XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 17 febbraio 2009

TESTO AGGIORNATO AL 24 FEBBRAIO 2009

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

COSENZA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
gli ultimi giorni della vita del nostro Paese sono stati scossi nel profondo da una serie di orribili episodi di violenza sessuale, in ordine di tempo decrescente: lo stupro, avvenuto in pieno pomeriggio, ai danni di una adolescente di appena 15 anni di età nel Parco della Caffarella di Roma; poi lo stupro di altre due adolescenti a Bologna e a Milano; in precedenza aveva suscitato enorme impressione un episodio analogo ancora a Roma nella notte di Capodanno;
quanto sta accadendo è inaccettabile e da parte dello Stato, di fronte al comprensibile sentimento di insicurezza che si sta facendo strada tra gli italiani, è improcrastinabile l'assunzione di provvedimenti urgenti e necessari all'insegna della repressione e della più totale assenza di indulgenza;
l'attuale apparato di sanzioni nei confronti di chi compia atti violenza sessuale è determinato dagli articoli 609-bis, 609-ter e 609-octies del codice penale;
a parere dell'interrogante, sia per trasmettere un inequivocabile segnale di intransigenza sia per uniformarsi alla disciplina certamente più adeguata in vigore in alcuni degli altri più importanti Stati membri della Unione europea (come la Germania in cui la violenza sessuale a danno di minorenni può comportare una pena fino al carcere a vita), è necessario intervenire sui citati articoli del codice penale per due motivi:
a) la pena base prevista (tra cinque e dieci anni - articolo 609-bis) appare troppo bassa e quindi incapace di fungere da reale deterrente;
b) anche le possibili aggravanti oggi applicabili (es.: gli articoli 609-ter e 609-octies prevedono una pena compresa tra sei e dodici anni per il caso in cui il reato sia commesso su persona con meno di 14 anni di età) sembrano ormai inadeguate;
la gravità di un atto di violenza sessuale è tale che anche la possibilità, per chi sia accusato di tale odioso reato, di godere di alcuni benefici di legge (dagli arresti domiciliari all'affidamento in prova ai servizi sociali o alla semilibertà) è da rivedere;
è inoltre da valutare l'ipotesi di prevedere sistemi di ospedalizzazione forzata in modo che, dopo aver scontato l'intera pena e per un periodo commisurato alla durata della sua permanenza in carcere, chi si sia macchiato del reato dì violenza sessuale venga opportunamente sottoposto a ulteriori e necessarie forme di controllo e non possa tornare a nuocere alla società;
molti episodi di violenza sessuale vedono protagonisti sbandati di altra nazionalità, in particolare romena, il che fa riflettere su come troppi criminali giungano nel nostro Paese perché consapevoli che in patria, qualora compissero gli stessi reati, sarebbero sottoposti a pene inflessibili e ben più dure di quanto avvenga in Italia -:
quali urgenti iniziative intenda attuare nel senso di rafforzare la prevenzione nei confronti dei reati di violenza sessuale;
se ritenga opportuno attivarsi, anche attraverso iniziative normative urgenti così da intervenire su tre piani:
a) inasprimento della legislazione penale;
b) abolizione della possibilità di godere dei benefici di legge (arresti i domiciliari, affidamento in prova ai servizi sociali e semilibertà) in favore chi sia accusato di violenza sessuale;
c) previsione di adeguati sistemi di ospedalizzazione forzata che, senza interruzione temporale senza la possibilità di

godere di benefici di legge di alcun genere, costituiscano un continuum con la permanenza in carcere;
se intenda adoperarsi per una revisione del Trattato di Schengen e per attuare ogni misura necessaria in modo che i cittadini della Romania colpevoli di reati di violenza sessuale subiscano il rimpatrio immediato così da scontare la loro pena in patria.
(4-02320)

LENZI, ZAMPA, CODURELLI e ROSATO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
le Comunità terapeutiche Narconon sono strutture terapeutiche e di riabilitazione da droghe e alcol, legate alla controversa setta americana, Scientology, ideata da Ron Hubbard, setta accusata, in diversi Paesi del mondo, di frode, induzione al suicidio, pubblicità ingannevole, associazione a delinquere;
in Italia, nel 1998, il Dipartimento di pubblica sicurezza del Viminale, ha avviato un'indagine sulle sette, pubblicando un preoccupante rapporto, nel quale a Scientology viene dedicato lo spazio più ampio. E sempre in Italia, nel novembre 2004, un ex dirigente della Chiesa di Scientology è stato riconosciuto responsabile del reato di estorsione ai danni di un giovane di 19 anni - poi suicidatosi (18/2/97) - ed è stato condannato dal Tribunale di Cagliari a 4 anni e 6 mesi di carcere;
è notizia di questi giorni che queste comunità terapeutiche sono annoverate tra gli interlocutori ufficiali del Governo italiano, in relazione alle pre-consultazioni che stanno precedendo l'organizzazione della V Conferenza nazionale sulle tossicodipendenze, prevista dal 12 al 14 marzo prossimo a Trieste;
già lo scorso 18 luglio, in un incontro organizzato dal sottosegretario con delega alle tossicodipendenze, Carlo Giovanardi, le comunità terapeutiche Narconon, hanno acquisito ufficialmente diritto di parola in un contesto governativo. In Italia lo Stato attraverso le Regioni richiede alle comunità terapeutiche standard molto elevati, per le strutture, per il personale e per il livello dei programmi educativi e di recupero applicati, il tutto per una retta che nella maggior parte dei casi non supera i 45 euro al giorno. Inoltre esegue controlli rigorosi;
diversamente le comunità Narconon non sono accreditate, non hanno in essere nessuna convenzione con lo Stato, richiedono somme esose a chi aderisce ai loro programmi e i loro metodi sono alquanto discutibili;
Narconon, inoltre, è considerata generalmente fuori da ogni consesso scientifico e istituzionale a livello europeo: non è stata ammessa nel Forum of Civil Society, un coordinamento di 35 grandi associazioni che operano sulle dipendenze costituito dalla Commissione europea -:
se non reputi inopportuno e pericoloso considerare come interlocutore, su una questione delicata come la riabilitazione dagli stupefacenti, un'associazione come Narconon, alla luce di tutti gli episodi discutibili denunciati in premessa;
se non ritenga che si debba chiedere a tutti coloro che lavorano in questo delicato settore gli stessi alti livelli di qualità.
(4-02322)

...

AFFARI ESTERI

Interrogazioni a risposta immediata:

PIFFARI, CIMADORO e DONADI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948 stabilisce che: «Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione.

Tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti». Numerose successive convenzioni internazionali, firmate dall'Italia, hanno ribadito e rafforzato tale principio;
negli ultimi anni si sta assistendo alla crescita costante di fenomeni di chiara intolleranza religiosa, in particolare nei confronti della religione cattolica e, più in generale, delle altre confessioni cristiane. Se, infatti, l'Occidente ha oramai acquisito il principio di eguaglianza religiosa, in molti altre realtà geopolitiche il processo di secolarizzazione, alla base dell'affermazione dell'uguaglianza religiosa, non solo non si è affermato, ma in molti casi non si è neanche iniziato a sviluppare;
il rapporto annuale pubblicato dall'agenzia di stampa missionaria Fides sottolinea che nel 2008 - oltre alle decine di persone rimaste vittime di violenti disordini, come quelli in Orissa ed in altri Paesi - sono state venti le persone assassinate a dichiarato motivo del loro impegno missionario nel mondo (l'arcivescovo caldeo di Mossul in Iraq, monsignor Paulus Faraj Rahho, sedici sacerdoti, un religioso e due volontari laici). L'Asia è stato il continente con il più alto numero di tali vittime: Iraq, India, Sri Lanka, Filippine e Nepal (si confronti L'Osservatore romano del 1o gennaio 2009, pagina 6);
il Governo italiano, in data 10 novembre 2008, ha espresso parere favorevole su diverse mozioni presentate alla Camera dei deputati, in relazione ai gravi avvenimenti verificatisi nel 2008 nello Stato indiano dell'Orissa, dove è in atto una persecuzione contro i cristiani. Tutte le mozioni presentate sono state approvate e tutte chiedevano un impegno specifico del Governo italiano ad intervenire per contrastare ogni forma di persecuzione religiosa;
al momento la situazione, specie in India, non pare essere migliorata e gravi incognite e pericoli pesano su molte comunità cristiane presenti nel Paese asiatico, come denunciato dall'All Indian christian council e dall'United christian forum for human rights; pericoli dovuti, in particolare, all'annunciato imminente ritiro dei seimila agenti federali, che hanno garantito una relativa calma durante il periodo delle ultime feste natalizie;
le persecuzioni nei confronti dei cristiani in India diventano un messaggio inquietante per l'intero pianeta, come lo sono quelle di cui si parla ancora meno, in Paesi dove c'è una forte presenza di fondamentalismo islamico;
l'India non è, infatti, il solo Paese con il quale l'Italia intrattiene rapporti diplomatici e commerciali ad essere segnato da continue e sistematiche violenze anticristiane in genere e anticattoliche in particolare. Si pensi al Pakistan, dove ragazze cristiane giovanissime vengono rapite per essere costrette a sposarsi ed abbracciare la religione islamica, o all'Iraq, dove il milione di cristiani del 2003 si è ridotto alla metà, fra chi è stato ucciso e chi è stato costretto a fuggire;
atti di «cristianofobia» si sono verificati anche in Arabia Saudita, Corea del Nord, Afghanistan, Iraq, Yemen, Nigeria, Somalia, Sudan e persino in Paesi dell'America latina. Non si tratta di casi isolati, ma di atteggiamenti di discriminazione e di intolleranza, che a volte paiono giustificati, se non addirittura alimentati, dagli stessi Governi di quei Paesi;
è necessario conoscere quale siano stati gli effetti reali dell'impegno assunto, nell'aula della Camera dei deputati il 10 novembre 2008, dal Governo ad adoperarsi, direttamente e attraverso l'Unione europea, per monitorare la condizione dei cristiani nei Paesi dove rappresentano una minoranza, adottando a loro tutela le opportune iniziative di carattere politico e diplomatico, anche nell'orientamento delle valutazioni per stabilire le priorità degli interventi in materia di collaborazione allo sviluppo;

l'impegno assunto non può rimanere lettera morta -:
quali concreti provvedimenti abbia adottato fino ad ora per garantire un concreto ed adeguato contrasto delle persecuzioni religiose nei confronti delle minoranze cristiane nel mondo.
(3-00393)

COTA, LUCIANO DUSSIN, DAL LAGO, REGUZZONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOGLIATO, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIBELLI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LUSSANA, MACCANTI, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SALVINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America ha firmato un ordine esecutivo che contempla la chiusura entro un anno del centro militare di reclusione speciale basato a Guantanamo;
il Vicepresidente degli Stati Uniti d'America Joseph Biden ha successivamente precisato che i detenuti attualmente a Guantanamo non saranno ospitati sul territorio metropolitano americano, ma faranno ritorno ai Paesi d'origine od andranno in Stati terzi;
costituisce motivo di preoccupazione l'Italia abbia offerto la propria disponibilità ad ospitare sul proprio territorio alcuni fra i detenuti di Guantanamo, che saranno prossimamente liberati, e il fatto che sia già in corso l'esame di una lista di nomi di possibili candidati ad un soggiorno nel nostro Paese;
la preoccupazione è accresciuta dalla circostanza che nessuna di queste personalità potrà essere oggetto di provvedimenti di custodia; sarà, invece, presumibilmente consentito loro di circolare liberamente, ancorché siano previsti controlli di non meglio specificata natura, con un permesso di soggiorno provvisorio;
le personalità trattenute attualmente a Guantanamo non godono del resto di uno status giuridico idoneo a consentirne il trattenimento in condizioni di reclusione nel nostro Paese, in quanto prigionieri di guerra di fatto, cui non è stata riconosciuta la posizione di legittimo combattente; ma ciò non di meno trattasi di individui da considerarsi in massima parte pericolosi, in ragione delle circostanze della loro cattura e della loro stessa successiva detenzione;
non mancano i casi di ex prigionieri detenuti a Guantanamo che abbiano successivamente alla loro liberazione abbracciato organizzazioni jihadiste od impegnate nelle attività insurrezionali in atto in Afghanistan ed Iraq -:
quali siano gli orientamenti del Governo in merito all'eventualità di ospitare in Italia prigionieri detenuti attualmente a Guantanamo, quali siano le valutazioni sui rischi derivanti dal loro accoglimento per la sicurezza nazionale e l'ordine pubblico, nonché quali siano le misure che il Governo intende adottare per evitare che gli individui presi in carico dal nostro Paese si dedichino ad attività jihadiste.
(3-00394)

Interrogazione a risposta immediata in Commissione:
III Commissione:

NARDUCCI, FEDI, GIANNI FARINA, GARAVINI, PORTA, BUCCHINO e MARAN. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la rete diplomatico-consolare italiana in Europa ha subito in questi ultimi anni

una notevole riduzione degli organici e la chiusura di alcune sedi come Berna, Madrid e Chambéry, nonché una riduzione drastica delle risorse finanziarie occorrenti al funzionamento della rete stessa. A dette chiusure ha corrisposto il potenziamento di alcune sedi soprattutto nelle nazioni che in prospettiva, o già ora, rivestono una importanza strategica sul piano dello sviluppo economico;
con le succitate operazioni, e ad altre analoghe, si è conclusa la terza fase della ristrutturazione della rete consolare, messa in atto ai sensi del disposto del comma 404 dell'articolo 1 della legge finanziaria 2007;
in Germania, Paese che ospita la comunità italiana più consistente fuori dai confini nazionali (cittadini italiani e non oriundi), la presenza delle attuali sedi consolari riveste un significato di particolare importanza alla luce delle difficoltà che si rilevano nel processo d'integrazione dei nostri connazionali, di cui è testimonianza a lungo analizzata il non facile inserimento dei nostri ragazzi nel selettivo sistema d'istruzione tedesco, ma anche la dimensione percentuale di disoccupati italiani in rapporto alle cifre della nostra presenza, all'analogo tasso di disoccupazione di altre comunità etniche sul numero complessivo di disoccupati. Per altro, si deve considerare che la crisi che ha investito l'economia reale tedesca ha investito con forza il settore dell'industria automobilistica e meccanica in generale, in cui si registra una forte presenza di nostri connazionali occupati;
in questo contesto le notizie provenienti dalla Germania in relazione al congelamento dell'avvicendamento del personale, nonché della sostituzione di quello uscente per pensionamento, desta forti preoccupazioni nella comunità italiana e nelle sue rappresentanze istituzionali. Preoccupazioni che hanno spinto il Comitato dei Presidenti dei Comites, riunito a Stoccarda il 7 e 8 febbraio scorso, a rivolgersi, estremamente allarmato al Ministero degli affari esteri per scongiurare la paventata chiusura di altre sedi consolari e sollecitare una vera chiarezza nelle informazioni inviate, tra l'altro alle sedi stesse. Si parla infatti sempre più apertamente della chiusura delle sedi consolari di Norimberga, Hannover e Saarbrücken, un passo che costituirebbe un grave danno per i nostri connazionali vista la posizione geografica che vede tali sedi sufficientemente distanti dai capoluoghi e nonostante non esistano i riferimenti normativi, essendosi conclusa la terza fase della ristrutturazione prevista dalla succitata legge finanziaria. Data l'alta concentrazione di cittadini italiani in dette località sarebbe veramente grave se il nostro Paese venisse meno agli obblighi di assistenza e di tutela amministrativa dei nostri concittadini in Germania, che hanno bisogno della presenza dell'Italia anche attraverso le funzioni attribuite all'istituto consolare sia nel suo operare per la realizzazione di obiettivi socio-economici sia di quelli tecnico-amministrativi;
non si è ancora provveduto a sostituire il Console Generale di Hannover, andato in pensione, né si hanno notizie sicure al riguardo. Si sottolinea che Hannover è la capitale della Bassa Sassonia, ha una fiera tra le più importanti al mondo, è la sede del Governo regionale, di quello provinciale, dei consolati di altre nazionalità, ma è anche la città in cui vivono migliaia di italiani. La Bassa Sassonia, inoltre, è la quarta regione per volume di scambi commerciali con l'Italia;
le stesse autorità tedesche - in Sassonia per bocca di Christian Wulff, Presidente del Consiglio dei Ministri - sono intervenute, sollecitate dai nostri connazionali, nel dibattito sulla eventuale chiusura di nostre sedi consolari esprimendo sorpresa e assicurando il loro impegno nell'ambito dei rapporti tra nazioni -:
quale azione intenda svolgere il Ministero degli affari esteri, in un quadro di informazione costruttiva verso gli organi di rappresentanza dei nostri connazionali, per assicurare la continuità di funzionamento delle sedi consolari in Germania

ristabilendo la dimensione degli organici addetti alla rete consolare nella sua attuale dimensione.
(5-01015)

...

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta scritta:

ALESSANDRI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
con note del 10 gennaio 2009, e successivamente a tale data fatte pervenire anche all'attenzione dell'interrogante, il Consigliere della Comunità montana dell'Appennino Reggiano, con sede a Castelnovo ne' Monti (Reggio Emilia), Marino Rivoli, esponeva una serie di circostanze e di fatti oggettivi dallo stesso valutati non conformi alle vigenti norme applicabili in materia di tutela dell'ambiente, del paesaggio e dei beni naturali, in quanto sarebbero stati adottati in maniera irregolare dal punto di vista dell'assolvimento del corretto iter amministrativo e contestualmente vi sarebbero stati dei momenti di poca vigilanza riguardo agli effetti prodotti dai predetti atti sui beni sottoposti a tutela, aggravati dal fatto che le decisioni assentive assunte in tale ambito sarebbero state il frutto di un esame solo formale dei riscontri giustificativi posti a base delle richieste poi soddisfatte;
le questioni esposte dal Consigliere facevano riferimento, tra l'altro, a lavori edificatori realizzati da privati, di cui alcuni rivestenti anche incarichi politici od amministrativi correlati a tali materie, autorizzati in presunta situazione di abuso edilizio;
il consigliere ha inoltrato, alle autorità competenti, specifiche segnalazioni su presunti abusi edilizi commessi negli ultimi anni in aree sottoposte a tutela nell'ambito dei beni protetti della Montagna e della pietra di Bismantova, evidenziando che sarebbero stati rilasciati permessi dal Comune di Castelnovo ne' Monti non esaustivi o mancanti delle propedeutiche e necessarie autorizzazioni da parte della Soprintendenza ai beni culturali di Bologna;
la vicenda in argomento è stata oggetto d'interesse anche da parte dei media locali, trovando ampia e pertinente eco su L'Informazione del 7 febbraio 2009 -:
se siano a conoscenza degli esposti ad essi inoltrati dal consigliere della Comunità montana dell'Appennino Reggiano, con sede in Castelnovo ne' Monti, riguardo a presunte violazioni di tutele di beni pubblici ricadenti nelle materie di loro competenza ed in caso affermativo, se non intendano adottare con urgenza gli occorrenti provvedimenti accertativi.
(4-02307)

...

DIFESA

Interrogazione a risposta immediata in Commissione:
IV Commissione:

VILLECCO CALIPARI, FONTANELLI, RUGGHIA e RECCHIA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la 46a aerobrigata di Pisa, unità qualificata dell'Aeronautica militare con capacità di trasporto a medio e lungo raggio, si è da anni distinta sia per l'attività svolta nei più impegnativi teatri operativi, sia per i tanti interventi a fini umanitari;
a seguito della manovra finanziaria approvata, nell'amministrazione della Difesa per il settore dell'Esercito dal prossimo anno saranno disponibili minori risorse per cui l'Aeronautica militare potrà effettuare solo circa 30.000 ore di volo a fronte delle 90.000 previsionali del 2008;
in mancanza di ore di volo prevarrà l'uso del simulatore, sistema che permette un livello di preparazione alto, ma non soddisfa la necessità per ogni pilota di

volare un certo numero di ore al mese per esercitarsi ad atterrare su piste solo parzialmente preparate o decollare in situazioni d'emergenza;
conseguenze negative si avranno anche nella manutenzione con un ricorso più frequente all'uso di pezzi di ricambio, talvolta prelevati da altri aerei fermi a terra e minore disponibilità di carburante;
la 46a Aerobrigata di Pisa opera con C27J in Afghanistan, Herat e con i C130J ha raggiunto luoghi investiti da cataclismi, portando aiuto alle popolazioni colpite; ultima nell'ordine di tempo è la missione compiuta a New Orleans devastata dall'uragano Kathrina; la brigata ha trasportato otto bambini afgani affetti da labiopalatoschisi a Pisa dove sono stati sottoposti ad interventi chirurgici; è da anni presente nella zona dei Saharawi, in Sudan, Ciad e Mali impegnata in una missione sanitaria per consentire di assistere e curare quelle popolazioni africane affette da patologia della cateratta;
anche attraverso questi impieghi la 46a Aerobrigata è portatrice di un'immagine positiva del nostro Paese, attenta alle emergenze delle diverse parti del mondo, e tuttavia corre il rischio di non poter più continuare questa attività -:
quali misure intenda adottare per garantire il proseguimento dell'attività operativa complessiva della 46a Aerobrigata, compresi i voli umanitari.
(5-01014)

...

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
VI Commissione:

OCCHIUTO, GALLETTI e ANNA TERESA FORMISANO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la legge 24 dicembre 2007, n. 244, all'articolo 3, commi da 5 a 11 (finanziaria 2008) ha riproposto anche per il 2008 la possibilità per i contribuenti di destinare una quota pari al 5 per mille dell'Irpef a finalità di interesse sociale;
il decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248 all'articolo 45, comma 1, convertito dalla legge n. 31 del 2008, cosiddetto decreto «milleproroghe», inoltre, ha integrato e modificato la finanziaria 2008 estendendo la possibilità di accedere al beneficio anche alle fondazioni nazionali di carattere culturale e alle associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal CONI;
è stato già ampiamente dimostrato il successo di questo importante strumento nei due anni precedenti di applicazione: nel 2006, i contribuenti che hanno aderito a questo istituto sono stati 15.854.20, su un totale di 26.391.936 dichiarazioni, mentre nel 2007, circa 14,7 milioni di contribuenti, cioè più dei 55 per cento del totale, hanno destinato il 5 per mille dell'Irpef alle organizzazioni di volontariato, agli enti di ricerca scientifica e sanitaria, ad associazioni ambientaliste e di promozione sociale;
numerose sono state le dichiarazioni di impegno di membri del Governo a stabilizzare il 5 per mille, ma per ora si devono solo registrare i ritardi nella tempistica relativa alla conclusione dell'iter di erogazione del 5 per mille per gli anni 2006 e 2007 -:
quale sia lo stato delle erogazioni del contributo agli aventi diritto e se, dopo tanti rinvii, non ritenga giunto il momento di procedere alla stabilizzazione del citato istituto.
(5-01016)

FUGATTI, FORCOLIN, COMAROLI e BRAGANTINI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
gli studi di settore sono nati nel 1993, come strumento per valutare la capacità di produrre ricavi o conseguire compensi dalle singole attività economiche;

l'articolo 15, comma 3-bis, del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, ha stabilito che gli indicatori di normalità economica, introdotti con la legge finanziaria per il 2007, hanno natura sperimentale e che i maggiori ricavi, compensi o corrispettivi da essi desumibili costituiscono presunzioni semplici;
il medesimo articolo 15 del decreto-legge n. 81 del 2007 ha stabilito che i contribuenti, i quali dichiarano un ammontare di ricavi o compensi inferiori a quelli desumibili dagli indicatori di normalità economica, non sono soggetti ad accertamenti automatici e, in caso di accertamento, spetta all'ufficio accertatore motivare e fornire elementi di prova per gli scostamenti riscontrati;
la circolare n. 5 del 23 gennaio del 2008 dell'Agenzia delle entrate afferma che alla stima dei maggiori ricavi o compensi derivanti dall'applicazione degli indicatori di normalità economica non viene riconosciuta una piena capacità di rappresentare adeguatamente l'effettiva situazione produttiva del contribuente e, per questo, la stima in questione può essere utilizzata, in sede di accertamento, con modalità da considerare «sperimentali»;
la medesima circolare afferma che «fermo restando quanto già affermato nelle precedenti circolari in ordine alla valenza probatoria degli studi di settore (in particolare, la circolare n. 58 del 2002), le descritte innovazioni normative, seppure riferite all'utilizzo degli indicatori di normalità economica di cui al comma 14 della legge finanziaria del 2007, impongono una ulteriore riflessione, di carattere generale, sull'utilizzo degli studi di settore in sede di accertamento, secondo il disposto dell'articolo 62-sexies, comma 3, del decreto legge n. 331 del 1993»;
la medesima circolare chiarisce che l'utilizzo delle stime operate dagli studi di settore non possa avvenire in modo indiscriminato (o «automatico»), non solo con riguardo alle stime operate tenendo conto degli indicatori di normalità economica, ma anche per quelle effettuate senza il contributo degli indicatori medesimi;
la valutazione di affidabilità dello studio deve essere concretamente effettuata nell'ambito del contraddittorio instaurato con il contribuente, eventualmente dopo l'avvio della procedura di accertamento cosa adesione, sulla base anche degli elementi forniti, idonei ad incidere sulla fondatezza della presunzione;
l'impossibilità di effettuare accertamenti automatici, basati sugli studi di settore, veniva già chiaramente esclusa nelle circolari n. 31 del 22 maggio 2007 e n. 38 del 12 giugno 2007;
tali indicazioni fornite dall'Agenzia delle entrate non sono uniformemente seguite dalle direzioni regionali e provinciali -:
quale sia il motivo per cui le indicazioni dell'Agenzia delle entrate in merito all'impossibilità di effettuare accertamenti automatici sulla base delle stime degli studi di settore non siano uniformemente applicate dalle direzioni regionali e provinciali, e se il Governo non intenda, con un prossimo provvedimento, intervenire per garantire la piena ed uniforme applicazione di tali indicazioni.
(5-01017)

BERNARDO e CIRIELLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il 17 settembre 2008 la Commissione Difesa della Camera ha approvato la risoluzione n. 8-00008 riguardante l'accesso alle Accademie militari da parte dei diplomati presso le Scuole militari;
con il citato atto d'indirizzo il Governo si è impegnato, tra l'altro, ad avviare ogni iniziativa di propria competenza, anche sul piano normativo, affinché, fin dai prossimi bandi di concorso per l'ammissione ai corsi di tutte le Accademie militari, siano previste omogenee riserve di posti in favore dei diplomati presso le

Scuole militari, secondo una precisa ripartizione stabilita nella medesima risoluzione;
per quanto riguarda, in particolare, l'accesso all'Accademia della Guardia di finanza la Commissione difesa ha impegnato il Governo ad adoperarsi affinché il 30 per cento dei posti messi a concorso venga riservata ai diplomati presso tutte le Scuole militari;
purtuttavia nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana numero 10 (4a Serie Speciale), lo scorso 6 febbraio 2009 è stato pubblicato il bando di concorso per titoli ed esami finalizzato al reclutamento di 50 allievi ufficiali («ruolo normale») per l'ammissione alla frequenza dei corsi che inizieranno nel corrente anno presso l'Accademia della Guardia di finanza senza che venisse prevista alcuna riserva di posti in favore dei diplomati presso le scuole militari;
il Ministero della difesa, in ottemperanza all'impegno assunto dal Governo con la risoluzione 8-00008, ha provveduto tempestivamente ad elaborare le varianti ai bandi di concorso delle Accademie dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica e dell'Arma dei carabinieri per introdurre le riserve di posti nella misura complessiva del 30 per cento, disponendo a tal fine il rinvio del termine per la presentazione delle domande al 31 gennaio 2009;
nel corso dell'esame in Commissione della citata risoluzione, il Governo ha dichiarato di condividere «il ricorso all'istituto della riserva dei posti previsto dalla risoluzione in argomento, anche in considerazione del fatto che potrebbe incentivare le domande di iscrizione alle Scuole Militari» -:
quali iniziative di propria competenza intenda adottare per dare piena attuazione alla risoluzione n. 8-00008, approvata dalla Commissione Difesa, affinché fin dal prossimo corso dell'Accademia della guardia di finanza una quota di posti pari alla percentuale del 30 per cento si assicurata ai diplomati presso le scuole militari, anche ai fini del rispetto di una piena parità di trattamento nell'espletamento dalle diverse prove concorsuali.
(5-01018)

Interrogazioni a risposta scritta:

GALATI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
secondo notizie di stampa la società Trenitalia S.p.A. avrebbe deciso, dal 1o marzo 2009, di chiudere gli scali di Lamezia Terme e di Cosenza, relativamente al settore cargo;
tale decisione determinerebbe, non solo per la Provincia, ma per l'intera regione Calabria pesanti conseguenze sul piano economico-sociale, posto che la soppressione del trasporto merci su rotaia, costringerebbe le imprese a utilizzare il trasporto stradale, con conseguenti aumenti dei relativi costi, in un periodo, peraltro, in cui com'è noto le strade dell'intera regione versano in uno stato emergenziale;
la regione, infatti, in questo momento, registra un vero e proprio stato di paralisi delle comunicazioni con il resto del Paese, a causa dell'interruzione della rete autostradale e dell'intasamento degli altri percorsi viari, danneggiati dalle continue ed avverse condizioni meteorologiche che hanno provocato frane e gravissimi danni ambientali;
abolire tale stazione di snodo, fondamentale per l'intera regione, significherebbe emarginare ancora di più un territorio già fortemente penalizzato, sia per ciò che riguarda la mobilità dei cittadini, sia per ciò che riguarda la movimentazione delle merci e dei prodotti;
al fine di attuare una linea politica strategica di crescita e di sviluppo della regione Calabria, sarebbe opportuno invece

non limitare, ma dar vita a forti interventi di potenziamento delle infrastrutture -:
se non ritenga opportuno, anche in considerazione del particolare momento di recessione economica in cui ci troviamo, adottare tutte le iniziative possibili, affinché non si dia corso a quanto citato in premessa;
quali urgenti misure il Ministro intenda intraprendere al fine di potenziare il sistema ferroviario, in particolare nella regione Calabria, consentendo in tal modo la ripresa e il rilancio delle imprese calabresi.
(4-02310)

GNECCHI, DAMIANO, MADIA, GATTI, FRONER, BOBBA e CODURELLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 72 del decreto-legge 25 giugno 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, prevede, all'articolo 72, comma 1, la possibilità per il personale in servizio presso le amministrazioni dello Stato, di essere esonerato dal servizio nel corso del quinquennio antecedente la data di maturazione dell'anzianità massima contributiva di 40 anni;
il comma 3 stabilisce che durante il periodo di esonero nel caso in cui il dipendente svolga attività di volontariato in modo continuativo ed esclusivo presso organizzazioni non lucrative di utilità sociale, associazioni di promozione sociale, organizzazioni non governative che operano nel campo della cooperazione con i paesi in via di sviluppo, la misura del trattamento economico è elevata dal cinquanta al settanta per cento;
tali organizzazioni devono essere individuate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze e la domanda dei dipendenti deve essere presentata entro il 10 marzo di ogni anno, relativamente agli anni di riferimento, vale a dire il 2009, 2010 e 2011;
il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze non è ancora stato emanato e la scadenza per le domande di esonero dal servizio, come previsto dall'articolo 72, comma 1, scade, il 1o marzo è ormai prossima -:
quali iniziative intenda adottare per permettere ai dipendenti che hanno scelto di svolgere attività di volontariato e di avvalersi del settanta per cento della retribuzione, come previsto dalla legge, di presentare regolare domanda entro i termini stabiliti dalla legge.
(4-02318)

CESARIO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
le società Poste Vita S.p.A. (in qualità di coassicuratrice delegataria con una quota pari al 90 per cento) e Eurizon Vita S.p.A. (in qualità di coassicuratrice con una quota pari al 10 per cento) hanno comunicato ai contraenti in data 30 dicembre 2008 che il valore del premio versato nel 2002 di 10.000 euro nella polizza index linked denominata «Programma Dinamico Classe 3a valore reale e ideale» è pari a 5.300 euro;
le citate imprese hanno attivato un'operazione di trasformazione senza spese con effetto dal 1o gennaio 2009 delle suddette polizze in un prodotto di ramo I, «Postafuturo Ad Hoc», in modo da consentire la revisione - nel nuovo scenario - dell'esposizione di rischio assunta;
per preservare interamente il valore del premio versato è previsto il differimento della scadenza del contratto al 31 dicembre 2015 ed un valore di rimborso alla predetta data pari al 10 per cento del premio versato. Dopo 13 anni il risparmiatore postale riceverà solo 10.500 euro; ad avviso dell'interrogante, la struttura finanziaria sottostante le polizze index linked

vendute presso gli sportelli postali è ed era di tutta evidenza particolarmente complessa ed opaca, pertanto non adeguata ad una clientela costituita da piccoli risparmiatori legati tradizionalmente a prodotti come i buoni fruttiferi postali. Considerato inoltre che si è in presenza di strumenti finanziari particolarmente complessi la normativa sulla trasparenza precontrattuale non poteva rappresentare una condizione sufficiente per la tutela del consumatore medio che accede ai prodotti del «risparmio postale»;
la distruzione di valore per i contraenti delle citate polizze index linked è contraria al codice etico di Poste Vita che recita «consapevole che l'etica nei comportamenti costituisce valore e condizione di successo per l'Azienda e che principi quali l'onestà, l'integrità morale, la trasparenza, l'affidabilità e il senso di responsabilità rappresentano la base fondamentale di tutte le attività che caratterizzano la sua mission, definisce le linee guida a cui sono improntati i comportamenti nelle relazioni interne e nei rapporti con l'esterno ... I rapporti e i comportamenti, a tutti i livelli aziendali, sono improntati a principi di onestà, correttezza, trasparenza, riservatezza, imparzialità, diligenza, lealtà e reciproco rispetto»;
gli amministratori di Poste Vita hanno provveduto a ristrutturare a più riprese gli attivi dei citati prodotti, con il risultato che ogni ulteriore investimento della società non solo non ha raggiunto la finalità di copertura dei rischi per il risparmiatore ma ne ha aggravato le posizioni;
il mercato assicurativo italiano registra un eccezionale numero di controversie tra assicuratori ed utenti;
mancano procedure di conciliazione e di arbitrato nonché un sistema di indennizzo per la tutela degli utenti assicurativi. La conciliazione potrebbe comprendere, tra l'altro, nei rami danni la facoltà del danneggiato in sinistro r.c. auto di ricorrere a sistemi conciliativi per risolvere la controversia sul se, sulla responsabilità prevalente attribuita ad uno dei conducenti, sul comportamento tenuto dall'assicuratore nella liquidazione e nel pagamento del sinistro eccetera nonché su ogni problematica riguardante i diritti degli assicurati dei rami danni;
mancano nei rami vita procedure di conciliazione e di arbitrato promossi per la risoluzione di controversie insorte tra gli investitori e gli intermediari per la violazione da parte di questi degli obblighi di informazione, correttezza e trasparenza previsti nei rapporti contrattuali con gli investitori;
Poste Vita è la compagnia assicurativa di Poste Italiane; Poste Italiane Spa a sua volta è partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze per il 65 per cento e per il restante 35 per cento dalla Cassa depositi e prestiti -:
quali siano il numero la qualità e gli effetti delle operazioni di ristrutturazione dei prodotti index linked effettuate dagli amministratori di Poste Vita e se gli stessi abbiano correttamente operato per la tutela del risparmio loro affidato;
se e quali iniziative il Governo, anche in veste di azionista, intenda intraprendere affinché il gruppo delle Poste, il quale ha sostanzialmente offerto prodotti di alta speculazione a soggetti normalmente senza una idonea cultura finanziaria e avversi ai rischi finanziari, si faccia totalmente carico delle perdite sulle polizze index linked vendute presso gli sportelli postali con sottostanti attivi costituiti da CDO sintetici;
quali iniziative intenda assumere per l'istituzione - in analogia a quanto previsto dal decreto legislativo 8 ottobre 2007, n. 179 per il settore finanziario - di una Camera di conciliazione e di arbitrato presso l'ISVAP.
(4-02319)

TESTO AGGIORNATO AL 19 FEBBRAIO 2009

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:

ZAZZERA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
secondo il dossier Eurispes «Ndrangheta 2008» la provincia di Taranto è al dodicesimo posto tra le realtà più soggette al crimine organizzato;
le attività criminose hanno gravemente inciso anche in un settore fondamentale per l'economia tarantina, quello agricolo, provocando danni di oltre 10 milioni di euro;
in particolare nell'ambito delle operazioni di vendita di uva, risulta che gruppi malavitosi provenienti dalla Sicilia e dalla Campania abbiano organizzato, con la complicità di alcuni istituti di credito, continue e colossali truffe a danno degli agricoltori e dello Stato;
trattasi di una vera associazione a delinquere, organizzata in modo scientifico, che colpisce attraverso società all'uopo costituite e con la tecnica degli assegni in bianco la cui copertura comunque risulta assicurata dalle banche -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno intervenire urgentemente al fine di adottare le opportune misure per evitare la reiterazione dei reati descritti in premessa e se, considerata l'emergenza, non intenda applicare le normative antiusura previste nel nostro ordinamento;
se il Ministro non intenda assicurare agli agricoltori tarantini truffati il giusto risarcimento o indennizzo, anche attraverso interventi finanziari mirati, al fine di preservare un settore che per il territorio tarantino costituisce una delle principali risorse economiche.
(5-01013)

Interrogazioni a risposta scritta:

GALATI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
con decreto del Ministro della giustizia n. 26 del 30 novembre 2006, è stata revocata la decisione precedentemente assunta con decreto interministeriale del 27 aprile 2006, di ubicare nella città di Catanzaro la sede della Scuola superiore della magistratura per le regioni meridionali - prevista dal decreto legislativo n. 30 del 30 gennaio 2006, - individuando in Benevento la città destinataria di tale sede;
l'articolo 3 del decreto del Ministro della giustizia n. 111 del 30 luglio 2007 ha modificato l'articolo 1 del decreto legislativo n. 26 del 30 gennaio 2006 e nessun decreto ministeriale ulteriore è stato emanato dopo l'entrata in vigore della nuova disposizione normativa;
a giudizio degli interroganti tale decisione non è fondata su alcuna valida ed apprezzabile ragione, dovendosi osservare che la città di Catanzaro sotto il profilo geografico è perfettamente baricentrica rispetto al territorio di riferimento della Scuola (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia), mentre altrettanto non può dirsi per la città di Benevento;
Catanzaro, per ciò che attiene alle vie di comunicazione, è collegata in modo efficace e funzionale con l'intero territorio nazionale, ricadendo nei confini della sua provincia un aeroporto internazionale (quello di Lamezia Terme, a soli 25 Km di distanza), importanti scali ferroviari e strade di grande comunicazione;
l'Amministrazione comunale di Catanzaro, è in grado di mettere a disposizione dell'istituenda Scuola immobili di prestigio, capienti e del tutto idonei ad ospitare adeguatamente tale importante istituzione;
la città di Catanzaro, capoluogo di Regione, è sede di Corte di appello da oltre un secolo ed è realtà di grande tradizione giuridica e forense, avendo per queste ragioni i giusti titoli per divenire sede della Scuola;
in data 19 dicembre 2006, il Consiglio comunale di Catanzaro, ha espresso all'unanimità la più ferma e vibrata protesta

per la decisione assunta dal Ministro con il richiamato decreto n. 26 del 30 novembre 2006, invitando i parlamentari calabresi ad intraprendere ogni più opportuna ed utile iniziativa al fine di ottenere la revoca del contestato provvedimento;
la Scuola superiore di magistratura, al di là delle sue ricadute in termini di immagine e di indotto, rappresenterebbe un forte segnale di presenza dello Stato in una terra condizionata dall'attacco della criminalità organizzata;
alla luce di tutte queste considerazioni, la «città baricentrica» per il Sud e la Sicilia non può che essere Catanzaro, capoluogo di regione, Sede di Corte d'appello, di Tribunale amministrativo regionale, di Sezione giurisdizionale regionale della Corte dei conti, oltre che di Università degli studi con facoltà di giurisprudenza -:
quali iniziative il Ministro intenda assumere per ripristinare la condizione imposta dalla legge.
(4-02312)

GARAGNANI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 14 febbraio 2009 un cittadino tunisino si è reso responsabile di un episodio di violenza sessuale nei confronti di una giovane a Bologna;
al medesimo cittadino tunisino, dopo un periodo di carcere, era stata concessa la libertà, secondo l'interrogante sulla base di motivazioni poco chiare e riguardo alle quali il Ministro ha già richiesto un'ispezione presso il Tribunale penale di Bologna;
tali avvenimenti lasciano assai perplesso l'interrogante in considerazione di un'eccessiva indulgenza dei magistrati bolognesi verso comportamenti lesivi del diritto dei cittadini al rispetto della legge e della propria identità;
tale clima di indulgenza si affianca a quella che all'interrogante appare una contiguità politica di alcuni magistrati con le amministrazioni degli enti locali;
l'interrogante rammenta a questo proposito le esternazioni dell'ex Procuratore della Repubblica Di Nicola quando era in servizio e una serie di pronunciamenti di alcuni dei magistrati, che vanno dal sostegno al referendum sulla procreazione assistita (che l'interpellante aveva censurato nella XV legislatura con l'atto 2-00016), alla vicenda dell'offesa all'immagine della Madonna (di cui all'atto n. 2-00710 pubblicato nella XV legislatura);
ricorda altresì il mancato esercizio dell'azione penale (doverosa secondo l'interrogante) a fronte della condotta di molte scuole bolognesi nei primi tempi della Riforma Gelmini (episodi richiamati in atti a firma dell'interrogante pubblicati nella XVI legislatura tra i quali si ricordano gli atti n. 2-00213; 2-00184 e 4-01320);
rileva altresì come sia stata disposta l'incriminazione di un consigliere comunale della minoranza per avere, secondo quel che pare all'interrogante, fatto il suo dovere di fronte ad illegalità sulle quali è mancato il controllo della Giunta (atti pubblicati, a firma dell'interrogante, nella XV legislatura n. 2-00491 e n. 2-00498);
da ultimo, da notizie di stampa, si apprende che sia stato proprio un giudice del tribunale civile di Bologna a decidere, nel luglio scorso, di non rimpatriare il ventenne rumeno che ha recentemente confessato di aver violentato una giovanis sima romana nel parco della Caffarella nonostante questi fosse stato arrestato due volte per rapina con lesioni e furto aggravato, denunciato per ricettazione e condannato a cinque mesi di carcere e nonostante il fatto che il prefetto di Roma ne avesse già disposto l'espulsione -:
se il Ministro intenda assumere, ove sussistano i presupposti di legge, iniziative ispettive con riferimento alle vicende sopra ricordate e se intenda comunicare le risultanze dell'ispezione concernente la vicenda della violenza sessuale verificatasi a Bologna richiamata in premessa.
(4-02323)

...

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
il 22 novembre scorso l'isola di Stromboli, nell'arcipelago delle Eolie, è stata colpita da una violenta mareggiata,

che ha danneggiato gravemente il porticciolo realizzato dalla protezione civile nel 2005 in località Pertuso;
da quella data il piccolo borgo di Ginostra viene rifornito con grandi difficoltà non potendo essere raggiunto agevolmente da navi ed aliscafi;
sono gravissimi i disagi che gli abitanti di Ginostra hanno dovuto fin qui subire, subendo lunghi periodi di interruzione dei collegamenti. In assenza di interventi urgenti rischia di essere compromessa la sopravvivenza stessa dei residenti e la stagione turistica, ormai prossima, peraltro, essendo Stromboli un vulcano attivo, l'inagibilità del porticciolo rappresenta un serio pregiudizio per la sicurezza della cittadinanza, rendendo quasi impraticabile un eventuale piano di evacuazione via mare -:
se non ritenga di porre in atto interventi urgenti per ripristinare l'approdo in località Pertuso nell'isola di Stromboli al fine di rendere agevoli i normali collegamenti necessari ai rifornimenti del borgo di Ginostra e alla mobilità dei cittadini;
quali interventi straordinari intenda promuovere al fine di mettere in sicurezza la struttura portuale di Pertuso nell'isola di Stromboli.
(2-00313)
«Causi, Capodicasa, Enzo Carra».

Interrogazione a risposta immediata:

CICCHITTO, BOCCHINO e DIMA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la sera del 25 gennaio 2009, secondo le ricostruzioni fornite dall'Anas, un costone di montagna dell'ampiezza di 60 metri si è riversato su un tratto dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, compreso tra gli svincoli di Rogliano e Altilia Grimaldi, in provincia di Cosenza, ricoprendo, con più di 10.000 metri cubi di terra e di fango, le due corsie autostradali per circa 80 metri;
questo smottamento ha provocato la morte di due persone ed il ferimento di altre quattro che viaggiavano a bordo di un furgoncino, che transitava in quel tratto autostradale proprio nel momento del cedimento del costone;
la procura della Repubblica di Cosenza, nel porre immediatamente in essere i primi atti necessari e indispensabili a far luce su questo disastro, ha disposto il sequestro di 700 metri di tratto autostradale ed ha nominato un collegio di periti, che hanno già effettuato un primo sopralluogo nella giornata di martedì 27 gennaio 2009;
la stessa procura della Repubblica di Cosenza, nell'aprire l'inchiesta giudiziaria, ha ipotizzato la commissione dei reati di disastro colposo ed omicidio colposo plurimo, notificando le relative informazioni di garanzia a due funzionari dell'Anas;
le copiose piogge che da oltre due mesi colpiscono una regione geologicamente instabile, come la Calabria, ne hanno messo a dura prova il fragile sistema stradale ed autostradale, su cui si sono prodotte numerose interruzioni che hanno determinato pericoli e disagi gravi per la popolazione;
nella provincia di Cosenza, in particolare, si registrano le situazioni più critiche, con ben centoquaranta strade interessate da frane di diversa pericolosità;
l'ordine dei geologi della Calabria ha più volte denunciato lo stato di abbandono idrogeologico in cui versa il territorio regionale ed ha evidenziato che ben il 68 per cento dei comuni calabresi presenta almeno un'area a rischio frana, con possibili pericoli per l'incolumità pubblica, visto che molti smottamenti minacciano direttamente i centri abitati e le vie di comunicazione;
la situazione di emergenza vissuta in questi mesi in Calabria è anche e soprattutto

il frutto della poca incisività delle politiche per la difesa e la tutela del suolo, nonché delle carenze sia costruttive, sia di manutenzione della rete stradale ed autostradale calabrese -:
quali iniziative urgenti si intendano adottare per realizzare una maggiore vigilanza sulle condizioni di sicurezza delle strade ed autostrade calabresi, al fine di scongiurare il verificarsi sia di tragici avvenimenti, come quello indicato in premessa, sia di gravi disagi per la popolazione calabrese.
(3-00391)

...

INTERNO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
secondo notizie di stampa, attualmente l'organico delle forze di polizia sarebbe carente di ben 21 mila unità, e sempre secondo notizie riportate dalla stampa, della situazione sarebbe al corrente lo stesso Ministero dell'interno presso il quale è presente uno specifico dossier sulle carenze d'organico del personale di polizia;
il Viminale calcola che senza un piano pluriennale di reclutamento nei prossimi anni assisteremo ad un'ulteriore consistente diminuzione: tra il 2016 ed il 2017 potrebbe andare in pensione tra le 12 mila e le 16 mila unità di forze di polizia;
il persistente blocco del turn over ed i tagli del personale hanno prodotto in tempi rapidissimi una carenza di ben 2 mila unità che incide in particolare sulle tante caserme dell'arma e commissariati di polizia, distribuite su tutto il territorio, in particolare su quelle di piccole dimensioni che hanno sempre garantito con la loro presenza un controllo effettivo anche nei comuni più piccoli del nostro Paese;
secondo i sindacati di polizia i poliziotti hanno un'età media troppo alta, superiore ai 40 anni e con: «la sospensione della leva è venuto meno quell'automatismo che permetteva l'ingresso di migliaia di giovani poliziotti ogni anno»;
alcuni esponenti sindacali delle forze di polizia hanno precisato che: «ci sono circa 2 mila persone ferme che potevano essere chiamate. Sarebbe bastato utilizzare per esempio, i 60 milioni spesi per i militari in città.» Ed ancora specificano che: «se questo Governo vuol fare sicurezza, una politica seria del personale è imprescindibile»;
non è ancora chiaro che ruolo e che peso avranno nel progetto di federalismo fiscale le cosiddette polizie locali, in particolare quanto peseranno economicamente nei confronti della polizia tradizionale;
per i prossimi tre anni, intanto, sono previsti tagli considerevoli per le forze di polizia, addirittura quasi un miliardo di euro. Si mette così a rischio anche la manutenzione ordinaria delle volanti;
già in passato governi di centro destra avevano proceduto a drastiche diminuzioni nei confronti delle risorse destinate alle forze di polizia: i fondi per mezzi e servizi, sono scesi da 163 milioni nel 2002 a 120 milioni nel 2006, per i rimpatri dei clandestini le risorse sono state ridotte da 16 a 12 milioni tra il 2003 ed il 2006, per la DIA si è passati da 27 milioni nel 2002 a 18 nel 2006;
per tre anni consecutivi i Governi di centro destra guidati dall'attuale Presidente del Consiglio hanno ripetuto l'intenzione di assumere 1.500 agenti mantenuti invece sempre nel grado di ausiliari, è stato poi il Governo Prodi ad assumerli definitivamente;
i finanziamenti stanziati da questo Governo per il 2009 per le forze di polizia sono sufficienti appena per il rifornimento, la manutenzione dei mezzi è di fatto resa impossibile;

secondo quanto riporta la stampa lo stop alle manutenzioni è ufficializzato nero su bianco da una circolare di un prefetto direttore dei servizi tecnico-logistici del Dipartimento della pubblica sicurezza, una circolare che evidenzia in maniera esplicita l'inadeguatezza assoluta delle risorse messa a disposizione dal Governo in carica;
anche per i mezzi navali ed aerei della polizia la manutenzione è di fatto sospesa;
nella maggioranza dei casi gli uffici sono carenti anche dal punto di vista delle strutture informatiche che attualmente sono però indispensabili per le indagini e per l'attività quotidiana di polizia;
la circolare specifica: «sul capitolo relativo alle spese per la gestione e la manutenzione dei veicoli della polizia di Stato gli stanziamenti di bilanci o risultano di gran lunga insufficienti rispetto agli effettivi bisogni» per cui i responsabili della manutenzione degli automezzi sono invitati: «a circoscrivere le spese ai soli rifornimenti di carburante»;
secondo i dati forniti da alcuni sindacati di polizia, a Roma dall'inizio dell'anno si sono fermati 250 mezzi mentre a Napoli sono fermi in attesa di manutenzione 228 mezzi;
per quanto concerne nello specifico le specialità oltre al problema ormai cronico delle indennità si registra una grave difficoltà nel mantenimento degli organici, in particolare per i distaccamenti autostradali in cui molto spesso una sola pattuglia è costretta a coprire centinaia di chilometri;
attualmente mancano anche le risorse per pagare gli affitti degli stabili delle forze di ordine, e si è arrivati al paradosso che in alcuni casi alle strutture di polizia è stato notificata la richiesta di sfratto;
il taglio delle risorse colpisce fortemente anche la voce degli straordinari che al momento vengono sostituiti dall'istituto del riposo compensativo che sottrae ulteriori uomini dal servizio al territorio;
da diverso tempo il personale di polizia lamenta di non poter effettuare le esercitazioni di tiro a causa della mancanza delle risorse necessarie per le cartucce e per la manutenzione dei poligoni;
è bene ricordare che come riferiscono gli stessi sindacati di polizia il Ministro della giustizia aveva promesso che sarebbero stati destinati alla sicurezza un miliardo di euro provenienti dalle confische alla mafia;
il 16 febbraio 2009 si è appresa la notizia secondo cui a Roma starebbero per chiudere ben tre commissariati;
in questi giorni l'opinione pubblica è stata scossa da una serie di notizie di reati violenti, che negli ultimi mesi continuano ad essere in continua crescita, mentre non accenna a diminuire l'allarme per l'arrivo nel nostro Paese di migliaia di clandestini, gli sbarchi sulle nostre coste, continuano ad aumentare, risultando raddoppiati negli ultimi otto mesi;
nel prossimo Consiglio dei ministri si dovrebbe discutere, secondo gli annunci, dì un nuovo decreto-legge in materia di sicurezza, eppure solo pochi mesi fa, nel mese di maggio del 2008, era stato varato un primo decreto-legge in materia di sicurezza e poi ancora un altro a ottobre del 2008;
evidentemente siamo di fronte ad un emergenza continua che il Governo è consapevole di non riuscire a risolvere;
durante la campagna elettorale proprio il tema della sicurezza è stato uno dei principali argomenti dell'attuale maggioranza, oggi constatiamo quanto quei richiami fossero limitati e strumentali, il livello medio di sicurezza per i cittadini italiani nel nostro Paese è drasticamente diminuito e mentre si annunciano altre misure di carattere propagandistico si continuano a tagliare con costanza fondi al comparto sicurezza ed a quello della giustizia;

nonostante i proclami dell'attuale maggioranza, la questione sicurezza, in Italia, non solo non è stata risolta dalle scelte di questo Governo, ma anzi appare evidentemente peggiorata;
il problema di garantire ai cittadini un adeguato livello di sicurezza sociale deve essere affrontato con serietà e moderazione direttamente proporzionali alla determinazione: invece, si è assistito e si continua ad assistere a continui richiami propagandistici e ad allarmi strumentali, che rispondono più a logiche partitiche e di schieramento che alla reale consapevolezza del problema;
strumentalizzare la paura a fini elettoralistici non è accettabile come già denunciato nell'aula della Camera dei Deputati dal gruppo dell'Italia dei Valori poche settimane fa: «giocare con la paura» da parte di chi governa può essere estremamente pericoloso ed aprire, come sta avvenendo, la strada alla violenza cieca ed irragionevole, ad un pericoloso vuoto morale della società -:
se non ritenga necessario intervenire per assicurare alle forze di polizia i mezzi di sostentamento necessari a svolgere il proprio dovere, nel rispetto doveroso della loro professione ed a garanzia del mantenimento di un adeguato livello di sicurezza per i nostri concittadini.
(2-00314)
«Donadi, Paladini».

Interrogazione a risposta immediata:

MELCHIORRE e TANONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
i gravi fatti di criminalità verificatisi in queste ultime settimane, segnati dall'alta incidenza di delitti di violenza sessuale, e il preoccupante clima di allerta sociale che ne è derivato stanno riportando con forza il grave problema legato alle limitate risorse messe a disposizione delle forze dell'ordine per la loro attività di prevenzione, di controllo e repressione di reati sul territorio;
il cosiddetto «decreto sicurezza», approvato dal Senato della Repubblica il 5 febbraio 2009, all'articolo 52, consente alle associazioni volontarie di concorrere all'azione di presidio dei territorio, prevedendo, in particolare, che «gli enti locali, previo parere del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, (siano) legittimati ad avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati al fine di segnalare agli organi di polizia locale, ovvero alle forze di polizia dello Stato, eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale»;
all'indomani dei citati gravi episodi di violenza sessuale, il Ministro interrogato ha esaltato il ruolo e la funzione di tali associazioni di cittadini, affermando testualmente che «se ci fossero state le ronde laddove ci sono stati recenti episodi di stupri, forse questi (stupri) non sarebbero avvenuti» ed il Sottosegretario per l'interno Mantovano ha affermato che «c'è una condizione di esasperazione che non va certamente assecondata o giustificata, ma è un dato di fatto e trova una delle cause di spiegazione nelle risposte non adeguate, sul piano della repressione, da parte degli organi deputati»;
tali dichiarazioni, a parere degli interroganti, tendono a spostare pericolosamente l'asse rappresentato dall'azione istituzionale di prevenzione e repressione posta in essere dalle forze dell'ordine rispetto all'azione necessariamente residuale posta in essere dai privati, sia uti singuli sia raccolti in associazioni, o altre tipologie di enti;
la realtà dei fatti, come da ultimo denunciato da la Repubblica di lunedì 16 febbraio 2009, è molto diversa e registra come le forze dell'ordine, a causa dei tagli dissennati al ministero dell'interno non siano ormai più in grado nemmeno di far

circolare i propri veicoli, con gravi ripercussioni sulla diretta e capillare azione di prevenzione e repressione dei reati. Mancano i fondi per la manutenzione delle auto e dei mezzi navali, la benzina scarseggia e, per giunta, ci sono i debiti accumulati nel 2008 da ripianare;
il quadro fosco testé descritto è, inoltre, destinato ad aggravarsi ulteriormente dall'imminente venir meno dei principali strumenti di indagine messi a disposizione delle forze dell'ordine e dei magistrati, come le intercettazioni, fondamentali mezzi di ricerca delle prove, ancorate ormai al presupposto dei «gravi indizi di colpevolezza» in luogo dei «gravi indizi di reato», con buona pace dell'efficacia delle indagini -:
quali misure straordinarie in ordine alle risorse disponibili, agli strumenti di indagine ed alle scelte legislative il Governo intenda assumere per consentire alle forze dell'ordine un'effettiva possibilità di operare nel territorio a difesa dei cittadini, senza che tali compiti siano indebitamente attribuiti al ruolo ed alla presenza di ronde, bande o associazioni tra cittadini che dire si voglia.
(3-00389)

...

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta scritta:

IANNACCONE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 2, comma 148, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 286 del 2006 testualmente recita che: «Per le finalità di cui all'articolo 26, comma 5, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, si provvede con regolamento del Ministro dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, fermi restando i princìpi e i criteri enunciati nella medesima disposizione e prevedendo altresì idonei interventi di valutazione da parte del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario (CNVSU) sull'attività svolta, anche da parte delle università e delle istituzioni già abilitate al rilascio dei titoli accademici alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Fino alla data di entrata in vigore del regolamento, non può essere autorizzata l'istituzione di nuove università telematiche abilitate al rilascio di titoli accademici.»;
a tutt'oggi, ad oltre due anni dalla entrata in vigore della legge n. 286 del 2006, non risulta all'interrogante essere stato ancora emanato il suddetto regolamento di attuazione, in assenza del quale è precluso il rilascio delle autorizzazioni per le nuove istituzioni di nuove università telematiche, disattendendo così le legittime aspettative di consorzi, società, enti e tutti quei privati cittadini ad esse interessati secondo le esigenze di particolari bacini di utenza -:
quali siano ancora oggi i motivi che giustificano, ad oltre due anni dalla data di approvazione della legge di previsione, la mancata adozione del suddetto regolamento.
(4-02308)

GALATI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
prospettando una presunta interpretazione autentica dell'articolo 8, comma 2, della legge 3 maggio 1999, n. 124 «Disposizioni urgenti in materia di personale scolastico», il comma 218 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2006 (legge 23 dicembre 2005, n. 266) ha avuto l'effetto di ridurre le retribuzioni del personale di ruolo proveniente dagli enti locali e trasferito nei ruoli statali del personale amministrativo tecnico e ausiliario (ATA) e nei ruoli statali degli insegnanti tecnicopratici

(ITP) ai sensi della citata legge n. 124 del 1999, nonché di disconoscere i diritti acquisiti di tali lavoratori e di cancellare i procedimenti ancora pendenti dinanzi all'autorità giudiziaria intentati da tali lavoratori al fine di ottenere il riconoscimento dei propri diritti;
la Corte di cassazione ha ripetutamente riconosciuto il diritto ad una giusta retribuzione per il servizio prestato e - secondo quanto disposto dall'articolo 2, comma 8, della legge n. 124 del 1999, che riconosce al personale in questione «ai fini giuridici ed economici l'anzianità maturata presso l'ente locale di provenienza» - ha emesso numerose sentenze in base alle quali centinaia di lavoratori ATA e ITP della scuola hanno ottenuto uno stipendio corrispondente all'attività lavorativa prestata;
altre decine di migliaia di lavoratori nella stessa situazione giuridica, ma ancora in attesa di sentenza definitiva del procedimento da essi intentato, vedono a tutt'oggi negati (per effetto della citata norma inserita nella finanziaria per il 2006) propri diritti acquisiti, con una perdita salariale e ripercussioni negative sul calcolo pensionistico stimabili in alcune migliaia di euro -:
quali iniziative il Ministro intenda adottare al fine di annullare gli effetti devastanti che il comma 218 della legge finanziaria 2006 ha portato e porterà ai soli dipendenti ATA ed ITP ex EE.LL., e di ripristinare, secondo quanto già disposto dalla legge n. 124 del 1999 e stabilito da ripetute sentenze della Suprema Corte, il diritto al riconoscimento ai fini giuridici ed economici del servizio prestato dal personale ATA e ITP presso l'ente locale di provenienza, evitando il protrarsi di situazioni di disparità tra lavoratori.
(4-02311)

...

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:

DE MICHELI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la sede provinciale INPS di Piacenza è proprietaria dei locali posti in piazza Cavalli, angolo piazza San Francesco, occupati per tanti anni da un esercizio commerciale di abbigliamento, ma inutilizzati da oltre due anni;
gli stessi sono situati nella piazza più importante della città e le vetrine, lasciate nello stato d'incuria in cui si trovano adesso, influenzano negativamente l'immagine di uno spazio deputato ad essere il naturale centro della vita economia e sociale della città di Piacenza;
attraverso le note inviate e gli incontri richiesti dall'amministrazione del Comune di Piacenza, si è cercato di verificare con i rappresentanti della sede provinciale e regionale INPS, la possibilità di riattivare in tempi brevi i locali in questione, destinandoli ad attività commerciale, in sintonia con le caratteristiche e la funzione della zona in cui sono inseriti;
infatti, conformemente alle NTA del PRG vigente, per i locali in oggetto, come per gli altri esercizi esistenti nelle principali vie o piazze del centro storico, sussiste il vincolo del riutilizzo ai fini commerciali e/o di pubblico esercizio;
con nota in data 18 giugno 2008, la Direzione regionale INPS - Emilia-Romagna - ha ribadito la volontà di adibire i locali in oggetto ad uffici, in particolare a punti di reception per i propri servizi, facendo riferimento anche ad un progetto sul quale per altro l'amministrazione comunale ha già espresso parere negativo;
si precisa, inoltre, che, nell'ottobre 2007, con l'approvazione da parte del Consiglio comunale di Piacenza di una variante alle NTA del PRG vigente, in

materia commerciale, sono state gettate le basi disciplinari per la salvaguardia delle attività commerciali presenti nel centro storico, vietando il cambio della destinazione d'uso degli esercizi preesistenti e di quelli in attività lungo le vie/piazze principali e qualificando il centro della città come centro commerciale naturale;
dopo la suddetta nota datata 18 giugno 2008, l'amministrazione del Comune di Piacenza ha reiteratamente cercato di ottenere incontri e avere chiarimenti sulla questione dai massimi livelli dirigenziali INPS, senza ottenere alcun risultato;
in questa fase non solo l'immobile dimostra un aspetto trascurato, ma ancora di più sarebbe un'importante occasione per portarlo a reddito, ottimizzando così il patrimonio, trasformandolo invece che in un costo in un motivo di introito per l'ente medesimo, considerato l'interesse della zona di Piazza Cavalli, cuore urbanistico e storico della città -:
quali siano gli elementi a disposizione del Ministro sugli intendimenti dell'INPS in relazione alla possibilità di concedere l'utilizzo dei suddetti locali per l'esercizio di attività commerciale e per la valorizzazione economica dello stesso ente.
(4-02309)

...

POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta immediata:

DELFINO, RUVOLO, VIETTI, VOLONTÈ, CICCANTI, COMPAGNON e NARO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il drammatico quadro delineato dalle associazioni di settore, con distruzione di impianti, allagamenti e danni a stalle e abitazioni rurali, e soprattutto il brusco calo del 20 per cento delle semine di grano, provocati dalle ondate di maltempo, necessitano di un intervento dello Stato tempestivo e mirato, soprattutto, ad incentivare la dotazione di fondi per quelle zone agricole particolarmente colpite e svantaggiate;
i danni provocati all'agricoltura dalle ondate di maltempo impongono il ripristino della dotazione del fondo di solidarietà nazionale, senza il quale molte aziende agricole corrono il pericolo di non vedere risarcito il danno subito, sia alle strutture che alle coltivazioni;
la richiesta serve a garantire, nelle attuali dimensioni, l'operatività del piano assicurativo nazionale;
gli eventuali finanziamenti recati dalla politica agricola comune o dalle regioni con risorse proprie dovrebbero anche servire ad una maggiore diffusione del sistema assicurativo, con particolare riferimento alle assicurazioni multirischio e sulle rese;
emerge, altresì, l'esigenza, per quanto riguarda il settore previdenziale agricolo, di prorogare gli sgravi contributivi per il triennio 2009-2011 (circa 220 milioni di euro per anno) per le imprese agricole che operano nelle zone svantaggiate e montane del Paese, recati dal decreto-legge n. 2 del 2006, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 81 del 2006, e che cessano il 31 dicembre 2008 -:
quali iniziative concrete ed urgenti intenda adottare rispetto alle problematiche sopra esposte.
(3-00390)

Interrogazione a risposta scritta:

RUVOLO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il problema della cartolarizzazione dei crediti vantati dall'Inps nei confronti delle aziende agricole è stato trovato attraverso un accordo tra istituti di credito ed i debitori;

obiettivo principale di tale accordo è la chiusura dei procedimenti di riscossione coattiva attualmente in corso per i debitori che aderiscono al piano di ristrutturazione, con la conseguente cessazione di tutte le questioni relative alle cause pendenti tra agricoltori ed Inps;
nel marzo 2007 è stato firmato un accordo tra la Scci S.p.A., la società creata apposta per i debiti contributivi, e le banche UniCredit e Deutsche Bank, e nell'aprile dello stesso anno veniva siglato l'accordo tra le banche e le quattro maggiori associazioni di categoria: Cia, Confagricoltura, Coldiretti e Copagri;
a giugno del 2007 l'Inps rilasciava più di 88 mila card, il codice attraverso il quale l'azienda accede al sistema informativo dell'Inps per verificare la propria posizione -:
quante aziende abbiano aderito all'operazione;
quante aziende, ad oggi, abbiano pagato la prima rata e quale sia la posizione del governo nei confronti di tutte quelle aziende che non hanno ancora manifestato la propria posizione.
(4-02315)

...

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:

MARSILIO. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 80 ha privatizzato il rapporto del pubblico impiego stabilendo che i rapporti di lavoro dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche sono disciplinati dalle disposizioni del capo I, titolo II, del libro V del codice civile e dalle leggi sui rapporti di lavoro subordinato nell'impresa, fatte salve alcune eccezioni;
tale previsione è stata successivamente confermata dall'articolo 2, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001;
in tal modo è stata estesa al pubblico impiego la disciplina relativa al trattamento di fine rapporto (TFR) già in vigore per i dipendenti privati;
la disciplina in questione, com'è noto, si rinviene nell'articolo 2120 del codice civile, dal titolo «disciplina del trattamento di fine rapporto»;
allo stato attuale, non risulta tuttavia che sia stata emanata la relativa normativa di attuazione per i pubblici dipendenti;
il Giudice del lavoro di Firenze, con sentenza del 15 marzo 2007, ha nel frattempo riconosciuto a due dipendenti pubblici il diritto ad ottenere dall'INPDAP l'anticipazione del trattamento di fine rapporto per poter acquistare la prima casa -:
se non ritengano opportuno intervenire da un punto di vista normativo al fine di evitare che i dipendenti pubblici subiscano sperequazioni rispetto ai dipendenti privati per l'anticipazione del trattamento di fine rapporto.
(4-02313)

...

RAPPORTI CON LE REGIONI

Interrogazione a risposta scritta:

ROSATO e GNECCHI. - Al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
una legge dello Stato italiano, la n. 127 del 1997, all'articolo 16, stabilisce che i difensori civici delle regioni e delle province autonome «a tutela dei cittadini residenti nei comuni delle rispettive regioni e province autonome e degli altri soggetti aventi titolo (...) esercitano, sino

all'istituzione del difensore civico nazionale, anche nei confronti delle amministrazioni periferiche dello Stato, con esclusione di quelle competenti in materia di difesa, di sicurezza pubblica e di giustizia, le medesime funzioni di richiesta, di proposta, di sollecitazione e di informazione che i rispettivi ordinamenti attribuiscono agli stessi nei confronti delle strutture regionali e provinciali»;
a riprova del rilievo nazionale del loro ruolo, il comma 2 della citata legge 127 del 1997 stabilisce che «i difensori civici inviano ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati entro il 31 marzo una relazione sull'attività svolta nell'anno precedente»;
come espresso dai pronunciamenti del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), l'istituto del difensore civico è in sintonia con lo spirito normativo europeo, in base al quale la figura dell'Ombudsman è elemento determinante per qualificare la capacità democratica degli Stati stessi, al punto che la creazione di questa figura e la sua capacità di funzionamento è richiesta alle nuove democrazie come conditio sine qua non per entrare a far parte dell'Unione Europea o del Consiglio d'Europa;
la stessa chiusura della Missione OSCE in Croazia, paese confinante di prossimo ingresso nella UE, è avvenuta il 21 dicembre 2007 con decisione del Consiglio permanente a seguito della presa d'atto, fra l'altro, della «positiva risoluzione delle rimanenti questioni in sospeso nel campo dello stato di diritto, quali l'aumento dei finanziamenti statali alla Corte costituzionale e al Difensore civico»;
in Italia tutte le regioni sono dotate di una legge sul difensore civico, eccetto due che ne sono prive, la Sicilia e il Friuli-Venezia Giulia, mentre altre due, Puglia e Calabria, pur essendo dotate di una legge non hanno mai proceduto alla nomina, e in un'altra ancora, l'Umbria, la carica risulta vacante da anni;
singolare nella fattispecie è il caso della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, la quale avendo istituito l'Ufficio del Difensore civico con la legge regionale n. 20 del 1981, l'ha poi abrogata con la legge regionale n. 9 del 2008 («Assestamento del bilancio 2008 e del bilancio pluriennale per gli anni 2008-2010 ai sensi dell'articolo 34 della legge regionale 5 agosto 2007, n. 21»);
progetti di legge bipartisan sono stati presentati al Parlamento italiano, in questa e in precedenti legislature, che prevedono l'istituzione del Difensore civico nazionale e l'obbligo di istituzione di un sistema di difesa civica su tutto il territorio italiano;
tra le funzioni del Ministro per gli affari Regionali e le autonomie locali in materia di semplificazione normativa ed amministrativa e di qualità della regolazione vi è quanto previsto dall'articolo 20-ter della legge n. 59 del 1997, «il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, in attuazione del principio di leale collaborazione, concludono, in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano o di Conferenza unificata, anche sulla base delle migliori pratiche e delle iniziative sperimentali statali, regionali e locali, accordi ai sensi dell'articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, o intese ai sensi dell'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131, per il perseguimento delle comuni finalità di miglioramento della qualità normativa nell'ambito dei rispettivi ordinamenti, al fine, tra l'altro, di:
a) favorire il coordinamento dell'esercizio delle rispettive competenze normative e svolgere attività di interesse comune in tema di semplificazione, riassetto normativo e qualità della regolazione;
b) definire principi, criteri, metodi e strumenti omogenei per il perseguimento della qualità della regolazione statale e regionale, in armonia con i principi generali stabiliti dalla presente legge e dalle leggi annuali di semplificazione e riassetto

normativo, con specifico riguardo ai processi di semplificazione, di riassetto e codificazione, di analisi e verifica dell'impatto della regolazione e di consultazione (...);
l'assenza, pregressa o successivamente intervenuta, dell'ufficio del difensore civico regionale genera un vuoto di tutela nei confronti di tutti quegli uffici presenti sui territori -:
se, al fine di rafforzare e completare il sistema di tutela e di garanzia del cittadino nei confronti delle pubbliche amministrazioni e per assicurare e promuovere il pieno rispetto dei principi di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione a tutti i livelli, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali intenda portare all'esame del tavolo tecnico, istituito presso il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie locali, l'esigenza di coordinare e uniformare le diverse normative regionali in materia di ufficio del difensore civico.
(4-02321)

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta immediata:

VICO, MARIO PEPE (PD), D'ANTONI, SERENI, BRESSA, QUARTIANI, GIACHETTI, GINEFRA, BELLANOVA, BORDO, MASTROMAURO, CONCIA, LOSACCO, RIA e SERVODIO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il fondo per le aree sottoutilizzate rappresenta il principale strumento della politica di coesione nazionale;
la legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria per il 2007) ha previsto un quadro finanziario unico delle risorse della politica di sviluppo e coesione, dando copertura finanziaria settennale, in linea con il quadro comunitario di sostegno, anche al fondo per le aree sottoutilizzate;
con delibera n. 166, del 21 dicembre 2007, il Cipe ha ripartito, con riferimento al periodo di programmazione 2007-2013, le risorse aggiuntive del fondo per le aree sottoutilizzate, autorizzate dall'articolo 1, comma 863, della legge n. 296 del 2006, di un importo complessivo di 63.273 milioni di euro;
l'attuale Governo ha ripetutamente utilizzato le risorse del fondo per le aree sottoutilizzate a copertura di molteplici provvedimenti e per scopi diversi dalle finalità proprie del fondo, usandolo per far fronte a qualsiasi esigenza, compresa quella di ripianare i disavanzi correnti degli enti locali;
il Cipe, nella riunione preparatoria del 17 novembre 2008, ha preso atto delle riduzioni apportate alle disponibilità del fondo con disposizioni normative successive alla predetta delibera, ammontanti a complessi 13,8 miliardi di euro;
nei mesi successivi è continuato l'improprio utilizzo del fondo per le aree sottoutilizzate, utilizzato a copertura di ulteriori 3.336 milioni nel decreto-legge n. 185 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2;
il complesso dei tagli apportati dal Governo al fondo per le aree sottoutilizzate in questo scorcio di legislatura eccederebbe, dunque, i 17 miliardi di euro;
l'accordo stipulato tra il Governo e le regioni sugli ammortizzatori sociali il 12 febbraio 2009 prevede un utilizzo delle risorse del fondo per le aree sottoutilizzate nazionale per circa 2.700 milioni di euro;
il medesimo accordo prevede, altresì, una conferma dell'ammontare delle risorse per i programmi attuativi regionali e interregionali e per gli obiettivi di servizio quantificato in 27.027 milioni di euro e una dotazione per i programmi e i progetti delle amministrazioni centrali per 24.209 milioni di euro, per un totale di 51.236 milioni di euro -:
alla luce di quanto sommariamente evidenziato in premessa, laddove confermato,

come intenda far fronte agli impegni finanziari complessivi, tanto di competenza nazionale quanto di competenza regionale, assunti nell'accordo sottoscritto con le regioni, nel rispetto della ripartizione territoriale, che assicura la destinazione dell'85 per cento delle risorse alle regioni meridionali.
(3-00392)

Interrogazioni a risposta scritta:

TOMMASO FOTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Centro Riparazioni Piacentino S.p.a. (C.R.P. S.p.a.) - Codici Identificativo I3 AB 076 252 - è autorizzato ad effettuare interventi tecnici sui tachigrafi digitali, giusto il provvedimento del Ministero dello sviluppo economico del 16 gennaio 2007, prot. n. 0001142;
in data 27 novembre 2008 il suddetto Centro Tecnico ha trasmesso alla Camera di Commercio di Piacenza il verbale di denuncia-querela per furto in azienda sporta oralmente da Repetti Stefano in qualità di titolare della Ditta C.R.P. S.p.a., dalla quale risulta che oltre alle carte tachigrafiche ed alla chiave Downloadkey per lo scarico dei dati tachigrafici, è stato rubato anche il piombo con autorizzazione tachigrafi digitali n. 076252 completo di pinza;
con nota del 28 novembre 2008, prot. CCIAA di Piacenza n. 16802, il suddetto verbale è stato immediatamente inviato al Ministero dello sviluppo economico - Ufficio IV Strumenti di misura e metalli preziosi - chiedendo di avere, al più presto, istruzioni in merito;
oltre a vari contatti telefonici, risulta siano stati inviati sia dalla Camera di Commercio, sia dall'interrogante, email ai responsabili degli uffici competenti del Ministero facendo anche presente che l'autorizzazione era prossima alla scadenza;
non avendo ricevuto alcuna istruzione in merito, la Camera di Commercio di Piacenza ha accettato la domanda di rinnovo del Centro Tecnico, con il relativo versamento, in data 16 gennaio 2009 (ultimo giorno utile per la domanda di rinnovo) lasciando in bianco il numero di autorizzazione;
in assenza del rilascio del numero di autorizzazione, il Centro Riparazioni Piacentino S.p.a. (C.R.P. S.p.a.) - pur disponendo, come dovuto, di dipendenti che hanno sostenuto il corso per l'utilizzo della gestione dei tachigrafi digitali - si vede costretto, con aggravio notevole di spese a dovere portare i veicoli industriali a fare la prima attivazione presso altri operatori -:
se e quali urgenti disposizioni intenda impartire affinché gli uffici in questione, con l'urgenza che il caso conclama, provvedano ad assumere i dovuti atti volti ad una positiva risoluzione della questione più sopra prospettata.
(4-02314)

PICCHI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
da fonti stampa si apprende che il governo degli Stati Uniti d'America avrebbe intenzione di rivedere il contratto dell'importo di 11,2 miliardi di euro per la fornitura di 23 elicotteri VH71, vinto da Lockheed Martin, al quale partecipa in misura significativa Finmeccanica tramite la sua controllata Augusta Westland;
la notizia appare in linea con il concetto di Buy American lanciato dall'amministrazione Obama e pertanto ha un certo fondamento, almeno per la fornitura della seconda tranche di 18 elicotteri in consegna dopo il 2010, in quanto la prima tranche di 5 elicotteri è ormai in produzione -:
quali azioni intenda intraprendere per verificare i fatti in premessa e per garantire gli interessi italiani, tecnologici ed economici, legati alla fornitura degli elicotteri da parte di Augusta Westland.
(4-02316)

CATANOSO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
La ST Microelectronics di Catania con oltre 4 mila dipendenti, escluso l'indotto, rappresenta il più grande polmone occupazionale della Sicilia e la più grande opportunità di sviluppo;
è presente un modernissimo insediamento industriale, noto come M6, originariamente realizzato per la produzione di dispositivi elettronici denominati memorie non volatili, e non utilizzato a causa della cessione del ramo d'azienda a favore della società Numonyx che ha espresso palesemente, al tavolo del Ministero dello sviluppo economico, la volontà di disimpegnarsi dal completare l'opera e quindi di non avviare la produzione di detti semiconduttori;
gli esuberi stimati in unità 600 per la chiusura di un reparto denominato CT6 della ST avrebbero dovuto trovare collocazione nell'M6;
a Catania, esistono tutte le condizioni per poter realizzare l'impianto fotovoltaico di cui sopra: Università degli Studi in città, una sezione del CNR all'interno della ST, ricerca e sviluppo avviati da anni nel settore della realizzazione di dispositivi fotovoltaici, area edificata su una superficie di 25 ettari comprendenti uffici, fabbrica e servizi pronti all'uso, personale altamente qualificato composto da ingegneri e tecnici specializzati;
è in corso un accordo tra Sharp, Enel ed ST per un'alleanza per investire nella produzione di sistemi per il fotovoltaico;
una diversificazione dell'attività da parte di ST rappresenterebbe un'opportunità non solo per la salvaguardia dell'occupazione ma anche per lo sviluppo consentendo di impiegare altri 1000 nuovi lavoratori, rappresentando ciò una controtendenza agli effetti sul lavoro che l'attuale congiuntura economica sta producendo;
il Governo francese da tempo si è adoperato e continua a farlo in tal senso per rendere appetibili gli investimenti societari di ST nel proprio Paese -:
quali iniziative intenda adottare il Governo italiano per proteggere e rilanciare l'assett dell'elettronica nel nostro Paese, per fare in modo che l'alleanza tra Sharp, Enel ed ST possa realizzare i suoi progetti a Catania, sostenendo, in tal modo, una politica di aiuti per il settore e destinargli risorse per favorire lo sviluppo in quest'area geografica marginale.
(4-02317)

...

Apposizione di una firma ad una risoluzione.

La risoluzione in Commissione Meta e altri n. 7-00061, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 ottobre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Ghizzoni.