XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di giovedì 23 aprile 2009

TESTO AGGIORNATO AL 26 MAGGIO 2009

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
il nostro Paese sta attraversando una preoccupante situazione di emergenza educativa;
la stessa crisi economico-finanziaria è frutto del fallimento della formazione etica delle persone, che ha portato a scelte irresponsabili, contrarie al bene comune;
nonostante le difficoltà economiche, è, tuttavia, evidente la necessità di riservare più attenzione e più risorse a tutti quei soggetti che nella società operano per offrire risposte al bisogno di crescita umana, morale, spirituale e culturale delle nuove generazioni;
il diritto di ogni persona ad essere educata prevede che si attui una vera libertà di educazione, che permetta alla famiglia, unica titolare della responsabilità educativa nei confronti dei figli, la scelta della scuola secondo le proprie convinzioni. Un diritto di cui in Italia sono privati soprattutto i più poveri;
rispetto a questa responsabilità l'istituzione scolastica ha una funzione sussidiaria rispetto alle famiglie;
nonostante l'introduzione dell'autonomia scolastica, tuttavia, il sistema scolastico italiano continua a funzionare come un apparato centralistico, il che determina ancora il mantenimento del monopolio dello Stato e l'esclusione della famiglia quale soggetto decisivo del processo educativo;
nell'ottica della più ampia offerta formativa, risulta poi significativo il contributo dell'istruzione e della formazione professionale, che, laddove viene realizzata e favorita, contribuisce in modo considerevole a ridurre la dispersione scolastica e ad inserire nel mondo del lavoro giovani professionalmente preparati;
occorre ridisegnare il sistema educativo nazionale attorno alle giovani generazioni, così da consentire la personalizzazione dei percorsi educativo-formativi e il pieno e libero esercizio della responsabilità educativa dei genitori;
è necessario riconoscere e sostenere la libertà di educazione e di insegnamento, in attuazione di un concreto pluralismo istituzionale scolastico e ciò per un miglioramento delle istituzioni formative in direzione di una competitività tesa a migliorarne la qualità e a valorizzare il merito;
l'autonomia, la sussidiarietà, la parità scolastica sono principi costituzionali che in uno Stato più democratico, più libero, più solidale e più efficiente, come pure in un sistema educativo di istruzione e di formazione più moderno e più europeo, dovrebbero essere garantiti e promossi;
la libertà di educazione misura la natura autenticamente democratica di una società ed è condizione necessaria per realizzare sia una concreta autonomia, sia una crescita di qualità di tutte le scuole;
inoltre, in una società frammentata e plurale quale quella attuale, caratterizzata da una crescente immigrazione di popolazioni con diverse culture, il mito della scuola unica di Stato si rivela sempre più incapace di raggiungere risultati di uguaglianza e di promozione culturale;
nei giorni scorsi la conferenza Stato-regioni ha dato il via libera al decreto interministeriale che stanzia 120 milioni di euro per le scuole paritarie, ripristinando, anche se non integralmente, il finanziamento che era stato loro assegnato prima dei tagli, lasciando in sospeso ancora 13,4 milioni di euro previsti inizialmente,

impegna il Governo:

a garantire la certezza dei finanziamenti e dei tempi di erogazione delle risorse per le scuole paritarie e l'equivalenza con le altre istituzioni formative, anche europee;

ad adottare iniziative per prevedere in tempi rapidi il ripristino integrale della risorse sottratte alle scuole paritarie dalla manovra economica;
ad adottare iniziative per ripristinare per il 2009 il finanziamento di 240 milioni di euro per il sistema di istruzione e formazione professionale, recuperando, inoltre, i 440 milioni di euro relativi ai due anni precedenti;
ad adottare iniziative per consolidare le normative in questo settore;
ad adottare provvedimenti volti a garantire un'effettiva libertà di scelta della scuola da parte delle famiglie, attraverso l'introduzione della definitiva autonomia giuridica e didattica delle scuole, di un sistema di valutazione che consenta alle famiglie di disporre delle informazioni utili per la scelta educativa e di strumenti di finanziamento alle famiglie per la scelta della scuola nell'ambito del sistema nazionale di istruzione.
(1-00152)
«Volontè, Vietti, Capitanio Santolini, Ciocchetti, Ciccanti, Compagnon, Occhiuto, Galletti, Libè».

Risoluzioni in Commissione:

Le Commissioni VIII e X,
premesso che:
le reti idriche e fognarie del nostro Paese presentano le maggiori carenze infrastrutturali tra i principali Paesi europei con un tasso di perdita negli acquedotti di circa il 40 per cento, contro il 10 per cento circa della Germania ed il 15 per cento della Gran Bretagna, nonostante che la densità per area geografica e pro-capite di tali reti sia in Italia inferiore;
in base alla tariffa nazionale media per l'acqua potabile, il controvalore economico delle perdite annue della rete idrica italiana è di oltre quattro miliardi di euro, senza contare i danni ambientali generati in particolare dalle perdite della rete fognaria;
i maggiori costi imputabili alle inefficiente della rete nazionale vengono ad oggi sostenuti direttamente dai cittadini attraverso il pagamento dei costi di fruizione dei servizi idrici e fognari, con evidente sottrazione di risorse alla capacità di spesa delle famiglie;
la ricerca e l'innovazione nelle infrastrutture idriche costituirebbe una modalità efficace per adeguare la rete nazionale agli standard europei, anche se il quadro normativo non agevola oggi gli operatori del settore;
in base alle stime di durata massima delle tubature, circa il 50 per cento degli attuali acquedotti (almeno 125.000 chilometri di rete idrica) e oltre il 30 per cento delle attuali fognature (46.000 chilometri di rete fognaria) devono essere sostituite entro i prossimi decenni, tanto più che sussiste una consistente presenza di reti con presenza di amianto;
per le caratteristiche proprie della rete idrica, questo settore può essere considerato tra quelli potenzialmente più idonei a sostenere una ripresa economica di lungo periodo;

impegna il Governo:

a verificare tutti i possibili benefici derivanti da un programma di adeguamento e ammodernamento delle reti idrica e fognaria;
a definire strumenti capaci di migliorare nel breve, nel medio e nel lungo periodo lo stato della rete idrica nazionale al fine di adeguarla agli standard europei con gli obiettivi del risparmio di risorse e della tutela dell'ambiente e della salute;
ad incentivare iniziative per elevare da subito il livello qualitativo dell'infrastruttura di rete idrica nazionale, anche

attraverso l'individuazione di modelli locali efficienti già esistenti a cui ispirarsi per l'adeguamento dell'intera rete nazionale.
(7-00153) «Polidori, Ghiglia».

La IV Commissione,
premesso che:
in data 9 settembre 2008, è stato bandito su GURI 4a serie speciale n. 70 un concorso, per titoli ed esami, per il reclutamento di 50 (cinquanta) sottotenenti in servizio permanente nel ruolo speciale dell'Arma dei Carabinieri;
lo svolgimento del concorso prevede una prova di preselezione, due prove scritte, la valutazione dei titoli di merito, prove di efficienza fisica, gli accertamenti sanitari per il riconoscimento dell'idoneità psicofisica, gli accertamenti attitudinali, una prova orale ed una prova facoltativa di lingua straniera;
le prove di efficienza fisica, previa presentazione di certificato di idoneità ad attività sportiva agonistica per l'atletica leggera rilasciato da medici appartenenti alla Federazione medico sportiva italiana ovvero a strutture sanitarie pubbliche o private convenzionate che esercitano in tali ambiti in qualità di medici specializzati in medicina dello sport, consistono nell'esecuzione della corsa di 1000 metri piani e piegamenti sulle braccia in tempi e numero variabili a seconda della fascia d'età e del sesso del concorrente;
solo i concorrenti che superano le prove di efficienza fisica vengono sottoposti presso il Centro nazionale di selezione e reclutamento dell'Arma dei Carabinieri agli accertamenti sanitari previsti dal bando di concorso in base ai quali vengono giudicati idonei i concorrenti a cui venga attribuito il profilo sanitario minimo di coefficiente «2» al sistema psichico (PS), alla costituzione (C), all'apparato cardiocircolatorio (AC), all'apparato respiratorio (AR), agli apparati vari (AV), all'apparato locomotore (LS o LI), alla funzione visiva (VS) ed infine alla funzione uditiva (AU);
l'articolo 4, comma 20, del decreto ministeriale 4 aprile 2000, n. 114 considera quali imperfezioni ed infermità che sono causa di non idoneità al servizio militare le patologie ed i loro esiti, anche di natura traumatica, dell'apparato scheletrico, delle strutture capsulo-legamentose, tendinee, aponeurotiche e delle borse sinovali causa di evidenti disformismi o di rilevanti limitazioni funzionali;
la direttiva tecnica emanata il 5 dicembre 2005, dal Ministero della difesa per delineare il profilo sanitario dei soggetti giudicati idonei al servizio militare, al Codice «209» della Tabella generale in merito agli esiti di intervento per ricostruzione capsulo-legamentosa delle grandi articolazioni, anche in assenza di instabilità articolare e di disturbi funzionali, assegna coefficiente «4 LS o LI»;
da quanto premesso si deduce che un intervento di ricostruzione dei legamenti crociati anteriori e/o posteriori delle ginocchia, così come del menisco, preveda, da parte della commissione medica esaminatrice l'assegnazione del coefficiente «4» all'apparato locomotore (LS) con derivante non idoneità sanitaria del concorrente ed immediata esclusione dal concorso nonostante venga data precedente dimostrazione di stabilità ed efficienza dell'arto con il superamento delle prove fisiche obbligatoriamente anteriori agli accertamenti sanitari;
ad oggi è impensabile ritenere che questi interventi, svolti in artroscopia, possano considerarsi un fattore invalidante anche perché ampio panorama sportivo agonistico ci dimostra il contrario con l'esempio di numerosi atleti, come calciatori e sciatori, che svolgono brillantemente e senza complicazioni un'intensa pratica

sportiva, per lunghi anni, anche a seguito di ricostruzione dei legamenti del ginocchio e/o del menisco,

impegna il Governo:

a rivedere le disposizioni citate in premessa al fine di non penalizzare ingiustamente persone che possono essere considerate perfettamente idonee al servizio.
(7-00155) «Ascierto».

La VII Commissione,
premesso che:
il decreto per il riordino degli istituti tecnici presentati dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca approvato in data 18 dicembre 2008 dal Consiglio dei ministri prevede undici indirizzi di studio tra cui «Trasporti e Logistica»;
gli istituti aeronautici italiani nati 40 anni fa, hanno costituito un naturale bacino per tutto il settore del trasporto aereo, dando un contributo determinante allo sviluppo dell'aviazione in Italia;
i diplomati degli ITAer rappresentano il 50 per cento dei controllori del traffico aereo e il 48 per cento entra a far parte dell'Accademia Aeronautica, inoltre molti proseguono gli studi, iscrivendosi in università ad indirizzo aerospaziale, ed una percentuale elevata trova impiego nei servizi connessi al sistema del trasporto aereo gestito dagli operatori e dalle compagnie aeree;
il settore aeronautico svolge un ruolo fondamentale per lo sviluppo economico di uno Stato;
in questi anni sono stati investiti centinaia di migliaia di euro per l'acquisto di attrezzature tecniche specialistiche all'avanguardia (simulatori di volo e di traffico aereo, laboratori di aerotecnica, postazioni interattive, stazioni meteo);
nonostante molte tecnologie siano oggi comuni su molti mezzi di trasporto, è evidente come un futuro addetto del trasporto aereo debba avere una conoscenza specifica di quel settore,

impegna il Governo

a preservare la specializzazione triennale dell'indirizzo aeronautico Alfa nell'ambito del nuovo indirizzo generale mantenendo il termine «aereo» nella denominazione dell'Istituto che si chiamerà «istituto tecnico ad indirizzo Trasporti e Logistica sezione Aerea», in modo da conservare l'identità che gli istituti aeronautici hanno costruito in 40 anni di esperienza, dando loro la possibilità di agire nella formazione iniziale del trasporto aereo, un settore strategico e vitale per ogni nazione.
(7-00150) «Frassinetti, Pes, Catanoso».

La VII Commissione,
premesso che:
il complesso del Foro Italico, per il suo valore architettonico, artistico, culturale, ambientale e sportivo, costituisce un patrimonio indisponibile non solo della città di Roma ma di tutta l'umanità;
pur essendo stati annunciati da molti anni interventi di risanamento dell'area, essi di fatto non sono mai iniziati; al contrario parte del complesso è stato chiuso al pubblico e trasformato in circolo privato;
il progetto, già finanziato, di destinare la Sala delle Armi a Museo dello Sport è stato abbandonato; lo Stadio Olimpico pare destinato a trasformarsi in una sorta di enorme cartellone pubblicitario di enorme impatto ambientale mentre, nel frattempo, i marmi ed i mosaici del Foro Italico continuano a essere lasciati nel più completo degrado;
l'originario progetto di ristrutturazione del Centrale del Foro Italico, che tante perplessità aveva suscitato specie per il suo notevolissimo impatto ambientale, è destinato ad essere accantonato per la

constatata irrealizzabilità sotto il profilo dei costi e dei tempi di realizzazione;
nonostante l'abbandono del progetto e la mancata approvazione di un progetto alternativo, i lavori di ristrutturazione paiono proseguire;
l'occasione dei Mondiali di nuoto del 2009 sembrerebbe sia destinata a diventare il pretesto per commercializzare un'altra parte del Foro Italico e, al riguardo, il nuovo progetto presentato risulta essere ancora più invasivo del precedente; in particolare, questa ulteriore proposta di cementificazione dell'area potrebbe rappresentare un'autentica breccia per un suo futuro, un gravissimo snaturamento;
occorre compiere tutti gli sforzi necessari al fine di individuare le opportune soluzioni tecniche idonee a garantire la celebrazione dei Mondiali di nuoto e degli internazionali di Tennis, immaginando fin d'ora la realizzazione di un nuovo spazio - anche polifunzionale - per ospitare la prestigiosa manifestazione tennistica che per troppi anni è rimasta sacrificata in soluzioni rilevatesi improprie;
si tratta, in particolare di vagliare ulteriori ipotesi in grado di salvaguardare la vocazione sportiva e culturale di tutto il complesso monumentale, evitando aggressioni all'ambiente e rispettando la destinazione naturale dell'intero sito, prendendo in considerazione l'idea di delocalizzare alcuni impianti nelle aree adiacenti il Foro Italico;
un progetto di riqualificazione e di nuova impiantistica sportiva, per esempio, potrebbe riguardare l'area limitrofa di Tor di Quinto, luogo simbolo del degrado urbano e dell'insicurezza anche a causa dei noti tristi eventi delittuosi legati alla locale Stazione ferroviaria,

impegna il Governo:

ad assumere, nell'ambito delle proprie competenze e nel rispetto dell'autonomia regionale e comunale, misure urgenti volte a riqualificare e valorizzare il complesso del Foro Italico;
a intervenire affinché, nell'ambito delle iniziative che saranno realizzate in vista del 150o anniversario dell'Unità d'Italia del 2011, possano finalmente iniziare effettivi e non più rinviabili lavori di risanamento del complesso del Foro Italico, connessi a un'adeguata previsione di servizi di sorveglianza e di regolari opere manutentive;
ad adottare tutti quei provvedimenti necessari a restituire al complesso del Foro Italico la sua originale bellezza, dopo decenni di abbandono;
a non dare esecuzione ad ipotesi di trasformazione del Foro Italico che non siano rispettose dell'inestimabile valore storico e artistico del complesso monumentale razionalista nonché della vocazione sportiva che da esso scaturisce;
ad assumere le opportune iniziative per annullare, in particolare, il Protocollo di intesa per il recupero e la valorizzazione del Foro italico sottoscritto il 28 settembre 2005 tra il Ministero dei beni e le attività culturali - Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici del Lazio, la Regione Lazio, il Comune di Roma e la CONI Servizi spa.
(7-00154) «Rampelli».

La XII Commissione,
premesso che:
in occasione dell'ultima Giornata mondiale sulla lotta alla tubercolosi, il 24 marzo 2009, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha affermato: «Occorre raddoppiare i nostri sforzi per combattere le forme di tubercolosi avverse ai trattamenti multi-farmacologici e quelle estensivamente resistenti a singoli farmaci. Al tempo stesso bisogna continuare a combattere l'epidemia congiunta TBC-HIV»;

l'appello del segretario generale dell'ONU conferma quanto affermato dall'Unicef: «L'incidenza della tubercolosi, misurata con il numero di nuovi casi di infezione ogni 100.000 abitanti, si è stabilizzata o ha cominciato a declinare nella maggior parte delle regioni del mondo, seguendo una tendenza al miglioramento già registrata per quanto concerne i tassi di mortalità di questa malattia. Tuttavia, data la crescita demografica complessiva, queste minori percentuali di incidenza si traducono tuttora in un aumento nel numero assoluto dei casi. Nel 2005 si sono ammalati 8,8 milioni di persone nel mondo, di cui ben 7,3 milioni tra Africa e Asia. Di tubercolosi sono morte 1 milione e 600mila persone nel 2005, una cifra che rende questa malattia la più letale in assoluto. Oltre un decimo di questi decessi (195.000) sono da riferire a soggetti già infettati dall'HIV-AIDS, per i quali la tubercolosi è una delle più frequenti e pericolose malattie opportunistiche»;
secondo i dati del Fondo globale contro l'Aids, la tubercolosi e la malaria, al 2008 erano circa due miliardi le persone al mondo infettate, a vari livelli di gravità e di controllo medico, dalla tubercolosi;
la lotta alla tubercolosi, al pari di quella all'HIV-AIDS e alla malaria, rientra nell'ambito del sesto degli otto Obiettivi dei millennio e per questo richiede risposte globali da parte della comunità internazionale,

impegna il Governo

a farsi promotore in modo pieno e attivo, secondo quanto auspicato dal segretario generale dell'ONU e nell'ambito dei programmi internazionali cui prende parte, allo sviluppo di una nuova e ancor più incisiva fase di sviluppo nell'azione globale di contrasto alla tubercolosi.
(7-00151) «Fucci, Barani, Bocciardo, D'Incecco, Grassi».

La XII Commissione,
premesso che:
l'articolo 6, comma 3, della Legge n. 80 del 2006 contiene importanti e decisive semplificazioni in materia di adempimenti amministrativi per le persone con disabilità in quanto recita: «I soggetti portatori di menomazioni o patologie stabilizzate o ingravescenti, inclusi i soggetti affetti da sindrome da talidomide, che abbiano dato luogo al riconoscimento dell'indennità di accompagnamento o di comunicazione sono esonerati da ogni visita medica finalizzata all'accertamento della permanenza della minorazione civile o dell'handicap (...)»;
il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 2 agosto 2007, attuando l'articolo 6, comma 3, della legge n. 80 del 2006, riporta l'elenco delle dodici patologie per le quali vale l'esonero dal controllo sulla permanenza dello stato invalidante;
un rapporto di Cittadinanzattiva evidenzia che, a livello nazionale, nel 90 per cento dei casi gli interessati vengono ancora convocati per le visite di controllo e, in ogni caso, appena il 45 per cento delle ASL sarebbe a conoscenza dell'esistenza della Legge n. 80 del 2006 e del relativo decreto ministeriale;
vi sono alcune specifiche situazioni regionali che preoccupano in modo particolare come avviene, ad esempio, per la Puglia dove, secondo una ricerca della ANIO (Associazione nazionale infezioni osteoarticolari), appena due delle nove Asl regionali darebbero effettiva applicazione all'articolo 6, comma 3, della Legge n. 80 del 2006;
in tale contesto si prospetta una situazione nella quale una legge importante e dal forte significato sociale appare depotenziata a causa di un'applicazione sul territorio nazionale solo a macchia di leopardo,

impegna il Governo:

ad effettuare un attento e completo monitoraggio, per quanto di sua competenza e nell'ambito dei rapporti tra Stato

ed enti locali, sul modo in cui la disciplina di cui all'articolo 6, comma 3, della legge n. 80 del 2006 viene applicata nel concreto e quindi a riferirne alla Commissione;
ad assumere tutte le opportune iniziative per assicurare la piena e totale applicazione sull'intero territorio nazionale di tale normativa che ha un'enorme importanza per cittadini che si trovano già in una condizione di grave e permanente disabilità senza dover essere sottoposti anche ai disagi, sia fisici che psicologici, delle inutili visite di accertamento.
(7-00152)
«Fucci, Porcu, Barani, Bocciardo, D'Incecco, Grassi, Palumbo, Livia Turco, Sbrollini, Duilio».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

COMPAGNON. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
in data 3 ottobre 1978 veniva siglata la Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica federale del Brasile per evitare le doppie imposizioni e prevenire le evasioni fiscali in materia di imposte sul reddito, ratificata con legge 29 novembre 1980, n. 844;
fino al 31 dicembre 1999, i due Governi hanno dato uniforme applicazione all'accordo bilaterale relativamente alle tassazione delle pensioni erogate dagli enti previdenziali italiani e percepite dai nostri connazionali residenti in Brasile, riconoscendo peraltro l'esclusiva potestà impositiva del Brasile quale paese di residenza, come prescritto dell'articolo 19, comma 4 della predetta Convenzione in tema di «sicurezza sociale»;
dal 1o gennaio 2000, senza che fosse in alcun modo mutato il quadro normativo di riferimento, l'Amministrazione finanziaria italiana ha unilateralmente cambiato l'interpretazione della norma succitata, affermando che essa riguarderebbe solamente le somme erogate a titolo di «solidarietà», mentre per le ordinarie pensioni di vecchiaia e anzianità risulterebbe applicabile la diversa disciplina recata dell'articolo 18 della Convenzione in parola, che prevede la coesistenza del potere impositivo dei due Paesi (fatto salvo un importo pari a cinquemila dollari statunitensi) ed individua altresì nel meccanismo dell'articolo 23 il rimedio alla conseguente doppia imposizione;
tale nuova interpretazione ha creato una situazione paradossale che vede un medesimo soggetto tassato due volte in violazione dei principi emergenti dalla Convenzione e che peraltro configura una inaccettabile penalizzazione a danno dei pensionati italiani residenti in Brasile, rispetto ad un più equo trattamento fiscale, ad esempio, della numerosa comunità di connazionali residenti in altri Paesi dell'America latina;
secondo il Ministero dell'economia e delle finanze italiane l'unico modo per porre fine alla doppia imposizione fiscale risulterebbe la presentazione di istanze di rimborso alle competenti autorità brasiliane, le quali, al contrario, respingono ogni richiesta in tal senso;
risulterebbe inoltre all'interrogante che il Brasile, interpellato di recente dall'Amministrazione finanziaria italiana al fine di addivenire ad un accordo amichevole, abbia espressamente escluso ogni possibilità di accordo sulla questione, mancando il necessario presupposto giuridico relativo alla incertezza interpretativa della norma;
da circa nove anni è in corso un serrato contenzioso tra una parte dei circa undicimila pensionati italiani residenti in Brasile e l'Erario italiano, del quale hanno

dato notizia alcuni importanti organi di stampa nazionale (vedasi Il Sole 24 ore del 6 aprile 2009) -:
come il Governo intenda, di concerto con gli organi competenti dell'Amministrazione fiscale italiana, individuare le possibili ed opportune iniziative volte a risolvere definitivamente le difficoltà sorte nel quadro della vigente Convenzione, ponendo fine alla vessatoria condizione dei pensionati italiani residenti in Brasile.
(4-02856)

GENOVESE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
i Cantieri Navali Rodriquez di Messina, da qualche anno gestiti dall'azienda IMSSI che fa capo al gruppo Colaninno, da sempre hanno rappresentato un punto di riferimento dell'economia cittadina, per il prestigio che il marchio Rodriquez ha conquistato negli anni, diventando uno dei riferimenti mondiali del proprio settore;
presso il bacino di Messina lavorano oltre 100 maestranze di alta professionalità e che l'azienda, per mancanza di programmazione, ha avviato la richiesta di cassa integrazione straordinaria per oltre 90 dipendenti dello stesso stabilimento;
l'azienda ha un attivo di 17 milioni di euro e vi sono commesse che potranno dare lavoro sicuramente fino al dicembre 2009 e che pertanto non si comprende la decisione assunta dalla stessa;
sono caduti nel vuoto i reiterati inviti per l'istituzione di un tavolo tecnico provenienti dalle parti sociali;
il distretto della cantieristica di Messina, già oggetto nel 2004 di un protocollo d'intesa tra Sindacati, Comune, Provincia, Università, ha le potenzialità per creare una filiera produttiva in grado di competere sui mercati internazionali, di diventare punto di attrazione per investimenti privati e pubblici;
rispetto ad altre attività produttive per le quali il Governo, seppure in maniera non sempre efficace ed economica, si è prodigato al fine di garantirne la sopravvivenza, l'inopinata chiusura dello stabilimento messinese della IMSSI produrrebbe un effetto negativo ben più grave in considerazione della già drammatica crisi occupazionale che affligge il territorio della provincia di Messina -:
quali iniziative il Governo intenda assumere per rilanciare l'azienda e conseguentemente tutelare l'occupazione dei lavoratori della Cantieri Navali Rodriquez di Messina;
se il Governo non ritenga opportuno intervenire presso il gruppo Colaninno al fine di conoscere le reali motivazioni di tale dismissione e coinvolgere lo stesso nella trattativa per la ristrutturazione dell'azienda cantieristica siciliana, alla stregua di quanto già avvenuto per garantire la sopravvivenza di aziende attraversate da una crisi ben più grave rispetto a quella che coinvolge la Cantieri Navali Rodriquez di Messina.
(4-02858)

QUARTIANI e FIANO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
le celebrazioni del 25 aprile, anniversario della liberazione dell'Italia dal fascismo e dall'invasore, in nessun caso per gli Enti e le Istituzioni che le promuovono rappresentano occasione per discostarsi dagli ideali propri della Resistenza e della democrazia;
i principi costituzionali su cui fonda la democrazia italiana rappresentano la piena valorizzazione delle radici ideali, delle lotte e dei valori dell'antifascismo, che essendo a fondamento della Repubblica Italiana, non devono essere distorti da ricostruzioni improvvisate della memoria della Resistenza e delle figure che in essa hanno profuso l'impegno per la sconfitta dell'odio razziale e dei regimi dittatoriali che hanno funestato l'Europa nella prima metà dello scorso secolo;

la memoria che la festa del 25 aprile tramanda alla Nazione e alle giovani generazioni è parte costitutiva dell'identità di tutti gli italiani, non perciò equivocabile entro concetti che non appartengono alle ragioni e ai principi ispiratori della Costituzione italiana nata dalla Resistenza e dalla collaborazione delle forze antifasciste nell'opera di ricostruzione del Paese nonché di compimento delle istituzioni democratiche rappresentative e di governo dell'Italia;
le riconquistate democrazia e libertà che originano dal 25 aprile 1945 si basano sulla partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e a quella delle libere Istituzioni repubblicane, e si fondano non già sulla parificazione degli atti e delle gesta di chi ha combattuto per la libertà della Patria con quelli di chi si è messo al servizio dell'invasore nazista, contro le forze alleate e contro il legittimo Governo che si insediò nel '43 dopo l'8 settembre garantendo la continuità legale dello Stato Italiano;
poiché, fortunatamente solo in alcuni limitatissimi casi, tuttavia si assiste ad un cattivo costume da parte di alcune amministrazioni locali (tra queste quella di Melegnano) di celebrare la festa della liberazione come festa nella quale vengono commemorati alla stessa stregua tutte le vittime e i caduti indipendentemente dalla parte alla quale appartennero (se alla Resistenza e agli alleati o alla Repubblica di Salò), con ciò «derubricando» le celebrazioni del 25 aprile a commemorazioni dei caduti di tutte le parti -:
se il Governo non intenda adottare iniziative per il tramite dei Prefetti, per un corretto e rispettoso protocollo, consono alla ricorrenza e ai valori richiamati in premessa che sono alla base di tale festa nazionale.
(4-02865)

TESTO AGGIORNATO AL 27 APRILE 2009

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:

LEOLUCA ORLANDO e SCILIPOTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
l'arcipelago delle isole Eolie è, per ragioni soprattutto geologiche, oppresso da una endemica carenza di acqua, cui si è cercato di ovviare, prima ancora che con rifornimenti da navi cisterne e autobotte, con un rilassatore, costruito a Lipari circa trent'anni fa ad opera della Regione Sicilia;
tale impianto è ormai obsoleto e poco funzionante: con i suoi tre moduli, a pieno regime dovrebbe produrre 6000 metri cubi di acqua potabile al giorno, mentre riesce a produrne a malapena 2000 metri cubi;
l'emergenza acqua, che si somma nelle Eolie a quella dei trasporti, resta altissima ed il costo dell'acqua 4,80 euro al metro cubo per l'acqua desalinizzata, 7 euro per quella approviggionata tramite autobotte, addirittura 13 euro quella rilevata dalla nave cisterna; l'allarme sul deficit d'acqua è stato lanciato, negli ultimi anni, a vari livelli: dal prefetto di Messina; dai sindaci di Lipari, Leni, Malfa, Santa Marina Salma, Milazzo;
si tratta dello stato maggiore che sta regolando i processi di privatizzazione, cui si associa una presenza che nella vicenda delle Eolie assume un rilievo determinante: quella della Sogesid spa.;
nata nel 1994 quale concessionario della gestione di alcuni impianti di depurazione nella Regione Campania, la Sogesid spa si è assunta l'onere di supportare la Legge Galli, attraverso la redazione dei piani d'ambito e l'attuazione di interventi industriali, in ambito acquedottistico, depurativo e fognario, lungo tutto il territorio nazionale;

per decisione del Ministero dell'Ambiente e del Ministero delle Infrastrutture Sogesid è divenuta dal 2007 uno strumento in house, ma, in ossequio appunto alla legge Galli, ha insistito a muoversi in modo privatistico, tanto da ritrovarsi al centro di un vasto circuito d'interessi;
l'allarme lanciato dal sindaco di Lipari, dai colleghi delle isole minori e dal prefetto di Messina, cui è stato conferito intanto l'incarico di commissario delegato per l'emergenza idrica, non poteva rimanere in realtà inascoltato;
non potendo essere altresì sottovalutati i rischi per il decoro dell'arcipelago, dichiarato dall'Unesco patrimonio dell'umanità, è sortito nel 2007, un superfinanziamento a opera del Ministero dell'Ambiente per circa 38 milioni di euro;
c'è inoltre da attingere a sufficienza dall'amministrazione regionale, che da oltre un decennio riserva alle emergenze della Sicilia un cospicuo capitolo di spese, gestito in prima persona dai commissari straordinari;
la connessione della Sogesid con l'arcipelago, e contestualmente con i vertici della Regione e con l'ARRA, viene comunque perfezionata il 17 febbraio 2009, quando uno dei tre consiglieri d'amministrazione della società, componente della segreteria tecnica del Ministero dell'Ambiente, viene nominato commissario delegato per l'emergenza idrica nelle Eolie;
tale nomina sembra sovrapporsi di fatto, senza alcuna ragione d'interesse pubblico, a quella del prefetto di Messina, che, da rappresentante del governo prima ancora che da commissario, ricopre il competente ruolo Istituzionale ed è stato riconosciuto efficiente ed imparziale nell'affrontare l'emergenza;
sembrerebbero esistere in definitiva i presupposti perché la Sogesid, nota appunto per gli stipendi d'oro di cui godono i suoi dirigenti, possa trarre dall'arcipelago profitti smisurati e duraturi, attingendo a risorse pubbliche a tutti i livelli in cambio di non adeguati benefici per gli abitanti di Lipari e delle altre isole;
come emerge dal progetto, il prezzo dell'acqua desalinizzata verrà mantenuto a 4,80 euro al metro cubo, cioè il più caro d'Italia, addirittura con possibilità di aumenti negli anni a venire;
essendo, altresì, messo nel conto che l'intervento della società non risolverà in via definitiva il deficit idrico delle Eolie, infatti una parte dell'approvvigionamento dell'acqua continuerà ad avvenire per mare, tramite nave cisterna;
come avviene già da quindici anni, dietro richiesta della Regione Siciliana, il 3 dicembre 2008 il Ministero della Difesa ha stipulato infatti con la società Marnavi di Napoli, con procedura negoziata ai sensi dell'articolo 57 del decreto-legge 163/06, un contratto di fornitura idrica all'isola di Lipari per un importo di 26.000.000 euro, iva inclusa, per soli 2 milioni di metri cubi;
in sostanza, gli abitanti dell'arcipelago, sotto l'egida della società in house, dovranno continuare a pagare l'acqua al prezzo, del tutto incongruo, di 13 euro al metro cubo;
la Marnavi è specializzata nel trasporto di sostanze chimiche ed è proprietaria di ventisette navi operanti sul mercato internazionale, otto delle quali adibite al trasporto di acqua e prodotti alimentari per le comunità delle isole italiane;
in questo scenario c'è stato un evento: si tratta dell'entrata in scena di una impresa tedesca, la Aqua Blue di Bubesheim, operante in vari ambiti: la depurazione, gli impianti idrici, l'energia solare;
in tale veste, nel 2007 l'Amministratore Delegato d'Aqua Blue ha presentato alle autorità territoriali e regionali una proposta di convenzione, ancora ai sensi dell'articolo 57 del decreto-legge 163/06, per la definitiva soluzione dell'emergenza idrica delle Eolie;

con tale proposta l'impresa, in particolare, si è impegnata a installare, a Lipari e nelle isole minori, alcuni moduli di dissalazione di nuova generazione, quindi non ingombranti come gli attuali né inquinanti, atti a risolvere per intero il fabbisogno idrico, a costo zero per lo stato, la regione e i comuni, richiedendo di contro alla parte pubblica, solo a servizio erogato, il pagamento dell'acqua a un costo oscillate fra 1,05 e 1,21 euro, iva esclusa;
tra la tariffa che ha proposto l'amministratore dell'impresa tedesca e i quasi 5 euro richiesti dalla Sogesid, che diventano addirittura 13 con l'intervento della Marnavi, corre evidentemente un abisso, che è in fondo quello che separa due precisi modi d'essere e di rapportarsi al bene pubblico;
dinanzi alla proposta dell'impresa tedesca, il prefetto di Messina, quale commissario delegato per l'emergenza idrica nelle Eolie, si è dimostrato, una volta ancora, conseguente;
nell'incontro per l'esame tecnico della medesima, che si è tenuta il 28 ottobre 2008, presso il Ministero dell'ambiente, ha relazionato infatti favorevolmente;
si è dovuto tuttavia fare i conti con l'opposizione, irriducibile e scontata, dell'ARRA, che, con poche argomentazioni, in quella sede ha decretato impossibile la desalinizzazione dell'acqua marina ai costi garantiti da quella impresa tedesca;
il riferimento ad una specifica azienda tedesca, che ovviamente opera nel mercato e ricerca profitti, è qui riportata soltanto a conferma della circostanza che vi è un'alternativa ben più conveniente per gli utenti e ben più economica nella gestione, che riteniamo debba essere effettivamente pubblica e non pubblica nei costi e privata nei profitti, dell'emergenza idrica -:
se non ritenga che la situazione com'è descritta in epigrafe rappresenti un grave danno per l'economia del territorio locale e nazionale;
se non si ritenga quindi di dover disporre urgenti controlli al fine di verificare le procedure dell'erogazione dell'acqua nelle isole Eolie nonché di considerare i relativi costi e attivare eventuali azioni di responsabilità avanti ogni organo competente;
quale sia la reale situazione in cui opera la Sogesid, che come società pubblica sembra prevedere, per i suoi funzionari, stipendi da società privata, nel caso contravvenendo allo spirito della legge 109 e non producendo alcun risparmio rispetto al mercato e alcuna convenienza tariffaria per gli utenti.
(4-02862)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta scritta:

RAMPELLI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il complesso del Foro Italico, per il suo valore architettonico, artistico, culturale, ambientale e sportivo, costituisce un patrimonio indisponibile non solo della città di Roma ma di tutta l'umanità;
pur essendo stati annunciati da molti anni interventi di risanamento dell'area, essi di fatto non sono mai iniziati; al contrario parte del complesso è stato chiuso al pubblico e trasformato in circolo privato;
il progetto, già finanziato, di destinare la Sala delle Armi a Museo dello Sport è stato abbandonato; lo Stadio Olimpico pare destinato a trasformarsi in una sorta di enorme cartellone pubblicitario di enorme impatto ambientale mentre, nel frattempo, i marmi ed i mosaici del Foro Italico continuano a essere lasciati nel più completo degrado;
l'originario progetto di ristrutturazione del Centrale del Foro Italico, che tante perplessità aveva suscitato specie per

il suo notevolissimo impatto ambientale, è destinato ad essere accantonato per la constatata irrealizzabilità sotto il profilo dei costi e dei tempi di realizzazione;
nonostante l'abbandono del progetto e la mancata approvazione di un progetto alternativo, i lavori di ristrutturazione paiono proseguire;
l'occasione dei Mondiali di nuoto del 2009 sembrerebbe sia destinata a diventare il pretesto per commercializzare un'altra parte del Foro Italico e, al riguardo, il nuovo progetto presentato risulta essere ancora più invasivo del precedente; in particolare, questa ulteriore proposta di cementificazione dell'area potrebbe rappresentare un'autentica breccia per un suo futuro, un gravissimo snaturamento;
occorre compiere tutti gli sforzi necessari al fine di individuare le opportune soluzioni tecniche idonee a garantire la celebrazione dei Mondiali di nuoto e degli Internazionali di tennis, immaginando fin d'ora la realizzazione di un nuovo spazio - anche polifunzionale - per ospitare la prestigiosa manifestazione tennistica che per troppi anni è rimasta sacrificata in soluzioni rilevatesi improprie;
si tratta, in particolare di vagliare ulteriori ipotesi in grado di salvaguardare la vocazione sportiva e culturale di tutto il complesso monumentale, evitando aggressioni all'ambiente e rispettando la destinazione naturale dell'intero sito, prendendo in considerazione l'idea di delocalizzare alcuni impianti nelle aree adiacenti il Foro Italico;
un progetto di riqualificazione e di nuova impiantistica sportiva, per esempio, potrebbe riguardare l'area limitrofa di Tor di Quinto, luogo simbolo del degrado urbano e dell'insicurezza anche a causa dei noti tristi eventi delittuosi legati alla locale stazione ferroviaria -:
quali urgenti provvedimenti, nell'ambito delle proprie competenze e nel rispetto dell'autonomia regionale e comunale, intenda adottare al fine di riqualificare e valorizzare il complesso del Foro Italico;
se non ritenga opportuno intervenire affinché, nell'ambito delle iniziative che saranno realizzate in vista del 150o anniversario dell'Unità d'Italia del 2011, possano finalmente iniziare effettivi e non più rinviabili lavori di risanamento del complesso del Foro Italico, connessi a un'adeguata previsione di servizi di sorveglianza e di regolari opere manutentive;
se non ritenga opportuno impegnarsi affinché non venga data esecuzione ad ipotesi di trasformazione del Foro Italico che non siano rispettose dell'inestimabile valore storico e artistico del complesso monumentale razionalista nonché della vocazione sportiva che da esso scaturisce;
se non intenda attivarsi, in particolare, al fine di annullare il Protocollo di intesa per il recupero e la valorizzazione del Foro Italico sottoscritto il 28 settembre 2005 tra il Ministero dei beni e le attività culturali - Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici del Lazio, la Regione Lazio, il Comune di Roma e la CONI Servizi spa.
(4-02863)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:

BRANDOLINI, GOZI e MARCHIGNOLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
le Provincie, i Comuni, le Camere di Commercio, unitamente alle Associazioni economiche e sindacali, per far fronte alla grave e perdurante situazione di crisi economica, nella quale sono in forte aumento le situazioni di crisi aziendale e occupazionale - con un conseguente incremento della richiesta di accesso alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria e ai fondi di sostegno degli Enti bilaterali - sono impegnate a sottoscrivere

intese con le Banche per assicurare l'anticipazione dei trattamenti economici ai lavoratori, in attesa della liquidazione degli ammortizzatori sociali da parte dell'Inps e degli Enti bilaterali;
nella Provincia di Forlì-Cesena, il 26 gennaio scorso, al momento della sottoscrizione di un accordo, finalizzato all'adozione di misure e di interventi a sostegno dei redditi dei cittadini e delle famiglie, con il quale «Le banche si impegnano a rendere disponibili risorse per il sostegno al credito dei lavoratori collocati in cassa integrazione o interessati da altri ammortizzatori sociali, comprendenti l'adozione di specifiche forme di anticipazione in favore dei lavoratori delle somme dovute a titolo di integrazione guadagni, o attivazione di linee di credito pari alla differenza tra la retribuzione piena e l'indennità percepita», è emersa l'opportunità di sgravare i conti correnti a tal scopo istituiti dall'imposta di bollo, istituita con decreto del Presidente della Repubblica n. 642/72, che impone alle Banche di assoggettare a un bollo fisso trimestrale tutti i conti correnti, tale imposta - aumentata da ultimo dall'articolo 7 del decreto-legge 31 gennaio 2005 n. 7 - pesa per euro 8,55 a trimestre, quindi comporta un aggravio complessivo annuale pari a 34,20 euro su ogni conto corrente;
lo stesso Ministro nell'annunciare la firma al decreto sui «Tremonti bond» ha comunicato di aver inserito, fra le contropartite richieste alle Banche, l'impegno a favorire il credito alle famiglie ed in particolare ai lavoratori in cassa integrazione o percettori di disoccupazione -:
se il Ministro non intenda prevedere l'esenzione da tale imposta per i conti correnti attivati dagli Istituti di credito nell'ambito di Accordi istituzionali, come quello sottoscritto nella Provincia di Forlì-Cesena, che si configurino come forme di sostegno al credito a favore dei lavoratori in cassa integrazione o interessati da altri ammortizzatori sociali.
(5-01337)

Interrogazione a risposta scritta:

PIONATI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nella circolare n. 12/e l'agenzia delle entrate in merito all'articolo 30 del decreto-legge n. 185 del 2008 ha introdotto l'obbligo della comunicazione di dati e notizie per gli enti associativi;
in relazione alle disposizioni recate dell'articolo 30 del decreto-legge n. 185 del 2008, convertito dalla legge n. 2 del 28 gennaio 2009, l'Agenzia delle entrate, con la Circolare n. 12/E del 9 aprile 2009 ha fornito chiarimenti sulla portata della normativa in particolare, nel rilevare, al punto 1.2.1.2., che il comma 3-bis del medesimo articolo 30 esonera dall'onere della trasmissione dei dati e notizie, rilevanti sotto il profilo fiscale, gli enti associativi dilettantistici in possesso del riconoscimento ai fini sportivi rilasciato dal CONI che non svolgono attività commerciale, l'Agenzia delle entrate precisa che sono tenute all'invio dei dati e delle notizie le associazioni sportive dilettantistiche che, oltre all'attività sportiva dilettantistica riconosciuta dal CONI, effettuano cessioni di beni (ad esempio somministrazione di alimenti e bevande, vendita di materiale sportivo e gadget pubblicitari) e prestazioni di servizi (esempio prestazioni pubblicitarie, sponsorizzazioni) rilevanti ai fini dell'IVA e delle imposte sui redditi;
nel medesimo punto della Circolare n. 12/E viene, poi, precisato che l'onere della comunicazione dei dati grava anche sulle associazioni che effettuano operazioni strutturalmente commerciali anche se non imponibili ai sensi dell'articolo 148, terzo comma, del TUIR e dell'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972; trattasi delle operazioni cosiddette «decommercializzate», cioè di quelle relative ad attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti, di altre associazioni che svolgono la medesima attività e che per legge, regolamento, atto costitutivo o

statuto fanno parte di un'unica organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali. Rientrano tra dette operazioni anche le cessioni a terzi di proprie pubblicazioni cedute prevalentemente agli associati. Per le associazioni sportive dilettantistiche (ed altre), le predette attività non si considerano, per effetto del medesimo articolo 148, commerciali;
ancorché non richiamate espressamente nella Circolare n. 12/E, è da ritenere che tra le operazioni «decommercializzate» vadano ricomprese, secondo l'interpretazione dell'Agenzia delle entrate, anche quelle di cui all'articolo 37, comma 2, lettera a), della legge 21 novembre 2000, n. 342, che ha riformulato l'articolo 25 della legge 13 maggio 1999, n. 133, il quale articolo nel nuovo testo prevede, al comma 2, che non concorrono a formare il reddito imponibile delle associazioni sportive dilettantistiche, che optano o hanno optato per la legge n. 398 del 1991, senza che soccorra l'obbligo della sussistenza delle condizioni di occasionalità e saltuarietà, dei proventi realizzati nello svolgimento di attività commerciali connesse agli scopi istituzionali, e dei proventi realizzati per il tramite della raccolta pubblica di fondi effettuata in conformità all'articolo 143, comma 3, lettera a) dei TUIR. Unica condizione per l'applicazione della «decommercializzazione» è che il numero degli eventi dai quali scaturiscono i proventi di cui sopra non siano superiori a due in un anno e che il loro importo complessivo non superi euro 51.645,69. Detto importo non viene nemmeno computato ai fini della determinazione dei plafond di euro 250.000, tetto massimo per poter chiedere l'applicazione delle disposizioni di cui alla legge n. 398 del 1991;
l'assunto dell'Agenzia delle entrate contrasta con la disposizione dell'ultima parte del comma 3-bis dell'articolo 30, in quanto il non svolgimento di attività commerciali deve essere inteso nel senso che non assumono rilevanza tutte quelle attività che fiscalmente non concorrono alla determinazione del reddito come, appunto, quelle sopra enunciate;
poiché la mancata trasmissione del modello di comunicazione dei dati esclude dall'agevolazione di cui all'articolo 148, comma 1, del TUIR (detassazione delle quote associative ovvero dei contributi associativi), appare evidente che l'interpretazione dell'Agenzia delle entrate va ad ampliare la platea dei soggetti obbligati, platea costituita da una miriade di piccole associazioni che saranno gravate di un onere che, per la sua complessità, come, peraltro, è stato già anticipato dalla stessa Agenzia, potrà indurre in grave errore i soggetti interessati con perdita delle agevolazioni previste per lo sport dilettantistico -:
se non intenda assumere iniziative affinché venga precisato che l'onere della comunicazione dei dati venga limitato soltanto a quei soggetti che pongono in essere attività fiscalmente commerciali, fermo restando che nello specifico campo del dilettantismo sportivo, nella stragrande maggioranza dei casi, tutti i proventi, commerciali e non, sono destinati, e non sono mai sufficienti, ad una rilevante attività di interesse sociale, interesse che dovrebbe essere tra i primari tra quelli dello Stato, e che, invece, viene soddisfatto dalla meritoria opera dell'associazionismo sportivo dilettantistico.
(4-02860)

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GIUSTIZIA

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
con precedente interpellanza (atto Camera 2/00315) discussa nella seduta del 27 marzo 2009, si rappresentava la situazione relativa ad una inchiesta sulla sanità in corso da parte della Procura della Repubblica di Bari e che il 6 febbraio 2009

aveva portato, sulla base di semplice indiscrezione di agenzia di stampa, alle immediate dimissioni e ad altrettanto immediata sostituzione dell'assessore regionale pugliese alla Sanità, Alberto Tedesco;
all'indomani della sostituzione, l'assessore Tedesco dichiarava alla stampa che «chi ha fatto venir fuori la notizia aveva un obiettivo politico» senza essere un politico; e avrebbe avuto «accesso agli uffici giudiziari e al corso delle indagini» senza essere un magistrato;
nei giorni successivi, la stampa locale ha continuato a pubblicare notizie dettagliate (con tanto di nomi dei presunti indagati) relative ad una inchiesta apparentemente ancora solo presunta e per la quale nessuno sembrava aver ricevuto neanche avvisi di garanzia, tanto da indurre gli investigatori a dichiarare, sempre alla stampa, che quelle fughe di notizie avevano compromesso definitivamente l'inchiesta;
in seguito a tali reiterate pubblicazioni, il coordinatore della Dda di Bari, Marco Dinapoli, inviava una circolare ai pm dell'antimafia raccomandando loro di non ricevere più nei propri uffici i giornalisti e di non parlare con i cronisti neanche nei corridoi del palagiustizia, e il procuratore capo Marzano apriva un apposito fascicolo d'inchiesta per fuga di notizie ipotizzando il reato di rivelazione del segreto d'ufficio;
nella seduta pubblica del 27 marzo scorso alla Camera, il sottosegretario alla Giustizia, Casellati, rispondendo alla nostra interpellanza con cui chiedevamo se il Ministro non ritenesse indispensabile ed urgente avviare iniziative ispettive anche al fine dell'individuazione delle responsabilità in ordine alla rivelazione di indiscrezioni sull'inchiesta, dichiarava non esservi, all'epoca, spazio per una attività ispettiva del Ministero della Giustizia;
nonostante le iniziative avviate dalla Procura di Bari per tentare di arginare la fuga di notizie relative a questa inchiesta, dalla stampa locale si apprendono ulteriori dettagli in merito a perquisizioni, sequestri di atti, notifica di un avviso di garanzia all'assessore Tedesco. Peraltro la Repubblica Bari pubblica il testo letterale di una intercettazione telefonica tratta dalle indagini, tra l'assessore Tedesco e un imprenditore; ma anche un articolo in cui sono riportate frasi virgolettate attribuite al pm titolare dell'inchiesta, che appaiono chiaramente stralcio di atti investigativi. Allo stato attuale dell'inchiesta, per quanto è dato sapere, sia quelle intercettazioni sia altri atti, dovrebbero essere in possesso solo degli Uffici della Procura -:
se in presenza di reiterate e quotidiane pubblicazioni di ulteriori indiscrezioni sull'inchiesta in oggetto e alla luce della pubblicazione addirittura di intercettazioni telefoniche e contenuti di atti giudiziari che dovrebbero essere noti solo agli Uffici della Procura e su cui lo stesso Procuratore ha avviato un fascicolo per fuga di notizie, non ritenga a questo punto indispensabile ed urgente, avviare iniziative ispettive, anche al fine dell'individuazione delle responsabilità in ordine alla rivelazione di indiscrezioni sull'inchiesta.
(2-00366)
«Distaso, Franzoso, Fucci, Sisto, Lazzari».

Interrogazione a risposta scritta:

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
con atto ispettivo n. 4-01174 del 29 settembre 2008, l'interrogante, nel denunziare i risvolti giudiziari che hanno portato alla condanna in primo grado dell'imprenditore Raffaele Vrenna di Crotone, ha posto una richiesta specifica sulla di lui moglie Comito Patrizia, impiegata presso la Procura della Repubblica di Crotone;
l'imprenditore Vrenna, al momento della condanna, era comproprietario con il fratello Giovanni della Società «Sovreco SpA», con partecipazione diretta al capitale sociale di ben 6 società miste sparse

in tutta la Calabria e con qualche legame anche in Campania, tutto nel settore di gestione dei rifiuti;
dopo la condanna in primo grado, riportata dal Vrenna nel processo «Puma», sono state cedute tutte le sue quote di partecipazione nella Società «Sovreco», «Salvaguardia Ambientale», «Mida» e «Football Club Crotone»;
i beneficiari, delle citate cessioni risultano i suoi familiari, tra i quali la moglie Comito Patrizia, che avrebbero creato una nuova società che a tutt'oggi non ha ottenuto il rilascio della certificazione Antimafia;
la signora Comito Patrizia continua però a ricoprire incarichi importanti presso la Procura della Repubblica di Crotone, attendendo alle misure di prevenzione e al protocollo informatico -:
se non ritenga urgentemente assumere ogni iniziativa di competenza perché si avvii la procedura di trasferimento dalla Procura di Crotone, per incompatibilità ambientale, della signora Comito Patrizia, moglie di Raffaele Vrenna ed azionista delle società delle quali il marito era proprietario prima della condanna.
(4-02861)

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INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

DI BIAGIO, MUSSOLINI, GRANATA, FRASSINETTI, MURGIA, PELINO, PAGLIA, VERSACE, MOFFA, ANTONINO FOTI, DE ANGELIS, SAGLIA e PICCHI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il sisma che ha coinvolto lo scorso 6 aprile la regione Abruzzo, ed il conseguente sciame sismico, hanno rappresentato un dramma indescrivibile per il nostro Paese, segnatamente sotto il profilo umano. Nella sciagura hanno perso la vita circa 300 persone, di cui 20 cittadini stranieri, molti sono attualmente i feriti e circa 30.000 sono i cittadini aquilani e dei paesi coinvolti, che hanno perso la loro casa, i loro beni e i loro riferimenti;
in questa triste escalation, sia i media che le istituzioni sono stati avari nell'elargire dati ed informazioni circa la situazione dei cittadini stranieri, residenti nelle zone coinvolte dagli eventi sismici, che hanno perso la vita tra le macerie delle proprie case o che hanno perso la casa e il lavoro;
i dati attestano a circa 4.000, di cui quasi 600 minorenni, gli stranieri residenti nella zona dell'epicentro del sisma che ha colpito l'Abruzzo;
molti cittadini stranieri residenti nei territori della provincia di L'Aquila provengono da Paesi extracomunitari. Considerando, infatti, soltanto le prime dieci comunità più numerose, il 53,6 per cento dei residenti proviene da un Paese non comunitario;
la presenza femminile è più marcata rispetto ad altre aree dell'Italia sia fra le cittadine comunitarie (63 per cento) che fra quelle non comunitarie (56,3 per cento);
le attività lavorative dove si registra una maggiore occupazione sono per le donne relative alla cura della persona, in particolare degli anziani, e per gli uomini nell'agricoltura e nella piccola industria;
segnatamente da più parti è stato lodato l'impegno e l'abnegazione delle tante donne straniere che sono rimaste accanto agli anziani che custodivano sia durante i momenti critici del sisma sia nei giorni immediatamente successivi, malgrado il sussistere di disagi ampiamente documentati dagli organi di informazione;
lo stato di calamità naturale, riconosciuto dal Governo, ha imposto il blocco delle attività produttive con la conseguente perdita del posto di lavoro anche per centinaia di lavoratori stranieri;

la vigente normativa in materia di immigrazione impone come condizione per la permanenza regolare nel nostro Paese, il possesso di un regolare contratto di lavoro;
il SEI UGL, Sindacato emigrati immigrati, ha denunciato il rischio che in seguito alla perdita del posto di lavoro centinaia di cittadini stranieri si ritroveranno in una situazione di illegalità con drammatiche conseguenze sotto il profilo umano e con conseguente impoverimento del tessuto produttivo e sociale -:
quali iniziative si intendano porre in essere per scongiurare l'espulsione dei cittadini stranieri non comunitari residenti nelle aree interessate dal sisma e che, a causa di esso, hanno perso il lavoro;
se sia previsto il rilascio di un permesso di soggiorno con motivazioni umanitarie per i cittadini stranieri non comunitari coinvolti che hanno perso il lavoro;
se il Governo si sia adoperato per assicurare il rientro nei Paesi di origine delle salme dei circa venti cittadini stranieri deceduti a causa del terremoto.
(4-02852)

BELLANOVA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel corso degli ultimi giorni si sono verificati nella provincia di Lecce una serie di eventi delittuosi di rilevante gravità che hanno destabilizzato la popolazione salentina;
la notte tra il 18 e il 19 aprile 2009 a Lecce veniva fatto esplodere un ordigno artigianale ai danni della videoteca «Cinemastore» nel quartiere Santa Rosa provocando ingenti danni al locale e persino ai balconi del primo piano dello stabile;
la notte tra il 19 e il 20 aprile 2009 un incendio doloso ha distrutto almeno due scaffali di merce e devastato l'ingresso del supermercato «Centro spesa» nel quartiere Stadio. Nella stessa notte le auto di un imprenditore di Lecce e di un imprenditore di Racale sono state oggetto di atto incendiario e seriamente danneggiate;
la notte tra il 21 e il 22 aprile quattro auto sono state incendiate in tre punti diversi della provincia: due a Lecce, una ad Alliste ed una quarta a Gallipoli;
gli episodi su richiamati, letti unitamente a quelli verificatisi negli ultimi mesi nelle principali province della Regione Puglia per i quali risulta già depositata una precedente interrogazione parlamentare, destano non poche preoccupazioni tra la popolazione salentina segnando l'inizio di una nuova stagione della criminalità organizzata -:
se e quali iniziative il Ministro dell'interno intenda porre in essere per accertare le cause di tali episodi e garantire la sicurezza a quella parte sana della società civile che ha diritto ad essere protetta.
(4-02859)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

BRAGA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'assegnazione degli organici alle scuole primarie per l'anno 2009/2010 vede pesantemente penalizzata la provincia di Como, rispetto alle altre province lombarde;
in provincia di Como vengono tagliati 129 posti, con una riduzione del 5,99 per cento, un dato oltre tre volte più alto della media regionale (-1,89 per cento);
l'iniquità della scelta operata appare ancora più evidente se si tiene conto che Como è da molti anni una delle province in cui il numero di docenti di scuola primaria in rapporto agli alunni è tra i più bassi e comunque inferiore alla media regionale: 8,6 docenti ogni 100 alunni

contro i 9,7/100 di Milano, gli 8,8/100 di Lecco, i 9,4/100 di Lodi, i 9/100 della media regionale;
la provincia di Como, sotto il profilo dell'utilizzo delle risorse, è sempre stata virtuosa, razionalizzando tutto il possibile, fornendo col 20 per cento di insegnanti in meno un servizio quasi equivalente a quello del tempo pieno diffuso in altre realtà (Milano, Lodi) che assorbono per questo molte risorse in più;
il taglio di organici comporterà, oltre alla penalizzazione del servizio in tutte le scuole primarie della provincia, anche l'impossibilità di garantire la sorveglianza da parte dei docenti al servizio mensa; di conseguenza l'onere ed il costo del servizio di sorveglianza finirà per ricadere sui Comuni, già in forte difficoltà a garantire adeguati livelli ai servizi di propria competenza, o direttamente sulle famiglie, i cui redditi sono già pesantemente ridotti dalla crisi economica in atto;
gli effetti dei tagli previsti, se confermati, metteranno a serio rischio la qualità dell'offerta educativa nella provincia, soprattutto nelle scuole che operano in aree disagiate sotto il profilo sociale e territoriale, nonché dove sono inseriti molti alunni stranieri, nonostante lo stesso Decreto Interministeriale sugli organici afferma all'articolo 1 che «le consistenze delle dotazioni organiche debbano tener conto delle caratteristiche geomorfologiche dei territori interessati» e che la Circolare Ministeriale n. 38/2009 più volte richiama «le specifiche esigenze dei comuni montani ...e dei contesti con un rilevante numero di alunni con cittadinanza non italiana»;
lo stato di preoccupazione per il sistema scolastico provinciale è aggravato dalla ventilata ipotesi di soppressione dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Como, con accorpamento a quello di Varese, scelta che rischierebbe di determinare un ulteriore indebolimento della realtà comasca rispetto al quadro di riferimento regionale -:
quali criteri siano stati utilizzati dall'Ufficio scolastico regionale per l'assegnazione degli organici alle scuole primarie della Provincia di Como;
se non si ritenga opportuno rivedere le scelte compiute a riguardo, in ragione di un efficace riequilibrio nell'attribuzione di organico agli istituti scolastici della Provincia di Como, al fine di garantire un'adeguata qualità dell'offerta educativa e scongiurare un'eccessiva penalizzazione della realtà comasca rispetto alla media regionale.
(5-01333)

RIVOLTA, NICOLA MOLTENI e GOISIS. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
le scuole primarie della Regione Lombardia avrebbero subito l'1,89 per cento dei tagli di personale docente;
l'organico docente di diritto assegnato alle scuole primarie della provincia di Como per l'anno 2009/2010 risulterebbe essere di circa 2.065, rispetto all'organico di diritto assegnato nell'anno scolastico 2008/2009 (2.152);
con la predetta riduzione (87 posti), corrispondente alla percentuale del 4,04 per cento, il rapporto docenti/classi sarebbe di 1,518, molto al di sotto delle percentuali registrate nelle altre province lombarde;
in particolare: in 9 istituti/Circoli la percentuale di riduzione dell'organico supererebbe il 10 per cento; in 6 istituti/Circoli la percentuale di riduzione dell'organico sarebbe pari o superiore al 7 per cento; in un istituto individuato come area a rischio, a seguito dell'aumento di iscrizioni di alunni stranieri (49 per cento), la predetta riduzione di personale docente supererebbe addirittura il 15 per cento; i tagli di organico n. 26 Istituti/Circoli su 55

comporterebbero un esubero di personale titolare che varierebbe da 1 a 6 unità, corrispondenti a 62 docenti «perdenti posti», messi in mobilità;
le iscrizioni degli alunni nelle scuole primarie della provincia in parola aumenteranno di circa 400 unità;
la provincia di Como è caratterizzata da condizioni geo-morfologiche particolari. Numerosi comuni sorgono in zone montane;
l'articolo 1 dello schema di decreto interministeriale recante «disposizioni, per l'anno scolastico 2009/2010, in ordine alla rilevazione delle dotazioni di organico del personale docente, alla relativa quantificazione a livello nazionale e regionale, ai criteri di ripartizione da adottare con riferimento alle diverse realtà provinciali e alle singole istituzioni scolastiche», all'articolo 1, comma 2, tiene conto delle specifiche esigenze dei comuni montani, delle piccole isole, delle aree geografiche particolarmente esposte a situazioni di disagio e precarietà, comprese quelle edilizie, nonché dei contesti con un rilevante numero di alunni con cittadinanza non italiana -:
se non ritenga opportuno rivedere i criteri di quantificazione previsti per le scuole primarie della provincia di Como, in un'ottica di maggiore coerenza con la realtà socio - territoriale dei comuni comaschi, nonché per poter garantire il mantenimento del tempo prolungato.
(5-01335)

Interrogazione a risposta scritta:

ZACCHERA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
in data 15 aprile il dirigente della scuola primaria di Pogno (Novara) avrebbe allontanato il parroco del paese dai locali della scuola per impedirgli di benedire - come ogni anno - i locali della scuola e gli allievi;
il sacerdote, tenendo conto della presenza di alcuni bambini musulmani allievi della stessa (peraltro perfettamente inseriti nel contesto delle classi) era assolutamente disponibile a trovare forme che non offendessero la religiosità dei piccoli, ma non gli sarebbe stato comunque concesso di procedere;
la questione ha suscitato vivo scalpore in zona e proteste da parte di molti genitori e anche di insegnati, turbati da questo episodio -:
se si reputi corretto l'atteggiamento tenuto dal Dirigente scolastico o motivata la richiesta del Parroco, che sempre si era così comportato in passato;
se il Ministero non ritenga opportuno chiarire come ci si debba comportare in argomento e in casi analoghi ad evitare la nascita di ulteriori dispute in futuro;
se sia corretto che per non urtare l'eventuale suscettibilità di pochi allievi (che peraltro, nel caso di specie, non avevano sollevato alcuna obiezione, né i loro genitori) si debba impedire un gesto di benedizione che fa parte delle tradizioni italiane e che in molte località avviene da secoli sia a locali pubblici che privati.
(4-02851)

TESTO AGGIORNATO AL 6 MAGGIO 2009

...

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CAZZOLA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nel mese di marzo 2009 la Federagenti CISAL, Associazione Autonoma Agenti, Rappresentanti e Intermediari del Commercio, inviava al Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministero dell'economia e dello sviluppo economico, alla Commissione parlamentare di controllo degli enti gestori di forme di previdenza e al Garante per la concorrenza nel Mercato, una petizione sottoscritta da numerosi associati con la quale, tra l'altro, si rappresentava lo stato di attuazione dell'accordo programmatico

sulla situazione dell'Enasarco siglato nel maggio del 2007 presso il Ministero del Lavoro e si esprimevano preoccupazioni sui provvedimenti adottati dall'Enasarco in materia di investimenti e dismissione del patrimonio immobiliare dell'Ente;
i sottoscrittori della petizione segnalavano inoltre come siano obbligati per legge a versare importi contributivi, sia all'Inps che all'Enasarco e che l'1 per cento versato a quest'ultimo ente è a fondo perduto;
i sottoscrittori inoltre segnalavano che il rendimento dei contributi versati non appare in linea con gli standard di riferimento e che l'Enasarco, stando agli studi attuariali, sarebbe propensa a bloccare il rendimento dei montanti contributivi al 3 per cento, incamerando il rendimento maggiore a fondo perduto, e a rivedere i coefficienti di trasformazione con il rischio di una diminuzione degli importi corrisposti a titolo di pensioni -:
quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato al fine di dare piena attuazione al protocollo del maggio 2007 siglato con le parti sociali presso il Ministero del lavoro anche al fine di garantire un appropriato livello delle prestazioni previdenziali agli iscritti all'Enasarco attraverso un corretto adeguamento del montante contributivo allineandolo a quello applicato da altri Istituti e forme di previdenza obbligatorie e, quali iniziative normative intenda il Ministro interrogato assumere per risolvere il problema della doppia contribuzione obbligatoria che, alla luce di quanto rappresentato nella petizione, resta un'anomalia propria della categoria, anche in relazione del fatto che non è sempre possibile agli iscritti conseguire i trattamenti Enasarco in conseguenza dei requisiti richiesti.
(5-01336)

CAZZOLA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nel mese di marzo 2009 la Federagenti CISAL Associazione Autonoma Agenti, Rappresentanti e Intermediari del Commercio, inviava al Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, ai Consiglieri di Amministrazione della Fondazione Enasarco e alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, una petizione sottoscritta da numerosi associati con la quale si rappresentava che: «I sottoscritti, agenti e rappresentanti di commercio, in attività o pensionati, iscritti alla Fondazione Enasarco, sono venuti a conoscenza dalla trasmissione televisiva Ballarò e dalla stampa nazionale del fatto che ben tre componenti dell'attuale consiglio di amministrazione non avrebbero mai esercitato l'attività di agente e rappresentante di commercio, né sono pensionati Enasarco, come prescritto a pena di decadenza dal combinato disposto degli articoli 8 e 16 dello statuto vigente. I sottoscritti fanno rilevare che, anche ai sensi del combinato disposto degli articoli 8 e 17 dello statuto, le associazioni maggiormente rappresentative hanno titolo a designare gli amministratori di parte agente scegliendoli esclusivamente tra soggetti in possesso del requisito di professionalità che è dato dallo svolgimento dell'attività di agenzia o rappresentanza commerciale o dall'essere pensionati Enasarco» -:
quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato al fine di verificare il regolare possesso, da parte degli attuali componenti del Consiglio di amministrazione della Fondazione Enasarco, dei requisiti statutari di accesso alla carica di Consigliere, al fine di garantire il pieno rispetto dello Statuto della Fondazione Enasarco e quali provvedimenti intenda assumere lo stesso Ministro interrogato qualora a seguito dell'attività di verifica risultassero fondate le denunce effettuate.
(5-01338)

LO PRESTI e CAZZOLA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'Inps ha portato a compimento, in questo ultimo decennio e nel 2008, un

profondo percorso di cambiamento organizzativo, culturale, tecnologico e patrimoniale;
i processi di programmazione elaborati per l'anno 2009 si caratterizzano, infatti, sia da una forte spinta all'applicazione e al consolidamento di innovazioni tecnologiche ed informatiche (rilascio di nuovi applicativi e potenziamento dei supporti di hardware e di rete) sia da interventi di natura organizzativa ed informativa che modificano profondamente le prassi operative ed i comportamenti gestionali puntando alla creazione di ambienti consoni a realizzare le condizioni ottimali per il conseguimento di obiettivi di efficienza, trasparenza ed efficacia dei servizi resi;
per l'Inps e per gli altri enti di previdenza, a dimostrazione della considerazione che suscitano da parte sia del governo che dell'opinione pubblica in genere, l'esecutivo ha previsto per quest'anno la disapplicazione della legge n. 133 del 2008 proprio per la finalità per la quale la stessa disposizione legislativa è stata introdotta, ossia il voler ancorare la disapplicazione, per il 2009, delle disposizioni speciali che prevedono risorse aggiuntive dei fondi per il finanziamento della contrattazione integrativa, al riordino della materia del trattamento accessorio rivolta a definire una più stretta correlazione di tali trattamenti alle maggiori prestazioni lavorative ed allo svolgimento di attività di rilevanza istituzionale che richiedono particolare impegno e responsabilità, così come, peraltro, previsto dall'articolo 45 del decreto legislativo n. 165 del 2001, «Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche»;
l'Inps, già da molti anni, ha legato l'erogazione dei trattamenti accessori a criteri di produttività collettiva così come indicato al punto b) dell'articolo 45 sopra citato, collegando l'effettiva erogazione del trattamento all'apporto individuale del singolo dipendente. Nei contratti collettivi integrativi che si sono susseguiti nel tempo sono stati individuati obiettivi di erogazione delle prestazioni sia in termini quantitativi che qualitativi di «correntezza» di alcune prestazioni, nonché obiettivi di progetto (piani di azione) legati a processi di cambiamento e di innovazione tecnologica ed organizzativa opportunamente misurati attraverso rilevazioni ad hoc;
il livello delle prestazioni istituzionali viene valutato anche in termini di efficienza/produttività tecnica sulla base di indicatori di efficienza calcolati sia in relazione alle singole prestazioni, che di processo nonché di struttura o sede. Il sistema degli indicatori tiene conto del personale impiegato nelle linee di processo nonché di tutto il personale in servizio presso la sede operativa in maniera tale che l'efficienza delle struttura possa essere valutata, a prescindere dai periodi di assenza dei dipendenti;
l'Inps ha, inoltre, completato il percorso di riordino e potenziamento dei meccanismi dei controlli interni previsti dal decreto legislativo n. 286 del 1999 e ha già provveduto, con riferimento alla dirigenza, all'adozione di un sistema di valutazione, quale presupposto al configurarsi di ipotesi di responsabilità dirigenziale in caso di risultati negativi dell'attività amministrativa e della gestione o di mancato raggiungimento degli obiettivi valutati con sistemi e garanzie previsti dalle normative vigenti;
parallelamente a questo percorso di oggettiva efficienza organizzativa a cui va il nostro plauso di cittadini fruitori di servizi e di contribuenti che partecipano ai costi per erogare gli stessi, l'Inps ha subito una costante e progressiva flessione della consistenza del proprio personale per l'effetto delle disposizioni normative di blocco delle assunzioni che si sono succedute al fine di contenere la spesa pubblica;
mentre aumenta il livello di efficienza e diminuisce il personale, aumentano le competenze dell'Istituto quali, tra le ultime il trasferimento delle funzioni relative alle Commissioni mediche di verifica

dal Ministero dell'economia e il trasferimento dei servizi erogati dalla Cassa di previdenza per l'assicurazione degli sportivi (Sportass), da poco soppressa, a cui si sono aggiunti nel 2009 la gestione dell'acquisizione delle domande di Bonus fiscale e della Carta acquisti, ed il Piano Straordinario di Verifica delle Invalidità Civili;
nonostante l'istituto abbia proceduto, giustamente a giudizio degli interroganti, ad un progressivo contenimento delle dotazioni organiche, si è verificato un incremento costante dello scostamento della consistenza del personale rispetto all'organico, da un -0.17 per cento nel 1998 si è passati ad un -15,33 per cento del 2008;
con l'applicazione della legge n. 133 del 2008 lo scostamento si riduce ad un -7,84 decreto legislativo nel 2008;
mentre la missione istituzionale dell'Inps si è sempre più ampliata a seguito di interventi legislativi, l'efficienza e la qualità dei servizi erogati deve necessariamente essere accompagnata da una oculata gestione delle risorse umane;
la flessione della consistenza del personale riguarda tutte le qualifiche e le posizioni economiche, ma l'area C ha subito nello stesso periodo un fenomeno a prima vista contraddittorio: un addensamento e un contestuale decremento di personale dovuto alla elevata età media dello stesso e al conseguente raggiungimento dei requisiti pensionabili;
questo personale svolge il maggior carico di lavoro, per cui un suo ulteriore decremento costituirebbe un irreparabile danno che pagherebbero nell'immediato soltanto pensionati e lavoratori;
in base ad un semplice calcolo basato sulla consistenza del personale, sull'età media dello stesso e sui requisiti pensionistici, nei prossimi tre anni a venire l'istituto perderà circa 6500 unità, 1800 nel 2008, 1600 nel 2009, 2000 nel 2010 e 1100 nel 2011, tra i più qualificati, esperti e meglio professionalizzati;
gli organi di vertice dell'Inps, in questi ultimi anni, hanno fatto ogni possibile sforzo per evitare che questo tracollo di personale ricadesse sull'efficienza dei servizi erogati attraverso le procedure di mobilità interenti ed i pochi concorsi esterni banditi per poche centinaia di posti;
nel mese di gennaio di quest'anno, si sono svolte le prove delle selezioni interne di riqualificazione del personale dell'Istituto a cui hanno partecipato più di venti mila dipendenti. Un vero e proprio concorso per titoli ed esami che ha riguardato tutte le aree professionali,
a giudizio dell'interrogante, sollecitato in questo dal Coordinamento nazionale Inps della Uil p.a., dall'Ugl-Fedep e dalla Cisl FP-Inps, sono numerose le azioni che si dovranno intraprendere per evitare il collasso organizzativo dell'Inps;
innanzitutto bisognerebbe dare seguito in tempi brevissimi ai nuovi inquadramenti professionali a seguito della conclusione delle selezioni interne svoltesi a gennaio di quest'anno;
vi sono due concorsi banditi, uno per 50 posti da B1 ed secondo per 108 da C1, non ancora espletati che sono stati rinviati per ben tre volte che occorre definire in tempi brevissimi;
anche se ambedue le iniziative fossero definite in tempi brevi, rimane per il 2009 ed il 2010 una situazione di organico al limite del collasso ed occorrerebbe bandire almeno altri due o tre concorsi per aree e funzioni, sia per gli amministrativi che per gli ispettori;
a giudizio dell'interrogante inoltre, bisognerebbe autorizzare, visti i vincoli normativi vigenti, l'Inps ad assumere tutti gli idonei alle selezioni interne, soprattutto quello relativo al passaggio tra le aree B e C, vale a dire il personale interessato alla posizione C1;
per risolvere il problema delle mansioni superiori, che sta causando innumerevoli procedimenti giudiziari davanti al

giudice del lavoro e che vedono l'istituto soccombere regolarmente, è opportuno che tutti gli idonei alle selezioni per le posizioni A2 e B2 vengano inquadrati in quelle posizioni con la stessa decorrenza prevista per i vincitori e cioè il 31 dicembre 2006, e prevedere, già a partire da quest'anno, il percorso di riqualificazione di tutto il personale dell'Area A verso l'Area B in tempi certi, anche apportando le opportune modifiche al fabbisogno organico di personale dell'Area B;
per quanto riguarda le selezioni all'interno dell'Area C, quella con il maggior numero di personale e quella con le migliori professionalità, la spina dorsale dell'istituto, sempre secondo gli odierni interpellanti ed in base a quanto sostengono la Uilpa-Inps, la Ugl Fedep e la Cisl FP-Inps, si dovrebbero inquadrare al 1o gennaio 2008 tutti gli idonei che vanno a ricoprire i posti resisi vacanti al 31 dicembre 2007, si dovrebbero inquadrare al 1o gennaio 2009 i restanti idonei rispetto ai posti resisi ulteriormente vacanti al 31 dicembre 2008, e prevedere una sessione unica di selezione per l'attribuzione di Posizioni organizzative, vacanti al 31 dicembre 2008, per i neo C4, secondo la disciplina del CCNI vigente -:
quali iniziative intenda adottare il Ministro interpellato per risolvere le problematiche esposte in premessa.
(5-01340)

BELLANOVA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'emittente radiofonica Radio Popolare Salento (ex PrimaVeraRadio) edita da PrimaVeraRadio s.r.l trasmette notiziari di informazione, trasmissioni e pubblicità di carattere nazionale. Alcuni prodotti editoriali e inserzioni provengono da Popolare Network di Milano nel cui circuito PrimaVeraRadio, rinominata poi Radio Popolare Salento, è entrata a far parte dal 1996. Accanto all'informazione ed alla pubblicità del Network, la redazione di Radio Popolare Salento produce anche informazione locale attraverso le sue sedi di Taranto e Lecce;
in data 9 dicembre 2008 sembrerebbe che alcuni lavoratori dell'emittente radiofonica Radio Popolare Salento con sede in Puglia abbiano ricevuto a mezzo «raccomandata a mano» la comunicazione della cessazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato part-time nella missiva veniva giustificato «per sole motivazioni aziendali [...] ai sensi dell'articolo 24 del C.C.N.L. di categoria applicato (AERANTI)» e fatto decorrere a partire dal 31 dicembre 2008;
l'interruzione del rapporto di lavoro ha coinvolto simultaneamente tutti i lavoratori in possesso di un regolare contratto di lavoro (n. 5 redattori) già creditori di numerose spettanze arretrate ed in attesa di ricevere documentazione contabile dei pagamenti a partire dal febbraio 2008 incluso;
dopo l'ultima busta paga ricevuta e firmata dai lavoratori, risalente al gennaio 2008, pare che la società editrice abbia provveduto ad erogare ai lavoratori, come retribuzione del lavoro svolto, denaro contante in quantità inferiore al netto presente nella busta paga di gennaio e per altro con alcuna cadenza regolare;
la situazione debitoria da parte dell'editore nei confronti dei redattori in Puglia riguarda anche le retribuzioni di alcuni mesi dell'anno 2007. Il pagamento di queste somme fu congelato dall'editore dell'allora PrimaVeraRadio a causa sempre di una supposta crisi economica della società editrice che ha portato, poi, al cambio di nome della testata radiofonica da PrimaVeraRadio a Radio Popolare Salento;
alcuni lavoratori, peraltro, a seguito dell'invio della domanda di indennità di disoccupazione all'Istituto Nazionale di Previdenza Statale, sede di Lecce, hanno riscontrato delle irregolarità da ricondurre al mancato versamento, per alcuni periodi lavorativi, dei contributi previdenziali ed

assicurativi nonostante l'attività lavorativa non fosse mai stata interrotta, rendendo ciò l'istanza presentata dal lavoratore non ammissibile;
i suddetti lavoratori hanno poi denunciato quanto accaduto all'Istituto Nazionale di Previdenza Statale ed hanno congiuntamente richiesto all'Ente un intervento per il recupero dei contributi previdenziali ed assicurativi;
attualmente i redattori dell'emittente con sede in Puglia sono ancora in attesa del saldo delle spettanze e delle buste paga relative al periodo ottobre-dicembre 2007, compresa la tredicesima mensilità, oltre agli arretrati dei mesi di ottobre-dicembre 2008 inclusa la tredicesima mensilità e l'indennità di metà anno;
sembrerebbe che l'emittente radiofonica, nonostante abbia proceduto ad un licenziamento in massa dei lavoratori a causa della presunta impossibilità dell'azienda di sostenere i costi dell'attività ordinaria, continui ad oggi la propria attività mantenendo sedi e frequenze;
sembrerebbe, inoltre, che Radio Popolare Salento abbia accesso a finanziamenti pubblici statali, cosiddetti MAG, che annualmente sono destinati alla proprietà dell'emittente società PrimaVeraRadio srl di Taranto -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno intervenire con estrema urgenza per accertare i fatti esposti avviando le necessarie verifiche ai fine di tutelare i lavoratori di Radio Popolare Salento che da mesi vedono calpestati i propri diritti.
(5-01341)

Interrogazioni a risposta scritta:

MINARDO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il fenomeno del randagismo nel Sud Italia ed in particolare nella regione Sicilia ha assunto i tratti di una vera e propria emergenza in quanto i cani inselvatichiti vaganti costituiscono un rischio concreto per l'incolumità dei cittadini e per la loro salute;
i tristi episodi verificatisi recentemente nel territorio della provincia di Ragusa ne sono, purtroppo, una drammatica dimostrazione;
l'entità del fenomeno impone la predisposizione pronta e concertata di programmi d'intervento necessari a contenere le dimensioni del degrado legato al randagismo e, dunque, nell'immediato al superamento dell'emergenza;
secondo quanto si apprende da fonti di stampa, il Governo nazionale insieme al Governo regionale si sta occupando della elaborazione di un piano di emergenza per far fronte ai problemi legati al fenomeno del randagismo nella Regione Sicilia;
tuttavia risulta che i Comuni, amministrazioni locali direttamente competenti insieme alle Regioni in materia di randagismo, ed in particolare quelli interessati maggiormente dall'emergenza come i Comuni della Provincia di Ragusa, non siano stati al momento né consultati né in alcun altro modo coinvolti nell'elaborazione del suddetto piano;
a tal riguardo occorre considerare che proprio nel territorio della provincia di Ragusa le amministrazioni locali d'intesa con le associazioni animaliste e gli operatori sanitari stanno valutando da più tempo soluzioni concrete volte al superamento dell'emergenza che però risultano inattuabili per carenza di fondi -:
se risponda al vero la notizia della elaborazione in corso di un piano d'emergenza randagismo da parte del ministro interrogato d'intesa con l'amministrazione regionale siciliana di ed in caso positivo a quale stadio sia la predisposizione del suddetto piano e quali siano le misure in esso contenute;
se non ritenga opportuno coinvolgere tutte le amministrazioni locali nei cui territori di competenza il fenomeno del randagismo si configura come una

vera e propria emergenza al fine di approntare soluzioni immediate, efficaci e condivise finalizzate al superamento dei problemi legati al fenomeno del randagismo in Sicilia.
(4-02853)

BRIGUGLIO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
si sta assistendo a un progressivo smantellamento di strutture e servizi sanitari nella zona Jonica della provincia di Messina;
dopo la chiusura dei presidi di guardia medica di Santa Teresa di Riva, di Savoca e di Taormina, è stata stabilita la soppressione del laboratorio di analisi del Poliambulatorio di Sant'Alessio Siculo (Messina), in ottemperanza al decreto dell'assessorato alla sanità della regione Sicilia, pubblicato sulla GURS parte I n. 8 del 20 febbraio 2009;
in nome di un non ben definito risparmio economico si va a colpire un bacino di utenza che si estende a tutto il comprensorio della Valle d'Agrò, che comprende diverse decine di migliaia di persone con l'eliminazione di una struttura che in oltre 12 anni di lavoro continuativo ha erogato milioni di prestazioni, di cui circa settantamila solo nell'anno 2008 nei confronti dei quasi diecimila pazienti esterni che l'hanno scelta come laboratorio di riferimento, e ciò sia nei periodi di normalità, sia nei periodi «difficili», prodotti dalla chiusura dei laboratori privati, rappresentando in quel momento l'unico laboratorio convenzionato a cui l'utenza poteva fare riferimento tra Messina e Taormina per tutti i pazienti del comprensorio, che hanno continuato anche in seguito ad afferirvi;
nel momento in cui si dovesse ripresentare un'emergenza di questo tipo questi utenti, evidentemente classificati «di serie B», non avranno più la possibilità di effettuare i controlli ematochimici dovendosi accontentare di un punto prelievi privo di medici specialisti e di personale tecnico qualificato a cui rivolgersi per ogni tipo di chiarimento ne più ne meno di un semplice centro di smistamento oppure di pagare per intero le prestazioni sanitarie alle strutture private come già in questo momento si sta verificando nel comprensorio;
è da considerare inoltre che tutti quei pazienti in terapia cronica il cui esito deve giungere in poche decine di minuti per permettere la corretta somministrazione della terapia, quali i cardiopatici, i diabetici, i pazienti ematologici con anemie gravi, i pazienti neoplastici in terapia antiblastica, dovranno rinunciare a questo importante servizio in quanto con il declassamento a punto di prelievo non sarà più possibile l'esecuzione degli esami direttamente nella struttura ma si dovrà disporre l'invio del sangue presso ospedali distanti decine di chilometri, con conseguente allungamento dei tempi di consegna rendendo impossibile il controllo del dato di laboratorio che non dovesse risultare congruo;
è inoltre da osservare che la chiusura del laboratorio non porterà alcun risparmio sui costi in quanto dovrà essere allestito un servizio di trasporto dei campioni che genererà costi altissimi, verosimilmente molto più alti di quelli derivati dall'esecuzione dei prelievi nella struttura;
per quel che riguarda quella parte di utenza proveniente direttamente dagli ambulatori specialistici specialistici ospitati nello stesso presidio, quali la cardiologia, l'urologia, la reumatologia, l'endocrinologia, la diabetologia, la medicina sportiva e la guardia medica turistica nei mesi estivi, deve essere altresì valutato che nei confronti di questi pazienti il laboratorio ha erogato prestazioni di alta qualità in tempi brevissimi dando preziose indicazioni circa la prescrizione di una pronta ed efficace terapia a tutto vantaggio degli utenti con notevole contenimento della spesa grazie all'alternativa a inutili ospedalizzazioni;
è evidente quindi che la chiusura del laboratorio di S. Alessio Siculo ai fini del

rientro della spesa sanitaria si rivelerà l'ennesimo buco nell'acqua che porterà solo disagi alla popolazione e nessun beneficio economico concreto;
da parte di sindaci, amministratori locali, forze sociali e cittadini sono state attivate forme di mobilitazione e protesta, compresa una spontanea petizione popolare mediante la raccolta di firme che ha ottenuto sino a questo momento un consenso plebiscitario;
in fine va valutato il fatto che, secondo quanto citato dallo stesso decreto che dispone la chiusura di 20-25 laboratori pubblici e la riconversione degli stessi in punto prelievi, è necessario considerare che il Laboratorio di S. Alessio Siculo con le sue settantamila prestazioni, vanta posizioni di ottimizzazione superiori a circa quaranta laboratori tra quelli citati nel predetto per cui, considerata anche la posizione orografica del laboratorio nel territorio che lo rende di fatto unico laboratorio pubblico nel comprensorio tra Messina e Taormina (circa 60 chilometri di territorio), in confronto a molte altre strutture con numero inferiore di prestazioni ed attorniate da numerose alternative pubbliche e private, si rende più evidente come la sua chiusura sia ancor più grave e di grande impatto negativo sulla salute pubblica e sui costi che si abbattono sulla collettività. Con particolare incidenza negativa sui diritti e sulla qualità della vita delle Comunità locali e delle categorie a rischio (anziani, malati cronici, portatori di handicap, eccetera) e famiglie meno abbienti;
la soppressione della struttura pregiudica in modo grave o il diritto a livelli essenziali di assistenza costituzionalmente garantiti -:
se non intenda intervenire con la massima urgenza al fine di evitare la soppressione del laboratorio pubblico di analisi di S. Alessio Siculo a tutela dei livelli essenziali di assistenza.
(4-02854)

VITALI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in data 31 dicembre 2003 scadevano i contratti di riallineamento del settore agricoltura della provincia di Brindisi;
dal 1o gennaio 2004 venivano sottoscritti contratti che, sia pure più bassi di quelli previsti dalla contrattazione collettiva nazionale, ma comunque sottoscritti da tutte le associazioni di categoria della provincia di Brindisi;
l'I.N.P.S. di Brindisi, pur tempestivamente messa a conoscenza di detta contrattazione, non ha mai sollevato alcuna osservazione e solo dopo cinque anni ha comunicato di non ritenere validi quei contratti;
è iniziata una fase di accertamento ispettivo che riguarda circa 800 aziende del settore nella provincia di Brindisi, già duramente provata dalla situazione economica attuale;
gli accertamenti di cui sopra, oltre a prevedere il pagamento di oneri ed accessori provocano, per le aziende accertate, la perdita della fiscalizzazione goduta -:
se tale situazione sia nota al ministro, se si condivida l'atteggiamento assunto dall'I.N.P.S., e quali iniziative il Ministro intenda adottare per scongiurare gravi danni ad un settore già duramente colpito.
(4-02857)

ANTONINO FOTI, VERSACE e POLLEDRI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in data 18 novembre 2008 è stata presentata una interrogazione a risposta immediata in Commissione (5-00623 a firma Caparini, Polledri e Fedriga) nella quale si chiedeva, tra l'altro: «Se sia nell'intenzioni del Ministro adottare opportune iniziative per la revisione dell'articolo 71 del decreto legislativo n. 81 del 2008, al fine di prevedere, nei termini

dell'articolo 13 del suddetto decreto legislativo, che le verifiche e la riqualificazione periodica delle attrezzature di lavoro possano essere affidate a soggetti privati riconosciuti, fermo restando l'esercizio di controllo da parte di ISPESL e delle ASL»;
nella risposta fornita dal Ministero interrogato, si affermava tra l'altro: «Sono in corso di elaborazione, nel rispetto dei princìpi e criteri direttivi fissati dall'articolo 1, comma 6 della legge n. 123 del 2007 le disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo n. 81 del 2008. In quell'ambito verrà valutata, dal gruppo tecnico, allo scopo costituito, anche la rivisitazione delle disposizioni concernenti l'uso delle attrezzature di lavoro (Titolo III) la questione delle verifiche periodiche delle attrezzature a pressione... Omissis»;
sembrerebbe, tuttavia, da una lettura della bozza di provvedimento presentata per l'esame del Consiglio dei ministri, che le previsioni di disposizioni integrative e correttive, contenute nel Titolo III ed allegato VII-bis, vadano nel senso di inasprire alcune procedure relative a verifiche periodiche;
a quanto sopra citato, si aggiungono la segnalazione al Parlamento e al Governo, ai sensi dell'articolo 21 della legge n. 287 del 1990, dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (rif. AS 275) del 12 febbraio 2004 concernente il decreto del Presidente della Repubblica 22 ottobre 2001, n. 462, recante il Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi, in Boll. 7/2004, con la quale si evidenzia:
a) «una situazione distorsiva della concorrenza e del corretto funzionamento del mercato» quando l'espletamento di verifiche periodiche, che costituisce prestazione d'opera professionale, è attività privatistica posta in concorrenza con attività istituzionale delle ASL;
b) «una situazione di incompatibilità» quando si consente lo svolgimento delle attività di verifica alle stesse autorità (ASL) alle quali nel contempo sono riservate ex lege le funzioni di vigilanza e controllo circa l'ottemperanza all'obbligo di esecuzione delle verifiche stesse;
determinando le due cose, come affermato dalla precitata Autorità «l'affidamento della funzione di controllore ad un soggetto, che può contemporaneamente operare sul mercato in concorrenza con altre imprese, può assumere rilevanza, sotto il profilo concorrenziale, in relazione al pericolo che ciò conferisca allo stesso soggetto un ingiustificato vantaggio» dovuto al fatto che «gli utilizzatori saranno incentivati ad avvalersi del soggetto istituzionalmente preposto all'esercizio di tale funzione, anziché rivolgersi alle imprese concorrenti, nella ragionevole aspettativa di precostituirsi un rapporto privilegiato con il controllore». Continua la stessa Autorità «Peraltro, la previsione di un siffatto duplice ruolo in capo ad un soggetto appare limitare l'efficacia stessa dell'attività di controllo e certificazione, potendo le stesse risultare condizionate da un potenziale conflitto d'interessi e di conseguenza essere svolte non in rispetto del fondamentale requisito dell'imparzialità»;
dello stesso tenore appaiono sia la segnalazione dell'11 aprile 2002 AS 235 Normative regionali istitutive delle Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente, in Boll. 16/2002 sia quella inviata al Ministro per lo sviluppo economico, Ministro del lavoro e previdenza sociale e Ministro della sanità del 27 settembre 2006 AS 362, Norme per la messa in servizio ed utilizzazione delle attrezzature a pressione e degli insiemi di cui all'articolo 19 del decreto legislativo n. 93 del 2000, in Boll. 38/2006-:
se sia nelle intenzioni del Ministro adottare opportune iniziative per una reale revisione dell'articolo 71 del decreto legislativo n. 81 del 2008 al fine di:
a) rivedere le previsioni delle disposizioni integrative e correttive contenute

nella bozza di provvedimento in esame al Consiglio dei ministri, in particolare alle funzioni e competenze delle ASL e dell'ISPESL, anche sulla base delle segnalazioni dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sopra riportate, in particolare la AS 275;
b) rivedere le previsioni delle disposizioni integrative e correttive contenute nella bozza di provvedimento in esame al Consiglio dei ministri, esplicitando, nel rispetto delle competenze del Ministero dello sviluppo economico, esclusivamente la procedura di raccordo tra l'operatività degli Organismi di verifica, già operanti in materia, con quella degli Enti di vigilanza.
(4-02864)

...

POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

MARIO PEPE (PD) e OLIVERIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la Dichiarazione finale del primo vertice dei Ministri dell'Agricoltura dei Paesi G8, tenutosi a Cison di Valmarino (Treviso) dal 18 al 20 aprile 2009, sotto la presidenza del Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia, pur essendo ancora lontano l'obiettivo di dimezzare la percentuale di persone in condizione di povertà, sancisce l'impegno dei Ministri dell'Agricoltura dei Paesi G8 ad utilizzare tutti gli strumenti necessari per ridurre gli effetti negativi dell'attuale crisi finanziaria sulla povertà e la fame, a rafforzare ed incoraggiare una produzione alimentare sostenibile, a garantire investimenti adeguati per la ricerca ed innovazione in agricoltura, nonché ad evitare, come avanzato con convinzione dalla presidenza italiana, la concorrenza sleale e la distorsione del mercato agricolo;
la Dichiarazione finale, che verrà presentata al G8 dei Capi di Stato e di Governo che si terrà il prossimo luglio alla Maddalena, in Sardegna, ha rinnovato la centralità dell'agricoltura e della sicurezza alimentare nell'agenda politica internazionale, attraverso una maggiore condivisione con gli altri Paesi di strategie comuni per promuovere, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo e nei Paesi in economia emergente, la produzione agricola ed alimentare senza comprometterne la sicurezza e per monitorare ed analizzare i fattori che, potenzialmente, possono causare la volatilità dei prezzi delle materie prime agricole, incluso la speculazione, gettando così le basi per una nuova agricoltura mondiale -:
quali iniziative e quali proposte il Ministro intenda assumere per tradurre in maniera concreta ed operativa gli obiettivi e le scelte del citato G8 Agricolo celebrato a Treviso nell'azione di governo/nei provvedimenti normativi e nella prassi operativa di intesa con il sistema delle autonomie territoriali.
(5-01339)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:

VIOLA e LULLI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Patto Territoriale della Venezia Orientale (Venezia) ha rappresentato per il sistema economico e sociale di quel territorio una vera occasione di progresso;
purtroppo, dopo la stagione esaltante della concertazione e dello sviluppo, i protagonisti di quell'esperienza si sono ritrovati a dover combattere contro una selva di norme e di balzelli che nulla hanno a che fare con lo spirito che sta alla base della concertazione come metodo di sviluppo;

il Soggetto Responsabile del Patto Territoriale della Venezia Orientale, individuato nel Comune di Fossalta di Piave (Venezia), è stato sempre vicino e puntuale nei confronti delle Aziende del territorio sollecitando ripetutamente e, purtroppo inutilmente, i suoi predecessori senza avere risposta;
infatti infinite richieste di documentazioni, sopralluoghi, commissioni, non sono riusciti a chiudere ancora l'iter amministrativo dei soggetti beneficiari del contributo pubblico;
oggi, le stesse imprese, che avevano contribuito insieme ai soggetti pubblici alla costruzione di un grande progetto di sviluppo locale, stanno seriamente valutando di passare alle vie legali per aver riconosciuti i loro diritti;
a dimostrazione di quanto sostenuto, si riporta uno dei casi verificatisi all'interno del Patto Territoriale della Venezia Orientale, situazione tipica che può rappresentarne molte altre, omettendo per opportunità il nome dell'azienda, ma i cui dati sono facilmente verificabili;
in data 31 maggio 1999 approvazione Patto territoriale;
in data 7 dicembre 1999 conclusione dell'investimento inserito nel Patto Territoriale;
in data 29 luglio 2003 consegna della relazione finale di spesa da parte dell'istituto istruttore;
in data 12 febbraio 2005 verifica dell'iniziativa da parte della commissione ministeriale;
a settembre 2008 il Ministero dello sviluppo economico comunica verbalmente al soggetto responsabile di aver smarrito la relazione redatta dalla commissione di accertamento;
a ottobre 2008 la relazione è stata ritrovata;
a tutt'oggi si è ancora in attesa della trasmissione;
sono passati 10 anni, le Aziende hanno svolto ampiamente i loro impegni nei confronti delle comunità, gli enti locali hanno fatto la loro parte e non è accettabile che disguidi di tale gravità possano verificarsi;
le aziende in questa situazione sono 14, con un credito complessivo pari a circa 369.000 euro;
si tratta di Aziende di piccole e medie dimensioni che in una situazione di crisi come quella attuale troverebbero nel recupero di questo credito una vera e propria boccata d'ossigeno -:
se intenda verificare le cause dei ritardi, per far predisporre al più presto il versamento di quanto spettante alle Aziende, riferendo sui tempi e i modi di liquidazione dei crediti.
(5-01334)

Interrogazione a risposta scritta:

FARINONE. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
da oltre un mese il servizio di recapito della corrispondenza nel comune di Lesmo (provincia di Monza e Brianza) presenta gravi e ripetute discontinuità che recano evidenti disagi ai residenti;
vi sono zone del territorio comunale nelle quali è dal mese di marzo che non viene recapitato più nulla: né lettere, né pacchi, né bollette;
nelle ultime settimane si è oltrepassato il limite del ridicolo: in due giorni è stata consegnata ai lesmesi una quantità impressionante di corrispondenza non urgente (riviste, volantini, opuscoli, giornali, eccetera) rimasta inevasa negli ultimi sedici mesi (sono persino arrivate riviste degli ultimi mesi del 2007!) intasando le

cassette postali e destando più d'una perplessità presso i cittadini, ovviamente, circa l'efficienza del servizio di Poste Italiane;
la scorsa settimana, per completare l'opera, sono stati recapitati a molte famiglie estratti conto bancari ormai datati nonché bollette energetiche e dell'acqua scadute da tempo: e qui la cosa si fa seria perché i residenti rischiano di vedersi distaccare i contatori, con conseguenti successive spese di riallaccio ovvero addebiti in bolletta delle spese di mora;
la gravità di questi disguidi è clamorosa. Ma ormai un po' tutta la Brianza patisce gravi carenze nel funzionamento del servizio postale -:
quali urgenti iniziative intenda intraprendere il Governo per porre fine a tale penosa situazione di disservizio reso da Poste Italiane SpA.
(4-02855)

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Apposizione di una firma ad una risoluzione.

La risoluzione in Commissione Benamati e altri n. 7-00148, pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 22 aprile 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato: Marco Carra.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta in Commissione Palumbo n. 5-01188, pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 24 marzo 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Barani.

L'interrogazione a risposta scritta Di Biagio e altri n. 4-02825, pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 21 aprile 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Berardi.