XVI LEGISLATURA
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
ogni anno centinaia di minori non accompagnati spariscono dalle case-famiglia che li ospitano, il fenomeno ha raggiunto dati preoccupanti, tanto che, nella sola questura di Agrigento è stato rilevato che oltre il 35 per cento dei minori arrivati a Lampedusa ha fatto perdere ogni traccia;
non si tratta di improvvise e misteriose sparizioni, piuttosto, una buona parte di minori si allontana prima dei 18 anni per evitare il rischio di espulsione, mentre altri lo fanno perché hanno già dei riferimenti sul territorio italiano;
in Italia, ad occuparsi dei minori non accompagnati è il giudice tutelare che li affida ad una delle tante case-famiglia disseminate sul territorio, nella maggior parte dei casi piccole strutture in grado di ospitare non più di 10 ragazzi, che negli ultimi anni sono arrivate ad ospitarne anche 30;
fino a qualche mese fa per ogni ragazzo le case-famiglia ricevevano 68 euro al giorno, ora sono stati ridotti a 35 euro;
nel caso specifico, dall'arrivo a Lampedusa sino alla nomina di un tutore (che dovrebbe avvenire entro 30 giorni) il mantenimento dei minori è a carico della prefettura, successivamente l'onere grava sui Comuni in cui ha sede la casa-famiglia;
negli ultimi anni, per far fronte al numero crescente di minori non accompagnati che arrivano in Italia, il numero delle case-famiglia è cresciuto in maniera esponenziale, ma non tutte sono attrezzate in maniera adeguata e spesso mancano di mediatori culturali ed assistenti;
spesso i Comuni che dovrebbero provvedere ai minori non hanno mezzi a sufficienza o non sanno neppure che è a loro carico l'onere di assistenza ai minori non accompagnati -:
se non ritenga di adottare misure tempestive per impedire le frequenti scomparse dei minori che arrivano nel nostro Paese;
quali iniziative intenda adottare per dare un maggior sostegno ai Comuni che spesso non hanno fondi a sufficienza per adempiere ai compiti previsti dalla legge, e che non sempre si trovano nelle condizioni tali da poter contare su strutture adeguate;
se non intenda adottare provvedimenti al fine di fornire le sopraddette strutture di mediatori culturali ed assistenti in grado di far fronte alle esigenze dei minori non accompagnati che spesso scappano per paura e ignoranza di quelle che sono le opportunità di restare legalmente nel nostro Paese.
(2-00227)
«Capitanio Santolini, Ruvolo, Pezzotta, Nunzio Francesco Testa, De Poli, Oppi, Adornato, Bosi, Buttiglione, Casini, Cera, Cesa, Ciccanti, Ciocchetti, Compagnon, Delfino, Dionisi, Drago, Anna Teresa Formisano, Galletti, Libè, Mannino, Naro, Pisacane, Poli, Rao, Romano, Ruggeri, Tabacci, Tassone, Vietti, Volontè, Zinzi, Pagano, Rubinato, Froner, Livia Turco, Ceccacci Rubino, Aprea, Bocciardo, Paglia, Renato Farina, Palomba».
AFFARI ESTERI
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
III Commissione:
BONIVER, ZACCHERA e PIANETTA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la signora Rose Kabuye, direttrice generale del protocollo presso la Presidenza della Repubblica del Rwanda, è stata arrestata due giorni fa a Francoforte sul Meno, dove si trovava in missione ufficiale per preparare una visita di Stato in Germania del Presidente Paul Kagame;
la signora Kabuye è in carcere su esecuzione di un ordine di cattura internazionale emesso dalla magistratura francese per l'accusa, formulata dalla stessa magistratura francese, di coinvolgimento nell'attacco del 1994 all'aeroporto di Kigali, nel corso del quale fu abbattuto l'aereo che trasportava l'allora Presidente Habyarimana e tutti gli altri passeggeri;
l'attentato fu il fattore scatenante del genocidio che, in appena un centinaio di giorni, costò la vita a circa un milione di persone, prevalentemente di etnia tutsi, anche se gli hutu moderati non furono risparmiati;
la posizione del giudice francese in merito alla responsabilità dei ribelli tutsi nell'attentato al Presidente Habyarimana non è condivisa da nessun altro Paese. L'episodio può infatti essere letto in modo completamente opposto se si tiene in conto che il Presidente Habyarimana rientrava da riunioni volte a porre le basi per un accordo con i ribelli tutsi, per cui gli attentatori sarebbero estremisti hutu sostenuti, oltretutto, dal commercio di armi internazionale;
da anni il Governo rwandese chiede alla Francia e alla comunità internazionale di far luce sul comportamento dei militari francesi intervenuti nel sud-ovest del Paese africano dopo l'inizio del genocidio, con la cosiddetta Opération Turquoise (22 giugno-22 agosto 1994, 2.550 uomini);
il Governo rwandese sostiene che con l'Opération Turquoise, autorizzata dalle Nazioni Unite, i francesi avevano creato una zona umanitaria sicura, che ufficialmente doveva servire a proteggere i tutsi in fuga. In realtà l'intervento dei legionari francesi consentì alle forze governative in fuga e ai genocidari hutu di trovare rifugio in Congo, l'allora Zaire;
la Commissione, formalmente indipendente, che dal 2004 lavora su tali vicende ha raccolto testimonianze assai compromettenti contro i militari francesi accusati, tra l'altro, di aver spesso temporeggiato per non impedire i massacri e di avere relazioni strette con le squadre degli hinterhamwe, ovvero gli estremisti hutu;
il Governo rwandese tiene in grande considerazione la denuncia del colonnello belga Luc Marchal, impiegato nella MINUAR (la missione dell'Onu in Ruanda), secondo cui uno degli aerei francesi, inviato per rimpatriare gli europei in fuga all'inizio del genocidio, era arrivato carico d'armi destinate agli hutu che quel genocidio stavano compiendo;
il giudice che ha disposto l'arresto della signora Rose Kabuye è lo stesso Jean-Louis Bruguière che ha condotto un'indagine per accusare il Presidente rwandese Kagame e nove membri del suo entourage di aver organizzato l'attentato del 1994;
l'associazione Peace Reporters fa dichiarare a Linda Melvern, giornalista e autrice del libro Conspiracy to Murder: The Rwanda Gonocide and the International Community: «Mi auguro che il giudice francese renda pubbliche le conclusioni delle sue indagini, ma mi permetta di dire che un'inchiesta in cui non sono neanche stati sentiti gli uomini della torre di controllo
dell'aeroporto di Kigali (che assistettero all'attentato in diretta, ndr) non può essere giudicata rigorosa»;
l'Unione Africana ha stigmatizzato pesantemente con una nota inviata al Governo francese l'ingiustificabile arresto di un membro del Governo rwandese in missione diplomatica in un Paese europeo;
il Presidente rwandese Paul Kagame ha dichiarato l'11 aprile scorso che se la Francia ritiene di avere il potere di giudicare cittadini rwandesi, allora anche il Rwanda può emettere mandati di arresto contro cittadini di altri paesi. Il Rwanda si prepara quindi a procedere nei confronti di cittadini francesi ritenuti colpevoli di complicità nel genocidio del 1994. Gli inquirenti rwandesi hanno già redatto le ordinanze di rinvio a giudizio per complicità nel genocidio del '94 a carico di 23 cittadini francesi;
la tensione tra il Rwanda e l'Europa sta crescendo: il Paese africano oggi ha infatti espulso l'ambasciatore tedesco a Kigali e al contempo ha richiamato in patria il proprio rappresentante a Berlino «per consultazioni» -:
quali iniziative il Governo italiano intenda assumere, in una fase delicata per la regione dei Grandi Laghi, al fine di ottenere dalle autorità francesi la liberazione della signora Kabuye e ripristinare così le regole del diritto internazionale, contribuendo al lavoro che altri Paesi europei, tra cui il Regno Unito, stanno compiendo per ristabilire buoni rapporti tra tale Paese e l'Europa.
(5-00621)
EVANGELISTI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
nella regione del Nord-Est della Repubblica democratica del Congo, quasi ai confini del Rwanda, è in corso una spietata ribellione che coinvolge centinaia di migliaia di civili ormai allo sbando;
centomila persone, di cui almeno 60 mila bambini, la scorsa settimana sono State costrette a fuggire dalle loro case nella provincia di Nord-Kivu, nella Repubblica democratica del Congo (Rdc), a causa degli scontri tra forze governative e ribelli. Queste le cifre fornite dall'Unicef in un comunicato in cui si aggiunge che da quando due mesi fa i combattimenti sono ripresi il numero dei profughi è di almeno 250 mila. Altre fonti sostengono che nella provincia di Nord-Kivu, sono almeno un milione i civili che si sono visti costretti a lasciare le loro abitazioni; si moltiplicano anche le voci di allarme sulla situazione umanitaria degli sfollati: l'organizzazione Medici senza frontiere ha finora riscontrato più di 80 casi di colera lungo la linea del fronte a nord di Goma;
una nota emanata dall'associazione save the Children riporta che gruppi armati, nella Repubblica Democratica del Congo, hanno attaccato alcune scuole nel tentativo di reclutare bambini soldato; inoltre si denunciano due episodi recenti in cui gli scolari sono stati presi di mira e si sottolinea come tali attacchi sono parte di una strategia che nelle scorse settimane ha visto un aumento esponenziale dei reclutamenti di bambini; il conflitto nella Repubblica Democratica del Congo storicamente ha tra le sue vittime principali i bambini, i maschi sono obbligati a combattere, mentre le femmine diventano «mogli» dei soldati. Prima di quest'aumento improvviso di violenze, si stimava che fossero circa 3.000 i bambini nei gruppi armati del Paese, numero destinato ora ad aumentare rapidamente;
in questa parte dell'Africa è schierata la Monuc (Missione dell'Onu nella Repubblica democratica del Congo), una delle missioni di mantenimento della pace avviate dalle Nazioni Unite, iniziata il 30 novembre del 1999, con un mandato forte che consente l'uso della forza, autorizzando i caschi blu all'uso di tutti i mezzi necessari, nei limiti delle possibilità, per dissuadere ogni ricorso alla forza;
l'Onu, con i suoi 17.000 caschi blu, si è trovata a dover operare tra i ribelli e i governativi, costretti a rimanere spesso impotenti di fronte ai massacri; Ban Ki
Moon, il Segretario generale delle Nazioni Unite, ha chiesto al Consiglio di sicurezza di inviare altri 3.000 soldati nell'est del Congo e i capi Onu sul campo lanciano appelli sempre più disperati, ma la situazione sta precipitando davanti agli occhi dei potenti del pianeta;
il presidente della Sezione italiana di Amnesty International, Paolo Pobbiati, ha scritto al Ministro degli affari esteri, Franco Frattini, paventando il rischio che la già drammatica situazione della regione orientale della Repubblica Democratica del Congo (Rdc) si trasformi in una catastrofe umanitaria se la forza di peacekeeping delle Nazioni Unite (Monuc) non riceverà rinforzi adeguati per la protezione dei civili; Amnesty International chiede ai membri del Consiglio di sicurezza, quindi anche all'Italia, che nel corso della riunione del 26 novembre «venga deciso un più forte impegno del Consiglio di sicurezza stesso e della comunità internazionale per porre fine alle innumerevoli violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario nella Rdc»;
la crisi in Congo intanto investe anche la diplomazia europea e su un'eventuale missione europea in Congo interviene anche il Ministro degli affari esteri Franco Frattini, giudicando «assolutamente prematura» l'ipotesi, infatti i Ventisette del Consiglio esteri che riunisce a Bruxelles i capi delle diplomazie dei 27 Stati membri dell'Unione, hanno concordato sulla priorità di «rafforzare in primo luogo la missione dell'Onu (Monuc) che ha un grande numero di soldati, di peacekeeper e un grande numero di mezzi a disposizione»;
anche il Papa Benedetto XVI continua a denunciare le «sistematiche atrocità» che si stanno compiendo nella regione e ha rivolto un appello perché tutti collaborino al ripristino della pace in quella terra da troppo tempo martoriata, nel rispetto della legalità soprattutto della dignità di ogni persona»;
i leader dell'Africa Australe (Sadc), riuniti il 9 novembre 2008 a Johannesburg, hanno chiesto l'immediato cessate-il-fuoco e hanno deciso di inviare osservatori per valutare la situazione umanitaria e militare -:
quali iniziative il Governo italiano intenda intraprendere per garantire il suo contributo affinché il Consiglio di sicurezza adotti tutte le misure possibili necessarie per rendere più efficace il lavoro della Monuc nella difesa dei civili, compreso il personale umanitario, dalle continue minacce di violenza e se intenda attivarsi in prima linea e contribuire agli sforzi diplomatici indispensabili per rispondere alla violenza con la diplomazia e l'invito al dialogo al fine di arrivare ad una solida tregua e placare in modo durevole le tensioni.
(5-00622)
...
DIFESA
Interrogazione a risposta scritta:
VILLECCO CALIPARI, FONTANELLI, RUGGHIA e RECCHIA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la 46a aerobrigata di Pisa, unità qualificata dell'Aeronautica militare con capacità di trasporto a medio e lungo raggio si è da anni distinta sia per l'attività svolta nei più impegnativi teatri operativi, sia per i tanti interventi a fini umanitari;
a seguito della manovra finanziaria approvata, nella Difesa per il settore dell'Esercizio dal prossimo anno saranno disponibili minori risorse con la conseguenza per l'Aeronautica militare di poter effettuare solo circa 30.000 ore di volo a fronte delle 90.000 previsionali del 2008;
in mancanza di ore di volo prevarrà l'uso del simulatore, sistema che permette un livello di preparazione alto, ma non soddisfa alla necessità per ogni pilota di volare e un certo numero di ore al mese per esercitarsi ad atterrare su piste solo parzialmente preparate o decollare in situazioni d'emergenza;
conseguenze negative si avranno anche nella manutenzione con un ricorso più frequente all'uso di pezzi di ricambio, talvolta prelevati da altri aerei fermi a terra e minore disponibilità di carburante;
la 46a Aerobrigata di Pisa opera con C27J in Afghanistan, HERAT; con i C130J ha raggiunto luoghi investiti da cataclismi, portando aiuto alle popolazioni colpite, ultima nell'ordine di tempo è la missione compiuta a New Orleans devastata dall'uragano Kathrina; ha trasportato otto bambini afgani affetti da labiopalatoschisi a Pisa dove sono stati sottoposti ai interventi chirurgici; è da anni presente nella zona dei Saharawi, in Sudan, Ciad e Mali impegnata in una missione sanitaria per consentire di assistere e curare quelle popolazioni africane affette da patologia della cateratta;
anche attraverso questi impieghi la 46a Aerobrigata è portatrice di un immagine del nostro paese, positiva e attenta alle emergenze delle diverse parti del mondo e questa attività è ora a rischio di non poter più continuare -:
quali misure intenda adottare il Ministro per garantire comunque la piena attività operativa complessiva della 46a Aerobrigata.
(4-01648)
...
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta immediata in Commissione:
VI Commissione:
MILO, ZELLER e BRUGGER. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
dagli anni Novanta ai nostri giorni molte disposizioni di natura fiscale che possono considerarsi a sostegno del contribuente, denominate più genericamente «detrazioni per oneri», previste dal Testo unico delle imposte sui redditi delle persone fisiche di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sono rimaste invariate, con conseguenti ripercussioni negative sul cittadino, se si fa eccezione per l'adeguamento dei relativi importi nel passaggio dalla lira all'euro;
dal 1994 è rimasta invariata la soglia del reddito annuo, pari a 2840,51 euro, per considerare un familiare a carico e quindi poter usufruire di detrazioni dall'Irpef, nonostante più volte i governi si siano impegnati ad innalzare tale soglia, come è avvenuto dal 1987 al 1993. Si ritiene dunque che la soglia di 236,71 euro al mese per ciascun familiare a carico sia un importo adeguato all'attuale costo della vita (articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986);
dal 1998 sono ferme le percentuali che è consentito detrarre per le spese sui medicinali, pari al 19 per cento, a condizione che tali spese siano superiori alla franchigia di 129,11 euro (articolo 15, comma 1, lettera c), del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986), per i premi di assicurazione entro la soglia di 1.291,14 euro, per i buoni pasto giornalieri dei dipendenti entro la soglia di 5,29 euro (articolo 15, comma 1, lettera f) del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986), per le spese di vitto e alloggio per il dipendente che va in trasferta in Italia, pari a 46,48 euro e se va all'estero pari a 77,47 euro, gli importi oltre quelli indicati sono considerati reddito da lavoro dipendente e dunque soggetti alle normali tasse e contributi;
si ravvisa invece una tendenza del legislatore fiscale ad introdurre annualmente nuovi sconti o bonus invece di innalzare e aggiornare quelli esistenti, come le recenti detrazioni per le spese relative alle rette per asili nido e per l'abbonamento ai trasporti pubblici, che si vogliono introdurre con la legge finanziaria per il 2009, oppure per l'attività sportiva dei figli fino ai 18 anni, per l'affitto degli studenti universitari e delle giovani coppie, tutte contenute nella legge finanziaria per il 2008 -:
se il Ministro non ritenga opportuno prevedere l'adeguamento al costo della
vita, oltre che all'avvento dell'euro, degli importi rimasti invariati dagli anni Novanta per le detrazioni fiscali a beneficio dei contribuenti e a sostegno della famiglia, prima di introdurre nuove detrazioni fiscali con valenza annuale, che solo in alcuni casi vengono prorogate.
(5-00620)
Interrogazione a risposta scritta:
FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, MECACCI, BERNARDINI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
in un editoriale dal titolo New Law threatens Italian Research Jobs (trad. «Nuova legge minaccia posti di lavoro nella ricerca italiana»), pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Nature il 15 ottobre (n. 455, 840-841 - 2008) si leggeva che circa 2.000 ricercatori italiani perderanno la possibilità di essere assunti a tempo indeterminato in base a una legge che entrerà in vigore per la fine di quest'anno;
si fa probabilmente riferimento all'emendamento all'articolo 37-bis «Disposizioni in materia di stabilizzazioni» presentato dal Governo sul progetto di legge n. 1441-quater «Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria»;
nel 2000, attraverso la sottoscrizione dell'agenda 2000 di Lisbona, lo Stato italiano si è impegnato a destinare alle attività di ricerca e sviluppo una percentuale pari al 3 per cento del PIL, mentre vi dedica invece una delle percentuali più basse, pari all'1,1 per cento, meno della metà rispetto a paesi come la Francia e la Germania;
il supporto alla ricerca scientifica non può essere soggetto a manovre di breve periodo volte al risparmio di risorse pubbliche in quanto necessita di cornici solide in grado di permettere l'avanzamento tecnologico -:
se sia confermata la notizia riportata da Nature, se non intenda chiarire le modalità con cui i posti da ricercatore citati in premessa siano stati eventualmente individuati, e se non intenda chiarire le motivazioni per cui si sia deciso di diminuire ulteriormente le risorse finanziarie a disposizione di un settore già estremamente sofferente come è quello della ricerca e dell'innovazione tecnologica in Italia.
(4-01652)
...
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta immediata:
BELCASTRO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nel novembre 2002 è stato bandito un concorso distrettuale per 443 posti di ufficiale giudiziario. Nel settembre 2003 sono state espletate le due prove scritte, tra febbraio e giugno 2004 si sono ultimate le prove orali. Sono risultati 443 vincitori e circa 750 idonei;
nel mese di luglio 2008 sopraggiungeva l'autorizzazione all'assunzione solo per 102 vincitori, che a fine luglio 2008 diventavano 154 ed a settembre 2008 248;
la legge n. 311 del 2004 (legge finanziaria per il 2005), all'articolo 1, comma 97, stabilisce che «nell'ambito delle procedure e nei limiti di autorizzazione all'assunzione di cui al comma 96 è prioritariamente considerata l'immissione in servizio: (...) c) per la copertura delle vacanze organiche nei ruoli degli ufficiali giudiziari C1 e nei ruoli dei cancellieri C1 dell'amministrazione giudiziaria, dei vincitori e degli idonei al concorso pubblico per la copertura di 443 posti di ufficiale
giudiziario C1, pubblicato nella Gazzetta ufficiale, 4a serie speciale, n. 98, del 13 dicembre 2002»;
la suddetta previsione permette di coprire le forti carenze delle piante organiche del ministero della giustizia (pari a più di un terzo rispetto a quelle previste con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 dicembre 2002);
in data 27 luglio 2005, il Governo accoglieva l'impegno previsto dall'ordine del giorno n. 9/6016/11 dell'onorevole Dell'Anna, con il quale si chiedeva di reperire le risorse necessarie ad assumere i restanti vincitori e tutti gli idonei al concorso a 443 posti di ufficiali giudiziari C1;
il 3 agosto 2005 il Consiglio dei ministri autorizzava l'assunzione di 350 ufficiali giudiziari C1 (quindi, tutti i restanti 185 vincitori e 165 idonei);
in data 1o settembre 2006, con protocollo 100/c-174, veniva disposto da parte del ministero della giustizia un interpello straordinario per la copertura di posti vacanti nella figura professionale C1 di cancellieri e si procedeva all'assunzione di 99 cancellieri da attingere dalla graduatoria distrettuale del concorso pubblico ad esame di 443 posti di ufficiali giudiziari, che avrebbero, quindi, preso servizio in data 1o dicembre 2006, utilizzando in tal modo il personale idoneo anche nella figura professionale di cancelliere;
il 16 novembre 2007 veniva emanato un decreto interministeriale del Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione e del Ministro dell'economia e delle finanze, con il quale si autorizzava per l'anno 2007 l'assunzione di un contingente di personale presso i ministeri, le agenzie, gli enti pubblici non economici, il comparto sicurezza, gli enti di ricerca, pari a complessive 4.497 unità, di cui 2.135 vincitori ed idonei di concorsi pubblici e 2.362 vincitori delle progressioni verticali riservate al personale già in servizio ed il cui onere di spesa è stato calcolato sul differenziale stipendiale, per un onere complessivo pari a circa 9 milioni di euro per l'anno 2007 ed a circa 84 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008;
in base all'allegata tabella dei contingenti assegnati a ciascuna amministrazione ed ente del suddetto decreto, al ministero della giustizia venivano assegnate 274 autorizzazioni, di cui 230 cancellieri C1 da attingere alle graduatorie formatesi dall'esplicazione del detto concorso per esami a 443 posti di ufficiale giudiziario;
tra il 25 febbraio ed il 31 maggio 2008, si è dato luogo all'assunzione di un contingente di personale idoneo, attingendo alle graduatorie distrettuali di 230 cancellieri C1;
a tutt'oggi rimangono da assumere 100 vincitori del suddetto concorso;
numerose interrogazioni parlamentari hanno evidenziato le gravi carenze dell'organico, lo stallo della macchina della giustizia e l'appesantimento delle procedure burocratiche, soprattutto negli uffici e nelle cancellerie del Sud: tutti fattori che hanno determinato l'allarmante fase di crisi che attraversa l'amministrazione giudiziaria;
ai fini dell'attuazione della «riforma giustizia», il ministero della giustizia è tenuto a prendere decisioni concrete e particolari in relazione al personale da assumere, così come disposto dall'articolo 39, comma 3-ter, della legge n. 449 del 1997 (legge finanziaria per il 1998);
alla luce di quanto esposto è palese l'esigenza oramai indifferibile di procedere all'assunzione dei rimanenti 100 idonei del concorso in oggetto -:
quali iniziative abbia intenzione di adottare al fine di dare seguito alle assunzioni dei rimanenti idonei del concorso per esami a 443 posti di ufficiale giudiziario C1, pubblicato nella Gazzetta ufficiale, 4a serie speciale, n. 98, del 13 dicembre 2002, anche in ottemperanza alle precedenti leggi finanziarie esposte in premessa, seguendo le modalità di assorbimento
del personale risultato idoneo nell'ambito distrettuale o interdistrettuale, anche utilizzando le graduatorie distrettuali degli idonei tra le regioni confinanti privi di idonei e con gravi carenze di organico.
(3-00238)
Interrogazioni a risposta in Commissione:
BERNARDINI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 15 novembre scorso è deceduto nel carcere di Pesaro, Villa Fastiggi, un detenuto di 40 anni di nazionalità albanese; il corpo dell'uomo è stato trovato accasciato a terra e il tentativo dei soccorritori di rianimarlo sono risultati vani, il malore ha causato un arresto cardiocircolatorio; l'uomo doveva scontare una pena legata a piccoli reati;
nel giro di pochi giorni questo è il secondo decesso avvenuto all'interno del carcere di Villa Fastiggi; all'inizio della scorsa settimana una detenuta italiana di 40 anni è morta accanto alla compagna di cella dopo essere stata colta da malore, anche in questo caso il primo referto medico ha parlato di arresto cardiocircolatorio -:
quanti siano i decessi avvenuti nel carcere di Pesaro Villa Fastiggi negli ultimi 3 anni e quali le cause;
quanti siano i detenuti nel carcere di Villa Fastiggi e se anche questo carcere si trovi in condizioni di sovraffollamento;
se sia stata avviata una indagine conoscitiva sui decessi che avvengono nelle carceri italiane;
se non ritenga urgente verificare le vere cause dei decessi che avvengono all'interno delle carceri italiane e intervenire per scongiurarne il ripetersi di altri.
(5-00618)
BERNARDINI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 15 novembre scorso è deceduto nel carcere di Viterbo un detenuto, Emiliano Leonetti di anni 35; le cause del decesso sono ignote;
secondo i dati diffusi dall'ufficio del Garante dei detenuti del Lazio, dall'inizio dell'anno nelle carceri del Lazio sono stati 17 i decessi (16 erano detenuti e 1 era agente di polizia penitenziaria); nel 2007 i decessi sono stati 11 e nel 2006 sono stati 10;
dal 13 settembre 2008, su 6 decessi avvenuti nelle carceri del Lazio, 5 sono per cause ancora da accertare;
quelli deceduti quest'anno sono tutti uomini: sei sono stati i suicidi (compreso l'agente di polizia penitenziaria), quattro i decessi per malattia, sette quelli da accertare o non accertati. I decessi sono avvenuti a Regina Coeli (cinque), Rebibbia (cinque), Viterbo (quattro), Velletri e Frosinone;
le condizioni delle carceri del Lazio sono di grave sovraffollamento, così come in tutta Italia -:
se sia a conoscenza della grave emergenza in corso nelle carceri italiane e in particolare dell'incremento dei decessi all'interno delle carceri del Lazio;
se non ritenga necessario avviare ispezioni e verifiche sulle cause dei decessi nelle carceri del Lazio per scongiurare il ripetersi di altri episodi;
a quanto ammonti il numero del sovraffollamento nelle carceri del Lazio.
(5-00619)
Interrogazione a risposta scritta:
BERNARDINI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 10 novembre 2008, nel carcere delle Vallette di Torino, è morto Hamid Driss, un ragazzo marocchino di 20 anni. Gli agenti della polizia penitenziaria hanno trovato il suo corpo riverso sul pavimento della cella con, vicino, un sacchetto
di nylon e una bomboletta di gas, di quelle da campeggio. Secondo alcune notizie di stampa non è chiaro se il decesso è stato causato da un gesto suicida o a causa di una eccessiva inalazione del gas per fini di stordimento;
Hamid Driss è morto nel padiglione B, dove ci sono circa 520 detenuti, il doppio della capienza prevista;
il 26 luglio scorso un ragazzo di Piossasco, Manuel Eliantonio, di 22 anni, era morto nel carcere di Genova in circostanze analoghe; il suo corpo è stato trovato nel bagno con vicino una bomboletta del gas; poco tempo prima aveva scritto una lettera drammatica alla madre con scritto tra le altre cose: «Qui mi ammazzano di botte, mi riempiono di psicofarmaci, mi ricattano, sto male». Anche in questo caso dalla casa circondariale avevano lasciato intendere che la causa del decesso era stata determinata «forse da un incidente» (La Stampa - Cronaca di Torino, pag. 59);
il sito www.ristretti.it riesce a svolgere un encomiabile lavoro di monitoraggio con un dossier costantemente aggiornato sui suicidi e le morti in carcere dal 2000 al 2008, dossier realizzato esclusivamente su base volontaristica in base alle notizie dei giornali, delle agenzie di stampa, dei siti internet, delle lettere che l'associazione Ristretti Orizzonti riceve sia dai volontari che dai parenti dei detenuti -:
quanti siano i casi di decessi analoghi a quello avvenuto il 10 novembre nel carcere di Torino;
se si conoscano gli esiti delle inchieste della magistratura sui decessi analoghi a quelli su menzionati e quali provvedimenti sono stati presi per scongiurarne altri;
quali misure intenda mettere in atto per fronteggiare la grave situazione del sovraffollamento del carcere di Torino;
quali verifiche siano state fatte riguardo quanto scritto da Manuel Eliantonio alla madre prima del decesso riguardo le violenze subite nel carcere di Genova;
quale sia la situazione per il 2008 dei decessi in carcere e se non ritenga che la sezione «statistiche» del sito del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria debba contenere anche notizie aggiornate almeno mensilmente su questo aspetto classificato dallo stesso Dap sotto la voce «eventi critici» del «Pianeta Carcere».
(4-01650)
...
INTERNO
Interrogazioni a risposta immediata:
COTA, LUCIANO DUSSIN, DAL LAGO, REGUZZONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOGLIATO, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIBELLI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LUSSANA, MACCANTI, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SALVINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa si apprende che tra pochi giorni verrà adottato il decreto flussi per il 2008, che prevederà 170 mila ingressi, quanti previsti per il 2007, con alcune importanti novità;
in particolare, una quota consistente di questi ingressi dovrebbe essere riservata alle cosiddette «badanti» e si dovrebbero utilizzare le domande già presentate in occasione del decreto flussi per il 2007;
appare, ad avviso degli interroganti, apprezzabile, oltre che il contenimento dei
nuovi ingressi e la razionale utilizzazione delle pratiche già avviate, l'introduzione di un criterio più stringente per le domande presentate da datori di lavoro stranieri, che dovranno essere muniti della carta di soggiorno, in modo da evitare domande presentate da finti datori di lavoro titolari di permessi di breve durata;
la situazione di crisi economica a livello europeo e mondiale, che sta investendo, seppure con effetti sinora meno drammatici che altrove, anche l'Italia, impone, tuttavia, di assumere atteggiamenti responsabili per evitare riflessi pesanti sull'occupazione;
in questo quadro la Lega Nord ha avanzato la proposta di una moratoria di due anni sui flussi di ingresso degli extracomunitari, proprio in considerazione della necessità di salvaguardare i lavoratori italiani e gli stessi lavoratori stranieri, che potrebbero rimanere senza lavoro per effetto della crisi economica;
la moratoria proposta è assimilabile a quella adottata dall'Unione europea nel 2004, quando ci fu l'allargamento dell'Unione europea ad altri dieci Paesi e si decise di avviare un opportuno monitoraggio prima di consentire una completa mobilità dei lavoratori;
anche dal mondo del lavoro e del sindacato si sono levate voci a favore di questa moratoria proposta dalla Lega Nord: a fronte delle dichiarazioni del segretario generale della Cgil Epifani, che chiede un ampliamento dei flussi, si registra, infatti, la richiesta del segretario della Cgil di Treviso Paolino Barbiero, che sarà formalizzata giovedì 20 novembre 2008 al «tavolo» sui problemi del lavoro convocato dalla provincia, di bloccare i flussi di ingresso dei lavoratori stranieri -:
quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di limitare o sospendere l'arrivo in Italia di nuovi lavoratori stranieri, in considerazione dell'impossibilità di assorbimento di nuova manodopera per effetto della crisi economica in atto.
(3-00239)
CICCHITTO, BOCCHINO e LA LOGGIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
le gravi intimidazioni perpetrate dalla mafia nei confronti del presidente degli industriali della provincia di Agrigento, nonché vice presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, fortemente impegnato nel contrasto delle organizzazioni mafiose e, in particolare, contro la pratica delle estorsioni, destano viva preoccupazione ed inquietudine;
la lotta delle forze dell'ordine e della magistratura contro le organizzazioni mafiose, che ha indubbiamente conseguito successi importantissimi, deve essere portata avanti con rinnovato vigore, al fine di rimuovere pratiche delinquenziali ancora diffuse, come quella delle estorsioni nei confronti di imprenditori e commercianti, che, oltre ad essere del tutto inaccettabili, costituiscono una remora grave allo sviluppo economico della regione Sicilia -:
quali iniziative siano state adottate e si intendano adottare per garantire la sicurezza dei cittadini e la legalità nei confronti delle azioni delittuose e delle intimidazioni della malavita organizzata, sia in Sicilia, sia in tutto il territorio nazionale, per infliggere un colpo definitivo alla mafia.
(3-00240)
Interrogazioni a risposta scritta:
FUCCI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 15 settembre 2009 si è verificato un intollerabile episodio nel Pronto soccorso dell'Ospedale «Bonomo» di Andria con la violenta aggressione di un giovane, che era stato li portato con sintomi di overdose, contro infermieri e medici;
le strutture del Pronto Soccorso hanno inoltre riportato pesanti danni la cui riparazione va a pesare sui bilancio dell'Ospedale;
già in passato si sono verificati - delineando una situazione di mancata sicurezza
che non ha paragoni con gli altri centri maggiori della nuova provincia pugliese di Barletta-Andria-Trani - altri episodi analoghi nel Pronto soccorso dell'Ospedale pubblico andriese;
di recente il «punto rete» andriese del Tribunale dei diritti del malato, insieme all'associazione civica cittadina «Andria Città Sana», ha scritto una lettera al direttore generale della Asl Bat chiedendo le seguenti misure:
installare un sistema di videosorveglianza dei locali di attesa;
istituire un presidio diurno e notturno di polizia o rafforzare quello di vigilanza privata all'interno del Pronto Soccorso;
dislocare e proteggere la sede del portinaio;
chiudere di notte l'accesso all'ospedale attraverso un cancello mobile;
rendere più resistenti le porte di accesso alle sale di visita del Pronto Soccorso;
appare necessario garantire al personale e ai pazienti del Pronto soccorso, dei reparti e di tutte le altre strutture dell'Ospedale «Bonomo» di Andria le normali ed elementari condizioni di sicurezza e tranquillità che non possono mancare in luoghi deputati ad assistere e curare i cittadini -:
dal Ministro dell'interno se ritenga opportuno dare istruzione alle locali Forze dell'ordine per l'istituzione di un presidio diurno e notturno di polizia all'ingresso della struttura ospedaliera andriese.
(4-01647)
CESARO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Orta di Atella, piccolo comune in provincia di Caserta, ha sede la Eurocompost, azienda che svolge attività di recupero di bio-masse attraverso il processo di compostaggio;
sono state riscontrate innumerevoli irregolarità della ditta che, pur trovandosi su un terreno agricolo e a solo settecento metri dalle abitazioni, svolge attività di trattamento rifiuti, senza essersi dotata delle autorizzazioni sanitarie e senza azionare in maniera continua l'impianto di abbattimento degli odori;
a seguito di controlli, sopralluoghi e rilievi fotografici effettuati nei confronti della Eurocompost si è evidenziato il malfunzionamento di depurazione dell'aria, la presenza di plastica e materiale cancerogeno tra i rifiuti da smaltire, chiari segnali di inquinamento ambientale;
l'attività dell'Eurocompost arreca gravi danni alla popolazione sia di Orta di Atella che di altri comuni limitrofi (tra cui Frattaminore, Caivano, Frattamaggiore, Cardito, eccetera), poiché i miasmi e gli odori nauseabondi che ne derivano rendono l'aria insalubre, creando problemi respiratori soprattutto a bambini e ad anziani ed un notevole stress psico-fisico per gli abitanti;
inoltre vi sono gravi disagi per i cittadini, che sono costretti a tenere chiuse le finestre delle case per tenere lontani gli odori e non possono godersi una passeggiata all'aria aperta ma anche per i titolari degli esercizi commerciali, che assistono impotenti alla «fuga in massa» delle persone causata proprio dagli odori insopportabili, con una grave ricaduta negativa per il commercio;
a seguito del riscontro delle suddette irregolarità sono intervenute diverse ordinanze comunali (da ultimo la n. 61 del 25 settembre scorso) che intimavano la cessazione dell'attività dell'Eurocompost, a cui è seguita una nota della provincia che ritirava tutte le concessioni ad esercitare ogni attività perché non ritenuta idonea secondo la legge;
nonostante i divieti, il 20 ottobre scorso è sopraggiunta l'ennesima sospensiva da parte del Tar competente territorialmente, che ha accolto l'istanza di sospensione presentata dall'Eurocompost
dell'ordinanza di chiusura dello stabilimento emanata dai commissari prefettizi di Orta di Atella -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di tale situazione e quali iniziative urgenti, in particolare l'impugnazione della citata sospensiva, intenda adottare per salvaguardare il diritto alla salute, che rappresenta uno dei diritti fondamentali della persona, che deve essere tutelato anche attraverso l'azione di pubblici poteri.
(4-01653)
...
LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI
Interrogazioni a risposta immediata:
VIETTI, CESA, DELFINO, POLI, VOLONTÈ, COMPAGNON, CICCANTI e NARO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il comma 4-bis dell'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008, nel modificare l'articolo 1 della legge n. 296 del 2006, dispone che: «L'obbligo di istruzione si assolve anche nei percorsi di istruzione e formazione professionale di cui al capo III del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, e, sino alla completa messa a regime delle disposizioni ivi contenute, anche nei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale di cui al comma 624 del presente articolo»;
gli enti di formazione professionale hanno giudicato positivamente la precisazione introdotta dal provvedimento, perché in primo luogo dà continuità ai percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale, in secondo luogo perché sancisce il principio di poter assolvere l'obbligo di istruzione non solo nel sistema scolastico, ma anche in quello formativo, ed infine perché pone la scelta della formazione professionale non più come un ripiego dopo un fallimento scolastico;
al finanziamento della formazione professionale contribuiscono il ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali e le regioni;
dall'esame della situazione dei finanziamenti relativi agli anni 2007 e 2008, tuttavia, emerge che il ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali deve ancora erogare 400 milioni di euro, mentre nel disegno di legge finanziaria per il 2009 non sono stati appostati i 200 milioni per il 2009;
tale situazione mette in forte crisi gli enti di formazione professionale, la cui presenza è fortemente a rischio, soprattutto in quelle regioni dove la formazione professionale è un «sistema»;
la sperimentazione dei percorsi triennali, iniziata nel 2003 con appena 25.347 allievi, nel 2006 contava già 109.933 allievi, una cifra che sarebbe stata certamente superiore se fossero stati confermati i finanziamenti degli anni passati (rapporto Isfol 2007) -:
se non ritenga di provvedere in tempi rapidi all'erogazione dei finanziamenti sopra citati, al fine di evitare il danno già in essere per un progetto che ha raccolto unanimi consensi e la cui perdita significherebbe sia privare i giovani di un'opportunità di inserimento rapido nel mondo del lavoro dopo aver ottenuto una qualifica professionale, sia sopprimere un importante strumento di contrasto alla dispersione scolastica.
(3-00235)
DAMIANO, SERENI, BRESSA, BELLANOVA, BERRETTA, BOBBA, BOCCUZZI, CODURELLI, GATTI, GNECCHI, LETTA, MADIA, MATTESINI, MIGLIOLI, MOSCA, RAMPI, SANTAGATA e SCHIRRU. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la crisi finanziaria internazionale sta producendo pesanti conseguenze sull'economia
reale, con una caduta della domanda globale e conseguenti cali della produzione industriale;
negli ultimi mesi si è registrato un elevato ricorso alla cassa integrazione. Secondo gli ultimi dati resi noti dall'Inps, nell'ultimo anno la cassa integrazione ordinaria è cresciuta di oltre il 68 per cento, sfiorando il picco dell'80 per cento tra gli operai, mentre, tra agosto e settembre 2008, il ricorso alla cassa integrazione ordinaria è aumentato del 53 per cento e solo tra gli impiegati si è registrato un aumento del 113 per cento;
come ricordato in questi giorni da autorevoli commentatori, tra l'ampia platea di lavoratori colpiti dai primi provvedimenti conseguenti al richiamato calo delle produzioni, si evidenzia la condizione dei cosiddetti lavoratori atipici, ovvero coloro che sono i primi ad essere espulsi dal ciclo produttivo e che risultano completamente privi di qualsiasi forma di tutela sociale;
pur in un contesto economico del tutto differente, nella XV legislatura il Governo assunse il tema di una nuova disciplina degli ammortizzatori sociali che migliorò la tutela attraverso un primo stanziamento di 700 milioni di euro l'anno e, con la legge di attuazione del protocollo del 23 luglio 2007, previde una specifica delega legislativa, volta, tra l'altro, a conseguire la graduale armonizzazione dei trattamenti di disoccupazione e la creazione di un unico strumento di sostegno del reddito e di reinserimento lavorativo, senza distinzione di qualifica, appartenenza settoriale, dimensione di impresa e tipologia di contratto di lavoro;
il termine per l'esercizio di tale delega scade il 31 dicembre 2008, mentre a tutt'oggi il Governo non ha ritenuto di doverla esercitare - limitandosi a prevederne una proroga in un provvedimento ancora all'esame dell'altro ramo del Parlamento -, né risulta abbia emanato altra misura che si faccia carico della condizione dei lavoratori con contratti atipici, espulsi dal mercato del lavoro;
tali lavoratori si trovano così a dover affrontare la crisi senza alcuna forma di tutela collettiva -:
quali urgenti misure intenda adottare, già ad iniziare dai più volte annunciati provvedimenti per contrastare gli effetti delle crisi internazionale, per sostenere - in caso di licenziamento o mancato rinnovo dei contratti - il reddito dei lavoratori atipici e favorirne i percorsi di reinserimento occupazionale.
(3-00236)
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
XI Commissione:
CAPARINI, POLLEDRI e FEDRIGA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 di attuazione dell'articolo 1, della legge 3 agosto 2007, n. 123 interviene in materia di tutela della salute e sicurezza dei luoghi di lavoro;
l'articolo 71, al fine di ridurre al minimo i rischi connessi all'uso di attrezzature di lavoro non idonee, prevede diversi obblighi per il datore di lavoro tra i quali quello di sottoporre le suddette attrezzature a verifiche periodiche;
il citato articolo, prevedendo che la prima verifica debba essere effettuata dall'ISPESL, e le successive dalle ASL, solleva alcune perplessità circa il ruolo riconosciuto al suddetto ente nella duplice veste di organismo notificato e controllore;
in ordine alle modalità per l'effettuazione delle verifiche periodiche, l'articolo 71 del decreto legislativo rimanda all'adozione di un decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale e del Ministro della salute, escludendo qualsiasi coinvolgimento da parte del Ministro dello sviluppo economico nella materia;
con il recepimento della direttiva 97/23/CE in materia di attrezzature a pressione,
che riconosce ai singoli stati membri il potere di individuare gli organismi per il controllo delle attrezzature stesse, viene di fatto mantenuta l'applicazione del regolamento di cui il regio decreto 12 maggio 1927, n. 824;
il regio decreto 12 maggio 1927, n. 824 contrasta con la sopraggiunta normativa comunitaria e nazionale in materia di individuazione degli organismi addetti alle verifiche delle macchine a pressione -:
se sia nelle intenzioni del Ministro adottare opportune iniziative per la revisione dell'articolo 71 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, al fine di prevedere, nei termini dell'articolo 13 del suddetto decreto legislativo, che le verifiche e la riqualificazione periodica delle attrezzature di lavoro possano essere affidate a soggetti privati riconosciuti, fermo restando l'esercizio di funzioni di controllo da parte dell'ISPESL e delle ASL; riconoscere le competenze del Ministro dello sviluppo economico con riferimento all'emanazione del decreto ministeriale per le modalità di effettuazione delle verifiche sulle attrezzature di lavoro; abrogare il regolamento di cui al regio decreto 12 maggio 1927, n. 824 e successive modificazioni.
(5-00623)
CAZZOLA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 30 ottobre 2007, concernente «Programmazione transitoria dei flussi d'ingresso dei lavoratori extracomunitari non stagionali, nel territorio dello Stato, per l'anno 2007» erano consentiti ingressi per 170.000 lavoratori;
il decreto fissava le seguenti modalità di inoltro delle domande per via telematica:
1. a partire dalle ore 8.00 del 15 dicembre 2007 potevano essere presentate le istanze relative ai lavoratori delle nazioni che hanno sottoscritto specifici accordi di cooperazione in materia migratoria (Albania, Algeria, Bangladesh, Egitto, Filippine, Ghana, Marocco, Moldavia, Nigeria, Pakistan, Senegal, Somalia, Sri Lanka, Tunisia), a prescindere dalla tipologia di lavoro;
2. a partire dalle ore 8.00 del 18 dicembre 2007 potevano essere presentate le domande relative ai lavoratori domestici e di assistenza alla persona di tutte le altre nazionalità non menzionate al punto precedente;
3. a partire dalle ore 8.00 del 21 dicembre 2007 potevano essere presentate le domande relative a tutti i restanti lavori delle nazionalità non previste al primo punto;
in considerazione delle modalità fissate dal decreto per la presentazione delle domande, tante imprese si sono rivolte alle proprie associazioni di categoria per l'inoltro al Ministero dell'interno della richiesta di autorizzazione all'assunzione di lavoratori extracomunitari nell'ambito delle quote stabilite per categorie e paesi di provenienza;
per agevolare la trattazione delle migliaia di potenziali domande erano state sottoscritte apposite convenzioni tra le associazioni d'impresa e i Ministeri competenti;
alla prima scadenza del 15 dicembre 2007, il cosiddetto «click day», gli uffici delle associazioni di categoria di tutta Italia hanno inviato per via telematica al Ministero dell'interno, per conto delle imprese associate, le domande di autorizzazione;
le domande inviate sono state circa 700.000 a fronte di 170.000 posti disponibili;
da allora solo ad una minima percentuale di domande è stata data una risposta in senso positivo;
va considerato altresì che a detta delle Associazioni di categoria, che hanno inoltrato le domande in modalità cumulativa,
la mancanza di una risposta alle stesse è dovuta alle procedure informatiche fornite dal Ministero dell'interno attraverso il proprio sito internet, che hanno collocato tutte le domande ricevute dalle associazioni di categoria in coda alla graduatoria dei richiedenti;
la mancanza di una pronta risposta da parte degli Uffici del Ministero dell'interno, preposti alla ricezione e verifica delle domande di assunzione, ha posto in seria difficoltà le imprese che sono, di fatto, nella impossibilità di assunzione di manodopera extracomunitaria -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere, al fine di verificare il corretto funzionamento delle procedure informatiche utilizzate di cui al decreto in premessa, accertare il reale stato delle domande inoltrate nel dicembre 2007 in forma cumulativa dalle Associazioni di categoria e, alla luce delle risultanze, dare rapida soluzione ai problemi emersi nell'anno in corso e proporre le opportune modifiche procedurali in vista della prossima, eventuale, emanazione del decreto flussi per l'anno 2008.
(5-00624)
DELFINO, POLI e CESA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
con l'esplosione nella fabbrica MarconiGomme di Sasso Marconi (Bologna) che avviene il giorno del rinvio a giudizio per gli imputati Thyssenkrupp a Torino, si allunga l'elenco delle morti bianche;
l'incidente è stato causato dallo scoppio di un miscelatore con cui le vittime stavano lavorando per ottenere una mescola di gomma sperimentale per pneumatici, era il momento del cambio turno e molti operai se ne erano già andati;
ogni anno in Italia, secondo l'Anmil, ci sono 2.500 incidenti sul lavoro, il 52,1 per cento degli incidenti mortali avviene in strada per lavoro (27,9 per cento) o nel tragitto da casa;
recenti dichiarazioni del Governo evidenziano l'intenzione di rendere effettive le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, ma è necessario evidenziare che tutte le divisioni dell'azienda oggetto del drammatico incidente risultano certificate ISO9001-2000 e che a parte un incendio una decina di anni fa, non vengono segnalati incidenti -:
quali concreti, immediati e puntuali provvedimenti il Governo intenda attuare per garantire reali condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro anche attraverso il rafforzamento degli organici delle amministrazioni statali e degli enti preposti ai controlli al fine di contrastare la scia di morti bianche.
(5-00625)
PALADINI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la Merck Sharp & Dohme S.p.A. è un'azienda americana leader nella scoperta, lo sviluppo, la commercializzazione di farmaci innovativi con sede anche in Italia e precisamente a Roma;
dalla fine del 2007 l'azienda ha cominciato ad operare una drastica riduzione del personale iniziata con la cessione di un intero ramo d'azienda, la Linea Corum che si occupava di prodotti cardiovascolari, i cui 140 informatori sono stati «ceduti» alla X.PHARMA;
nel verbale di accordo del 29 novembre 2007 quest'ultima società si impegnava, fra le altre cose, «ad assicurare ai dipendenti a tempo indeterminato trasferiti con la cessione della linea farmaceutica Corum, una garanzia occupazionale di 36 mesi a far data dal 1o gennaio 2008»;
successivamente, ai primi del 2008, sulla base di non ben specificati criteri di individuazione e comunque senza nessun valido motivo, sono state selezionate altre 100 persone, metà delle quali cedute anch'esse alla X.PHARMA mentre l'altra metà ha scelto altre forme di cessazione del rapporto con l'azienda Merck;
ai 50 ceduti erano state date dalla MSD Italia rassicurazioni circa la sicurezza ed affidabilità dell'azienda X.PHARMA che, come già detto, aveva fornito ai neoassunti una garanzia occupazionale di 36 mesi;
in realtà, nell'aprile 2008 e cioè al momento della stipula dei verbali di conciliazione con i quali veniva accettata la conclusione del rapporto di lavoro con la MSD, la X.PHARMA versava già in condizioni «di grave crisi aziendale per un risultato economico gravemente negativo già evidenziatosi nell'anno 2007» come si evince dal comunicato «ASSOLOMBARDA» con cui la società stessa richiede la Cassa integrazione guadagni in data 25 luglio 2008;
questo pone dei quantomeno ragionevoli dubbi circa il fatto che la MSD non fosse, al momento delle trattative, a conoscenza delle difficoltà finanziarie della X.PHARMA;
certo è che tutte le persone coinvolte in questo passaggio aziendale «forzato» sono rimaste all'oscuro del fatto che la società cui venivano ceduti era sostanzialmente una scatola vuota e a tutt'oggi non sanno cosa sia successo, non essendo stati contattati da nessuno della dirigenza della X.PHARMA;
si precisa che quest'ultima è un'azienda del gruppo PHARMEXX (leader europeo del settore), di cui fa parte anche la CELESIO, e che è stata costituita nel 2005, nel giro quindi di soli due anni, ricevendo milioni di euro prima dalla FOURNIER e poi dalla stessa MSD Italia -:
se il Ministro competente sia a conoscenza della situazione e come intenda procedere per verificare la correttezza di una tale operazione che, come si evince da quanto esposto, presenta notevoli zone d'ombra, indicando quali provvedimenti intenda adottare a fronte della palese violazione dei diritti dei lavoratori della MSD Italia.
(5-00626)
DAMIANO, LOLLI, GATTI e MADIA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge 26 giugno 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge del 6 agosto 2008 n. 133, all'articolo 21-bis reca una misura che dispone, nei giudizi di lavoro in corso, per il datore di lavoro responsabile di violazioni delle disposizioni di cui agli articoli 1, 2 e 4, del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368 un'indennità per il lavoratore di importo compreso tra un minimo di 2,5 ed un massimo di sei mensilità dell'ultima retribuzione globale di fatto, in luogo della possibilità di reintegro del lavoratore medesimo;
in più occasioni esponenti del governo e della maggioranza hanno affermato la limitatezza del provvedimento che avrebbe interessato pochi casi, esclusivamente le controversie in corso con le Poste Italiane. Il Ministro Sacconi, in occasione di una dichiarazione rilasciata al quotidiano Corriere della Sera il 28 luglio 2008, affermava «L'emendamento sui contratti a termine è di carattere transitorio ed esclusivamente riferito ai giudizi in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto. Riguarda quindi una platea limitata di destinatari, interessati quasi esclusivamente a controversie con la Società Poste Italiane.»;
la Corte di Appello Sezione Lavoro di Bari - dottor Gianfranco Castellaneta causa n. 489 del 2007 - e la Corte d'Appello Sezione Lavoro di Genova - dottoressa Maria Gavino Meloni causa n. 463 del 2007 - hanno sollevato l'eccezione di incostituzionalità sulla norma predetta, al momento è al vaglio della Corte Costituzionale che non si è ancora espressa;
da notizie di stampa e attraverso un altro atto di sindacato ispettivo (l'Unità 8 ottobre 2008 Lolli - 4-01376) risulta agli interroganti che la norma, avrebbe avuto effetti che vanno oltre l'azienda Poste Italiane interessando anche un'altra azienda privata la Società «Strada dei
parchi s.p.a.», senza i problemi di stabilizzazione di massa che sono stati addotti per giustificare il provvedimento calibrato sulle esigenze delle Poste Italiane;
la società «Strada dei Parchi» S.p.A, infatti, concessionaria delle autostrade A24 Roma - Teramo e A25 Torano - Pescara ha licenziato quattro lavoratori che erano stati reintegrati a tempo pieno ed indeterminato a seguito di sentenze favorevoli del Giudice del Lavoro di Roma nell'anno 2007 ed erano nelle more del giudizio d'appello;
nelle lettere di licenziamento, l'azien- da richiede persino ai lavoratori di restituire la l'indennità risarcitoria stabilita dal giudice, per giunta in termini lordi e non netti, sottratte le sei mensilità previste come sanzione massima dalla attuale normativa;
ciò conferma le preoccupazioni più volte espresse dai gruppi di opposizione e dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative che la norma avrebbe avuto un'applicazione estremamente più ampia di quella riferita dalla maggioranza e che sarebbe stata applicata a tutti i lavoratori aventi un giudizio in corso, molti dei quali già reintegrati, in forza di una pronuncia della magistratura, con effetti dirompenti sulla vita di migliaia di lavoratori nei fatti già stabilizzata -:
se non ritenga, nelle more del pronunciamento della Corte Costituzionale, che l'applicazione della norma, come descritto in premessa, stia producendo effetti distorsivi e si configuri come una forma surrettizia di licenziamento ingiustificato da parte dei datori di lavoro, in attesa dell'ulteriore grado di giudizio, che potrebbe essere utilizzata da una pluralità di aziende e trovare quindi un'applicazione generale e più ampia di quella più volte richiamata da membri dell'esecutivo.
(5-00627)
Interrogazione a risposta in Commissione:
MOSCA, GRIMOLDI e FARINONE. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'Azienda Rhodia di Ceriano Laghetto, appartenente alla multinazionale francese Rhodia con sede a Lione, e con diversi poli industriali nel mondo, con un'occupazione complessiva pari a circa 15.000 unità, sta attraversando una fase di delicata valutazione del suo ruolo e delle sue prospettive, che desta molteplici preoccupazione nelle maestranze interessate nonché un'attenta vigilanza da parte delle locali amministrazioni;
la Rhodia possiede in Italia 3 stabilimenti: Ceriano Laghetto, con 228 dipendenti e produzioni legate alla poliammide; Ospiate con 138 dipendenti e produzione di additivi agrochimici; Livorno con circa 130 dipendenti e produzione di silici per pneumatici;
negli ultimi anni la produzione e l'occupazione negli stabilimenti di Ceriano Laghetto sono sempre state positive, anche in conseguenza di precedenti ristrutturazioni che, sebbene dolorose, non avevano dato luogo a problematiche significative;
attualmente il sito presenta una produzione di elevata qualità con attrezzature all'avanguardia ed è classificato di classe «A», la più alta nel ranking internazionale interno all'azienda, e vanta un centro ricerche di tutto rispetto;
dagli incontri avvenuti tra i rappresentanti del Comune di Ceriano Laghetto e la dirigenza dell'azienda, sarebbero emersi problemi strutturali (competitività mondiale, squilibrio domanda-offerta, mercato asiatico, eccetera) tanto da dar luogo ad una valutazione a livello europeo di tutti i siti Rhodia dove viene prodotta poliammide, al fine di una eventuale razionalizzazione;
al momento non è dato conoscere l'esito di tale valutazione, ma la tensione palesata dai lavoratori e dalle RSU, è sfociata martedì 23 settembre in un corteo per le vie del paese, conclusosi presso la
Sala Consiliare, dove si è svolto un incontro con i Sindaci dei comuni di Ceriano Laghetto e di Solaro. In tale occasione i lavoratori hanno espresso il loro grave disagio e la loro preoccupazione, supportata dalle voci e dai segnali che a livello internazionale si stanno diffondendo nel gruppo -:
quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di assicurare, in collaborazione con le amministrazioni locali interessate, un'attenta vigilanza sull'evoluzione della situazione occupazionale dell'azienda Rhodia, di Ceriano Laghetto, favorendo le condizioni per il mantenimento di un importante insediamento produttivo dalle spiccate caratteristiche qualitative e di efficienza.
(5-00617)
...
POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interrogazioni a risposta scritta:
ZACCHERA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'Ente nazionale della cinofilia italiana (ENCI), con sede in Milano, è ente riconosciuto cono regio decreto 13 giugno 1940, n. 1051, e sottoposto alla vigilanza del Ministero per le politiche agricole con decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato del 23 dicembre 1947, n. 1665;
tra i compiti principali dell'Ente nazionale della cinofilia italiana (ENCI) vi è quello di curare la tenuta dei libri genealogici e registri anagrafici nel rispetto della normativa vigente, sulla base di appositi disciplinari approvati con decreto del ministero in armonia con le normative comunitarie con particolare riguardo al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 529, attuativo della direttiva CEE n. 91/174, nonché nel rispetto degli indirizzi della Federazione cinologica internazionale (F.C.I.) in quanto compatibili;
sono soci dell'ENCI i cinofili, iscritti al registro degli allevatori, i gruppi cinofili e le associazioni specializzate di razza;
numerosi allevatori, gruppi cinofili e associazioni specializzate di razza, soci dell'ENCI, nonché privati cittadini acquirenti di cani iscritti ai libri genealogici, protestano per i tempi sempre più lunghi nella gestione della tenuta dei libri genealogici da parte dell'ENCI -:
se risulti a codesto Ministero vigilante che, come risulta anche all'interrogante, i tempi medi di iscrizione di cucciolata all'ENCI e rilascio dei relativi certificati dei cuccioli (pedigree) a nome degli allevatori o dei proprietari varino dai nove ai dodici mesi;
se risulti a codesto Ministero vigilante che la trascrizione all'ENCI e il rilascio del relativo certificato di soggetti importati da Paesi facenti parte dell'Unione europea comporterebbe da parte dell'ente tempi variabili dagli otto ai dodici mesi;
quali siano i motivi di tali ritardi non giustificabili alla luce degli oneri sostenuti dai soci per l'espletamento delle pratiche in questione ed alla organizzazione dal punto di vista informatico, che si dà per scontata, di un servizio svolto da ente sottoposto a vigilanza ministeriale;
quali misure il Ministero vigilante intenda adottare per ridurre drasticamente i tempi di rilascio delle certificazioni suddette da parte dell'Ente nazionale della cinofilia italiana, al fine di riportarli in linea con quelli degli altri enti europei aderenti alla FCI - Federazione cinologica internazionale.
(4-01649)
FRASSINETTI, MARSILIO, RAMPELLI, BIAVA e DE ANGELIS. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - Premesso che:
l'Ente nazionale della cinofilia italiana (ENCI) è associazione di diritto privato nata nel 1882 come Kennel Club Italiano, che ha ottenuto il riconoscimento
della personalità giuridica, secondo il codice civile del 1865, con regio decreto 13 giugno 1940 n. 1051;
la natura privata dell'associazione, che ha lo scopo di tutelare le razze canine riconosciute pure, è stata riconosciuta anzitutto ai fini della individuazione dei cosiddetti «enti inutili» perché in quella circostanza fu ritenuto «ente di preesistente natura privatistica»;
questa natura è stata affermata poi dalla giurisprudenza ordinaria (Cassazione sezioni unite civili 2 marzo 1972 n. 1404; Cassazione sezioni unite civili 4 luglio 1987 n. 5866) e dalla giurisprudenza amministrativa (Tar Lombardia, sezione I ordinanza, 19 aprile 2006, n. 924; Cons. Stato, sezione VI, ordinanza 28 febbraio 2006, n. 1042; Tar Lombardia, sezione I, 30 aprile 2004, n. 1554);
l'ENCI cura la tenuta del libro genealogico nel rispetto della normativa vigente sulla base di appositi disciplinari approvati con decreto dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e restali (MIPAAF). La gestione del libro genealogico non comporta mutamento della natura giuridica dell'ENCI, né sottintende una delega di poteri pubblici da parte dello Stato (disponibile solo per legge) poiché detta attività non deriva dallo Stato ma dai soci cinofili che ne sopportano i costi individuali per la selezione e collettivi per la gestione ed i servizi forniti dall'ente. Il decreto legislativo 529 del 1992 afferma infatti che i libri genealogici sono istituiti dalle associazioni nazionali di allevatori di specie e razza;
solo sulla tenuta di questi libri si esercita il controllo formale dello Stato (donde la vigilanza del MIPAAF e le occorrenti approvazioni ministeriali dei disciplinari) per la possibile rilevanza pubblica che l'attività in parola, che resta comunque privata, può rivestire per l'affidamento dei terzi sui documenti e le certificazioni che tale libro rilascia (quest'ultimo paragrafo è tratto dalla memoria di costituzione dell'Avvocatura Generale dello Stato nel giudizio di impugnativa del decreto ministeriale 6 aprile 2006 n. 21075 promossa contro il MIPAAF, dunque dall'avvocato difensore del Ministero);
il 14 aprile 2008 perviene nota all'ENCI dal Ministero delle politiche agricole e forestali, con la quale, in riferimento a una comunicazione di un socio, il geometra Reggiani, si chiedono informazioni all'Ente in merito alla denuncia presentata dallo stesso Reggiani contro il Vice Presidente dell'Ente, signor Balducci. L'ENCI risponde il 24 aprile che l'esposto in argomento è stato tempestivamente trasmesso agli organi statutariamente competenti. Nel merito, il Consiglio direttivo dell'ENCI (18 aprile) ha preso atto dell'archiviazione disposta dalla commissione di disciplina. Si comunicano al ministero le motivazioni alla base della decisione di archiviazione. L'ENCI comunica altresì che il Comitato consultivo degli esperti sta trattando la questione (oggi esaurita);
il 21 aprile 2008 giunge all'ENCI nota del Ministero avente per oggetto «Assemblea ENCI». Nella nota si legge: «in vista della prossima assemblea, indetta per il giorno 19 aprile 2008, onde evitare qualsiasi rischio di contenzioso, si invita codesto Ente ad effettuare una verifica accurata della regolare titolarità dell'esercizio del diritto di voto da parte dei soci con riferimento a quanto lamentato nella nota del 9 aprile 2008 inviata dal signor Franceschetti direttamente a codesto stesso ente e per conoscenza alla scrivente Amministrazione (...)». II Consiglio direttivo dell'ente ha ritenuto di non dover rispondere alla nota ministeriale poiché la questione, meramente associativa, è di stretta competenza dell'ente. Il Consiglio direttivo dell'ENCI ha sottolineato che si sarebbe potuto rispondere nel merito senza difficoltà. Nessuna azione è stata intentata sulle questioni indicate. Una azione giudiziaria è stata invece successivamente intentata sul conteggio dei voti assegnati alle diverse liste: il giudice ha considerato legittimo il conteggio dei voti e il comportamento del Presidente dell'assemblea, dando pienamente ragione all'ENCI;
il 30 maggio 2008 perviene all'ENCI nota del Ministero, con la quale, diversamente dalla precedente nota del 23 febbraio 2007 (nella quale si precisa che, ferma restando la continuità dell'azione di tutela per le razze, le valutazioni su come tutelare meglio le stesse rientrano «nell'assoluta autonomia statutaria» dell'ente) si invita l'ENCI a riesaminare il dossier dei rapporti tra ENCI e la Società Italiana pro segugio. L'ENCI risponde il 4 giugno sottolineando che per due volte la questione è stata sottoposta all'attenzione del giudice ordinario che ha riconosciuto pienamente legittimo l'operato dell'ente. Inoltre, l'ENCI riafferma la propria autonomia e la spettanza meramente interna di tante questioni che periodicamente vengono poste all'attenzione del Ministero, nell'intento di pochi di rafforzare contestuali iniziative giudiziali intraprese avverso l'ente, o di ribaltare il probabile esito negativo delle stesse;
il 30 giugno 2008 perviene all'ENCI nota dal Ministero con la quale si richiedono all'ente utili elementi informativi in merito ai quesiti posti dall'interrogazione a risposta scritta n. 4-00218 dei senatori Carrara e altri. L'ENCI risponde il 2 luglio sui seguenti punti: trasparenza gestione Libro genealogico, rispetto disposizioni anagrafe canina, inoculazione microchip e certificazione veterinaria, rapporti con Società Italiana pro segugio, regolarità del funzionamento della commissione di disciplina ENCI, regolarità del funzionamento dell'ufficio centrale del libro genealogico, regolarità rispetto alle problematiche in tema di conchectomia, pieno funzionamento del registro allevatori;
il 30 giugno 2008 perviene all'ENCI nota dal Ministero con la quale si richiedono all'ente utili elementi informativi in merito ai quesiti posti dall'interrogazione a risposta scritta n. 4-00418 degli onorevoli Alessandri e Rainieri. L'ENCI risponde il 2 luglio sui seguenti punti: trasparenza gestione libro genealogico, rispetto disposizioni anagrafe canina, inoculazione microchip e certificazione veterinaria, rapporti con Società italiana pro segugio, regolarità del funzionamento della commissione di disciplina ENCI, regolarità del funzionamento dell'ufficio centrale del libro genealogico, regolarità rispetto alle problematiche in tema di conchectomia, pieno funzionamento del registro allevatori;
il 30 giugno 2008 perviene nota dal Ministero con la quale si richiedono all'ENCI utili elementi informativi in merito ai quesiti posti dall'interrogazione a risposta in Commissione n. 5-00138 degli onorevoli Caparini e altri. L'ENCI risponde il 2 luglio sui seguenti punti: presunto stato di crisi dell'allevamento italiano (azioni dell'ENCI a favore degli allevatori), regolare istituzione del registro allevatori e suo funzionamento dinamico;
per cercare di fare chiarezza sulla vicenda ENCI/Società italiana pro segugio (SIPS), più volte sollevata dal Ministero anche a seguito di interrogazioni parlamentari, il 5 agosto 2008 l'ENCI invia comunicazione al Ministero, su delibera del Consiglio direttivo del 7 luglio 2008 a firma del proprio legale, in relazione sia al contenzioso in corso tra la Società italiana pro-segugio e l'ENCI, sia all'autonomia dell'ente di organizzazione interna ai fini della valorizzazione delle singole razze canine;
relativamente al primo aspetto, l'ENCI evidenzia ancora che la Società italiana pro segugio ha promosso giudizio avanti il Tribunale di Milano, il quale: a) in sede cautelare, per due volte (ordinanze del 9 maggio e 27 settembre 2007) ha ritenuto del tutto corretto l'operato dell'ENCI; b) nel merito, ha ritenuto la causa matura per la decisione, fissando udienza di precisazione delle conclusioni al 7 gennaio 2009, presumibilmente condividendo quanto per due volte deciso dal Tribunale di Milano, in sede cautelare. Relativamente al secondo aspetto l'ENCI ha messo in evidenza che non pare di competenza del Ministero entrare nel merito delle scelte di una associazione di diritto privato, di preferire o meno un'associazione specializzata di razza, e così, più nello
specifico, di invitare formalmente l'ENCI a rivedere le proprie decisioni relativamente alla pro segugio, tra l'altro senza una necessaria considerazione di quanto già accertato e statuito dal Tribunale di Milano;
l'ENCI ha ribadito che l'articolo 21 dello statuto prevede che vi sia una sola associazione a seguire una certa razza o gruppo di razze, ossia non vi siano due associazioni che fanno la stessa cosa. È invece errata l'interpretazione più volte ribadita dal ministero secondo cui il Consiglio direttivo dell'ENCI, eletto democraticamente dai propri associati, non possa modificare le deleghe attribuite agli associati, relativamente alla cura e valorizzazione di una o più razze. Le razze affidate non sono di «proprietà» degli associati e, agli occhi del sistema pubblico, il referente è l'ENCI, e non i suoi singoli associati. Attraverso la propria nota, l'ENCI ha affermato che ogni precisazione viene effettuata ai fini del confronto costruttivo tra l'ente e il Ministero, fermo il riconoscimento in concreto degli spazi di libertà associativa che connotano l'ENCI;
il giorno 11 agosto 2008 il Ministero invia all'ENCI nota, con la quale si chiedono spiegazioni all'ente circa la risposta negativa fornita dal Consiglio direttivo del 25 luglio alla richiesta del geometra Reggiani di revoca dei provvedimenti a carico dello stesso. In particolare, il Ministero scrive: «si comunica che non risulta possibile comprendere il significato dell'espressione: anche l'attività dell'esperto giudice rientra nella sfera di assoluta autonomia dell'Ente, così come stabilito dall'ordinanza 28 febbraio 2006 del Consiglio di Stato». L'ENCI ha risposto, attraverso il suo legale, sottolineando come il Consiglio di Stato nel 2006 è intervenuto, accogliendo ricorso dell'ENCI a seguito di ordinanza del TAR su ricorso dello stesso geometra Reggiani contro la sospensione dall'Albo dei giudici ENCI. Nell'ordinanza del Consiglio di Stato si legge: «appare dubbia la sussistenza della giurisdizione amministrativa, non rinvenendosi, nell'oggetto della controversia, una connessione diretta con l'esercizio di pubbliche funzioni da parte di un'associazione che appare permanere nella sua originaria natura privatistica». Il provvedimento cautelare del Consiglio di Stato nega l'esistenza della giurisdizione del giudice amministrativo per questioni legate a provvedimento disciplinare nei confronti di iscritto all'Albo degli esperti ENCI, non essendoci esercizio di pubbliche funzioni, ma attività di natura privatistica, legata al dato associativo. Peraltro, la posizione assunta dal Consiglio di Stato, a favore della natura privatistica dell'ENCI e perlomeno di alcune delle sue attività, ha trovato recente sottolineatura e sviluppo da parte dell'Avvocatura di Stato, che in recenti contenziosi (da ultimo, nel giudizio promosso dal signor Veronesi e altri avverso il decreto ministeriale n. 10056 del 6 luglio 2007, avanti il Tar Lazio: sezione II-ter; R.G. 9857/07) ha evidenziato che l'ENCI non esercita funzioni pubbliche delegate ma attività privata, pur se di rilevante interesse pubblico collettivo;
il giorno 1o settembre 2008 il Ministero invia all'ENCI nota, a firma del Direttore enerale Giuseppe Blasi, con la quale si richiedono all'ente utili elementi informativi in merito ai quesiti posti dell'interrogazione a risposta scritta (seduta 48 del 24 luglio 2008) dei senatori Carrara e altri. Nell'interrogazione vengono richiesti chiarimenti contabili in relazione all'attività dell'OCIM e ai crediti relativi dell'ENCI nei confronti del Ministero. Vengono inoltre richiesti chiarimenti sui crediti nei confronti delle delegazioni inadempienti. L'ENCI ha formulato dettagliata risposta nel merito;
il giorno 4 settembre 2008 il Ministero invia nota, con la quale si richiede all'ENCI quali iniziative l'ente abbia adottato per l'avvio del procedimento in merito alla pratica del signor Guerrieri relativa a questioni riguardanti rapporti tra lo stesso Guerrieri, l'allevatore di un cane di razza Golden Retriever e la persona che materialmente avrebbe venduto il cane al Guerrieri. L'ENCI ha risposto che, per quanto di competenza, il certificato genealogico risulta regolare, considerato che il proprietario
della fattrice risultava, al momento dell'iscrizione del soggetto al libro, quello indicato sul certificato;
il giorno 9 settembre 2008 il Ministero invia nota, con la quale si richiedono all'ENCI utili elementi in merito all'esposto nei confronti degli esperti giudici Raimondi Giancarlo e Ghidelli Antonio. L'ENCI ha risposto che l'esposto inoltrato in data 10 dicembre 2007 dal dottor Vincenzo Ferrara è stato esaminato dalla Commissione di disciplina di 1a istanza dell'ente che 1o aprile 2008 ha disposto l'archiviazione della pratica e la trasmissione della denunzia, per competenza, al Comitato consultivo Esperti poiché gli addebiti sollevati dal denunziante riguardano l'espletamento dell'attività di esperti-giudici. Il Comitato consultivo degli esperti - al quale era contestualmente indirizzato l'esposto - ha attualmente in corso di istruttoria la pratica;
il giorno 23 settembre 2008 il Ministero invia all'ENCI nota (n. MIPAAF 10971) avente per oggetto «denuncia geometra Donato Reggiani nei confronti dell'esperto giudice Francesco Balducci». L'ente ha risposto che la comunicazione del geometra Reggiani è datata 6 settembre 2008 e che la stessa è stata già portata all'attenzione del Comitato esecutivo, riunitosi il 16 settembre. Le proposte formulate dal Comitato esecutivo vengono poi esaminate dal Consiglio direttivo. La stessa comunicazione del geometra Reggiani è stata dallo stesso indirizzata al Comitato Consultivo degli Esperti e alla Commissione di disciplina di prima istanza che ha provveduto alla rubricazione della pratica;
il giorno 23 settembre 2008 il Ministero invia all'ENCI nota (n. MIPAAF 10969) averte per oggetto «sollecito esposto per irregolarità esperti giudice» effettuata dal signor Nicolelli. L'ENCI ha risposto che la comunicazione del signor Nicolelli è stata portata all'attenzione degli organi competenti. La stessa comunicazione, dallo stesso indirizzata al Comitato consultivo degli esperti, è stata esaminata nella riunione del 4 settembre 2008. La commissione di disciplina di prima istanza, messa in indirizzo dallo stesso signor Nicolelli, ha provveduto alla rubricazione della pratica. Per quanto riguarda l'effettuazione di verifiche da parte degli uffici sul possesso dei requisiti sulla formazione e nomina degli esperti giudici già nominati antecedentemente all'introduzione del disciplinare del corpo degli esperti approvato con decreto ministeriale n. 20894 del 18 aprile 2000, l'ENCI ha riportato il contenuto dell'articolo 20, decretato dallo stesso Ministero, che recita quanto segue: «(...) Gli esperti già nominati Giudici dell'ENCI all'atto dell'approvazione del presente disciplinare conservano a tutti gli effetti detta qualifica». Gli esperti giudici Cavicchi Aldo, Mantovani Alvaro e Gaggi Vitaliano erano già stati nominati esperti giudici antecedentemente al 18 aprile 2000. L'ENCI ha anche segnalato al Ministero che, a fronte di denuncia in sede penale, sostanzialmente per i medesimi fatti, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia ha presentato richiesta al GIP di archiviazione il quale vi ha provveduto con ordinanza del 12 maggio 2008;
il giorno 23 settembre 2008 il Ministero invia all'ENCI nota (n. MIPAAF 10967) avente per oggetto «sollecito esposto per irregolarità di vari esperti giudice» effettuata ancora dal geometra Reggiani, su cui, giova precisare, grava una proposta di esclusione, promossa dalla Commissione di disciplina dell'ente, su cui deve pronunciarsi l'Assemblea dei soci. Lo stesso Reggiani è radiato dell'attività giudicante. L'ENCI ha risposto che la comunicazione del geometra Reggiani è stata esaminata dagli organi competenti. La stessa comunicazione, inviata anche al Comitato consultivo degli sperti è stata esaminata nella riunione del 4 settembre 2008. La Commissione di disciplina di prima istanza ha regolarmente provveduto alla rubricazione della pratica. Per quanto riguarda l'effettuazione di verifiche da parte degli uffici sul possesso dei requisiti sulla formazione e nomina degli esperti giudici già nominati antecedentemente all'introduzione del disciplinare del corpo
degli esperti approvato con decreto ministeriale n. 20894 del 18 aprile 2000, l'ENCI ha riportato ancora il contenuto dell'articolo 20, decretato dallo stesso Ministero, di cui sopra. Gli esperti giudici citati anche in questo esposto erano già stati nominati esperti giudici antecedentemente al 18 aprile 2000. L'ENCI ha ancora segnalato al Ministero che, a fronte di denuncia in sede penale, sostanzialmente per i medesimi fatti, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia ha presentato richiesta al GIP di archiviazione, il quale vi ha provveduto con sentenza del 12 maggio 2008;
il giorno 23 settembre 2008 il Ministero invia all'ENCI nota (n. MIPAAF 10964) avente per oggetto «sollecito esposto per irregolarità esperti giudice», effettuata ancora dal geometra Reggiani. L'ENCI ha risposto che anche questa comunicazione del geometra Reggiani è stata esaminata dagli organi competenti. Il Comitato consultivo degli Esperti ha trattato l'argomento nel corso della riunione del 23 luglio 2008. La Commissione di disciplina di prima istanza, messa in indirizzo dallo stesso geometra Reggiani, ha provveduto alla rubricazione della pratica. Per quanto riguarda l'effettuazione di verifiche da parte degli uffici sul possesso dei requisiti sulla formazione e nomina degli esperti giudici già nominati antecedentemente all'introduzione del disciplinare del corpo degli esperti approvato con decreto ministeriale n. 20894 del 18 aprile 2000, l'ENCI ha riportato ancora una volta il contenuto dell'articolo 20, decretato sempre dallo stesso Ministero. Gli esperti giudici citati erano già stati nominati esperti giudici antecedentemente al 18 aprile 2000. L'ENCI ha naturalmente segnalato al Ministero che, a fronte di denuncia in sede penale, sostanzialmente per i medesimi fatti, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia ha presentato richiesta al GIP di archiviazione, il quale vi ha provveduto con sentenza del 12 maggio 2008. Si precisa anche che l'esposto del signor Reggiani era indirizzato nei confronti del Presidente e del Vicepresidente dell'ENCI, oltre che della Presidente del Comitato degli esperti giudici dell'ente;
il giorno 23 settembre 2008 il Ministero invia all'ENCI una nota (n. MIPAAF 11328) avente per oggetto «atto integrativo all'esposto inoltrato nei confronti dell'esperto giudice Matilde Capparoni in data 15 gennaio 2008» effettuata ancora una volta dal geometra Reggiani. L'ENCI ha risposto che il Consiglio direttivo, nella riunione del 25 luglio 2008, alla luce delle considerazioni e delle valutazioni del Comitato consultivo degli esperti del 23 luglio 2008, recependo la proposta formulata da quest'ultimo, in applicazione del disposto dell'articolo 10, lettera f), ultima parte, del disciplinare del corpo degli esperti del libro genealogico del cane di razza approvato con decreto ministeriale 20 febbraio 2004 n. 20633, ha deliberato la sospensione dell'esperto giudice signora Capparoni Matilde dall'attività giudicante sino alla comprovata rimozione dell'impedimento ostativo attualmente esistente. L'ENCI ha inoltre risposto che la Commissione di disciplina di prima istanza e il Comitato consultivo degli esperti hanno ricevuto l'integrazione del geometra Reggiani all'esposto in argomento;
il giorno 23 settembre 2008 il Ministero invia all'ENCI nota (n. MIPAAF 11310) avente per oggetto «Richiesta del signor Reggiani di revoca dei provvedimenti disciplinari e mancato accoglimento da parte del Comitato Direttivo». Il Consiglio direttivo dell'ente ha deliberato di non rispondere ulteriormente a detta nota in quanto già esaustivamente trattata in altre precedenti risposte;
il giorno 23 settembre 2008 il Ministero invia all'ENCI note (n. MIPAAF 11314 e 11319) aventi per oggetto «ulteriore diffida del signor Amendola - Cagna Wafa di casa Cacozza». L'ENCI ha risposto che ha provveduto nuovamente a dare riscontro alle comunicazioni del signor Amendola, allegando l'ultima comunicazione. Nella nota, il Ministero stigmatizza il comportamento dell'ENCI che fornirebbe informazioni agli interessati solo ove
richiesto dal Ministero stesso. Si sottolinea che l'ENCI riceve in entrata circa 35.000 comunicazioni protocollate ogni anno, a cui si devono aggiungere le e-mail non protocollate e le richieste telefoniche di informazioni. L'ENCI evade ogni richiesta. Nel caso specifico, si tratta di un allevatore in causa con altro allevatore per questioni di proprietà su un cane;
il giorno 23 settembre 2008 il Ministero invia all'ENCI nota (n. MIPAAF 11316) avente per oggetto «articolo 21 dello Statuto. Rapporti ENCI/SIPS». Su delibera del Consiglio direttivo, il legale dell'ente, avvocato Luigi Gili, si occupa di inviare risposta con la quale si precisa che non pare spettare al Ministero entrare così nel merito in vicende pendenti avanti un Tribunale della Repubblica, di matrice privatistica e che vede coinvolti tanto la SIPS quanto la CIBG, altro associato ENCI. Il legale dell'ente rappresenta anche le difficoltà organizzative che l'ENCI sta vivendo, per fare fronte all'incremento di richieste di chiarimenti e di sollecitazioni formali del Ministero, anche per vicende di cui il Ministero è già a conoscenza o di rilievo meramente associativo, incremento che si è manifestato proprio nell'ultimo periodo. L'ENCI continua a rappresentare la massima disponibilità collaborativa verso il Ministero, come sinora mostrata a questo ultimo e, pur se a diverso titolo, a Regioni, a Enti locali e Guardia di finanza, nel rispetto dei reciproci ruoli e competenze;
nella risposta all'interrogazione dell'onorevole Alessandri del 5 agosto 2008, lo stesso ministro Zaia, oltre a riconoscere la natura privatistica dell'ENCI (sottolineando che l'Ente non esercita funzioni pubbliche delegate ma attività privata, pur se di rilevante interesse pubblico collettivo), evidenzia anche il sostanziale corretto funzionamento del libro genealogico. A tale proposito si riporta, integralmente, quanto scritto nell'occasione dal Ministro in merito alle attività dell'Ufficio centrale del libro: «Attività dell'Ufficio centrale del Libro genealogico»;
a garanzia della trasparenza e della correttezza della gestione del libro genealogico, l'albo degli allevatori e dei proprietari è pubblicato sul sito internet www.enci.it, nell'ambito del nuovo servizio «libro genealogico on line» e risulta quindi facilmente consultabile da chiunque a far data dal 1o ottobre 2006 e ciò vale anche per tutti i cani iscritti al libro genealogico i cui dati anagrafici e genetici sono rintracciabili sul sito medesimo a partire dalla stessa data. Le informazioni relative alla ubicazione degli allevamenti sono pubblicate solo a richiesta degli stessi allevatori che consentano il trattamento dei dati nel rispetto della normativa in vigore. Tale servizio on line nel periodo dal 1o giugno 2007 al 28 agosto 2007 ha fatto registrare 658.000 contatti e di recente anche la Federazione cinologica internazionale (FCI), con proprio comunicato, ha manifestato il più ampio apprezzamento per l'iniziativa in parola. Per quanto concerne l'attività l'Enci sta, già da tempo, potenziando numero e qualità dei controlli integrati, realizzati all'atto dell'inserimento dei dati relativi al libro genealogico. Il sistema effettua un controllo automatico mirato su tutti i campi che compongono la modulistica di denuncia e di iscrizione, producendo circa 100 controlli (coerenza tra data di monta, di nascita, di deposito; proprietà stallone e fattrice, coerenza date tra una cucciolata e l'altra, eccetera). A titolo di esempio, nel caso di mancanza di microchip, oggi il sistema genera automaticamente un'anomalia che produce una comunicazione inviata all'allevatore ed alla delegazione competente. La pratica viene sbloccata solo a fronte della documentata inoculazione del microchip da parte del veterinario. Ciascuna anomalia viene registrata dal sistema e produce un insieme di statistiche che consentono all'ufficio centrale del libro di inviare comunicazioni mirate alle delegazioni, al fine del corretto invio delle pratiche all'Enci. Tali statistiche prodotte attraverso il Sistema di gestione di qualità UNI EN ISO 9001:2000 consentono di individuare la tipologia dell'errore e le percentuali di diffusione (Allegato 5 Manuale gestione qualità). Parallelamente si sta lavorando alla informatizzazione
delle delegazioni. Si precisa che anche le verifiche sui requisiti per l'accesso e la permanenza nel registro allevatori sono realizzate automaticamente dal sistema informatico;
sembra che non vi siano pertanto, su dichiarazione dello stesso Ministro, oggettivi malfunzionamenti dell'ENCI per questioni attinenti al libro genealogico tali da rendere necessario l'invio all'ente di ben 18 note formali in soli cinque mesi. Anche perché il Ministero, che ha il compito di effettuare la vigilanza in relazione alle questioni attinenti al libro, ha propri rappresentanti, così come sottolineato dallo stesso Ministro, negli organi amministrativi e tecnici dell'ente: il Consiglio direttivo, il Comitato degli esperti, la Commissione tecnica centrale dove possono comunicare il punto di vista del Ministero stesso e realizzare compiutamente la funzione di vigilanza attribuita. Il Ministero è altresì rappresentato da due membri del Collegio dei sindaci, di cui uno è Presidente;
non si può non richiamare la circostanza che numerose note ministeriali, alcune delle quali conseguenti a strumentali sollecitazioni scritte da pochi associati, fanno riferimento a fatti su cui è già intervenuta la giustizia ordinaria dando piena ragione all'ENCI. È il caso delle continue note relative ai requisiti degli esperti giudici (Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia - sentenza del 12 maggio 2008) e alla questione della Società italiana pro segugio (Tribunale di Milano - ordinanze del 9 maggio e 27 settembre 2007). Posto che le stesse questioni, entrando nella sfera privatistica e associativa dell'ente, non sembrano rientrare nell'esercizio delle funzioni di vigilanza di cui sopra, in accordo anche a quanto rilevato dal Consiglio di Stato (ordinanza 28 febbraio 2006) e dallo stesso Ministro interrogato, in occasione della citata risposta all'interrogazione dell'onorevole Alessandri, nella quale ha sottolineato la persistente natura privatistica dell'ente;
attraverso il sistema delle associazioni individuali e di quelle collettive, i quasi 100.000 soci dell'ENCI hanno scelto nell'ultima, affollata, assemblea elettiva (13-14 aprile 2007) l'attuale Consiglio direttivo, le cui cariche sono gratuite, con più dell'80 per cento delle preferenze -:
se non ritenga che questo proliferare delle sollecitazioni formali da parte del Ministero possa essere strumentalmente cercato da una assai esigua minoranza di associati all'Ente e possa avere come conseguenza quella di rafforzare contestuali iniziative intraprese dagli stessi avverso l'ENCI o di ribaltare l'esito negativo di azioni giudiziarie e/o associative;
se intenda intervenire per ripristinare il corretto rapporto tra il Ministero e l'ente dei cinofili italiani;
se intenda garantire, come i predecessori del Ministro interrogato e come dallo stesso affermato, quell'autonomia associativa che è alla base delle normali attività dell'ente, posto che l'ENCI, nato nel lontano 1882, è infatti un'ente privato, solido e completamente autonomo sotto il profilo economico, oggi letteralmente ingolfato, vista la struttura non paragonabile a quella di un ministero, dalle continue osservazioni richiamate nella presente interrogazione, tutto ciò a discapito dello svolgimento normale dei lavori e, conseguentemente, a danno di tutti gli allevatori cinofili.
(4-01651)
...
RAPPORTI CON IL PARLAMENTO
Interrogazione a risposta immediata:
MURA. - Al Ministro per i rapporti con il Parlamento. - Per sapere - premesso che:
dopo un lungo ed estenuante iter burocratico, che a tratti ha assunto, purtroppo, anche tinte grottesche, il «caso» di Eluana Englaro è giunto al suo epilogo;
il rispetto per il dolore avrebbe dovuto consigliare la pacatezza e la moderazione, indurci anche al silenzio, si è invece dato vita ad un dibattito mediatico ed inevitabilmente ideologico;
il riconoscimento della capacità di compiere scelte responsabili è presupposto fondamentale che sostiene il «patto sociale» tra il cittadino e lo Stato: in questo patto, inteso come cessione di sovranità di ogni singolo contraente verso la collettività, matura l'origine dello Stato moderno;
in una democrazia liberale il riconoscimento della capacità del cittadino di compiere scelte responsabili diviene diritto: lo Stato è chiamato a regolare in maniera meno invasiva possibile l'esercizio dei diritti civili, di quei diritti, cioè, connaturati alla sfera più intima e personale dei cittadini;
sull'affermazione e la regolamentazione dei diritti civili nel nostro Paese si avverte un silenzio imbarazzante: manca una legge sul testamento biologico, ne manca una per le cosiddette «coppie di fatto» e ne abbiamo una particolarmente arretrata sulla fecondazione assistita, generata da un'impostazione così vincolante da apparire in contraddizione con quella cultura di Stato liberale a cui invece questo Governo si richiama retoricamente;
negli ultimi giorni, dopo la sentenza della Corte di cassazione sul caso di Eluana, si sono ripetuti gli appelli per una legge che disciplini il testamento biologico -:
quali siano gli impegni, anche legislativi, che questo Governo intende assumersi per regolamentare, in particolare, il testamento biologico e, più in generale, i diversi aspetti e le diverse questioni inerenti all'affermazione nel nostro Paese di una legislazione adeguata dei diritti civili, intesi come legittimi spazi di libertà e autodeterminazione dei cittadini.
(3-00237)
...
SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazione a risposta orale:
RUVOLO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Patto territoriale è uno degli strumenti della Programmazione Negoziata ed è stato inserito dalla legge n. 662 del 1996, articolo 2, commi 203 e seguenti;
i patti territoriali rappresentano, nel rispetto delle competenze dei diversi livelli istituzionali, lo strumento per l'individuazione di un complesso coordinato di interventi di tipo produttivo e promozionale, nonché di quelli infrastrutturali ad essi funzionali, ai quali concorra il finanziamento pubblico;
l'elemento caratterizzante di un patto territoriale è costituito dalla concertazione tra i diversi attori sociali (rappresentanti delle forze sociali, degli enti locali e singoli operatori economici) finalizzata all'elaborazione di progetti concreti di sviluppo locale. Si presenta, dunque, come uno strumento selettivo che si basa su elementi qualitativi in ordine ai tempi, agli impegni assunti dai soggetti sottoscrittori e alla selezione degli obiettivi;
le imprese interessate ai vari investimenti stanno, tuttavia, attraversando un momento di crisi finanziaria a seguito delle lungaggini burocratiche per l'erogazione dell'anticipo di parte dell'ultima quota di contributo e ai mancati collaudi da parte dello stesso Ministero per l'emissione del decreto definitivo per l'erogazione dell'ultima quota spettante;
anche la normale procedura burocratica per la realizzazione dei programmi relativi alla legge n. 488 del 1992 presso le
banche sembra attraversare un momento di difficoltà gestionale, provocando, in tal modo, un rallentamento del normale iter dei progetti, con notevoli disagi per le aziende interessate;
ad oggi, infatti, le commissioni di collaudo, necessarie per dare il via all'erogazione finale, non sono ancora state nominate dal ministero competente, e le aziende che hanno usufruito degli incentivi di avvio sono al collasso per la mancata erogazione del collaudo finale -:
se non ritenga necessario provvedere alla nomina di tali commissioni di collaudo in modo da sbloccare la situazione di tante aziende e imprese in difficoltà.
(3-00234)
...
Apposizione di firme ad una risoluzione.
La risoluzione in commissione Frassinetti e altri n. 7-00069, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 novembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Pes, Zazzera, De Pasquale, Antonino Russo, De Torre, Ghizzoni.
Apposizione di firme ad una interrogazione.
L'interrogazione a risposta in commissione Villecco Calipari e Giulietti n. 5-00443, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 ottobre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Touadi, Antonino Russo.