XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 18 febbraio 2009

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
secondo gli ultimi dati Eurispes, Taranto rientra tra le quattordici aree ad alto rischio ambientale, rappresentando un grande problema nazionale per le allarmanti emissioni di sostanze inquinanti attribuibili ai grandi stabilimenti industriali: Ilva, Eni, Edison, Cementir;
nell'ambito della nota questione ambientale dell'area tarantina si evidenziano gravi problemi di protezione ambientale e di tutela dei livelli occupazionali del territorio;
entrambi i problemi determinano, sotto differenti profili, elevati livelli di preoccupazione sociale per la salubrità del contesto ambientale e, allo stesso tempo, per le gravi conseguenze occupazionali che deriverebbero all'economia locale dalla chiusura degli stabilimenti industriali in questione;
tale situazione, insistentemente evidenziata dai mass media, sta provocando una psicosi collettiva che ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo la Regione Puglia ha inteso «cavalcare» adottando una legge di impossibile applicazione tecnica, priva peraltro di ogni copertura finanziaria;
l'Ilva contesta la concreta praticabilità di tale legge con particolare riferimento al raggiungimento degli obiettivi temporali di abbattimento delle emissioni di diossina,

impegna il Governo

ad adottare, nell'ambito delle competenze costituzionali che in materia di ambiente sono attribuite allo Stato centrale, le più urgenti e opportune iniziative per affrontare, in maniera determinata ed equilibrata, l'annosa questione richiamata in premessa.
(1-00121)
«Patarino, Sbai, Lamorte, Cristaldi, Fucci, Formichella, Taddei, Divella, Castellani, Bocciardo, Scapagnini, Scandroglio, Minasso, Cassinelli, Gava, Caldoro, Giammanco, Girlanda, Frassinetti, Saltamartini, Di Virgilio, Pelino, Catanoso, Versace, Lehner, Angela Napoli».

Risoluzione in Commissione:

La VI Commissione,
premesso che:
il Governo, nella seduta della Camera del 24 novembre 2008, ha accolto un ordine del giorno che lo impegnava a verificare l'idoneità del vigente sistema di rilevazione ed inoltro dei flussi informativi, da parte dei soggetti sottoposti alla vigilanza della Banca d'Italia, a rappresentare in modo puntuale e preciso le variazioni sull'accesso al credito da parte delle diverse tipologie di imprese e, in particolare, di quelle di minori dimensioni, nonché dei soggetti diversi da queste ultime, con riferimento ai differenti strumenti esistenti sul mercato;
l'atto di indirizzo appena richiamato impegnava l'Esecutivo a valutare la possibilità di un intervento volto, attraverso il Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio, ad assicurare il miglior rilevamento delle informazioni circa le variazioni sull'accesso al credito, allo scopo di monitorarne l'andamento in un arco di tempo considerato e di disporre altresì di un metodo di valutazione anche in ordine agli effetti dei provvedimenti assunti dal Governo e dal Parlamento;
stando alla pubblicazione del primo «Diario dell'inverno di crisi», edito dal Censis nel mese di febbraio 2009,

risulta che «c'è stato un altro prezzo da pagare: l'inevitabile restringimento del credito, specialmente nei confronti delle piccole aziende» (ivi pagina 2), e che «a novembre i prestiti a breve termine alle imprese sono cresciuti solo del 2,5 per cento rispetto al 2007, quando invece l'aumento era stato dell'8,7 per cento»;
la predetta indagine del Censis evidenzia inoltre l'aumento consistente dei finanziamenti alle imprese concessi dal sistema delle banche di credito cooperativo;
appare di estrema importanza verificare l'idoneità del sistema di monitoraggio utilizzato dal sistema bancario e da quello istituzionale ad offrire un quadro il più possibile corrispondente all'andamento del mercato del credito, con particolare riferimento a quello destinato alle piccole imprese ed ai singoli settori;
si registrano gli allarmi lanciati da diverse associazioni di categoria circa il diniego opposto, da parte di diversi istituti bancari, alle richieste di accesso al credito avanzate da imprese di minori dimensioni, nonché in merito alla complessità delle procedure burocratiche correlate ed alle condizioni economiche, spesso apposte unilateralmente a prestiti in atto, che possono far lievitare in misura rilevante il costo del denaro destinato alle imprese;
è ormai accertata l'esigenza di disporre di informazioni complete ed attendibili sull'andamento del mercato del credito nel Paese, con particolare riferimento alla difficile situazione dell'economia, ed è altresì acclarata l'esigenza di procedere alla raccolta di dati, anche attraverso le associazioni di impresa, quelle operanti nel settore bancario e quelle di tutela dei consumatori,

impegna il Governo

a riferire i dati e le informazioni in suo possesso relativi all'andamento dell'accesso al credito, con particolare riferimento a quello concesso alle piccole imprese, nonché all'idoneità dei sistemi di rilevamento esistenti o utilizzati per monitorare il mercato creditizio, ed altresì a riferire in merito alle iniziative che si intendono assumere per rendere tali sistemi di rilevamento più trasparenti e aderenti alla reale situazione di fatto.
(7-00123)
«Antonio Pepe, Contento, Polidori, Raisi».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:

CICCANTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
a causa di interventi legislativi non armonizzati nel settore del trasporto conto terzi, è stato vanificato l'intendimento originario del legislatore e si è venuta a creare una criticità per il settore in particolare per quanto riguarda la continuazione dell'attività di trasporto merci conto terzi da parte degli operatori economici che da tempo svolgono l'attività ed in particolare in relazione di requisiti di accesso a partecipare all'esame di idoneità professionale per continuare a svolgere l'attività;
sono presenti criticità che non possono essere sanate con interventi da parte del Ministero attuati peraltro con decreti incompatibili con la normativa;
la tempistica di regolarizzazione degli operatori economici ai nuovi requisiti previsti appare incongrua se rapportata all'attuale situazione in cui si trova il settore del trasporto conto terzi, con pregiudizi rilevanti e non realmente sanabili per quegli operatori che da tempo operano con mezzi che in precedenza erano esenti dal possesso di requisiti particolari (capacità

finanziaria e idoneità professionale), quali i mezzi di massa a pieno carico fino a 3,5 tonnellate oggi ridotte a 1,5 tonnellate, requisito che non si riscontra su nessun mezzo di trasporto per merci rinvenibile sul mercato;
è prevedibile, qualora a breve non si proceda ad assumere modifiche dei decreti di cui si tratta una difficoltà dell'intero settore del trasporto merci e quindi di una considerevole parte del sistema economico con una consistente perdita di posti di lavoro stimabile in decine di migliaia in ambito nazionale;
con riferimento alla prima casistica, alcune province, hanno adottato deliberazioni inviate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per segnalare la problematica ed allertato l'UPI Nazionale la quale, per quanto di conoscenza, si è fatta anch'essa parte attiva per richiedere al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di provvedere «a risolvere le difformità operative che stanno emergendo sul territorio nazionale in dipendenza della criticabile modifica del decreto legislativo n. 395 del 2000 come da comma 1 dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 478 del 2001;
detta criticità sarebbe superabile, ad avviso di molte province, con una semplice sostituzione dell'inciso «di cui al comma 1» del comma 6 dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 395 del 2000 con le parole «di cui all'articolo 7 commi 2 e 3» in quanto una modifica operata con il decreto legislativo n. 478 del 2001 ha una incisività tale da essere interpretata rispetto alla ratio del legislatore che promana dall'impianto originario del decreto legislativo n. 365 del 2000, come una successiva volontà espressa dal legislatore di prescrivere che, per la prova di controllo prevista dalla norma in argomento per coloro che da tempo operano nel settore del trasporto merci, i requisiti di partecipazione siano quelli novellati al sesto comma dell'articolo 8, con l'agevolazione di una più favorevole valutazione degli elaborati ai fini del superamento dell'esame;
in riferimento alla seconda casistica, è necessario ed urgente che si provveda a rivedere:
a) la portata dei mezzi per cui la Ditta iscritta all'Albo è esente dal dovere essere in possesso di particolari requisiti (capacità finanziaria e idoneità professionale) riportandola a 3,5 tonnellate come in precedenza;
b) la possibilità, quantomeno, di far operare, senza adeguarsi, quelle ditte che alla data della entrata in vigore del decreto legislativo n. 395 del 2000 erano già iscritti all'albo con la limitazione di peso di 3,5 tonnellate, prescrivendo per queste, solo nel caso di aumento della portata dei mezzi in disponibilità oltre detto tonnellaggio, l'adeguamento alla normativa per quanto ai requisiti detti, logicamente il limite di 1,5 tonnellate come da attuale previsione può essere operativo per ditte di nuova iscrizione;
c) in subordine rispetto a quanto sopra, la possibilità di traslare nel tempo i termini entro cui le ditte devono adeguarsi ai nuovi requisiti (31 agosto 2009) -:
se non ritenga urgente provvedere a sanare la 1a situazione sopra riportata per quanto riguarda la continuazione dell'attività di trasporto merci conto terzi da parte degli operatori economici che da tempo svolgono l'attività ed in particolare con riferimento ai requisiti di accesso a partecipare all'esame di idoneità professionale per continuare a svolgere l'attività;
se non ritenga, opportuno, in relazione alla 2a situazione sopra riportata, provvedere a rivedere:
a) la portata dei mezzi per cui la ditta iscritta all'Albo è esente dal dovere essere in possesso di particolari requisiti (capacità finanziaria e idoneità professionale) riportandola a 3,5 tonnellate come in precedenza;
b) la possibilità, quantomeno, di far operare, senza adeguarsi, quelle ditte che alla data della entrata in vigore del decreto

legislativo n. 395 del 2000 erano già iscritte all'albo con la limitazione di peso di 3,5 tonnellate, prescrivendo per queste, solo nel caso di aumento della portata dei mezzi in disponibilità oltre detto tonnellaggio, l'adeguamento alla normativa per quanto ai requisiti detti facendo si che il limite di 1,5 tonnellate possa essere operativo per le ditte di nuova iscrizione;
c) in subordine rispetto a quanto sopra, se si possano differire i termini entro cui le ditte devono adeguarsi ai nuovi requisiti (31 agosto 2009).
(4-02335)

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AFFARI ESTERI

Interrogazioni a risposta scritta:

BORGHESI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il cittadino italiano Salvatore Gambardella si trova dal 18 giugno 2007, in stato di custodia cautelare in Germania;
lo stesso è accusato di gravissimi reati, tra i quali: violenza carnale, lesione personale aggravata, tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale, privazione della libertà personale, estorsione, truffa professionale, infrazione alla legge (tedesca) sugli stupefacenti, infrazione alla legge (tedesca) sulle armi;
l'accusa è basata essenzialmente su un'unica deposizione. Secondo l'accusa in un primo momento il signor Gambardella avrebbe conosciuto brevemente una donna, quindi l'avrebbe insidiata entrando nella sua abitazione e violentata; costringendola poi alla prostituzione, rinchiusa in un bordello nell'abitazione, le avrebbe tolto l'incasso giornaliero da prostituta di circa 1.500 euro, dandole però quasi niente da mangiare. Per più di un mezz'anno sarebbe stata tenuta quasi come prigioniera e messa sotto pressione psichica. Inoltre il signor Gambardella apparterrebbe alla criminalità organizzata di Napoli ed in questo ambito avrebbe ricevuto ed eseguito incarichi di omicidio;
la gravità dei reati ascritti impone che la magistratura tedesca proceda con tutti i mezzi necessari al fine di accertare i fatti;
l'avvocato Marcus Bartscht di Hannover, uno dei difensori di Gambardella, ebbe ad inviare al Consolato generale d'Italia di Hannover una lunga lettera nella quale indicava una serie di elementi che documenterebbero una insufficiente attività investigativa da parte della procura tedesca;
in particolare il fatto che l'unico testimone ascoltato sia stata la parte lesa, della quale il Gambardella sostiene essersi almeno all'inizio innamorato;
l'avvocato difensore elenca una serie di incongruenze nella dichiarazione dell'unico testimone, senza tuttavia che la Procura tedesca abbia per ciò valutato l'attendibilità della stessa, nonostante ciò sia prescritto dal codice penale vigente in Germania;
sempre secondo l'avvocato difensore nell'ambito del dibattimento del 17 luglio 2008, il primo funzionario inquirente della polizia giudiziaria ha dovuto ammettere che una serie di circostanze e fatti che secondo il parere della difesa hanno oppure avrebbero potuto avere un effetto indiziario a discarico e che - indipendentemente dalle considerazioni precedenti - assolutamente avrebbero dovuto essere acquisiti agli atti non sono in realtà parte degli stessi e materiale di prova;
ancora il citato legale critica il modo di procedere della polizia giudiziaria di Hannover. Ci si chiede perché palesemente mezzi di prova eccetera che avrebbero potuto avere effetto indiziario a discarico,

intenzionalmente non siano stati acquisiti agli atti, ciò nonostante la presentazione di precise istanze al riguardo;
in conclusione l'avvocato Bartscht ebbe a richiedere un colloquio al Consolato generale d'Italia allo scopo di interessare le autorità tedesche affinché al cittadino italiano Salvatore Gambardella in Germania sia fatto un processo nel pieno rispetto dello stato di diritto -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra riportati;
se ritengano di dover intervenire per garantire al cittadino italiano Salvatore Gambardella un processo che garantisca il pieno rispetto dei diritti degli imputati.
(4-02325)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:

COSENZA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la fornitura di energia sull'isola di Capri viene garantita dalla centrale termoelettrica di Marina Grande;
quest'opera, attiva dall'ormai lontano 1903, ha avuto un'enorme importanza per lo sviluppo socio-economico di Capri in quanto ha costantemente garantito all'isola una importante autonomia energetica come dimostrò il fatto che, durante lo storico black-out nazionale del 28 settembre 2003, proprio Capri fu, insieme alla Sardegna, l'unico territorio italiano a rimanere del tutto illuminato;
tuttavia negli ultimi anni si è diffusa nell'isola una crescente e comprensibile preoccupazione per il fatto che, mentre la tecnologia è in pieno sviluppo e la ricerca nel settore delle energie rinnovabili appare in piena corsa, la centrale termoelettrica di Marina Grande, la quale lavora ancora per mezzo di generatori di corrente alimentati a gasolio, possa ora essere una zavorra per lo sviluppo sociale, economico e turistico di Capri;
sono infatti crescenti le segnalazioni su gravi episodi di inquinamento ambientale e acustico, mentre sono già stati segnalati alcuni casi tumorali sospetti che potrebbero essere collegati all'attività della centrale termoelettrica caprese;
l'Agenzia regionale per l'ambiente della Campania ha ormai accertato, sin dal settembre 2007, come tre gruppi di motori della centrale termoelettrica su sei controllati (in tutto ce ne sono sedici) emettano nell'atmosfera polvere da fumi e rumori superiori ai limiti consentiti dalle norme vigenti;
proprio in questo contesto, già diversi mesi fa l'amministrazione comunale di Capri commissionò uno studio di fattibilità, poi sottoposto all'attenzione dei competenti uffici tecnici del Ministero dello sviluppo economico, per l'allacciamento di Capri alla rete elettrica nazionale;
l'allacciamento alla rete nazionale, però, non è sufficiente da solo, ma anzi è solo uno dei due pilastri su cui appare necessario basare la complessiva opera di riconversione e ammodernamento energetici di Capri;
l'altro pilastro consiste infatti nella generazione di forme di energia alternative più pulite, efficienti e quindi, anche, convenienti sul piano economico (in particolare il fotovoltaico su cui sta già puntando, attraverso l'avvio di alcuni bandi pubblici, l'amministrazione comunale per la sede del municipio, per le scuole e per l'impianto di depurazione) -:
quali iniziative, per quanto di sua competenza, intenda assumere, nell'ambito della politica del governo sulla tutela dell'ambiente e sull'incentivazione di forme di energia alternative, per sostenere la riconversione energetica di Capri.
(5-01024)

Interrogazione a risposta scritta:

DE ANGELIS. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
l'ondata di maltempo di queste ultime settimane sta provocando ingenti danni economici e ambientali in diverse zone del Paese;
la continua erosione della costa laziale tra Sabaudia e Latina, in pieno Parco nazionale del Circeo, ha causato anche problemi di carattere strutturale ad alcuni tratti viari del lungomare con cedimenti del manto stradale e distruzione della duna;
in particolare la zona di Sabaudia, protetta e tutelata a livello internazionale, sta subendo i maggiori inconvenienti in termini di sicurezza e di salvaguardia ambientale, soprattutto per quanto riguarda la fauna e la flora presente, con gravi ripercussioni sulla prossima stagione turistica estiva;
da anni le diverse istituzioni (Ente parco, Regione, Provincia e Comune) stanno cercando il modo di fronteggiare, almeno in parte, i danni dovuti alla erosione naturale con interventi emergenziali e costosi;
la situazione di queste ore è divenuta insostenibile e causa allarme nella comunità e nelle attività produttive locali -:
se sia stato disposto l'invio di tecnici del dicastero per verificare sul posto la situazione e quantificare i danni e quali misure economiche e progettuali intenda attivare al fine di preservare una zona di così alto valore naturalistico.
(4-02328)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:

MUSSOLINI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
un Comitato di pendolari provenienti dai Comuni di Potenza, Buccino, Sicignano degli Abruzzi, Contursi Terme ed Eboli che quotidianamente devono raggiungere Napoli per lavoro, ha segnalato alla Direzione Regionale dei Trasporti Campania, all'Ufficio Assistenza clienti ed alla Federconsumatori della Provincia di Salerno le seguenti problematiche relative ai collegamenti ferroviari che interessano la tratta in questione:
il collegamento ferroviario che collega i Comuni di Potenza, Buccino, Sicignano degli Abruzzi, Contursi Terme ed Eboli con Napoli è garantito attraverso il treno 12430, primo treno utile a disposizione dei tanti studenti e pendolari;
il suddetto convoglio prevede l'arrivo a Napoli alle ore 8:05, orario non adeguato per permettere ai viaggiatori di arrivare in ufficio in tempo utile;
il treno 12430 inoltre accumula molto frequentemente un vistoso ritardo, arrivando a Napoli tra le ore 8:20 e le 8:40,
i passeggeri del treno 12430 lamentino anche le condizioni del convoglio, che si presenta sporco, freddo e a volte privo di illuminazione;
per il rientro da Napoli alle ore 14:00 è previsto un solo treno, il 12347, che partendo da Napoli proprio alle 14:00 impedisce a molti pendolari, che a quell'ora lasciano il proprio posto di lavoro, di usufruirne il treno successivo è previsto dopo oltre un ora, alle 15:18, con il treno 12439;
allo stesso modo per i lavoratori che lasciano il proprio ufficio alle 18:00, è impossibile usufruire del mezzo 12441 che parte da Napoli alla stessa ora;

i pendolari di Caserta arrivano a Salerno alle ore 19:01 e sono costretti a prendere il primo treno utile per Battipaglia, ove devono proseguire con mezzi propri, nonostante l'abbonamento mensile preveda la copertura della tratta completa;
il treno 12441 infine, pur giungendo puntualmente a Battipaglia, è spesso costretto, per ragioni di servizio, ad attendere il cambio del personale viaggiante proveniente da Potenza, accumulando un ritardo di 20/30 minuti -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza di ciò e quali iniziative intendano intraprendere affinché venga garantito un collegamento ferroviario dei Comuni interessati che risponda a criteri di maggiore razionalità e che renda un servizio maggiormente efficiente.
(4-02326)

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GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta orale:

RAO, CIOCCHETTI e DIONISI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
a fronte della difficile situazione esistente nell'Ufficio del Giudice di Pace di Roma, determinata dal notevole aumento delle cause iscritte a ruolo, e in particolare dei ricorsi avverso le sanzioni amministrative, non ha fatto riscontro un corrispondente incremento di personale amministrativo, che, anzi, negli ultimi anni ha subito una consistente diminuzione;
attualmente risulta impossibile una corretta e adeguata funzionalità dell'ufficio, nonostante l'impegno dei giudici e del personale in servizio;
sarebbe opportuno affrontare, in una situazione non precaria come quella attuale, il previsto aumento del lavoro derivante dalle nuove e più ampie competenze per valore attribuite al Giudice di Pace dalla riforma del processo civile in discussione in Parlamento -:
se non intenda provvedere, con la massima sollecitudine, al trasferimento a detto Ufficio di un congruo numero di dipendenti e, nel caso di impossibilità di distogliere personale dagli altri uffici giudiziari, disporre, d'intesa con il Ministro per la pubblica amministrazione e le innovazioni e con gli altri ministeri competenti, il distacco di dipendenti di altre Amministrazioni dello Stato.
(3-00395)

Interrogazione a risposta in Commissione:

MISITI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 235, comma 1, del decreto legislativo n. 267 del 2000 (T.U. enti locali) prevede la «rieleggibilità per una sola volta» dei revisori;
da ciò deriverebbe che il revisore eletto per due volte consecutive nello stesso ente non sarebbe rieleggibile;
tuttavia, interpretando la differenza terminologica esistente tra «rieleggibilità» e «nomina», diverrebbe «nuovamente eleggibile» trascorsa un'interruzione almeno triennale dai due mandati precedenti in quanto, in tal caso, si verterebbe non in una situazione di rielezione, ma in un'ipotesi di nuova nomina -:
se, nel caso in esame, un revisore che sia stato nominato precedentemente per due mandati consecutivi e dopo che sia intervenuta un'interruzione triennale, possa essere lo stesso nominato a tale carica.
(5-01027)

TESTO AGGIORNATO AL 19 FEBBRAIO 2009

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

VELO e BRATTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il turismo, con particolare riferimento alle attività d'impresa marittima e di navigazione, rappresenta la principale fonte di guadagno per la maggioranza dei cittadini residenti lungo il litorale adriatico dell'Emilia-Romagna;
secondo i dati forniti, in merito al settore di cui si discute, dalla Confederazione dell'Artigianato e della piccola e Media Impresa (di seguito denominata C.N.A. Turismo), per le località costiere si possono stimare, dal mese di marzo ad ottobre/novembre, in oltre 130.000 gli individui trasportati per lo svolgimento delle varie attività che si possono praticare in queste zone ad alta vocazione turistica;
gli operatori del settore, svolgendo attività che, nell'ambito di un sistema tra i più rinomati ed universalmente riconosciuti, offrono un importante valore aggiunto all'offerta turistica, hanno sempre perseguito l'obiettivo di garantire la massima sicurezza per gli utenti;
alcune recenti iniziative normative rischierebbero, secondo la C.N.A. Turismo, di mettere a repentaglio lo svolgimento delle attività di pesca sportiva e d'impresa trasporto passeggeri, riferendosi, in modo particolare, al decreto emanato dal Ministero dei Trasporti in data 21 gennaio 2008 recante «Disciplina dell'addestramento teorico pratico per la certificazione di marittimo abilitato per i mezzi di salvataggio» (conosciuto come certificato M.A.M.S.) con specifico riferimento alle prove, sia teoriche che pratiche, richieste per il rilascio della stessa;
in questa sede appare sufficiente sottolineare le seguenti criticità: carenza di centri abilitati allo svolgimento delle esercitazioni obbligatorie; difficile realizzazione di alcune norme contenute nel decreto e relative alle prove pratiche (ad esempio «governo di un mezzo di salvataggio in condizione meteo-marine avverse» ex articolo 3); incertezza sui costi che ciascuna impresa del settore dovrebbe affrontare per la preparazione di un marinaio nonché sulla continuità della prestazione da parte di questo una volta ottenuta la certificazione;
le difficoltà sopra esposte sembrerebbero, pertanto, in grado di recare danni economici di un certo rilievo tali da pregiudicare, per i settori direttamente interessati al rilascio della M.A.M.S., la stagione turistica incipiente evidenziando, ad ogni modo, come la complessità di talune procedure amministrative di carattere abilitativo abbia la capacità di colpire direttamente il tessuto delle piccole e medie imprese turistiche costiere -:
quali iniziative, anche di carattere normativo, intenda predisporre, nell'ambito delle proprie competenze, al fine di mettere gli operatori turistici marittimi in condizione di svolgere i corsi obbligatori nonché le prove pratiche e teoriche di abilitazione per l'ottenimento del M.A.M.S., con certezza di tempi e costi onde scongiurare danni economici consistenti in vista della prossima stagione turistica.
(5-01021)

MISITI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nel 1982 il Parlamento, modificando il piano per le strade di grandi comunicazioni, decise di costruire la variante alla strada statale 106 tra i comuni di Roccella Jonica e Locri, volta a evitare il traffico tra i relativi centri abitati;
a distanza di 27 anni, tale decisione, riguardante l'unica infrastruttura in grado di alleggerire il traffico urbano e di evitare che i veicoli che effettuano trasporti nazionali e internazionali transitino nei centri

abitati, non ha ancora avuto degna conclusione e conseguentemente ancora la variante non è aperta al traffico;
in seguito a vari incontri e a manifestazioni indette dai 42 sindaci del comprensorio della locride, sembrerebbe che entro quest'anno i lavori di completamento a monte di Roccella Jonica, bisognosi soltanto del loro completamento, si sarebbero conclusi, essendo il progetto finanziato e approvato dalla direzione dell'ANAS e inserito nel piano 2007-2011;
data la frequente chiusura dell'autostrada A3 si può constatare quanto sarebbe opportuno e necessario completare l'intera opera tra Reggio di Calabria e Taranto, mentre giungono notizie secondo le quali l'appalto dei lavori per la bretella di Roccella potrebbe essere differito ancora di un anno -:
se il Governo non intenda impartire direttive all'ANAS affinché vengano date risposte certe e siano completati i lavori di questa importante infrastruttura, attesa da circa un trentennio dall'intera popolazione della locride.
(5-01025)

VELO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
per le imprese di autotrasporto di merci italiane e comunitarie, a partire dal 1998, con la legge n.285 del 1998 e successivamente con la legge n. 40 del 1999, è stato istituito un contributo sotto forma di rimborso per ridurre l'onere dei pedaggi autostradali pagati per l'utilizzo delle infrastrutture stesse;
per ottenere tale rimborso occorre documentare il pagamento di pedaggi autostradali per un importo minimo di 51.646,00 euro, cifra che difficilmente una singola impresa può raggiungere in un anno solare, la norma ha pertanto previsto la costituzione di consorzi tra imprese di autotrasporto per cumulare i pagamenti effettuati nell'anno e ottenere il previsto rimborso;
i consorzi operano attraverso convenzioni con Autostrade per l'Italia S.p.A., tali convenzioni prevedono l'utilizzo del Telepass da parte degli autotrasportatori con post-pagamento dei pedaggi che ciascun consorzio garantisce con una fideiussione bancaria pari ad almeno una mensilità dei pedaggi ad esso fatturati, fino ad oggi, da circa 10 anni, i consorzi non sono mai stati morosi facendosi carico anche di eventuali insoluti da parte dei singoli soci autotrasportatori;
le vecchie convenzioni sono ormai quasi tutte giunte a scadenza e per il rinnovo Autostrade per l'Italia S.p.A., chiede ai consorzi che venga elevato l'importo della fideiussione bancaria ad un valore pari a quattro mensilità dei rispettivi fatturati in pedaggi, pena il rinnovo della stessa Convenzione;
considerando il periodo di crisi che il nostro Paese e il resto del mondo sta attraversando la richiesta sembra impossibile da soddisfare in quanto i consorzi si troverebbero a dover garantire il 33 per cento del valore complessivo stimato del servizio fornito annualmente;
appare evidente che se si dovesse mantenere tale linea da parte dell'unico soggetto che detiene il monopolio delle concessionarie autostradali, molti consorzi dovrebbero sospendere il servizio e i singoli autotrasportatori si vedrebbero quindi negato il rimborso da parte dello Stato;
in altri Paesi europei sono le stesse società concessionarie che concedono agevolazioni agli autotrasportatori in quanto «grandi clienti» e non è lo Stato a farsi carico del rimborso di parte dei pedaggi autostradali -:
se il Governo sia a conoscenza della situazione su esposta e come intenda agire nei confronti di Autostrade per l'Italia, avviando anche un confronto con la stessa ed i Consorzi di autotrasporto, al fine di garantire, in questo periodo economico particolare, il settore stesso;

se non intenda valutare, alla luce di quanto sopra, l'ipotesi di revisione dell'attuale meccanismo di accesso agli incentivi per le imprese di autotrasporto.
(5-01026)

Interrogazioni a risposta scritta:

FRANZOSO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la Regione Puglia ha finanziato la realizzazione della bretella autostradale di ammodernamento della strada statale 106 bis per un importo pari a 20 milioni di euro;
la Regione Puglia decideva la realizzazione dell'ammodernamento della strada statale 106 in quanto l'opera assumeva un'importanza particolare non solo per il collegamento della città di Taranto alla rete autostradale - attualmente ferma a Massafra (Taranto) - ma soprattutto per il collegamento di quest'ultima all'area portuale di Taranto;
la Regione Puglia affidava all'ANAS la progettazione e la realizzazione della suddetta strada statale 106 bis;
successivamente interveniva, tra la Regione Puglia e l'ANAS, un atto d'intesa che spostava lo stanziamento suddetto di 20 milioni di euro dal progetto di realizzazione della strada statale 106 bis al progetto ANAS del collegamento autostradale con Massafra (Taranto), per un importo pari a 50 milioni di euro, e impegnava l'ANAS a finanziare la realizzazione della strada statale 106 bis (fondi comunitari QCS-Piano Operativo trasporti 2000-2006);
il progetto di ammodernamento della strada statale 106 bis è stato sviluppato da ANAS per un importo pari a 25 milioni di euro di cui 16,6 milioni di euro per lavori ed i restanti 8,4 milioni di euro per spese generali;
il 29 ottobre 2007 ANAS comunicava al Ministero delle infrastrutture che alla stessa data era in corso di svolgimento la gara per l'appalto integrato, avendo conclusa la fase di prequalifica e ricevute le offerte dei concorrenti;
seri problemi di viabilità sono causati dal forte impatto generato dall'inserimento del porto Hub di Taranto nei traffici internazionali e intercontinentali containerizzati - collocando lo stesso porto al terzo posto tra quelli italiani per la movimentazione di merci - che fanno emergere l'urgente necessità di adeguare le dotazioni infrastrutturali dello scalo jonico alla nuova realtà -:
quale sia, nella fase attuale, lo stato dell'iter necessario alla cantierizzazione dell'opera;
se sia stato definito l'espletamento della relativa gara d'appalto, con l'individuazione dell'impresa appaltatrice;
quali siano i tempi previsti per l'inizio dei lavori.
(4-02332)

BENAMATI, LENZI, VASSALLO, ZAMPA, BELTRANDI e GALLETTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la Regione Emilia-Romagna, in qualità di coordinatrice della Conferenza delle Regioni, ha tenuto in data 14 gennaio 2009 un incontro con i Ministeri ai fine di arrivare alla definizione di un decreto del Ministero dello sviluppo economico di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per rinnovare e dare finalmente attuazione all'impegno già codificato in equivalente decreto nel 2007 (rimasto inattuato per mancata copertura finanziaria) inerente gli interventi finanziari in ambito fieristico;
il decreto predisposto nel corso della riunione di cui sopra, mira a dare finalmente attuazione al finanziamento di un «Fondo per la mobilità al servizio delle fiere» già previsto dalla legge 27 dicembre 2006 n. 296, che a sua volta reinquadrava gli stessi interventi pianificati ma mai attuati con leggi 28 dicembre 2001, n. 448,

23 dicembre 2005, n. 266 e legge 27 febbraio 2006, n. 105. In concreto, tale decreto prevede un contributo quindicennale pari a 3 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture per la mobilità al servizio della Fiera del Levante di Bari, della fiera di Verona, della Fiera di Foggia, e della Fiera di Padova; ed un ulteriore intervento sempre per 3 milioni di euro, in favore di Bologna Fiere;
lo stesso prevede altresì una restante previsione finanziaria di 33 milioni di euro per programmi ulteriori di sviluppo di infrastrutture al servizio di sistemi fieristici di rilevanza nazionale;
tuttavia, si è allo stesso tempo appreso che in data 16 dicembre 2008 è stato sottoscritto dal Ministero per le infrastrutture e dei trasporti, un accordo di programma che stabilisce un finanziamento di 3 milioni di euro, ampliabile fino a 22,5 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture per la mobilità al servizio delle fiere di Verona e Padova;
nel testo del decreto-legge n. 185 del 2008 (Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e imprese), convertito dalla legge 2/2009, è stato introdotto un emendamento all'articolo 18 (comma 4-ter) che prevede il finanziamento di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009-2010-2011 a favore sempre dei centri fieristici di Verona, Padova, Bari e Foggia;
questo quadro, sia per quanto riguarda l'accordo di programma sia per quanto attiene il decreto-legge n. 185 del 2008 (convertito dalla legge 2/2009), appare oggi incoerente con quanto si prevedeva nella proposta di decreto predisposta dalle Regioni che prevedeva la creazione del «Fondo per la mobilità al servizio delle fiere», ed emerge la sostanziale assenza del polo fieristico bolognese dagli interventi previsti -:
se il Ministro competente intenda intervenire al fine di fare chiarezza in merito alla delicata questione, predisponendo tutti gli atti necessari affinché venga definitivamente emanato il decreto attuativo del «Fondo per la mobilità al servizio delle fiere» già previsto dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296, che a sua volta reinquadrava gli stessi interventi pianificati, ma mai attuati con leggi 28 dicembre 2001, n. 448, 23 dicembre 2005, n. 266 e legge 27 febbraio 2006, n. 105, e sia così ripristinato un quadro lineare, efficace e trasparente degli interventi del Governo in favore del sistema fieristico Italiano.
(4-02337)

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INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

CATANOSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
come più volte denunciato dalle organizzazioni sindacali di Polizia, tra le quali meritano il nostro plauso gli Autonomi di Polizia, il Commissariato di Polizia di Nocera versa in una situazione drammatica, ivi compreso il personale che vi presta servizio;
il Commissariato opera in una cittadina la cui economia è prevalentemente agricola, con buona presenza di attività industriale ed artigianale, ed è sedente in un'area ad alta densità abitativa, circa trecentomila abitanti;
la criminalità comune opera prevalentemente nei reati contro il patrimonio e lo spaccio di stupefacenti ed è diretta dalle organizzazioni camorristiche che, sfruttando l'immagine di pericolosità criminale acquisita, cercano di gestire attività imprenditoriali e commerciali;
la denuncia proviene dal sindacato autonomo di Polizia «Autonomi di Polizia» il quale ha voluto portare all'attenzione del Ministro, tramite l'interrogante, la situazione del Commissariato di Nocera;

l'organico del Commissariato di Nocera è di 39 unità che diventeranno 34 a causa del pensionamento di 5 colleghi;
i funzionari e gli agenti di Polizia di Nocera, a giudizio dell'interrogante, sono costretti a vivere quotidianamente la mortificazione di non poter risolvere efficacemente i problemi della cittadinanza che necessita dei servizi d'istituto;
a causa degli abnormi carichi di lavoro i poliziotti di Nocera, a malapena, riescono a fronteggiare le problematiche che si presentano quotidianamente e va dato loro atto e riconoscimento che lo fanno con abnegazione, fede e spirito di sacrificio rinunciando a riposi, ferie e congedi;
nonostante ciò, però, i poliziotti di Nocera continuano a nutrire fiducia nelle Istituzioni centrali e, a giudizio dell'interrogante, questa fiducia non può venire a mancare ed il Ministro interrogato, pur nelle ristrettezze del momento e con le difficoltà di bilancio, dovrebbe intervenire per giungere ad una soluzione che renda dignità ai poliziotti e sicurezza agli abitanti di Nocera e del suo comprensorio;
a giudizio dell'interrogante, si dovrebbero assegnare al Commissariato di Nocera almeno altri 10 elementi, non solo per ripristinare il principio della prevenzione della sicurezza ma anche per migliorare la situazione lavorativa restituendo la dignità a questi servitori fedeli dello Stato e fiducia agli abitanti del comprensorio di Nocera -:
quali provvedimenti intenda adottare il Ministro interrogato affinché le problematiche descritte in premessa vengano risolte.
(4-02329)

DI BIAGIO, PICCHI e ANGELI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in alcuni comuni italiani (come quello di Catania e di Leonforte, in provincia di Enna) sussistono una molteplicità di disservizi con riferimento alla compilazione di atti di certificazione internazionale;
i dati e i formulari sono compilati a mano e non tramite computer o macchina da scrivere, spesso con grafie difficili da interpretare;
in alcuni dei certificati e dei documenti si assiste anche a frequenti errori di compilazione, che comportano un'ovvia criticità per il funzionario straniero che sarà chiamato a verificare i dati in essi riportati;
vengono utilizzati formulari internazionali di due formati, uno in più lingue ed un altro solo in lingua francese -:
quali provvedimenti intenda predisporre al fine di garantire l'adozione di un medesimo criterio per predisporre e compilare atti di certificazione internazionale e di garantire la compilazione dei medesimi attraverso strumenti elettronici onde evitare fraintendimenti o inutili complicazioni burocratiche per i nostri cittadini.
(4-02331)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta orale:

CERA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi dieci anni sono state effettuate circa 170.000 nomine in ruolo nell'ambito della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado;
il 55 per cento di queste nomine sono state assegnate alle materie dell'area scientifica e letteraria ma poche sono state le assunzioni in ruolo dei docenti abilitati in strumento musicale e iscritti nelle graduatorie ad esaurimento;

i posti disponibili per gli insegnanti di strumento musicale in organico di diritto, ovvero con contratto annuale, non vengono mai assegnati del tutto agli aventi titolo, pur superando gli stessi il numero dei docenti abilitati;
i docenti di strumento musicale lamentano una disparità di trattamento nella valutazione dei titoli didattici e culturali e, conseguentemente, nella definizione del punteggio che assegna loro la posizione in graduatoria, a seguito dell'adozione della nuova tabella 1 del decreto ministeriale n. 53 del 21 giugno 2007 predisposta per la valutazione delle qualifiche, che considera le stesse in maniera più generica rispetto al prospetto precedentemente utilizzato -:
quali misure il Governo ritenga utile prendere al fine di accelerare l'immissione in ruolo degli insegnanti di strumento musicale nella scuola secondaria di I grado e se intenda promuovere interventi allo scopo di uniformare i criteri di valutazione dei titoli didattici e culturali, ripristinando l'allegato 3 del decreto ministeriale n. 123 del 2000 precedentemente in uso.
(3-00396)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

GRIMOLDI e GOISIS. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
gli studenti, le relative famiglie, i docenti e i dirigenti scolastici dell'Istituto Volta di Lodi e dell'Istituto Cesaris di Casalpusterlengo temono la chiusura dei rispettivi indirizzi dei licei Tecnologico e Biologico;
i predetti «licei» sono nati come indirizzi sperimentali negli anni 1990, nell'ambito delle sperimentazioni del progetto «Brocca», mirati ad un approfondimento delle discipline scientifiche in un quadro culturale ampio e molto vario, conseguendo sul territorio un forte radicamento culturale;
nei predetti indirizzi, a differenza del Liceo scientifico, assumono un maggiore peso le discipline tecnico-scientifiche, specialmente in ambito sperimentale, per la presenza di moltissime attività laboratoriali che divengono sempre più importanti nel corso dei triennio;
alla luce delle indagini OCSE-PISA, che hanno denunciato la carenza scientifica degli studenti italiani, indirizzi come quelli tecnologico e scientifico, rappresentano un'eccellenza nel panorama dell'istruzione secondaria superiore;
in questi ultimi anni i suddetti istituti e gli enti locali hanno investito moltissime risorse per costruire laboratori scientifici di alto livello nelle singole realtà scolastiche, realizzando interessanti reti di collaborazione con il mondo universitario scientifico e il mondo del lavoro più avanzato;
i docenti che insegnano negli istituti in parola hanno investito nel tempo parecchie energie per migliorare e aggiornare la didattica tradizionale, adeguandola ai modelli sperimentali dei suddetti corsi di studio -:
quali iniziative intenda intraprendere per conciliare l'attuazione della riforma del secondo ciclo del sistema educativo d'istruzione e formazione, prevista a partire dall'anno scolastico 2010-2011, con l'offerta formativa territoriale;
nel caso di specie, se non ritenga che sarebbe opportuno mantenere i licei scientifici tecnologico e biologico sperimentali dell'Istituto Volta di Lodi e dell'Istituto Cesaris di Casalpusterlengo, inserendoli a pieno titolo nell'area di istruzione generale, per la realizzazione dei nuovi percorsi e nuove aree di indirizzo comprese nei settori tecnologico e biologico.
(5-01019)

COSENZA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 7-bis del decreto-legge n. 172 del 2008, convertito in legge con modificazioni

dalla legge n. 210 del 2008, prevede l'inserimento, nei programmi scolastici della scuola dell'obbligo, dell'educazione ambientale e afferma che le modalità attuative saranno determinate da un successivo decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
è decisivo il formarsi di giovani generazioni consapevoli dell'essenzialità di fare la raccolta differenziata dei rifiuti in modo da contribuire alla salubrità dell'ambiente circostante e a una migliore qualità della vita per sé e per le proprie famiglie;
inoltre, in un'ottica di lungo periodo, si potrebbero avere altri virtuosi effetti: si pensi a come, in un Paese quale il nostro in cui il turismo ha una straordinaria importanza economica e sociale, sia davvero essenziale porre le basi per un ambiente pulito in grado di favorire un sempre maggiore afflusso di visitatori dall'estero;
il Governo ha mostrato una sensibilità importante ed altamente apprezzabile nel dare parere favorevole, durante l'esame parlamentare del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 172 del 2008, all'emendamento presentato dall'interrogante e finalizzato appunto all'introduzione dell'articolo 7-bis -:
quali siano i tempi previsti per l'emanazione del decreto attuativo in modo da consentire, nei tempi più veloci possibili, l'avvio dell'insegnamento dell'educazione ambientale.
(5-01028)

Interrogazioni a risposta scritta:

NACCARATO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
in queste settimane è in corso, in molti comuni della provincia di Padova, una mobilitazione di insegnanti, genitori e amministratori locali preoccupati per la concreta possibilità di una riduzione del tempo scuola dovuta alla cancellazione della modalità organizzativa del cosiddetto «tempo lungo», prevista dall'articolo 8 della legge n. 148 del 1990, e molto diffusa nella regione Veneto;
l'organizzazione del cosiddetto «tem po lungo», a fronte dell'impossibilità di organizzare in ogni scuola il tempo pieno, si è dimostrata finora una modalità organizzativa efficace per le esigenze di numerose famiglie e, in particolare, di quei nuclei familiari in cui entrambi i genitori svolgono un'attività lavorativa;
in Veneto l'attuale consistenza delle classi a «tempo lungo» è calcolata intorno alle 1.000 unità, mentre la ripartizione di posti a tempo pieno stabilita dal Ministero della pubblica istruzione per il corrente anno scolastico, dopo la riapertura di tale modalità organizzativa ferma dall'anno scolastico 1989-1990, risulta insufficiente per la copertura del tempo scuola attualmente funzionante nella regione Veneto;
i dati statistici indicano, come dato ormai strutturale della Regione Veneto, che negli ultimi sei anni, a fronte di un aumento di 55.738 unità della popolazione scolastica (con una crescita media annua di circa 9.000 alunni) i docenti sono aumentati di sole 711 unità, pari ad un docente ogni 78 nuovi alunni;
nella regione Veneto, inoltre, è particolarmente importante l'integrazione degli studenti stranieri. Infatti, nel Veneto, secondo i dati forniti dall'Ufficio scolastico regionale, gli studenti stranieri rappresentano il 10,8 per cento della popolazione scolastica (mentre la media nazionale e del 6,4 per cento) pari a 61.592 studenti su un totale di 568.747. Tale situazione necessita di risorse economiche e di un organico adeguati per consentire il mantenimento dei livelli della didattica e lo sfruttamento di servizi utili alle famiglie quali, ad esempio, le mense scolastiche;
per far fronte a questa consistente crescita della popolazione scolastica e per dare una risposta positiva e concreta alle

legittime esigenze delle famiglie della Regione, è stato incrementato in questi anni il tempo scuola attraverso la possibilità organizzativa prevista dal richiamato articolo 8 della legge n. 148 del 1990 -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra esposti; che cosa intenda fare il Ministro per assicurare adeguate risorse economiche al settore dell'istruzione scolastica nella regione Veneto; quali misure il Ministro voglia porre in essere per garantire ai genitori degli alunni delle scuole del Veneto il mantenimento del cosiddetto «tempo lungo» previsto dalla legge n. 148 del 1990 per venire incontro in modo efficace alle loro legittime esigenze.
(4-02330)

CICCANTI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
nell'ultima tabella di valutazione dei titoli della terza fascia della graduatoria ad esaurimento del personale docente ed educativo delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado, approvata con decreto ministeriale n. 27 del 15 marzo 2007 (legge n. 143 del 4 giugno 2004 come integrata dalla legge n. 186 del 2004 e modificata dalla legge 296 del 2006), venivano attribuiti i seguenti punteggi:
al punto c.1) della Tabella 2: per ogni titolo di studio di livello pari o superiore a quelli che danno accesso all'insegnamento di cui alla graduatoria sono attribuiti punti 3;
al punto c.8) della Tabella 2: per ogni attestato di frequenza di corsi di perfezionamento universitario di durata annuale sono attribuiti punti 1; ai docenti, che vantavano il medesimo titolo nel punteggio pregresso, lo stesso era stato valutato (per il tramite della Tabella precedente) punti 2, ponendo con ciò discriminazione nella valutazione di analogo titolo;
il servizio di insegnamento prestato nelle scuole di altro ordine e grado non attribuiva alcun punto -:
se nell'imminenza della emanazione del decreto di aggiornamento delle Graduatorie ad Esaurimento e concomitante emanazione della relativa tabella di valutazione dei titoli culturali e di servizio, non si debba:
a) valutare l'ulteriore titolo di studio di livello pari o superiore - che poi quasi sempre è un diploma di laurea faticosamente conseguito - almeno punti 12 o punti 24, considerando che attualmente, per la seconda laurea, vengono riconosciuti 3 punti come per i master di 6 mesi, penalizzando la professionalità di docenti plurilaureati che mettono al servizio dell'istituzione scuola una maggiore formazione;
b) valutare il corso di perfezionamento con analogo punteggio, sia a chi lo presenti ex novo, sia a chi già lo presentò quando il medesimo venne valutato, con il doppio del punteggio dell'ultima tabella;
c) valutare sempre il servizio comunque prestato consentendo - a chi lo volesse - di poter considerare quello prestato nelle scuole di altro ordine e grado in modo che un docente di scuola primaria possa chiedere ed ottenere i 12 punti nella graduatoria della scuola primaria, avendo prestato 1 anno di servizio nella scuola secondaria.
(4-02333)

COSENZA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
articoli di stampa hanno dato la notizia, lo scorso 13 febbraio, che in una scuola elementare di Torino, il «Carlo Casalegno», è stato somministrato un test a un gruppo di 21 alunni tra i nove e i dieci anni;
ai bambini sono stati posti quesiti che gli interpellanti non esitano a definire inqualificabili;

il primo test chiedeva: «Il braccio di una gru sta per uccidere te e altri quattro muratori. Luca può pigiare un bottone che cambierà la direzione del braccio della gru. Il braccio ucciderà un altro muratore, ma tu e gli altri quattro muratori sarete salvi. È giusto che Luca pigi il bottone?»;
il secondo test recitava: «Un automobilista perde il controllo della macchina. Sta per andare contro cinque persone che sono su un marciapiede e le ucciderà. Se tu spingi una persona sotto la macchina essa si fermerà. La persona morirà, ma le cinque persone saranno salve. È giusto che tu spinga la persona?»;
il terzo test, infine, recitava: «Una macchina fuori controllo viene verso di te e altre quattro persone e vi ucciderà. Se Dino butta un palo nella strada, la macchina cambierà direzione e colpirà un'altra persona. La persona morirà, ma tu e le altre quattro persone sarete salve. È giusto che Dino butti un palo?»;
a quanto risulta, la somministrazione dei test sarebbero stato proposto al dirigente scolastico della scuola in questione da una docente di Scienze della formazione dell'Università di Torino in modo da utilizzare i risultati per una tesi sperimentale affidata a una sua studentessa;
i genitori della maggior parte dei bambini coinvolti, interpellati dal dirigente scolastico, hanno opportunamente non dato il loro assenso al test e una mamma ha presentato un esposto;
la vicenda di Torino richiama la situazione più generale che da troppi anni, senza che nel frattempo ci sia stato un intervento in tal senso, vede le scuole dell'infanzia e della prima adolescenza utilizzate per somministrare test e questionari del tutto inopportuni nei contenuti (si pensi a quelli contestatissimi per rilevare la presenza della sindrome da deficit di attenzione e iperattività - ADHD) e nelle modalità riguardanti la più ampia e molte volte incredibile rosa di argomenti, quasi che i bambini debbano andare a scuola non per formarsi e per apprendere, ma per fungere da «cavie» in esperimenti pseudoscientifici di ambigua natura -:
se quanto esposto in premessa sia vero e in caso affermativo:
a) quale sia la ricostruzione cronologica della vicenda e in che modo si sia potuti arrivare a sottoporre dei bambini a test così scioccanti;
b) se siano state avviate iniziative ispettive e disciplinari nei confronti del dirigente scolastico che ha accettato la somministrazione dei test in questione;
se intenda assumere iniziative legislative o regolamentari nel senso di vietare che gli alunni, e in particolare i bambini più piccoli, possano fungere da «cavie» per esperimenti didattici di dubbia natura e utilità.
(4-02338)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

ZAZZERA, PALAGIANO e MURA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'Organizzazione mondiale della sanità ha segnalato nuovi casi di infezione umana di influenza aviaria da virus A/H5N1 ed ha segnalato un numero crescente di nuove epizootie di influenza aviaria da virus H5N1, altamente patogeno, nei polli e negli altri volatili;
il 26 gennaio 2009 il Ministero della sanità dell'Egitto ha annunciato un nuovo caso in una bambina di due anni del Governatorato di Manofia che aveva avuto precedenti contatti con pollame malato e morto;
dei 53 casi confermati in Egitto, 23 sono risultati mortali;

il 27 gennaio il Ministero della sanità cinese ha annunciato 3 nuovi casi in una donna di 31 anni, in un uomo di 29 ed in un ragazzo di 18;
dei 37 casi confermati in Cina, 25 sono risultati fatali;
il 22 gennaio 2009 il Ministero della sanità indonesiano aveva annunciato 2 nuovi casi in una donna di 29 anni che aveva visitato un mercato dove si vende pollame vivo ed in una bambina di 9 anni;
dei 141 casi di infezione umana da virus H5N1 dell'influenza aviaria riportati in Indonesia, 115 sono risultati mortali;
all'interrogante risulta che semplici mutazioni del virus H5N1 potrebbero fare assumere al virus stesso la capacità di una trasmissione uomo-uomo, di conseguenza rimane alta l'allerta mondiale circa la possibilità di una pandemia influenzale;
varie simulazioni tra cui quelle dell'Istituto superiore di sanità hanno dimostrato come l'infezione attraverso i viaggi internazionali, possa assumere carattere epidemico in Italia dopo 8-10 settimane dall'inizio dei primi casi che, verosimilmente, si verificheranno in Asia;
non essendoci i tempi per la preparazione di un vaccino specifico, le armi con cui fronteggiare la pandemia sono i farmaci antivirali per terapia e profilassi, il vaccino prepandemico contro l'H5N1 e le misure di sanità pubblica;
l'eventuale efficacia del vaccino prepandemico dipende da quanta diversità genetica vi sarà tra il vero virus pandemico ed il virus H5N1 dal quale è stato preparato il vaccino;
da studi risulta che tra i farmaci antivirali l'Oseltamivir è quello che non ha dimostrato resistenza al virus H5N1;
lo stoccaggio di farmaci antivirali diventa dunque una misura di sanità pubblica indispensabile per fronteggiare la pandemia e da questo punto di vista l'Italia è fanalino di coda in Europa, disponendo di scorte sufficienti a coprire solo il 6 per cento della popolazione contro il 55 per cento della Francia ed il 50 per cento del Regno Unito;
all'interrogante risulta che presso il Ministero della salute vi sarebbero solo scorte di antivirale in polvere -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali provvedimenti abbia già assunto od intenda assumere al fine di prevenire un eventuale coinvolgimento del nostro Paese nella crisi pandemica.
(5-01022)

CASSINELLI, MINASSO e SCANDROGLIO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. -Per sapere - premesso che:
la legge n. 68 del 1999, ha come finalità la promozione dell'inserimento e della integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato;
l'articolo 4, comma 6, della suddetta legge, dispone: «Qualora si renda necessaria, ai fini dell'inserimento mirato, una adeguata riqualificazione professionale, le regioni possono autorizzare, con oneri a proprio carico, lo svolgimento delle relative attività presso la stessa azienda che effettua l'assunzione oppure affidarne lo svolgimento, mediante convenzioni, alle associazioni nazionali di promozione, tutela e rappresentanza, di cui all'articolo 115 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616, e successive modificazioni, che abbiano le adeguate competenze tecniche, risorse e disponibilità, agli istituti di formazione che di tali associazioni siano emanazione, purché in possesso dei requisiti previsti dalla legge 21 dicembre 1978, n. 845, nonché ai soggetti di cui all'articolo 18 della legge 5 febbraio 1992, n. 104. Ai fini del finanziamento delle attività di riqualificazione professionale e della corrispondente assistenza economica ai mutilati ed invalidi del lavoro, l'addizionale di cui al primo

comma dell'articolo 181 del testo unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, detratte le spese per l'assegno di incollocabilità previsto dall'articolo 180 dello stesso testo unico, per l'assegno speciale di cui alla legge 5 maggio 1976, n. 248, e per il fondo per l'addestramento professionale dei lavoratori, di cui all'articolo 62 della legge 29 aprile 1949, n. 264, è attribuita alle regioni, secondo parametri predisposti dal Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, di seguito denominata "Conferenza unificata)".»;
pertanto sono attribuite alle Regioni la quota parte della specifica addizionale (quota parte dell'1 per cento dei premi assicurativi INAIL) di cui all'articolo 181, comma 1, del testo unico infortuni decreto del Presidente della Repubblica n. 1124 del 1965, ai fini della formazione professionale degli invalidi disoccupati;
va tenuto conto altresì di quanto disposto con la legge 24 dicembre 2007, n. 247, «Norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l'equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale» che sempre nell'ottica della promozione dell'inserimento e della integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro, attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato ha disposto a modifica dell'articolo 13 della legge 12 marzo 1999, l'istituzione presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale il Fondo per il diritto al lavoro dei disabili, per il cui finanziamento è autorizzata la spesa di lire 40 miliardi per l'anno 1999 e seguenti, euro 37 milioni per l'anno 2007 ed euro 42 milioni a decorrere dall'anno 2008, che deve essere annualmente ripartito fra le regioni e le province autonome proporzionalmente alle richieste presentate e ritenute ammissibili;
con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, da emanarsi entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della citata disposizione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza unificata, devono essere definiti i criteri e le modalità per la ripartizione delle disponibilità del fondo;
il Governo, ogni due anni, deve procedere ad una verifica degli effetti delle disposizioni del presente articolo e ad una valutazione dell'adeguatezza delle risorse finanziarie ivi previste; in realtà, dall'anno 2001, il fondo relativo afferente al Ministero dell'economia, ma non è stato attribuito alle Regioni;
in realtà risulterebbe su segnalazione dell'ANMIL - Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro di Genova, il fatto gravissimo che, malgrado le forti esigenze di riqualificazione delle categorie protette, il fondo di notevole entità, destinato alla formazione dei disabili, risulterebbe giacente ed inutilizzato da 7 anni presso il Ministero competente;
in proposito, L'ANMIL - Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro di Genova, già a partire dal 2004, ha fatto vive e ripetute doglianze per sbloccare questi fondi che sono essenziali per alimentare sul territorio importanti progetti di collocamento al lavoro ai sensi della legge n. 68 del 1999, e successive modificazioni e integrazioni -:
quali provvedimenti i competenti Ministeri intendano adottare al fine di realizzare la destinazione del fondo per riqualificazione professionale agli invalidi del lavoro disoccupati, in particolare alla regione Liguria.
(5-01023)

Interrogazioni a risposta scritta:

ZACCHERA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
sono molto numerosi i lavoratori italiani delle zone di confine con la Svizzera

che negli anni hanno assunto la qualifica di «frontaliere», ovvero l'essere residenti in Italia ma lavoratori in Svizzera;
negli anni scorsi, al momento di farsi riconoscere le pensioni spettanti al termine della vita lavorativa, l'INPS ha riconosciuto conteggi che riducevano l'importo da liquidare rispetto ai contributi effettivamente pagati dai lavoratori in Svizzera e che concretamente venivano a recepire in Italia pensioni molto inferiori a quelle dei loro compagni di lavoro svizzeri;
si è aperto negli anni scorsi un lungo contenzioso con l'INPS che - in un primo tempo - riconoscendo questa sperequazione ebbe a liquidare pensioni maggiori, fermandosi però nel momento in cui comprese che - così facendo - si esponeva ad un notevole esborso soprattutto nelle zone di frontiera là ove numerosi erano i lavoratori in queste condizioni;
in numerosi stadi di giudizio - Tribunali, Corti di appello e in Cassazione - l'INPS fu però chiamata a versare quanto dovuto, fino ad una norma introdotta il 27 dicembre 2006 (con la finanziaria 2007), e precisamente il comma 777 dell'articolo 1, che dette (con interpretazione dall'efficacia retroattiva) torto ai lavoratori;
ciò ha causato non solo vivo disappunto tra gli interessati ma una vera e propria discriminazione danneggiando gravemente chi a suo tempo trasferì i contributi in Italia -:
se non si ritenga opportuno assumere iniziative normative urgenti di perequazione che ripristino un minimo di equità di trattamento.
(4-02324)

LAFFRANCO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
uno studio condotto dai ricercatori del Servizio Regionale di Epidemiologia dell'ASL 5 di Torino in collaborazione con l'Università di Torino, indica in una tabella dei lavori usuranti, la professione del portalettere come la peggiore in termini di aspettativa di vita, con un dato medio di quasi 4 anni inferiore alle altre categorie di lavoratori;
i dati riportati da studi relativi ad altri paesi europei sono sostanzialmente simili;
dato che il decreto legislativo 11 agosto 1993, n. 374 definisce «lavori usuranti» quelli per il cui svolgimento è richiesto un impegno psicofisico particolarmente intenso e continuativo, condizionato da fattori che non possono essere prevenuti con misure idonee -:
se non ritenga opportuno inserire la professione dei portalettere tra i lavori usuranti, con un apposito decreto, in attuazione dell'articolo 3, comma 1, lettera f), della legge 23 ottobre 1992, n. 421, recante benefici per le attività usuranti.
(4-02327)

ZACCHERA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la società BMI di Gozzano (Novara) è debitrice nei confronti delle maestranze di oltre tre mensilità e - secondo i dipendenti - non risulterebbero osservati gli accordi sindacali degli anni scorsi;
l'azienda ha smantellato parte delle strutture di produzione - vendendole forse sottocosto - impedendo così parte della continuità produttiva e sicuramente condizionando il futuro dello stabilimento di Gozzano;
nonostante incontri ed accordi non si hanno prospettive certe relativamente al futuro dell'azienda con grave pregiudizio dei livelli occupazionali della zona -:
se il Governo abbia preso in carico questa situazione e, in questo caso, quali intese siano in corso con la proprietà e la direzione aziendale;
quali prospettive produttive risultino al Governo circa lo stabilimento BMI (ex Bemberg) di Gozzano;

se siano state attivate o si intendano attivare provvidenze per il riconoscimento di benefici al personale in difficoltà, tenuto conto dei gravi aspetti occupazionali ed economici che interessano moltissime famiglie.
(4-02336)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:

LULLI e VICO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la crisi economica internazionale che minaccia e affligge il sistema produttivo italiano imporrebbe l'adozione di misure straordinarie di sostegno volte a sostenere la competitività delle imprese sui mercati esteri, specialmente per ciò che riguarda le piccole e medie imprese;
al contrario, nonostante ripetuti annunci e comunicazioni in aula e nelle competenti commissioni parlamentari, il Governo non ha tuttora integrato gli stanziamenti previsti dalla legge finanziaria 2009 a favore dell'Istituto nazionale per il Commercio estero (ICE);
detti stanziamenti sono fermi rispettivamente a 90,2 milioni di euro per le spese di funzionamento e 53,7 milioni di euro per le spese relative ad attività promozionali mentre con la legge finanziaria 2008 erano stati impegnati 102,7 milioni (funzionamento) e 78,7 milioni (promozionale);
le somme impegnate dal Governo sarebbero del tutto insufficienti anche in condizione di ordinaria gestione, considerando anche l'incidenza degli stanziamenti obbligatori ex comma 507 della legge n. 296 del 2006;
la situazione appare paradossale in quanto i messaggi trasmessi alle imprese italiane e all'opinione pubblica fanno ritenere che il buget dell'ICE sia stato già integrato, mentre rispetto al Bilancio di Previsione 2009 (approvato del consiglio di amministrazione dell'Istituto ma non ancora dal Ministero dello sviluppo economico) mancano circa 50 milioni di euro, ripartiti tra le due voci di stanziamento;
attualmente l'ICE è in esercizio provvisorio e, se fossero confermati gli stanziamenti previsti dalla finanziaria 2009, l'esito sarebbe il blocco dell'operatività dell'Istituto e la chiusura del 50 per cento delle sedi di servizio operanti all'estero, in un momento così delicato per il sistema delle imprese che hanno invece bisogno di un Istituto in grado di operare efficacemente sui mercati internazionali -:
quali misure intenda adottare per sanare la situazione in cui versa l'istituto nazionale per il commercio estero, tenuto conto che il perdurare dell'attuale gestione provvisoria del Bilancio e la mancata integrazione del budget rischiano di portare al commissariamento dell'Istituto stesso.
(5-01020)

Interrogazioni a risposta scritta:

FUGATTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il collegamento alla rete internet è importante per tutti i cittadini, ed è assolutamente indispensabile per gli esercizi commerciali e i professionisti che utilizzano quotidianamente strumenti informatici e telematici nello svolgimento della propria attività;
internet, la posta elettronica, la linea per gli accessi rapidi sulla rete sono diventati per gli imprenditori e per le piccole e grandi aziende uno strumento indispensabile, senza il quale si rimane esclusi dalla competizione commerciale;
gli abitanti e i commercianti della zona della Valle di Gresta, tutti privi della linea Adsl, hanno inoltrato numerose telefonate di protesta verso la compagnia telefonica, sottolineando la loro insoddisfazione e i disagi subiti nella propria vita

personale e professionale, senza ricevere alcuna garanzia sulla realizzazione della linea in quest'area;
gli utenti della zona lamentano anche frequenti disservizi relativi alla rete telefonica fissa e mobile, particolarmente gravi per le persone che vivono sole in queste zone di montagna, spesso innevate;
in Italia, il 64 per cento della popolazione che vive nelle città oltre i 100.000 abitanti può usufruire di una connessione Adsl, mentre solo il 15 per cento degli abitanti dei comuni sotto i 10.000 abitanti può godere dello stesso diritto, a causa dei piani aziendali di copertura del servizio Adsl che privilegiano le aree del territorio italiano economicamente più redditizie e di minori complessità realizzative perpetrando, di fatto, la discriminazione nei confronti degli abitanti dei piccoli comuni;
i benefici della riorganizzazione e della digitalizzazione della pubblica amministrazione, così come prevista dal programma di governo, consistono anche nel miglioramento delle interrelazioni tra organismi ed utenti attraverso l'utilizzo di internet;
solo la parte della popolazione che usufruisce di una connessione Adsl può effettivamente godere dei suddetti benefici, e questo presuppone che, per non operare una discriminazione nei confronti di alcuni cittadini, si deve garantire il servizio Adsl a tutti gli utenti;
Telecom Italia, nonostante percepisca grazie al solo canone telefonico mensile, pagato anche dagli utenti dei piccoli comuni, circa 5 miliardi di euro annui per mantenere ed ammodernare la rete Telefonica, ad oggi vede il 15-20 per cento delle sue centrali impossibilitate ad erogare i servizi Adsl a causa di apparecchiature limitanti;
gli utenti esigono che, a fronte del canone da loro pagato, la compagnia telefonica eroghi un servizio adeguato e provveda a fornire anche il territorio della Valle di Gresta del servizio Adsl -:
quali misure il Ministro intenda adottare per garantire a tutti gli utenti della compagnia Telecom Italia la tutela dei loro diritti di consumatori, anche in previsione del processo di riorganizzazione e digitalizzazione della pubblica amministrazione che il Governo sta avviando;
quali interventi il Ministro, per quanto di sua competenza, intenda mettere in atto, anche presso la compagnia telefonica, per tutelare i diritti degli utenti consumatori, fra cui anche gli abitanti dei comuni della Valle di Gresta che hanno subito disagi nella propria vita personale e professionale a causa del disservizio imputabile alla compagnia Telecom Italia.
(4-02334)

MUSSOLINI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la sede Rai della Valle d'Aosta è attualmente tenuta a produrre oltre 150 ore annue di trasmissioni in lingua francese, secondo il disposto degli articoli 19 e 20 della legge n. 103 del 1975, articoli che determinano l'obbligatorietà di tale prestazione dopo accordo a suo tempo stipulato con la Presidenza del Consiglio dei ministri;
da vari decenni la lingua francese non è più parlata da nessuno in Valle d'Aosta, come immediatamente percepito da chiunque percorra qualunque parte della regione; e questo a causa sia di una demografia mutata con gli autoctoni ora minoritari nella regione, sia del fatto che questi ultimi si esprimono, oltreché in italiano, in un loro dialetto, utilizzato a scapito di una lingua francese scomparsa nel quotidiano valdostano anche perché la lingua inglese è assurta a idioma universale;
l'obbligo di mandare in onda tali trasmissioni in una lingua localmente negletta

è ottemperato in gran parte dalla sede valdostana della Rai acquistando servizi giornalistici in francese girati in Francia o nel Vallese svizzero, parzialmente francofono: trattasi di servizi di scarso o nullo interesse per gli ascoltatori della Valle d'Aosta;
secondo l'interrogante l'anacronismo e costoso obbligo cui la sede Rai valdostana deve far fronte si caratterizza quindi, di fatto, coma una sorta di tentativo, per qualche verso surreale, di indottrinamento linguistico e di finzione circa l'esistenza di una specificità francofona regionale in realtà assolutamente scomparsa;
l'obbligo scaturente dal disposto della legge n. 103 del 1975 secondo l'interrogante è funzionale solo ad una ideologia politica tesa a rappresentare, in contrasto con la realtà, la Valle d'Aosta attuale un continuum con quella precedente l'Unità d'Italia, fatto questo che non può determinare i comportamenti di un servizio pubblico radiotelevisivo -:
se il Ministro interrogato non intenda assumere le opportune iniziative normative volte a modificare gli articoli 19 e 20 della legge n. 103 del 1975 per ancorare alla realtà attuale i servizi della sede RAI della Valle d'Aosta, al fine di eliminare ore di trasmissione in lingua francese che sembrano avallare la percezione di una realtà francofona contrastante con l'evidenza dei fatti e che, tra l'altro, fanno lievitare i costi della sede regionale RAI offrendo un prodotto globalmente non apprezzato in quanto estraneo all'attuale realtà locale.
(4-02339)

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Apposizione di una firma ad una risoluzione.

La risoluzione in Commissione Brandolini e altri n. 7-00078, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 19 novembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Di Giuseppe.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore:
interrogazione a risposta in Commissione Fava n. 5-00424 dell'8 ottobre 2008.