Allegato B
Seduta n. 205 del 21/7/2009

TESTO AGGIORNATO AL 3 GIUGNO 2010

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazioni a risposta scritta:

CAVALLARO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
come risulta da alcuni articoli, apparsi in data 18 e 19 giugno 2009 su Il Resto del Carlino, pagine della cronaca di Macerata, il Ministero per i beni ambientali e le attività culturali ha posto un

vincolo sull'ex deposito militare sito in località Torre del Parco a Camerino (Macerata), comunemente denominato «Le Casermette», dichiarando tale area «zona di interesse storico-architettonico»;
tale zona, di proprietà del Ministero della difesa, ormai in evidente stato di deperimento ed anzi di degrado da decenni, è circondata da costruzioni artigianali ed industriali e per questo, ma inutilmente, l'amministrazione comunale camerte, a quanto risulta, ha più volte tentato di acquisirla pur senza raggiungere il risultato, per integrarla nei poli produttivi privati e comunali di Torre del Parco;
tale sito era stato individuato anche come «area leader» del progetto «Quadrilatero Marche-Umbria» che prevede la realizzazione di opere infrastrutturali e viarie, in quanto per la sua ubicazione rappresenta un punto di snodo strategico nell'ambito della viabilità e delle aree d'interesse economico dell'alto maceratese;
anche in seguito al manifestarsi della crisi della A. Merloni spa, che occupa molti addetti nell'alto maceratese, la precedente amministrazione della Provincia di Macerata aveva deciso di inserire la rifunzionalizzazione del sito nell'ambito di una piattaforma di venticinque idee progettuali per il rilancio del territorio montano, con il proposito di farne un polo tecnologico per lo sviluppo di imprese innovative in collaborazione con l'Università di Camerino, nel quadro del progetto di distretto tecnologico inserito nell'accordo di programma che la Regione Marche ha riproposto al Ministero dello sviluppo economico e per il quale è stato ipotizzato un investimento di 50 milioni di euro;
l'imposizione del vincolo, che peraltro appare assai debole nelle sue motivazioni, tardiva e non adeguatamente supportata da indagini storiche, paesaggistico-ambientali, urbanistiche e costruttive, ostacola ed anzi rende allo stato improponibile ed irrealizzabile la riqualificazione del deposito, composto di numerose fatiscenti unità immobiliari, prive di qualsiasi pregio storico e meritevoli solo di un'imponente trasformazione, perché difficilmente l'ex deposito militare potrà essere trasformato e utilizzato per attività commerciali, industriali ed artigianali, con una perdita economica notevole per lo Stato, ma soprattutto per l'economia locale già gravata dalla crisi della A. Merloni spa;
peraltro appare irrazionale la condotta delle autorità locali e centrali dello Stato, a vario titolo coinvolte nella vicenda, ed in particolare appare da un lato assurda la proposizione del vincolo da parte della Soprintendenza regionale delle Marche, quale organo periferico del Ministero per i beni e le attività culturali, che rende inutilizzabile il sito e ne diminuisce il valore invece di consentirne un progetto in partnership pubblico-privata di rifunzionalizzazione, mentre dall'altro appare non meno censurabile l'inerzia del Ministero per lo Sviluppo Economico che a tutt'oggi non ha approvato l'Accordo di programma da mesi sottoposto all'autorità ministeriale con l'adesione della Regione Marche;
appare ad ogni buon conto del tutto errata la procedura fin qui seguita, che richiederebbe un'adeguata concertazione fra autorità di Governo, Regione Marche, Università degli studi di Camerino e Comune di Camerino, che più volte hanno manifestato interesse a tale progetto, al fine di giungere ad una positiva soluzione della questione, che riguarda una delle aree strategiche per lo sviluppo economico-sociale dell'intero territorio dell'alto maceratese -:
se e quali misure i Ministri interrogati, alla luce dei fatti sopra evidenziati, intendano adottare per permettere un'effettiva ed urgente rifunzionalizzazione dell'ex magazzino militare di Torre del Parco di Camerino denominato «Le Carsermette».
(4-03663)

ALESSANDRI e STUCCHI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la città di Roma possiede un centro storico di elevatissimo valore architettonico

e culturale e per questo oggetto di particolari e specifici provvedimenti di tutela;
per questo scopo, negli ultimi mesi sono state decise forme di vincolo particolarmente incisive, come quelle volte al mantenimento di un alto decoro dei propri beni e quelle dirette alla lotta al degrado cittadino. A tal proposito, da circa un anno, sono in corso di attuazione differenti iniziative studiate per migliorare la qualità e la protezione della vivibilità civile del sistema urbano interno, come ad esempio la nuova disciplina per gli orari delle zone a traffico limitato, il potenziamento dei controlli della polizia municipale, l'aumento del trasporto pubblico negli orari di attivazione dei varchi, un regolamento anti-rumore, un'ordinanza contro degrado e disturbo alla quiete pubblica e per la sicurezza («anti-bivacco»), un'ordinanza per il contrasto al commercio ambulante abusivo («anti-borsone»);
esistono invece da molti anni speciali norme di tutela dei beni storici ed ambientali degli edifici del centro storico di Roma e queste sono noti per la loro severità ed inderogabilità;
risulterebbe che in certi casi le severe disposizioni di tutela delle aree di notevole interesse del centro storico di Roma siano palesemente violate ed oltraggiate;
sull'edizione giugno-luglio 2009 del mensile Specchio economico, è riportato un articolo che denuncia un clamoroso caso di violazione dei vincoli architettonici ed ambientali posti in capo agli edifici del centro di Roma. In tale articolo si evidenzia, tra l'altro, il seguente stato dei fatti: «...i vincoli ci sono e sono ferrei, ma vengono ignorati dalla Sovrintendenza se ai big del mattone come la società Pirelli Real Estate è concesso di compromettere il paesaggio nelle modalità e nelle dimensioni dimostrate dalle due foto rappresentanti il terrazzo dell'edificio di Via del Tritone 142, sottoposto dal Gruppo a una profonda ristrutturazione e poi affittato a Bulgari che vi ha trasferito i propri uffici. Richiesta di esibire, ai sensi della legge 241/90, le autorizzazioni eventualmente rilasciate o comunque il proprio atteggiamento sulla grave compromissione del paesaggio, la sovrintendente si è rifiutata, nonostante abbia recentemente ribadito in una circolare interna l'obbligo di respingere le richieste di installazione di impianti tecnici (condizionamento eccetera) sulle coperture degli edifici all'interno delle Mura Aureliane. I gioielli di Bulgari valgono certamente di più perfino del Palazzo del Quirinale, da dove il Capo dello Stato Giorgio Napolitano e i Capi di Stato stranieri suoi ospiti ora possono ammirare, anziché il solito e stantio panorama di Roma, un vero e sentito omaggio alla natura: una verdissima e altissima siepe di lauro ceraso. Di plastica.»;
sarebbe auspicabile che vi fosse un urgente interessamento del Ministero per i beni e le attività culturali su questa ipotizzata vicenda di inosservanza dei vincoli ambientali, paesaggistici e architettonici in danno del centro storico di Roma -:
se il Ministro non intenda assumere iniziative al fine di accertare se nel centro storico di Roma, in particolare sull'edificio di via del Tritone 142, siano stati effettuati interventi presumibilmente in violazione dei vincoli ambientali, paesaggistici, architettonici e culturali che tutelano il particolare patrimonio storico della città.
(4-03671)