XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di giovedì 9 luglio 2009

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:

La VII Commissione,
premesso che:
la legge n. 163 del 1985, ha istituito il Fondo unico dello spettacolo (FUS) quale strumento finalizzato al sostegno finanziario ad enti, istituzioni, associazioni, organismi ed imprese operanti nei settori delle attività cinematografiche, musicali, di danza, teatrali, circensi e dello spettacolo viaggiante;
secondo l'articolo 15 della legge n. 163 del 1995, il FUS viene rifinanziato ogni anno con la legge finanziaria e viene ripartito tra i vari settori con un decreto del Ministro per i beni e le attività culturali;
i tagli ed il successivo mancato reintegro del Fondo unico dello spettacolo per il corrente esercizio, rischiano di provocare gravi ripercussioni sull'economia di tutto lo spettacolo italiano;
le imprese e le istituzioni del cinema e dello spettacolo dai vivo sono state completamente escluse dagli interventi previsti dai provvedimenti anticrisi che si sono succeduti negli ultimi mesi;
tale situazione sta paralizzando l'attività di oltre 6000 grandi, medie e piccole imprese e istituzioni di settore, con oltre 200mila lavoratori impegnati, senza considerare la ricaduta su tutto l'indotto;
la cultura e l'arte sono in ogni sede e circostanza proposte dal Governo come risorsa eccellente, anche economica del nostro Paese;
presso la VII Commissione Cultura della Camera dei deputati è in fase di approvazione un'iniziativa legislativa che riforma profondamente lo spettacolo dal vivo, ivi comprese le modalità di finanziamento pubblico delle imprese del settore,

impegna il Governo

ad adottare iniziative finalizzate a definire, in attesa dell'approvazione di una nuova legge quadro di settore, uno stanziamento straordinario integrativo del Fondo unico per lo spettacolo per l'esercizio 2009, almeno pari a quello annunciato dal Ministro per i beni e le attività culturali in pubbliche dichiarazioni ai mezzi di stampa.
(7-00191)
«Carlucci, Rampelli, Granata, Frassinetti, Palmieri, Perina, Murgia, Centemero, Aprea, Mazzuca, Garagnani».

...

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

D'IPPOLITO VITALE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi veniva trasmessa, nel corso del Tg1, un'inchiesta giornalistica riguardante lo scandaloso ed inaccettabile traffico illecito di animali esotici (pappagalli, scimmie, felini, rettili, roditori, pesci, testuggini), protetti e pericolosi, importati nel nostro Paese da collezionisti senza scrupoli e utilizzati impropriamente o come animali da compagnia o negli zoo e nei circhi;
secondo le stime del WWF tale mercato clandestino risulta essere il terzo al mondo per giro d'affari;

risulta preoccupante il quadro fornito dal rapporto Zoomafia 2009 della Lav (Lega antivivisezione) relativo al fiorente traffico illecito di fauna selvatica esotica protetta, che interessa circa un terzo di quello legale, con un business quantificabile in centinaia di milioni di euro l'anno: avorio, pappagalli, falchi, camaleonti, tartarughe, un leone, ma anche conchiglie, coralli, caviale, zampe di elefante, coccodrilli imbalsamati e prodotti in pelle di animali protetti, come leopardi, lupi, varani, e lontre;
il bracconaggio con i reati relativi all'uso e detenzione di armi e munizioni conferma la pericolosità di questo traffico, finalizzato anche alla vendita di animali imbalsamati e di fauna per l'alimentazione umana, con un giro d'affari di circa 5 milioni di euro;
accanto al traffico di animali vivi, si registra anche un fiorente commercio di prodotti ricavati da parti anatomiche, come la pelle, gli artigli, le corna, le zanne, e da organi interni (estratti ghiandolari) e di altro ancora: pettini, monili, gioielli, ricavati dal guscio di tartarughe, o dal dente del narvalo, pelli di zebra e leopardo, denti di squalo, conchiglie, stelle di mare e cavallucci marini, oggetti in avorio, sono solo alcuni fra i tanti esempi di depredazione del mondo animale;
in Italia, nei mercati e in alcune aziende, si possono trovare animali importati illegalmente e provvisti di documenti falsi. Posto che la vendita è valida e legale quando, insieme all'animale, vengano consegnati il certificato di provenienza (CITES) e la ricevuta fiscale, accade che il CITES venga falsificato, per esempio utilizzando quello di un animale deceduto;
gli animali selvatici nella loro totalità (esotici o meno) richiedono un habitat particolare, difficilmente riproducibile in ambiente domestico ed hanno esigenze climatiche ed alimentari specifiche, spesso non sufficientemente conosciute dai detentori e dai rivenditori;
il traffico di animali esotici è spesso caratterizzato da una lunga scia di violenze ai loro danni, che inizia con la ricerca, la caccia spietata e l'allontanamento forzato dalla famiglia di appartenenza e si conclude, durante il trasporto fino al nostro Paese, con la detenzione forzata in gabbie anguste;
tali viaggi vengono effettuati in condizioni sanitarie pessime: stenti, fame, sete, ferite e paura sono in molti casi all'origine della morte degli stessi animali (con un'incidenza talora anche del 90 per cento);
l'introduzione illegale di animali esotici può costituire pericolo per la salute e l'incolumità pubbliche;
le conseguenze di questo commercio risultano imprevedibili: è il caso di animali importati dall'estero e per incuria abbandonati in habitat naturali ma non originari, in territorio a loro straniero. In assenza di predatori, si procede con piani di abbattimento diretti al totale sterminio della specie abbandonata;
la situazione risulta aggravata dal frequente ricorso ad un sistema di compravendita di tali animali esotici mediante ordini via internet, cui segue la spedizione attraverso un normale servizio postale, con conseguente pericolo per coloro che, ignorandone il contenuto, vengono a contatto con la merce;
esistono in Italia pochi istituti preposti alla cura e alla detenzione di tali animali;
l'attuale situazione di sovraffollamento degli spazi disponibili rende necessario ed urgente un intervento del Governo -:
se non si ritenga opportuno intervenire con adeguate iniziative - anche normative - al fine di impedire il commercio illegale di animali esotici protetti e/o pericolosi o di intensificare l'azione di repressione di tale commercio;

se non risulti utile allo scopo avviare un immediato confronto con l'istituto nazionale per la fauna selvatica o eventuali ulteriori interlocutori qualificati.
(4-03555)

STUCCHI, PIROVANO, CONSIGLIO e VANALLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'interno, al Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che:
come apparso su L'Eco di Bergamo in data 8 luglio 2009, la famiglia Bravi di Calusco d'Adda (Bergamo) si è vista «rifiutare», nonostante l'iniziale disponibilità di posto, da un albergatore di Jesolo (Verona), per via dell'autismo del figlio Roberto;
ancora oggi si assiste a fenomeni discriminatori verso le persone definite «diverse»;
l'autismo è considerato dalla comunità scientifica internazionale un disturbo che interessa la funzione cerebrale e la persona affetta da tale patologia mostra una marcata diminuzione dell'integrazione sociale e della comunicazione;
i divieti all'ingresso nei locali pubblici o in pubblici esercizi devono essere rigorosamente affissi al di fuori degli stessi, ma sicuramente in un paese civile non possono riguardare situazione di disabilità -:
se il Governo intenda assumere iniziative, anche di carattere normativo, riguardo alla questione segnalata in premessa, in particolare al fine di prevedere opportune sanzioni verso i conduttori/proprietari di pubblici esercizi, nei casi più gravi anche con la chiusura degli stessi, qualora si accertino fatti discriminatori, che risultino irrazionali ed infondati, ai danni di persone affette da patologie, come l'autismo, che non giustificano il comportamento descritto in premessa.
(4-03565)

...

AFFARI ESTERI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
il 29 giugno 2009, il Consiglio dei Guardiani, dopo il «riconteggio» del 10 per cento delle schede, ha approvato la rielezione alla presidenza dell'Iran di Mahmud Ahmadinejad e rigettato le richieste avanzate da altri due candidati, Mir Hossein Mussavi e Mehdi Karrubi, di annullamento del voto per i gravi brogli compiuti e che sono stati all'origine di manifestazioni di piazza e disordini senza precedenti nei 30 anni della Repubblica islamica;
l'ultimo bilancio ufficiale degli scontri a Teheran seguiti alla contestata rielezione di Mahmud Ahmadinejad è di almeno 20 morti, compresi otto Basiji, i miliziani che hanno affiancato la polizia nella repressione, secondo quanto riferito dall'agenzia Fars, vicina al governo;
secondo le organizzazioni per la tutela dei diritti umani i morti sarebbero molti di più e il Premio Nobel per la Pace, Shirin Ebadi, durante una recente visita in Italia, ha parlato di più di cento morti;
il 2 luglio 2009, il capo della polizia iraniana ha reso noti 1.032 arresti a Teheran, mentre la Federazione internazionale dei diritti umani (Fidh) ritiene che oltre 2.000 persone, fra cui leader dell'opposizione, giornalisti, studenti, intellettuali e docenti universitari, siano state arrestate, mentre centinaia risultano scomparse;
la situazione dei diritti umani in Iran e, in particolare, la terribile pratica della pena di morte nei confronti di minori e oppositori politici provano ancora di più la pericolosità del regime fondamentalista e dittatoriale dei Mullah;
nel 2008, l'Iran è stato di nuovo il secondo Paese al mondo per numero di

esecuzioni: in base a un monitoraggio dei principali quotidiani iraniani e alle notizie direttamente fornite da organizzazioni umanitarie, in Iran sono state calcolate almeno 346 esecuzioni; la situazione non sembra mostrare segni di una inversione di rotta, considerato che nel 2009, al 31 maggio, erano già state effettuate almeno 200 esecuzioni;
i dati reali potrebbero essere però ancora più alti, perché le autorità iraniane non forniscono statistiche ufficiali e i numeri riportati sono relativi alle sole notizie pubblicate dai giornali iraniani, che evidentemente non riportano tutte le esecuzioni; secondo Mohammad Mostafaei, un avvocato iraniano che si occupa di molti detenuti nel braccio della morte del Paese e, in particolare, del caso di 25 prigionieri condannati a morte per crimini commessi quando erano minorenni, il numero reale delle esecuzioni è di molto superiore alle stime fatte dai gruppi internazionali dei diritti umani: «nel 2008 ci sono state almeno 400 esecuzioni, ma potrebbero essere anche 500 o 600», ha detto l'avvocato, che il 26 giugno 2009, nel corso della dura repressione delle manifestazioni popolari scoppiate dopo le elezioni-truffa del 12 giugno 2009, è stato arrestato e portato via da agenti in borghese in una località sconosciuta;
nel 2008, almeno 13 minori sono stati giustiziati in Iran, l'unico Paese al mondo in cui risulta sia stata praticata nel 2008 la pena di morte nei confronti di persone che avevano meno di 18 anni al momento del reato, fatto che pone l'Iran in aperta violazione della Convenzione sui Diritti del Fanciullo che pure ha ratificato; le esecuzioni di minori sono continuate anche nel corso del 2009 e, al 31 maggio 2009, erano già almeno 4;
a riprova della recrudescenza del regime iraniano, nel 2008 e nel 2009 sono continuate le esecuzioni di massa: il 27 luglio 2008, 29 condannati alla pena capitale sono stati giustiziati contemporaneamente all'alba nel carcere di Evin a Teheran, il più alto numero di giustiziati in un solo giorno negli ultimi anni in Iran; nel solo mese di maggio 2009 sono state impiccate 52 persone, mentre il 4 luglio 2009 in un solo giorno, sono state impiccate 20 persone;
nel novembre del 2006, l'allora Ministro della giustizia Jamal Karimi-Rad aveva assicurato che l'Iran non effettua lapidazioni, ma i fatti degli anni successivi lo hanno smentito: l'ultima esecuzione tramite lapidazione risulta quella del 5 marzo 2009, quando un uomo di 30 anni è stato lapidato, per adulterio, nel carcere di Lakan a Rasht, nel nord dell'Iran. Con queste ultime esecuzioni, sono state almeno 6 le persone lapidate per adulterio, da quando nel 2002 è stata chiesta la moratoria sulle lapidazioni dal capo della magistratura iraniana, l'Ayatollah Mahmoud Hashemi-Shahroudi;
mentre molti sono disposti a riconoscere e tentare di impedire la minaccia alla pace e alla sicurezza mondiale rappresentata dal Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, sono invece pochi quelli che intendono riconoscere e impedire la minaccia quotidiana, reiterata e praticata da decenni, che il regime di Teheran costituisce nei confronti del suo stesso popolo;
il caso iraniano non solo è emblematico del pericolo che nel mondo possono rappresentare i regimi illiberali, è anche una cartina di tornasole della coerenza e decisione con cui le cosiddette democrazie intendono affrontare un tale pericolo -:
se e come il Ministro intenda sostenere i gruppi di opposizione che combattono per affermare la democrazia, lo Stato di diritto, la giustizia e la libertà in Iran;
se non ritenga di dover il nostro Governo, coinvolgendo altri Governi dell'UE, cominciare a favorire lo libera circolazione delle idee e delle informazioni in Iran, contribuendo anche finanziariamente a programmi e trasmissioni radio-televisive per l'Iran libero e alla traduzione in farsi di libri pro-democrazia;

se non ritenga di adottare e sostenere a livello internazionale, a partire dalla Unione europea, una linea di rigore e coerenza della comunità internazionale volta a chiedere alle autorità iraniane nuove libere elezioni sotto il controllo internazionale.
(2-00427)
«Ciccioli, Zamparutti, Angeli, Barani, Berardi, Bernardini, Bianconi, Bocciardo, Briguglio, Carlucci, Castellani, Centemero, Cristaldi, De Luca, De Nichilo Rizzoli, Di Biagio, Di Virgilio, Duilio, Formichella, Antonino Foti, Tommaso Foti, Fucci, Garofalo, Girlanda, Gottardo, Laffranco, Lamorte, Lorenzin, Mancuso, Laura Molteni, Mondello, Orsini, Palmieri, Patarino, Polidori, Polledri, Rondini, Saltamartini, Sbai, Scalia, Scelli, Sisto, Stracquadanio, Touadi, Maurizio Turco, Versace».

TESTO AGGIORNATO AL 1° MARZO 2011

...

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

ROSSA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Tribunale amministrativo regionale del Lazio con sentenze nn. 3020, 3021, 3402/2009 depositate il 23 marzo 2009 ha annullato un concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di dieci posti di dirigente, professionalità archeologo, nel ruolo di seconda fascia bandito il 1o marzo con decreto del Direttore generale della direzione generale per gli affari generali, il bilancio, le risorse umane e la formazione del Ministero per i beni e le attività culturali;
in data 7 maggio 2009 il Ministero per i beni e le attività culturali ha presentato ricorso (n. 4200/2009) al Consiglio di Stato avverso la sentenza del TAR sopracitata;
in data 5 giugno 2009 con ordinanze nn. 2868, 2869, 2870, 2874 e 2875 del 2009 il Consiglio di Stato ha accolto l'istanza cautelare e ha sospeso l'efficacia della sentenza impugnata;
sembrerebbe che, in presenza di una sospensiva, il Ministero per i beni e le attività culturali non possa procedere ad effettuare le nomine dei vincitori; al massimo tale sospensiva permetterebbe di non bandire un nuovo concorso e di congelare i dieci posti del concorso, in attesa del giudizio finale del Consiglio di Stato;
in data 16 giugno 2009, con decreto del Direttore generale è stata rettificata la graduatoria di merito del concorso in argomento;
dai ricorsi presentati si evince che durante alcune riunioni della commissione concorsuale, uno dei commissari presenziasse contemporaneamente ai lavori di altra commissione -:
se il Ministro interrogato abbia fatto le necessarie verifiche circa le regolarità del concorso, se intenda procedere alle nomine contestate e all'insediamento dei vincitori del concorso in oggetto.
(5-01617)

Interrogazione a risposta scritta:

MARINELLO e CARLUCCI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
per ben tre volte il professor Settis, presidente del Consiglio superiore dei beni culturali dal giugno 2006 alla primavera del 2009, ha provveduto, mediante la pubblicazione di infuocati articoli sui quotidiani La Repubblica e il Sole 24 Ore, a contrastare l'approvazione di alcune disposizioni volte a favorire la riemersione dei beni culturali precedenti al 476 d.C. in possesso di privati, beni che, in base ad una legge del 1909 sono esclusivo patrimonio dello Stato;

secondo il professor Settis si tratterebbe di un condono per i tombaroli ed i ladri d'arte, dimenticando che si tratta di un testo originariamente del Ministro pro tempore, onorevole Veltroni, depenalizzazione compresa, ripreso più volte in sede parlamentare da gruppi e parlamentari diversi, tra cui l'interrogante, in un testo rielaborato al fine di produrre un gettito che può ritenersi assai rilevante, da destinare all'esangue bilancio del Ministero;
nella proposta elaborata resta intatta la possibilità per le Soprintendenze di dichiarare l'interesse culturale dei reperti, resta la proprietà dello Stato per tutti gli altri beni, si crea un archivio informatico in cui confluirebbero milioni di pezzi riemersi;
nonostante queste contro-tesi siano state inviate al quotidiano La Repubblica, esse non sono state pubblicate;
peraltro, ad avviso dell'interrogante, suscita notevoli perplessità l'insistente attività del professor Settis contro i detentori di reperti che per il 99 per cento sono di scarso valore, a fronte del fatto che Settis medesimo è stato, dal 1994 al 1999, direttore del Research Institute del Getty, la struttura di ricerca che, con i suoi 800 mila volumi, vanta la più importante biblioteca al mondo di storia dell'arte, vivendo fianco a fianco con il museo e i suoi curatori: gli stessi curatori che poi sono stati messi sotto accusa per la sottrazione di reperti, questi sì, di enorme importanza e valore; nonostante la consapevolezza che il Getty Museum comprasse oggetti rubati, il professore per quanto risulta all'interrogante non esitò ad accettare nel 1994 l'importante carica che ricoprì per cinque anni;
è anche incomprensibile il fatto che il Ministro interrogato abbia mantenuto nella carica il professor Settis, nominato dal suo predecessore Rutelli, così come destò meraviglia per l'interrogante il mantenimento al professor Settis della carica di consigliere del Ministro pro tempore, Giuliano Urbani, mentre contemporaneamente scriveva articoli contro la politica di Urbani e Tremonti pubblicando un libro, «Italia spa-L'assalto al patrimonio culturale», che si presentava, ad avviso dell'interrogante, come un colpo mortale alla politica e anche all'immagine dei due Ministri -:
se non intenda fornire elementi circa la controversia che ha visto impegnato il Ministero per i beni e le attività culturali contro i curatori del Getty Museum;
se non ritenga opportuno definire con la massima sollecitudine iniziative per la riemersione dei beni culturali precedenti al 476 d.C. in possesso di privati, al fine di reperire risorse per il Ministero per i beni e le attività culturali e riavviare il mercato dell'arte.
(4-03566)

TESTO AGGIORNATO AL 22 OTTOBRE 2009

...

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:

GHIZZONI e VANNUCCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
i commi 36-39 dell'articolo 3 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria per il 2008), hanno ridefinito i termini e la relativa applicazione della cosiddetta «perenzione amministrativa»;
in particolare, il comma 36, riduce da sette a tre anni il termine di perenzione dei residui passivi propri di conto capitale (ossia il termine di iscrizione in bilancio delle somme di conto capitale impegnate ma non pagate nel corso degli esercizi precedenti). Il comma 37 prevede che, con cadenza triennale a partire dal 2008, si debba effettuare la ricognizione e la valutazione dei residui passivi propri di conto capitale, al fine di verificare la permanenza dei presupposti per il loro mantenimento in bilancio, cioè l'esistenza di un'obbligazione giuridicamente perfezionata sottostante. Il comma 38 detta le modalità con le quali operare la suddetta ricognizione dei residui passivi, che doveva

concludersi entro il 30 aprile 2008 in sede di prima applicazione della norma. Il comma 39 prevede altresì che, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri interessati, venga quantificato sia l'ammontare degli stanziamenti in conto residui da eliminare, che devono essere conseguentemente versati dalle amministrazioni interessate all'entrata del bilancio dello Stato, sia l'ammontare degli stanziamenti da iscrivere in appositi fondi da istituire negli stati di previsione delle amministrazioni medesime per il finanziamento di nuovi programmi di spesa o di quelli già esistenti. L'utilizzazione di tali fondi è disposta con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta del Ministro interessato, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari;
la citata normativa si prefigge lo scopo di ottenere una effettiva corrispondenza tra somme iscritte a bilancio e impegni previsti (per non immobilizzare inutilmente somme consistenti), poiché in base alla prevista verifica sarà periodicamente riscontrata l'effettiva corrispondenza tra atti di impegno adottati dall'amministrazione ai fini del mantenimento in bilancio in conto residui delle suddette somme, e l'effettiva esistenza, alla base di tali atti di impegno, di obbligazioni giuridicamente perfezionate;
mancano notizie sull'applicazione delle previsioni dei commi 37-39, mentre gli effetti del comma 36 - annullamento dei residui perenti di competenza dell'anno 2004 e degli anni precedenti - ha comportato come si evince dal disegno di legge di assestamento per il 2009 una riduzione dei residui di conto capitale pari a 4.131 milioni di euro;
tale scelta incide pesantemente sui programmi di investimento già in fase avanzata di realizzazione, quali ad esempio i progetti a valere sul Fondo per gli Investimenti per la Ricerca di Base (FIRB), e sul Fondo Agevolazioni alla Ricerca (FAR). Infatti per i progetti FIRB e FAR - che per loro stessa natura hanno sviluppo pluriennale (da tre a cinque anni) - risulterebbero attualmente sospese le previste erogazioni delle ultime tranche del finanziamento da parte del MIUR, concesso con decreti i cui oneri risultano impegnati su stanziamenti relativi all'esercizio 2005 e precedenti;
gli atenei, per far fronte agli impegni dei progetti FIRB e FAR, hanno provveduto ad anticipare sui propri bilanci ingenti somme di denaro: pertanto, la sospensione delle erogazioni da parte del MIUR sta causando gravi difficoltà di bilancio in un momento già critico per la gestione delle risorse delle università. Per riportare solo alcuni esempi tra molti: L'EBRI, il centro ci cerca sul cervello fondato nel 2004 dal premio nobel sen. Rita Levi di Montalcini, ad oggi ha ricevuto solo 3 dei 20 milioni di euro finanziati; al CNR non sono stati ancora erogati più di 10 milioni di euro e all'università di Milano risultano in perenzione circa 6 milioni di euro -:
se il Ministro interrogato abbia proceduto, come previsto dai commi 37-39 dell'articolo 3 della legge finanziaria 2008, alla ricognizione dei residui passivi propri di conto capitale e, per i residui per i quali si sia verificata l'esistenza di un'obbligazione giuridicamente perfezionata, alla iscrizione negli appositi fondi per il finanziamento di nuovi programmi di spesa o di quelli già esistenti;
se il Ministro suddetto, nel rispetto degli impegni assunti dallo Stato nei confronti dei tanti progetti di ricerca già avviati FIRB e FAR, non ritenga urgente intervenire al fine di accelerare le procedure di reintegrazione del fondo speciale per la rassegnazione dei residui perenti delle spese in conto capitale con lo scopo di ottenere la liquidazione certa delle somme ancora non versate agli atenei.
(5-01619)

Interrogazioni a risposta scritta:

BORDO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1, commi da 280 a 284 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Finanziaria

2007) ha introdotto, a favore delle imprese di tutti i settori un credito d'imposta a fronte di attività di ricerca e sviluppo;
per le attività di ricerca e sviluppo realizzate nel 2007, l'utilizzo del credito d'imposta è stato automatico con indicazione nel quadro RU del modello Unico e privo di particolari procedure;
il decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito con modificazioni dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, ha introdotto significativi cambiamenti alla disciplina di utilizzo di detto credito d'imposta: in particolare, l'articolo 29, comma 2, del decreto-legge ha disposto, al secondo periodo, che la fruizione del credito d'imposta per la ricerca sia regolata, a decorrere dall'anno 2009, secondo la particolare procedura di prenotazione e assegnazione delle risorse indicata alle lettere a) e b) del comma 2 e ai successivi commi 3 e 4 dell'articolo 29 del decreto-legge;
in attuazione di quanto previsto dal decreto-legge n. 185 del 2008, per i programmi avviati prima del 28 novembre 2008, i soggetti interessati hanno dovuto inoltrare, per via telematica a partire dalle ore 10 del 6 maggio 2009 all'Agenzia delle entrate, un apposito formulario di prenotazione (l'inoltro del formulario vale come prenotazione dell'accesso alla fruizione del credito d'imposta);
il trattamento dei formulari, per i programmi avviati prima del 28 novembre 2008, presentati all'Agenzia delle entrate, e l'assenso all'utilizzo del credito d'imposta sono disciplinati dal comma 3 del decreto-legge, secondo cui «L'Agenzia delle entrate, sulla base dei dati rilevati dai formulari pervenuti, esaminati rispettandone rigorosamente l'ordine cronologico di arrivo, comunica telematicamente e con procedura automatizzata ai soggetti interessati esclusivamente un nullaosta ai soli fini della copertura finanziaria; la fruizione del credito di imposta è possibile nell'esercizio in corso ovvero, in caso di esaurimento delle risorse disponibili in funzione delle disponibilità finanziarie, negli esercizi successivi;...»;
diverse aziende hanno manifestato che, pur procedendo all'invio telematico della prenotazione (modello FRS) alle ore 10 del 6 maggio 2009, il server dell'Agenzia delle entrate risultava irraggiungibile, dovendo procedere pertanto a successivi invii con conseguente ritardo nel protocollo di prenotazione -:
fino a che ora di invio i formulari di prenotazione del credito d'imposta siano stati accolti dall'Agenzia delle Entrate sulla base della copertura finanziaria;
quante aziende abbiano ricevuto dall'Agenzia delle entrate il nulla osta alla fruizione del credito d'imposta;
come intenda garantire il Ministero dell'economia e delle finanze par condicio alle imprese nell'accesso a tali benefici fiscali, considerata la manifesta inaccessibilità del server ministeriale al momento di avvio della procedura di prenotazione;
se non si reputi che, di fatto, tale sistema di prenotazione abbia leso la legittima aspettativa da parte di aziende che nel 2008 hanno realizzato attività di ricerca e sviluppo, confidando nel credito d'imposta così come previsto dalla legge finanziaria 2007;
se tale sistema di prenotazione, con conseguente esclusione di alcune aziende contribuenti, non possa configurare tale misura come aiuto di Stato con tutto quanto conseguente nel caso di mancata notifica dell'aiuto di Stato all'UE.
(4-03553)

RAZZI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il giorno 30 giugno 2009 un lungo convoglio ferroviario trasporto merci, di cui facevano parte anche vagoni di proprietà della società GTAX con sede a Vienna, (come riportato da diverse testate giornalistiche) ha causato il tragico incidente nel quale sono deceduti diversi abitanti

del comune di Viareggio, le cui abitazioni si trovano in prossimità della linea ferroviaria;
sempre come riportato dagli Organi di informazione, la causa della tragedia ferroviaria è da ricondurre ad assenza di manutenzione del vagone in questione, che trasportava gas liquido altamente pericoloso;
nel corso della audizione davanti alla IX commissione del Senato della Repubblica, avvenuta lo scorso 2 luglio 2009, l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, ingegner Moretti, ha dichiarato che: «Ferrovie dello stato non autorizzerà più il trasporto di merci altamente infiammabili e pericolose, sul territorio dello Stato, a bordo di vagoni appartenenti alla società GTAX»;
sempre l'ingegner Moretti, nella sua relazione, ha inoltre sostenuto che: «Ferrovie dello Stato non hanno ritenuto opportuno attivare le proprie polizze assicurative in quanto all'ente ferroviario italiano non è ascrivibile alcuna responsabilità»;
l'accadimento ha determinato grande e profondo sconcerto nel nostro Paese, soprattutto per le decine di morti e di feriti che vi sono stati e per i danni causati anche alle abitazioni di molte famiglie di Viareggio;
la dichiarazione dell'ingegner Moretti appare in contrasto con l'iniziativa della Procura della Repubblica competente che individua invece comunque una responsabilità in capo a Ferrovie dello Stato per tutto ciò che circola sui binari italiani;
l'interrogante ritiene opportuno un chiarimento della dinamica e delle cause del luttuoso sinistro -:
sulla base di quali conoscenze od informazioni o notizie è stato possibile all'ingegner Moretti affermare che, per il futuro, si inibirà il passaggio, sul territorio dello Stato di vagoni ferroviari di proprietà della società GTAX e se tali notizie od informazioni, fossero già a disposizione prima del sinistro a conoscenza di Ferrovie dello Stato, come mai le stesse abbiano consentito il trasporto di merci altamente pericolose su vagoni della menzionata società di diritto austriaco;
se Ferrovie dello Stato o Ferrovie dello Stato Logistica siano, nel corso degli anni od anche recentemente ricorse all'utilizzo (in affitto o ad altro titolo) di vagoni ferroviari di proprietà di GTAX e chi ne abbia disposto il relativo contratto;
quale sia la composizione azionaria di Ferrovie dello Stato logistica e la struttura gestionale ed amministrativa;
nell'ipotesi in cui fosse stato concluso un contratto con GTAX, quale sia il contenuto dello stesso, al fine di verificarne tutti gli aspetti e tutte le condizioni che lo determinarono;
se Ferrovie dello Stato conosca, o sia tenuta a conoscere, i massimali assicurativi, per danni a persone e/o cose, relativi al vagone od ai vagoni della società GTAX;
quali siano i rischi e quali siano le coperture assicurative (nel minimo e nel massimo) a cui ricorre Ferrovie dello Stato per i vagoni di cui essa - a qualsiasi titolo - dispone per il trasporto di merci altamente pericolose;
come sia possibile che l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato abbia potuto a priori escludere qualsiasi responsabilità in capo alla società da lui diretta e, conseguentemente, non attivare le polizze assicurative di cui Ferrovie dello Stato stessa dispone;
se le Ferrovie dello Stato abbiano, anche a scopo precauzionale, a loro volta denunciato alla compagnia di assicurazione RC il sinistro verificatosi il giorno 30 giugno 2009;
quali siano - e si chiedono che vengano anche nominativamente indicati - i broker assicurativi di cui si serve Ferrovie dello Stato nella stipula di polizze di assicurazioni e quali siano i criteri che ne determinano la scelta;

quali siano le somme che Ferrovie dello Stato stanzia annualmente, ed in particolare nel 2008 e nell'anno corrente per attività di manutenzione ai carri ferroviari trasporto merci, soprattutto quelli riguardanti il trasporto di merci pericolose;
quali siano i criteri di appalto di tali opere di manutenzione all'esterno, a terzi (se sussistesse quest'ultima ipotesi);
quali importi Ferrovie dello Stato abbia stanziato, negli ultimi quattro anni, per la formazione di risorse umane nei settori strategici nella sicurezza del personale, e con quali risultati;
se nelle settimane immediatamente precedenti la tragedia di Viareggio si sia verificato altrove (Liguria e Toscana) un evento premonitore di quanto successo a Viareggio, tale da dover indurre i vertici di Ferrovie dello Stato a maggiori e più specifici controlli;
quanto impegna, in risorse finanziarie Ferrovie dello Stato per la manutenzione dei mezzi, per la sicurezza e per la formazione;
quanti episodi di deragliamenti di carri ferroviari si sono registrati nel 2008 e nel 2009 sulla rete italiana e quali siano state le cause che li hanno determinati.
(4-03560)

...

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il dossier «Morire in carcere» curato da Francesco Morelli per conto dell'associazione «Ristretti orizzonti» documenta come i primi sei mesi dell'anno 2009 si chiudono con un bilancio da «bollettino di guerra» per le carceri italiane: in 181 giorni sono morti 89 detenuti (1 ogni 2 giorni, in media) e 34 di loro si sono suicidati;
in 10 anni (2000-2009) i «morti di carcere» sono stati 1.449. Nello stesso periodo i detenuti suicidi sono stati 514, con un massimo storico nel 2001 (69 casi), che quest'anno «rischia» anch'esso di essere oltrepassato;
la portata del dramma che quotidianamente si consuma nelle nostre prigioni si comprende meglio guardando oltre le statistiche, per capire chi sono questi detenuti e come muoiono: Vincenzo Nappo, si è ucciso il 9 giugno 2009: era internato nell'Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa e affetto da un grave tumore che lo aveva molto debilitato;
altre vicende «al limite» si sono verificate nelle carceri di Poggioreale a Napoli e di Benevento, dove sono morti per «cause naturali» due detenuti coetanei: entrambi avevano 79 anni ed erano gravemente ammalati; da tempo chiedevano una misura alternativa alla detenzione, per potersi curare o anche solo per «morire liberi»;
nelle carceri italiane nel 2009 risultano morti, tra gli altri, i seguenti detenuti, di cui si fornisce l'elenco in ordine cronologico:
Salvatore Mignone: 37 anni, 4 gennaio 2009, omicidio, Secondigliano (Napoli);
Gaetano Sorice: 38 anni, 31 gennaio 2009, overdose, Teramo (scarcerato);
Mohamed, marocchino: 26 anni, 6 marzo 2009, suicidio, S.M. Maggiore (Venezia);
Giancarlo Monni: 35 anni, 9 marzo 2009, malattia, Cagliari;
detenuto algerino: 42 anni, 19 marzo 2009, da accertare, C.I.E. di Roma;
Nabruka Mimuni: 44 anni, 7 maggio 2009, suicidio, Roma (C.I.E.);

detenuto italiano: 40 anni, 30 maggio 2009, malattia, Terni;
detenuto italiano: 79 anni, 9 giugno 2009, malattia, Secondigliano (Napoli);
Antonio Chiaranza: 32 anni, 10 giugno 2009, suicidio, Crotone;
Charles Omofowan: 32 anni, 14 giugno 2009, malattia, Lanciano (Chieti);
detenuto marocchino: 30 anni, 18 giugno 2009, suicidio, Brindisi (caserma);
G.Z. (Assistente P.P.): 43 anni, 21 giugno 2009, suicidio, S.M. Capua V. (Caserta);
Khalid Husayn: 79 anni, 21 giugno 2009, malattia, Benevento -:
per quali ragioni il signor Vincenzo Nappo sia rimasto internato nell'Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa nelle sue condizioni di salute;
per quali ragioni siano rimasti rinchiusi nelle carceri di Poggioreale a Napoli e di Benevento i due detenuti morti «per cause naturali», detenuti 79enni, gravemente ammalati e che da tempo avevano chiesto una misura alternativa alla detenzione;
quali dei detenuti elencati in premessa fossero in attesa di giudizio, per quale reato fossero detenuti quando fossero stati arrestati e, con riferimento ai detenuti condannati in sede definitiva, per quale reato fossero stati condannati; da quanto tempo si trovassero in carcere e quando sarebbero stati scarcerati.
(4-03561)

...

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
è invalso un utilizzo sempre più indiscriminato e spesso privo di logica funzionale degli autovelox collocati a distanza ravvicinata, anche se in teoria rispondente ai limiti di legge, da parte degli enti locali;
a prescindere dalle considerazioni sull'efficacia di tali strumenti che, per come strutturati, creano spesso più disagio che effettiva prevenzione, rimane il fatto che molti enti locali si servono di questo strumento non al fine di prevenire incidenti e di salvare la vita dei cittadini, bensì per introitare denaro con una rigidità ed inflessibilità degna di miglior causa, stante anche la meccanica comunicazione delle infrazioni senza nessuna verifica con i diretti interessati;
l'interpellante, pur comprendendo e condividendo pienamente la necessità di salvaguardare la vita dei cittadini spesso oggetto di veri e propri atti di pirateria, ritiene che le misure adottate in questi anni dai vari Governi in materia di circolazione debbano essere adeguate ulteriormente sanzionando maggiormente le responsabilità soggettive sulla base di parametri certi ed indiscutibili, con un approccio che eviti di sanzionare situazioni che non sono riconducibili a vere e proprie violazioni del codice della strada, ad esempio con riferimento alla guida in stato di ebbrezza in relazione alla quale occorre distinguere la normale assunzione di bevande alcoliche durante una cena dall'abuso sistematico che provoca vere e proprie alterazioni della psiche ostative della guida -:
se gli strumenti previsti dal Codice della strada non siano in qualche caso inutilmente severi, privando il pubblico ufficiale di quella elasticità che dovrebbe consentirgli di verificare la gravità dell'infrazione, caso per caso, evitando automatismi impropri;
per quanto riguarda gli autovelox, se non si intenda intervenire presso le Prefetture perché attuino periodicamente

controlli sulla dislocazione, sulla funzionalità e sulla distanza che deve intercorrere tra i medesimi.
(2-00426) «Garagnani».

Interrogazione a risposta in Commissione:

LOVELLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
nel Comune di Serravalle Scrivia, provincia di Alessandria, si riscontra un grave problema di inquinamento acustico, oltre che di sicurezza nella circolazione stradale, connesso al tracciato della Autostrada A7, che attraversa l'abitato in prossimità di edifici residenziali;
i gestori delle infrastrutture autostradali hanno provveduto alla realizzazione di barriere anti-rumore per far fronte al problema comune a lunghi tratti della A7, sia nella tratta in territorio ligure, sia in quella tra Serravalle Scrivia e Milano. Solo la tratta piemontese, gestita da Autostrade per l'Italia spa, risulta tuttora sprovvista di tali barriere;
il comune di Serravalle Scrivia ha redatto un piano per il contenimento e l'abbattimento del rumore, inoltrato alla Regione in data 20 febbraio 2008 e successivamente trasmesso alla conferenza Stato-Regioni, dove risulta tuttavia ancora in attesa di approvazione;
autostrade per l'Italia spa non può procedere alla realizzazione di opere di contenimento dell'inquinamento acustico fino all'approvazione del piano in sede di Conferenza Stato-Regioni, protraendo oltre misura le conseguenze di un problema molto grave -:
se siano a conoscenza della situazione sopra descritta e come intendano intervenire per accelerare l'iter di approvazione del piano redatto dal Comune di Serravalle Scrivia, al fine di affrontare tempestivamente l'opera di risanamento acustico della zona.
(5-01618)

Interrogazione a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
da articoli apparsi su mass media locali ed a seguito di informazioni assunte ed accertate personalmente, si apprende che nella giornata di martedì 7 luglio 2009 Trenitalia ha dapprima cancellato il treno in partenza da Busto Arsizio delle 7.45 per Milano Pioltello Limito motivando la decisione con la comunicazione «a causa delle avverse condizioni metereologiche»;
dal 15 giugno 2009 gli altoparlanti delle stazioni tra Varese e Milano Pioltello Limito informano che «a causa della mancanza di materiale rotabile, i treni suburbani potranno subire ritardi o cancellazioni»;
i fatti di cui sopra rappresentano situazioni emblematiche di una situazione che si ripete purtroppo quotidianamente e che tocca la qualità della vita di lavoratori e studenti in una regione che costituisce il motore economico e culturale dell'intera Europa;
non è accettabile per un Paese civile e progredito il livello di servizio erogato da Trenitalia, soprattutto sulle linee utilizzate dai pendolari tra le province di Varese, Como e Milano -:
se la modesta entità della pioggia caduta nella mattinata di martedì 7 luglio possa giustificare la cancellazione del treno segnalata in premessa;
quali siano le iniziative che si intendono assumere per migliorare la qualità del servizio, soprattutto sulle linee utilizzate da pendolari nelle tratte richiamate in premessa.
(4-03567)

TESTO AGGIORNATO AL 1° MARZO 2011

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta scritta:

D'IPPOLITO VITALE e CARLUCCI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi il Corriere della Sera pubblicava una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica - Giorgio Napolitano - scritta dalla dottoressa Rita Clementi, quarantasettenne ricercatrice precaria (con laurea in medicina e due specializzazioni), scopritrice dell'origine genetica di alcune forme di linfoma maligno;
nel testo della lettera la dottoressa Clementi annunciava la difficile decisione di lasciare l'Italia e trasferirsi all'estero, per andare a lavorare in un importante centro medico di Boston, rinunciando così anche alla cittadinanza italiana;
dalle parole di denuncia espresse dalla dottoressa Clementi: «... Signor Presidente in questo Paese la ricerca è ammalata», «... chi fa ricerca non può solo contare sui risultati che ottiene, poiché in Italia la benevolenza dei propri referenti è una variabile indipendente dalla qualità del lavoro» e ancora: «il sistema antimeritocratico danneggia non solo il singolo ricercatore precario, ma soprattutto le persone che vivono in questa Nazione», si evincono i motivi all'origine di tale scelta, derivanti appunto dalle enormi difficoltà riscontrate nell'accesso al mondo del lavoro universitario, ancorato ad un sistema che rischia di apparire o - peggio - di essere poco meritocratico, in ogni caso inadeguato, per molteplici fattori, nel settore della ricerca;
quello della dottoressa Clementi non è certamente un caso, unico, poiché il fenomeno della cosiddetta «fuga di cervelli» è largamente diffuso nel nostro Paese: sono sempre più numerosi i giovani neolaureati e i ricercatori costretti ad accettare le opportunità di lavoro che arrivano dall'estero (in particolare dagli Stati Uniti), da centri di ricerca ed università in cui viene attribuito il giusto riconoscimento al loro lavoro;
i ricercatori italiani rappresentano una fondamentale risorsa per il nostro Paese e una potenzialità che spesso rimane non adeguatamente valorizzata -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno, attraverso adeguate iniziative - anche normative - garantire maggiori risorse economiche a sostegno del settore della ricerca scientifica, tese a valorizzare la preziosa attività dei ricercatori italiani;
quali strumenti ritenga possibile attivare per garantire il giusto riconoscimento al lavoro svolto dai nostri ricercatori e al loro importante contributo per il progresso scientifico ed economico del nostro Paese, senza trascurare l'obiettiva necessità di retribuzioni corrispondenti alla qualità ed al valore di quel lavoro.
(4-03557)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro per le pari opportunità, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
secondo alcune notizie di stampa, tra tutte il quotidiano La Repubblica di domenica 5 luglio 2009, un ragazzo di 13 anni, di una scuola in Provincia di Pavia, è stato deriso e perseguitato dai compagni che lo ritenevano gay; il ragazzo ha tentato due volte il suicidio, prima con i farmaci e poi tagliandosi le vene;
questo caso di vero e proprio «omobullismo», sfociato anche in atti di violenza contro il ragazzo, ha avuto delle conseguenze che hanno imposto al ragazzo il cambio della scuola per poter proseguire gli studi;
secondo quanto verificato dall'avvocato, Francesco Bilotta, tra i fondatori di Rete Lenford - Avvocatura per i diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali, il caso è stato sottovalutato dal corpo docente

e dai dirigenti scolastici della scuola; solo il trasferimento presso una scuola di Pavia ha consentito al ragazzo di potersi diplomare -:
quanti siano stati negli ultimi due anni i casi di violenza contro studenti a causa del loro orientamento sessuale;
se il Governo non ritenga urgente attivare corsi di informazione ed educazione specifici per prevenire casi come quello indicato in premessa;
se i Ministri non ritengano urgente verificare, con la collaborazione delle associazioni (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali) lgbt e Rete Lenford - avvocatura per i diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali, quanti casi di bullismo sono stati denunciati da studenti nelle loro scuole a causa dell'orientamento sessuale;
quali azioni concrete siano state attivate dal Governo verso il corpo docente e presso i dirigenti scolastici in Italia affinché vengano monitorati in modo dettagliato i casi di violenza e la causa che li ha determinati.
(4-03562)

SCILIPOTI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
con decreto dirigenziale del 22 novembre 2004, veniva indetto Concorso ordinario per dirigenti scolastici in Sicilia;
all'esito del predetto concorso, la Regione Sicilia avrebbe assunto 200 nuovi dirigenti, tra coloro che sarebbero risultati abili a superare le prove previste come da relativa graduatoria;
il concorso effettuato presentava dei profili dubbi, tant'è che diveniva oggetto di numerose impugnazioni e contestazioni per presunte gravi illegittimità e irregolarità poste in essere dalla Commissione nel corso della procedura di valutazione degli elaborati;
sulla vicenda veniva a pronunciarsi anche il TAR, che in primo grado, per motivi essenzialmente procedurali, quali il vizio di mancata integrazione del contraddittorio, dichiarava il ricorso inammissibile, non entrando nel merito dell'esame;
venivano indi proposti due separati ricorsi in sede giurisdizionale, recanti n. 1342/2007 e n. 1343/2007, che terminavano nelle sentenze emesse dal Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione siciliana n. 477 e n. 478 del 25 maggio 2009, con le quali il Giudice edotto annullava la procedura concorsuale a livello regionale per il reclutamento dei dirigenti scolastici per la scuola primaria e secondaria di I e II grado;
il CGA, dunque, contrariamente alla posizione del TAR, riteneva ammissibile il ricorso ed entrando nel merito rilevava l'esistenza dei vizi lamentati, dichiarando la nullità della procedura concorsuale con sentenza ad oggi definitiva;
attualmente pendono innanzi al CGA di Palermo numerosissimi ricorsi, nel numero di duecento circa, sempre per motivi e censure relative all'illegittimità ed all'irregolarità delle procedure espletate;
a seguito dei ricorsi pendenti verranno prodotte correlative sentenze che, verosimilmente, dovranno rispecchiare il contenuto della n. 477 e della n. 478 già citate, con conseguente pronuncia;
la competente Direzione Generale, sembra essere stata, per tempo ed in più occasioni, dettagliatamente informata sui fatti e sulle motivazioni alla base delle superiori sentenze del CGA;
lo stesso Direttore Generale, dottor Guido Di Stefano, presente alla nota trasmissione Rai «Mi Manda Raitre» del 16 marzo 2007, aveva ammesso di conoscere tutte le circostanze e le situazioni di grave irregolarità;
sempre nella medesima trasmissione, egli aveva affermato che il Presidente della Commissione giudicatrice gli avrebbe riferito che la correzione degli elaborati era stata effettuata «ictu oculi»;
alla Direzione Regionale competeva l'obbligo di controllo sulla regolarità e

legittimità delle operazioni, di conseguenza desta sconcerto l'assenza di notizie circa un intervento ad hoc;
secondo le funzioni assegnate dal Ministro dell'istruzione, dell'università della ricerca la stessa Direzione Regionale si sarebbe dovuta attivare, anche attraverso apposita attività ispettiva, per tutelare l'amministrazione, adottando i provvedimenti necessari ed opportuni;
giova ancora specificare che le sentenze del CGA di Palermo hanno confermato la illegittimità degli atti denunciati, rilevando in particolare:
a) che il tempo medio di correzione di ogni singolo elaborato si sarebbe aggirato intorno ai 2 minuti e 30 secondi, assolutamente insufficiente per una seria valutazione di compiti di 8/10 facciate;
b) che la Commissione esaminatrice non ha stabilito le modalità di valutazione delle prove ai fini dell'attribuzione del punteggio, così come previsto dalle disposizioni vigenti;
c) che molti elaborati presentano diversi errori di grammatica e di sintassi e sono stati valutati positivamente;
d) che non è dato comprendere dove e come venissero custodite le buste numerate e aperte, circostanza di rilievo penale, così come risulta in sentenza;
le stesse sentenze del CGA hanno censurato la irregolarità nella composizione del collegio esaminatore ed in ogni caso hanno, in buona sostanza, accolto tutti i dubbi inerenti la mancata predisposizione di griglie e criteri di valutazione uniformi ed omogenei;
alla luce di quanto esposto, si rileva indispensabile un intervento immediato, nel segno della legalità, per riportare fiducia nelle istituzioni e nei concorsi, garantendo la determinazione del personale attraverso meccanismi pienamente trasparenti, nel rispetto assoluto della legge -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti;
quali provvedimenti si intendano adottare per dare riscontro alle sentenze del Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione siciliana, oggi definitive;
se, anche in considerazione dei ricorsi ad oggi pendenti, si intendano avviare procedure per il formale annullamento del concorso, disponendo la immediata revoca delle nomine degli attuali dirigenti;
se si reputi opportuno inoltrare le risultanze degli accertamenti amministrativi della Corte dei conti per l'accertamento di eventuali responsabilità contabili.
(4-03564)

TESTO AGGIORNATO AL 1° MARZO 2011

...

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

CODURELLI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il 16 marzo 2009 con l'atto di sindacato ispettivo n. 5-01124 l'interrogante chiedeva al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali quali fossero gli interventi previsti dal Governo per fare fronte all'aggravamento della crisi economica del Paese, che in Lombardia si è tradotto nei mesi passati in un crescente aumento di richieste per la cassa integrazione in deroga;
il Governo rispondeva in data 20 maggio 2009 che con delibera del Cipe del 6 marzo 2009 venivano stanziati, per il biennio 2009-2010, 2,950 miliardi di euro al Centro-Nord e che con il decreto ministeriale n. 45080 del 19 febbraio 2009, ai sensi dell'articolo 19, comma 9-bis, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, sempre alla Regione Lombardia venivano assegnati 10 milioni di euro, per l'anno 2009;

si apprende da notizie diffuse nei primi giorni del mese di luglio 2009 che quei fondi non sono mai arrivati in Lombardia. Del miliardo di euro promesso, di provenienza statale, solo 70 milioni di euro sono giunti a destinazione;
le risorse impegnate dal Governo nei primi mesi dell'anno 2009 non sono state debitamente trasferite agli interessati e il Ministro dell'economia e delle finanze non ha ancora firmato il decreto per sbloccare questi fondi -:
se non reputi urgente intervenire in maniera concreta rispettando gli impegni presi affinché le risorse stanziate siano rese rapidamente e fattivamente disponibili a sostegno dei lavoratori e delle aziende minacciati dalla crisi economica in atto.
(5-01616)

Interrogazioni a risposta scritta:

DI CATERINA, CASTIELLO e CARLUCCI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
con delibera n. 505 del 20 marzo 2009, la Giunta regionale della Campania ha istituito la nuova Azienda sanitaria locale Napoli 3 Sud, con sede legale provvisoria presso il comune di Castellammare di Stabia;
la Asl Napoli 3 Sud ha ereditato il bacino di utenza dell'ex Asl Na4 e dell'ex Asl Na5: 56 comuni per un totale di 1.012.314 abitanti;
per fare fronte alla continue emergenze e/o esigenze degli impianti ospedalieri di competenza, l'ex Asl Na5 ha a disposizione undici ambulanze di tipo B e tre ambulanze di tipo A o rianimative, di stanza - quest'ultime - rispettivamente a Sorrento, Castellammare e Torre del Greco;
le postazioni mobili di tipo A o rianimative sono utilizzate per le emergenze più gravi: esse, infatti, sono in grado di trasferire un paziente da un ospedale all'altro, essendo - al loro interno - previsto un mini impianto di rianimazione, installato affinché il paziente non peggiori o non subisca ulteriori lesioni durante il trasporto;
secondo fonti giornalistiche locali e nazionali (si vedano il Mattino del 24 dicembre 2008, MetroPolis del 4 luglio 2009, Libero del 4 luglio 2009), la mancanza di un autista a Castellammare blocca per un intero turno, in tutto il territorio dell'ex Asl Na5, una delle tre ambulanze di tipo A, allestite per le emergenze più gravi;
ogni quattro giorni il servizio dell'ambulanza è sospeso, con ovvie ripercussioni sull'intero territorio: da Sorrento a Sant'Agnello e da Torre del Greco a Portici;
causa del disagio sarebbe il pensionamento di un autista, avvenuto in data 1o gennaio 2009, la cui sostituzione - ad oggi - non è ancora avvenuta;
l'arrivo della stagione estiva, caratterizzata dalle cosiddette «ondate di calore» ovvero un periodo prolungato di condizioni meteorologiche estreme, caratterizzato da temperature elevate, al di sopra dei valori usuali, in alcuni casi associate ad alti valori di umidità relativa, e che persistono per diversi giorni, è destinato ad aggravare ulteriormente la situazione descritta;
tutto ciò inciderà in modo negativo sul godimento dei livelli essenziali di assistenza nonché del diritto alla salute costituzionalmente garantito ai cittadini -:
quali tempestive iniziative, nel proprio ambito di competenza, intenda porre in atto al fine di evitare che la politica di razionalizzazione e di riqualificazione della spesa sanitaria portata avanti dalla regione Campania, sulla base dell'Accordo tra la stessa regione e i Ministeri dell'economia e finanze e del lavoro, della salute e delle politiche sociale, si ripercuota negativamente sull'erogazione dei servizi dovuti alla popolazione, arrivando a pregiudicare

la salute dei cittadini e il godimento da parte degli stessi dei livelli essenziali di assistenza.
(4-03552)

CAZZOLA e CARLUCCI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la società Arte lavoro e servizi (Ales) SpA è stata costituita nel 1998, ai sensi dell'articolo 20 della legge n. 196 del 1997, al fine di consentire la stabilizzazione di personale impiegato in attività socialmente utili;
il Ministero per i beni culturali e ambientali, come previsto dalla norma citata, partecipò alla costituzione della società, sottoscrivendone il capitale per l'importo di un 1.500.000 lire, equivalente al 30 per cento delle azioni;
Italia Lavoro SpA, all'epoca controllata da Itainvest SpA, ne divenne socio di maggioranza sottoscrivendo la restante parte delle azioni (70 per cento);
nel 1999 Itainvest SpA cedette la propria partecipazione in Italia Lavoro SpA al Ministero dell'economia e delle finanze, che esercita i diritti dell'azionista su indirizzo del Ministro del lavoro, salute e politiche sociali;
la Ales SpA nel suo primo quinquennio di attività ha ottenuto dal Ministero per i beni culturali e ambientali, poi Ministero per i beni e le attività culturali, l'affidamento diretto di servizi, ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo n. 468 del 1997;
dal 2006 la società opera in house providing per conto del Ministero per i beni e le attività culturali;
a fine 2008, mentre il valore patrimoniale della Ales SpA si assestava sulla cifra di circa 10 milioni di euro, il bilancio d'esercizio evidenziava perdite;
il Ministero per i beni e le attività culturali ha assicurato alla Ales SpA per il 2009 un corrispettivo minimo di circa 12 milioni di euro, con un taglio di circa 2 milioni di euro rispetto agli anni precedenti;
la Corte dei conti ha più volte posto in rilievo che il possesso delle azioni della Ales SpA era incompatibile con la nuova missione affidata ad Italia Lavoro SpA da specifiche norme di legge;
il 29 gennaio 2009, il rappresentante del Governo, intervenendo in Commissione lavoro pubblico e privato alla Camera dei deputati, dava risposta all'interrogazione n. 5-00781 a firma dello scrivente, ove si prospettavano soluzioni normative volte ad ottemperare alle pronunce Comunitarie in materia di house providing confermando altresì la volontà del Ministero per i Beni e le attività Culturali di concedere una proroga di sei mesi al contratto con la Ales Spa al fine di tutelare i lavoratori. Le proposte del Governo fatte in quella sede hanno poi effettivamente dato soluzione alle problematiche evidenziate nell'atto di sindacato ispettivo e portato alla totale acquisizione della Ales Spa da parte del Ministero per i Beni e le attività Culturali attraverso una norma inserita nella legge recante «Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile» che ha disposto il passaggio delle quote (70 per cento) della Ales spa da Italia Lavoro al Ministero per i Beni e le attività culturali «al fine di garantire la continuità occupazionale del personale impiegato in Ales S.p.A.»;
il Ministero per i beni e le attività culturali è quindi azionista unico delle Ales spa, con la possibilità di realizzare, concretamente, le condizioni del controllo analogo, previste dal diritto comunitario e dalla giurisprudenza nazionale, necessarie per porre in essere gli affidamenti diretti con il criterio dell'in house providing;
la società Ales, alla luce delle perdite di bilancio riscontrate, il 1o settembre 2008 avviava una procedura di mobilità, ex lege n. 223 del 1991, per 430 dipendenti;
nelle more del perfezionamento dell'iter legislativo del provvedimento prima

citato, e sulla base di quanto affermato dal Governo in sede di risposta all'interrogazione n. 5-00781, è stata revocata la procedura di mobilità per 430 unità, limitandola, sempre secondo le indicazioni del Governo, a 95 unità lavorative;
l'attuale gruppo dirigente di Ales Spa ha concordato con le organizzazioni sindacali di ricorrere all'incentivazione dell'esodo volontario e all'attivazione della cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga per non più di 100 unità lavorative, al fine di ottemperare agli impegni assunti in sede di definizione del piano di risanamento;
all'interrogante risulta che il percorso di risanamento aziendale intrapreso dagli amministratori in carica, che operano oramai sotto la vigilanza del Ministero per i beni e le attività culturali, avrebbe dovuto orientarsi anche verso la ricerca di nuove commesse al fine di rispettare le previsioni poste alla base dell'acquisizione da parte del Ministero della quota del 70 per cento di Ales Spa, di proprietà di Italia Lavoro Spa, mentre sembrerebbe limitarsi al semplice taglio degli organici ricorrendo, con criteri da verificare, all'uso degli ammortizzatori sociali;
nelle prospettive del risanamento, il ricorso da parte degli organi decisionali alla cassa integrazione guadagni straordinaria, per la gran parte del personale tecnico (archeologi, architetti, storici dell'arte, esperti di informatica) rischia di determinare ripercussioni negative sull'effettiva azione di progettazione e risanamento ove avviata, alla quale invece le competenze tecniche dei soggetti posti in CIGS potrebbero dare un contributo significativo;
va segnalato inoltre come, magari solo per una curiosa coincidenza, gran parte del personale tecnico messo in cassa integrazione a zero ore risulti iscritto alla Fisascat-Cisl, sindacato questo che non ha avallato le scelte del vertice aziendale. A ciò deve aggiungersi come ad una richiesta di personale qualificato da parte della Soprintendenza al Polo museale di Napoli non sia stata evasa, benché fra i dipendenti ci fossero risorse con adeguati profili professionali che invece sono state messe in cassa integrazione a zero ore;
inoltre, risulta all'interrogante che si sia proceduto al licenziamento dei responsabili della Direzione sviluppo e progettazione e della Direzione risorse umane che, in un'azienda che deve ristrutturarsi e ridefinire il proprio piano industriale, appare un'anomalia tanto più che tali profili sono chiamati a dover gestire una complessa trattativa sindacale e che, nonostante la presenza interna di ingegneri ed architetti, titolati ed abilitati allo svolgimento di tutte le attività di prevenzione e protezione dai rischi, per gli adempimenti previsti dal decreto legislativo n. 81 del 2008 sulla sicurezza sul lavoro si faccia ricorso a società esterne -:
quale sia la missione che il Ministero per i beni e le attività culturali intende affidare alla società Ales Spa di cui è oggi unico azionista, e se le questioni evidenziate negli ultimi quattro paragrafi della premessa corrispondano al vero ed in particolare se, i Ministri interrogati, ognuno per quanto di competenza, non ritengano necessario, ed in caso contrario perché, dare piena attuazione alla convenzione del novembre 2007 fra il Ministero per i beni e le attività culturali e la società finalizzata al supporto degli uffici centrali e periferici del Ministero stesso nella gestione delle gare d'appalto.
(4-03556)

LABOCCETTA e CARLUCCI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il contratto di programma per l'aeroporto di Capodichino, accolto dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), prevede l'adeguamento delle tariffe dei servizi aeroportuali in funzione del piano di investimenti presentato dalla GESAC, società che gestisce tali servizi, per un importo di 130 milioni in cinque anni;

la decisione del CIPE, sollecitata da tempo dall'Amministratore delegato della Gesac ingegner Mauro Pollio, è stata da questi accolta con soddisfazione in quanto l'adeguamento tariffario che determinerà sconti per i vettori e piccoli rincari per i passeggeri, consentirà alla società di gestione dello scalo aeroportuale napoletano di Capodichino di realizzare «incrementi di introiti del 20/25 per cento in virtù del fatto che si applicheranno tariffe molto basse e competitive adeguate al minimo grazie al ricorso al TAR, introiti che consentiranno di mantenere la forza lavoro e di effettuare investimenti per migliorare la qualità dello scalo -:
se la constatazione dell'amministratore delegato, ingegner Pollio, su riportata e concernente il mantenimento della forza lavoro - tra l'altro ampiamente riportata dai quotidiani locali - contempli il rientro in azienda delle 42 unità lavorative poste in mobilità ai sensi dell'accordo GESAC, Unione Industriali di Napoli e le organizzazioni sindacali FILT/CGIL, FIT/CISL, UIL/TRASPORTI, UGL/T e la SDL/T.A. del 4 maggio 2009;
se in caso contrario, il Ministro interrogato intenda, considerato che le condizioni di crisi dichiarate dalla GESAC a sostegno della procedura di mobilità Cassa integrazione guadagni richiesta, qualora fossero mai state reali e che al momento non appaiono all'interrogante sussistenti, avviare la procedura per la immediata revoca della ratifica ministeriale alla richiesta di mobilità per la GESAC ed il reintegro dei dipendenti «volontariamente» posti dai vertici aziendali in mobilità/cassa integrazione.
(4-03558)

...

PARI OPPORTUNITÀ

Interrogazione a risposta scritta:

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro per le pari opportunità, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il Ministro per le pari opportunità e il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca hanno sottoscritto un protocollo di intesa per la realizzazione di iniziative comuni nell'ambito della «Settimana contro la violenza» che si svolgerà dal 12 al 18 ottobre 2009;
detta collaborazione si esplicita in un ambito di attività di prevenzione e contrasto dei fenomeni di violenza e discriminazione, per i quali vengono esplicitate esclusivamente quelle relative a «intolleranza religiosa, di razza e di genere», mentre non si citano nemmeno le altre potenziali cause di intolleranza, discriminazione e quindi di violenza, che sulla base dell'articolo 13 del Trattato CE sono anche quelle basate su età, disabilità e orientamento sessuale. Le sei potenziali aree di discriminazione sono a loro volta riprese nelle direttive,2000/43/CE e 2000/78/CE recepite anche dall'Italia;
le cronache, segnatamente quelle relative alla vita scolastica ed extrascolastica dei giovani nel nostro Paese, segnalano da tempo numerosissimi casi di bullismo, violenza e discriminazione legati, in particolare a disabilità e orientamento sessuale, oltre che a tutte le altre tipologie di intolleranza -:
per quale motivo i Ministri interrogati non abbiano ritenuto di estendere a tutte le potenziali forme di intolleranza e discriminazione previste dal Trattato dell'Unione le iniziative della Settimana contro la violenza;
se ritengano di sviluppare un programma informativo ed educativo ad hoc rispetto alle tre potenziali forme di discriminazione e intolleranza che non sono state comprese nel protocollo di intesa.
(4-03554)

POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:

VITALI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
le condizioni climatiche emerse hanno creato serie difficoltà al settore agricolo della Puglia ed in particolar modo della provincia di Brindisi;
in detta provincia poi si è aperto un contenzioso tra l'INPS e gli agricoltori sull'applicazione dal 1o gennaio 2004 di contratti di valore sì inferiore a quelli previsti dalla contrattazione collettiva nazionale, ma comunque sottoscritti da tutte le associazioni di categoria della provincia;
le piogge e le grandinate degli ultimi giorni hanno messo in ginocchio l'intero settore già fortemente in crisi, in assenza di tempestivi e significativi interventi a sostegno del comparto agricolo i danni diventerebbero irreparabili e la situazione irreversibile -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per venire incontro alla situazione di difficoltà degli operatori del settore agricolo della Provincia di Brindisi.
(4-03559)

TESTO AGGIORNATO ALL'11 FEBBRAIO 2010

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta orale:

MANNINO. - Al Ministro per lo sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la crisi economica, in corso di svolgimento da tutto il 2008 sino ad oggi, ha determinato forti difficoltà al sistema delle imprese produttive;
in particolare hanno risentito di queste difficoltà le piccole e medie imprese del Sud, che hanno dovuto fare ricorso, anche quelle più grandi, alla Cassa integrazione;
in questo quadro di difficoltà si muovono le imprese produttive che hanno beneficiato del sostegno previsto dalla legge n. 488 del 1992 e dagli strumenti di agevolazione affini come patti territoriali ed altro;
queste imprese si sono venute a trovare in una delicata condizione nella quale non hanno potuto né possono ottemperare alla realizzazione del carico occupazionale previsto come criterio di determinazione dell'intervento di sostegno ed agevolazione;
si profila una situazione alquanto preoccupante che potrebbe portare alla decadenza o anche alla revoca del finanziamento. Queste imprese non sono in condizione di provvedervi;
sarebbe allora opportuno con una visione realistica procedere alla sospensione dell'obbligo assunto a realizzare un determinato carico occupazionale;
la sospensione e non esenzione potrebbe essere successivamente con provvedimento amministrativo ministeriale ristabilita quando il ciclo della crisi sarà superato -:
se non ritenga possibile adottare provvedimenti che possano ovviare alle criticità espresse in premessa.
(3-00594)

Interrogazione a risposta in Commissione:

BURTONE e SAMPERI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro per il turismo. - Per sapere - premesso che:
presso alcuni plessi turistici ubicati nel metapontino lungo la costa jonica lucana in territorio di Pisticci (Matera), si sono verificati una serie di disservizi telefonici a causa di un cavo tranciato lungo 1500 metri;
a seguito di questo incidente, le cui cause risultano ignote, alcuni villaggi turistici molto importanti e rinomati come il

TiBlu e Marina degli Argonauti, sono rimasti completamente isolati e così pure tutta la zona residenziale compresa tra i lidi di San Basilio e Quarantotto;
i servizi di telefonia fissa, internet, i pagamenti con bancomat e carte di credito hanno subito un'interruzione in una zona dove anche la telefonia mobile fa le bizze;
notevoli sono i disagi per l'utenza e per gli operatori turistici costretti ad affrontare nel pieno della stagione turistica un black out che rischia di pregiudicare l'immagine di uno dei poli turistici d'eccellenza della Basilicata e del Mezzogiorno;
ripetute sollecitazioni di intervento sono state fatte pervenire alla Telecom da parte dell'amministrazione comunale, degli operatori e dei singoli cittadini -:
se siano a conoscenza delle cause dell'incidente all'origine dei disservizi e quali iniziative intendano adottare, nell'ambito delle proprie competenze, per sostenere gli operatori turistici in relazione ai danni soprattutto d'immagine che possono derivare in una fase delicatissima della stagione turistica.
(5-01620)

Interrogazione a risposta scritta:

BACHELET. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il 15 dicembre 2008 il Ministero dello sviluppo economico (MSE) ha diramato un comunicato stampa per presentare i risultati del Bando Mobilità Sostenibile del Programma Industria 2015;
in tale comunicato è indicata la composizione del comitato di esperti che ha selezionato le proposte ammesse a finanziamento;
fra tali esperti figura il nome del professor Fulvio Gismondi dell'Università Marconi di Roma;
Fulvio Gismondi risulta attualmente rinviato a giudizio insieme ad altri, con l'accusa di corruzione aggravata e di altri gravi reati, nell'ambito del cosiddetto processo «scalata RCS - Confcommercio - ENASARCO», dal quale il dottor Stefano Ricucci è recentemente uscito (lo scorso 12 dicembre 2008) tramite patteggiamento, ottenendo una condanna a tre anni di reclusione (coperta da indulto) e al pagamento di oltre mezzo milione di euro -:
se il Fulvio Gismondi, professore straordinario all'Università Marconi, membro del comitato di esperti che ha valutato e selezionato i progetti di Industria 2015, sia la stessa persona attualmente rinviata a giudizio, oppure un omonimo.
(4-03563)

...

Apposizione di una firma ad una mozione.

La mozione Ghizzoni e altri n. 1-00204, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 2 luglio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Marco Carra.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta in Commissione Siragusa n. 5-01359, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 aprile 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Antonino Russo.

L'interrogazione a risposta in Commissione Murgia n. 5-01504, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 giugno 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Aprea.

L'interrogazione a risposta in Commissione Alessandri e Tommaso Foti n. 5-01513, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 giugno 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Goisis.

Pubblicazione di un testo riformulato.

Si pubblica il testo riformulato dell'interrogazione a risposta scritta Garavini n. 4-03503, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 199 dell'8 luglio 2009.

GARAVINI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in seguito alla recente violenta esplosione, provocata dal deragliamento di un treno merci carico di gas, che ha seminato morte e distruzione intorno alla stazione ferroviaria della città di Viareggio, si è riproposta con drammaticità la pericolosità di convogli viaggianti contenenti sostanze pericolose e infiammabili, anche in conseguenza di situazioni di insicurezza per le cattive condizioni dei mezzi di trasporto di merci pericolose su ferrovia, per l'annosa carenza del personale FS e per la grave scarsità dei controlli;
l'allarme era scattato già da molti mesi, lanciato dalla Rete ferroviaria italiana RFI e contenuto in un rapporto del Cesifer, la struttura operativa che fino al 2008 si occupava delle certificazioni sulla sicurezza delle imprese ferroviarie, laddove si legge testualmente: «un'attenzione particolare va posta in merito alle non conformità rilevate sul materiale rotabile merci per il trasporto di merci pericolose»;
già nel 2006 era stata sfiorata la strage, ad Avio, sul confine tra Trentino e Veneto, nel tamponamento fra due convogli sulla linea del Brennero, dove uno dei due treni trasportava 4 cisterne di metilene-bisfenil-isofenato che viaggiavano senza precauzioni; in quell'occasione anche il capo della protezione civile Bertolaso, aveva lanciato un allarme, purtroppo inascoltato, richiedendo nuove regole e nuove procedure;
secondo una recente stima, considerata peraltro ottimistica, solo il 5 per cento dei container che sbarcano in Italia da altri paesi europei viene sottoposto a stringenti e controllabili verifiche. Tutto il resto sembrerebbe circolare indisturbato;
nell'attuale zona grigia di controlli la criminalità organizzata sembra aver colto l'ennesima occasione di lauti guadagni, grazie alla possibilità di traffici e commerci clandestini che viaggerebbero indisturbati anche su vagoni ferroviari;
secondo recenti notizie stampa - contenute nel servizio dell'Espresso del 9 luglio 2009 dal titolo «Binari fuori controllo» - materiali pericolosi e scomodi sono stati trasferiti su un carro ferroviario nel centro intermodale di una società delle Ferrovie dello Stato (provenienza Brescia e destinazione Germania), contrassegnati nei documenti come «piastrelle», in realtà contenenti scarti di amianto sfuso accatastato senza cautele e protezioni;
analogamente vengono trasportati stock di eroina da Trieste su treni, facendo la spola con Salisburgo e Budapest e smistati su rotaia in Germania, Francia, Inghilterra e Europa dell'Est. Su altri vagoni merci sono stati trovati persino arsenali militari (350 fucili e 110 pistole) e container contenenti rifiuti tossici che viaggiano da Milano per essere imbarcati in Cina;
una mancanza di effettivi controlli delle merci viaggianti su vagoni dei treni, in entrata e in uscita dall'Italia verso i mercati comunitari ed extracomunitari, è confermata dalla circostanza che, per quanto attiene al trasporto su rotaia, le verifiche non sono più ad opera esclusiva delle FS (le quali, peraltro, si affidano esclusivamente ai documenti di viaggio compilati dalle aziende di provenienza);
la drammatica situazione descritta non fa che alimentare l'intermodale delle mafie che in modo indisturbato fanno circolare su vagoni ferroviari prodotti pericolosi e «sensibili» come armi, munizioni e rifiuti tossici -:
quali iniziative urgenti intenda assumere il ministro interrogato per potenziare

il contrasto delle attività della criminalità organizzata, operante su scala transnazionale anche grazie a traffici su rotaia di merci pericolose;
se non ritenga il ministro interrogato di sollecitare in sede europea la predisposizione di rinnovate misure e di nuovi sistemi integrati di controllo a livello nazionale e a livello comunitario, anche mediante l'istituzione di un'Authority indipendente responsabile trasporti, in grado di superare l'attuale sistema frammentato di verifiche e di tutelare i cittadini dai rischi di esposizione a ulteriori stragi e di contrastare le attività mafiose e criminali. (4-03503)

...

ERRATA CORRIGE

Interrogazione a risposta scritta Bernardini e altri n. 4-03214 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 184 del 9 giugno 2009. Alla pagina 6226, seconda colonna, dalla riga quarta alla riga settima deve leggersi «BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.» e non «BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO, ZAMPARUTTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.», come stampato.