Allegato B
Seduta n. 205 del 21/7/2009

TESTO AGGIORNATO AL 6 MAGGIO 2010

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
la nuova classe di concorso A-25 Matematica, che sostituirebbe l'attuale 47/A Matematica, permetterebbe l'insegnamento della suddetta materia nei vari istituti tecnici e professionali e per ciò che riguarda i licei, solamente nel liceo scientifico, con opzione scientifico-tecnologico;
si evince che viene a mancare perciò sia la possibilità di continuare ad insegnare nel biennio del liceo di ogni indirizzo, sia quella tanto auspicata dai laureati in matematica, vincitori di concorso ordinario in matematica di insegnare la materia in tutti i cinque anni del corso di studi liceale, separando di fatto gli insegnamenti di matematica e fisica e consentendo che l'insegnamento sia espressione effettiva delle scelte fatte a suo tempo (laurea e partecipazione a concorso ordinario) e delle competenze acquisite durante l'attività di lavoro e non come spesso succede, di adeguamenti più o meno forzati o costretti da particolari circostanze, che producono, in molte situazioni, quell'analfabetismo matematico così giustamente denunciato e rimproverato ai nostri ragazzi;
gli insegnanti che hanno una laurea in matematica, che hanno vinto concorsi ordinari in matematica e che hanno insegnato molti anni in licei scientifici si troveranno soprannumerari e torneranno ad essere precari;
alla luce di questo sarebbe opportuno attuare una riforma che permetta la tanto auspicata separazione della cattedra di matematica da quella di fisica nei licei proprio perché le due discipline hanno approcci estremamente diversi e la formazione culturale dell'insegnante influisce in modo determinante sulla qualità dell'insegnamento -:
se non intenda adattare iniziative volte ad evitare che i laureati in matematica risultino esclusi dall'insegnamento di matematica in quasi tutti i licei a vantaggio di insegnanti con lauree non specificatamente in matematica.
(2-00432) «Garagnani».

Interrogazioni a risposta in Commissione:

BRAGA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'approvazione del decreto-legge n. 112del 25 giugno 2008, («manovra d'estate»), convertito con modificazioni, dalla legge n. 133 del 6 agosto 2008, ha determinato un grave e pesante impoverimento della scuola pubblica, privandola di fatto delle risorse indispensabili per lo sviluppo di un'azione didattica, educativa, di istruzione e ricerca che si basi sulla qualità, sull'efficienza e sul pregio dell'offerta formativa scolastica italiana;
all'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008, relativo a «Disposizioni in materia di organizzazione scolastica», si prevede un piano di riduzione della spesa destinata agli istituti scolastici di circa 8 miliardi di euro con un taglio, secondo l'interrogante, indiscriminato dei posti negli organici di oltre 87.341 docenti e di circa 44.500 lavoratori ATA precari ovvero personale amministrativo, tecnico e ausiliario, a partire dall'anno scolastico corrente 2008-2009;
tale piano di riduzione, ad avviso dell'interrogante, non prevede alcuna seria verifica di sostenibilità da parte delle istituzioni scolastiche, compromette i livelli minimi di funzionalità delle scuole e disattende il programma di assunzioni avviato dai precedente Governo, che aveva autorizzato l'immissione in ruolo di

150.000 docenti e di 30.000 unità degli operatori ATA (amministrativo, tecnico e ausiliario) nel triennio 2007-2009;
la riduzione complessiva prevista del 17 per cento della consistenza numerica della dotazione organica del personale ATA definita per l'anno scolastico 2007/2008, così come prevista dall'articolo 64, comma 2, del decreto-legge n. 112 del 2008, determinerà un drastico taglio nei confronti degli assistenti amministrativi, degli assistenti tecnici, dei collaboratori scolastici e di altri profili (cuochi, infermieri, eccetera) ovvero di quegli operatori ATA che ad oggi si occupano di fornire soccorso agli alunni, di dare assistenza tecnico-didattica nei laboratori, di garantire l'organizzazione e l'amministrazione degli istituti scolastici, causando di fatto un consistente peggioramento sia dell'offerta formativa della scuola pubblica, sia delle altrettanto importanti attività funzionali quali la sicurezza, la vigilanza e la pulizia nelle scuole, con servizi alla persona, amministrativi e di assistenza sempre più scarsi e inadeguati;
in riferimento allo «Schema di piano programmatico dei Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze» di cui all'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008, sulla base dei dati elaborati dalla FLC Cgil Nazionale sui dati (organico di diritto) del Ministero (dati per immissioni in ruolo 2008/2009), in tutte le regioni italiane a partire dal prossimo settembre 2009 si assisterà ad un taglio indistinto, in forma lineare e quindi privo di qualsiasi criterio valutativo, di circa il 6,2 per cento (per cento) su tutti i profili professionali ATA;
in particolare in Lombardia, sempre secondo i dati forniti dalla FLC Cgil Nazionale, su un totale complessivo di 33.366 lavoratori ATA riferiti all'anno scolastico 2008/2009, i tagli previsti per il 2009 riguarderanno circa 2.082 operatori così distribuiti:
-513 assistenti amministrativi su un totale di 8.042;
-164 assistenti tecnici su un totale di 2.337;
-1.396 collaboratori scolastici su un totale di 22.888;
-9 altri profili su un totale di 99 unità;
anche nella provincia di Como, sempre secondo i dati FLC Cgil Nazionale, su complessivi 1.984 operatori ATA riferiti all'anno scolastico 2008/2009, la riduzione prevista per settembre 2009 graverà su circa 124 lavoratori, ripartiti in:
-29 assistenti amministrativi su un totale di 451;
-11 assistenti tecnici su un totale di 151;
-84 collaboratori scolastici su un totale di 1.382;
la mancanza di criteri oggettivo-valutativi e di progettualità resa chiaramente manifesta nella riduzione lineare ed uniforme dell'organico ATA prevista dal decreto-legge n. 112 del 2009, mette in evidenza come il reale scopo del provvedimento approvato sia quello di effettuare tagli indistinti volti a realizzare risparmi a prescindere dalla funzionalità, dall'efficienza, dall'efficacia e delle reali necessità degli istituti scolastici pubblici, con l'ulteriore pesante risultato, di penalizzare e aggravare le condizioni lavorative degli operatori precari ATA interessati dai tagli, unitamente alle loro prospettive di crescita professionale -:
come intenda il Governo procedere, in considerazioni dei pesanti tagli previsti nel personale ATA, per garantire un'offerta scolastica pubblica di qualità, nel rispetto delle norme nazionali e del diritto allo studio, assicurando quindi adeguati servizi tecnici, amministrativi, di sicurezza, vigilanza e pulizia, svolti appunto dall'organico funzionale ATA;
se non ritenga opportuno rivedere i criteri compiuti a riguardo delle riduzioni dei lavoratori ATA, in ragione di un riequilibrio più efficiente ed efficace di

tale organico presso i diversi istituti scolastici pubblici italiani al fine di assicurare, sia la presenza di adeguati servizi di assistenza tecnica, amministrativa, ausiliaria e collaborazione scolastica, che una stabilizzazione equa e dignitosa dei 44.500 lavoratori ATA sui quali graveranno i tagli previsti dal decreto-legge n. 112 del 2008.
(5-01649)

PALOMBA e ZAZZERA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il 3 luglio 2009 il Ministro Gelmini ha emanato un decreto che taglia dalle 43 precedenti a 26 le immatricolazioni alla facoltà di Veterinaria dell'Università di Sassari;
il corso di Veterinaria venne istituito a Sassari, tra i primi in Italia, nel lontano 1929;
l'Università di Sassari, che ha conquistato la sua identità giuridica nel 1617, per prima in Sardegna, si mantiene ai massimi livelli della speciale classifica, stilata annualmente dal Censis tra più di settanta università: nella graduatoria del 2006 si trova seconda nella classifica dei piccoli atenei italiani e nel 2009 ottiene il primo posto raggiungendo il vertice della classifica dei medi atenei;
una facoltà storica come quella sassarese, fondata nel 1928, è intrinsecamente legata a una realtà economica a forte identità agropastorale, essendo la Sardegna, con oltre tre milioni di capi, la regione italiana con il maggior numero di capi ovini e caprini;
la facoltà di veterinaria di Sassari, unica in tutta la Sardegna, è utilizzata per tutte le esigenze di prevenzione, di cura e di sperimentazione dell'Isola, con particolare riferimento a morbi diffusi come la peste suina e la «lingua blu», contribuendo in maniera decisiva al contrasto delle epidemie ed al loro superamento;
la stessa facoltà costituisce un punto di riferimento per consimili esigenze in organismi veterinari di numerosi Stati africani;
la peculiarità del patrimonio zootecnico sardo ha potuto fino ad oggi contare sulla professionalità di esperti finora sempre formati nell'isola, data l'elevato livello della scuola accademica veterinaria sassarese;
negli anni precedenti, sulla base della legge 264 del 1999, i rappresentanti della Facoltà sono sempre stati consultati perché dessero indicazione sul numero di nuove iscrizioni in considerazione dell'offerta didattica e delle esigenze del territorio, mentre stavolta il numero è stato imposto con decreto ministeriale a prescindere dalle reali esigenze e dalla programmazione dell'Ateneo isolano;
il pesante ridimensionamento inflitto all'Ateneo sassarese, peraltro, non risponde alla programmazione ministeriale che prevede una riduzione di immatricolazioni generalizzata e quindi proporzionalmente distribuita su tutte le Università italiane, mentre alcune facoltà hanno addirittura visto aumentare i nuovi iscritti;
a dispetto del principio di un'equa distribuzione territoriale, in questi anni si sono aperti corsi in aree geografiche dove la facoltà di Veterinaria era già presente;
il Ministro ha più volte annunciato nelle sedi istituzionali, di voler sopprimere i corsi di laurea con meno di trenta studenti, ponendo così una pesante pregiudiziale che suona come una condanna a morte di una delle Facoltà storiche dell'Ateneo sassarese;
anche a prescindere dall'ipotesi più drammatica della chiusura del corso, una così drastica riduzione, che rasenta il dimezzamento delle immatricolazioni, porterà ad una altrettanto drastica riduzione dei finanziamenti destinati alla facoltà sassarese -:
se corrisponda al vero quanto sopra esposto e se, quindi, il Ministro dell'istruzione,

dell'università e della ricerca ritenga di dover porre rimedio a quanto contenuto nel decreto sopra citato nel senso indicato nella presente interrogazione, affinché sia evitata nell'immediato la drastica riduzione delle nuove iscrizioni nella facoltà di veterinaria dell'università di Sassari, ripristinando il numero di immatricolazioni del precedente anno accademico, evitando così ulteriori ripercussioni negative sulla gravissima situazione sociale e dell'istruzione nella realtà sarda, già percorsa da enormi problemi di depotenziamento occupazionale ed ora colpita anche da drastici ridimensionamenti nell'organizzazione scolastica.
(5-01652)

CONTENTO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'Istituto Tecnico per Periti aziendali corrispondenti in lingue estere di San Vito al Tagliamento (Pordenone), «Paolo Sarpi», rischierebbe di non essere ricompreso tra gli istituti tecnici commerciali confermati in seguito alla recente riforma;
tale situazione sarebbe conseguente ad un errore del Ministero che avrebbe considerato detto istituto come un semplice «indirizzo» degli istituti commerciali e non come un'autonoma tipologia istituita nel 1965;
ciò sta comportando con comprensibile disagio oltre nel personale addetto e nelle famiglie anche nella comunità locale -:
quali siano gli esatti termini del problema e quali eventuali iniziative si possano individuare per la corretta soluzione del medesimo.
(5-01653)

SIRAGUSA, GHIZZONI, BERRETTA, SAMPERI e CAPODICASA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
con decreto dirigenziale del 22 novembre 2004, è stato indetto il concorso a dirigente scolastico che prevedeva per la Regione siciliana l'assunzione di 200 nuovi dirigenti;
il concorso è stato oggetto di numerose impugnazioni e contestazioni di illegittimità e irregolarità in relazione alle procedure messe in atto dalla commissione nel corso della valutazione degli elaborati;
in particolare, è stato proposto ricorso in sede giurisdizionale che è sfociato nelle sentenze emesse dal Consiglio di giustizia amministrativa delle Regione siciliana n. 477 e n. 478 del 25 maggio 2009, con le quali il giudice ha annullato la procedura concorsuale a livello regionale per il reclutamento dei dirigenti scolastici per la scuola primaria e secondaria di I e II grado;
il Tribunale amministrativo regionale in primo grado ha rilevato il vizio della mancata integrazione del contraddittorio ed in conseguenza ha dichiarato il ricorso inammissibile, non entrando nel merito dell'esame dei vizi;
il Consiglio di giustizia amministrativa contrariamente alla posizione del Tribunale amministrativo regionale, ha ritenuto legittimo il ricorso ed entrando nel merito ha rilevato l'esistenza dei vizi per quanto attiene alla costituzione della commissione che risultava formata da un unico presidente per entrambe le sottocommissioni che, quindi, hanno lavorato in composizione irregolare, dato che l'unico presidente non poteva partecipare, contemporaneamente, ai lavori delle due sottocommissioni;
i ricorrenti delle due sentenze summenzionate si aspettano legittimamente di essere riammessi a nuove procedure concorsuali;
a seguito di tale concorso sono stati immessi in ruolo, già dall'anno scolastico 2007-2008, 353 dirigenti scolastici, che ormai da due anni guidano con quotidiana fatica le scuole loro assegnate, e che vivono

il disagio di non sapere a quali determinazioni giungerà l'Amministrazione a seguito della sentenza -:
quali iniziative intenda assumere il Ministro al fine di dare seguito alla sentenza sopra menzionata, dando risposte alle legittime aspirazioni di chi è stato illegittimamente escluso dalla graduatoria dei vincitori di concorso e, nel contempo, a coloro che tali procedure avevano legittimamente e regolarmente superato;
se l'Amministrazione abbia proceduto, e in che termini, alle opportune verifiche sulla correttezza dell'operato della commissione, a garanzia sia di coloro che hanno superato legittimamente le prove, sia di coloro le cui prove non sono state correttamente valutate, anche al fine di superare un clima di sospetto e delegittimazione che si è fin qui largamente diffuso.
(5-01654)

Interrogazioni a risposta scritta:

GHIZZONI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il potenziamento dei l'offerta formativa a favore dell'integrazione scolastica rappresenta un nodo importante nella qualità dei processo di inclusione degli alunni con disabilità;
la qualità dell'integrazione non può essere, infatti, affidata esclusivamente al sostegno didattico dei docente specializzato, ma necessita di ulteriori interventi, rivolti a particolari bisogni degli alunni con disabilità e, in particolare, ipovedenti, alla formazione e all'aggiornamento del personale docente;
tali interventi rientrano a pieno titolo nell'esercizio del diritto allo studio e costituiscono una risorsa indispensabile a realizzare un'effettiva integrazione scolastica degli alunni con disabilità;
secondo la direttiva ministeriale n. 69 del 6 agosto 2008, relativa agli interventi di cui alla legge n. 440 del 1997, le risorse finanziarie specifiche per le iniziative finalizzate al potenziamento e alla qualificazione dell'offerta di integrazione scolastica degli alunni con disabilità, con particolare riguardo agli alunni con deficit sensoriale, promosse dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e dalle istituzioni scolastiche nell'ambito dei rispettivi piani dell'offerta formativa, sono state quantificate in 10.500.000 euro, di cui 1.000.000 di euro destinato alla fornitura di testi in Braille e ad altri strumenti utili per favorire la lettura degli studenti con disabilità visiva. La direttiva prevede che le suddette risorse siano utilizzate dagli uffici centrali o ripartite fra gli uffici scolastici regionali (in relazione al numero degli allievi disabili desunto dai dati resi noti nel Data Warehouse) e da questi distribuite agli uffici scolastici provinciali che a loro volta, provvedono a trasmettere le rispettive quote alle istituzioni scolastiche frequentate dagli alunni disabili;
ad oggi non si conosce come i menzionati fondi, destinati al potenziamento e alla qualificazione dell'offerta di integrazione scolastica degli alunni con disabilità, siano stati utilizzati a livello centrale e a livello periferico e, in particolare, si ignora se siano state finanziate le attività finalizzate alle iniziative a sostegno dell'integrazione scolastica dei giovani studenti con disabilità visiva -:
quali siano i criteri di erogazione agli uffici periferici dell'Amministrazione delle risorse finalizzate alla fornitura di testi in Braille e di altri strumenti utili per favorire la lettura degli studenti con disabilità visiva e se il Ministro disponga di dati in merito all'effettivo utilizzo dei fondi da parte dell'istituzioni scolastiche per le suddette finalità.
(4-03661)

MELIS, PES e FARINA COSCIONI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca del 3 luglio

2009, «definizione del numero dei posti destinati alle immatricolazioni ai corsi di laurea specialistica magistrale in medicina-veterinaria anno accademico 2009-2010» prevede (articolo 1, comma 1) che «limitatamente all'anno accademico magistrale 2009-2010, il numero di posti disponibili a livello nazionale per le immatricolazioni ai corsi di laurea specialistica/ magistrale in medicina veterinari è determinato in n. 1.160»;
la tabella allegata a detto decreto fissa in soli 26 i posti disponibili per la facoltà di medicina veterinaria dell'Università di Sassari (erano 43 nei due anni precedenti, 85 all'inizio del Duemila);
tale numero riduce notevolmente (-39,53 per cento i posti disponibili in detta facoltà, a fronte di una domanda crescente che trova alimento costante nelle caratteristiche del territorio, stante la spiccata vocazione della Sardegna per le attività agro-pastorali e l'entità del patrimonio, in particolare ovino, bovino ed equino di detta regione;
viceversa il numero dei veterinari ritenuti necessari in base all'accordo tra lo stato e la Regione sarda attualmente in vigore è di 45 (cifra determinata sulla base delle richieste dell'Assessorato alla Sanità della Regione);
la facoltà di medicina veterinaria di Sassari, istituita come istituto superiore nel 1928, facoltà dal 1934, oltre ad una brillante tradizione di ricerche e di studi di elevata qualità, ciò che l'ha da tempo segnalata anche nel contesto nazionale, essendo l'unica facoltà di veterinaria dell'isola, è frequentata da studenti provenienti da tutte le province sarde (e non solo), svolgendo dunque un ruolo di servizio verso tutta la regione;
d'altra parte già nel 2004 detta facoltà aveva spontaneamente ridotto le matricole da 80 a 50; ma in quest'ultima occasione - come risulta dalle dichiarazioni del suo preside - la facoltà non è stata in nessun modo, come pure sarebbe stato se non doveroso almeno opportuno, preventivamente consultata dal Ministero su quali fossero le reali esigenze formative e didattiche;
sulla base dell'impegno documentato della Regione sarda e degli enti locali sono in via di realizzazione in Sardegna le strutture necessarie per far ottenere alla facoltà l'accreditamento europeo, ciò che naturalmente accrescerà notevolmente le sue potenzialità di azione;
comunque, a testimonianza del livello degli studi, nell'ultima classifica Censis la facoltà veterinaria di Sassari è al quinto posto in Italia, precedendo altre facoltà già accreditate dall'Unione europea; si aggiunga che la facoltà rappresenta un importante punto di riferimento per la medicina pubblica e per i veterinari liberi privati della Sardegna;
sono in atto a Sassari e in provincia vivaci manifestazioni studentesche volte a contestare la tabella. La stessa Università di Sassari, gli ordini veterinari e la città nel suo insieme aderiscono pienamente ai suoi massimi livelli alla protesta, chiedendo la revisione della tabella -:
quale risposta intenda dare il Ministro alla richiesta della Ateneo sassarese, della facoltà di medicina veterinaria e degli studenti e se non ritenga opportuno, considerata l'eccezionale condizione della Sardegna e le sue specifiche esigenze, legate alle forme peculiari della sua economia, nonché la rilevanza degli studi medico-veterinari nell'isola, porre mano ad una revisione della tabella accrescendo il numero dei posti destinati a Sassari.
(4-03670)

FRONER. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
con il decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 2001, n. 328, sono state disposte modifiche ed integrazioni alla disciplina dell'ordinamento dei connessi albi, ordini o collegi, di tredici professioni

(dottore agronomo e dottore forestale, agrotecnico, architetto, assistente sociale, attuario, biologo, chimico, geologo, geometra, ingegnere, perito agrario, perito industriale, psicologo), al fine di rendere tali disposizioni legislative coerenti con i titoli universitari introdotti dal decreto del Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica del 3 novembre 1999, n. 509, ed in particolare con la nuova laurea di primo livello (cosiddetta europea), introducendo per i possessori di dette lauree apposite sezioni B degli ordini professionali;
sempre con il citato decreto sono state statuite le competenze degli ingegneri (juniores) iscritti alla sezione B dei relativi albi professionali e dal 2002, anno in cui si sono tenuti i primi esami di Stato per l'accesso alla professione di ingegnere junior, tali professionisti di primo livello esercitano la libera professione attraverso la citata normativa ed in tutti gli ambiti professionali non esplicitamente da essa esclusi;
la normativa di riferimento ed, in particolare, l'articolo 46, comma 1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 2001, prevede che le attività professionali che formano oggetto della professione di ingegnere del settore civile ed ambientale sono, in generale, «la pianificazione, la progettazione, lo sviluppo, la direzione lavori, la stima, il collaudo, la gestione, la valutazione di impatto ambientale di opere edili e strutture, infrastrutture, territoriali e di trasporto, di opere per la difesa del suolo e per il disinquinamento e la depurazione, di opere geotecniche, di sistemi e impianti civili e per l'ambiente e il territorio», mentre, in particolare, per l'attività professionale degli iscritti alla sezione B del settore civile ed ambientale, alla lettera a) comma 3 sempre dell'articolo 46 del decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 2001, si prevede il seguente ambito professionale: 1) le attività basate sull'applicazione delle scienze, volte al concorso e alla collaborazione alle attività di progettazione, direzione dei lavori, stima e collaudo di opere edilizie comprese le opere pubbliche; 2) la progettazione, la direzione dei lavori, la vigilanza, la contabilità e la liquidazione relative a costruzioni civili semplici, con l'uso di metodologie standardizzate; 3) i rilievi diretti e strumentali sull'edilizia attuale e storica e i rilievi geometrici di qualunque natura»;
la sentenza n. 01791 del 2003 della I sezione del TAR Lazio in merito al ricorso proposto dal consiglio nazionale degli ingegneri per l'annullamento del decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 2001 ha respinto, in primo grado, tale ricorso ritenendolo «infondato in toto»;
la sentenza n. 1314 del 2006 della I sezione del TAR Campania, relativa al ricorso presentato nei confronti di un iscritto alla sezione B dell'albo degli ingegneri, oltre a far prevalere, nel merito, le ragioni dell'ingegnere junior in relazione alla possibilità di assumere l'incarico pubblico oggetto di contenzioso ha ribadito, relativamente alla paventate limitazioni di competenze imposte dal decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 2001, che «...la censura è infondata poiché siffatta limitazione non è sancita chiaramente dall'articolo 46 del decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 2001, e quindi, costituendo una limitazione alla libera esplicazione della libertà di lavoro, non può evincersi in maniera analogica o interpretativo-riduttiva...»;
la recente sentenza n. 1473/2009 del Consiglio di Stato del 27 gennaio 2009 relativa al ricorso, proposte in secondo grado, dal consiglio nazionale degli ingegneri per l'annullamento del decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 2001, ha nuovamente rigettato il ricorso del consiglio nazionale degli ingegneri, condannandolo, oltretutto, al risarcimento di 26.000 euro di spese in favore degli appellati ed interventori, eccependo, inoltre, in tema di competenze professionali degli ingegneri, che in tale normativa le «attività maggiormente caratterizzanti la professione» sono elencate a mero «titolo esemplificativo e non tassativo»;

il recente parere del 28 febbraio 2009 del comitato giuridico consultivo della Regione Calabria, da quest'ultima interpellata per dirimere un contenzioso in atto proprio in materia di competenze professionali degli ingegneri juniores, ha stabilito che si devono poter «presumere in capo all'ingegnere che presenta il progetto, ancorché ingegnere junior, le necessarie competenze secondo il principio sancito dal punto 1.4 del codice deontologico degli ingegneri secondo cui "l'ingegnere rifiuta di accettare incarichi per i quali ritenga di non avere adeguata preparazione", mentre dovrà essere negata agli ingegneri juniores la possibilità di presentare propri progetti solo nei casi di particolare complessità, tali da escludere metodologie standardizzate, ferma la possibilità di collaborare con gli ingegneri anche per la stesura di tali progetti»;
la provincia di Macerata ha recentemente inviato all'organo preposto per la determinazione del riparto delle competenze degli ingegneri, ovvero al Ministero della Giustizia, una nota di chiarimento (Cfr. nota del Dirigente del X Settore n. 31829 del 5 maggio 2009) in merito alle competenze dell'ingegnere junior e, solo per conoscenza, anche al consiglio nazionale degli ingegneri;
a seguito di tale richiesta della Provincia di Macerata il consiglio nazionale degli ingegneri ha emanato, nella sua ordinaria composizione costituita a maggioranza di ingegneri iscritti alla sezione A (più precisamente 14 appartenenti alla sezione A ed 1 alla sezione B), il recente parere (si confronti la circolare n. 3251 del 17 giugno 2009, inviata al Ministero della Giustizia oltre che, per conoscenza, a tutti gli ordini degli ingegneri), palesemente restrittivo e gravemente lesivo dei diritti degli ingegneri iscritti alla sezione B dell'albo degli ingegneri, e, pur ammettendo che «l'unica Autorità competente a rilasciare interpretazioni ufficiali del decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 2001 è il Ministero della Giustizia, unitamente al Ministero dell'Università», il Consiglio Nazionale degli ingegneri ha formulato un parere secondo il quale «il calcolo, la verifica e la direzione dei lavori di strutture in zona sismica non rientrano tra le attività professionali di cui all'articolo 46, comma 3, lettera a), del decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 2001, in quanto non trattasi di costruzioni semplici con l'uso di metodologie standardizzate e, pertanto, tali attività sono di competenza esclusiva dell'ingegnere iscritto alla Sezione A settore a) civile e ambientale dell'albo»;
a seguito di tale parere del consiglio nazionale degli ingegneri è stata praticamente inibita agli ingegneri juniores qualsiasi attività di progettazione e direzione lavori su tutto il territorio nazionale essendo l'Italia a prevalenza zona sismica, con gravi conseguenze, quindi, di immagine ed economiche per gli ingegneri juniores che vedono impedito, di fatto, l'esercizio dei propri diritti professionali;
ulteriori circolari del consiglio nazionale degli ingegneri (si confronti la circolare n. 227 dell'11 maggio 2009 e successive) in merito al reclutamento di ingegneri volontari per le operazioni di verifica statica degli edifici danneggiati dal sisma dell'Abruzzo del 6 aprile scorso hanno esplicitamente previsto la richiesta «esclusivamente di iscritti alla sezione A», benché sia ben noto che sul posto hanno operato, con competenza, anche geometri, periti industriali ed architetti juniores;
la formazione universitaria impartita presso le facoltà di ingegneria italiane, anche successivamente alle intervenute riforme dell'università (decreto ministeriale n. 509 del 1999 e decreto ministeriale n. 270 del 2004), oltre che gli esami di Stato per l'accesso alla professione di ingegnere junior, contemplano sempre la trattazione di prove di selezione in ambito strutturale;
vige in giurisprudenza il principio secondo cui ciò che non è espressamente vietato dalla norma è consentito;
a seguito del richiamato parere del consiglio nazionale degli ingegneri varie

federazioni e consigli territoriali degli ordini degli ingegneri si sono pronunciati contro il recepimento di tale parere non ritenendolo adeguatamente motivato;
risulta in materia essere stata attivata dall'assemblea dei presidenti degli ordini degli ingegneri d'Italia una specifica commissione sulle competenze professionali (mista di iscritti alla sezione A e alla sezione B dell'albo) al fine di dirimere congiuntamente e bonariamente il contenzioso fino ad oggi solo interno alla categoria, e che ad oggi tale commissione non si è ancora pronunciata nel merito;
il parere del consiglio nazionale degli ingegneri sembra contraddire un suo stesso parere di solo qualche mese fa (parere n. 2008/02/27 del 17 dicembre 2008), oltre che le ricerche n. 58/2004 e n. 103/2008 effettuate dal Centro Studi dello stesso Consiglio Nazionale degli Ingegneri;
è ben noto che in talune realtà territoriali è consentita la progettazione e la direzione lavori, seppur con limitazioni di ordine quantitativo, anche alle categorie professionali dei geometri e periti industriali (si veda la nota del dirigente del Servizio Tecnico n. 7 di Vibo Valentia del 5 giugno 2007, prot. n. 2874/06, nonché la circolare del consiglio nazionale dei periti industriali del 9 giugno 2009, prot. n. 3800/FF/dr);
è stata inviata dal coordinamento universitari e professionisti triennali (CUP3) richiesta di parere in materia al ministero della giustizia per un urgente ed improcrastinabile intervento che ponga fine alle conflittualità interne generate dal parere del consiglio nazionale degli ingegneri e consenta agli ingegneri juniores il regolare svolgimento della professione;
il tema della definizione delle regole di ingresso nel mondo delle professioni regolamentate e di funzionamento successivo degli Organi istituzionali a ciò preposti è particolarmente sentito, dal punto di vista dell'equità e della concorrenza, soprattutto riguardo ai giovani professionisti, ed ancor più nell'attuale delicata fase economica nazionale, come spesso più volte sottolineato dalla stessa Commissione europea per la concorrenza oltre che dall'Autorità nazionale garante per la concorrenza;
quali provvedimenti i Ministri interrogati intendano adottare al fine di garantire in Italia l'effettivo, concreto e corretto esercizio della professione di ingegnere junior così come previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 328/2001;
se intenda assumere iniziative per chiarire che la citata interpretazione si pone in contrasto con i principi sanciti dal vigente codice deontologico degli ingegneri secondo cui:
articolo 1.1) l'ingegnere è personalmente responsabile della propria opera e nei riguardi della committenza e nei riguardi della collettività;
articolo 1.4) l'ingegnere rifiuta di accettare incarichi per i quali ritenga di non avere adeguata preparazione e/o quelli per i quali ritenga di non avere adeguata potenzialità per l'adempimento degli impegni assunti;
quali iniziative intendano assumere per evitare che un semplice parere interpretativo ancorché non vincolante, non esplicitamente richiesto e apparentemente in conflitto di interesse, di un consiglio nazionale arrechi danni irreparabili di immagine e, quindi, economici per migliaia di giovani professionisti.
(4-03672)