Allegato B
Seduta n. 199 dell'8/7/2009

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TURISMO

Interrogazione a risposta scritta:

FERRARI e CORSINI. - Al Ministro per il turismo. - Per sapere - premesso che:
nel comune di S. Felice del Benaco, comune a vocazione turistica del lago di

Garda, è in corso un'emergenza che mette a dura prova la vita dei cittadini, a partire dal verificarsi di casi di malessere gastrointestinale (l'ASL stima in 2000 le persone interessate da questa epidemia; San Felice conta meno di 3500 abitanti) che hanno indotto il neo sindaco a decretare il 16 giugno 2009 il divieto di utilizzo a uso alimentare dell'acqua erogata allo scopo di evitare il diffondersi, per tale via, le patologie gastrointestinali;
la stampa locale, i telegiornali regionali RAI, hanno dato ampio risalto alla notizia che nel comune è in corso una contaminazione dell'acqua erogata dall'acquedotto pubblico in capo alla gestione dell'azienda pubblica Garda UNO affidataria dell'Autorità d'ambito territoriale ottimale della provincia di Brescia;
la vicenda dell'epidemia che ha riguardato San Felice del Benaco ha inizio ufficialmente con una segnalazione di un medico di medicina generale, in data 9 giugno 2009, concernente un gruppo di ospiti di una struttura alberghiera con sintomatologia gastroenterica (vomito, diarrea e febbre);
le prime indagini delle autorità sanitarie si sono concentrate su una probabile intossicazione alimentare, poi esclusa dall'indagine dell'ASL, identificando in «problemi legati all'acqua» una più probabile causa;
in questi giorni, sul caso di contaminazione dell'acqua, la Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo a carico di ignoti in cui si ipotizza il reato di avvelenamento colposo ed eventuali responsabilità penali ed è in corso un'indagine dei Nuclei antisofisticazioni e sanità dell'Arma dei Carabinieri;
i test, effettuati su campioni prelevati il 15 giugno 2009 da parte dell'ASL Brescia, hanno accertato la presenza di contaminazione batterica nell'acqua. Ulteriori riscontri sono stati effettuati, sempre a cura dell'ASL, il 18 giugno 2009 anche con ispezione alle prese a lago;
a seguito di tali interventi, in cui 1'Asl ha rilevato «... criticità che potrebbero essere all'origine dell'inquinamento», sono state emesse a carico dell'ente gestore GARDA UNO «prescrizioni» per la rimozione delle citate criticità;
sabato 20 e domenica 21 giugno 2009 l'azienda GARDA UNO ha proceduto alla disinfestazione generale di tutte le infrastrutture e della rete civica;
in data 22 giugno 2009 il Sindaco, su segnalazione dell'ASL di pari data, emanava una nuova comunicazione alla cittadinanza aumentando il livello di precauzioni da prendere circa l'uso dell'acqua e facendo intuire che ci fosse anche un ulteriore problema legato alla propagazione dell'epidemia per contagio (per via orale o fecale);
il 24 giugno 2009, in una conferenza stampa dell'ASL, in cui si afferma che l'epidemia non è solo di origine batterica ma anche virale (norovirus e rotavirus), si pone sotto accusa l'acquedotto;
l'opinione pubblica è in balia di opposte dichiarazioni, che in questo momento non contribuiscono a rassicurarla, quali quelle del presidente dell'Azienda Garda UNO e del direttore generale dell'ASL di Brescia: il primo sostiene che «...l'acqua erogata è potabile. E le analisi non le facciamo noi, ma certificati laboratori esterni...»; il secondo rileva la presenza di un batterio, il clostridium perfrigens e che «vanno indagati altri agenti biologici» (come riportato dal quotidiano Bresciaoggi del 23 giugno 2009);
è in corso una raccolta di firme tra i residenti volta a chiedere spiegazioni e chiarimenti su quanto accaduto e ad avviare procedure legali per chiedere il risarcimento dei danni subiti;
l'ente sovracomunale, associazione dei comuni, Comunità del Garda, ha preso posizione denunciando i rischi della stagione turistica perdurando tale situazione di incertezza e «... Che la comunicazione sull'emergenza è stata colposamente tardiva e qualcuno dovrà risponderne...»;

in questa situazione si sta producendo un danno economico e d'immagine per le attività alberghiere e di ristorazione, che rischia di punire tutto il Garda ed il turismo nel pieno della stagione. Si hanno notizie che alcuni giornali tedeschi abbiano lanciato l'allarme sul rischio di passare una vacanza sul lago di Garda;
le attività turistiche di San Felice, hanno avuto gravi problemi dal punto di vista economico e di immagine. San Felice conta oltre 500.000 presenze turistiche all'anno;
numerose attività economiche (bar, pizzerie, ristoranti) hanno o chiuso completamente l'attività, fin dalle prime fasi dell'emergenza, o visto ridotti il numero dei clienti per questo problema -:
quali iniziative, di concerto con la Regione Lombardia, intenda adottare per sostenere l'attività turistica, gli operatori economici ed i lavoratori che operano nel settore.
(4-03534)