XVI LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Risoluzioni in Commissione:
La III Commissione,
premesso che:
il 29 aprile 2008 è stato firmato l'Accordo di Stabilizzazione e di Associazione (ASA) della Repubblica di Serbia con l'Unione europea;
il 9 settembre 2008 l'Assemblea nazionale serba ha ratificato l'ASA;
il 5 novembre 2008 la Commissione europea ha fatto stato dell'accresciuta stabilità governativa e del rafforzamento delle strutture dedicate all'integrazione europea, con particolare riferimento all'adozione di un piano nazionale;
l'8 dicembre 2008 il Consiglio affari generali e relazioni esterne dell'Unione europea (CAGRE) non ha raggiunto l'unanimità sull'applicazione in via provvisoria dell'ASA;
il 1o gennaio 2009 la Repubblica di Serbia ha iniziato ad applicare unilateralmente l'ASA, rinunciando tra l'altro senza contropartita ai proventi doganali;
l'integrazione dei Paesi dei Balcani occidentali nell'Unione europea è necessaria per la stabilizzazione della regione e costituisce un impegno preciso per tutti gli Stati membri, come convenuto nel Consiglio europeo di Feira (19-20 giugno 2000), le cui conclusioni li definirono «candidati potenziali all'adesione all'Unione Europea»;
la Repubblica di Serbia ha manifestato inequivocabilmente la sua vocazione europea, a seguito delle consultazioni elettorali del 3 febbraio e dell'11 maggio 2008, confermando la scelta democratica e sviluppando una piena collaborazione con il Tribunale penale internazionale per l'ex-Jugoslavia;
la politica serba nei confronti del Kosovo si è orientata in senso esclusivamente diplomatico, come dimostra la risoluzione approvata l'8 ottobre 2008 dall'Assemblea generale dell'ONU per la richiesta di un parere sulla questione dell'indipendenza alla Corte internazionale di giustizia, nonché l'accettazione del dispiegamento della missione EULEX nei termini precisati dal Consiglio di sicurezza dell'ONU il 25 novembre 2008;
la non applicazione in via provvisoria dell'ASA ed il mancato avvio della procedura di ratifica da parte degli Stati membri deludono le aspettative della popolazione serba e del Governo democratico di Belgrado, che è comunque impegnato in una non facile fase di rafforzamento delle strutture politico-amministrative e di ricostruzione e di transizione economica nel quadro del processo di avvicinamento all'Europa,
impegna il Governo:
a sostenere sul piano bilaterale il consolidamento della democrazia serba e lo sviluppo sociale ed economico del paese;
a promuovere l'integrazione europea della Serbia, rendendo possibile l'applicazione in via provvisoria dell'ASA e consentendo il riconoscimento ai cittadini serbi di un accesso facilitato all'area Schengen nell'ambito di un rapido avanzamento del dialogo sulla liberalizzazione del regime dei visti in corso con il Paese;
a continuare l'azione in corso in seno al CAGNE per il conseguimento dell'unanimità ai fini dell'entrata in vigore dell'ASA, accelerando l'occasione in cui la Serbia possa acquisire lo status di paese candidato;
a presentare il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica dell'ASA della Repubblica di Serbia con l'Unione europea;
a contribuire al buon esito della missione EULEX, affinché in Kosovo si affermi pienamente lo Stato di diritto, siano tutelati in ogni campo i diritti delle
minoranze, ivi inclusa la libertà religiosa, e siano garantite l'amministrazione e l'applicazione non discriminatoria della giustizia, nonché la gestione dell'ordine pubblico, con particolare riguardo alla definizione di criteri di composizione dei relativi apparati tali da garantirne la generale credibilità.
(7-00107) «Stefani, Maran, Pianetta».
La XIII Commissione,
premesso che:
la coltivazione della canapa è in Italia una tra le più antiche: già ai tempi dell'antica Roma vi sono testimonianze della sua presenza nella Penisola ed è stata indispensabile allo sviluppo della vocazione marinara del nostro Paese, attraverso il suo utilizzo per la costruzione di vele e cordami durante l'epoca delle Repubbliche marinare;
il radicamento di tale coltura nella nostra Nazione è tale che essa rappresentava, fino al secolo scorso una delle più importanti fonti di reddito dall'agricoltura in regioni come l'Emilia Romagna, dando impulso ad un indotto che, per esempio, vide nel Linificio e Canipificio nazionale una delle prime società quotate in borsa nella nostra storia;
gli utilizzi della canapa, con speciale riferimento a quella di tipo «sativa», sono molteplici e si sono sviluppati nel tempo: oggigiorno essa può essere impiegata per la creazione di fibre tessili, di olio alimentare di buona qualità, di carta, legami, materie plastiche e biocombustibili;
importante caratteristica della canapa, che rientra tra i vantaggi della sua coltivazione, accanto agli svariati usi cui si presta, è la sua produttività: una coltivazione dura circa tre mesi e mezzo e produce una biomassa quattro volte maggiore di quella prodotta dalla stessa superficie di un bosco in un anno;
oltre alla sua velocissima crescita vanno rilevati i benefici sull'ambiente che si otterrebbero dalla sua coltivazione sia per il minore impatto ambientale dei suoi derivati rispetto ad altri tipi di succedanei, sia per il suo utilizzo in luogo dei diserbanti per liberare il terreno dalle infestanti;
la coltura della canapa è stata abbandonata progressivamente nella seconda metà del 900 per la concorrenza della juta negli usi meno nobili, come la produzione dei sacchi, e per la grande diffusione del cotone e delle fibre sintetiche, meno costose;
la ragione della sua definitiva scomparsa è tuttavia dovuta a ragioni legislative, dato che dal 1975 fu inasprito il divieto della coltivazione della Cannabis «indica», del tutto indistinguibile da quella «sativa», ma che contiene una percentuale maggiore all'1 per cento di Tetra Hidro Cannabiolo, da cui vengono derivate sostanze psicotrope come l'hashish;
in Italia la coltivazione industriale è consentita dietro speciale permesso, limitato a varietà di canapa certificata, appositamente selezionate per avere un contenuto trascurabile di THC, che ne costituisce il principio attivo farmacologico e psicotropo;
dati i possibili vantaggi che porterebbe una reintroduzione della canapa «sativa» nel nostro Paese, ferme restando le precauzioni per impedire la diffusione della canapa «indica» e i suoi utilizzi illeciti, appare non del tutto inopportuna la valutazione circa un alleggerimento degli adempimenti burocratici per la sua coltivazione;
va infatti considerato che, nei Paesi come l'Ungheria in cui non è mai stato abbandonato l'utilizzo di canapa, le aziende che si occupano della sua trasformazione hanno talvolta visto crescere il loro fatturato anche del 500 per cento;
per settori come quello del tessile e dell'abbigliamento, oltre che per quello dell'alta moda, che risultano essere un vero e proprio traino del made in Italy, la
canapa potrebbe consentire di reperire in loco, anziché acquisirli dall'estero, tessuti che hanno dimostrato il loro appeal soprattutto nei confronti delle giovani generazioni, come dimostrano le ricerche di mercato;
in un periodo di particolare crisi, consentire un ulteriore sbocco sul mercato per gli imprenditori agricoli e del mondo dell'artigianato potrebbe contribuire a consentire un'importante opportunità di reddito, non trascurabile per gli impatti positivi che si potrebbero creare nell'economia;
tale valutazione appare in linea inoltre con le disposizioni europee dato che la stessa CEE nel regolamento n. 1164 del 1989 prevedeva l'erogazione di un contributo comunitario per incentivare la coltivazione della canapa,
impegna il Governo
a predisporre strumenti normativi e regolamentari per consentire ed incentivare la diffusione della canapa «sativa» nel territorio nazionale, ferma restando la proibizione della coltivazione della cannabis indica.
(7-00108)
«Bellotti, Nola, Biava, Catanoso, Gottardo».
...
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
è notizia di questi giorni che i carabinieri hanno trovato una situazione di illegalità nell'ambito del CONI;
in particolare vi sono stati rapporti di lavoro subordinati in regime di intermediazione tra la società economica del CONI e le federazioni;
è stata fatta dagli stessi militari una diffida, che imponeva l'immediata cessazione della somministrazione di manodopera in tali termini, ottemperata solo da due federazioni;
le fattispecie, quindi, sono divenute di penale rilevanza;
le sanzioni, pur essendo di pochi euro, vanno moltiplicate per il numero di lavoratori e per le giornate in cui è stato commesso l'abuso;
è in corso la campagna elettorale per il rinnovo dei vertici e gli interpellanti temono che questa potrebbe essere una manovra;
la responsabilità penale è personale quindi, in quell'ambito, le sanzioni devono essere consequenziali -:
se, in virtù dei poteri governativi di vigilanza sul Coni, risulti:
a) ad istanza di chi i carabinieri hanno iniziato i propri controlli;
b) quanti siano i lavoratori interessati;
c) per quanto tempo vi sia stato l'illecito;
d) chi affronterà i costi - in caso di un eventuale procedimento penale - tenendo conto della personalità della responsabilità penale;
e) in particolare, quali siano i costi subiti a causa di questo illecito da parte della Federazione del calcio;
come intenda il Governo risolvere questo problema.
(2-00272)«Brigandì».
AFFARI ESTERI
Interrogazione a risposta in Commissione:
MIGLIORI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il Ministro della Giustizia Brasiliano Celso Genro, nonostante il parere contrario del Procuratore Generale e del CONARE (organismo che esamina le richieste di asilo), ha concesso l'asilo politico rifiutando l'estradizione in Italia del terrorista Cesare Battisti condannato per quattro omicidi;
tale decisione risulta offensiva nei confronti dell'Italia, dei familiari delle vittime, della storica amicizia con il Brasile -:
quali iniziative urgenti in Italia ed in Brasile siano state assunte per denunciare tale decisione al fine di ottenere una celere revisione della stessa;
quali eventuali concrete misure nei confronti del Brasile si intendano assumere sul piano bilaterale, compreso l'annullamento della prevista visita del Presidente del Consiglio il prossimo Marzo in Brasile.
(5-00855)
Interrogazione a risposta scritta:
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il 9 marzo 2007, il cittadino italiano Angelo Falcone è stato arrestato insieme a un suo amico in India, dove si era recato in vacanza, ed il 22 agosto 2008 è stato condannato in primo grado per il possesso di 18 chili di hashish a 10 anni di carcere duro e 100.000 rupie multa che, se non pagate saranno ulteriori 2 anni di carcere, a conclusione di un processo iniziato il 26 dicembre 2007 e durato nove mesi;
quando è stato arrestato, Angelo Falcone, che ha respinto ogni accusa, sarebbe stato trattenuto in una caserma per circa 24 ore e interrogato dalla polizia senza la presenza di un avvocato né di un interprete benché l'avesse più volte richiesto e non gli è stato concesso di telefonare all'Ambasciata Italiana a Delhi per avvisarli di quando succedeva; neanche le Autorità Indiane lo avrebbero fatto come sarebbe invece previsto dalla Convenzione di Vienna sulle Relazioni Consolari;
alla richiesta di Falcone di telefonare, la polizia avrebbe risposto che non gli sarebbe stato consentito fino a che lui e il suo amico non avessero firmato una dichiarazione in lingua Hindi a loro sconosciuta preventivamente compilata dalla sola polizia; alla fine, esausti, avrebbero deciso di firmare non prima di aver chiesto agli agenti cosa vi era scritto nella dichiarazione che successivamente si sarebbe rivelata decisiva per il processo e la loro condanna;
inoltre, a seguito della condanna, Angelo Falcone è stato trasferito in altro penitenziario nello Stato dell'Himachal Pradesch senza che le Autorità indiane abbiano avvisato l'Ambasciata italiana del trasferimento;
allo stato attuale, dopo la condanna e il trasferimento, il Direttore del penitenziario non autorizza contatti telefonici tra Angelo Falcone e i suoi familiari in Italia asserendo che le Leggi dello Stato dell'Himachal Pradesch non lo consentirebbero; neanche all'Ambasciata italiana sarebbe stato consentito avere contatti telefonici, in palese violazione della succitata Convenzione di Vienna; gli ultimi contatti con la famiglia sarebbero avvenuti nel settembre scorso, quando «a titolo di cortesia» sono state consentite solo 3 telefonate brevi -:
cosa stia facendo il governo italiano, tramite la proprie rappresentanze diplomatiche, per tutelare e assistere il cittadino italiano Angelo Falcone, verificare le attuali condizioni di detenzione e il rispetto in esse delle regole minime internazionali sul trattamento dei detenuti e
perché siano, in particolare, immediatamente assicurati regolari contatti, anche telefonici, del detenuto coi suoi familiari;
cosa intenda fare il Governo sul tema del gratuito patrocinio, allo stato non previsto e quindi discriminatorio nei confronti degli italiani processati all'estero, considerate anche le enormi pretese degli avvocati del posto per spese legali che finiscono per pesare su famiglie in Italia anche povere che non sono in grado assolutamente di sostenere;
cosa intenda fare nei confronti delle autorità indiane per eventuali violazioni di norme basilari di diritto internazionale, come quelle contenute nella Convenzione di Vienna sulle Relazioni Consolari e nel Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, che si siano da parte indiana verificate al momento dell'arresto, del processo e della detenzione di Angelo Falcone, considerato anche che tali norme non solo tutelano i diritti del signor Falcone ma sanciscono anche precise prerogative, diritti e doveri del nostro Paese come Stato parte della suddetta convenzione.
(4-02045)
TESTO AGGIORNATO AL 16 MARZO 2010
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DIFESA
Interrogazione a risposta in Commissione:
LIBÈ, CICCANTI e TASSONE. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
al termine di un percorso iniziato nella primavera del 2005 e finalizzato alla costruzione di una nuova caserma dei Carabinieri, nel giugno 2008 è stata inaugurata nel Comune di Medesano (Parma) la nuova sede della stazione locale dei Carabinieri;
l'opera, resa necessaria per l'espansione demografica dell'ente locale e per la forte presenza di cittadini extracomunitari, è stata realizzata grazie alla concessione gratuita dell'area necessaria e alla esecuzione di tutta la fase progettuale a spese del comune;
attualmente l'organico della caserma conterebbe sei militari, anche se due hanno chiesto ed ottenuto il trasferimento in altre sedi e non sono stati rimpiazzati -:
se non ritenga, anche alla luce della forte crescita demografica registrata dal Comune di Medesano e della vastità del suo territorio, adottare le opportune iniziative affinché l'organico della stazione dei Carabinieri di Medesano sia adeguatamente dimensionato alle necessità del territorio e per onorare un impegno preso a fronte dei sacrifici economici che il Comune ha sostenuto.
(5-00852)
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ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta scritta:
LEOLUCA ORLANDO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, prevede, all'articolo 81, commi 32 e 33, la concessione di una carta acquisti (cosiddetta social card) per residenti di cittadinanza italiana che versano in condizione di maggior disagio economico e una convenzione con un ente gestore del servizio in oggetto;
tale gestione comporta un esborso da parte dello Stato calcolato intorno agli 8 milioni e 500 mila euro;
un gestore già collaudato per convenzioni e operazioni simili sono le Poste Italiane;
la somma stabilita dalla convenzione di gestione del servizio, pari a otto milioni
e mezzo di euro sarebbe utile allocarla per implementare le risorse a sostegno dei redditi bassi;
non risultano chiari i criteri di selezione e scelta del gestore del servizio, in questo caso la società finanziaria e di carte di credito Mastercard -:
quali siano stati i criteri di istituzione della convenzione di gestione del servizio della social card e quali quelli della scelta del gestore e delle sue attività;
se i Ministri interrogati non ritengano doveroso recuperare le cospicue risorse spese per un servizio altrimenti gestibile, tutto ciò ai fini di poter disporre di una somma maggiore per chi versa in condizione di disagio.
(4-02049)
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GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta orale:
NICOLA MOLTENI, RIVOLTA, VOLPI e FEDRIGA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 10 gennaio a Mariano Comense (Como), veniva gravemente ferito, fuori dalla propria abitazione, a colpi di pistola Vincenzo Di Maso, ex carabiniere, che versa tuttora in condizioni disperate, per mano del ventunenne Emanuele Perino;
gli inquirenti ipotizzano che il Perino, oggi detenuto presso il carcere «Bassone» di Como, si spingeva al compimento di tale scellerato e gravissimo gesto in quanto in precedenti occasioni il Di Maso aveva provveduto a denunciare il medesimo Perino a seguito di numerosi episodi di molestie sessuali, che da oltre tre anni il giovane metteva insistentemente in atto nei confronti della figlia del Di Maso;
nel 2007 il Perino veniva condannato a 4 anni e 4 mesi per violenza sessuale pluriaggravata nei confronti di un'altra giovane donna di Cabiate, ma aveva scontato in carcere solo pochi mesi di pena poiché aveva beneficiato quasi subito della misura alternativa al carcere degli arresti domiciliari presso vari istituti di cura, anche se non tutte le strutture erano state pronte ad accogliere a lungo il giovane, per la sua difficile personalità;
inoltre il Perino risulta essere sottoposto presso il Tribunale dei minorenni ad un altro procedimento penale, oggi ancora pendente, sempre con l'accusa di violenza sessuale;
successivamente il giovane Emanuele Perino ha usufruito di una considerevole riduzione di pena con la sentenza di appello che gli ha inflitto una condanna di solo due anni e undici mesi, tale da riportarlo in detenzione in carcere solamente per dieci giorni dato che, a seguito delle istanze presentate dai suoi avvocati, il Tribunale di Sorveglianza di Varese, con provvedimento emesso in data 31 luglio 2008 provvedeva alla sua scarcerazione con differimento dell'esecuzione della pena e gli applicava inoltre la liberazione anticipata con uno sconto di altri sei mesi di carcere;
in attesa del pronunciamento del Tribunale di Sorveglianza, fissato per il prossimo 21 gennaio 2009, per decidere se applicare l'affidamento in prova ai servizi sociali o gli arresti domiciliari, Emanuele Perino è stato nel frattempo rimesso in libertà e quindi libero di muoversi con assoluta tranquillità e di compiere l'efferato tentato omicidio, proprio mentre era in corso una perizia psichiatrica disposta nel corso del procedimento penale aperto nei suoi confronti a seguito delle denunce del Di Maso;
è innegabile come la decisione di differire l'esecuzione della pena nonché di provvedere alla sua scarcerazione in quanto le condizioni psichiche di Emanuele Perino sarebbero state definite incompatibili con la detenzione in carcere abbia avuto drammatiche conseguenze e risulta pertanto difficile comprendere perché non sia stata decisa la contemporanea
adozione di altre misure atte ad impedire la commissione di nuovi reati da parte di un soggetto che ha dato ampia dimostrazione della sua tendenza a delinquere e della sua pericolosità sociale anche in virtù del processo penale ancora pendente presso il Tribunale dei minorenni;
in aggiunta, e da un punto di vista più generale, la vicenda segnalata ripropone con drammatica attualità anche il tema delle misure alternative alla detenzione, spesso concesse nonostante la sussistenza di cause ostative alle medesime, e la problematica relativa alla discrezionalità e all'ampiezza del potere decisionale della magistratura di sorveglianza;
tale vicenda inoltre, consente allo scrivente di rilanciare con forza la necessità impellente di richiedere l'istituzione presso il comune di Mariano Comense di un commissariato di Polizia dello Stato, richiesta questa già formalizzata dalle istituzioni locali e dalle forze politiche in modo particolare da parte della Lega Nord e già oggetto di convegni, incontri pubblici ed istituzionali e di precisa sensibilizzazione presso il Ministero dell'interno, ritenendo infatti tale commissariato prioritario, in aggiunta all'ottimo lavoro che già oggi le forze dell'ordine stanno conducendo, ed urgente per il mantenimento sul territorio di Mariano Comense del giusto livello di sicurezza e di ordine pubblico fortemente richiesto dai cittadini;
urge altresì rilevare che tale gravissimo episodio si va a sommare ad altri gravi fatti di cronaca e di violenza di natura similare che negli ultimi anni si sono verificati nel territorio del marianese, episodi che hanno giustamente sollevato l'indignazione e la preoccupazione della popolazione e della locale comunità di cittadini;
la Lega Nord ha già depositato, a prima firma onorevole Cota, una proposta di legge in data 29 ottobre 2008 avente ad oggetto «Modifiche all'articolo 275 del codice di procedura penale e all. articolo 4-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354 in materia di custodia cautelare e di concessione di benefici penitenziari nei riguardi di soggetti già condannati per determinati delitti» -:
quali siano gli intendimenti del Ministro in relazione alla vicenda descritta e quali urgenti e immediate nonché doverose iniziative ispettive intenda sin da subito adottare, in particolare con riferimento al provvedimento di scarcerazione emesso in data 31 luglio 2008 dal Tribunale di Sorveglianza di Varese;
se non intenda monitorare e quindi vigilare, nell'esercizio delle sue prerogative, le cosiddette «scarcerazioni facili» dei soggetti indagati o condannati per fatti di violenza sessuale ed altri gravi reati che danno prova di pericolosità sociale, al fine di rafforzare le garanzie di tutela dei soggetti denuncianti e dei cittadini in generale;
se non ritenga necessario adottare con urgenza iniziative normative più severe e più restrittive in materia di misure alternative alla detenzione in carcere onde evitare che tali episodi possano in futuro ripetersi.
(3-00319)
Interrogazioni a risposta scritta:
MONAI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la situazione della Procura della Repubblica di Tolmezzo è notoriamente difficile per la severa carenza di organico;
il procuratore della Repubblica di Tolmezzo ha segnalato sia al Ministero di Giustizia, che al presidente della Regione Friuli Venezia Giulia lo status quo;
esiste un protocollo afferente alla collaborazione giudiziaria tra la Regione Friuli Venezia Giulia e il Ministero della Giustizia al fine di ottenere persone in
mobilità che abbiano inoltrato richiesta di trasferimento -:
se e come si intenda ovviare alle problematiche inerenti la carenza di organico della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tolmezzo.
(4-02043)
LABOCCETTA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in data 16 dicembre 2008, decidendo sull'eccezione formale sollevata dai difensori della dottoressa Felicia Genovese e del dottor Michele Cannizzaro, parti offese nel procedimento n. 7025/07 RGNR, a carico dei magistrati Luigi De Magistris, Alberto Iannuzzi e Rocco Pavese, indagati in relazione ai delitti di calunnia, diffamazione, abuso in atti d'ufficio e rivelazione di segreti d'ufficio il giudice per le indagini preliminari di Salerno, dottoressa Maria Teresa Belmonte emetteva ordinanza dichiarativa di parziale incompetenza per territorio, disponendo la trasmissione degli atti ad altra autorità giudiziaria;
nel corpo dell'ordinanza medesima, la dottoressa Belmonte denunciava una gravissima condotta attribuibile ai pubblici ministeri salernitani titolari dell'indagine consistente nell'avere gli stessi omesso la doverosa comunicazione al CSM della pendenza, presso la procura di Salerno di procedimento penale nei confronti del dottor Vincenzo Montemurro, se di tale circostanza l'organo di autogoverno della magistratura fosse stato debitamente informato, così come la legge prescrive, il dottor Montemurro non sarebbe stato trasferito a Salerno per la sussistenza di evidenti cause di incompatibilità;
testualmente scrive la dottoressa Belmonte nell'ordinanza citata: «Qui, infatti, il trasferimento del dottor Montemurro è stato deliberato in via preventiva, nel corso del procedimento ex articolo 2 L.G., e in un momento in cui, come emerge dalla comunicazione depositata all'odierna udienza, non risultava ancora pervenuta al CSM la comunicazione della pendenza, presso questa Procura della Repubblica, del procedimento a suo carico. Pertanto, sebbene come evidenziato dal P.M. nella propria memoria depositata il 2 dicembre 2008, in sede di audizione in data 9 gennaio 2008 fosse stato reso noto alla I Commissione del CSM la pendenza del procedimento de quo, non può prescindersi dal predetto dato formale - l'unico giuridicamente rilevante - riconducibile al momento della delibera di un organo, il plenum del CSM (24 gennaio 2008), diverso dalla I Commissione e, dunque, rispetto al quale, allo stato, non è lecito desumere che, nella sua complessiva composizione, fosse stato posto a conoscenza della descritta situazione di sostanziale «incompatibilità» del dottor Montemurro al trasferimento richiesto»;
la gravissima omissione, ad avviso dell'interrogante rappresenta soltanto in minima parte il clima di assoluta parzialità che connota, ormai da lungo tempo, la gestione dei procedimenti penali collegati alla persona del dottor Luigi De Magistris;
le circostanze evidenziate dalla dottoressa Belmonte nel contesto del provvedimento sopra richiamato assumono inusitata gravità laddove secondo l'interrogante emerge la condotta particolarmente discutibile e pregiudizievole dei magistrati assegnatari del fascicolo procedimentale laddove, altrettanto chiaramente, si evince che il dottor Montemurro, sottoposto a procedimento di trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale, soltanto in virtù della omissione posta in essere dai colleghi salernitani, otteneva il trasferimento a Salerno su richiesta anziché per incompatibilità ambientale sia pure incolpevole -:
se non intenda adottare iniziative ispettive, al fine dell'eventuale esercizio degli ulteriori poteri di sua competenza, con riguardo alla vicenda descritta in premessa.
(4-02054)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazioni a risposta in Commissione:
LANZARIN. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
allo scopo di ridurre l'inquinamento acustico provocato dai mezzi in transito lungo la superstrada SS n. 47 «della Valsugana», nel comune di Romano d'Ezzelino (Vicenza), nei pressi dell'intersezione con via Benedetto Marcello nella frazione di San Giacomo, l'ANAS ha provveduto, nel 2005, all'installazione di barriere fonoassorbenti lungo la parte est della superstrada, lasciando senza protezione tutta la parte ovest, nonostante tale parte sia la più popolata;
inoltre, le abitazioni della parte ovest si trovano più contigue alla superstrada e risentono non solo del rumore provocato dall'ingente traffico ma anche delle onde sonore riflesse sui pannelli installati sulla parte est;
i cittadini di tale parte ovest e il Comune di Romano d'Ezzelino, già dal 2003 (vale a dire due anni prima dell'installazione delle barriere est), venuti a conoscenza del progetto delle barriere solo sul lato est della superstrada, si sono mobilitati attraverso una petizione, sollecitando in diverse occasioni le Autorità responsabili al completamento dell'intervento;
l'ANAS, in più occasioni ha risposto, sia ai diretti interessati sia al comune di Romano d'Erzelino, che porterà al termine il Piano di risanamento acustico della rete stradale di pertinenza e che all'ultimazione di tale piano terrà in debita considerazione le richieste dei cittadini, provvedendo secondo un elenco di priorità degli interventi;
nei solleciti avanzati dal comitato dei cittadini interessati nel 2007, l'ANAS non ha dato riscontro, tuttavia, in data 20 settembre 2007, nell'Aula del Senato, in risposta all'interrogazione 3-00668, il Governo allora in carica ha tranquillizzato le istituzioni e le popolazioni locali circa l'intenzione dell'ANAS di portare al termine gli interventi di risanamento acustico nella zona, avendo la società «inserito l'intervento in questione tra le priorità del piano di risanamento acustico della rete stradale nazionale e, da ultimo, nel piano di manutenzione straordinaria come opera di nuova realizzazione nell'ambito del contratto di programma firmato con il Ministero delle infrastrutture lo scorso 28 giugno»;
l'allora sottosegretario di Stato per le infrastrutture, Casillo, ha illustrato all'Aula del Senato l'impegno del Ministro «a far sì che la realizzazione delle opere di mitigazione acustica nel tratto della strada Valsugana in questione sia considerato dalla società stradale uno dei punti cui dare priorità nell'ambito delle attuali disponibilità finanziarie»;
si tratta di un'opera pubblica assolutamente necessaria, sollecitata da anni da parte dei cittadini locali, cui occorre dare priorità nell'ambito della politica infrastrutturale del Governo -:
quali iniziative urgenti intenda assumere il Ministro per garantire il completamento da parte dell'ANAS della realizzazione delle barriere fonoassorbenti lungo la SS n. 47 «della Valsugana», nel comune di Romano d'Ezzelino (Vicenza), nei pressi dell'intersezione con via Benedetto Marcello nella frazione di San Giacomo, nella parte ovest della superstrada.
(5-00854)
MANTINI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la situazione esplosiva nelle isole Eolie, a causa dell'interruzione programmata e in atto dei trasporti, merita un'urgente e responsabile intervento da parte del Governo;
la Tirrenia con le sue controllate regionali Siremar, Caremar, Toremar e Saremar esercita un servizio pubblico di cabotaggio marittimo per le isole minori Italiane in base a specifiche convenzioni scadute il 31 dicembre 2008;
la Finanziaria 2007 (Legge n. 296 del 27 dicembre 2006), articolo 1 comma 998, ha predisposto la stipula di nuove convenzioni tra lo Stato e le società di cui sopra, aventi scadenza non anteriore al 31 dicembre 2012, al fine di predisporre e completare il processo di liberalizzazione del settore di cabotaggio marittimo privatizzando le società esercenti i servizi di collegamento essenziali;
il comma 999 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 27 dicembre 2006, prevede nelle more della stipula delle suddette convenzioni e della verifica della loro compatibilità con il regime comunitario, l'applicazione delle convenzioni attualmente in vigore;
l'Unione Europea, che sollecita e sovrintende al processo di privatizzazione, ha riconosciuto nel Trattato di Amsterdam, la possibilità di una deroga per le realtà insulari e periferiche che all'articolo 158 ha aggiunto un allegato (numero 30) chiamato «Dichiarazione sulle regioni insulari» nel quale la Conferenza riconosce che queste soffrono, a motivo della loro insularità, di svantaggi strutturali il cui perdurare ostacola lo sviluppo economico e sociale;
ai sensi degli orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato ai trasporti marittimi, si è definito che «un obbligo di servizio pubblico può essere imposto per garantire servizi regolari verso porti che collegano regioni periferiche della Comunità o rotte poco servite e considerate vitali per lo sviluppo economico delle regioni interessate, nei casi in cui il libero gioco delle forze di mercato non garantirebbe un sufficiente livello del servizio»;
mediante l'osservanza di questi obblighi si mira a garantire il rispetto del principio di continuità territoriale e un livello sufficiente di servizi regolari di trasporto verso le isole minori, in modo da soddisfare le esigenze di sviluppo economico e sociale di queste ultime;
nell'arcipelago eoliano da qualche tempo è stato avviato un processo di sviluppo eco-sostenibile caratterizzato da un turismo ancora fortemente concentrato nella stagione estiva;
non esistono le condizioni per garantire un'attività di cabotaggio di natura privatistica ma rimane necessario, un sostegno pubblico a questo servizio decisivo sia per la qualità della vita dei cittadini sia per lo stesso sviluppo socio-economico dell'arcipelago eoliano;
il principio della continuità territoriale e la domanda di mobilità dei cittadini delle isole minori siciliane, a garanzia del soddisfacimento dei bisogni primari del cittadino (salute, istruzione, sicurezza, giustizia, lavoro), è stabilito dall'articolo 3 della Costituzione e dal trattato di Amsterdam;
non esistono le condizioni per garantire un'attività di cabotaggio di natura privatistica tanto che anche gli operatori privati attualmente presenti sul territorio, nonostante operino su tratte commercialmente appetibili, riescono a garantire il servizio soltanto grazie ad un sostanzioso contributo pubblico, erogato dalla Regione Siciliana;
il collegamento Eolie-Napoli rappresenta da quasi un secolo il sostegno e lo sviluppo socio-economico delle popolazioni dell'intero arcipelago e di alcune comunità che sono cresciute nella consapevolezza di tale collegamento;
attraverso programmi di finanziamento e sviluppo comunitari (488, patti territoriali eccetera), gli imprenditori isolani hanno sostenuto notevoli investimenti per la realizzazione di strutture turistico-ricettive e commerciali che presuppongono il miglioramento dei servizi di collegamento esistenti al momento in cui tali investimenti sono stati pianificati ed attuati;
la disastrosa gestione degli ultimi anni (soprattutto quella relativa agli anni 2007 e 2008) da parte della Siremar ha portato alla soppressione di diverse linee di aliscafi e navi procurando disagi notevoli a cittadini e visitatori delle Isole Eolie, tra i quali la soppressione parziale, da circa due mesi, delle linee C6 e C2, alcune delle quali rientrano tra quelle previste dal piano della protezione civile per i casi di evacuazione degli abitanti delle isole in caso di rischio sismico legato all'attività vulcanica;
servizi appaltati, con contratto quinquennale, ai vettori privati N.G.I. e Usticalines sono ad integrazione di quelli erogati dalla Siremar, a supporto dello sviluppo socio-economico e (nel caso della N.G.I.) per poter assicurare il trasporto di carburante e merci pericolose;
i collegamenti erogati dai vettori privati hanno dimostrato in diverse occasioni di non essere sufficienti ed in grado di garantire i servizi nei termini previsti;
le amministrazioni comunali di Lipari, S. Marina Salina, Malfa e Leni, con il sostegno di tutte le forze politiche e delle associazioni di categoria, hanno approvato all'unanimità una mozione con cui chiedono:
1. lo scorporo immediato della società Siremar dalla Tirrenia con il blocco del processo di privatizzazione della stessa Siremar, in quanto la suddetta società garantisce servizi pubblici essenziali verso aree periferiche quali le isole minori siciliane e quindi perfettamente compatibili con la vigente normativa dell'Unione Europea;
2. che per la Siremar si preveda nel medio e lungo termine una compagine sociale costituita dallo Stato, dalla Regione e dai Comuni isolani interessati;
3. una radicale ristrutturazione aziendale della Siremar che consenta, ottimizzando le risorse disponibili, di garantire servizi più efficienti mirati al reale soddisfacimento della domanda e delle esigenze del territorio;
4. la stipula di una nuova convenzione con la società Siremar sino al 31 dicembre 2012 così come previsto nel comma 998 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 27 dicembre 2006, che preveda i collegamenti e le frequenze necessarie a garantire - unitamente a quelli erogati da Usticalines e N.G.I., attualmente finanziati dalla Regione Siciliana - servizi adeguati ad assicurare il soddisfacimento delle esigenze connesse alla mobilità e allo sviluppo economico e sociale delle comunità isolane (comma 1 dell'articolo 8 della legge n. 684/74);
5. l'apertura di un tavolo tecnico permanente di concertazione tra le Amministrazioni centrali, regionali, locali e i rappresentanti delle forze politiche, delle associazioni e dei sindacati, che possa valutare e monitorare l'efficienza dei servizi oggetto di convenzione;
6. lo stanziamento per gli anni 2009, 2010 e 2011 delle somme necessarie a garantire i servizi necessari o quantomeno quelli già previsti per le annualità 2005 e 2006;
7. il blocco della dismissione del naviglio ed il rinnovo dello stesso prevedendo unità conformi agli standard europei e pertanto in grado di ottenere una considerevole riduzione dei costi di gestione;
8. di considerare la tratta Eolie-Napoli come trasporto pubblico locale al pari dei collegamenti con Milazzo;
9. che la Regione Siciliana assuma un ruolo attivo dichiarando immediatamente la propria disponibilità ad entrare nella proprietà e nella gestione della nuova Siremar a fianco dello Stato e delle altre amministrazioni isolane interessate, stanziando a tal fine le risorse adeguate;
10. il mantenimento degli attuali livelli occupazionali nell'ambito degli organici della società Siremar -:
quali misure intenda in tal senso assumere con l'urgenza necessaria a scongiurare non solo la grave lesione dei diritti
costituzionali dei cittadini delle Eolie e delle isole minori ma anche un grave danno di immagine all'intero Paese e quale sia l'orientamento del Governo sulla realizzazione del progetto di un eliporto sull'isola di Lipari.
(5-00857)
...
INTERNO
Interrogazioni a risposta orale:
GALLETTI e LIBÈ. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il giorno 17 dicembre 2006 si è svolto il referendum nei comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant'Agata Feltria e Talamello per il loro distacco dalla regione Marche e l'aggregazione alla regione Emilia-Romagna;
a seguito dell'esito favorevole del referendum, il Governo avrebbe dovuto presentare al Parlamento il disegno di legge ordinaria (come chiaramente espresso dall'articolo 132, secondo comma, della Costituzione, e dall'articolo 45, quarto comma, della stessa legge n. 352 del 1970) per la modifica dei confini delle regioni coinvolte;
tuttavia, i termini entro i quali il Ministro dell'interno doveva presentare al Parlamento il disegno di legge ordinaria per la modifica dei confini delle regioni coinvolte, sono scaduti il 26 febbraio 2007;
il 17 aprile 2007 fu presentato un disegno di legge governativo con cui veniva sancito il distacco dei comuni dalle Marche e la loro aggregazione all'Emilia Romagna; assegnato l'8 maggio alla I Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati, l'iter non è mai iniziato;
al momento non risultano presentati disegni di legge governativi in tal senso e nonostante, siano state presentate diverse iniziative legislative parlamentari, sembra difficile prevedere per questi comuni la possibilità di partecipare alle elezioni amministrative del prossimo giugno in Emilia-Romagna;
la Giunta regionale delle Marche avrebbe poi espresso nel febbraio dello scorso anno parere negativo al trasferimento dei comuni della Alta Valmarecchia dalla Marche all'Emilia-Romagna adducendo il pericolo di effetti emulativi da parte di altri comuni -:
se il Ministro non ritenga di ottemperare agli obblighi previsti dalla legge, procedendo celermente alla presentazione di un disegno di legge, fortemente atteso dalle popolazioni interessate, che sancisca il definitivo distacco dei comuni della Alta Valmarecchia, in tempo utile da consentire la partecipazione alle elezioni amministrative del giugno prossimo in Emilia-Romagna.
(3-00316)
CAPODICASA, BERRETTA, CALVISI, ENZO CARRA, CAUSI e ANTONINO RUSSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel corso del 2008 sarebbero oltre 67.000 gli stranieri giunti illegalmente in Italia via mare, di questi quasi 37.000 sarebbero sbarcati a Lampedusa, il 75 per cento in più di quelli sbarcati nel corso dell'anno precedente;
fra i cittadini stranieri sbarcati sull'isola di Lampedusa una quota considerevole è rappresentata da cittadini provenienti da Paesi con cui il Governo non ha firmato trattati di riammissione ovvero da stranieri in fuga da guerre e persecuzioni ai quali va assicurato l'accesso alla procedura di richiesta di asilo: sarebbero quasi 27.000 le istanze di asilo presentate dagli immigrati giunti in Italia tra gennaio e novembre;
il centro di prima accoglienza di Lampedusa, come confermato dal Ministro interrogato ospita al momento 1.300 immigrati a fronte di una capienza massima di 804 posti;
l'attuale centro di accoglienza di Lampedusa era stato concepito come centro di transito, un primo approdo dove i migranti sarebbero rimasti il minimo indispensabile, al massimo 48 ore, per essere poi smistati altrove, nell'ottica di una gestione snella che consentisse di evitare pericolosi sovraffollamenti;
la permanenza prolungata nel centro, come ha ricordato il portavoce dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, «crea disfunzioni, abbassa il livello dei servizi, oltre che può causare tensioni fra i soggiornanti»;
qualsiasi provvedimento di allontanamento dal territorio italiano, in base alla legge, prevede l'identificazione e l'emissione di decreto di espulsione o respingimento: procedure che richiedono del tempo che quindi renderebbe necessario prolungare la permanenza nel centro, per un periodo anche di sei mesi, di un numero di migranti di gran lunga superiore alla capienza prevista dall'attuale centro di Lampedusa;
lo stesso Ministro interrogato ha affermato che i migranti di Lampedusa che solo «entro la fine di febbraio gli ospiti del centro saranno tutti rimpatriati», vale a dire che tutti i migranti, che fino ad allora, giungeranno sulle coste di Lampedusa resteranno sull'isola aggravando le già precarie condizioni all'interno del centro di prima accoglienza, in considerazione che sull'isola sono arrivati dai 400 ai 600 immigrati ogni settimana -:
se le affermazioni fatte dal Ministro interrogato dal palco del congresso provinciale della Lega Nord di Varese, nei giorni scorsi, rappresentino un indirizzo del Governo, come intenda modificare il centro di Lampedusa in modo da garantire i diritti dei migranti ospitati nel centro;
se sia a conoscenza che quando nel centro è ospitato un numero superiore rispetto agli 804 posti previsti i migranti sono costretti a trascorrere la notte all'aperto;
se sia a conoscenza che all'interno del centro di Lampedusa è presente uno spazio infermeria da 50 posti, già oggi sottodimensionato rispetto alle esigenze di accoglienza dei migranti, spesso donne e minori, che hanno affrontato una traversata in condizioni igieniche e sanitarie precarie, e come intenda ampliare tale spazio in previsione di ospitare a Lampedusa un numero maggiore di migranti;
se corrisponda al vero, come riferito dagli organi di stampa, che sarebbe intenzione del Ministro interrogato realizzare un nuovo centro di identificazione ed espulsione a Lampedusa, in quali tempi e con quali risorse intenda realizzarlo, quali dimensioni avrà questo centro e quali provvedimenti assumerà per far fronte al maggior numero di migranti che dovranno risiedere a Lampedusa in vista della realizzazione di tale centro;
se non ritenga che tale scelta non renda necessaria una presenza massiccia di forze dell'ordine sul non vasto territorio di Lampedusa;
quali provvedimenti e quali misure intenda adottare affinché i cittadini di Lampedusa non vengano gravemente penalizzati dai disagi provocati dalla permanenza di un numero maggiore di migranti e per un periodo più lungo.
(3-00318)
Interrogazione a risposta in Commissione:
ZAZZERA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei mesi scorsi si sono verificati diversi episodi di violenza verso la sede di Rifondazione Comunista in via Affatati a Monopoli, da parte di militanti di estrema destra;
si è trattato di fenomeni di intolleranza nei confronti dei simboli politici della sinistra, come avvisaglie, telefonate anonime, incursioni notturne, scritte e svastiche sui muri del partito e sui manifesti;
il 16 settembre 2008 qualcuno ha distrutto con un sasso la vetrata del partito, ferendo una donna presente che è stata accompagnata al pronto soccorso;
il 23 dicembre 2008 durante una riunione straordinaria del direttivo del partito due giovani con il volto coperto hanno tentato di aggredire il segretario di Rifondazione Comunista;
soltanto la reazione delle persone presenti avrebbe evitato estreme conseguenze;
durante le perquisizioni nelle abitazioni dei due giovani, poi arrestati dai Carabinieri con l'accusa di danneggiamento aggravato, sono stati sequestrati ritratti del Duce, croci celtiche e svastiche;
numerosi sono gli episodi di aggressioni verso sedi politiche da parte di giovani che si rifanno ad ideologie estreme, e in molti casi è noto che gli stessi utilizzano lo stadio e le tifoserie come megafono della loro attività -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti descritti nella presente interrogazione e se sì, se non ritenga opportuno rendere noto il livello di penetrazione nel territorio pugliese dei fenomeni di violenza causati da cellule autonome indipendenti infiltrate nelle tifoserie degli stadi;
quali provvedimenti il Ministro ritenga opportuno adottare al fine di impedire il ripetersi di simili episodi di violenza e prevenire l'infiltrazione delle frange estreme nelle tifoserie calcistiche.
(5-00856)
Interrogazioni a risposta scritta:
MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra il 13 ed il 14 gennaio 2008 in Pisa la facciata della storica Sinagoga è stata fatta oggetto di un oltraggioso lancio di uova, contenenti vernice rossa, che ne ha deturpato l'aspetto;
trattasi di un atto di enorme gravità, stigmatizzato con forza da tutte le istituzioni locali, perché volto a colpire simbolicamente la comunità ebraica -:
quali iniziative si siano assunte ai fini di tutela della sicurezza nella suddetta area del centro di Pisa e quali risultati siano stati ottenuti dalle relative indagini investigative.
(4-02048)
LAGANÀ FORTUGNO, MINNITI e OLIVERIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a Roccella Ionica (Reggio Calabria) nella notte di venerdì 9 gennaio 2009 un grave attentato di chiaro stampo mafioso, con intento intimidatorio, ha interessato l'imprenditore Pasquale Vigliarolo legale rappresentante della società «F.P. costruzioni srl» e vice presidente provinciale della CNA (confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa);
l'attentato si è caratterizzato con il danneggiamento della autovettura di proprietà del signor Vigliarolo; gli stessi ignoti attentatori hanno, con chiaro intendo intimidatorio, lasciato in evidenza presso il capannone della ditta una tanica piena di liquido incendiario -:
quali iniziative il Ministro intenda intraprendere per garantire l'incolumità all'imprenditore Vigliarolo e a quanti come lui quotidianamente intraprendono, tra tante difficoltà, assicurando lavoro e sviluppo per garantire il diritto alla libera imprenditoria in una zona sottoposta ad una insopportabile pressione della criminalità organizzata;
se siano state avviate indagini sull'attentato.
(4-02052)
ALESSANDRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il giorno 8 ottobre 2008, la sezione di controllo regionale per la Toscana della Corte dei conti, ha adottato la delibera
n. 89/08, concernente l'esito dell'istruttoria sul bilancio preventivo 2008 del Comune di Monticiano (Siena), in applicazione dell'articolo 1, commi 166 e seguenti, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, rilevando irregolarità emerse dall'esame del bilancio di previsione 2008 dello stesso comune di Monticiano, in particolare sottolineando una irregolarità ritenuta grave circa la mancata adozione della delibera di destinazione dei proventi delle sanzioni per violazione del Codice della strada, ma più specificamente rilevando come dall'esame dei prospetti annessi al bilancio di previsione del 2008, emergessero irregolarità contabili «gravi» suscettibili di pronuncia specifica, nel profilo attinente agli equilibri di bilancio;
a riguardo, la Corte, evidenziava che l'approvazione del bilancio in equilibrio, ma con modalità non corrette, costituisse una grave irregolarità contabile, denotando una situazione di precarietà finanziaria atta a richiedere l'adozione di particolari misure di adeguamento delle previsioni dell'entrata e/o della spesa;
in particolare, risultavano utilizzate per il finanziamento delle spesa corrente/in conto capitale, entrate non consentite dalla legge e/o di carattere straordinario, tra cui le entrate da sanzioni amministrative pecuniarie per violazione al codice della strada in deroga al vincolo di destinazione previsto per legge, ed altresì situazioni di irregolarità contabili da correggere ed il cui ripetersi sarebbe stato da evitarsi, nella fattispecie mancando l'adozione della deliberazione di destinazione dei proventi delle predette sanzioni per violazione del codice della strada;
le circostanze problematiche messe in evidenza dalla Corte dei conti, soprattutto ove non risultassero sanate, farebbero ipotizzare una inattendibilità della corretta e stabile tenuta del bilancio del Comune di Monticiano, situazione che per la delicatezza ed il rispetto delle procedure istituzionali su cui si fondano le costitutive relazioni tra cittadini ed organi della Repubblica andrebbero fugate da qualsiasi, pur minimo, dubbio di non trasparenza o di illegalità -:
se possa accertare - anche nell'ambito delle procedure per il rispetto del patto di stabilità - se le irregolarità decretate dalla Corte dei conti sull'esame del bilancio di previsione 2008 del comune di Monticiano siano state sanate e, in caso non esaustivo, quali provvedimenti intenda adottare.
(4-02053)
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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI
Interrogazioni a risposta scritta:
NICOLAIS. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'Azienda Sofer - stabilimento di Pozzuoli (Napoli) ha svolto lavorazioni previste nella tabella allegato 8 al Decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1223, con esposizione dei lavoratori ad inalazioni di polveri di amianto come riconosciuto dall'INAIL - sede di Napoli in data 5 dicembre 1994;
in data 2 agosto 1994 la direzione centrale per le pensioni dell'INPS ha attestato l'uso di amianto da parte dell'Azienda Sofer - stabilimento di Pozzuoli a far data dall'ottobre del 1967 e, concordemente con il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, ha ritenuto sussistente l'idoneità dei lavoratori dell'azienda ai benefici ex articolo 13 comma 7 e comma 8, della legge n. 257 del 1992 e successive modificazioni;
il Ministero del lavoro e della previdenza sociale - Direzione generale della previdenza ed assistenza sociale in data 30 gennaio 1995 ha comunicato di ritenere sussistente sino al 18 ottobre 2000 l'esposizione all'amianto di tutti i lavoratori operanti nell'area dello stabilimento Sofer ai fini dei benefìci previdenziali già citati;
il legislatore ha previsto la rivalutazione, ai fini pensionistici, dell'intero periodo lavorativo soggetto all'assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali per quei lavoratori esposti all'amianto per un arco temporale ultradecennale. Infatti, l'articolo 13 della legge n. 257 del 1992, così come modificato dalla legge n. 271 del 1993, prevede al comma 7 che: «Ai fini del conseguimento delle prestazioni pensionistiche per i lavoratori che abbiano contratto malattie professionali a causa dell'esposizione all'amianto documentate dall'INAIL, il numero di settimane coperto da contribuzione obbligatoria relativa a periodi di prestazione lavorativa per il periodo di provata esposizione all'amianto è moltiplicato per il coefficiente 1,5», ed al comma 8 che: «Per i lavoratori che siano stati esposti all'amianto per un periodo superiore a dieci anni, l'intero periodo lavorativo soggetto all'assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali derivanti dall'esposizione all'amianto gestita dall'INAIL, è moltiplicato, ai fini delle prestazioni pensionistiche, per il coefficiente 1,5»;
la sezione lavoro e previdenza sociale del Tribunale di Napoli si è pronunciata con sentenza esecutiva del 5 novembre 2008 accogliendo l'istanza dei lavoratori dello stabilimento Sofer ricorrenti in giudizio e riconoscendo loro la rivalutazione pensionistica oltre il limite del 18 ottobre 2000 e computando il tempo di lavoro effettivo intercorso fino al 1o novembre 2007;
il ripetersi di pronunce del Giudice del lavoro in tal senso comporterà un aggravio notevole di spese per l'INPS a cui saranno imputate le spese di giudizio per tutte le ipotesi di soccombenza per le azioni promosse dai lavoratori interessati;
la legge 24 dicembre 2007, n. 247, prevede all'articolo 20 che: «Ai fini del conseguimento dei benefìci previdenziali di cui all'articolo 13, comma 8, della legge 27 marzo 1992, n. 257, e successive modificazioni, sono valide le certificazioni rilasciate dall'istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) ai lavoratori che abbiano presentato domanda al predetto Istituto entro il 15 giugno 2005, per periodi di attività lavorativa svolta con esposizione all'amianto fino all'avvio dell'azione di bonifica e, comunque, non oltre il 2 ottobre 2003, nelle aziende interessate dagli atti di indirizzo già emanati in materia dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale»;
la chiusura dello stabilimento Sofer e la conseguente cessazione dal rischio amianto per i lavoratori è avvenuta solo nel settembre 2003 -:
se il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali intenda intraprendere iniziative tese ad estendere i benefìci previdenziali previsti dalla legge n. 247 del 2007 a tutti i lavoratori dell'azienda Sofer - stabilimento di Pozzuoli (Napoli) fino alla data di chiusura dello stabilimento avvenuta nel settembre 2003.
(4-02044)
MANTINI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
i problemi del futuro previdenziale per i più giovani costituiscono una questione nazionale assai rilevante e ciò vale anche per i giovani professionisti nell'ambito delle Casse autonome di Previdenza;
esistono al riguardo varie iniquità e tra queste il sistema della doppia tassazione delle risorse delle Casse professionali che limita in modo assai significativo le capacità di soddisfare le esigenze previdenziali;
in modo particolare, per quanto concerne la Cassa di Previdenza degli Avvocati, occorre evidenziare l'iniquità del requisito attualmente previsto del decennio di iscrizione per l'esercizio dell'elettorato passivo nell'elezioni dei Delegati alla Cassa;
poiché su 118.212 professionisti iscritti al 31 dicembre 2006, ben 64.546 hanno un'anzianità di iscrizione non superiore
a 10 anni, accade che il 55 per cento degli iscritti risulta privo dell'elettorato passivo e non può esprimere propri rappresentanti all'interno del Comitato dei Delegati (ad esempio l'attuale Ministro della Giustizia, come da lui stesso rilevato, non potrebbe come avvocato essere eletto nel Comitato della Cassa di Previdenza!);
una tale enorme discriminazione non è solo secondo l'interrogante palesemente incostituzionale ma è anche disfunzionale poiché viene ad essere penalizzata proprio la rappresentanza dei più giovani ossia di coloro che hanno maggiore interesse all'efficienza, in base alle previsioni attuariali, di buon funzionamento del sistema previdenziale professionale;
i correttivi più delicati ai fini di un corretto equilibrio, in particolare l'introduzione di un sistema misto di finanziamento retributivo-contributivo e di erogazione a ripartizione-capitalizzazione, non possono essere efficacemente rappresentati solo dagli interessi degli insider, a svantaggio degli outsider, proprio perché l'equilibrio dei sistemi previdenziali consiste di per sé nella ricerca dell'equilibrio generazionale;
il regolamento per l'elezione dei legati per la imminente elezione dei delegati alla Cassa Forense, attualmente all'esame del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, mantiene in vita una tale odiosa discriminazione -:
quali misure intenda adottare per evitare il mantenimento di un principio secondo l'interrogante palesemente incostituzionale e gravemente lesivo del buon funzionamento della Cassa Forense e, in generale, della previdenza professionale.
(4-02046)
STUCCHI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Gruppo Siac con una struttura di 570 dipendenti è presente da più di 40 anni con due unità produttive nella provincia di Bergamo, localizzate nella sede principale di Pontirolo Nuovo e lo stabilimento di Osio Sotto;
tale gruppo è specializzato nella progettazione e produzione di posti guida, di cabine complete e componentistica per «macchine movimento terra» e «macchine agricole»;
i maggiori costruttori mondiali si rivolgono a Siac come partner strategico, per soddisfare le loro esigenze in termini di innovazione, affidabilità, qualità e, non ultimo, capacità di fornirli in tutto il mondo;
con la crisi finanziaria internazionale il mercato si è fermato e pertanto si teme che si possano profilare nel medio periodo circa 170 esuberi di personale;
l'azienda ha comunque confermato per gli anni 2009/2010 investimenti per circa otto milioni di euro, ma la struttura in questo biennio potrebbe doversi ridimensionare a circa 400 unità;
la crisi occupazionale trasformerà altri 170 dipendenti del Gruppo Siac e le loro famiglie in ulteriori vittime della grave situazione economica che stiamo attraversando -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto sopra esposto e quali interventi si intendano attivare, al fine di mettere nella condizione le aziende della Provincia di Bergamo, di tutti i comparti industriali, di poter continuare ad operare, garantendo transitoriamente i lavoratori interessati dalla situazione di crisi con adeguati ammortizzatori sociali.
(4-02047)
GIULIETTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
dall'inizio del 2009 sono già 35 i lavoratori morti sul lavoro, 35.764 infortuni con 894 invalidi, fonte: articolo 21;
l'Inail secondo dati statistici calcola come possibili tra i 100/104 infortuni mortali mensili sul lavoro;
a questo dato vanno aggiunti i cosiddetti incidenti in itinere e i decessi che avvengono anche a distanza di mesi dall'infortunio;
a fronte di questa già drammatica situazione, il Governo ha rinviato alcune norme attuative del testo unico sulla sicurezza: articolo 28, comma 1 e comma 2, sulla valutazione dei rischi da stress e data certa del documento di valutazione dei rischi;
altro rinvio riguarda l'invio all'Inail e all'Ipsema dei dati relativi agli infortuni superiori ad un giorno (articolo 18 comma 1); è stato rinviato anche l'articolo 41, comma 3, riferito al divieto delle visite preassuntive;
emergono sempre casi «particolari» quale quello del signor Giorgio Sordini, di Civitanova Marche, vittima di un incidente sul lavoro il 1o febbraio 2008, alla Filotrans di via Guerri, che gli ha causato l'amputazione dell'avampiede sinistro;
a seguito dell'incidente, il Sordini veniva licenziato ancora infortunato in ospedale, perché non più ritenuto idoneo alla mansione di camionista;
inizialmente l'Inail non riconosceva l'infortunio, essendo il Sordini diabetico, imputando alla malattia la necessità dell'amputazione del piede e non al trauma subito sul lavoro;
l'Inail dichiara la sua non competenza sul caso e gira la pratica all'Inps, che dopo opportune verifiche, la rigira all'Inail, dicendo che si tratta di infortunio sul lavoro;
il 24 settembre del 2008, l'Inail riconosce al signor Sordini un risarcimento «una tantum» di soli 461 euro, per 18 giorni, anche se il signor Sordini ha continuato ad inviare certificati fino a settembre 2008;
inoltre, gli hanno riconosciuto un invalidità del 3 per cento su soggetto diabetico, che non dà diritto a rendita mensile, perché dovrebbe essere almeno del 6 per cento;
se Sordini non fosse stato diabetico, l'invalidità sarebbe stata del 30 per cento, quindi con diritto alla rendita mensile;
attualmente il Sordini è senza lavoro, vive con una pensione di invalidità civile, riconosciutagli dall'Inps, di soli 257 euro -:
quali siano le motivazioni per le quali sono state rinviate le norme applicative del testo unico sopra indicate;
quali siano le ragioni per le quali il signor Sordini non ha ottenuto il riconoscimento pieno della sua invalidità permanente.
(4-02051)
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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE
Interrogazione a risposta orale:
RUVOLO. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge n. 112/2008 avente per oggetto: «Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria», convertito dalla legge n. 133/2008, prevede all'articolo 26 lo scioglimento degli enti pubblici con una dotazione organica inferiore alle 50 unità;
con una circolare successiva il Ministero per l'amministrazione pubblica e l'innovazione ha individuato nel 20 novembre la data entro la quale i Ministeri dovevano provvedere al censimento degli enti con meno di 50 dipendenti;
alla data del 20 novembre 2008 sarebbero nove gli enti censiti e per i quali non si è proceduto alla soppressione e tra questi risulterebbe anche la Fondazione Valore Italia -:
quali siano le finalità della suddetta Fondazione, quali attività essa abbia svolto, con quali risorse e con quale dotazione di organico;
se le stesse finalità possano essere svolte dalla pubblica amministrazione o da altri enti pubblici operanti nel settore e se la Fondazione Valore Italia non debba essere ricompresa tra gli enti da sopprimere come previsto dal decreto-legge 112/2008.
(3-00317)
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SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazione a risposta in Commissione:
VIGNALI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in occasione del «I bando Artigiani» emanato ai sensi della legge n. 488 del 1992, sono state inoltrate da parte di piccoli e medi imprenditori centinaia di richieste di contributi per la realizzazione di svariate attività artigiane, con progetti che prevedono investimenti superiori ai contributi richiesti e quindi con un notevole impegno di risorse e con una certa percentuale di rischio;
dall'inizio pratica, secondo la suddetta legge, si avevano a disposizione due anni di tempo per completare tutto il progetto, e quindi ricevere in diverse tranche le erogazioni dei contributi: 50 per cento (I contributo) e 50 per cento meno 10 per cento (II contributo), tramite le diverse banche concessionarie;
la restante somma del 10 per cento, si sarebbe dovuta erogare entro sei mesi dal versamento del II contributo, sulla base dell'emanazione, da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, dei cosiddetti schemi di liquidazione (in base all'articolo 8-bis del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2007, n. 27): la legge infatti, definendo la norma generale, ha demandato ad un successivo decreto ministeriale l'emanazione degli schemi da adottare per la restante somma da erogare;
ad oggi tale decreto non è stato emanato, pur trovandosi da tempo, a detta di funzionari del Ministero, alla firma del Ministro;
senza tale decreto ministeriale le banche concessionarie si trovano nella situazione di non potere procedere con il pagamento dell'ultima parte del contributo, costituendo tale situazione, di fatto una penalizzazione delle piccole e medie imprese artigiane coinvolte e dei rispettivi progetti già iniziati e portati a conclusione;
si precisa, inoltre, che la problematica evidenziata si riferisce esclusivamente al I bando artigianato -:
se il Ministero competente intenda celermente attivarsi per la pubblicazione di tale decreto attuativo al fine di rispondere al reale bisogno di tante aziende che hanno investito consistenti somme di denaro per la realizzazione di progetti, affidandosi ai contributi promessi dalla legge 488 del 1992.
(5-00853)
Interrogazione a risposta scritta:
ARACRI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
è attualmente in discussione alla X Commissione Industria del Senato il disegno di legge n. 1195 (Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia), sulla base del testo già approvato dalla Camera dei deputati (disegno di legge 1441-ter);
il testo suddetto prevede, fra l'altro, il commissariamento dell'Ente per le nuove
tecnologie, l'energia e l'ambiente (ENEA), la soppressione del medesimo e la costituzione del nuovo Ente ENEA, attraverso la ridefinizione degli obiettivi e delle funzioni;
nonostante ciò, la direzione dell'attuale ENEA continua a gestire l'ente sulla base di indirizzi programmatici in larga parte superati, perché non rispondenti alle esigenze del Paese nel settore energetico-ambientale ed alla politica del Governo, e senza limitarsi all'ordinaria amministrazione;
in particolare, dopo l'operazione contrattuale riguardante tutto il personale non dirigente effettuata nel 2007, relativamente al periodo contrattuale 1997-2001, che è stata da più parti giudicata di dubbia legittimità e che, comunque, ha portato ad un contenzioso di migliaia di ricorsi alla magistratura amministrativa, l'Ente ne ha appena varata una seconda, da concludersi in tempi rapidissimi;
la nuova operazione contrattuale è sostanzialmente analoga a quella precedente, in quanto la valutazione sulla professionalità del personale dipende, oltre che da elementi oggettivi (anzianità, risultati scientifici) e dal giudizio dei responsabili diretti, anche da quello di apposite commissioni, designate dalla direzione, che esamineranno detto personale, e questo ultimo giudizio riveste un peso tale da risultare determinante;
la nuova operazione contrattuale, oltretutto, si riferisce agli anni 2002-2005, durante i quali l'organizzazione dell'Ente era diversa e le unità nelle quali esso si articola (attualmente dipartimenti e sezioni ad essi afferenti) erano dirette in larga parte da persone diverse da quelle attuali;
ad avviso dell'interrogante il suddetto metodo di valutazione del personale si può prestare facilmente ad operazioni clientelari, che possono favorire persone vicine all'attuale direzione (e, quindi, che ne condividono i vecchi obiettivi del Governo Prodi), impedendo una chiara identificazione delle responsabilità delle valutazioni, e, pertanto, porterebbe inevitabilmente ad aumentare fortemente il contenzioso;
l'operazione presenta, nel suo complesso, modalità completamente differenti rispetto alle procedure previste dal comparto di contrattazione della ricerca pubblica (in cui l'attuale ENEA è collocato, seppure in un'area separata), dove le progressioni di carriera avvengono attraverso concorsi nazionali aperti agli esterni;
inoltre, l'operazione presenta, nello specifico, anomalie che contrastano con qualsiasi norma tecnico-giuridica del comparto suddetto, quali la progressione di personale tecnico diplomato nel profilo di ricercatore-tecnologo (riservato a personale laureato), e l'esclusione, a mezzo di circolare ufficiale del direttore generale, di personale già oggetto di valutazione e progressione nella già citata precedente operazione relativa al periodo 1998-2001;
infine, l'Ente ha anticipato la valutazione economica dei dirigenti (relativa al contratto 2006-2009), sulla cui legittimità si è già espresso negativamente il collegio sindacale interno -:
se non si ritenga che:
1) il prevedibile aumento della situazione di conflittualità e di mancata valorizzazione delle risorse interne che conseguirebbe all'attuazione della nuova operazione contrattuale, anche a causa delle modalità della sua effettuazione, non creerebbe ulteriori gravi difficoltà al riassetto dell'Ente, ormai urgentissimo, per renderlo pienamente produttivo ed utile per il raggiungimento degli obiettivi programmatici del Governo;
2) la nuova operazione contrattuale rivesta, nella sostanza, il carattere di attività di non ordinaria amministrazione;
3) per i motivi suddetti, tale operazione contrattuale debba essere rinviata ad un momento successivo all'emanazione della legge di riforma dell'Ente e debba essere attuata secondo modalità effettivamente premianti la professionalità del personale
e che identifichino chiaramente i responsabili delle relative valutazioni.
(4-02050)
...
Apposizione di firme a mozioni.
La mozione Soro e altri n. 1-00054, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 27 ottobre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Donadi, Ciriello, Garavini.
La mozione Osvaldo Napoli e altri n. 1-00090, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 12 gennaio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Pagano.
Pubblicazione di un testo riformulato.
Si pubblica il testo riformulato della mozione Laboccetta n. 1-00005, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 8 del 22 maggio 2008.
La Camera,
premesso che:
la città di Napoli, terza città del paese per numero di abitanti, capoluogo regionale e, anche per l'antica funzione di capitale, centro di attrazione culturale, economica, sociale per il Mezzogiorno d'Italia e per le Nazioni che si affacciano nel bacino del Mediterraneo, vive una situazione di drammatica crisi che ha avuto vastissima eco a livello mondiale;
le condizioni di vita della popolazione, come impietosamente evidenziate da recenti ricerche riportate da autorevoli quotidiani, la pongono all'86o posto tra i 103 capoluoghi di provincia, riconoscendole il non invidiabile primato (102o su 103) del peggiore tenore di vita degli abitanti, evidenziando drammaticamente la sua posizione in relazione a ricchezza prodotta, qualità dell'ambiente, servizi della Pubblica Amministrazione, densità demografica, numero di protesti e di insolvenze;
le vicende relative all'incarcerazione di numerosi esponenti dell'Amministrazione comunale, indagati per gravi reati connessi all'esercizio delle funzioni dopo il suicidio di un assessore comunale sottoposto a limitazione della libertà per il coinvolgimento in gravi disordini di piazza, hanno portato alla luce un preoccupante intreccio tra pubblici amministratori, imprenditori ed ambienti malavitosi;
per la necessità di procedere alla sostituzione degli assessori comunali indagati, il comportamento dell'attuale sindaco ha evidenziato inquietanti elementi di degrado anche morale ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, essendo emersi comportamenti altamente riprovevoli come la registrazione, all'insaputa e senza il consenso degli aventi diritto, di conversazioni che dovevano rimanere private e non essere oggetto di captazione ambientale;
l'emergenza rifiuti, solo di recente risoltasi, procurava uno sfregio all'immagine della città, una volta apprezzata per il proprio patrimonio artistico e culturale facendo emergere evidenti vizi dell'attività amministrativa e infiltrazione del crimine organizzato nella vita pubblica in un quadro di preoccupante irresponsabilità politica;
i dati pubblicati dall'Organizzazione mondiale della sanità riguardo alla Campania sono incredibili, parlano di un aumento vertiginoso delle patologie di cancro, con quelle del pancreas, dei polmoni e dei dotti biliari superiori di oltre il 12 per cento alla media nazionale e di un numero di malformazioni fetali addirittura superiori dell'80 per cento;
è più che evidente che, se anche non fossero ascrivibili unicamente al sindaco di Napoli delle responsabilità di carattere logistico circa lo smaltimento di rifiuti, tale figura avrebbe mancato nell'esercizio del suo ufficio in quanto massima
autorità sanitaria locale, ruolo assegnato al primo cittadino dalla legge n. 833 del 1978;
il pregiudizio alla salute della cittadinanza, la corresponsabilità nella cattiva gestione del ciclo dei rifiuti, l'incapacità protratta nel tempo di porre in essere soluzioni efficaci, la pendenza di procedimenti penali a carico di così tanti amministratori, le notizie relative ad altre indagini su presunte irregolarità circa affidamenti di lavori e l'utilizzo improprio di beni e servizi pubblici, rendono urgente e necessario procedere alla rimozione del sindaco della città di Napoli e al conseguente scioglimento del suo Consiglio comunale;
appare necessario procedere alla rimozione di chi ha oggettive responsabilità per tutto quanto sin qui verificatosi e si evidenzia l'urgenza di creare le condizioni per un immediato ritorno alla normalità amministrativa,
impegna il Governo:
a valutare se sussistano i presupposti, ai sensi dell'articolo 142 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 «Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali», per la rimozione del sindaco della città di Napoli per gravi motivi di ordine pubblico e per giungere conseguentemente, ai sensi dell'articolo 53 dello stesso, allo scioglimento del Consiglio comunale;
a riferire sulla questione alla Camera con la massima urgenza.
(1-00005)
«Laboccetta, Bocchino, Paglia, Taglialatela, Moffa, Lehner, De Girolamo, Vessa, Cristaldi, Iapicca, Malgieri, Castiello, Cirielli, Bianconi, Di Caterina, Stasi, Cosenza, Caldoro, Nicolucci, Bellotti, Paolo Russo, Landolfi, Ascierto, Giammanco, Dima, De Angelis, Cesaro, Papa, Raisi».
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ERRATA CORRIGE
Interrogazione a risposta in commissione Grimoldi n. 5-00846 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 115 del 15 gennaio 2009. Alla pagina n. 3757, seconda colonna, alla riga ventinovesima, deve leggersi: «soli fini del decreto legislativo n. 81 del 9 aprile» e non: «soli fini del decreto-legge n. 81 del 9 aprile», come stampato.