Allegato B
Seduta n. 209 del 27/7/2009

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
da notizie di stampa apprendiamo che Vikas Kumar, ricercatore, indiano, economista, 32 anni, con contratto a tempo determinato all'Università Bocconi di Milano, dopo quattro anni di servizio, è stato costretto a rinunciare all'incarico perché non gli è stato rinnovato il permesso di soggiorno;
la storia del ricercatore è raccontata dal prorettore per le risorse umane della Bocconi, il quale precisa che Kumar era stato scelto come assistant professor in seguito alla segnalazione su Job Market, appuntamento annuale dove i migliori «cervelli» vengono selezionati a livello internazionale;
Kumar ha conseguito una laurea in economia, un master a Dehli, un PhD - l'equivalente di un nostro dottorato - a St. Luis;
gli era stato offerto dall'Università Bocconi un contratto di sei anni con il benefit della possibilità di un anno sabbatico da trascorrere in una qualunque Università

del mondo con il mantenimento dello stipendio e dei fondi di ricerca;
dopo aver rinnovato di due anni in due anni (il tempo massimo per un contratto di quel tipo) il permesso di soggiorno, decide nell'estate del 2008 di sfruttare l'occasione: accetta il ruolo di ricercatore presso l'Università di Stanford e alla fine di quest'estate sarebbe rientrato alla docenza della Bocconi;
a permesso di soggiorno scaduto, l'Università Bocconi si attiva in base al decreto-legge del gennaio 2008, in virtù del quale docenti e ricercatori stranieri possono ottenere un permesso di soggiorno che copra tutta la durata del contratto, a patto che l'ente che li assume si iscriva ad un albo istituzionale per poi avviare la procedura;
l'albo è comparso sul sito del Ministero dopo nove mesi e tuttora non sono disponibili i moduli necessari;
nel corso dell'anno, Vikas Kumar ha chiesto regolarmente all'Università italiana notizie riguardanti il rinnovo del suo permesso ottenendo sempre risposte insoddisfacenti per cause non legate alle responsabilità dell'Università;
alla luce dell'insostenibilità di questa situazione, Kumar ha accettato recentemente l'offerta dell'Università di Sydney;
l'indagine della Fondazione Rodolfo De Benedetti sugli studenti stranieri di dottorato in Italia (ve ne sono tremila di cui il 77 per cento proviene da Paesi extraeuropei) rileva che ogni giorno gli studenti devono lottare con la nostra burocrazia in quanto uno su cinque aspetta il permesso di soggiorno per un periodo di tempo superiore ad un anno;
l'allontanamento di ricercatori stranieri dall'Italia e la fuga di «cervelli» italiani all'estero, sono, secondo gli interpellanti, gravemente lesivi del riconoscimento del merito nel nostro Paese -:
se i Ministri siano al corrente del caso di Vikar Kumar;
se e quali misure di snellimento delle procedure relative alla permanenza dei ricercatori stranieri in Italia intendano avviare;
se e quali provvedimenti intendano adottare per trattenere nel nostro Paese i pochi ricercatori attratti dalle Università italiane;
se ed in che modo sia stato verificato l'effetto della «fuga di cervelli» italiani all'estero e se si siano valutati gli effetti dell'allontanamento dei ricercatori stranieri dall'Italia sulla qualità della ricerca nel nostro Paese.
(2-00438) «De Biasi, Ghizzoni».

Interrogazioni a risposta orale:

VIETTI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'istituto scolastico comprensivo di Balangero, in provincia di Torino, denuncia una situazione molto critica che potrebbe avere come conseguenza la riduzione dell'attività didattica e addirittura la paralisi dell'attività amministrativa, in assenza di tempestivi interventi da parte dello Stato;
l'istituto in questione comprende ben 10 plessi, si estende su quattro comuni e attualmente conta 980 iscritti;
per l'anno 2009, la scuola non ha rispettato il termine ordinario per l'approvazione del bilancio annuale, in quanto non sono pervenute dal Ministero competente le informazioni necessarie al fine di predisporre un documento completo;
dal gennaio 2009 ad oggi, infatti, non sono pervenute né assegnazioni relative alle spese di funzionamento né comunicazioni in merito, con la conseguenza che per il corrente anno scolastico l'Istituto comprensivo Balangero non ha ottenuto alcun finanziamento da parte dello Stato;
tale situazione paralizzerà l'attività didattica e ridurrà il livello formativo della

scuola in quanto non sarà possibile acquistare materiale didattico e di facile consumo a supporto delle attività programmate nelle classi;
inoltre, la consuetudine di richiedere contributi alle famiglie è condivisibile entro certi limiti, in quanto queste non possono essere il serbatoio a cui attingere per le spese ordinarie di funzionamento amministrativo e didattico -:
quali iniziative intenda prendere per erogare tempestivamente le risorse necessarie al fine di consentire all'istituto scolastico di continuare regolarmente la propria attività amministrativa e didattica al servizio della collettività.
(3-00621)

CECCUZZI, CENNI, NANNICINI, SANI e MATTESINI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il 26 febbraio 2009 il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, rispondendo ad una interrogazione presentata dai deputati Ceccuzzi e Cenni per conoscere la situazione finanziaria dell'Università di Siena, ha presentato un quadro analitico della situazione dell'Ateneo senese;
tale quadro analitico era emerso a seguito dell'esame, da parte del Governo, della documentazione contabile trasmessa dal Rettore di Siena. Lo stesso Ministero ha precisato che il disavanzo al 31 dicembre 2007 era pari a 20 milioni e 927.248 euro, mentre il debito Inpdap, comprensivo di sanzioni e di interessi, ammontava a 98 milioni e 972.935 euro. Il debito Irap, infine, comprensivo anch'esso di sanzioni e di interessi, era pari a 27 milioni e 78.870 euro. Nel caso di rateizzazione dei debiti del 2004 e 2005, più morosi, e di pagamento in un'unica soluzione dei debiti riferiti al 2006 e al 2007, l'importo dovuto, aggiornato al 31 gennaio 2009, veniva quantificato in 161 milioni e 307.445 euro. In caso di pagamento in un'unica soluzione dei debiti per gli anni 2004 e 2005 e la rateizzazione dei debiti del 2006 e del 2007, l'importo del debito, aggiornato al 31 gennaio 2009, veniva quantificato in 160 milioni e 582.389 euro;
secondo quanto comunicato il 16 luglio 2009 da una nota stampa della Guardia di finanza di Siena, l'Università di Siena ha maturato nei confronti dell'erario un debito, per mancato pagamento di contributi e di imposte, pari, complessivamente, ad oltre 95 milioni di euro. I riscontri erano stati avviati a seguito sia delle indagini della procura di Siena per accertare le cause del dissesto finanziario in cui è rimasto coinvolto l'Ateneo, sia della Corte dei conti di Firenze per appurare eventuali danni erariali;
la Guardia di finanza ha comunicato, nello specifico, che è stato accertato l'omesso versamento di oltre 25 milioni di euro di Irap, relativi ad acconti mensili non versati nel 2006, 2007 e 2008. Gli acconti costituiscono, un debito verso l'erario e conseguentemente, sono state elevate sanzioni amministrative per circa 8 milioni di euro. Le Fiamme gialle hanno inoltre all'esame il mancato versamento degli oneri previdenziali Inpdap per gli anni 2004, 2005, 2006 e 2007 per valori «ad oggi ancora superiori a 70 milioni di euro»;
per far fronte a tale situazione finanziaria che sta creando conseguentemente notevoli difficoltà per il mantenimento dell'offerta didattica, gli organi collegiali sono intervenuti direttamente producendo un piano di risanamento, il cui aggiornamento è stato approvato dal Senato accademico e dal Consiglio di amministrazione dell'Ateneo, nella seduta di lunedì 13 luglio 2009;
tale aggiornamento prevede una serie di misure fra le quali l'istituzione di garanzie reali su immobili di proprietà dell'Ateneo, l'ipotesi di vendita di strutture di proprietà dell'Ateneo, la razionalizzazione dell'offerta didattica e il prepensionamento di alcuni docenti;
va aggiunto che l'università di Siena, procedendo a quella che il Rettore ha

definito la «dolorosissima vendita» dell'immobile «San Niccolò» (che sarà perfezionata nei prossimi giorni) e ricevendo da parte del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca le anticipazioni di circa l'85 per cento del fondo di finanziamento ordinario (FFO) dovuto, si è posta nella condizione di azzerare il debito Inpdap e pagare una quota significativa dei debiti pregressi da parte dei fornitori scongiurando l'attivazione di azioni giudiziarie;
la banca Monte dei Paschi di Siena ha inoltre anticipato, su richiesta formale e documentata della Regione Toscana, circa 8 milioni di euro all'Università di Siena risultanti da un accordo siglato dalla stessa Regione con i tre Atenei regionali per la vendita di alcuni brevetti. Tale risorse sono state impiegate in gran parte per il pagamento degli stipendi del personale dipendente e per i fornitori;
per salvaguardare la continuità dell'offerta didattica, tutelare i livelli occupazionali ed in particolare per assicurare il puntuale pagamento degli stipendi ai dipendenti e fornitori, l'Ateneo senese, come prevede la legislazione vigente, ha indetto una gara pubblica per il servizio di tesoreria e per l'apertura di una linea di credito per 160 milioni di euro, con l'istituto bancario che si fosse aggiudicato la gara;
l'Università di Siena, come evidenziato nei passaggi precedenti, è impegnata ad elaborare ed attuare un piano di risanamento che possa ridurre e razionalizzare le spese di gestione, salvaguardare studenti e lavoratori e mantenere la qualità dell'offerta formativa, la cui efficacia deve essere valutata e sostenuta da tutte le istituzioni, da quelle locali, alla Regione, al Governo nazionale;
a questo scopo, sin dall'emergere della gravissima crisi nel mese di settembre 2008, è stato istituito un tavolo interistituzionale che si riunisce con frequenza e che segue con attenzione l'evolversi della situazione ed al quale prendono parte, oltre all'Università, il Comune di Siena, l'Amministrazione provinciale, la Regione Toscana e la Camera di commercio, insieme alle organizzazioni sindacali;
la banca che si è aggiudicata la gara, oltre ad aver ricevuto l'aggiornamento del piano di risanamento sopra citato, ha chiesto all'Ateneo ulteriori approfondimenti e chiarimenti al fine di consentire l'apertura della linea di credito precedentemente indicata;
da quanto si apprende da organi di informazione l'erogazione dei finanziamenti del 7 per cento del fondo di finanziamento ordinario (FFO) (quella percentuale cioè assegnata in base alla qualità della ricerca e della didattica degli atenei) da parte del Ministero alle Università di Trieste, Firenze e Siena è stata sospesa in attesa della presentazione di un piano finanziario di risanamento dei bilanci che attualmente risultano in rosso;
anche alla luce di questa ultima situazione risulta quanto mai necessario che la banca che si è aggiudicata la gara per il servizio dì tesoreria conceda l'apertura della linea di credito all'Ateneo senese -:
a quali conclusioni sia giunto il gruppo di lavoro istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze del quale si riferisce nella risposta all'atto di sindacato ispettivo numero 5-00495, nell'esaminare il materiale trasmesso dal Rettore dell'Ateneo in data 6 febbraio 2009;
se e quando da parte del suddetto gruppo di lavoro sia stato richiesto ulteriore materiale all'Università di Siena o se la stessa abbia provveduto sua sponte a trasmetterne di ulteriore;
quali siano gli intendimenti dei Ministri interrogati in ordine all'aggiornamento del piano di risanamento adottato dall'Ateneo ed approvato dal Senato accademico e dal Consiglio di amministrazione dell'Università, nella seduta dì lunedì 13 luglio 2009;

se la decisione di sospendere l'erogazione del 7 per cento del fondo di finanziamento ordinario (FFO) (assegnata in base alla qualità della ricerca e della didattica degli atenei) sia legata ad un giudizio di merito sull'attuabilità ed efficacia del piano di risanamento o al permanere di un conto economico in perdita;
se alla luce di quanto sopra esposto, al fine di garantire la continuità dell'offerta didattica, dell'attività di ricerca scientifica, in primo luogo con l'erogazione puntuale, degli stipendi dei dipendenti e dei pagamenti dei fornitori, non intendano assumere iniziative urgenti a sostegno della bancabilità dell'ateneo o attraverso il coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti o mediante il rilascio di forme di garanzia al fine di consentire al sistema bancario l'erogazione del credito richiesto dall'ateneo stesso.
(3-00622)

Interrogazione a risposta in Commissione:

ANTONINO RUSSO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, con ordinanze nn. 3321, 3324, 3326, 3327, 3328, 3330, 3331, 3332, 3333, 3334, 3300, 3301, 3302 del 14 luglio 2009 ha sospeso il decreto ministeriale dell'8 aprile 2009, n. 42, nella parte in cui inserisce in coda e non a «pettine» nelle altre tre province aggiuntive i ricorrenti iscritti al sindacato ANIEF che ne hanno fatto domanda all'atto del nuovo aggiornamento/inserimento nelle graduatorie ad esaurimento valide per il biennio 2009-2011, ribadendo gli analoghi pronunciamenti espressi nelle ordinanze n. 2573 del 5 giugno 2009 e nn. 2815, 2818 e 2819 del 19 giugno 2009, oggetto di precedenti interrogazioni;
il Tribunale amministrativo regionale del Lazio con sentenza semplificata n. 5487/09 del 5 giugno 2009 ha annullato il decreto ministeriale dell'8 aprile 2009, n. 42, nella parte in cui vieta lo spostamento dei 24 punti già dichiarati da una graduatoria all'altra all'atto dell'ultimo aggiornamento, come richiesto nel ricorso patrocinato dal sindacato ANIEF, e ha emesso su analoga istanza altre due ordinanze di sospensiva nn. 3085/09 e 3086/09 per centinaia di ricorrenti;
il Tribunale amministrativo regionale del Lazio con ordinanze nn. 3349 e 3350 del 14 luglio 2009 ha sospeso il decreto ministeriale dell'8 aprile 2009, n. 42, nella parte in cui vieta il trasferimento da una provincia all'altra all'atto dell'aggiornamento in violazione della normativa vigente, come denunciato nel ricorso patrocinato dal sindacato ANIEF;
il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con nota del 7 luglio 2009, prot. n. AOODGPER.09/10171/B/2 invita i direttori degli uffici scolastici regionali nella compilazione delle graduatorie provinciali a ignorare le ordinanze suddette in quanto «in merito all'esecuzione delle ordinanze cautelari attinenti il contenzioso seriale avverso il decreto ministeriale 42/2009, questa Direzione, a fronte di eventuali ordinanze di accoglimento della domanda cautelare, ritiene inopportuno l'inserimento con riserva a pettine dei ricorrenti»;
da questa affermazione contenuta nella citata nota, emerge chiaramente che la direzione generale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca non tiene conto della legge istitutiva dei Tribunali amministrativi regionali 6 dicembre 1971, n. 1034, secondo la quale, articolo 21, «il ricorso deve essere notificato all'organo che ha emesso l'atto impugnato»;
non dovrebbe essere ignoto alla Direzione generale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, che la disposizione che colloca i docenti in coda nelle tre province opzionali è contenuta in un decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;

da ciò ne consegue che, essendo la legittimazione passiva nei giudizi amministrativi riferibile soltanto ed esclusivamente all'Amministrazione che ha adottato l'atto ritenuto lesivo, il ricorso avverso il decreto ministeriale n. 42/2009 non poteva che essere proposto contro il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;
se non si darà tempestiva esecuzione alle ordinanze del Tribunale amministrativo regionale, gli avvocati dei ricorrenti, quando le Direzioni scolastiche regionali e gli Uffici scolastici provinciali pubblicheranno le graduatorie, come ampiamente preannunciato, proporranno motivi aggiunti avverso tali graduatorie chiamando in giudizio gli organi che avranno emanato siffatti ulteriori atti amministrativi, con conseguente annullamento successivo non solo delle pubbliche graduatorie, laddove non prevedono l'inserimento a pettine dei ricorrenti, ma anche di tutti gli ulteriori atti consequenziali, dalle immissioni in ruolo fino all'ultimo contatto a tempo determinato che gli Uffici scolastici provinciali stipuleranno in contrasto con le decisioni del Tribunale amministrativo regionale;
ad avviso dell'interrogante, la nota del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca del 7 luglio 2009, prot. n. AOODGPER.09/10171/B/2, ponendosi in contrasto con le più elementari regole del processo amministrativo, ha determinato un clima di incertezza di diritto in merito alle prossime operazioni di nomina di personale a tempo determinato e indeterminato, a causa di quella che secondo l'interrogante è una palese violazione delle pronunce della magistratura e della legislazione vigente -:
se nel rispetto dello stato di diritto, della nostra Costituzione, dell'istituzione che rappresenta e a tutela delle famiglie dei nostri alunni e del personale precario, intenda ritirare la nota del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca del 7 luglio 2009 e dare istruzioni ai direttori degli uffici scolastici regionali affinché sia data esecuzione immediatamente senza altre remore o colpevoli ritardi alle sentenze e ordinanze della magistratura.
(5-01684)