XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di lunedì 26 gennaio 2009

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:

La VII Commissione,
premesso che:
il personale proveniente dal CONI ente pubblico, transitato alle dipendenze della CONI Servizi Spa, presta servizio presso le federazioni sportive nazionali per esigenze funzionali del CONI ente pubblico. A seguito della privatizzazione delle federazioni sportive nazionali per effetto della legge Melandri (decreto legislativo n.242 del 1999) lo stesso ha proseguito ad espletare il proprio lavoro presso le F.S.N., in virtù di specifiche convenzioni previste dalla legge;
con l'istituzione della CONI Servizi Spa, legge 8 agosto 2002 n.178, ed il contestuale passaggio dei dipendenti dal CONI ente pubblico a CONI servizi Spa, il distacco dei lavoratori presso le federazioni è stato normativizzato annualmente da contratti di servizio tra il CONI e la CONI Servizi Spa;
per perseguire l'obiettivo del dimensionamento del personale previsto dal proprio piano Industriale, CONI Servizi Spa ha fatto ricorso alle seguenti iniziative: forme di mobilità verso altri enti della P.A. (articolo 30,1. n. 165 del 2001); esodo incentivato per pensionamenti anticipati (soprattutto per classe dirigente);
nel contempo CONI Servizi Spa, sembra abbia effettuato circa 200 nuove assunzioni dirette e le FSN, finanziate da contributi pubblici provenienti dal CONI ente pubblico, hanno assunto lavoratori con contratti atipici;
la suddetta Coni Servizi Spa, ha inoltre sottoscritto un contratto nazionale, CCNL 2006/09, contenente le procedure per il passaggio «volontario» dei lavoratori CONI Servizi Spa, alle dirette dipendenze delle federazioni sportive nazionali presso cui prestano la loro opera. Tale procedura prevede la facoltà di opzione da parte del lavoratore entro il 31 dicembre 2010;
la CONI Servizi Spa e Presidenti federali (entrambi firmatari del CCNL), hanno manifestato l'intenzione di non attendere il termine del 2010 contrattualmente concordato (articolo 30 CCNL) per il passaggio dei dipendenti alle FSN;
a seguito dell'iniziale applicazione del suddetto contratto CCNL, si è delineata una confusione di tipologie di rapporti di lavoro e ruoli che ha generato una dispersione di risorse pubbliche, ed una moltiplicazione di impegni e difficoltà di controlli. Queste le attuali diversificazioni:
a) dipendenti CONI Servizi Spa presso ente pubblico (UITS - Unione italiana tiro a segno);
b) dipendenti CONI Servizi Spa;
c) dipendenti CONI Servizi Spa in «aspettativa volontaria» con contratto federale;
d) dipendenti CONI Servizi Spa distaccati presso comitati regionali provinciali di CONI ente pubblico;
e) dipendenti CONI Servizi Spa distaccati presso la Federcalcio ma in servizio presso la Lega Calcio.
L'azienda CONI Servizi Spa, ha previsto la possibilità di revocare il distacco ai dipendenti che non accetteranno il passaggio entro il 30 gennaio e l'eventualità di aprire le procedure di esubero, mentre le federazioni sportive nazionali sarebbero autorizzate a sostituire l'esatto contingente numerico dei dipendenti non firmatari dell'opzione del passaggio, con nuove assunzioni finanziate dal CONI,

impegna il Governo:

a far rispettare alla CONI Servizi Spa le prerogative previste per i lavoratori nel CCNL (contratto nazionale collettivo 2006/2009);

a far luce sulla gestione delle risorse umane da parte dell'azienda CONI Servizi Spa, in materia di dimensionamento, esodi e assunzioni;
ad assumere iniziative normative volte a rivedere l'attuale quadro normativo in materia di rapporti tra CONI-Federazioni Sportive Nazionali-CONI Servizi Spa.
(7-00110)
«Barbaro, Lolli, Goisis, Ciocchetti, Zazzera».

La XIII Commissione,
premesso che:
la cerealicoltura, in Italia ed in particolare nelle regioni Molise, Basilicata, Calabria, e Puglia sta vivendo una grave crisi dovuta al crollo del prezzo del grano di circa il 60 per cento in sei mesi sul mercato internazionale;
tale crisi sta producendo perdite disastrose per gli agricoltori, molti dei quali rischiano di essere costretti ad abbandonare la stessa coltivazione, con ricadute pesantissime sull'economia locale e sull'occupazione;
la crisi finanziaria sta rendendo più difficile l'accesso al credito e ha introdotto una grande incertezza sulle prospettive future e di conseguenza molti produttori agricoli, si sono già visti costretti a ridurre le semine di grano e degli altri cereali, anche per effetto degli aumenti dei costi di sementi, fertilizzanti e degli altri fattori della produzione;
l'andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli è fortemente condizionato dai movimenti di capitali che si spostano con facilità dai mercati finanziari a quelli delle materie prime come il petrolio, ma anche grano, mais e soia;
manovre finanziarie sui prodotti agricoli che hanno aperto le porte alle grandi speculazioni internazionali, che stanno «giocando» senza regole sui prezzi delle materie prime agricole, impedendo la programmazione e la sicurezza degli approvvigionamenti in molti Paesi;
la situazione è drammatica, con il prezzo del grano che ha raggiunto valori al di sotto di quelli di venti anni fa e che non consentono di coprire i costi di produzione in forte ascesa (+ 61 per cento in un anno per i concimi);
le organizzazioni di categoria del mondo agricolo stanno promuovendo azioni di mobilitazione sul territorio per sensibilizzare il Governo nazionale sullo stato di crisi che attraversa il comparto;
in questo scenario estremamente critico per le aziende agricole, per l'indotto e per le realtà rurali in particolar modo del Mezzogiorno si rendono, pertanto, necessari interventi urgenti a tutela delle imprese,

impegna il Governo:

ad attivare nell'ambito del tavolo verde una sezione specifica di lavoro per quanto riguarda il comprato cerealicolo;
a varare immediatamente le norme applicative della legge n. 204 del 2004, per tutti i prodotti agroalimentari, ed in particolare per pane, pasta ed altri derivati del grano, che prevedono, al fine di consentire al consumatore finale di compiere scelte consapevoli sulle caratteristiche dei prodotti alimentari posti in vendita, che l'etichettatura dei prodotti medesimi deve riportare obbligatoriamente l'indicazione del luogo di origine o provenienza della produzione agricola;
ad introdurre elementi che possono limitare le importazioni di grano, al fine di difendere dalle speculazioni finanziarie in atto i coltivatori italiani, costretti a produrre a costi nazionali ed a vendere a prezzi internazionali;
ad intensificare i controlli nei porti e nelle dogane sulle merci agricole importate, con particolare attenzione alla verifica della presenza di microtossine, presumibilmente presenti nel grano importato da paesi terzi, i quali, nella stragrande maggioranza dei casi, non osservano

le rigorosissime norme sanitarie a cui sono sottoposti i cerealicoltori italiani;
ad anticipare l'erogazione dei premi comunitari PAC relativi all'anno 2009, al fine di dare immediata liquidità alle imprese per affrontare l'anticipazione delle spese di produzione ed il pagamento delle scadenze degli oneri previdenziali, scongiurando gli effetti perversi delle speculazioni sui prezzi.
(7-00111)
«Di Giuseppe, Oliverio, Servodio, Agostini, Brandolini, Marco Carra, Cenni, Cuomo, Dal Moro, Fiorio, Mario Pepe (PD), Sani, Trappolino, Zucchi, Rota, Zazzera».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

STRIZZOLO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
sulla base del Regolamento CE 3118/93 è stata data facoltà ai vettori degli Stati Membri dell'Unione europea di effettuare trasporti di cabotaggio all'interno di ciascun altro Stato Membro, consistente nell'attivazione di trasporti da un punto all'altro del territorio della Unione europea da parte di vettore non residente, nel rispetto della normativa interna;
nel maggio 2004 sono entrati a far parte della UE dieci Stati della Europa Centro-orientale e, nel corso del 2007 altri due Stati;
sulla base di accordi bilaterali, soltanto alla Slovenia, a Cipro e a Malta è stata concessa la possibilità di eseguire attività di cabotaggio in altri Stati Membri, mentre dal maggio 2009 è previsto che di detta facoltà potranno avvalersi altri sette Stati Membri e dal maggio 2010 tale possibilità sarà estesa ai vettori di Bulgaria e Romania;
il Regolamento Comunitario prevede che, qualora in uno Stato Membro o in parti del suo territorio, per effetto del cabotaggio di vettori esteri si verifichi una grave turbativa del proprio mercato, sia possibile richiedere da parte dello Stato Membro la sospensione del regime per sei mesi prorogabile di altri sei;
l'applicazione del Regolamento Comunitario è attuata da ciascun Paese Membro con proprie disposizioni regolamentari e lo Stato italiano vi ha provveduto nel 2004 consentendo l'esercizio di una tale tipologia di trasporto per 30 giorni a veicolo ogni 60, corrispondenti a 6 mesi complessivi di attività nell'arco di un anno;
anche altri Paesi dell'UE hanno provveduto ad un tanto introducendo però, in taluni casi, vincoli assai più restrittivi, come ad esempio l'Austria, Paese confinante sia con l'Italia che con la Slovenia, ha posto un limite annuo massimo di 30 giorni di attività, in Francia tale limite è stato fissato in 45 giorni annui con altresì l'obbligo, per i vettori stranieri, della rappresentanza fiscale sul territorio francese;
vi è stato, soprattutto nell'area del nord-est, ed in particolare in Friuli Venezia Giulia, un impatto pesantemente negativo sulla competitività del mercato italiano nei confronti dei vettori di Paesi, quali la Slovenia, i cui vettori dispongono di condizioni - relative ai costi di esercizio - notevolmente più basse (già nel gennaio del 2008 il costo di esercizio di un autoarticolato italiano è superiore del 28 per cento rispetto ad un equivalente veicolo sloveno);
si è determinata una forte penetrazione delle imprese slovene sulle linee di traffico nazionali aventi per provenienza o

destinazione il Friuli Venezia Giulia e il nord-est con due pesanti conseguenze:
a) una forte contrazione di imprese di autotrasporto di merci (solo in Friuli Venezia Giulia il 16,30 per cento in meno dal 2004 ad oggi secondo dati di Unioncamere);
b) dislocazione di molte imprese in Slovenia per le più favorevoli condizioni ivi praticate ai vettori con una conseguente perdita di posti di lavoro e di entrate erariali -:
quali iniziative intenda assumere il Governo in questo particolare settore che interessa migliaia di imprese medio-piccole per:
a) verificare la possibilità di applicare la clausola di salvaguardia e sospendere per sei mesi il cabotaggio dei vettori sloveni;
b) prorogare il divieto di esercizio del cabotaggio per i vettori dei Paesi di recente ingresso nella UE fintantoché non vi sarà un sostanziale allineamento dei costi di esercizio con quelli italiani o dei Paesi dell'Europa occidentale;
c) riformulare da subito le norme regolamentari italiane in maniera da non consentire il cabotaggio in generale per più di 30 giorni nell'arco dell'anno per ciascun vettore prevedendo l'obbligo della rappresentanza fiscale in Italia;
d) rafforzare i controlli nell'area confinaria del nord est con particolare attenzione alle arterie di ingresso da est in Friuli Venezia Giulia.
(4-02117)

QUARTIANI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 97 del 31 gennaio 1994 all'articolo 24 prevede che si adempia alla relazione sullo stato della montagna in Italia, predisposta annualmente dal Comitato tecnico interministeriale per la montagna (legge n. 97/94 - delibera CIPE 13 aprile 1994);
tale relazione concerne un periodo di riferimento relativo all'intervallo dal 1o luglio dell'anno precedente a quello oggetto di osservazione al 30 giugno dell'anno sul quale la relazione si definisce;
la relazione dà conto delle politiche e degli interventi posti in essere dalle amministrazioni centrali regionali e locali informandone puntualmente il Parlamento;
il Comitato tecnico interministeriale per la montagna, istituito con il compito di coordinare l'attuazione della legge 97/94, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 23 aprile 2007 avente il compito, anche attraverso la relazione in oggetto, di riferire delle tematiche inerenti lo sviluppo e la tutela della montagna sotto il coordinamento e la valutazione svolta anche dalla segreteria del CIPE, al quale il CTIM afferisce, è collocato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri (Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, secondo quanto recato dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 giugno 2007);
anche per lo scorso anno, così come costantemente avvenuto negli anni precedenti, della relazione il Parlamento avrebbe dovuto disporre sin dai primi giorni dell'anno nuovo, anche per potere legiferare con l'esatta cognizione del quadro evolutivo del sistema dei poteri ed istituzionale per la montagna, dato che la relazione sullo stato della montagna italiana dà conto delle attività in merito svolte dalle autonomie locali, dalle regioni e dagli organi centrali dello Stato, nonché delle azioni internazionali per la montagna, con particolare riferimento all'Unione Europea e informa sugli impegni assunti in tema di formazione, ricerca e informazione per i sistemi montani;
non essendo ancora stata resa disponibile la relazione sullo stato della montagna italiana, in considerazione del fatto che lo scorso anno sono intervenuti rilevanti modificazioni nell'assetto organizzativo e finanziario degli enti e delle comunità

montane, e che numerose norme sono intervenute anche ultimamente modificando importanti aspetti del funzionamento della governance della montagna italiana, la pubblicazione della Relazione si rende ancor più urgente -:
se la Presidenza del Consiglio abbia provveduto attraverso il Dipartimento e il Comitato in premessa a predisporre la XIV relazione sullo stato della montagna italiana per l'anno 2008 nonché quando intenda renderne disponibile il testo alle istituzioni interessate e all'opinione pubblica.
(4-02119)

SCILIPOTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno, al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
in Italia le malattie reumatiche occupano il secondo posto dopo le malattie dell'apparato cardiocircolatorio e il primo fra le malattie cronico-degenerative;
le malattie reumatiche rappresentano la seconda causa di invalidità tra tutte le malattie. In Italia più del 50 per cento della popolazione soffre, in un momento della propria vita, di una malattia reumatica acuta o cronica;
più di cinque milioni di abitanti, cioè quasi un decimo della popolazione, con predilezione per le donne in misura oltre 3 volte superiore agli uomini, soffre di patologie reumatiche e di questi, 734 mila sono colpiti dalla forme croniche infiammatorie;
tali malattie alle quali appartengono oltre 120 affezioni si dividono in due grandi gruppi: le malattie reumatiche degenerative come l'artrosi, la gotta, l'osteoporosi e quelle infiammatorie come l'artrite reumatoide, la psoriasica, le spondiloartriti, le malattie del connettivo, il Lupus eritermatoso sistemico, la dermatomiosite, le vasculiti, la sclerodermia; quest'ultimo gruppo di malattie sono caratterizzate da spiccata disabilità e da evoluzione invalidante;
tali patologie non interessano solamente l'apparato osteo-articolare, ma spesso coinvolgono gli organi interni (per questo si chiamano anche «sistemiche»), con necessità di monitoraggio generale frequente dei pazienti, i quali, in tal modo, debbono sostenere enormi spese aggiuntive;
i costi dell'assistenza socio-sanitaria rappresentano una seria minaccia per l'economia complessiva del Paese in quanto la spesa per le malattie reumatiche croniche in Italia supera i 4 miliardi di euro l'anno, di cui quasi la metà - 1 miliardo 739 milioni - sono rappresentati dalla perdita di produttività per circa 287 mila lavoratori malati con una perdita di 23 milioni di giornate di lavoro (Ricerca compiuta dall'Osservatorio Sanità e Salute resa nota il 4 dicembre 2008);
secondo gli esperti l'impatto socio-sanitario potrebbe essere ridotto con una corretta formulazione diagnostica precoce e l'impiego delle terapie innovative;
oltre le terapie convenzionali ci sono farmaci che si sono dimostrati più efficaci nell'arrestare l'evoluzione della malattia: i Biologici o Anti tumor necrosis factor, i quali hanno un costo elevato per lo Stato italiano; costo medio annuale per ogni trattamento oscillante tra i 18.000,00 ed i 24.000,00 euro circa. Spesa per la quale, con accordi tra le aziende produttrici e lo Stato potrebbe essere ricondotta a prezzo politico;
l'elevato costo di questi farmaci determina l'impossibilità per le Regioni, di dispensare i farmaci a tutti coloro (in quanto rientranti nei criteri richiesti dal protocollo Antares) che ne avessero bisogno e diritto, comportando repentini e improvvisi arresti nella somministrazione degli stessi o incomprensibili riduzioni delle dosi dispensate, con grave pregiudizio della salute dell'individuo e del suo diritto alle cure;

malgrado il recente studio dell'Osservatorio Sanità e Salute sull'impatto economico e sociale di tali malattie mancano dei dati epidemiologici nazionali ufficiali, completi, sulle sopra citate patologie, forniti dalle regioni su direttive del Ministro della salute;
manca un censimento delle strutture reumatologiche (in base al numero di abitanti), atte ad accogliere i malati reumatici, e dei medici specialistici impegnati in tali strutture (in base al numero dei malati reumatici);
nei poliambulatori specialistici del Servizio sanitario è assoluta la carenza di servizi specializzati in reumatologia. (Da una recente indagine emerge che la reumatologia è al ventiseiesimo posto tra tutte le branche specialistiche che operano nelle ASL);
non tutte le terapie fisiche atte a migliorare lo stato di salute e la qualità di vita del malato reumatico, sono sovvenzionate dal Servizio sanitario nazionale, così come le esenzioni per patologia coprono in minima parte le indagini diagnostiche richieste per la prevenzione degli effetti indesiderati dovuti alle terapie praticate per l'artrite;
non esistono studi scientifici ufficiali in Italia, sulle terapie «alternative» di tali affezioni e la spesa per tali cure ricade interamente sugli stessi malati;
la WHO (Organizzazione mondiale della sanità) e l'ONU hanno dedicato la decade 2000/2010 (2000-2010 bone and joint decade) alla prevenzione e al trattamento delle malattie muscolo-scheletriche -:
se non sia il caso, alla luce di quanto su esposto e nel rispetto dell'autonomia organizzativa ed operativa delle Regioni, di acquisire informazioni sull'utilizzo dei fondi distribuiti ai vari ospedali e se da questi viene garantito il diritto alla cura dei pazienti reumatici nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza così come avviene per altri con patologie ugualmente impegnative e dispendiose;
se non sia il caso che il Governo prenda le necessarie misure atte a lenire la situazione di tali malati, riconoscendo loro uno specifico status, così come già avviene per i diabetici e i cardiopatici.
(4-02128)

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AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta orale:

DELLA VEDOVA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
nella Repubblica islamica iraniana due fratelli medici, Arash e Kamiar Alaie, sono stati condannati rispettivamente a sei e tre anni di carcere per avere fornito notizie veritiere - e sgradite al regime di Teheran - in ordine alla diffusione del virus dell'HIV in Iran;
i due medici erano stati arrestati nel giugno del 2008 con l'accusa di complottare contro la Repubblica Islamica in accordo con gli Stati Uniti d'America e sono attualmente detenuti nel carcere di Evin;
nella giornata internazionale della lotta all'Aids, lo scorso 1o dicembre, la presidenza francese di turno dell'Ue ha rinnovato il proprio appello all'Iran per la liberazione immediata di Arash e Kamiar Alaei;
nel nostro paese i più prestigiosi virologi ed esperti di malattie infettive si stanno mobilitando a favore dei loro colleghi iraniani, denunciandone la persecuzione giudiziaria -:
se e in che forme il Governo intenda intervenire presso il regime di Teheran a favore di due medici internazionalmente noti per il loro impegno contro la diffusione e per la cura dell'Hiv.
(3-00331)

Interrogazioni a risposta scritta:

GIACHETTI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 19 gennaio, nel pieno centro di Mosca, un killer ha ucciso la reporter Anastasia Baburova, collaboratrice del quotidiano Novaia Gazeta (la stessa testata per la quale lavorava Anna Politkovskaia, la giornalista uccisa nel 2006) e l'avvocato Stanislav Markelov, che difendeva una ragazza cecena assassinata dall'ex colonnello russo Budanov;
la Baburova è il quinto giornalista ucciso in Russia negli ultimi dodici mesi e Markelov il settimo avvocato in dieci anni;
l'eliminazione di giornalisti e personalità impegnate nella denuncia dei crimini delle forze russe in Cecenia e nella rivendicazione del rispetto dei diritti umani sembra riproporre con tutta la sua drammaticità l'urgenza di affrontare la «questione russa», un Paese che per citare Renzo Foa su Il Giornale del 23 gennaio 2008 «se non è ancora completamente all'interno dei confini dell'Europa, condiziona per le sue risorse, la sua collocazione e la sua potenza il presente e il futuro del continente»;
sembra essere di tutta evidenza all'interrogante che l'Europa, di fronte ai massacri della guerra russo-cecena, abbia abdicato alla volontà di intervenire presso il Governo di Mosca per contribuire a porre un limite ai disastri e alle stragi perpetrate in territorio ceceno;
il Presidente del Consiglio Berlusconi che, come noto, rivendica una forte amicizia con Vladimir Putin, avrebbe indicato tra le priorità al neopresidente degli Stati Uniti Obama il miglioramento dei rapporti con la Russia, nell'ottica di una maggiore stabilità delle relazioni internazionali -:
se il Ministro interrogato non ritenga di promuovere, come Governo, in ambito comunitario e internazionale, una posizione ancora più incisiva nei confronti del Governo russo al fine di chiarire le responsabilità degli omicidi in premessa;
se non ritenga di sollecitare Mosca ad esprimere una chiara volontà politica di non lasciare impuniti gli omicidi ai danni di chi muove critiche ai poteri costituiti, e se non ritenga opportuno, più in generale, chiedere con fermezza e coerenza una piena tutela dei diritti umani.
(4-02120)

MELCHIORRE e TANONI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro per la semplificazione normativa. - Per sapere se la legge 2 agosto 1947 n. 811 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 200 del 2 settembre 1947) che ha autorizzato il Governo della Repubblica a ratificare il trattato di pace tra le potenze alleate e associate e l'Italia, siglato a Parigi il 10 febbraio 1947, sia oggi ancora in vigore.
(4-02132)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta scritta:

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
l'Amministrazione Comunale di Isola Capo Rizzuto (Crotone) ha autorizzato la concessione di un'area interna al porto peschereccio di «Le Castella» per la realizzazione di un impianto di lavorazione e commercializzazione del pescato SFOP, asse IV, misura 4.20 «protezione e sviluppo delle risorse acquatiche, acquicoltura, attrezzature dei porti da pesca, trasformazione e realizzazione»;
il decreto interministeriale 27 dicembre 1991, tra le finalità istitutive della Riserva naturale marina di Capo Rizzuto, prevede: «la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale nazionale marino e costiero presente nell'area, con

particolare riferimento alla qualità delle acque, alle caratteristiche geomorfologiche, alla flora e fauna marina»;
il citato impianto di lavorazione ricade nella zona «B» dell'Area marina protetta di Capo Rizzuto dove insistono vincoli archeologici;
l'impianto non è previsto nel piano delle attività antropiche approvate dall'ente gestore dell'Area marina protetta, cui, a norma del decreto 15 gennaio 1998, compete la disciplina e l'autorizzazione delle stesse attività della fascia territoriale costiera del demanio marittimo compresa nella riserva e nella zona dei trenta metri dal confine demaniale;
il decreto ministeriale del 19 febbraio 2002, di modifica del decreto interministeriale del 27 dicembre 1991, all'articolo 4, per l'A.M.P. «Capo Rizzuto» in particolare persegue: a) la protezione ambientale dell'area marina interessata e b) la tutela e la valorizzazione delle risorse biologiche e geomorfologiche della zona ed il ripopolamento ittico;
lo stesso citato decreto ministeriale del 19 febbraio 2002, all'articolo 5, vieta in particolare: alla lettera b) l'asportazione anche parziale e il danneggiamento di reperti archeologici, di formazioni geologiche e minerali e alla lettera c) l'alterazione con qualsiasi mezzo, diretto o indiretto, dell'ambiente geofisico e delle caratteristiche biochimiche dell'acqua, nonché la discarica di rifiuti solidi o liquidi e, in genere, l'immissione di qualsiasi sostanza che possa modificare, anche transitoriamente, le caratteristiche dell'ambiente marino;
non v'è dubbio che l'escavazione e la raccolta di materiali inerti per la realizzazione dell'impianto autorizzato, comporti la modifica, pur transitoria, delle caratteristiche dell'ambiente marino;
l'unico depuratore esistente nella frazione «Le Castella», si trova in prossimità dell'area portuale e, allo stato, risulta non funzionante;
l'autorizzazione alla costruzione dell'impianto di lavorazione e commercializzazione del pescato SFOP, è stata data anche se per la conferenza dei servizi, convocata per l'esame del progetto il 18 luglio 2007 e il 12 maggio 2008 per il riesame dello stesso progetto, alcuni degli enti interessati non avevano adottato alcun provvedimento in merito ed il settore geologico regionale aveva presentato il parere con prescrizioni;
l'opera manca della valutazione dell'impatto ambientale e della relativa pubblicità, così come previsto dal comma 3 dell'articolo 6 della legge n. 349 del 1986 e manca, altresì, dell'autorizzazione dell'autorità marittima, come prescritto dall'articolo 55 del codice navale, visto che l'impianto ricade nella fascia dei trenta metri dalla battigia -:
quali urgenti iniziative intendano attuare, per le parti di competenza, sia per verificare l'impatto ambientale dovuto alla costruzione dell'impianto di lavorazione e commercializzazione del pescato SFOP, sia per individuare le responsabilità di coloro che hanno trasgredito al rispetto delle norme ambientali e dei vincoli archeologici della Riserva Marina «Capo Rizzuto», in provincia di Crotone.
(4-02121)

REALACCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 22 febbraio 2005 la ditta ATI Imperfoglia srl-Italiana Ambiente srl, con capogruppo Imperfoglia srl di Casinina di Auditore, si aggiudica l'appalto per l'esecuzione di attività di rimozione e smaltimento di rifiuti speciali e pericolosi presso la discarica in località Burgesi di Ugento;
il 3 giugno 2005 la Imperfoglia srl commissionava alla società Serveco srl di Montemesola (Taranto) l'attività di rimozione e smaltimento di rifiuti speciali e pericolosi, sistemazione discarica e a verde, a titolo di subappalto a seguito di

autorizzazione rilasciata dal comune di Ugento, con determina n. 607 del 3 giugno 2005 del responsabile dei lavori pubblici dello stesso ente;
il 22 giugno 2005 parte di questi lavori venivano commissionati alla ditta Colitti Bruno di Ugento da parte della Serveco srl attraverso un contratto per l'esecuzione di attività di rimozione e smaltimento di rifiuti speciali e pericolosi presso la discarica in località Burgesi di Ugento. Formalmente pare che si trattasse però di una semplice fornitura a noleggio di mezzi idonei a bonificare la discarica ma dalle successive dichiarazioni del signor Colitti, titolare dell'omonima ditta, sembrerebbe trattarsi invece di un vero e proprio subappalto di un subappalto dal momento che dichiara che è stata la sua ditta a occuparsi dell'interramento di rifiuti speciali e tossici nell'area;
il signor Bruno Colitti, il 12 dicembre 2006 ha depositato presso la Guardia di Finanza di Gallipoli una denuncia su illeciti e violazioni delle norme ambientali. Dichiara, infatti, il signor Colitti che in quel punto sono sepolti 50 mila metri cubi di rifiuti industriali provenienti dalla Campania e da alcune regioni del Nord Italia tra cui il Piemonte;
tale denuncia parla di rifiuti tossici rimossi, caricati e smaltiti su autocarri che su ordine dell'Imperfoglia srl dovevano occuparsi di rimuovere, in particolare, spazzatura di vario tipo, materiale ferroso, pneumatici, batterie, frigoriferi, cucine, lavatrici, televisori, plastica, materiale di risulta da demolizioni edili, vetri. Il signor Colitti dichiara che in realtà tali materiali sono stati spianati e sotterrati in tutta la discarica, oltre ad essere stati utilizzati per riempire avvallamenti di circa 30 metri di profondità esistenti nella zona in modo da livellare tutto il terreno, il quale è stato poi cosparso di terreno vegetale su cui sono stati piantati degli alberi. Stando alle dichiarazioni del signor Colitti tra i rifiuti tossici sembrerebbe esserci anche il pericoloso «apirolio», olio sintetico usato per il raffreddamento dei motori elettrici e bandito negli anni '70 perché cancerogeno, mischiato a materiale inerte e nascosto a trenta metri di profondità. Se fosse vero si tratterebbe di una vera e propria bomba ecologica che si trova a poca distanza dalla falda acquifera che alimenta il versante orientale della provincia di Lecce;
da tali dichiarazioni si può dedurre che, in pratica, nessuna bonifica dell'area è stata eseguita e che nell'area sarebbero ancora presenti tutti i materiali tossici che da contratto dovevano essere prelevati e smaltiti a norma di legge come rifiuti speciali, come d'altronde era chiaramente indicato nelle forniture d'appalto;
il 15 giugno 2008 viene ucciso davanti casa sua il consigliere della provincia di Lecce, Giuseppe Basile, con varie coltellate. Il consigliere Basile si stava occupando della questione della discarica di Burgesi;
nell'ambito delle indagini sulla bonifica dell'area, a seguito della denuncia del 12 dicembre 2006, il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini ha dato mandato ad un perito che campionerà l'intera area alla ricerca dei veleni che l'imprenditore «pentito» giura di aver sotterrato per conto di un'associazione temporanea di imprese, «Imperfoglia- Italiana Ambiente» e la «Serveco»;
si apprende da un articolo del 13 gennaio 2009 pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno di Lecce che il 14 dicembre 2008, «primo giorno di scavi nell'area, le ruspe dirette dal perito della procura sotto l'attenta visione degli investigatori della Guardia di Finanza hanno già tirato fuori qualcosa di sospetto. In poco più di due ore le pale meccaniche che hanno scavato ad una profondità di cinque metri hanno portato alla luce residui di plastica ed altro materiale di dubbia provenienza»;
la ditta Colitti, dopo aver sporto denuncia, ha aperto un contenzioso con la Serveco srl per il recupero di una somma di circa 350 mila euro, denunciando che la

Imperfoglia srl e la Serveco srl avrebbero già intascato i 3 milioni di euro previsti dall'appalto pubblico;
secondo quanto dichiarato dallo stesso Bruno Colitti, questi avrebbe informato il sindaco Eugenio Ozza delle sue preoccupazioni riguardo gli illeciti che erano stati compiuti nella discarica; ma a quanto pare né la giunta comunale di Ugento né i tecnici incaricati del controllo dell'esecuzione dei lavori ritennero di intervenire per interrompere o, quanto meno, ridurre i danni ambientali che, secondo le parole del signor Colitti, si erano perpetrati nell'area;
il 18 dicembre 2008 il consigliere comunale del comune di Ugento, Angelo Minenna, ha presentato un'interpellanza urgente per chiedere al Sindaco e all'Assessore competente di svolgere una dettagliata ed esaustiva relazione in Consiglio comunale allo scopo di accertare le cause e le responsabilità di questo grave fenomeno di scarico ed interramento illegale di rifiuti e di informare il Consiglio Comunale, e quindi la cittadinanza tutta, su quali misure intenda intraprendere la Giunta Comunale per tutelare la salute e l'ambiente dei cittadini di Ugento, Gemini e Torre San Giovanni e per evitare che tali danni ambientali possano ripetersi ad Ugento e nel suo territorio;
andrebbe accertato se l'amministrazione comunale di Ugento in relazione alle segnalazioni più volte fatte dal signor Bruno Colitti riguardo la presenza di rifiuti tossici e pericolosi nella zona della discarica di Burgesi ed anche alla luce della citata interpellanza, abbia assunto una qualche iniziativa in proposito -:
se non intenda accertare, in attesa dei risultati delle indagini portate avanti dalla Procura della Repubblica di Lecce, l'esistenza o meno di un grave danno ambientale e un serio rischio per la salute e la sicurezza dei cittadini data la vicinanza della falda acquifera di cui in premessa e della possibile presenza dell'altamente cancerogeno «apirolio»;
se non intenda sospendere in via cautelativa le aziende Imperfoglia srl e Serveco srl dall'elenco di aziende autorizzate ad effettuare interventi di bonifica presso il suddetto Ministero.
(4-02129)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

PICCHI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, che è una delle due biblioteche nazionali italiane e una delle più importanti al mondo per la qualità e quantità di fondi librari ed incunaboli, interromperà nelle prossime settimane il servizio pomeridiano di prestito al pubblico a causa di una cronica carenza di fondi e di personale;
da molti anni la Biblioteca è sotto organico, il personale ha una età media molto avanzata senza nuovi inserimenti che possano permettere il fondamentale passaggio di conoscenze e di esperienze tra generazioni;
negli ultimi anni sono stati interrotti molti servizi per carenza di fondi, che hanno colpito anche le manutenzioni straordinarie ed ordinarie ed impedito il recupero di molti fondi librari che necessitano di restauri urgenti -:
quali iniziative urgenti intenda intraprendere per garantire la funzionalità e fruibilità della Biblioteca da parte degli utenti;
quale status e ruolo e quali finanziamenti siano previsti nel lungo periodo per la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze al fine di garantirne uno sviluppo delle attività e preservarne il patrimonio culturale che non è solo della città di Firenze ma di tutta l'umanità.
(5-00882)

Interrogazioni a risposta scritta:

VOLONTÈ. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Festival dei Due mondi è considerato, ormai da tempo, uno degli eventi culturali più importanti ed innovativi a livello internazionale;
tuttavia, sulla manifestazione è ormai calato il silenzio, silenzio che riguarda soprattutto i bilanci dell'ultima edizione del Festival, la cinquantunesima;
su rendiconti e bilanci della passata edizione, infatti, ad oggi si sono seguite solo voci di un ammanco di alcune centinaia di migliaia di euro che lasciano nell'attesa e nella preoccupazione i membri del comitato di gestione;
da fine luglio, nessuno ha più parlato ufficialmente della manifestazione ed il presidente e direttore artistico, Giorgio Ferrara non si è più visto in città, facendo montare in tal modo la tensione intorno a questa delicata faccenda -:
quali misure intenda prendere per risolvere un fatto che coinvolge una intera città e che rischia di gettare ombre su una manifestazione che nel suo genere è unica in Italia.
(4-02108)

CARLUCCI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
per il prossimo 13 novembre è stata organizzata dalle sigle sindacali SLC CGIL, Fistel CISL, Uilcom UIL una tavola rotonda dal titolo: «Ritorno al non futuro», incentrata sulla questione legata ai tagli al FUS, che si svolgerà nei locali del teatro Valle di Roma;
il teatro Valle rappresenta, accanto al teatro Duse di Bologna, la Pergola di Firenze ed il Quirino di Roma, uno dei più famosi teatri italiani la cui gestione è affidata all'Eti (Ente Teatrale Italiano);
la concessione da parte dell'Eti dei locali del teatro Valle per un convegno di chiara connotazione politica, organizzato dai sindacati, appare una evidente strumentalizzazione e configura un uso improprio di strutture gestite dall'Eti -:
se il Ministro interrogato non ritenga inopportuna la concessione da parte dell'Eti dei locali del teatro Valle di Roma alle sigle sindacali di cui in premessa per un'iniziativa di carattere chiaramente politico;
in che modo intenda intervenire, nell'ambito dei propri poteri, per evitare l'uso strumentale del teatro Valle, uno dei più importanti teatri del nostro Paese, che dovrebbe rappresentare esclusivamente un luogo deputato alla promozione ed alla diffusione della cultura e dell'arte teatrale.
(4-02112)

ROSSA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
in data 1o marzo 2007 con decreto del Direttore generale della direzione generale per gli affari generali, il bilancio, le risorse umane e la formazione del Ministero per i beni e le attività culturali è stato bandito, ai sensi dell'articolo 2, comma 100, del decreto-legge n. 262 del 2000, convertito dalla legge n. 286 del 2006, un concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di dieci posti di dirigente, professionalità archeologo, nel ruolo dei dirigenti di seconda fascia;
in data 18 maggio 2007 con decreto dello stesso Direttore generale il bando è stato integrato ed adeguato alle statuizioni del decreto del Presidente della Repubblica n. 272 del 2004 recante il «Regolamento di disciplina in materia di accesso alla qualifica di dirigente, ai sensi dell'articolo 28, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165»;
in seguito a tale ultimo decreto è stata inserita la riserva di posti di cui all'articolo 22 decreto del Presidente della

Repubblica n. 272, sono stati modificati i requisiti di ammissione, sono state indicate - quali modalità di nomina della Commissione - quelle di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 272/004 al posto di quelle di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 487/94, sono state poste nuove regole circa la valutazione dei titoli e circa la valutazione delle prove d'esame;
in data 20 settembre 2007 sempre con decreto dello stesso Direttore generale è stata costituita la Commissione giudicatrice del concorso;
in data 2 ottobre 2008 con decreto del Direttore generale del Ministero per i beni e le attività culturali è stata approvata la graduatoria di merito del concorso e la dichiarazione dei vincitori del concorso stesso;
sono stati presentati diversi ricorsi pendenti al TAR in quanto sono emerse irregolarità nella nomina della commissione esaminatrice del concorso e nella valutazione delle prove;
l'articolo 4 del bando di concorso, modificato con decreto del Direttore generale 18 maggio 2007 prevede che la Commissione esaminatrice del concorso sia nominata con successivo decreto, con l'osservanza delle disposizioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 272/2004. Tuttavia, l'articolo 4 del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 272/04 prevede che le nomine, le designazioni e tutti gli atti analoghi avvengano in virtù di provvedimenti adottati dai rispettivi organi di governo, identificandoli nei soggetti titolari di «funzioni di indirizzo politico-amministrativo»;
nella fattispecie, tale funzione non sembra certamente riconducibile al Direttore generale (quest'ultimo non può essere ritenuto un organo politico), bensì al titolare del dicastero;
ad avviso dell'interrogante la Commissione giudicatrice appare pertanto essere stata nominata in violazione dell'articolo 4 del bando di concorso, dell'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 272/04, nonché in violazione dell'articolo 4 comma 1, lettera e) del decreto legislativo 165/01;
al comma 3 del succitato articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 272/04 si dispone che i componenti siano scelti «tra dirigenti di prima fascia delle Amministrazioni pubbliche, professori di prima fascia di università pubbliche o private, nonché tra esperti di comprovata qualificazione nelle materie oggetto del concorso»;
con decreto 17 ottobre 2007, avendo la dottoressa Gallina Zevi rassegnato le proprie dimissioni, si è proceduto alla sua sostituzione con la dottoressa M.A. Fugazzola in qualità di esperto nelle materie oggetto del concorso, dirigente di seconda fascia in servizio;
allo stato attuale della normativa i dirigenti di seconda fascia in servizio non possono essere chiamati a comporre le commissioni per l'accesso ai ruoli dirigenziali delle amministrazioni pubbliche, tale principio vale anche per i supplenti;
il dottor A. Bottini (nominato supplente con decreto del Direttore generale 20 settembre 2007) risulta essere dirigente di seconda fascia ancora in servizio;
peraltro, ai sensi dell'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487, (Regolamento recante norme sull'accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalità di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre forme di assunzione nei pubblici impieghi) - disposizione di carattere generale che sembra debba applicarsi anche alla selezione in questione - i componenti delle commissioni concorsuali, prima dell'inizio delle medesime prove, presa visione dell'elenco dei partecipanti, devono sottoscrivere la dichiarazione che non sussistano situazioni di incompatibilità tra essi ed i concorrenti;
il commissario Fugazzola si trova in rapporto di costante collaborazione e frequenza

continua con alcuni candidati risultanti poi vincitori del concorso (dottor Tinè e dottor Pessina);
il commissario Bottini ha alle sue dipendenze, presso la Soprintendenza Archeologica di Roma i candidati Barbera e Di Gennaro (la prima vincitrice del concorso, l'altro idoneo);
la commissaria Reggiani, direttore regionale Abruzzo è in rapporto di sovraordinazione con il candidato Campanelli (dichiarato idoneo) -:
se il Ministro interrogato intenda fare chiarezza circa la regolarità delle procedure di nomina e di successiva integrazione della commissione esaminatrice del concorso di cui in premessa, verificandone altresì il corretto svolgimento e, laddove confermati i suddetti rilievi, quali misure si intenda assumere al fine di porvi rimedio.
(4-02131)

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DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

VICO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
con la legge n. 219 del 21 ottobre 2005 «Nuova disciplina delle attività trasfusionali e della produzione nazionale di emoderivati», lo Stato detta principi fondamentali in materia di attività trasfusionali allo scopo di conseguire il raggiungimento dell'autosufficienza regionale e nazionale di sangue, emocomponenti e farmaci emoderivati a tutela della salute dei cittadini;
all'articolo 5, comma 1, lettera a), numero 14), per i servizi trasfusionali civili e militari tra le normali competenze, quale attività di produzione volte a garantire la costante disponibilità del sangue e dei suoi prodotti, la tenuta di un registro donatori di midollo e di donatori tipizzati per il sistema di istocompatibilità HLA;
all'articolo 24 si dispone che le Forze armate organizzano autonomamente il servizio trasfusionale in modo da essere in grado di svolgere tutte le competenze previste dalla predetta legge; che nel quadro delle iniziative di educazione sanitaria impartite ai militari, l'autorità militare favorisce la cultura della donazione volontaria di sangue, di sangue cordonale e dei loro componenti da parte dei militari presso le strutture trasfusionali militari e civili; che il servizio trasfusionale militare coopera con le strutture del Servizio sanitario nazionale, del Ministero dell'interno e del Dipartimento della Protezione civile, al fine di assicurare, in relazione alle previsioni delle necessità trasfusionali per le situazioni di emergenza, il mantenimento di adeguate scorte di sangue;
la legge n. 219 del 2005 prevede per l'attività trasfusionale militare specifiche competenze anche a favore del settore trasfusionale nazionale, con un'organizzazione già esistente in linea con lo sviluppo programmatico del Centro nazionale sangue, e del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, quale unica entità interforze che opera in ambito dei Comandi, Enti, Reparti Militari presenti su tutto il territorio nazionale, con la denominazione di Regione militare Italia e l'acquisizione del Registro donatori di midollo osseo di competenza specifica del Servizio trasfusionale militare;
tale legge prevedeva un periodo di sei mesi per adeguare le strutture trasfusionali militari alle nuove norme comunitarie e nazionali attraverso l'emanazione di un decreto ministeriale di adeguamento;
dal 21 ottobre 2005, il Servizio trasfusionale delle Forze armate continua ad operare ad oggi sulla base del decreto ministeriale n. 499 del 18 giugno 1992, vetusto, che fa riferimento alla legge n. 107 del 4 maggio 1990, abrogata dalla legge n. 219 del 2005;

non si conoscono i motivi ostativi alla stesura del nuovo decreto ministeriale di adeguamento alle continue, pressanti e puntuali normative comunitarie e nazionali a fronte di questa incresciosa situazione -:
quali azioni intenda porre in essere il Ministro della difesa, affinché il delicato supporto trasfusionale a favore del personale militare che opera in Patria e nelle missioni di pace fuori area e il contributo delle Forze armate alle esigenze trasfusionali del Paese possano svolgersi in sicurezza nell'interesse della vita umana munendo il Servizio trasfusionale delle Forze armate, nel più breve tempo possibile, degli strumenti legislativi e della relativa riorganizzazione con la stesura del nuovo decreto ministeriale.
(4-02126)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:

DE POLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
le poste del Comune di Piazzola sul Brenta frazione di Tremignon (Pordenone) coprono un bacino ampio: qui arriva la zona industriale di Piazzola, e poi Tremignon e Vaccarino, la zona est di Villafranca Padovana, che qui trova parcheggi adeguati e poi l'ovest di Curtarolo e Limena. Quindi è evidente l'importanza e la necessità di un ufficio postale, e come la sua ubicazione sia strategica;
ma il direttore generale delle Poste di Padova ha comunicato al sindaco di Piazzola sul Brenta, comune in provincia di Padova, che a seguito di un'indicazione dello Spisal per ragioni di sicurezza l'ufficio postale il 28 gennaio verrà chiuso;
le motivazioni apportate dallo Spisal sono la mancanza di uscite di sicurezza e servizi igienici;
il comune ha tempestivamente proposto una soluzione a norma: l'utilizzazione delle ex scuole di Tremignon, adeguatamente ristrutturate;
il 14 gennaio il sindaco Marcon viene a sapere dalla sede regionale delle Poste che hanno intenzione di accorpare gli uffici e che la soluzione delle ex scuole non è possibile sia per l'affitto troppo caro sia per la mancanza di fondi per gli arredi;
il sindaco è riuscito a raggiungere un accordo per l'affitto e lo Spisal di Camposanpiero ha dichiarato che non avrebbe alcuna difficoltà a concedere una proroga di 4-5 mesi per l'utilizzo dell'attuale ufficio postale di Tremignon. È necessaria solo una richiesta da parte delle Poste;
ma a tutt'oggi la posizione ufficiale delle Poste resta quella che l'ufficio postale di Tremignon verrà accorpato a quello di Piazzola sul Brenta in una nuova ubicazione. Quindi il 28 gennaio verrà chiuso con conseguente disagio per i cittadini;
già è stata organizzata una protesta da parte dei cittadini per sabato 24 gennaio davanti all'ufficio postale per raccogliere firme e fondi per gli arredi -:
se e come il Governo intenda intervenire per bloccare l'accorpamento dell'ufficio postale di Tremignon con quello di Piazzola sul Brenta evitando i pesanti disagi a cui verrebbero sottoposti i cittadini della zona.
(4-02122)

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

MURA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
come riportato da diversi organi di stampa in data 16 gennaio 2009 la direttrice del carcere minorile di Bologna,

dottoressa Paola Ziccone, ha denunciato lo stato di sovraffollamento e di grave fatiscenza dell'istituto che dirige;
nelle celle dell'Istituto, progettate per ospitare tre o quattro persone, sono attualmente ristretti circa 20 detenuti;
le scarse risorse economiche a disposizione della struttura carceraria consentono soltanto di assicurare il vitto ai minori detenuti. Sono invece completamente assenti psicologi e mediatori culturali per i minori stranieri;
la palestra dell'istituto risulta inagibile a causa di allagamento ed anche le condizioni minime di assistenza sanitaria non sembrano essere assicurate. A quanto dichiarato dalla direttrice del carcere, infatti nel periodo natalizio un ragazzo affetto da patologia che necessitava l'isolamento sanitario è stato invece lasciato su una barella in corridoio a causa della mancanza di spazio disponibile;
si apprende inoltre che il personale di custodia del carcere minorile è fortemente sotto organico, poiché delle 26 guardie carcerarie attribuite alla struttura, 13 sono assenti per malattia. Posto che per coprire tutti i turni servono 16 agenti, la sorveglianza necessaria non può essere assicurata;
le difficili condizioni in cui sono costretti a vivere i minori detenuti nella struttura e il ridotto numero di agenti di polizia carceraria in servizio effettivo facilitano atti di indisciplina e ribellione, come accaduto il 6 gennaio 2008 quando si è registrata l'aggressione da parte di alcuni detenuti nei confronti delle guardie carcerarie;
nel 2002 erano stati avviati i lavori per completare un nuovo complesso, sito al fianco dell'attuale carcere minorile, che avrebbe consentito condizioni più umane di vivibilità e sicurezza. Lavori che però attualmente sono stati sospesi;
le già difficili condizioni in cui versa il carcere minorile di Bologna e il taglio previsto per il 2009 del 40 per cento dei fondi destinati alla giustizia minorile rendono impossibile porre in essere quel percorso di rieducazione e recupero volto al reinserimento nella società che è fondamentale realizzare per detenuti minorenni, che rischiano altrimenti di trasformarsi in criminali abituali -:
quali provvedimenti intenda adottare il ministro per consentire ai detenuti del carcere minorile di Bologna di vivere in condizioni più umane, per assicurare i livelli minimi di sicurezza e assistenza sanitaria alle persone detenute o che lavorano all'interno del carcere, e per riattivare gli indispensabili programmi di rieducazione e reinserimento per i detenuti minorenni.
(4-02114)

BERNARDINI, ZAMPARUTTI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, MECACCI e FARINA COSCIONI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
presso la casa circondariale di Regina Coeli è disponibile l'ambiente, già appositamente ristrutturato, ove attivare con pienezza il servizio diagnostico di radiologia;
attualmente, poiché si utilizza una strumentazione obsoleta più volte soggetta a guasti, sono frequenti le interruzioni del servizio;
il transito delle risorse e competenze sanitarie dal Ministero della giustizia al Servizio sanitario nazionale disposto con la legge finanziaria per l'anno 2008 e successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, entrato in vigore il 14 giugno 2008, vede coinvolta la ASL RM-A in quanto azienda territorialmente competente per la gestione dalla «salute penitenziaria» dei detenuti ristretti presso la struttura di Regina Coeli -:
con la chiusura dell'ospedale San Giacomo di Roma sono sicuramente disponibili e in dotazione della ASL RM-A nuove risorse strumentali e umane che

potrebbero utilmente essere destinate al servizio diagnostico di radiologia della casa circondariale di Regina Coeli -:
quali siano le motivazioni che finora hanno impedito alla suddetta azienda di attivare il nuovo gabinetto di radiologia presso la casa circondariale di Roma, Regina Coeli, con la contestuale fornitura dei relativi strumenti diagnostici;
quali iniziative, ai sensi dell'accordo Governo-Regioni del 20 novembre 2008, intenda adottare il Ministro interrogato per garantire l'effettiva funzionalità del sunnominato gabinetto di radiologia.
(4-02133)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta scritta:

CAPODICASA, BERRETTA, BURTONE, ENZO CARRA, CAUSI e ANTONINO RUSSO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in alcuni articoli apparsi recentemente sulla stampa, e più estesamente in una sua pubblicazione esito di un ampio studio tecnico-scientifico, il dottor Remo Calzona già presidente del Comitato tecnico-scientifico della società Stretto di Messina istituito per verificare la fattibilità della realizzazione del ponte sullo stretto di Messina esprime forti perplessità sulla costruibilità ed economicità dell'attuale progetto del ponte sullo stretto;
il dottor Calzona evidenzia numerose criticità del progetto vigente del ponte, in particolare denuncia la possibilità che a causa del vento si verifichi il fenomeno del galopping, una deformazione ortogonale alla direzione del vento che imporrebbe di bloccare, per motivi di sicurezza, il passaggio anche per cento giorni all'anno, e che tale fenomeno potrebbe essere ridotto riducendo l'ampiezza delle campate da 3.300 metri a 2.000 metri;
secondo lo studio del dottor Calzona la funzionalità e la stessa realizzabilità del progetto preliminare rischiano di essere messe in crisi in fase esecutiva, perché le tecnologie disponibili potrebbero risultare inadeguate alle prestazioni richieste dal manufatto;
ulteriori fatti critici deriverebbero dalle tipologie dei collegamenti tra le diverse parti del manufatto che devono essere assemblate esclusivamente a mezzo di saldature e risulterà di conseguenza pericolosamente vulnerabile alle rotture per sollecitazione di fatica e per iperdeformazioni della geometria, producendo condizioni critiche irreversibili in decine di elementi dell'apparato strutturale, riguardanti in particolare i collegamenti tra i diversi elementi portanti;
tali elementi tecnici, nella precarietà generale delle condizioni di sicurezza strutturale e di efficienza funzionale dell'impianto, confermano alcuni problemi, già segnalati da altri esperti, che renderebbero assai improbabile la realizzazione dell'opera ovvero la sua piena funzionalità e, in particolare, ne escludono decisamente il funzionamento quale collegamento ferroviario;
ciò sarebbe dovuto a numerosi parametri negativi, tra cui alcuni si confermano «insormontabili»: per esempio, le traslazioni laterali dovute all'azione del vento, che, sebbene - secondo il parere del dottor Calzona - possano essere ridotte da «gonne» di protezione dell'impalcato, accentuerebbero il regime di sollecitazione complessiva sullo stesso; le dilatazioni termiche previste per la trave, le cui traslazioni ortogonali all'asse dei binari, richiederebbero elementi assai lontani dai materiali esistenti in commercio; o ancora gli eccessi di tensione dovuti al peso sulle deformazioni di configurazione;
a queste considerazioni ne vengono, inoltre, aggiunte alcune «non strutturanti»,

ma decisamente ostative rispetto alla realizzabilità del progetto tra cui non irrilevante appare il rispetto delle reali condizioni sismologiche dell'area: il progetto vigente, infatti, avrebbe totalmente e colpevolmente trascurato la presenza di faglie attive che interesserebbero pesantemente i siti di torri e contrafforti/ancoraggi, specie dalla parte calabrese;
il progetto avrebbe inoltre ignorato i numerosi studi effettuati anche da consulenti del Ministero delle infrastrutture, tra cui il professor Alessandro Guerricchio, che illustrano l'estrema fragilità dell'assetto e i processi dinamici delle due zone interessate dalla costruzione del ponte: nello specifico, oltre ai problemi di allontanamento delle sponde, lo «scivolamento» delle formazioni idrogeologiche superficiali e profonde della Costa Viola verso lo stretto. Ciò dimostra la mancata assunzione della reale situazione geomorfologica dell'area;
le tesi del dottor Calzona, seppur indirettamente, hanno trovato conferma in uno studio condotto, qualche anno addietro, dalle Ferrovie dello Stato, sulla base del quale prevedono il mantenimento in stato di potenziale servizio di alcuni traghetti per garantire l'attraversamento nei giorni di intransitabilità del ponte a causa di oscillazioni dovute al vento o alle avverse condizioni meteorologiche, calcolabili in oltre centro giorni l'anno -:
se le tesi del dottor Calzona siano conosciute dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti;
se il Ministro sia a conoscenza dello studio condotto dalle Ferrovie dello Stato;
se non ritenga che l'autorevolezza della fonte e la gravità delle critiche al progetto vigente, di cui viene messa in forte dubbio la costruibilità stessa, non imponga di rivalutare e, ove necessario, modificare il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina;
se a fronte delle numerose criticità denunciate riguardo i livelli di rischio, le incognite di realizzabilità ed i costi dell'opera se non ritenga di dover valutare la possibilità di adottare scelte progettuali di maggiore e documentata affidabilità e di minor costo.
(4-02113)

LEOLUCA ORLANDO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
a seguito dell'annunciata privatizzazione della compagnia marittima «Tirrenia» sono stati previsti tagli di rotte e di collegamenti con le isole minori della regione Sicilia;
la compagnia «Tirrenia» comprende la società «Siremar», che è quella che effettua i collegamenti da e per le isole minori siciliane;
a seguito delle tante proteste dei sindaci delle isole suddette e dei sindacati di categoria è stata prevista una proroga per la Siremar della copertura delle tratte per il 2009;
bisogna considerare come l'Unione europea ritenga aiuti di Stato i fondi dirottati per trasporti minori e che pertanto sarebbe necessario avviare la procedura europea per lo scorporo della Siremar dalla privatizzazione della Tirrenia;
di tale privatizzazione non si conoscono ancora le modalità attuative: tempi, regole, criteri compatibili con il mantenimento della continuità territoriale e con le garanzie occupazionali -:
come intendano i Ministri interrogati integrare una politica di sviluppo economico con una politica infrastrutturale per i trasporti;
se non considerino necessario avviare una visione programmatica più chiara e dettagliata, concordata inoltre con le parti territoriali e sociali, sulla gestione dei collegamenti e l'impiego delle risorse;
quali politiche per la continuità territoriale vorranno attuare per integrare realmente nord e sud del Paese e le

diverse isole minori con il resto del territorio nazionale ed europeo.
(4-02118)

GALLETTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi con una nota il Ministro Matteoli comunicava il mancato finanziamento all'infrastruttura viaria volta a superare l'annoso problema relativo al nodo stradale di Rastignano (variante alla strada n. 65 «della Futa»), in provincia di Bologna;
a causa di questa situazione in questo ultimo periodo, oltre ai forti disagi per i cittadini, già molte aziende del territorio sono state costrette a chiudere o a trasferirsi perché costrette quotidianamente a fare i conti con una viabilità paralizzata e penalizzante dal punto di vista economico;
l'intervento segnalato non è quindi più dilazionabile e l'esigenza di un impegno immediato è condivisa da tutte le istituzioni politiche e le realtà industriali, economiche e sociali, del territorio bolognese -:
quali siano gli intendimenti del Governo su questa opera di cui Bologna ha urgente bisogno e che da oltre 20 anni attende di essere realizzata.
(4-02123)

TESTO AGGIORNATO AL 23 NOVEMBRE 2010

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INTERNO

Interrogazione a risposta orale:

CAUSI, BERRETTA, ENZO CARRA, CAPODICASA e SIRAGUSA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la città di Vittoria (Ragusa) ha subito negli ultimi mesi una preoccupante escalation criminale che ha visto vittime anche esponenti della amministrazione comunale;
il sindaco, assessori, funzionari comunali sono stati fatto oggetto di intimidazioni, di aggressioni, da ultimo l'assessore ai lavori pubblici a cui, nella notte del 9 gennaio scorso, sono state incendiate due auto di sua proprietà;
tutti gli episodi criminali registrati negli ultimi mesi sono stati denunciati dal sindaco di Vittoria in una lunga e dettagliata richiesta di provvedimenti urgenti indirizzata al prefetto di Ragusa ed ai competenti organi di polizia -:
se il Ministro sia a conoscenza di questi episodi;
se non ritenga di aumentare l'organico delle forze di polizia presente a Vittoria al fine di contrastare l'escalation criminale e violenta verificatasi a Vittoria che mira ad ostacolare la civile convivenza ed il sereno svolgersi della vita democratica;
se anche in considerazione del meritevole impegno dell'amministrazione comunale di Vittoria, che ha varato innovative misure di contrasto alla criminalità organizzata, quali iniziative intenda intraprendere volte ad assicurare l'incolumità degli amministratori pubblici di Vittoria.
(3-00330)

Interrogazioni a risposta scritta:

MARINELLO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
appartiene ormai alla cronaca quotidiana la denuncia di aggressioni e scontri che vedono coinvolti poliziotti impegnati in attività investigativa e di ordine pubblico;
le forze di polizia sono impegnate costantemente nella lotta contro il crimine e per la sicurezza dei cittadini e affrontano le difficoltà del quotidiano con spirito di sacrificio e dedizione nonostante lamentino da tempo la necessità di nuovi e più efficaci strumenti di autodifesa per i propri appartenenti;

proprio dalla mancanza di strumenti idonei all'autodifesa derivano decine di feriti e probabilmente anche qualche morto;
quel che chiedono è un adeguamento della dotazione individuale di autodifesa al pari di quasi tutte le forze di polizia mondiali e già proprie di alcune polizie locali italiane;
la stessa polizia municipale di Roma, grazie al regolamento firmato dal sindaco Alemanno, lo scorso 22 dicembre, potrà dotarsi, ad esempio, dello spray antiaggressione a getto balistico tra gli altri strumenti di autotutela;
come è noto essi non possono usare l'arma in dotazione contro chi, ad esempio, li minaccia con un coltello o una spranga -:
quali urgenti provvedimenti il Ministro intenda adottare per adeguare la dotazione individuale di autodifesa degli operatori di polizia e garantire al meglio la loro incolumità e sicurezza.
(4-02124)

FUGATTI e STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 22 gennaio 2009, nel pomeriggio, alcuni militanti della Lega Nord hanno allestito in Piazza Dante a Trento un gazebo, nell'intento di raccogliere firme contro il degrado della zona circostante;
al predetto gazebo si è avvicinato un gruppo di una quindicina di giovani appartenenti all'area anarchico-no global, tentando di appiccare il fuoco ad una delle bandiere della Lega Nord;
i predetti giovani sono stati immediatamente fermati dalle forze dell'ordine;
il gruppo, presumibilmente, era composto da giovani non estranei alle attività del centro sociale «Bruno», molto frequentato -:
se il Governo sia a conoscenza di quanto accaduto e cosa intenda fare per prevenire il ripetersi di intimidazioni politiche di questo genere a Trento.
(4-02127)

TESTO AGGIORNATO AL 26 LUGLIO 2010

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:

RIVOLTA, MACCANTI e LAURA MOLTENI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
nello «Schema di regolamento per il coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e per ulteriori modalità applicative dell'articolo 3 del decreto-legge 1o settembre 2008, n. 137, convertito dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169», agli articoli 3, comma 6, e 6 comma 6, si prevede l'esclusione della materia dell'educazione fisica tra quelle che concorrono alla valutazione degli studenti negli scrutini finali, nella scuola secondaria di primo e secondo grado;
l'educazione fisica è una disciplina importante, ai fini dello sviluppo armonico della persona e una sua sottovalutazione lederebbe lo status giuridico dei docenti, penalizzando la disciplina medesima, privata in tal modo di serietà e autorevolezza;
la suddetta determinazione vanificherebbe i tentativi di prevenire rischi per la salute, come ad esempio l'obesità;
alla luce della recente indagine CENSIS-CONI l'educazione fisica è poco praticata nella scuola italiana;
il ministro interrogato ha più volte ribadito la necessità di rivalutare la pratica motoria e sportiva nelle scuole;
l'educazione fisica contribuisce allo sviluppo della personalità e del suo adattamento autonomo nell'ambiente fisico e sociale circostante, attuato mediante un programma di attività motorie che favoriscono l'uso appropriato, consapevole e

creativo del corpo, e di situazioni socio-relazionali che sviluppano una equilibrata coscienza sociale;
diversi studi dimostrano che l'attività fisica scolastica rappresenta un luogo dove si costruiscono rapporti interpersonali basati sul rispetto reciproco, sul rispetto delle differenze, sul mutuo aiuto, sulla collaborazione, sull'assunzione di impegni;
dal punto di vista comportamentale l'educazione fisica aiuta a controllare le pulsioni istintuali;
la rinnovata disciplina valutativa non può escludere gli insegnanti di educazione fisica, che, alla luce di quanto sopra espresso, sono maggiormente «abilitati» a formulare giudizi ponderati, in sede di valutazione collegiale, sul comportamento di ogni singolo alunno;
lo stesso Consiglio Nazionale dell'istruzione (CNPI), in sede di parere favorevole al provvedimento in parola, ha comunque rivendicato «la necessità di garantire la pari dignità di tutti gli insegnanti, concorrendo ciascuno alla crescita dello studente nel rispetto delle sue vocazioni ed attitudini, in modo da evitare inaccettabili differenziazioni, tra gli insegnanti di educazione fisica e religione e gli altri insegnanti»;
lo schema di regolamento in parola recita:
all'articolo 4, comma 2: «Per l'ammissione all'esame di Stato conclusivo del ciclo, gli alunni devono avere conseguito la votazione di almeno sei decimi sia nel comportamento che in ciascuna disciplina di studio»;
all'articolo 3, comma 10, «i docenti di sostegno, in quanto titolari della classe, partecipano alla valutazione di tutti alunni, oltre a quelli per i quali svolgono attività di sostegno, come confermato dalla sentenza n. 1204 del 28 febbraio 2002 del Consiglio di Stato, sezione IV.»;
all'articolo 6, comma 6 esclude dalla votazione complessiva degli studenti della scuola secondaria di II grado anche la disciplina relativa all'educazione fisica, ai sensi dell'articolo 304 del medesimo Testo unico, senza minimamente tenere conto delle successive norme (legge n. 1 del 2007, decreto ministeriale 42/2007, decreto del Presidente della Repubblica 23 luglio 1998, n. 323, ancor vigente) che includono il voto di educazione fisica nel calcolo della media ai fini della determinazione del credito -:
se, in sede di adozione del Regolamento in parola, non ritenga opportuno, anche alla luce delle considerazioni avanzate dal CNPI, di modificare il comma 6 dell'articolo 3 e il comma 6 dell'articolo 6 dello «Schema di regolamento per il coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni» al fine di includere tale materia tra quelle che concorrono alla valutazione degli studenti negli scrutini finali, atteso che ciò configurerebbe un grave arretramento rispetto agli ordinamenti europei.
(5-00883)

Interrogazioni a risposta scritta:

VOLONTÈ. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
secondo la circolare del Ministero della pubblica istruzione n. 9242 del 4 giugno 2008, non ancora ufficializzata e contenente il quadro definitivo delle riduzioni sugli organici di diritto dei professori, è previsto un taglio di 77 posti in tutta la regione Umbria;
dall'Ufficio scolastico regionale è già arrivata la conferma che è stato predisposto, in Umbria, un piano di riduzione per 15 cattedre;
l'ufficio regionale dell'Umbria sembrerebbe essere in attesa di un ulteriore altro taglio sempre su base nazionale di 4 mila cattedre;
la legge finanziaria per il 2008 prevede un taglio complessivo degli organici

pari a 10 mila cattedre, tagli da distribuire su tutto il territorio del Paese sulla base della popolazione scolastica;
nonostante tutto, sono previste cattedre in più in Emilia Romagna, in Lombardia, in Toscana, in Veneto e in Piemonte, mentre per il resto d'Italia, Umbria inclusa, è pronta ad abbattersi la scure della finanziaria;
gli uffici regionali sono in attesa di prendere visione della nuova circolare ministeriale, ma i tagli sembrerebbero riguardare per lo più cattedre relative agli istituti superiori -:
se non sia il caso di prendere immediati provvedimenti che apportino gli adeguati correttivi che diano garanzie di una più equa ripartizione dei tagli degli organici scolastici in tutto il territorio nazionale, evitando la penalizzazione che si è verificata soprattutto in Umbria.
(4-02107)

FAVA, COLANINNO, MARCO CARRA, TABACCI e STUCCHI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'Associazione «Casa del Sole» opera da circa quaranta anni nel settore socio- sanitario, offrendo una gamma di servizi volti alla riabilitazione e scolarizzazione di bambini cerebropatici con «difficoltà di apprendimento» medio-gravi e autistici;
nel «Centro Diurno di San Silvestro (Mantova)» funzionano sezioni di:
6 sezioni di scuola dell'infanzia paritaria (composte da 21 alunni)
10 classi di scuola primaria paritaria (composte da 53 alunni)
8 classi di scuola primaria statale (composte da 32 alunni);
l'intervento educativo-scolastico si realizza, pur se all'interno di un gruppo- classe, secondo percorsi personalizzati, attraverso una metodologia particolare, il Trattamento Pedagogico Globale, che garantisce concretamente un miglioramento della qualità di vita dei bambini e ragazzi che frequentano il «Centro» in parola;
il Ministro in indirizzo, con comunicazione del 12 maggio 2008, su indicazione del Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale di Milano, ha revocato la Convenzione che regola i rapporti tra la Scuola Primaria Statale della «Casa del Sole» e il Ministero della pubblica istruzione, specificando che «... a partire dal prossimo anno scolastico, è intenzione dell'Ufficio Scolastico Regionale ridefinire gli accordi con la «Casa del Sole» su basi economicamente meno gravose»;
la suddetta «Convenzione», sottoscritta dai soggetti interessati in data 29 luglio 2005, prevede che gli insegnanti della scuola primaria statale possano svolgere 34 ore settimanali di servizio, aggiungendo alle 24 contrattuali, 10 ore straordinarie retribuite dall'Amministrazione statale;
in caso di «nuova Convenzione» che non preveda alcuna ora straordinaria per gli 8 insegnanti in servizio, ma il solo orario settimanale contrattuale di 22+2 ore, la Casa del Sole dovrebbe assumersi, per attuare in modo corretto il proprio intervento globale, la copertura di oltre 3.200 ore annue, pari ad una spesa di 70.000 euro;
per quanto riguarda la Scuola dell'Infanzia paritaria, (il cui finanziamento sarebbe stato notevolmente ridotto passando dai 107.581,26 euro assegnati per l'anno scolastico 2006-2007 ai 38.938,00 dell'anno scolastico 2007-2008), l'Ufficio Scolastico Regionale di Milano avrebbe comunicato alla Casa del Sole l'intenzione di disconoscere la natura giuridica di «scuola paritaria» sulla base dell'errata interpretazione della «Scuola della Casa del Sole» come «Scuola Speciale» anziché

«Scuola con Particolari Finalità», tuttora prevista e regolata dall'ordinamento scolastico;
analoga decisione potrebbe verificarsi relativamente alla Scuola Primaria Paritaria Elementare della Casa del Sole, la cui Convenzione scade il 31 agosto 2008. Ciò comporterebbe la perdita del relativo finanziamento statale, il cui ammontare è di circa 193.670,00 euro;
in definitiva, le conseguenze economiche del mancato rinnovo delle convenzioni si concretizzerebbero per la Casa del Sole nel taglio di circa 332.670 euro di risorse finanziarie, determinando 70.000 euro in meno per le ore straordinari e degli 8 insegnanti statali; 69.000 euro (107.581 se dovesse scomparire la Scuola paritaria) in meno per la Scuola dell'Infanzia e 193.670 euro in meno a seguito del mancato rinnovo della Convenzione per la Scuola Primaria Paritaria;
nel 2002 l'Associazione ha ottenuto la certificazione del sistema qualità UNI EN ISO 9001-2000 riconfermata nel gennaio 2004 per le attività educative e riabilitative svolte nella sede di San Silvestro -:
se non ritenga opportuno rinnovare le relative Convenzioni stipulate con la «Scuola Casa del Sole», le cui caratteristiche e particolare metodologia pedagogica integrata, la equiparano alle «scuole con particolari finalità», così come previsto dal Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297, che all'articolo 324 recita: «1. Sono scuole con particolari finalità, ai sensi delle disposizioni del presente testo unico, oltre alle scuole funzionanti presso gli istituti statali per non vedenti e gli istituti statali per sordomuti anche le scuole funzionanti presso altre istituzioni statali o convenzionate con il ministero della pubblica istruzione per speciali compiti di istruzione ed educazione di minori portatori di handicap e di minori in stato di difficoltà, nonché le scuole e gli istituti statali che si avvalgono, agli stessi fini, di interventi specializzati a carattere continuativo».
(4-02110)

NUNZIO FRANCESCO TESTA e ADORNATO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
con decreti ministeriali 1° luglio 2008, limitatamente all'anno accademico 2008/2009, sono stati definiti i posti disponibili a livello nazionale per le immatricolazioni, presso ciascun Ateneo, al Corso di laurea specialistica in Odontoiatria e Protesi Dentaria ed ai Corsi di laurea delle professioni sanitarie, con particolare riferimento alla classe SNT/3-Igiene Dentale;
dalle tabelle allegate ai predetti provvedimenti ministeriali e del decreto ministeriale 4 luglio 2008, si rileva che all'Università degli Studi dell'Aquila sono stati assegnati per il Corso di laurea specialistica in Odontoiatria e Protesi Dentaria 13 posti, a fronte dei 25 assegnati nell'anno accademico 2007/2008, e per il Corso di laurea in Igiene Dentale solo 5 posti, a fronte dei 20 assegnati nell'anno accademico 2007/2008;
l'entità della descritta decurtazione, qualora non dovuta ad una mera «svista», rappresenta una palese discriminazione nei confronti dell'Università degli Studi dell'Aquila, con effetti pregiudizievoli sugli interessi degli studenti e sull'interno territorio aquilano, senz'altro danneggiato da una non corretta distribuzione formativa tra le sedi universitarie;
il Corso di laurea specialistica in Odontoiatria e Protesi Dentaria dell'Università dell'Aquila ha avuto, negli ultimi anni, un notevole impulso, grazie all'impegno delle Istituzioni Accademiche che, in stretta sinergia con i docenti, hanno creduto nelle potenzialità di questo Corso di Laurea ed hanno investito notevoli risorse per raggiungere risultati di eccellenza;
l'assegnazione di nuovi spazi, il potenziamento delle strutture e l'acquisizione di attrezzature di ultima generazione per la didattica e la ricerca (tra cui l'acquisto di ben sette, nuovi riuniti con

conseguente incremento di posti assegnati, passati da 16 nell'anno accademico 2006/2007 a 25 nell'anno accademico 2007/2008) hanno consentito ai docenti di condurre studi di rilevanza riconosciuta nel panorama scientifico internazionale ed al contempo di formare elevate professionalità nel settore di riferimento;
per quanto riguarda il Corso di Laurea in Igiene Dentale, pur prendendo atto che esiste a livello nazionale una riduzione dei relativi posti disponibili per le immatricolazioni, è tuttavia certo che l'università dell'Aquila ha subito una eccessiva decurtazione di assegnazioni, basti al riguardo una semplice lettura dei dati che seguono:
anno accademico 2006-2007: posti totali nazionali per Igienista Dentale 641, posti AQ 25;
anno accademico 2007-2008: posti totali nazionali per Igienista Dentale 639, posti sede AQ 20;
anno accademico 2008-2009: posti totali nazionali per Igienista Dentale 545, posti sede AQ 5 -:
quali siano i criteri e le modalità che hanno indotto codesto Ministero ad assumere la decisione di cui in premessa;
tenuto conto di quanto sopra esposto in premessa, se non intenda rimodulare l'assegnazione dei posti disponibili per le immatricolazioni al Corso di Laurea Specialistica in Odontoiatria e Protesi Dentaria e al Corso di Laurea in Igiene Dentale dell'Università dell'Aquila, al fine di evitare una palese e ingiustificata discriminazione nei confronti dell'offerta formativa dell'Ateneo aquilano e delle opportunità formative in campo odontoiatrico per la popolazione studentesca abruzzese.
(4-02111)

...

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:

LAGANÀ FORTUGNO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nella Gazzetta Ufficiale del 7 gennaio 2009 è stato pubblicato il decreto ministeriale 13 novembre 2008, firmato dal Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, onorevole Maurizio Sacconi, che identifica le aree territoriali economicamente più deboli dove le aziende possono godere dei maggiori sgravi contributivi in caso di assunzione di lavoratrici donne con contratto di inserimento;
il contratto di inserimento è un contratto di lavoro finalizzato a realizzare l'inserimento ovvero il reinserimento nel mercato del lavoro mediante un progetto individuale di adattamento delle competenze professionali di un lavoratore/lavoratrice ad un determinato contesto lavorativo;
nell'articolo 2 di questo decreto sono indicate le seguenti regioni italiane che per l'anno 2008 godono di tali benefici (sgravio contributivo del 100 per cento per i datori di lavoro a fronte di un 25 per cento applicato in generale sul territorio nazionale): Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna;
emerge, pertanto, in tutta evidenza, per la gravità delle conseguenze che ricadono sulla possibilità di risolvere il problema occupazionale femminile, come la Calabria risulti l'unica regione del sud ad essere esclusa da tali benefici. Una regione, la Calabria, dove, invece, il miglioramento della condizione occupazionale femminile costituisce un fattore di assoluta e primaria importanza soprattutto nei settori del turismo, del commercio e dei

servizi, in cui la presenza delle donne è tradizionalmente più radicata e consistente;
la ragione di questa esclusione va ricercata nell'inadeguatezza degli indicatori utilizzati per identificare le regioni svantaggiate, che come tali, è opportuno che godano dei maggiori benefici;
a tal riguardo si evidenzia che vengono individuate e favorite soltanto le regioni dove il tasso di occupazione femminile è inferiore almeno del 20 per cento rispetto a quello maschile, ovvero quelle in cui il tasso di disoccupazione femminile sia superiore del 10 per cento rispetto a quello maschile;
il vero problema è che in Calabria, il tasso di disoccupazione femminile è andato man mano diminuendo, ma non perché si è verificato un incremento dell'occupazione, bensì perché, per effetto di un generale scoraggiamento dovuto proprio alle reali difficoltà di impiego, le donne rinunciano a cercarsi un lavoro -:
se non ritenga indispensabile procedere alla individuazione di un sistema di indicatori delle regioni destinatarie dei benefici più appropriato ed idoneo a consentire una lettura reale della complessa situazione occupazionale femminile calabra.
(4-02115)

ROSATO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
malgrado da circa un ventennio ne sia stato bandito l'uso a bordo e le bonifiche siano iniziate ad essere effettuate più frequentemente a seguito dell'entrata in vigore del decreto legislativo 27 luglio 1999, n. 271, che rappresenta la prima forma di tutela legislativa del personale della navigazione marittima, ancora oggi i lavoratori marittimi non riescono ad essere destinatari delle tutele legislative per esposizione all'amianto;
il motivo di questo stallo è correlato alla impossibilità materiale per i marittimi di disporre di un appropriato curriculum lavorativo, compilato dalle aziende, a causa soprattutto dell'atipicità del lavoro a natura precaria, per cui nel corso della sua vita lavorativa al marittimo accade di cambiare spesso datore di lavoro, e in quanto molte navi su cui erano certamente presenti manufatti di amianto sono state ormai demolite e non è quindi possibile effettuare alcuna indagine retrospettiva se non affidandosi ad eventuali ricognizioni dei piani di costruzione esistenti presso il RINA, relativamente rappresentativi;
una soluzione di continuità rispetto a questa situazione è intervenuta il 13 aprile 2005, con l'approvazione di una risoluzione delle Commissioni IX ed XI della Camera dei Deputati, che ha impegnato il Governo ad emanare una circolare esplicativa ad integrazione del decreto attuativo del Ministero del lavoro del 27 ottobre 2004 che stabilisca per i lavoratori marittimi e per il personale della Marina militare la possibilità di presentare, in sostituzione del curriculum lavorativo rilasciato dal datore di lavoro, copia dell'estratto matricola mercantile regolarmente rilasciato dalle competenti Capitanerie di porto ovvero fotocopia autenticata del libretto di navigazione e che chiarisca come il termine del 3 ottobre 2003 per la presentazione delle domande ai fini di rientrare nella vecchia normativa sia riferito anche a chi ha presentato domanda al proprio ente assicurativo competente;
in sintonia con la sopra richiamata risoluzione, il 3 maggio dello stesso 2005, il messaggio n. 17274 dell'INPS precisa che per il settore marittimo il termine dei 15 giugno 2005, previsto dal decreto attuativo del Ministero del lavoro del 27 ottobre 2004, è da intendersi solo per la presentazione della domanda e non anche per il curriculum lavorativo per cui si è in attesa di conclusive determinazioni circa le problematiche relative alla procedura di accertamento dell'esposizione all'amianto;

la legge n. 266 del 2005 (Finanziaria 2006) all'articolo 1, comma 567, recita: «Per i lavoratori marittimi assicurati presso l'Istituto di previdenza per il settore marittimo (Ipsema), la sussistenza e la durata dell'esposizione all'amianto sono accertate e certificate dall'Ipsema. Per i predetti lavoratori, restano valide le domande di certificazione già presentate all'INAIL, in ottemperanza al decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali 27 ottobre 2004, emanato in attuazione dell'articolo 47 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 295 del 17 dicembre 2004»;
trattando del trasferimento da Inail ad Ipsema della competenza sulla procedura di accertamento dei requisiti per la concessione ai lavoratori marittimi che risultano essere stati esposti all'amianto (legge 23 dicembre 2005, articolo 1, comma 567), il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Ipsema, con la deliberazione n. 91 del 2006 della seduta del 10 febbraio 2006, ha posto l'interrogativo (al comma 6) se il curriculum lavorativo fornito dal datore di lavoro possa essere sostituito da altre forme di dichiarazioni e (al comma 9) se per il curriculum lavorativo, la cui compilazione è posta a carico dell'azienda, possa considerarsi l'opportunità di prevedere un intervento di natura tecnico amministrativa dell'Istituto stesso diretto al completamento dell'istruttoria delle domande presentate dai lavoratori marittimi;
con un ordine dei giorno del 13 dicembre 2006, il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Ipsema ha rilevato che «nonostante le reiterate sollecitazioni rivolte al Ministero del lavoro, la proposta di utilizzare l'estratto matricolare o la fotocopia del libretto di navigazione, quale documento probante di presunta esposizione all'amianto da parte del marittimo, non registra alcun passo avanti»;
nello stesso ordine del giorno, il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Ipsema ha denunciato «tale situazione che impedisce di poter dare una risposta concreta alle attese dell'utenza marittima» ed ha auspicato che «vengano trovate delle soluzioni, amministrative o legislative, alle problematiche sollevate»;
ancora, nel citato ordine del giorno, il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Ipsema rende noto che, qualora il quadro normativo vigente, dovesse rimanere invariato, l'Istituto «si troverebbe in forte difficoltà e sarebbe costretto a declinare qualsiasi responsabilità anche di fronte al rischio di un contenzioso, con conseguenti notevoli oneri, stante le aspettative dei marittimi che quotidianamente reclamano il rilascio della certificazione» -:
se, al fine di sciogliere gli ultimi ostacoli che ancora si frappongono fra i lavoratori marittimi e il legittimo l'ottenimento dei benefici previsti dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, il Ministro del lavoro, della salute e politiche sociali ritenga di dare piena attuazione alla risoluzione approvata il 13 aprile 2005 dalle Commissioni IX ed XI della Camera dei Deputati, in particolare autorizzando l'Ipsema a considerare quale documento probante di presunta esposizione all'amianto da parte del marittimo, in sostituzione del curriculum rilasciato dal datore di lavoro, l'estratto matricolare regolarmente rilasciato dalle competenti Capitanerie di porto, ovvero la fotocopia autenticata del libretto di navigazione.
(4-02116)

VICO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la crisi economica internazionale, come ampiamente previsto, sta facendo ormai sentire i suoi effetti anche nel nostro Paese, con conseguenze particolarmente pesanti per i lavoratori;
dagli ultimi dati recentemente pubblicati si prevede che il 2009 e il 2010 si configurano come due anni di recessione con conseguente tracollo dei posti di lavoro: secondo gli stessi dati nell'anno in corso saranno 600 mila i lavoratori che perderanno il posto di lavoro e la disoccupazione salirà all'8,4 per cento;

nel mese di dicembre 2008, il ricorso alla cassa integrazione ordinaria da parte delle aziende ha conosciuto un incremento pari al 526 per cento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente;
l'attuale trattamento fiscale sugli emolumenti arretrati sul trattamento di integrazione salariale (CIGS) in deroga, applicato dall'INPS, in qualità di sostituto di imposta, prevede che i beneficiari siano sottoposti a tassazione separata - qualora erogati nel corso dell'anno successivo al periodo di mancato impiego - equiparandoli a quelle tipologie di reddito che, pur assumendo rilevanza fiscale in un determinato momento, si formano in periodi di imposta precedenti;
tale circostanza appare configurarsi come un'ingiusta penalizzazione di redditi già fortemente decurtati, risultando, peraltro, in contrasto con l'orientamento espresso dall'Agenzia delle entrate che, nella risoluzione 379/E, del 3 dicembre 2002, e nella circolare n. 23 del 1997, chiarisce che «l'applicazione del regime di tassazione separata deve escludersi ogni qualvolta la corresponsione degli emolumenti in un periodo di imposta successivo deve considerarsi fisiologica rispetto ai tempi tecnici per l'erogazione degli emolumenti stessi» -:
quali iniziative, per quanto di sua competenza, intenda assumere per favorire un'applicazione del regime fiscale di detti trattamenti volta ad escludere la richiamata ingiusta penalizzazione.
(4-02125)

DE POLI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro per le pari opportunità, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il novembre scorso tre individui avvicinano in un bar di Montebelluna (Pordenone) un disabile di trentadue anni. Si tratta di un disabile con forti problemi psichici che si guadagna qualche soldo facendo piccoli lavori da muratore. Ed è proprio con questa scusa che viene avvicinato da quelli che si riveleranno i suoi brutali aguzzini;
con la scusa di alcuni lavori da effettuare in un garage di una villa viene praticamente sequestrato. Per un mese viene sottoposto ad ogni genere di sevizia, tutto ripreso dai cellulari, scaricato sul computer, e poi mostrato al bar agli amici;
i tre dietro pesantissime minacce lo seviziano con brutalità. Per un mese il garage della villa di Musano si è trasformato in un vero e proprio inferno, fatto di torture e di soprusi. Il trentaduenne è stato sottoposto alle peggiori umiliazioni e filmato;
l'uomo che vive a Montebelluna con il padre e con il fratello e ora si trova in una struttura protetta, ha resistito per un mese prima di crollare e confidarsi con i familiari. I suoi aguzzini avendo capito che il disabile aveva parlato, mandano un uomo a pestarlo nella speranza di non essere denunciati;
fortunatamente i carabinieri per scongiurare il pericolo di fuga e la possibilità di nuovi soprusi hanno sottoposto a fermo i quattro indagati responsabili delle sevizie;
ciò che è successo ci deve far riflettere su come persone che vivono in situazioni borderline siano spesso abbandonate a se stesse;
in questo caso a causa di un problema di residenza: la nascita in un comune, la residenza trasferita in un altro, nessun servizio segue questo disabile;
infatti dovrebbe essere seguito dal servizio psichiatrico dell'Ulls, ma per il problema di residenza manca la continuità con l'assistenza sociale -:
quali provvedimenti i Ministri competenti siano intenzionati a prendere per tutelare e risolvere situazioni di emarginazione e abbandono che per motivi esclusivamente burocratici non possono essere seguite dai servizi sociali.
(4-02130)

POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

D'IPPOLITO VITALE. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
già nel mese di novembre del 2008 una grave ondata di maltempo ha colpito in Calabria numerosi comuni del litorale tirrenico e del comprensorio Lamentino in particolare cito ad esempio Gizzeria Falerna e Nocera;
ancora di recente si sono verificati drammatici eventi calamitosi, che hanno nuovamente compromesso l'economia di molti comuni calabresi con frane e allagamenti, provocando elevatissimi danni a persone e a settori produttivi importanti come l'agricoltura, nell'intera Calabria, con punte di particolare allarme nelle provincie di Catanzaro e Cosenza;
molte strutture produttive, agricole e aziendali, sono state compromesse, così la viabilità e numerosi fabbricati rurali, le reti di irrigazioni e varie colture con evidente compromissione della attività agraria, presumibilmente anche per i prossimi anni;
questi eventi hanno altresì compromesso irrimediabilmente la filiera olivicola e agrumicola, con gravissimi danni alle strutture e perdita del prodotto proprio nella fase di raccolta e di trasformazione -:
se e quali iniziative il Ministero dell'Agricoltura e delle foreste abbia avviato o intenda avviare a sostegno dell'agricoltura calabrese, sicuramente da tempo in crisi strutturale;
se il Ministro intenda attivare nei comuni calabresi colpiti le misure previste dalla legge n. 102 del 2004, sulle calamità naturali, nonché adottare ulteriori provvedimenti diretti a portare ristoro ai soggetti e alle imprese danneggiate.
(5-00881)

Interrogazione a risposta scritta:

CICCANTI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), istituito con decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 454, con sede in Roma, è un Ente di ricerca di diritto pubblico sottoposto alla vigilanza del ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. L'Istituto è dotato di autonomia scientifica, statutaria, organizzativa, amministrativa e finanziaria. Svolge attività di ricerca, informazione e promozione nel campo degli alimenti e della nutrizione, ai fini della tutela del consumatore e del miglioramento qualitativo delle produzione agroalimentari. In particolare, l'INRAN promuove e sviluppa attività di ricerca sulla qualità, nonché sulla sicurezza degli alimenti in collaborazione con l'Istituto Superiore della Sanità, finalizzate alla certificazione, etichettatura nutrizionale e valorizzazione delle specificità dei prodotti nazionali, nonché allo sviluppo delle applicazioni biotecnologiche nel settore agroalimentare. L'Istituto promuove inoltre l'educazione nutrizionale ed alimentare, anche mediante la preparazione e diffusione periodica di linee guida, di raccomandazioni nutrizionali e di tabelle di composizione degli alimenti. Per il raggiungimento delle sue finalità l'INRAN promuove attività di ricerca in collaborazione con le università e altre istituzioni scientifiche, nazionali, comunitarie e internazionali, anche istituendo borse di studio. L'Istituto è tenuto a predisporre un piano triennale di attività aggiornabile annualmente con cui determina obiettivi, priorità e risorse che è trasmesso per l'approvazione al Ministero, che provvede a sentire la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. Decorsi sessanta giorni, senza osservazioni, il piano diventa esecutivo;
in data 7 marzo 2007 è stato nominato presidente dell'INRAN il Prof. Carlo

Cannella, docente di Scienza della Alimentazione all'Università degli Studi di Roma La Sapienza. L'insediamento del Prof. Cannella è avvenuto il 30 maggio 2007 con mandato quadriennale. Da tale nomina si è registrata una preoccupante mancanza di indirizzo e di strategia che ha determinato un gravissimo stato di disorganizzazione dell'Ente e ha contribuito a produrre un dissesto finanziario, che ha costretto l'INRAN a ricorrere, per la prima volta dalla sua costituzione nel 1999, all'accensione di un fido bancario di 5.000.000,00 euro, pari al 103 per cento della contribuzione totale annua ricevuta dall'Istituto negli ultimi due anni. Risulta, infatti, che, a riprova della totale disorganizzazione in cui versa l'Ente, dopo un anno e otto mesi dall'insediamento del Presidente Cannella, lo stesso non ha ancora presentato il Piano Triennale di attività richiesto espressamente dalla legge e propedeutico a una seria attività necessaria per uno sviluppo razionale e organico delle risorse materiali e umane (la mancata presentazione di evince dal fatto che tali documenti non sono contenuti nel sito web dell'INRAN, dove devono essere inseriti, in analogia con quanto avviene per altri Enti, per il rispetto delle norme di trasparenza). Inoltre si rileva che il Presidente no ha ancora ottemperato ai rilievi della Corte dei conti. Nello specifico tale organo, per l'esercizio 2007, aveva segnalato che l'INRAN non aveva costituito il Comitato di Valutazione per la Ricerca e il servizio preposto al sistema di controllo interno. Risulta, altresì, che il comportamento tenuto in Istituto dal Prof. Cannella ha creato spesso un profondo malcontento tra i dipendenti dell'INRAN e ha provocato in alcuni casi forti tensioni con le organizzazioni sindacali. A riprova degli atteggiamenti poco istituzionali del Presidente, si segnala un fatto sconcertante, anche in riferimento al ruolo del Prof. Cannella quale massimo rappresentante dell'Ente, di cui per l'interrogante evidentemente si cura poco;
infatti, in data 29 agosto 2008, il Prof. Cannella rilasciava all'AGI una dichiarazione, secondo l'interrogante, assurda e di cattivo gusto da richiamare l'attenzione di un quotidiano di caratura nazionale come l'Unità, che, il giorno dopo, riportava in prima pagina con enorme evidenza, sulla striscia rossa posta sotto il titolo del quotidiano, il seguente commento redazionale fortemente critico: «Un insulto alla miseria». Tale commento precedeva la citazione, riportata di seguito, tratta dalla dichiarazione rilasciata dal presidente dell'INRAN il giorno precedente: «Non siamo preoccupati perché la gente compra meno alimenti, lo eravamo quando ne comprava in sovrappiù. Lo siamo per l'obesità sempre più diffusa, per i rischi derivanti da un'alimentazione troppo ricca. Oggi questa austerità obbligata ci ritorna tutta in salute». Si evidenzia in modo palese il gravissimo danno di immagine arrecato all'INRAN da una simile inopportuna affermazione, censurabile nel tono e nel contenuto. Infatti è ben risaputo dagli esperti di nutrizione (ma, a quanto sembra all'interrogante, non dal Prof. Cannella) che ridurre gli acquisti di generi alimentari a causa del pesante incremento dei loro prezzi non comporta assolutamente che i consumatori seguano un dieta più sana e che quindi si riduca il rischio di obesità nella popolazione. Piuttosto gli studiosi del settore ci ricordano che in situazioni di questo genere l'alimentazione diventa ancora più sbilanciata e dannosa per la salute, danneggiando in particolare gli anziani. È quindi assurdo affermare, come fa Cannella, che l'attuale situazione «ci ritorna tutta in salute!». Inoltre l'approccio adottato, superficiale e irridente, di fronte al problema della povertà, costituisce una inammissibile offesa verso una ampia fascia di popolazione che subisce gli effetti negativi dell'attuale crisi economica (non a caso l'intera dichiarazione rilasciata all'AGI ci risulta essere stata oggetto di pesanti critiche anche negli ambienti scientifici italiani);
occorre, secondo l'interrogante, restituire credibilità agli organi che rappresentano e determinano le strategie dell'Istituto, la cui immagine è stata fortemente compromessa da tali episodi e comportamenti molto negativi: tale richiesta è indispensabile

per far iniziare una nuova fase dall'ente, affinché l'INRAN ritorni a svolgere con efficacia la sua essenziale missione istituzionale che lo pone tra i maggiori attori di importanza strategica nel comparto agroalimentare italiano e che configura l'Istituto come uno dei massimi poli scientifici in materia di qualità, sicurezza ed educazione alimentare -:
se non ritenga opportuno sottoporre a verifica l'intero operato del Presidente Cannella, dal suo insediamento a oggi, con particolare riferimento alle strategie poste in essere per la conduzione dell'Ente, al corretto uso dei finanziamenti ottenuti dal ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per le attività di ricerca e di comunicazione e ai comportamenti tenuti dentro e fuori l'Istituto, che hanno arrecato grave danno allo stesso;
quali ulteriori iniziative intenda assumere per il rilancio dell'INRAN.
(4-02106)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:

GARAGNANI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'ENEA (Ente per le Nuove tecnologie, l'Energia e l'Ambiente) è sempre stato contraddistinto, tra gli Enti di Ricerca Nazionali, dalla disponibilità di grandi impianti e laboratori pesanti come lo dimostrano le strutture presenti nei Centri che possiede in tutto il territorio italiano (Casaccia, Frascati, Brasimone, Trisaia, Saluggia) caratterizzati tutti da grandi impianti per la ricerca tecnologia;
in particolare il Centro del Brasimone, sorto per ospitare un reattore nucleare sperimentale denominato PEC, possiede una delle maggiori concentrazioni di infrastrutture, impianti e laboratori in Italia. In questo Centro sono stati spesi negli anni 80 circa 2.000 miliardi di lire per la costruzione del reattore sperimentale Pec e molte centinaia di miliardi di lire per la costruzione delle infrastrutture, degli impianti e laboratori di sperimentazione sorti a supporto della progettazione del reattore stesso nell'ambito del programma Reattori Veloci portato avanti insieme ai francesi del CEA;
attualmente queste risorse, insieme alle competenze presenti, sono impegnate in ricerche a supporto dei principali programmi mondiali sui reattori a fissione di IV generazione e sui reattori dimostrativi a fusione (ITER e DEMO);
già da alcuni anni il mancato turn over del personale ha continuamente ridotto le risorse umane presenti che attualmente risultano costituite da poco più di 90 dipendenti, cioè circa un terzo di quelli presenti negli anni 80;
la situazione è resa critica dalla mancata sostituzione del personale, tanto da rendere problematico lo svolgimento delle attività, che rischiano così di essere annullate rendendo inoltre inutilizzabile un cospicuo patrimonio di impianti, infrastrutture e laboratori;
oltre a tutto ciò il Centro del Brasimone è parte fondamentale del sistema della ricerca della Regione Emilia-Romagna, completando ed integrando le risorse presenti negli altri centri ENEA in regione (Bologna e Faenza);
tenendo conto che gli indirizzi programmatici del nuovo Governo si differenziano in modo sostanziale da quelli del Governo precedente in materia di energia, compresa l'affermata necessità di tornare a sviluppare il Nucleare, e che, come già detto, il Centro Brasimone ha le infrastrutture, gli impianti ed i laboratori adatti a supportare le ricerche dei reattori di III+ e IV generazione sembrerebbe ovvio utilizzare queste risorse destinandovi fondi e

nuovo personale, sfruttando al meglio gli ingenti investimenti che il paese ha fatto nel passato;
va tenuto conto che la scelta di rivalorizzare il Centro Brasimone rappresenta anche un grande aiuto economico per le popolazioni che vivono nel territorio montano circostante, tanto da essere visto dal punto di vista occupazionale come una media azienda -:
se intenda fornire chiarimenti riguardo la situazione descritta e quali azioni il Governo e l'Ente intendano intraprendere per rilanciare e rafforzare le attività del Centro del Brasimone per il quale negli anni 80 erano stati spesi 2.000 miliardi di lire per la costruzione dell'impianto sperimentale PEC e altre infrastrutture.
(4-02109)

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Apposizione di una firma ad una mozione.

La mozione Cazzola e altri n. 1-00092, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 21 gennaio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Boniver.

Apposizione di una firma ad una risoluzione.

La risoluzione in Commissione Goisis e Caparini n. 7-00106, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 12 gennaio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Di Centa.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interpellanza Fava n. 2-00012 del 22 maggio 2008;
interpellanza Garagnani n. 2-00142 del 29 settembre 2008;
interrogazione a risposta scritta Evangelisti n. 4-01905 del 18 dicembre 2008;
interrogazione a risposta in Commissione Cenni n. 5-00835 del 13 gennaio 2009.

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:
interrogazione a risposta orale Volontè n. 3-00052 del 23 giugno 2008 in interrogazione a risposta scritta n. 4-02107;
interrogazione a risposta orale Nunzio Francesco Testa e Adornato n. 3-00113 del 31 luglio 2008 in interrogazione a risposta scritta n. 4-02111;
interrogazione a risposta orale Volontè n. 3-00177 del 14 ottobre 2008 in interrogazione a risposta scritta n. 4-02108;
interrogazione a risposta orale Carlucci n. 3-00225 del 10 novembre 2008 in interrogazione a risposta scritta n. 4-02112;
interrogazione a risposta in Commissione Rossa n. 5-00873 del 21 gennaio 2009 in interrogazione a risposta scritta n. 4-02131.