XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 22 luglio 2009

TESTO AGGIORNATO AL 28 FEBBRAIO 2011

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nella giornata di venerdì 17 luglio 2009 vaste aree del territorio della provincia di Lecco sono state colpite da piogge di straordinaria intensità e volume, con ingenti danni alle infrastrutture, alle strutture pubbliche e private, alle attività produttive e con conseguenti gravi disagi alle popolazioni;
oltre alle piogge intense si sono abbattute sul territorio grandine e raffiche di vento dai 67,6 chilometri orari sino a 96,6 chilometri orari registrate sul monte Cornizzolo ed esondazioni, che hanno provocato anche la morte di un pensionato di 67 anni rimasto intrappolato nel fango del torrente Rio Torto che scorre a fianco alla strada statale n. 36 e numerosi sfollati;
la provincia di Lecco risulta la più danneggiata con allagamenti, smottamenti, sradicamento di piante e sollevamento di tetti: in particolare il violento nubifragio ha provocato danni particolarmente gravi nel capoluogo e nei comuni di: Abbadia Lariana, Civate, Valmadrera, Costamasnaga e le aree limitrofe e nell'alta Brianza, nelle zone di Rogeno, Costamasnaga e Dolzago tanto che il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha firmato e già inviato al Governo la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale anche per la provincia di Lecco;
la viabilità è stata bloccata per ore paralizzando la città e il collegamento con la Valtellina. Anche il trasporto ferroviario è stato paralizzato a causa di un fiume di acqua e di fango che ha «bucato» il San Martino di Lecco ed è finito sulla massicciata della linea ferroviaria Lecco-Sondrio e sulla Superstrada 36, chiusa al traffico. Gli abitanti della zona di Pradello, sono stati invitati a lasciare le loro abitazioni ed attività per evitare di essere travolti dall'acqua e, soprattutto, dai sassi trascinati a valle;
molto critica rimane la situazione di più attività produttive, già in difficoltà per la crisi economica in atto, colpite direttamente o indirettamente dal nubifragio e sui suoi negativi effetti, mettendo a rischio ulteriormente l'occupazione. Alcune di queste aziende danneggiate dal maltempo vedono perciò compromessi i piani per la rimozione dell'eternit dai tetti, al punto di richiedere misure straordinarie per la messa in sicurezza, nel rispetto delle leggi vigenti -:
se il Governo, vista la gravità della situazione sopraesposta, intenda riconoscere lo stato di calamità e se non ritenga necessario predisporre un immediato monitoraggio idro-geologico ed ambientale delle zone colpite, al fine di scongiurare che in futuro, in situazioni analoghe, possano verificarsi nuovi e più gravi danni per le popolazioni residenti, per le infrastrutture e per l'ambiente essendo la città di Lecco il crocevia di collegamento con Valtellina, Valsassina e la Bergamasca.
(2-00434)«Codurelli, Quartiani».

Interrogazioni a risposta scritta:

TOTO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
si registrano con sempre maggiore frequenza notizie e dichiarazioni intorno a temute, possibili infiltrazioni di grandi organizzazioni criminali di stampo mafioso nel territorio abruzzese e persino nell'opera di ricostruzione dei comuni dell'Abruzzo

colpiti dal sisma del 6 aprile 2009, a partire dalla Città de L'Aquila;
la Direzione nazionale antimafia, già nel dicembre 2006, nella sua relazione annuale relativa con riferimento al distretto de L'Aquila, riferiva che: «...le informazioni acquisite ...confermano la fondata convinzione che il territorio abruzzese possa dirsi sostanzialmente immune da radicati insediamenti di matrice mafiosa, quantunque siano in costante aumento ed assumano connotati di maggiore significatività le presenze criminali organizzate nel pescarese e nel teramano...»;
ulteriori pregressi segnali, furono evidenziati anche in una circostanziata interrogazione, presentata nel corso della quindicesima legislatura alla Camera dei deputati, nella quale si chiedeva, tra l'altro, al Governo: «se la Procura Distrettuale dell'Aquila, gli organi di Polizia giudiziaria e la Guardia di Finanza in particolare - ferma restando la tutela del segreto istruttorio - stanno monitorando la vasta rete di società che operano in Abruzzo e che sembrano essere riconducibili alla criminalità organizzata siciliana, campana e pugliese». Riscontri di quei segnali sembra si siano concretamente avuti negli sviluppi di una complessa e lunga inchiesta denominata «Operazione Alba d'Oro», condotta dalla Direzione Investigativa antimafia de L'Aquila, che portava, il 16 marzo 2009, ad alcuni arresti, in provincia dell'Aquila, e al sequestro di un complesso turistico del valore di 2,5 milioni di euro con l'ipotesi accusatoria del reinvestimento di fondi provenienti dal cosiddetto «tesoro di Ciancimino»;
più esplicitamente, il Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, onorevole Giuseppe Pisanu, in un'intervista di alcuni mesi fa a un noto settimanale, esprimeva l'avviso che «Cosa nostra, 'ndrangheta e camorra sono già arrivate in Abruzzo e certamente puntano alla ricostruzione. Bisogna proteggere gli investimenti pubblici con una ferrea task force antimafia»;
con singolare e allarmante sincronia, l'avvio degli interventi all'Aquila per la costruzione delle case temporanee, in sostituzione delle tende allestite in prima emergenza per il ricovero delle persone, è stato contrassegnato dal sospetto che «i primi lavori del dopo terremoto sono andati a un imprenditore abruzzese in collegamento con prestanome che riciclavano, qui a Tagliacozzo, il «tesoro» di Vito Ciancimino», come si è letto in un recente articolo pubblicato da un noto quotidiano nazionale;
il Presidente del Consiglio dei ministri, a sua volta, esprimendosi sul tema, assicurava che «ci saranno controlli rigidissimi contro la mafia e le speculazioni saranno impossibili. Ricostruiremo tenendo fuori speculazioni e mafia»;
l'articolo 16 del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, recante «Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile», dispone una serie di misure atte a prevenire infiltrazioni della criminalità organizzata negli interventi per l'emergenza e la ricostruzione nei territori colpiti dal fenomeno tellurico -:
se si ritenga che le misure già adottate siano idonee e sufficienti per fronteggiare l'eventuale intrusione di elementi appartenenti o riconducibili ad organizzazioni criminose nei territori oggetto degli interventi economici e l'eventuale infiltrazione diretta o dissimulata delle organizzazioni criminali medesime nei lavori di ricostruzione;
se il Governo non ritenga di adottare ulteriori iniziative finalizzate a prevenire ed intercettare fenomeni di riciclaggio di denaro e, in particolare, idonee al monitoraggio delle attività immobiliari potenzialmente suscettibili di illiceità.
(4-03683)

SCHIRRU e MELIS. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
in base a quanto disposto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 411 del 1987 tra i requisiti per l'ammissione ai concorsi per il reclutamento del personale dell'Esercito, della Marina, dell'Aeronautica e dell'Arma dei carabinieri si impone un limite di statura non inferiore a metri 1,65;
i bandi di concorso per l'arruolamento dei volontari nelle forze armate (VFP1, allievi marescialli, accademie militari) prevedono una statura minima non inferiore a centimetri 165 per i maschi e centimetri 161 per le donne;
tale requisito appare oramai superato alla luce delle moderne esigenze della difesa, in quanto l'esperienza dimostra come, soprattutto rispetto a determinate mansioni - si pensi alle operazioni all'interno dei carri armati o al paracadutismo da elicottero - sono molto più adatte persone di piccola statura, mentre si possono presentare rilevanti difficoltà per individui di statura troppo alta;
detti limiti colpiscono in modo particolare specifiche aree geografiche, nelle quali la statura media della popolazione, pur avendo subito un notevole incremento negli ultimi decenni, continua - soprattutto per le donne - ad essere inferiore ai limiti previsti dal Ministero della difesa;
in regioni come la Sardegna il limite della statura minima, si aggiunge a quelli determinati dalla carenza dell'enzima G6PD, come già sottolineato dalla prima firmataria del presente atto in precedenti interrogazioni, e dalla presenza di anemia mediterranea in soggetti portatori sani;
si determina così una grave discriminazione, in quanto la somma di questi fattori è causa di esclusione dall'arruolamento di moltissimi giovani sardi che aspirerebbero a entrare nelle forze armate e nelle forze dell'ordine, importante sbocco occupazionale specialmente in un momento storico come questo -:
se il Governo non ritenga di adottare le necessarie iniziative affinché venga eliminato per l'arruolamento dei volontari nelle forze armate il requisito della statura.
(4-03691)

CIRIELLI e CARLUCCI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il 4 marzo del 2005, a seguito di una notevole ondata di maltempo imperversante sulla Campania, aveva luogo una frana dalle forti dimensioni che colpiva i territori di tre cittadine del salernitano, Nocera Inferiore, Nocera Superiore e Pagani, causando tre vittime e arrecando gravi danni alle zone interessate;
la suddetta calamità naturale cagionava, in particolare, innumerevoli danni nella zona pedemontana della Città di Nocera Inferiore, imponendo l'evacuazione dell'intera area a sud dell'autostrada Napoli-Salerno e il ricovero di 1350 cittadini in appositi centri e strutture di accoglienza di proprietà comunale, che veniva disposto con ordinanza contingibile ed urgente n. 8822 del 4 marzo 2005 dal sindaco di Nocera Inferiore;
nei giorni seguenti alla catastrofe, da diverse verifiche effettuate dai tecnici comunali emergevano diffusi fenomeni di dissesto idrogeologico insistenti sull'intero territorio comunale, con particolare riferimento alla zona di Montalbino, tali da esigere un costante monitoraggio e repentini interventi di messa in sicurezza;
in virtù dell'assoluta gravità del dissesto, dopo aver altresì constatato da una prima sommaria stima dell'UTC - Ufficio Tecnico Comunale di Nocera Inferiore, che l'ammontare complessivo dei danni alle strutture viarie e alle proprietà private ammontava a circa 10 milioni di euro, con successiva deliberazione n. 86 dell'8 marzo 2005 il comune di Nocera Inferiore richiedeva al Governo centrale lo stato di calamità naturale, al fine di ottenere i finanziamenti necessari per fronteggiare l'emergenza insorta;

in seguito, con la deliberazione n. 112 approvata dalla giunta municipale il 25 marzo 2005, il comune di Nocera Inferiore adottava «interventi economici straordinari in favore dei nuclei danneggiati dagli eventi franosi del 4 marzo 2005», prevedendo così di impegnarsi a sostenere le spese alloggiative dei nuclei medesimi «fino alla definitiva sistemazione dell'area precedentemente occupata» e previa presentazione di regolare stipula dei contratti di affitto;
successivamente, con ordinanza n. 3484 del 22 dicembre 2005, recante «Disposizioni di protezione civile dirette a fronteggiare i danni conseguenti agli eccezionali eventi alluvionali che hanno colpito il territorio della Regione Campania nei giorni 4-5 marzo 2005, il Presidente del Consiglio dei Ministri nominava il Presidente della Regione Campania, On. Antonio Bassolino, ed il Sindaco del Comune di Napoli, On. Rosa Russo Jervolino, «Commissari delegati per l'attuazione degli interventi urgenti diretti alla rimozione delle situazioni di pericolo, nonché a fronteggiare i danni conseguenti agli eventi calamitosi»;
sulla base delle suddette nomine, i commissari delegati potevano espletare i poteri loro assegnati anche attraverso «l'erogazione di contributi per la riparazione e la ricostruzione di strutture destinate ad attività produttive e per favorire il ritorno alle normali condizioni di vita delle popolazioni, mediante l'erogazione di provvidenze per il ristoro dei danni»;
dopo circa tre anni dal commissariamento, veniva presentato un progetto di ampia portata, che prevedeva una spesa di circa 24 milioni e mezzo di euro, ma su cui il comune di Nocera Inferiore il 21 novembre 2008, in sede di Conferenza di servizi, esprimeva dissenso, attraverso una serie di obiezioni tecniche formalizzate nella delibera n. 367 del 2008;
in seno alla medesima Conferenza, il Consiglio comunale lamentava il fatto che, a distanza di circa quattro anni dal disastro idrogeologico, la Città di Nocera Inferiore non aveva ancora ottenuto nessun contributo commissariale, a fronte delle tante spese anticipate per fronteggiare l'emergenza, comprese quelle della collocazione provvisoria degli sfollati;
dalle valutazioni risultanti dalla conferenza di servizi, il progetto non avrebbe avuto, in realtà, una effettiva copertura finanziaria, essendo stati disponibili, dei 24 milioni e mezzo di euro previsti, soltanto i milione e 400 mila euro stanziati dalla Regione Settore Difesa del Suolo e 3-4 milioni di euro da parte della Protezione Civile, per un totale di circa 5 milioni e mezzo di euro;
tali discrasie sarebbero state pubblicamente denunciate, fra l'altro, nel corso di una interrogazione presentata in consiglio regionale dal consigliere Rosania;
in tempi recenti, da innumerevoli segnalazioni provenienti da soggetti appartenenti ai nuclei familiari colpiti dall'evento franoso e pertanto beneficiari dei sussidi comunali previsti dalla suddetta delibera, sembrerebbe emergere che il Comune di Nocera Inferiore abbia repentinamente sospeso l'erogazione dei sussidi medesimi per mancanza di fondi, a partire dal mese di gennaio 2009;
ad oggi, come emerge anche da esplicite dichiarazioni rilasciate dal consigliere regionale Pasquale Marrazzo, non risultano ultimati i lavori di sistemazione e messa in sicurezza delle zone interessate e, conseguentemente, non può dirsi realizzata la condizione sospensiva all'erogazione dei fondi oggetto della deliberazione, ne tantomeno risultano erogati i fondi speciali previsti dal Governo sulla base del commissariamento;
come risulta da diversi articoli di stampa e da una interrogazione presentata in Consiglio Regionale dal consigliere Salvatore Gagliano in data 29 luglio 2008, sembrerebbe che i lavori di sistemazione e messa in sicurezza dell'area colpita dalla frana siano sospesi ne tantomeno si sia provveduto ad indennizzare i familiari delle vittime e a risarcire le parti danneggiate,

perpetuando così una situazione di forte disagio per l'intera comunità di Nocera Inferiore e un senso di scollamento e di sfiducia dei cittadini nei riguardi delle Istituzioni;
nell'ultimo incontro tra rappresentanti del comune di Nocera Inferiore e della Protezione civile regionale, tenutosi a Napoli il 21 aprile 2009, l'ente comunale, a distanza di oltre quattro anni dall'evento franoso, si è impegnato ad attuare i lavori post frana attraverso un progetto che prevede, a fronte di una spesa di circa 1.400.000 euro, la sistemazione definitiva dell'area interessata e la manutenzione straordinaria del reticolo idraulico esistente;
in tale contesto, già fortemente condizionato da ritardi e anomalie nella gestione ripartita dei finanziamenti tra diversi livelli amministrativi, si è aggiunta la paralisi del commissariato per l'emergenza idrogeologica, le cui funzioni, esautoratesi nel dicembre del 2008, sono state prorogate limitatamente ad alcune città della Regione Campania, tra cui tuttavia non figurerebbe Nocera Inferiore -:
di quali informazioni disponga in merito allo stanziamento, la ripartizione e l'erogazione dei fondi previsti per l'emergenza della frana di Nocera Inferiore del 4 marzo 2005 e quali strumenti, anche di carattere finanziario, si intendano utilizzare al fine di assicurare la realizzazione delle opere necessarie al ripristino della sicurezza delle aree colpite ed un adeguato ristoro delle famiglie delle vittime.
(4-03696)

...

AFFARI ESTERI

Interrogazioni a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il governo ha accolto in data 10 giugno 2008 l'ordine del giorno a firma Cota, Reguzzoni, Dal Lago (ac 9/1094-A-R/2) che recita, tra l'altro:
«il traffico aereo di linea fra due Stati è regolamentato da accordi bilaterali, articolati in base a schemi fissi, sottoscritti dai Governi dei due Paesi interessati; attraverso la stipula di un accordo bilaterale viene sancito un regime regolamentare che definisce la quantità di voli offerti, il numero dei soggetti ammessi ad operare e il numero di destinazioni servite tra i due Paesi;
tali accordi, sottoscritti non soltanto secondo puri criteri commerciali, possono essere di due tipi:
open sky: consentono a tutti i vettori delle due parti di collegare qualsiasi punto del proprio territorio con tutti i punti della controparte, in genere senza limitazioni di frequenze (ad esempio Italia/USA e da marzo 2008 UE/USA);
accordi tradizionali: prevedono il numero di vettori designabili da ciascuna parte e abilitati ad operare i collegamenti tra i due Paesi (designazione singola, designazione multipla); prevedono i punti d'accesso di ciascuna parte presso i quali i vettori designati possono atterrare (ogni compagnia è invece generalmente libera di partire da qualsiasi punto all'interno del proprio Paese); prevedono il numero di frequenze operabili tra i due Paesi, i posti offerti e le tariffe;
l'area di Milano e del Nord Italia, ad esempio, subisce al momento forti limitazioni in termini di accessibilità aerea dovute all'attuale configurazione degli accordi bilaterali vigenti che, di fatto, ostacolano o impediscono il concreto sviluppo del trasporto aereo in tale area, attraverso la predeterminazione del vettore designato (monodesignazione), la limitazione delle frequenze e dei punti di accesso;
il riposizionamento su Roma della maggior parte dei servizi extra europei di Alitalia accentua pesantemente queste limitazioni soprattutto, ma non solo, con

riferimento all'aeroporto di Malpensa al quale non sono al momento garantite paritarie condizioni di accessibilità con l'altro principale scalo nazionale pur in presenza di richieste di vettori italiani e stranieri intenzionati ad attivare, nel breve-medio termine, nuovi collegamenti e/o ad incrementare il numero delle frequenze su detto aeroporto;
tali richieste, il cui accoglimento è ostacolato dai vigenti accordi bilaterali o dalla concreta attuazione data agli stessi, riguardano:
1) l'accesso su Milano dei seguenti vettori: Belavia (Bielorussia), Malaysia Airlines (Malesia), Korean Air/Asiana (Corea del Sud), Biman (Bangladesh), Air Moldova (Moldova), Gulf Air (Bahrain), Air Astana (Kazakistan), Kuwait Airways (Kuwait), China Airlines/Eva Air (Taiwan);
2) l'incremento di frequenze nei seguenti collegamenti: Riyadh/Milano (Saudi Arabia - Arabia Saudita), Amman/Milano (Royal Jordanian - Giordania), Tripoli/Milano (Lybian Arab/Afriqiyah - Libia), Tunisi/Milano (Tunis Air - Tunisia);
3)l'attivazione di nuovi collegamenti da Milano o incremento degli attuali da parte dei seguenti vettori nazionali: Air Italy, Blue Panorama, Eurofly/Meridiana, Livingston, Neos verso i seguenti paesi: Argentina, Brasile, Egitto, Ghana, Giappone, Israele, Nigeria, Russia, Tunisia, Venezuela;
inoltre, con riferimento agli altri aeroporti, risultano inevase numerose e fondate richieste miranti a ristabilire per tutti gli aeroporti del Paese regole di libero mercato e condizioni di parità di accesso;
alla luce del riposizionamento di Alitalia sullo scalo di Roma, i vigenti accordi aeronautici bilaterali determinano su Milano e sugli altri aeroporti notevoli elementi di criticità in quanto:
nella maggior parte dei casi il numero delle frequenze previste, pur in presenza di pluridesignazione, è interamente, o quasi interamente, operato da Alitalia (ad esempio Argentina, Algeria, Ghana, Brasile);
le previsioni di monodesignazione limitano alla sola Alitalia il diritto di operare (ad esempio Egitto e Venezuela);
le eventuali previsioni di limitazione dei punti di accesso sono state finora attuate unicamente a favore di Roma»;
il citato ordine del giorno ha impegnato il Governo «ad adottare ogni possibile iniziativa ed impartire ogni necessaria istruzione affinché si pervenga ad un'urgente revisione/ridefinizione dei vigenti accordi bilaterali in modo da garantire, anche su Malpensa e sugli altri aeroporti, l'effettiva liberalizzazione dei diritti di traffico con riguardo al numero dei vettori designati, al numero delle frequenze consentite e al numero dei punti di accesso»;
la fusione Alitalia-AirOne con la contestuale privatizzazione della prima, ha creato non solo una situazione di monopolio su alcune rotte, ma anche il pericoloso e non accettabile ruolo di una compagnia privata cui viene affidato in esclusiva il collegamento del nostro Paese con alcuni Paesi terzi;
tra i Paesi citati nell'ordine del giorno vi è la Moldova, che non aveva accesso su Milano -:
se siano stati avviati colloqui finalizzati alla ridefinizione degli accordi bilaterali in tema di collegamenti aerei con la Moldova secondo quanto previsto dall'ordine del giorno Cota, Reguzzoni, Dal Lago sopra citato;
quali siano i contenuti di detti colloqui e i tempi per la loro conclusione.
(4-03678)

REGUZZONI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il Governo ha accolto in data 10 giugno 2008, l'ordine del giorno a firma Cota, Reguzzoni, Dal Lago (Atto Camera 9/1094-A-R/2) che recita, tra l'altro:
«il traffico aereo di linea fra due Stati è regolamentato da accordi bilaterali, articolati in base a schemi fissi, sottoscritti dai Governi dei due Paesi interessati; attraverso la stipula di un accordo bilaterale viene sancito un regime regolamentare che definisce la quantità di voli offerti, il numero dei soggetti ammessi ad operare e il numero di destinazioni servite tra i due Paesi;
tali accordi, sottoscritti non soltanto secondo puri criteri commerciali, possono essere di due tipi:
open sky: consentono a tutti i vettori delle due parti di collegare qualsiasi punto del proprio territorio con tutti i punti della controparte, in genere senza limitazioni di frequenze (ad esempio Italia/USA e da marzo 2008 UE/USA);
accordi tradizionali: prevedono il numero di vettori designabili da ciascuna parte e abilitati ad operare i collegamenti tra i due Paesi (designazione singola, designazione multipla); prevedono i punti d'accesso di ciascuna parte presso i quali i vettori designati possono atterrare (ogni compagnia è invece generalmente libera di partire da qualsiasi punto all'interno del proprio Paese); prevedono il numero di frequenze operabili tra i due Paesi, i posti offerti e le tariffe;
l'area di Milano e del Nord Italia, ad esempio, subisce al momento forti limitazioni in termini di accessibilità aerea dovute all'attuale configurazione degli accordi bilaterali vigenti che, di fatto, ostacolano o impediscono il concreto sviluppo del trasporto aereo in tale area, attraverso la predeterminazione del vettore designato (monodesignazione), la limitazione delle frequenze e dei punti di accesso;
il riposizionamento su Roma della maggior parte dei servizi extra europei di Alitalia accentua pesantemente queste limitazioni soprattutto, ma non solo, con riferimento all'aeroporto di Malpensa al quale non sono al momento garantite paritarie condizioni di accessibilità con l'altro principale scalo nazionale pur in presenza di richieste di vettori italiani e stranieri intenzionati ad attivare, nel breve-medio termine, nuovi collegamenti e ad incrementare il numero delle frequenze su detto aeroporto; tali richieste, il cui accoglimento è ostacolato dai vigenti accordi bilaterali o dalla concreta attuazione data agli stessi, riguardano:
1) l'accesso su Milano dei seguenti vettori: Belavia (Bielorussia), Malaysia Airlines (Malesia), Korean Air/Asiana (Corea del Sud), Biman (Bangladesh), Air Moldova (Moldova), Gulf Air (Bahrain), Air Astana (Kazakistan), Kuwait Airways (Kuwait), China Airlines/Eva Air (Taiwan);
2) l'incremento di frequenze nei seguenti collegamenti: Riyadh/Milano (Saudi Arabia - Arabia Saudita), Amman/Milano (Royal Jordanian - Giordania), Tripoli/Milano (Lybian Arab/Afrigiyah - Libia), Tunisi/Milano (Tunis Air - Tunisia);
3) l'attivazione di nuovi collegamenti da Milano o incremento degli attuali da parte dei seguenti vettori nazionali: Air Italy, Blue Panorama, Eurofly/Meridiana, Livingston, Neos verso i seguenti paesi: Argentina, Brasile, Egitto, Ghana, Giappone, Israele, Nigeria, Russia, Tunisia, Venezuela;
inoltre, con riferimento agli altri aeroporti, risultano inevase numerose e fondate richieste miranti a ristabilire per tutti gli aeroporti del Paese regole di libero mercato e condizioni di parità di accesso;
alla luce del riposizionamento di Alitalia sullo scalo di Roma, i vigenti accordi aeronautici bilaterali determinano su Milano e sugli altri aeroporti notevoli elementi di criticità in quanto: nella maggior

parte dei casi il numero delle frequenze previste, pur un presenza di pluridesignazione, è interamente, o quasi interamente, operato da Alitalia (ad esempio Argentina, Algeria, Ghana, Brasile);
le previsioni di monodesignazione limitano alla sola Alitalia il diritto di operare (ad esempio Egitto e Venezuela);
le eventuali previsioni di limitazione dei punti di accesso sono state finora attuate unicamente a favore di Roma»;
il citato ordine del giorno ha impegnato il Governo «ad adottare ogni possibile iniziativa ed impartire ogni necessaria istruzione affinché si pervenga ad un'urgente revisione/ridefinizione dei vigenti accordi bilaterali in modo da garantire, anche su Malpensa e sugli altri aeroporti, l'effettiva liberalizzazione dei diritti di traffico con riguardo al numero dei vettori designati, al numero delle frequenze consentite e al numero dei punti di accesso.»;

la fusione Alitalia - Air One con la contestuale privatizzazione della prima, ha creato non solo una situazione di monopolio su alcune rotte, ma anche il pericoloso e non accettabile ruolo di una compagnia privata cui viene affidato in esclusiva il collegamento del nostro paese con alcuni paesi terzi;
tra i paesi citati nell'Ordine del Giorno vi è Kuwait, che non aveva accesso su Milano -:
se siano stati avviati colloqui finalizzati alla ridefinizione degli accordi bilaterali in tema di collegamenti aerei con Kuwait secondo quanto previsto dall'ordine del giorno citato e quali siano i contenuti di detti colloqui e i tempi per la loro conclusione.
(4-03684)

TESTO AGGIORNATO AL 28 FEBBRAIO 2011

...

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:

CONTENTO e CARLUCCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nei primi mesi del 2009 all'indirizzo di residenza dell'interrogante è stata recapitata, da parte dell'amministrazione comunale di Pordenone, una lettera dal titolo «Campagna per impianti termici puliti, sicuri e meno impattanti», lettera firmata dall'assessore all'ambiente in carica e ovviamente su carta intestata dell'ente;
la lettera in questione rammenta ai destinatari le modalità di rilascio del rapporto di controllo tecnico contenente il rendimento di combustione degli impianti termici che deve essere rilasciato dal manutentore di fiducia abilitato;
alla missiva risultava allegato uno stampato contenente, nell'intestazione, l'indicazione «ENERGIA COMUNE» e, subito sotto, il riferimento ai comuni di Pordenone, Cordenons e Roveredo in Piano;
lo stampato, rivolto ai residenti, si intrattiene sull'importanza del risparmio energetico e rende noto che i comuni in questione «hanno deciso di offrire a tutti i cittadini un servizio importante che ha l'obiettivo di informare e supportare i cittadini verso l'acquisto degli strumenti utili a poter risparmiare energia»;
si fa, quindi, esplicito riferimento a degli «incontri di informazione sul risparmio energetico» che saranno tenuti nei comuni aderenti all'iniziativa e durante i quali verranno fornite informazioni riguardo le migliori tecnologie presenti sul mercato (pannelli solari termici e fotovoltaici, caldaie a biomassa, ecc.), sulle normative più recenti relative al risparmio

energetico e alle energie rinnovabili nonché su «contributi economici e sgravi fiscali»;
sulla parte retrostante, lo stampato reca il calendario degli incontri informativi cui la popolazione viene invitata con l'indicazione dei luoghi in cui questi ultimi si sarebbero tenuti in ciascun ambito comunale;
da informazioni raccolte, questa operazione sarebbe affine ad un'analoga iniziativa avviata da altri comuni della Provincia (come Arzene, Fiume Veneto, San Martino al Tagliamento, San Vito al Tagliamento, Valvasone e Zoppola), ma pur sempre con le medesime caratteristiche che vedono l'ente pubblico effettuare la comunicazione dei giorni e dei luoghi ove si svolgono le iniziative pubbliche di informazione;
particolarmente indicativo lo stampato di quest'ultima iniziativa dal momento che in esso figurano i partners tecnici della campagna «energia comune», tra i quali si possono notare «Legambiente», una delle più note associazioni ambientaliste operanti a livello nazionale, «Acab Group», che viene definito come una vera e propria «rete nazionale di comunicazione ambientale», e «AzzeroCO2», che è una società commerciale;
sempre stando ad ulteriori, ma non dettagliate, informazioni sulle modalità di svolgimento di detti incontri pubblici, sembrerebbe che lo schema delle iniziative segua un «copione» consolidato, che vede, generalmente, l'introduzione da parte del rappresentante istituzionale dell'ente pubblico promotore e, quindi, gli interventi di «esperti» cui viene affidato il compito di dare informazioni specifiche agli intervenuti sull'installazione di impianti solari fotovoltaici e termici o, comunque, sulle diverse tipologie dei medesimi e sulle tecnologie utilizzate;
inutile dire che se la cosa si limitasse ad un'opera informativa e di divulgazione anche i costi pubblici potrebbero trovare giustificazione attraverso il conseguimento di importanti obiettivi di risparmio energetico largamente condivisibili;
senonché, quest'opera di divulgazione risulterebbe affiancata da una vera e propria attività di «promozione commerciale» in ordine all'installazione di impianti prodotti da parte di aziende private e messi in opera, naturalmente, attraverso l'affidamento dei lavori ad altrettante imprese private;
in altre parole, i cittadini residenti nei comuni, coinvolti attraverso l'iniziativa di un «servizio» di informazione e di supporto all'acquisto di tali impianti, curato dall'ente pubblico, finirebbero per essere messi in contatto con alcune aziende interessate ad ampliare la propria attività economica nel campo energetico;
in sostanza, ben potrebbe accadere che il cittadino coinvolto dall'iniziativa di informazione in esame sia indotto a credere che l'intera attività sia svolta sotto l'egida ed il controllo dell'ente pubblico promotore nel mentre il rapporto commerciale, conseguente al servizio di divulgazione, viene instaurato attraverso l'attività di imprese private che vengono individuate direttamente da soggetti privati;
se, infatti, l'eventuale conclusione dei rapporti commerciali fosse affidata ad una scelta garantita, sotto il profilo della individuazione del contraente, da procedure di evidenza pubblica, astrattamente potrebbe trovare giustificazione anche l'utilizzo di risorse pubbliche per la fase di divulgazione e per la messa a disposizione di strutture pubbliche, ove l'incontro della domanda e dell'offerta sia affidato a precisi criteri di trasparenza oltre che di legittimità;
cosa del tutto diversa, invece, appare quella di far riferimento all'organizzazione dell'ente pubblico per favorire non solo la divulgazione delle migliori pratiche in tema di impianti ad alta efficienza energetica e a basso impatto ambientale, ma anche i contatti tra le imprese produttrici

o fornitrici o, ancora, di installazione degli impianti e i privati cittadini coinvolti nella campagna pubblicitaria;
del resto, in nessuno stampato viene fatto riferimento al fatto che i cittadini verranno messi in contatto, attraverso l'iniziativa divulgativa, con veri e propri referenti di imprese che svolgono attività commerciale proprio nel settore cui si riferisce l'opera di sensibilizzazione informativa svolta attraverso le amministrazioni comunali;
è ovvio, infatti, che tali contatti, avvalorati dal coinvolgimento dell'ente pubblico, rischiano di favorire alcuni operatori a scapito di altri permettendo ai primi di giovarsi dell'attività (si pensi soltanto all'invio a ciascuna famiglia residente nel territorio comunale del materiale divulgativo) posta in essere con il ricorso a dati o, addirittura, a risorse anche finanziarie del sistema pubblico;
attraverso uno dei più importanti motori di ricerca non è difficile risalire ad una serie di informazioni relative alla campagna «Energia Comune» promossa da «Legambiente» e verificare così come essa, dopo aver coinvolto realtà territoriali importanti come, ad esempio, il comune di Padova, si sia decisamente allargata, attraverso quest'attività di divulgazione, ad altre amministrazioni al punto da meritare una considerazione di chiaro respiro nazionale;
di particolare interesse, poi, il blog curato da «Legambiente» di Padova, nel quale si può leggere come, proprio «attraverso la rete degli sportelli energia di quartiere attivati da Legambiente, comune di Padova ed Ente di Bacino Padova 2, numerose famiglie padovane si sono unite nel gruppo di acquisto solare (G.A.S.) per riuscire ad installare impianti solari termici e fotovoltaici nelle proprie case alle migliori condizioni possibili» e ciò, stando sempre al comunicato in questione, «dopo l'invio di un capitolato alle aziende del territorio ed alle associazioni di categoria, e dopo un'attenta e scrupolosa valutazione dei preventivi pervenuti» in base ai quali, ovviamente, viene scelto il «partner tecnico» che dovrà installare gli impianti;
va da sé che si tratta di un'attività apprezzabile allorché a svolgerla, in perfetta autonomia, è l'associazione ambientalista attraverso l'organizzazione dei gruppi di acquisto, la raccolta dei preventivi dalle aziende operanti sul mercato e la messa in contatto definitiva per la conclusione del contratto relativo all'impianto da installare e ciò anche in considerazione della norma, inserita nella legga finanziaria del 2008 (legge 24 dicembre 2007, n. 244), con cui è stata introdotta una nuova disciplina per i «gruppi di acquisto solidale» rendendoli destinatari di disposizioni dirette a facilitarne l'attività e ad escluderli dal campo di applicazione tributaria con una copertura, ai fini del bilancio dello Stato, stimata in 200.000 euro annui (commi 266, 267 e 268);
altra considerazione, secondo l'interrogante, meritano, però, quelle iniziative nelle quali l'attività di conclusione degli accordi commerciali viene favorita dalle iniziative di divulgazione promosse sotto l'egida delle amministrazioni pubbliche;
in tali casi, infatti, i principi dell'agire amministrativo sembrano richiedere maggior trasparenza circa gli aspetti economici che possono sortire da dette iniziative e, soprattutto, proprio in conseguenza del coinvolgimento di enti pubblici territoriali, andrebbe garantita una puntuale informazione sulle modalità di raccolta delle offerte contrattuali, sulla tipologia dei capitolati predisposti, sulla formazione di eventuali commissioni istituite per valutare le offerte e sulla trasparenza delle procedure di attribuzione dei punteggi ai fini della scelta del contraente;
l'interrogante si rende perfettamente conto che si potrebbe cercare di sostenere che, trattandosi di soggetti privati, non vi è nessuna norma che obblighi i medesimi ad adottare procedure tipiche degli enti pubblici, ma ciò potrebbe valere esclusivamente nei casi in cui questi ultimi non risultino coinvolti nell'operazione, ma quando i medesimi spendono il proprio

nome e la propria organizzazione per iniziative all'esito delle quali si concludono rapporti commerciali vien da domandarsi se tali comportamenti siano coerenti con l'azione amministrativa e se eventuali costi, sostenuti con risorse pubbliche, siano giustificati dalle norme vigenti;
senza dire degli effetti sulla concorrenza dal momento che o l'ente pubblico impone una pubblicità dell'iniziativa che consenta a tutte le imprese interessate di accedere alla possibilità di avanzare proposte contrattuali ai cittadini del comune promotore oppure vi saranno delle aziende favorite, attraverso un rapporto diretto con chi si fa carico dell'organizzazione degli eventi, rispetto alle altre;
altrettanto dicasi in ordine alla determinazione della migliore offerta ricevuta, la quale risente sia del numero delle imprese poste a conoscenza delle operazioni commerciali svolte a latere delle iniziative di promozione ambientale sia della scelta dei criteri impostati per il reperimento delle migliori condizioni;
di quali elementi dispongano in ordine alle questioni segnalate, se in particolare l'iniziativa richiamata goda del patrocinio di qualche Ministero e se non intendano adottare iniziative, anche normative, al fine di prevedere adeguate garanzie per tutti i cittadini che accedono agli strumenti di cui in premessa.
(5-01671)

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DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

MAURIZIO TURCO, BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il Ministro interrogato, all'indomani della tragica e prevedibile morte di un militare dell'esercito impiegato come mitragliere in ralla su un mezzo «Lince» nella zona di guerra dell'Afghanistan, affidata al controllo italiano, affermava che i veicoli tattici leggeri multiruolo «Lince» saranno sostituiti con i più adeguati «Veicolo blindato medio 8x8 Freccia»;
risulta all'interrogante che i 54 mezzi di cui il Ministro ha annunciato la disponibilità fanno parte di un primo lotto del programma di acquisizioni per 249 unità - 172 combat, 36 commando anticarro, 20 posto comando e 21 porta mortaio -, il secondo lotto in finanziamento è di 109 unità ed il terzo di 86;
la prima fase di acquisizione, per 49 unità, è finanziata per 310 milioni di euro dal Ministero dello sviluppo economico (MSE), in base a una convenzione tra il Ministero della difesa ed il Ministero dell'economia e delle finanze, sulla base dell'articolo 1, comma 95, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria 2006);
le fasi successive avranno un valore di 1.230 milioni di euro. Il costo totale di 1.540 milioni di euro dovrebbe essere ripartito su più esercizi finanziari, dal 2006 al 2014, come segue secondo il programma originale indicato dai documenti del Parlamento: nel 2006, 6 milioni di euro; nel 2007, 50 milioni di euro; nel 2008, 120 milioni di euro; nel 2009, 220 milioni di euro; nel 2010, 260 milioni di euro; nel 2011, 280 milioni di euro; nel 2012, 280 milioni di euro; nel 2013, 260 milioni di euro; nel 2014, 64 milioni di euro;
le cifre sono indicative, per la prima tranche finanziata con fondi del Ministero dello sviluppo economico non è nota la spesa sui singoli esercizi finanziari;
risulta all'interrogante che solo 4 veicoli «Freccia» siano attualmente pronti all'impiego operativo e che i restanti 50 mezzi siano parcheggiati nelle caserme in attesa di collaudo;
fonti ufficiali indicano che negli anni 2007 e 2008 il numero dei militari dell'esercito

deceduti o feriti in operazioni di guerra all'estero è stato di 65 unità -:
se il Ministro interrogato ritenga sufficiente l'impiego di 54 mezzi blindati in luogo dei circa 200 lince attualmente impiegati in Afghanistan e se, invece, non ritenga che l'impiego di tali mezzi possa essere interpretato con una precisa volontà di aumentare il livello dello scontro armato che è effettivamente in atto;
quanti siano i militari deceduti o feriti nel corso delle operazioni nei differenti teatri operativi all'estero, facenti parte di equipaggi impiegati sul veicolo tattico leggero multiruolo «Lince», durante il servizio, con particolare riferimento ai militari impiegati come «mitragliere in ralla»;
quanti siano i militari italiani deceduti o feriti dall'inizio delle operazioni nei teatri operativi;
se ritenga opportuno avviare immediatamente un'inchiesta per accertare le responsabilità che ad avviso degli interroganti, appaiono evidenti derivanti dall'utilizzo di inadeguati mezzi di protezione che hanno causato la morte o il ferimento di militari impiegati nei teatri operativi all'estero, informando ove se ne rilevi la necessità dei risultati la magistratura competente;
se ritenga opportuno sospendere ogni attività che prevede l'impiego dei mezzi «Lince», al fine di evitare altre tragiche morti tra le truppe impegnate nei teatri operativi all'estero.
(4-03685)

TESTO AGGIORNATO ALL'11 NOVEMBRE 2009

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta in Commissione:

FIANO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il 6 aprile 2009, alle ore 3.32, la Regione Abruzzo e, in particolare, L'Aquila e i comuni limitrofi, sono stati colpiti da un disastroso terremoto, che ha causato centinaia di morti, migliaia di feriti e oltre 50 mila sfollati;
immediata è stata la gara di solidarietà, si sono avviate varie forme di contribuzione volontaria indirizzate alla Protezione civile al fine di alleviare le sofferenze e contribuire alle esigenze della popolazione civile colpita dal disastro -:
quale sia, ad oggi, l'ammontare totale dei contributi devoluti tramite vari strumenti alla Protezione civile a seguito del terremoto de L'Aquila del 6 aprile 2009;
quale sia, la ripartizione tra i vari strumenti di contribuzione che sono stati utilizzati (sms, bonifici bancari e altro).
(5-01664)

VELO e CECCUZZI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
a partire dalla Legge Finanziaria del 2006, legge 23 dicembre 2005, n. 266, articolo 1, comma 337, lo Stato ha stabilito di destinare - a titolo sperimentale - in base alla scelta del contribuente, una quota pari al 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche a finalità di sostegno di particolari enti no profit, di finanziamento della ricerca scientifica, universitaria e sanitaria;
con le finanziarie degli anni successivi tale normativa è stata confermata pur non rendendola definitiva, riscuotendo sempre più successo tra i contribuenti;
la legge non prevede scadenze per l'erogazione da parte del Ministero delle quote spettanti agli enti beneficiari;
a tutt'oggi le associazioni no-profit devono ancora ricevere il contributo relativo all'anno d'imposta 2006 che ammonta a circa 400 milioni di euro;
tali ritardi da parte dell'amministrazione centrale comportano notevoli disagi alle organizzazioni del «terzo settore» che

confidano in tali somme per programmare le proprie attività -:
quali siano i tempi per l'erogazione dei contributi relativi al 5 per mille dell'anno d'imposta 2006 e come si intenda procedere per gli anni successivi, cercando di ridurre l'enorme ritardo fino ad oggi accumulato.
(5-01666)

Interrogazione a risposta scritta:

STUCCHI, PIROVANO, CONSIGLIO e VANALLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
numerosi uffici postali della provincia di Bergamo soffrono ormai da anni di una grave carenza di personale;
il sindacato lavoratori postali della Cisl di Bergamo, attraverso il suo segretario generale Gabriella Tancredi, ha reso noto che l'azienda Poste Italiane SpA ha bloccato le assunzioni di nuovo personale;
i responsabili sindacali regionali erano riusciti ad ottenere che l'azienda Poste Italiane assumesse un contingente di personale a tempo determinato per permettere ai postini di godere delle ferie estive e l'accumulo di arretrati;
per quanto riguarda Bergamo, l'acquisizione di sempre nuovi servizi con il conseguente aumento dei carichi di lavoro del portalettere ha ridotto fortemente il numero degli addetti alla consegna e distribuzione della posta;
inevitabilmente il servizio presenterà sempre più ampie inefficienze, che graveranno su un settore produttivo già in grande difficoltà e per i postini bergamaschi usufruire del diritto alle ferie o ai permessi di lavoro diventerà sempre più difficile -:
quali iniziative intendano intraprendere, nell'impossibilità di Poste Italiane di assumere nuovo personale, al fine di sopperire ai previsti disagi nella provincia di Bergamo riguardanti l'erogazione dei servizi postali, anche in considerazione dell'approssimarsi della stagione estiva.
(4-03679)

TESTO AGGIORNATO AL 28 FEBBRAIO 2011

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

MURER. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
attualmente la casa circondariale di Santa Maria Maggiore ha superato il numero di trecentoventi detenuti, a fronte di una capienza massima ufficiale della struttura di centoundici presenze;
tale situazione di sovraffollamento determina gravi disagi e condizioni inumane (8 detenuti in spazi da 25 metri quadri) nella vita quotidiana all'interno dell'istituto, sia per le persone ristrette sia per il personale di custodia, stabilendo condizioni di pericolosa promiscuità tra i detenuti, creando problemi di carattere igienico-sanitario e limitando di fatto quelle attività di recupero e risocializzazione, che dovrebbero contribuire alla funzione riabilitativa della pena, prevista dalla Costituzione;
la situazione è resa ancora più preoccupante dalla strutturale carenza di personale addetto alla custodia, attualmente sotto organico ed impegnato in gravose attività di traduzione e scorta, nonché il sostanziale dimezzamento, nel corso dell'ultimo anno, dei finanziamenti ministeriali per i posti di lavoro interni alla struttura;
non risulta essere di per sé sufficiente, benché lodevole, l'impegno mantenuto, nel corso degli ultimi anni, da parte dell'amministrazione comunale nel sostegno agli interventi delle associazioni di volontariato e delle cooperative sociali, che operano in ambito penitenziario, per la creazione di opportunità lavorative per i detenuti e nella realizzazione di attività formative, culturali e socializzanti all'interno degli Istituti cittadini;
appare evidente la necessità di adeguare l'organico del personale di custodia

alle esigenze della struttura e all'imminente apertura di una sezione restaurata all'interno di Santa Maria Maggiore nonché la possibilità di realizzare nuovi posti, in particolare ristrutturando la sede della Giudecca;
il consiglio comunale di Venezia, all'unanimità, ha approvato una mozione con cui chiede al Governo di intervenire per superare la condizione di sovraffollamento del carcere di Santa Maria Maggiore -:
se e come il Ministro della giustizia intenda intervenire sulla grave situazione sopra descritta, soprattutto nella direzione che appare irrinunciabile di adeguare l'organico del personale di custodia in servizio negli istituti penali di Venezia e garantire un ulteriore stanziamento per il finanziamento dei posti di lavoro interni alla struttura e per fondi dedicati al sostegno del lavoro esterno;
se il Governo stia valutando la fattibilità della ristrutturazione e restauro degli spazi dell'ex SAT maschile all'Isola della Giudecca, da destinarsi a detenuti definitivi sottoposti a misure di custodia attenuata, benefici di legge e misure alternative;
se il Governo non ritenga di reintegrare le risorse necessarie al completamento dei lavori di ristrutturazione e messa a norma dell'Istituto femminile delle Giudecca.
(4-03682)

CASSINELLI e CARLUCCI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
domenica 19 luglio 2009 un detenuto ha tentato di evadere dal carcere genovese di Pontedecimo;
l'evasione è stata sventata solo dal pronto intervento degli agenti di Polizia penitenziaria;
il 13 aprile 2009, nel medesimo penitenziario di Pontedecimo, un altro detenuto aveva tentato la fuga con la stessa dinamica: utilizzando un ferro sporgente da un muro di cinta;
il 15 luglio 2009 il Capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, dott. Franco Ionta, ha visitato la Liguria per verificare la situazione delle carceri della regione -:
quali iniziative il Governo intenda assumere affinché presso la casa circondariale di Genova Pontedecimo siano rimossi i ferri sporgenti e comunque siano svolti i necessari lavori di manutenzione della struttura per evitare nuovi tentativi di fuga;
anche alla luce della visita del Capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, se il Governo intenda programmare, od abbia già programmato, di intervenire per migliorare la situazione delle carceri della Liguria.
(4-03688)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta orale:

RUVOLO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la situazione relativa alla rete autostradale del Mezzogiorno, e in particolare quella riguardante la regione Sicilia, risulta essere estremamente precaria;
l'intero sistema stradale siciliano, comprendente complessivamente 20.821 chilometri tra autostrade e strade statali, risulta avere una soddisfacente densità di rete stradale rispetto al livello nazionale, al contempo, però, l'enorme insufficienza infrastrutturale e la mancata realizzazione di necessarie opere autostradali influiscono negativamente sullo sviluppo del territorio e la relativa viabilità, limitandone enormemente l'economia e il turismo;

tra le opere strategiche necessarie per i principali collegamenti regionali, in grado di assorbire un flusso veicolare particolarmente intenso, risulta ancora incompleta la realizzazione di un corridoio autostradale che colleghi l'asse Gela-Agrigento-Castelvetrano, progettato per concludere l'anello autostradale che circuita la Sicilia e chiudere alcune connessioni con assi di collegamento Nord-Sud, presenti nel relativo quadro programmatorio delle infrastrutture;
nel contesto infrastrutturale va, inoltre, inserito il corridoio di progetto che attraversa il versante meridionale in direzione nord-ovest, che ha come asse portante la strada statale n. 115, la quale attraversa Trapani, Agrigento e Castelvetrano, per il quale erano stati realizzati rilievi aerofotogrammetrici, nonché previsti interventi di riqualificazione, potenziamento e ammodernamento;
tale itinerario risulta compreso nel 1o programma delle infrastrutture strategiche della legge obiettivo n. 433 del 2001 (delibera CIPE n. 121/2001) nonché inserito nel piano decennale 2003-2012, riguardo al quale il 31 ottobre 2007, è stato presentato inoltre uno studio di fattibilità commissionato da Anas, mentre risulterebbe non inserito nel piano quinquennale 2007-2011 -:
quale sia allo stato attuale il programma dei finanziamenti da erogare per il completamento di tutta la rete infrastrutturale, stradale e autostradale nella regione Sicilia e, in particolare, per gli interventi sulla statale n. 115 Gela-Agrigento-Castelvetrano.
(3-00615)

Interrogazioni a risposta scritta:

REALACCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il progetto del nuovo elettrodotto a 380 chilovatt Santa Barbara-Tavarnuzze-Casellina di Terna spa, insiste pesantemente in un'area di alto pregio paesaggistico e di alto valore storico-ambientale, quale quello delle antiche cave medicee di Tavarnuzze, nel comune di Impruneta (Firenze);
quest'area è altresì interessata da un progetto di riqualificazione e di valorizzazione, presentato già nel 2002, che prevede la realizzazione di un Parco dell'Arte e anche di un parco pubblico;
quest'area è anche inserita nel Piano Strutturale del comune di Impruneta (Firenze), adottato con delibera consiliare il 10 gennaio 2006, come Parco culturale delle Cave, e sarà presto riconosciuta come Area naturale protetta di interesse locale (ANPIL), e nel piano strategico per l'Area metropolitana fiorentina (Firenze 2010), come Parco collinare e fluviale metropolitano per le sue caratteristiche ambientali da valorizzare;
i promotori del parco dell'arte, i cittadini e l'amministrazione comunale, nella persona del sindaco Ida Beneforti, hanno da tempo presentato le proprie osservazioni al progetto di Terna spa unitamente alla proposta di prolungare di 800 metri scarsi l'interramento dell'elettrodotto, già previsto lungo l'abitato di Tavarnuzze, per dar modo al Parco dell'Arte e al parco pubblico di poter essere realizzati, ricollocando la stazione di transizione aereo-cavo di 3.000 metri quadri in un'area compatibile con il paesaggio e l'abitato di Tavarnuzze, ed evitando così la presenza dei tralicci dell'alta tensione di fronte e nel cuore stesso del Parco dell'Arte;
i proprietari dei terreni interessati dalla variante hanno sottoscritto un documento in cui acconsentono agli espropri e agli asservimenti, di legge;
il quotidiano La Repubblica del 21 luglio 2009, nelle pagine della cronaca di Firenze pubblica una lettera aperta a firma di Adriano Sofri, nel quale si sottolinea come la costruzione dell'elettrodotto andrebbe a compromettere irreparabilmente

l'ambiente naturale di Tavernuzze, unanimemente riconosciuto come il valore più prezioso dell'area;
un'interrogazione sullo stesso tema è stata presentata nella XV legislatura dall'onorevole Evangelisti, (atto n. 4-04040) senza ottenere risposta dai ministeri interrogati -:
se i Ministri interrogati non ritengano opportuno intervenire in ordine alla richiesta di prolungamento di 800 metri di cavo interrato per tutelare una collina storica e per rendere realizzabile un progetto di grande rilievo culturale.
(4-03686)

JANNONE e GREGORIO FONTANA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
da un'indagine di «Altroconsumo» risulta che i treni della tratta ferroviaria Bergamo-Milano si attestano all'ultimo posto nella classifica nazionale, a causa dello scarso livello di comfort a bordo e per le minime condizioni igieniche che, seppur rimangono nei limiti della norma, non conferiscono ai passeggeri quel grado di sicurezza che dovrebbero. L'indagine di «Altroconsumo», che ha preso in considerazione 12 linee ferroviarie, si è basata sulla valutazione di parametri quali: comfort, igiene e qualità dell'aria;
la tratta ferroviaria Bergamo-Milano ha ottenuto un giudizio negativo, soprattutto dal punto di vista del livello di comfort, inteso come insieme di temperatura (superiore ai 27 gradi), umidità e ventilazione. Valutati secondo questi parametri, i treni che percorrono quotidianamente la linea Bergamo-Milano sono tra i peggiori, a causa del sovraffollamento e di una climatizzazione malfunzionante, che accumulano un eccesso di anidride carbonica, la cui concentrazione è pari, in qualche caso, a dieci volte in più rispetto all'esterno. L'accumulo provoca una sensazione diffusa tra i passeggeri di «sonnolenza e malessere generale, cui si accompagna la percezione del caratteristico odore sgradevole di chiuso», problema che Altroconsumo ha riscontrato con maggiore intensità anche sulle tratte di convogli a lunga percorrenza, dove la qualità dell'aria risulta inferiore a quella dei treni pendolari del bacino milanese;
la valutazione comparativa riguardante la pulizia dei vagoni è stata effettuata sia dal punto di vista visivo, osservando la presenza di rifiuti, macchie e cattivi odori, sia con prelievi effettuati con un tampone sulle superfici più a rischio, per verificare la presenza di batteri e microrganismi. Anche in questo caso, le carrozze della tratta Bergamo-Milano hanno registrato un trend negativo, più precisamente «inadeguato». Complessivamente, è stato dimostrato che soltanto i treni ad alta velocità, più costosi, riescono a garantire un viaggio in condizioni buone;
a tal proposito un cittadino, abituale frequentatore della linea Treviglio-Milano, ha vinto una causa contro l'azienda di trasporti Trenitalia, che dovrà risarcirlo dell'abbonamento di prima classe, non utilizzato appieno. La vicenda risale all'aprile del 2007, quando l'utente in questione, stanco di viaggiare sui vagoni sporchi e superaffollati dei convogli, decide di acquistare un abbonamento di prima classe, sperando di poter viaggiare in condizioni migliori. La tessera è valida per tre mesi, ma i treni di cui si serve il viaggiatore sono spesso composti soltanto da vagoni di seconda classe. Inizia quindi a registrare l'andamento della situazione dei convogli interessati e alla fine dei tre mesi ha pronto un dettagliato report dal quale emerge che, nel 50 per cento dei casi, ha dovuto viaggiare in seconda pur avendo un abbonamento di classe superiore. Il giudice di pace di Treviglio ha riconosciuto il disservizio, per questo l'utente verrà risarcito della differenza tra i due abbonamenti. La cifra è esigua, ma significativa, in quanto afferma una responsabilità di Trenitalia nel disagio causato all'utente -:
se i Ministri intendano adottare iniziative volte all'istituzione di una specifica

struttura il cui compito sia quello di vigilare sulle condizioni dei convogli, che hanno un alto numero di utenti;
quali iniziative i Ministri intendano intraprendere per impegnare l'azienda Trenitalia a migliorare lo status dei propri convogli.
(4-03692)

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INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:

BRANDOLINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'assegnazione dei vigili volontari ai comandi provinciali dei vigili del fuoco nella regione Emilia-Romagna ha visto una riduzione dell'organico della provincia di Forlì-Cesena di 19 unità, mentre non risultano riduzioni dei vigili volontari assegnati alla regione;
nella provincia di Forlì-Cesena, oltre che nella sede centrale, i vigili del fuoco sono presenti con 4 distaccamenti: in particolare, il distaccamento di Cesena e il più importante in quanto presidia un vasto territorio, comprendente 13 comuni, per un totale di oltre 180.000 abitanti che nel periodo estivo, vista la notevole presenta di turisti sulla costa, superano le 450.000 unità;
il distaccamento di Cesena, il quale dispone ancora oggi dell'organico della categoria di (28 unità complessive), nonostante sia stato riclassificato alla categoria D2 (organico complessivo di 36 unità) e necessiterebbe della classificazione alla categoria D3 (organico complessivo di 60 unità), subisce la riduzione di 19 unità di vigili volontari, del tutto ingiustificata in quanto proprio nel periodo estivo si intensificano significativamente gli interventi -:
quali iniziative intenda porre in essere per assicurare al distaccamento dei vigili del fuoco di Cesena un contingente di personale rispondente alle effettive necessità di un territorio a forte presenza di attività produttive e ad elevata densità abitativa, a partire dal tempestivo incremento dei vigili volontari, riassegnando quantomeno il contingente ridotto.
(5-01668)

Interrogazione a risposta scritta:

STUCCHI, PIROVANO, CONSIGLIO e VANALLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
un operaio albanese di 25 anni con precedenti penali, residente a Romano di Lombardia (Bergamo), è stato ferito nella serata di martedì 21 luglio 2009 con un colpo di fucile esploso nel piazzale di un distributore di benzina a Ghisalba (Bergamo);
l'agguato si è verificato intorno alle 23 in via Mornico, sulla strada provinciale 97, in una stazione di servizio Tamoil;
secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l'aggressore è sceso da una Golf e ha sparato due colpi di fucile: il 25enne stava facendo benzina alla sua Bmw ed era in compagnia di un connazionale di 23 anni residente ad Antegnate (Bergamo), quando è stato raggiunto dai colpi ed è stato ferito a una spalla;
nonostante gli sforzi delle forze dell'ordine per prevenire tali fatti criminosi, continuano ad avvicendarsi episodi analoghi, sempre più spesso, nella cronaca della Provincia di Bergamo -:
se i ministri interrogati non ritengano opportuno intervenire con urgenza e tempestività, al fine di intraprendere, con i mezzi e le modalità proprie, soprattutto potenziando le strutture delle forze dell'ordine, urgenti iniziative, per porre fine a questi reati, individuandone i responsabili e tutelando la sicurezza dei cittadini bergamaschi.
(4-03681)

TESTO AGGIORNATO AL 20 OTTOBRE 2009

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

RUVOLO e CAPITANIO SANTOLINI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'anno scolastico 2009/2010 si prevede burrascoso per il sistema scolastico, in particolare per il personale ATA;
i tagli per questo settore della scuola erano già previsti, ma è degli ultimi giorni la notizia di una rettifica sul numero effettivo dei posti da tagliare;
sarebbero, infatti, 1000 in più i lavoratori colpiti dalla riforma del Governo;
le cifre del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca relative alle riduzioni di posti da operare in organico di diritto e di fatto parlano di un decremento complessivo per l'anno scolastico 2009/2010 di 42.104 posti;
la Regione Sicilia risulta, insieme alla Campania, la regione maggiormente colpita, con un decremento di personale pari a 5.512 unità;
il personale ATA subisce anch'esso una profonda regolamentazione dell'organico;
saranno, infatti, colpiti ben 15.167 posti di lavoro, di cui solamente 1.750 in Sicilia;
da oggi le scuole statali non potranno quindi garantire i livelli di sicurezza e di controllo adeguati, non potranno erogare una didattica più ricca, non potranno garantire la funzionalità dell'attività amministrativa;
quali iniziative ritenga opportuno assumere al fine di sanare una situazione che espone prima di tutto le scuole al rischio di assistere alla chiusura di laboratori e plessi, e di perdere la funzionalità degli uffici amministrativi, situazione che, guardando i dati forniti dal Ministero, penalizza il Mezzogiorno rispetto al resto del Paese.
(5-01667)

BACHELET e GHIZZONI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'Italia partecipa all'European Synchrotron Radiation Facility di Grenoble in Francia (ESRF) insieme ad altri 11 paesi europei;
in base all'accordo intergovernativo del 1988, la quota di contribuzione italiana è pari al 15 per cento della quota di budget coperta dai Paesi membri;
parte della copertura del contributo italiano è erogata sulla base del decreto-legge n. 547 del 1994, che stabilisce un contributo annuo di 40 miliardi di vecchie lire per i sincrotroni di Trieste e Grenoble (rispettivamente 25 miliardi lire per Trieste e 15 miliardi di lire per Grenoble, quest'ultimo pari a 7.746.853 euro;
dal 1994 tale cifra non è mai stata rivista ed è compresa tra le voci del bilancio del Ministero per l'istruzione, l'università e la ricerca;
la restante parte di contributo annuale che l'Italia si è impegnata a versare in base all'accordo viene ogni anno coperta mediante assegnazioni ad hoc effettuate dal Ministero in sede di ripartizione definitiva del fondo enti di ricerca;
nel 2008 la quota prevista per l'ESRF è stata ridotta a 4.423.633 euro, con una riduzione di ben 3.323.220 euro;
il contributo previsto per l'Italia per l'anno 2009 ammonta a 12.075.000 euro, da pagare in quattro rate, con scadenza febbraio, aprile, luglio e ottobre 2009;
per l'anno 2009 sono stati resi disponibili solamente 6.769.805 euro;
scadute ben tre delle quattro rate previste, il Ministero ha provveduto a stanziare solo la metà dei fondi disponibili per l'anno 2009, con i quali si è e potuta sanare, seppur con ampio ritardo, esclusivamente la situazione debitoria relativa all'anno 2008;
il Ministero, a oggi, non fornisce alcuna certezza sulla copertura del nuovo

debito che si sta accumulando e che corrisponde a poco meno dell'intero contributo previsto per l'anno 2009;
la situazione creatasi lede la credibilità dell'Italia in sede internazionale e risulta insostenibile in quanto gli altri Paesi non possono farsi carico dei ritardi di pagamento italiani, trovandosi costretti ad anticipare il pagamento delle proprie quote per far fronte alle necessità del laboratorio -:
quando e con quali modalità si intenda far fronte agli impegni di spesa presi in sede internazionale nell'ambito dell'ESRF.
(5-01669)

Interrogazione a risposta scritta:

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante con atto n. 4-00820 del 28 luglio 2008, privo di risposta, ha provveduto a denunziare il contenzioso apertosi nella gestione amministrativa del Conservatorio «Luigi Cherubini» di Firenze;
da allora la situazione è notevolmente peggiorata tanto da portare il sindacato CISL a presentare un esposto sia alla Procura della Repubblica sia alla Corte dei conti;
in data 13 maggio 2008 la Direzione del Conservatorio di Musica «Cherubini» di Firenze ha revocato, senza alcun motivo, l'incarico di direttore amministrativo alla dottoressa Marcella Pollicina;
in violazione di quanto previsto dal contratto collettivo di lavoro nazionale per il settore dell'Alta formazione artistica e musicale, l'incarico, ad interim, è stato dato al direttore di ragioneria;
in data 15 maggio 2008 il Direttore del Conservatorio ha inoltrato richiesta al direttore amministrativo dell'università di Firenze per ottenere il comando del dottor Roberto Volpi, il quale ha immediatamente provveduto a chiedere la revoca della domanda di dimissioni precedentemente presentata presso l'università ed al quale nel settembre del 2008 è stato autorizzato il comando;
nello stesso mese di settembre il dottor Volpi ha fatto richiesta all'università di mantenimento in servizio, concessogli in apparente difformità da quanto previsto nel decreto-legge n. 12 del 25 giugno 2008, poi convertito con modificazioni nella legge n. 33 del 6 agosto 2008;
nella vicenda esposta si rileva la possibile sussistenza di sprechi, ma anche, secondo l'interrogante, una condotta amministrativa discutibile da parte del Conservatorio di Firenze posto che per un solo posto in organico il conservatorio, infatti, ha due soggetti diversi: infatti il vecchio direttore amministrativo (revocato in difformità da quanto previsto dalla legge n. 444 del 1994) ha continuato a gravare su quel bilancio e di fatto non gli è stato affidato alcun incarico;
il dottor Volpi, per non gravare sul bilancio dell'Istituto, nel novembre 2008 ha richiesto all'Università di Firenze la mobilità intercompartimentale per il passaggio all'AFAM;
la richiesta di mobilità è stata accolta dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con l'assegnazione, con decorrenza 1o febbraio 2009, del dottor Volpi al conservatorio di Vicenza, dove risultava la vacanza di un posto di direttore amministrativo;
il dottor Volpi non ha però mai assunto servizio a Vicenza che provvede al pagamento sia del direttore di ragioneria che svolge le mansioni di direttore amministrativo, sia di un assistente amministrativo che svolge le mansioni di direttore di ragioneria;
non solo ma la nomina del dottor Volpi da parte del Consiglio di amministrazione del conservatorio di Firenze appare in contrasto con la normativa vigente

in merito, poiché tale incarico dovrebbe essere affidato a persona esclusivamente in possesso della laurea in giurisprudenza o in scienze politiche o in economia e commercio o laurea equipollente, mentre il dottor Volpi è in possesso della laurea in pedagogia, a quel che pare all'interrogante non è idonea ad adeguata conoscenza dei principi di diritto -:
quali urgenti iniziative intendano attuare per le parti di competenza per svolgere gli opportuni accertamenti sulla gestione amministrativa del Conservatorio «Cherubini» di Firenze anche al fine di accertare la sussistenza di responsabilità o di utilizzo improprio di risorse pubbliche;
se intenda il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca verificare se, come appare dalle denunce della dottoressa Pollicino, all'interno del Conservatorio di Firenze sono riscontrabili comportamenti mobbizzanti.
(4-03689)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:

FEDRIGA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'allargamento ad est dell'Unione Europea ha posto l'impellente questione del problema occupazionale del personale doganale e la necessaria riqualificazione delle figure professionali collegate all'operatività dei valichi di confine;
la regione italiana maggiormente sensibile all'abolizione delle frontiere è senza dubbio il Friuli Venezia Giulia: fra le province di Gorizia e Trieste l'allargamento ha coinvolto e coinvolgerà con la ventilata entrata della Croazia nella U.E. oltre 1.000 persone, con effetti e conseguenze diversificate da individuo ad individuo a seconda della rispettiva età anagrafica e lavorativa e della posizione pensionistica;
gli strumenti sinora attuati per contenere le conseguenze della perdita di occupazione sono stati prettamente di natura assistenziale, tralasciando completamente politiche attive di riqualificazione e ricollocamento dei lavoratori interessati;
risulta all'interrogante che gli stanziamenti pari ad euro 1.650.000,00 disposti con legge regionale n. 20 del 2003 e destinati a corsi di formazione per indirizzare i senza lavoro verso altre attività, sono stati utilizzati invece per pagare gli ammortizzatori sociali (CIGS e mobilità);
secondo quanto riportato da Il Piccolo il 3 giugno 2009 nell'accordo quadro sugli ammortizzatori in deroga firmato il mese scorso e recepente i contenuti dell'intesa del 29 aprile 2009 tra Regione e Ministero del lavoro della salute e delle politiche sociali, è previsto ancora un trattamento di mobilità in regime speciale fino a 12 mesi sia per gli spedizionieri doganali che per i dipendenti delle imprese di autotrasporto;
i dipendenti delle case di spedizione di Gorizia, Trieste e Pontebba, riunitisi in associazione, hanno presentato una petizione al Parlamento europeo (n. 0639 del 2007), il quale, pur riconoscendo la legittimità dell'istanza, ovviamente informa che l'azione comunitaria nel settore dell'occupazione può intervenire solo a sostegno delle politiche nazionali;
eppure il Ministro per i rapporti con il Parlamento pro tempore, a quattordici mesi circa mancanti a all'ingresso della Slovenia, durante lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (seduta n. 279 del 12 marzo 2003) formulava l'ipotesi di un'assunzione da parte dell'Agenzia delle dogane, direttamente al suo interno, dei doganalisti interessati dalle conseguenze negative derivanti dall'eliminazione della relativa frontiera, precisando che tali assunzioni non sarebbero andate neanche in contrasto con l'allora blocco

delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni in quanto in linea con il dettame ex articolo 34, comma 6, legge finanziaria per il 2003, che consente «il ricorso alle procedure di autorizzazione alle assunzioni in via prioritaria, qualora il personale da assumere venga adibito a compiti connessi al rispetto degli obblighi internazionali»; -:
quali motivazioni abbiano impedito di dar seguito a quanto pubblicamente annunciato dall'allora ministro Giovanardi, ovvero l'assunzione nella propria organizzazione da parte dell'Agenzia delle dogane dei lavoratori doganali interessati dall'abolizione della frontiera con la Slovenia;
quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato in merito all'opportunità di prevedere corsi di formazione e riqualificazione professionale finalizzati al riassorbimento nella pubblica amministrazione - o in subordine nel settore privato sulla base della richiesta del mercato - di lavoratori doganali più giovani, mentre per i più anziani - circa una ventina tra Gorizia, Pontebba e Trieste - prevedere misure ad hoc per il conseguimento anticipato della pensione.
(3-00614)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

EVANGELISTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
le agenzie stampa Apcom e Dire hanno annunciato di aver intrapreso un percorso di contenimento dei costi con la previsione di riduzione dell'organico di circa 30 giornalisti, cioè più del 30 per cento della redazione;
il raggiungimento di tale obiettivo è in stretta relazione con la scadenza dei contratti a termine, ancorché in violazione dell'accordo di stabilizzazione che azienda e sindacato avevano siglato nel 2006 e che avrebbe consentito la regolarizzazione dei giornalisti precari dell'agenzia entro il 2010;
nel motivare la decisione presa con l'inaspettata situazione di crisi verificatasi negli ultimi mesi, l'azienda ha anche comunicato di aver avviato le procedure per lo stato di crisi e il ricorso alla Cassa integrazione straordinaria (CIGS);
analogamente, anche un'altra agenzia stampa, la Dire, ha dichiarato di avere analoghi problemi e comunicato il non rinnovo del contratto di distacco dei redattori presso la citata agenzia e la cessazione della pubblicazione del notiziario sportivo, una delle note dolenti nello sbilancio tra costi e entrate evidenziate dalla società; in questo caso, non risulterebbero essere in atto però i licenziamenti consistenti paventati nei mesi scorsi sebbene sia stata rimarcata l'esigenza, allo stesso tempo, di un nuovo piano editoriale in grado di confermare la presenza della Dire nel panorama dell'informazione;
malgrado ciò, questa ufficialità del mantenimento dei posti di lavoro non sembra convincere né la Federazione nazionale della stampa italiana (FNSI) né l'associazione della stampa romana che hanno denunciato la prassi adottata come totalmente fuori dalle regole sindacali; in buona sostanza, viene sottolineato il fatto che dieci giornalisti dell'agenzia Dire verranno di fatto «parcheggiati» in quello che viene definito un contenitore vuoto, la Dire New, senza una sede, senza una testata e senza una committenza -:
come intenda intervenire per salvaguardare i posti di lavoro a rischio;
quanti e quali siano i finanziamenti pubblici per l'editoria erogati nella fattispecie alle agenzie di cui alla premessa;
se siano in corso controlli per verificare il reale utilizzo degli ammortizzatori sociali per gli scopi previsti dalla normativa nazionale.
(5-01665)

BELLANOVA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in tutta Italia la rete distributiva di Carrefour rappresenta una delle più importanti

catene della grande distribuzione italiana; è composta da 1.563 punti vendita, di cui 65 ipermercati Carrefour, 499 supermercati GiEsse, 984 supermercati DìperDì, 15 cash&carry ad insegna Docks Market e Grossiper per un totale di circa 26.000 lavoratori dipendenti;
in data 7 luglio 2009, il gruppo Carrefour ha proceduto alla disdetta del contratto integrativo aziendale, cedendo a Coop Estense gli ipermercati di Bari, Brindisi, Lecce e Matera;
l'ipermercato di Lecce, insieme a quelli di Bari Pasteur, Capodrise e Casoria in Campania, è stato interessato da una riduzione consistente di personale, si tratta di 574 dipendenti in totale nelle quattro aree;
nel mese di marzo 2009 è stata avviata una fase di trattativa con le organizzazioni sindacali che però sembrerebbe non aver portato ad alcun accordo, poiché il piano di ristrutturazione aziendale presentato dal gruppo Carrefour non è stato ritenuto idoneo dalle stesse organizzazioni. Difatti, sembrerebbe che il gruppo Carrefour abbia in sede di trattativa dichiarato un impegno di spesa per l'anno 2009 pari a soli 40 milioni di euro finalizzati a ristrutturare e rilanciare commercialmente i diversi punti vendita in crisi;
inoltre sembrerebbe che l'azienda abbia proposto, sempre in sede di trattativa, la non applicazione di alcuni punti del contratto integrativo aziendale per la durata di 18 mesi, da differenziare tra i punti vendita in crisi e quelli ritenuti attualmente non in crisi;
l'evidente situazione di criticità percepita dai lavoratori si è aggravata maggiormente con la conferma della cessione di parte dell'azienda, soprattutto per le sedi del Mezzogiorno, che rischia in tal modo di determinare un vero e proprio dramma occupazionale -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno adottare urgenti iniziative volte ad acquisire elementi in ordine al piano industriale del Gruppo in questione, al fine di tutelare i lavoratori e ad avviare un confronto tra le parti in sede ministeriale atto a risolvere questa drammatica problematica affinché il Mezzogiorno non sia ancora una volta penalizzato dal punto di vista economico e occupazionale.
(5-01670)

Interrogazioni a risposta scritta:

STUCCHI, PIROVANO, CONSIGLIO e VANALLI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
tutti e 150 i dipendenti della Società del Gres appartenenti alla Italcementi Group con sede a Petosino-Sorisole (Bergamo) rischiano il posto di lavoro;
l'azienda, specializzata nella realizzazione di tubi e raccordi in gres ceramico utilizzati nelle fognature e negli acquedotti, è una delle più antiche di tutta la Provincia di Bergamo;
già da un lungo periodo l'azienda sta ricorrendo alla cassa integrazione ordinaria, per cercare di risollevarsi dalla grave situazione economica che sta attraversando;
i rappresentanti dell'azienda hanno spiegato che le cause delle pesanti difficoltà finanziarie sono da ricondurre in parte alla crisi generalizzata, e in parte all'obsolescenza del prodotto;
ancora una volta la Valle Brembana, in cui molti lavoratori della Società del Gres risiedono, subisce un duro colpo;
nella Provincia di Bergamo si stanno moltiplicando le chiusure di aziende, mettendo in ginocchio migliaia di famiglie e compromettendo pesantemente l'economia del territorio -:
se non ritengano necessario convocare l'azienda e i rappresentanti dei lavoratori,

al fine di individuare ogni utile soluzione che possa permettere ai dipendenti interessati di ottenere garanzie circa il loro futuro occupazionale.
(4-03680)

EVANGELISTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 19 luglio 2009, intorno alle 22, è avvenuta una violenta esplosione nello stabilimento siderurgico Lucchini di Piombino che ha causato l'intossicazione di sei operai (di cui uno con trauma toracico), dichiarati non in gravi condizioni;
sono ancora da accertare le cause dello scoppio ma, da un primo sopralluogo effettuato dai carabinieri nello stabilimento Lucchini, pare che la probabile causa sia dovuta alla reazione di una paiola che conteneva acciaio liquido, all'interno del reparto convertitori dell'acciaieria;
dalle prime immagini si denota la presenza di una grossa nube;
si tratta di un incidente ancora una volta accaduto su un luogo di lavoro e che fortunatamente non ha avuto tragiche conseguenze per gli operai interessati dall'esplosione;
durante una riunione dei delegati sindacali della fabbrica è stato deciso di dare corso a due ore di sciopero, cui aderiranno anche i lavoratori delle ditte di appalto, per denunciare un clima di eccessiva pressione nei confronti dei lavoratori, carenza e inefficienze dei mezzi non più sufficienti per far fronte all'aumento della produzione -:
di quali informazioni dispongano sulla natura della nube che si è sprigionata in seguito all'esplosione e quali precauzioni siano state previste o adottate a tutela dei lavoratori e della cittadinanza;
di quali notizie disponga il ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali circa la dinamica dell'incidente, la sicurezza del citato impianto e dei lavoratori, le denunce presentate dai sindacati proprio in merito alla sicurezza, la frequenza dei controlli dello stabilimento.
(4-03693)

GIULIETTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
un operaio dello stabilimento della Sirti (grande azienda che opera nel settore delle telecomunicazioni) di Nardò, mentre prelevava un pacco da un corriere, lavoro di sua competenza, indietreggiando, inciampava in un gradino e cadendo si procurava un infortunio grave (trauma lombosacrale);
dopo tale incidente l'azienda gli ha inviato una contestazione disciplinare, invitandolo a discolparsi; diversamente corre il serio rischio di essere sanzionato;
ad avviso dell'interrogante il comportamento della Sirti è molto grave perché in materia di prevenzione si invertono i fattori di responsabilità, si punisce chi si infortuna e si rendono immuni da colpe le aziende e i datori di lavoro in genere;
i vertici della Sirti sembrano non aver adeguatamente considerato la sentenza della Corte di Cassazione n. 18998 del 6 maggio 2009, che ha stabilito che gli errori commessi dagli operai (sempre che nel caso in oggetto di errore si tratti) per gli infortuni sul lavoro, non cancellano la colpa dell'azienda;
anche se questa contestazione disciplinare appare priva di fondamento, se dovesse passare tale condotta, questo episodio potrebbe ripetersi in tutte le imprese dopo l'emanazione e l'entrata in vigore del decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nel luogo di lavoro;

ad avviso dell'interrogante è condivisibile quanto sostenuto dalla Fiom-CGIL che ha perfettamente ragione quando, in una nota sul sito web afferma: «La Sirti, la Confindustria, il Governo, tentano di intimidire i lavoratori, con il ricatto dei provvedimenti disciplinari, così da non fare denunciare gli infortuni, che scompariranno come per incanto, diventando assenze per malattia e così permettendo alle aziende anche di risparmiare sul premio assicurativo da versare all'Inail»;
se così emanato, questo decreto legislativo correttivo assumerebbe le caratteristiche di una dannosa controriforma della sicurezza sul lavoro. Infatti, con la motivazione di semplificare il Governo finisce per stravolgere il decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81, entrato in vigore il 15 maggio 2008;
tra le modifiche peggiorative (urge sottolineare che lo schema di decreto correttivo modifica 136 articoli su 306, compresi tutti gli allegati al decreto legislativo n. 81 del 2008), si segnalano:
a) l'abrogazione del divieto di visita medica preassuntiva da parte del medico di fiducia dell'azienda (articolo 41, comma 3, lettera a), che è in contrasto con l'articolo 5 della legge n. 300 del 1970 (Statuto dei lavoratori);
b) il sostanziale svuotamento della cartella sanitaria di rischio del lavoratore (con la modifica e cancellazione di commi dell'articolo 25), il tentativo di svuotamento del libretto formativo del lavoratore, l'eliminazione del riferimento alle direttive europee previsto dall'articolo 41 del decreto legislativo n. 81, per quanto attiene alla sorveglianza sanitaria, le modifiche all'articolo 42 del decreto legislativo 81, che riducono le tutele dei lavoratori inidonei alla mansione, la soppressione della norma che prevede la consegna all'Rls (Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza) del documento di valutazione dei rischi (DVR);
c) la redazione del DVR a 90 giorni dall'inizio dell'attività produttiva, quando nelle aziende con significativi livelli di rischio è importante che la valutazione dei rischi preceda l'avvio delle produzioni; l'affidare al datore di lavoro la scelta dei criteri di redazione del DVR, secondo principi di «comprensibilità, semplicità e brevità»; l'equiparazione dei volontari (articolo 3) ai lavoratori autonomi, con la conseguenza della loro sottrazione alla maggior parte delle tutele (i dispositivi di protezione individuale e la sorveglianza sanitaria sarebbero a carico del volontario);
d) l'impossibilità per le RSU (rappresentanze sindacali unitarie) di intervenire per quanto riguarda materie di loro stretta competenza (carichi di lavoro, turni, riposi notturni e settimanali, ferie e altro), demandando tutto ciò ai soli rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;
in questo modo si nega ai lavoratori e alle loro rappresentanze il diritto di contrattare l'organizzazione del lavoro, determinando nel contempo l'isolamento dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, si cancella l'obbligo del datore di lavoro (articolo 18, comma 1, lettera a) di comunicare all'Inail il nominativo (ove presente) del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza interno, prevedendo che la rappresentanza sia esercitata dal rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale;
il Governo sostituisce tutto ciò, con un meccanismo che prevede che siano i lavoratori a dover comunicare al datore di lavoro di non aver eletto il proprio rappresentante per la sicurezza interno, poi il datore di lavoro comunicherà tutto ciò, non più all'Inail, ma agli organismi paritetici, che peraltro non sono ancora costituiti nella maggior parte del territorio nazionale;
si attribuisce il potere di «assegnazione» del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale agli organismi paritetici, i quali sono per definizione espressione anche della parte datoriale, atto che sposta la maggioranza delle risorse per i rappresentanti dei lavoratori

per la sicurezza territoriale (costruzione, formazione e attività) agli organismi paritetici, eliminando la quota di finanziamento proveniente dalla parte delle sanzioni. Anche in questo caso si rischia di ridurre l'incisività dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale e di snaturare il loro ruolo;
si da il potere agli enti bilaterali (articolo 2-bis) di certificare la corretta attuazione delle norme tecniche e delle buone prassi, dell'adozione dei modelli di organizzazione e di gestione delle imprese, si deresponsabilizzano di fatto i datori di lavoro o i dirigenti, che non risponderebbero della morte o dell'infortunio se l'evento è ascrivibile al fatto di un preposto, progettista, medico competente, lavoratore, lavoratore autonomo (articolo 15-bis);
si riducono la maggior parte delle sanzioni per i datori di lavoro, i dirigenti e i preposti, mentre le si aumentano per i lavoratori (articolo 59 del predetto schema di decreto legislativo);
le Commissioni parlamentari competenti, nell'esprimere sul citato schema di decreto legislativo il prescritto parere, hanno segnalato una serie di incongruenze, anche sugli aspetti sopra evidenziati, in relazione ai quali si rende necessaria una rivisitazione dei contenuti del provvedimento -:
se non sia opportuno assumere urgenti iniziative al fine di impedire che aziende come la Sirti creino precedenti che possono concretizzare danni irreparabili nei confronti di lavoratori;
se il Ministro non ritenga, nel rispetto dei criteri di delega, della normativa comunitaria e delle osservazioni formulate dai competenti organi parlamentari, di rivedere gli aspetti critici del citato schema di decreto legislativo, che come descritto in premessa, se non modificato, potrebbe tradurre in tragedia, per mancanza e/o alleggerimento degli obblighi di prevenzione, la vita dei lavoratori.
(4-03695)

TESTO AGGIORNATO AL 29 LUGLIO 2009

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RAPPORTI CON LE REGIONI

Interrogazione a risposta scritta:

SCILIPOTI, LEOLUCA ORLANDO e PISICCHIO. - Al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 23-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 195 del 21 agosto 2008, che disciplina in particolare i servizi pubblici di rilevanza economica è stato oggetto di ricorso sul piano della costituzionalità da parte delle seguenti Regioni:
20 ottobre 2008 - Regione Emilia Romagna, Ricorso per la dichiarazione di illegittimità costituzionale dell'articolo 23-bis, commi 7 e 10;
20 ottobre 2008 - Regione Liguria, Ricorso per la dichiarazione di illegittimità costituzionale dell'articolo 23-bis, commi 2, 3, 4, 7 e 10;
20 ottobre 2008 - Regione Piemonte, Ricorso per la dichiarazione di illegittimità costituzionale dell'articolo 23-bis, commi 1, 2, 3, 4, 8, 10;
ben due dei tre ricorsi di costituzionalità depositati dalla Regioni suindicate contestano l'obbligo di affidamento dei servizi pubblici locali tramite «gara» previsto del comma 2 del citato articolo e le stesse Regioni contestano anche i vincoli connessi con le modalità di affidamento in house providing (commi 3 e 4);
i ricorsi presentati dalle Regioni ritengono che tali disposizioni di legge statale ledano la propria sfera di competenza

legislativa stabilita in Costituzione per le seguenti ragioni in Diritto:
a) violazione dell'articolo 117 (commi primo, secondo, terzo e quarto) e dell'articolo 97 della Costituzione (difetto di tutela della concorrenza. Violazione della residua competenza legislativa regionale);
b) violazione dell'articolo 117 della Costituzione (commi primo, secondo, terzo e quarto) e degli articoli 3 e 97 della costituzione violazione della competenza legislativa regionale. (Violazione dei principi costituzionali di autorganizzazione e di buon andamento dell'amministrazione, di autonomia normativa delle funzioni, di ragionevolezza);
c) violazione dell'articolo 117 (commi primo, secondo, terzo e quarto) della Costituzione con riferimento agli articoli 114, 117, sesto comma, e 118 primo e secondo comma, della costituzione violazione dell'autonomia degli enti territoriali riconosciuta anche dalla Unione Europea (articolo 5 Trattato UE);
la Corte dei Conti per la Regione Lombardia con il parere n. 195 del 2009 in merito alle disposizioni di affidamento previste dall'articolo 23-bis del decreto-legge n. 112 del 2000, ha riconosciuto l'autonomia degli enti locali nel dichiarare la natura dei servizi pubblici locali e quindi definire, di volta in volta, se un servizio sia di rilevanza economica o meno;
la garanzia costituzionale dell'organo delle regioni e degli altri enti territoriali (Comuni e Province) non può essere soggetta a limiti di legge statale che impongono una preferenza verso l'esternalizzazione dei servizi pubblici;
la potestà regolamentare spetta allo Stato nelle materie di legislazione esclusiva (tutela della concorrenza), alle Regioni in ogni altra materia (articolo 117, quarto comma ed a livello locale in virtù del principio autonomistico (articolo 5);
l'articolo 23-bis disciplina in via transitoria, direttamente il solo servizio idrico integrato (comma 8), e con rinvio al regolamento governativo per tutti gli altri servizi pubblici locali di rilevanza economica comma 10, lettera e;
la preesistente disciplina generale del servizio pubblico locale (articolo 113 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267) non è tuttavia integralmente sottoposta ad abrogazione dal nuovo articolo 23-bis, perché quest'ultimo espressamente prevede che cessino di avere effetto le norme preesistenti nelle sole «parti incompatibili» con le sue nuove disposizioni (comma 11, articolo 23-bis, decreto legge n. 112 del 2008, citato) -:
quale sia l'orientamento che il Governo intenda assumere in tema di disciplina dei servizi pubblici locali alla luce delle questioni di costituzionalità sollevate da tre Regioni sui contenuti previsti dall'articolo 23-bis, se non sia opportuno assumere iniziative volte a modificare detto decreto, in particolare se, in attesa del pronunciamento da parte della Corte Costituzionale non sia opportuno rinviare l'obbligo, espressamente previsto al comma 8 dell'articolo 23-bis relativamente al servizio idrico integrato che prevede la scadenza entro e non oltre la data del 31 dicembre 2010 delle concessioni rilasciate con procedure diverse dall'evidenza pubblica, fatta salva la concessione degli affidamenti in house.
(4-03694)

TESTO AGGIORNATO AL 5 LUGLIO 2010

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta scritta:

COMMERCIO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
con il programma «Industria 2015», che stabilisce le linee strategiche per lo sviluppo e la competitività del sistema produttivo italiano del futuro, si è scelto di

intervenire in maniera mirata per favorire lo sviluppo di prodotti e servizi ad alto contenuto di innovazione in cinque aree strategiche quali l'efficienza energetica, la mobilità sostenibile, le nuove tecnologie per la vita, le nuove tecnologie per il made in Italy e le tecnologie innovative per i beni culturali;
tale progetto rappresenta una svolta importante nel disegno di una moderna politica per l'innovazione industriale nel nostro Paese;
nel settembre del 2008 il ministro interrogato ha emanato il terzo bando sulle «Le nuove tecnologie per il Made in Italy», rivolto alle imprese interessate a presentare progetti di innovazione industriale, al quale hanno aderito, con 429 progetti, oltre 3000 aziende (tutte piccole e medie imprese che hanno presentato domande per oltre 2,1 miliardi di investimenti, a fronte del miliardo previsto dalle grandi imprese) e 1000 centri di ricerca che investiranno 546 milioni di euro, per un totale di circa 3,7 miliardi di investimenti, un quarto dei quali (960 milioni) rappresentato dalla significativa partecipazione di imprese del sud;
oltre ai bandi di gara l'attuazione dei progetti di innovazione industriale prevede la realizzazione di altre azioni, che ne potenziano gli effetti e le ricadute anche con riferimento alle diverse specificità territoriali, concentrando l'impiego delle risorse nazionali e comunitarie sugli obiettivi strategici indicati dai progetti di innovazione industriale;
il CIPE nella seduta del 2 aprile 2008, ha individuato le risorse nazionali destinate a questi interventi nel Mezzogiorno ed al Centro nord, che si affiancano alle risorse comunitarie del periodo 2007-2013 a ciò già destinate, confermando la funzione di elemento trainante della politica industriale che i progetti di innovazione industriale svolgeranno nei prossimi anni;
il 3 dicembre 2008, il ministro interrogato dichiarava testualmente che: «In relazione al successo del bando, stiamo valutando la possibilità di far confluire su questi progetti anche risorse europee e nazionali del FAS per massimizzare l'impatto sul Mezzogiorno»;
al 13 luglio 2009 i progetti di innovazione del Made in Italy che hanno superato la prima fase di valutazione del suddetto bando sono risultati complessivamente essere 237;
in una fase successiva le imprese dovranno presentare i progetti definitivi per la valutazione finale, le cui procedure di selezione dovranno completarsi celermente in modo da avviare concretamente i progetti ed erogare i 190 milioni di incentivi entro l'anno 2009;
da un'analisi dei dati relativi all'esito sulla distribuzione territoriale delle proposte ammesse e dei relativi investimenti previsti per regione emerge che le regioni totalmente penalizzate dall'esito della valutazione risultano essere quelle meridionali, mentre quelle più premiate, risultano essere, in ordine di aggiudicazione, la Lombardia, l'Emilia Romagna, il Lazio, il Veneto ed il Piemonte -:
quali siano stati i criteri di valutazione che hanno permesso a regioni prevalentemente allocate al nord del Paese di aggiudicarsi gli incentivi previsti dal programma «Industria 2015» - settore le nuove tecnologie per il made in Italy;
alla luce di quanto esposto quali iniziative il ministro interrogato intenda assumere per coniugare la possibilità dal ministro stesso auspicata di far confluire su questi progetti anche risorse europee e nazionali del FAS per massimizzare l'impatto sul Mezzogiorno con l'esito della valutazione che ha pesantemente penalizzato quei territori.
(4-03687)

RAINIERI, ALESSANDRI e STUCCHI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la ditta Arquati con sede in Sala Baganza (Parma), località Castellaro, è

un'azienda leader nel settore delle cornici, delle tende e dei tessuti per tendaggi ed è anche produttrice di mobili e divani;
all'inizio del 1997, anno della quotazione in borsa, l'Arquati aveva oltre 600 dipendenti, rivestendo la posizione di azienda leader a livello mondiale nei settori di sua competenza;
nell'aprile 2004, al termine di una grave crisi di liquidità, la ditta Arquati veniva ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria;
all'epoca dell'ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria, il gruppo Arquati occupava circa 80 dipendenti presso la sede centrale di Sala Baganza e 500 dipendenti in Italia, oltre ad altri 500 in diversi Stati esteri;
nel 2006 l'Arquati, pervenuta al risanamento, veniva rilevata dal fondo d'investimento Sinergo, tramite la controllata Synpa s.p.a.;
nel 2006 il fondo di investimento della banca Monte dei Paschi di Siena (MPS Venture) acquistava una quota di Synpa s.p.a., per un valore di 1,2 milioni di euro;
al termine del 2007 l'Arquati conseguiva rilevanti risultati aziendali, incrementando del 50 per cento le vendite ed arrivando a fatturare oltre 50 milioni di euro;
nel periodo 2007-2008, al fine di rafforzare il settore «cornici», la società Synpa s.p.a. acquistava la società Galleria del Manifesto (novembre 2007) e la società Top Art (giugno 2008);
alle acquisizioni di cui sopra, concorreva anche il fondo della banca Monte dei Paschi di Siena, con la corresponsione a Synpa s.p.a. di 1,12 milioni di euro;
in data 15 luglio 2009, senza alcun preavviso, il fondo Sinergo avrebbe comunicato alle rappresentanze sindacali l'intenzione di mettere in liquidazione Synpa S.p.a. e pertanto anche la ditta Arquati;
va sottolineato che l'Arquati è un'azienda storica della provincia di Parma ed oltre a fornire lavoro ad un numero considerevole di maestranze presso la sede di Sala Baganza, occupa molti altri dipendenti e concorre a generare un significativo indotto;
pur nelle complessive difficoltà connesse all'attuale congiuntura economica, la ditta Arquati ha dimostrato significative capacità produttive, attestandosi ancora tra le prime aziende a livello mondiale nel settore delle cornici e dei tendaggi;
molte aziende con elevata capacità occupazionale della provincia di Parma sono state interessate dall'attuale crisi economica, innescando meccanismi di riduzione del personale e/o ricorso alle procedure di cassa integrazione ordinaria e straordinaria;
appare indispensabile assumere ogni più utile iniziativa finalizzata a scongiurare la chiusura dell'Arquati, preservandone i livelli occupazionali -:
se quanto riportato in premessa circa la crisi della ditta Arquati corrisponda al vero e, conseguentemente, quali iniziative intendano assumere al fine di evitare la chiusura dell'Arquati e la conseguente perdita di numerosi posti di lavoro;
la crisi della Arquati fosse accertata, se non ritengano utile assumere iniziative volte ad istituire una sede di confronto istituzionale volta a definire le strategie necessarie a salvaguardare l'operatività ed i livelli occupazionali dell'Arquati.
(4-03690)

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Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta immediata in Commissione Mariani n. 5-01660, pubblicata

nell'allegato B ai resoconti della seduta del 21 luglio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Maran.

L'interrogazione a risposta immediata in Commissione Guido Dussin e Lussana n. 5-01663, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 21 luglio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Alessandri.

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ERRATA CORRIGE

Interrogazione a risposta immediata in Commissione Stradella e Ghiglia n. 5-01662 pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 205 del 21 luglio 2009. Alla pagina 7056, seconda colonna, alla riga sesta deve leggersi: «dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per» e non «delle infrastrutture e dei trasporti. - Per», come stampato.