XVI LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Mozione:
La Camera,
premesso che:
l'agricoltura in Italia può contare su un tessuto produttivo di oltre un milione di imprese (il 16 per cento del totale delle imprese italiane) mentre circa 70.000 sono quelle dell'industria alimentare;
se si considerano anche l'industria alimentare, la distribuzione e i servizi, il settore agroalimentare del made in Italy vale oltre 220 miliardi di euro e si conferma, dopo il manifatturiero, come il secondo comparto in termini di contributo all'economia nazionale con un incidenza circa pari al 15 per cento del prodotto interno lordo (PIL);
l'economia e le imprese agroalimentari sono sottoposte, al pari di ciò che sta accadendo al sistema economico nazionale, in modo diretto e indiretto alle gravissime conseguenze della crisi mondiale economico-finanziaria, i cui segnali sono ben manifesti:
a) i costi produttivi e gli oneri sociali sono raddoppiati. Nell'ultimo anno, per l'acquisto dei fattori produttivi (concimi, sementi, gasolio, energia elettrica) che incidono sulla gestione aziendale per oltre il 70 per cento, si sono avuti aumenti medi del 7 per cento, mentre i prezzi all'origine, dopo una fase di rialzo della prima metà dello scorso anno, sono scesi in media del 7 per cento con punte del 35-50 per cento per il mercato dei cereali;
b) i redditi degli agricoltori, dopo l'aumento fatto registrare nel 2008, sono ovunque in calo e le imprese agricole, costrette sempre più spesso all'indebitamento, stanno incontrando difficoltà crescenti in termini occupazionali e di strumenti di accesso al credito;
c) il clima di fiducia dell'industria alimentare misurato attraverso un indice predisposto dall'Ismea su un panel di circa 1.200 operatori, ha fatto segnare, nel quarto trimestre del 2008, un netto peggioramento, scendendo a meno 13,6 per cento, da meno 0,7 per cento del trimestre precedente;
durante i numerosi cicli di audizioni che si sono svolti nelle Commissioni parlamentari tutte le organizzazioni professionali, produttive e sindacali, del settore hanno espresso il forte disagio che, in seguito alla crisi internazionale, sta colpendo fortemente il comparto agroalimentare e della pesca;
la crisi internazionale ha avuto ripercussioni sull'intero sistema agricolo europeo, tanto da indurre la Commissione europea a pubblicare una comunicazione «a sostegno dell'accesso al finanziamento nell'attuale situazione di crisi finanziaria ed economica» che consente agli Stati membri di attivare misure rilevanti ed urgenti nel contesto dell'allentamento pur parziale e inadeguato dei vincoli comunitari;
i principali Paesi europei hanno adottato manovre anticrisi includendo misure specifiche per il rilancio competitivo del comparto come accaduto in Francia, dove il Ministro dell'agricoltura Barnier ha varato un piano di 250 milioni di euro per sostenere i redditi, degli agricoltori;
complessivamente, nei suoi primi nove mesi, ad avviso dei sottoscrittori del presente atto il Governo si è contraddistinto esclusivamente per i vistosi tagli operati a sfavore del comparto agroalimentare e per la mancanza di misure efficaci necessarie per invertire la sfavorevole congiuntura economico-finanziaria, infatti la cosiddetta manovra estiva, di cui al decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, e la legge finanziaria per il 2009 hanno totalizzato complessivamente una riduzione di 682 milioni di euro a sostegno dell'agricoltura, il decreto «milleproroghe» ha abrogato alcune disposizioni a sostegno dell'agricoltura e della pesca molto attese dal comparto e approvate in un provvedimento immediatamente precedente
il milleproroghe, infine, la manovra anticrisi, di cui al decreto-legge n. 185 del 2008, non ha previsto alcuna misura direttamente riconducibile alla risoluzione della crisi del comparto agroalimentare;
in un momento in cui gli elementi di debolezza del settore sono amplificati dalla volatilità dei prezzi, dalle difficoltà di accesso al credito e da un ruolo sempre meno incisivo del sostegno pubblico, sono urgenti misure straordinarie che da un lato scongiurino un possibile arretramento del settore agroalimentare e della pesca e, dall'altro, sappiano rilanciarne la competitività,
impegna il Governo:
ad adottare, nell'immediato, i seguenti quattro interventi necessari per la tenuta competitiva del settore agroalimentare e della pesca nel quadro della crisi internazionale economica e finanziaria:
a) attivazione ed utilizzo di tutti gli ammortizzatori sociali necessari per governare la crisi che sta interessando le imprese del settore e, nello specifico, quelle della pesca particolarmente esposte alla congiuntura sfavorevole;
b) conferma biennale degli sgravi contributivi al fine di contenere il costo del lavoro in agricoltura nelle zone svantaggiate e garantire stabilità fiscale per gli agricoltori e attivazione del credito d'imposta in agricoltura;
c) conferma del sistema assicurativo e rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale al fine di dare piena attuazione ai meccanismi di gestione del rischio in agricoltura e di potenziare il ruolo delle polizze assicurative per far fronte alle crescenti emergenze climatiche;
d) incentivazione degli strumenti necessari per attuare una politica che favorisca l'accesso al credito degli imprenditori agricoli e ittici sempre più alle prese con problemi di liquidità;
ad adottare altresì con risolutezza quattro misure straordinarie per garantire al settore agroalimentare e della pesca il necessario rilancio produttivo affinché la difficoltà diventi un'opportunità per attrarre e motivare l'ingresso di giovani figure imprenditoriali e quindi occasione per un ricambio generazionale attraverso:
a) l'incentivazione, anche mediante una rinegoziazione in sede comunitaria della normativa sugli aiuti di Stato in agricoltura, della concentrazione dell'offerta agricola prevedendo un rafforzamento dell'assetto dimensionale o di forme di aggregazione di funzioni, nonché dell'innovazione organizzativa dell'impresa di filiera affinché i produttori possano governare e accompagnare più in profondità le fasi della catena alimentare, riducendo le intermediazioni dalla fase produttiva alla vendita ai consumatori;
b) aiuti straordinari e mirati al processo di internazionalizzazione della rete distributiva del comparto perché l'agroalimentare italiano, fortemente caratterizzato da tipicità e valori territoriali, possa accelerare la sua capacità d'inserimento nei mercati esteri attraverso nuove partnership commerciali, nuove relazioni bilaterali, assetti societari volti al radicamento e al controllo del prodotto italiano nei Paesi esteri;
aiuti straordinari per l'innovazione indirizzati ad imprese impegnate in nuovi processi produttivi tesi, da un lato, all'autoriduzione dei costi di produzione attraverso il risparmio energetico, il risparmio idrico, le razionalizzazioni logistiche, le innovazioni gestionali, e, dall'altro, a creare incrementi di valore del prodotto attraverso strategie di rafforzamento identitario e territoriale e a conseguire il valore aggiunto dato da contenuti di servizio più rispondenti alla domanda di mercato, a nuovi stili di vita, a nuove esigenze di tutela della salute alimentare, anche avviando concretamente l'insediamento dell'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare al pari degli altri Paesi europei;
il finanziamento di piani speciali di riconversione basati su rigorosi piani industriali
pluriennali per il rilancio di alcune filiere produttive che, nella sovrapposizione degli effetti della crisi economica generale e dei recenti cambiamenti delle regole della politica agricola comunitaria, risultano particolarmente in sofferenza essendo esposte a processi di indebitamento e, pur avendo potenzialità e valore, non hanno sufficienti possibilità immediate per affrontare l'urgenza della concorrenza internazionale.
(1-00196)
«Oliverio, Zucchi, Agostini, Brandolini, Marco Carra, Cenni, Cuomo, Dal Moro, Fiorio, Lusetti, Marrocu, Mario Pepe (PD), Sani, Servodio, Trappolino».
Risoluzione in Commissione:
La XIII Commissione,
premesso che:
il decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, recante «Misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi, nonché disposizioni in materia di produzione lattiera e rateizzazione del debito nel settore lattiero-caseario» prevede all'articolo 8-quater, che «il produttore agricolo, che vi abbia interesse, può richiedere la rateizzazione dei debiti iscritti nel Registro nazionale di cui all'articolo 8-ter derivanti dai mancati pagamenti del prelievo latte»;
il comma 2 dell'articolo 8-ter del citato provvedimento prevede l'istituzione presso l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura del registro nazionale dei debiti in cui sono iscritti tutti gli importi accertati come dovuti dai produttori agricoli; mentre il comma 3 dello stesso articolo 8-ter, prevede che le regioni iscrivano nel registro nazionale gli importi dovuti e non pagati a titolo di prelievo supplementare;
la Commissione Programmazione economica e bilancio del Senato, nella seduta del 4 marzo 2009, ha condizionato, anche a seguito della nota del 4 marzo 2009 del Ministero dell'economia e delle finanze, Dipartimento della ragioneria generale dello Stato, prot. n. 0025700, l'espressione del proprio parere non ostativo all'inserimento nel disegno di legge S. 1367 della seguente previsione: «in caso di accettazione della domanda di rateizzazione di cui all'articolo 3 (ora 8-quater del decreto-legge n. 5 del 2009) da parte del Commissario straordinario, i produttori devono esprimere la rinuncia espressa ad ogni azione giudiziaria eventualmente pendente dinanzi agli organi giurisdizionali amministrativi e ordinari»;
l'articolo 8-quinquies del decreto-legge n. 5 del 2009 attribuisce al Commissario straordinario il compito di definire le modalità applicative delle disposizioni legislative,
impegna il Governo:
ad assicurare la corretta applicazione dell'articolo 8-quinquies, comma 3, del decreto-legge n. 5 del 2009;
a verificare il rispetto dell'obbligo, per i richiedenti la rateizzazione delle imputazioni di prelievo non sospese in sede giurisdizionale, alla rinuncia di tutte le azioni giudiziarie pendenti aventi per oggetto posizioni debitorie iscritte al registro nazionale dei debiti, relative ai mancati pagamenti del prelievo latte;
a formulare precise direttive per armonizzare le procedure applicative che saranno poste in essere dal Commissario governativo al fine di realizzare effetti positivi sulla finanza pubblica in virtù dell'effettivo pagamento anche delle somme dovute dai produttori del settore lattiero caseario che aderiscano alla rateizzazione e divenute esigibili a seguito della obbligatoria rinuncia al contenzioso in atto.
(7-00185) «Beccalossi, Nola».
TESTO AGGIORNATO AL 25 GIUGNO 2009
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
con riferimento alla applicazione del decreto-legge n. 279 del 2000 nel testo modificato dalla legge di conversione n. 365 del 2000 concernente interventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico molto elevato ed in materia di protezione civile, nonché a favore delle zone della regione Calabria danneggiate dalle calamità idrogeologiche di settembre ed ottobre 2000, a seguito interrogazione a risposta scritta a firma Allasia e Caparini, il Dipartimento per la protezione civile affermava che sempre, senza soluzione di continuità, il criterio per individuare il bialluvionato era quello di avere percepito i benefici previsti dalla legge nel 1994;
con successiva interpellanza urgente n. 2-00384, a prima firma Giancarlo Lehner mercoledì 13 maggio 2009 si chiarì che in 18 casi a Vercelli ed in un caso a Montalto Dora (dazione Fasti) furono pagati indennizzi e mai ne fu revocata la concessione, nonostante ormai il Consiglio di Stato abbia dichiarato l'illegittimità della concessione e la stessa regione Piemonte con atto prot. 34423/s.l/1.45 abbia ritenuto «necessario recuperare quanto indebitamente versato»;
si richiamano le argomentazioni sviluppate nei sopra citati atti di sindacato ispettivo -:
se e quali iniziative siano state assunte in relazione a quanto ricordato in premessa e in particolare per quali motivi non sia stata aperta una procedura di recupero delle somme corrisposte indebitamente come peraltro riconosciuto, tra gli altri, dal medesimo Dipartimento per la protezione civile.
(2-00408)
«Allasia, Consiglio, Goisis, Grimoldi, Fogliato, Rainieri, Vanalli, Comaroli, Bonino, Reguzzoni, Fava, Germanà, Versace, Barani, Negro, Paglia, Lehner, Laboccetta, Lisi, Polledri, Crosio, Caparini, Rivolta, Bragantini, Pastore, Pini, Chiappori, Fugatti, Fedriga, Rondini, Landolfi».
Interrogazioni a risposta scritta:
STRIZZOLO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
l'amministrazione comunale della città di Udine già negli anni scorsi aveva inserito nei propri programmi di recupero e di riuso di aree e di fabbricati dismessi aventi caratteristiche storico-industriali l'area dell'ex frigorifero di via Sabbadini in Udine;
l'iniziativa di recupero e restauro dei fabbricati aveva ed ha tuttora lo scopo di realizzare - in detta area - il centro culturale della mitteleuropa riqualificando così una importante zona del territorio della città di Udine e contribuendo alla valorizzazione del Friuli quale terra di incontro e di collaborazione fra i popoli del centro-est europeo;
il progetto era stato inserito dal Governo Prodi nell'elenco delle opere pubbliche finanziabili in vista della ricorrenza del 150o anniversario dell'Unità d'Italia che sarà festeggiata nel 2011;
nel corso del mese di ottobre del 2008, la conferenza dei servizi convocata a
Roma aveva regolarmente approvato il progetto preliminare per la realizzazione dell'intervento su 6980 metri quadri di superficie coperta e di ulteriori 4500 metri quadri su aree esterne con soluzioni tecniche innovative mantenendo però la caratteristica di architettura industriale agli edifici esistenti;
per la realizzazione del progetto era previsto un finanziamento statale dell'importo di 9,6 milioni di euro a cui si aggiungono 6,4 milioni di euro stanziati dalla Regione Friuli Venezia Giulia che, assieme al Comune di Udine, è in attesa di una conferma scritta dell'impegno finanziario del Governo;
dal quotidiano Messaggero Veneto del 22 giugno 2009, edizione di Udine, si apprende la notizia che - sulla base di un'informale verifica effettuata dal competente assessorato regionale - l'opera in oggetto sarebbe stata esclusa dall'elenco degli interventi di rilevante carattere culturale e scientifico, predisposto a suo tempo dal Governo Prodi per le celebrazioni del 150o dell'Unità d'Italia, e che, pertanto, non vi sarebbe più la garanzia del finanziamento statale, determinandosi così il rischio di un blocco dell'intero recupero dell'area ex frigorifero;
l'inaugurazione dell'opera di recupero e riuso (che viene valutata e seguita con grande interesse non solo nella città di Udine ma anche in tutto il Friuli per il suo rilievo storico-culturale-scientifico) è prevista per il 2011, proprio per il deciso impegno dell'amministrazione comunale a rispettare i tempi stabiliti dal cronoprogetto e per un utilizzo rigoroso e tempestivo delle risorse pubbliche -:
quali siano gli effettivi intendimenti del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro competente circa il prosieguo dell'iter attuativo del progetto di recupero dell'area ex frigorifero ubicata nel territorio della città di Udine.
(4-03331)
BIANCOFIORE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
nella notte appena trascorsa - in Alto Adige, notte della ricorrenza religiosa del «sacro Cuore», alcuni esponenti del mondo di lingua tedesca hanno minato la convivenza e anche attentato alla sicurezza dei cittadini scrivendo con fiamme accese su enormi torce in mezzo ai boschi della montagna «Plose» sopra Bressanone, lo slogan irredentistico degli anni del terrorismo altoatesino «Ein Tirol». Ben tre fuochi inneggiavano al Tirolo unito dalle scritte eloquenti: «Ein Tirol»;
da questa «bravata» sarebbe potuto scaturire un incendio con grave nocumento ai cittadini e al patrimonio floreale e faunistico della zona;
proprio nella giornata di ieri, vi è stato un esemplare richiamo del Vescovo a non usare il Sacro Cuore a fini politici parrebbe che lo stesso non sia stato ascoltato da parte dei suoi fedeli almeno sulle montagne di quella che è ancora considerata la città vescovile;
tali scritte, in questa notte dal forte ricordo nazionale, a quel che pare all'interrogante sono un chiaro richiamo ai terroristi di Ein Tirol, che dagli anni '60 si macchiarono di 15 morti, 50 feriti e danni ingeriti al patrimonio pubblico e privato;
gli irredentisti, ancora presenti in Alto Adige, danno volutamente alla ricorrenza religiosa un significato simbolico di liberazione dall'invasore «(italiano)». I fuochi infatti furono accesi la prima volta - invocando la protezione «del sacro cuore di Gesù» quando Andreas Hofer e i suoi seguaci, i cosiddetti «Schützen», combatterono nella famosa battaglia sul Berg Isel contro le truppe francobavaresi non contro gli italiani rinnovarono appunto la promessa solenne data al Sacro
Cuore di Gesù di affidare il «tirolo storico» a Dio. Da quel momento in poi, dato che vinsero per ben tre volte (12 aprile, 25/29 maggio, 13 agosto) le battaglie, il sacro cuore viene interpretato dai fanatici del Tirolo storico come la giornata della vittoria sull'invasore ciò a distanza di due secoli e con un «falso storico»;
questa sovrapposizione tra le festa religiosa e lode all'irredentismo deriva ad avviso dell'interrogante dal disinteresse delle istituzioni locali e nazionali che non danno messaggi fermi. Non si può non considerare gli aderenti ad «Ein Tirol» come un gruppo terroristico e farli viceversa passare come «combattenti per la libertà» del popolo suedtirolese, come recita la mozione approvata il mese scorso dal consiglio della provincia autonoma di Bolzano. Così come non possono le istituzioni nazionali, anche alla luce della dolorosa escalation irredentistica che ha caratterizzato l'Alto Adige ed è salita alla ribalta nazionale, continuare a sottovalutare le crescenti provocazioni a danno dei cittadini italiani e dello Stato italiano;
secondo l'interrogante è, vergognoso il modo con cui si usano simboli religiosi per scopi politici, quasi un consumo etnico della festa del Sacro cuore a fini elettoralistici senza considerare il modo in cui la Piazza Duomo a Bressanone e la piazza Walther a Bolzano sono state addobbate mostrando accanto al Vessillo comunale e della Chiesa la bandiera del Tirolo e degli Schützen;
enorme è stata la mortificazione che ha colpito molti concittadini, (di tutti i gruppi linguistici, nella sera del 21 giugno nel vedere ancora anacronistiche superflue provocazioni macchiare la religione e disilludere le sagge parole del vescovo Golser che ha riconosciuto una maggiore difficoltà), dunque il disagio della comunità italiana in questa terra, acuita dalle su citate dimostrazioni di forza;
anche le parole del vescovo sulla necessità di rendere più europeo l'Alto Adige e dunque di passare da una coesistenza o meglio tolleranza ad una convivenza fattiva e reale, sono state ignorate da una manifestazione, secondo l'interrogante incivile e pericolosa;
evidentemente lo spirito che l'anno Hoferiano strumentalizzato da pochi facinorosi vuole lasciare alle future generazioni risulta chiaro: estromettere sempre di più l'elemento considerato estraneo a questa terra - ovvero l'italiano - facendolo sentire ospite del territorio in cui vive;
i fatti più volte citati, e in ultimo quello della sera del 21 giugno 2009, possono considerarsi favorevoli a quella convivenza che da più parti si intende portare come esempio ma pare all'interrogante, che tale convivenza, secondo alcuni, si possa basare esclusivamente sulla rassegnata alienazione della comunità italiana;
sempre ad avviso dell'interrogante quelle scritte invece di onorare un voto religioso sono dirette a creare senso di divisione e di desolazione nelle comunità dell'Alto Adige;
il sindaco di Bressanone e la giunta provinciale, ad avviso dell'interrogante, dovrebbero avere un maggior ruolo di responsabilità e prendere le distanze da scritte inneggianti il terrorismo degli anni '60, mai evidentemente debellato e condannando fermamente atti offensivi che mettono in grave pericolo gli equilibri difficilmente raggiunti dalla nostra terra;
ulteriore elemento che, ad avviso dell'interrogante, rende palese tale atteggiamento è il comportamento del comitato organizzatore cittadino dei campionati atletica leggera giovanile che si svolgeranno a Bressanone. Rispetto a tale evento il comitato organizzatore cittadino non ha previsto la dizione costituzionale di «Alto Adige» su manifesti, bandiere gadget e riprese varie ma solo quella tedesca di «Suedtirol» senza nemmeno il riferimento allo Stato italiano, erogatore dei contributi oltre che assegnatario dei campionati, ad avviso dell'interrogante con il fine di far
apparire l'Alto Adige-Suedtirol come una terra «altra» rispetto allo Stato italiano -:
se il Ministro dell'interno disponga di elementi con riferimento alla rinascita dell'irredentismo altoatesino e quali iniziative intenda assumere in proposito per mettere fine una volta per tutte a queste manifestazioni di vero e proprio inspiegabile odio nei confronti dello Stato italiano e dei suoi cittadini residenti in Alto Adige facendo rispettare il bilinguismo della terra e l'appartenenza allo Stato italiano;
se alla luce di quanto accaduto e riportato in premessa il Governo intenda ritirare i contributi dati ai campionati giovanili di atletica leggera che si svolgeranno proprio nella città di Bressanone nel luglio prossimo.
(4-03335)
MARINELLO e ROMELE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 3 marzo 1977 avvenne la sciagura aerea di Monte Serra (Pisa) in cui persero la vita trentotto cadetti della Marina militare, l'ufficiale accompagnatore e i cinque membri dell'equipaggio;
alcuni familiari promossero una causa davanti al Tribunale di Roma per ottenere il risarcimento dei danni sofferti, ma tale domanda venne respinta;
soltanto alcuni familiari impugnarono tale pronuncia e la Corte d'appello di Roma condannò il Ministero della difesa al risarcimento dei danni da liquidarsi in separata sede;
tale risarcimento avvenne tramite una transazione tra il Ministero ed i familiari che avevano vinto la causa davanti alla Corte d'appello di Roma;
rimaneva invece aperta la questione relativa ai familiari che non avevano promosso la causa davanti al Tribunale di Roma ed agli altri che non avevano interposto appello ed i cui diritti risultavano prescritti;
nel corso della XIV e della XV legislatura sono stati approvati dal Parlamento gli ordini del giorno (rispettivamente dell'onorevole Roberto Lavagnini e del senatore Filippo Berselli) in cui si impegnava il Governo a risarcire i familiari delle vittime della sciagura aerea di Monte Serra rimasti esclusi dal risarcimento;
all'interrogazione 3-00580 presentata nella XV legislatura dal senatore Filippo Berselli, in cui l'interrogante chiedeva al Ministro della difesa per quale motivo non si fosse dato seguito né all'ordine del giorno Lavagnini, accolto a suo tempo come raccomandazione, né a quello Berselli, accolto senza riserve, e se non si ritenesse che ad oltre trenta anni dalla tragedia fosse veramente inammissibile ritardare ulteriormente una liquidazione da tutti ritenuta giusta e doverosa, il Sottosegretario di Stato Forcieri rispondeva che «il soddisfacimento delle comprensibili istanze di giustizia sostanziale provenienti dai familiari delle vittime rimasti esclusi dal risarcimento, trova(va) ostacoli obiettivi nella mancanza di uno strumento o di un istituto che consent(isse) di risarcire anche i non ricorrenti e nel principio giuridico della inestensibilità del giudicato nei loro confronti»;
nel corso dell'attuale legislatura il senatore Filippo Berselli ha presentato un'interrogazione parlamentare (3-00006), sullo stesso oggetto, alla quale il sottosegretario Cossiga, ha risposto con le medesime argomentazioni ed impegni dei suoi predecessori, confermando l'intento di prospettare al Governo l'esigenza di un intervento normativo volto a dare concrete risposte alle istanze dei parenti delle vittime non ancora risarcite -:
se, alla luce di quanto sopra, il Governo non ritenga di adottare iniziative normative urgenti al fine di prevedere lo stanziamento delle risorse necessarie al risarcimento dei danni conseguenti alla sciagura aerea di Monte Serra avvenuta il lontanissimo 3 marzo 1977.
(4-03338)
MISIANI, MIGLIOLI e FLUVI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 6, comma 3, della legge 4 marzo 2009, n. 15, ha modificato l'articolo 72, comma 11, del decreto legge 25 giugno 2,008, n. 112, sostituendo le parole «dell'anzianità massima contributiva di 40 anni» con le parole «dell'anzianità massima di servizio effettivo di 40 anni»;
con l'interrogazione a risposta scritta n. 4-02884 del 29 aprile 2009, l'On. Teresio Delfino ha chiesto al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione di dirimere i problemi sollevati dalle divergenti interpretazioni rese dalle pubbliche amministrazioni, con riferimento alla sorte delle procedure di risoluzione del rapporto di lavoro già avviate prima dell'approvazione della legge n. 15 del 2009;
in data 15 giugno 2009, il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione ha fornito risposta scritta all'onorevole Teresio Delfino nella quale si afferma l'applicabilità delle nuove disposizioni anche ai dipendenti che avevano già maturato i 40 anni di anzianità contributiva massima nella vigenza dell'originaria formulazione della norma, qualora la novella sia entrata in vigore prima del decorso dei sei mesi di preavviso; nonché, e a maggior ragione, a tutti coloro che - vigente la vecchia disposizione - non avevano ancora maturato il richiesto requisito dell'anzianità. Viene al riguardo precisato che «è da ritenersi illegittima l'eventuale risoluzione del rapporto di lavoro fondata su un requisito vigente solo al momento del recesso, e, di conseguenza, doverosa la revoca in autotutela del recesso già intimato; e che «se la novella (con l'introduzione del requisito dell'anzianità massima di servizio effettivo) è entrata in vigore prima della maturazione dell'originario requisito, appare evidente l'illegittimità dell'eventuale risoluzione nei confronti di un lavoratore che non ha mai maturato il requisito di anzianità di volta in volta previsto dalla legge»;
ciò nonostante, l'Agenzia delle Entrate ha proceduto in data 3 giugno 2009 a risolvere unilateralmente il rapporto di lavoro dei dipendenti che si trovavano esattamente nell'una o nell'altra delle due posizioni sopra rilevate, in aperta violazione dei principi affermati dal Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, e ponendo in essere provvedimenti che agli interroganti appaiano illegittimi e discriminatori, posto che violano le disposizioni vigenti e trattano in modo diverso, rispetto alle altre pubbliche amministrazioni, situazioni uguali;
la Corte Costituzionale ha ripetutamente affermato che il rapporto di pubblico impiego, pur nel contesto della sua privatizzazione, mantiene una accentuata specialità a tutela dei principi costituzionali di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione;
conseguentemente anche la Corte dei Conti ha di recente affermato che nel pubblico impiego «le capacità e i poteri del privato datore di lavoro non possono essere intesi come legittimanti una sorta di autonomia privata, pena un radicale contrasto con l'articolo 97 Cost.; ma vanno piuttosto intesi come strumenti con cui esercitare un potere pur sempre funzionalizzato al perseguimento dell'interesse pubblico, secondo un principio di legalità formale e sostanziale, incompatibile con il modello privatistico della libertà negoziale» (Corte dei Conti Sez. Giurisdizionale della Lombardia sentenza n. 165 del 24 marzo 2009);
secondo il pacifico orientamento della suprema Corte di Cassazione i licenziamenti «vessatori» (illegittimi e discriminatori) da parte di un datore di lavoro che riveste la qualifica di pubblico ufficiale possono configurare il reato di abuso d'ufficio -:
quali urgenti iniziative si intendano adottare, a salvaguardia dei primari interessi pubblici alla imparzialità e buon
andamento della pubblica amministrazione, dell'omogeneità, logicità e coerenza di indirizzo politico e amministrativo, non meno che a tutela dei diritti dei pubblici dipendenti, in relazione agli atti di risoluzione del rapporto di lavoro, illegittimi e discriminatori posti in essere dall'Agenzia delle Entrate.
(4-03353)
VANNUCCI, ZUCCHI, TENAGLIA e MARCO CARRA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la sicurezza dei rappresentanti del Governo e delle alte cariche istituzionali è compito dello Stato;
la tutela dei rappresentanti dello Stato deve essere garantita 24 ore su 24 sia durante lo svolgimento di funzioni istituzionali che private;
sono pertanto soggetti a tutela i fabbricati pubblici e privati dove tali funzioni si svolgono;
in questo quadro anche alcune residenze e fabbricati privati in uso alle alte cariche dello Stato vengono elevati a status di «residenza di Stato» per essere assoggettate alle tutele di sicurezza necessarie e opportune -:
quanti e quali siano i fabbricati privati considerati «residenza di Stato»;
quali standard di tutela nel dettaglio siano previsti per garantire la sicurezza in ciascuna di dette residenze;
quali siano i costi previsti per tale tutela, quante siano le persone e le forze dell'ordine impegnate e se esista un consuntivo di spesa al quale fare riferimento.
(4-03355)
CODURELLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 22 maggio un gruppo di giovani ha contestato pubblicamente e democraticamente il Ministro La Russa, in visita a Lecco per la campagna elettorale, in merito al grave comportamento del Governo sulla vicenda dei migranti respinti e sul lassismo verso i reati dei potenti;
il Ministro ha immediatamente ordinato come si può evincere da un pubblico filmato, di identificare i contestatori e successivamente una di queste persone è stata denunciata;
il 4 giugno 2009 sempre in occasione di una manifestazione di campagna elettorale del Pdl a Oshago il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, onorevole Mariastella Gelmini, è stata pubblicamente contestata da un gruppo di genitori e studenti, che manifestava il proprio dissenso sulla legge taglia risorse alla scuola pubblica. Anche in questo caso i manifestanti sono stati identificati dalle forze dell'ordine, su richiesta del Ministro -:
se non ritenga particolarmente grave il comportamento posto in essere dai Ministri, dal momento che vige nel nostro paese il diritto ad esprimere in maniera libera, civile e democratica il proprio pensiero e se intenda intervenire affinché il dissenso possa continuare ad esistere in un Paese democratico.
(4-03356)
...
AFFARI ESTERI
Interrogazioni a risposta scritta:
DI BIAGIO e PICCHI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 20 del 7 gennaio del 1992 che ha ratificato la Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica Francese per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire l'evasione e la frode fiscali, all'articolo 18,
comma 2, dispone che «le pensioni ed altre somme pagate in applicazione della legislazione sulla sicurezza sociale di uno Stato, sono imponibili in detto Stato»;
il comma 2 dell'articolo 18 dovrebbe rappresentare un'eccezione alla disposizione generale contenuta nel primo comma dello stesso articolo secondo cui «le pensioni e le altre remunerazioni analoghe, pagate ad un residente di uno Stato in relazione ad un cessato impiego, sono imponibili soltanto in questo Stato»;
con la circolare n. 176 del 14 settembre 1999 l'Inps ha comunicato che la suddetta nuova convenzione modificava la precedente, provvedendo ad operare la ritenuta alla fonte sulla generalità delle pensioni erogate dall'ente previdenziale ai residenti italiani in Francia, facendole rientrare di fatto nell'ambito dell'applicazione della legislazione di sicurezza sociale di cui al comma 2 dell'articolo 18;
l'agenzia delle entrate con la circolare n. 41 del 21 luglio del 2003 ha identificato nell'ambito della «sicurezza sociale» soltanto le pensioni sociali a carattere non contributivo erogate a soggetti privi di tutela per cui anche la generalità dei trattamenti a carattere contributivo corrisposti dall'Inps dovrebbe rientrare nell'applicativo del comma primo dell'articolo 18, con conseguente tassazione esclusiva nello stato di residenza;
le pensioni Inps dei connazionali residenti in Francia risultano assoggettate da doppia tassazione in Italia ed in Francia con conseguenze deleterie sulla condizione dei pensionati residenti in Francia, poiché le disposizioni vigenti in questo Paese impedirebbero di fatto che questi ottengano un credito di imposta per l'intera ritenuta alla fonte operata in Italia;
dalla circolare del 1999 non è stata definita alcuna altra indicazione o correzione di quanto fino ad ora disposto e ad oggi l'Inps provvede alla normale tassazione italiana, respingendo le domande di esenzione dall'imposizione prodotte dai connazionali residenti in Francia, al contrario di come avviene in genere per gli altri Stati con i quali sono state intavolate Convenzioni bilaterali;
i Governi che si sono avvicendati, chiamati a rispondere sul sussistere di una tale condizione, hanno evidenziato in più occasioni il proprio impegno e la propria volontà a superare le criticità dovute alla cattiva interpretazione delle citate disposizioni;
ad oggi la situazione continua ad apparire complessa per molti connazionali, poiché sembrerebbe che il contenzioso interpretativo relativo al comma 2 continui a sussistere;
gli uffici delle imposte francesi evidenziano che su tutti i redditi eventualmente prodotti in Francia i nostri connazionali sono chiamati a pagare le relative imposte senza poter dedurre le imposte pagate sulla pensione erogata in Italia -:
tenendo conto degli impegni assunti dai Governi di vario orientamento politico, quali iniziative intendano intraprendere al fine di rettificare e chiarire la normativa esistente e le sue varie interpretazioni e al fine di eliminare la doppia imposizione fiscale tra l'Italia e la Francia ed in quali tempi si intenda intervenire per risolvere i problemi prospettati.
(4-03332)
REGUZZONI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro del turismo, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
è previsto in Shanghai il prossimo Expo nel 2010;
si tratterà di una manifestazione importante e - si prevede - ricca di partecipazione;
è l'ultima esposizione universale prima dell'Expo 2015 a Milano -:
quali iniziative il Governo abbia assunto o intenda assumere per la presenza del nostro Paese all'Expo Shanghai 2010.
(4-03345)
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta scritta:
ZAMPARUTTI, BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in attuazione degli articoli 9 e 32 della Costituzione, la legge 6 dicembre 1991 n. 394 e successive modificazioni e integrazioni definisce uno speciale regime giuridico per la tutela e la gestione delle aree all'interno delle quali sono presenti formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche e biologiche, o gruppi di esse di rilevante valore naturalistico e ambientale;
la stessa legge distingue queste aree naturali da proteggere in parchi nazionali, parchi naturali regionali e riserve naturali, statali o regionali in base alla rilevanza degli interessi in esse rappresentati;
lo strumento principale per la tutela e la gestione delle aree protette è costituito dal cosiddetto Piano del parco che, una volta adottato dall'Ente parco ed approvato in via definitiva dalla regione o dalle regioni coinvolte, ai sensi dell'articolo 12, comma 7, della stessa legge sostituisce ad ogni livello i piani paesistici, i piani territoriali o urbanistici e ogni altro strumento di pianificazione e dunque conforma il diritto di proprietà apponendo, differentemente da quanto accade con gli strumenti urbanistici, dei vincoli di natura ricognitiva definiti tali perché non preordinati all'espropriazione;
gli Enti parco, ai quali sono affidati poteri controllo sull'esercizio delle attività consentite e la tutela dei valori naturali ed ambientali nonché storici, culturali, antropologici, tradizionali, possono, tra le altre cose, esercitare ai sensi dell'articolo 15, comma 5, della citata legge n. 394 del 1991 il diritto di prelazione sul trasferimento a titolo oneroso della proprietà e di diritti reali sui terreni situati all'interno delle riserve e delle aree presenti all'interno del Parco classificate dal Piano come riserve integrali e come riserve generali orientate;
il meccanismo di tutela vigente trasferisce sui singoli proprietari una parte rilevante degli oneri della servitù di natura ambientale ed ecologica, alla quale sono assoggettate le aree comprese nei Parchi, ed in special modo quelle classificate come riserva integrale e come riserva orientata e dunque - nei casi in cui i proprietari si sottraggono agli adempimenti ed agli obblighi prescritti dagli strumenti di pianificazione ovvero dalle norme di salvaguardia vigenti - espone le aree in questione ai rischi dell'abbandono, della compromissione degli stessi valori da conservare ovvero della loro trasformazione abusiva, in special modo per gli ambiti che si trovano ai margini o comunque in prossimità di aree urbane o a zone di particolare interesse turistico;
si sono registrati sistematici ritardi nell'adozione e soprattutto nell'approvazione definitiva da parte delle regioni dei Piani del Parco anche perché, per effetto delle disposizioni contenute nell'articolo 12 sopra citate, una volta entrati in vigore questi piani privano ovvero riducono sensibilmente i poteri in materia di pianificazione territoriale che il nostro ordinamento assegna in via ordinaria alle Regioni ed agli enti locali;
negli ordinamenti francese e britannico, la conservazione e la protezione dell'ambiente è affidata non solo al funzionamento di strumenti regolativi/pianificatori analoghi a quelli contenuti nella legge 6 dicembre 1991 n. 394, ma anche all'azione di soggetti pubblici e privati, quali il Conservatoire de l'espace littoral ed il National Trust che, pur avendo natura giuridica e profilo organizzativo distinti, hanno entrambi il compito esclusivo di acquisire in proprietà, conservare e gestire beni di interesse ambientale e culturale dei quali, all'atto della loro acquisizione al patrimonio di questi soggetti, viene sancita l'inalienabilità;
il Conservatoire de l'espace littoral ed il National Trust, stando ad una ricerca del Dipartimento di diritto privato e del lavoro italiano e comparato dell'Università degli Studi di Macerata risalente al 2005, sono proprietari rispettivamente di 70.000 ettari che interessano l'11 per cento di tutte le coste francesi e di 250.000 ettari che interessano il 20 per cento dell'intera costa dell'Inghilterra, del Galles e dell'Irlanda del Nord -:
in che misura gli Enti parco abbiano fatto ricorso al diritto di prelazione di cui all'articolo 15, comma 5, della legge n. 394 del 1991 per formare un proprio patrimonio di aree;
in quale percentuale le aree protette comprese all'interno di Parchi nazionali risultano essere di proprietà degli Enti parco ovvero concesse a quest'ultimi in locazione da singoli proprietari o dalle amministrazioni locali che si trovano all'interno dei perimetri dei Parchi;
se il Ministro interrogato intenda verificare la possibilità di affiancare agli strumenti pianificatori e regolativi, previsti dalla legge 6 dicembre 1991 n. 394 e successive modificazioni ed integrazioni dei meccanismi che favoriscano la formazione di patrimoni pubblici o privati di aree da conservare, a partire dalla promozione di un processo di acquisizione di aree comprese nelle riserve integrali ed in quelle orientate da parte egli Enti parco - sottoposti alla vigilanza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - attraverso l'esercizio delle prerogative di cui all'articolo 15, comma 5, e la definizione di appositi accordi con le amministrazioni locali coinvolte aventi come oggetto la cessione ovvero il conferimento in locazione di beni, nella disponibilità di quest'ultime, presenti all'interno delle aree protette.
(4-03358)
...
BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
Interrogazioni a risposta scritta:
REGUZZONI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Busto Arsizio Film Festival (BAFF) rappresenta una realtà significativa nel panorama nazionale;
la realizzazione di tale manifestazione ha visto impiegati concretamente - oltre agli organizzatori, volontari privati - i soli enti locali, senza alcun impegno concreto del Governo;
nel corso degli anni il «BAFF» è cresciuto fino ad assumere una valenza significativa e ad aggregare personalità, sponsor e case cinematografiche di rilevanza anche internazionale -:
quali siano gli intendimenti del Ministro in ordine a quanto esposto in premessa e, pur nelle ristrettezze di bilancio, quali iniziative intenda assumere per agevolare gli organizzatori nella loro opera meritoria.
(4-03344)
REGUZZONI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
l'Eremo di Santa Caterina del Sasso in Comune di Leggiuno (Varese) rappresenta senza dubbio un «unicum» per singolarità architettonica, storica, religiosa e culturale;
la provincia di Varese ha mantenuto e valorizzato l'Eremo con numerosi interventi ed iniziative, quasi sempre a carico del bilancio della stessa provincia -:
se condivida lo straordinario interesse culturale dell'Eremo di Santa Caterina del Sasso (Varese) e quali iniziative intenda assumere per la sua valorizzazione, anche alla luce dei numerosi progetti che la Provincia di Varese intende realizzare.
(4-03348)
REGUZZONI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Monastero di Cairate (Varese) rappresenta un complesso di straordinario valore storico, architettonico, culturale ed artistico;
il recupero attualmente in corso e condotto in primis dalla provincia di Varese ha permesso il ritrovamento di manufatti ed opere architettoniche di significativa importanza -:
se il Ministro interrogato condivida lo straordinario valore del Monastero di Cairate (Varese) e quali iniziative intenda assumere per sostenere la provincia di Varese nell'opera di completo restauro e riapertura al pubblico.
(4-03349)
...
DIFESA
Interrogazione a risposta in Commissione:
MAURIZIO TURCO, BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 18 della legge 11 luglio 1978, n. 382 ha istituito gli organismi della rappresentanza militare;
gli organi della rappresentanza militare si distinguono: a) in un organo centrale, a carattere nazionale ed interforze, articolato, in relazione alle esigenze, in commissioni interforze di categoria - ufficiali, sottufficiali e volontari - e in sezione di forza armata o di corpo armato - Esercito, Marina, Aeronautica, carabinieri e guardia di finanza; b) in un organo intermedio presso gli alti comandi; c) in un organo di base presso le unità a livello minimo compatibile con la struttura di ciascuna forza armata o corpo armato;
risulta all'interrogante che alcuni membri del COCER siano stati coinvolti in procedimenti penali;
detti militari nonostante ciò sarebbero tuttora membri del Consiglio centrale della rappresentanza militare e parrebbe che nei loro confronti l'amministrazione militare non abbia mai inteso avviare alcun procedimento disciplinare, come normalmente è avvenuto nei confronti di altri militari che non rivestono la carica di membro del COCER;
parrebbe inoltre che a taluno di questi soggetti sia stata conferita un'alta onorificenza;
risulta all'interrogante che in occasione della firma dell'accordo relativo al quadriennio normativo 2006-2009 e al biennio economico 2006-2007 il Governo abbia sottoscritto un formale impegno a prorogare oltre la naturale scadenza l'attuale mandato degli organismi della rappresentanza militare;
una proposta di modifica al decreto-legge n. 1167 è volta a concedere la proroga del mandato dei consigli della rappresentanza militare fino al 30 luglio 2011 -:
se il Ministro sia a conoscenza di un eventuale coinvolgimento di militari membri del COCER in procedimenti penali;
quali immediati provvedimenti intenda adottare il Ministro nei confronti dei citati militari, o di altri, facenti parte dei Consigli della Rappresentanza militare che, a qualsiasi titolo, si trovino sottoposti ad indagini della Magistratura Ordinaria o Militare, ovvero siano imputati in procedimenti penali a qualsiasi titolo;
se risulti che siano state conferite onorificenze a militari coinvolti in procedimenti penali e se l'istruttoria svolta abbia tenuto conto di ciò;
se una eventuale proroga dell'attuale mandato dei Consigli della Rappresentanza militare sia conforme ai principi su cui si fonda detta Istituzione e, allo stesso tempo, se rappresenti una ingiustificabile compressione del diritto di ciascun militare di assurgere alla medesima carica rappresentativa, ovvero se ci sia il rischio
di indurre il personale militare rappresentato a considerare l'Istituto rappresentativo (Co.Ce.R. - Co.I.R. - Co.Ba.R.) come una zona franca dove coloro che risultano essere imputati o indagati di reato vengono tutelati dalle Istituzioni politiche e militari.
(5-01550)
TESTO AGGIORNATO ALL'8 LUGLIO 2009
...
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
V Commissione:
TOCCAFONDI, LUPI, BITONCI e FRANZOSO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009, alla tabella 7, il capitolo di bilancio riguardante l'istituzione scolastica non statale è stato ridotto di oltre 133 milioni di euro, ovvero del 25 per cento rispetto al bilancio assestato 2008;
il bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011 assegna al programma 1.9 (Istituzioni scolastiche non statali) oltre 406 milioni di euro per l'anno 2010 e oltre 312 milioni di euro per l'anno 2011;
al Senato è stato approvato un emendamento al disegno di legge di bilancio, 2.Tab.2.200-5 del Relatore, che prevede nel 2009 risorse per 120 milioni di euro «Allo stato di previsione del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca»;
l'emendamento sopra citato inserisce nello stato di previsione del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca un nuovo programma 1.10 - Interventi in materia di istruzione, con una dotazione di 120 milioni di euro per il 2009 (u.p.b. 1.10.2 - Interventi - capitolo 1299) a fronte della riduzione sopra richiamata di oltre 133 milioni di euro;
con ordine del giorno 9/1714-B/1 presentato nella seduta di venerdì 19 dicembre 2008, n. 108, si impegnava il Governo ad utilizzare le nuove risorse al fine di reintegrare il fondo per l'istituzione scolastica non statale; a reintegrare completamente, entro l'anno, il fondo nel bilancio previsionale 2009 «Istituzioni scolastiche non statali» fino al raggiungimento della quota prevista per il 2008 e a garantire almeno lo stesso livello di finanziamento per i successivi anni; nonché ad adottare le opportune iniziative di propria competenza affinché, nell'arco della legislatura, sia reso possibile il totale raggiungimento della parità scolastica;
con la mozione - Cicchitto ed altri - n. 1-00154 in materia di parità scolastica e approvata dalla Camera nella seduta di mercoledì 6 maggio 2009, si impegna il Governo, tra le altre cose, a realizzare le condizioni per un'effettiva libertà di scelta educativa fra scuole statali e paritarie incrementando, fin dal disegno di legge di bilancio per il 2010, le risorse destinate al sistema paritario -:
se ai fini dell'impostazione del bilancio per il 2010 si preveda il pieno reintegro delle dotazioni finanziarie relative all'istruzione, scolastica non statale, in coerenza con gli impegni assunti in sede parlamentare dal Governo sopra richiamati.
(5-01551)
BITONCI, NICOLA MOLTENI, RIVOLTA, VOLPI e FUGATTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con una serie di misure a partire dal decreto legislativo n. 466 del 1997 le province sono state dotate di entrate tributarie proprie attraverso l'istituzione di imposte provinciali in sostituzione delle analoghe imposte erariali (ad esempio l'imposta provinciale sulla trascrizione, iscrizione e annotazione dei veicoli al pubblico registro automobilistico) o attribuendo il gettito di imposte statali (gettito
dell'imposta sulle assicurazioni contro la responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore);
all'assegnazione di queste entrate tributarie è corrisposta una riduzione dei trasferimenti erariali ordinari spettanti a tali enti, di un importo pari al gettito stimato di tali imposte, secondo una valutazione teorica e preventiva di tale gettito;
dal 1o gennaio 2000, è stata disposta l'ulteriore riduzione dei trasferimenti erariali spettanti alle province e ai comuni, in connessione all'attribuzione a tali enti dell'addizionale sul consumo di energia elettrica;
dall'anno 2001, i trasferimenti erariali ordinari di province e comuni sono stati ulteriormente ridotti in conseguenza del graduale trasferimento del personale scolastico ausiliario, tecnico e amministrativo (ATA) dagli enti locali alle dipendenze della pubblica istruzione, ai sensi dell'articolo 8 della legge n. 124 del 1999;
laddove i trasferimenti erariali statali fossero inferiori alle riduzioni di trasferimento previste, la legge prevede, nel caso delle province, che a decorrere dall'anno 2003, si provveda al recupero delle somme dovute, quantificate e comunicate per ciascuna provincia dal Ministero dell'interno, e versate dalle province stesse all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, al Fondo ordinario per il finanziamento degli enti locali;
le cifre che devono essere trasferite dalle province sono consistenti; a titolo di esempio si citano le seguenti, con riferimento all'anno 2009: Bergamo 9.050.311 di euro; Brescia 7.151.343 di euro, Como 9.224.006 di euro, Milano 92.865.000 di euro, Varese 16.196.629 di euro;
nelle ipotesi di incapienza dei trasferimenti erariali è prevista la rateizzazione fino a dieci anni delle somme dovute, decorrenti dall'esercizio successivo a quello della determinazione definitiva dell'importo da recuperare;
è evidente che il trasferimento di tali somme al bilancio dello Stato non costituisce una «spesa» da parte dell'ente, bensì il semplice «trasferimento» di risorse riscosse per conto dello Stato. Tuttavia in base alle regole contabili attualmente in vigore, il versamento dei fondi da parte delle province allo stato si configura a tutti gli effetti come uscita di cassa e produce i conseguenti effetti sul bilancio di competenza mista richiesto dalla norma sul patto di stabilità degli enti locali, penalizzando ingiustamente le province sul piano contabile -:
se il Ministro intenda intervenire per porre rimedio alla situazione descritta nelle premesse, escludendo dai saldi utili per il rispetto del patto di stabilità interno le spese relative ai trasferimenti operati dalle province ai sensi dell'articolo 31, comma 12, lettera b), della legge n. 289 del 2002, o si valuti altresì l'opportunità di dilazionare in almeno 15 anni la restituzione delle somme dovute dalle province stesse.
(5-01552)
Interrogazione a risposta scritta:
MANCUSO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in origine, i mutui a medio-lungo termine, concessi da istituti di credito, scontavano l'imposta sostitutiva dello 0,25 per cento, mentre quelli concessi da ogni altro istituto scontavano l'imposta fissa di registro e l'imposta ipotecaria del 2 per cento, con notevole aggravio di costi per il mutuatario;
con il decreto-legge 3 agosto 2004, n. 220, convertito dalla legge 10 ottobre 2004, n. 257, i mutui concessi dagli istituti previdenziali a favore dei propri dipendenti per l'acquisto della prima casa, sono stati equiparati a quelli concessi da istituti di credito e scontano, attualmente, l'imposta sostitutiva dello 0,25 per cento;
tale equiparazione è tassativamente limitata ai mutui concessi per l'acquisto della prima casa -:
se il Governo intenda adottare un'apposita iniziativa normativa affinché anche i mutui concessi ai dipendenti per cosiddetta liquidità o per straordinarie esigenze familiari (ristrutturazione prima casa, malattia, matrimonio di un congiunto) considerato lo scopo non speculativo, scontino la stessa imposta sostitutiva dello 0,25 per cento, ferma restando la normale tassazione (2 per cento) per i finanziamenti destinati ad altre esigenze quali l'acquisto della seconda casa.
(4-03329)
Seduta n. 192 del 24/6/2009
TESTO AGGIORNATO AL 30 GIUGNO 2010
...
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta in Commissione:
CONTENTO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'ufficio del giudice di pace presso il tribunale di Trieste versa in una situazione di evidente difficoltà a causa dell'esiguo numero di magistrati attualmente in attività;
in più occasioni la situazione è stata segnalata agli uffici competenti con la richiesta di approntare efficaci rimedi attraverso l'assegnazione di qualche ulteriore magistrato -:
quali urgenti iniziative si intendano adottare per porre rimedio alla difficile situazione in cui versa l'ufficio del giudice di pace presso il tribunale di Trieste.
(5-01549)
Interrogazione a risposta scritta:
LUCIANO DUSSIN e STUCCHI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 2 giugno 2009 i giornali del Veneto in prima pagina titolavano: «Niente ergastolo al Killer di Iole - Niente ergastolo, solo 30 anni per l'assassino di Iole - Niente ergastolo per il massacro di Iole, Fusaro condannato a soli 30 anni»;
seguivano gli articoli che evidenziavano, all'unisono, l'incredulità su quanto il tribunale di Venezia avesse deciso. Uno degli interrogativi che emergeva su tutti è stato quello di chiedersi cosa bisogna fare in questo Paese per essere condannato all'ergastolo. Per il resto tutti i quotidiani definivano questa condanna come una specie di grazia nei confronti del criminale più sanguinario degli ultimi decenni;
l'assassino di Iole Tassitani, pur condannato a trenta anni, secondo la vigente normativa ne sconterà venti, e molto prima potrà cominciare a beneficiare della semilibertà. Tutto questo sta già provocando la più forte delle indignazioni da parte dei cittadini;
l'attuale normativa, che punisce l'omicidio con una pena «non inferiore ad anni ventuno», di fatto consente che la pena dell'ergastolo possa non applicarsi nei confronti di chi sequestri una persona, ne chieda un riscatto per la liberazione, poi, vistosi scoperto la uccida, e ne faccia a pezzi il corpo;
ciò ha suscitato sentimenti di profondo dolore non solo nei genitori della ragazza uccisa, che hanno espressamente affermato «questa non è giustizia» ma ha provocato l'indignazione di una comunità intera -:
se non intenda promuovere l'assunzione di iniziative normative volte a far in modo che qualora l'omicidio sia aggravato dalla crudeltà ed il fatto criminale si sia svolto con il concorso di altre gravissime condotte delittuose (ad esempio il sequestro di persona e il vilipendio di cadavere) come nel caso richiamato in premessa la pena applicabile sia esclusivamente quella dell'ergastolo.
(4-03354)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazione a risposta in Commissione:
LANZARIN e BITONCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sulla linea ferroviaria Venezia-Bassano del Grappa (Vicenza) i pendolari lamentano una serie di disservizi, rallentamenti e ritardi, che denunciano una situazione addirittura peggiore, nei tempi di percorrenza, di quella di settantasei anni fa;
la situazione è diventata insostenibile per il Veneto ed in particolare per i pendolari del vicentino; il 15 giugno scorso per circa trenta treni regionali sono stati registrati ritardi compresi tra i 15 e 50 minuti;
i cambiamenti degli orari ogni 6 mesi, dettati dalle esigenze nazionali dei treni a lunga percorrenza, si ripercuotono sui passeggeri locali stravolgendogli la vita;
Trenitalia si era impegnata a rafforzare la flotta con una ventina di nuovi Minuetto in 2 anni, ma sembra che abbia inviato solo i primi 10 convogli nel 2007;
dalle notizie apparse sulla stampa, sembra che Trenitalia spiega la bassa qualità dei servizi offerti con il basso costo dei biglietti e i conseguenti bassissimi ricavi della società, che impediscono l'ammodernamento e il potenziamento dei convogli -:
quali iniziative il Ministro intenda adottare in favore dei pendolari del Veneto ed in particolare di quelli che utilizzano la linea ferroviaria Venezia-Bassano del Grappa, per evitare i disservizi e migliorare la qualità delle prestazioni dei concessionari.
(5-01547)
Interrogazioni a risposta scritta:
REGUZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la fine dell'autostrada Milano-Laghi coincide - in territorio del comune di Varese - con un breve tratto di strada in carico ad Anas;
la situazione infrastrutturale di cui sopra doveva essere provvisoria (1994) ed appare invece ad oggi immutata;
numerosissimi ed anche gravi e mortali sono gli incidenti occorsi in detto tratto, tra i quali basti citare quello in cui perse la vita il deputato onorevole Frigerio -:
quali siano gli interventi programmati per la conclusione dei lavori e la messa in sicurezza del tratto citato in premessa ed in quali tempi ne sia prevista la realizzazione.
(4-03339)
REGUZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la strada statale 336 collega l'aerostazione di Malpensa alla autostrada dei Laghi, costituendo pertanto il maggior canale di scorrimento veicolare non autostradale della Lombardia;
risulta evidente ad un qualsiasi sopralluogo lo stato di degrado e di sporcizia, inclusa la presenza di vegetazione spontanea, che caratterizza i margini delle corsie di scorrimento, il centro della carreggiata, gli svincoli -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative o provvedimenti intenda adottare.
(4-03341)
REGUZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere:
quale sia, in virtù delle autorizzazioni e concessioni emesse, il pedaggio autostradale riscosso da un veicolo alla barriera di Lainate (Milano) della autostrada Milano-Laghi nel 1997;
quale sia tale pedaggio oggi;
se gli aumenti risultino in linea con le concessioni e le autorizzazioni del Ministero e dell'Anas.
(4-03342)
REGUZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nel 1997 il Governo ha proceduto a vendere a soggetti privati il pacchetto azionario di maggioranza della maggiore concessionaria autostradale italiana;
in quell'anno numerosi atti parlamentari denunciavano quanto sperequata fosse - tra Nord e sud - la presenza di caselli Autostradali, lamentando o l'assenza di pagamento per molti tratti come il grande raccordo anulare (G.R.A.) di Roma o altre infrastrutture del Sud -:
se la situazione sia cambiata dal 1997 ad oggi ed in quale direzione.
(4-03343)
REGUZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il nostro Paese non ha più una compagnia di bandiera in quanto Alitalia spa, non fornisce più alcun servizio di trasporto pubblico;
con ordine del giorno n. 9/01094-A-R/2 a firma «Cota, Reguzzoni e Dal Lago e altri» il Parlamento ha evidenziato al Governo la necessità di attivare con decisione, fermezza e rapidità ogni atto volto a consentire una completa liberalizzazione del mercato -:
quali atti il Governo abbia attivato ai fini di dare esecuzione alla volontà politica espressa dal Parlamento e quali atti siano ad oggi in fase di adozione.
(4-03346)
...
INTERNO
Interrogazione a risposta scritta:
TOMMASO FOTI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
non risulta che a tutt'oggi risulti data piena, completa e letterale attuazione alla sentenza n. 1/03/C emessa dalla Sezione Giurisdizionale Regionale per l'Emilia-Romagna in data 18 ottobre 2002 (depositata in segreteria il 7 gennaio 2003) nel giudizio instaurato con ricorso iscritto al n. 11825 del Registro Generale presentato dalla Signora Scaltrini Damaris vedova Villa contro il Ministero del lavoro e della Previdenza Sociale per la declaratoria del diritto a pensione privilegiata di reversibilità -:
se sia noto il contenuto della nota a firma del Dirigente della Direzione generale delle risorse umane e affari generali (Divisione VII - Contenzioso - Area III) del 14 aprile 2009, prot. 12/VII/0023953, indirizzata al Ministero dell'Interno, con la quale si rileva che nella sentenza di cui trattasi, forse per mero errore materiale, è indicato il Ministero del lavoro e della previdenza sociale quale soggetto esecutore della detta sentenza, mentre detto compito è posto in capo al Ministero dell'Interno, avendo quest'ultimo emanato il provvedimento oggetto d'impugnazione;
se e quali immediate iniziative intendano assumere affinché l'evocata sentenza sia eseguita come sancito dal giudice adito.
(4-03352)
ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazioni a risposta scritta:
ESPOSITO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
alcuni organi di informazione riportano indiscrezioni da cui emergerebbe come Giuliano Soria, Presidente del Premio Grinzane Cavour, avrebbe in anni passati, insegnato all'Università di Trieste come professore straordinario, percependo retribuzioni anche in assenza di allievi e utilizzando lunghi congedi retribuiti;
egli risulterebbe, sempre secondo indiscrezioni, attualmente docente all'Università Roma Tre, in qualità di ordinario; tuttavia alcuni evidenziano la sua assenza da molti anni nello svolgimento delle attività didattiche -:
se siano effettivamente vere le notizie riportate in premessa;
se il titolo di studio del Soria sia coerente con l'insegnamento che sarebbe stato ricoperto;
con quali procedure selettive e concorsuali egli abbia ottenuto tali incarichi;
per quanti anni abbia ricoperto tali incarichi e quanti corsi, con effettiva e continuativa presenza, abbia effettivamente tenuto;
quale sia il compenso onnicomprensivo percepito in tutti questi anni.
(4-03330)
LO MORO e OLIVERIO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
una ricerca sviluppata da Repubblica e dal Censis individua l'Università della Calabria di Arcavacata (Cosenza) come il migliore ateneo italiano tra quelli di grandi dimensioni;
la Calabria risulta essere tra le regioni con più alta percentuale di laureati. Secondo i dati elaborati dalla Svimez, infatti, mentre è in aumento il numero di giovani calabresi che accede ai corsi universitari, la percentuale di venticinquenni che consegue la laurea (49,2 per cento) è superiore sia alla media del Mezzogiorno (42,6 per cento) che a quella delle regioni del Centro-Nord (45,1 per cento);
questi dati (la presenza di un sistema universitario qualificato e l'alta percentuale di giovani laureati), strettamente collegati tra loro, costituiscono dei punti di forza per la Regione Calabria che, per la sua scarsa competitività e l'alto tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile, ha grande urgenza e bisogno di superare i suoi forti limiti strutturali;
la presenza sul territorio di giovani qualificati e formati, o comunque, suscettibili di formazione, rafforza l'ipotesi di un ricambio, anche generazionale, del ceto dirigente calabrese, che costituisce il presupposto di qualsiasi credibile percorso di cambiamento;
la politica del Governo, che a partire dal 2010 opera dei tagli nel sostegno finanziario alle Università potrebbe mettere a rischio gli sforzi organizzativi dell'Università della Calabria che vanno invece sostenuti e potenziati, al fine di accrescere il livello di qualità delle facoltà universitarie (sette) e dei corsi di laurea (ottantacinque), con sostanziali ricadute sul territorio;
la realtà positiva del complesso universitario di Arcavacata, di cui è giustamente orgoglioso il rettore, professor Gianni Latorre, meriterebbe di essere conosciuta direttamente dal Ministro -:
quali iniziative intenda promuovere il Governo ed in particolare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca per sostenere la crescita dell'Università della Calabria che è ai vertici della classifica nazionale fra i grandi atenei;
in tale ottica se non ritenga il Ministro di intraprendere idonee iniziative tendenti
a premiare il merito e individuare risorse aggiuntive anziché operare i tagli già previsti per l'anno 2010;
se intenda visitare l'Università della Calabria per conoscerne meglio la realtà e sottolineare con la sua presenza la rilevanza del livello raggiunto.
(4-03336)
STUCCHI, PIROVANO, VANALLI e CONSIGLIO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con l'approvazione della Legge n. 169, del 29 ottobre 2008, di conversione del decreto legge n. 137 del 2008, «Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università», così detto Decreto Gelmini, sono state introdotte una serie di novità nella vasta materia dell'istruzione; nel comune di Cologno al Serio (Bergamo) l'attuale scuola dell'infanzia paritaria, già convenzionata, a fronte di una considerevole richiesta del servizio, non ha la possibilità logistica di aprire una nuova sezione, avendo dedicato, di comune accordo con l'Amministrazione Comunale, alcune parti dell'edificio al micro-nido;
l'edificio scolastico destinato alla scuola dell'infanzia statale, inaugurato nel 2007, è stato progettato, prevedendo l'incremento demografico del comune di Cologno al Serio ed è quindi in grado di sostenere la presenza di una nuova sezione;
il nuovo edificio scolastico ha avuto un costo complessivo pari a euro 2.700.000,00 sostenuti da un bilancio comunale di euro 12.000.000,00 dei quali solo 980.000,00 sono rappresentati da trasferimenti statali;
è molto forte l'aspettativa dei colognesi di poter avere un ritorno dell'investimento fatto a proprio carico;
il tasso d'immigrazione evidenzia un trend esponenziale che porterà un maggior carico sulla scuola dell'infanzia statale, quindi «laica», essendo l'alternativa alla scuola paritaria, quindi «cattolica»;
il criterio di priorità d'ingresso dei bambini nella scuola dell'infanzia comporta che tutti i bambini di età compresa fra 4/5 anni scalino la graduatoria, aggiudicandosi il posto nella scuola statale;
tale criterio favorisce però principalmente i bambini stranieri che arrivano sul nostro territorio già nella fascia di età preferenziale, generando un fenomeno progressivo di concentrazione degli stranieri rispetto ai residenti storici, le cui famiglie vorrebbero invece far frequentare l'intero percorso formativo della scuola d'infanzia;
una percentuale troppo alta (circa il 30 per cento) di alunni stranieri comporta uno spostamento della popolazione verso la scuola paritaria, poiché i genitori sono consapevoli che la presenza di un numero elevato di bambini, spesso non in grado di comunicare in italiano e con background culturale nettamente distinto, implica un rallentamento generale delle attività di classe a discapito dei propri figli e dell'integrazione dei bambini stranieri nella comunità colognese;
tra la scuola statale e la scuola paritaria esiste un gap di 50 euro nella retta mensile;
l'apertura di una nuova sezione presso la scuola statale permetterebbe di assorbire la lista d'attesa garantendo una distribuzione dei bambini stranieri, mitigando la percentuale degli stessi, nonché di ottimizzare un investimento;
la realtà economica colognese si basa principalmente sul mercato edilizio, colpito dalla crisi economica, e sarebbe molto importante consentire alle donne lavoratrici di mantenere la propria attività per garantire un seppur minimo respiro al bilancio familiare;
l'alternativa di una sezione comunale non è possibile, in quanto la spesa causerebbe lo sforamento del tetto posto per il patto di stabilità;
il mantenimento della suddetta sezione a carico degli utenti non è auspicabile, poiché i costi sarebbero elevatissimi;
la conseguenza della situazione prospettata è che numerosi bambini colognesi rimarranno esclusi dalle graduatorie della scuola dell'infanzia, statale e paritaria, a beneficio di bambini stranieri, con grosse ripercussioni per le famiglie dove spesso entrambi i genitori lavorano;
nella stessa situazione, con piccole differenze, si trovano gran parte delle amministrazioni comunali di tutto il Nord, e dell'intero Paese, anche come conseguenza della riorganizzazione del comparto scuola;
il diritto all'istruzione rientra in quel nucleo di diritti fondamentali, che appartiene a ciascuno in quanto persona e deve essere garantito -:
se, alla luce di quanto espresso in premessa, ferme restando le competenze degli enti locali interessati il Ministro dell'istruzione non ritenga opportuno verificare la possibilità di attivare un'intesa tra le istituzioni scolastiche e gli altri soggetti interessati, per assicurare il diritto all'istruzione a tutti i bambini residenti nel comune di Cologno al Serio (Bergamo);
se intendano, come ultima soluzione e laddove ciò sia possibile, dare la facoltà ai comuni virtuosi di svincolare le somme occorrenti all'apertura di nuove sezioni comunali per la scuola statale dall'avanzo del bilancio comunale (che nel caso di Cologno al Serio (Bergamo) è assestato a euro 936.000,00), senza che tale somma sia conteggiata ai fini del patto di stabilità e in ottemperanza al principio di sussidiarietà, finalizzato a consentire agli enti locali di colmare una lacuna nell'erogazione del servizio nazionale.
(4-03357)
TESTO AGGIORNATO AL 29 LUGLIO 2009
...
LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta orale:
ANNA TERESA FORMISANO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
rischia di diventare drammatica la situazione degli ex dipendenti della LMT di Pignataro Interamna (Frosinone), azienda produttrice di rimorchi e semirimorchi che è stata chiusa da alcuni mesi;
gli ex dipendenti della fabbrica sono senza salario dal mese di novembre e nei giorni scorsi hanno occupato pacificamente l'aula consiliare del comune di Pignataro per protestare contro i ritardi nel pagamento della cassa integrazione;
il pagamento della cassa integrazione straordinaria in deroga, concessa nel mese di gennaio, fino ad ora non ha portato alcun beneficio ai cassintegrati, le cui famiglie hanno già subito le alterne vicende della fabbrica di Frosinone;
l'impennata nel ricorso della cassa integrazione in deroga in provincia di Frosinone e le sempre più esigue risorse non hanno permesso di pagare gli ex operai;
la CIG è stata concessa da gennaio ad agosto. Successivamente, però, gli operai rimarranno senza salario e senza prospettiva di essere reintegrati in qualche altra azienda, vista la grave crisi che affligge il settore -:
quali urgenti provvedimenti intenda adottare per garantire la corretta applicazione degli impegni sottoscritti dall'azienda sopraddetta e quali le disposizioni previste atte a impedire l'aggravarsi di una situazione occupazionale che ha come diretti interessati padri di famiglia ultraquarantenni.
(3-00569)
Interrogazione a risposta in Commissione:
FEDRIGA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
è stato riconosciuto che l'esposizione all'amianto è fortemente nociva in quanto provoca tumori maligni della pleura e del peritoneo e, per tanto, con la legge 27 marzo 1992, n. 257 si è disciplinata la cessazione dell'impiego di amianto nelle attività produttive di qualsiasi tipo;
con il decreto-legge 30 settembre 2003 n. 269 è stato riconosciuto anche a personale marittimo esposto a fibre di amianto per un decennio il diritto alla concessione dei benefici previdenziali;
tuttavia, pur avendo incluso la categoria dei marittimi nel decreto ministeriale del 27 ottobre 2004, emanato in attuazione dell'articolo 47 del citato decreto-legge n. 269 del 2003, gli stessi non riescono ad essere ancora oggi destinatari delle forme di tutela legislativa per esposizione all'amianto e ciò a causa delle oggettive difficoltà a reperire la documentazione necessaria attestante l'esposizione, soprattutto perché molte vecchie compagnie sono oramai sparite dal mercato, ma anche perché le attività lavorative elencate nel decreto ministeriale (l'articolo 2 al comma d), e), f) del decreto ministeriale 27 ottobre 2004 individua chiaramente le attività lavorative svolte dal personale di macchina a bordo delle navi come comportanti esposizione all'amianto, in relazione alle tecniche di costruzione largamente impiegate in passato nella cantieristica navale) non sono riconducibili al lavoro svolto a bordo delle navi, nonostante l'esposizione all'amianto sia stata altamente probabile, anche se ovviamente da accertare, in relazione alle tecniche di costruzione largamente impiegate in passato nella cantieristica navale;
il predetto decreto, infatti, nell'individuare la documentazione da produrre a corredo della domanda, ai fini dell'avvio dell'attività istruttoria, prevede, fra l'altro, che le domande medesime siano corredate dall'elenco delle attività lavorative comportanti l'esposizione all'amianto, nonché dal curriculum lavorativo del marittimo e dalla dichiarazione del/dei datori di lavoro attestante la reale adibizione ad un'attività lavorativa comportante l'esposizione all'amianto in modo diretto ed abituale per un periodo non inferiore ad otto ore continuative e giornaliere;
l'articolo 1, comma 567, della legge n. 266 del 2005 (finanziaria 2006) ha trasferito all'istituto di previdenza per il settore marittimo (IPSEMA) la competenza relativa all'accertamento ed alla conseguente certificazione dell'esposizione all'amianto dei lavoratori marittimi ai fini della concessione del beneficio previdenziale di cui al decreto-legge n. 269 del 2003, convertito dalla legge 326 del 2003. Detta legge precisa, altresì, che restano valide le richieste di certificazione presentate dai marittimi all'INAIL in ottemperanza al citato decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali del 27 ottobre 2004; pertanto l'INAIL ha conseguentemente trasferito le domande presentate - circa 30 mila - per il riconoscimento dell'esposizione all'IPSEMA;
da tempo l'IPSEMA ha segnalato la difficoltà di applicare al settore marittimo la disciplina generale dettata dal citato decreto ministeriale 27 ottobre 2004 e ciò non solo ai fini dell'avvio dell'istruttoria (tutte le domande sono prive del curriculum lavorativo rilasciato dagli armatori che attesti l'adibizione ad attività comportanti l'esposizione all'amianto), ma anche dell'accertamento tecnico concreto e in più occasioni il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Istituto ha denunciato tale situazione di stallo, che impedisce di poter concretamente chiudere la questione relativa al riconoscimento dei benefici previdenziali per esposizione all'amianto ai lavoratori marittimi;
lo stesso Istituto, peraltro, ha fatto presente che «qualora il quadro normativo vigente, dovesse rimanere invariato, l'Istituto si troverebbe in forte difficoltà e sarebbe costretto a declinare qualsiasi responsabilità
anche di fronte al rischio di un contenzioso, con conseguenti notevoli oneri, stante le aspettative dei marittimi che quotidianamente reclamano il rilascio della certificazione» -:
se il Ministro interrogato non ritenga doveroso, per porre fine all'odissea dei circa trentamila lavoratori marittimi interessati dalla problematica esposta in premessa, emanare con urgenza atti di propria competenza che modifichino la disciplina contenuta nel decreto ministeriale 27 ottobre 2004 citato in premessa, riconoscendo l'estratto matricolare o la fotocopia del libretto di navigazione, quale documento probante di presunta esposizione all'amianto da parte del marittimo.
(5-01548)
Interrogazioni a risposta scritta:
MANCUSO e LO PRESTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
gli enti previdenziali professionali privati, istituiti con il decreto legislativo n. 103 del 1996, non possono modificare l'aliquota del contributo integrativo fissata nella misura del 2 per cento dall'articolo 8, comma 3, del citato decreto;
detti enti a differenza degli enti previdenziali professionali privatizzati a norma del decreto legislativo n. 509 del 1994 non hanno una propria legge istitutiva, se non il decreto legislativo n. 103 del 1996;
sebbene i regolamenti previdenziali degli enti istituiti dal decreto legislativo n. 103 del 1996 prevedano la possibilità di variare la percentuale dei contributi (soggettivo ed integrativo) in considerazione della risultanza dei bilanci consuntivi e delle verifiche tecnico-attuariali, previa delibera dell'assemblea nazionale, di fatto tale facoltà non può essere esercitata in mancanza di una fonte normativa di rango primario, che preveda tale possibilità;
la legge finanziaria per il 2007 richiede all'intero comparto delle casse dei professionisti di garantire la sostenibilità economica per almeno trent'anni, testando l'evoluzione anche a cinquant'anni -:
quali iniziative intenda adottare il Governo per rimuovere questa evidente disparità tra Enti di previdenza dei professionisti regolati dal decreto legislativo n. 509 del 1994 rispetto a quelli regolati dal n. 103 del 1996.
(4-03333)
MONDELLO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
non sembra ancora profilarsi una soluzione alla problematica del riconoscimento dei benefici previdenziali ai lavoratori marittimi per esposizione all'amianto, nonostante che la legge n. 326 del 24 novembre 2003 riconosca anche al personale marittimo esposto a fibre di amianto per un decennio, il diritto alla concessione dei benefici previdenziali;
l'articolo 1 della legge finanziaria per l'anno 2006, n. 266 del 2005 ha trasferito all'IPSEMA la competenza relativa all'accertamento ed alla conseguente certificazione dell'esposizione all'amianto dei lavoratori marittimi ai fini della concessione del beneficio previdenziale ex decreto-legge n. 269 del 2003, convertito dalla legge n. 326 del 2003;
è in tal modo avvenuto il trasferimento delle istanze che ammontano a 29.550, da INAIL ad IPSEMA, l'istituto di previdenza per il settore marittimo a cui compete il riconoscimento dei benefici. Di tutte queste istanze presentate al novembre 2008 solo 300 erano munite di curriculum lavorativo rilasciato dal datore di lavoro, indispensabile per il riconoscimento, e la stragrande maggioranza delle domande risulta improcedibile perché manca la documentazione curricolare richiesta alla categoria. Ai lavoratori marittimi, che sono stati i più esposti all'amianto, vengono rigettate le domande perché hanno difficoltà a ricostruire la
propria vita lavorativa a causa dei particolare ambiente di lavoro (ad esempio il luogo e il rapporto di lavoro spesso cambia, la residenza è diversa dal compartimento marittimo e alcune compagnie non esistono o sono estese e pertanto difficili da contattare). Si tratta secondo l'interrogante di una vera ingiustizia poiché ad oggi non hanno avuto alcun tipo di riconoscimento, né alcun diritto alla concessione dei benefici previdenziali. Dall'incontro avuto con i Dirigenti dell'associazione U.S.C.L.A.C. (Unione Sindacale Capitani Lungo Corso al Comando) nella persona del Comandante Antonino Nobile l'interrogante ha appreso le difficoltà che i marittimi hanno nel ricostruire il curriculum lavorativo, ed ha altresì avuto notizia delle iniziative parlamentari che sono state assunte nel passato per risolvere alcune delle problematiche che l'applicazione della disciplina vigente comporta -:
se il Governo intenda assumere urgentemente iniziative normative dirette a modificare la disciplina contenuta nel decreto ministeriale 27 ottobre 2004, stabilendo che possano essere considerati l'estratto matricolare o la fotocopia del libretto di navigazione, documenti probanti di presunta esposizione all'amianto da parte del marittimo.
(4-03334)
MURER e SBROLLINI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in Italia secondo gli ultimi dati resi disponibili dell'Istat sono 2.615.000 le persone non autosufficienti. Si tratta di donne e uomini che riferiscono una totale mancanza di autonomia per almeno una delle funzioni che permettono di condurre una vita quotidiana normale;
se si considerano anche le persone che hanno bisogno di aiuto parziale per svolgere attività essenziali come alzarsi da un letto o da una sedia, lavarsi o vestirsi, il numero sale di molto fino a quasi sette milioni (circa il 13 per cento dell'intera popolazione);
a fronte di questa situazione appare insufficiente la dotazione del Fondo nazionale per la non autosufficienza, che permette di ripartire annualmente alle regioni, sulla base dei dati relativi alla popolazione non autosufficiente ivi residente, nonché di altri indicatori demografici e socio economici, le risorse;
il Fondo è stato istituito dal Governo Prodi, con la legge Finanziaria 2007 (legge n. 296 del 2006), al fine di garantire su tutto il territorio nazionale l'attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali con riguardo alle persone non autosufficienti. La Finanziaria 2007 aveva assegnato, come stanziamenti per il Fondo, 100 milioni di euro per il 2007 e 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009. La successiva Finanziaria 2008 (l'ultima del Governo Prodi) aveva poi incrementato gli stanziamenti di 100 milioni per il 2008 e di 200 milioni per il 2009. I fondi ripartiti con questo decreto sono stati dunque complessivamente 700 milioni di euro: 300 milioni per il 2008 e 400 milioni per il 2009;
alla prova dei fatti le cifre si sono dimostrare insufficienti a fare fronte ai bisogni crescenti da quei segmenti di popolazione per le quali bisogna attivare interventi e servizi;
per fare fronte all'insufficienza della dotazione del Fondo nazionale gli enti locali, in particolar modo i comuni e le regioni, hanno dovuto attingere da risorse proprie, sempre più limitate, per riuscire a garantire un livello adeguato dei servizi;
la regione Veneto, che conta circa 90 mila anziani non autosufficienti e 30 mila disabili ha chiesto una riunione urgente della Conferenza Stato-regioni per scongiurare il pericolo paventato di tagli al già non adeguato Fondo nazionale per la non autosufficienza chiedendo, contemporaneamente, al Governo di investire di più sui temi dei servizi sociali e sanitari e della loro domiciliazione -:
se corrisponda al vero che sia nelle intenzioni del Governo di procedere a tagli
o addirittura alla soppressione del Fondo nazionale per le autosufficienze nel disegno di legge della prossima legge finanziaria e sul prossimo piano pluriennale;
cosa intenda fare il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali per fronteggiare la richiesta unanime proveniente dalle regioni di maggiori stanziamenti sui temi della non autosufficienza alla luce del bisogno crescente di servizi e sostegni per le famiglie in condizioni di disagio.
(4-03337)
MISIANI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il 4 giugno la Frattini Spa Costruzioni meccaniche di Seriate (Bergamo), storica azienda metalmeccanica con 194 lavoratori, che produce macchine per la deformazione di contenitori cilindrici, ha depositato in Tribunale la domanda di concordato preventivo con richiesta di esercizio provvisorio fino al 31 agosto. La domanda è stata ammessa 1'11 giugno;
la crisi dell'azienda, che negli ultimi tre anni aveva effettuato importanti investimenti, è legata al picco negativo di ordini e fatturato di questi mesi in relazione alle gravi difficoltà emerse a metà 2008 nel settore metal containers (produzione di macchinari per la deformazione di contenitori cilindrici) e a fine 2008 nell'engineering (lavorazioni in conto terzi), oltre che per l'insolvenza del principale cliente della divisione engineering (una società straniera alle prese con gravi problemi finanziari);
attualmente è in essere la cassa integrazione ordinaria a rotazione per 120 lavoratori, mentre una cinquantina sono al lavoro. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto un incontro con il commissario giudiziale per accelerare l'erogazione degli ammortizzatori sociali, poiché - finito l'esercizio provvisorio - i lavoratori e le loro famiglie rischiano di rimanere senza reddito per 4-5 mesi -:
quali iniziative intendano assumere in relazione alla crisi della Frattini Spa, con particolare riferimento alla ricerca di eventuali potenziali acquirenti dell'azienda che offrano una prospettiva industriale e occupazionale, e all'accelerazione dell'iter di attivazione degli ammortizzatori sociali per garantire il sostegno dei redditi dei lavoratori e delle loro famiglie.
(4-03359)
ROMELE e MARINELLO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in data 1° giugno 2008, si è reso disponibile presso la Direzione regionale dell'INAIL-Sicilia il posto di sovrintendente medico regionale;
nelle more dell'assegnazione definitiva si è proceduto, su proposta del Direttore generale dell'INAIL, all'assegnazione del posto vacante con un incarico ad interim;
scaduto l'incarico ad interim, si è avviata la procedura per l'assegnazione definitiva dell'incarico vacante in base a quanto previsto dalla delibera del Consiglio di amministrazione dell'INAIL n. 69 del 2004;
ai sensi dell'articolo 5, comma 5, dell'Accordo 14 aprile 1997, attuativo dell'articolo 94 del contratto collettivo nazionale di lavoro del personale dirigente degli enti pubblici non economici dell'11 novembre 1996, i parametri da utilizzare per il rinnovo/variazione degli incarichi quinquennali sono i seguenti: la specifica professionalità e competenza del medico in relazione all'incarico, la maggiore anzianità di servizio, la maggiore anzianità di servizio nella posizione di ex primario, la maggiore età anagrafica, le esigenze organizzative e funzionali dell'Istituto;
tali parametri sono richiamati nella citata delibera del Consiglio di amministrazione dell'INAIL n. 69 del 2004 ed inseriti nell'Allegato 1 della stessa, ma nel caso in questione essi sono stati - a giudizio dell'interrogante - disattesi dal
momento che, nonostante la presenza di una candidatura pienamente rispondente ai predetti criteri, l'incarico definitivo è stato conferito ad una persona il cui curriculum vitae non sembrerebbe rispondere ai requisiti richiesti dalla citata delibera n. 69 del 2004 -:
quali iniziative intenda porre in atto al fine di verificare se l'INAIL abbia rispettato il principio di imparzialità, trasparenza e di buon andamento della pubblica amministrazione ai quali l'Istituto deve conformarsi e, in caso contrario, quali provvedimenti intenda adottare per assicurare la correttezza dell'operato dello stesso istituto e la conformità alla normativa vigente delle procedure da esso seguite.
(4-03362)
...
POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interrogazioni a risposta scritta:
REGUZZONI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
esistono nel nostro Paese normative molto restrittive inerenti alla gestione di un macello;
tali normative hanno provocato negli anni la chiusura di molti macelli - pubblici e privati - divenuti obsoleti e per i quali i costi di gestione e/o ripristino non potevano essere giustificati da ragioni di mercato;
il nostro Paese importa semi-lavorati e pezzi congelati da altri Stati, anche extraeuropei, in relazione ai quali non si hanno certezze circa il luogo di macellazione e le condizioni dello stesso -:
quali siano gli intendimenti del Ministro in ordine a quanto riportato in premessa e se ritenga utile e/o opportuno un'iniziativa normativa o di altra natura sull'importazione di semi-lavorati o di pezzi di carne da Paesi extraeuropei.
(4-03340)
BECCALOSSI e NOLA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, recante «Misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi, nonché disposizioni in materia di produzione lattiera e rateizzazione del debito nel settore lattiero-caseario» prevede all'articolo 8-quater, che «il produttore agricolo che vi abbia interesse, può richiedere la rateizzazione dei debiti iscritti nel Registro nazionale di cui all'articolo 8-ter derivanti dai mancati pagamenti del prelievo latte»;
il comma 2 dell'articolo 8-ter del citato provvedimento, prevede l'istituzione presso l'Agenzia per le erogazioni del registro nazionale dei debiti in cui sono iscritti tutti gli importi accertati come dovuti dai produttori agricoli; mentre il comma 3 dello stesso articolo 8-ter, prevede che le regioni iscrivano nel registro nazionale gli importi dovuti e non pagati a titolo di prelievo supplementare;
la Commissione Programmazione economica e Bilancio del Senato, nella seduta del 4 marzo 2009, ha condizionato, anche a seguito della nota del 4 marzo 2009, del Ministero dell'economia e delle finanze, Dipartimento della ragioneria generale dello Stato, prot. n. 0025700, l'espressione del proprio parere non ostativo all'inserimento nel disegno di legge S. 1367 della seguente previsione: «in caso di accettazione della domanda di rateizzazione di cui all'articolo 3 (ora 8-quater del decreto-legge n. 5 del 2009, da parte del Commissario straordinario, i produttori devono esprimere la rinuncia espressa ad ogni azione giudiziaria eventualmente pendente dinanzi agli organi giurisdizionali amministrativi e ordinari»;
l'articolo 8-quinquies del decreto-legge n. 5 del 2009, attribuisce al Commissario straordinario il compito di definire le modalità applicative delle disposizioni legislative -:
come si intenda operare per assicurare la corretta applicazione dell'articolo 8-quinquies, comma 3, del decreto-legge n. 5 del 2009;
se non si ritenga opportuno formulare precise direttive per armonizzare le procedure applicative che saranno poste in essere dal Commissario governativo al fine di realizzare effetti positivi sulla finanza pubblica in virtù dell'effettivo pagamento anche delle somme dovute dai produttori del settore lattiero caseario che aderiscano alla rateizzazione e divenute esigibili a seguito della obbligatoria rinuncia al contenzioso in atto.
(4-03350)
...
RAPPORTI CON LE REGIONI
Interpellanza:
La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro per i rapporti con le regioni, per sapere - premesso che:
l'articolo 107 dello Statuto di autonomia per il Trentino Alto Adige stabilisce che «con decreti legislativi sono emanate le norme di attuazione dello Statuto, sentita una commissione paritetica composta di dodici membri di cui sei in rappresentanza dello Stato, due del Consiglio regionale, due del Consiglio provinciale di Trento e due di quello di Bolzano. Tre componenti devono appartenere al gruppo linguistico tedesco. Nell'ambito della Commissione è istituita una speciale commissione per le norme di attuazione relative alle materie attribuite alle competenza della Provincia di Bolzano. Questa Commissione è composta di 6 membri, dei quali 3 in rappresentanza dello Stato e 3 della Provincia. Uno dei membri in rappresentanza dello Stato deve appartenere al gruppo linguistico tedesco e uno di quelli in rappresentanza della Provincia deve appartenere al gruppo linguistico italiano.»;
il Governo provvede ad individuare i nominativi dei 6 membri di propria competenza; i Consigli regionali e provinciali procedono sulla base di un dibattito dell'aula e di una deliberazione alle nomine loro spettanti. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri - anche per delega al Ministro dei rapporti con le regioni - è nominata la Commissione. La nomina del Presidente è effettuata pariteticamente o dalla Commissione scegliendolo nel proprio ambito o dallo Stato previa intesa con gli enti interessati (vedasi Corte Costituzionale, sentenza 109 del 1995 che ha dichiarato che non spetta allo Stato nominare unilateralmente il presidente della Commissione). Alle sedute possono essere invitati anche esterni in qualità di esperti con riferimento agli affari iscritti all'ordine del giorno. Le norme di attuazione consentono di definire, ad un livello sostanzialmente pattizio le regole fondamentali di raccordo fra l'ordinamento dello Stato e quello della Regione e delle Province autonome; esse hanno funzione strumentale rispetto allo Statuto e ne attuano, dettagliano o precisano la relativa disciplina di principio. Le norme di attuazione sono lo strumento usuale attraverso il quale lo Stato, la Regione e le Province autonome definiscono i reciproci ambiti di azione in base ai quali lo Stato trasferisce competenze a livello locale;
nella precedente legislatura, il Governo Prodi aveva provveduto al rinnovo dei componenti statali della Commissione, già nel luglio 2006;
nell'attuale legislatura la Provincia di Trento, la Provincia di Bolzano e il Consiglio regionale hanno nominato i propri rappresentanti in Commissione già nel febbraio e nel marzo di quest'anno, in parte indicando nomi nuovi, in parte confermando rappresentanti precedenti;
a più di un anno dall'insediamento del IV Governo Berlusconi mancano del
tutto le indicazioni sui rappresentanti dello Stato. Pertanto la Commissione non risulta nominata -:
quali ragioni sottendano alla mancata individuazione dei componenti della Commissione dei dodici in rappresentanza dello Stato;
se non ritenga urgente procedervi, affinché la Commissione possa riprendere il proprio lavoro per garantire da subito l'espletamento della propria attività e per permettere l'applicazione delle norme già istruite dalla precedente Commissione che riguardano questioni di primaria importanza anche in relazione all'entrata in vigore della legge sul federalismo fiscale.
(2-00406) «Froner».
Interrogazione a risposta scritta:
GNECCHI. - Al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano Il Trentino del 22 giugno 2009, ha pubblicato, con grande clamore, l'articolo che di seguito si riporta integralmente:
«Pagato per fare parte di una commissione che non c'è, È la situazione in cui si trova Diego Pintarelli, esponente di spicco del Pdl perginese, nominato dalle minoranze in Consiglio provinciale in una Commissione dei 12 mai partita. Riceve da Roma 2500 euro al mese.
Pintarelli, che ha corso (perdendo) anche come candidato sindaco di Pergine, non è titolare di indennità provinciali o parlamentari e quindi ha diritto ad un'indennità di circa 2500 euro al mese (poi arriveranno anche rimborsi di viaggio e trasferta) che gli altri due nominati dai Consigli, quello provinciale e regionale, non incassano. Si tratta di Mario Magnani, ex Vpt ora nel gruppo misto, che è consigliere in carica e non ne ha quindi diritto e dell'ex consigliere Roberto Pinter di cui si sta verificando fa posizione economica. Pinter era convinto che l'indennità non gli spettasse, avendo personalmente proposto una norma di incompatibilità. Ma per l'esponente di solidarietà si tratterebbe piuttosto di una non cumulabilità il cui calcolo non è stato ancora definito.
Su Pintarelli invece Roma si è dimostrata assai solerte. Versando il dovuto a Commissione ben lungi dall'esserci, visto che il Governo (e vedremo poi perché) non si decide a nominare i propri membri, tra cui vi è l'indicazione per il presidente: «Beh, non capisco dove stia la stranezza. Io sono stato nominato dalle istituzioni trentine e se a Roma è capitato un inghippo non è mica colpa mia. Da quando sono stato nominato è scattata l'indennità» osserva l'interessato. Poco più che cinquantenne, Pintarelli è medico di base e direttore sanitario della casa di riposo Montel S. Spirito; dal 1985 è consigliere comunale a Pergine. Eletto nelle fila dell'allora Dc in maggioranza con il sindaco Adriano Crivellari è stato riconfermato (diventando assessore alle attività sociali) con il sindaco Luciano Fruet nel 1990. Rieletto nel 1995, nel 2000 e nel 2005. Per anni è stato coordinatore di Forza Italia.
Il Pdl ha indicato in Provincia ancora durante l'inverno per una Commissione che avrebbe dovuto vedere la luce prima entro Natale, poi subito dopo le Feste e che lo stesso ministro Raffaele Fitto, competente con delega alle Regioni, si era impegnato a fare decollare a Pasqua. Ora siamo in estate e della Commissione che i presidenti trentino e altoatesino Dellai e Durnwalder aspettano in grazia non si vede ancora traccia. A cosa serve la Commissione dei 12? Lo Statuto d'autonomia prevede una commissione paritetica Stato-Provincia autonoma per elaborare le disposizioni di attuazione previste dalla norma costituzionale. Tali norme di attuazione vengono elaborate dalla Commissione dei Sei, qualora si tratti di competenze della Provincia autonoma di Bolzano.
Quando le norme di attuazione concernono competenze di entrambe le Province (Bolzano e Trento) o della Regione, all'ora è la Commissione dei Dodici ad elaborare.
Le proposte delle commissioni, se accettate dal Governo, entrano in vigore con decreto del Presidente della Repubblica.
Tutto bene? No, perché Fitto è invischiato nella bega altoatesina dentro il Pdl. Da una parte fa componente ex An che fa riferimento a Holzmann e che spinge sul capogruppo Pdl Gasparri, dall'altra ci sono Biancofiore e gli ex di Forza Italia che tirano per la giacca il ministro in altra direzione, L'autonomia e le sue norme attendono. Il commissario Pintarelli no»;
anche all'eletto dal consiglio provinciale di Bolzano è capitato di ritrovarsi sulle pagine dei quotidiani locali per aver percepito dal Consiglio provinciale un importo pari alla metà di quello che viene attribuito dalle notizie di stampa al dottor Pintarelli: il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano ha ritenuto che gli emolumenti siano da corrispondere dal febbraio 2009, da quando, quindi, il Consiglio provinciale ha votato il proprio rappresentante, anche se per la mancata designazione da parte del Governo le commissioni non sono ancora funzionanti;
l'interessato ha dato la sua disponibilità alla restituzione di quanto percepito, dichiarandolo sia alla Presidenza del Consiglio che alla stampa;
è veramente grave questa situazione perché va ad alimentare la sfiducia nelle istituzioni; la mancata designazione da parte del Governo dei propri componenti dimostra ai cittadini e alle cittadine una mancanza di attenzione nei confronti delle due Province autonome e della Regione -:
se corrisponda al vero che vengono corrisposti emolumenti per una Commissione che ancora non è stata istituita e che attualmente ha alcuni componenti nominati dalle istituzioni locali e altri dal precedente Governo;
se e quante risorse siano state spese a carico del bilancio dello Stato dal maggio 2008, ossia dall'avvio della nuova legislatura.
(4-03361)
...
SVILUPPO ECONOMICO
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
nella città di Imola è ubicato uno stabilimento della CNH, facente parte del gruppo FIAT, nel quale si producono macchine per il movimento terra;
lo stabilimento imolese occupa 454 persone, in cassa integrazione ordinaria dal 22 settembre 2008, e dallo stesso stabilimento dipendono altre due aziende di servizi che hanno ulteriori 16 addetti;
durante l'incontro tra le organizzazioni sindacali e la direzione aziendale della CNH, svoltosi a Torino nella giornata di martedì 23 giugno 2009, quest'ultima ha annunciato la chiusura dello stabilimento produttivo di Imola -:
quali azioni intenda intraprendere il Governo al fine di affrontare una situazione che impatta gravemente sulle lavoratrici e sui lavoratori dell'azienda nonché sul tessuto sociale dell'intero territorio imolese;
quali iniziative intenda assumere al fine di scongiurare la chiusura dello stabilimento produttivo imolese e salvaguardare l'occupazione degli attuali dipendenti;
se intenda promuovere iniziative di sostegno pubblico all'innovazione ed alla ricerca, condizione indispensabile per essere competitivi oggi e nel futuro nella produzione di macchine movimento terra, macchine agricole e nella componentistica.
(2-00407)
«Marchignoli, Bratti, Zampa, Mariani, Braga, Margiotta, Mastromauro, Lenzi, Capodicasa, Motta, Calvisi, Pizzetti, Zunino, Misiani, Sani, Miglioli, Scarpetti, Martella, Ventura, Tullo, Corsini, Santagata, Oliverio, Baretta, Fluvi, Froner, Lulli, Nannicini,
Velo, Rossa, Sposetti, Touadi, Sbrollini, Tocci, Agostini, De Biasi, Fiano, Marantelli, Concia, Servodio, Albonetti, Castagnetti, Pollastrini».
Interrogazioni a risposta scritta:
GENTILONI SILVERI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sul sito web del Ministero dello sviluppo economico - Dipartimento per le comunicazioni, il Consiglio superiore delle comunicazioni è qualificato come il massimo organo consultivo e propositivo del Ministero alle dirette dipendenze del Ministro;
il Consiglio, composto da un Presidente, che è scelto tra persone estranee al Ministero, dotato di alta e riconosciuta esperienza e prestigio nelle discipline tecniche, economiche o giuridiche attinenti alle attribuzioni del Consiglio superiore, e da 33 membri ordinari, esercita le proprie attribuzioni in adunanza generale, per l'esame delle questioni di massima e di quelle di particolare importanza, individuate dal presidente, ovvero a mezzo della Giunta e delle Sezioni;
l'articolazione delle competenze non esercitate in Adunanza generale prevede la seguente suddivisione:
a) giunta: esame degli argomenti che possano interessare la difesa e la sicurezza dello Stato, nonché delle problematiche che possano concernere la partecipazione nazionale ad accordi internazionali di difesa comune anche dell'ordine pubblico;
b) sezione I: atti di pianificazione e programmazione, atti in materia tariffaria; norme e prescrizioni tecniche;
c) sezione II: convenzioni in genere; accordi internazionali; accordi con regioni ed enti locali; affari non suscettibili di rientrare nella competenza delle altre sezioni o della giunta;
d) sezione III: ricerca e sperimentazione, nuove tecnologie; multimedialità ed intermedialità; istruzione, formazione ed aggiornamento professionale.
il Consiglio superiore delle comunicazioni è inoltre composto da ulteriori 24 membri straordinari, scelti dal Ministro delle comunicazioni oggi Ministro dello sviluppo economico tra esperti nelle materie trattate dal Consiglio medesimo, che possono essere chiamati dal Presidente a partecipare allo svolgimento dei lavori, per ciascun argomento all'ordine del giorno, senza diritto di voto;
il consiglio si avvale altresì di un ufficio di segreteria di livello dirigenziale, fulcro operativo, di supporto e di amministrazione, composto dal segretario dell'adunanza generale e dai Segretari delle sezioni, della giunta, nonché da n. 4 unità di personale del Ministero dello sviluppo economico, scelte con apposito decreto;
il Consiglio è stato oggetto, nel 2007 (per effetto del decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 72, recante Regolamento per il riordino degli organismi operanti presso il Ministero delle comunicazioni, a norma dell'articolo 29 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248), di una profonda opera di razionalizzazione della struttura e delle competenze, con una sostanziale riduzione dei suoi componenti e l'ingresso di elevatissime competenze tecniche e scientifiche, tra l'altro con un'ampia rappresentazione delle più prestigiose istituzioni universitarie e dei centri di ricerca e delle massime Istituzioni del Paese (Consiglio di Stato, Corte dei conti, Avvocatura Generale dello Stato, alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministero della difesa, Ministero dell'interno, Ministero dello sviluppo economico, Ministero dell'università e della ricerca, Consiglio nazionale delle ricerche, Ministero per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Alla presidenza
dell'organo è stato chiamato il professor Enzo Cheli, già Presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni;
l'attività del nuovo Consiglio, successivamente alla sua riorganizzazione, è iniziata il 1o ottobre 2007. Nei sei mesi successivi il Consiglio si è riunito numerose volte, sia in adunanza generale sia in sede di Sezioni. È stato approvato un programma di lavoro articolato su tre macro aree (settore tlc, settore audiovisivo, settore postale), sono stati costituiti diversi gruppi di lavoro, si è provveduto alla predisposizione di alcuni documenti di studio (ad esempio uno sulla radiofonia digitale);
da oltre un anno, ossia a partire dall'insediamento del nuovo Governo, il Consiglio superiore delle comunicazioni sembrerebbe, a quanto è dato sapere, non aver tenuto più alcuna riunione;
tale circostanza, oltre a costituire uno spreco di competenze, potrebbe aver determinato spreco di risorse pubbliche, con evidenti ricadute in termini di responsabilità contabile ed amministrativa;
quale «massimo organo consultivo e propositivo del ministero alle dirette dipendenze del Ministro», il Consiglio dovrebbe rendere pareri obbligatori, ancorché non vincolanti, ovvero quantomeno avrebbe dovuto - per ragioni di opportunità e di buona amministrazione - fornire il suo ausilio consultivo sui passaggi più rilevanti dell'attività del ministero in quest'ultimo anno;
qualora l'attività del Consiglio dovesse effettivamente risultare sospesa da oltre un anno, tale circostanza, ad avviso dell'interrogante, costituirebbe violazione dei principi di buona amministrazione e di corretto utilizzo delle risorse, avendo determinato un ingiustificato spreco sia sotto il profilo squisitamente economico-finanziario, sia sotto il profilo del più efficace ed efficiente impiego delle unità di personale dipendente preposte al funzionamento dell'organo -:
se risponda al vero che il Consiglio Superiore delle Comunicazioni non si sia mai più riunito a partire dal maggio 2008, ovvero, qualora ciò non fosse vero, quante volte si sia riunito e con quali argomenti all'ordine del giorno;
qualora, invece, risultasse acclarato che il Consiglio non si sia mai più riunito dal maggio 2008, quali siano le ragioni adducibili a giustificazione di tale circostanza;
se a tale fine, siano mai stati richiesti pareri al Consiglio, ed eventualmente su quali materie;
quali oneri finanziari siano stati sostenuti, nel periodo maggio 2008-maggio 2009, per assicurare il funzionamento dell'Organo, retribuire il personale addetto ed assicurare i compensi riservati ai componenti, ai sensi dell'articolo 6 del decreto ministeriale istitutivo 2 ottobre 2007;
se, infine, alla luce delle evenienze sopra esposte, non ritengano necessario i Ministri interrogati, al fine di non compromettere ulteriormente il ruolo e il prestigio del Consiglio superiore delle comunicazioni e delle istituzioni ivi rappresentate, assicurarne l'immediata ripresa di funzioni ed operatività, restituendo l'Organismo al ruolo ed al circuito decisionale che gli è proprio, di massimo organo consultivo del Ministro competente.
(4-03351)
REGUZZONI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro degli affari esteri, al Ministro per le politiche europee. - Per sapere - premesso che:
importanti settori del sistema produttivo sono fortemente minacciati dalla sleale concorrenza proveniente dai Paesi del sud-est asiatico, ove i metodi di produzione sono difficilmente controllabili dall'Unione europea;
recentemente la Commissione europea ha aperto un'investigazione, dietro
denuncia dei produttori europei, relativa al commercio sleale sull'importazione di tubi senza saldatura (SPT) dalla Cina;
le imprese cinesi ricevono molteplici sussidi dal Governo che permettono loro di vendere i prodotti a prezzi assolutamente inferiori rispetto a quelli praticati nei mercati europei, ostacolando quindi la competitività del sistema delle imprese europee e nazionali;
i prezzi di esportazione dei tubi arrivano ad essere il 55 per cento inferiori ai prezzi di quelli prodotti in Europa, mentre il volume delle esportazione cinesi di questo prodotto si è quadruplicato dal 2006 al 2008, con il conseguente ampliamento della loro quota di mercato in Europa, che è passata dal 7 per cento del 2006 al 21,5 per cento nel 2008;
come risultato dell'aggressiva strategia di esportazione, la Cina è passata dalle trascurabili esportazioni nel mercato comunitario fino al 2005, a 133.000 tonnellate nel 2006, a 450.000 tonnellate nel 2007 e a 485.000 tonnellate nel 2008;
la produzione cinese di tubi senza saldatura continua ad aumentare e negli ultimi tre anni si è addirittura duplicata, passando da 9 milioni di tonnellate nel 2005 a 18 milioni di tonnellate nel 2008. In questo momento la Cina rappresenta il primo Paese produttore di SPT ricoprendo circa il 50 per cento della produzione mondiale;
questi risultati sono legati al continuo incremento della capacità produttiva che risulta di gran lunga superiore alla crescita della domanda interna. I produttori cinesi hanno quindi l'assoluta necessità di crescere nei mercati di esportazione, facendo temere per il futuro, dove le stime di crescita della produzione sono ancora più alte, l'adozione di strategie sempre più aggressive nei confronti dei mercati europei;
dal 2005 al 2008 l'export totale degli SPT cinesi è aumentato di 4 volte, da 1,4 milioni di tonnellate a 6 milioni di tonnellate, mentre il valore delle importazioni cinesi è rimasto molto marginale senza far registrare una crescita significativa, la quale si riferisce in ogni caso a prodotti di alta qualità non forniti dai produttori cinesi;
la Cina rappresenta una minaccia per l'industria europea di SPT anche perché ulteriori e nuovi impianti produttivi verranno completati nei prossimi anni per un'ulteriore capacità pari a 7 milioni di tonnellate;
all'inizio dell'anno nella riunione annuale «EU-China Steel Contact Group» a Pechino le industrie siderurgiche cinesi non hanno accettato di ridurre le esportazioni ed anche il Governo di cancellare o almeno di ridurre i sussidi;
molti Paesi hanno da tempo adottato misure contro le esportazioni cinesi; il Canada, ad esempio, ha imposto dazi alle importazioni dalla Cina dall'80 per cento al 120 per cento e gli Stati Uniti hanno già avviato iniziative antidumping;
le imprese europee e nazionali non sono in grado di sostenere l'aggressiva concorrenza proveniente dalle aree emergenti, che è ingiustamente favorita da costi di produzione e di manodopera molto bassi, dovuti a scarse misure di tutela del lavoro e alla mancanza di ogni controllo sulla qualità dei prodotti;
la redditività dell'industria europea, infatti, è scesa dal 16,3 per cento nel 2006, al 7,9 per cento nel terzo trimestre 2008 ed al 4,3 per cento nell'ultimo trimestre del 2008, mentre nel primo trimestre del 2009 la stessa è stata addirittura negativa con -1,52 per cento;
la produzione di tubi senza saldatura richiede investimenti enormi in impianti ed in tecnologia; si tratta di un'industria a capitale intensivo, dove un utile di bilancio del 12 per cento è il minimo richiesto per poter mantenere attualizzati gli investimenti, un valore questo ottenibile se il mercato non è distorto dalle importazioni in dumping;
emerge quindi l'esigenza di una politica europea che garantisca l'applicazione di misure maggiormente protettive per i
mercati comunitari al fine di prevenire forme di concorrenza sleale a danno dei produttori nazionali ed europei;
la Commissione europea ha imposto dazi provvisori sulle importazioni dei tubi senza saldatura che vanno dal 15 per cento al 25 per cento, valori che avendo una natura provvisoria sono stati tenuti prudentemente bassi. Sarebbe, pertanto, opportuno adottare misure più stringenti nel caso di applicazione di dazi definitivi -:
se i Ministri interrogati intendano attivarsi presso l'Unione europea affinché vengano adottate disposizioni più stringenti per la tutela dei prodotti nazionali europei dalla concorrenza sleale, attraverso la promozione di azioni europee antidumping, restituendo maggior impulso e competitività al sistema produttivo del Paese;
se è nelle intenzioni del Governo sollecitare, in ambito comunitario, l'impiego di dazi antidumping, che siano più rigorosi, tenendo conto dei bassi prezzi praticati dall'industria di tubi senza saldatura che sono importanti dalla Cina.
(4-03360)
...
TURISMO
Interrogazione a risposta scritta:
REGUZZONI. - Al Ministro del turismo, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
tra il 2007 ed il 2009 nel campo del trasporto aereo è avvenuta una sostanziale «rivoluzione», dovuta al fallimento della Alitalia, alla nascita della Compagnia Aerea Italiana, alla concentrazione dei voli intercontinentali su Fiumicino, alla forte riduzione dei voli a Malpensa;
tale situazione pare aver diminuito la capacità di connessione del nostro Paese, soprattutto in relazione alle esigenze turistiche della stagione estiva -:
quali siano gli intendimenti dei Ministri interrogati in ordine a quanto riportato in premessa e quali iniziative intendano assumere.
(4-03347)
...
Apposizione di firme ad interrogazioni.
L'interrogazione a risposta in commissione Scilipoti n. 5-01106, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'11 marzo 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Piffari.
L'interrogazione a risposta in commissione Fugatti n. 5-01247, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 1o aprile 2009, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Rainieri, Negro.
Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.
I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interrogazione a risposta scritta Bernardo n. 4-03020 del 14 maggio 2009;
interrogazione a risposta in Commissione Damiano n. 5-01545 del 23 giugno 2009.
...
ERRATA CORRIGE
Interpellanza urgente Livia Turco e altri n. 2-00404 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 191 del 23 giugno 2009. Alla pagina n. 6481, seconda colonna, alla riga ventiduesima, deve leggersi: «(2-00404) «Livia Turco, Murer, Calgaro, Mosella,» e non «(2-00404) «Livia Turco, Calgaro, Mosella», come stampato.
Alla pagina n. 6480, seconda colonna, dalla riga sesta alla riga ottava, deve leggersi: «Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, per sapere - premesso che:» e non: «Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:», come stampato.