Allegato B
Seduta n. 209 del 27/7/2009

TESTO AGGIORNATO AL 28 FEBBRAIO 2011

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta scritta:

PILI e CARLUCCI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la legge approvata ma non ancora pubblicata S. 1195-B dispone all'articolo 30 (Misure per l'efficienza del settore energetico) e all'articolo 38 (Promozione dell'innovazione nel settore energetico) interventi per la risoluzione di rilevanti questioni relative alla Regione Sardegna;
il comma 9 dell'articolo 30 dello stesso provvedimento recita: «9. Al fine di elevare il livello di concorrenza del mercato elettrico nella regione Sardegna, l'Autorità per l'energia elettrica e il gas, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge e sulla base di indirizzi emanati dal Ministro dello sviluppo economico, adotta misure temporanee finalizzate ad ampliare l'offerta di energia nella medesima regione mediante l'individuazione di un meccanismo di mercato che consenta l'acquisizione e la cessione di capacità produttiva virtuale sino alla completa realizzazione delle infrastrutture energetiche di integrazione con la rete nazionale;
tali misure si sono rese necessarie per fronteggiare una difficile situazione legata alla condizione insulare della Sardegna e in particolar modo alla strutturale carenza di connessione elettrica;
tale condizione di divario ha provocato e provoca gravi difficoltà economiche alle industrie energivore che subiscono costi energetici decisamente superiori rispetto ad altre realtà europee rendendo scarsamente competitive le realtà produttive sarde;
la soluzione individuata nel disegno di legge è conseguente ad una negoziazione con la commissione europea che nell'ultima comunicazione relativamente al Regime tariffario speciale per l'energia elettrica consumata da imprese ad alta intensità energetica in Italia aveva formalmente dichiarato attraverso la direzione generale concorrenza servizio aiuti di Stato - coesione e competitività: «L'attuale nostra analisi dei caso è che la situazione in Sardegna può ben rappresentare una circostanza eccezionale. La ridotta connessione attualmente esistente tra il mercato elettrico Sardo e quello continentale può addirittura costituire un ostacolo allo sviluppo di un mercato davvero competitivo e potrebbe dunque condurre a condizioni di concorrenza svantaggiate - sebbene vorremmo sottolineare che questa analisi della Direzione Generale della Concorrenza considera il fatto che anche altri fattori rivestono un ruolo significativo nella formazione dei prezzi dei servizi elettrici in Sardegna»;
nella stessa comunicazione della direzione generale concorrenza si indicava un'ipotesi di soluzione proponendo quanto segue: «La Direzione Generale della Concorrenza suggerisce che l'Italia crei un sistema di Virtual Power Plant (VPP) in Sardegna, in base al quale una parte significativa della capacità elettrica dell'isola possa essere fruibile da un terzo fornitore grazie agli attuali operatori dominanti

nel campo della produzione elettrica, come ENEL e ENDESA. Il sistema VPP dovrebbe soddisfare all'incirca il 25 per cento della domanda di elettricità della Regione e dovrebbe durare per un periodo di almeno cinque anni. Riteniamo che tanto consentirebbe un miglioramento importante della concorrenza nell'isola, e porterebbe i prezzi più vicini a quelli che si ritengano essere i fondamentali di mercato»;
al comma 9 dell'articolo 30 viene indicato il termine di 30 giorni per la predisposizione da parte dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas delle misure temporanee finalizzate ad ampliare l'offerta di energia nella medesima regione mediante l'individuazione di un meccanismo di mercato che consenta l'acquisizione e la cessione di capacità produttiva virtuale sino alla completa realizzazione delle infrastrutture energetiche di integrazione con la rete nazionale;
tali misure, è previsto nella legge, devono essere adottate sulla base di indirizzi emanati dal Ministro dello sviluppo economico;
tra le opere relative alla completa realizzazione delle infrastrutture energetiche di integrazione con la rete nazionale risultano inquadrate quelle relative al Metanodotto Algeria Sardegna - Italia e la connessione elettrica del cavo elettrico da 1000 megawatt Sardegna - Italia;
la fornitura di energia elettrica a prezzi internazionalmente competitivi è assolutamente essenziale per la produzione di alluminio primario e metallurgiche in genere;
la legge n. 80 del 2005 finalizzata al mantenimento della competitività del sistema industriale nazionale ha esteso al 2010 il regime energetico speciale per la produzione di alluminio primario allora in vigore ed a suo tempo approvato nel 1996 dalla Commissione EU nel quadro della privatizzazione dell'industria italiana dell'alluminio;
nel Luglio 2006, la Commissione EU, ritenendo che il suddetto regime potesse costituire un aiuto di Stato, ha aperto un'indagine conoscitiva. Nel gennaio 2007, ha suggerito al Governo italiano, di adottare un programma biennale di phase out dal regime sostituendolo con uno strumento di mercato (il Virtual Power Plant o VPP);
nel luglio 2008 il Governo italiano, aderendo alla proposta della Commissione EU, ha confermato l'intenzione di darvi corso con apposita legislazione;
i produttori di energia elettrica non solo italiani ma anche europei, hanno visto nel VPP una potenziale minaccia al loro attuale potere di controllare il prezzo sul mercato dell'energia esercitando conseguentemente azioni di lobby non solo in Italia ma anche presso la Commissione EU per limitare i presunti aspetti per loro negativi del VPP;
in data 8 luglio 2009, tre anni dopo l'apertura dell'indagine, il sopra ricordato disegno di legge è stato definitivamente approvato;
entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge il Ministero dell'economia dovrà stabilire le condizioni del VPP che dovrebbero consentire l'accesso ai soli consumatori finali e non già ai produttori energetici al fine di riallineare i costi energetici ad una media europea un'eventuale concessione del VPP, avanzata da alcuni, anche ai produttori energetici comporterà automaticamente che lo stesso VPP non contribuirà significativamente a ridurre il prezzo dell'energia per i grandi utenti energivori;
entro i successivi 90 giorni, e comunque entro ottobre 2009, cioè subito, la tariffa speciale per l'alluminio verrà a cessare e, a partire dall'Alcoa, le industrie energivore saranno esposte ad un costo energetico che la porterà ad una dichiarata assoluta impossibilità a gestire gli impianti;

il decreto-legge «Sviluppo S. 1195-B» contiene degli ulteriori meccanismi che possono contribuire a ridurre il costo dell'energia per utenti energivori italiani a condizione che i meccanismi suddetti vengano messi in funzione realmente dagli organismi preposti (Autorità, Ministero, Terna) e che i produttori di energia (ENEL, E.On) diano un contratto bilaterale di fornitura a tutte quelle industrie che di concerto con il ministero saranno individuate, a partire da Alcoa per arrivare al clorosoda -:
se, il ministro interrogato non ritenga di dover emanare, con somma urgenza gli indirizzi per l'Autorità per l'energia elettrica e il gas al fine di ridurre al minimo i tempi per l'avvio del meccanismo di mercato che preveda l'acquisizione e la cessione di capacità produttiva virtuale;
se non ritenga di dover predisporre gli indirizzi previsti dalla norma riducendo ulteriormente i trenta giorni previsti proprio per scongiurare ulteriori ritardi che rischierebbero di pregiudicare l'attività produttiva dell'interno comparto energivoro della Sardegna;
se non ritenga di dover confermare l'iniziale destinazione del VPP alle industrie energivore dislocate in Sardegna al fine di favorire un concreto meccanismo di mercato teso a ridurre i costi dell'energia elettrica;
se non ritenga di dover intervenire con la società Terna, incaricata della realizzazione dell'opera, per accelerare i tempi di realizzazione del cavo da 1000 MW di interconnessione tra la Sardegna e il territorio nazionale previsti dalla legge obiettivo del 21 dicembre 2001;
se non ritenga di dover intervenire con la Società Galsi, incaricata della realizzazione del metanodotto Algeria - Sardegna - Italia, al fine di superare con rapidità i problemi relativi a supposte difficoltà di tracciato per arrivare in tempi rapidi all'avvio della realizzazione dell'opera già prevista in apposita legge dello Stato del 2002.
(4-03743)

COSENZA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'impegno dello Stato sul tema strategico della banda larga è essenziale per colmare quel pesante gap tecnologico tra Centro-nord e Sud che tuttora pesa come una zavorra sulle possibilità di sviluppo del Mezzogiorno;
in contemporanea con l'emergere dei programmi pubblici per lo sviluppo della banda larga varati dall'articolo 1 della legge n. 69 del 2009, resta in parte ancora senza soluzione l'annoso problema del mancato allacciamento alle linee ADSL di molte aree del Mezzogiorno da parte delle compagnie private telefoniche;
è il caso in particolare dell'Irpinia che vede tuttora numerosi e importanti comuni della provincia di Avellino ancora privi, nonostante le incessanti istanze rivolte alle compagnie telefoniche da parte delle locali amministrazioni e nonostante gli impegni formalmente assunti dalle prime, di quelle elementari forme di telecomunicazioni che ormai sono la norma nella stragrande maggioranza del resto del Paese e in pressoché tutti gli altri maggiori Stati membri della Ue -:
per quanto di sua competenza e pur nell'evidente rispetto della libertà d'iniziativa e di scelta in termini di strategie commerciali dei soggetti privati operanti sul mercato italiano, quali iniziative sia possibile assumere da parte del Governo per far sì che le compagnie telefoniche, soprattutto quando esse abbiano assunto formali impegni in tal senso, portino a compimento la copertura ADSL nell'Irpinia.
(4-03745)

FERRARI e CORSINI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno. - Per sapere premesso che:
da anni le aziende della grande distribuzione assistono al dilagare di fenomeni illeciti legati al traffico dei pallet

rubati, strumenti che permettono l'utilizzo dei carrelli elevatori per il trasferimento dei prodotti nelle aziende produttive, nei magazzini o nei centri di distribuzione;
i pallet sono solitamente di proprietà delle industrie produttrici di beni di largo consumo; tuttavia, la diffusione di attività illecite di acquisto e rivendita di bancali, spesso reclamizzata da rudimentali insegne pubblicitarie, ha portato alla nascita di un vero e proprio mercato parallelo, ampiamente sviluppato nei pressi delle zone industriali e dei caselli autostradali;
tali attività consistono nella sottrazione furtiva di bancali usati dai centri di distribuzione, ad opera presumibilmente di autisti, con magazzinieri compiacenti; gli stessi sono successivamente rivenduti alle industrie produttrici, con l'emissione di fattura, sulla quale i ricettatori/venditori riscuotono l'IVA, senza poi riversarla all'erario. I «compro pallet» rivendono con fattura e in molti casi la suddetta viene strappata per cui non viene versata l'IVA e nemmeno il contributo ambientale CONAI; in altri casi, poiché i bancali vengono acquistati in contanti, queste aziende necessitano di fatture di copertura, anch'esse emesse da aziende compiacenti, per giustificarne la provenienza;
dietro lo svolgimento delle suddette attività si nasconde un vero e proprio reato di ricettazione; il suddetto fenomeno risulta peraltro diffuso su tutto il territorio nazionale, procurando una frode fiscale per l'erario stimabile in euro 396.000.000 di imponibile evaso; inoltre, detti «compro pallet» hanno bisogno per svolgere la loro attività di un enorme quantitativo di denaro contante che si sospetta venga recuperato da attività illecite e poi ripulito emettendo regolari fatture. In Italia hanno luogo statisticamente 4 cicli di utilizzo dei pallet per ogni abitante, pari a circa 240.000.000 di cicli di utilizzo annui. Di questi cicli circa il 30 per cento è gestito illegalmente e al prezzo medio di 5,50 euro/pallet danno appunto 396.000.000 euro;
oltre al danno per l'erario, è altresì ingente quello arrecato alle categorie di produttori e dei riparatori di pallet in possesso di regolari permessi e in regola con tutti gli adempimenti di legge fiscali, giuslavoristici, ambientali e in materia di sicurezza del lavoro. Infatti, l'attività illecita descritta consente alle imprese irregolari di avvantaggiarsi, nel profitto, del margine derivante dall'IVA riscossa e non riversata. In questo modo, le imprese che operano lecitamente spesso non sono in grado di sopportare una simile concorrenza;
inoltre, le organizzazioni che così operano, utilizzano sempre personale non registrato e quasi sempre costituito da immigrati clandestini, senza alcun rispetto della vigente normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e delle normative di pubblica sicurezza;
negli ultimi anni si è assistito ad un aumento degli infortuni sul lavoro legati al sensibile peggioramento della qualità dei pallet presenti sul mercato, il che è causato proprio dall'attività illegittima delle imprese suddette;
detto preoccupante fenomeno, come si vede, ha assunto proporzioni in grado di provocare un serio danno economico e perfino allarme sociale, agevolando e nascondendo molteplici prassi e condotte che integrano veri e propri illeciti penali -:
se il Governo non intenda promuovere opportune verifiche sull'intensità del fenomeno descritto, al fine di elaborare ed attuare rapidamente una reale strategia di contenimento dello stesso con opportuni interventi delle Forze dell'Ordine, restringendo così l'area della illegalità, a vantaggio delle tante aziende oneste che operano sul mercato;
se il Governo non intenda adottare opportune iniziative di tutela delle imprese di settore che passino attraverso ipotesi di riduzione dell'aliquota IVA applicata al mercato della compravendita dei pallet

usati, facendo venire meno, in questo modo, i guadagni delle imprese che operano illegalmente nel mercato ed altresì recuperando significativamente una consistente base imponibile per l'Erario;
se non si intendano adottare opportune iniziative normative relative al settore dei pallet volti alla definizione sia di idonee procedure per la progettazione ed il dimensionamento corretti, che di chiare norme di utilizzo di tale prodotto, stabilendo in particolare le caratteristiche tecniche minime e di portata che tali prodotti devono possedere per essere immessi sul mercato, questo al fine di restituire maggiore sicurezza per gli operatori addetti, vittime, in tempi recenti, di numerosi incidenti sul lavoro anche mortali;
se, nell'ambito delle iniziative normative di cui sopra, il Governo intenda definire i requisiti minimi di professionalità dei responsabili del settore nonché i requisiti minimi dei siti produttivi connessi sia con la produzione dei pallet nuovi e sia con la raccolta/selezione/riparazione dei pallet usati, dando così maggiore competitività all'intero settore e avvalorando il «sistema pallet» italiano che è ormai in aperta concorrenza con quello degli altri Paesi europei.
(4-03756)