XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di giovedì 22 gennaio 2009

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:

CASSINELLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
il Consiglio regionale della Puglia, in data 16 dicembre 2008, ha approvato, a maggioranza, la legge regionale n. 44 del 2008, pubblicata sul B.U.R.P. (Bollettino Ufficiale Regione Puglia) n. 200 del 23 dicembre 2008, recante «Norme a tutela dell'ambiente e del territorio: limiti alle emissioni in atmosfera di policlorodibenzodiossina e policlorodibenzofurani» con la quale ha fissato valori limite di emissioni nell'atmosfera per la policlorodibenzodiossina ed i policlorodibenzofurani provenienti dai processi termici dell'industria del ferro e dell'acciaio riferendosi allo stabilimento ILVA di Taranto, come espressamente indicato nella relazione alla legge regionale medesima;
in particolare la detta legge regionale ha modificato il criterio fissato dal decreto legislativo n. 152 del 2006 per la determinazione dei limiti emissivi riferendosi a soli 17 cogeneri tossici espressi in TEQ (fattori di tossicità equivalente), anziché ai 210 cogeneri come previsto alla classe I, tabella A2, punto 1.2, parte II, allegato I alla parte V del decreto legislativo n. 152/06; la stessa legge regionale ha fissato in 2,5 ng TEQ/Nm3, a partire dal 1o aprile 2009, ed in 0,4 ng TEQ/Nm3, a partire dal 31 dicembre 2010, i limiti cogenti di emissione prospettando tali determinazioni come attuative di norme comunitarie e del protocollo di Aarhus ratificato dallo Stato italiano con legge 6 marzo 2006, n. 125;
in realtà né nel protocollo di Aarhus avente ad oggetto l'inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande distanza, né in altre fonti normative comunitarie, contrariamente a quanto affermato dalla Regione Puglia nella propria legge, sono contenuti valori limite di emissione comunitari in materia di policlorodibenzodiossina (PCDD) e policlorodibenzofurani (PCDF) relativamente agli impianti esistenti di sinterizzazione dell'industria siderurgica;
infatti, il protocollo di Aarhus si pone l'obiettivo, anche per quanto riguarda i due inquinanti in questione, di «ridurre le emissioni totali annue rispetto al livello di emissioni rilevato in un anno di riferimento stabilito ... adottando misure efficaci ed adeguate alla situazione specifica di ciascuno Stato» meditante le migliori tecniche disponibili, prevedendo che dette tecniche debbano essere anche «economicamente realizzabili» e che le misure adottate «non devono costituire uno strumento di discriminazione arbitraria o ingiustificabile o una restrizione dissimulata della concorrenza o del commercio internazionale» (protocollo di Aarhus - premesse);
per quanto riguarda specificatamente gli impianti per la produzione del ferro e dell'acciaio la tabella 2 del Protocollo di Aarhus avente ad oggetto la «Riduzione delle emissioni di PCDD/PCDF nell'industria metallurgica» non fissa alcun limite di emissione, fermo restando l'impegno di favorire le riduzioni mediante l'adozione delle migliori tecniche, mentre le misurazioni effettuate presso impianti di sinterizzazione nell'industria siderurgica europee hanno evidenziato concentrazioni di PCDD/PCDF fino a 43 ng/TEm3 (punto 26 della tabella 2 del Protocollo di Aarhus);
in ogni caso l'allegato VI del protocollo di Aarhus fissa per le fonti fisse esistenti l'entrata in vigore delle disposizioni-obiettivo nel termine di otto anni dall'entrata in vigore dello stesso protocollo (per l'Italia, che lo ha ratificato con

legge 6 marzo 2006, il 13 aprile 2014), salva la possibilità di prorogare detto temine sino al completamento del periodo di ammortamento degli impianti esistenti da parte dell'operatore economico interessato (allegato VI, lettera b);
il limite emissivo pari 0,01 mg/Nm3 (corrispondente a 10.000 ng/Nm3), fissato dall'allegato I del decreto legislativo n. 152/06, risulta essere stato determinato dal legislatore nazionale sulla base di idonei pareri dei competenti organi tecnici nazionali e per tutti i 210 cogeneri, risultando uno tra i più rigorosi e tutelanti nell'ambito dell'Unione Europea;
l'iniziativa della Regione Puglia non è giustificata da alcuna situazione di effettivo allarme sanitario ed ambientale locale riconducibile alla responsabilità dell'unico operatore cui la legge è diretta - la società ILVA - anche in quanto le tre specifiche campagne di rilevamento condotte nel 2007/2008 dall'Arpa Puglia (1a campagna di monitoraggio: 11-16 giugno 2007, 2a campagna di monitoraggio: 26, 27 e 28 febbraio 2008 e 3a campagna di monitoraggio: 23, 24 e 26 giugno 2008) hanno evidenziato come lo stabilimento ILVA di Taranto rispetti i limiti emissivi di legge vigenti per la diossina ed i furani, come dimostra la stessa iniziativa legislativa regionale di elevare notevolmente detti limiti per mettere «fuori legge» lo stesso operatore economico;
le situazioni di inquinamento da diossina rilevate nei terreni (e non nell'aria) dell'area di Taranto appaiono riconducibili a contaminazioni pregresse di specifici siti limitrofi allo stabilimento siderurgico della società ILVA (come l'area del fallimento della società Matra che risulta fortemente inquinata proprio da diossina, la discarica abusiva di S. Teresa in cui sono stati inceneriti rifiuti a cielo aperto e l'impianto di incenerimento rifiuti del Comune di Taranto che, per anni, ha funzionato senza post-combustore producendo diossina) per i quali, da tempo, sono stati richiesti provvedimenti inibitori all'uso, anche agricolo, ed interventi di bonifica alla Regione Puglia solo parzialmente realizzati;
in ogni caso le disposizioni contenute nel protocollo di Aarhus e nei relativi allegati tecnici per le fonti fisse esistenti prevedono valori limite obiettivo (e non cogenti), condizionati alla disponibilità su base industriale delle migliori tecnologie ed alla loro praticabilità economica, nonché un regime transitorio che per lo Stato italiano viene a scadere nell'aprile 2014, ovvero nel maggior termine eventualmente previsto dal piano di ammortamenti dell'operatore economico;
la legge della Regione Puglia, per contro, si è posta in difformità rispetto al Protocollo di Aarhus, alla normativa comunitaria di settore ed alle stesse B.A.T. (Best Available Techniques) emanate con decreto ministeriale 31 gennaio 2005, statuendo un regime normativo più restrittivo in termini assoluti e temporali rispetto a quello previsto dalla normativa tecnica comunitaria (BREF), a quello previsto dalla maggior parte degli Stati dell'Unione ed anche a quello tecnicamente ed economicamente attualmente praticabile dagli operatori economici del settore;
infatti in Francia, Spagna, Svezia, Portogallo, Finlandia, Danimarca non sono previsti limiti cogenti per l'emissione di diossina e furani mentre in Germania e Gran Bretagna sono previsti valori obiettivi, condizionati alla disponibilità su base industriale delle migliori tecnologie di riduzione;
la legge della Regione Puglia n. 44/08, pertanto, introduce nei confronti della società ILVA, il più importante operatore siderurgico nazionale, misure discriminanti, ed arbitrarie, a cui non sono soggetti gli altri concorrenti europei, tali da determinare una dissimulata distorsione della concorrenza e del mercato in palese violazione del Trattato e della normativa comunitaria, senza che tali misure siano

obiettivamente giustificate e motivate da comprovate ragioni riconducibili effettivamente allo stesso operatore -:
se il Governo abbia valutato gli effetti distorsivi della concorrenza e del mercato che la legge della Regione Puglia n. 44/08 introduce in danno del più importante operatore economico nazionale del settore ed a vantaggio dei concorrenti degli altri Stati dell'Unione Europea nell'attuale sfavorevole congiuntura economica e se ritenga che tale legge sia compatibile con le norme del Trattato, con la normativa comunitaria e con gli obblighi che ne derivano per lo Stato italiano, oltre che con la legge nazionale e dunque se il Governo non intenda anche per tali motivazioni sollevare, ai sensi della legge n. 87/1953 ed entro il termine di scadenza del 21 febbraio 2009, questione di costituzionalità o in subordine, qualora sussistano i presupposti, conflitto di attribuzione avanti la Corte costituzionale, nonché verificare la legittimità della detta legge regionale anche nelle competenti sedi comunitarie;
se, considerando che le problematiche per l'emergenza ambientale in Puglia sono da tempo delegate in capo al Commissario Straordinario nella persona del Presidente della Regione Puglia, il Governo non ritenga di chiedere conto delle iniziative da questi assunte anche per contrastare sul territorio fenomeni di inquinamento abusivi e generalizzati che non possono essere posti a carico di operatori economici che, palesemente, non ne sono responsabili;
se il Governo, atteso il manifesto e non motivato pregiudizio nei confronti di un singolo operatore privato che traspare dalla legge regionale in questione, tanto da poter essere qualificata come «legge ad personam» e l'evidenziarsi di una situazione locale che non consente di valutare serenamente ed obiettivamente la situazione, non ritenga di affidare ad organi tecnici nazionali, meno condizionabili da pressioni locali, lo svolgimento di una campagna di analisi sulla effettiva situazione ambientale a Tarano.
(4-02103)

TESTO AGGIORNATO ALL'8 APRILE 2009

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

CENTEMERO, CARLUCCI e FRASSINETTI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
all'estero importanti Corpi di ballo «stabili» hanno un'età pensionabile molto più bassa della nostra, come ad esempio: Opera di Parigi: 42 anni, uomini e donne; San Pietroburgo e Mosca: 38/39 anni, uomini e donne;
l'arte tersicorea è assimilabile ad una disciplina sportiva agonistica, in cui difficilmente si trovano elementi ancora competitivi superati i 40 anni. L'abbassamento dell'età pensionabile dei tersicorei potrebbe arrecare alle fondazioni lirico-sinfoniche un notevole risparmio in termini finanziari, anche alla luce delle difficoltà economiche legate al fondo unico per lo spettacolo. In particolare per quanto riguarda il Teatro alla Scala, è stato calcolato un risparmio per la fondazione di quasi 2 milioni di euro annui nel caso in cui l'età pensionabile si abbassi all'incirca a 45 anni, uomini e donne;
la specificità dell'arte tersicorea richiede un costante ricambio generazionale che garantisca la qualità delle produzioni. La «riforma Dini» del 1997, che ha innalzato l'età pensionabile da 40 anni a 47 per le ballerine e da 45 a 52 per i ballerini, ha ostacolato e ostacola sempre più questo meccanismo;
per ovviare a tale disfunzione, la direzione del Teatro alla Scala di Milano ha assunto, a partire dalla riforma Dini, diversi giovani con contratto stagionale, che hanno l'opportunità di accedere alla stabilità, tramite concorso, che si svolge con cadenze decennali;
considerando che in Italia i tersicorei sono solo intorno ai 250 elementi, di cui 69 sono impiegati al Teatro alla Scala, il ripristino di una età pensionabile più consona al lavoro dei tersicorei assicurerebbe un aumento della qualità artistica,

che oggi si sta perdendo, e garantirebbe un ricambio generazionale in questa professione e l'apertura ad una nuova generazione di ballerini -:
quali interventi si intendano adottare in merito alle richieste dei tersicorei dei principali Corpi di ballo stabili italiani.
(5-00877)

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DIFESA

Interrogazioni a risposta scritta:

HOLZMANN. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
da più parti viene segnalata una richiesta del Comfoter di Verona, affinché il reggimento alpini paracadutisti «Monte Cervino», sia trasferito da Bolzano alla caserma di Montorio Veronese;
pur senza voler entrare nel merito di valutazioni tecniche che competono al Ministero, si fa presente che il reggimento Monte Cervino costituisce il reparto di punta e di élite delle Truppe Alpine che hanno il loro comando a Bolzano;
il reggimento in questione fa parte di un ristretto numero di reparti di pronto impiego destinati soprattutto alle proiezioni nelle aree calde che attualmente vedono la partecipazione delle nostre truppe;
il trasferimento del reparto comporterebbe innanzitutto dei costi notevoli per le varie indennità che per un certo periodo devono essere corrisposte al personale soggetto al trasferimento;
la caserma di Montorio veronese ha la capienza necessaria ma necessita di ulteriori lavori di manutenzione e ristrutturazione per ospitare decorosamente il reggimento e ciò determinerebbe un'ulteriore lievitazione dei costi;
il reggimento Monte Cervino può già contare sull'aeroporto militare di Bolzano dove atterrano e decollano gli aerei e gli elicotteri che consentono di effettuare i lanci di paracadutisti nelle aree di montagna;
il trasferimento del reggimento impoverirebbe le Truppe Alpine basate a Bolzano che hanno subito pesanti ridimensionamenti negli ultimi anni e costituirebbe un ulteriore depauperamento della comunità di lingua italiana dell'Alto Adige;
nell'eventualità che si dovesse effettuare lo spostamento del reggimento comando, attualmente di stanza alla caserma Huber di Bolzano, per consentire la permuta di aree con la Provincia autonoma di Bolzano, come previsto dal protocollo d'intesa a suo tempo siglato dal Ministro Parisi, vi sarebbe comunque la possibilità di trasferire altro reparto dell'Esercito in una delle vaste aree militari di Merano, assai meno pregiate, rispetto alla caserma Huber -:
se il Ministro intenda far rimanere a Bolzano il Reggimento Paracadutisti alpini Ranger.
(4-02096)

PALADINI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il personale militare vive da anni in stato di difficoltà per i problemi connessi alla situazione alloggiativa;
al fine di favorire una soluzione in tal senso l'articolo 43, comma 4, della legge 23 dicembre 1994, n. 724 e successive modificazioni ed integrazioni, istituiva il «Fondo casa» al fine di concedere mutui agevolati al personale militare della difesa per l'acquisto o la costruzione della prima casa di proprietà, ovvero la concessione di un mutuo agevolato per l'estinzione di mutui ipotecari già accesi con istituti di credito per l'acquisto della prima casa ed in corso di ammodernamento;
lo stesso sarebbe alimentato dalle risorse derivanti dagli introiti dei canoni degli alloggi in uso al Ministero della

difesa che equivarrebbero al 15 per cento, somma destinata al bilancio dell'amministrazione medesima;
il Co.Ce.R. Difesa IX mandato con delibera, più volte, ha sollecitato l'attivazione del suddetto Fondo casa;
il Ministro ha emesso con Decreto Ministeriale n. 180 del 2005 il «Regolamento di gestione e utilizzo del Fondo-casa per i dipendenti del Ministero della Difesa»;
il fondo non è stato ancora attivato nonostante la legge risalga a oltre 14 anni fa e il Decreto Ministeriale oltre 3 anni -:
se e quando il Ministro della difesa intenda attivare il fondo in questione;
a quanto ammonterebbe ad oggi la cifra derivante dall'accantonamento dei canoni degli alloggi di servizio ai fini di una trasparenza amministrativa.
(4-02101)

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

BORDO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (DAP) e i sindacati di categoria della Polizia penitenziaria hanno, ormai da mesi, evidenziato e denunciato l'esaurimento del cosiddetto «effetto indulto» e il riesplodere dell'emergenza sovraffollamento negli istituti di pena;
stando alle pubbliche denunce dei sindacati di Polizia penitenziaria (SAPPE e OSAPP), nella casa circondariale di Foggia, il numero dei detenuti è circa il doppio rispetto ai posti disponibili, ed essa è sorvegliata da un organico carente per oltre 70 unità;
il sovraffollamento, a Foggia e nella gran parte delle case circondariali, è aggravato dall'inadeguatezza delle strutture, al cui interno è frequente la violazione delle norme sulla sicurezza o la salubrità;
tali argomentazioni sono state addotte dallo stesso Ministro della giustizia a motivazione della necessità di elaborazione e attuazione di un piano straordinario di edilizia carceraria, da realizzarsi anche con la collaborazione operativa e la partecipazione finanziaria del mondo imprenditoriale;
per tale ragione, stando al Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, i tecnici dei ministero avrebbero elaborato uno studio preliminare che prevederebbe la chiusura della metà degli istituti di pena attualmente operativi, compresi quelli di Foggia e Lucera -:
come il Governo intenda intervenire per superare lo stato di emergenza, ripristinare adeguate condizioni infrastrutturali e logistiche nelle case circondariali di Foggia e Lucera, preservare questi due presidi di legalità e sicurezza in una provincia tragicamente segnata da un elevato indice di delittuosità e criminalità.
(4-02094)

PIONATI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
su segnalazione dell'autorità giudiziaria, la Prefettura di Avellino ha disposto l'invio di una commissione di verifica al Comune di Lauro (Avellino) per verificare l'esistenza di un supposto condizionamento camorristico nelle attività amministrative di detto comune, benché l'autorità giudiziaria di cui trattasi non abbia assunto alcun provvedimento nei confronti degli amministratori di quel comune;
da pubbliche dichiarazioni dell'autorità giudiziaria risulta che nell'analoga situazione si trovino altre diverse amministrazioni comunali della stessa provincia, con maggioranze politiche differenti, che hanno assunto provvedimenti amministrativi censurati da parte della stessa autorità

giudiziaria, ma per i quali, al momento, non si è ritenuto di avviare alcuna attività ispettiva;
l'Amministrazione Comunale di Lauro, con delibera del consiglio comunale n. 10 del 23 marzo 2005, disponeva il ritiro degli atti relativi al piano regolatore generale in itinere, al fine di consentire la formazione di un nuovo piano urbanistico comunale che prevedesse misure molto più restrittive sia per l'edificabilità privata che per la destinazione ad uso pubblico di alcune aree industriali dismesse al fine di evitare ogni tipo di speculazione;
con delibera di Consiglio comunale n. 27 del 9 giugno 2007 la stessa amministrazione provvedeva a richiedere, anche per l'edilizia privata, che l'interessato facesse pervenire all'ente locale, prima dell'inizio dei lavori, sia la certificazione antimafia della ditta esecutrice dei lavori ed, in seguito, anche un'informativa da parte degli organi territoriali di governo riguardante il richiedente del permesso a costruire;
l'amministrazione comunale di Lauro si è fatta promotrice della istituzione del Parco naturale regionale Vallo di Lauro - Pizzo d'Alvano, riguardante un'area, non solo a grande rischio geologico (frane di Quindici - Sarno del 1998) ma anche, come risulta da atti giudiziari, ad alto rischio di intromissione della criminalità organizzata, prestando il fianco, con tale iniziativa, agli attacchi provenienti da ambienti criminali contrari a tale istituzione;
con delibera di Giunta comunale n. 44 del 15 febbraio 2O07 e, poi, con delibera di Consiglio comunale n. 27 del 9 giugno 2007, nonché, con delibera di Giunta comunale n. 130 del 9 giugno 2007 ed infine con delibera di giunta comunale n. 139 del 28 giugno 2007 l'amministrazione comunale di Lauro, richiedeva all'Ufficio Territoriale di Governo di Avellino di costituire una stazione unica appaltante, per l'aggiudicazione dei lavori pubblici in quel comune;
in data 3 novembre 2007, nella seduta n. 43, il Consiglio Comunale di Lauro approvava un nuovo schema di protocollo di legalità con la Prefettura di Avellino al fine di adottare misure volte a prevenire e contrastare la criminalità organizzata, mettendo, tra l'altro, in evidenza i limiti della legge Merloni che non è in grado di garantire, anche al di là dell'impegno e della correttezza dei pubblici amministratori e dei funzionari, la trasparenza e la legalità degli appalti pubblici -:
quali siano i motivi che hanno indotto la Prefettura di Avellino ad inviare la Commissione di Accesso agli atti presso il Comune di Lauro (Avellino);
dopo la dovuta rigida, severa, ed imparziale disamina degli atti amministrativi posti in essere da quella amministrazione comunale da parte della commissione, del Prefetto e degli organi ministeriali competenti quali iniziative si intendano adottare qualora risultasse totalmente insussistente il condizionamento camorristico di quella amministrazione con ciò tutelando gli amministratori locali che ogni giorno svolgono con onestà, dedizione il loro lavoro nell'interesse esclusivo della cittadinanza ed in situazioni ed in un territorio che mettono a rischio anche la loro incolumità personale che già in passato è stata posta a rischio con gravi atti intimidatori dei quali a tutt'oggi non è dato conoscere i responsabili, ed oggetto in passato di altri atti di sindacato ispettivo da parte dell'interrogante.
(4-02099)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

SCARPETTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in Italia è presente una importante realtà industriale, leader mondiale nella progettazione e realizzazione di mezzi per il trasporto pubblico quale è Ansaldobreda,

interamente posseduta da Finmeccanica, che ha i suoi stabilimenti a Pistoia, Napoli, Reggio Calabria e Palermo e che recentemente ha concluso un accordo di partnership con Bombardier finalizzato a migliorare la capacità competitiva sul mercato dei treni ad alta velocità;
nella fase di crisi economica e finanziaria che il Paese sta attraversando, gli investimenti in infrastrutture e nel trasporto pubblico possono rappresentare un valido strumento di lotta alla recessione nonché contribuire alla modernizzazione complessiva del sistema;
a più riprese l'Amministratore delegato di Trenitalia ha dichiarato la necessità e la volontà di procedere alla gara per l'acquisizione di nuovi treni per l'alta velocità per l'ammodernamento della flotta ed anche per far fronte al mercato del trasporto collettivo che deriverà dalla liberalizzazione delle concessioni delle tratte ferroviarie, il bando di gara avrebbe dovuto essere pubblicato entro la fine del 2008 e ad oggi nulla di tutto ciò si è verificato -:
se non ritenga opportuno attivarsi al fine di sbloccare la situazione e per accelerare i tempi dell'espletamento della gara da parte di Trenitalia per l'acquisizione di nuovi treni per l'alta velocità per consentire l'ammodernamento della flotta da un lato e dall'altro offrire opportunità di sviluppo ed occupazione alle imprese operanti nel settore quale appunto Ansaldobreda.
(5-00878)

VELO, LOVELLI e META. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il tema della sicurezza della circolazione stradale rimane una delle emergenze del nostro Paese, sia in termini di vite spezzate, sia in termini di costi sociali ed economici che la sinistrosità stradale comporta, stimati nell'ordine di 15 miliardi di euro annui. Secondo i dati statistici disponibili (dati Istat), nel 2007 sono stati rilevati 230.871 incidenti stradali, che hanno causato il decesso di 5.131 persone, mentre altre 325.850 hanno subito lesioni di diversa gravità;
come si vede, nonostante che a partire dal 2003 sia iniziato un trend decrescente attribuibile in gran parte all'introduzione della patente a punti, il bilancio rimane ancora insopportabilmente drammatico e ancora troppo lontano dall'obiettivo che si sono dati i Paesi europei in sede UE, di dimezzare il numero dei decessi entro il 2010, rispetto al dato dell'anno 1997;
come evidenziato nel documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sulla sicurezza nella circolazione stradale, svolta dalla Commissione Trasporti della Camera dei deputati nella scorsa Legislatura, «le caratteristiche dell'infrastruttura stradale (manto stradale e relativo stato di manutenzione, segnaletica e barriere) sono la causa di circa il venti per cento degli incidenti stradali»;
una significativa azione di miglioramento e manutenzione dell'infrastruttura stradale richiede uso efficiente di ingenti risorse finanziarie;
a quanto risulta agli interroganti, l'ANAS starebbe investendo cospicui importi per la progettazione e la realizzazione di barriere stradali, quando sul mercato italiano ed europeo risultano già disponibili numerosi prodotti omologati;
nel corso dell'anno 2008, risulterebbe che la società Anas abbia destinato 25 milioni di euro per la messa in opera di barriere di sicurezza, a fronte di un fabbisogno stimato nell'ordine di 500 milioni annui per un decennio, per il completamento della messa a norma di tutte le barriere sulla rete di competenza -:
se corrisponda al vero quanto richiamato in premessa e, laddove confermato, quali siano le ragioni per cui si preferisce destinare cospicue risorse finanziarie, per investire in un settore già ampiamente coperto da prodotti equivalenti;

per quali ragioni, secondo quanto previsto dall'articolo 68 del decreto legislativo 163/06, se devono essere accettati dispositivi equivalenti, l'Anas abbia ritenuto preferibile spendere diversi milioni di euro per consulenze esterne, progettazione e prove di crash su piste omologate;
quali siano le ricadute economiche che l'Anas si attende da tale operazione e se, a parere del Governo, tale scelta risulti economicamente congrua.
(5-00880)

Interrogazioni a risposta scritta:

BORDO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il gruppo Ferrovie allo Stato, per il tramite delle società controllate Trenitalia e Rete ferroviaria italiana, ha avviato un programma di razionalizzazione e riqualificazione del trasporto e della rete logistica ferroviaria i cui effetti si stanno dimostrando particolarmente penalizzanti per il Sud dell'Italia;
in Puglia, in particolare, all'avvenuta eliminazione dei treni Eurostar sulla linea Adriatica, si è aggiunta la soppressione di alcuni collegamenti di analoga categoria sulla tratta Lecce-Roma;
in provincia di Foggia, da ultimo, è stata soppressa una coppia di treni sulla tratta Foggia-Manfredonia, prevalentemente utilizzata da studenti e lavoratori pendolari, e si paventa il rischio della chiusura della biglietteria di Foggia, città di 160.000 abitanti e snodo di primaria importanza nel collegamento tra le dorsali Adriatica e Tirrenica;
i vertici di Trenitalia, a più riprese, hanno sollevato dubbi circa l'effettiva disponibilità dei fondi necessari per completare il raddoppio della tratta Lesina-Termoli, sull'Adriatica, ed avviare i lavori di realizzazione della linea ad alta capacità sulla tratta Bari-Napoli -:
quali azioni intenda intraprendere il Governo a tutela degli utenti del servizio di trasporto ferroviario e per garantire gli interventi di infrastrutturazione necessari al miglioramento della mobilità di persone e merci.
(4-02095)

COMPAGNON. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il Ministero delle infrastrutture e trasporti indiceva un concorso pubblico per esami per l'assunzione di quattro dirigenti tecnici riservati all'area infrastrutture aperto anche a candidati esterni, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 67 del 5 settembre 2006;
il predetto bando di concorso prevedeva che il trenta per cento dei posti messi a bando fosse riservato al personale appartenente da almeno quindici anni alla qualifica apicale - comunque denominata - della carriera direttiva dell'Amministrazione che indiceva il concorso medesimo;
le prove selettive si concludevano nell'aprile 2008;
il Ministero dette infrastrutture e trasporti, in data 17 maggio 2008, provvedeva ad assumere i tre vincitori, oltre al primo dei collocati utilmente, riservatario dei quattro posti messi a concorso;
la suddetta assunzione avveniva in pendenza della pubblicazione della graduatoria finale di merito, pubblicata in data 29 agosto 2008;
la circostanza che i candidati risultati idonei appartenessero alla pubblica amministrazione costituiva un risparmio di risorse pubbliche ai fini dell'assunzione del personale dirigenziale, a fronte di una partita di spesa fissa già gravante sui capitoli del bilancio del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ovvero a carico dei capitoli di bilancio di altre amministrazioni statali;
tale economia di spesa avrebbe consentito l'assunzione di otto unità di personale risultato vincitore ovvero idoneo al

concorso, atteso anche la carenza di personale dirigenziale di professionalità tecnica già accertata;
in data 30 maggio 2008 (anteriormente la pubblicazione della graduatoria di merito) l'amministrazione del Ministero delle infrastrutture e trasporti provvedeva all'assunzione, tramite scorrimento della predetta graduatoria, di altri due candidati: il candidato classificatosi al quarto posto della graduatoria ed il candidato riservatario dei quattro posti messi a concorso;
risulta evidente che il limite del trenta per cento di cui sopra riservato al personale appartenente da almeno quindici anni alla qualifica apicale della carriera direttiva dell'Amministrazione veniva ampiamente superato, atteso che dei due posti interessati dallo scorrimento, uno (vale a dire il cinquanta per cento) era destinato al riservatario;
l'amministrazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti potrebbe aver, dunque, violato il disposto dell'articolo 1 del bando del concorso in parola, che pone al trenta per cento il limite massimo dei posti da riservare, senza considerare che taluni dei funzionari assunti a tempo determinato sarebbero addirittura risultati non idonei, in base alla graduatoria di merito del predetto concorso pubblico;
l'amministrazione, stante l'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165 in materia di norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, procedeva al conferimento di incarichi di funzioni dirigenziali di seconda fascia a tempo determinato della durata di tre anni, ascrivibili a professionalità tecnica, a soggetti supposti di possedere i requisiti indicati dal succitato comma 6, vale a dire: «(...) a persone di particolare e comprovata qualificazione professionale, che abbiano svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati ovvero aziende pubbliche o private con esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni dirigenziali, o che abbiano conseguito una particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria e postuniversitaria, da pubblicazioni scientifiche o da concrete esperienze di lavoro maturate, anche presso amministrazioni statali, ivi comprese quelle che conferiscono gli incarichi, in posizioni funzionali previste per l'accesso alla dirigenza, o che provengano dai settori della ricerca, della docenza universitaria, delle magistrature e dei ruoli degli avvocati e procuratori dello Stato (...)», ma non risultati presenti fra quelli enumerati nella graduatoria generale di merito in corso di validità di cui sopra;
l'amministrazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ad avviso dell'interrogante, avrebbe operato una selezione del personale dirigenziale a tempo determinato, violando i principi di pubblicità, imparzialità, trasparenza ed idoneità non avendo verificato fra l'altro il possesso dei requisiti attitudinali e professionali dei candidati prescritti dall'articolo 35 del decreto legislativo n. 165 del 2001;
il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, a tutt'oggi, non si è ancora dotato di un Regolamento attinente le procedure di pubblicità, imparzialità, trasparenza nonché ricomprendente i criteri per l'assunzione di personale dirigente a tempo determinato, a differenza di quanto hanno già previsto e normato numerose Amministrazioni comunali, provinciali e diverse Aziende Sanitarie Locali -:
quali efficaci e tempestivi provvedimenti il Ministro interrogato intenda adottare al fine di ovviare a quella che all'interrogante appare una palese violazione della lex specialis del bando di concorso in parola che ha portato all'assunzione di dirigenti tecnici di seconda fascia assunti a tempo determinato in palese contrasto con l'articolo 19, comma 6 del decreto legislativo n. 165 del 2001, dal momento che è stato assunto personale interno all'Amministrazione che di fatto non ha superato la prova scritta volta ad: «(...) accertare l'attitudine dei concorrenti alla soluzione corretta,

sotto il profilo della legittimità, della convenienza, dell'efficienza e della economicità organizzativa, di questioni tecnico-amministrative connesse con l'attività istituzionale dell'Amministrazione», come previsto dal bando del medesimo concorso;
se il Ministro in indirizzo intenda optare per la riserva dei posti, anche a posteriori, per il successivo scorrimento della graduatoria dei vincitori del concorso pubblico in parola;
se infine intenda indicare a favore di quali altri eventuali capitoli della spesa corrente siano stati assegnati i fondi autorizzati dalla Funzione pubblica per l'assunzione di dirigenti tecnici, a seguito delle economie conseguite con l'assunzione di personale già appartenente nei ruoli del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
(4-02102)

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INTERNO

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
il fenomeno dell'immigrazione clandestina ha raggiunto cifre ormai impressionanti, soprattutto nella Regione siciliana;
sono centinaia, infatti, i clandestini che continuano a sbarcare nell'isola di Lampedusa il cui centro di prima accoglienza è ormai al collasso, con condizioni igienico-sanitarie critiche e conseguenti problemi di ordine pubblico;
di fronte a questo fenomeno il Ministro Maroni ha sollevato il problema con la Libia, dalle cui coste partono barconi carichi di immigrati;
il responsabile del Viminale ha poi annunciato che la prima misura da adottare è quella del rimpatrio immediato dei clandestini e la costruzione in Lampedusa di un centro idoneo al riconoscimento e all'espulsione;
tale decisione ha suscitato molte reazioni, prima fra tutte quella del Sindaco di Lampedusa, De Rubeis;
una soluzione del genere, infatti, richiederebbe tempi molto lunghi e soprattutto un ingente dispendio di risorse -:
quali interventi si ritiene opportuno prendere al fine di cercare soluzioni diverse da quelle dichiarate, anche alla luce del recente Trattato di amicizia tra Italia e Libia.
(2-00281)«Ruvolo».

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CENTEMERO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
le disposizioni relative al voto in condotta stabilite nel decreto ministeriale n. 5 del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca del 16 gennaio 2009 articolo 2, comma 2 e comma 3, (articolo 2: caratteristiche ed effetti della valutazione del comportamento) prevedono:
« 2. La valutazione, espressa in sede di scrutinio intermedio e finale, si riferisce a tutto il periodo di permanenza nella sede scolastica e comprende anche gli interventi e le attività di carattere educativo posti in essere al di fuori di essa. La valutazione in questione viene espressa collegialmente dal Consiglio di classe ai sensi della normativa vigente e, a partire dall'anno scolastico 2008-2009, concorre, unitamente alla valutazione degli apprendimenti, alla valutazione complessiva dello studente.
3. In attuazione di quanto disposto dell'articolo 2 comma 3 del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, convertito

dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, la valutazione del comportamento inferiore alla sufficienza, ovvero a 6/10, riportata dallo studente in sede di scrutinio finale, comporta la non ammissione automatica dello stesso al successivo anno di corso o all'esame conclusivo del ciclo di studi»;
il comma 3 dell'articolo 2 del decreto-legge 1o settembre 2008, n. 137, convertito dalla legge n. 166 del 30 ottobre 2008 (articolo 2. Valutazione del comportamento degli studenti) che prevede:
« 3. La votazione sul comportamento degli studenti, attribuita collegialmente dal consiglio di classe, concorre alla valutazione complessiva dello studente e determina, se inferiore a sei decimi, la non ammissione al successivo anno di corso e all'esame conclusivo del ciclo» -:
quali siano le modalità di contabilizzazione del voto di condotta in sede di scrutinio finale, in base al comma 3 dell'articolo 2 del decreto ministeriale n. 5 del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca del 16 gennaio 2009, in relazione ai voti ottenuti nelle discipline curriculari; se tale voto, espresso in decimi, debba essere sommato matematicamente al totale delle valutazioni ed entrare a far parte della media complessiva dei voti e concorra alla effettiva media totale dei voti;
se, in particolare, in riferimento alle classi del triennio della scuola superiore, il voto di condotta, contabilizzato secondo somma matematica, contribuisca al pari dei voti ottenuti nelle materie di studio, all'individuazione del punteggio finale in base a cui attribuire il credito scolastico del singolo alunno.
(5-00876)

CONTENTO e GOTTARDO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
con il passaggio dal sistema di finanziamento agli istituti scolastici in vigore fino al 31 dicembre 2006 al nuovo sistema in vigore dal 1° gennaio 2007, le scuole della provincia di Pordenone risultano avere esposizioni debitorie pregresse per diversi milioni di euro che si aggiungono a quelle, più modeste, degli ultimi anni;
tale esposizione non risulterebbe imputabile agli istituti, ma sarebbe il risultato dell'iscrizione nei bilanci degli importi indicati dai competenti uffici centrali e regionali per le diverse tipologie di spesa nel corso dei diversi esercizi di gestione;
tale stato riguarderebbe, tra l'altro, tutte le scuole della regione Friuli Venezia-Giulia;
la situazione in cui versano gli istituti della provincia di Pordenone è estremamente grave perché, nonostante i crediti vantati verso il ministero, i rispettivi bilanci di cassa non consentono più il regolare svolgimento dell'attività -:
quale sia la reale esposizione debitoria di ciascun istituto della provincia di Pordenone, suddivisa per tipologia di spesa e quale l'ammontare dei crediti vantati nei confronti del ministero dalle singole scuole sempre in base ad ogni voce di finanziamento;
quali urgenti provvedimenti intenda assumere per assicurare la corretta gestione degli istituti scolastici pordenonesi.
(5-00879)

Interrogazione a risposta scritta:

BORDO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
a seguito dei recenti provvedimenti governativi, si prevede un drastico taglio delle immissioni in ruolo, stimato in 87.400 docenti nel triennio 2009-2012;
in riferimento alla valutazione dei titoli per i docenti di strumento musicale, si constata come vi sia una discrepanza tra i criteri di valutazione precedenti e quelli utilizzati con la tabella 1 del decreto ministeriale n. 53 del 21 giugno 2007, così

determinando una disparità di trattamento per la valutazione degli stessi titoli;
da parte delle organizzazioni sindacali si denuncia il rischio di accorpamento delle classi di concorso della scuola secondaria, A31-A32 (educazione musicale) e A77 (strumento musicale), che avrebbe come effetto la dissoluzione della trentennale esperienza delle scuole medie a indirizzo musicale e travolgerebbe quanto i conservatòri realizzano con i bienni per la formazione di docenti della scuola secondaria (decreto ministeriale n. 137 del 2007)-:
se e come il Governo intenda intervenire per:
a) realizzare la copertura di tutti i posti vacanti in organico di diritto, attualmente in numero superiore agli abilitati, utilizzando prioritariamente i docenti assunti in maniera continuativa con contratto a tempo determinato;
b) uniformare i criteri di valutazione dei titoli, utilizzando l'allegato C del decreto ministeriale n. 123 del 2000;
c) conservare, nella distinzione, come oggi risulta definita nel sistema della scuola secondaria, le classi di concorso per la scuola secondaria A31-A32 (educazione musicale) e A77 (strumento musicale).
(4-02104)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:

BRATTI, BRANDOLINI e BENAMATI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
gli organi di stampa (cfr. Corriere della Sera del 31 dicembre 2008) hanno recentemente riferito di un progetto riguardante un centro di riabilitazione equestre per disabili, che per iniziativa di un gruppo di docenti universitari di medicina veterinaria dovrebbe sorgere nel comune di Rubano (Padova), bloccato da anni per la contrarietà al progetto da parte dello stesso comune, che peraltro inizialmente aveva valutato positivamente l'insediamento del centro nel proprio territorio;
in forza di tale ritardo, i proponenti rischiano di perdere i finanziamenti già disponibili per realizzare l'opera;
la legge 104/1992 (legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate) prevede, all'articolo 10, che i centri riabilitativi possano essere insediati anche in zone a diversa destinazione di PRG, in quanto la loro autorizzazione ne costituisce variante, con il vincolo di una destinazione almeno ventennale dell'opera alle finalità terapeutico-riabilitative di cui trattasi;
il comune di Rubano ha motivato la propria contrarietà al progetto sulla base del fatto che un centro di riabilitazione equestre, soprattutto se ad iniziativa privata, non è nel nostro Paese convenzionabile con il servizio sanitario nazionale, e quindi ciò varrebbe - secondo il comune - ad escluderne l'interesse pubblico e quindi la sua autorizzabilità nel quadro della procedura prevista dall'articolo 10, legge n. 104/1992;
appare tuttavia evidente come il dato testuale dell'articolo 10, legge n. 104/1992 si riferisca esclusivamente ai «centri riabilitativi», senza menzionare la loro «convenzionabilità» o meno con il SSN, e appare quindi del tutto arbitrario che tale criterio sia assunto a discriminante per non autorizzare un centro in cui viene praticata una forma di terapia di riconosciuta validità scientifica, soprattutto per determinate tipologie di disabilità -:
se non ritenga opportuno chiarire, anche mediante una circolare urgente, che l'articolo 10, legge n. 104/1992, riguarda anche i centri riabilitativi per disabili in cui si praticano terapie complementari (di scientificamente comprovata affidabilità e

validità, come la riabilitazione equestre), a prescindere dalla natura pubblica o privata dei loro proponenti, e dalla convenzione, o convenzionabilità, o meno degli stessi centri con il SSN, ribadendo nel contempo il rilevante interesse pubblico sotteso alla diffusione di queste strutture sul territorio;
quali iniziative intenda adottare per favorire lo sviluppo e il riconoscimento in Italia della riabilitazione equestre e dell'ippoterapia tra le terapie complementari e se non ritenga siano maturi i tempi affinché i costi relativi a tali terapie possano, interamente o parzialmente, passare a carico del SSN, sgravando così di un costo non indifferente le molte famiglie e i genitori di minori disabili che vi ricorrono abitualmente.
(4-02098)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazioni a risposta scritta:

BRIGUGLIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'agrumicoltura, nonostante la crisi economica che da anni ne deprime il mercato, rappresenta a tutt'oggi uno dei comparti agricoli più importanti dell'Italia meridionale, e in particolare della Sicilia;
la maggior parte della superficie agrumicola è infatti concentrata in quest'area (99,3 per cento del totale nazionale) ed in modo preminente in Sicilia (58 per cento) e Calabria (23,8 per cento). Sebbene il contributo al reddito agricolo nazionale dell'agrumicoltura si sia sensibilmente contratto nell'ultimo quinquennio, il settore rimane di primaria importanza per le suddette regioni sia in termini occupazionali che in quelli di reddito. Il declino del settore è riconducibile soprattutto alla crescente concorrenza di diversi Paesi produttori, che aumentando la disponibilità di prodotto sul mercato, hanno determinato un progressivo abbassamento delle richieste da parte dei mercati importatori con conseguente diminuzione dei prezzi;
questa difficile condizione ha spinto una parte degli imprenditori agricoli a ridurre la realizzazione di nuovi investimenti. Altri imprenditori, nel tentativo di rendere le proprie produzioni più adeguate alle richieste del mercato, hanno introdotto materiale propagativo di nuove cultivar di agrumi, basti pensare che dal 1963 ad oggi ben dodici nuove specie sono state introdotte in Italia. L'introduzione di vegetali da altri Paesi produttori non sempre è avvenuta attraverso i canali più adatti a garantire del punto di vista fitosanitario il materiale stesso, con la conseguenza che assieme al materiale di propagazione, si sono inconsapevolmente introdotti patogeni e fitofagi, sconosciuti alla agrumicoltura nazionale;
uno dei problemi maggiori è l'introduzione nel nostro Paese del virus della tristezza degli agrumi: l'ingresso di questo patogeno in Italia ha fatto sì che la nostra nazione perdesse la denominazione di area indenne;
tutto ciò ha avuto tre gravi conseguenze:
1. l'ingresso libero in Italia, non più area indenne, di piante talora anche da Paesi concorrenti come la Spagna;
2. l'impossibilità di esportare le nostre piante in Paesi tutt'ora dichiarati come area indenne;
3. la necessità, da parte del vivaista, di ottenere piante certificate;
detta situazione comporta un doppio svantaggio economico per il produttore che deve combattere la concorrenza straniera e che deve pagare per ottenere i certificati necessari, rivolgendosi ad un laboratorio accreditato;
ad oggi in Italia i laboratori accreditati sono pochissimi e in Sicilia ne è presente uno solo;

il Comune di Mazzarrà S. Andrea, centro leader a livello nazionale nel campo del vivaismo, intende dare vita ad un laboratorio accreditato a disposizione dei vivaisti come struttura in grado di seguire le aziende in tutte le loro necessità, garantendo l'esecuzione di analisi fitopatologiche e chimiche, la compilazione dei certificati fitosanitari con la possibilità di avere a disposizione tecnici per le consulenze in campo;
il laboratorio in questione potrebbe inoltre occuparsi del risanamento di vecchi cloni di pregio che purtroppo oggi non possono essere commercializzati perché non si trova materiale esente da malattie. L'applicazione di tecniche come la termoterapia, il microinnesto, la formazione di piante da ovuli abortiti permetterebbe di recuperare tutte quelle cultivar di pregio che rappresentano un orgoglio del patrimonio agrumicolo siciliano. Un laboratorio concepito in questa maniera diventerebbe punto di riferimento per tutta la Sicilia, porterebbe alla formazione di nuovi posti di lavoro e sarebbe in grado di crescere in un comparto qualificato;
ad oggi in Italia non esiste nessuna struttura che segua i vivaisti a trecentosessanta gradi e questo laboratorio rappresenterebbe il primo esempio nel nostro Paese. Se non si vuole fare morire l'agricoltura in Italia e soprattutto in Sicilia, un'azione di questo genere risulta indispensabile per rendere i nostri vivaisti competitivi con il resto d'Europa;
inoltre chiunque intende svolgere attività vivaistica deve ottenere apposita autorizzazione vivaistica rilasciata dal Servizio fitosanitario regionale competente per il territorio;
le aziende che producono, commercializzano o importano determinati vegetali o prodotti vegetali devono essere iscritti ad un registro ufficiale (registro ufficiale dei produttori: R.U.P.); tali vegetali inoltre devono essere immessi sul mercato accompagnati da una etichetta, denominata «passaporto delle piante», che consente di individuare il produttore;
ai fini della vendita dei vegetali, non basta l'ottenimento dell'autorizzazione vivaistica, l'iscrizione al Registro ufficiale dei produttori e il passaporto delle piante, che si possono ottenere senza grossi problemi, invece è di fondamentale importanza avere l'accreditamento delle piante cioè fonte sana di materiale di propagazione di agrumi;
per ottenere l'accreditamento il Comune di Mazzarrà S. Andrea intenderebbe impiantare un campo di piante madri che possa fornire materiale vivaistico sano per tutti i vivaisti;
la creazione di un campo di piante madri consentirebbe ai vivaisti di avere sempre a disposizione materiale propagativi e semi di diverse coltivar esenti da malattie. La presenza del campo di piante madri inoltre permetterebbe di ottenere piante certificate da esportare in tutto il mondo -:
se intenda assumere le iniziative necessarie perché si possano concretizzare le iniziative del Comune di Mazzarrà S. Andrea in favore del settore vivaistico.
(4-02097)

CALVISI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. -Per sapere - premesso che:
alla fine di dicembre in due aziende a Sant'Antonio di Gallura e a Santa Teresa è stato riscontrato su alcuni capi di bestiame un nuovo ceppo del virus della «lingua blu», il sierotipo 8, fino ad allora sconosciuto in Sardegna ma molto diffuso nel resto d'Europa, specialmente in nella regione della Camargue in Francia;
a causa di tale riscontro è stato per il momento posto il blocco della movimentazione in Gallura dei vitelli già pronti per essere spediti all'ingrasso nei centri specializzati o per essere venduti con grave nocumento economico per le aziende della zona interessate;

per evitare l'espandersi del virus della «lingua blu» o blue tongue, il precedente Ministro della salute, onorevole Livia Turco - in accordo con la Regione Sardegna che in questi anni ha posto in essere misure importanti di prevenzione della «lingua blu» - aveva gestito il diffondersi di tale malattia mediante l'applicazione di programmi di sorveglianza e di vaccinazione tali da permettere il mantenimento dello stato di indennità nelle zone a più alta vocazione zootecnica ed il contenimento della malattia fino ad annullarne i focolai attraverso anche, in data 4 marzo 2008, la predisposizione e l'applicazione di un ordinanza che poneva il divieto d'introduzione di animali sensibili in provenienza dalla Francia se non sottoposti ad un adeguato programma di vaccinazione che garantisse la movimentazione in sicurezza degli animali;
qualcosa, attualmente non ha funzionato nei controlli effettuati dagli uffici periferici del Ministero della salute sulla movimentazione del bestiame ed il sospetto è che siano sbarcati in Sardegna animali malati o con certificazioni non esatte;
ad aggravare la situazione vi sono, sicuramente, anche i nuovi accordi intercorsi con Francia e Austria che, revocando la precedente ordinanza del 4 marzo 2008 del Ministro della salute Livia Turco, consentono l'ingresso in Italia di vitelli superiori ai 90 giorni di età, provenienti dalle zone di restrizione per la «lingua blu» per i sierotipi 8 e 1, non vaccinati o vaccinati per un solo sierotipo fino al 31 gennaio 2009;
tali intese, salutate con «soddisfazione» dal sottosegretario alla salute Francesca Martini rientrano, «nel quadro della collaborazione tra gli Stati membri al fine di salvaguardare quelle attività produttive ritenute strategiche, tra le quali, per l'Italia, vi è il comparto agroalimentare» come affermato dallo stesso sottosegretario, hanno, invece comportato un danno economico e zootecnico per le aziende della Gallura, fino ad ora non colpite dal sierotipo 8 della «lingua blu» -:
quale sia allo stato attuale la reale situazione dell'epidemia della malattia della «lingua blu» nel patrimonio zootecnico della Sardegna ed in particolare della zona della Gallura;
quali siano le misure che il Governo intenda assumere e quali controlli intenda promuovere affinché situazioni come quella verificatasi in questi mesi in Sardegna non si ripetano e gli allevatori possano svolgere il loro lavoro con serenità e tranquillità e quali misure si intendono adottare di natura straordinaria a favore degli allevatori della Gallura danneggiati economicamente dal accendersi del focolaio della «lingua blu»;
se il governo non ritenga opportuno rivedere gli accordi intercorsi nei mesi passati con Francia e Austria e ripristinare l'ingresso in Italia solo di animali vaccinati o naturalmente immunizzati da «lingua blu» se provenienti da zone infette affinché tale malattie non si espanda anche nel patrimonio zootecnico italiano ed in particolare in quelle zone, come la Sardegna, rimaste immuni fino ad ora al nuovo sierotipo 8;
se risponda al vero che il Governo stia valutando la possibilità di un ulteriore estensione fino al 28 febbraio 2009 degli accordi attualmente in atto con La Francia e consentire così l'ingresso in Italia di vitelli francesi non vaccinati posto che tale misura sarebbe in contrasto con le richieste della Regione Sardegna, le aspettative delle organizzazioni rappresentanti degli allevatori oltre che con gli interessi degli allevatori sardi che sarebbero trattati dal nostro Governo in modo diverso dalle condizioni riservate agli altri allevatori europei.
(4-02100)

PINI, STUCCHI, GUIDO DUSSIN, FAVA, BRIGANDÌ, PIROVANO, STEFANI e CONSIGLIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro

del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in data 29 dicembre 2008 ed in data 30 dicembre 2008 è stato effettuato un sequestro di numerosi cani da un allevamento di cani di razza Pointer a Ravenna, da parte del NIRDA;
tale allevamento è iscritto all'ENCI ed è di proprietà del dottor Giorgio Guberti;
le autorità sanitarie locali non sono state interpellate (cfr. comunicato ENPA Ravenna del 3 gennaio 2009);
non è dato sapere quanti siano gli animali sottoposti a sequestro in quanto il NIRDA, interpellato in merito dalla stampa, non risponde;
il Corpo Forestale di Ravenna nel luglio 2008 ed i Nas hanno censito 252 cani di razza pointer presso l'allevamento in oggetto (dati ripresi da notizie di stampa, Resto del Carlino edizione Ravenna);
il custode giudiziale risulta essere l'associazione Anta onlus il cui responsabile è il signor Bruno Mei Tomasi, che non risulta avere proprie strutture in loco in quanto la sede dell'associazione è Carbonia (Cagliari);
l'Anta onlus non risulta all'interrogante essere nella lista delle associazioni autorizzate alla detenzione di animali sequestrati del Ministero della salute;
risulta all'interrogante che attivisti di tale associazione si siano mossi per trovare «corrieri» per il trasporto dei suddetti cani in Piemonte;
consta inoltre all'interrogante che sia stata data documentazione fotografica alla stampa, violando la proprietà privata, precedentemente al sequestro e poi pubblicata sul sito di Anta onlus con data 28 dicembre 2009 (e cioè 24 ore prima del sequestro);
parrebbe infine che alcuni cani siano nella disponibilità dei volontari di Animal Liberation che presidiavano l'allevamento da diversi giorni;
i cani di razza pointer allevati dal dottor Guberti sono famosi in ogni dove e sono patrimonio zootecnico della razza del mondo;
in considerazione di tale responsabilità di fronte agli altri paesi UE ed Extra UE è d'uopo garantire la salvaguardia e la tutela effettiva di tali cani, evitandone la dispersione;
questo ennesimo fatto di cronaca che ha risvolti di immagine non solo in Italia ma nel mondo, vista la notorietà dei cani di cui si sta trattando, evidenzia come il settore cinotecnico sia nel caos;
la legalità si favorisce con la convenienza e la tutela di un settore e dei suoi operatori -:
se il Governo abbia notizia dei fatti come descritti in premessa risultando molti di questi cani iscritti all'anagrafe canina e all'ENCI a mezzo tatuaggio d'allevamento si chiede, nell'operazione di schedatura, come siano stati identificati i cani nel verbale e se siano state mantenute le identità originali degli animali o vi sia stato mutamento;
per quali ragioni il NIRDA abbia segnalato l'opportunità di appoggiarsi ad Anta onlus posto che tale associazione è priva di strutture e non presente in Romagna;
quanti siano esattamente, alla data odierna e dove siano ospitati tutti i cani posti sotto sequestro;
se sia noto quali siano le associazioni che gestiscono tali animali in eventuale vece del custode giudiziario e se le associazioni che gestiscono tali animali abbiano le professionalità e le competenze e le strutture per la gestione di cucciolate e per la gestione di cani particolari come i pointer inglese, posto che, nell'immediato del sequestro vi sono stati appelli per trovare sistemazioni, teloni per coprire gli animali, cibo e ingente richiesta di fondi;
se si sono evidenziate le cause della morte di alcuni cuccioli presso i custodi

(cfr. notizie di stampa), quanti sono stati effettivamente i decessi e quale sia il risultato delle autopsie;
se l'Enci abbia mai accertato le consistenze e le ubicazioni degli allevamenti;
se l'Enci abbia agito a tutela di un allevatore iscritto alla propria compagine;
se l'Enci sia in grado di gestire la delega dei libri genealogici e la tutela della zootecnia dei cani di razza;
per quale motivo l'Enci non abbia favorito un'azione di tutela del patrimonio cinotecnico e dei cani Pointer da parte del Pointer Club d'Italia avendo quest'ultimo doveri di tutela nei confronti della razza;
se L'Enci abbia investito in Piani di emergenza e assistenza tutela dei patrimoni zootecnici;
se, in caso di accertata omissione di azioni a tutela del settore cinotecnico da parte dell'ENCI, il Ministro competente intenda procedere con la nomina di un commissario strordinario per la corretta applicazione della legge n. 529 del 1992 e del Disciplinare del Libro genealogico per la tutela dei cani di razza, nell'interesse pubblico e degli allevatori di cani di razza.
(4-02105)

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Apposizione di una firma ad una interrogazione.

L'interrogazione a risposta in Commissione Grimoldi n. 5-00846, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 gennaio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Nannicini.