XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 31 marzo 2009

TESTO AGGIORNATO AL 5 MAGGIO 2009

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
con l'indagine conoscitiva sui rapporti tra concorrenza e corporate governance IC36, conclusasi il 23 dicembre 2008, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, ha delineato il quadro aggiornato degli assetti di governo societario di banche, compagnie assicurative e società di gestione del risparmio, quotate e non quotate, in Italia;
l'indagine ha analizzato quattro aree principali: i modelli di governance, i legami tra i concorrenti, il ruolo delle fondazioni bancarie, le banche popolari e le banche di credito cooperativo, cercando di individuare per ciascuna area eventuali problemi di natura concorrenziale e le possibili soluzioni di carattere normativo o regolamentare, evidenziando i punti di forza e i punti di debolezza del settore e suggerendo, anche alla luce dell'attuale crisi, i possibili interventi correttivi nel rispetto delle attribuzioni in materia di vigilanza assegnate ai vari enti preposti (Banca d'Italia, Consob, Isvap);
rispetto al tema della governance, emergerebbe la necessità di adottare in via prioritaria modelli chiari di ripartizione delle funzioni, quindi degli incentivi, tra azionisti, organi di gestione e organi strategici e di controllo, anche al fine di recuperare quella reputazione del sistema persa nel corso dell'attuale crisi finanziaria. L'indagine ha, inoltre, evidenziato un elevato grado di concentrazione dell'azionariato nelle banche esaminate, che limiterebbe fortemente la possibilità di mutamenti negli assetti di governance, mentre si registra una scarsa presenza di investitori istituzionali, a fronte di una significativa presenza delle fondazioni bancarie;
l'indagine segnalerebbe due anomalie in tema di legami che, sia la normativa in materia di divieto di concorrenza (ex articolo 2390 del codice civile) sia quella in materia di conflitto di interessi e amministratori indipendenti, non riuscirebbero adeguatamente a disciplinare: quella della presenza di soggetti che hanno, contemporaneamente, incarichi in organismi di governance in gruppi tra loro concorrenti e quella della presenza di competitors nelle partecipazioni azionarie delle società;
in tema di fondazioni, l'indagine rileverebbe una loro presenza determinante in qualità di azionista in molte banche. A riguardo, in virtù della loro importanza e del loro ruolo, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato auspicherebbe una maggiore trasparenza e chiarezza sulle modalità operative nella vita societaria, al fine di evitare legami problematici sotto il profilo concorrenziale, e una maggior presenza come investitori istituzionali;
è tuttavia importante sottolineare che, secondo quanto sintetizzato dal professor Zagrebelsky e riportato da notizie di stampa, le fondazioni bancarie rappresentano quella preziosa infrastrutturazione sociale di un sistema economico e sociale pluralistico, che non attribuisce esclusivamente all'amministrazione pubblica la responsabilità di perseguire il benessere della comunità, ma, al contrario, afferma praticamente il principio di sussidiarietà;
inoltre, l'affermazione secondo cui le fondazioni di origine bancaria sarebbero di fatto imprese non è basata su un'articolata verifica concreta del loro agire, ma sostenuta semplicemente sul mero possesso azionario, che viene ritenuto espressione di un'ingerenza nella gestione delle banche, nonostante tale ingerenza non trovi conferma nelle risposte date agli istituti partecipati, né nei comportamenti delle fondazioni;
è opportuno ricordare, altresì, che la sentenza della Corte costituzionale n. 301 del 2003 è intervenuta anche sulla governance delle fondazioni, dando un'interpretazione costituzionalmente corretta

della disciplina legislativa dettata dall'articolo 4, comma 1, lettera c), del decreto legislativo n. 153 del 1999, in coerenza con la loro natura di soggetti privati non profit. La governance delle fondazioni è, quindi, espressione di un delicato equilibrio degli interessi presenti nel territorio di elezione delle singole fondazioni e risponde a criteri di trasparenza e di rappresentatività dei soggetti espressi delle realtà locali;
infine, è da rimarcare che è il ministero dell'economia e finanze l'autorità pro tempore preposta alla verifica non solo dei profili di legittimità delle fondazioni, ma anche della loro sana e prudente gestione. Una duplicazione di competenze si porrebbe in contrasto con il principio che richiede di evitare la duplicazione degli interventi, peraltro neanche giustificata da una specialità di competenza dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, essendo le fondazioni soggetti operanti in ambiti, come quelli dell'utilità sociale, non aventi rilevanza concorrenziale;
rispetto alle banche popolari e alle banche di credito cooperativo, l'indagine rimarcherebbe come le popolari abbiano, nel tempo, perso molte delle loro peculiarità che ne giustificavano la forma assunta, avvicinandosi e assumendo sempre più i connotati di una vera e propria società per azioni, sollecitando conseguentemente l'avvio di riforme in tema, per esempio, di diritti di voto, di limiti alle partecipazioni o di clausole di gradimento;
non si ravvisano, viceversa, ragioni sufficienti per smantellare l'assetto delle banche popolari, che, pur con qualche adeguamento, può continuare a rappresentare un'importante, positiva specificità del sistema creditizio italiano;
nella successiva segnalazione del 2 febbraio 2009 resa alle Camere (AS496, «Interventi di regolazione sulla governance di banche e assicurazioni»), il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, nel ricordare la pluralità di strumenti varati dal Governo per fronteggiare la crisi economico-finanziaria, in attesa dei decreti attuativi e dopo aver ricordato le aree di analisi oggetto dell'indagine, si è soffermato su due argomenti, in particolare: la disciplina dei mutui e le commissioni di scoperto;
a riguardo il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato riterrebbe opportuno:
a) incentivare la ripresa di dinamiche concorrenziali piene nell'offerta dei mutui attraverso la portabilità dei mutui e/o la spontanea rinegoziazione degli stessi, anche al fine di evitare effetti distorsivi sugli spread, attraverso interventi che agevolino il confronto per gli utenti delle diverse opportunità loro concesse;
b) un intervento chiarificatore del legislatore, al fine di pervenire ad un'indicazione precisa e tassativa dei criteri di calcolo del tasso usurario, nonché interventi regolatori che esplicitino un indicatore sintetico di tutte le voci di spesa a carico dei clienti finali, comprensivo delle commissioni di cui all'articolo 2-bis del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2;
come rilevato nelle conclusioni della segnalazione, i profili critici da un punto di vista concorrenziale, i cui effetti distorsivi rischierebbero di essere accentuati dall'attuale crisi finanziaria, giustificherebbero l'urgenza di un intervento normativo e/o regolatorio, soprattutto laddove le misure di autoregolamentazione siano inadeguate o carenti al fine di ripristinare la fiducia nel sistema grazie a mercati correttamente regolati, nei quali sia applicato in maniera rigorosa, da parte delle imprese, il rispetto della legalità;
la maggioranza degli interventi correttivi necessari riguardano, però, norme di rango legislativo e non possono, quindi, essere oggetto dei decreti attuativi che saranno emanati in dipendenza di provvedimenti di delega per fronteggiare la crisi;
peraltro, anziché continuare ad intervenire in modo occasionale con leggi speciali su singoli aspetti del rapporto tra banche e fondazioni, occorre porre mano

sollecitamente ad una riforma organica degli istituti di associazioni e fondazioni, adeguandoli alle moderne funzioni svolte,

impegna il Governo:

ad adottare solo quelle iniziative in risposta alle segnalazioni contenute nell'indagine IC36 e pervenute alle Camere attraverso la segnalazione dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato citata in premessa, che rappresentano effettivamente un vantaggio in termini di trasparenza e fruibilità del credito da parte dei cittadini;
ad adottare ogni iniziativa, nell'ambito delle sue competenze, per promuovere la riforma della disciplina delle persone giuridiche e delle associazioni non riconosciute, di cui al titolo II del libro primo del codice civile;
ad adottare, nell'ambito delle sue competenze, ogni iniziativa utile per eliminare situazioni di conflitto di interessi nella governance bancaria e per assicurare massima trasparenza e compatibilità di ruoli.
(1-00144)
«Vietti, Volontè, Occhiuto, Galletti».

Risoluzione in Commissione:

Le Commissioni IX e X,
premesso che:
il Corridoio paneuropeo VIII (Bari-Varna), istituito nell'ambito dei Corridoi paneuropei definiti nelle conferenze ministeriali di Creta (1994) e Helsinki (1997) e successivamente con il Memorandum d'intesa firmato a Bari nel settembre 2002 dai Paesi attraversati dal Corridoio medesimo, Italia, Albania, Repubblica di Macedonia e Bulgaria, nonché da Grecia e Turchia, ha assunto grande rilevanza sia sotto il profilo economico sia sotto quello politico;
sotto il profilo economico il Corridoio può infatti stimolare un notevole potenziamento della rete di trasporto - ferroviaria, stradale, autostradale - della regione balcanica, in particolare di Albania, Repubblica di Macedonia e Bulgaria, in modo da creare la dotazione infrastrutturale necessaria lungo la quale possano svilupparsi i collegamenti e gli scambi dai porti della Puglia sull'Adriatico fino al Mar Nero;
non minore è la rilevanza politica del Corridoio VIII, dal momento che il potenziamento delle infrastrutture di trasporto può favorire l'ulteriore sviluppo dell'integrazione europea verso i Paesi collocati nell'area balcanica;
è evidente l'interesse del nostro Paese a sostenere la realizzazione del Corridoio VIII, che permetterebbe di creare le condizioni necessarie per un notevole incremento dei volumi di scambio con gli altri Paesi, consentendo all'Italia di porsi nella posizione di partner privilegiato nei confronti dell'area dell'Europa sud-orientale;
in particolare la piena agibilità del Corridoio permetterebbe un notevole rafforzamento della presenza dell'imprenditoria italiana nei Paesi da esso attraversati;
rispetto a tali finalità per l'Italia assume un significato essenziale l'interconnessione tra il Corridoio VIII e il Corridoio I delle Reti transeuropee di trasporto (Berlino-Palermo) attraverso la riqualificazione e il potenziamento della linea ferroviaria ad alta capacità Napoli-Bari; ciò permetterebbe di convogliare il flusso di scambi con i Paesi attraversati dal Corridoio VIII nella linea alta velocità/alta capacità Napoli-Roma-Milano, estendendo a tutto il territorio nazionale l'interesse per il Corridoio VIII e facendo dell'Italia l'area di collegamento tra l'Europa sud-orientale e l'Europa centrale; al tempo stesso si creerebbe un raccordo tra l'asse Est-Ovest e l'asse Nord-Sud attraverso il sistema metropolitano costituito dai tre poli di Roma, Napoli e Bari;
già nella seduta del 26 giugno 2008 la Commissione IX ha approvato una risoluzione con la quale, anche in relazione

alle prospettive di sviluppo degli scambi connesse alla realizzazione del Corridoio VIII, si impegnava il Governo a confermare le scelte assunte con il DPEF 2008-2011 e con il Programma delle infrastrutture strategiche ad esso allegato per quanto concerne la priorità del potenziamento della rete ferroviaria ad alta capacità Napoli-Bari, attraverso il reperimento delle necessarie risorse finanziarie;
al tempo stesso il pieno coinvolgimento delle regioni dell'Italia meridionale nei flussi connessi al Corridoio VIII implica, oltre che la connessione con il Corridoio I delle Reti transeuropee di trasporto attraverso la linea Bari-Napoli-Roma, anche lo sviluppo dei collegamenti, stradali e ferroviari, lungo la linea Bari-Taranto-Gioia Tauro, che consentirebbe di congiungere il Corridoio VIII con il versante occidentale della Puglia e con la Calabria;
le regioni dell'Italia meridionale interessate sono consapevoli della rilevanza delle prospettive di sviluppo connesse al potenziamento delle reti di trasporto sopra indicate, come attesta l'inserimento di tali interventi negli strumenti di programmazione regionale delle opere cofinanziate dai Fondi strutturali;
per le ragioni sopra indicate l'Italia deve continuare a svolgere un ruolo di primo piano nella promozione del Corridoio VIII, attraverso la partecipazione alla fase di progettazione e realizzazione delle opere in esso incluse, un'incisiva attività di stimolo nei confronti delle istituzioni dell'Unione europea per il reperimento dei finanziamenti comunitari necessari per garantire la realizzazione di tali opere e un rilevante impegno, anche finanziario, per assicurare, con il pieno coinvolgimento delle regioni interessate, la connessione del Corridoio VIII con la rete ferroviaria ad alta velocità-alta capacità Napoli-Roma-Milano e con tutta l'Italia meridionale;
la rilevanza del ruolo svolto dall'Italia fin dalla fase istitutiva del Corridoio VIII si è manifestata, in particolare, con il sostegno finanziario offerto alla costituzione e all'attività del Segretariato permanente del Corridoio, con sede a Bari, che ha offerto il supporto necessario alle valutazioni e decisioni dello Steering Committee; in particolare il Segretariato, attraverso la promozione e il coordinamento di gruppi di lavoro multinazionali rappresentativi dei Paesi direttamente interessati alla realizzazione del Corridoio VIII, ha svolto una notevole attività di analisi delle condizioni attuali, di individuazione condivisa dei progetti prioritari e dei relativi costi di investimento, nonché delle modalità e tempi di realizzazione delle opere infrastrutturali comprese nel Corridoio, predisponendo, approfonditi studi di prefattibilità concernenti i collegamenti ferroviari, stradali e portuali;
occorre pertanto garantire la prosecuzione dell'attività del Segretariato attraverso il reperimento delle risorse finanziarie necessarie, anche in considerazione del fatto che tali finanziamenti, finora imputati allo stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, ammontano nel complesso ad importi limitati;
lo sviluppo dei collegamenti lungo il Corridoio VIII richiede non soltanto la realizzazione delle infrastrutture di trasporto, ma anche il superamento delle barriere non materiali che sono causa di rilevanti ritardi, in particolare per quanto concerne le procedure di attraversamento delle frontiere e gli adempimenti relativi ai visti;
in data 5 febbraio 2009 si è tenuto a Tirana un incontro interparlamentare promosso dal Parlamento di Albania sul Corridoio VIII, al quale hanno partecipato le delegazioni delle Commissioni parlamentari competenti in materia di trasporti dei Parlamenti di Albania, Italia (per la quale ha partecipato una delegazione della IX Commissione della Camera dei deputati), Bulgaria e Macedonia; l'incontro si è concluso con l'approvazione di una dichiarazione congiunta in cui:
a) si sollecitano sia i Governi dei rispettivi Stati, sia le istituzioni dell'Unione europea e gli organismi finanziari internazionali

a reperire le risorse finanziarie e i mezzi di assistenza tecnica necessari per la realizzazione dei progetti lungo il Corridoio VIII;
b) si evidenzia, a seguito dell'accoglimento di una proposta avanzata dalla delegazione italiana, l'importanza fondamentale dell' interconnessione tra il Corridoio VIII e le Reti di trasporto transeuropee, con particolare riferimento all'interconnessione tra il Corridoio VIII e il Corridoio I delle Reti di trasporto transeuropee;
c) si prospetta una cooperazione tra gli Stati coinvolti finalizzata all'adozione di un contesto giuridico che miri alla riduzione o all'eliminazione delle barriere non materiali e alla semplificazione delle procedure della documentazione, per quanto concerne in particolare l'attraversamento delle frontiere;
d) si rileva l'esigenza di individuare le risorse finanziarie necessarie a garantire l'attività di supporto alla realizzazione delle opere lungo il Corridoio VIII svolta dagli organi tecnici di cooperazione;
occorre dare seguito agli impegni assunti nel citato incontro interparlamentare,

impegna il Governo:

1) ad assicurare il pieno coinvolgimento dell'Italia nelle fasi di progettazione e realizzazione delle opere infrastrutturali lungo il Corridoio VIII;
2) a garantire il collegamento tra il Corridoio VIII e il Corridoio I delle Reti transeuropee di trasporto Berlino-Palermo, ribadendo il riconoscimento della priorità fondamentale della riqualificazione e del potenziamento della linea ferroviaria ad alta capacità Bari-Napoli e assicurando il reperimento delle risorse finanziarie occorrenti, in modo da porre in connessione i flussi di scambio lungo il Corridoio VIII con la linea ferroviaria ad alta velocità/alta capacità Napoli-Roma-Milano;
3) in relazione alle prospettive connesse con lo sviluppo del Corridoio VIII, ad attivarsi altresì per un potenziamento complessivo delle infrastrutture per i trasporti nelle regioni meridionali, in particolare individuando gli interventi infrastrutturali e le relative risorse finanziarie idonei a completare il Corridoio I delle Reti transeuropee di trasporto fino a Palermo e a migliorare i collegamenti lungo la linea Bari-Taranto-Gioia Tauro;
4) ad adottare nei confronti delle competenti istituzioni dell'Unione europea tutte le opportune iniziative per promuovere il reperimento e la destinazione di finanziamenti comunitari alla realizzazione delle opere di cui ai capoversi 1), 2) e 3);
5) a promuovere opportune forme di collaborazione con le regioni interessate per assicurare la partecipazione e il contributo delle regioni medesime alla realizzazione delle opere di cui ai capoversi 2) e 3), con particolare riferimento agli strumenti di programmazione regionale delle opere cofinanziate dai Fondi strutturali;
6) a promuovere tutte le iniziative utili ad adottare un contesto giuridico che permetta nei confronti degli Stati del Corridoio VIII la riduzione o l'eliminazione delle barriere non materiali e la semplificazione delle procedure della documentazione, per quanto concerne in particolare l'attraversamento delle frontiere;
7) a reperire le risorse finanziarie necessarie per assicurare la prosecuzione dell'attività del Segretariato del Corridoio VIII.
(7-00139)«Boffa, Lazzari, Vico».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
recentemente il Gruppo EveryOne ha pubblicato un Rapporto sui casi di abusi perpetrati dalle forze di polizia italiane su Rom e migranti nel periodo settembre 2008-marzo 2009;
nel predetto Rapporto, i Sigg.ri Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau sostengono che «le segnalazioni di episodi di violenza perpetrati in Italia da agenti in divisa soprattutto contro Rom aumentano progressivamente e rappresentano oggi un grave problema sociale che rende ancor più drammatica la condizione delle minoranze etniche e dei senzatetto in tutto il territorio nazionale»;
episodi di abuso di potere con uso di violenza e brutalità avvenuti in Italia sono stati segnalati anche da importanti quotidiani internazionali come Usa Today ed El Pais;
pur essendo i casi segnalati numerosissimi ed estesi su tutto il territorio nazionale, particolare sdegno ha suscitato il pestaggio da parte di uomini in divisa, a Milano, della piccola romena di etnia Rom Rebecca, premio Unicef per la pittura;
anche il Rapporto 2008 stilato dall'European Roma Rights Centre ha denunciato casi di violenze e abusi esercitati dalla polizia italiana nei confronti di persone di etnia Rom;
sempre nel Rapporto redatto dal Gruppo EveryOne si sostiene che le vittime riferiscono quasi sempre che le torture, i trattamenti inumani e degradanti ed i pestaggi avvengono nel chiuso degli uffici di pubblica sicurezza; le stesse vittime hanno paura di presentare denuncia contro i loro aguzzini temendo ritorsioni o comunque di non avere la possibilità di avere giustizia di fronte alla legge. Spesso, stando a quanto riferiscono i testimoni, dopo le violenze, gli agenti sporgono denuncia contro la loro vittima per oltraggio e/o resistenza a pubblico ufficiale;
anche nel Rapporto del 16 febbraio 2009 redatto dal Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, dott. Thomas Hammarberg, si prende nota con rammarico dell'esistenza di rapporti credibili secondo cui in Italia permane un clima di intolleranza accompagnato da talune iniziative delle autorità pubbliche che non riflettono né promuovono gli sforzi del Governo per rafforzare la protezione ed il godimento dei diritti umani da parte di rom e sinti;
infine il Rapporto Razzismi quotidiani, diffuso il 29 gennaio 2009, risultante da un'indagine condotta dalle associazioni NAGA e Cospe rivela che in Italia un cittadino straniero su cinque è stato maltrattato dalle forze dell'ordine e che solo il 3 per cento dei migranti si rivolgerebbe alle autorità di forza pubblica o giudiziarie in caso di difficoltà;
riguardo alle persone di etnia Rom, il Gruppo EveryOne stima che almeno sette su dieci abbiano subito abusi da parte delle forze dell'ordine, mentre una percentuale inferiore all'1 per cento si fida delle autorità italiane;
sottolineato che l'Italia risulta tuttora inadempiente ai propri obblighi internazionali posto, pur avendo ratificato la Convenzione ONU di New York contro la tortura, essa non ha ancora approvato una legge volta ad incriminare i trattamenti inumani e degradanti - così come definiti dall'articolo 1, paragrafo 1 della citata

Convenzione - perpetrati dai pubblici ufficiali in danno di cittadini inermi -:
se e quali iniziative il Governo intenda adottare a livello normativo ed amministrativo affinché alla maggioranza della popolazione rom e sinti sia garantita una efficace tutela dei diritti umani;
quali iniziative il Governo intenda adottare per attuare tempestivamente una strategia nazionale coerente, completa e adeguatamente finanziata nonché provvista di piani d'azione a breve e lungo termine che sappia affrontare le discriminazioni legali e/o sociali contro le popolazioni rom e sinti, ciò in conformità con la raccomandazione del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa CM/Rec (2008) sulle politiche riguardanti i rom e/o i nomadi in Europa;
se e quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di creare un meccanismo di consultazione a livello nazionale capace di garantire, così come indicato dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, un dialogo istituzionalizzato continuo con i rappresentati dei rom e sinti in Italia su tutte le problematiche principali riguardanti la loro vita quotidiana;
se il Governo intenda dare la priorità alla creazione di un sistema di patrocinio legale gratuito, possibilmente in cooperazione con le ONG competenti, in grado di offrire un'efficace assistenza legale a rom e sinti che ne abbiano bisogno;
se e quali iniziative legislative il Governo intenda adottare al fine di introdurre nel nostro ordinamento giuridico una autonoma previsione normativa destinata ad incriminare le condotte di tortura così come impostoci dalla ratifica della Convenzione ONU di New York contro la tortura avvenuta con la legge n. 498 del 1988.
(4-02700)

GHIZZONI e MARIANI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
da quanto si apprende dagli organi di stampa, la sede del vertice della Scienza e Tecnologia in programma nell'ambito delle iniziative del G8, sarà villa Gernetto a Lesmo, in provincia di Milano in luogo della città di Lucca;
la suddetta villa Gernetto è citata come proprietà immobiliare del Gruppo Mediaset, recentemente acquistata per ospitarvi l'Università del pensiero liberale: «la cabina di regia per l'elaborazione della rotta politico-culturale del popolo della libertà», secondo la dichiarazione del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi;
lo svolgimento del prestigioso vertice produrrà un importante ritorno di immagine per l'azienda legata al Presidente del Consiglio proprietaria dell'immobile;
l'Università del pensiero liberale si accrediterà presso il modo accademico, politico e internazionale non per meriti scientifici ma per l'ospitalità offerta ai prestigiosi ospiti -:
quali siano state le reali motivazioni che hanno portato l'organizzazione del G8 a trasferire la sede del vertice Scienza e tecnologia presso la località di Lesmo in luogo della città di Lucca;
se non ravvisino una situazione di conflitto di interessi nell'ospitare un incontro di tale importanza istituzionale presso un immobile privato di proprietà del gruppo Mediaset e destinato a sede dell'Università del pensiero liberale.
(4-02701)

...

AFFARI ESTERI

Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
il Governo italiano ha assunto impegni di carattere internazionale per la realizzazione

a Vicenza di una nuova base militare americana da destinare al raddoppio dell'attuale caserma Ederle, i cui lavori sono già iniziati;
tale nuova base insisterà sull'area di pertinenza dell'aeroporto Dal Molin di Vicenza e si prevede in essa l'insediamento di una brigata aerotrasportata dell'esercito degli Stati Uniti d'America;
nonostante questi impegni sanciti ormai da tempo fra il Governo italiano e quello statunitense, il sindaco di Vicenza ha reso noto di volersi recare a Washington, confermando l'intenzione di voler incontrare, per discutere del Dal Molin, funzionari del Pentagono e membri di commissioni e sottocommissioni del Congresso e del Senato;
il sindaco di Vicenza ha altresì reso pubblica la lettera con la quale chiede alle autorità americane di ascoltare la sua opinione, affermando, tra l'altro: «sto cercando di fissare incontri con soggetti che abbiano un reale potere decisionale o di influenza sulla decisione»; «so che i lavori al Dal Molin sono iniziati ma credo che in una logica di autonomia il Comune abbia comunque la competenza di interessarsi di cosa viene fatto sul suo territorio» -:
se e come il Ministro interpellato intenda far valere la competenza esclusiva dello Stato in politica estera e nei rapporti internazionali;
se e come intenda evitare che l'iniziativa, ad avviso degli interpellanti, estemporanea, del sindaco di Vicenza possa ledere l'immagine internazionale del nostro Paese compromettendone inoltre le relazioni con l'Amministrazione statunitense.
(2-00351)
«Dal Lago, Bitonci, Bragantini, Brigandì, Callegari, Chiappori, Consiglio, D'Amico, Luciano Dussin, Fedriga, Fogliato, Follegot, Fugatti, Gidoni, Goisis, Lanzarin, Maccanti, Laura Molteni, Nicola Molteni, Montagnoli, Munerato, Negro, Pastore, Pini, Rainieri, Simonetti, Togni, Torazzi, Vanalli, Volpi».

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
il 21 marzo 2009 si è celebrata in tutto il mondo la «Giornata contro il razzismo» e l'Italia è arrivata a questo appuntamento con una pesante segnalazione del Comitato di esperti (formato da 20 giuslavoristi provenienti da tutto il mondo) dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO, agenzia Onu che ogni anno pubblica un rapporto sull'applicazione degli standard internazionali del lavoro in tutti i Paesi) i quali hanno rilevato che «è evidente e crescente l'incidenza della discriminazione e della violazione dei diritti umani fondamentali nei confronti degli immigrati in Italia. Nel Paese persistono forme di razzismo e xenofobia anche verso i richiedenti asilo e rifugiati, Rom compresi»;
quello che viene denunciato, nella pagina dedicata all'Italia, è un comportamento senza precedenti per un Paese europeo democratico, in quanto contravviene alla Convenzione 143 (Convenzione sulle migrazioni in condizioni abusive e sulla promozione della parità di opportunità e di trattamento dei lavoratori migranti) ratificata dall'Italia nel 1981;
il rispetto della citata Convenzione prevede l'obbligo, da parte del Governo, di assicurare anche ai migranti occupati illegalmente il diritto a condizioni eque di lavoro e salario;
in particolare, si lamentano, nelle considerazioni fatte anche da un altro organismo dell'Onu per l'eliminazione della discriminazione razziale (CERD), che persistono gravi violazioni dei diritti umani verso lavoratori migranti dell'Africa, dell'Est Europa e dell'Asia, con maltrattamenti, salari bassi e orari eccessivi in situazioni di lavoro schiavistico;

la lunga lista di accuse contenuta in questi rapporti Onu comprende anche l'insistenza nel nostro Paese di dibattiti razzisti e xenofobi ispirati da odio contro gli stranieri, maltrattamenti delle forze di polizia verso i rom, specie quelli di origine rumena, durante i raid per lo sgombero dei campi; utilizzo da parte di alcuni leader politici di «retorica aggressiva e discriminatoria nell'associare i Rom alla criminalità, creando così un sentimento di ostilità e antagonismo nell'opinione pubblica»;
il Comitato menzionato ha invitato, quindi, il nostro Governo a dare risposte entro il settembre di quest'anno, non tra cinque anni come è prassi per questo tipo di Convenzioni, sollecitando l'adozione di misure e interventi per contrastare il clima di intolleranza e per garantire la tutela dei migranti a prescindere dal loro status;
la Caritas, e non da sola, da anni esprime preoccupazione per forme di intolleranza e discriminazione verso gli immigrati, in particolare nel mondo del lavoro;
dopo la diffusione di queste osservazioni non si sono fatte attendere le reazioni del Ministro degli esteri, che giudica «false e inaccettabili» queste considerazioni, e del Ministro del welfare che sostiene che non si tratta di un atto ufficiale ma solo di osservazioni -:
quali siano le risposte che il Governo intende fornire, magari già il prossimo giugno in occasione della Conferenza internazionale del lavoro, in merito ai rilievi mossi dal Comitato di esperti dell'ILO e quali siano le misure adeguate che intende adottare affinché ci sia effettiva parità di trattamento, nelle condizioni di lavoro, per tutti i migranti.
(2-00352)
«Evangelisti, Di Pietro, Donadi, Borghesi, Barbato, Cambursano, Cimadoro, Di Giuseppe, Di Stanislao, Favia, Aniello Formisano, Giulietti, Messina, Misiti, Mura, Monai, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Pisicchio, Porcino, Piffari, Razzi, Rota, Scilipoti, Zazzera».

...

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:

ANTONINO RUSSO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 3, comma 44, della legge n. 244 del 24 dicembre 2007 impone per gli stipendi di tutti i dipendenti pubblici, esclusi quelli delle società quotate in Borsa, un limite massimo pari alla retribuzione del primo presidente della Corte di cassazione, ovvero 289.984 euro lordi;
l'articolo 4-quater del decreto-legge n. 97 del 3 giugno 2008 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 129 del 2 agosto 2008 recante «disposizioni urgenti in materia di monitoraggio e trasparenza dei meccanismi di allocazione della spesa pubblica, nonché in materia fiscale e di proroga di termini» differisce i termini dell'applicazione, delle norme previste dalla legge finanziaria 2008, ad un decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze che doveva essere emanato entro il 31 ottobre 2008 per stabilire a chi e in che modo applicare il limite -:
se non ritengano opportuno emanare urgentemente il decreto previsto dal citato decreto-legge visto che sono passati quasi sei mesi dalla data prevista per la sua emanazione, e quali siano i contenuti della citata disposizione.
(4-02688)

BORGHESI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in data 2 marzo 2007 viene approvato un accordo avente ad oggetto «Project Brontos»;
attraverso di esso la sede Italiana di Barclays (Milano) entra in una transazione REPO (REPURCHASE AGREEMENT o contratto di ri-acquisizione) di PPI (profit participating instrument) ovvero partecipazione sui profitti con Unicredit in lira turca e con Banca Intesa San Paolo in sterline;
in pratica lo strumento Project Brontos realizza un investimento con Barclays Milano ed a seguito di questa transazione le controparti (Unicredit ed Intesa) raggiungono un rendimento pre tassazione oltre alla distribuzione che sarebbe esente tasse: inoltre i costi di funding ed i costi operativi sarebbero totalmente esenti da tasse;
Barclays Italia dal canto suo a seguito di questa transazione beneficia di un funding competitivo, al di sotto del tasso Libor, dalla Controparte (Unicredit ed Intesa);
le cifre in gioco sono di 2.5 miliardi di euro (Lira turca - TRY - equivalente per Unicredit) e 1 miliardo di euro (Sterline GBP equivalenti per Intesa);
sul piano giuridico i passaggi avvengono nel seguente modo: un'azienda sussidiaria di Barclays che è tassabile in Inghilterra forma una sussidiaria in Lussemburgo con 25 mila euro in azioni ordinarie (LUX PARENT) in forma di società a responsabilità limitata; Lux Parent crea una sua sussidiaria in Lussemburgo con 20 mila euro in azioni ordinarie (LUX SUB). Anch'essa ricorre alla forma di società a responsabilità limitata;
Lux Parent utilizzerà 5 mila euro per i costi operativi ed il resto è messo in deposito;
Lux Parent and Lux SUB mettono le sottoscrizioni in deposito;
Lux Sub entra in un contratto con LUX PARENT sottoscrivendo questi PPI (Profit Participating Instruments) di cui si è parlato all'inizio;
Barclays London (Head Office) utilizza 2 milioni di lire turche per fare un deposito nella sede di Barclays Milano Italia;
Barclays Milano sottoscrive 2 milioni di lire turche in PPI originate da LUXSUB con termine a 20 anni;
BARCLAYS MILANO beneficia legalmente di questi PPI;
al termine dell'operazione, ancorché legalmente ammissibile, Unicredit (2,5 miliardi di euro), Intesa San Paolo (1 miliardo di euro), Barclays Milano non pagano un centesimo di tasse, per un totale di circa 75 milioni di euro -:
se il Ministro dell'economia e delle finanze sia a conoscenza dei fatti narrati;
se non ritenga opportuno rivedere gli aiuti di Stato attualmente in essere a favore del sistema bancario italiano;
se non ritenga di dover monitorare tutte le operazioni che, come queste, sono sicuramente elusive del pagamento delle imposte, ancorché non possano essere fatte rientrare nel campo della vera e propria evasione fiscale;
se non ritenga che sia giunto il momento di vietare l'ammissibilità di operazioni compiute in Stati che, come il Lussemburgo, rendono possibili simili operazioni e più in generale in tutti gli Stati come il Lussemburgo, formalmente non considerati «paradisi fiscali»;
cosa intenda fare per evitare l'elusione fiscale da parte delle banche italiane.
(4-02696)

ZACCHERA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in molte parti d'Italia imprese di ogni tipo ricevono in questi giorni avvisi di

irrogazione sanzione da parte delle Agenzie delle entrate per non aver indicato il numero di partita IVA sui propri siti informatici;
introducendo modifiche al vecchio decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 articolo 35, nel 2001 fu effettivamente stabilito «che il numero di partita IVA deve essere indicato nelle dichiarazioni e nella home-page dell'eventuale sito web e in ogni altro documento ove richiesto» da parte di tutte le imprese. Di tale norma, però, non è stata praticamente mai data notizia, né in questi anni risulta che fossero stati in qualche maniera sanzionati quei siti che non portassero indicata la partita IVA dei contribuenti;
peraltro nella stessa norma non erano indicate sanzioni in caso di non indicazione del numero di partita IVA nei predetti siti web tanto è vero che gli uffici richiamano per la determinazione delle sanzioni il decreto legislativo n. 472 del 1997;
questa norma non opera però un richiamo esplicito alla mancata indicazione del numero di partita IVA nel sito ed in virtù del principio di legalità (articolo 25 Cost., ribadito nella sua operatività al caso di specie anche dall'articolo 3 della legge in questione) è invece necessaria una norma che effetti un «collegamento» univoco tra violazione e sanzione inoltre non si comprende quale danno possa avere l'Erario dalla non indicazione del numero di partita IVA sul web;
va tenuto presente il grande moltiplicarsi dei siti web da parte delle imprese rispetto a quando fu fissata tale normativa, senza che probabilmente nessuno abbia volutamente ignorato la norma, che semplicemente non era a conoscenza della grandissima parte dei contribuenti anche perché mai pubblicizzata;
l'atteggiamento ora dell'Agenzia delle entrate che per centinaia o migliaia di euro colpisce migliaia di aziende ignare di non aver rispettato una norma si configura come una vera e propria «caccia» al recupero di somme ma senza alcuna logica anche perché l'articolo 6 comma 5-bis della legge sull'IVA prevede «Non sono inoltre punibili le violazioni che non arrecano pregiudizio all'esercizio delle azioni di controllo e non incidono sulla determinazione della base imponibile, dell'imposta o sul versamento del tributo»;
secondo il principio di offensività, poi, «Una sanzione, cioè una conseguenza negativa del proprio agire risulta illegittima se l'azione che si intende punire non sia stata foriera di un comportamento dannoso o, quanto meno, pericoloso, per conseguenza, pretendere di punire una condotta di fatto inoffensiva ingenera diffidenza dei consociati e avversione nel contribuente» (commissione tributaria provinciale di Pisa sez. VI, 1o ottobre 2001 n. 97) -:
se non ritenga il Governo di dover bloccare tali iniziative di sanzioni vessatorie che colpiscono contribuenti ignari e nella pratica assolutamente non colpevoli anche perché - con il diffondersi del web - non si può certo considerare dannoso per l'erario se in un sito non sia indicata una partita IVA, mentre con tali iniziative la credibilità del Governo e del sistema fiscale decade pesantemente a livello di pubblica opinione giustificando l'avversione dei contribuenti verso un sistema che appare nemico, scorretto, impermeabile al buon senso, sopraffattore verso i deboli e a volte connivente con i forti.
(4-02699)

FUCCI e DIVELLA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con interrogazione a risposta scritta 4-01360 gli interroganti hanno chiesto al governo informazioni sull'ingente debito delle Asl pugliesi nei confronti dei loro fornitori alla luce dell'affermazione, da parte della Confindustria Puglia, che i tempi medi di rimborso sarebbero stati pari a 360 giorni medi;

sulla medesima vicenda è nuovamente intervenuta, il 26 marzo 2009, l'Associazione dei fornitori ospedalieri della Regione Puglia affermando che il credito vantato nei confronti delle Asl regionali ammonterebbe ormai all'enorme cifra di due miliardi di euro;
l'Assessore alla sanità della Regione Puglia ha negato che ciò sia vero dicendo che, in ogni caso, stanno per essere sbloccati 500 milioni di euro, destinati in parte proprio a riempire pur parzialmente il debito verso i fornitori delle Asl, in virtù della imminente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di un decreto del governo che sblocca le risorse finora «bloccate in tesoreria da una disposizione anti-spreco del governo» (cfr. Corriere del Mezzogiorno del 26 marzo 2009, pag. 13);
dello stesso tenore, nella sostanza, il seguente comunicato che era stato diramato precedentemente in gennaio: «La Presidenza della Giunta Regionale informa che gli attuali disservizi che in questi giorni si stanno ripercuotendo sul sistema dei creditori del Servizio Sanitario Regionale non sono addebitabili a ragioni ascrivibili alle responsabilità della Regione o delle singole ASL o Aziende Ospedaliere, bensì sono determinati dall'applicazione di un provvedimento del Governo nazionale. Infatti, con l'emanazione del decreto-legge n. 112 del 25 giugno 2008 convertito, con modificazioni, nella legge n. 133 del 6 agosto 2008 e della relativa circolare di attuazione n. 33 del 26 novembre 2008 emessa dal Ministro Tremonti è stata istituita la «tesoreria unica» anche per le aziende sanitarie. Con questo provvedimento di fatto sano state vincolate per il 2009 le disponibilità finanziarie per l'80 per cento» (cfr. Puglia del 20 gennaio 2009, pag. 10);
alla luce del fatto che la Giunta Vendola continua incessantemente a chiamare in causa provvedimenti del governo senza alcun tipo di contraddittorio, a parere dell'interrogante è necessario che il Governo compia un'operazione verità -:
se le affermazioni fatte dall'assessore alla Sanità della Regione Puglia e dalla Presidenza della Giunta regionale pugliese, tendenti a incolpare un Governo in carica da meno di un anno per il problema dei ritardati pagamenti alle Asl che si trascina da anni, rispondano al vero.
(4-02703)

TESTO AGGIORNATO AL 1o APRILE 2009

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GIOVENTÙ

Interrogazione a risposta immediata:

CICCHITTO, BOCCHINO, POLIDORI e BALDELLI. - Al Ministro della gioventù. - Per sapere - premesso che:
l'attuale crisi economica rende più difficile per i giovani trovare un lavoro adeguato alla propria formazione ed alle proprie aspirazioni;
in tale situazione, è di grande importanza ed utilità diffondere, fra le giovani generazioni, la cultura d'impresa e lo spirito d'iniziativa imprenditoriale, come strumento essenziale sia per la promozione individuale, sia per dare un contributo alla ripresa economica del Paese -:
quali azioni il Governo abbia intrapreso e quali intenda avviare per diffondere, soprattutto fra i giovani, la cultura d'impresa e dello spirito d'iniziativa.
(3-00462)

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

DELLA VEDOVA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da fonti di stampa l'interrogante ha appreso che il direttore dell'emittente televisiva Telejato di Partinico (Palermo), Pino Maniaci, è stato rinviato a giudizio per esercizio abusivo della professione di giornalista;

Pino Maniaci ha fatto dell'attività condotta come direttore di Telejato una forma di militanza civile anti-mafiosa, per cui ha subito minacce e violenze;
in linea generale, senza riferimento specifico al caso in oggetto, rimesso alla competenza e alla responsabilità dell'autorità giudiziaria, pare all'interrogante non sia coerente con le disposizioni normative un'imputazione di esercizio abusivo della professione (ex articolo 348 del codice penale) per un'attività di libera manifestazione del pensiero, ancorché condotta in forma continuativa, attraverso l'utilizzo di strumenti «mediatici» -:
se non esista un contrasto fra le norme che disciplinano l'attività giornalistica e il diritto costituzionalmente garantito alla libera manifestazione del pensiero («con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione», come recita l'articolo 21 della Costituzione), laddove questa sia subordinata all'iscrizione ad un ordine professionale;
se non ritenga opportuno assumere un'iniziativa normativa volta a fare in modo che si cessi di porre limiti giuridico-burocratici, secondo l'interrogante arbitrari, al diritto costituzionalmente garantito alla libera manifestazione del pensiero.
(4-02689)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, ZAMPARUTTI, BERNARDINI, BELTRANDI e MECACCI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la tubercolosi, insieme all'HIV e alle epatiti virali risultano essere tra le malattie più diffuse in carcere;
secondo i dati forniti dalla Società italiana di medicina e sanità penitenziaria, sono circa tremila i detenuti affetti da HIV e ben il 15 per cento in fase di AIDS conclamata; il 38 per cento dell'intera popolazione detenuta sarebbe colpita da epatite virale da HCV e il 25 per cento positivo al test per l'infezione da tubercolosi -:
se confermi i dati e la situazione denunciata dalla Società italiana di medicina e sanità penitenziaria;
quali iniziative si siano adottate e si intendano promuovere per contrastare una così allarmante situazione.
(4-02691)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, ZAMPARUTTI, BERNARDINI, MECACCI e BELTRANDI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
secondo notizie di agenzie di stampa e giornalistiche, un ventenne di cui sono state fornite solo le iniziali («C.C.»), recluso nella casa circondariale di Catania, si è ucciso impiccandosi nella sua cella -:
quali siano le modalità del suicidio del signor «C.C.»;
da quanto tempo il signor «C.C.» si trovasse in carcere;
se il signor C.C. fosse incensurato o pregiudicato;
per quale ipotesi di reato il signor «C.C.» si trovasse in carcere.
(4-02692)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, ZAMPARUTTI, BERNARDINI, BELTRANDI e MECACCI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere:
se corrisponda al vero che nella casa circondariale Lo Russo-Cotugno di Torino siano presenti 1.600 detenuti a fronte di una capienza della struttura di 923;
se si pratichi quella che gli addetti ai lavori hanno definito con amara ironia «carcerazione ginnica», che consiste nel tenere i reclusi in palestra, costretti con un materasso a dormire per terra;

se non ritenga avvilente e degradante per chiunque una simile situazione, non importa per quale reato la persona reclusa sia accusata o condannate;
quali iniziative si intendano adottare e promuovere per la soluzione della situazione sopra esposta.
(4-02693)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, ZAMPARUTTI, BERNARDINI, MECACCI e BELTRANDI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
secondo notizie di agenzie di stampa e giornalistiche, il 26 marzo 2009 il signor Francesco Esposito, recluso nel carcere napoletano di Poggioreale, si è ucciso impiccandosi nella sua cella -:
quali siano le modalità del suicidio del signor Francesco Esposito;
da quanto tempo il signor Francesco Esposito si trovasse in carcere;
se il signor Francesco Esposito fosse incensurato o pregiudicato;
per quale ipotesi di reato il signor Francesco Esposito si trovasse in carcere.
(4-02698)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, ZAMPARUTTI, BERNARDINI, MECACCI e BELTRANDI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere:
se corrisponda al vero quanto riferito da agenzie di stampa - e in particolare l'Agenzia Italia del 17 marzo 2009 - che nel carcere di piazza Lanza a Catania, nonostante i lavori di ristrutturazione, nelle celle sono reclusi fino a tredici detenuti, in alcuni casi costretti a dormire per terra per mancanza di adeguati spazi;
se non ritenga di doversi attivare perché le norme in materia di sanità carceraria siano uniformemente applicate a livello nazionale, al fine di evitare il pericolo della sospensione delle cure mediche e delle varie forme di assistenza.
(4-02704)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta scritta:

MARINELLO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti - Per sapere - premesso che:
sabato 21 marzo 2009, 55 studenti italiani, tutti minorenni, della scuola media statale «Ugo Foscolo» di Roma, accompagnati da 5 docenti, di ritorno da una visita di istruzione a Parigi, sono rimasti bloccati nella capitale francese presso l'Aeroporto di Orly;
sebbene il gruppo fosse prenotato sul volo Easy Jet 4249, con partenza da Parigi Orly alle ore 16,55 e arrivo a Roma Ciampino alle ore 18,50, con biglietti acquistati con largo anticipo (circa due mesi), si vedeva negato l'imbarco da parte della compagnia aerea;
nonostante il gruppo avesse rispettato diligentemente l'orario di apertura del check-in presentandosi gli studenti per primi, con largo anticipo rispetto ai tempi consigliati, muniti di una lista dei bagagli da imbarcare con il relativo sovrapprezzo per quelli fuori misura o peso in modo da accelerare le fasi d'imbarco e registrazione, gli addetti della compagnia hanno iniziato le operazioni facendo passare avanti altri passeggeri e proseguendo le formalità con estrema lentezza e negligenza, ma soprattutto con modalità differenti per i passeggeri di momento in momento mantenendo, in maniera del tutto anomala, le carte d'imbarco dei ragazzi presso il check-in;
resisi conto del ritardo che si andava accumulando, gli insegnanti hanno più volte chiesto di avvertire il personale del gate, nonché il comandante dell'aereo, sempre senza avere risposta dal personale di terra che, nonostante le esplicite richieste, si è altresì rifiutato di fornire le proprie generalità agli accompagnatori;

superati, solo in parte, i controlli di sicurezza, i docenti sono stati avvertiti che l'aereo era partito;
a fronte delle vive proteste degli insegnanti, veniva risposto che la decisione di partire in orario era nella piena discrezionalità del comandante senza fornire, in concreto, una ragionevole motivazione del mancato coordinamento fra le procedure di controllo e quelle d'imbarco imputando, così, il ritardo ai passeggeri;
oltre a quanto sopra, la compagnia non si è curata di fornire alcuna assistenza ai ragazzi rimasti a terra, senza indicare voli alternativi ovvero provvedere al pernottamento degli studenti, malgrado fosse a conoscenza della composizione del gruppo, della circostanza che gran parte del gruppo fosse composto da minori, e come tale da considerarsi appartenente alla categoria child, nonché delle particolari esigenze di almeno una delle ragazze, affetta da celiachia e della condizione di disabile di un altro ragazzo, assistito da docente di sostegno;
l'intera vicenda ha generato un notevole stato di apprensione in seno ai genitori del tutto inermi di fronte all'incresciosa vicenda sviluppatasi, a danno dei minori, in un aeroporto internazionale;
solo la pronta iniziativa di alcuni genitori, dall'Italia, ha consentito la sistemazione in albergo per la notte di sabato oltre all'acquisto di 60 nuovi biglietti aerei per il giorno successivo con due voli differenti ed in orari diversificati in partenza dall'altro scalo francese, Charles De Gaulle, con ulteriori aggravio dei disagi già patiti dai ragazzi e dai docenti accompagnatori a causa della notevole distanza tra i due aeroporti;
ad avviso dell'interrogante appare con tutta evidenza come la compagnia Easy Jet, durante le fasi d'imbarco, abbia violato l'articolato concernente Termini e condizioni relativi al trasporto di Passeggeri e Bagagli in cui Easy Jet Airline è il Vettore, all'articolo 10.1, laddove s'impone di adottare tutte le ragionevoli misure necessarie per trasportare i passeggeri e consegnare il bagaglio con celerità e rispettare gli orari di volo previsti ed in vigore alla data del viaggio nonché l'articolo 10.5. nel quale, se non fosse in grado di fornire un posto preventivamente confermato su un volo, s'impegna a provvedere al rimborso in conformità con quanto indicato nel Regolamento del Vettore -:
quali iniziative il Ministro, nell'ambito dei propri poteri, intenda assumere, anche attraverso le strutture competenti dell'E.N.A.C., al fine di accertare le cause che hanno determinato il disagio di cui in premessa e per comprendere appieno, sollecitando anche la Direzione Generale dell'Aviazione Civile francese (D.G.A.C.), le responsabilità della compagnia Easy Jet in ordine al comportamento negligente tenuto dai propri addetti presso l'aeroporto parigino di Orly tale da aver cagionato un grave disagio nei confronti di un gruppo di studenti italiani minorenni.
(4-02697)

TESTO AGGIORNATO AL 1o APRILE 2009

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INTERNO

Interrogazioni a risposta immediata:

FIANO, SERENI, BRESSA, QUARTIANI, GIACHETTI, AMICI, DE BIASI, FARINONE, PELUFFO, POLLASTRINI, ZACCARIA, BORDO, D'ANTONA, FERRARI, FONTANELLI, GIOVANELLI, LANZILLOTTA, LO MORO, MINNITI, NACCARATO, PICCOLO, MAURIZIO TURCO e VASSALLO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il partito Forza Nuova ha indetto per domenica 5 aprile 2009 una manifestazione/convegno a Milano, dal titolo «La nostra Europa: popoli e tradizione contro banche e usura», denominato nel titolo stesso: «un grande evento politico internazionale», che vedrà la partecipazione del segretario Roberto Fiore e degli esponenti del Bnp (British national party), del Fn (Front national) e dell'Npd (Nationaldemokratische Partei Deutschlands);

nel sottotitolo dell'annuncio apparso su diverse pagine di internet ad opera degli organizzatori si legge: «le spranghe non ci piegheranno»;
il presidente della provincia di Milano ha chiesto la convocazione al prefetto, al sindaco e al questore di Milano del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, in modo da adottare per tempo tutte le misure più opportune per prevenire e contrastare azioni che potrebbero far vivere a Milano l'ennesima giornata di tensione e di violenza, ricordando cosa successe l'11 marzo 2006;
Forza Nuova si ispira in molti scritti all'esperienza della Guardia di ferro rumena, il più celebre movimento antisemita rumeno degli anni trenta;
l'Npd è un partito di chiara ispirazione neonazista;
per esempio, i suoi deputati nel Parlamento di Sassonia uscirono clamorosamente dall'aula quando l'assemblea celebrò un «minuto di silenzio», in ricordo delle vittime di Auschwitz;
il Bnp è un partito marcatamente razzista e anch'esso di ispirazione neonazista, del quale diversi membri sono stati arrestati in passato per atti di violenza contro immigrati, persone di colore, militanti di sinistra ed ebrei;
nell'ottobre 1990 il Bnp fu accusato di razzismo e xenofobia dal Parlamento europeo;
il 14 dicembre 2004 il suo principale esponente Griffin è stato arrestato per incitamento all'odio razziale;
lo stesso ha scontato tre anni di prigione per aggressione ad un insegnante ebreo;
il Fn è ben conosciuto e il suo leader Le Pen ha recentemente minimizzato l'esistenza delle camere a gas nei campi di sterminio e gran parte del Parlamento europeo sta lavorando per evitare che egli possa essere il deputato anziano che inaugura la nuova legislatura;
sono innumerevoli gli esponenti di questi partiti ad aver esposto tesi negazioniste;
mentre in Italia si preparano le iniziative per celebrare il 25 aprile, giorno della Liberazione dalla dittatura fascista e dal nazismo, Milano, città medaglia d'oro della Resistenza partigiana, rischia di essere trasformata nella capitale del neonazismo europeo -:
se ritenga che esistano i presupposti, sotto il profilo dell'ordine pubblico e del rispetto dei principi della nostra Costituzione, per consentire lo svolgimento della manifestazione prevista per il 5 aprile 2009.
(3-00465)

VIETTI, VOLONTÈ, TASSONE, MANNINO, RAO, OCCHIUTO, COMPAGNON, CICCANTI e NARO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella giornata di lunedì 30 marzo 2008 si è svolta, presso il Viminale, una significativa manifestazione di protesta contro la politica in materia di sicurezza adottata dal Governo, che ha visto la partecipazione di tutte le sigle dei sindacati di polizia;
una tale manifestazione delle rappresentanze sindacali degli agenti di polizia, contro i tagli dei fondi alla sicurezza, non si era mai registrata nel passato, a testimonianza della realtà e importanza di un problema che il Governo sembra sottovalutare;
il Ministro interrogato ha replicato che «nel 2006 sono stati stanziati 6,9 miliardi di euro, nel 2007 e nel 2008 6,7 e nel 2009 7,4», rimarcando l'aumento delle risorse;
i dati forniti dal Ministro interrogato, tuttavia, sembrerebbero essere quelli contenuti nelle «Note preliminari dello stato di previsione del ministero dell'interno»;
in realtà non c'è stato alcun aumento di risorse di mezzi e di personale per le forze dell'ordine, anzi l'organico complessivamente

nel 2009 subirà un decremento. Le assunzioni di 2500 unità, già previste dalla legge finanziaria per il 2009, verranno semplicemente anticipate di un mese, mentre nello stesso anno andranno in pensione circa 5000 unità, quindi il doppio dei nuovi assunti;
analogamente i 100 milioni assegnati al ministero dell'interno per le urgenti necessità di tutela della sicurezza pubblica e del soccorso pubblico vengono solo anticipati, in quanto già destinati al dicastero per le medesime finalità dalla stessa legge finanziaria, che nel solo 2009 ha previsto riduzioni per oltre 200 milioni di euro;
secondo il Siulp, all'inizio di marzo 2009, ad un dipendente in servizio presso la questura di Firenze è stato ordinato di partire in missione per la Sardegna per attività connesse con l'organizzazione del prossimo G8 e gli è stato chiesto di anticipare a proprie spese i costi della permanenza, con la previsione di rimborso dopo un anno;
stessa sorte ha subito il gruppo di intelligence della polizia scientifica di Palermo, che avrebbe anticipato, da settembre 2008 ad oggi, il denaro necessario per garantire alle squadre mobili delle questure dell'isola il supporto necessario alle indagini antimafia per le intercettazioni ambientali;
la manifestazione di lunedì 30 marzo 2008 davanti alla sede del ministero dell'interno, con la richiesta unanime di tutti i sindacati di polizia di più risorse e mezzi, al di là di qualsivoglia strumentalizzazione, non può, pertanto, essere liquidata sommariamente, ma va tenuta in massima considerazione, proprio perché fatta da chi ogni giorno vigila sulle strade sulla nostra sicurezza -:
a quanto ammonti l'esatto stanziamento delle risorse per la voce «ordine pubblico e sicurezza» del bilancio del ministero dell'interno, al fine di fornire un contributo di chiarezza e trasparenza agli agenti impegnati quotidianamente per garantire la sicurezza ai cittadini.
(3-00466)

Interrogazione a risposta orale:

ZAMPA, VELO, SERENI, VIOLA, CASTAGNETTI, LIVIA TURCO, SAMPERI, BOSSA, STRIZZOLO, MADIA, BELLANOVA, VILLECCO CALIPARI, MURER, CALVISI, GOZI, SCHIRRU, DE TORRE, DI GIUSEPPE, GATTI, DE BIASI, PES, LA FORGIA, LENZI, FASSINO, BINDI, SARUBBI e NARDUCCI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
dalla stampa e dalle organizzazioni internazionali che si occupano di diritto di asilo apprendiamo che sono molto numerosi i casi, quantomeno quelli si riesce a venire a conoscenza, di minori che vengono respinti alle frontiere e brutalmente «rispediti» nei loro Paesi di origine;
è il caso, ad esempio, di Alilad, di appena dodici anni, bloccato al porto di Ancona e rimandato in Afganistan, il paese da dove era scappato, a nove anni, insieme alla mamma e ai fratellini, verso l'Iran, dopo che i talebani avevano assassinato suo padre;
Alilad aveva viaggiato clandestinamente per mesi e mesi, e tra mille difficoltà era arrivato al porto di Ancona, dove di certo avrebbe dovuto essere accolto, assistito o quantomeno ascoltato e dove invece è stato caricato su una nave e cacciato via;
l'articolo 19 del decreto legislativo 28 gennaio 2008 n. 25, «Attuazione della direttiva 2005/85/CE recante norme minime per le procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato» prevede che al minore non accompagnato che ha espresso la volontà di chiedere la protezione internazionale debba essere fornita la necessaria assistenza per la presentazione della domanda di asilo, che allo stesso debba essere garantita l'assistenza del tutore in ogni fase della procedura per l'esame della domanda, e che, ove sussistano dubbi in ordine all'età, possono essere fatti degli accertamenti che tengano, comunque, conto della volontà del minore e non siano invasivi o traumatici: il minore,

inoltre, può essere sottoposto ad una visita medica per accertarne l'età, ma il suo eventuale rifiuto non può comunque costituire motivo di impedimento all'accoglimento della domanda;
un gruppo di legali italiani ha presentato un esposto alla Corte europea dei diritti dell'uomo in merito ai respingimenti indiscriminati che starebbero avvenendo nei porti di Ancona, Bari, Brindisi, e Venezia, verso Paesi dove, come denuncia in modo dettagliato anche l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, richiamando anche gli Stati firmatari del regolamento di Dublino al rispetto delle regole, non vengono garantiti i diritti né le basilari tutele procedurali -:
se il Governo non ritenga di dover con urgenza adottare le misure necessarie per garantire i diritti dei bambini, da qualunque parte del mondo arrivino, nel rispetto delle leggi del nostro Paese e delle convenzioni internazionali, come ad esempio la convenzione di New York sui diritti del fanciullo, di cui l'Italia è firmataria;
quali iniziative il Ministro intenda assumere affinché presso le nostre frontiere venga garantito il diritto di vedere riconosciuto il proprio status di rifugiato politico, e al fine di evitare che ogni giorno nel nostro Paese moltissime persone, che fuggono dalla guerra, dalla violenza e dalla tortura, comprese madri con i loro bambini e minori non accompagnati, vengano indiscriminatamente rimandate nei Paesi da cui fuggono a grave rischio della loro stessa vita.
(3-00468)

Interrogazione a risposta scritta:

MURA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
sabato 28 marzo 2009 il quotidiano Resto del Carlino ha dato notizia dell'esistenza di un sito internet, denominato «Caccia allo Sbirro» nel quale erano pubblicate le fotografie di agenti e funzionari della Digos e del reparto mobile di Bologna;
le fotografie sono state scattate tutte in occasione di un servizio d'ordine effettuato il 1° luglio 2008 sempre nella città di Bologna in piazza Trento e Trieste. In quell'occasione all'interno dei locali della Procura della Repubblica si stava svolgendo, davanti al Gup dottoressa Rita Zaccariello, l'udienza preliminare nei confronti di 12 militanti dei Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo (Carc), accusati del reato di associazione sovversiva con finalità di terrorismo. Sulla piazza antistante la procura altri militanti dei Carc avevano indetto un presidio di protesta, e le forze dell'ordine presenti dovevano assicurare l'ordine necessario;
in quell'occasione sono stati ritratti i volti di molti agenti e funzionari delle forze dell'ordine che sono stati poi pubblicati sul sito internet «Caccia allo sbirro» accompagnati dall'invito a fornire le generalità e informazioni relative agli agenti ritratti. Sullo stesso sito compaiono frasi fortemente minacciose nei confronti degli agenti delle forze dell'ordine il cui linguaggio ricorda molto quello utilizzato dalle organizzazioni terroristiche negli anni di piombo;
si legge che la schedatura on-line dei poliziotti costituisce «una nuova arma per la lotta di classe operaia e delle altre classi delle masse popolari contro la borghesia imperialista, il clero e le altre classi sfruttatrici e contro l'ordinamento sociale che esse ci impongono». Si legge inoltre «Che milioni di occhi, di orecchie e di mani si levino per contrastare il controllo poliziesco, la repressione, le infiltrazioni e le provocazioni... Rendiamo loro il mestiere sempre più difficile e sempre meno allettante per coloro che ancora non sono stati assoldati dalla borghesia imperialista. Denunciamo i servi del regime. Ostacoliamo il loro sporco lavoro! Denuncia anche tu i servi del regime!»;
l'iniziativa, che ha una finalità evidentemente intimidatoria nei confronti degli agenti delle forze dell'ordine e fomentatrice di ostilità nei confronti della polizia, è estremamente preoccupante perché

insieme ad altri episodi sembra voler fomentare un clima di odio nei confronti delle forze di polizia nella città di Bologna. Sempre negli stessi giorni, infatti, per le strade della città ha fatto la sua comparsa in decine di esemplari un manifesto intitolato «Perché odiamo la polizia», nel quale compare un lungo testo di accuse e minacce nei confronti delle forze di polizia, facendo cenno anche ai casi dell'anarchico Pinelli, di Carlo Giuliani e di Federico Aldrovandi;
dagli organi di informazione si apprende che negli ambienti della Digos si nutrirebbe preoccupazione in merito agli episodi di cui sopra e per il clima di intolleranza verso la polizia. Si apprende inoltre che a breve si dovrebbe svolgere un summit del pool antiterrorismo per fare il punto della situazione e per vagliare tutta una serie di inchieste in corso, tra le quali anche quella che riguarda un recente attentato esplosivo nei confronti della sede bolognese del partito Lega Nord;
sempre dal Resto del Carlino del 30 marzo 2009 si apprende che il sito Caccia allo Sbirro non è più on-line, ma che tale oscuramento non è stato realizzato dalla polizia postale. Gli inquirenti ipotizzano che siano stati gli stessi autori ad oscurare il sito per evitare di essere rintracciati, o solo al fine di spostarlo su un nuovo indirizzo ancora sconosciuto alle forze dell'ordine;
poiché tutta una serie di elementi, quali il linguaggio, i concetti espressi e le finalità perseguite, lasciano ipotizzare che gli autori del sito internet caccia allo sbirro e quelli dei manifesti intitolati «perché odiamo la polizia» possano avere contatti e/o essere contigui ad ambienti e organizzazioni con finalità eversive e terroristiche, è assolutamente necessario scoprire al più presto l'identità di coloro che hanno attuato tali iniziative per fare piena luce sulle loro finalità -:
quali misure urgenti intenda adottare il ministro per individuare quanto prima i responsabili delle iniziative riportate in premessa e se, sulla base delle informazioni a disposizione del Ministro, ritenga che nella città di Bologna vi sia un concreto pericolo legato alla riorganizzazione e alla ripresa dell'attività di organizzazioni terroristiche di stampo politico.
(4-02702)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta immediata:

COTA, LUCIANO DUSSIN, DAL LAGO, REGUZZONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOGLIATO, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIBELLI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LUSSANA, MACCANTI, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SALVINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il nuovo assetto organizzativo della scuola, come disciplinato dalla recente riforma della scuola di cui al decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, e al decreto-legge n. 137 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 169 del 2008, determinerà, a partire dall'anno scolastico 2009/2010 una riduzione del personale docente, che potrebbe portare a un abbassamento dei livelli di tempo scuola;
l'organico di diritto dell'anno scolastico in corso (2008/2009) secondo i dati del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca è composto, ad esempio, in Veneto da 52.722 docenti, in Piemonte da 49.615, in Lombardia da 100.906, in Toscana da 40.774, in Calabria da 33.301;

i suddetti criteri di calcolo applicati finora per la ripartizione di organico dei docenti tra le regioni hanno penalizzato particolarmente le regioni del Nord, con popolazione scolastica a forte e costante crescita e nelle quali, per andare incontro alle legittime aspettative organizzative ed educative delle famiglie, è stato incrementato consistentemente il tempo scuola, secondo i modelli del «tempo prolungato», «tempo pieno» o «tempo lungo»;
il tempo lungo (previsto dall'articolo 8 della legge n. 148 del 1990) è un'organizzazione didattica presente quasi esclusivamente in Veneto (e in alcune zone della pedemontana lombarda), con una consistenza numerica che supera le 1.000 unita;
ciò si è reso necessario per rispondere alle richieste delle famiglie di allargamento del tempo scuola e al fine di supplire all'impossibilità di istituzione di nuove classi di tempo pieno, che la citata legge n. 148 del 1990 «congelava» nel numero esistente nell'anno scolastico 1989/1990;
nelle classi del tempo lungo è prevista la presenza a scuola degli alunni per un orario che varia dalle 35 alle 38 ore settimanali distribuite su 5 giorni; si tratta di un'articolazione simile al tempo pieno ma che si differenzia dallo stesso per il numero di ore settimanali (40 ore nel tempo pieno) e per il numero di insegnanti assegnati alle classi (2 insegnanti per ogni classe al tempo pieno/mediamente 3 insegnanti ogni 2 classi nel tempo lungo);
l'organizzazione didattica del tempo lungo nella scuola è avvenuta utilizzando l'organico assegnato ai singoli istituti scolastici senza alcuna integrazione oraria;
in altre realtà scolastiche si applica un orario settimanale di 33/33,45 ore di attività di arricchimento e di integrazione degli insegnamenti curriculari settimanali;
secondo le stime dell'organico di diritto 2009/2010, su posti assegnati in base alle circolari ministeriali per le iscrizioni 2009/2010, il Veneto perderà 5.000 docenti, scendendo ad un organico di 47.320 posti, rispetto alle diminuzioni registrate dal Piemonte (2.000), dalla Lombardia (1.000), dalla Toscana (1.000), dalla Calabria (2.000);
tale diminuzione azzererà in Veneto l'organizzazione didattica del «tempo lungo» e conseguentemente il diritto allo studio degli alunni e delle loro famiglie -:
quali misure intenda adottare il Governo per evitare la riduzione dei 5.000 posti docenti in Veneto e nelle altre regioni del Nord a forte crescita di popolazione scolastica, valutando, altresì, l'opportunità di applicare ai modelli orario indicati nello schema di regolamento, recante «Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133», criteri correttivi, maggiormente estensivi, che garantiscano alle realtà scolastiche in parola il proseguimento del «tempo lungo», con l'articolazione di un orario compreso tra le 33 e le 38 ore di insegnamento settimanale.
(3-00463)

Interrogazione a risposta in Commissione:

GHIZZONI, ZAMPA e LENZI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'«Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana che apporta modificazioni al Concordato Lateranense», firmato il 18 febbraio 1984 dal Cardinale Agostino Casaroli e dal Presidente del Consiglio Bettino Craxi, prevede che la Repubblica assicuri l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche di ogni ordine e grado, fermo restando che (articolo 9.2) «Nel rispetto della libertà di coscienza e della responsabilità educativa dei genitori, è garantito a ciascuno il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi di detto insegnamento.

All'atto dell'iscrizione gli studenti o i loro genitori eserciteranno tale diritto, su richiesta dell'autorità scolastica, senza che la loro scelta possa dar luogo ad alcuna forma di discriminazione»;
l'espressione della facoltà di avvalersi o non avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica si esplicita su apposito modulo allegato alla domanda di iscrizione (Mod. D della recente circolare n. 4 del MIUR, datata 15 gennaio 2009, sulle Iscrizioni alle scuole dell'infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado, riguardanti l'anno scolastico 2009/2010). Le famiglie - o gli alunni se maggiorenni o comunque frequentanti un istituto secondario di II grado - che intendono non avvalersi del suddetto insegnamento possono scegliere tra diverse opzioni, da esplicitare su apposito modulo (Mod. E): a) attività didattiche e formative; b) attività di studio e/o di ricerca individuali con assistenza di personale docente; c) libera attività di studio e/o di ricerca individuale senza assistenza di personale docente; d) uscita dalla scuola;
negli anni scolastici passati e in quello in corso, le attività didattiche e formative e quelle individuali con assistenza di personale docente (suddette opzioni a) e b) del suddetto modulo E allegato all'iscrizione) sono state prevalentemente svolte, nella scuola primaria, dall'insegnante di classe nelle ore di contemporaneità con l'insegnante di religione cattolica (o da insegnante di altra classe, se il titolare insegnava religione), mentre nella scuola secondaria di primo grado tali attività sono state garantite, in generale, dagli insegnanti di lettere con cattedre a 15 ore;
il recente Regolamento recante «Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133» abolisce le ore di compresenza e contemporaneità nella scuola primaria (articolo 4), mentre il Regolamento recante «Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola, ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133» prevede che le cattedre costituite con orario inferiore all'orario obbligatorio di insegnamento dei docenti, definito dal contratto collettivo nazionale di lavoro, siano ricondotte a 18 ore settimanali (articolo 19);
data la suddetta previsione normativa, per le vie brevi, alcuni Uffici scolastici regionali hanno fatto sapere che per garantire lo svolgimento delle attività didattiche alternative alla religione cattolica si ricorrerà ad ore di lavoro straordinario del personale a valere sul Fondo d'Istituto, sul quale dal prossimo anno scolastico - come prevede il comma 2-bis dell'articolo 4 del decreto-legge n. 169 del 2008 convertito, con modificazioni, dalla legge 169 del 2008 - graverà anche il pagamento delle 2 ore di insegnamento aggiuntivo rispetto all'orario d'obbligo di insegnamento stabilito dalle vigenti disposizioni contrattuali (vale a dire 22 ore), necessarie alle costituzioni delle «classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali» (comma 1 articolo 4 del citato decreto-legge -:
come il Ministro interrogato intenda assicurare, nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado, lo svolgimento delle attività didattiche, formative e individuali con assistenza di personale docente, scelte dalle famiglie che per il prossimo anno scolastico non intendono avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica;
se il Ministro intenda garantire alle istituzioni scolastiche una integrazione del fondo d'istituto per far fronte alle eventuali ore di lavoro straordinario dei docenti necessarie a garantire lo svolgimento delle suddette attività, scongiurando al contempo l'inserimento temporaneo dei

bambini e ragazzi «non avvalentisi» nelle varie classi con il solo fine di garantirne la custodia ma a scapito del progetto educativo e didattico delle attività alternative all'insegnamento della religione cattolica.
(5-01237)

Interrogazioni a risposta scritta:

BARBIERI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
lo schema di regolamento per il coordinamento delle norme sulla valutazione degli studenti, prevede che «gli alunni che, nello scrutinio finale, conseguono una votazione inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate, secondo l'ordinamento vigente e un voto di comportamento non inferiore a sei decimi, sono ammessi all'esame di Stato»;
lo schema è ancora al vaglio del Consiglio di Stato per il nulla osta;
se il regolamento dovesse essere approvato senza modifiche si correrebbe il rischio di trovarsi con un nutrito numero di studenti non ammessi oppure ammessi grazie a valutazioni «generose» da parte dei professori per evitare di penalizzare gli studenti per una insufficienza in una sola materia;
alla base di tale decisione ci sarebbe la volontà, condivisibile, del Ministro di introdurre nel sistema scolastico italiano un maggior rigore nella valutazione degli apprendimenti e maggior severità nella valutazione dei comportamenti -:
se non ritenga adottare ogni utile iniziativa, prima dell'approvazione del citato regolamento, al fine di evitare le criticità menzionate, fermo restando la validità dei principi che il Ministro vuole introdurre ma che rischiano di aumentare il tasso di dispersione scolastica che nel nostro Paese è già al 25 per cento.
(4-02690)

BARBIERI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il Parlamento con l'articolo 5-bis del decreto-legge n. 137 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, ha previsto l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento dei docenti che hanno frequentato i corsi del IX ciclo presso SSIS, COBASLID, AFAM e Scienze della formazione primaria, iscritti per l'anno accademico 2007-2008;
il decreto ministeriale 5 maggio 2008 del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha determinato il numero dei posti a livello nazionale per le immatricolazioni ai corsi di laurea in Scienze della formazione primaria per l'anno accademico 2008/2009, mentre i decreti n. 211 e n. 214 del Direttore dell'Alta formazione artistica e musicale del 9 e del 10 ottobre 2008 hanno autorizzato le Accademie e i Conservatori ad attivare i bienni di formazione per la classe A77 e ABA (arte e disegno) per l'anno accademico 2008-2009 -:
quali provvedimenti il Governo intenda adottare per consentire l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento anche di quei docenti che si sono immatricolati nell'anno accademico 2008-2009 per conseguire l'abilitazione presso i suddetti corsi universitari.
(4-02695)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, ZAMPARUTTI, BERNARDINI, MECACCI e BELTRANDI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano Il Messaggero, nella sua edizione del 29 marzo ha pubblicato un articolo del giornalista Claudio Marincola,

nel quale tra l'altro si legge: «Invalidi con menomazioni irreversibili o affetti da disabilità permanenti. Una legge varata nel 2006, entrata in vigore da un anno, e un successivo decreto, hanno individuato 12 condizioni patologiche per le quali si è esclusi da qualsiasi visita di controllo. Perché purtroppo da certi mali non si guarisce, anzi. La legge c'è, e fu il frutto di una riforma del governo. Ma le Regioni la ignorano o la applicano col contagocce. In molti casi nemmeno la conoscono. E così un popolo di 3 milioni e mezzo di disabili - quelli a cui è stata riconosciuta l'indennità di accompagnamento - è costretto ogni anno a sottoporsi ad una lunga, inutile, replica per sentirsi dire quello che purtroppo già si sa. Senza dire delle lunghe ed estenuanti file con i disagi che i lettori hanno descritto a Dillo al Messaggero. Con tutto ciò che ne consegue: sospensione per un lungo periodo dell'assegno, aggravio di spesa per la Pubblica amministrazione, Asl costrette a rimborsare gli assistiti e con gli interessi»;
che l'Anio, (Associazione nazionale infezioni osteoarticolari), ha provato a calcolare il costo burocratico della mancata (o parziale) attuazione della legge 80 ripercorrendo i passaggi dell'iter e, secondo quanto si legge nel citato articolo, ha accertato:
1) il meccanismo distorto scatta nel momento stesso in cui viene presentata dal cittadino l'istanza. In media l'Anio ha calcolato che passa un periodo compreso tra i 180 e i 700 giorni. Se al richiedente viene riconosciuta una invalidità superiore al 75 per cento, l'istituzione sanitaria mette in mora una somma da erogare. Ma il verbale non viene recapitato prima di 360 giorni.
2) se tutto fila liscio la somma viene intascata dal cittadino dopo circa 700 giorni. Come dire che i 3.500 euro annui, raddoppiati e rivalutati con il tasso d'interesse dell'ultimo mese, diventano 9.000 euro, quasi il triplo.
3) c'è un costo aggiuntivo che quasi mai viene considerato ma che l'Anio in questa sua simulazione ha calcolato: nei due anni in cui l'assistito non usufruisce dei benefici pur avendone diritto il malato dipende in tutto e per tutto dal welfare. Se il soggetto è un disagiato che non percepisce reddito o rientra nei limiti le sue richieste vanno accolte. In media si tratta di circa 2.200 euro a carico dell'Ente locale.
4) per un invalido che si vede negato un diritto, aprire un contenzioso legale è molto frequente. Altrettanto frequente è vederselo riconosciuto con una sentenza. In questo caso il costo per l'Inps sale di 3.000 euro pari alle spese giudiziarie e legali.
5) un quinto esborso da classificare sotto la voce varie ed eventuali può arrivare nel caso in cui il cittadino decida di rivolgersi agli organi di tutela per invocare un danno biologico ed esistenziale. Il caso è molto più frequente di quanto si pensi.
6) l'ultima, ma non forse chiarificatrice voce di spesa, è molto difficile da quantificare: il costo delle commissioni istituite presso le Asl. Sono composte in genere da 4 o 6 membri. Il presidente percepisce un gettone di 20 euro a visita, 15 euro gli altri membri. Ogni Asl è una repubblica a sé, i costi variano perciò da regione a regione. Secondo alcuni i più maliziosi queste entrate che arrotondano lo stipendio sarebbero il vero motivo per cui le Asl stentano ad applicare la legge 80»;
risulterebbe inoltre che la Regione che più applica il decreto sia la Valle d'Aosta (100 per cento) seguita dalla Sardegna (88 per cento), e dalla Liguria (80 per cento). Fanalino di coda risulterebbe essere l'Umbria: il 65 per cento delle Asl interpellate ignorerebbe il decreto;
il presidente nazionale dell'Anio Girolamo Calsabianca ha chiesto l'apertura di un procedimento per chi avrebbe dovuto informare i cittadini e non lo ha fatto. Il problema, sollevato anche dal Tribunale del Malato, tocca da vicino anche l'Inps che è tenuta ad avviare la

procedura di verifica, e ad occuparsi dell'intero iter chiedendo alle Asl gli elenchi dei cittadini beneficiari e la relativa documentazione -:
se quanto sopra descritto, e che riprende la grave situazione denunciata dall'articolista del Messaggero corrisponda a verità;
in caso affermativo, quali iniziative si intendano adottare e promuovere, cosa si intenda fare perché tutte le Asl siano messe in condizione di conoscere e applicare la legge 80 e il successivo decreto che risulterebbe essere applicato in maniera soddisfacente solo dalle regioni Valle d'Aosta, Sardegna e Liguria;
se non si ritenga di dover raccogliere l'appello del Tribunale del Malato, e conseguentemente sollecitare l'Inps perché siano avviate le procedure di verifica e occuparsi dell'intero iter chiedendo alle Asl gli elenchi dei cittadini beneficiari e la relativa documentazione.
(4-02694)

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RAPPORTI CON LE REGIONI

Interrogazione a risposta immediata:

LO MONTE, BELCASTRO, COMMERCIO, IANNACCONE, LATTERI, LOMBARDO, MILO e SARDELLI. - Al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
il federalismo è efficace se risponde ai bisogni e alle peculiarità dei territori e dei cittadini;
il Cipe avrebbe dovuto ripartire i fondi per le aree sottoutilizzate relativi ai piani attuativi regionali per la Sicilia e le altre regioni del Sud;
ad oggi sono stati approvati i piani attuativi di quasi tutte le regioni del Nord, mentre il Sud e la Sicilia in particolare non hanno visto ancora accolto dal Governo il piano di impiego delle risorse dei fondi per le aree sottoutilizzate come determinato dalle regioni meridionali;
appare contraddittorio che mentre si discute e si approva in Parlamento la legge sul federalismo fiscale si pretenda che a programmare gli interventi sia il Governo centrale;
da parte del Governo si assiste ad atteggiamenti che ritardano gli interventi strutturali di sviluppo per il Mezzogiorno;
la regione Sicilia attende dai fondi per le aree sottoutilizzate una somma di oltre 4 miliardi di euro già programmati e che sono indispensabili per procedere e sostenere lo sviluppo economico, ma questi devono riferirsi al piano attuativo regionale come definito dalla regione Sicilia -:
se il Governo non intenda procedere immediatamente alla ripartizione dei fondi per le aree sottoutilizzate relativi ai piani attuativi regionali destinati alla regione Sicilia e alle altre regioni del Sud, come definiti dalle citate regioni.
(3-00467)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta immediata:

ANIELLO FORMISANO, DI PIETRO, DONADI, EVANGELISTI, BORGHESI, BARBATO, CAMBURSANO, CIMADORO, DI GIUSEPPE, DI STANISLAO, FAVIA, GIULIETTI, MESSINA, MISITI, MURA, MONAI, LEOLUCA ORLANDO, PALADINI, PALAGIANO, PALOMBA, PISICCHIO, PORCINO, PIFFARI, RAZZI, ROTA, SCILIPOTI e ZAZZERA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nello scenario della grave crisi finanziaria internazionale, divenuta inevitabil- mente

crisi economica, si inserisce il forte momento di crisi che sta attraversando il settore auto, che a sua volta è segno evidente delle difficoltà che attanagliano gli insediamenti produttivi e, in particolare, quelli del Mezzogiorno, come mette in risalto quanto sta accadendo a Pomigliano d'Arco negli stabilimenti della Fiat;
dal mese di settembre 2008, infatti, lo stabilimento Fiat «G.B. Vico» di Pomigliano d'Arco ricorre all'istituto assistenziale della cassa integrazione guadagni ordinaria per i suoi lavoratori ed il protrarsi del ricorso a tale istituto, in mancanza di reazioni rassicuranti e certe da parte dell'azienda, ha provocato un aumento della tensione e dei conflitti sociali;
lo stesso amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, ha recentemente messo in evidenza il grave momento dell'industria automobilistica dovuto ad un problema di capacità produttiva, affermando che la società torinese «non sarà più in grado di mantenere gli impegni assunti nel 2004 di non chiudere nessuno stabilimento italiano perché il mercato è cambiato»; Marchionne non ha parlato di stabilimenti più a rischio di altri, anche se non ha nascosto le difficoltà di Pomigliano d'Arco, a causa della minore domanda di autovetture di fascia medio-alta;
la crisi del settore automobilistico assume, quindi, nella specifica realtà aziendale di Pomigliano d'Arco, connotati particolarmente allarmanti, in quanto la sua missione produttiva è stata sino ad ora legata all'assemblaggio di modelli di autovetture ormai da considerare a fine percorso produttivo, stante la loro immissione sul mercato da ormai diversi anni;
i provvedimenti sino ad oggi adottati dal Governo, tesi a fronteggiare la crisi del comparto automobilistico, non hanno prodotto alcun risultato riscontrabile nello stabilimento del nolano, perché non mirati alla produzione di autovetture di alta gamma e non eco-compatibili, attualmente prodotte nel sito in oggetto;
le notizie che arrivano dall'insediamento della Fiat di Pomigliano d'Arco sono il segnale eloquente e il preannuncio dell'avvitarsi della crisi su stessa, con conseguenze disastrose sui livelli occupazionali e sulle prospettive di sviluppo, in un'area in cui la contemporanea crisi di altre aziende, quali Atitech, Salfim, Ibm, Tirrenia ed altre, determina una situazione esplosiva sotto l'aspetto sociale;
la decisione della proroga della cassa integrazione coinvolge quasi 5.000 operai e circa 500 impiegati, oltre a tutti i dipendenti dell'indotto e delle aziende fornitrici presenti su tutto il territorio, e contribuisce ad aggravare la precarietà di un elevato numero di posti di lavoro, cosa che si ripercuote anche nell'ambito dell'ordine pubblico;
tra l'altro, l'allarme lanciato dal parroco di San Felice in Pincis, a Pomigliano d'Arco, don Peppino Gambardella, parla di crisi di un indotto di altre 9 mila persone che direttamente o indirettamente vivono del lavoro della Fiat, sostenendo che nell'ultimo periodo sono state assai numerose le persone che si sono rivolte alla Caritas per ottenere un aiuto; si tratta di «situazioni di disperazione», che potrebbero avere conseguenze disastrose per l'aumento di fenomeni come l'usura, i furti, la delinquenza -:
se il Governo non ritenga necessario intervenire, d'intesa con le parti sociali e i vertici dell'azienda, per favorire il rilancio della produzione dello stabilimento «G. B. Vico» di Pomigliano d'Arco, anche con nuovi modelli eco-compatibili, e accelerare così l'uscita dall'attuale situazione di emergenza, consolidando la posizione dei lavoratori interessati, e nelle more non intenda raddoppiare le settimane di cassa integrazione guadagni, portandole da cinquantadue a centoquattro settimane.
(3-00464)

Interrogazione a risposta orale:

STRIZZOLO, MARAN, ROSATO, CUPERLO, MONAI e COMPAGNON. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nei documenti di bilancio dello Stato erano allocate risorse per tre miliardi di euro destinate al finanziamento di diversi interventi di bonifica di siti inquinati prevalentemente in aree industriali storiche e nelle zone contermini;
fra i 26 siti individuati come priorità erano (e ci sono) la Laguna di Grado e Marano (area in cui è compreso il complesso industriale chimico di Torviscosa) e l'area ex depositi petroliferi di Trieste;
l'intervento, in particolare nell'area industriale di Torviscosa, era ed è necessario per avviare il risanamento e il rilancio del polo chimico in cui opera la Chimica Caffaro Spa, azienda in crisi che interessa l'intera zona del Basso Friuli e che tra diretto e indotto alimenta circa mille posti di lavoro;
in un articolo del quotidiano Messaggero Veneto di Udine, a pagina 14, nella edizione di oggi martedì 31 marzo 2009, viene riportata la notizia che, recentemente, il CIPE avrebbe deliberato di spostare i tre miliardi destinati alle bonifiche dei siti inquinati al piano delle grandi opere e, nella fattispecie, alla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina, privando così siti di Torviscosa e di Trieste delle risorse necessarie per avviare il risanamento ambientale indispensabile - nel caso di Torviscosa - al rilancio del polo chimico e alla possibile salvezza della Caffaro e dei circa mille posti di lavoro collegati al citato insediamento industriale;
non molti giorni fa il Ministro dello sviluppo economico, durante una visita nella Regione Friuli Venezia Giulia, aveva manifestato la volontà sia ai rappresentanti dell'azienda Caffaro, sia ai rappresentanti delle istituzioni locali e del sindacato - di intervenire per ricercare tutte le possibili soluzioni per salvare il polo chimico di Torviscosa che è terzo per importanza in Italia -:
quali siano le effettive risorse oggi utilizzabili per gli interventi di bonifica nei diversi siti inquinati già individuati;
quali siano i reali intendimenti del Governo per intervenire concretamente e in tempi stretti a sostegno dei programmi di risanamento ambientale dei siti di Torviscosa e di Trieste che rimangono prioritari e strategici non solo nell'interesse del Friuli Venezia Giulia ma anche per il necessario e complessivo rilancio del comparto chimico industriale italiano.
(3-00461)

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Apposizione di una firma ad una risoluzione.

La risoluzione in Commissione Livia Turco e Duilio 7-00138, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 27 marzo 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Codurelli.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta orale Paolo Russo n. 3-00358, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 9 febbraio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Zampa.

L'interrogazione a risposta immediata in Commissione Fugatti e altri n. 5-01234, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 marzo 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Comaroli.

Pubblicazione di un testo riformulato.

Si pubblica il testo riformulato della mozione Di Pietro n. 1-00109, già pubblicata

nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 126 del 4 febbraio 2009.

La Camera,
premesso che:
in data 2 febbraio 2009, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha inviato una sua segnalazione (AS496) al Parlamento, alla Presidenza del Consiglio dei ministri, alla Banca d'Italia e alla Consob in merito alla governance degli istituti di credito e delle assicurazioni del nostro Paese, anche alla luce dell'indagine conoscitiva (IC36) «La corporate governance di banche e assicurazioni», conclusa dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato in data 23 dicembre 2008;
nell'attuale fase di crisi del settore finanziario, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato condivide che priorità improrogabile del Governo e di tutte le istituzioni sia quella di predisporre misure che portino a risolvere la crisi, riducano al minimo gli effetti di quest'ultima sull'economia reale e ripristinino la fiducia nel corretto funzionamento dei mercati finanziari, ma nel contempo ritiene che la crisi in corso - diversamente da quanto da più parti sostenuto - richieda interventi in grado di affrontare alcune distorsioni del mercato e del settore del credito, così da assicurare nel futuro il recupero della reputazione collettiva e individuale del sistema bancario, oggi fortemente compromessa e causa della sfiducia diffusa sia dal lato della domanda - risparmiatori/investitori - sia dal lato dell'offerta a livello di sistema interbancario;
la capacità di rinnovamento non può che partire dall'affrontare temi solo apparentemente poco urgenti, ed invece centrali, come gli assetti di governance che presentano diversi profili critici:
a) l'ampia diffusione di legami azionari e personali fra concorrenti, soprattutto laddove creano nuclei stabili e intrecci non chiari tra soggetti finanziati e soggetti finanziatori;
b) la scarsa trasparenza nell'operato di alcuni centrali azionisti (si veda il ruolo essenziale ma non sempre chiaro delle fondazioni);
c) il mancato adeguamento della normativa sulle banche cooperative - in specie delle banche popolari quotate - la cui operatività concreta è oramai largamente assimilabile alle società per azioni;
questi profili critici erano stati più volti segnalati dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato, in particolare:
a) in seguito alle indagini conoscitive IC32 (gennaio 2006), riguardante i prezzi alla clientela dei servizi bancari, e IC25 (novembre 2004), relativa agli ostacoli alla mobilità della clientela nell'ambito dei servizi di intermediazione finanziaria;
b) con la segnalazione del 28 maggio 2007 (Ostacoli allo sviluppo concorrenziale dei mercati dei servizi bancari per la clientela retail);
c) con frequenti audizioni parlamentari, tra le quali si ricordano quelle del 10 ottobre 2006 sull'attuazione della legge n. 262 del 2005, recante «disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari», e del 10 luglio 2007, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'evoluzione del sistema creditizio italiano;
nonostante le anomalie del sistema evidenziate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato, l'autoregolamentazione collettiva e individuale non ha trovato rapidamente la forza di una spontanea reazione, sia pure a livello di intento, e poiché è mancata tale reazione spontanea del sistema finanziario, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato chiede ora che il progettato intervento pubblico a sostegno delle banche sia inserito in un quadro di misure finalizzate a eliminare i conflitti di ruolo, a riformare

assetti di governance ormai superati, a garantire la nozione di indipendenza e a introdurre maggiore trasparenza nel ruolo degli azionisti;
in base ai cosiddetti «decreti anticrisi» recentemente emanati (decreti-legge n. 155, 157 e 185 del 2008), sono stati predisposti una pluralità di strumenti volti a iniettare, in presenza di specifici presupposti, capitale pubblico nelle banche:
a) l'entrata dello Stato nel capitale di banche in crisi attraverso la sottoscrizione o prestazione di garanzie per gli aumenti di capitale;
b) la prestazione di garanzie da parte dello Stato a passività delle banche;
c) le forme di finanziamento da parte della Banca d'Italia (cosiddetta emergency liquidity assistance);
d) la sottoscrizione da parte dello Stato di obbligazioni speciali bancarie convertibili, in talune circostanze, in azioni ordinarie;
i cosiddetti «decreti anticrisi» che introducono questi strumenti necessitano poi di successiva attuazione per il tramite di decreti del Ministero dell'economia e delle finanze, nonché della specifica applicazione caso per caso, anche sulla base di protocolli da stipulare con le banche interessate. Parrebbe, dunque, opportuno - secondo l'Autorità garante della concorrenza e del mercato - che l'intervento pubblico sia inserito, alla luce della specifica realtà italiana, nell'ambito di misure volte a realizzare radicali cambiamenti nella governance e non solo;
per quanto concerne la governance degli istituti di credito l'Autorità garante della concorrenza e del mercato propone:
a) di investire la struttura stessa del sistema bancario/finanziario, eliminando i conflitti di ruolo/incarico e garantendo la trasparenza nel ruolo degli azionisti/finanziatori rispetto ai soggetti finanziati;
b) sempre nella prospettiva di rendere chiaro e ridurre il fenomeno dei legami azionari, un intervento regolatorio che riduca la soglia del 2 per cento, oltre la quale devono essere dichiarate le partecipazioni rilevanti;
c) di rivedere radicalmente la normativa sull'amministratore indipendente, che oggi consente il verificarsi di situazioni non limpide, nelle quali il medesimo soggetto assomma cariche diverse in società concorrenti;
occorrono - secondo l'Autorità garante della concorrenza e del mercato - interventi normativi sulle fondazioni bancarie:
a) le fondazioni devono rendere chiaro il processo decisionale sulle modalità con le quali esercitano i diritti di voto nelle società partecipate e devono definire i criteri in base ai quali selezionano i candidati da proporre per le cariche degli organi di governo delle società partecipate, anche alla luce dell'esigenza di non candidare soggetti caratterizzati da conflitto di ruoli;
b) è indispensabile che la nomina degli stessi organi di governance delle fondazioni e la gestione del patrimonio siano ispirate a criteri oggettivi e trasparenti. Anche la trasparenza sui criteri di gestione del patrimonio e la completezza informativa rendono auspicabili interventi normativi, eventualmente di settore;
occorre avviare anche una riforma delle banche popolari; i diversi disegni di legge presentati in Parlamento possono costituire un utile punto di partenza per un tempestivo intervento normativo: le banche popolari quotate sono infatti sempre più assimilabili a società per azioni e, quindi, ormai prive di quelle caratteristiche che ne giustificavano la forma assunta e le specificità in termini, ad esempio, di voto capitario, di clausola di gradimento, di limiti al possesso di partecipazioni azionarie e all'uso delle deleghe. Occorre, dunque, un intervento normativo che adegui il regime legale vigente, che rischia di

essere solo uno strumento per evitare cambiamenti efficienti negli assetti azionari e di governo societario, alla realtà attuale;
ma l'Autorità garante della concorrenza e del mercato propone anche misure a favore della clientela degli istituti di credito e, in particolare:
a) che gli interventi normativi sulla materia dei mutui immobiliari (rinegoziazione/portabilità) siano attuati in modo da consentire ai clienti di confrontare agevolmente le diverse opzioni e scegliere quella più competitiva in termini di miglior prezzo (vale a dire, in termini di minore tasso applicabile), anche al fine di evitare effetti distorsivi sugli spread;
b) di introdurre un chiaro ed unico indicatore sintetico che riunisca le diverse voci di spesa a carico del cliente che vada in scoperto. La clientela avrebbe un'immediata e chiara percezione del prezzo complessivo dei servizi bancari, necessaria per confrontare tra loro le diverse offerte presenti sul mercato e per rapportare il prezzo rispetto al livello dei tassi individuati come usurari. Occorre un chiarimento legislativo che dia un'indicazione precisa e tassativa dei criteri di calcolo del tasso usurario e interventi regolatori che esplicitino un indicatore sintetico di tutte le voci di spesa a carico dei clienti finali, comprensivo delle commissioni di massimo scoperto. In un'ottica concorrenziale si tratta di una misura che appare necessaria non solo per il cliente/consumatore finale, ma anche per il cliente/piccola e media impresa;
il 25 marzo 2009 è stato sottoscritto dal ministero dell'economia e delle finanze e dall'Associazione bancaria italiana un accordo quadro, che, di fatto, rinvia a forme di autoregolamentazione la soluzione di parte delle criticità segnalate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato,

impegna il Governo:

ad assumere le opportune iniziative, anche legislative, ferme restando le prerogative del Parlamento, superando le carenze dello stesso accordo quadro sottoscritto il 25 marzo 2009 dal ministero dell'economia e delle finanze e dall'Associazione bancaria italiana, al fine del pieno inserimento delle regole suggerite dalla citata segnalazione dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, relative alla governance degli istituti di credito, all'effettiva portabilità dei mutui immobiliari per la prima casa di abitazione, all'introduzione di un chiaro ed unico indicatore sintetico che riunisca le diverse voci di spesa a carico del cliente che vada in scoperto;
ferme restando le prerogative del Parlamento, ad assumere le opportune iniziative anche legislative, al fine di - secondo le indicazioni dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato - riformare le fondazioni bancarie e riformare le banche popolari quotate.
(1-00109)
(Nuova formulazione) «Di Pietro, Donadi, Borghesi».
(4 febbraio 2009)