Allegato B
Seduta n. 94 del 27/11/2008

TESTO AGGIORNATO ALL'11 GIUGNO 2012

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

CAPARINI e FEDRIGA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nel marzo del 2003 la Brandt Italia acquisisce in amministrazione straordinaria da Ocean il ramo d'azienda del sito di Verolanuova (Brescia). Nel contratto è chiaramente esplicitato che «condizione necessaria per la validità dell'acquisizione è l'ottenimento dei benefici previsti dal decreto Maroni» (valutati in euro 8,5 milioni circa);
il 12 settembre del 2007 con sentenza il Tribunale di primo grado di Lussemburgo ha condannato il Governo a recuperare gli «aiuti» dati a causa del decreto specificando che il compito di individuare il beneficiario spetta al Governo stesso e sottolineando che «non necessariamente il reale beneficiario è colui che fisicamente ne è il destinatario ma piuttosto colui che gode del reale vantaggio economico»;
dopo vari incontri tra Brandt Italia e i rappresentanti del Governo precedente, su sollecito di quest'ultimo, la società ha negoziato con l'Amministrazione straordinaria il pagamento del 50 per cento del debito (ad oggi, interessi compresi e costi di riscossione per Equitalia - euro 433.000,00 per i soli diritti di riscossione - il totale supera i 10 milioni di euro) dando assicurazioni per la continuità dell'azienda. Tale accordo è in fase di stesura finale (è prevista una fidejussione bancaria da parte di Brandt per una somma di pari importo a garanzia del rispetto degli accordi presi);
nel giugno del 2008 l'amministratore delegato di Brandt Italia Cortesi ha incontrato la Direzione Generale dell'INPS per definire i dettagli di un eventuale pagamento rateizzato;
all'interrogante risulta che ci possa essere una eccezione della Comunità europea per la concessione della rateizzazione;
l'esborso immediato di 10 milioni di euro da parte di Brandt Italia, anche tenendo conto del supporto dell'Amministrazione Straordinaria, non sarebbe finanziariamente sostenibile e pregiudicherebbe la continuità dell'Azienda e i suoi circa 600 lavoratori (circa 1.000 se si considera l'indotto) -:
se il ministro ritenga possibile farsi parte in causa per la richiesta di rateizzazione dei debiti previdenziali;
se non sia quindi opportuno e quanto mai necessario dare seguito alla sentenza del Tribunale di primo grado del 12 settembre 2007.
(5-00693)

Interrogazioni a risposta scritta:

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano Il Messaggero nella sua edizione del 25 novembre 2008 ha pubblicato una lunga e dettagliata inchiesta del giornalista Vittorio Buongiorno, dal titolo «Aspetto l'ecodoppler da febbraio, ma all'ASL hanno rubato le sonde»;

nell'articolo si racconta che il signor Raffaele S., sessantenne di Arce (Frosinone) aveva necessità di sottoporsi a un ecodoppler cardiaco «riposo-dopo sforzo». «Ho fatto la richiesta nel febbraio scorso, mi hanno fissato un appuntamento all'ospedale di Sora per il maggio 2008. La verità è che sto ancora aspettando di sottopormi all'esame»;
secondo la cronaca del Messaggero risulta che la richiesta sia stata fatta al Centro unico di prenotazione di Sora il 13 febbraio 2008: «Mi hanno dato appuntamento per il 28 maggio scorso. Ma il giorno precedente, cioè il 27 maggio, sono stato contattato telefonicamente e mi hanno avvisato che il macchinario era rotto e che dunque non era possibile fare l'esame. Mi hanno detto che mi avrebbero ricontattato al momento debito, la verità è che ad oggi sono ancora in attesa di una risposta. Premetto che era un controllo in soggetto sottoposto a Angioplastica coronarica transluminale percutanea». Insomma un paziente con problemi cardiocircolatori seri che dunque necessitava di un controllo a breve scadenza. Al contrario, le settimane sono passate e nessuno si è fatto vivo. «A fine giugno sono andato a chiedere spiegazioni», racconta il signor Raffaele, «e ho scoperto che l'ecodoppler non si era rotto. No, avevano rubato le sonde»;
in particolare si tratterebbe di una serie di furti nel giro di due mesi, tra aprile e giugno, tutti con le stesse modalità e con lo stesso obiettivo: razziare le sonde dei macchinari nei reparti di cardiologia e di radiologia. È accaduto prima all'ospedale di Cassino, poi al Santissima Trinità di Sora e nel giugno scorso anche in quello di Anagni. In pieno giorno, sotto gli occhi di medici, infermieri e pazienti, i ladri si sarebbero spacciati per tecnici chiamati per interventi di riparazione e di manutenzione delle apparecchiature e così, indisturbati, si sono portati via tutte le sonde che servono per effettuare gli esami radiologici ed ecocardiografici;
prosegue il racconto del signor Raffaele: «Mi spiegarono che le sonde erano state ordinate ma che erano arrivate quelle sbagliate e dunque le apparecchiature non potevano ancora funzionare». In realtà sembra che da maggio scorso gli esami come l'ecodoppler all'ospedale di Sora si effettuano solamente ai ricoverati. «Dobbiamo ancora smaltire le persone prenotate fino a maggio scorso», ammettono dal Cup. Gli altri, come il signor Raffaele, stanno ancora aspettando una chiamata. «Le liste d'attesa sono davvero lunghe», ammettono dall'azienda. «Parliamo di attese che vanno dai 200 fino ai 300 giorni» -:
se quanto pubblicato dal Messaggero corrisponda a verità;
se non si ritenga di dover promuovere un'inchiesta amministrativa per accertare le responsabilità per una simile, incredibile e inqualificabile situazione;
quanti siano i casi simili a quello del signor Raffaele, e in particolare quante persone siano in lista d'attesa;
come siano potuti accadere i furti delle sonde per effettuare gli esami radiologici ed ecocardiografici e se sia stata presentata denuncia alle autorità competenti;
se le apparecchiature rubate siano state sostituite e quando.
(4-01744)

REGUZZONI e MONTAGNOLI. — Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 22-quater del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, aveva introdotto la possibilità che l'Inail ricorresse alla forma diretta per gli investimenti che originassero da piani di impiego già approvati dai Ministeri vigilanti e per gli investimenti relativi ad opere per le quali siano già stati consegnati i lavori ai sensi dell'articolo 130 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1999, n. 554, e per le quali sia concluso positivamente il procedimento di valutazione di congruità tecnico-economica;

successivamente all'entrata in vigore del citato decreto-legge n. 248 del 2007, l'Inail aveva comunicato di voler predisporre l'accordo di programma preliminare alla realizzazione di varie opere, tra le quali l'Istituto Carlo Besta e l'Istituto Tumori in Milano;
l'articolo 5, comma 5, del decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n. 126, ha abrogato l'articolo 22-quater del già citato decreto-legge n. 248 del 2007, reintroducendo, quindi, per l'Inail, l'obbligo di procedere agli investimenti esclusivamente attraverso la forma indiretta;
gli interventi previsti per la realizzazione dell'Istituto Carlo Besta e dell'Istituto Tumori hanno una fondamentale valenza sociale per il territorio non solo di Milano e della Lombardia, ma per l'intero territorio nazionale e difficilmente, vista la particolare natura e la scarsa redditività, potrebbero essere realizzati da investitori privati;
durante la discussione in aula del decreto-legge 93 del 2008 il Governo ha già manifestato attenzione a questo problema, valutando la possibilità di far eseguire in via diretta all'Inail gli investimenti già programmati –:
quali siano gli intendimenti del Governo sugli investimenti e sull'utilizzo dei fondi in argomento.
(4-01755)

FOGLIARDI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nell'ambito della prevenzione e lotta al fenomeno del randagismo canino, i canili sanitari rivestono un ruolo fondamentale perché è in questi presidi che viene effettuato il primo controllo dei cani vaganti catturati sul territorio di competenza, parte dei quali - quando correttamente identificati - vengono restituiti al legittimo proprietario;
dette strutture assicurano, di norma, anche l'attività di pronto soccorso - con reperibilità notturna e festiva - sugli animali non di proprietà, gli interventi di sterilizzazione chirurgica per il controllo demografico sia della popolazione canina che felina, i trattamenti immunizzanti e antiparassitari a tutela - anche - della salute pubblica, il monitoraggio delle zoonosi (malattie infettive e parassitarie trasmissibili dagli animali all'uomo);
per l'intera provincia di Verona queste ed altre prestazioni di carattere amministrativo, quali il rilascio di passaporti e altra documentazione per l'espatrio di cani e gatti o l'implementazione e il mantenimento dell'anagrafe canina, vengono erogate - con risultati più che soddisfacenti - presso una struttura che versa da anni in condizioni scandalose e non più tollerabili per una comunità che possiede una grande sensibilità nei confronti degli animali domestici testimoniata dall'elevato numero di cani e gatti posseduti e dalle numerose associazioni di volontariato animaliste operanti sul territorio;
presso detto canile operano professionisti qualificati che vantano una formazione medico-scientifica di tutto rispetto e che in questi anni, a fronte di evidenti carenze igienico-sanitarie, sono stati in grado di assicurare un apprezzabile livello di prestazioni clinico-chirurgiche;
dette prestazioni necessitano di essere ulteriormente incrementate anche alla luce della sopravvenuta esigenza di prevenire fenomeni preoccupanti quali l'aggressività canina non controllata, il perdurare di una percentuale consistente

di cani non identificati e a rischio di abbandono e l'importazione e la commercializzazione illecita di cuccioli -:
quali interventi si intendono eseguire nell'immediato, per far fronte alle carenze strutturali richiamate, posto che, ammesso che i lavori di realizzazione vengano intrapresi in tempi brevi, la nuova sede non sarà utilizzabile prima di 2 o 3 tre anni.
(4-01765)

CRISTALDI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso:
il personale infermieristico del laboratorio di farmacia dell'azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma in data 30 aprile 2008, con apposita nota scritta avrebbe manifestato al direttore di farmacia, ai responsabili d'area, il proprio disagio per essere costretti a «correggere» le prescrizioni già controllate e «validate» dalla farmacista di turno ed in modo particolare tale personale infermieristico in occasione della preparazione della chemioterapia con il farmaco etoposide richiesto dall'Ematologia ha dovuto evidenziare alla farmacista referente l'assoluta incongruenza tra il dosaggio previsto dal protocollo e la grammatura riportata sulla prescrizione medica;
solo dopo tali rilievi del personale infermieristico la farmacista di turno ha dovuto effettuare le necessarie correzioni per riportare il corretto dosaggio;
tali episodi non sarebbero isolati;
sarebbe stato commesso un errore molto grave nell'allestimento di un farmaco sperimentale, dovuto ad un calcolo errato eseguito dalla farmacista referente. Tale preparazione contenente un dosaggio quasi doppio di farmaco sarebbe stata consegnato presso l'Oncologia medica e soltanto il tempestivo intervento del monitor della sperimentazione in sede di somministrazione avrebbe permesso di evitare gravi lesioni al paziente;
dopo le doglianze del personale infermieristico, al fine di evitare di mettere a repentaglio la vita dei pazienti, gli organi responsabili aziendali hanno dovuto intimare l'immediata rimozione della farmacista referente;
tale ordine sarebbe stato disatteso dalla responsabile della farmacia, creando viva preoccupazione tra il personale del laboratorio della farmacia che, per non essere coinvolti nei quotidiani errori della farmacista referente nella preparazione dei farmaci antiblastici, avrebbe chiesto in massa di essere trasferito ad altro incarico;
ancora in data 10 agosto 2008 sarebbe stato segnalato dal personale del reparto di ematologia un grave errore riguardante il farmaco citarabina il cui dosaggio riportato in etichetta risultava incongruente con il dosaggio richiesto. Tale preparazione, nonostante l'evidente errore adeguatamente segnalato, non sarebbe stata rielaborata, anzi sarebbe stata «valicata» con telefax dalla farmacista referente e dalla direttrice della farmacia;
con deliberazione n. 1723 del 29 agosto 2006, su proposta della direttrice dellafarmacia, sarebbe stato disposto l'acquisto di due sistemi robotizzati CYTOCARE per ottenere migliori servizi nella preparazione delle sostanze antiblastiche con minori costi per l'azienda;
tali presupposti, alla base della delibera n. 1723, si sarebbero rivelati inconsistenti in quanto con detto sistema robotizzato CYTOCARE l'azienda non avrebbe realizzato alcuna economia e lo stesso servizio ai pazienti non avrebbe raggiunto i benefici promessi;
anzi, al fine di garantire la sicurezza dei lavoratori, l'azienda dovrà adeguare la struttura secondo la normativa vigente con ulteriore aggravio economico;

le fasi del collaudo per verificare il funzionamento del sistema non sarebbero avvenute con farmaci impiegati in laboratorio ma con acqua corrente e durante il collaudo non sarebbe stata verificata la capacità del sistema di preparare i farmaci in polvere;
per anni nel settore della farmacia non sarebbero stati assegnati gli obiettivi di lavoro ai dirigenti;
alcuni farmacisti e altre figure professionali hanno evidenziato che sarebbe stato creato un clima negativo per responsabilità della direttrice della farmacia portando diverse unità a trasferirsi per incompatibilità ambientale ad altra sede lavorativa;
le capacità tecniche ed il raggiungimento degli obiettivi aziendali assegnati alla direttrice della farmacia dovrebbero essere sottoposti alle valutazioni di un collegio tecnico, autorevole e indipendente;
sarebbero necessarie iniziative per garantire la salute dei pazienti e la tutela della dignità dei lavoratori nell'ospedale richiamato in premessa nonché per eliminare lo stato di disagio lamentato dal personale infermieristico, dare fiducia ai pazienti e riportare ordine e serenità nella farmacia ospedaliera dell'azienda S. Camillo Forlanini di Roma -:
quali iniziative intenda adottare, ivi compresa la promozione dell'adozione disciplinare anche al fine di evitare che i pazienti vengano sottoposti a cure errate.
(4-01766)