XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 19 novembre 2008

TESTO AGGIORNATO AL 18 FEBBRAIO 2009

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:

La XIII Commissione,
premesso che:
frutta e ortaggi sono alimenti fondamentali per la conservazione della salute e la prevenzione di numerose malattie. Lo confermano centinaia di ricerche scientifiche a livello mondiale. Il World Health Report 2002 attribuisce almeno 2,7 milioni di morti l'anno a un consumo insufficiente di frutta e ortaggi;
la campagna informativa-educativa «5 porzioni al giorno» avviata negli USA (five a day) e allargata a molti altri paesi - ora sponsorizzata dalla Organizzazione mondiale della sanità - raccomanda un consumo netto giornaliero di 400 grammi di frutta e verdura a testa;
in Italia il consumo di frutta e ortaggi è in diminuzione è ben lontano dalle 5 porzioni giornaliere e dai 400 grammi raccomandati. Secondo un'indagine INRAN gli italiani ne consumano in media 2,8 porzioni al giorno;
l'aumento dell'obesità tra i giovani dovuta prevalentemente ad una cattiva alimentazione (troppo cibo, troppi grassi, poca ortofrutta e scarso movimento) costituisce, inoltre, attualmente il problema di salute prioritario;
i giovani sempre più spesso prediligono alimenti industriali confezionati, spesso ricchi di zuccheri e grassi, ma di più pratico utilizzo e ben promossi da sofisticate strategie pubblicitarie a discapito degli alimenti più semplici, sani, adatti ad una corretta alimentazione;
nell'Unione europea si stima che 22 milioni di bambini siano sovrappeso. Di questi, oltre 5 milioni sono obesi e questa cifra è destinata ad aumentare di 400.000 ogni anno;
dati statistici nazionali evidenziano che una forte percentuale dei giovani di età compresa fra i 6 ed i 17 anni, ha problemi di sovrappeso (20 per cento), di obesità (4 per cento), con percentuali ancora maggiori (25-35 per cento), nella fascia di età compresa fra i 6 ed i 13 anni;
i bambini italiani sono i più bersagliati d'Europa da spot televisivi di merendine e snack (nella fascia oraria protetta dalle 16 alle 19 viene trasmesso uno spot ogni 5 minuti per un totale di 33.000 in un anno) che giocano sul condizionamento psicologico abbinato a felicità e benessere;
la Commissione europea, conformemente alle indicazioni del Consiglio dei ministri dell'UE, rese con l'accordo del 12 giugno 2007 sull'OCM del settore ortofrutticolo, ha proposto di istituire un Programma europeo per la distribuzione gratuita di frutta e verdura nelle scuole (bambini 6-10 anni) finalizzata a contrastare la diminuzione del consumo di ortofrutta e, in primis, l'aumento dell'obesità dei giovani in età scolare;
la Commissione mette a disposizione 90 milioni di euro all'anno, gli aiuti comunitari copriranno il 50 per cento dei costi, pertanto, un importo analogo dovrà essere stanziato dagli Stati membri;
i governi nazionali intenzionati ad aderire al programma «frutta nelle scuole» - che dovrebbe partire dall'anno scolastico 2009/2010 - sono tenuti a elaborare una strategia nazionale in collaborazione con le autorità sanitarie e didattiche, coinvolgendo anche industria e gruppi di interesse;
il Ministero della salute nel «Piano Nazionale della Prevenzione 2005-2007» invitava le Regioni a favorire nelle scuole, la disponibilità di scelte alimentari nutrizionalmente corrette, con attenzione all'introito energetico, attraverso interventi che prevedano una maggiore attenzione alla distribuzione di spuntini a base di frutta o verdure fresche;

il progetto «Frutta Snack», promosso dal 2005 dalla Centrale sperimentazione e servizi agroalimentari Soc. Coop. Agr. di Cesena, ha l'intento, attraverso un'azione concreta, di promuovere fra gli studenti un maggior consumo di frutta, inserendolo fra gli snack utilizzabili a scuola durante l'attività quotidiana;
«Frutta Snack» è un progetto di educazione e cultura alimentare che, unico in Europa, nella sua doppia valenza educativa e distributiva, porta frutta e verdura direttamente nelle scuole e nei luoghi di lavoro;
a seguito dei positivi risultati raggiunti nelle province romagnole, dall'anno scolastico 2006/2007 il progetto è stato inserito dai Ministeri della pubblica istruzione e della salute nell'ambito del programma sperimentale nazionale «guadagnare salute»;
l'iniziativa pilota coinvolge scuole, studenti, insegnanti, distributori e produttori in un comune intento di favorire fuori pasto sani e gustosi a base di frutta e verdura;
il progetto interministeriale - il quale prevede: una azione diretta e il supporto alle scuole, il coinvolgimento degli insegnanti e degli studenti tramite attività formative e di animazione, la realizzazione di una campagna di sensibilizzazione e la produzione di materiale informativo; l'introduzione nelle scuole aderenti di un distributore automatico di frutta e verdura fresca e trasformata, di produzione nazionale, pronta all'uso (4o gamma), di diverse qualità, tagliata e confezionata in porzioni monodose - ha visto l'adesione di un numero di istituti superiore a quello preventivato. Hanno aderito complessivamente 82 scuole superiori di tutti gli ordini, per 1.975 classi e 42.544 studenti (Roma: 42 scuole, 1.003 classi e 21.524 studenti; Bologna: 22 scuole, 560 classi e 11.847 studenti; Bari: 18 scuole, 412 classi e 9.173 studenti);
l'installazione degli 82 distributori e la loro gestione logistica è stata effettuata dalle ditte del vending che hanno collaborato all'iniziativa;
il monitoraggio dei consumi, effettuato a cadenza mensile nei distributori collocati in ciascuna scuola, evidenzia che i ragazzi preferiscono il prodotto fresco (macedonia di frutta fresca 51,3 per cento, mele fresche e fette 11,7);
il modello «Frutta Snack» ha dimostrato che l'interazione tra pubblico e privato può portare risultati positivi e nuove forme di promozione del consumo di alimenti salutari e in particolare di frutta e verdura, fra i giovani e non solo,

impegna il Governo:

a predisporre i provvedimenti necessari per la partecipazione al programma europeo per la distribuzione gratuita nelle scuole elementari di frutta e verdura a partire dall'anno scolastico 2009/2010;
alla continuazione del progetto «Frutta Snack» nelle scuole coinvolte nell'anno scolastico 2007/2008 e al suo ampliamento in altre regioni.
(7-00078)
«Brandolini, Oliverio, Cenni, Zucchi, Servodio, Agostini, Lusetti, Marco Carra, Sani, Fiorio, Mario Pepe (PD), Cuomo, Marrocu, Trappolino, Dal Moro, Di Giuseppe».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

GRIMOLDI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
nel mese di ottobre 2008 si è svolto a Roma il convegno «Foro Italico, verso la città dello Sport» al quale sono intervenuti

molti esponenti del mondo politico e sportivo;
dagli articoli pubblicati sugli organi di informazione in riferimento al convegno di cui sopra, appare chiaro il progetto teso a far divenire Roma la grande capitale dello sport, attraverso la nascita della Cittadella dello Sport che dovrebbe avere il suo quadrilatero in Foro Italico, Acqua Acetosa, Flaminio e Tor di Quinto;
a questo grande progetto se ne accompagnano altri da realizzare sul territorio di Roma, come la costruzione di due nuovi stadi per le due grandi squadre di calcio della città, la rivalutazione del Foro Italico e lo sviluppo di un'altra grande area sportiva;
in quella stessa occasione si sono anche affrontati temi relativi ai prossimi appuntamenti sportivi che vedono l'Italia grande protagonista, come gli Internazionali di tennis, il Sei nazioni di rugby e i Mondiali di nuoto nel 2009;
tutti questi eventi si svolgeranno nella Città di Roma, che per questo ha beneficiato di contributi pubblici per una preparazione adeguata alle manifestazioni;
la stessa città ha presentato la sua candidatura anche per i Mondiali di basket del 2014 e una sua vittoria comporterebbe interventi strutturali per creare un impianto in grado di ospitare l'evento;
il grande progetto della Città dello Sport nell'area di Tor Vergata a Roma, sostenuto dall'allora sindaco, per lo svolgimento dei mondiali di nuoto del 2009 e per i mondiali di pallavolo del 2010 e finanziato con 200 milioni di euro, è rimasto incompleto e non ci sono, ad oggi, le risorse finanziarie per portare avanti il progetto;
tutti questi interventi sono a carico dei contribuenti di tutto il Paese -:
se non ritenga opportuno, nell'ambito degli interventi statali di sostegno all'impiantistica sportiva, anche in previsione delle prossime manifestazioni sportive internazionali, predisporre un programma volto ad una dislocazione geografica omogenea delle strutture sportive sul territorio italiano, al fine di garantire qualità architettonica ed urbanistica ed un decongestionamento dell'afflusso turistico in piena coerenza con gli specifici contesti economici e sociali delle diverse aree geografiche del territorio nazionale.
(4-01666)

STRIZZOLO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per le politiche europee. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge n. 112 del 2008 (convertito dalla legge n. 133 del 2008) ha disposto l'abolizione, con l'articolo 35, dell'obbligo di allegare l'attestato di certificazione energetica all'atto di compravendita di interi immobili o di singole unità immobiliari e, allo stesso modo, anche l'obbligo - nel caso di locazione - di consegnare o mettere a disposizione del conduttore l'attestato di certificazione energetica;
tali obblighi sono previsti dai commi 3 e 4 dell'articolo 6 del decreto legislativo n. 192 del 2005;
sempre con l'articolo 35 della legge n. 33 del 2008, sono stati abrogati anche i commi 8 e 9 dell'articolo 15 del sopra richiamatodecreto legislativo n. 192 del 2005 che prevedevano le relative sanzioni;
con l'entrata in vigore della nuova legge (la n. 133 del 2008) è venuto meno l'obbligo di allegare l'attestato di certificazione energetica agli atti di compravendita ma non l'obbligo di redigerlo, previsto dall'articolo 6 del più volte richiamato decreto legislativo n. 192 del 2005;
l'abolizione sopra richiamata pare essere in contrasto con l'articolo 7 della Direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico nel comparto delle costruzioni edilizie, rendendo più difficile l'acquisizione - da parte dei potenziali acquirenti o

locatori - dell'attestato del rendimento energetico del fabbricato oggetto di transazione o locazione, determinando così una limitazione a danno del cittadino acquirente o locatore;
risulta che, su tale problematica, la Commissione Europea, nel quadro della procedura d'infrazione in corso per mancato rispetto della Direttiva 2002/91/CE, intenda chiedere alle autorità italiane informazioni adeguate sulla legge n. 133 del 2008 -:
quali iniziative il Governo e i Ministri competenti intendano assumere per rimuovere l'evidente contrasto normativo che si è determinato tra legge nazionale e Direttiva europea in tema di certificazione energetica che penalizza il cittadino acquirente o locatore e danneggia, altresì, il comparto delle costruzioni e delle attività più avanzate e innovative nell'importante campo del contenimento energetico.
(4-01672)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta scritta:

GIULIETTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
da mesi l'interrogante sottolinea come la questione delle morti bianche e della centralità della sicurezza sul lavoro, nonché l'attenzione sul pericolo di emissioni pericolose e l'insorgenza di maggiori malattie professionali sia una vera e propria emergenza nazionale;
con l'ex ministro Cesare Damiano, insieme a tante associazioni e alle organizzazioni sindacali, l'interrogante per questo ha dato vita alla «Carovana per un lavoro sicuro»;
una delle prime tappe è stata Taranto per le note vicende che riguardano la sicurezza all'Ilva, la fabbrica siderurgica più grande d'Europa e con il più alto tasso di inquinamento da diossina dovuto alle emissioni della stessa azienda;
da tempo è aperto in città e nella regione un confronto ed una discussione su come arginare i fenomeni di insicurezza, con particolare attenzione per i pesanti risvolti che ha sulla popolazione il forte inquinamento e il moltiplicarsi dell'insorgenza di casi di malattie gravissime;
per questo il precedente Governo aveva posto all'attenzione tramite esperti e personalità la situazione di Taranto;
il Governatore della Puglia Nicki Vendola, proprio qualche giorno fa, riprendendo le denunce dei cittadini, supportate dall'Arpa regionale e da altri Enti preposti al controllo delle emissioni, si era dichiarato pronto a chiedere la chiusura dell'Ilva in assenza dell'AIA (Autorizzazione integrata ambientale);
contemporaneamente, la ministra Stefania Prestigiacomo, come si apprende da un articolo sull'Espresso n. 45 del 2008 a firma di Sandra Amurri, e dal sito di Articolo21, ha azzerato la vecchia commissione IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control), composta da autorevoli scienziati ed esperti del settore, sostituendoli con altri membri;
la commissione come è noto decide attraverso la concessione Aia, il destino delle 200 più grandi aziende italiane e, inoltre, si occupa dei limiti delle emissioni di gas serra in base al protocollo di Kyoto e di quelle di biossido di carbonio del pacchetto «clima-energia» del Consiglio d'Europa;
leggendo la lista di nuovi «esperti» nominati dalla Prestigiacomo si scopre che il nuovo presidente dell'IPPC è Dario Ticali. Laureato in ingegneria e ricercatore all'università privata Kore di Enna, vanta pubblicazioni riguardanti il comportamento delle «pavimentazioni stradali»;

ma ancora più grave e incomprensibile è la nomina dell'ingegner Bonaventura Lamacchia quale referente per la questione della concessione dell'Aia all'Ilva di Taranto, come denunciato da Sandra Amurri, nel pezzo sull'Espresso;
Lamacchia, secondo l'Espresso, vanta un buon curriculum giudiziario che lo rende secondo l'interrogante assolutamente inidoneo a ricoprire il citato incarico;
tra le varie condanne con patteggiamento: 2 anni e 5 mesi in qualità di Presidente del Cosenza Calcio, per false fatturazioni, ricettazione, falso in bilancio, falso ideologico, evasione fiscale quantificata dalla Guardia di Finanza in 30 miliardi di lire. Come sindaco del suo paese, Lamacchia, era stato condannato ad 1 anno di reclusione per turbativa d'asta;
dopo un anno di latitanza nel 2002, venne arrestato e condannato a 2 anni e mezzo per bancarotta fraudolenta e tentata estorsione, ciliegina finale, rinviato a giudizio dal tribunale di Cosenza la scorsa settimana per calunnia, dopo aver denunciato il furto di assegni, risultati scoperti per 12 mila euro;
Lamacchia venne nominato dal precedente Governo nella commissione VIA su esplicita richiesta dell'UDEUR;
successivamente per una serie di in formazioni acquisite dal ministero, venivano attivate le procedure relative alla revoca del Lamacchia; la caduta del Governo Prodi faceva restare in carica il Lamacchia;
con uno dei primi atti del Governo Berlusconi, il decreto per l'emergenza rifiuti a Napoli, il nuovo Ministro Prestigiacomo azzerava la commissione VIA;
con atto successivo la stessa Prestigiacomo prima azzerava e poi rinominava la commissione IPCC per la concessione AIA e, questa commissione in cui non si riconfermava nessun altro membro precedentemente nominato da Pecoraro Scanio, veniva rinominato il Lamacchia -:
per quale ragione il Lamacchia sia stato nominato in una commissione diversa dall'IPCC, nonostante il procedimento avviato dal precedente Ministro;
quali siano i criteri per i quali sono stati rimossi i precedenti membri della IPPC, con quali criteri siano stati scelti i nuovi, quali titoli abbiano, a partire dal Presidente, per rivestire questo fondamentale ruolo, come sia stato scelto il Lamacchia perché sia stato nominato a responsabile delle istruttorie per la concessione delle Autorizzazioni Integrate Ambientali (AIA).
(4-01661)

MOSELLA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la trasmissione televisiva Report dal titolo «Mare Nostrum», in onda su Rai Tre lo scorso 16 novembre, ha trattato il tema dello sfruttamento delle risorse marine, evidenziando le violazioni delle norme che disciplinano la pesca ed in particolare l'utilizzo delle reti per la cattura del pescespada;
dai filmati emergerebbe una condotta di tolleranza rispetto alle violazioni in materia di pesca nell'area di competenza della Capitaneria di porto di Bagnara Calabra (Calabria);
già la Commissione europea ha adottato un richiamo contro l'Italia perché «è ampiamente provato che il sistema di controllo e sanzione applicato in Italia in merito alle reti derivanti sia del tutto insufficiente»;
il rigoroso rispetto delle norme in materia di pesca, oltre ad inserirsi nel più complessivo quadro di recupero della legalità,

è necessario per evitare il depauperamento delle risorse del nostro mare -:
quali iniziative intendano intraprendere per accertare la verità dei fatti ripresi dai filmati televisivi e per intensificare, sull'intero territorio nazionale, i controlli contro le violazioni delle norme in materia di pesca.
(4-01664)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazioni a risposta scritta:

MARINELLO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la manovra economica dell'estate 2008, incentrata sul risparmio della spesa pubblica, ha visto ridursi le risorse del Ministero interrogato di 1,8 miliardi nel triennio 2008-2010; questo taglio produrrà inevitabili conseguenze sulla tutela del nostro patrimonio culturale, già peraltro in precaria situazione di conservazione;
in termini di beni artistici ed archeologici è noto che esiste una ingentissima mole di materiale, spesso accumulato in condizioni di precarietà estreme, nei depositi e nei magazzini delle nostre soprintendenze;
la Corte dei Conti ha segnalato in diverse relazioni degli scorsi anni il pessimo stato di conservazione e di tutela del suddetto materiale, con numerosi casi di insufficiente catalogazione e di sparizione di oggetti;
in particolare il prodotto di attività di scavo archeologico se non adeguatamente catalogato ed individuato nel contesto del ritrovamento, finisca inesorabilmente col formare indistinti e non gestibili depositi tornando quindi a costituire quelli che di fatto sono giacimenti informi;
sono gli operatori stessi del settore ad esprimere le loro preoccupazioni in riguardo. Così come è tenuto, infatti, tutto questo materiale risulta totalmente estraneo a qualsiasi disegno e non è di vantaggio a nessuno, creando, anzi problemi di spazio, di conservazione, di tutela e valorizzazione, in un percorso di depauperamento progressivo -:
quali provvedimenti il Ministro interrogato intenda prendere per valorizzare il patrimonio artistico e soprattutto archeologico detenuto nei depositi del ministero e delle soprintendenze ed in particolare se non ritenga opportuno cedere o concedere in uso il materiale non di primaria importanza al fine di reperire parte delle risorse necessarie alla tutela ed alla conservazione del patrimonio culturale italiano.
(4-01667)

MARINELLO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
in un editoriale del numero di agosto 2008 del Giornale dell'Arte si dà conto della progressiva distruzione del mercato dell'arte in Italia; è paradossale che il primo Paese al mondo per qualità e quantità di beni artistici, sia anche l'ultimo in Europa per volume d'affari del relativo mercato;
le normative, le pratiche ostruzionistiche, ma soprattutto le prassi investigative e giudiziarie, si stanno accanendo contro il mercato antiquario ed i collezionisti privati, considerati, aprioristicamente, sospettabili;
in sostanza, secondo il Giornale dell'arte, il tutto si configura come una sorta di embargo generalizzato, che si risolve in un danno economico ed in una riduzione delle possibili risorse da destinare alla tutela;
in prima approssimazione il Ministro interrogato potrà rendersi conto della situazione accennata semplicemente verificando quali e quanti antiquari italiani

negli ultimi anni abbiano trasferito le proprie attività e società operative, nonché i propri redditi, all'estero, lasciando in Italia solo un ufficio o una galleria di riferimento; oppure verificando in quali Paesi, con quale livello qualitativo e con quale volume d'affari si svolgano le più importanti fiere o aste antiquarie;
si aggiunga anche il depauperamento di ampi gruppi sociali, la scomparsa di migliaia di posti di lavoro e la graduale perdita di antiche tradizioni ed esperienze che in altri Paesi sono spesso protette e tutelate. Il tutto a vantaggio di mercati esteri e con danno al nostro stesso patrimonio: la sensazione è infatti che molte scoperte non vengano neanche più denunciate e prendano direttamente la via dell'estero -:
quali misure il Ministro interrogato intenda adottare per salvaguardare, rilanciare ed internazionalizzare il mercato dell'Arte in Italia, a cominciare dalla riconsiderazione dalle norme sul premio allo scopritore, sino a quelle sulla circolazione dei beni culturali.
(4-01668)

PIFFARI, CIMADORO e ZAZZERA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Comitato olimpico nazionale italiano è un ente pubblico a cui è demandata l'organizzazione e il potenziamento dello sport nazionale, promuovendo la massima diffusione della pratica sportiva in Italia, coordinando e sovrintendendo le varie organizzazioni sportive nazionali;
questa confederazione delle Federazioni sportive e delle Discipline associate riconosce 45 Federazioni sportive nazionali, 15 Discipline associate, 17 Enti di promozione sportiva nazionali e 1 territoriale, 18 Associazioni benemerite per un totale di circa 65.000 società sportive ed 8 milioni di tesserati;
nel prossimo mese di maggio 2009 si terranno le elezioni per il rinnovo dei vertici del Comitato olimpico nazionale italiano: il presidente e la Giunta nazionale per il quadriennio 2008-2012;
si annuncia la presenza di più candidati, in particolare per la presidenza dell'ente: una novità da tempo attesa ed auspicata che sicuramente permette di aumentare il dibattito e la partecipazione alla gestione della politica sportiva italiana con l'apporto di più contributi ideologici e culturali che possono portare anche ad una nuova primavera per lo sport italiano;
da un articolo del quotidiano La Repubblica dell'11 novembre 2008, pagina 38, risulterebbe che, nei giorni scorsi, si siano sviluppate iniziative estemporanee in Sicilia ed in altre parti d'Italia sviluppate da alcune federazioni sportive riconosciute dal Coni, finalizzate alla raccolta di firme a favore dell'attuale presidente del CONI, Giovanni Petrucci, preoccupate ed intimorite dal fatto che il possibile avvicendamento al vertice dell'ente sportivo possa produrre il drastico taglio dei finanziamenti che lo Stato, tramite il CONI, assicura alle singole federazioni nazionali ed all'organizzazione sportiva italiana per sostenerne l'attività;
lo stesso articolo lascia adito ad interrogativi preoccupanti sulle modalità ed i criteri che sono di norma utilizzati dal Presidente e dalla Giunta nazionale del CONI per erogare contributi e finanziamenti di risorse pubbliche -:
se il Governo sia a conoscenza di questa iniziativa, che non ha precedenti, e come la stessa possa essere tollerata in considerazione del fatto che le risorse finanziarie affidate al CONI per la gestione, di provenienza statale, fanno parte della disponibilità degli Organismi sportivi riconosciuti ed aventi diritto;
quali siano le modalità e criteri di norma adottati dai vertici del CONI per erogare contributi e finanziamenti alle varie Federazioni sportive nazionali, Discipline associate, Enti di promozione sportiva nazionali e territoriale, alle Associazioni

benemerite ed ai Gruppi sportivi militari, in modo da chiarire qualsiasi dubbio a riguardo.
(4-01673)

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DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

ZELLER e BRUGGER. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
a Bolzano, come in altre 19 città italiane, in occasione del novantesimo anniversario della fine della prima guerra mondiale, si sono svolte cerimonie dedicate a ricordare e onorare tutti i caduti;
dal 1997 le autorità militari hanno sempre evitato di celebrare il 4 novembre depositando una corona ai caduti davanti al monumento della Vittoria, preferendo invece scegliere luoghi alternativi come piazza Walter in centro città;
il Ministro della difesa ha deciso di deporre una corona ai caduti davanti al monumento alla Vittoria con una delegazione formata dallo Stato Maggiore dell'Esercito, dal comandante degli alpini, dal comandante regionale dei carabinieri e dal capo di gabinetto della questura di Bolzano, facendola rientrare nell'ambito della cerimonia per la Festa per l'Unità Nazionale del 4 novembre, pur non prevista nel programma iniziale;
rientrava invece nel programma una cerimonia al cimitero di guerra di San Giacomo con un onore ai caduti, in presenza delle autorità politiche;
è giusto commemorare e rispettare tutti i caduti delle guerre, ma si ritiene che un monumento di retaggio fascista, riportante la scritta «Qui (sono) i confini della Patria. Pianta le insegne! Da qui educammo gli altri con la lingua, con le leggi, con le arti» costruito sulla base di un preesistente monumento austro-ungarico non sia il luogo adatto soprattutto se una tale decisione attiva conflitti tra i diversi gruppi linguistici -:
se il ministro non ritenga opportuno chiarire quali siano state le ragioni per la decisione tardiva di porre una corona ai caduti davanti al monumento della Vittoria, causando inutili polemiche tra i cittadini di madrelingua tedesca e ladina e rischiando di ledere la convivenza pacifica tra gruppi linguistici nella provincia di Bolzano.
(4-01671)

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

HOLZMANN. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 25 novembre 2008 ripartirà la contrattazione sul Fondo unico di amministrazione (Fua) 2008, che rinnoverà quanto già sostenuto per il Fua 2007;
ad oggi, la predetta liquidazione del 2007 pare abbia tenuto conto solamente del personale effettivamente in servizio sull'intero territorio distrettuale e non della dotazione organica e di ulteriori particolarità. Come non è avvenuto in altre realtà;
l'organico degli uffici giudiziari della Provincia autonoma di Bolzano risulta essere distinto da quello distrettuale, poiché previsto da norme speciali di rango costituzionale, giusta tabella n. 3 del decreto del Presidente della Repubblica n. 752 del 1976, come modificata dapprima nel 2001 e successivamente dal decreto legislativo n. 29 del 31 gennaio 2003;
tale normativa, direttamente derivante dallo Statuto di Autonomia, prevede obbligatoriamente per tutte le amministrazioni pubbliche, l'utilizzo delle due/tre lingue (tedesco, italiano ed ladino), comportando

un più rilevante e specifico carico di lavoro per il personale in servizio che nel resto del territorio nazionale, incluso la Provincia di Trento, come, ad esempio le udienze bilingue, i verbali bilingui eccetera;
l'accertamento della conoscenza delle lingue è prevista dal decreto del Presidente della Repubblica n. 752 del 1976, articolo 3, ed è affidata ad una apposita commissione, che rilascia appositi attestati;
da tutto questo deriva che il pubblico dipendente in servizio nella Provincia autonoma di Bolzano, nel rispetto della predetta normativa speciale, necessita di una professionalità maggiore e, conseguentemente, sopporta un maggior carico di lavoro;
nella relazione sull'amministrazione giudiziaria all'anno 2006 risulta una carenza di organico del 44,77 per cento per gli uffici giudiziari di Bolzano e una carenza del 10,67 per cento per quelli di Trento, rimasta invariata a tutt'oggi;
appare necessario adottare per il Trentino-Alto Adige, come criterio per la distribuzione infradistrettuale quello della dotazione organica, e non quello del personale effettivamente presente, affinché il personale degli uffici giudiziari di Bolzano non debba essere penalizzato due volte: funzionalmente ed economicamente; da un lato per la carenza di personale, con un carico di lavoro individuale maggiore e dall'altro per la mancata considerazione di questa situazione particolare sotto l'aspetto di produttività;
ogni diversa concezione non può che comportare la violazione della precipua normativa statutaria di riferimento -:
se il Ministro, anche al fine di non consentire la violazione della normativa di riferimento, intenda procedere alla riorganizzazione dell'assegnazione del Fua per il 2008, tenendo in debita ed indifferibile considerazione quanto sopra esposto, disponendo che per la Provincia autonoma di Bolzano l'assegnazione dei fondi non venga fatta a livello distrettuale, bensí a livello provinciale.
(5-00628)

LEHNER e STRACQUADANIO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
solo pochi giorni fa, su ordine della Dda presso la Procura di Napoli, è stato arrestato il maresciallo Antonio Bolognesi, Comandante della stazione Carabinieri di Pinetamare, nel Comune di Castelvolturno (Caserta), con l'accusa di corruzione e di favoreggiamento alla camorra. La Procura lo ha addirittura bollato come «talpa dei Casalesi»;
ad accusare il graduato dell'Arma, ventotto anni di servizio, il neocollaboratore di giustizia Oreste Spagnuolo, già appartenente al gruppo di fuoco agli ordini del boss Setola, finto cieco e tuttora latitante;
dopo quattro giorni di detenzione nel carcere militare, il Giudice per le indagini preliminari non ha convalidato l'arresto per mancanza di esigenze di custodia cautelare ma, soprattutto, perché le rilevazioni del collaboratore erano de relato, contraddittorie e prive di riscontro proprio nelle parti relative ai presunti regali di cui il citato maresciallo sarebbe stato destinatario;
la Suprema Corte di Cassazione, a tal proposito, ha avuto modo di affermare (Cass. pen. Sez. II, 14 gennaio 1997, n. 36) che la valutazione sull'attendibilità del pentito deve essere compiuta attraverso una indagine sulle ragioni che possono averlo indotto alla collaborazione; in particolare tale attendibilità va posta in discussione ogni qualvolta la dichiarazione resa possa essere ispirata da sentimento di vendetta, dall'intento di copertura di complici o amici, dalla volontà di compiacere gli organi di polizia e dell'accusa assecondandone l'indirizzo investigativo;
altrettanto pacifico è che rispetto alle dichiarazioni rese dal pentito occorre esaminare l'esistenza di riscontri esterni che

devono essere «individualizzanti», ossia devono riguardare direttamente l'imputato in relazione allo specifico fatto a lui contestato (Cass. pen. Sez. VI, 24 gennaio 2002);
pertanto appare all'interrogante assai grave che la Procura non abbia provveduto a cercare i dovuti e necessari riscontri alle parole di Spagnuolo prima di esporre alla pubblica esecrazione un maresciallo dei Carabinieri in servizio in uno dei territori più colpiti dalle nefaste imprese dei clan -:
se ed eventualmente quali iniziative intenda adottare affinché siano previste adeguate garanzie circa il contributo dei collaboratori di giustizia alla lotta alla criminalità, anche al fine di evitare che vicende quali quelle ricordate in premessa possano ripetersi.
(5-00631)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta scritta:

COSENZA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la realizzazione di un sistema nazionale di banda larga rappresenta l'occasione per sviluppare un importante strumento necessario per il superamento del divario tecnologico tra il nord e il sud del territorio nazionale, divario che contribuisce anche a determinare il diverso grado di sviluppo economico attualmente esistente;
in quest'ottica, con il Programma per lo sviluppo della banda larga, approvato dal CIPE con delibera del 13 novembre 2003, n. 83, era intenzione del governo di intervenire in quelle regioni del Mezzogiorno per colmare il divario esistente nella dotazione di infrastrutture quali quelle della lunga distanza e delle reti di accesso metropolitane il cui mancato sviluppo provoca un impedimento strutturale per lo sviluppo delle innovazioni nel settore delle comunicazioni;
dall'ultima Relazione, interventi per infrastrutture a «banda larga» nelle aree depresse, della Corte dei Conti del novembre 2007 e riferita alla situazione al 31 dicembre 2006, emergono dati sconcertanti sullo stato di avanzamento del Programma banda larga;
l'indice di copertura della banda larga nelle aree comunali ma soprattutto in Irpinia, è risultato pari al 23 per cento mentre la copertura in fibra ottica delle centrali telefoniche non ha superato il 20 per cento;
alla data del 31 dicembre 2006 erano stati portati a compimento soltanto il 26,56 per cento delle opere programmate e erano state utilizzate risorse pari al 32,04 per cento di quelle preventivate;
nel periodo 2004/2007 le dotazioni economico finanziarie di bilancio per lo sviluppo del Programma hanno subito diverse riduzioni che hanno determinato uno stanziamento complessivo di 62.329 milioni di euro ben al di sotto dei 325 milioni stanziati dalla citata delibera CIPE;
dai dati elaborati dalla Corte dei Conti nel 2007, emerge chiaramente come il Programma per la realizzazione delle infrastrutture necessarie per la realizzazione della banda larga nelle Regioni del Mezzogiorno è, in generale, ben lontano dall'essere completato ma, in Irpinia specialmente, la limitata diffusione delle infrastrutture e delle reti di comunicazione non consente alle imprese di accedere alle tecnologie necessarie per garantire sviluppo e innovazione al sistema imprenditoriale e, alle amministrazioni, la possibilità di fornire alla cittadinanza servizi qualificati e innovativi che solo l'acceso alla banda larga consente;
il Governo con l'articolo 2 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 convertito con modificazioni dalla legge 133 del 2008, riconoscendo importanza fondamentale

alla realizzazione delle infrastrutture per l'accesso alla banda larga nei territori non ancora raggiunti, ha inteso semplificare le procedure necessarie per la realizzazione di reti e impianti in fibra ottica;
nel Programma nazionale di riforma 2008-2010 predisposto dal Governo nell'ambito della Strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione, ha inserito la realizzazione delle infrastrutture di rete di banda larga di nuova generazione entro il 2013, tra gli strumenti fondamentali e decisivi per lo sviluppo economico, tecnologico e infrastrutturale dell'Italia che prevede un investimento economico in termini di PIL annuo tra 1,5 e 2 punti percentuali -:
quali siano gli interventi che il Governo intende adottare per recuperare il tempo perduto nella realizzazione delle opere già programmate con la delibera CIPE del 2003 che ha portato all'attuale divario tecnologico esistente tra il Nord e il Sud del Paese e soprattutto dell'Irpinia nell'accesso alla banda larga;
quali siano le modalità per l'individuazione delle risorse finanziarie necessarie per giungere entro il 2013 alla realizzazione della rete di banda larga di nuova generazione sul territorio nazionale prevista dal Programma nazionale di riforma;
se non ritenga opportuno destinare le risorse economico finanziarie necessarie, prioritariamente all'eliminazione del gap tecnologico esistente nel Mezzogiorno e soprattutto ai territori dei Comuni dell'Irpinia per giungere in breve tempo alla realizzazione delle infrastrutture fondamentali per garantire l'accesso alla banda larga a tutte le imprese e ai cittadini di questi territori dove il digital divided risulta ancora più accentuato, impedendo alle imprese di accedere ad un fondamentale strumento di sviluppo e competitività e alla cittadinanza di poter usufruire di servizi più efficienti e innovativi.
(4-01660)

...

INTERNO

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
quattro operai dell'impresa Cossi di Sondrio, tutti meridionali, stavano raggiungendo il luogo di lavoro, uno dei cantieri aperti lungo il tratto calabrese della Salerno-Reggio Calabria, quando, intorno alle 6,30 di giovedì 6 novembre 2008, mentre percorrevano, a bordo di un fuoristrada «Land Rover» di proprietà della ditta, una strada di cantiere, all'altezza di Bagnara Calabra (Reggio Calabria), venivano bloccati da due uomini incappucciati e armati di fucile (di cui uno a canne mozze) che li costringevano a scendere dal mezzo e a stendersi faccia a terra. Uno degli operai veniva anche colpito al volto con il calcio dei fucile da uno dei due malviventi e riportava una ferita che gli veniva poi medicata in Ospedale. I due consegnavano un «messaggio» da riferire ai titolari dell'azienda agli operai, tenendoli sotto il tiro dei fucili puntati alla loro testa; quindi si allontanavano a bordo del fuoristrada dell'impresa che abbandonavano subito dopo per lo scoppio di uno dei pneumatici, dileguandosi a piedi;
l'episodio, su cui prendeva posizione il Presidente della Giunta regionale, Loiero, che sottolineava la rilevanza del ruolo dello Stato «a cui compete garantire sicurezza», veniva riportato in prima pagina nell'edizione del 7 novembre da tutti i giornali locali che nei giorni immediatamente successivi davano conto, in particolare, della convocazione da parte del Prefetto di Reggio Calabria del Comitato per l'ordine e la sicurezza, allargato ai rappresentanti dell'impresa che chiedevano la presenza dell'esercito sui cantieri, e delle iniziative assunte dai sindacati dei lavoratori;
in Calabria si registrano giornalmente minacce ed attentati, rivolti prevalentemente

ad amministratori (700 attentati dal 2000, secondo i dati diffusi dalla Legautonomie Calabria) e ad imprese. L'obiettivo perseguito dalla mafia calabrese, cui va ricondotta gran parte di tali episodi, è di assicurarsi il controllo del territorio sia sotto il profilo economico che sotto il profilo sociale. Con la conseguenza che sono oramai numerosi gli enti che subiscono condizionamenti e infiltrazioni mafiose (sono stati sciolti per mafia oltre 34 Comuni e tre aziende sanitarie) e le imprese di cui la mafia si è impadronita o che comunque cadono nelle mani del racket;
l'invasività della pressione criminale ha provocato nei mesi più recenti una presa di posizione delle imprese aggiudicatarie dei lavori di rifacimento della A3 Salerno-Reggio Calabria che si sono dette pronte a lasciare la Regione; circostanza questa denunciata in occasione di un convegno organizzato dalla Confindustria a Catanzaro in data 20 ottobre 2008, alla presenza del ministro Maroni;
in un contesto assai allarmante, in cui la sicurezza delle imprese, ma anche quella degli amministratori e in generale dei cittadini, appare fortemente a rischio, l'episodio del 6 novembre rappresenta una novità e un salto di qualità nell'offensiva criminale che, per intimidire le imprese, non colpisce beni aziendali, secondo le modalità più frequenti, ma sceglie la tecnica terroristica di puntare le armi sugli operai del cantiere;
un precedente drammatico che non consente di sottovalutare l'episodio di Bagnara Calabra è l'agguato mafioso (così definito dalla sentenza che si è occupata del caso) di cui furono vittime due operai a Lamezia Terme (Catanzaro) il 24 maggio 1991. Anche allora l'obiettivo era il controllo del territorio, e più specificamente l'appalto per la gestione della raccolta dei rifiuti solidi urbani» -:
quale sia il giudizio del Governo sui fatti denunciati;
quali iniziative abbia assunto il Governo a tutela della impresa minacciata e capaci di restituire serenità e fiducia ai lavoratori;
come il Governo intenda agire per tutelare chi in Calabria lavora e produce onestamente;
più in particolare come il Governo intenda caratterizzare la propria azione contro la 'ndrangheta e le organizzazioni mafiose;
quali siano le priorità del Governo nella lotta contro la 'ndrangheta, quali le risorse a disposizione, quali gli specifici obbiettivi da conseguire ed entro quali termini.
(2-00229)
«Lo Moro, Amici, Giovanelli, Samperi, Bordo, Capodicasa, D'Incecco, Bossa, Bressa».

Interrogazione a risposta in Commissione:

SAMPERI e LIVIA TURCO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in attuazione della Direttiva 7 dicembre 2006 sui minori extracomunitari non accompagnati, emanata dal Ministero dell'interno d'intesa con il ministero della giustizia, le Prefetture hanno individuato i Comuni quali responsabili delle spese di mantenimento dei minori immigrati non accompagnati nei cui confronti sia stata assegnata la tutela e per i quali non sia stata avanzata richiesta d'asilo;
per tali minori è previsto l'inserimento in Istituti o Case alloggio con una retta annua pari ad euro 24.320,583. Tali spese, basate su progetti elaborati dagli Enti locali, sono inoltrate per il tramite della Prefettura ad un'apposita Commissione del Ministero dell'interno che annualmente delibera il conferimento diretto delle risorse disponibili su apposito capitolo del Fondo nazionale per le politiche e servizi d'asilo;

ad oggi, sebbene dal mese di luglio del 2007 proseguano senza interruzione presso comunità di varie località siciliane inserimenti di minori «disposti d'imperio» dalle varie questure dell'isola, nessun trasferimento di risorse finanziarie è stato effettuato ed anzi la Commissione ministeriale di cui sopra ha respinto le richieste di pagamento di fatture, inoltrate dai Comuni ed emesse dalle Comunità alloggio che ospitano i minori:
la situazione è diventata allarmante per moltissimi Comuni che, in fase di riequilibrio di bilancio, dovrebbero prevedere centinaia di migliaia di euro per la copertura delle spese finora sostenute dalle comunità con le quali, fra l'altro non sussiste alcun rapporto contrattuale;
i Comuni, senza aver partecipato al procedimento della presa in carico, né assunto obbligazioni con le Comunità, né ricevuto deleghe governative o trasferimenti di risorse finanziarie, si trovano gravati di competenze ed oneri finanziari che non possono sostenere -:
se il fondo nazionale per le politiche e i servizi d'asilo abbia adeguata copertura finanziaria;
se i Comuni possano accedere alle risorse del suddetto fondo per le finalità rappresentate in premessa;
quali siano i tempi di corresponsione ai Comuni delle somme necessarie per pagare le rette;
quali provvedimenti urgenti i Ministri interrogati intendano adottare per evitare che i Comuni non riescano a definire la procedura di riequilibrio di bilancio e possano contare su entrate certe per assolvere a queste nuove, impegnative competenze;
quali iniziative i Ministri interrogati intendano assumere per evitare il collasso finanziario alle cooperative sociali, costrette ad anticipare spese ingenti.
(5-00630)

Interrogazioni a risposta scritta:

GRIMOLDI, ALLASIA, MACCANTI e PINI. -Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella giornata di lunedì 17 novembre 2008 si sono verificate due gravi aggressioni nei confronti di militanti del Lega Nord del Movimento Giovani Padani nei comuni di Milano e di Firenze;
a Milano, militanti del Movimento Universitario Padano sono stati insultati e malmenati con spinte, pugni e calci da un gruppo di ragazzi di sinistra mentre distribuivano, in maniera pacifica e senza arrecare alcun disturbo, materiale di propaganda al di fuori della sede centrale dell'Università Statale di Milano, in via Festa del Perdono;
in particolare, la presenza dei militanti era stata comunicata agli uffici della Digos - Polizia di Stato di Milano, che peraltro non è intervenuta nonostante la richiesta da parte dei militanti;
a Firenze, il coordinatore provinciale del Movimento Giovani Padani è stato insultato e colpito con pugni al di fuori di una scuola da ragazzi dei centri sociali, che stavano picchettando l'ingresso della scuola stessa per impedirne l'accesso;
fatti come quelli riportati accadono spesso e sono intollerabili, perchè compromettono la libertà di diffusione del pensiero politico sancita dalla Costituzione -:
quali iniziative il Governo intenda adottare per evitare il ripetersi degli episodi di violenza, per garantire la libertà di pensiero e tutelare coloro che esercitano tale diritto, specialmente nelle università e nelle scuole.
(4-01655)

STUCCHI e LAURA MOLTENI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano La Repubblica in edicola il 17 novembre 2008 ha pubblicato un

dettagliato reportage, a firma di Paolo Berizzi, sul fenomeno del lavoro nero e dello sfruttamento della manodopera nel sito dell'Ortomercato di Milano;
l'Ortomercato di Milano, ove ogni anno passa circa un milione di tonnellate di frutta e verdura, è stato fin dagli anni '80 al centro di numerose inchieste giudiziarie per traffico di droga e infiltrazioni della criminalità organizzata;
un gigantesco commercio internazionale di cocaina ed eroina è stato scoperto nel '93 a seguito di un'inchiesta dei magistrati della Dda;
a maggio del 2007 risale l'ultimo blitz della magistratura, che ha portato all'arresto di 20 persone per traffico internazionale di stupefacenti;
dal sopra citato reportage di Paolo Berizzi risulta che:
a) l'Ortomercato continua ancora oggi ad essere meta incontrollata di traffici illeciti e di lavoro nero: dei tremila lavoratori si calcola che almeno la metà siano irregolari;
b) durante la notte, quando arrivano i tir (circa 300), che scaricano i prodotti ortofrutticoli, inizia una vera e propria compravendita occasionale di «braccia», pagate circa 2 euro e mezzo all'ora;
c) tra chi scarica il rapporto italiani-stranieri (per lo più irregolari) è di uno a trenta e non infrequenti sono risse, accoltellamenti e incidenti più o meno gravi, che accadono ogni notte;
d) dagli extracomunitari di Milano viene considerato l'unico posto dove si trova lavoro senza problemi, gestito da cooperative che spesso chiudono l'attività, per poi riaprirla sotto altre identità;
e) basta scavalcare una rete di qualche metro e ci si trova in un ufficio di collocamento all'aperto, ma rigorosamente «a nero» -:
se i ministri interrogati intendano verificare la gravità di quanto descritto nel reportage del giornalista Paolo Berizzi circa i fatti che accadono ogni notte nell'Ortomercato di Milano, al fine di intraprendere, con i mezzi e le modalità proprie, urgenti iniziative, per porre fine a questo stato di illegalità, per tutelare la sicurezza e i diritti dei lavoratori, nonché ripristinare le regole del vivere civile a favore anche dei cittadini residenti.
(4-01657)

BRIGUGLIO, BOCCHINO, GRANATA, GERMANÀ, MURGIA, MINARDO, LAFFRANCO, BIANCONI, BARBARO e CORSARO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la EdS Infrastrutture S.p.A., già EDIL SCAVI S.p.A., ha sede legale in Terme Vigliatore (Messina);
nata agli inizi degli anni 80, l'azienda opera, oltre che in Sicilia, sull'intero territorio Nazionale, è attiva nel settore delle installazioni di impianti tecnologici di reti di telecomunicazioni, dispone di un organico medio annuo di oltre 210 unità, e realizza un valore della produzione di circa 20.000.000 di euro. Da qualche anno l'azienda risulta impegnata anche nella progettazione e realizzazione di impianti di produzione di energia di fonti alternative; da sempre l'azienda è amministrata dal geometra Sebastiano Buglisi, sposato con due figli;
come tutte le aziende allocate in ambiti locali controllati a vario titolo dalle cosche collegate alle famiglie mafiose dei diversi «mandamenti», anche la EdS Infrastrutture S.p.A. è stata attenzionata dai «preposti» operanti sul territorio che attraverso una sistematica e ripetuta azione di intimidazione, si prefiggevano l'obiettivo di assoggettare l'azienda alle loro «regole», rivolte a convincere l'imprenditore a versare nelle loro mani una percentuale di denaro commisurata all'importo del lavoro aggiudicato;

questi atti di violenza contro detto imprenditore, rivolti essenzialmente a danneggiare il patrimonio aziendale e a intimidire il titolare e le sue maestranze, si manifestavano con le più diverse modalità, ma tutte trasmettevano lo stesso inequivocabile messaggio: «ti devi presentare e stringere un patto con noi, diversamente chiudi e saremo noi a trovare il soggetto imprenditoriale capace di sostituirti»;
in presenza del far finta di non sentire e capire i loro «messaggi», che di fatto si manifestava con il rifiuto di interloquire con loro, le minacce contro l'impresa di Buglisi diventavano sempre più frequenti e i danneggiamenti sempre più consistenti ed invasivi, tant'è che dal 1982 e fino all'inizio del 2007 sono stati denunciati 36 atti di intimidazione e danneggiamenti, tutti riconducibili a tentativi estorsivi, ai danni della EdS Infrastrutture S.p.A. da parte delle cosche mafiose operanti sul territorio;
intanto nel 2005 il Tribunale di Trani (Bari) ha emesso a carico di malavitosi operanti nel comprensorio di Terlizzi/Ruvo una condanna a 3 anni di reclusione per tentata estorsione ai danni di EdS Infrastrutture S.p.A.;
nel mese di novembre 2007 il Gup del Tribunale di Messina, a seguito dell'operazione denominata «BADANA» ha pronunciato, con il rito del processo abbreviato, la sentenza di condanna, per tentata estorsione aggravata, a 4 e 8 mesi a carico di sei malavitosi. I condannati, tutti in stato di detenzione, risultavano collegati tra loro ed operavano nel territorio, compreso tra Barcellona Pozzo Di Gotto e Tortorici. Nella primavera di quest'anno la D.D.A. presso il Tribunale di Messina ha richiesto ed ottenuto una misura cautelare a carico di malavitosi, faccendieri e imprenditori del comprensorio barcellonese. L'operazione denominata «VIVAIO» vede anche il coinvolgimento di soggetti residenti nel centro e nel Nord Italia. In detto provvedimento risulta parte offesa anche il detto imprenditore Buglisi Sebastiano, avendo le indagini appurato che l'estorsione scaturita dall'operazione «BADANA», di fatto era stata organizzata dal vertice mafioso che attualmente controlla il comprensorio messinese di Terme Vigliatore/Mazzarrà San. Andrea/Novara Di Sicilia;
nel percorso che via via ha visto il coinvolgimento della EdS Infrastrutture S.p.A e quindi del suo Amministratore Delegato Buglisi Sebastiano lo stesso in una sua nota fa osservare coraggiosamente che «nel contrastare il fenomeno estorsivo o se si vuole delle devianze in genere, ho avuto modo di verificare che in presenza di una denuncia fatta con determinazione e convinzione e quindi senza se e senza ma, resa dal destinatario della richiesta estorsiva, si mette in moto un meccanismo virtuoso che vede contemporaneamente impegnati nell'azione di repressione del fenomeno, Forze di Polizia e Magistratura che in modo sinergico riescono a chiudere vicende anche complesse, in brevissimo tempo. E ciò a memoria di quanti per paura o anche per opportunità si rifiutano di denunciare appellandosi all'incapacità dello Stato di pervenire in tempi rapidi alla individuazione e alla punizione dei responsabili. A prova di tutto ciò basta solo dire che dopo due mesi dalla data della denuncia, da me sporta, presso il Comando Operativo Dei Carabinieri della Provincia di Messina e la conseguente mia disponibilità a seguire loro nelle indagini, è stata ottenuta la misura cautelare nei confronti dei responsabili della estorsione a mio danno e dopo 7 mesi la sentenza di primo grado. La speditezza dell'azione giudiziaria ha fatto sì che la custodia cautelare non scadesse, consentendo di pronunciare la sentenza a gabbie piene»;
nella sentenza di condanna pronunciata dal Tribunale di Messina, il 27 novembre 2007, si legge: «orbene è opinione di questo Giudice come la peculiare gravità del fatto commesso dagli imputati costituisca già elemento radicalmente ostativo alla concessione di attenuanti generiche. È infatti indubbio che l'essersi attivati per portare ad attuazione un delitto in sé

ontologicamente così odioso, qual è il reato di cui all'articolo 629 del codice penale, peraltro non esitando a ricorrere a modalità tipiche dell'agire mafioso, costituisca indice di una non comune pervicacia che ha qualificato l'agire criminale di tutti gli imputati e che vale a connotare l'azione delittuosa di una non comune gravità. All'affermazione di penale responsabilità dei predetti consegue, ai sensi dell'articolo 538, comma 1 del codice di procedura penale, la valutazione di fondatezza della domanda di risarcimento del danno patito dalla persona offesa Buglisi Sebastiano, costituitosi, come già anticipato parte civile nell'ambito del presente procedimento. È, invero, opinione di questo Giudice che la condotta delittuosa della quale la persona offesa è stata fatta segno abbia costituito la fonte di un non modesto danno di ordine morale, consistente nel profondo turbamento dallo stesso patito per effetto dell'ingiusta compromissione nella propria sfera di libertà personale ed imprenditoriale»;
nella medesima sentenza si legge inoltre: «non può, poi e soprattutto, non rimarcarsi come un ulteriore contributo pienamente valorizzabile ai fini delle valutazioni che in questa sede si impongono sia pervenuto, nel corso delle indagini preliminari, dalle dichiarazioni offerte da una delle persone offese, l'imprenditore Buglisi Sebastiano, il quale, sorretto da un leale spirito collaborativo con la Giustizia, tanto apprezzabile quanto purtroppo inconsueto in procedimenti del genere, non ha mancato di rappresentare, con assoluta immediatezza e con piena genuinità, i momenti della vicenda dei quali era stato diretto protagonista o dei quali aveva comunque avuto notizia... invero, i ripetuti riferimenti, operati da taluno degli imputati, alla necessità che le determinazioni afferenti di lavori conseguiti dall'impresa del Buglisi venissero prese di concerto con gli «amici di Torici» (località nella quale risulta radicata una delle più datate ed agguerrite consorterie mafiose operanti nella provincia di Messina e che, pertanto, risulta circondata da un'aura tanto notoria quanto sinistra), i consimili richiami all'opportunità del descritto intervento venisse attuato da non meglio definiti «carusi», la mediazione offerta nella vicenda da soggetti che, privi di qualsivoglia veste che li poteva legittimare a disquisire di appalti pubblici, erano già gravati da precedenti penali e giudiziari, spesso afferenti al delitto di cui all'articolo 416-bis del codice penale, ben conosciuti dalle persone offese (cfr. i commenti operati in merito alla persona del «Pippo»), costituiscono profili che, specie ove dialetticamente considerati, consentono di cogliere nell'azione delittuosa posta in essere dagli imputati quei caratteri di maggiore pericolosità che con la circostanza aggravante in esame si intende contrastare in maniera ferma. In termini ancora più espliciti, è indubbio che, al di là del fatto se siano o meglio partecipi di una consorteria di tipo mafioso, tutti gli imputati abbiano agito ostentando una condotta «mafiosa», facendo in specie ricorso a quelle forme, più subdole e per ciò più penetranti ed efficaci, di minaccia alla quale, secondo ormai un canone comportamentale ormai tristemente noto in un contesto territoriale come quello in esame, sono soliti ricorrere gli affiliati a sodalizi criminosi sussumibili nella previsione normativa di cui all'articolo 416-bis del codice penale. Peraltro, che all'azione delittuosa in esame sia conseguita quella particolare gravissima coartazione e quella conseguente intimidazione che risultano, di regola, sofferte dalle vittime delle azioni delittuose poste in essere dagli appartenenti alle consorterie mafiose, è un fatto che si coglie appieno ove solo si valutino severi timori che scuotevano le persone offese (in specie, la preoccupazione di essere destinatari delle tipiche azioni ritorsive attuate nei confronti di colui che opponga resistenza alle indebite pretese avanzate dagli appartenenti ai clan mafiosi; e basti considerare i seguenti paradigmatici passi delle conversazioni intercettate: Fazio: «io non ne voglio fatto danno nei mezzi Nino, perché mi ha fatto capire che se noi gli facciamo, se gli faccio fare questo lavoro... metà lo devono fare loro per forza... io mi spavento non è che mi posso mettere in

queste cose, non ci sono stato mai... non so quello che voleva dire con quel senso, no, che cosa ne so, estorsioni, deve entrare questo amico»; Fazio: «Nino io sono preoccupato... io ho tre mezzi, tu nei hai due... ho tutti i mezzi nuovi là... non è che ho mezzi vecchi, ho il leasing; Casabona: «le coste a noialtri ci bruciano»; Fazio: «poi chi li paga, tutti in leasing, li pagano loro, perché non ci aiutano a pagare il leasing quando non si lavora, invece di venirti a cercare quando c'è un poco di lavoro, ma cose da pazzi»;
da detti atti processuali emerge la personalità positivamente fuori dal comune e modernamente «eroica» di Sebastiano Buglisi e nel contempo la grave esposizione al rischio passato, presente e futuro dello stesso imprenditore che, con coraggio e determinazione ha scelto di continuare ad operare senza cedere a intimidazioni e condizionamenti;
i medesimi atti processuali danno la misura del grave pericolo al quale è esposto il suddetto imprenditore;
detta esposizione a rischio è aggravata dalla vicenda che ha coinvolto il Professor Adolfo Parmaliana, il docente universitario residente nel medesimo Comune di Terme Vigliatore che, prima di scegliere di mettere fine alla propria esistenza con un atto di denuncia che è oggetto di indagine da parte dell'Autorità Giudiziaria competente e di numerose inchieste giornalistiche, in ragione dei forti legami di amicizia e di familiarità col Buglisi aveva inviato in data 7 marzo 2007, una lettera al Ministro degli Interni, al Presidente della Commissione Antimafia e al Prefetto della provincia di Messina con cui poneva il problema della tutela da parte dello Stato della persona, della famiglia e dell'azienda di Sebastiano Buglisi;
si rende necessario e urgente mettere in atto adeguate misure di protezione di questo imprenditore coraggioso che lo Stato e le istituzioni non possono lasciare solo in un contesto territoriale ad alta densità mafiosa -:
quali urgenti provvedimenti intenda adottare perché siano assicurate adeguate misure di protezione e tutela all'imprenditore Sebastiano Buglisi, in ragione di quanto dettagliatamente sopra esposto.
(4-01662)

FIANO, MARANTELLI e MISIANI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
secondo notizie apparse sul quotidiano La Repubblica di lunedì 17 novembre 2008, nella sede dei mercati ortofrutticoli generali di Milano gestiti dalla Società Sogemi S.p.A., ogni notte si consumerebbe un inaccettabile e illegale mercato della manovalanza in nero;
ogni notte, sempre secondo quanto affermato dal quotidiano La Repubblica, all'interno del perimetro del mercato penetrerebbero illegalmente centinaia di persone, moltissime delle quali, immigrati clandestini, che scavalcando le recinzioni, con evidente grave rischio personale, in assenza di un efficiente sistema di controllo pubblico o privato, vanno ad offrire le loro braccia per il mercato della frutta e verdura, in assenza di qualsiasi osservanza delle più elementari norme di salvaguardia della salute e di diritto del lavoro;
costoro scaricano ogni notte centinaia e centinaia di tonnellate di frutta e verdura con paga oraria che risulterebbe essere di 2,5 euro in nero;
questo «sistema» non sembrerebbe più soltanto legato alla criminalità organizzata - camorra, mafia, soprattutto ndrangheta - che da vent'anni si infiltra nel più grosso mercato alla distribuzione d'Italia, come risulta dalle inchieste della magistratura che aveva qui identificato le attività della cosca Morabito-Bruzzaniti-Palamara, ma anche probabilmente a nuove e autonome organizzazioni di sfruttamento della manovalanza clandestina -:
sia a conoscenza di tale gravissima situazione se esista e come sia dimensionato

un sistema di controllo e contrasto a tale situazione da parte delle forze dell'ordine e quali provvedimenti intenda intraprendere per porre rimedio a questa clamorosa violazione della legge perpetuata all'interno di una struttura gestita da una società di proprietà pubblica.
(4-01669)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta orale:

CAPITANIO SANTOLINI, CIOCCHETTI e PEZZOTTA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la scuola paritaria, già colpita in maniera pesante dalla Finanziaria 2009, attraverso tagli che ammontano a 133 milioni di euro sui 535 complessivamente erogati dallo Stato, rischia di non vedere erogati neanche i finanziamenti stanziati dalla Finanziaria 2008;
gli uffici delle Direzioni scolastiche regionali, da cui partono i mandati di pagamento, si sono visti rispondere dalla Ragioneria dello Stato che non solo «non c'è disponibilità di fondi» per coprire i pagamenti degli ultimi quattro mesi del 2008, ma che tali fondi non sono neanche previsti;
tale scenario sta creando agitazione e preoccupazione nelle associazioni del mondo delle scuole paritarie già fortemente penalizzate dall'evolversi della questione fondi per l'anno 2009 e dopo la richiesta di ritiro, da parte del Governo alla stessa maggioranza, dell'emendamento tramite il quale si chiedeva l'immediato ripristino dei 535 milioni di euro);
questa situazione, infatti, mette a serio rischio la prosecuzione del servizio di tali scuole, soprattutto materne ed elementari, a cui è dedicato quasi totalmente il capitolo di spesa ministeriale;
lo stesso Presidente del Consiglio, il cinque novembre, aveva dichiarato di non essersi accorto dei tagli alla scuola cattolica e quindi la sua intenzione di cercare di evitarli;
inoltre, due settimane fa una circolare del Direttore generale per gli ordinamenti del sistema nazionale di istruzione e per l'autonomia scolastica, Mario Dutto, aveva dato il via a questi pagamenti -:
quali misure ritiene opportuno intraprendere immediatamente, al fine di sbloccare i fondi necessari non solo per il futuro di questi istituti ma anche per garantire la libertà di scelta delle famiglie in campo educativo.
(3-00241)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
in seguito a numerosi accertamenti effettuati nei confronti di Associazioni sportive dilettantistiche di molte regioni d'Italia, da funzionari dell'Ispettorato del lavoro, veniva loro contestata la «non applicabilità dei compensi sportivi agli istruttori delle attività di palestra» -:
se il Ministero del lavoro non consideri illegittime le contestazioni effettuate, poiché le Associazioni sportive dilettantistiche applicando dei compensi sportivi agli istruttori delle attività di palestra, scevri da obblighi contributivi, compiono atto legittimo in quanto soggette ai benefici fiscali previsti dalla legge 27 dicembre 2002, n. 289, articolo 90 (Disposizioni per l'attività sportiva dilettantistica) e del decreto del Presidente della Repubblica del 26 ottobre 1972, n. 633.
(2-00228) «Barbaro».

Interrogazioni a risposta in Commissione:

ZAZZERA e PALAGIANO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
secondo il dossier di PeaceLink pubblicato il 21 ottobre 2008 sulla pagina web www.peacelink.it/editoriale/a/27369.html a Taranto si concentrerebbe il 92 per cento della diossina nell'ultima versione dell'inventario nazionale delle emissioni loro sorgenti (INES) - dati 2006 - che è calcolata rispetto alle emissioni complessive stimate per la grande industria;
secondo i dati aggiornati al 2006 nell'aria di Taranto si accumulerebbe una diossina pari a 91,5 grammi/anno, valore ben più alto del dato dell'INES 2002, che vedeva un'emissione di diossina pari a 71,4 grammi/anno;
nel febbraio 2008 l'Arpa Puglia ha effettuato misurazioni sul camino E312 dell'Ilva di Taranto stimando un'emissione di 171 grammi/anno;
moltiplicando tale valore per 45 anni di funzionamento dell'impianto siderurgico di Taranto si ottiene un valore di oltre 7 chili e mezzo di diossina dispersi nell'ambiente;
nell'incidente di Seveso del 1976 sarebbero stati dispersi, sulla base di una stima effettuata dall'OMS, fra i 2 e i 3 chili di diossina (sezione 3.4.1 del rapporto consultabile su www.inchem.org/documents/ehc/ehc/ehc88.htm);
pertanto si sarebbero verificate circa «tre Seveso» distribuite in un arco di tempo in cui non vi è stata alcuna forma di informazione e protezione della popolazione (a differenza di quanto è avvenuto a Seveso);
gli effetti di una esposizione cronica, anche se a basse dosi, sono comunque più nocivi rispetto ad un'esposizione momentanea anche se acuta;
il 29 ottobre 2008 in un'audizione alla Commissione ambiente del Consiglio regionale pugliese il responsabile delle relazioni istituzionali dello stabilimento di Taranto Girolamo Archinà ha dichiarato che l'Ilva ha installato un elettrofiltro moderno (50 miliardi di investimento) che avrebbe ridotto di 5 volte le emissioni di diossina;
questa dichiarazione porta a stimare le emissioni di diossina in oltre 850 grammi/anno per il periodo precedente tale installazione;
alla luce di questa recente dichiarazione del responsabile delle relazioni istituzionali dell'Ilva di Taranto si può stimare un ammontare complessivo di emissioni in 45 anni che supera i 30 chili di diossina (oltre 10 volte a Taranto il quantitativo di diossina fuoriuscito nel disastro di Seveso);
i valori attuali si sommano a quelli già dispersi nell'ambiente in quanto si tratta di inquinanti persistenti e bioaccumulabili (di tutte le sostanze chimiche create dall'uomo le diossine sono tra le più tossiche mai studiate);
l'unità di misura della diossina negli alimenti è il picogrammo (ossia il millesimo di miliardesimo di grammo) dunque bastano 6 picogrammi per grammo di materia grassa per superare il limite di legge;
bastano dosi bassissime di diossina durante una gravidanza a determinare effetti malformativi sul feto;
la diossina riduce le difese immunitarie ed è cancerogena;
le emissioni di diossina sono aumentate nel 2008 (6,9 ng TE/m3) rispetto al 2007 (3,9 ng TE/m3) secondo le misurazioni dell'Arpa Puglia;
l'Ilva di Taranto con i suoi attuali 171 grammi di diossina/anno supera le emissioni industriali annue di quattro nazioni messe assieme, stando agli ultimi dati disponibili del registro europeo Eper (2004) che fornisce i seguenti valori nazionali: Spagna 75,6 grammi/anno, Svezia 20,6 grammi/anno, Regno Unito 68,9 grammi/anno, Austria: 1,5 grammi/anno;

alcuni volontari tarantini che si sono sottoposti ad analisi ematiche hanno scoperto di avere tra i valori più alti al mondo di diossina (cfr. www.tarantosociale.org/tarantosociale/a/25107.html);
tale indagine si sta allargando anche ad allevamenti distanti oltre il raggio di 10 chilometri a conferma del fatto che la diossina è inquinante e capace di contaminare a grandi distanze;
è stata avviata un'inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Taranto in quanto è stata acclarata la contaminazione di capi di bestiame ovino che hanno pascolato attorno all'area industriale così come rilevato da un articolo pubblicato il 10 ottobre 2008 sul Corriere della Sera;
nell'articolo si afferma che la Giunta Regionale pugliese abbia proceduto a deliberare un finanziamento di 160.000,00 euro per l'abbattimento di ben 1.200 animali ovini, distribuiti in sette allevamenti alcuni dei quali in fattorie distanti a 10 chilometri dal sito industriale;
è noto all'interrogante che nel quartiere Tamburi a Taranto, che sorge a ridosso dell'ILVA, siano stati diagnosticati tra i bambini alcuni casi di tumori al polmone o al rinofaringe che per le caratteristiche interessano prevalentemente l'età adulta o senile, e i fumatori incalliti;
il dottor Patrizio Mazza, Vice Presidente della sezione tarantina dell'AIL (Associazione Italiana Leucemie) e primario di ematologia presso l'Ospedale Moscati di Taranto, è arrivato ad una drammatica conclusione: i bambini che vivono a ridosso dell'ILVA, quartiere Tamburi, sono affetti dalla «sindrome del fumatore» poiché respirano benzopirene che ha un impatto cancerogeno pari a quello di 7 sigarette giornaliere;
21 ottobre 2008 il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo dal titolo «A 13 anni ha il tumore da fumo. È la diossina», dove si descrive il caso di un bambino non fumatore con un quadro clinico di adenocarcinoma del rinofaringe tipico tumore del fumatore incallito;
all'interrogante risulta che nell'ambito delle attività previste dal Piano Nazionale per la ricerca dei residui nel periodo 2002-2007 presso il Ministero della salute siano state effettuate 374 analisi per la ricerca di composti organo clorurati, compresi i PCB, le diossine e DL-PCB sull'intero territorio della Regione Puglia, e che di queste analisi per la ricerca delle diossine solo quattro siano state effettuate in provincia di Taranto;
all'interrogante risulta inoltre che dall'anno 2002 all'anno 2007 siano state effettuate dall'ASL di Taranto, su richiesta del ministero della salute, presso l'Istituto Zooprofilattico di Foggia all'interno del piano Nazionale Residui (PNR) e Piano Nazionale Alimentazione Animale (PNAA) per gli anni 2002-2007, 72 analisi sulla diossina e ploriclorobi fenili (PCB) nell'area tarantina, risultate tutte sistematicamente e stranamente a norma -:
se il Ministro interrogato sia conoscenza di quanto indicato in premessa, che per la gravità dei dati riportati presupporrebbe lo stato di «emergenza sanitaria»;
se al Ministro interrogato risultino ulteriori e recenti accertamenti sulla diossina nel territorio Pugliese da parte degli organi competenti considerata l'accertata presenza degli alti livelli di diossina a Taranto, nonostante la conformità delle risultanze delle indagini già effettuate nel territorio;
se il Ministro interrogato anche sulla base degli atti depositati presso il ministero, non intenda immediatamente far luce sulla corretta elaborazione dei 72 accertamenti effettuati dalla ASL di Taranto tra il 2002 e il 2007 e tutti risultati conformi, verificando presso gli organi competenti le schede dei rapporti analisi ad essi relative, e se non ritenga opportuno appurare se i suddetti accertamenti siano stati eseguiti presso centri di laboratori accreditati;
se il Ministro interrogato, considerati gli innumerevoli elementi di preoccupazione

per la salute pubblica, intenda prendere misure adeguate per salvaguardare la salute dei cittadini e la sicurezza alimentare in un'area ad altissimo rischio di contaminazione;
se il Ministro interrogato, considerata l'importanza degli esiti sulle analisi riguardanti i dosaggi di diossina e similari, non ritenga utile rendere questi dati pubblici e accessibili a tutti i cittadini attraverso i siti internet istituzionali.
(5-00629)

GALLETTI e DELFINO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 915 del 1978 stabilisce che «La pensione, assegno o indennità di guerra previsti dal presente testo unico costituiscono atto risarcitorio, di doveroso riconoscimento e di solidarietà, da parte dello Stato nei confronti di coloro che, a causa della guerra, abbiano subito menomazioni nell'integrità fisica o la perdita di un congiunto»;
l'articolo 77 del medesimo decreto del Presidente della Repubblica, così come modificato dall'articolo 5 della legge n. 261 del 1991, prevede conseguentemente che «Le somme corrisposte a titolo di pensione, assegno o indennità di cui al presente decreto, per la loro natura risarcitoria, non costituiscono reddito. Tali somme sono, pertanto, irrilevanti ai fini fiscali, previdenziali, sanitari ed assistenziali ed in nessun caso possono essere computate, a carico dei soggetti che le percepiscono e del loro nucleo familiare, nel reddito richiesto per la corresponsione di altri trattamenti pensionistici, per la concessione di esoneri ovvero di benefici economici e assistenziali»;
la «legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali» (legge n. 328 del 2000), all'articolo 25, prevede che la verifica della condizione economica del richiedente i servizi è valutata sulla base dei redditi IRPEF o di carattere finanziario o del patrimonio, categorie in cui le pensioni di guerra non possono rientrare sotto alcun profilo;
in palese violazione di tali principi, il Comune di Modena e gli altri Comuni della Provincia, così come altri Comuni nel resto d'Italia, starebbero indebitamente considerando le pensioni di guerra nel calcolo del reddito per la determinazione delle rette dovute dai titolari ospiti delle case protette gestite dai medesimi Comuni;
tali enti, considerando ai fini assistenziali le pensioni di guerra, di fatto ne disconoscono la loro natura, attribuendo loro una qualificazione giuridica diversa da quella sancita nell'articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1978, n. 915 e ciò facendo ad avviso dell'interrogante, violano la ripartizione costituzionale delle competenze, dato che indiscutibilmente spetta solo allo Stato stabilire la natura di detti trattamenti;
questa situazione va a danneggiare la benemerita categoria dei pensionati di guerra che peraltro gode di trattamenti la cui entità è nella stragrande maggioranza dei casi ricompresa tra i 100 e i 400 euro circa;
si verifica inoltre una discriminazione tra cittadini nelle medesime condizioni, in quanto vi sono altri Comuni, come ad esempio il Comune di Milano, che correttamente escludono le pensioni di guerra dal reddito preso a riferimento per il calcolo della retta -:
se non si ritenga opportuno di fornire ai Comuni una direttiva chiara ed inequivoca sulla materia, ai sensi dell'articolo 1 del decreto legislativo n. 109 del 1998, per impedire la considerazione indebita delle pensioni di guerra al fine del calcolo della retta per la permanenza nelle case protette.
(5-00632)

Interrogazioni a risposta scritta:

CASSINELLI, SCANDROGLIO e CORSARO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri è Ente di diritto privato, ex

articolo 1 del decreto legislativo n. 509 del 1994; essa ha autonomia gestionale, organizzativa e contabile, nel rispetto dei principi stabiliti dall'articolo 2 del citato decreto legislativo, in relazione alla natura pubblica dell'attività svolta;
la vigilanza sull'attività svolta da detto Ente è esercitata dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze;
vi è notizia che il Consiglio di amministrazione di detto Ente ha deliberato la sospensione delle procedure per le elezioni dei componenti il comitato dei delegati, già fissato per il 13 dicembre 2008, a causa di asserite situazioni di incertezza circa l'esatta identificazione degli aventi diritto all'elettorato attivo e passivo;
parte dell'attività di cui sopra è rimessa agli Ordini territoriali, i quali hanno il mero compito di convalidare gli elenchi degli iscritti, essendo rimesso al Consiglio di amministrazione in carica l'onere e la responsabilità della formazione degli stessi;
l'annunciata sospensione appare, pertanto frutto di una inattività degli organi di amministrazione della Cassa che, ove avessero acquisire le convalide da parte degli Ordini territoriali in tempo utile per il rispetto della data già stabilità per l'elezione dei componenti il Comitato dei Delegati, così da poter riscontrare lo spirare corretto dell'ordinario termine statutario;
l'elezione del Comitato dei Delegati è atto necessario e propedeutico alla successiva procedura elettorale per la composizione del nuovo Consiglio di Amministrazione;
il ritardo e l'inerzia con i quali gli organi della Cassa hanno attivato e portato avanti le procedure per il loro rinnovo, configurano la circostanza di grave violazione della legge, con particolare riferimento alla corretta gestione dell'Ente in questione;
conseguentemente deve essere adottata, secondo gli interroganti, la procedura di nomina di un Commissario Straordinario, ex articolo 2, comma 6 del decreto legislativo n. 509 del 1994, cui assegnare il compito di salvaguardia della citata corretta gestione e l'avvio della procedura per rieleggere i nuovi amministratori dell'Ente, nel rispetto di quanto previsto dal vigente Statuto;
l'attuale Presidente, ancora oggi e nonostante i fatti di cui sopra, continua a svolgere sistematici incontri sul territorio, finalizzati a sostenere la sua candidatura per il prossimo Consiglio di amministrazione, in ciò coadiuvato dal Direttore generale dell'Ente che partecipa ai citati incontri;
detti eventi producono inevitabili costi che gravano sui conti dell'Ente e quindi sulla collettività tutta;
alla luce di quanto sopra, la decisione in merito al rinvio appare agli interroganti strumentale all'interesse di alcuni Consiglieri attualmente in carica e ricandidabili per il prossimo mandato a procrastinare sine die la conclusine dell'iter procedurale, potendone ricavare potenziale beneficio da una sistematica loro presenza sul territorio -:
quali iniziative intenda adottare il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali per evitare il reiterarsi secondo gli interroganti ingiustificato ed ingiustificabile di fatti e accadimenti come quelli sopra denunciati.
(4-01658)

BERNARDINI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro per i rapporti con le regioni, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il numero elevato e in costante crescita della popolazione detenuta, che oggi sfiora le 60.000 presenze, produce un sovraffollamento insostenibile delle strutture penitenziarie, capaci di ospitarne in

condizioni critiche circa 43.000. Come è facile immaginare, questo dato ha effetti dirompenti, tra l'altro, proprio sulle condizioni di salute dei reclusi;
la domanda di salute in carcere è in costante crescita: si è passati da oltre 25.500 detenuti del 1990 ai 55.000 del giugno 2008 (tra cui 2.410 donne, ossia il 4,4 per cento); ma se si considera il turn over degli arrestati e dei dimessi è evidente come l'offerta dei servizi sanitari coinvolga numeri vicini al doppio di quelli citati;
da un recente rapporto sulla sanità penitenziaria predisposto dalla Commissione Giustizia del Senato risulta che appena il 20 per cento dei detenuti risulta sano, mentre il 38 per cento di essi si trova in condizioni di salute mediocri, il 37 per cento in condizioni scadenti ed il 4 per cento in condizioni gravi e con alto indice di co-morbosità, vale a dire più ciriticità ed handicap in uno stesso paziente;
solo per limitarsi alle cinque patologie maggiormente diffuse, ben il 21 per cento dei detenuti è tossicodipendente, il 15 per cento ha problemi di masticazione, altrettanti soffrono di depressione e di altri disturbi psichiatrici, il 13 per cento soffre di malattie osteo-articolari e il 10 per cento di malattie al fegato; oltre al fatto che la stessa tossicodipendenza è spesso associata a Aids, epatite C e disturbi mentali;
la situazione drammatica della medicina penitenziaria è testimoniata dal fatto che l'organico dei sanitari, a fronte di una morbosità così elevata, continua ad essere ridotto all'osso in quanto composto da appena 15 medici, 183 infermieri e 5 assistenti sociali, per la metà, part-time, senza considerare che solo 15 istituti di pena dispongono di propri centri per diagnosi e terapia e che gli ospedali con reparti speciali per il ricovero dei reclusi sono rarissimi;
l'attuale insufficienza di risorse, di strumenti e di mezzi svilisce pertanto i servizi e la professionalità degli operatori sanitari operanti all'interno degli istituti di pena, oltre ovviamente a pregiudicare le attività di trattamento, cura e assistenza degli stessi detenuti;
paradossalmente questo quadro sconfortante sembra essersi aggravato a seguito del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1o aprile 2008 recante «modalità e criteri per il trasferimento al Servizio Sanitario Nazionale delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie e delle attrezzature e beni strumentali in materia di Sanità penitenziaria», posto che: a) non risulta ancora essere stato costituito il Comitato paritetico previsto all'articolo 5, comma 2, del predetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri nonché il Tavolo di Consultazione previsto nelle linee di indirizzo dello stesso decreto del Presidente del Consiglio dei ministri; la stessa Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome, presso la quale il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri prevede siano costituiti i medesimi organismi, è ancora in attesa di ricevere i nominativi dei referenti del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali per poterli convocare; b) non risultano ancora essere state trasferite alle Regioni le risorse finanziarie per l'anno 2008, trasferimento previsto dall'articolo 6 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1o aprile 2008; la proposta di riparto, che dovrà essere esaminata nella Conferenza Stato-Regioni, è infatti attualmente ferma presso il Ministero dell'economia e delle finanze;
l'applicazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri citato, comportando il trasferimento, a partire dal 1o ottobre 2008, della competenza della sanità penitenziaria dal Ministero della giustizia al Servizio Sanitario Nazionale, richiede pertanto una seria e radicale riorganizzazione del servizio, riorganizzazione da attuare al più presto previo passaggio dei soldi stanziati per il servizio sanitario penitenziario (84 milioni nel 2008) presso il Fondo sanitario nazionale e, quindi, previa ripartizione degli stessi

tra le Regioni e, da queste, alle Asl, che hanno competenza territoriale sugli istituti;
nonostante il passaggio delle competenze al Servizio Sanitario Nazionale delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie e delle attrezzature e beni strumentali in materia di Sanità penitenziaria, non risultano ancora essere stati definiti modelli operativi adeguati all'assistenza in carcere, ciò anche considerato il fatto che le stesse Regioni sono ben lungi dall'essere attrezzate in modo da poter essere in grado di fornire i servizi medici nei penitenziari, così come peraltro ancora ambigua risulta la gestione dei relativi contratti di lavoro e ruoli professionali;
peraltro è innegabile che, rispetto al passato, il potenziamento ed il miglioramento della medicina penitenziaria richieda medici ed infermieri qualificati professionalmente, motivati economicamente e rafforzati nella loro dignità professionale, obiettivi tutti raggiungibili attraverso il giusto e doveroso riconoscimento della legittima esistenza della Medicina Penitenziaria quale settore della medicina dotato di una sua specificità al pari dei Ser.T, della Psichiatria, della Cardiologia e della Medicina Legale;
da questo punto di vista occorre pertanto evitare il rischio che la medicina penitenziaria, inserita all'interno del S.S.N., possa perdere la sua specifica identità; al contrario, sarà indispensabile utilizzare questo passaggio di competenze dal Ministero della giustizia al S.S.N. per cercare di valorizzare il patrimonio di conoscenze, competenze ed esperienze specifiche dei medici e degli infermieri che operano da tanto tempo all'interno delle strutture penitenziarie;
in sede di approvazione della Legge Finanziaria, l'interrogante ha già presentato un ordine del giorno, poi accolto dal Governo previa riformulazione, nel quale si chiede all'Esecutivo di valutare l'opportunità di adottare provvedimenti volti a consentire l'assunzione di personale sanitario all'interno delle strutture penitenziarie nonché adeguati stanziamenti di bilancio per l'amministrazione penitenziaria, tali da garantire la funzionalità dei servizi relativi all'assistenza sanitaria ai detenuti -:
quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano adottare al fine di dare completa ed immediata attuazione al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1o aprile 2008 recante «modalità e criteri per il trasferimento al Servizio Sanitario Nazionale delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie e delle attrezzature e beni strumentali in materia di Sanità penitenziaria», a partire dalla immediata costituzione, presso la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome, sia del Comitato paritetico sia del Tavolo di Consultazione, organismi entrambi previsti nel predetto decreto e necessari per dare allo stesso omogeneità di applicazione operativa;
se il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, non intenda indicare senza ulteriori indugi i nominativi dei referenti del ministero così come previsto dal citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1o aprile 2008, ciò al fine di consentire alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome, di poterli convocare al più presto;
se ed in che misura il Ministro dell'Economia e delle finanze intenda dare avvio alla proposta di riparto tra le Regioni dei soldi stanziati per il servizio sanitario penitenziario, proposta che deve essere poi esaminata nella Conferenza Stato-Regioni, con ciò sbloccando l'iter del trasferimento dei predetti stanziamenti alle Regioni medesime ex articolo 6 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1o aprile 2008;
quali iniziative il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali intenda adottare, nel passaggio delle competenze della medicina penitenziaria al S.S.N., al fine di valorizzare le esperienze

e le competenze specifiche dei medici e degli infermieri operanti all'interno delle strutture penitenziarie, ciò magari anche attraverso l'esplicito riconoscimento della Medicina penitenziaria quale branca medica autonoma al pari delle altre già esistenti.
(4-01659)

MINARDO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sono in corso da mesi, secondo quanto riportato da fonti di stampa nazionali e locali, nelle province siciliane verifiche da parte della Guardia di finanza che hanno portato alla luce un grave ed inaccettabile caso di malasanità nella Regione Sicilia: sarebbe stato accertato danno erariale di notevole ammontare derivato dal pagamento da parte delle ASL della prevista indennità mensile per soggetti defunti presenti negli elenchi dei medici di base;
sarebbero stati effettuati controlli, in particolare, nelle province di Catania, Ragusa e Palermo: nel luglio di quest'anno nella provincia di Catania sarebbero stati scoperti in totale circa 21 mila casi con un danno erariale stimato intorno ai 4,2 milioni, cifra riferita agli ultimi cinque anni; circa un mese fa nella provincia iblea il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza avrebbe accertato nell'USL n. 7 la presenza di oltre tremila nominativi di persone decedute dal 1990 negli elenchi dei pazienti dei medici di base calcolando un danno erariale pari ad oltre cinquecentomila;
la cronaca di qualche giorno fa ha riportato la notizia secondo la quale il numero complessivo delle persone decedute, alcune addirittura da più di venti anni, presenti nelle liste dei medici di famiglia dell'intera Regione a carico del Servizio sanitario nazionale ammonterebbe a 51.287, delle quali 12.711 solo a Palermo: la truffa ai danni dell'erario sarebbe stata quantificata in circa 14 milioni di euro;
nella Regione Sicilia, secondo un recente studio condotto dalla Cgil, le truffe al sistema sanitario avrebbero, fino a questo momento, inciso mediamente per un terzo sulla spesa complessiva della sanità siciliana;
sempre secondo quanto si apprende dalla stampa, sarebbero state avviate da parte di alcune ASL procedure per recuperare le somme indebitamente incassate attraverso richieste di rimborso dei compensi percepiti dai medici di famiglia per prestazioni non effettuate a causa del decesso del paziente -:
se i Ministri interrogati nell'ambito dell'attuazione del piano di rientro dal deficit intendano accertare se le notizie relative agli incresciosi ed inaccettabili fatti riguardanti la sanità siciliana rispondano al vero anche rispetto alle cifre riportate in merito ai danni erariali prodotti;
quale sia la situazione nelle altre Regioni relativamente ad analoghe dannose situazioni di truffa perpetratesi ai danni del Sistema sanitario nazionale e se i ministri interrogati intendano assumere iniziative finalizzate ad attivare adeguati ed urgenti controlli allo scopo;
se intendano predisporre un'urgente ed efficace procedura unificata sull'intero territorio nazionale finalizzata all'immediato adeguamento dei dati presenti negli uffici anagrafe dei Comuni con quelli delle anagrafi delle Asl.
(4-01665)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:

REALACCI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la puntata del 16 novembre 2008 della trasmissione televisiva Report andata

in onda su RAI 3 porta alla luce alcuni episodi avvenuti nel porto di Bagnara Calabra in relazione al rispetto delle normative che vietano l'utilizzo delle spadare come mezzi da pesca;
la puntata ha inizio con le operazioni di sequestro di spadare nel porto di Cetraro, in provincia di Cosenza, dove alcune imbarcazioni stanno scaricando le reti probabilmente con l'intento di nasconderle. La pena cui vanno incontro è il sequestro delle reti e una sanzione amministrativa di 4.000 euro;
dieci anni fa vennero erogati notevoli contributi comunitari e nazionali per la riconversione delle tecniche di pesca dei pesci spada con le reti derivanti, le cosiddette spadare. Sei anni fa l'Unione Europea le ha proibite definitivamente ma come si evince dalla puntata di Report in Italia alcuni continuano ancora ad usarle. Dieci anni fa le navi spadare erano circa 700, oggi alcune stime ne contano un centinaio nonostante tale pratica sia illegale;
il Mediterraneo è noto per essere il mare più sfruttato, in cui la risorsa ittica comincia a scarseggiare. Basti pensare che l'Italia importa il 70 per cento del pesce consumato. La rete spadara è una rete a maglie larghe che può raggiungere la lunghezza di 30 Km ed è utilizzata esclusivamente per la pesca del pescespada. Purtroppo però in questo muro della morte restano incastrati anche specie in via di estinzione come gli squali, le tartarughe marine, delfini e i cetacei. Si stima che nel solo Mediterraneo queste reti siano arrivate ad uccidere diecimila cetacei ogni anno;
per far fronte a tale situazione da quest'anno è stata introdotta una norma che consente il sequestro anche in porto, sanzionando quindi la detenzione. Fino a qualche tempo fa era necessario cogliere i pescatori in flagranza di reato nell'atto di utilizzarla in mare. Tale normativa arriva a seguito dei molti richiami della Commissione Europea, tra cui in particolare un ricorso presentato il 10 giugno 2008 dalla Commissione stessa in cui si legge che «è ampiamente provato che il sistema di controllo e sanzione applicato in Italia in merito alle reti derivanti sia del tutto insufficiente»;
tale appare, infatti, la situazione a Bagnara. Dalle immagini di Report apprendiamo che i controlli sono praticamente nulli, che i pescatori sbarcano indisturbati le proprie reti oltre a grandi quantità di pesce spada e che gli uomini della capitaneria di porto, pur vedendo queste attività non si fermano ad effettuare controlli. Pare infatti dai racconti dei pescatori di Cetraro che è ben noto che Bagnara a questo riguardo è un porto franco e che mentre a Cetraro la capitaneria di porto sta sequestrando le reti e applicando le sanzioni amministrative previste, a Bagnara consentono di scaricare le reti e di portarle a casa;
oggi la pesca del pescespada si potrebbe effettuare solo con il sistema del palangaro ovvero con gli ami. Ma, mentre il regolamento delle spadare era in via di risoluzione, è stato introdotto un nuovo tipo di rete chiamato ferrettara a maglie più strette della spadara e meno lunga, il cui limite di utilizzo era in origine entro le 3 miglia; oggi portato a 10 miglia rendendo molto più difficile la rivelazione delle contravvenzione; la Guardia costiera rivela anche che questo tipo di rete non ha alcuna redditività sotto costa e che generalmente tali reti sono utilizzate in vece dalle spadare per pescare anche oltre le 10 miglia e che per raggiungere la lunghezza della spadara vengono cucite l'una con l'altra -:
se non si intenda aprire un'inchiesta sulla vicenda del Porto di Bagnara Calabra denunciata dalla trasmissione Report per accertare le effettive responsabilità su quanto accaduto e al tempo stesso verificare se le forze dell'ordine preposte al controllo di eventuali illegalità del settore della pesca siano effettivamente messe in condizione di svolgere le loro funzioni attraverso una congrua dotazione di mezzi e uomini in organico;

se non si intenda verificare come siano stati effettivamente utilizzati i fondi destinati alla riconversione del settore della pesca con le spadare e, nel momento in cui si accerta la frode da parte delle imbarcazioni ancora in possesso di reti derivanti, quali meccanismi risarcitori si intendano predisporre;
se non si intenda aprire un'indagine sugli attrezzi per la pesca alternativi alle spadare attualmente utilizzati da molti pescatori, come le cosiddette ferrettare e le reti da posta, il cui utilizzo è sempre più difficile da distinguere da quello delle spadare illegali.
(4-01663)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:

RUVOLO, CIOCCHETTI e CAPITANIO SANTOLINI. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la legge 3 maggio 1999 n. 124 riguardante «Disposizioni urgenti in materia di personale scolastico» ha disposto all'articolo 8 che «il personale ATA degli istituti e scuole statali di ogni ordine e grado è a carico dello Stato» e garantisce al personale trasferito il riconoscimento ai fini giuridici ed economici della «anzianità maturata presso l'ente locale di provenienza»;
dunque, in caso di trasferimento del personale scolastico dagli Enti locali allo Stato, doveva cambiare il datore di lavoro e non il rapporto di lavoro, in nessuno dei suoi componenti;
tuttavia, un accordo tra l'Aran, l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, e le organizzazioni sindacali, firmato il 20 luglio 2000, inquadrava il personale in questione in relazione a quanto percepito nell'ente di provenienza e non all'effettiva anzianità di servizio, derogando all'articolo 8 della legge n. 124;
di fronte a questa ingiustizia, gli ex dipendenti degli enti locali hanno presentato ricorso ottenendo di essere inquadrati tutti nella giusta posizione di anzianità di servizio effettivamente maturata;
la Finanziaria 2006, al comma 218, disconosce di fatto i diritti acquisiti da questi lavoratori, inquadrandoli con un'anzianità di servizio di gran lunga inferiore rispetto a quella reale;
in più, il Ministero dell'economia e finanze, in virtù di tale normativa, sta provvedendo, soprattutto nella provincia di Trapani, al recupero delle somme percepite dal 2000 ad oggi dal personale scolastico, senza però tenere conto che la Finanziaria per il 2008, prevede che «in sede di rinnovo contrattuale del personale relativo al biennio economico 2008/2009 viene esaminata anche la posizione giuridico-economica del personale ausiliario, tecnico ed amministrativo trasferito dagli Enti locali allo Stato, in attuazione della legge n. 124 del 1999» -:
se non ritenga opportuno bloccare con urgenza le trattenute sugli stipendi e provvedere al riconoscimento totale ai fini giuridici ed economici dell'anzianità maturata nell'Ente di provenienza.
(4-01654)

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta scritta:

GRIMOLDI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il Ministro interrogato dovrebbe venire a conoscenza dei gravi disservizi che

si verificano nella gestione dei servizi postali nella regione Lombardia, i quali creano notevoli inconvenienti agli utenti, siano essi privati o persone giuridiche;
nonostante venga assicurato, a parole, dalla società Poste Italiane Spa un servizio celere per il recapito delle lettere e dei pacchi postali, trascorrono settimane e addirittura mesi prima che gli stessi vengano recapitati agli utenti interessati;
le numerose aziende della zona, i commercianti, gli uffici comunali e tutti i cittadini stanno subendo gravissimi disagi per il ritardato o mancato recapito della corrispondenza;
la ritardata consegna riguarda anche bollettini, fatture e raccomandate, e comporta per i cittadini notevoli inconvenienti ed il pagamento di multe;
i quotidiani e le riviste vengono consegnati con decine di giorni di ritardo; del disservizio sono coinvolte anche le biblioteche locali, che non possono così garantirne la fruizione agli utenti;
i pacchi postali vengono spesso recapitati in condizioni pessime;
i dipendenti comunali devono recarsi personalmente presso gli uffici periferici per ritirare le missive a loro dirette;
in particolare, si porta a conoscenza del Ministro la situazione di precarietà in cui operano gli uffici postali in Provincia di Monza e Brianza e in particolare nei comuni di Monza, Concorezzo, Brugherio, Agrate Brianza, Villasanta, Arcore, Muggiò, Lissone, Vedano al Lambro, Biassono, Macherio, Lesmo, dove il recapito della corrispondenza è considerato «un avvenimento»;
gran parte dei rapporti tra istituti bancari, imprese e privati avviene attraverso i servizi di corrispondenza postale; risulta quindi evidente che il disservizio è notevole e comporta anche una perdita di tempo e denaro per gli utenti, nonché spiacevoli inconvenienti -:
se i Ministri interrogati non intendano attivare un'indagine per verificare quali siano le ragioni dei disservizi nella gestione del servizio postale nella regione Lombardia;
quali siano, in caso contrario, le cause che sono all'origine dei disservizi e quali azioni intendano intraprendere presso Poste Italiane Spa al fine di riportare efficienza e trasparenza nella gestione del servizio postale italiano in Lombardia e in particolare in provincia di Monza e Bianza.
(4-01656)

LANDOLFI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la «Formenti Seleco SpA», glorioso marchio dell'industria italiana, è stata travolta dalla crisi causata al comparto dei televisori dalla concorrenza sleale dei produttori turchi;
la «Formenti Seleco SpA» con i suoi circa 500 addetti rappresentava il più grande ed importante insediamento produttivo nel territorio di Sessa Aurunca (Caserta). La sua crisi ha ulteriormente depresso un territorio già duramente provato dalla chiusura della «Cane Profilati» e della «Morteo Soprefin»;
nel 2003 il Ministero delle attività produttive e la Regione Campania cofinanziavano il Contratto di programma «Polo tecnologico Campania nord», approvato dal CIPE il 29 settembre 2004, finalizzato alla valorizzazione dell'area industriale Formenti, con il recupero di 421 addetti ed alla realizzazione di investimenti per 93.407.000 euro con agevolazioni per 44.136.520 euro per metà a carico dello Stato e per l'altra metà a carico della Regione Campania;
successivamente, a seguito dell'abbandono di alcune aziende (D. M. Elektron Sexa SrL, Europlastica S.r.l, Incos S.r.l, Manuli S.p.A, Project S.r.l) si sono rese necessarie altre due delibere del CIPE:

(Deliberazione n. 134/05 - Gazzetta Ufficiale n. 135 del 13 giugno 2006 e deliberazione n. 132/07 - Gazzetta Ufficiale n. 71 del 25 marzo 2008) con la inevitabile contrazione degli investimenti ridotti a 41.199.000 euro e dei livelli occupazionali scesi a 225 addetti, a fronte di esuberi di gran lunga superiori;
al Contratto così rimodulato hanno aderito solo due aziende, segnatamente la Tecnopol S.r.l e la E.F.M S.r.l, delle quali la prima ha avviato l'attività nel territorio di Sparanise, sempre nel casertano, e la seconda prevede la realizzazione di un nuovo insediamento industriale in un'area adiacente all'insediamento Formenti;
alla luce del tempo trascorso è fin troppo immaginabile la sofferenza sia dei lavoratori e delle loro famiglie in attesa di uno sbocco occupazionale sia del territorio che ha visto la propria economia andare in recessione ben prima delle attuale crisi finanziaria -:
per quali ragioni sia venuto meno l'insediamento all'interno dell'area industriale Formenti che avrebbe comportato una notevole riduzione dei tempi di riassunzione dei lavoratori;
quali iniziative si intendano adottare al fine di favorire il recupero industriale dell'area Formenti;
quali provvedimenti urgenti, primo fra tutti la proroga degli ammortizzatori sociali in deroga - tenuto conto dei tempi lunghi di attuazione dei programmi di investimento (48 mesi dalla stipula del Contratto) - intendano adottare al fine di accelerare i tempi di riassorbimento della forza lavoro in esubero e per garantire ai lavoratori l'accesso al pensionamento ovvero alla riassunzione nell'ambito degli impegni del Contratto di programma.
(4-01670)

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Apposizione di firme ad una mozione.

La mozione Stracquadanio e altri n. 1-00062, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 novembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Zorzato, Gava, Mariarosaria Rossi, Mistrello Destro.

Apposizione di firme ad una risoluzione.

La risoluzione in commissione Mosca e altri n. 7-00075, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 13 novembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Delfino, Paladini.

Apposizione di una firma ad una interpellanza.

L'interpellanza urgente Bobba e Soro n. 2-00206, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 novembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Calgaro.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore:
interrogazione a risposta scritta Galletti n.4-00283 del 5 giugno 2008 in interrogazione a risposta in Commissione n.5-00632.