Allegato B
Seduta n. 199 dell'8/7/2009

TESTO AGGIORNATO AL 2 MARZO 2011

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

BELLOTTI, NOLA, BIAVA, GOTTARDO, FAENZI, CASSINELLI, DIMA, TADDEI, DI CATERINA, DE CAMILLIS, ROSSO e CATANOSO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
nelle Regioni agricole della pianura padana la coltivazione del mais supera 1.000.000 di ettari con ripercussioni positive dal punto di vista economico, ambientale e sociale considerato il ruolo di tale cereale nelle più importanti filiere agroalimentari locali;
da dati rilevati nel 2008 risulterebbe che il deficit commerciale dell'Italia per il mais sia in costante crescita, con le importazioni che sono arrivate alle 2.450.087 tonnellate, pari al 27,3 del fabbisogno nazionale;
è evidente che tale deficit, gravando sulla bilancia commerciale del nostro Paese, andrebbe ridotto, elevando la produzione di mais nazionale di buona qualità in modo da ridurre l'acquisto dello stesso su mercati esteri;
la diabrotica, un coleottero di origine nordamericana, è giunto in Italia circa 10 anni fa e si è insediato nelle Regioni della Pianura Padana, giungendo ad una progressiva

colonizzazione del territorio, senza arrivare a provocare danni estesi e consistenti fino al 2008;
la diabrotica è stimato essere un insetto con un potenziale di dannosità nel nostro habitat superiore a quello del lepidottero piralide, molto conosciuto dagli agricoltori;
nella corrente stagione di semina del mais, nell'anno 2009, in concomitanza con la sospensione dell'autorizzazione all'uso di insetticidi neonicotinoidi per la concia delle sementi di mais, si è registrato un improvviso e preoccupante aumento della popolazione di diabrotica in ampie aree del Nord Italia, con danni molto consistenti, che superano 1 milione di tonnellate nella sola Lombardia;
quelle che sono state indicate in passato come le modalità di controllo alternative alla concia della semente, cioè rotazioni, uso di pesticidi, applicati al terreno e di pesticidi sopra chioma, si sono dimostrati non efficaci in termini di limitazione dei danni provocati dalla diabrotica e molto gravosi in termini di costi economici e ambientali;
molti sindaci delle zone interessate dagli attacchi di diabrotica pare abbiano chiesto l'applicazione dello stato di calamità, stante l'entità dei danni provocati dall'insetto;
gli esperti ritengono peraltro che la situazione in essere nel 2009 si aggraverà molto nel 2010 a seguito del proliferare incontrastato del patogeno, con conseguenza che destano grave preoccupazione per l'intero comparto maidicolo -:
quali misure il Governo intenda adottare per fronteggiare l'attuale situazione e quali strumenti cautelativi intenda porre in esser per garantire la sostenibilità della coltura del mais a partire dal prossimo anno, tutelando l'intera filiera che su tale cereale si basa;
se ed entro quale data il Ministero delle politiche agricole e forestali intenda consentire la ripresa della sperimentazione in campo delle colture geneticamente modificate tra cui quelle resistenti alla diabrotica.
(5-01606)

NASTRI e CARLUCCI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
da diversi mesi, i raccolti delle campagne della provincia di Novara, sono danneggiati a causa della presenza di un insetto denominato la diabrotica, che desta forti preoccupazioni fra gli agricoltori della zona;
il suddetto insetto infatti sta mettendo a serio rischio le coltivazioni di mais, con conseguenze di evidenti ripercussioni negative sotto il profilo economico, per tutti gli operatori del settore interessato;
appare evidente pertanto la necessità di intervenire attraverso una incisiva attività di monitoraggio al fine di verificare se i danni subiti dalle coltivazioni, siano così ingenti da sospendere il divieto dell'uso delle sostanze concianti;
il divieto di tali sostanze denominate neonicotinoidi e utilizzate fino all'anno scorso, per il trattamento delle sementi, risulta necessario in quanto collegato al sospetto, peraltro mai comprovato, che tali sostanze provochino danni alle api;
è necessario pertanto adoperarsi urgentemente anche perché sussiste il rischio che la sospensione del trattamento delle sementi di mais, possa produrre un danno ambientale più grave di quanto si vorrebbe evitare -:
quali iniziative urgenti ed immediate intenda intraprendere, in considerazione delle argomentazioni esposte in premessa;
se non ritenga opportuno adottare un provvedimento di sospensione della concia delle sementi in maniera prudenziale, così come recentemente impiegato dal Governo francese, al fine di verificare attentamente quali siano le cause che danneggiano le coltivazioni delle piantagioni della provincia

di Novara, salvaguardando conseguentemente l'attività di tanti agricoltori e operatori del settore che rischiano di essere penalizzati da un evento naturale come quello esposto in premessa.
(5-01607)

D'IPPOLITO VITALE e DIMA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
nel 2009 lo straordinario ripetersi di temporali tropicali a macchia di leopardo nelle diverse aree del paese ha provocato danni per milioni di euro nelle campagne, dal sud al centro fino al nord Italia;
numerosi ettari di campi e serre di ortaggi sono allagati; preoccupante la situazione dei vigneti;
nel Bergamasco violente grandinate hanno colpito il mais proprio nella delicata fase della fioritura, compromettendone la produzione;
risultano danneggiate le coltivazioni orticole e cerealicole del cuneese e della zona pedemontana del Torinese;
eventi temporaleschi nelle ultime settimane hanno interessato vigneti, frutteti, grano, mais in molte regioni: dall'Emilia Romagna al Friuli, dalle Marche al Veneto, dalla Toscana al Lazio;
grave la situazione al Sud per l'ondata di maltempo in Puglia e Calabria: ortaggi sommersi, pesche e albicocche «atterrate» dalla grandine; trebbiatura del grano saltata per la troppa acqua presente sui campi;
un grave allarme è stato lanciato dalle associazioni di categoria -:
se siano stati stimati i danni prodotti, nel complesso e - specificamente - nelle singole Regioni;
quali provvedimenti ed iniziative concrete il Governo abbia attivato o intenda attivare;
quali strumenti e atti siano stati posti in essere per consentire il finanziamento anche per il 2009 del Fondo di solidarietà nazionale.
(5-01612)

Interrogazione a risposta scritta:

CESARE MARINI, MINNITI, OLIVERIO, LAGANÀ FORTUGNO, LARATTA, LO MORO e VILLECCO CALIPARI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il giorno 5 luglio 2009 una violenta grandinata ha colpito la pianura di Sibari, con epicentro il comune di Cassano Jonio, provocando la quasi totale distruzione delle colture frutticole in atto;
l'area, comprendente diversi comuni, è ben nota per le produzioni orticole e frutticole di alta qualità, destinate al mercato nazionale e internazionale;
l'economia della regione agraria più importante della provincia di Cosenza, quale è appunto la pianura di Sibari, ha quale componente fondamentale il reddito proveniente dall'agricoltura specializzata dell'ortofrutta;
le popolazioni dell'area traggono dal settore buona parte del reddito per il loro sostentamento;
convivono grandi aziende con piccole imprese a struttura prevalentemente familiare e tutte applicano i contratti di lavoro e usano tecniche di coltivazione ecocompatibili, oltre ad impiegare tecnologie e mezzi meccanici innovativi;
dal punto di vista economico la frutticoltura di Sibari si estende su una superficie superiore a 2.500 ettari, con una media di giornate lavorative di ben 500.000 e una produzione di circa 60.000 tonnellate;
il nubifragio del giorno 5 luglio ha distrutto nel Comune di Cassano Jonio i frutti pendenti su un estensione di 350 ettari;

l'evento calamitoso ha determinato la perdita del reddito per l'annata in corso e i danni alle strutture provocherà riflessi negativi per le prossime annate;
di colpo oltre 2.000 lavoratori hanno perso l'occupazione, unica fonte del reddito familiare;
dinnanzi ad un evento di sì ampia gravità con drammatici risvolti sociali, è necessario avviare tempestivamente azioni rivolte a: riconoscere lo stato di calamità naturale; sostenere le aziende danneggiate; promuovere interventi di difesa sociale per i lavoratori licenziati, garantendo loro il reddito venuto a mancare e la copertura previdenziale per l'improvvisa interruzione del lavoro -:
quali iniziative si intendano promuovere per consentire alle aziende e ai lavoratori di fare fronte alla situazione di grave disagio determinata dall'evento del 5 luglio 2009.
(4-03499)