XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 15 luglio 2009

TESTO AGGIORNATO AL 1° MARZO 2011

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

SBAI e CARLUCCI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante ha già presentato interrogazione a risposta scritta alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno ed al Ministro degli affari esteri n. 4/03241 seduta d'annuncio 11 giugno 2009, in corso, per sapere dal Governo quali iniziative, nell'ambito della efficace azione intrapresa con diversi interventi messi a segno per la sicurezza pubblica ed in relazione alla recente costruzione moschea in Colle Val d'Elsa, intenda intraprendere per chiarire la provenienza e gli scopi dei finanziamenti utilizzati dall'UCOII per la costruzione delle moschee in Italia, la reale attività dell'Unione, anche in ambito di collegamenti con l'ala integralista, per evitare e sradicare i fenomeni eversivi contro l'ordine pubblico nazionale o di natura terroristica, già perpetrati o potenzialmente perpetrabili (come da operazioni delle Forze dell'ordine a: Milano, Torino, province di Venezia, Padova, Brescia, Firenze, Como, Cuneo e Trento) ed a tutela di questo, con controlli nelle competenti sedi, ciò anche in relazione alle denunce dell'UCOII contro giornalisti violando il diritto alla libertà di stampa; nel frattempo, si sono susseguiti interventi delle Forze dell'Ordine per sventare attentati a Milano, Bologna, con arresti in varie parti d'Italia (custodia cautelare per sospetta organizzazione di attentati terroristici);
questo è segno della saldatura tra organizzazioni islamiche eversive e Al Qaida (come il gruppo salafita per la predicazione e il combattimento, poi confluito nel 2006 in quello di Al Qaeda nel Maghreb Islamico - AQIM -), che secondo gli inquirenti, avrebbe portato a progettare atti terroristici in Europa attraverso l'impiego di jihadisti itineranti, nel mirino erano la chiesa di S. Petronio a Bologna e la metropolitana di Milano, l'ambasciata americana a Rabat ed altri obiettivi in Francia, Danimarca e Spagna);
nella seduta n. 193 di giovedì 25 giugno 2009 l'interrogante è intervenuta a titolo personale, in relazione alle notizie che riguardano la nuova moschea di Torino ed il presunto finanziamento di due milioni di euro stanziati dalle autorità marocchine, smentito dal quotidiano marocchino Assabah ed in merito al quale l'intelligence ha già avviato un'inchiesta sulla somma di danaro, che sarebbe stata versata sul conto di una certa associazione UMI (Unione Musulmani in Italia), il cui Presidente Khounati ha minacciato azioni legali nei confronti dell'interrogante, millantando che l'operazione sarebbe stata effettuata in piena trasparenza;
è quanto mai eclatante, l'asserzione che il Marocco avrebbe inviato questi fondi per poi versarli a Abdel Asiz Khounati - UMI (che fa parte di un partito politico marocchino denominato «Giustizia e Sviluppo») e non alla comunità marocchina;
occorre fare chiarezza, per tutelare la pubblica sicurezza e la comunità marocchina in Italia, che ha tutti i diritti di espressione di culto, con la costruzione di una moschea per le vie lecite, anche in considerazione della parte dell'Islam moderato, e non di assistere a traffici di valuta di dubbia provenienza e destinazione, per mano di atti arbitrari degli imam, come sorta di avamposto di islam talebano;
la cronaca di questi ultimi anni, ci ha già mostrato quale pericolo possono rappresentare questi «imam fai da te»; il Presidente Khounati è stato il vice-imam di quell'imam Bouchta che è stato espulso dall'Italia. Ciò dimostra quale pericolo possano rappresentare questi «imam fai

da te» in termini di sicurezza nazionale e internazionale e non possiamo permettere che venga lasciato loro libero gioco;
è essenziale conoscere da dove vengono i 2 milioni di euro, quanti ne siano stati stanziati, e in particolare quanti ne siano stati dati ad un'associazione e non al Governo italiano;
parrebbe infine peraltro che la metà dei due milioni di euro assegnati sia già stata spesa ma non è noto in che modo;
l'interrogante non è ovviamente contraria alla moschea, la moschea è un posto dove un fedele e una persona pregano tranquillamente ma è estremamente preoccupata in ragione di tutti gli elementi sopra riportati e ricordati nell'intervento reso in Aula il 25 giugno 2009 -:
quali urgenti iniziative intenda intraprendere il Governo per chiarire quale sia l'importo effettivo, la provenienza ed il reale utilizzo dei finanziamenti relativi alla costruzione della nuova moschea in Torino e se sia noto il ruolo effettivo dell'UMI e di Abdel Asiz Khounati ciò al fine di garantire la trasparenza del flusso di danaro stanziato dalle autorità marocchine e per tutelare i diritti della comunità marocchina in Italia, ciò anche in chiave antiterroristica per la tutela dell'ordine pubblico e della incolumità nazionale.
(5-01638)

SBAI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
dopo 22 anni dai referendum del 1987, con i quali gli italiani dissero «no» all'atomo, il Governo italiano si è occupato recentemente del nucleare, una fonte di energia assai controversa;
in particolare, il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge n. 133 del 2008 recante «Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria» al Capo III - «Energia» stabilisce norme precise: all'articolo 7. Strategia energetica nazionale: «1. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, definisce la "Strategia energetica nazionale", che indica le priorità per il breve ed il lungo periodo e reca la determinazione delle misure necessarie per conseguire, anche attraverso meccanismi di mercato, i seguenti obiettivi: a) diversificazione delle fonti di energia e delle aree geografiche di approvvigionamento; b) miglioramento della competitività del sistema energetico nazionale e sviluppo delle infrastrutture nella prospettiva del mercato interno europeo; c) promozione delle fonti rinnovabili di energia e dell'efficienza energetica; d) realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare; d-bis) promozione della ricerca sul nucleare di quarta generazione o da fusione; e) incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore energetico e partecipazione ad accordi internazionali di cooperazione tecnologica; f) sostenibilità ambientale nella produzione e negli usi dell'energia, anche ai fini della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra; g) garanzia di adeguati livelli di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori.» Ed al comma 2: «Ai fini della elaborazione della proposta di cui ai comma 1, il Ministro dello sviluppo economico convoca, d'intesa con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, una Conferenza nazionale dell'energia e dell'ambiente»;
l'interrogante fa presente di aver appreso che il Consiglio regionale della Puglia ha deliberato un atto d'impegno per il Presidente della regione, il 27 maggio 2009, al fine di riportare alle istituzioni il proprio orientamento sulla localizzazione degli impianti nucleari, alla luce dell'elaborazione del piano nazionale per la costruzione di nuove centrali nucleari, con forti preoccupazioni sul piano di tutela

della popolazione, dell'ambiente e dello sviluppo turistico, risorsa fondamentale regionale, ritenendo l'opportunità che «sarebbe più lungimirante programmare l'eventuale ricorso all'energia nucleare solo con riferimento a quella di quarta generazione, che appare in grado di dare più sicurezza sia in materia di impianti che di produzione e smaltimento delle scorie che vengono riutilizzate attraverso un processo di «fertilizzazione»;
infatti, l'ordine del giorno della giunta evidenzia il fatto della non specificazione, nel disposto di cui al decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 del ricorso all'energia nucleare (vedi articolo 7, comma 1 punto d) limitandosi a citare il nucleare in riferimento a quello di quarta generazione, solo al punto d-bis) limitatamente nella strategia energetica nazionale, alla «promozione della ricerca sul nucleare di quarta generazione o da fusione»;
parrebbe non garantito nella scelta dei siti e nella realizzazione di impianti di energia nucleare la scelta del nucleare di quarta generazione e, pertanto, le preoccupazioni di cui all'ordine del giorno del consiglio regionale, che ritengono l'utilizzo dell'energia nucleare di quarta generazione in grado di dare più sicurezza sia in materia di impianti sia di produzione e smaltimento delle scorie, sono fondatamente avvalorate dal sopracitato articolo 7 del decreto-legge n. 112 del 2008, ed il punto d) ne è la riprova;
inoltre, l'argomento è trattato anche dall'atto Senato n. 1195/B, in seconda lettura all'altro ramo del Parlamento, già atto Camera 1441/Ter B, recentemente approvato con modifiche dalla Camera dei Deputati il 1o luglio 2009 recante «Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia» in cui all'articolo 25, è contenuta la delega al Governo in materia nucleare ed in particolare: «1. Il Governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, nel rispetto delle norme in tema di valutazione di impatto ambientale e di pubblicità delle relative procedure, uno o più decreti legislativi di riassetto normativo recanti la disciplina della localizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché dei sistemi per il deposito definitivo dei materiali e rifiuti radioattivi e per la definizione delle misure compensative da corrispondere e da realizzare in favore delle popolazioni interessate. I decreti sono adottati, secondo le modalità e i princìpi direttivi di cui all'articolo 20 della legge 15 marzo 1997, n. 59, e successive modificazioni, nonché nel rispetto dei princìpi e criteri direttivi di cui al comma 2 del presente articolo, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, previa acquisizione dei parere della Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, e successivamente delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per le conseguenze di carattere finanziario. I pareri delle Commissioni parlamentari sono espressi entro sessanta giorni dalla data di trasmissione degli schemi dei decreti legislativi. Con i medesimi decreti sono altresì stabiliti le procedure autorizzative e i requisiti soggettivi per lo svolgimento delle attività di costruzione, di esercizio e di disattivazione degli impianti di cui al primo periodo»;
al comma 2 del predetto articolo, il disegno di legge governativo definisce l'esplicazione dei criteri di delega: «La delega di cui al comma 1 è esercitata nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi, tra cui, si segnala: a) previsione della possibilità di dichiarare i siti aree di interesse strategico nazionale, soggette a speciali forme di vigilanza e di protezione; b) definizione di elevati livelli di sicurezza

dei siti, che soddisfino le esigenze di tutela della salute della popolazione e dell'ambiente;
alla luce di quanto sopra, il predetto ordine del giorno di cui alla seduta consiliare, approvato all'unanimità, impegna la presidenza della Regione Puglia ad inviare la delibera ai presidenti di tutti i consigli delle regioni italiane, invitandoli ad adottare analoghe «prese di posizione», al fine «di riaffermare l'autonomia delle regioni, nel rispetto della modifica del Titolo V della Costituzione», ed infatti, si evidenzia la potestà legislativa regionale concorrente (articolo 117 della Costituzione, 3o comma) nella tutela della salute e protezione civile, nel governo del territorio, nella produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia, dal che si evince, in dette materie riservate alla legislazione concorrente regionale, la riserva alla legislazione dello Stato prevista «salvo che per la determinazione dei principi fondamentali»;
in detto contesto, si evidenzia, del pari, che l'articolo 117 della Costituzione al 2o comma punto s) riserva alla legislazione esclusiva dello Stato la «tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali», vigente il comma 4 che sancisce la potestà legislativa delle Regioni «in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata allo Stato», e pertanto sulla base del combinato disposto di tali previsioni costituzionali, a buona ragione e a giusto titolo, la regione Puglia ha preso tale posizione, affinché il territorio pugliese «sia escluso da qualsiasi ipotesi di localizzazione di impianti nucleari»;
l'interrogante evidenzia che si può ipotizzare che la scelta dei siti delle future centrali potrebbe riguardare poche aree del Paese: in Sardegna, la zona di S. Margherita di Pula, la costa orientale fra S. Lucia e Capo Comino o la zona di Lanusei presso la foce del Rio Mannu; in Puglia, la costa di Ostuni; la pianura padana dal vercellese fino al mantovano, dove già erano localizzate le centrali di Trino e di Caorso. Tali ristrette opzioni di scelta, potrebbero essere dettate dal fatto che dette centrali hanno bisogno di molta acqua per raffreddare i reattori (acqua che circola, naturalmente, fuori dal reattore), dunque se ne può prevedere la realizzazione vicino ai fiumi o al mare; queste ipotesi sono contenute anche in due dossier realizzati da Legambiente e da Greenpeace, che inseriscono tra i siti «candidati» anche Montalto di Castro (Viterbo), sia perché in zona costiera che per le condizioni particolarmente favorevoli in termini di connessioni alla rete elettrica;
riguardo alla localizzazione dei siti per lo smaltimento delle scorie nucleari, uno studio condotto tra il 1999 e il 2000 da un gruppo di lavoro costituito dalla Conferenza Stato-Regioni (e supportato tecnicamente dall'Enea) identifica come aree vocate a tal fine l'Alto Lazio, buona parte della Toscana, le Murge pugliesi e la Basilicata -:
se il Governo non ritenga opportuno sulla base dei criteri e delle modalità di scelta, adottati per la realizzazione delle centrali nucleari, nonché del numero dei siti individuati per la localizzazione degli impianti e dei depositi per le scorie nucleari, escludere la regione Puglia, nell'ambito del piano nazionale per la costruzione di nuove centrali nucleari, dalla localizzazione dei siti destinati ad ospitare centrali nucleari e siti di stoccaggio di scorie;
se intenda adottare la linea programmatica nazionale di costruire solo centrali di quarta generazione o da fusione.
(5-01639)

Interrogazioni a risposta scritta:

LARATTA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in località Pieditorto, nel comune di Scala Coeli (Cosenza), ai confini con quello di Crucoli (Crotone), in un'area splendida, quella che costeggia il fiume Nicà, dalle potenzialità agricole immense, fra lussureggianti

vigneti della zona doc del Cirò, imponenti uliveti della Dop Bruzio, profumati frutteti, è stata prospettata la realizzazione da parte del commissario per l'emergenza ambientale, di un impianto per lo smaltimento di rifiuti solidi urbani nel territorio di Scala Coeli. Rifiuti che dovranno essere abbancati in una discarica da 70 ettari che il Commissario delegato per l'emergenza rifiuti della Calabria ha deciso di ubicare in questa valle;
a Crucoli, le cui colline si stagliano proprio sulla discarica, su questa vicenda c'è preoccupazione: «Io continuo a non vederci chiaro, il sindaco di Scala Coeli ed il Commissario per l'emergenza devono dirci cosa c'è sotto» dice il primo cittadino di Crucoli, Antonio Sicilia, mentre osserva la vallata condannata ad diventare una discarica;
riferisce il periodico Il Crotonese che «La popolazione del posto, quella di Crucoli e di Torretta è davvero preoccupata. Come i cittadini di Umbriatico, Cariati, Terravecchia e di tutta l'area jonica interessata. C'è grande preoccupazione fra tutti i sindaci e i consigli comunali del posto per una discarica così grande, soprattutto in una zona ad alta vocazione agricola con le zone doc del Cirò e dop dell'olio. La preoccupazione a Crucoli è ben altra di quella della «semplice» discarica per rifiuti solidi urbani. La preoccupazione ha il simbolo del nucleare. Appena venuta fuori la notizia che la località Pieditorto era stata scelta come sito per la realizzazione di una discarica, è venuto in mente che la stessa località era stata individuata dal Governo per lo smaltimento delle scorie nucleari: la mappa di questi siti è liberamente consultabile sul sito internet di Greenpeace). In effetti, la zona si presta bene per «conservare» i rifiuti nucleari: tanta argilla, rischio idrogeologico pari a zero, zona interna e poco visibile. Perfetta insomma per celare le schifezze atomiche»;
poco distante, in questa zona, il consorzio di bonifica ha ottenuto un primo finanziamento di 500 mila euro per il progetto definitivo per la realizzazione di un invaso da 70 milioni metri cubi di acqua sul torrente Patia. Un progetto che, se realizzato, porterebbe acqua potabile alle città della costa. Ma che potrebbe anche servire per raffreddare i reattori nucleari di una delle nuove centrali atomiche che saranno realizzate in Italia grazie alla legge approvata senza tenere conto di un referendum e delle nuove tecnologie più ecologiche, meno costose e più redditizie. Entro sei mesi, comunque, dovranno essere scelti i siti: quello di Scala Coeli sembra essere in pole-position. Anche in questo caso le mappe pubblicate dal sito di Greenpeace mostrano che la zona del fiume Nicà è indicata come probabile scelta -:
se rispondano a verità le notizie sopra riportate e quali iniziative intenda assumere, nel quadro del commissariamento in essere, al fine di non compromettere le produzioni della zona citata in premessa;
se intenda smentire che nella località di Pieditorto sarà prevista la localizzazione di una centrale nucleare.
(4-03603)

LOLLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
l'ordinanza n. 3782 del 17 luglio 2009, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 145 del 25 giugno 2009, prevede «ulteriori interventi urgenti diretti a fronteggiare gli eventi sismici verificatisi nella Regione Abruzzo il giorno 6 aprile 2009»;
l'articolo 4 della citata ordinanza, per consentire la continuità delle attività di competenza dell'Agenzia delle entrate, autorizza la stessa, in attesa della riparazione degli immobili siti nel territorio del Comune di L'Aquila danneggiati dall'evento sismico del 6 aprile 2009, ad acquisire in locazione strutture prefabbricate nelle quali collocare temporaneamente i propri uffici;
l'articolo 4, secondo capoverso, valuta il relativo onere, per un limite complessivo di euro 1.100.000,00 per il biennio 2009-2010;
a tale onere si provvede a carico delle risorse di cui all'articolo 14, comma 1, del decreto-legge 28 aprile 2009 n. 39, concernente

«Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile e ulteriori interventi urgenti in materia di protezione civile»;
la riapertura di sportelli prima temporanei e poi permanenti dell'Agenzia delle Entrate, presenti nel paese in tutti i capoluoghi di regione, è certamente un passo importante verso la ripresa di tutte le funzioni amministrative della città;
è stata più volte, però, sottolineata l'insufficienza delle risorse stanziate per le popolazioni abruzzesi. Per questo appare evidente la non opportunità di destinare tali somme, sottraendole agli interventi di ricostruzione ed alle altre misure previste dall'articolo 14, comma 1, del citato decreto-legge, all'Agenzia delle entrate, che in un momento così drammatico dovrebbe mettere in atto scelte che diano certezze ai cittadini-contribuenti senza privarli di risorse necessarie alla ricostruzione -:
se sia possibile fornire chiarimenti in ordine alla scelta di utilizzare, per l'acquisizione delle strutture locate dall'Agenzia delle Entrate, risorse destinate alle popolazioni colpite dagli eventi sismici.
(4-03612)

DIMA e CARLUCCI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere premesso che:
la giunta regionale della Calabria, con delibera n. 669 del 5 ottobre 2006, ha approvato il programma di riordino della rete ospedaliera e territoriale delle aziende sanitarie ed ospedaliere calabresi a seguito dell'attuazione dell'ex articolo 20 della legge n. 67 del 1988, che prevede, tra gli altri interventi, anche la costruzione del Nuovo Ospedale nel territorio della Sibaritide;
nell'Accordo di programma quadro, stipulato il 13 dicembre 2006, tra il Ministero della salute, il Ministero dell'economia e delle finanze e la Regione Calabria è stata ribadita la necessità di provvedere alla costruzione di questo nuovo ospedale che, con una dotazione di 350 posti letto ed una spesa complessiva di 77 milioni di euro, sostituirà i presidi ospedalieri di Corigliano Calabro e Rossano, in provincia di Cosenza;
l'ordinanza n. 3635 del 21 dicembre 2007, del Presidente dei Consiglio dei ministri, recante «Disposizioni urgenti di protezione civile dirette a fronteggiare l'emergenza socio-economico-sanitaria nel territorio della Regione Calabria», ha sancito la nomina del dottor Vincenzo Spaziante quale Commissario delegato per la realizzazione di tutti quegli interventi necessari ed indispensabili al superamento di questa fase emergenziale tra cui la realizzazione di tutte quelle strutture ospedaliere previste dall'Accordo di programma quadro del dicembre 2007;
la stessa ordinanza prevede la nomina dei cosiddetti «soggetti attuatori» chiamati a coadiuvare il Commissario nell'attuazione delle disposizioni in essa contemplate, affidando loro specifici settori d'intervento;
il Commissario delegato, sentito il Ministro della salute ed acquisita l'intesa del Capo del Dipartimento della Protezione civile, ha nominato il dottor Giuseppe Aloise quale soggetto attuatore per la realizzazione del nuovo ospedale della Sibaritide;
il dottor Giuseppe Aloise, quale soggetto attuatore, ha incaricato l'azienda sanitaria provinciale di Cosenza di redigere il progetto preliminare nonché di predisporre gli atti di gara per la realizzazione del nuovo ospedale;
a seguito del conferimento di questo incarico, l'azienda sanitaria provinciale di Cosenza ha provveduto a redigere il progetto preliminare per una spesa complessiva superiore a 136 milioni di euro;
successivamente sono stati posti in essere tutti quegli atti necessari ed indispensabili

per avviare l'iter della costruzione del nuovo ospedale della Sibaritide;
il commissario delegato, dottor Vincenzo Spaziante, nel prendere visione dei progetti preliminari relativi alla costruzione dei quattro nuovi ospedali calabresi, ha evidenziato scarsa uniformità nei costi di realizzazione delle singole strutture ospedaliere con stesso numero di posti letto ed ha invitato i soggetti attuatori ad uniformare il più possibile i costi delle stesse;
a seguito di un ulteriore analisi dei costi, sono stati adombrati dubbi sulla copertura economica per un aumento della spesa non preventivato nell'accordo di programma tanto che questi ulteriori costi dovrebbero essere sostenuti dalla Regione Calabria attraverso l'accensione di un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti;
di recente, il dottor Vincenzo Spaziante è stato nominato, dal Presidente del Consiglio dei ministri, Commissario delegato alla ricostruzione in Abruzzo tanto che si vocifera la possibilità di sue dimissioni da Commissario per l'emergenza sanitaria in Calabria;
il comitato popolare per la costruzione del nuovo ospedale della Sibaritide ha nuovamente invitato la Regione Calabria edi soggetti istituzionali interessati alla problematica ad accelerare i tempi di realizzazione di questa struttura ospedaliera strategica per il rilancio della sanità in questa parte del territorio calabrese -:
quali iniziative, si intendano assumere, nel quadro dell'attuale situazione di commissariamento per definire in tempi rapidi una problematica sulla quale è incentrata l'attenzione di tutti i cittadini.
(4-03624)

PORTA, ANGELI, BUCCHINO, DI BIAGIO, GIANNI FARINA, FEDI, GARAVINI, LUPI, RICARDO ANTONIO MERLO, NARDUCCI e VACCARO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
i giornali italiani all'estero, nonostante le difficoltà incontrate negli ultimi anni a causa dell'aumento dei costi, dell'incertezza dei criteri di finanziamento, dei ritardi nell'erogazione dei contributi e delle obiettive trasformazioni delle nostre collettività di origine, continuano a svolgere un prezioso ruolo di difesa e di promozione dell'identità e dei vincoli comunitari;
la vita e la diffusione di questi strumenti rispondono a interessi strategici del nostro Paese sia sul piano culturale e informativo che su quello della proiezione degli interessi nazionali, soprattutto in un momento di difficoltà economiche e sociali qual è quello che stiamo attraversando;
i solidi e articolati rapporti che l'Italia ha con la società e l'economia del Brasile, comportando l'utilizzazione degli strumenti vecchi e nuovi di comunicazione, richiedono una adeguata attività di sostegno e di promozione che deve trovare coerente riscontro nei finanziamenti erogati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri nell'ambito delle misure di incentivazione delle attività editoriali;
nell'ambito del piano di contributi per il 2007 alle testate italiane all'estero risulterebbe esclusa la rivista italo-brasiliana Comunità Italiana, un'esclusione motivata - pare - dal mancato raggiungimento del requisito della prevalenza della lingua italiana;
ad avviso degli interroganti, tale esclusione è incomprensibile per una serie di ragioni: la rivista si pubblica a Rio de Janeiro da circa quindici anni, essa presenta una pregevole qualità editoriale; ha ricevuto negli anni precedenti regolarmente i contributi del Governo italiano, realizza obiettivamente una funzione promozionale dell'italiano assicurando la prevalenza della nostra lingua già negli elaborati pubblicati e realizzando una scrittura in italiano di circa il 60 per cento con l'inserto culturale in essa organicamente inserito -:
se il Governo non intenda assumere iniziative per garantire una più attenta verifica degli elementi messi a base del

piano di attribuzione dei contributi ai giornali italiani all'estero e se, nel caso tale operazione dia esiti positivi, non intenda assicurare la riammissione della rivista Comunità Italiana alle sovvenzioni del Governo italiano.
(4-03626)

...

AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta in Commissione:

MECACCI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il 12 maggio 2009 l'Assemblea generale delle Nazioni unite ha proceduto a rinnovare la composizione del Consiglio sui diritti umani delle Nazioni unite;
tutti i gruppi regionali hanno visto la candidatura di un numero di paesi corrispondente al numero di Paesi da eleggere -:
se non ritenga opportuno assumere iniziative in sede ONU affinché tutti i gruppi regionali partecipino alle elezioni per il Consiglio sui diritti umani con un numero di Paesi superiore ai posti disponibili e se ritenga opportuno rendere pubblico per quali Paesi abbia votato il Governo italiano e quali siano le ragioni politiche che hanno motivato quelle scelte.
(5-01637)

Interrogazioni a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il Governo ha recepito in data 10 giugno 2008 l'ordine del giorno a firma Cota, Reguzzoni, Dal Lago (ac 9/1094-A-R/2) che recava, tra l'altro, l'esistenza di istanze di compagnie aeree tendenti ad ampliare l'accesso su Milano. In particolare si citavano i vettori: «Belavia, Malaysia Airlines, Korean Air/Asiana, Biman, Air Moldova, Gulf Air, Air Astana, Kuwait Airways, China Airlines/Eva Air, Air Italy, Blue Panorama, Eurofly/Meridiana, Livingston, Neos»;
il citato ordine del giorno ha impegnato il Governo «ad adottare ogni possibile iniziativa ed impartire ogni necessaria istruzione affinché si pervenga ad un'urgente revisione/ridefinizione dei vigenti accordi bilaterali in modo da garantire, anche su Malpensa e sugli altri aeroporti, l'effettiva liberalizzazione dei diritti di traffico con riguardo al numero dei vettori designati, al numero delle frequenze consentite e al numero dei punti di accesso»;
probabilmente - trascorsi diversi mesi dall'approvazione di detto ordine del giorno - vi sono altre istanze di altre compagnie aeree tendenti ad aumentare le frequenze di collegamento tra il nostro ed altri Paesi;
un nuovo collegamento aereo internazionale da e/o verso il nostro Paese è - tra l'altro - un elemento di positività economica importante nella congiuntura presente, sia per l'occupazione diretta che genera, sia per l'indotto, sia per l'aumento indiretto dell'attività economica -:
quali siano gli atti concretamente adottati per rispondere alle citate richieste delle citate compagnie;
quali e quante siano le istanze di altre compagnie o verso altre destinazioni o da e per altri aeroporti pervenute da parte di compagnie italiane, europee od extracomunitarie;
se siano stati avviati i passaggi finalizzati a rispondere positivamente a tutte le istanze tendenti ad instaurare un nuovo collegamento di linea tra il nostro ed un altro Paese;
quali collegamenti siano stati effettivamente realizzati tra quelli citati e/o siano in fase di avvio.
(4-03618)

REGUZZONI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il Governo ha accolto in data 10 giugno 2008 l'ordine del giorno a firma Cota, Reguzzoni, Dal Lago (a.c. 9/1094-A-R/2) che recita, tra l'altro:
il traffico aereo di linea fra due Stati è regolamentato da accordi bilaterali, articolati in base a schemi fissi, sottoscritti dai Governi dei due Paesi interessati; attraverso la stipula di un accordo bilaterale viene sancito un regime regolamentare che definisce la quantità di voli offerti, il numero dei soggetti ammessi ad operare e il numero di destinazioni servite tra i due Paesi;
tali accordi, sottoscritti non soltanto secondo puri criteri commerciali, possono essere di due tipi:
open sky: consentono a tutti i vettori delle due parti di collegare qualsiasi punto del proprio territorio con tutti i punti della controparte, in genere senza limitazioni di frequenze (ad esempio Italia/USA e da marzo 2008 UE/USA);
accordi tradizionali prevedono il numero di vettori designati da ciascuna parte e abilitati ad operare i collegamenti tra i due Paesi (designazione singola, designazione multipla); prevedono i punti d'accesso di ciascuna parte presso i quali i vettori designati possono atterrare (ogni compagnia è invece generalmente libera di partire da qualsiasi punto all'interno del proprio Paese prevedono il numero di frequenze operabili tra i due Paesi, i posti offerti e le tariffe;
l'area di Milano e del Nord Italia, ad esempio, subisce al momento forti limitazioni in termini di accessibilità aerea dovute all'attuale configurazione degli accordi bilaterali vigenti che, di fatto, ostacolano o impediscono il concreto sviluppo del trasporto aereo in tale area, attraverso la predeterminazione del vettore designato (monodesignazione), la limitazione delle frequenze e dei punti di accesso;
il riposizionamento su Roma della maggior parte dei servizi extra europei di Alitalia accentua pesantemente queste limitazioni soprattutto, ma non solo, con riferimento all'aeroporto di Malpensa al quale non sono al momento garantite paritarie condizioni di accessibilità con l'altro principale scalo nazionale pur in presenza di richieste di vettori italiani e stranieri intenzionati ad attivare, nel breve-medio termine, nuovi collegamenti e/o ad incrementare il numero delle frequenze su detto aeroporto; tali richieste, il cui accoglimento è ostacolato dai vigenti accordi bilaterali o dalla concreta attuazione data agli stessi, riguardano:
1) l'accesso su Milano dei seguenti vettori: Belavia (Bielorussia), Malaysia Airlines (Malesia), Korean Air/Asiana (Corea del Sud), Biman (Bangladesh), Air Moldova (Moldova), Gulf Air (Bahrain), Air Astana (Kazakistan), Kuwait Airways (Kuwait), China Airlines/Eva Air (Taiwan);
2) l'incremento di frequenze nei seguenti collegamenti: Riyadh/Milano (Saudi Arabia - Arabia Saudita), Amman/Milano (Royal Jordanian - Giordania), Tripoli/Milano (Lybian Arab/Afriqiyah - Libia), Tunisi/Milano (Tunis Air - Tunisia);
3) l'attivazione di nuovi collegamenti da Milano o incremento degli attuali da parte dei seguenti vettori nazionali: Air Italy, Blue Panorama, Eurofly/Meridiana, Livingston, Neos verso i seguenti paesi: Argentina, Brasile, Egitto, Ghana, Giappone, Israele, Nigeria, Russia, Tunisia, Venezuela;
inoltre, con riferimento agli altri aeroporti, risultano inevase numerose e fondate richieste miranti a ristabilire per tutti gli aeroporti del Paese regole di libero mercato e condizioni di parità di accesso;
alla luce del riposizionamento di Alitalia sullo scalo di Roma, i vigenti accordi aeronautici bilaterali determinano su Milano e sugli altri aeroporti notevoli elementi di criticità in quanto:
nella maggior parte dei casi il numero delle frequenze previste, pur in

presenza di pluridesignazione, è interamente, o quasi interamente, operato da Alitalia (ad esempio Argentina, Algeria, Ghana, Brasile);
le previsioni di monodesignazione limitano alla sola Alitalia il diritto di operare (ad esempio Egitto e Venezuela);
le eventuali previsioni di limitazione dei punti di accesso sono state finora attuate unicamente a favore di Roma;
il citato ordine del giorno ha impegnato il Governo «ad adottare ogni possibile iniziativa ed impartire ogni necessaria istruzione affinché si pervenga ad un'urgente revisione/ridefinizione dei vigenti accordi bilaterali in modo da garantire, anche su Malpensa e sugli altri aeroporti, l'effettiva liberalizzazione dei diritti di traffico con riguardo al numero dei vettori designati, al numero delle frequenze consentite e al numero dei punti di accesso».
la fusione Alitalia-Air One con la contestuale privatizzazione della prima, ha creato non solo una situazione di monopolio su alcune rotte, ma anche il pericoloso e non accettabile ruolo di una compagnia privata cui viene affidato in esclusiva il collegamento del nostro Paese con alcuni paesi terzi;
tra i paesi citati nell'ordine del giorno vi è il Venezuela, paese verso il quale è stato richiesto un incremento del numero di collegamenti aerei, superando altresì la monodesignazione, ormai non solo non giustificabile, ma che crea monopoli innaturali che pesano su passeggeri e imprese;
un nuovo collegamento aereo internazionale da e/o verso il nostro Paese è - tra l'altro - un elemento di positività economica importante nella congiuntura presente, sia per l'occupazione diretta che genera, sia per l'indotto, sia per l'aumento indiretto dell'attività economica -:
se siano stati avviati colloqui finalizzati alla ridefinizione degli accordi bilaterali in tema di collegamenti aerei con il Venezuela secondo quanto previsto dall'ordine del giorno Cota, Reguzzoni, Dal Lago citato;
quali siano i contenuti di detti colloqui e i tempi per la loro conclusione.
(4-03619)

REGUZZONI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il governo ha recepito in data 10 giugno 2008 l'ordine del giorno a firma Cota, Reguzzoni, Dal Lago (AC 9/1094-A-R/2) che recita, tra l'altro:
«il traffico aereo di linea fra due Stati è regolamentato da accordi bilaterali, articolati in base a schemi fissi, sottoscritti dai Governi dei due Paesi interessati; attraverso la stipula di un accordo bilaterale viene sancito un regime regolamentare che definisce la quantità di voli offerti, il numero dei soggetti ammessi ad operare e il numero di destinazioni servite tra i due Paesi; (...)
l'area di Milano e del Nord Italia, ad esempio, subisce al momento forti limitazioni in termini di accessibilità aerea dovute all'attuale configurazione degli accordi bilaterali vigenti che, di fatto, ostacolano o impediscono il concreto sviluppo del trasporto aereo in tale area, attraverso la predeterminazione del vettore designato (monodesignazione), la limitazione delle frequenze e dei punti di accesso;
il riposizionamento su Roma della maggior parte dei servizi extra europei di Alitalia accentua pesantemente queste limitazioni soprattutto, ma non solo, con riferimento all'aeroporto di Malpensa al quale non sono al momento garantite paritarie condizioni di accessibilità con l'altro principale scalo nazionale pur in presenza di richieste di vettori italiani e stranieri intenzionati ad attivare, nel breve-medio termine, nuovi collegamenti e/o ad incrementare il numero delle frequenze su detto aeroporto; tali richieste, il cui

accoglimento è ostacolato dai vigenti accordi bilaterali o dalla concreta attuazione data agli stessi, riguardano: (...)
l'incremento di frequenze nei seguenti collegamenti: Riyadh/Milano (Saudi Arabia - Arabia Saudita), Amman/Milano (Royal Jordanian - Giordania), Tripoli/Milano (Lybian Arab/Afriqiyah - Libia), Tunisi/Milano (Tunis Air - Tunisia); (...)
Inoltre, con riferimento agli altri aeroporti, risultano inevase numerose e fondate richieste miranti a ristabilire per tutti gli aeroporti del Paese regole di libero mercato e condizioni di parità di accesso;
alla luce del riposizionamento di Alitalia sullo scalo di Roma, i vigenti accordi aeronautici bilaterali determinano su Milano e sugli altri aeroporti notevoli elementi di criticità in quanto:
nella maggior parte dei casi il numero delle frequenze previste, pur un presenza di pluridesignazione, è interamente, o quasi interamente, operato da Alitalia (ad esempio Argentina, Algeria, Ghana, Brasile);
le previsioni di monodesignazione limitano alla sola Alitalia il diritto di operare (ad esempio Egitto e Venezuela);
le eventuali previsioni di limitazione dei punti di accesso sono state finora attuate unicamente a favore di Roma».
il citato ordine del giorno ha impegnato il Governo «ad adottare ogni possibile iniziativa ed impartire ogni necessaria istruzione affinché si pervenga ad un'urgente revisione/ridefinizione dei vigenti accordi bilaterali in modo da garantire, anche su Malpensa e sugli altri aeroporti, l'effettiva liberalizzazione dei diritti di traffico con riguardo al numero dei vettori designati, al numero delle frequenze consentite e al numero dei punti di accesso»;
la fusione Alitalia-Air One con la contestuale privatizzazione della prima, ha creato non solo una situazione di monopolio su alcune rotte, ma anche il pericoloso e non accettabile ruolo di una compagnia privata cui viene affidato in esclusiva il collegamento del nostro Paese con alcuni paesi terzi;
tra i paesi citati nell'Ordine del Giorno vi è l'Arabia Saudita, destinazione cui sembra necessario incrementare il numero di collegamenti -:
se siano stati avviati colloqui finalizzati alla ridefinizione degli accordi bilaterali in tema di collegamenti aerei con l'Arabia Saudita secondo quanto previsto dall'ordine del giorno Cota, Reguzzoni, Dal Lago citato;
quali siano i contenuti delle potenziali intese e i tempi per la loro concreta attuazione.
(4-03620)

REGUZZONI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il Governo ha accolto in data 10 giugno 2008 l'ordine del giorno a firma Cota, Reguzzoni, Dal Lago (a.c. 9/1094-A-R/2) che recita, tra l'altro:
il traffico aereo di linea fra due Stati è regolamentato da accordi bilaterali, articolati in base a schemi fissi, sottoscritti dai Governi dei due Paesi interessati, attraverso la stipula di un accordo bilaterale viene sancito un regime regolamentare che definisce la quantità di voli offerti, il numero dei soggetti ammessi ad operare e il numero di destinazioni servite tra i due Paesi;
tali accordi, sottoscritti non soltanto secondo puri criteri commerciali, possono essere di due tipi:
open sky: consentono a tutti i vettori delle due parti di collegare qualsiasi punto del proprio territorio con tutti i punti della controparte, in genere senza limitazioni di frequenze (ad esempio Italia/USA e da marzo 2008 UE/USA);
accordi tradizionali: prevedono il numero di vettori designabili da ciascuna parte e abilitati ad operare i collegamenti tra i due Paesi (designazione singola, designazione multipla); prevedono i punti

d'accesso di ciascuna parte presso i quali i vettori designati possono atterrare (ogni compagnia è invece generalmente libera di partire da qualsiasi punto all'interno del proprio Paese); prevedono il numero di frequenze operabili tra i due Paesi, i posti offerti e le tariffe;
l'area di Milano e del Nord Italia, ad esempio, subisce al momento forti limitazioni in termini di accessibilità aerea dovute all'attuale configurazione degli accordi bilaterali vigenti che, di fatto, ostacolano o impediscono il concreto sviluppo del trasporto aereo in tale area, attraverso la predeterminazione del vettore designato (monodesignazione), la limitazione delle frequenze e dei punti di accesso;
il riposizionamento su Roma della maggior parte dei servizi extra europei di Alitalia accentua pesantemente queste limitazioni soprattutto, ma non solo, con riferimento all'aeroporto di Malpensa al quale non sono al momento garantite paritarie condizioni di accessibilità con l'altro principale scalo nazionale pur in presenza di richieste di vettori italiani e stranieri intenzionati ad attivare, nel breve-medio termine, nuovi collegamenti e/o ad incrementare il numero delle frequenze su detto aeroporto, tali richieste, il cui accoglimento è ostacolato dai vigenti accordi bilaterali o dalla concreta attuazione data agli stessi, riguardano:
1) l'accesso su Milano dei seguenti vettori: Belavia (Bielorussia), Malaysia Airlines (Malesia), Korean Air/Asiana (Corea del Sud), Biman (Bangladesh), Air Moldova (Moldova), Gulf Air (Bahrain), Air Astana (Kazakistan), Kuwait Airways (Kuwait), China Airlines/Eva Air (Taiwan);
2) l'incremento di frequenze nei seguenti collegamenti: Riyadh/Milano (Saudi Arabia - Arabia Saudita), Amman/Milano (Royal Jordanian - Giordania), Tripoli/Milano (Lybian Arab/Afriqiyah - Libia), Tunisi/Milano (Tunis Air - Tunisia);
3) l'attivazione di nuovi collegamenti da Milano o incremento degli attuali da parte dei seguenti vettori nazionali: Air Italy, Blue Panorama, Eurofly/Meridiana, Livingston, Neos verso i seguenti paesi: Argentina, Brasile, Egitto, Ghana, Giappone, Israele, Nigeria, Russia, Tunisia, Venezuela;
inoltre, con riferimento agli altri aeroporti, risultano inevase numerose e fondate richieste miranti a ristabilire per tutti gli aeroporti del Paese regole di libero mercato e condizioni di parità di accesso, alla luce del riposizionamento di Alitalia sullo scalo di Roma, i vigenti accordi aeronautici bilaterali determinano su Milano e sugli altri aeroporti notevoli elementi di criticità in quanto:
nella maggior parte dei casi il numero delle frequenze previste, pur un presenza di pluridesignazione, è interamente, o quasi interamente, operato da Alitalia (ad esempio Argentina, Algeria, Ghana, Brasile);
le previsioni di monodesignazione limitano alla sola Alitalia il diritto di operare (ad esempio Egitto e Venezuela);
le eventuali previsioni di limitazione dei punti di accesso sono state finora attuate unicamente a favore di Roma;
il citato ordine del giorno ha impegnato il Governo «ad adottare ogni possibile iniziativa ed impartire ogni necessaria istruzione affinché si pervenga ad un'urgente revisione/ridefinizione dei vigenti accordi bilaterali in modo da garantire, anche su Malpensa e sugli altri aeroporti, l'effettiva liberalizzazione dei diritti di traffico con riguardo al numero dei vettori designati, al numero delle frequenze consentite e al numero dei punti di accesso»;
la fusione Alitalia - Air One con la contestuale privatizzazione della prima, ha creato non solo una situazione di monopolio su alcune rotte, ma anche il pericoloso e non accettabile ruolo di una compagnia privata cui viene affidato in esclusiva il collegamento del nostro paese con alcuni paesi terzi;

tra i paesi citati nell'Ordine del Giorno vi è Taiwan, che non aveva accesso su Milano -:
se siano stati avviati colloqui finalizzati alla ridefinizione degli accordi bilaterali in tema di collegamenti aerei con Taiwan secondo quanto previsto dall'ordine del giorno citato;
quali siano i contenuti di detti colloqui e i tempi per la loro conclusione.
(4-03621)

TESTO AGGIORNATO AL 22 OTTOBRE 2009

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MONDELLO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nei scorsi giorni è pervenuta presso l'VIII Commissione Permanente - Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici la petizione della Comunità Montana Valli Aveto Graveglia Sturla per proporre il ritorno alla gestione diretta del servizio idrico per i Comuni fino a 3000 abitanti;
la questione sollevata dalla petizione è particolarmente sentita sul territorio, dato che l'applicazione della legge n. 36 del 1994 (cosiddetta «legge Galli») sul servizio idrico integrato ha creato, infatti, specie nelle zone montane, notevoli problemi. In particolare, le tariffe sono aumentate a dismisura senza alcuna giustificazione e nessun miglioramento del servizio;
anche se il decreto legislativo n. 152 del 2006 ha previsto che l'adesione alla gestione unica del servizio idrico integrato è facoltativa per i Comuni con popolazione fino a 1000 abitanti inclusi nel territorio delle Comunità Montane, il suddetto limite di popolazione è ancora troppo esiguo e non permette alla maggior parte dei comuni montani di beneficiare della suddetta normativa -:
quali iniziative di carattere normativo intenda adottare, anche alla luce del caso segnalato, per garantire che l'adesione alla gestione unica del servizio idrico integrato sia resa facoltativa almeno per i Comuni con popolazione fino a 3000 abitanti, aumentando il limite di legge sopra indicato per la gestione in proprio del servizio idrico da parte delle comunità locali, con benefici per la popolazione e per i costi dello stesso servizio.
(5-01631)

MARIANI, REALACCI, BRATTI e VANNUCCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il 12 luglio 2009 un devastante incendio e divampato a Roma, nel quartiere Appio, in uno dei più grandi depositi di pneumatici e auto in demolizione della Capitale;
per spegnere l'incendio è stato necessario impegnare dodici mezzi e un elicottero dei Vigili del fuoco, un mezzo «spargischiuma» - giunto dal vicino aeroporto di Ciampino - normalmente adibito allo spegnimento di incendi di aerei, oltre che ingenti mezzi e uomini delle forze dell'ordine, del 118 e della protezione civile comunale e regionale;
l'incendio ha causato un'enorme nuvola di fumo nero, che si è addensata nel cielo di Roma per molte ore, essendo visibile da molti quartieri della città, e ha causato, secondo quanto testimoniato dagli organi di stampa, paura e preoccupazione fra i cittadini sia per i possibili danni immediati (le abitazioni più vicine si trovano a 150 metri dal deposito) che per le conseguenze ambientali e sanitarie del rogo;
il terribile incendio ha, peraltro, riproposto con forza l'assoluta necessità di mettere in campo con urgenza misure capaci di rafforzare la tutela del territorio

e la sicurezza dei cittadini da possibili incidenti nell'ambito dell'attività di recupero e riciclaggio di rifiuti, a partire da quelli derivanti dallo stoccaggio e dalla lavorazione di pneumatici;
proprio di questo, del resto, si era recentemente occupata l'VIII Commissione della Camera, approvando la risoluzione n. 7-00052, a prima firma Mariani, che impegnava il Governo ad adottare ogni possibile iniziativa finalizzata all'introduzione di specifiche disposizioni per la fissazione di limiti massimi allo stoccaggio di scarti di pneumatici e per l'introduzione dell'obbligo di copertura degli stessi, con materiale ignifugo e impermeabile, in ogni fase di trasporto e di deposito ai fini dello stoccaggio medesimo.
nella risoluzione, inoltre, si denunciava la mancata attuazione delle norme del «codice ambientale» che pure hanno fissato principi generali, in primo luogo in ordine alla necessità di evitare che l'eccessiva concentrazione di tali rifiuti in un unico luogo di stoccaggio possano creare seri rischi di natura ambientale per le popolazioni residenti nelle prossimità ditali siti, considerato anche che l'eventuale incendio e la combustione di tali materiali può provocare emissioni di diossina in atmosfera -:
quali iniziative di carattere normativo e amministrativo abbia adottato il Governo per dare seguito e attuazione alla risoluzione n. 7-00052 approvata dalla VIII Commissione della Camera dei deputati il 20 gennaio 2009 e, in caso contrario, per quali ragioni il Governo abbia ritenuto di non dovere dare seguito a tale di indirizzo parlamentare;
quali risorse aggiuntive il Governo nazionale abbia stanziato e messo a disposizione degli organismi territorialmente competenti al fine di consentire loro di svolgere con efficacia e con adeguatezza di mezzi quelle azioni di controllo e di vigilanza che sono indispensabili per garantire davvero il rispetto della normativa in materia e per tutelare, in concreto, l'ambiente, la sicurezza e la salute dei cittadini.
(5-01632)

MARIANI e MARAN. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il Consiglio di Stato, in sede consultiva, in data 22 ottobre 2008 ha espresso il parere sul ricorso straordinario al Capo dello Stato presentato da dieci persone, tutte residenti in comune di Trieste e sottoposte al pagamento della tassa di smaltimento rifiuti - TARSU, contro la delibera della giunta comunale con la quale è stato disposto l'aumento indifferenziato di tutte le tariffe per una percentuale del 27,3 per cento;
il Consiglio di Stato ha formulato il parere che il ricorso straordinario vada accolto e che vada annullato il provvedimento impugnato e il 31 gennaio 2009 ha trasmesso il parere al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
la Direzione generale per la qualità della vita del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, interpellata in merito al ricorso in questione, ha rappresentato, con nota del 13 maggio 2009, «che in data 17 aprile 2009 la scrivente Direzione ha proposto al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare il decreto di decisione del ricorso in oggetto conformemente al parere n. 200802450 del Consiglio di Stato» precisando che «la procedura esige poi la firma del Signor Presidente della Repubblica» e che «sarà cura di questo ufficio notificare il prima possibile il decreto perfetto»;
in data 1o giugno 2009 il Segretariato generale della Presidenza della Repubblica a sua volta informa che «il Decreto decisorio del ricorso straordinario (...) non è ancora pervenuto presso questo ufficio»;
è appena il caso di sottolineare che con l'annullamento della delibera in questione, il comune di Trieste dovrebbe

restituire a chi ha pagato il 27,3 per cento di aumento per gli anni 2007, 2008 e 2009 -:
quali sono le ragioni che trattengono il Ministro dall'inviare il Decreto decisorio al Presidente della Repubblica per la firma.
(5-01636)

TESTO AGGIORNATO AL 1° MARZO 2011

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazioni a risposta scritta:

RAINIERI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
annualmente, nel corso di ogni mese di ottobre, nella ricorrenza dell'anniversario della nascita del Maestro e compositore Giuseppe Verdi, il Teatro Regio di Parma e le terre di Verdi provvedono a celebrare questo grande momento della storia, della cultura e della tradizione della città;
l'ambito celebrativo dell'evento è il Festival Verdi ed è realizzato dal Teatro Regio di Parma - soci fondatori Comune di Parma, Provincia di Parma, Fondazione Cariparma, Fondazione Monte Parma - con il Ministero per i beni e le attività culturali;
il Ministero per i beni e le attività culturali, per propria parte, concorre alle spese derivanti dalla realizzazione del Festival concedendo un relativo contributo finanziario;
dal comune di Busseto sono emerse notizie circa un forte ridimensionamento delle iniziative del Festival da realizzare per il 2009 in seno allo stesso comune;
sembrerebbe in tal senso che l'amministrazione del Teatro Regio non disponga delle risorse adeguate per realizzare importanti opere in Busseto come negli anni precedenti e come le circostanze richiederebbero essendo Busseto la città natia del grande Maestro;
appare all'interrogante incongruente che nell'ambito dell'edizione 2009 del Festival Verdi non vi siano eventi da realizzare nel Comune di Busseto;
sarebbe utile conoscere alcuni elementi sull'edizione per il 2009 del Festival Verdi ed in particolare su eventuali dati di cui potrebbe disporre il Ministero interrogato -:
se risulti che il contributo concesso dal Ministero per i beni e le attività culturali in favore del Festival Verdi al Teatro Regio, sia stato utilizzato per risanare il deficitario bilancio dell'ente e se nella valutazione della concessione del contributo da erogare al festival non intenda richiedere all'organizzazione che sia garantita la realizzazione di alcuni eventi nel Comune di Busseto.
(4-03617)

TOMMASO FOTI e CARLUCCI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il 1o ottobre 2005, la signora P.A. veniva comandata dall'Università degli studi di Milano, ove ricopriva la posizione economica D1 ed aveva in corso la riqualificazione per il passaggio al livello economico superiore D2, all'Archivio di Stato di Piacenza, con la qualifica di Bibliotecaria inquadrata nell'area tecnico-scientifica ed elaborazione dati (la stessa ricoperta nell'Amministrazione di provenienza);
risulta all'interrogante che il 10 giugno 2006, la predetta veniva trasferita presso l'Archivio di Stato di Piacenza, in ragione della disposizione (ora abrogata) di cui all'articolo 3 del decreto-legge n. 4 del 2006, come archivista di Stato C1. Presso l'Istituto piacentino si occuperebbe della biblioteca, del sito web e della digitalizzazione -:
se risulti agli atti del Ministero per i beni e le attività culturali che la predetta signora abbia accettato l'inquadramento

C1 e la relativa retribuzione e rinunciato all'assegno ad personam dell'Amministrazione di provenienza;
se il decreto di trasferimento sia mai stato registrato alla Corte dei conti;
se il Ministero per i beni e le attività culturali abbia ricollocato in comando la citata signora con una procedura che, ove la stessa non sia più incardinata nei ruoli dell'Università degli studi di Milano, risulterebbe, ad avviso dell'interrogante, non tecnicamente assentita;
se il Ministero per i beni e le attività culturali intenda, qualora non sussistano un comando efficace ex lege e specifiche tabelle di comparazione dei livelli tra il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e quello per i beni e le attività culturali, con pregiudizio di terzi, inquadrare la predetta signora, la quale in Archivio di Stato svolge essenzialmente compiti tecnici, al livello C2, superiore anche a quello di chi presso il detto Archivio svolge funzioni di vicariato;
se il Ministro interrogato non ritenga di avviare iniziative finalizzate a verificare che l'azione dei competenti uffici del Ministero, volta a dare risposta ad una complicata questione quale quella rappresentata, non si risolva a danno e con pregiudizio di terzi, con conseguente e probabile attivazione di un contenzioso.
(4-03630)

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DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

HOLZMANN. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 171 del 2007 ha attribuito al personale dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica, dal grado di primo caporal maggiore e corrispondenti a quello di tenente colonnello o capitano di fregata che abbiano riportato in sede di ultima valutazione caratteristica almeno la qualifica di «superiore alla media», un fondo per l'efficienza dei servizi istituzionali da individuare ogni anno nei limiti delle risorse economiche assegnate;
per il 2007, con apposito decreto ministeriale, le risorse sono state attribuite individuando due criteri: a chi presta servizio presso le strutture di vertice con sede a Roma; al personale in servizio nel resto d'Italia;
il citato decreto è stato firmato su proposta del Capo di Stato Maggiore della Difesa, sentiti gli organi di vertice di Forza armata, i quali hanno evidenziato che il personale impiegato presso gli Organismi dell'area centrale è fortemente penalizzato rispetto a quello impiegato negli enti periferici, nonostante esso sia preposto ad incarichi e funzioni che richiedono elevate professionalità;
ciò ha suscitato forti perplessità nell'ambito del personale dei reparti operativi delle Truppe alpine che spesso prestano servizio in sedi disagiate (Vipiteno, Brunico, Tolmezzo, Bolzano) dove il caro vita risulta tra i più alti a livello nazionale;
il personale dei reparti si è visto attribuire mediamente circa 30 euro lordi in meno rispetto al personale di vertice e l'importo annuo lordo pro capite si attestava nel grado più alto a 112,57 euro;
con il decreto del Presidente della Repubblica n. 52 del 2009 sono state deferite le risorse per l'anno 2008 decisamente superiori rispetto al 2007, e nella bozza del decreto ministeriale, su proposta del Capo di Stato Maggiore della Difesa, sono stati individuati gli importi da attribuire a tutto il personale con gli stessi criteri di attribuzione del 2007, ossia dividendo in una tabella il personale che presta servizio presso gli organi di vertice a Roma ed in una seconda il rimanente personale;
la differenza tra le due tabelle è di circa 360 euro lordi a favore del personale di vertice, che già in gran parte nel decreto del Presidente della Repubblica n. 52 del

2009 si è visto riconoscere un aumento dell'indennità di impiego operativa di circa il 10 per cento -:
se il Ministro interrogato intenda rimodulare questa proposta tenendo conto che le predette risorse sono attribuite per fronteggiare tutte le particolari situazioni di servizio e per incentivare l'impegno del personale nelle attività di funzionamento e miglioramento di tutti i servizi delle Forze armate, eliminando la forbice economica tra le due categorie di personale interessato.
(4-03604)

TESTO AGGIORNATO AL 1° MARZO 2011

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:

LARATTA, GRAZIANO, FARINONE, FRONER, MARCHI, RIA, TRAPPOLINO, ARGENTIN, MARCO CARRA, VASSALLO, BERRETTA, SCHIRRU, BUCCHINO, LENZI, MARGIOTTA, GRASSI, LUCÀ, ESPOSITO, DE TORRE, LOVELLI, BARETTA, BRANDOLINI, BOSSA, CONCIA, SERVODIO, ENZO CARRA, MOTTA, CODURELLI, PES, LO MORO, CESARE MARINI, BOCCUZZI, LAGANÀ FORTUGNO, MINNITI, VACCARO e FEDI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere premesso che:
l'articolo 1 del decreto legge 29 novembre 2008, n. 185, ha introdotto un «bonus straordinario per famiglie, lavoratori, pensionati e non autosufficienti»;
la citata norma, al comma 3, lettera g) ha previsto che un beneficio di 1.000,00 euro spetti «al nucleo familiare con componenti portatori di handicap per i quali ricorrano le condizioni previste dall'articolo 12, comma 1, del citato Testo unico, qualora il reddito complessivo familiare non sia superiore a euro trentacinquemila»;
l'Agenzia delle entrate, con circolare n. 2/E del 3 febbraio 2009, ha fornito chiarimenti in ordine alle modalità applicative della disposizione in esame. In particolare, con riferimento alla tipologia sopra enunciata, ha chiarito che «il riferimento generico ai "componenti" del nucleo familiare porta a ritenere che la norma in esame sia applicabile in tutti i casi in cui nel nucleo familiare sia presente il coniuge, un figlio o altro familiare ai sensi dell'articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, per i quali ricorre la condizione di persona fiscalmente a carico ai sensi dell'articolo 12 del Tuir» -:
se il Ministro sia a conoscenza del fatto che l'interpretazione della norma, così come formulata nella suddetta circolare, sembrerebbe escludere dal beneficio i casi in cui un portatore di handicap ai sensi della legge 104/92 sia l'unico componente il proprio nucleo familiare e cosa intenda fare per evitare che un portatore di handicap, che avesse la sventura di non avere familiari conviventi,sia oltremodo penalizzato nell'ambito del procedimento di erogazione del bonus rispetto ad analogo soggetto che invece fosse a carico di propri familiari;
se non ritenga opportuno che l'Agenzia fornisca precise istruzioni al riguardo, posti i termini ravvicinati per l'espletamento degli obblighi di richiesta.
(4-03601)

GNECCHI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'Amministrazione finanziaria, con il concorso per 1180 posti di funzionario dell'Agenzia delle entrate, bandito nel febbraio del 2008, ha previsto l'assunzione di nuovi funzionari dell'Agenzia - terza area funzionale - a termine di un complesso e articolato iter concorsuale. Infatti, preliminarmente si sono svolte due prove scritte (una di carattere tecnico-professionale ed una prova oggettiva-attitudinale);
coloro i quali hanno superato le due prove citate sono stati ammessi ad un tirocinio teorico pratico, della durata di sei mesi e retribuito. Alla fine del periodo di tirocinio è stato svolto un ulteriore esame,

volto a vagliare le competenze acquisite durante il periodo di formazione, e conseguente graduatoria finale;
deve inoltre essere evidenziato e sottolineato come la procedura prevista dal bando del febbraio 2008, si differenzi notevolmente dalle esperienze del passato, stante la semplice e banale considerazione che per un lasso di tempo, i candidati idonei non vincitori sono stati impiegati effettivamente presso l'Amministrazione finanziaria, con aspetti funzionali assimilati e parificati ai dipendenti e funzionari dell'Agenzia delle entrate, ed, alla fine risultano essere idonei a svolgere l'attività lavorativa per cui si è svolto il concorso;
dalle graduatorie regionali risultano molti candidati idonei ma non vincitori del concorso (circa 250) che attendono di conoscere quale sarà la loro sorte;
già in passato, e per tipologie concorsuali diverse (contratti di formazione e lavoro, che prevedevano solo un esame scritto ed un esame orale), si è provveduto ad «allargare» le graduatorie operando uno scorrimento delle stesse - grazie ad un intervento del legislatore - per l'assunzione di candidati idonei non vincitori, prima dell'indizione di altri concorsi, in quanto ritenuto conforme alla ratio ed ai principi di una corretta azione amministrativa secondo il dettato dell'articolo 97 della Costituzione (buon andamento, economicità);
risulta invece che l'Agenzia delle entrate ha bandito, nel dicembre 2008, un ulteriore concorso per l'assunzione a tempo indeterminato di n. 825 unità per la terza area funzionale;
tale modo di operare, costituisce un'evidente illogicità, in quanto costringe a rinunciare a candidati ritenuti idonei dall'Amministrazione finanziaria a svolgere proficuamente le attività, dopo un lungo percorso di selezione, molto complesso e articolato;
mai come in questo periodo di crisi, stante le risorse pubbliche necessarie per contrastarla, è fondamentale incrementare la lotta all'evasione fiscale -:
se il Ministro non ritenga opportuno, così come è avvenuto in altre occasioni, avviare iniziative finalizzate ad assumere i candidati idonei presenti nelle graduatorie regionali relative al bando del febbraio 2008, prima del termine delle procedure concorsuali già in atto per il concorso bandito nel dicembre 2008.
(4-03602)

BOSI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
da fonti giornalistiche e da dichiarazioni di associazioni di categoria, risulterebbe essere stata decisa dal Ministero dell'economia e delle finanze una riorganizzazione degli uffici finanziari consistente nella riduzione della presenza sul territorio nazionale degli uffici periferici, in particolare si tratta degli uffici dell'Agenzia del territorio;
nell'ambito di tale riduzione verrebbe ipotizzata anche la chiusura degli uffici dell'Agenzia del territorio a Portoferraio - Isola d'Elba - senza tenere conto della peculiarità della condizione insulare che, a causa delle naturali difficoltà di collegamento, arrecherebbe forti disagi all'utenza costretta a lunghi viaggi per recarsi presso altra destinazione;
tale eventualità, ventilata anche nel recente passato, e tuttavia mai confermata è stata oggetto di una presa di posizione avversa della conferenza dei sindaci elbani -:
se corrisponda al vero l'orientamento di eliminare gli uffici dell'Agenzia del territorio a Portoferraio;
se nei criteri adottati nell'ambito di una riorganizzazione di tale servizio non si valuti la specifica condizione di insularità che contraddistingue il territorio elbano e le conseguenti situazioni di particolare disagio che verrebbero a determinarsi;

se, nel caso che, tale chiusura non sia allo studio, non ritenga di esprimere, finalmente, una chiara e definitiva smentita per tranquillizzare l'opinione pubblica, le aziende e le istituzioni rappresentative locali che, in più di un'occasione, si sono rivolte al Ministero competente senza tuttavia ottenere risposta.
(4-03610)

BARANI e CARLUCCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
sembra essere un problema ancora irrisolto quello costituito dal fenomeno delle cosiddette «cartelle pazze» e degli avvisi bonari di pagamento irregolari, il cui annullamento comporta per i cittadini adempimenti spesso defatiganti;
l'Agenzia delle entrate della Toscana e della Liguria hanno inviato centinaia di cartelle, denominate nel gergo giornalistico «cartelle pazze», che recano l'irrogazione di sanzioni derivanti da imposte versate in modo difforme;
per quanto consta all'interrogante, risulta che per il periodo d'imposta 2004 (Dichiarazione dei redditi 2005) l'ASL Spezzina ha inviato all'Agenzia delle entrate tre identici CUD per ogni dipendente;
per quanto risulta all'interrogante, questa imperizia, ha fatto sì che l'Agenzia delle entrate locali abbia sommato i CUD ricevuti moltiplicando per tre i redditi dei singoli dipendenti e inviando avvisi di pagamento anche per migliaia di euro agli stessi;
risulta molto gravoso per il contribuente/dipendente, che si vede recapitare la richiesta di pagamento della cartella esattoriale, recuperare i CUD e far rettificare il provvedimento ingiustamente emesso -:
se corrisponda al vero quanto descritto in premessa, in tal caso quali iniziative, anche normative, i Ministri interrogati intendano adottare al riguardo e quali provvedimenti intendano assumere al fine di tutelare i cittadini contribuenti che hanno subito senza colpa, un grave danno economico nonché notevoli disagi sul piano personale.
(4-03622)

...

GIUSTIZIA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
nella notte tra il 7 e l'8 luglio 2009 un grave atto intimidatorio è avvenuto contro un giudice del Tribunale di Napoli con l'incendio della sua autovettura attraverso il lancio di una bottiglia molotov;
il giudice in questione una donna - è uno dei quaranta magistrati dell'ufficio del giudice per le indagini preliminari della struttura giudiziaria napoletana e negli scorsi mesi si è occupato della convalida dell'arresto di uno dei presunti killer dei Quartieri Spagnoli a Napoli, quel Marco Ricci che, insieme con alcuni complici (ancora latitanti), il 26 maggio 2009 avrebbe sparato alla cieca nei vicoli a ridosso della Pignasecca, uccidendo per errore il musicista rumeno Petru Birlandeandu;
lo stesso magistrato aveva anche emesso misure di custodia in carcere per camorristi e pubblici funzionari del comune di Giugliano per presunte collusioni;
l'episodio non è isolato né unico dal momento che negli ultimi tre mesi se ne sono registrati altri: in un caso si è verificato lo speronamento da parte di uno scooter dell'auto di un pubblico ministero a San Giuseppe Vesuviano con chiaro scopo intimidatorio e in un altro si è registrato un attentato dimostrativo ai danni dell'autovettura (gomme squarciate e danni) di un giudice che aveva parcheggiato il veicolo, peraltro, proprio all'interno del garage del Tribunale;

due episodi su tre riguardano giudici per le indagini preliminari, chiamati a svolgere un ruolo delicato, con decisioni cruciali sulla libertà personale di esponenti della criminalità organizzata e sui loro patrimoni;
i giudici per le indagini preliminari non hanno diritto, istituzionalmente, né ad accompagnamento di servizio né a tutele, anche se, alla pari del pubblici ministeri, svolgono un ruolo centrale nella decisione di infliggere misure gravi alla criminalità organizzata;
il distretto giudiziario di Napoli lamenta da tempo carenza di mezzi e di personale, con gravi ripercussioni sulla qualità dell'intero servizio giustizia, a danno di tutti, non solo dei magistrati che cominciano a convivere con la paura -:
se e come il Governo intenda farsi carico della grave situazione nella quale lavorano i giudici del Tribunale di Napoli, in particolare i giudici per le indagini preliminari;
se il Governo intenda assumere iniziative per garantire la sicurezza dei giudici per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli;
se e come il Governo intenda rispondere agli appelli che provengono dai magistrati e dalle loro associazioni di categoria sulla carenza di organici e di risorse e sulla necessità di maggiori investimenti sul distretto.
(2-00430)
«Bossa, Benamati, Braga, Capano, Cesario, Ciriello, Codurelli, Colaninno, Concia, Velo, Ventura, Verini, Vico, Zampa, Zucchi, Zunino, Corsini, Cuperlo, Farina Coscioni, Fioroni, Gatti, Ginefra, Gozi, Grassi, Lenzi, Madia, Marchignoli, Cesare Marini, Mecacci, Mogherini Rebesani, Morassut, Motta, Murer, Naccarato, Nannicini, Mario Pepe (Pd), Pollastrini, Rossa, Federico Testa, Livia Turco».

Interrogazione a risposta orale:

RUGGHIA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Tribunale di Tivoli, a cui fanno capo n. 2 Sezioni distaccate e n. 5 sedi del giudice di pace, è competente per un territorio che totalizza circa 500.00,00 abitanti residenti, ai quali si aggiunge un consistente - e sempre crescente - numero di cittadini extracomunitari;
l'attuale e assai recente sede del palazzo di giustizia, scelta dettata da esigenze di carattere strutturale, funzionale e soprattutto strategico, vista la centralità della posizione, ha tuttavia da subito mostrato la propria inidoneità a soddisfare le necessità degli operatori del diritto tutti - giudici, avvocati, operatori amministrativi, privati cittadini -, rivelandosi al fine poco «fruibile». A titolo esemplificativo - e non certo esaustivo - si consideri l'intenso traffico che si registra nelle zone adiacenti, la connessa difficoltà di parcheggio, la dislocazione dell'Ufficio del giudice di pace, dell'ufficio notifiche e protesti e del Consiglio dell'Ordine in altro edificio ben distante dal Palazzo di Giustizia;
la mole di contenzioso sopportata dal Tribunale di Tivoli appare esorbitante, in continua crescita (si parla di circa 25.000 procedimenti iscritti contro noti ed ignoti, al 30 giugno 2008, contro i 19.985 del 2007;
all'incremento del carico di lavoro non è seguito l'adeguamento della pianta organica. Si consideri a tal proposito che il decreto ministeriale 1o giungo 1999, istitutivo degli uffici giudiziari di Tivoli (data di operatività uffici 1o ottobre 2001) prevedeva per la Procura una pianta organica provvisoria di appena 30 unità, con riserva di aumentarla a 48 una volta superata la iniziale fase di funzionamento dell'ufficio (vds. tabella B e D allegata al decreto ministeriale di cui sopra);

tale assetto definitivo del personale non è stato mai realizzato. Infatti con il decreto ministeriale del 1o luglio 2005 è stato disposto un limitato aumento di organico pari a sole n. 4 unità. Sicché, ad oggi, rimangono vacanti n. 1 posto di direttore di cancelleria C3, n. 1 posto di cancelliere C2, n. 3 posti di cancelliere B3, n. 1 posto di operatore B3 e n. 1 posto di operatore B1;
vanno inoltre sottolineate le deficienze numeriche della magistratura, il cui organico sarebbe necessario rinforzare, essendo previsto per la procura un organico di soli otto magistrati di fronte all'iniziale previsione di dieci unità;
il notevole incremento della popolazione ha generato l'amplificazione degli eventi a sfondo delinquenziale, tristemente noti alla cronaca e di forte allarme sociale: traffico di sostanze stupefacenti, rapine, violenze sessuali;
il territorio di riferimento risulta altresì travagliato da più o meno silenziose infiltrazioni di tipo malavitoso, essendosi stabilmente insediate famiglie esponenti delle più note organizzazioni criminali (mafia, camorra, 'ndrangheta);
dette emergenze sociali non sono purtroppo efficacemente contrastate delle Forze di pubblica sicurezza - Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza - che soffrono anch'esse la carenza di organico e di mezzi. Si pensi, in particolare, al Comune di Guidonia (terzo nel Lazio per numero di abitanti), sprovvisto della caserma di Polizia di Stato, alla presenza di una sola compagnia della Guardia di Finanza a servizio dell'intero territorio della Procura nonché alle sole cinque compagnie dei Carabinieri;
la mole di contenzioso e l'organico disponibile si rivelano sproporzionati rispetto ad altri bacini territoriali. Si pensi alle procure di Viterbo e Frosinone, che hanno lo stesso numero di magistrati - rispettivamente 32 e 37 unità di personale amministrativo a fronte di una popolazione residente di circa 300.000 persone e che registrano rispettivamente 3.600 e 4.882 procedimenti contro noti pendenti, nonché 1.401 e 1.515 procedimenti contro ignoti;
inoltre non è previsto in organico il ruolo di dirigente del personale amministrativo della procura -:
quali iniziative e misure urgenti intenda porre in essere il Ministro al fine di risolvere le disfunzioni sofferte dal Tribunale di Tivoli con il conseguente adeguamento organizzativo e logistico della struttura.
(3-00603)

...

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

IANNUZZI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il servizio ferroviario lungo la linea Sicignano degli Alburni-Lagonegro fu sospeso nel marzo del 1987 con l'introduzione di autoservizi sostitutivi su gomma;
tale linea, che ha una lunghezza di circa 78,4 chilometri, interessa un bacino di 22 comuni, con circa 9.000 abitanti;
questi comuni sono tutti nella provincia di Salerno, ad eccezione di Lagonegro situato in provincia di Potenza;
negli anni successivi la linea non è stata ripristinata;
peraltro nel corso degli anni sono stati realizzati studi tecnici ed economici per il ripristino dell'esercizio ferroviario sulla linea Sicignano-Lagonegro, particolarmente atteso dalle comunità e dalle amministrazioni locali e rilevante per il sistema dei allagamenti nelle intere zone;
nella legge 29 dicembre 2003, n. 376, è stata prevista l'erogazione di un contributo triennale (per complessivi 18 milioni di euro) in favore delle Ferrovie dello

Stato S.p.A per gli interventi finalizzati al ripristino della tratta ferroviaria Sicignano-Lagonegro;
in ogni caso tale tratta non risulta mai essere stata formalmente dismessa, attraverso lo specifico procedimento previsto e tipizzato dalla normativa vigente;
è da ritenersi invece, che questa linea ferroviaria è stata interrotta, sia pure da diversi anni, in attesa di decisioni definitive -:
quale sia l'effettiva situazione della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro interrotta del 1987 ed, in particolare, se essa sia stata formalmente dismessa, anche al fine di chiarire e definire i compiti e gli interventi di competenza delle Ferrovie medesime.
(5-01635)

Interrogazioni a risposta scritta:

TOMMASO FOTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
oramai da tempo viene ipotizzata la chiusura definitiva della biglietteria posta all'interno della stazione di Fiorenzuola d'Arda (in provincia di Piacenza), anch'essa come struttura ormai da tempo abbandonata a livello di manutenzione da parte di Trenitalia;
l'eventuale chiusura della biglietteria comporterebbe un declassamento della stazione in questione, nonostante la storica funzione che la stessa ha svolto anche nei secoli passati (Giuseppe Verdi la utilizzava per i suoi spostamenti in treno) e con conseguente grave penalizzazione per il bacino turistico della Val d'Arda e per le centinaia di pendolari che quotidianamente utilizzano la stazione di Fiorenzuola -:
se e quali iniziative intenda assumere al riguardo, con l'urgenza che il caso richiede anche al fine di evitare che solo la stazione di Piacenza possa offrire tutti i servizi necessari a coloro che utilizzano il trasporto ferroviario.
(4-03607)

REGUZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
sulla linea treno FS LUINO-MILANO, a seguito dei continui ritardi che negli ultimi due mesi creano e continuano a creare una situazione di forte disagio tra i passeggeri non giustificato né ammissibile;
il treno che parte alle 8.30 da Milano Garibaldi e che un tempo raggiungeva Luino alle ore 10 era considerato molto comodo dagli utenti;
ora a Gallarate la coincidenza non è più un treno bensì un pullman che oltre a non assicurare la puntualità del timetable alle 11 (dipende dal traffico), ritarda di un'ora il tempo di arrivo rispetto a qualche anno fa;
il treno suddetto rappresenta l'unica possibilità per i viaggiatori di raggiungere la città lacustre durante la mattinata, poiché l'orario Trenitalia prevede che dopo le ore 8.30 il treno successivo utile risulti essere alle 12.30 -:
se il Ministro interrogato non intenda intervenire in tempi rapidi, e comunque prima della fine della pausa estiva, al fine di porre fine ad un disagio che colpisce pendolari e studenti della zona.
(4-03611)

GNECCHI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il 24 luglio 2009 le organizzazioni sindacali nazionali del settore appalti ferroviari, hanno dichiarato uno sciopero nazionale di 24 ore, causa le reiterate inadempienze contrattuali messe in atto dalle aziende aderenti all'associazione datoriale FISE;
la ditta CEIAS di Bari che ha in appalto da Trenitalia la pulizia dei treni nella provincia di Bolzano, già a partire dal gennaio 2008 ha pagato sistematicamente in ritardo le retribuzioni ed attualmente

i lavoratori dipendenti dalla CEIAS, non ricevono le retribuzioni dal maggio 2009;
ciò comporta enormi difficoltà per questi lavoratori e le loro famiglie che si ritrovano senza l'unica forma di reddito di cui possono disporre;
il mancato pagamento delle retribuzioni da parte della CEIAS, risulta scaturire da un contenzioso in atto fra la suddetta società con Trenitalia, che causa inadempienza della CEIAS rispetto al capitolato di appalto, non riconosce alla stessa il totale dei corrispettivi previsti dal contratto di appalto stesso;
è davvero inaccettabile che a sopportare le conseguenze di un contenzioso in atto fra Trenitalia (committente) e appaltatore (CEIAS), siano i lavoratori, sicuramente incolpevoli,ai quali non si può certo chiedere, di attendere la definizione del contenzioso, prima di vedersi riconoscere le retribuzioni spettanti;
non è la prima volta, nel settore appalti ferroviari, che i lavoratori subiscono delle conseguenze dovute a situazioni di conflitto fra committente e appaltatori -:
se il Ministro competente non ritenga opportuno intervenire in questo settore, per evitare che ogni qualvolta scaturisca un contenzioso fra Trenitalia e società appaltatrici, venga comunque garantita la corresponsione delle retribuzioni ai lavoratori interessati.
(4-03613)

LEVI, MIGLIOLI, SANTAGATA e GHIZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
al fine di consentire un efficiente collegamento del comprensorio della ceramica delle province di Modena e Reggio Emilia con i sistemi autostradali e ferroviari nazionali ed internazionali e di contribuire, in questo modo, a rimuovere uno dei fattori che pesano sulle condizioni di competitività di un settore di punta dell'industria italiana, è da anni in faticoso e lento avanzamento la realizzazione del collegamento autostradale, la cosiddetta «bretella», tra Campogalliano e Sassuolo;
a partire dal 2004 sono state avanzate proposte di realizzazione dell'infrastruttura facendo ricorso, parziale o totale, a fonti di finanziamento private da reperirsi con gli strumenti della finanza a progetto;
il Cipe nella riunione del 27 marzo 2008 ha approvato il progetto definitivo della bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo;
a seguito della revisione del progetto il costo totale dell'opera è passato dai 467 milioni di euro previsti nel 2005 ai circa 620 milioni del progetto definitivo, a fronte di una disponibilità finanziaria, così come stabilito dal Cipe, di non più di 234 milioni di euro;
a conclusione della Conferenza dei servizi gli enti locali del territorio hanno espresso in un documento ufficiale una posizione unitaria, sottolineando la necessità di realizzare tale opera integralmente e non per parti funzionali e separate, facendo anche ricorso agli strumenti della finanza di progetto, vista la incompleta copertura finanziaria dei costi previsti;
il neoeletto sindaco di Sassuolo, Luca Caselli, ha pubblicamente dichiarato che il Cipe nella seduta del 26 giugno 2009 avrebbe stanziato 600 milioni di euro per la realizzazione della bretella destinata a collegare Campogalliano con Sassuolo;
il comunicato ufficiale con il quale la Presidenza del Consiglio ha dato conto delle decisioni assunte nella riunione del Cipe dello stesso 26 giugno non menziona in alcun modo il citato collegamento autostradale Campogalliano-Sassuolo -:
se corrisponda al vero quanto annunciato dal sindaco di Sassuolo Caselli e, pertanto, quali decisioni il Cipe abbia effettivamente assunto in relazione alla realizzazione della bretella Campogalliano-Sassuolo

nella seduta del 26 giugno 2009 e, in particolare, quale sia stato l'importo eventualmente stanziato;
se sia prevista la realizzazione integrale dell'opera così come unanimemente richiesto dagli enti locali del territorio interessato all'infrastruttura o se, invece, si preveda soltanto un primo stralcio fino allo scalo merci sito nel comune di Marzaglia, a sud di Modena, vanificando così i benefici attesi dal comprensorio della ceramica;
se la realizzazione dell'opera sia affidata alla stessa società, l'Anas, che ha impiegato 15 anni per il semplice e limitato tratto che va dal comune di Casinalbo a quello di Fiorano o se non sia più opportuno considerare le proposte avanzate dal settore privato per l'esecuzione dell'opera ricorrendo agli strumenti della finanza di progetto e consentire così un più che probabile abbattimento tanto dei costi quanto dei tempi;
quali siano, nel caso si faccia ricorso alla finanza di progetto, i tempi previsti per la pubblicazione del relativo bando di promozione.
(4-03614)

BORGHESI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
le recenti iniziative legislative del Governo in materia di noleggio con conducente hanno incontrato le perplessità della Federnoleggio (Federazione italiana delle imprese di noleggio auto e bus con conducente);
la Federnoleggio intende contribuire al dibattito aperto sul Tavolo intersindacale del Parlamentino NCC per il tavolo tecnico al Ministero definendo i principi, dettati da legislazione e giurisprudenza vigenti in materia di trasporto pubblico non di linea, con particolare riferimento alla Costituzione italiana ed ai principi comunitari;
a tal fine appare indispensabile definire il quadro normativo di riferimento;
la materia del trasporto pubblico locale è attribuita alla potestà residuale della Regione, quarto comma, dell'articolo 117 della Costituzione, attribuzione peraltro confermata dalla Corte Costituzionale, con le sentenze n. 222 del 2005, 80 e 29 del 2006. Esse hanno avuto cura di evidenziare come già il decreto legislativo n. 422 del 1997 avesse potenziato il ruolo della Regione in tale ambito; di conseguenza solo ed esclusivamente le Regioni italiane, nell'ambito territoriale di loro spettanza e competenza hanno potestà normativa in materia;
visti gli articoli 1, 16, 41 e 120 della Costituzione, ad avviso dell'interrogante devono ritenersi non conformi ai principi costituzionali le norme che ostacolino, in qualsiasi modo, la circolazione delle persone e delle cose tra le Regioni o che pongano limiti all'esercizio del lavoro in qualunque parte del territorio nazionale. È evidente che il dettato costituzionale non consente l'introduzione ed il mantenimento di ostacoli e/o limiti in funzione discriminatoria di alcuni soggetti rispetto ad altri, per quanto attiene all'esercizio di attività economica;
la Corte costituzionale ha avuto in più occasioni modo di ribadire che la necessità di apposita autorizzazione per lo svolgimento di attività imprenditoriale, non implica una contemporanea limitazione territoriale all'esercizio di quella attività;
per evitare «...creazione di artificiose barriere territoriali» proprio gli articoli 41 e 120 della Costituzione sostengono una «...nozione unitaria di mercato» ed è illegittima la limitazione del «...diritto dei cittadini di esercitare in qualunque parte del territorio nazionale la loro professione» (Corte Costituzionale, sentenza n. 207 del 2001);
ad avviso dell'interrogante l'articolo 29, comma 1-quater del decreto-legge n. 207 del 2008 presenta profili di dubbia conformità all'articolo 3 della Costituzione, perché, con la modificazione della legge n. 21 del 1992, realizza una disparità

di trattamento tra situazioni uguali afferenti agli esercenti il noleggio con conducente, con riferimento al solo dato geografico che assurge a fattore discriminante. Infatti esso determina una disparità di trattamento a seconda del diverso comune che ha rilasciato l'autorizzazione. In altre parole viene materialmente precluso l'esercizio dell'attività imprenditoriale e lavorativa in un dato ambito territoriale, comunale, nei confronti di coloro i quali sono titolari di autorizzazioni di comuni diversi da quelli ove intendono esercitare;
si è in presenza di una sperequazione e di una difformità di trattamento tra operatori del medesimo settore abilitati all'esercizio di un servizio, in quanto titolari di un identico provvedimento autorizzatorio;
per quanto concerne il diritto comunitario, ai sensi dell'articolo 70 del Trattato CE, in materia di trasporti, gli Stati membri devono perseguire gli obiettivi del Trattato stesso;
per raggiungere tali obiettivi occorre che vi sia un mercato interno unico caratterizzato dall'eliminazione, fra i Paesi membri, degli ostacoli alla libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali, nonché un regime teso a garantire che la concorrenza non sia falsata nel mercato interno (articoli 2 e 3, lettera c) e g) Trattato CE);
di conseguenza, libertà fondamentale riconosciuta alle imprese è quella di potersi stabilire in qualsiasi Paese della Comunità anche tramite l'apertura di una sede secondaria, cosiddetto stabilimento a titolo secondario;
in particolare, ai sensi degli articoli 43 e 48 del Trattato CE (Capo II, diritto di stabilimento), le restrizioni alla libertà di stabilimento delle imprese di uno Stato membro nel territorio di un altro Stato sono vietate e tale divieto si estende alle restrizioni relative all'apertura di succursali o filiali;
la libertà di stabilimento importa l'accesso alle attività non salariate e al loro esercizio, alle condizioni definite dalla legislazione del Paese di stabilimento nei confronti dei propri cittadini;
la giurisprudenza comunitaria ha chiarito che godono del pieno diritto di stabilimento le imprese costituite in un Paese membro al solo scopo di stabilirsi in un altro Stato della Comunità nel quale, dette imprese, svolgono il complesso delle proprie attività economiche (CGCE, Inspire Art, causa 167/01 del 30 settembre 2003, punti 95 e 97 in particolare, causa 212/97 del 9 marzo 1999, punto 17 in particolare; Segers, causa 79/1985 del 10 luglio 1986, punto 16 in particolare);
inoltre, ai sensi dell'articolo 14 del Trattato CE, la Comunità adotta le misure destinate all'instaurazione del mercato interno conformemente, tra l'altro, alle disposizioni in tema di trasporto (articoli 70-80 del Trattato CE) e pertanto, i trasporti sono un elemento necessario per la realizzazione di detto mercato;
in buona sostanza, un imprenditore, eventualmente anche italiano, ha il diritto di costituire un'impresa di noleggio con conducente in un Paese della Comunità (es. Francia), ma di svolgere tutta o parte della propria attività in Italia, attraverso una sede secondaria e una rimessa ivi ubicata;
ad avviso dell'interrogante, alla luce di quanto evidenziato nelle norme costituzionali e comunitarie, i punti fondamentali dai quali partire, per rispettare la normativa attualmente in vigore sono:
avviare un processo di realizzazione di Albi Regionali da mettere in collegamento reciproco in modo da facilitare il compito agli organi competenti addetti ai controlli e alle verifiche;
superare il concetto di territorialità per le imprese;
attuare un'efficace e rigida lotta a tutte le forme di abusivismo;
prevedere l'abolizione dell'obbligatorietà dell'iscrizione al Ruolo Conducenti per i dipendenti;

superare l'attuale stato di contingentamento, che prevede l'autorizzazione per ogni mezzo, con l'introduzione di un sistema di autorizzazione aziendale che consente di inserire, in linea con gli orientamenti comunitari, elementi importanti di liberalizzazione nel settore, pur senza pregiudicare gli equilibri di mercato -:
se il Ministro sia a conoscenza dei tatti sopra riportati;
se alla luce delle due recenti ordinanze del Consiglio di Stato, 1959/2009 del 7 aprile 2009 e 262/2009 del 28 aprile 2009, il Ministro non intenda assumere iniziative di carattere normativo volte ad abrogare l'articolo 29 I-quater del decreto-legge n. 207 del 2008, cosiddetto mille proroghe;
se non intenda avviare un confronto con le parti interessate che porti al superamento della legge n. 21 del 1992, per quanto riguarda il settore del noleggio con conducente.
(4-03629)

TESTO AGGIORNATO AL 1° MARZO 2011

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INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:

GALLETTI, CASINI, LIBÈ, VIETTI e RAO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la priorità vera su cui si misura il livello di affidabilità del Governo di un Paese è la capacità di dare risposte certe ed efficaci al primo bisogno primario del cittadino, che è quello della sicurezza;
tutti i giorni la cronaca registra l'immagine di un Paese in cui l'incolumità personale e patrimoniale dei cittadini, nonché il diritto ad un'esistenza serena e pacifica non sono adeguatamente garantiti;
nella provincia di Ravenna l'analisi della situazione criminale evidenzia accertate infiltrazioni delinquenziali piuttosto rilevanti;
il personale della 3a Sezione-reati contro il patrimonio (comunemente definita «Antirapine») della squadra mobile della questura di Ravenna aveva ottenuto quasi l'en plein di successi nelle indagini su rapine in banche, grazie alla particolare abilità investigativa: erano infatti stati individuati ed arrestati tutti i responsabili delle nove rapine avvenute nel secondo semestre 2008;
l'attività di repressione così incisiva aveva ottenuto un effetto preventivo, producendo un drastico calo del numero delle rapine ai danni delle banche;
una statistica sindacale aveva collocato la sezione antirapine della squadra mobile ravennate fra le migliori d'Italia, per quanto riguardava la percentuale di casi risolti;
a fine aprile 2009, l'intera sezione ha chiesto in blocco il trasferimento: tutto ciò, evidente esternazione di un disagio, ha portato alcuni componenti della Sezione in altri servizi (Volanti, Ufficio Immigrazione) -:
quali iniziative concrete intenda adottare affinché la squadra mobile della questura di Ravenna, in particolare la sezione «antirapine», recuperi tutta la propria benemerita operatività e non disperda l'esperienza sin qui acquisita, al servizio della sicurezza dei cittadini.
(5-01633)

Interrogazioni a risposta scritta:

BRATTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
lunedì 6 luglio 2009, il Tribunale di Ferrara ha condannato a tre anni e sei mesi di reclusione quattro poliziotti, per eccesso colposo in omicidio colposo, per l'uccisione, a seguito di pestaggio, del 18enne Federico Aldrovandi, avvenuto il 25 settembre 2005;
sul blog della madre di Federico Aldrovandi, http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/, è stata pubblicata la lettera dell'ispettore di polizia, Nicola Solito, che

portò, per conto dei suoi superiori, la notizia della tragica morte di Federico ai suoi genitori dei quali era molto amico;
nella suddetta lettera, di seguito parzialmente riportata, si riferisce di una situazione di minacce, disagio e difficoltà subita all'interno del luogo di lavoro a causa del suo stato di «amico» della famiglia delle vittima. «(...). Il tuo, era e doveva essere il più semplice degli interventi che una forza di polizia può affrontare e risolvere. (...) C'era solo questo da fare e nient'altro, perché quello che è invece accaduto quella mattina e da quella mattina in poi è un incubo. In tutto questo tempo ho dovuto fare i conti con me stesso e con tutto quello che mi circonda, da una parte l'uomo e dall'altra il poliziotto, perché io ero "l'amico" e per questo ho subìto gratuitamente delle minacce, battute e commenti fuori luogo. Quante volte ho dovuto stringere i denti, fare finta di niente, fare finta di non aver sentito. Sono fatti, eventi che ti segnano, ti sconvolgono radicalmente la vita, ti sfiancano, specialmente dopo la mia deposizione, quando qualcuno ti manda a dire: "Purtroppo l'onestà non paga mai!", come se, nella vita ad un certo punto devi essere obbligato o forzato a fare delle scelte o a schierarti, perché non hanno ancora capito che non si tratta di andare contro il "Sistema", di fare il paladino della situazione. Si tratta di essere uomini dalla testa ai piedi, perché io la mattina voglio guardarmi allo specchio e, la sera, quando vado a letto, devo e voglio dormire con la coscienza a posto. Sono arrivato al punto di non avere più fiducia in nessuno, a non sapere più di chi fidarmi. Ho scelto di continuare a essere onesto e sincero come lo sono sempre stato, perché questo mi permette di camminare sempre a testa alta e a guardare in faccia chi mi sta di fronte, senza peli sulla lingua, a dire spietatamente sempre quello che penso e assumendomi sempre tutte le mie responsabilità. Questo mi ha portato ad allontanare inconsciamente e volutamente le persone a cui voglio bene, le persone che amo, per paura che, quanto mi è accaduto e mi sta accadendo, che le mie scelte, possano di riflesso e in qualche modo arrecargli del danno, del male, che possano subire delle rivalse, delle ripicche. Gente che è arrivata a fare quello che ha fatto è capace di tutto. (...) Questa mattina, per la sentenza, come quella maledetta mattina del 25 settembre, sono e mi sento solo e da solo ho deciso di essere al fianco di tuo padre Lino, di tua madre Patrizia, di tuo fratello Stefano. (...) Sinceramente non so come saranno per me i prossimi giorni, mi auguro e spero di trovare anch'io un po' di pace, di serenità, di tranquillità, di ritrovare il mio "senso della vita". Ti voglio bene. Un bacio. Nicola» -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle minacce e delle pressioni subite, nell'ambito del suo luogo di lavoro, dall'ispettore Nicola Solito a seguito della vicenda della morte di Federico Aldrovandi;
quali iniziative intenda adottare per accertare se le dichiarazioni di Solito corrispondono al vero.
(4-03605)

MOSCA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il cittadino moldavo Vasile Coceban è destinatario di un ordine di custodia cautelare da parte della Procura della Repubblica di Milano perché ritenuto la mente e tra gli esecutori materiali dell'omicidio di Marzio Colturani, soffocato durante una rapina nel suo appartamento la notte del 13 novembre 2007;
Coceban si è dato alla latitanza facendo perdere le sue tracce dal febbraio 2008;
la stessa Procura ha emesso un mandato di arresto europeo per Coceban, tuttavia non valido per i Paesi che non aderiscono alla Convenzione di Shengen;
manca un accordo bilaterale tra i due Paesi in tema di estradizione;

tutti i tentativi della giustizia italiana di far arrestare il ricercato in patria sono state respinte dalle autorità locali;
dalle intercettazioni è emerso che Coceban il 29 marzo 2008, mentre era nella sua abitazione di residenza, ha confidato a un conoscente (riferendosi alla polizia locale): «Mi hanno preso ieri e, appena hanno fatto una chiamata, mi hanno lasciato andare via»;
i famigliari della vittima, nel corso di un'udienza in Corte d'Assise per quei fatti, nei giorni scorsi hanno affermato che il ricercato vive in Moldavia, dove conterebbe sulla «protezione delle autorità locali»;
tra i due Paesi esistono relazioni commerciali e diplomatiche -:
se sia a conoscenza della situazione esposta in premessa;
quali iniziative intenda adottare al fine di assicurare alla giustizia Vasile Coceban e fornire una risposta rapida ed efficace ai familiari di Marzio Colturani.
(4-03615)

GNECCHI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
per 10 anni l'interrogante ha rivestito il ruolo di assessore al lavoro nella provincia di Bolzano ed ha vissuto in prima persona, come tanti colleghi nelle altre province e regioni, le difficoltà per raggiungere l'accordo in Commissione per l'Impiego sul contingente di lavoratori e lavoratrici extracomunitari da chiedere al Ministero dell'interno per il decreto flussi. La difficoltà si poneva nella ricerca di rispondere ai reali bisogni delle comunità, con le richieste sempre più pressanti da parte delle famiglie, con le esigenze dei datori di lavoro di trovare manodopera, ma non si poteva prescindere dalla valutazione sulle capacità di accoglienza ed inclusione sociale del territorio;
le associazioni dei datori di lavoro hanno sempre esercitato forti pressioni ed ogni anno cercavano in tutti i modi di ottenere il raddoppio delle quote dell'anno precedente;
sono state molto forti e continue anche le pressioni delle famiglie con persone non autosufficienti, perché il bisogno di assistenti familiari-domiciliari, le cosiddette «badanti», è diventato ogni anno più significativo;
l'attuale maggioranza secondo l'interrogante ha creato un clima di criminalizzazione, ha alimentato le generalizzazioni come se tutti coloro che sono arrivati o arrivano da altri Paesi fossero o siano clandestini, senza tener conto che il clima che si crea rischia di portare ad un reale conflitto sociale;
tale rischio di conflitto sociale è rafforzato dalla crisi economica che spinge a nuove forme di reazione e paura, che non vanno alimentate: è già molto forte, infatti, la convinzione tra la gente che chi viene da altri Paesi porti via agli autoctoni posti di lavoro, prestazioni sociali e benefici vari, già queste tensioni richiederebbero una forte capacità di mediazione per mantenere la pace sociale;
tutte le iniziative assunte, invece, da questo Governo, ultima in termini temporali «il pacchetto sicurezza», secondo l'interrogante sembrano ignorare che la presenza di extracomunitari nel territorio italiano è un fenomeno strutturale scaturito dalle esigenze della nostra economia e delle nostre stesse famiglie e non è certo creando un clima di tensione, insofferenza e di intolleranza che si può pensare di governare il fenomeno dell'immigrazione;
le contraddizioni emerse anche all'interno della stessa maggioranza di Governo, nei giorni successivi all'approvazione del pacchetto sicurezza e le proteste sollevate non solo dai partiti di opposizione, ma da più parti su questo provvedimento, stanno costringendo il Governo ad un palese ed imbarazzante ripensamento;

si nota però, che questa maggioranza si dichiara federalista, ma dimostra nei fatti che sta pensando a sanatorie, di cui si legge sui giornali, come decisione del Consiglio dei ministri, senza un diretto coinvolgimento delle Regioni e delle Province autonome, che come si ritrovano a dover gestire il pacchetto sicurezza, con tutto ciò che comporta, si troveranno un correttivo senza essere state consultate -:
se il Ministro non ritenga doveroso sentire le regioni e le province autonome per avere un quadro preciso della situazione e poter quindi adottare di conseguenza i provvedimenti che consentano di superare il clima di tensione crescente e dare l'opportunità ai datori di lavoro e alle famiglie di regolarizzare i lavoratori e le lavoratrici che stanno prestando la loro opera in nero.
(4-03616)

DIMA e CARLUCCI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
i direttori del Corpo nazionale dei vigili del fuoco nel ruolo SDACE, corrispondente all'ex 9o livello in possesso di laurea magistrale in ingegneria o in architettura e della relativa abilitazione all'esercizio della professione, hanno sostenuto e superato le prove per il concorso straordinario di cui all'articolo 158, comma 1, lettera a), del decreto legislativo n. 217 del 2005, successivamente frequentato, con la qualifica di vice direttore ex 7o livello, il corso di sei mesi presso l'ISA;
al termine del suddetto corso, hanno sostenuto e superato l'esame finale che ha consentito l'accesso alla qualifica di rettore (ex 8o livello);
nel passaggio di qualifica non è stata considerata in alcuna misura l'anzianità pregressa contrariamente a quanto avvenuto in altre occasioni e ciò non appare condivisibile ove si consideri che i direttori nella loro precedente qualifica hanno maturato una solida esperienza avendo ricoperto gli stessi ruoli ed incarichi dei colleghi laureati anche se, a suo tempo, non riconosciuti come laureati dall'Amministrazione -:
se il Ministro ritenga opportuno assumere iniziative, anche di carattere normativo, finalizzate al riconoscimento anche parziale dell'anzianità pregressa, considerato che il servizio precedentemente prestato è stato interamente svolto nel ruolo dei funzionari tecnici e a far sì che i direttori del Corpo nazionale dei vigili del fuoco possano godere di un regime contributivo sostanzialmente equiparato alla progressione di carriera ottenuta attraverso regolare concorso.
(4-03623)

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che.
giovedì 9 aprile 2009, a Milano è stato messo sotto sequestro preventivo il «Club illumined» circolo privato affiliato Arcigay, frequentato da persone gay maggiorenni;
la motivazione principale del sequestro è stata la presenza di persone iscritte in altri club affiliati alla stessa Associazione nazionale legalmente riconosciuta e confederata ARCI e quindi non iscritte direttamente nel circolo «club illumined», ma aventi pari diritti associativi così come previsto dall'articolo 148 decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, (TUIR);
a seguito di tale motivazione il circolo privato «Club illumined» è stato ricondotto a «locale di fatto aperto al pubblico all'interno del quale si tenevano trattenimenti e ritrovi senza aver osservato le prescrizioni dell'autorità di PS»;
tale iniziativa si è verificata dopo molteplici denunce ed esposti presentate solo e sempre da un singolo cittadino abitante nello stesso stabile dove è inserita la sede del circolo «Club illumined», che

ha richiesto i relativi controlli da parte delle autorità competenti e che in più di un'occasione ha espresso commenti discriminatori sullo stesso;
in Italia molte associazioni nazionali hanno di fatto una propria «tessera», che associa i dati personali di ogni singolo membro e che consente al medesimo di circolare e frequentare una molteplicità di circoli privati, purché affiliati alla medesima associazione, e solo in alcuni rari casi è stata contestata la «circolarità» delle tessere a livello nazionale; peraltro ciò è avvenuto quasi esclusivamente presso circoli affiliati all'Associazione arcigay milanese;
tale sistema di tesseramento è il medesimo per le Associazioni nazionali Arci, Fipe, Uisp, Arcigay, DLF (Dopo Lavoro Ferroviario) oltre che per varie associazioni culturali e ricreative, inclusi i circuiti sportivi e le palestre tutte rientranti tra quelle previste dall'articolo 148, comma 3 del TUIR;
nel corso di due anni di esistenza il «Club illumined» è stato oggetto di verifica e controlli di vari organi diverse decine di volte, sollecitati sempre e solo dalla medesima persona di cui sopra, nei quali le contestazioni emerse sono quasi sempre state inerenti al sistema di tesseramento, e nonostante lo stesso circolo abbia presentato più volte ricorsi e chiarimenti non ha mai ottenuto risposte in merito;
ad avviso degli interroganti l'accaduto con le relative conseguenze legali, risulta del tutto ingiustificato e sproporzionato -:
se il Governo intenda assumere iniziative, anche di carattere normativo, volte a consentire la circolazione degli iscritti all'interno di circoli di tipo associativo, che siano aderenti alla stessa Associazione nazionale.
(4-03628)

TESTO AGGIORNATO AL 25 FEBBRAIO 2010

...

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta orale:

PICCOLO, GIOACCHINO ALFANO, GIORGIO MERLO, BOFFA, BONAVITACOLA, CUOMO, CESARIO, BOSSA, DE PASQUALE, NUNZIO FRANCESCO TESTA, CIRIELLO, MAZZARELLA, SBROLLINI, GRANATA, SCALERA, TAGLIALATELA, NICOLAIS, SERVODIO, SARUBBI, SANGA e BARBATO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'Astronomia e l'Astrofisica sono indubbiamente un fiore all'occhiello della ricerca scientifica italiana e sono riconosciute come area di eccellenza, sia a livello nazionale che internazionale. Nel documento di valutazione della ricerca, redatto dal Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca su mandato del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, l'Istituto nazionale di astrofisica (INAF) è, infatti, giudicato come il miglior ente di ricerca italiano per il suo raggruppamento disciplinare;
l'INAF da anni collabora e compete con successo in ambito internazionale, permettendo all'Italia di porsi, su scala globale, come partner per imprese sovrannazionali; al suo interno operano più di mille persone, tra ricercatori, tecnici e amministrativi, tutti impegnati nella crescita scientifica e nell'innalzamento della qualità della vita dei cittadini, mediante il processo di trasferimento tecnologico all'industria e alla società;
l'INAF riceve un finanziamento ministeriale «pro-capite» nettamente inferiore a quello di altri enti di ricerca, sicché se l'Ente ancora oggi riesce a mantenere un alto standard scientifico con la partecipazione a collaborazioni internazionali in corso ed il funzionamento di importanti infrastrutture - anche a vantaggio delle università -, tuttavia esso non ha più

risorse sufficienti per far fronte ad imprevisti od emergenze, come l'incidente, verificatosi recentemente, che ha colpito un sottosistema cruciale del telescopio VST, danneggiando gravemente la cella dov'è alloggiato lo specchio principale;
VST è un progetto internazionale di grande rilevanza scientifica e tecnologica: il telescopio (il maggiore del mondo tra quelli dedicati alle survey astronomiche) è stato concepito e progettato dall'Osservatorio astronomico di Napoli, uno dei centri di ricerca dell'INAF, per essere installato sulle Ande cilene presso la stazione osservativa di Cerro Paranal dello European Southern Observatory (ESO), che è il massimo organismo di gestione e sviluppo dell'astronomia europea. Ad eccezione delle ottiche, lo strumento è stato completamente realizzato dai laboratori dell'INAF e dall'industria italiana, che sta già avendone importanti ritorni in un momento strategico per questa nicchia tecnologica (l'ESO ha appena avviato la realizzazione di un telescopio gigantesco: l'ELT);
il progetto VST, il cui completamento era programmato per l'estate del 2010 con l'entrata in funzione del telescopio e della sua camera per immagini a grande campo (250 milioni di pixel), subisce ora una gravissima battuta d'arresto a causa degli enormi danni riportati, durante il recente trasporto via mare dall'Italia al Cile, dalla cella che ospita lo specchio primario, che è ad un tempo il cuore ed il cervello dello strumento;
l'incidente - una lunga esposizione all'acqua di mare di cui il trasportatore non ha ancora fornito le ragioni - rischia di vanificare il lavoro di oltre dieci anni, gli ingentissimi investimenti di risorse economiche ed umane sin qui fatti, nonché i guadagni d'immagine per l'industria italiana, se non si avvia immediatamente un piano di recupero, che è possibile ma costoso: occorre una somma di almeno 1 milione di euro. La necessità di fare presto, per evitare che VST sia raggiunto e superato dai concorrenti americani e che da strumento d'avanguardia diventi obsoleto, si scontra con la lentezza delle procedure d'indagine e di rimborso da parte dell'assicurazione e con le difficoltà economiche in cui versa l'INAF, che non è materialmente in grado di far fronte a emergenze come questa, come sarebbe invece necessario per un ente che rappresenta un settore trainante della ricerca in Italia -:
se il Governo non ritenga opportuno e necessario assumere iniziative urgenti volte al salvataggio del progetto VST per il suo straordinario valore scientifico e per l'immenso prestigio che esso conferisce alla ricerca scientifica italiana.
(3-00602)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

SIRAGUSA e DE BIASI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la dispersione scolastica è uno dei problemi che, ancora oggi, affligge il nostro sistema scolastico;
essa si articola in diverse fenomenologie: abbandoni, evasioni, bocciature, frequenze irregolari, difficoltà di apprendimento, e altre;
in Sicilia, in modo particolare, la situazione appare allarmante, per le evidenti connessioni dei fenomeni di dispersione scolastica sia con il disagio socio-educativo sia con le diverse sfaccettature della devianza minorile: micro e macrocriminalità, dipendenze, bullismo, aggressività proattiva, e altri fenomeni analoghi;
è necessario monitorare costantemente tali fenomeni che, se non adeguatamente affrontati, rischiano di fare arretrare ulteriormente la nostra scuola rispetto agli standard formativi europei;
la Direzione scolastica regionale siciliana, grazie all'utilizzazione di una task force di 90 docenti in possesso di specifiche competenze professionali (laurea in psicologia e/o in pedagogia ad indirizzo psicopedagogico) ha costituito un gruppo

specializzato (distribuito nelle varie province siciliane) che, con il proprio lavoro sistematico e continuo ha consentito:
a) la realizzazione di una Banca-dati regionale, caratterizzata da unitarietà delle voci inerenti alle diverse fenomenologie individuate come fondanti i fenomeni di dispersione scolastica, a partire dall'anno scolastico 2002/2003 relativamente alle scuole di ogni ordine e grado e, a partire dall'anno scolastico 2005/2006, relativamente anche alla scuola dell'Infanzia. Tale banca-dati comprende, inoltre, il monitoraggio dei fenomeni di dispersione scolastica relativamente ad alunni di altra nazionalità per le scuole di ogni ordine e grado;
b) la costruzione di un sistema integrato, con il Dipartimento della pubblica istruzione e formazione professionale della Regione siciliana, di controllo, monitoraggio e presa in carico relativo all'assolvimento dell'obbligo scolastico e formativo;
c) la realizzazione di interventi psicopedagogici ed educativo-didattici nei contesti scolastici delle aree individuate come a rischio ai sensi del contratto collettivo nazionale per prevenire e contrastare gravi collegamenti fra l'insuccesso scolastico e la devianza minorile;
d) l'attenzione particolare per l'intervento precoce nei confronti di allievi con disturbi specifici di apprendimento (DSA) che, come è noto, se non adeguatamente presi in carico, finiscono erroneamente per essere dichiarati disabili gravando sugli organici di sostegno;
e) la partecipazione attiva ai GOIAM (Gruppi operativi contro l'abuso e il maltrattamento) che, in sinergia con il comune di Palermo, l'ASL 6 e la magistratura minorile, hanno solo negli ultimi 2 anni individuato, segnalato e preso in carico ben 400 minori vittime di abusi sessuali e maltrattamenti di varia natura;
i risultati ottenuti e le diverse iniziative in fase di realizzazione, sono rese possibili anche avvalendosi di docenti in possesso di particolari requisiti professionali;
grazie all'apporto di questi docenti si è creata una effettiva rete di rapporti interistituzionali e, cosa estremamente importante, si sono messi a punto specifici piani d'intervento per la prevenzione della dispersione scolastica e la promozione del successo formativo;
fino all'anno 2008/2009 la Direzione generale dell'Ufficio scolastico regionale della Sicilia ha garantito la prosecuzione dei progetti utilizzando 90 docenti appartenenti ai diversi ordini scolastici;
quest'anno, per le note restrizioni di organico, non si riuscirà a mantenere lo stesso contingente di posti attivato in passato (ad oggi la Direzione scolastica regionale è riuscita a liberare soltanto 40 posti);
al fine di consentire la prosecuzione di un'esperienza che si ritiene valida e indispensabile e che trova molti consensi positivi fra le diverse istituzioni scolastiche e fra le famiglie, si rende necessario autorizzare 50 posti per la sola prosecuzione;
i posti di cui sopra sono assolutamente necessari al fine di non disperdere un'esperienza che viene ritenuta altamente positiva e significativa sia all'interno che all'esterno della scuola -:
se non intenda, al fine di consentire la prosecuzione di un'esperienza indispensabile, autorizzare i 50 posti necessari a mantenere il contingente impiegato fino all'anno 2008/2009.
(5-01630)

GHIZZONI, CORSINI e SIRAGUSA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
opera dal 1997 nel distretto 012 un Centro territoriale permanente (CTP) attualmente presso il II Circolo didattico di Caserta;
tale CTP ha sempre operato in perfetta corrispondenza con quanto previsto

dall'ancora valida ordinanza ministeriale n. 455 del 1997 articolo 1, comma 4, in base alla quale:
«I Provveditori agli studi, sentito il Comitato provinciale, istituiscono i Centri, a partire dalle situazioni dove esistano consolidate esperienze o in presenza di una domanda proveniente dalla comunità e sostenuta da reali prospettive di intese e accordi e dove sia prevedibile un flusso - in corso d'anno - di 90/110 utenti»;
questo flusso è stato ogni anno sempre ampiamente superato, come dimostra la documentazione in possesso della segreteria amministrativa del II circolo didattico (registri generali di firma dei corsisti, fogli di presenza dei singoli corsi), garantendo un funzionamento dalle ore 14 alle ore 20 di tutti i giorni dal lunedì al venerdì e in alcuni periodi dell'anno anche il sabato pomeriggio per venire incontro alle esigenze dei corsisti;
per il prossimo anno scolastico 2009-2010 secondo i dati forniti dall'ufficio di segreteria amministrativa del II Circolo didattico di Caserta, sono già pervenute da tempo e regolarmente protocollate 240 domande di iscrizione ai corsi del CTP così suddivise:
corsi per il conseguimento della Licenza media 51;
corsi di Lingua italiana riconosciuti «Università per stranieri di Siena» 35;
corso di Alfabetizzazione lingua italiana 12;
corsi di Lingua inglese primo livello 21;
corsi Lingua inglese secondo livello 19;
corsi di Informatica 20;
corso multimediale 10;
altri corsi 72;
si precisa che a queste iscrizioni andranno ad aggiungersi quelle successive al periodo estivo e che di norma il picco massimo delle domande di iscrizione si registra nei mesi di settembre e ottobre, mentre nei mesi successivi si aggiungono ogni mese ulteriori altre domande;
l'inizio delle attività didattiche è stato programmato come negli anni passati nella prima settimana di settembre;
l'attività del CTP si è segnalata in questi dodici anni perfettamente rispondente alle indicazioni previste dalla citata ordinanza ministeriale articolo 3, comma 1, attività che si concretizzano in:
accoglienza, ascolto e orientamento;
alfabetizzazione primaria funzionale e di ritorno, anche finalizzata ad un eventuale accesso ai livelli superiori di istruzione e di formazione professionale;
apprendimento della lingua e dei linguaggi;
sviluppo e consolidamento di competenze di base e di saperi specifici;
recupero e sviluppo di competenze strumentali culturali e relazionali idonee ad una attiva partecipazione alla vita sociale;
acquisizione e sviluppo di una prima formazione o riqualificazione professionale;
rientro nei percorsi di istruzione e formazione di soggetti in situazione di marginalità;
in particolare il CTP del distretto 012 ha realizzato in questi anni, oltre agli istituzionali corsi per il conseguimento della licenza media:
a) i corsi annuali di lingua italiana per stranieri per complessive 250 ore sia a livello di prima alfabetizzazione sia in convenzione con l'Università per Stranieri di Siena (unico centro operante in provincia di Caserta e per molti anni uno dei pochi in tutto il Meridione d'Italia) attivando tutti i livelli di corso e divenendo anche sede degli esami finali sia estivi sia invernali. Tali corsi sono stati seguiti negli anni da centinaia di iscritti provenienti

dalle più svariate nazioni (Cina, Giappone, Ucraina, Russia, Romania, Moldavia, Polonia, Germania, Spagna, Portogallo, Gran Bretagna, Tunisia, Marocco, Algeria, Burundi, Senegal, Nigeria, Argentina, Cuba, Venezuela, Colombia, Brasile, Cile). Di tali corsi hanno anche fruito e fruiscono tutt'ora donne in condizione di marginalità e sottratte alla tratta degli esseri umani e in regime di protezione, rifugiati politici e richiedenti asilo;
b) i corsi ciclici di lingua inglese di vari livelli riservati innanzitutto a iscritti privi di conoscenze della lingua o desiderosi di ulteriori approfondimenti come soggetti in situazione di marginalità o che hanno necessità di riqualificazione professionale;
c) i corsi di informatica e multimedialità di vari livelli ma soprattutto dedicati all'alfabetizzazione informatica dei quali fruiscono diversi utenti con le stesse caratteristiche di quelli descritti al punto 2;
d) corsi in convenzione con Comuni del distretto 012 e con la partecipazione della Protezione civile e di varie associazioni locali e relativi alla difesa e alla tutela dell'ambiente, al recupero della memoria storica locale, alla sicurezza stradale, alla storia della Repubblica italiana;
tutte le attività sono state ispirate e si trovano in perfetta corrispondenza con quanto previsto dalla già citata ordinanza ministeriale n. 455 del 1977, articolo 5, comma 7, secondo la quale:
«Il personale impegnato nelle attività dei centri opera per l'acquisizione di saperi che permettano una reale integrazione culturale e sociale e che sostengano e accompagnino i percorsi di formazione professionale per facilitare l'inserimento o il reinserimento nel mondo del lavoro, in relazione alle dimensioni: comunicazione, progettualità, operatività. Pertanto gli assi culturali di riferimento dovranno essere:
i linguaggi e le culture;
l'alfabetizzazione alla multimedialità;
la formazione relazionale come conoscenza del sistema sociale, ambientale, economico, geografico;
la flessibilità come disponibilità a cambiare e innovare,
l'analisi dei punti di vista e delle realtà come approccio alle altre culture;
la visione sistemica come saper inquadrare la propria attività in quella complessiva dell'organizzazione;
la padronanza dei linguaggi e delle tecnologie più diffuse;
l'apprendimento continuo come disponibilità ad aggiornarsi e ad apprendere;
lo spirito partecipativo come capacità di lavorare con gli altri;
lo spirito di autocritica come capacità di valutarsi;
tutte le attività già realizzate sono programmate anche per l'anno scolastico 2009/2010 e supportate da adeguato numero di iscrizioni;
il dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale di Caserta in data 19 giugno 2009 ha notificato, a mezzo fax, la condizione di soprannumerari dei docenti in servizio presso il CTP del distretto 012, azione che risulta collegabile ad una soppressione del detto CTP di cui agli interroganti non comprendono né motivazione né ragioni;
la circolare n. 38 del 2 aprile 2009, unica innovazione rispetto alla normativa vigente sopra descritta, recita: «L'organizzazione e le dotazioni organiche dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti sono regolate dal decreto ministeriale 25 ottobre 2007, emanato in applicazione dell'articolo 1, comma 632, della legge 27 dicembre 2006 n. 296. In relazione all'attuazione progressiva della citata disposizione, le dotazioni organiche dei Centri Territoriali Permanenti rimangono confermate nelle attuali consistenze e non

possono superare, in ciascuna realtà regionale, le dotazioni dell'organico di diritto dell'anno scolastico 2008/2009. Nelle more dell'emanando regolamento che definirà l'assetto organizzativo e didattico dei CPIA, in fase di avanzata predisposizione, i docenti permangono in servizio presso i Centri Territoriali Permanenti di titolarità, rinviandosi alla fase di definizione dell'organico di fatto la costituzione dei predetti Centri Provinciali, come precisato con nota circolare prot. n. 255, in data 5 febbraio 2009, della Direzione per l'istruzione e formazione tecnica superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle Regioni»;
ad avviso degli interroganti, tale soppressione appare arbitraria, destituita di qualsiasi fondamento giuridico e in totale opposizione con le normative vigenti e con la stessa circolare ministeriale n. 38, che ancorché adottata in assenza del relativo regolamento, prevede la conferma dell'organico -:
se l'«Ufficio IV - Istruzione degli adulti» della Direzione generale per l'istruzione e la formazione tecnica superiore del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca sia informato di queste decisioni e se esse dipendano da precise scelte del Ministero;
quali siano i motivi che hanno portato a quella che, ad avviso degli interroganti, è una incomprensibile soppressione, in aperto contrasto con l'ordinanza n. 455 del 1997, dannosa non solo per il personale attualmente in servizio, ma soprattutto per la vasta utenza del servizio stesso;
se il Ministro intenda avallare una decisione che con la sospensione del servizio pubblico gratuito assicurato dal CTP del distretto 012 avrà come conseguenza un incremento dei profitti da parte di scuole private che organizzano a pagamento corsi per il conseguimento della licenza media e corsi di lingua italiana, inglese e di informatica e multimedialità.
(5-01640)

Interrogazione a risposta scritta:

BORGHESI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
sono circa 16.000 persone che hanno timore per il loro futuro e quello delle loro famiglie, occupati tramite i consorzi e collaborazioni coordinate e continuative con funzioni ATA addetti nei servizi scolastici;
sono quasi tre volte i dipendenti dell'Alfa Romeo di Pomigliano, eppure la loro situazione non desta alcuno scandalo;
sono i cosiddetti «ex LSU della scuola», da più di dieci anni vivono in un limbo, ogni anno appesi all'esile filo dell'appostamento nella legge Finanziaria delle cifre necessarie al rifinanziamento delle loro attività. Circa 1000 lavorano nelle segreterie scolastiche, la restante parte viene impegnata per le pulizie dei locali scolastici;
dalla metà degli anni '90 sono stati impiegati nelle scuole con i lavori socialmente utili (LSU), attraverso i progetti proposti dalle Amministrazioni Provinciali o Comunali, che a quel tempo avevano competenza di fornire il personale ATA (ausiliario e di segreteria) alle scuole materne ed elementari (Comune) ed agli Istituti Tecnici e Licei Scientifici (Provincia);
i lavori socialmente utili interessarono dapprima lavoratori messi in liste di mobilità a seguito di licenziamento e, successivamente, disoccupati di lunga durata. La retribuzione mensile era rappresentata da un sussidio di 800.000 lire, erogato dall'Inps. Nessun versamento di contributi (solo contributi cosiddetti figurativi) e nessun riconoscimento giuridico visto che non si trattava di un rapporto di lavoro dipendente;
successivamente alla legge 3 maggio 1999, n. 124 (articolo 8 - Trasferimento personale ATA dagli Enti Locali allo Stato) sono «transitati» allo Stato e nel luglio del

2001 si è definita una sorta di «stabilizzazione». Con il decreto ministeriale n. 65 del 2001 sono stati terziarizzati i servizi di pulizia, creando dei consorzi. Per il personale di segreteria, invece, con decreto ministeriale n. 66 del 2001, si è proceduto all'affidamento di contratti di collaborazione coordinata e continuativa;
in data 9 marzo 2009, si è svolto un incontro tra categorie Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uil Trasporti e il sottosegretario all'istruzione Pizza, durante il quale quest'attimo si è impegnato a reperire le risorse per garantire la continuità occupazionale dei lavoratori in questione -:
se i Ministri, siano a conoscenza dei fatti sopra riportati e se alla luce di quanto sopra quali misure intendono adottare al fine di risolvere in via definitiva il tema delle risorse finanziarie necessarie alla stabilizzazione dei suddetto personale sia ex lavoratori socialmente utili che collaborazioni coordinate e continuative.
(4-03609)

...

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

GNECCHI, BRAGA, BRATTI, CODURELLI, MURER e ZAMPA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il sottosegretario onorevole Viespoli ha risposto in Commissione Lavoro della Camera alle interrogazioni dell'onorevole Cazzola (5-01362), dell'onorevole Bratti e altri (5-01219) riguardo alla situazione dei giornalisti dipendenti da pubbliche amministrazioni che sono stati obbligati con l'articolo 76 della legge 23 dicembre 2000 n. 388, al passaggio di iscrizione dall'Inpdap all'Inpgi, ma si ritiene indispensabile riproporre la questione;
sia l'Inpdap che l'Inpgi sono istituti previdenziali con norme molto favorevoli per i propri iscritti, quindi non si era creata preoccupazione tra i giornalisti nel momento di approvazione della legge; la situazione è esplosa nel momento in cui sono iniziati i pensionamenti e gli interessati si sono resi conto che non viene considerata come ricostruita la posizione assicurativa senza soluzione di continuità; non si considera infatti l'anzianità di 18 anni maturata fino al 31 dicembre 1995, presso l'Inpdap che è il requisito indispensabile per avere diritto alla liquidazione della pensione con il sistema retributivo;
appare inoltre strano agli interroganti che per quanto riguarda la possibilità di collocamento a riposo coatto (decreto-legge n. 112 del 2008, articolo 72) per chi abbia 40 anni di contributi nella pubblica amministrazione si intendano considerare tutti i contributi anche in diverse gestioni e che per considerare un diritto positivo nel calcolo della pensione si vadano a scindere le gestioni; non si considera inoltre l'anzianità maturata all'Inpdap alla fatidica data del 31 dicembre 1995, e non si tiene conto che il trasferimento di iscrizione era stato previsto con legge e obbligatorio, senza possibilità di opzione;
si tratta probabilmente di 200 giornalisti che, come si sa, se fossero rimasti iscritti all'Inpdap avrebbero la quota A calcolata in base all'ultimo stipendio per tutta l'anzianità maturata fino al 31 dicembre 1992, e la quota B sempre con il calcolo retributivo, in base alla retribuzione media settimanale degli ultimi 10 anni da ricercare nel periodo dal 1o gennaio 1993, fino al pensionamento. Se fossero sempre stati iscritti all'Inpgi avrebbero diritto al calcolo in base alla retribuzione media settimanale degli ultimi anni con un'aliquota più favorevole del normale calcolo Inps, quindi sia nell'una che nell'altra situazione si troverebbero a godere di una pensione proporzionata alla loro retribuzione. Considerando invece in modo separato l'iscrizione ai due enti previdenziali, il danno nel calcolo è molto significativo senza che gli interessati abbiano alcuna responsabilità rispetto a questo

passaggio di iscrizione che è avvenuto per legge;
nella risposta il Sottosegretario ha rimandato il problema a un tavolo tecnico in occasione del rinnovo del contratto collettivo. Si obietta a ciò che, qualora si tratti solo di dare un'interpretazione che renda giustizia o di un intervento legislativo correttivo della norma, si può procedere subito, senza aspettare un tavolo tecnico che riguarderà gli argomenti contrattuali -:
se Inpdap e Inpgi stiano interpretando correttamente la norma vigente o se invece si ritenga necessario assumere iniziative anche normative per correggere una situazione che produce un grave danno per questi giornalisti.
(5-01634)

Interrogazione a risposta scritta:

NACCARATO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la Provincia di Padova rappresenta, nel panorama economico italiano, una realtà molto importante. Secondo i dati dell'Ufficio studi di Confindustria Padova, diffusi nel corso dell'assemblea annuale dell'organizzazione di categoria, il numero di imprese presenti nel territorio della Provincia - relativi all'anno 2008 - è pari a 94.682 con una produzione complessiva di prodotto interno lordo pari a 27 milioni 785 mila euro e un totale occupati di 421.408 unità (di cui 137.732 unità nel settore manifatturiero);
sempre secondo l'Ufficio studi di Confindustria Padova l'anno 2008 si è chiuso con una crescita negativa dell'industria padovana che ha risentito fortemente della grave crisi economica globale. Il prodotto interno lordo industriale nella Provincia di Padova ha registrato un calo del 2,6 per cento rispetto al 2007 mentre, solo nel primo trimestre del 2009, il fatturato industriale padovano è calato dei 19,9 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente;
i dati sopra richiamati relativi alla Provincia di Padova rispecchiano chiaramente la situazione di generale difficoltà della produzione industriale, legata in particolare alla contrazione del credito alle imprese da parte degli istituti bancari. Solo nella Provincia di Padova, il 16,5 per cento delle imprese si è visto respingere - negli ultimi tre mesi - una richiesta di finanziamento, mentre il 14,6 per cento delle aziende ha ricevuto una richiesta di rientro dei capitali precedentemente finanziati dagli istituti di credito. Come ha rilevato pubblicamente il Governatore della Banca d'Italia Draghi, il credito al settore privato sta velocemente rallentando: da aprile la variazione su tre mesi è divenuta negativa e, in maggio, era pari a -0,9 per cento su base annua;
il Fondo monetario internazionale ha stimato che, nel 2009, l'economia italiana si contrarrà del 5,1 per cento rispetto al -4,4 per cento previsto dallo stesso Fondo in aprile;
secondo l'Istat, nel primo trimestre del 2009, il rapporto tra deficit e prodotto interno lordo in Italia è salito al 9,3 per cento, raggiungendo la cifra più alta dal 1999. Inoltre, sempre nel primo trimestre del 2009, le uscite totali dello Stato sono aumentate in termini tendenziali del 4,6 per cento raggiungendo in rapporto al prodotto interno lordo un valore pari al 49,2 per cento (era pari al 45,6 per cento nel corrispondente trimestre del 2008), mentre le entrate totali sono diminuite in termini tendenziali del 2,8 per cento raggiungendo in rapporto al prodotto interno lordo un valore pari al 39,9 per cento (era pari al 39,8 per cento nel corrispondente trimestre del 2008);
si moltiplica, da parte di molte aziende in crisi a causa del calo della produzione e dei consumi, il ricorso alla cassa integrazione o, peggio, al licenziamento, per un gran numero di lavoratori,

creando così evidenti difficoltà per il sostentamento di numerose famiglie italiane;
in particolare, sempre secondo i dati diffusi da Confindustria Padova, a maggio 2009 le ore di cassa integrazione ordinaria nell'industria padovana sono state complessivamente 1.117.018 rispetto a 77.103 dello stesso periodo dell'anno precedente -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti sopra esposti;
quali concrete misure i Ministri interrogati intendano porre in essere per fronteggiare la crisi economica mondiale che sta investendo il nostro Paese anche in zone considerate tradizionalmente ricche come il Nordest e per supportare la produzione industriale agevolando, per quanto di competenza, l'erogazione dei finanziamenti necessari alle imprese italiane per mantenere adeguati livelli di produzione;
quali iniziative i Ministri intendano promuovere per difendere i livelli di occupazione nel settore industriale garantendo il funzionamento di un adeguato sistema di ammortizzatori sociali per coloro che perdono il lavoro mettendoli in condizione di trovare, nel più breve tempo possibile, una nuova occupazione.
(4-03606)

TESTO AGGIORNATO AL 1° MARZO 2011

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:

HOLZMANN e CARLUCCI. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
recentemente vi sono state diverse polemiche sindacali sulla riforma dell'Agenzia delle entrate in provincia di Bolzano, concernenti la riorganizzazione interna;
negli ultimi tempi si è assistito ad un accentramento di funzioni nella sede di Bolzano a scapito di quelle periferiche;
spesso nonostante in loco vi fosse personale in possesso di tutti i requisiti si è ricorsi al comando di personale proveniente da fuori sede, fatto che non consente di valorizzare le risorse umane presenti sul territorio e che in parte tende a mortificare le aspirazioni di carriera -:
se i Ministri interrogati intendano attuare una riforma che migliori i servizi alla cittadinanza, anche nelle attuali sedi di Bressanone, Merano, Brunico, oltre a quella di Bolzano;
ad avviso degli interroganti, i risultati lusinghieri degli uffici della provincia sono stati ottenuti grazie al lavoro ed alla professionalità delle impiegate e degli impiegati locali, e la riforma deve essere l'occasione per premiare i migliori, non per mortificarli con assegnazioni di incarichi prestigiosi a persone appositamente comandate da fuori Provincia;
se sia previsto l'ulteriore ricorso a comandi di personale da fuori provincia a discapito del personale locale, di qualsiasi gruppo linguistico.
(4-03625)

TESTO AGGIORNATO AL 1° MARZO 2011

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta scritta:

SBROLLINI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
i clienti abituali delle Poste protestano ormai con ritmo costante da tutto il territorio nazionale con innumerevoli esposti e denunce di comitati civici e associazioni dei consumatori per il pessimo funzionamento dei servizi postali, ciò con riguardo a snervanti attese per pagamenti di bollettini, ritiri o spedizioni raccomandate e pacchi, ad incredibili disservizi per il recapito della corrispondenza;

in modo particolare l'interrogante ha cognizione di clamorosi disservizi nell'ufficio di Camisano Vicentino, dove i tempi di attesa per il disbrigo di una pratica anche minima sono enormi, con danni notevoli arrecati non solo ai cittadini comuni ma anche alle tante attività d'impresa artigianale che nell'area è particolarmente attiva e che fa leva sui servizi postali per comunicazioni, pagamenti, attività varie;
secondo i sindacati di categoria negli organici per la consegna della corrispondenza nel nord est mancherebbero circa 400 postini;
sono 3400 i postini in servizio in tutto il Veneto e questi, considerato che secondo le stime delle Poste un postino consegna mediamente 40 chili di posta al giorno, non riescono nemmeno a smaltire l'ordinario accumulando, quindi, moltissimo materiale non recapitato tra cui bollette, avvisi di pagamento, corrispondenza fondamentale per la vita delle famiglie e delle piccole aziende;
sarebbero almeno cento i quintali di corrispondenza in giacenza, in attesa di essere consegnati, presso i centri di smistamento della corrispondenza nel nord est e in particolare nel Vicentino;
l'età media dei dipendenti addetti alla corrispondenza è di oltre 51 anni e che dopo venticinque anni di blocco, solo nei mesi scorsi si è proceduto all'assunzione di 350 persone a tempo indeterminato (di cui 270 in Veneto) e di circa 500 assunzioni trimestrali, numeri insufficienti a far fronte alla mole di lavoro dei servizi postali;
il servizio smistamento è quasi per intero costruito sul lavoro precario, visto che, ad esempio, al centro meccanizzato di Padova, su 550 dipendenti ben un terzo è assunto a tempo determinato, il che si abbina al grave problema degli uffici mono-unità ovvero con un solo addetto in servizio, quelli cioè dei piccoli paesi e della stragrande maggioranza delle località montane (nel solo Veneto sono almeno 300 sul totale di 1.100 uffici postali) con il risultato che in caso di malattie, ferie o impedimenti dell'unico addetto, l'ufficio resta chiuso -:
se e come il Governo intenda intervenire sul tema dell'inefficienza dei servizi postali a tutela di cittadini e delle attività produttive, al fine di ridurre i disservizi, incentivare una migliore organizzazione di risorse, spazi e strutture, sul profilo delle competenze e della definizione degli organici, diffondere maggiormente, in termini di comunicazione e interventi, le reti alternative ai servizi postali per il disbrigo delle pratiche maggiori.
(4-03608)

TOMMASO FOTI e CARLUCCI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo 20 giugno 2005, n. 122, ha dato attuazione alla legge 2 agosto 2004, n. 210, recante «Delega al Governo per la tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili da costruire»;
in particolare, l'articolo 4 del citato decreto legislativo ha previsto l'obbligo per il costruttore di contrarre e di consegnare all'acquirente di un immobile da edificare una polizza assicurativa indennitaria decennale a beneficio dello stesso acquirente e con effetto dalla data di ultimazione dei lavori;
tale polizza ha per oggetto la copertura dei danni materiali e diretti all'immobile, compresi i danni a terzi, cui il costruttore sia tenuto ai sensi dell'articolo 1669 del codice civile, derivanti da rovina totale o parziale oppure da gravi difetti costruttivi delle opere, per vizio del suolo o per difetto della costruzione, e comunque manifestatisi successivamente alla stipula del contratto definitivo di compravendita di assegnazione;
in data 27 aprile 2006 la Direzione generale per il commercio, le assicurazioni e i servizi, con nota indirizzata all'ANCE ed all'ANIA, forniva alcuni chiarimenti in

ordine al contenuto di tale copertura assicurativa, evidenziando l'opportunità di inserire, nel testo della polizza da consegnare all'acquirente, tre specifiche clausole riguardanti rispettivamente la franchigia e/o scoperto, gli elementi dell'immobile coperti dalla garanzia assicurativa ed infine i massimali di risarcimento;
in particolare, relativamente agli elementi dell'immobile oggetto di garanzia assicurativa, detta Direzione, intendendo esplicitare il rinvio che l'articolo 4 del decreto legislativo citato opera nei riguardi dell'articolo 1669 del codice civile, circoscriveva la copertura assicurativa esclusivamente alle «parti strumentali dell'immobile destinate per propria natura a lunga durata quali murature portanti, pilastri, travi, solai, rampe di scale, solette a sbalzo e quant'altro di simile», mentre, in ordine ai massimali di risarcimento, la medesima Direzione fissava gli stessi nella misura del 50 per cento del costo di costruzione del fabbricato e comunque per un importo non inferiore a 500.000 euro e non superiore a 2.500.000 euro;
in data 31 maggio 2006 la Confedilizia-Confederazione italiana proprietà edilizia, con nota inviata al Ministero dello sviluppo economico, tuttora rimasta priva di riscontro, evidenziava le criticità che siffatte precisazioni comportavano in danno degli acquirenti di immobili da costruire;
in particolare, la confedilizia rilevava che, alla luce dei chiarimenti forniti dalla Direzione generale per il commercio, le assicurazioni e i servizi, non sarebbero state oggetto di tutela assicurativa tutte quelle carenze costruttive incidenti su elementi secondari ed accessori dell'opera (quali impermeabilizzazione, rivestimenti, infissi, pavimentazione, impianti, eccetera) comunque tali da compromettere la funzionalità e l'abitabilità dell'immobile, che la giurisprudenza di legittimità considera rientrare senz'altro nella disciplina di cui all'articolo 1669 del codice civile. Inoltre, sempre la Confedilizia sottolineava che fissare il limite massimo del risarcimento al 50 per cento del costo di costruzione del fabbricato e comunque entro un limite prestabilito di 2.500.000 euro costituiva, all'evidenza, una riduzione della garanzia prevista dall'articolo 4 del decreto legislativo citato ed esponeva l'acquirente al rischio di una copertura assicurativa parziale con tutte le conseguenze del caso -:
se il Ministro interrogato intenda dare seguito a quanto evidenziato dalla Confedilizia e se non ritenga, in considerazione delle osservazioni riportate in premessa, di assumere iniziative volte a riformulare il contenuto delle clausole predisposte dalla Direzione generale per il commercio, le assicurazioni e i servizi per renderle maggiormente aderenti al dato normativo, estendendo la copertura assicurativa a tutti quegli elementi secondari ed accessori dell'immobile le cui carenze costruttive possano comunque pregiudicare la fruibilità dell'opera e fissando massimali di risarcimento tali da coprire l'intero costo di ricostruzione a nuovo del fabbricato.
(4-03627)

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Apposizione di firme a mozioni.

La mozione Benamati e altri n. 1-00189, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 giugno 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Zucchi.

La mozione Borghesi e altri n. 1-00203, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 2 luglio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Di Stanislao.

La mozione Zazzera e altri n. 1-00216, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 13 luglio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Di Stanislao.

La mozione Ciocchetti e altri n. 1-00222, pubblicata nell'allegato B ai resoconti

della seduta del 13 luglio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato De Poli.

Apposizione di firme ad una risoluzione.

La risoluzione in commissione Alessandri e altri n. 7-00181, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 18 giugno 2009, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Mariani, Margiotta, Libè, Cera, Ghiglia, Tortoli, Scalera, Bonciani, Gibiino, Pili, Lisi, Vella, Mondello, Lanzarin, Aracri, Vessa, Germanà, Tommaso Foti, Pizzolante, Braga, Viola, Motta, Mastromauro, Bocci, Bratti, Cosenza, Di Cagno Abbrescia, Dionisi, Esposito, Ginoble, Iannarilli, Iannuzzi, Lupi, Marantelli, Martella, Morassut, Realacci, Scalia, Stradella, Zamparutti.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta in commissione Nicola Molteni e Rivolta n. 5-00290, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 31 luglio 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Fogliato.

L'interrogazione a risposta immediata in assemblea Occhiuto e altri n. 3-00597, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 luglio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Ruvolo.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore:
interpellanza urgente Laratta n. 2-00335 dell'11 marzo 2009.

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ERRATA CORRIGE

Interrogazione a risposta immediata in commissione Conte n. 5-01629 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 202 del 14 luglio 2009.
Alla pagina 6911, seconda colonna, alla riga terza deve leggersi: «Interrogazione a risposta immediata in Commissione:», e non «Interrogazione a risposta in Commissione:», come stampato.
Alla pagina 6923, seconda colonna, alla prima riga deve leggersi: «Interrogazione a risposta immediata in Commissione:», e non «Interrogazione a risposta in Commissione:», come stampato.