla vertenza sul riordino per tutti i ruoli e per tutte le qualifiche, unica strada percorribile per tentare di sanare le sperequazioni

esistenti nella progressione di carriera anche rispetto alle altre forze di polizia del nostro Paese.
(2-00473) «Minniti».

Interrogazioni a risposta in Commissione:

SANGA, ANTONINO RUSSO, GHIZZONI, SIRAGUSA e MISIANI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
è in voga un pericoloso tentativo di cancellare la memoria di chi con coraggio ha denunciato la criminalità, come è successo con l'aeroporto di Comiso (Ragusa) intitolato a Pio La Torre;
nei giorni scorsi, il sindaco del comune di Ponteranica (Bergamo) ha rimosso la targa della biblioteca comunale dedicata a Peppino Impastato, ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978;
l'intitolazione della biblioteca di Ponteranica a Peppino Impastato ha rappresentato e deve continuare a rappresentare una straordinaria testimonianza dell'impegno nella lotta alla mafia oltre ogni confine;
sul territorio della provincia di Bergamo sono state realizzate molte iniziative sui temi della legalità e della lotta alle mafie;
nel corso degli anni si è registrata una grande partecipazione dei giovani, delle scuole e del mondo dell'associazionismo ai quali risulterebbe incomprensibile la scelta operata dall'amministrazione di Ponteranica;
è indispensabile che nel Paese tutto cresca una cultura volta ad emarginare le organizzazioni criminali ed ogni forma di violenza;
è altresì essenziale manifestare solidarietà e vicinanza a chi quotidianamente combatte le mafie e, al contempo, preservare la memoria di coloro che si sono sacrificati in ragione di questa nobile scelta -:
se e quali iniziative intendano adottare, affinché il valore della memoria di martiri come Peppino Impastato venga preservato e non vada disperso.
(5-01790)

MARCO CARRA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra domenica 13 settembre 2009 ed il lunedì successivo, un sedicente gruppo «terroristico», autodefinitosi «Brigate Azzurre», ha compiuto un atto criminale a Volta Mantovana (Mantova), incendiando due furgoni della cooperativa di ristorazione Cir Food, con sede a Reggio Emilia, e la cucina scolastica di proprietà dell'Amministrazione comunale;
tale atto ha destato viva preoccupazione, oltre che la netta e dura condanna, nella comunità mantovana, anche in relazione al fatto che il gruppo «terroristico» agisce, da quanto si apprende dalle cronache locali, da circa 10 anni e che i loro obiettivi prioritari sono le istituzioni scolastiche -:
quali iniziative il Ministro intenda adottare per contrastare fenomeni di criminalità come quello descritto in premessa;
se si abbiano notizie dettagliate sulle «Brigate Azzurre», visto che, ad oggi, sono molto pochi gli elementi di conoscenza.
(5-01792)

Interrogazioni a risposta scritta:

NASTRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'autostrada Torino - Milano rappresenta una delle arterie stradali maggiormente trafficate a livello nazionale, essendo un importante tratto stradale ideale, per i collegamenti con le realtà industriali, economiche e commerciali del Nord Italia;

conseguentemente la vigilanza ed il controllo per la sicurezza stradale da parte degli organi e delle autorità preposte, costituisce una componente fondamentale ed essenziale al fine di tutelare l'incolumità degli individui e dei mezzi che percorrono il predetto tratto;
in particolare, nel medesimo tratto autostradale nei pressi delle province di Novara e di Torino, l'organico operativo della polizia stradale e specificamente presso la sottosezione polizia stradale di Novara est, che svolge i propri compiti di sicurezza e di vigilanza appare carente dal punto di vista numerico;
il problema della sicurezza dei cittadini e dei viaggiatori che utilizzano il proprio automezzo per percorrere il suddetto tratto autostradale, deve rappresentare indubbiamente una priorità dal punto di vista dell'attenzione e dell'interesse da parte delle istituzioni locali e nazionali -:
quali iniziative urgenti intenda intraprendere al fine di potenziare l'organico della sede della Polizia stradale novarese;
se non convenga conseguentemente che proprio in considerazione dell'importanza che il tratto autostradale esposto in premessa costituisce, e caratterizzato dal volume di traffico e di spostamento giornaliero di viaggiatori e di mezzi pesanti, debba essere garantito un adeguato e appropriato numero di agenti in servizio di vigilanza stradale.
(4-04181)

TOUADI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 6 settembre 2009 è andata in onda su Rai 3 la trasmissione «PresaDiretta» del giornalista Riccardo Iacona dedicata alla questione dei respingimenti dei migranti verso la Libia;
nell'ambito della suddetta trasmissione sono state raccolte numerose testimonianze che hanno raccontato dei metodi violenti e lesivi dei minimi diritti umani che i migranti respinti sono costretti a subire una volta giunti in Libia;
in relazione al primo respingimento dello scorso 7 maggio, il giornalista Iacona ha raccolta la testimonianza del giornalista e fotoreporter Enrico Dagnino, presente al momento del primo respingimento sulla motovedetta della Guardia di Finanza «Bovienzo». Il giornalista Dagnino ha raccontato che nessuno dei militari presenti ha chiesto la nazionalità e i nominativi ai migranti caricati sul medesimo scafo, e che, gli stessi finanzieri non erano al corrente della politica dei respingimenti, essendo giunto loro il comando solo una volta che già avevano imbarcato i 227 migranti;
sempre con riferimento al primo respingimento, il giornalista Iacona ha raccolto la testimonianza dell'Avvocato Lana il quale ha ottenuto il patrocinio da parte di 13 eritrei e 12 somali presenti sulla prima imbarcazione respinta, a testimonianza del fatto che tra i 227 respinti c'erano persone provenienti da Paesi a cui l'Italia riconosce il diritto d'asilo. Lo stesso Avvocato Lana ha confermato che nessuno ha richiesto la nazionalità ai migranti respinti, presupposto indispensabile per poter accertare la presenza di potenziali richiedenti asilo;
nella suddetta trasmissione sono state raccolte molte testimonianze dirette di migranti somali ed eritrei che raccontano di trattamenti violenti subiti dagli immigrati reclusi presso i campi libici. Descrizioni di violenze di ogni genere, negazione di ogni diritto di difesa nonché violenze sessuali sulle donne recluse nei campi;
in ultimo, il giornalista Iacona ha raccolto la testimonianza del giornalista Gabriele Del Grande, il quale ha affermato con certezza che le autorità italiane presenti in Libia sono al corrente delle modalità disumane con cui vengono trattati i migranti reclusi presso i campi e le carceri libiche -:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti riportati nelle numerose testimonianze raccolte dalla trasmissione «Presa Diretta»;

qualora il Governo fosse a conoscenza di questa vicenda come si sia svolta l'esatta dinamica dei fatti e se sia vero che i migranti sono stati respinti verso la Libia senza accertarsi della loro nazione d'origine;
se il Governo sia stato informato della destinazione ultima dei migranti respinti una volta riportati sul territorio libico;
se il Governo sia al corrente delle modalità di detenzione che ricevono i migranti respinti in Libia;
se il Governo confermi la circostanza che rappresentanti dell'Ambasciata italiana in Libia o delle forze dell'ordine di stanza in Libia abbiano accesso alle strutture di detenzione dei migranti;
se il Governo possa confermare o intenda smentire il fatto che fino ad ora in nessuno dei respingimenti si sia mai accettata la nazionalità d'origine dei migranti respinti verso la Libia;
quanti siano i migranti fino ad ora respinti verso le coste libiche;
se il Governo abbia ponderato le conseguenze di questa grave violazione del diritto internazionale e del dovere di protezione umanitario e come intenda intervenire per evitare che il nostro Paese possa essere ritenuto fuori dalla legalità internazionale;
quali siano le concrete modalità con cui vengono effettuati i respingimenti.
(4-04182)

PALADINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con decreto ministeriale 19 Settembre 2008 è stato indetto il concorso interno, per titoli di servizio ed esame scritto, a 108 posti per l'accesso al corso di formazione professionale per la nomina alla qualifica di vicesovrintendente del ruolo dei sovrintendenti della Polizia di Stato;
tale procedura ha prodotto 1318 candidati idonei contro i 108 posti disponibili;
con decreto del Capo della Polizia - direttore generale della pubblica sicurezza - del 3 luglio 2009 sono stati ampliati i posti messi a concorso dai previsti 108 a 291, giusta causa le defezioni registratesi in sede di concorso interno, per titoli di servizio, a 272 posti per l'accesso al corso di formazione professionale per la nomina alla qualifica di vice sovrintendente del ruolo dei sovrintendenti della Polizia di Stato, indetto con decreto ministeriale 31 ottobre 2008 e riferito anch'esso alle vacanze nel ruolo sovrintendenti al 31 Dicembre 2001, ai sensi all'articolo 24-quater, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica n. 335 del 1982;
risulta al SAP - Sindacato autonomo di polizia - che le vacanze nel ruolo di sovrintendenti al 31 Dicembre 2001 sono in numero superiore a 291, sicché rientrerebbe nei poteri e nelle facoltà della stessa Amministrazione di rideterminare nuovamente i posti messi a concorso, dichiarando vincitori anche gli idonei non vincitori classificatisi in ordine di graduatoria dal 292o posto in poi;
rientra nei poteri del ministero nominare tutti i vice sovrintendenti vincitori del concorso a 108 posti per l'accesso al corso di formazione professionale per la nomina alla qualifica di vice sovrintendente del ruolo dei sovrintendenti della Polizia di Stato, indetto con decreto ministeriale 19 settembre 2008 -:
se sia previsto un aumento dei posti disponibili fino al completo assorbimento dei 1318 candidati idonei, anche nell'ottica del progetto di riordino e riqualificazione delle carriere delle Forze di Polizia su cui il Governo ha assunto formale impegno.
(4-04183)

REGUZZONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
anche recentemente la stampa nazionale riferisce della situazione relativa ad

episodi di disonestà di molti tassisti della stazione termini (ad esempio si veda Corriere Magazine del 6 agosto, pag.34);
anche allo scrivente - e più volte - è capitato di trovare improvvisamente «in pausa» i taxisti cui aveva chiesto di essere portato a Montecitorio, presumibilmente per motivo della breve corsa, e aver poi risolto la situazione solo a seguito di minacce di richiesta di intervento della vigilanza urbana;
numerosi e gravi altri fatti si segnalano quotidianamente, spesso a danno di turisti e visitatori della capitale e a danno dell'immagine del Paese -:
se il Ministro intenda intervenire, anche per il tramite della prefettura, ai fini di ripristinare le regole di funzionamento del servizio taxi nella zona adiacente la stazione Termini, e come;
se e come il Ministro intende intervenire, anche normativamente, per rendere più severa la legislazione al riguardo sia dei trasgressori, sia di coloro che omettono di controllare.
(4-04194)

GOZI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 6 maggio 2009 al largo dell'isola di Lampedusa, unità navali dello Stato italiano hanno per la prima volta imbarcato 277 persone riportandole direttamente in Libia, da dove provenivano, senza procedere a verifiche sull'identità delle persone, senza distinguere tra minori o donne incinta né accertando la sussistenza di possibili richiedenti asilo, in grave violazione delle norme della convenzione di Ginevra del 1951 e del suo protocollo del 1967, nonché degli articoli 63 e 67 del Trattato Ce che tale Convenzione richiamano espressamente, e delle direttive Ue vigenti in materia;
come è noto, il principio di non refoulement vieta non solo l'espulsione dal territorio di uno Stato ma anche il respingimento alle frontiere dello Stato o il rinvio o l'accompagnamento verso il luogo di temuta persecuzione, compreso anche il cosiddetto rinvio indiretto verso un Paese terzo che potrebbe successivamente inviare la persona verso il paese di temuta persecuzione, come peraltro più volte ribadito anche dall'Alto commissariato per i rifugiati;
la posizione dell'Italia risulta aggravata dalla dura presa di posizione assunta, in data 14 settembre, dall'Alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, che, citando esplicitamente il caso del gommone di eritrei rimasto senza soccorso tra Libia, Malta e Italia nel mese di agosto, ha denunciato le politiche nei confronti degli immigrati, «respinti senza verificare in modo adeguato se stanno fuggendo da persecuzioni, in violazione del diritto internazionale»;
da notizie a mezzo stampa risulta come già il 15 luglio scorso il commissario Barrot aveva inviato una lettera al Governo italiano nella quale chiedeva chiarimenti sui respingimenti in Libia dei migranti clandestini raccolti in mare, in particolare chiedendo come il nostro Paese potesse garantire di non aver violato il diritto d'asilo respingendo i barconi dei clandestini nel canale di Sicilia, e come avesse verificato che a bordo non vi fossero persone idonee a ricevere la qualifica di rifugiato e ad essere protette dall'Italia;
secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa in data 15 settembre 2009, la Commissione europea avrebbe confermato di aver ricevuto da Roma informazioni «fattuali e giuridiche» sui casi delle imbarcazioni soccorse nel mediterraneo tra il 6 maggio e il 30 agosto, mentre in data 16 settembre, intervenendo alla seduta plenaria del Parlamento europeo in cui si discuteva dell'agenzia frontex, Barrot avrebbe ribadito che «il diritto comunitario esige che nell'attuazione del controllo delle frontiere esterne vige il principio del non respingimento. Gli Stati devono astenersi dal rimandare i clandestini in Paesi dove potrebbero essere esposti a tortura o trattamenti disumani», confermando di aver ricevuto una risposta

dall'Italia attualmente all'esame degli uffici della Commissione -:
qual è il contenuto «fattuale e giuridico» del dossier che da notizie a mezzo stampa il Ministro interrogato avrebbe inviato alla Commissione europea, ed entro quali tempi intende informare il Parlamento della risposta successiva che verrà resa dalla Commissione europea.
(4-04203)

MURER. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
un ragazzo albanese di 21 anni, cameriere presso un ristorante veneziano, ha denunciato di essere stato selvaggiamente picchiato a bastonate, calci e pugni nei pressi di piazza San Marco a Venezia da una banda di otto teppisti;
durante il pestaggio, che ha causato al ragazzo la rottura di un braccio, la frattura del setto nasale e varie ferite al volto con una prognosi di trenta giorni, sarebbero stati urlati insulti razzisti all'indirizzo del giovane, del titolare del ristorante, di origini egiziane e in Italia da oltre trent'armi, e di un altro cameriere di origine algerina, anch'esso ferito alla testa dal lancio di una sedia;
pare che il pestaggio sia stato causato dal richiamo del cameriere che avrebbe chiesto agli otto avventori, che stazionavano davanti al locale, di non danneggiare la vetrina del ristorante e di lasciarti lavorare;
pare che la vera e propria aggressione si sia poi trasformata in un'azione di saccheggio del ristorante, con mobili distrutti e materiali divelti, tanto che il titolare del locale ha sporto denuncia per danneggiamento;
pare, dal racconto del ragazzo pestato, che gli otto teppisti indossassero camicie e t-shirt di colore verde, esponessero simboli della Lega nord e che durante l'aggressione, oltre agli insulti razzisti, abbiano intonato alcuni slogan politici riconducibili all'attività della Lega;
il consiglio comunale di Venezia ha discusso e approvato un Ordine del giorno, con il voto contrario di Pdl e Lega, di dura condanna dell'episodio e di solidarietà con le vittime dell'aggressione -:
l'interrogante, alla luce dell'episodio accaduto, ritiene che il provvedimento legislativo sulle ronde, in un clima di odio razziale alimentato anche da un dibattito politico troppo aspro, esponga il Paese a rischi seri sul piano della civiltà dei rapporti e della convivenza civile -:
quali siano gli intendimenti del Governo in relazione alla gravissima vicenda;
se le forze di polizia abbiano avviato indagini tempestive per individuare e punire i responsabili del pestaggio; se il Ministro intenda sollecitare un controllo più capillare sul fenomeno della violenza a sfondo razziale soprattutto in alcune zone del Paese.
(4-04204)

ROSATO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la ricchezza delle collaborazioni internazionali e l'attrattività per studenti e studiosi stranieri sono punti di forza su cui l'Italia misura molto del suo presente e futuro peso sullo scenario globale, tanto sul piano strettamente scientifico e culturale quanto dal punto di vista della valutazione delle strutture di alta formazione e di ricerca;
ampio risalto è stato dato di recente dalla stampa a notizie relative alle difficoltà che incontrano docenti, ricercatori e dottorandi extracomunitari nell'ottenere il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno;
il decreto legislativo 10 agosto 2007, n. 154, «Attuazione della direttiva 2004/114/CE, relativa alle condizioni di ammissione dei cittadini di Paesi terzi per motivi di studio, scambio di alunni, tirocinio non retribuito o volontariato», prevede l'ingresso di cittadini di Paesi terzi maggiorenni per frequentare corsi di istruzione secondaria superiore e di formazione tecnica

superiore, formazione professionale e tirocini formativi, di età compresa tra 20 e 30 anni per la partecipazione ad un programma di volontariato, nonché di minorenni per programmi di scambio o di iniziative culturali approvati dai nostri Ministeri degli affari esteri, della pubblica istruzione, dell'università e della ricerca o dei beni e delle attività culturali;
in particolare la direttiva 2004/114/CE chiede, tra l'altro, che siano accelerate le procedure di ammissione per motivi di studio, ovvero nell'ambito di programmi di scambio di alunni gestiti da organizzazioni riconosciute dagli Stati membri, e che sia agevolata la mobilità degli studenti cittadini di Paesi terzi che compiono gli studi in più Stati membri;
il Ministero dell'interno in applicazione della disciplina dettata dal decreto legislativo 9 gennaio 2008, n. 17, emanato in attuazione della direttiva 2005/71/CE del Consiglio, con la circolare del 25 giugno 2009, n. 3163, ha chiarito le nuove modalità di presentazione delle domande per l'ingresso in Italia dei ricercatori, ai sensi dell'articolo 27-ter del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico per l'immigrazione), attivando a partire dal 1° luglio 2009, un'apposita procedura informatizzata per la presentazione dell'istanza di nulla osta allo sportello unico per l'immigrazione;
questa disciplina non si applica tuttavia ai dottorandi di ricerca, per i quali parte essenziale dell'attività è costituita dalla partecipazione a convegni, conferenze e congressi che si svolgono in ogni parte del mondo, oltre che dalle collaborazioni con altri ricercatori che seguono la stessa linea di ricerca;
accade spesso che i dottorandi debbano attendere anche 10 mesi per ottenere un documento valevole per 12, il quale viene così fornito pressoché già scaduto, rendendo loro di fatto impossibile ottenere visti per Paesi terzi, anche se ciò sia richiesto dal progetto di ricerca cui siano applicati, dato che le loro «finestre di libertà» solitamente non sono superiori a due o tre mesi, dall'ottenimento del permesso di soggiorno alla sua scadenza, momento in cui l'iter deve ricominciare;
la formazione di uno studente ammesso al dottorato costa molto all'Italia, in media 200-250 mila euro all'anno, e quindi il nostro Paese dovrebbe avere ogni interesse a trarne vantaggio, incentivandone la permanenza e l'attività di ricerca sul territorio nazionale anziché ostacolandola;
è importante e urgente porre termine a una situazione, ad avviso dell'interrogante, lesiva dell'immagine e degli oggettivi interessi dell'Italia -:
se il Ministro interrogato intenda adottare tutte le iniziative - normative, procedurali e organizzative a livello centrale - volte ad accelerare al massimo il rilascio dei permessi di soggiorno richiesti in base alla normativa sulla mobilità dei ricercatori;
se il Ministro interrogato intenda predisporre una procedura agevolata per il rilascio del permesso di soggiorno per i dottorandi di ricerca, eventualmente prevedendo che tale permesso abbia una durata pari all'intero programma di studi.
(4-04214)

...

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta orale:

GIORGIO MERLO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la situazione della direzione degli istituti scolastici è sempre più a rischio con pesanti ripercussioni sul funzionamento degli istituti e della stessa attività didattica. È il caso dell'istituto C. Gouthier di Perosa Argentina (Torino) che dal 1o settembre 2009 è senza dirigente scolastico a seguito del trasferimento del prof. Bolla ad altro istituto pinerolese e a seguito di

mancata sostituzione da parte dell'ufficio regionale scolastico per la cronica mancanza di dirigenti a cui affidare l'Istituto (non essendo stato bandito in questi anni un concorso che andasse a colmare le lacune create dai pensionamenti). L'Istituto in questione è stato messo a reggenza, cioè affidato al Dirigente di un'altra scuola che ovviamente dovrà farsi carico dei due Istituti;
si tratta di una situazione a dir poco rocambolesca. E cioè, un preside di Pinerolo dovrà occuparsi di un Istituto con 15 plessi di scuola dell'infanzia, scuola primaria e scuola secondaria sparsi per la montagna - su due vallate, da Perosa a Prali e da Perosa a Pragelato - senza che la legge in vigore consenta alcun tipo di esonero al vicepreside per far fronte ad una situazione di tale emergenza;
il disagio è diffuso in tutto il Nord del Paese - basti pensare ai 74 Istituti privi di dirigenti scolastici solo in Piemonte - e non si potrà provvedere alla nomina dei nuovi dirigenti se non fra qualche anno dopo aver bandito ed espletato i necessari concorsi;
quali iniziative intenda adottare per ovviare ad una situazione sempre più incresciosa, cominciare proprio dall'istituto C. Gouthier di Perosa Argentina.
(3-00661)

...

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

SCHIRRU, DAMIANO, BELLANOVA, BERRETTA, BOBBA, BOCCUZZI, CODURELLI, GATTI, GNECCHI, LETTA, MADIA, MATTESINI, MIGLIOLI, MOSCA, RAMPI e SANTAGATA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, ha introdotto all'articolo 17 forti limitazioni alla possibilità di procedere a nuove assunzioni di personale sia a tempo determinato che a tempo indeterminato per le amministrazioni che devono sottostare a precisi obiettivi di risparmi di spesa a decorrere dal 2009, previsti dal comma del medesimo articolo;
la formulazione del comma 7 dell'articolo 17, inoltre, lascia spazio ad interpretazioni che impediscono il collocamento dei disabili laddove si legge che «le amministrazioni e gli enti interessati dall'attuazione del comma 3 del presente articolo non possono procedere a nuove assunzioni di personale a tempo determinato e indeterminato, ivi comprese quelle già autorizzate e quelle previste da disposizioni di carattere speciale»;
sono ormai diverse le amministrazioni pubbliche che bloccano il collocamento dei disabili sulla base di quanto previsto dall'articolo 17 del decreto citato;
se questa fosse l'interpretazione autentica la norma costituirebbe un attacco senza precedenti al diritto al lavoro delle persone disabili. Il decreto, infatti, comprometterebbe la possibilità di inserimento al lavoro di tanti giovani che hanno superato l'handicap in un difficile percorso di riabilitazione e formazione nella prospettiva di una piena integrazione nella società, ma soprattutto, lancerebbe un segnale negativo a tutto il mondo del lavoro, incentivando le imprese a venir meno ad un fondamentale diritto civile -:
se non ritenga di dover intervenire presso le amministrazioni interessate al fine di chiarire se le disposizioni di cui all'articolo 17, commi 3 e 7 del decreto citato siano da riferirsi anche all'impossibilità di procedere al collocamento delle persone portatrici di handicap.
(5-01788)

BRAGA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 6 della legge n. 164 del 1975 prevede la corresponsione dell'integrazione

salariale fino ad un massimo di tre mesi continuativi agli operai dipendenti da imprese industriali che siano sospesi dal lavoro o effettuino prestazioni di lavoro a orario ridotto, a causa di: sospensione o contrazione dell'attività produttiva, situazioni aziendali dovute ad eventi transitori e non imputabili all'imprenditore o agli operai, situazioni temporanee di mercato, ristrutturazioni, riorganizzazioni o conversioni aziendali. In casi eccezionali, la durata dell'integrazione salariale può essere prorogata trimestralmente fino ad un massimo complessivo di 12 mesi;
il suddetto articolo stabilisce, inoltre, che qualora l'impresa abbia usufruito di 12 mesi consecutivi di integrazione salariale, può presentare una nuova domanda per la medesima unità produttiva per la quale l'integrazione è stata concessa, a patto che sia trascorso un periodo di almeno 52 settimane di normale attività lavorativa. L'integrazione salariale relativa a più periodi non consecutivi non può superare complessivamente la durata di 12 mesi in un biennio. Queste ultime disposizioni non vengono applicate nei casi di intervento determinato da eventi oggettivamente non evitabili;
il comparto industriale della provincia di Como, anch'esso colpito duramente dalla grave crisi economica in atto, è composto da numerose piccole e medie imprese che in questo periodo hanno dovuto fare un massiccio ricorso alle misure di cassa integrazione;
a causa dell'andamento discontinuo degli ordini e delle commesse ricevute da dette aziende, è diventato difficoltoso programmare la produzione nel medio-lungo periodo e pertanto è emersa da parte delle rappresentanze sindacali ed imprenditoriali la necessità di introdurre maggiore flessibilità nell'applicazione degli strumenti di integrazione salariale anche al fine di evitare conseguenze sull'occupazione -:
se non ritengano necessario adottare iniziative di carattere normativo volte ad una modifica dell'articolo 6 della legge n. 164 del 1975, in modo da consentire alle aziende di usufruire dell'integrazione salariale oltre il biennio previsto dal suddetto articolo e senza vincolarle alla ripresa della normale attività lavorativa dopo le 52 settimane.
(5-01791)

Interrogazioni a risposta scritta:

RAZZI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
da fonti ufficiali si apprende che dall'autunno 2008 si sono riscontrate numerose irregolarità contabili-amministrative, anche penalmente rilevanti, presso il Patronato INCA-CGIL sede di Zurigo;
si tratta, nella specie, di una serie di azioni che hanno defraudato un numero sempre maggiore di connazionali italiani, residenti in Svizzera, che si erano rivolti al patronato per l'assistenza nei rapporti con gli enti svizzeri gestori di previdenza complementare, che hanno avuto l'amara sorpresa di perdere tutti i propri risparmi (accumulati in anni di duro lavoro da emigrati in Svizzera) causa gli artifizi e raggiri posti in essere, a loro carico, dalla dirigenza zurighese del Patronato INCA, in persona del signor Giacchetta;
le famiglie interessate sono circa un centinaio, per un danno complessivo che si aggira o supera la somma di trenta milioni di franchi svizzeri;
la dinamica usata nella seriazione delittuosa a carico dei connazionali può essere ricostruita come segue:
a) colui che era prossimo al pensionamento si rivolgeva alla sede INCA di Zurigo, gestita dal signor Giacchetta: conferendo l'incarico di contattare il fondo od ente pensionistico svizzero per verificare l'ammontare dei contributi versati nel

corso degli anni e calcolare la somma cui si aveva diritto (sorta di indennità di fine rapporto) percepire;
b) il Patronato INCA accettava l'incarico, facendo sottoscrivere agli ignari connazionali (che non se ne rendevano conto) anche un mandato, un'autorizzazione all'incasso degli erogandi importi, pronti ad essere liquidati;
del mandato, nel suo complesso, beneficiava non il signor Giacchetta personalmente, bensì il Patronato INCA;
in perfetta buona fede - e previa esibizione della richiesta documentazione - gli enti pensionistici e/o assicurativi svizzeri versavano su un conto corrente, intestato al Patronato INCA, via via gli importi di pertinenza dei singoli richiedenti, definendo in tal modo la posizione pensionistica e/o assicurativa;
c) ricevuti i singoli accrediti sul proprio conto corrente, INCA non li girava all'avente diritto ma provvedeva a ritenerli in modo indebito, appropriandosene di fatto, senza nemmeno avvertire, in molti casi, l'interessato;
di questo passo è stato ad INCA possibile, nel corso dei mesi, incassare una cifra importante, ragguardevole che - si dice - sfiori o superi la bellezza di trenta milioni di franchi svizzeri (quasi 40 miliardi delle vecchie lire): sottratte alle tasche di quasi cento famiglie di connazionali coinvolte e danneggiate da tali malversazioni;
tutti i connazionali hanno sempre trattato all'interno dei locali, della sede del Patronato INCA a Zurigo: con la conseguenza che nessun dubbio poteva nascere sulla titolarità del rapporto professionale, conferito all'INCA e nei locali dell'INCA;
nel corso del corrente anno, ed in seguito alle denunce di alcuni connazionali indirizzate alle autorità elvetiche da parte di qualche italiano raggirato e danneggiato, il signor Giacchetta è stato tratto in arresto una prima volta per breve periodo e, di recente, una seconda volta;
voci attendibili narrano che Giacchetta giustifichi il buco di danni di tanti poveri connazionali a fronte di investimenti speculativi andati a male dopo il crollo dei mercati finanziari;
è necessario individuare se nel caso di specie siano state attivate tutte quelle ispezioni e verifiche che la legge sui Patronati impone periodicamente al Ministro interrogato;
il Patronato INCA-CGIL è una persona giuridica di diritto privato (anche se svolge servizio di pubblica utilità) che, al pari di tutti gli altri Patronati, esercita anche all'estero le funzioni di cui agli articoli 7) e 8) della legge n. 152;
il Patronato INCA gode dei finanziamenti nella misura elencata dall'articolo 13 citata legge: per il quale il 2 per cento è riservato esclusivamente alle sedi estere e lo 0,10 per cento è destinato al controllo delle stesse;
ogni Patronato ha l'obbligo, ex articolo 14, di fornire entro il 30 aprile di ciascun anno al Ministero del lavoro tutti i dati relativi alle strutture organizzative in Italia ed all'estero;
l'attività di vigilanza (sui Patronati) spetta - ex articolo 15 - a codesto Ministero che, per l'esercizio del controllo delle sedi estere, effettua «ispezioni con proprio personale dipendente, dotato di particolare competenza in materia. In sede di ispezione, accertate gravi irregolarità amministrative oppure accertate violazioni al proprio compito istituzionale, il Ministro nomina un commissario per la gestione straordinaria delle attività e ricorre allo scioglimento - con nomina di un liquidatore - nel caso siano venuti meno i requisiti di cui agli articoli 2 e 3 della legge»;
appurato dunque essere compito istituzionale del Ministero del lavoro quello di attuare vigilanza, sulle sedi estere dei Patronati, con periodiche ispezioni, non risultano al sottoscritto essere state effettuate

verifiche ministeriali od ispezioni di sorta presso la sede di Zurigo del Patronato INCA;
i gravi fatti, come descritti, rappresentano comunque ipotesi di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, prevista e sancita dal decreto legislativo n. 231 dell'8 giugno 2001 -:
se siano mai state effettuate ispezioni ed accertamenti nei confronti della sede estera di Zurigo del Patronato INCA; in caso negativo, le ragioni per le quali tali ispezioni siano state omesse; per quali ragioni non sia stata promossa responsabilità amministrativa, verso il Patronato INCA, come previsto e sancito dal decreto legislativo n. 231 dell'8 giugno 2001.
(4-04188)

REGUZZONI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il positivo operato del Governo in tema di sostegno alle piccole e medie imprese è fatto notorio ed estremamente positivo;
recenti studi hanno evidenziato che imprese medio-piccole di estrazione artigianale pagano tassi medi dei premi Inail del 5,49 per cento contro il 3,10 per cento dell'industria;
a fronte di tali numeri, numerose Associazioni - tra le quali possiamo citare a pieno titolo l'Associazione degli Artigiani della Provincia di Varese, per tramite del suo Direttore Generale, dottor Marino Bergamaschi - chiedono a ragione di ridurre detti premi Inail per le piccole e medie imprese -:
quale sia l'intendimento del Ministro in merito;
quali altri provvedimenti siano allo studio sia in fase di attuazione ai fini di agevolare le piccole e medie imprese, ridurre il carico fiscale con particolare riferimento al costo del lavoro.
(4-04198)

JANNONE. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
gli Ospedali Riuniti e l'associazione Ail Brescia creeranno una «cell factory» all'interno degli Spedali Civili di Brescia. La «cell factory» è un laboratorio dedicato alla preparazione delle cellule staminali a scopo terapeutico. Cardine del progetto sarà il dottor Martino Introna, direttore tecnico del Laboratorio di Terapia cellulare «G. Lanzani», attivo dal 2003. Il laboratorio ospita quotidianamente un'équipe composta da 10 persone tra medici e biologi, distribuiti in tre aree di lavoro: l'area della manipolazione delle cellule staminali midollari, autorizzata dal Jacie Europa ad operare come struttura accreditata all'eccellenza per le attività di trapianto; l'area studio di nuovi farmaci ad attività anti-tumorale funzionante secondo gli standard di qualità europei noti come Gmp; l'area dedicata alla ricerca sperimentale, autorizzata dall'Agenzia italiana del farmaco ad operare come una «cell factory» per la preparazione delle cellule a scopo trapiantologico;
il dottor Introna si dichiara molto soddisfatto del riconoscimento da parte dell'Aifa di «Officina del Farmaco», perché questo significa poter produrre cellule staminali e altri tipi di cellule a scopo terapeutico per patologie oncoematologiche, come viene normalmente fatto da un'officina per farmaci tradizionali. In Italia esistono solo altre due realtà che sono riuscite ad ottenere un riconoscimento di questo tipo in strutture ospedaliere pubbliche;
accanto al riconoscimento ottenuto dagli Spedali Civili di Brescia, si pongono gli enormi progressi fatti dallo studio sulle cellule staminali, pubblicati dal dottor Gianvito Martino, direttore della divisione di neuroscienze dell'ospedale San Raffaele di Milano. L'obiettivo che si è prefissa

l'équipe del dottor Martino è quello di sfruttare le proprietà delle cellule staminali cerebrali, capaci di generare nuove cellule nervose, per dare una concreta soluzione alle malattie che intaccano soprattutto l'organo cerebrale. L'intento dell'utilizzo di staminali in questo ambito è duplice: creare condizioni ottimali per limitare i danni di un ictus, un trauma o una malattia degenerativa come la sclerosi multipla e stimolare le capacità auto-riparative del sistema nervoso per restituire l'integrità strutturale e funzionale dell'organo sano;
l'ipotesi, secondo cui, esiste un potenziale rigenerativo nel sistema nervoso centrale è stata avvalorata dalla scoperta del fenomeno della neurogenesi adulta, che avviene in due zone ben precise e molto piccole: cellule staminali sono state individuate all'interno dell'area sottoventricolare e nell'ippocampo, struttura importante per i processi della memoria. Lo scopo dello studio è quello di utilizzare le conoscenze raccolte sul dialogo che si instaura tra staminali e fattori di crescita, finalizzato a mantenere il cervello in forma, per rigenerare le condizioni ambientali favorevoli a stimolare l'autoriparazione dei circuiti cerebrali persi. Se stimolati adeguatamente i meccanismi di autoriparazione regolati dalle staminali potrebbero essere utili a creare un habitat favorevole alla sopravvivenza delle cellule malate o danneggiate come nell'ictus. Queste cellule potrebbero essere usate non tanto per sostituire, differenziandosi, quelle danneggiate, ma come terapia in sé dovuta ai fattori neuroprotettivi che rilasciano -:
se e come il Ministro intenda supervisionare e supportare il lavoro dell'équipe del dottor Introna e quella del dottor Martino, in merito agli studi sulle cellule staminali.
(4-04201)

JANNONE. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la sostenibilità del sistema sanitario è correlata ad alcuni presupposti e fattori primari, quali l'innovazione tecnologica, lo sviluppo di forme di assistenza integrativa e a un sistema di governance che favorisca responsabilità, solidarietà, equità, nonché rigorosi principi di efficienza ed efficacia del modello erogatorio pubblico e privato. Come sottolineato dal «Libro Bianco sul futuro del modello sociale», nella prospettiva di un federalismo sostenibile e responsabile, le risorse necessarie a finanziare il complesso delle prestazioni sanitarie comprese nei livelli essenziali sono generate, regione per regione, da un mix di fondi. La spesa eccedente rispetto al livello efficiente dovrà rimanere, completati i processi riorganizzativi, a carico delle regioni e trovare copertura e aumenti della pressione fiscale, nello spostamento di risorse all'interno del bilancio, o in compartecipazioni da parte dei fruitori;
federalismo sanitario significa passaggio dal finanziamento della spesa storica, che spesso incorpora alti livelli di inefficienza, ai costi standard, ovvero al finanziamento dei servizi erogati secondo principi di efficienza e appropriatezza. I costi standard sono lo strumento più equo ed efficace per guidare i processi di cambiamento e rappresentano la base per determinare la futura allocazione delle risorse. Il differenziale tra costi standard e costi storici costituisce la misura di quanto deve essere recuperato in termini di migliore efficienza, appropriatezza delle cure e del modello organizzativo. Una maggiore efficienza viene data anche dai livelli essenziali di assistenza (LEA), che devono essere ripensati come uno strumento in grado di conciliare sostenibilità del sistema, diritti del cittadino, accesso ai servizi, appropriatezza e sicurezza delle cure. I LEA devono trovare una dimensione oltre che qualitativa anche quantitativa, correlata alle migliori pratiche diagnostiche e terapeutiche. Una distorta applicazione dei LEA si traduce, di fatto, in una maggiore spesa a carico del cittadino e in un razionamento iniquo delle prestazioni;

l'aumento dei bisogni correlati alle varie epidemie già prospettate per il prossimo ventennio, comporterà una crescente spesa sanitaria difficilmente sostenibile dalla fiscalità generale anche in presenza di una gestione più virtuosa della spesa. È necessario pertanto che il pilastro a capitalizzazione reale si sviluppi anche in ambito sanitario e assistenziale, valorizzando le possibili sinergie e complementarità con il pilastro pensionistico privato, anche su impulso di una attenta riconsiderazione degli aspetti di organizzazione funzionale e di quelli di trattamento fiscale, al fine di valorizzare nuove forme di produzione dei servizi che fanno tradizionalmente parte dell'offerta dello Stato sociale;
è auspicabile che pubblico e private si pongano in posizione sinergica rispetto ai bisogni di salute da soddisfare e si adeguino alla programmazione sanitaria in termini di tipologia della offerta, modalità di erogazione delle prestazioni e dei volumi di attività ritenuti congrui rispetto ai bisogni. Questa nuova realtà svilupperà nuove modalità gestionali improntate ai principi manageriali che responsabilizzino nelle scelte economiche, assistenziali, didattiche e di ricerca tutti i soggetti interessati e massimizzino la sinergia con il sistema ospedaliero regionale. La Regione, per affermare realmente la centralità della persona rispetto alla offerta, deve trasformarsi in controllore della qualità, della libera scelta del paziente, della sicurezza delle cure, della conformità medica delle prestazioni e dei relativi volumi;
erogatori pubblici e privati dovranno adeguare i loro modelli organizzativi di offerta ai trend internazionali consolidati che impongono la creazione di reti ospedaliere a elevata tecnologia e contenuto professionale, lo sviluppo della filiera assistenziale territoriale di cure primarie ed extraospedaliere, una nuova cultura del governo sanitario, già praticata anche nelle realtà più avanzate del nostro Paese, implementando una dialettica strutturata tra gli attori delle politiche sanitarie che includono le competenze mediche, tecnologiche e manageriali. Per ottenere ciò è necessario anche potenziare gli investimenti di edilizia sanitaria e ospedaliera e delle relative tecnologie impiantistiche, che hanno un ruolo insostituibile nel razionalizzare i processi di cura, comprimendone i costi fissi e la duplicazione dei servizi e dei presidi ospedalieri -:
quali iniziative il Ministro intenda intraprendere e quali misure intenda realizzare per migliorare la qualità di assistenza e di sostenibilità sanitaria nel nostro Paese, anche in funzione del costituendo sistema sanitario federativo.
(4-04202)

JANNONE. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
ogni anno, in estate, si registra un calo delle donazioni di sangue, per questo l'associazione Avis cerca di sensibilizzare i cittadini promuovendo la Giornata mondiale del donatore, che viene festeggiata ogni anno da 100 Paesi il 14 giugno, anniversario della nascita di Karl Lansteiner, medico di origine austriaca che nel 1900 scoprì l'esistenza di gruppi sanguigni, meritando il premio Nobel nel 1930;
l'associazione Avis si rivolge sia ai donatori abituali che a quelli potenziali, ricordando che durante le ferie si assiste sempre ad un calo fisiologico delle donazioni, anche se il periodo estivo è quello che necessita maggiormente di scorte di sangue. Le donazioni, infatti, devono rispettare dei tempi ben precisi: un uomo non può donare il sangue prima che siano trascorsi 90 giorni dall'ultima volta, mentre per una donna il lasso di tempo sale fino a sei mesi;
per quanto riguarda il numero di donazioni nella provincia di Bergamo, è stato registrato un piccolo aumento, passando dalle 20.628 del 2007 alle 20.762 del 2008. In calo invece, le donazioni effettuate in strutture ospedaliere, con una riduzione di circa 377 donatori. Per questo, secondo la sezione nazionale dell'Avis

orobica, è necessario sensibilizzare sempre di più i cittadini verso l'importanza della donazione del sangue. Pertanto, durante i festeggiamenti dello scorso 14 giugno, è stato lanciato l'appello a tutti gli iscritti Avis, a non partire per le vacanze senza prima aver fatto una donazione;
il problema delle donazioni di sangue nel periodo estivo emerge anche a livello nazionale. Anche se non si può parlare di emergenza, è necessario che i cittadini siano sensibilizzati verso questa problematica, come ha anche affermato Mario Rivola, presidente della sezione Avis di Bergamo, al quale, durante la Giornata mondiale del donatore, si sono rivolte decine di persone interessate ad avere maggiori informazioni riguardanti l'associazione Avis nella sua globalità -:
se e con quali iniziative il Ministro intenda promuovere un'opera di sensibilizzazione a livello nazionale per far conoscere l'importanza, i metodi e le conseguenze della donazione del sangue.
(4-04209)

JANNONE. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
gli Stati Uniti si sono prefissi l'anno 2047, come time limit entro cui verrà debellato definitivamente il pericolo fumo. La data è stata individuata dai ricercatori della scuola di medicina e salute pubblica dell'Università del Wisconsin, il centro statunitense incaricato dal Ministero della salute di studiare le strategie per combattere il tabagismo, entro quell'anno il Paese non avrà più alcun fumatore;
il direttore del centro, Michael Fiore, pubblicherà sul numero di luglio dell'American Journal of Public Health lo studio eseguito sui dati raccolti dal 1960, anno in cui le politiche governative per la lotta al tabacco hanno iniziato a censire il numero di fumatori, nonché i danni provocati dal tabagismo. Secondo Fiore, i risultati erano incoraggianti già negli ultimi dieci anni, ma la legge varata dal presidente Obama lo scorso 13 giugno 2009, ha rappresentato un passo storico per la lotta a big tobacco, il cartello dei produttori di sigarette;
i ricercatori hanno riscontrato che dal 1965 al 2007, il numero dei fumatori adulti è sceso del 50 per cento, con una diminuzione graduale e continua. Seguendo questa forte spinta, gli Stati Uniti aspirano a diventare una nazione tobacco free entro poche decadi. La tesi sostenuta dall'Università del Wisconsin è la dimostrazione che esistono valide strategie che possono portare a raggiungere in breve termine i risultati sperati. La battaglia si gioca su due fronti: quello delle misure per arginare lo strapotere di big tobacco e quello dell'impegno per proteggere i giovani sotto i 17 anni dalla tentazione di cominciare a fumare, basandosi su numerosi dati scientifici che testimoniano come cominciare a fumare prima dei 17 anni esponga geneticamente al rischio di diventare dipendenti dalla nicotina per tutta la vita;
i ricercatori statunitensi chiedono non soltanto un divieto totale per le pubblicità di ogni prodotto da fumo, ma anche per le sponsorizzazioni e promozioni fatte in modo subdolo da big tobacco. I passi seguenti, secondo diversi studi, dovranno essere: un aumento consistente delle tasse sul tabacco; una legge che riduca ulteriormente il rischio di fumo passivo e scoraggi i fumatori negli ambienti chiusi; l'eliminazione della nicotina e di ogni additivo dal tabacco; finanziamenti generosi per una campagna che contrasti le strategie di marketing di big tobacco e sostegno medico e psicologico per chi vuole smettere -:
se il Ministro intenda assumere iniziative, anche di carattere normativo, finalizzate a trasporre nell'ordinamento italiano la disciplina introdotta negli Stati Uniti per un'efficace lotta al fumo;
quali iniziative il Ministro intenda intraprendere per sensibilizzare la popolazione riguardo alla gravità del fumo sia attivo che passivo.
(4-04210)

JANNONE. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'ospedale Molinette di Torino si trova al centro di alcune indagini, che vedono come protagonista una paziente di circa sessanta anni ed il primario del reparto di Cardiochirurgia. Il primario sarebbe stato accusato di aver effettuato un trapianto di cuore su una paziente clinicamente morta, per nascondere un letale errore del suo assistente. La vicenda risale al maggio 2008, periodo in cui una signora viene ricoverata nel reparto di Cardiochirurgia delle Molinette. La donna, da tempo cardiopatica, era affetta da stenosi valvolare aortica, per questo i medici decidono di intervenire, sottoponendola ad un intervento di sostituzione della valvola aortica con una endoprotesi, ma l'operazione non ottiene il risultato auspicato;
secondo l'accusa il chirurgo avrebbe occluso il tronco comune della coronaria sinistra, provocando un infarto del miocardio. Il team si sarebbe accorto del danno, soltanto tre giorni dopo, quando ormai l'elettroencefalogramma rilevava che la signora era clinicamente morta. Stando a quanto scoperto dagli investigatori dei carabinieri, è a questo punto che interviene il primario, effettuando un trapianto di cuore alla paziente, che avrebbe avuto come unico scopo quello di espiantare il vecchio cuore per far sparire l'endoprotesi impiantata con il primo intervento, causa evidente dell'infarto del miocardio. Il cuore espiantato è stato ritrovato nel reparto di anatomia patologica, mentre l'endoprotesi è scomparsa;
il reparto di Cardiochirurgia delle Molinette ha subito un'altra inchiesta alcuni anni fa, quando tre pazienti, sopravvissuti a delicati interventi effettuati tra il 2005 e il 2006, avevano improvvisamente scoperto che i chirurghi avevano dimenticato sui loro cuori garze o aghi. Due dei pazienti erano deceduti a causa di quella negligenza, uno invece era sopravvissuto dopo tre anestesie di tredici ore con tre interventi consecutivi in quindici giorni, effettuati con grande urgenza nel tentativo di rimediare;
lo scenario messo a nudo dall'inchiesta parlava di lastre radiografiche scomparse nel nulla, cartelle cliniche manomesse, garze e aghi distrutti dopo essere stati recuperati nel torace dei pazienti operati. Con una coda grottesca: in un intervento riparatore per recuperare un ago dimenticato i chirurghi avevano scordato una garza -:
quali iniziative di competenza il Ministro intenda intraprendere per scongiurare il ripetersi di tali gravi errori sanitari.
(4-04213)

TESTO AGGIORNATO AL 21 SETTEMBRE 2009

...

PARI OPPORTUNITÀ

Interrogazione a risposta orale:

CENNI, ZAMPA, ROSSA, MURER, FRONER, CODURELLI, BELLANOVA, GHIZZONI, SAMPERI, BRAGA, SCHIRRU, GATTI, VELO, MOTTA, LENZI, GNECCHI, SERVODIO, PES e MATTESINI. - Al Ministro per le pari opportunità, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
si è svolta a Roma, da mercoledì 9 a giovedì 10 settembre la «Conferenza internazionale sulla violenza contro le donne». L'iniziativa è stata promossa dal dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri in collaborazione con il Ministero degli affari esteri, nell'ambito della presidenza italiana del G8;
l'evento incentrato sulla protezione e promozione dei diritti umani delle donne ha visto gli interventi di numerose personalità del panorama politico, istituzionale ed associativo di carattere nazionale ed internazionale e la presenza dei rappresentanti di 25 Paesi;
i lavori della conferenza, che si sono svolti in tre sessioni, hanno prodotto un

documento: «un decalogo contro la violenza - riportano i promotori dell'evento - che rende vittime donne e bambine, milioni nel mondo. Dieci punti per promuovere una nuova alleanza di cooperazione internazionale fra governi e società civile per i diritti delle donne»;
nel mondo e nel nostro Paese numerose associazioni e centri anti-violenza sono impegnati, quotidianamente ed attivamente, contro la violenza su donne e minori ed a sostegno delle donne che hanno subito violenza, prevalentemente con le proprie risorse e attraverso centinaia di volontarie;
tali esperienze rappresentano una straordinaria risorsa per il paese nella battaglia contro la violenza sessuale;
si sono moltiplicate in questi giorni le proteste di numerose associazioni del settore, di carattere nazionale e presenti in maniera capillare sul territorio italiano, che hanno accusato i promotori di non essere stati invitati alla «Conferenza internazionale sulla violenza contro le donne»;
va citata, in merito, la dura presa di posizione dell'Udi (Unione Donne in Italia) un'associazione fondata nel 1945 e che ha portato avanti, nel corso degli anni, una serie di battaglie a sostegno dei diritti e della tutela dell'universo femminile. Ultima in ordine di tempo la «staffetta» contro la violenza che inaugurata il 25 novembre 2008 si concluderà alla stessa data di quest'anno (il 25 novembre è la data stabilita, infatti, a livello internazionale come giornata contro la violenza sulle donne). Secondo quanto si apprende da organi di informazione «l'Unione Donne in Italia non è stata ammessa, nonostante la richiesta di accredito, alla Conferenza Internazionale sulla Violenza Contro le Donne». «Questa gravissima e non casuale esclusione - hanno commentato a mezzo stampa i rappresentanti dell'associazione - è il frutto di una mirata manovra politica, tendente a delegittimare e nascondere agli occhi dell'opinione pubblica, soprattutto femminile, l'azione di quelle forze politiche extrapartitiche che, come Udi, sono presenti e attive sul territorio nazionale»;
l'Associazione Nazionale D.i.Re contro la violenza (Donne in Rete contro la violenza) Onlus attiva fin dall'anno 1993 in difesa ed estensione dei diritti delle donne, presente in oltre 50 Centri Anti-violenza sul territorio nazionale, ha reso noto di non essere stata invitata alla Conferenza internazionale sopracitata. Una esclusione, hanno rimarcato sia i responsabili dell'associazione a livello nazionale sia molti responsabili dei centri anti-violenza locali, effettuata nonostante D.i.Re abbia interagito con il Dicastero per le pari opportunità consegnando al Ministro Carfagna «l'elaborato per un Piano Nazionale contro la violenza alle donne». «Ci dispiace che in questa occasione internazionale - riporta una dichiarazione dei membri di D.i.Re - i rappresentanti del Governo e del nostro Parlamento abbiano completamente disconosciuti il lavoro ventennale ed il valore dei centri anti-violenza mancando di invitare alla Conferenza la nostra associazione nazionale dei centri anti-violenza» -:
quali siano le reali motivazioni che hanno portato all'esclusione dalla «Conferenza internazionale sulla violenza contro le donne» delle associazioni sopracitate e se intenda verificare se anche altre associazioni siano state coinvolte da questa esclusione;
quali iniziative intenda intraprendere affinché venga esplicitata pubblicamente la motivazione di tale esclusione, dalla Conferenza sopracitata che avrebbe dovuto, al contrario, valorizzare l'esperienza di tutte le componenti associazionistiche e sociali impegnate da anni a difesa dell'universo femminile.
(3-00662)

Interrogazione a risposta scritta:

JANNONE. - Al Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che:
a confronto con gli altri Paesi, l'Italia registra il maggior divario tra il tasso di

disoccupazione femminile e quello maschile. Ma è soprattutto il tasso di occupazione, oggi distante di quasi 15 punti percentuali dagli obiettivi fissati a Lisbona per il 2010, a destare allarme. Meno di una donna su due in età di lavoro ha un'occupazione regolare. La disparità rispetto agli altri Paesi si concentra prevalentemente nel Mezzogiorno, dove ben tre donne su quattro in età di lavoro sono senza lavoro. In queste aree del Paese, il problema non è tanto quello dell'offerta di lavoro femminile, quanto la scarsa domanda di lavoro e la mancanza di reali opportunità di impiego nella economia regolare;
il principio di parità di trattamento retributivo tra uomo e donna, sancito dal Trattato istitutivo della Comunità europea, trova spiegazione nel timore di forme di «dumping sociale» legate a un più basso costo del lavoro femminile. Lo stesso legislatore italiano, con riferimento al contratto di inserimento al lavoro delle donne, si è recentemente mosso con particolare cautela, riservando una riduzione differenziata per genere dell'aliquota contributiva alle sole aree del Mezzogiorno, conformemente al regolamento comunitario vigente in materia di aiuti di Stato;
il problema dell'occupazione femminile riguarda anche ambiti di intervento a sostegno della famiglia, attuati da politiche che danno un maggior accesso all'istruzione e alla formazione professionale, una maggiore sicurezza previdenziale e lavorativa, nonché un migliore coordinamento tra i tempi di vita e i tempi di lavoro. In questi ambiti particolare rilievo può assumere l'evoluzione della contrattazione collettiva e della prassi aziendale con riferimento alla flessibile modulazione dell'orario di lavoro oggi consentita dal cambiamento dei tradizionali modelli produttivi seriali e dalla trasformazione terziaria;
piccoli ma significativi aggiustamenti nel rigido orario di lavoro possono consentire a molti la conciliazione tra tempi di lavoro e di famiglia senza compromissione delle possibilità di carriera. La stessa contrattazione può utilmente definire il quadro di riferimento entro il quale consentire anche accordi individuali tarati sulle specifiche esigenze delle parti del rapporto di lavoro -:
quali iniziative il Ministro intenda adottare per colmare il divario fra lavoro femminile e maschile, con particolare riguardo per il Mezzogiorno d'Italia.
(4-04207)

...

POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
i produttori agricoli della provincia di Varese hanno a suo tempo ottenuto il riconoscimento di tipicità della «Formagella del Luinese»;
vi sono alcuni prodotti varesini che meriterebbero il riconoscimento di tipicità, tra i quali in via esemplificativa: il Violino di Capra, gli asparagi di Cantello, le pesche di Monate, il miele di Varesino, il vino di Angera... -:
quale sia l'iter per il riconoscimento della tipicità dei prodotti della provincia di Varese;
se e quali altre iniziative siano allo studio e/o in fase di realizzazione riguardo le produzioni agricole tipiche del Varesotto.
(4-04192)

RAPPORTI CON LE REGIONI

Interrogazione a risposta in Commissione:

TOGNI, GUIDO DUSSIN, LANZARIN, ALLASIA e MACCANTI. - Al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
la regione Piemonte ha approvato la legge regionale n. 20 del 2009, recante snellimento delle procedure in materia di edilizia e urbanistica (pubblicata sul Bollettino ufficiale regionale in data 14 luglio 2009), con la quale ha dato attuazione all'intesa Stato-regioni ed enti locali del 31 marzo 2009 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 98 del 29 aprile 2009);
obiettivo fondante dell'intesa Stato-regioni è quello del rilancio del settore edilizio e dell'economia in questo periodo di grave crisi mondiale;
dall'esame del testo della legge regionale emergono serie difformità con gli obiettivi dell'atto d'intesa e difficoltà per gli interessati di poter utilizzare la possibilità di ampliamento del 20 per cento dei fabbricati esistenti;
ciò soprattutto a causa di alcune pesantissime condizioni che di fatto rendono impraticabile e assolutamente non conveniente l'intervento;
per quanto riguarda i fabbricati abitativi, la legge impone sulla parte di edificio già esistente, l'obbligo di attuare interventi volti a ottenere una riduzione almeno pari al 40 per cento del fabbisogno energetico annuo dell'intero edificio. Per gli edifici produttivi è invece necessario raggiungere un livello di efficienza energetica almeno pari al valore 1,5 del protocollo Itaca sintetico 2009 della regione Piemonte;
in realtà la richiesta della riduzione del consumo energetico sugli edifici esistenti rende di fatto inattuabile la possibilità di effettuare gli ampliamenti previsti dalla legge al 90 per cento dei casi; ciò sia per l'impossibilità di intervenire nella maggior parte dei casi sulla parte dell'edificio esistente, sia per i costi insostenibili e assolutamente sproporzionati e ingiustificati in riferimento al potenziale maggior valore che sarebbe dato all'immobile dall'ampliamento;
nessuna delle altre leggi regionali già approvate (Lombardia - legge n. 13 del 16 luglio 2009, Veneto - legge n. 14 dell'8 luglio 2009 e Valle D'Aosta - legge n. 24 del 4 agosto 2009) contiene simili previsioni;
la legge piemontese, diversamente da quanto approvato dalle altre regioni, non prevede poi alcuno sconto sugli oneri di costruzione (ad eccezione solo di uno sconto marginale del 20 per cento sugli oneri di urbanizzazione nel caso di interventi di ampliamento volti al superamento delle barriere architettoniche, opere queste ultime che peraltro dovrebbero essere esenti da oneri fiscali di concessione);
la stesura dell'articolato di legge risulta assolutamente complesso, cavilloso e non chiaro e rischia una difficilissima interpretazione ed attuazione;
inoltre, l'articolo 6 della legge concede la facoltà ai singoli comuni piemontesi di decidere di non applicare, in tutto o in parte, le disposizioni relative agli ampliamenti previsti dalla legge medesima sul proprio territorio, vanificando lo scopo dell'intesa quadro -:
se il Ministro non ritenga opportuno sottoporre la questione al vaglio della Conferenza Stato-regioni, qualora emergessero profili di incoerenza tra le normative adottate a livello regionale e l'intesa Stato-regioni ed enti locali del 31 marzo 2009;
in subordine, se non ritenga opportuno adottare iniziative normative finalizzate a chiarire i vincoli e i principi fondamentali che devono rispettare le regioni in materia.
(5-01789)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:

LOVELLI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'Ufficio postale di Serravalle Scrivia, comune fra i più popolosi nella zona del novese in provincia di Alessandria, ha modificato l'orario di apertura alla vigilia delle ferie estive limitandolo alle sole ore antimeridiane e tale decisione, annunciata come solo temporanea si sta protraendo anche nel mese di settembre;
il sindaco del comune di Serravalle Scrivia, ha espresso preoccupazione per la situazione che si è creata nel timore che tale decisione diventi definitiva creando disagio ad un'utenza molto vasta, rappresentata sia dalla cittadinanza che vede ridimensionato un servizio essenziale sia dagli importanti insediamenti commerciali e industriali ospitati sul territorio del Comune e nel suo hinterland -:
se sia a conoscenza della situazione che si è determinata e come intenda attivarsi affinché Poste Italiane ripristini una normalità di funzionamento che corrisponda alle esigenze effettive di quel territorio.
(5-01787)

Interrogazioni a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Presidente della Compagnia Aerea Italiana ha dichiarato che - nel corso delle trattative a suo tempo condotte con Air France per la cessione del pacchetto di controllo dell'Alitalia - la società francese aveva posto il costo del petrolio tra le condizioni per la conclusione della trattativa, e che lo stesso presso sia nel frattempo passato da 80 a 120 dollari al barile nel periodo in questione;
detta condizione mai era emersa precedentemente, in nessuna delle numerose occasioni avute dal Governo precedete -:
se quanto affermato dal Presidente di CAI sia vero e quali siano i termini precisi della condizione posta;
se anche sulla base degli atti depositati vi siano ulteriori elementi non noti nella vicenda che ha visto protagonista Alitalia e Air France, prima e dopo la cessione a CAI e/o durante la gestione Commissariale.
(4-04197)

REGUZZONI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici - Federazioni rappresentativa di oltre 17.000 imprese e 600.000 addetti - dottor Alberto Tripi - ha avanzato lo scorso 7 luglio 2009 una serie di proposte contenute in un dossier «Le proposte del Settore dei Servizi Innovativi e Tecnologici per la manovra economica 2010»;
molte delle istanze avanzate risultano condivisibili anche in quanto perfettamente rientrati nelle politiche di sviluppo industriale adottate con successo dal nostro Governo;
paiono di particolare rilevanza i temi inerenti la competitività delle imprese (capitolo 1); le infrastrutture avanzate di comunicazioni elettroniche (capitolo 3), ed in particolare le reti di nuova generazione; le policy per la crescita (capitolo 6) -:
quali proposte siano già state recepite e siano in fase di recepimento, anche parziale, tra quelle indicate in premessa;
quale sia l'orientamento del Ministro in merito alle proposte citate.
(4-04199)

TURISMO

Interrogazione a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro del turismo. - Per sapere - premesso che:
i parchi di divertimento costituiscono in tutto il mondo una delle maggiori fonti di attrazione turistica, con benefiche ricadute per l'economia dei territori che li ospitano;
numerosi parchi sono attivi nel nostro Paese in molte regioni;
il Governo ha impostato un'ottima politica di rilancio del nostro sistema turistico -:
se e quali iniziative il Ministro intende attuare - anche a livello normativo e/o fiscale - ai fini di agevolare la costruzione, l'ampliamento e/o l'ammodernamento di detti parchi di divertimento;
se e quali iniziative il Ministro intenda attuare - all'interno della positiva politica in corso di realizzazione - ai fini della promozione del nostro Paese presso i principali operatori mondiali del settore, allo scopo di favorire nuovi insediamenti che comporterebbero investimenti importanti e ricadute positive sull'indotto.
(4-04195)

...

Apposizione di una firma ad una mozione.

La mozione Casini e altri n. 1-00224, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 luglio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Mecacci.

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

La interrogazione a risposta immediata in Commissione Foti Antonino n. 5-01774, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Di Biagio.

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ERRATA CORRIGE

Interpellanza Napoli Angela n. 2-00470 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della Seduta n. 215 del 16 settembre 2009. Alla pagina n. 7727, prima colonna, dalla riga ventesima alla ventunesima, deve leggersi: «insediata in Calabria tant'è che un componente di quest'ultima ha inizialmente di-» e non «insediata in Calabria tant'è che il Presidente di quest'ultima ha inizialmente di-», come stampato.