XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 14 gennaio 2009

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
il decreto-legge n. 112 del 2008 prevede, all'articolo 81, comma 32, la concessione, ai residenti di cittadinanza italiana che versano in condizione di maggior disagio economico, di una carta acquisti, del valore di 40 euro al mese (cosiddetta social card utilizzabile per il sostegno della spesa alimentare e al pagamento delle bollette energetiche nonché alla forniture di gas, con onere a carico dello Stato;
la carta acquisti viene concessa agli anziani di età superiore o uguale ai 65 anni o ai bambini di età inferiore ai 3 anni (in questo caso il titolare della carta è il genitore) che siano in possesso di particolari requisiti, quali, ad esempio, avere trattamenti pensionistici o assistenziali che, cumulati ai relativi redditi propri, siano di importo inferiore a 6.000 euro all'anno o di importo inferiore a 8.000 euro all'anno, se di età pari o superiore a 70 anni; avere un Isee (indicatore della situazione economica equivalente), in corso di validità, inferiore a 6.000 euro; non essere, da solo o insieme al coniuge, intestatario/i di più di una utenza elettrica, del gas; proprietario/i di più di un autoveicolo o possedere un conto in banca o alle poste non superiore a 15.000 euro; non fruire di vitto assicurato dallo Stato o da altre pubbliche amministrazioni in quanto ricoverato in istituto di cura di lunga degenza o detenuto in istituto di pena;
per l'esiguità dell'importo (40 euro al mese) e l'imprecisione del disegno tecnico, la social card sembra riflettere più il desiderio di cogliere un facile successo di immagine sul Governo precedente che l'intenzione di alleviare significativamente le condizioni dei poveri, anche perché si concentrano le risorse a favore delle famiglie con figli minori di tre anni, là dove, secondo i dati Istat, l'incidenza della povertà tra le famiglie con figli non dipende tanto dall'età dei bambini, ma dal loro numero. Sono povere il 25 per cento delle famiglie con tre o più figli e il 13 per cento di quelle con due figli, contro l'8 per cento delle famiglie con un solo figlio. Le percentuali tendono ad aumentare se il figlio è minore, arrivando al 30 per cento di poveri nel caso di famiglie con tre o più figli;
le modalità ed i requisiti per il rilascio della carta acquisti hanno disegnato un vero e proprio percorso ad ostacoli tra patronati, Caaf, poste, Inps, creando, di fatto, un disagio inutile tra gli aventi diritto, là dove sarebbe stato sicuramente più semplice, diretto, efficace, un trasferimento a somma variabile in funzione dei bisogni di ciascun nucleo familiare e finalizzato a portare tutti i beneficiari al raggiungimento di una soglia minima di reddito, come avviene negli altri Paesi europei;
fino ad ora, secondo i dati forniti dall'Inps, le social card erogate sono state solo 330.000 a fronte di 520.000 domande ricevute, tra cui 140.000 respinte e 50.000 ancora da esaminare, là dove il Governo aveva individuato, all'origine del provvedimento, una platea di 1,3 milioni di beneficiari;
l'attivazione di solo 350 mila carte rispetto alle 1,3 milioni preventivate non può che far rilevare soltanto un'alternativa: o è troppo difficile ottenerla oppure i requisiti richiesti sono tarati male e non individuano esattamente l'area di bisogno;
l'ottenimento della carta non comporta, oltretutto, il suo immediato utilizzo, in quanto per essere caricata occorrono

minimo 2 giorni lavorativi, che molte volte si sono tradotti in tempi più lunghi, creando così un forte disagio a quei cittadini che, convinti di poter utilizzare la carta si sono recati alle casse dei supermercati, vedendosela poi respinta con la dicitura «scarica» -:
quali misure il Governo intenda assumere affinché, di fronte alle difficoltà della procedura nonché dell'utilizzo della social card, gli aventi diritto vengano effettivamente messi nella condizione di ottenere questo aiuto economico, seppur minimo;
quale sia stata fino ad ora la spesa necessaria per attivare, gestire e pubblicizzare l'intera procedura relativa al rilascio della carta acquisti e quali siano le attività commerciali, ripartite per regioni e comuni che abbiano aderito al progetto;
quali siano i dati relativi al complesso delle domande effettuate nonché all'effettivo rilascio della carta acquisiti ripartiti per regioni e comuni, a quante richieste sia stata data risposta negativa e quali siano sia i tempi effettivi di risposta sia quelli di carica e ricarica della carta;
quali misure il Governo intenda assumere per sostenere tutta quella fascia sociale della popolazione che, pur trovandosi in una situazione di disagio economico e sociale estremo, ma non redigendo l'isee, non rientra nella platea dei beneficiari della social card.
(2-00268)
«Livia Turco, Argentin, Binetti, Bossa, Bucchino, Burtone, Calgaro, D'Incecco, Grassi, Lenzi, Miotto, Mosella, Murer, Pedoto, Sbrollini».

Interrogazione a risposta orale:

LANZILLOTTA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
va preso atto delle affermazioni del Presidente di CAI Roberto Colanninno il quale ha dichiarato: a) che dopo quattro anni dalla costituzione della società CAI scadrà l'accordo di lock up tra i soci italiani di CAI e di conseguenza potranno essere cedute ad Air France le rispettive quote con l'effetto di trasferire ad Air France il controllo della società; b) che Air France dopo poche settimane dall'acquisizione da parte di CAI dell'Alitalia ha pagato ai soci privati per il 25 per cento delle azioni un prezzo maggiorato del 14 per cento (pari ad un importo di 40 milioni di euro) rispetto a quello pagato da CAI al Commissario di Alitalia -:
se il Governo fosse a conoscenza ed abbia autorizzato gli accordi tra CAI ed Air France, accettando quindi che la italianità della compagnia, in nome della quale tutta l'operazione è stata condotta, possa venire meno nell'arco di un quinquennio;
se il sovrapprezzo pagato da Air France, configurando evidentemente un premio al venditore a fronte di particolari diritti riconosciuti all'acquirente, implichi che sin d'ora Air France godrà di particolari poteri nella gestione della società, ovvero che esiste già un'opzione di Air France per l'acquisizione del controllo della società;
per quale motivo il sovrapprezzo - cui evidentemente non può corrispondere alcuna valorizzazione della società non ancora operativa al momento della cessione delle quote - non sia stato pagato allo Stato italiano o alla gestione commissariale e se il fatto che esso sia stato invece pagato ai soci privati non configuri un indebito arricchimento da parte di questi ultimi e, al tempo stesso, un danno erariale per lo Stato italiano che potrà essere accertato e sanzionato dalla Corte dei conti;
se il Governo, onde evitare tale conseguenza, non ritenga di intervenire direttamente o tramite il Commissario Fantozzi nei confronti della CAI - che parrebbe aver violato il patto di non cessione di

quote della società che era stato originariamente annunciato - e pretendere che la cessione di parte delle azioni ad Air France sia negoziata direttamente dal Governo italiano e dal Commissario dell'Alitalia, sia per verificare la corrispondenza dei piani di Air France con gli interessi nazionali coinvolti nella gestione della compagnia di bandiera, sia al fine di acquisire al bilancio pubblico il sovrapprezzo sulle azioni già riconosciuto da Air France a CAI nonché l'impegno a riversare allo Stato almeno una quota del capital gain che i soci italiani ricaveranno dalla cessione delle loro azioni alla scadenza del quinquennio.
(3-00311)

Interrogazioni a risposta scritta:

MURGIA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
da quanto si evince da articoli di stampa sembrerebbe che, a seguito della catastrofica alluvione che ha interessato la città di Orosei, in Sardegna, nel mese di novembre 2008, sia crollato il ponte di Sa Minda, situato sulla statale orientale 125;
il crollo del ponte ha causato l'interruzione dei collegamenti tra Orosei e le zone di Cala Liberotto-Cala Ginepro;
pare che i tempi previsti per la ricostruzione del ponte si siano notevolmente allungati a causa di errate valutazioni tecniche dell'ANAS effettuate nel corso del procedimento di ristrutturazione;
secondo alcune valutazioni sembrerebbe che il completamento dell'opera sia previsto non prima del mese di novembre 2009;
l'eccessivo allungamento dei tempi previsti per l'esecuzione dei lavori sarà evidente causa di problemi economici per le attività commerciali, turistiche, agricole ed imprenditoriali;
pare che siano previsti ingenti danni economici per gli operatori turistici che operano in quelle zone; infatti, secondo quanto affermato dall'imprenditore Piero Loi, contitolare della ITI Hotels, una delle più grosse catene alberghiere della Sardegna «...la mancanza di un adeguato collegamento tra Orosei e il comparto di Cala Liberotto-Cala Ginepro comprometterà seriamente tutta la stagione turistica non solo di Orosei ma di mezza provincia. I danni sarebbero incalcolabili, e non solo per noi albergatori ma per tutti gli operatori che dal turismo trovano sostentamento e per le centinaia di dipendenti che vi lavorano. Dai market ai servizi, dai campeggi ai ristoranti senza contare il mercato delle seconde case...»;
la bretella di collegamento che consente soltanto il passaggio delle autovetture, provvisoriamente realizzata in località Fuilè, versa in condizioni disastrose e non è adatta al passaggio dei mezzi pesanti che sono di fondamentale importanza per le attività commerciali, agricole, turistiche ed imprenditoriali in genere -:
quali iniziative di propria competenza intenda adottare affinché sia possibile accelerare il completamento dei lavori di ricostruzione del ponte di Sa Minda;
se non intenda intraprendere iniziative di propria competenza volte alla realizzazione, in tempi brevi, di un ponte provvisorio che consenta il transito dei mezzi pesanti affinché sia possibile ridurre od evitare i disagi e i danni economici che potrebbero, altrimenti, interessare gli operatori dei settori turistici, commerciali, agricoli ed imprenditoriali delle zone indicate in premessa.
(4-02011)

POMPILI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
nella discussione sul pacchetto sicurezza promosso dall'attuale Governo è emersa, al di là di ogni altra valutazione, la volontà di rafforzare il contingente dedicato al controllo del territorio con

l'assunzione di alcune migliaia di unità per le forze di polizia (audizione del Ministro dell'interno dell'11 ottobre 2007);
tutte le forze politiche e tutti i cittadini condividono l'esigenza di rendere più sicuro il territorio anche attraverso un più capillare controllo operato dalle forze dell'ordine;
tuttavia, solo per il servizio di scorta, sin dal 2001 sono stati impegnati circa 6.000 militari e a tutt'oggi non risulta che l'elevato contingente del personale militare adibito al sevizio scorte sia diminuito, nonostante il decreto-legge n. 83 del 6 maggio 2002, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2 luglio 2002 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 157 del 6 luglio 2002) allo scopo di liberare risorse umane nei corpi di polizia, abbia disposto che «per esigenze di carattere eccezionale e temporaneo può essere conferita la qualifica di agente di pubblica sicurezza a conducenti di veicoli in uso ad alte personalità che rivestono incarichi istituzionali di Governo, al fine di consentire lo svolgimento di una più efficace azione di prevenzione e tutela dell'incolumità di tali personalità»;
nel Consiglio dei ministri del 21 maggio 2008 svoltosi a Napoli, nel pacchetto sicurezza è stata inserita una norma che prevede l'assunzione per la difesa di 3.917 effettivi da distribuirsi nelle varie forze armate;
nella Direttiva della Presidenza del Consiglio del 27 febbraio 1998, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'11 aprile 1998, era disposto il rientro presso le amministrazioni di appartenenza del personale in posizione di comando ed in particolare di quello appartenente alle forze di polizia attualmente adibito alla guida di autovetture di servizio, fatti salvi i casi di ineludibili motivi di sicurezza;
nel solo Dicastero dell'economia e delle finanze, sono impiegate alcune centinaia di unità della Guardia di finanza d'ogni ordine e grado, impegnati in mansioni impiegatizie e/o come autista;
si giudica opportuno al fine di rafforzare le politiche per la sicurezza, oltre che avvalersi dei 3.917 futuri effettivi, di riconsiderare le posizioni dei militari dislocati nei ministeri e negli enti pubblici -:
se sia stata già effettuata, e che risultati abbia prodotto, una ricognizione del personale militare finalizzata a verificare se esso sia utilizzato nei compiti istituzionali previsti ovvero ancora in mansioni diverse.
(4-02012)

CAUSI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la ALES Arte Lavoro e Servizi Spa è una società a capitale pubblico partecipata dal Ministero per i beni e le attività culturali e da Italia Lavoro Spa Società funzionale del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, svolge servizi finalizzati alla conservazione, valorizzazione e fruizione dei beni culturali per strutture centrali e periferiche del Ministero per i beni e le attività culturali;
il Ministero per i beni culturali e ambientali nel 1998 partecipò alla costituzione di Ales spa, sottoscrivendone il capitale per un importo equivalente al 30 per cento delle azioni, il rimanente 70 per cento delle azioni venne sottoscritto da Italia Lavoro spa;
la Ales spa nel suo primo quinquennio di attività ha ottenuto dal Ministero per i peni culturali e ambientali, poi Ministero per i beni e le attività culturali, l'affidamento diretto di servizi ai sensi dell'articolo 10 della legge n. 196 del 1997;
la Ales dal 2000 al 2006 ha svolto il monitoraggio degli altri progetti affidati dal Ministero per i beni e le attività culturali ai sensi dell'articolo 10 della

citata legge n. 196 del 1997 ai quali partecipava in ATI, per un valore complessivo di circa 1.800.000 di euro;
nel 2006 e nei due anni successivi la Ales spa ha goduto di affidamenti in house providing, concessi anche considerando che nel frattempo le azioni di Italia Lavoro spa sono state trasferite al Ministero dell'economia e delle finanze, che esercita i diritti dell'azionista su indirizzo del Ministro del lavoro;
i capitolati dei contratti relativi al 2006, 2007 e 2008 sono stati elaborati, su incarico del Ministero per i beni e le attività culturali, da Sviluppo Italia spa, che ha anche condotto il monitoraggio delle attività svolte;
nel corso del 2007 il Ministero per i beni e le attività culturali ha sottoscritto con la Ales spa un'ulteriore convenzione relativa alla fornitura di servizi di supporto tecnico e amministrativo a favore delle strutture periferiche dello stesso Ministero, a totale carico di progetti già finanziati;
Ales ha svolto attività di facility management per la Direzione regionale per BBCC della Campania finanziati dalla Regione, per la realizzazione di eventi culturali e mostre;
nel corso dello stesso 2008 la Ales spa ha elaborato il progetto preliminare «La via dei Vestini», per la realizzazione del quale è stato firmato un protocollo di intesa tra il Ministero per beni e le attività culturali, la Regione Abruzzo, le Province di l'Aquila e Pescara e i Comuni del territorio interessato, che è stato ammesso a prefinanziamento nella riunione del Cipe del 27 marzo 2008;
il valore patrimoniale della Ales spa è nel frattempo cresciuto fino alla cifra di circa 10 milioni di euro, mentre i bilanci d'esercizio evidenziano perdite, accumulate negli ultimi due anni, per circa 2 milioni di euro;
la Ales spa ha circa 430 dipendenti, 360 dei quali già addetti a lavori socialmente utili presso il Ministero per i beni culturali e ambientali;
gli amministratori di Ales spa hanno aperto le procedure di mobilità per tutto il personale in tempi e termini tali da pregiudicare l'acquisizione e l'esecuzione di commesse, e segnatamente di quelle discendenti dalla convenzione sul facility management, alcune delle quali in avanzato stato di progettazione su impulso della Direzione generale per l'archeologia e di diverse Direzioni regionali;
il Ministero per i beni e le attività culturali ha recentemente negato la possibilità di ulteriori affidamenti in house providing a favore di Ales spa;
non è andato a buon fine l'incontro svoltosi presso il Ministero del lavoro in data 4 dicembre 2008 -:
se la precipitosa apertura delle procedure di mobilità abbia determinato un danno al patrimonio aziendale, di cui fa parte a pieno titolo il portafoglio progetti;
quali iniziative intendano prendere gli amministratori di Ales spa per tutelare gli interessi aziendali nell'eventuale prosieguo dell'iter di finanziamento del progetto «La via dei Vestini»;
quali siano i motivi per cui il Ministero per i beni e le attività culturali ha negato la possibilità di ulteriori affidamenti in house providing;
come si intenda gestire la vertenza relativa alla mobilità, anche tenendo conto del paradosso per cui i 360 lavoratori che con l'assunzione presso Ales spa erano usciti da un regime assistenziale a carico dell'INPS in quello stesso regime tornerebbero;
se il Presidente del Consiglio, considerata la posizione del Ministero dell'economia e delle finanze, nella doppia veste di controllante di Italia Lavoro spa e di titolare della quasi totalità delle partecipazioni statali, intenda porre fine all'anomalia per cui il Ministero per i beni e le attività culturali è titolare della partecipazione di Ales spa;
se e come Sviluppo Italia spa, formalmente incaricato della progettazione

degli interventi affidati ad Ales spa, abbia in qualche modo partecipato ad una rimodulazione dei progetti tale da consentire l'ottimizzazione delle risorse, ed in caso contrario come si giustifichi il corrispettivo all'uopo assicurato dal Ministero per i beni e le attività culturali alla stessa Sviluppo Italia spa;
se gli amministratori di Ales spa hanno predisposto un piano di ristrutturazione adeguato al rilancio dell'azienda, o se invece le azioni che intendono mettere in atto mirano soltanto a prolungare un regime semiassistenziale in vista di una successiva liquidazione della società.
(4-02014)

...

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta immediata:

DI PIETRO, DONADI, EVANGELISTI, BORGHESI, BARBATO, CAMBURSANO, CIMADORO, COSTANTINI, DI GIUSEPPE, FAVIA, ANIELLO FORMISANO, GIULIETTI, MESSINA, MISITI, MURA, MONAI, LEOLUCA ORLANDO, PALADINI, PALAGIANO, PALOMBA, PISICCHIO, PORCINO, PIFFARI, RAZZI, ROTA, SCILIPOTI e ZAZZERA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è stata istituita la social card, conosciuta anche come «carta acquisti»;
la carta acquisti, dal valore di 40 euro al mese, è utilizzabile per il sostegno della spesa alimentare e dell'onere per le bollette della luce e del gas; è completamente gratuita e dovrebbe funzionare come una normale carta di pagamento elettronica, come quelle che sono già molto diffuse e in circolazione in Italia, con la differenza che le spese effettuate non vengono addebitate al titolare, ma allo Stato;
le procedure indicate per l'ottenimento della carta in esame da parte dei cittadini aventi diritto sono state dettate con decreto del 16 settembre 2008, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 281 del 1o dicembre 2008;
secondo dati forniti dall'Inps, a fronte della previsione del Governo di 1,3 milioni di aventi diritto, su 520.000 domande ricevute sono state erogate 330.000 social card, 140.000 richieste sono state respinte e 50.000 sono ancora da esaminare;
migliaia di persone rischiano di perdere il bonus di 120 euro rappresentato dalla ricarica iniziale che riguarda i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2008, poiché questo andava utilizzato entro il 31 dicembre 2008;
non mancherebbero poi intoppi relativi ai controlli e al reale utilizzo della card: su 330.000 card effettivamente distribuite finora, solo 200.000 sarebbero state in realtà attivate; circa 100.000 sarebbero poi state bloccate perché prive dei requisiti necessari;
risulta, infatti, come evidenziato da agenzie di stampa e da trasmissioni televisive, che in più del 40 per cento dei casi la card passata alle casse dei supermercati è stata respinta perché non è stata ricaricata tempestivamente;
inoltre, come riportato da diversi organi di stampa nei giorni scorsi, sono state esposte numerose proteste da parte di pensionati che non hanno potuto ritirare la card, nonostante la comunicazione di titolarità avvenuta con lettera del Governo;
a tali proteste si aggiungono quelle relative all'impossibilità di utilizzare la carta acquisti nei negozi di alimentari, nei panifici e nei mercati rionali che non hanno il pos;
è assolutamente necessario chiarire a chi imputare la responsabilità di tali disguidi,

dato che gli stessi patronati, il Caaf, le Poste e l'Inps hanno dichiarato che ci si trova di fronte ad un meccanismo farraginoso ed assai complicato -:
se non intenda intervenire affinché i reali destinatari della card riescano ad ottenere l'assegnazione della stessa, senza perdere il bonus maturato nei mesi precedenti e in modo tale che l'importo economico previsto sia effettivamente utilizzabile, nonché attivarsi immediatamente per chiarire le responsabilità dei disguidi riscontrati al fine di evitare ulteriori disagi ed umiliazioni ai cittadini interessati.
(3-00306)

Interrogazione a risposta immediata in Commissione:

V Commissione:

CORSARO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
Cinecittà holding s.p.a. si contraddistingue per la progressiva dismissione del patrimonio ad esso affidatole e dei compiti previsti per legge; negli ultimi mesi la società ha ceduto Mediaport, la società di esercizio cinematografico e le sue controllate, ha dismesso tutte le partecipazioni in Cinecittà studios, ha incorporato la società di promozione per la promozione del cinema italiano all'estero (Filmitalia);
resta pertanto a giustificare il concetto di holding, l'Istituto Luce e una partecipazione del 10 per cento di Circuito cinema s.p.a.; peraltro l'Istituto Luce possiede l'archivio di immagini e fotografie più grande d'Europa, fa promozione di opere cinematografiche prime e seconde e provvede alla conservazione del patrimonio filmico dello Stato italiano; inoltre è l'unica realtà del gruppo operativa ed in attivo di bilancio -:
quali siano gli intendimenti del Ministro riguardo al destino di Cinecittà holding e se risponda al vero che esiste un progetto di fusione per incorporazione con l'Istituto Luce, ipotesi che potrebbe avere effetti devastanti sui bilanci e sull'efficienza di una realtà storica del cinema italiano.
(5-00839)

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

SCHIRRU, MELIS, MARROCU, CALVISI, FERRANTI, FADDA e PES. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nel corso delle visite periodicamente condotte alla casa circondariale di Buoncammino per valutarne lo stato di efficienza, si erano già potuta constatare le difficili condizioni in cui versa la struttura cagliaritana e si è potuto registrare una situazione di forte affollamento con la presenza di 458 detenuti in una casa circondariale che ne dovrebbe contenere 320;
dei 458 detenuti, 21 sono donne, 92 sono stranieri, 11 sono semiliberi, 47 reclusi in alta sicurezza (di cui 2 sono donne), 173 sono tossicodipendenti e 6 sono condannati all'ergastolo;
le donne detenute sono appunto 21, la maggior parte delle quali sono straniere molto giovani e recluse per problemi di droga. Si registra inoltre la presenza nel carcere di una bambina di 22 mesi, figlia di un extracomunitaria attualmente incinta, arrestata e processata per traffico di droga;
il personale di polizia penitenziaria del carcere di Buoncammino è notevolmente sottodimensionato, consta di un organico di 267 agenti, a cui mancano 57 unità che, cionostante, è chiamato a fronteggiare quotidianamente situazioni straordinarie in condizioni di sicurezza minima;
i problemi di carenza di personale sono ulteriormente aggravati dai numerosi

distacchi e dal fatto che, a personale invariato, spetta alla polizia penitenziaria accompagnare i detenuti alle visite mediche di pronto soccorso, nei luoghi delle indagini e nei diversi tribunali; ciò implica che gli stessi agenti vengano così sottratti alle normali attività di custodia -:
quali iniziative il ministro intenda adottare per risolvere i gravi problemi che affliggono il carcere di Buoncammino e quindi garantire agli operatori del settore penitenziario in servizio presso l'Istituto nonché agli stessi detenuti, condizioni di lavoro e di vita quantomeno dignitose;
se non ritenga, inoltre, necessario valutare l'opportunità di incrementare adeguatamente il personale di Polizia Penitenziaria, almeno coprendo i posti mancanti per distacco.
(5-00837)

LANZILLOTTA e TENAGLIA. - Al Ministro della giustizia, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
il 12 gennaio 2009, sul quotidiano La Repubblica, nell'articolo «Gli occhi del Governo sulla Polizia e i PM» a firma Giuseppe D'Avanzo vengono prospettati inquietanti interrogativi in relazione alle azioni conseguenti il protocollo d'intesa tra i Ministri Brunetta e Alfano sui sistemi informatici della Giustizia;
è peraltro impellente la necessità, anche in armonia con quanto previsto dal Codice dell'Amministrazione Digitale, di procedere comunque nell'automazione dei sistemi informativi della Giustizia al fine di ridurre i tempi della presa in carico e dell'evasione delle pratiche;
è già attivo un centro interforze nel quale vengono comunque già oggi convolgiate le notizie di reato;
le problematiche della sicurezza, pur essendo la sperimentazione oggi già su linee dedicate e quindi ragionevolmente sicura, costituiscono una questione particolarmente delicata e quindi necessitano attenzioni supplementari per quanto riguarda la tutela dei dati sia nella fase di trasmissione che in quella di conservazione -:
quali siano i piani relativi d'intesa di cui sopra e in particolare quali siano le ragioni e le modalità di affidamento in appalto a ditte private esterne all'amministrazione anche per quanto riguarda la conservazione dei dati, così come previsto dall'articolo 10, comma 3, del suddetto protocollo d'intesa;
se siano state previste specifiche misure di sicurezza informatica a tutela della privacy, e, se sì, quali siano i risultati di eventuali test già effettuati per saggiare la sicurezza del sistema;
come sia stato progettato il sistema di monitoraggio dei tempi di attuazione del protocollo e segnatamente per ciò che riguarda le date di scadenza di adempimenti previste dagli articoli 5, 6, 7, 8, 9 e 10;
quali tempi siano previsti per l'emanazione di regolamenti che definiscano univocamente le nuove procedure operative dell'amministrazione conseguenti all'introduzione dei nuovi sistemi informatici.
(5-00838)

BERNARDINI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il signor G.M., di anni 40, detenuto nel carcere di Rossano Calabro, per scontare una pena di nove anni, comminatagli in Scozia, è affetto da malattia hiv e da epatite ed è stato finora visitato solo una volta da un medico;
il detenuto, trasferito nel carcere calabrese alla fine del mese di settembre 2008, proveniente dal carcere di Rebibbia, ha chiesto di essere trasferito nel carcere di Taranto affinché gli anziani genitori, che non hanno la possibilità di recarsi a Rossano Calabro per le loro condizioni fisiche, possano fargli visita; il detenuto da

oltre due mesi ha richiesto la propria cartella clinica per poterla farla avere al suo medico di fiducia senza però ottenere risposta alcuna;
all'inizio del mese di dicembre il detenuto G.M. ha anche chiesto di poter essere visitato da un suo medico di fiducia senza però avere alcuna risposta;
l'interrogante ha visitato a metà del mese di novembre il carcere di Rossano Calabro accompagnata nell'ispezione dal Direttore Dottor Giuseppe Carrà che non ha potuto fare a meno di lamentare la quasi impossibilità di poter svolgere attività trattamentali a causa della carenza d'organico nel Corpo di Polizia penitenziaria (135 agenti rispetto ai 180 necessari), della presenza di un solo educatore, delle complicazioni riscontrate nel passaggio alle Asl della medicina penitenziaria, tutte problematiche difficilmente risolvibili in un istituto dove c'è un'alta percentuale di detenuti in media e alta sicurezza;
ad avviso dell'interrogante, è fortemente dubbio che esistano i presupposti giuridici che giustificano la detenzione di G.M. in tali condizioni fisiche -:
per quale motivo il detenuto G.M. pur essendo affetto da due gravi patologie è stato finora visitato una volta sola dal medico;
perché non gli viene consegnata la cartella clinica;
quali sono i motivi che impediscono il trasferimento del detenuto nel carcere di Taranto dove potrebbe ricevere la visita dei genitori impediti a fare spostamenti;
se intende intervenire per colmare le gravi difficoltà che l'Istituto deve affrontare per far fronte ai suoi compiti istituzionali fra i quali c'è sicuramente quella di un trattamento dei detenuti ispirato a senso di umanità.
(5-00840)

CASSINELLI e SCANDROGLIO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'organico relativo alla attuale competenza del Tribunale di Genova, nel 1965 era composto di 103 magistrati: la pianta organica del Tribunale in allora era composta da 13 Presidenti di sezione e 60 giudici, oltre alla Pretura circondariale di Genova, in allora composta da 30 magistrati;
nell'anno 1999, a seguito della soppressione della Pretura circondariale di Genova, l'organico è stato ulteriormente ridotto al numero di 80 magistrati, numero inferiore alla somma degli organici dei due uffici, palesemente esiguo, pur tenendo conto degli affari attributi alla competenza del Giudice di pace;
l'organico del personale di magistratura del Tribunale di Genova è attualmente costituito da 80 magistrati, di cui: il Presidente del Tribunale, 8 Presidenti di sezione, 1 Presidente sezione lavoro, 1 Presidente Sezione GIP, 1 Presidente aggiunto GIP, 68 giudici, compresi quelli della sezione lavoro;
l'attuale organico dell'ufficio rappresenta l'esito di un costante processo di progressiva riduzione della sua consistenza, attuato, sistematicamente, per far fronte ad esigenze del tutto estranee alle esigenze della «giustizia» ed alla effettiva valutazione del carico del contenzioso esistente sul territorio;
tale progressiva riduzione dell'organico che, nel solo Tribunale di Genova, nell'arco di 40 anni, è passato da 13 Presidenti a 11 Presidenti di sezione e da 60 a 40 giudici, è stata ben più consistente (circa 1/3) della progressiva riduzione della popolazione che non ha neppure raggiunto la misura di 1/5;
l'impoverimento dell'organico della magistratura del Tribunale, appare preoccupante sotto il profilo dell'eccessiva mole di lavoro a carico degli uffici, della corretta amministrazione della giustizia, e del

procrastinarsi dei tempi processuali, necessari per la definizione di un «giusto processo» -:
in tale situazione, quali procedure intenda adottare il Governo, al fine di consentire l'ampliamento della pianta organica della magistratura presso il Tribunale di Genova, in misura congrua rispetto al numero dei processi in essere.
(5-00842)

Interrogazione a risposta scritta:

SCHIRRU, MELIS, FERRANTI e MARROCU. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in occasione dell'ultima visita alla casa circondariale di Buoncammino a Cagliari, si è potuta verificare la presenza nel carcere di una bambina di 22 mesi, figlia di un'extracomunitaria attualmente incinta, arrestata e processata per traffico di droga;
risulta che la detenuta fosse precedentemente ospitata presso una struttura di accoglienza gestita dalle suore ubicata a Serramanna, ma che forse per difficoltà di comunicazione ed integrazione con le altre conviventi e dopo un diverbio con una di esse, la madre e la piccola sono state rispedite in carcere verosimilmente in attesa di nuova struttura di accoglienza;
progettato per accogliere 320 detenuti, le presenze sono a quota 458 e gli agenti penitenziari sono perciò costretti a turni massacranti. Secondo quanto sostenuto dal Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), a Buoncammino si è ormai arrivati ai livelli del periodo pre-indulto, per cui, con troppi detenuti e pochi agenti si è costretti a ridurre i posti di servizio, venendo meno in alcuni casi anche la sicurezza dell'istituto. L'ingresso in un simile istituto di pena, dove peraltro le condizioni di vivibilità sono inaccettabili non solo per le detenute e i detenuti adulti, ma anche per gli agenti di Polizia penitenziaria, è inaccettabile per una bambina innocente di appena 22 mesi;
la legge sulle «Misure alternative alla detenzione a tutela del rapporto tra detenute e figli minori», n. 40 del 2001, voluta dall'allora Ministro per le pari opportunità, Anna Finocchiaro, prospetta una serie di misure volte a evitare la pena detentiva all'interno delle strutture carcerarie alle donne con figli minori di 10 anni (e di conseguenza ai propri bambini sotto i tre anni). Tutte le detenute possono oggi usufruire del provvedimento, anche se hanno compiuto reati gravi, ad alcune condizioni: principalmente che abbiano scontato un terzo della pena e che, nei casi di ergastolo, abbiano scontato almeno 15 anni. Fra le condizioni di ammissione alle misure, in particolare, vi è la non sussistenza di un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti, condizione questa che mal si adatta ad un tipo di reati come quelli connessi all'uso di sostanze stupefacenti e alla prostituzione, che tipicamente presentano un alto tasso di recidiva e di cui sono incriminate la maggior parte delle detenute-madri;
più in generale purtroppo la normativa è stata largamente disapplicata e presenta dei limiti nell'accesso ai benefici soprattutto per chi è in attesa di giudizio; in particolare, le mamme straniere, non avendo spesso un'abitazione dove scontare gli arresti domiciliari, sono costrette a tenere i bambini nelle strutture di detenzione fino al compimento del terzo anno di età, poi soffrire di un ulteriore trauma che è quello della separazione -:
se sia a conoscenza dell'episodio avvenuto nella struttura d'accoglienza e, in coerenza con quanto affermato: «mai più bambini in carcere», risolvere urgentemente il trasferimento presso un centro di accoglienza adeguato alla vita e alle esigenze della bambina;
che cosa intenda fare perché, con urgenza, si eviti ai bambini di essere reclusi, costretti a fare i conti con le celle strette, le sbarre alle finestre, i cancelli che

si aprono e chiudono e affinché si provveda alla predisposizione di strutture idonee che evitino ai bambini di finire e sottostare ai ritmi del carcere.
(4-02009)

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INTERNO

Interrogazione a risposta orale:

GARAVINI, BOSSA, MARCHI e LARATTA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso ha denunciato in questi giorni infiltrazioni mafiose nel network Facebook, una delle comunità virtuali più importanti anche in Italia;
su Facebook in questi giorni stanno spuntando diversi cosiddetti «fans club» di boss mafiosi come Totò Riina o Bernardo Provenzano -:
se il Ministero dell'interno sia consapevole del pericolo che la mafia usi sempre di più i mezzi moderni della comunicazione, nello specifico delle popolari comunità virtuali, per scopi propagandistici e per crearsi le basi per i suoi affari criminali;
che cosa faccia per contrastare questo pericolo;
se vengano monitorate sistematicamente le infiltrazioni mafiose in comunità virtuali e più in generale su internet e, se sì, quali siano i risultati riscontrati;
se siano previste unità specializzate all'interno della Direzione investigativa antimafia che si occupano specificatamente di infiltrazioni mafiose su internet;
se intenda per il futuro potenziarle.
(3-00304)

Interrogazioni a risposta scritta:

MIGLIOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il territorio della Comunità Montana del Frignano di cui Pavullo è la cittadina principale comprende i Comuni di: Fanano, Fiumalbo, Lama Mocogno, Montecreto, Sestola, Pievepelago, Palagano, Polinago, Riolunato, Serramazzoni, con una popolazione residente di oltre 40 mila abitanti di cui 17 mila nel solo Comune di Pavullo del Frignano;
nel 1974 è stato chiuso il Commissariato di Pubblica Sicurezza, sostituito con l'apertura di un distaccamento di Polizia Stradale che opera oltre che nei Comuni sopra citati anche nei Comuni di Montese, Zocca, Guiglia, Frassinoro, Montefiorino, Prignano;
il distaccamento, come denunciato a più riprese dalle organizzazioni sindacali, lamenta la mancanza di mezzi idonei per lo svolgimento della propria attività così come si denuncia nella stampa locale l'ipotesi di chiusura definitiva del distaccamento;
le istituzioni locali (Comuni, Comunità montana, Provincia di Modena), le associazioni sindacali e di categoria hanno a più riprese espresso una forte preoccupazione per quest'eventualità che priverebbe il territorio di una presenza significativa che risponde a una domanda crescente di sicurezza;
nel luglio 2008 è stato sottoscritto un rinnovato patto della sicurezza tra le istituzioni modenesi e il governo centrale che prevede un rafforzamento della presenza delle Forze dell'Ordine in tutto il territorio provinciale compreso il territorio della Comunità Montana del Frignano interessata anch'essa da fenomeni di criminalità -:
quali iniziative intenda adottare il Ministro per continuare a garantire la presenza del distaccamento della Polizia Stradale con sede a Pavullo nel Frignano.
(4-02008)

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della Giustizia. - Per sapere - premesso che:
una serie di intimidazioni ed attentati a catena, omicidi e scomparse stanno facendo ripiombare il territorio vibonese sotto l'incubo;
il lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura ed il coraggio di alcuni testimoni di giustizia hanno portato negli istituti penitenziari molti dei noti uomini dei clan malavitosi di quella provincia: Mancuso, Lo Bianco, Fiarè, Bonavota, La Rosa ed altri;
tuttavia sembra che le «giovani leve» tendano ad impadronirsi del territorio con spregiudicatezza ed espandendo terrore e preoccupazione tra commercianti, imprenditori, professionisti ed amministratori pubblici;
negli ultimi giorni un attentato esplosivo è stato fatto ai danni della macchina del Sindaco del comune di Arena, Giosuele Schinella; è stata bruciata l'automobile dell'Assessore ai lavori pubblici del comune di Limbadi, Francesco Laureana; a Mileto un attentato incendiario ha distrutto il container della ditta «Geco», che sta eseguendo i lavori per la realizzazione del nuovo Episcopio; sono state rinvenute tre cartucce nel cantiere dell'impresa «Cooper Poro Edile» di Rombiolo, appaltatrice dei lavori per la costruzione della Casa del clero;
durante i giorni delle festività natalizie, nel pieno centro della città di Vibo Valentia, è stato fatto saltare il negozio di ottica Lory; a Pizzo è stata fatta esplodere una bomba contro il negozio del fratello di un testimone di Giustizia; a Ricadi è stato fatto un attentato contro il Palazzo municipale e, nel mese di novembre 2008, contro l'abitazione di Franco Saragò, Presidente del locale Circolo di Legamebiente;
circa un mese fa, in Arena, comune dove è avvenuto il già richiamato attentato ai danni dell'automobile del primo cittadino, è stato perpetrato un altro atto intimidatorio ai danni dell'imprenditore, Ciccio Gerace, che sta realizzando i lavori di ammodernamento del locale Palazzo municipale;
il territorio vibonese è, altresì, rimbalzato sulle cronache nazionali per la barbara vicenda che nella notte di capodanno ultimo scorso ha visto il 24 enne Cristian Galati di Filadelfia, picchiato, legato ad un albero e bruciato vivo; il giovane Cristian, peraltro, è fratello del ventenne Valentino, scomparso nel dicembre 2006, e che sembra essere stato vittima di «lupara bianca» come numerose altre persone della stessa provincia vibonese;
non ultima anche la sparizione di Michele Penna di Stefanaconi, avvenuta nel mese di ottobre 2008;
il 29 dicembre 2008 è stato trovato, nelle campagne di San Calogero, sempre nel vibonese, il cadavere del pensionato, Davide Caprino, ucciso con un colpo di arma da fuoco;
in aggiunta a tutti i citati eventi delittuosi ed intimidatori, la provincia di Vibo Valentia ha registrato casi di malasanità che hanno portato alla morte di giovani vittime, tra le quali Federica Monteleone ed Eva Ruscio;
sempre il territorio vibonese è stato soggiogato da eventi calamitosi, con conseguenti danni che a tutt'oggi mancano sia degli adeguati interventi di ripristino e risarcitori, nonché dell'individuazione dei responsabili del dissesto idrogeologico che ha provocato i danni stessi -:
se non ritengano necessario ed urgente attenzionare, per le parti di competenza, la tematica della sicurezza nella provincia di Vibo Valentia, anche con misure di presidi militari ed adeguamenti degli organici delle forze dell'ordine e della magistratura al fine di potenziare le necessarie attività di controllo e di indagine.
(4-02013)

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

FEDRIGA. - Al Ministro del lavoro della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nella giornata di ieri, a Trieste, si è verificato un altro tragico episodio di «morte bianca»: nello stabilimento siderurgico Ferriera del gruppo Severstal-Lucchini: un operaio di 37 anni addetto alla manutenzione è morto stritolato negli ingranaggi di una gru in movimento;
secondo una prima ricostruzione dei fatti si apprende che l'operaio è salito fino alla piattaforma della gru alta oltre 20 metri per lubrificare con un particolare apparecchio gli organi di trasmissione al fine di evitare improvvisi blocchi dei sollevatori utilizzati per scaricare il carbone egli altri minerali dalla stiva delle navi, mentre il gruista che ha dato il via alla manovra si trovava in cabina a sedici metri da terra e ognuno lavorava per conto suo: non c'erano né radio né altri strumenti per comunicare tra di loro e sapere l'uno cosa stesse facendo l'altro in quel momento;
immediatamente i dipendenti hanno proclamato per oggi otto ore di sciopero, per manifestare rabbia e sconcerto per quanto accaduto, ma arche per denunciare gli impianti fatiscenti ed il clima di terrore instauratosi nello stabilimento ove - dicono - si pensa solo alla produzione e poco al valore della vita umana;
detto episodio di infortunio mortale non è il primo all'interno dello stabilimento di Servola e purtroppo - sic stantibus - si teme non possa essere neanche l'ultimo. Il 21 dicembre 2001, un ventunenne, rimase gravemente ustionato a un braccio e al collo dai gas prodotti dall'altoforno durante la lavorazione della ghisa. Gravi ustioni anche per Roberto Loy, 28 anni, travolto da una colata di ghisa fusa nel febbraio del 2002 e, più di recente, per Roberto Micolaucih, 33 anni, investito nel dicembre 2003 da una fiammata mentre, in sella ad una motopala, effettuava la pulizia del collettore nel quale confluiscono i residui di grafite provenienti dai siluri appena svuotati dalla grafite. E ancora, nel dicembre del 2002, un operaio di 23 anni, Claudio Casaburi, addetto alle macchine dei forni della cokeria, era stato investito la vigilia di Natale da un carrello in movimento, che ha per schiacciare il corpo del giovane contro un tubo di pressione: è spirato dopo tre giorni di agonia. Stessa tragica fine appena un anno prima per Paolo Serri, di 38 anni, rimasto stritolato dagli ingranaggi del nastro che trasporta i minerali dentro all'altoforno e nel novembre del 2000 per l'operaio venticinquenne, Lirim Nevzatin, il cui corpo era finito sotto gli ingranaggi del nastro trasportatore del carbone; i suoi resti addirittura vennero ritrovati otto giorni dopo l'infortunio in una buca tra i residui del minerale;
da quasi due anni è operativo alla Ferriera un tavolo di lavoro fra proprietà, sindacati, Azienda sanitaria ed Inail, nell'ambito del protocollo d'intesa per la sicurezza siglato il 20 aprile 2006 che, tra le azioni, avrebbe previsto l'effettuazione di audit congiunti azienda-sindacato sulla sicurezza relativi ad ogni singolo reparto-:
quali siano gli intendimenti del Ministro sull'opportunità di adottare iniziative di propria competenza in merito alla vicenda per verificare eventuali deficit procedurali in materia di sicurezza sul lavoro e valutare l'eventuale necessità di predisporre, in raccordo con i soggetti preposti ad attività di prevenzione, un piano di verifiche mirate al monitoraggio continuo del rispetto della normativa in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro da parte delle imprese, partendo da quelle considerate più a rischio per il numero di infortuni mortali registrati, come la Ferriera di cui in premessa.
(5-00841)

Interrogazione a risposta scritta:

CRISTALDI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo del 2 febbraio 2001, n. 31, disciplina la direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano e che tale direttiva deve essere osservata da tutti gli enti gestori, siano essi pubblici che privati;
nel territorio di Mazara del Vallo (Trapani) i risultati delle analisi dell'ARPA (Azienda Regionale Protezione Ambiente) hanno registrato sull'acqua in distribuzione concentrazioni di nitrati al di sopra della soglia ammissibile prevista dallo stesso decreto legislativo n. 31 del 2001;
dal giorno delle analisi dell'ARPA ad oggi non si sono registrate diminuzioni della concentrazione dei nitrati, anzi in certi periodi dell'anno (le analisi dell'AUSL n. 9 della provincia di Trapani lo dimostrano) la concentrazione dell'azoto nitrico ha raggiunto valori proibitivi compresi tra 100 e 120 mg/l;
il comune di Mazara del Vallo, per raggirare l'ostacolo, si è adoperato per superare quanto previsto dalle norme in vigore chiedendo ed ottenendo che l'Assessorato regionale preposto procedesse ad una deroga delle norme disciplinanti la materia, cosicché piuttosto che procedere ad azioni tendenti ad eliminare la causa di non potabilità, l'Assessorato regionale competente ha autorizzato la distribuzione dell'acqua proveniente dai pozzi di «Ramisella» (località in territorio di Mazara del Vallo) con concentrazione dei nitrati sino a 90 mg./l;
in sostanza, un giorno prima della deroga il campione risultava assolutamente inquinato ed il giorno successivo alla deroga, la stessa acqua risultava completamente idonea al consumo umano, dunque potabilissima;
il comune di Mazara del Vallo, nella sua atipica azione, ha ricercato nuove fonti idriche che hanno già prodotto la trivellazione di nuovi pozzi in Contrada «Fiumara» per poter procedere alla miscelazione dei pozzi di «Ramisella» con i nuovi pozzi di «Fiumara», con il tentativo di ridurre la concentrazione dei nitrati. Nel giugno del 2008, durante la fase di trivellazione dei pozzi «Fiumara», le Autorità competenti, viste le analisi del pozzo n. 1 di «Ramisella» hanno predisposto la chiusura dello stesso pozzo per eccesso di nitrati, con valori pari a 161 mg./l. In sostanza, il pozzo n. 1 nel giro di due anni ha fatto registrare un aumento della concentrazione in nitrati pari a 0,45 mg./l al mese. Se tutto questo si verificasse anche per i pozzi n. 2 e n. 3, ci troveremmo con il nemico nitrato nelle falde, il quale chimicamente concentrato si presenterebbe ancor più aggressivo per la salute -:
di quali elementi dispongano con riferimento alla reale situazione della potabilità dell'acqua distribuita ai Mazaresi nonché se siano rispettate tutte le disposizioni in tema di deroghe alla potabilità dell'acqua prescritta dalla vigente normativa, con particolare riferimento a quanto stabilito dall'articolo 13 del decreto legislativo n. 31 del 2001.
(4-02015)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazioni a risposta immediata:

COTA, LUCIANO DUSSIN, DAL LAGO, REGUZZONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOGLIATO, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIBELLI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LUSSANA, MACCANTI, LAURA

MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SALVINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la salvaguardia del sistema agroalimentare italiano e delle sue produzioni di qualità costituisce uno degli obiettivi fondamentali dell'azione di Governo;
la difesa del made in Italy agroalimentare - secondo le affermazioni del Ministro interrogato - passa attraverso la cosiddetta «tolleranza zero»;
occorre dare certezze non solo agli imprenditori agricoli ed agroalimentari italiani, in particolare a quelli del Nord Italia, ma anche e soprattutto al consumatore, sempre più esigente e desideroso del rispetto del suo diritto di scelta -:
quali siano i risultati dell'attività di controllo svolta dai diversi organi che fanno capo al ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali nel corso dell'anno 2008 e l'indicazione degli obiettivi e delle priorità per la stessa attività di controllo per l'anno 2009 e, in particolare, quali siano le risultanze e gli obiettivi dell'attività di controllo in relazione ai prodotti, soprattutto di provenienza extracomunitaria, contraffatti, ovvero non rispondenti agli standard qualitativi europei.
(3-00307)

OLIVERIO, ZUCCHI, SERENI, BRESSA, QUARTIANI, GIACHETTI, AGOSTINI, BRANDOLINI, MARCO CARRA, CENNI, CUOMO, DAL MORO, FIORIO, LUSETTI, MARROCU, MARIO PEPE (PD), SANI, SERVODIO e TRAPPOLINO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
con il negoziato sulla riforma della politica agricola dei Ministri dell'agricoltura dell'Unione europea, l'Italia ha ottenuto un aumento della quota di produzione del latte del 5 per cento e un incremento di produzione di un ulteriore 1 per cento per effetto della revisione del sistema di calcolo della materia grassa nel regime delle quote. Complessivamente l'Italia, a partire dal 1o aprile 2009, data di inizio della nuova campagna lattiera, potrà usufruire di un aumento di produzione di circa 620 mila tonnellate;
l'esito dei lavori di Bruxelles aggiunge poco all'impianto proposto a suo tempo dalla Commissione europea e ha delle implicazioni rilevanti che richiedono risposte immediate ed efficaci. L'ampliamento delle quote del 5 per cento è pari a quanto ottenuto da tutti gli altri partner europei. Il nuovo tetto di produzione per l'Italia sarà raggiunto dal 2009. Tale misura è stata concessa con un preciso obiettivo: stabilizzare il mercato, sanando le irregolarità di cui sono stati protagonisti alcuni produttori italiani (una modesta minoranza);
il Ministro interrogato, a chiusura del negoziato, ha dichiarato di voler assegnare le quote latte addizionali «in via prioritaria a quei produttori che siano stati responsabili del superamento della quota nazionale di latte», con il rischio evidente, secondo gli interroganti, di premiare quei produttori che fino ad oggi hanno trasgredito le regole, beffando quelli che, invece, le hanno rispettate, mettendo a rischio, in alcuni momenti, la sopravvivenza stessa delle proprie aziende;
l'aumento ottenuto rende concreta l'ipotesi di venire incontro all'esigenza di una definitiva regolarizzazione delle posizioni. È importante che tale obiettivo si realizzi in un quadro di omogeneità tra i produttori che hanno sempre rispettato le regole e quelli che solo adesso decidono di uniformarsi a quanto stabilito dalle legge n. 119 del 2003;
è indispensabile concedere una rateizzazione equa e definita nel tempo delle multe pregresse (pre-2001), nonché una completa e rapida regolarizzazione delle posizioni rispetto alle multe 2002-2007, compatibile con il regime comunitario sugli aiuti di Stato;

la campagna di commercializzazione inizia ad aprile 2009 e il Ministro interrogato si è impegnato il 17 dicembre 2008 a regolare, entro la metà del mese di gennaio 2009, le modalità e i termini di assegnazione delle ulteriori quote latte -:
quali interventi il Ministro interrogato intenda assumere per assicurare piena tutela ai produttori in regola e un'equa distribuzione dell'aumento di produzione, condizionando l'accesso alle nuove quote al pagamento delle multe da parte dei produttori responsabili del superamento della quota nazionale, nel rispetto della legge n. 119 del 2003.
(3-00308)

RUVOLO, DELFINO, VIETTI, COMPAGNON, CICCANTI, NARO e VOLONTÈ. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la mancata emanazione, nei provvedimenti di fine anno, della norma interpretativa sull'esclusione dall'ici dei fabbricati in possesso dei requisiti di ruralità, sta creando notevoli disagi alle centinaia di migliaia di coltivatori diretti e a tutte le cooperative agricole;
secondo le organizzazioni di settore, diversi comuni hanno già iniziato, infatti, ad intraprendere azioni di recupero con appositi avvisi di accertamento, anche per le annualità pregresse, in palese violazione dei principi di buona fede e legittimo affidamento dei contribuenti;
nel contesto economico attuale chiedere al settore agricolo di sopportare un prelievo iniquo (come ammesso dallo stesso Esecutivo, rispondendo ad un'apposita interrogazione a risposta immediata in Assemblea nella seduta dell'8 ottobre 2008) ed oneroso fa assumere alla misura un carattere particolarmente penalizzante per il comparto -:
se non ritenga di intervenire per sollecitare l'emanazione in tempi rapidi di una norma esplicativa che chiarisca in maniera definitiva l'esclusione dei fabbricati rurali dall'applicazione dell'ici, anche per evitare il sorgere, già preannunciato, di un oneroso contenzioso amministrativo e tributario da parte delle organizzazione del settore e dai singoli interessati.
(3-00309)

CICCHITTO, BOCCHINO, PAOLO RUSSO e BALDELLI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
vaste operazioni compiute dalle forze dell'ordine hanno messo in luce l'ampio ed inquietante fenomeno delle adulterazioni e delle frodi commerciali nel campo dei prodotti alimentari che non solo mettono a rischio la salute dei cittadini ma indeboliscono anche il sistema delle produzioni di qualità del nostro Paese. Negli ultimi mesi la cronaca ha registrato vicende come quelle degli ingenti sequestri di pesce avariato e posto in vendita come fresco, delle conserve di pomodori addirittura scadute da oltre 10 anni e pur utilizzate da ristoratori senza scrupoli, del latte alla melamina, dei formaggi e delle mozzarelle prodotti attraverso l'impiego di latte avariato;
il fenomeno si accompagna troppo spesso anche a falsificazioni dei prodotti a marchio e di eccellenza del nostro Paese, alimentando un mercato parallelo e scadente nazionale e persino internazionale a tutto detrimento del vero made in Italy e dell'export italiano -:
quali ulteriori misure si intendano adottare per prevenire e reprimere le frodi, le adulterazioni e le distorsioni nel campo della commercializzazione dei beni alimentari, al fine di assicurare la tracciabilità assoluta dei prodotti, garantire la tutela della salute dei consumatori e salvaguardare i legittimi interessi degli operatori economici onesti.
(3-00310)

RAPPORTI CON IL PARLAMENTO

Interrogazione a risposta immediata:

ZELLER. - Al Ministro per i rapporti con il Parlamento. - Per sapere - premesso che:
in relazione all'elezione del consigliere del Popolo della libertà Minniti alla vicepresidenza del consiglio provinciale di Bolzano, il Ministro degli affari esteri Frattini, in dichiarazioni e interviste apparse sui quotidiani, ebbe ad affermare: «O la Svp torna sui propri passi e sceglie un altro vicepresidente del consiglio provinciale, oppure può scordarsi qualsiasi tipo di collaborazione con Palazzo Chigi» e che «altrimenti» il Governo avrebbe iniziato a «bloccare ogni tematica che riguarda l'Alto Adige, a cominciare dalla nomina del sovrintendente scolastico italiano»;
tali dichiarazioni hanno evidenziato, ad avviso dell'interrogante, la volontà, grave e senza precedenti, di un Ministro della Repubblica di intromettersi nella vita istituzionale e nella autonomia della provincia di Bolzano;
ciò in relazione ad una scelta istituzionale compiuta dal consiglio provinciale di Bolzano - la cui maggioranza ha eletto alla vicepresidenza un esponente del Popolo della libertà, il quale ha dichiarato di aver votato contro la giunta provinciale - e non di un atto che sia possibile ricondurre alle responsabilità politiche della giunta;
la provincia autonoma di Bolzano è in attesa, da tempo e sotto diversi profili operativi, dell'intesa con il Governo nazionale per procedere a nomine rilevanti nell'ambito dell'autonomia speciale;
le affermazioni del Ministro degli affari esteri suscitano notevoli perplessità e preoccupazione, in particolare in considerazione dello statuto di autonomia della provincia di Bolzano, nonché in relazione agli intendimenti manifestati in varie occasioni dal Governo circa il processo di riforma in senso federalista -:
quali siano gli indirizzi che il Governo intende determinare nei rapporti con la provincia autonoma di Bolzano, in riferimento al ruolo istituzionale e politico delle autonomie speciali e, più in generale, all'introduzione in Italia del federalismo.
(3-00305)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:

QUARTIANI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
una delle cinque condotte del gasdotto Transmed, proveniente dall'Algeria, da notizie di stampa risulta essere andata fuori uso il 19 dicembre 2008 danneggiata a seguito di un incidente navale;
la notizia è apparsa incidentalmente solo il 7 gennaio 2009, quando il riferimento era contenuto nelle premesse del decreto del Ministro dello sviluppo economico riguardante le importazioni di gas a seguito della crisi Russia-Ucraina;
risulta inoltre che il 9 gennaio 2009 una delibera approvata dall'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas recepiva una richiesta di Snam Rete Gas di trasferire al punto di Gela la capacità di trasporto conferita al punto di entrata di Mazara del Vallo «che non risultava più utilizzabile per effetto della ridotta disponibilità del sistema TTPC/TMPC»;
in sostanza il gasdotto dalla Libia dal 9 gennaio sopperisce alla capacità mancante dal Transmed, le cui condizioni di funzionamento a piena capacità non è dato conoscere quando possano essere ristabilite;
il Paese è stato allertato sul tema degli approvvigionamenti di gas naturale e

più voci si sono levate a rassicurarlo, benché più volte il Comitato di emergenza e monitoraggio si sia riunito negli ultimi giorni e settimane;
senza notizie adeguate non è dato conoscere quale sia l'esatta portata dell'incidente accaduto e la conseguente quantità di gas naturale venuta a mancare; per sopperire alla citata è presumibile siano intervenute quote di gas stoccate e prelevate tramite l'utilizzo di una equivalente modulazione aggiuntiva a quella quantità già «pescata» per la mancanza del gas russo;
nessuna fonte ufficiale del Governo ha dato conto dell'accaduto, salvo riferimenti generici di cui ai punti precedenti -:
quali siano stati gli interventi e le azioni intraprese dal Governo al fine di garantire il ripristino della fornitura di gas dal Gasdotto Transmed, ed eventualmente quali siano gli interventi previsti in futuro, nonché di quanto siano state intaccate le scorte immagazzinate dal sistema di stoccaggio italiano di gas naturale, al fine di definire con certezza le disponibilità di gas stoccato restanti per far fronte all'attesa di un eventuale utilizzo delle riserve a fronte di ripercussioni dovute a emergenze allo stato non prevedibili di pronunciata rilevanza.
(4-02010)