XVI LEGISLATURA
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta scritta:
SBAI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la Francia - Dicastero per l'immigrazione - sta varando un provvedimento, di cui è prevista l'entrata in vigore il prossimo 1o dicembre, in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che introduce un nuovo vincolo per i ricongiungimenti familiari secondo cui il familiare potrà beneficiare dell'ingresso nel Paese solo se dimostri la conoscenza della lingua e della cultura generale del paese di destinazione;
in sintesi, ogni richiesta di ricongiungimento implicherà un esame culturale e linguistico, da svolgersi nel luogo di provenienza, di carattere generale, con corso di formazione obbligatorio per un periodo variabile fino ad un massimo di due mesi di frequenza, i corsi vengono svolti da un'Agenzia (ANAEM) per l'accoglienza degli stranieri in collaborazione con i consolati e gli enti locali;
viene previsto anche l'obbligo di frequenza di detti corsi, cui saranno esonerati i soggetti che dimostrino un attestato di studio in un istituto francofono o sul territorio francese, gli ultrasessantacinquenni ed i minori di anni 16;
questa è la prova che si sta sviluppando una tendenza europea per una diversa regolamentazione dell'immigrazione: in Francia, dai primi mesi del corrente anno, sono stati espulsi più stranieri «irregolari» che in tutto l'anno scorso, dato esponenziale di una stretta governativa nei confronti della lotta alla clandestinità;
apparrebbe opportuno un adeguamento a detta evoluzione selettiva dei Paesi europei nei confronti di misure più stringenti per contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina, anche da parte del nostro Paese, che ha nell'agenda governativa un corposo pacchetto in materia di immigrazione, di cui parte è ancora da attuare (vedi DL 151/2008 e DDL 733 e congiunti) a breve tempo -:
se il Governo intenda valutare l'opportunità di prevedere misure per l'obbligatorietà della conoscenza della lingua e dei fondamentali principi cardine di carattere generale della nostra cultura e dell'Ordinamento (Costituzione italiana) per lo straniero che intenda ricongiungersi o rinnovare il permesso di soggiorno, secondo la vigente legislazione, onde consentire un'integrazione più effettiva dello straniero e un'attuazione più appropriata degli istituti stessi del permesso per soggiornare nel nostro Paese e del ricongiungimento familiare, prevedendo corsi di formazione obbligatori per adulti (fatta eccezione per gli ultrasessantacinquenni) e per i minori ultrasedicenni, al di sotto di tale età, prevedendo corsi appositi adatti all'infanzia, pomeridiani, per l'apprendimento della lingua, o quant'altro in linea con analoghi provvedimenti - di carattere sociale e formativo - di alcuni Paesi UE, per contrastare l'immigrazione clandestina.
(4-01520)
TESTO AGGIORNATO AL 16 NOVEMBRE 2010
...
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
si sono da poco concluse le indagini preliminari dell'inchiesta giudiziaria svolta
dalla Procura di Crotone su presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti tossici di alcuni complessi industriali presenti nel territorio di Crotone, con l'iscrizione nel registro degli indagati di 7 individui per i quali l'accusa contestata è di disastro ambientale;
gli inquirenti avrebbero accertato che dal 1999, senza che sorprendentemente ad esse seguissero conseguenti atti giudiziari, alcune imprese di costruzione operanti nella realizzazione di edifici privati e appalti pubblici, avrebbero utilizzato scorie tossiche provenienti da siti industriali con finalità di realizzazione di strutture di rilevati e sottofondi stradali;
dalle indagini emergerebbe chiaramente come l'impiego di tali pericolose sostanze sia stato di uso comune e come ben 200 chilogrammi di Cubilot, nome evocato per indicare il forno all'interno del quale le scorie di ferriti venivano fuse, sarebbero stati sotterrati in innumerevoli cantieri;
a seguito dell'indagine sono state sottoposte a sequestro ben diciotto opere la cui costruzione è riconducibile all'illecita attività operata dalle imprese coinvolte nell'inchiesta, tra cui figurano anche alcune scuole ubicate nel comune di Crotone;
per la cittadinanza che vive nei territori coinvolti esiste un possibile potenziale rischio di contaminazione dalle sostanze tossiche con conseguenti gravissime conseguenze per la salute;
i cittadini vivono momenti di drammatica tensione e di paura e necessitano di un intervento forte e risolutivo da parte del Governo e delle autorità competenti per attivare in tempi ristrettissimi le opere di bonifica delle aree in questione e con l'impiego di tutti gli strumenti consentiti dalle tecnologie più avanzate per rimuovere tutto ciò che di nocivo sia possibile rinvenire, facendo prevalere la salute pubblica su ogni altra esigenza -:
quali iniziative siano state finora attivate per far fronte alla risoluzione di questa gravissima situazione di inquinamento ambientale accertato a Crotone e quali tempi si prevedano per l'avvio e il completamento delle attività di bonifica;
se non intendano attivarsi per provvedere all'individuazione di alcune aree temporanee dove poter trasferire le attività didattiche al momento sospese e consentire così la prosecuzione dell'anno scolastico in corso per gli studenti interessati dal provvedimento di sequestro degli istituti scolatici.
(2-00200)
«Tassone, Vietti, Occhiuto».
Interrogazione a risposta scritta:
ALESSANDRI e STUCCHI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
le frazioni del comune di Marsciano (Perugia) di Olmeto e Sant'Elena, versano, dal punto di vista ecologico e sanitario, in una situazione definibile quasi emergenziale e ad ogni modo ad elevato rischio ambientale;
la delicatezza della situazione è determinata dalla presenza di un impianto per il trattamento dei reflui zootecnici (biodigestore) concepito nel 1983 per risolvere rilevanti problemi ambientali dovuti agli scarichi degli allevamenti zootecnici della zona, ma che nel corso degli anni si è trasformato una bomba ecologica e sanitaria ponendosi come un grave pregiudizio per la qualità della vita delle popolazioni che risiedono nelle zone circostanti;
il biodigestore in questione fu progettato e finanziato dal FIO (Fondo Investimento Occupazionale) per accogliere un carico in ingresso di 850 metri cubi al giorno di soli reflui zootecnici del territorio marscianese, ma col proseguire degli anni ha assunto la funzione di ricettore di liquami vari, sangue di mattatoi, urine umane esauste, lavaggi di caseifici provenienti
da altri comuni, conservati in due lagune del volume di 200.000 metri cubi;
il cattivo funzionamento dell'impianto, unito alle esalazioni maleodoranti e persistenti che generano i liquami da trattare, hanno provocato la giusta sollevazione dei residenti e a decorrere dagli anni 1980/1990, a ripetute segnalazioni ed iniziative del Movimento per la qualità della vita e del locale Comitato cittadino antinquinamento;
alcune indagini avviate in passato dalle autorità giudiziarie avrebbero accertato fenomeni configurabili secondo fattispecie di reati, tra i quali vi sarebbero l'omissione del registro di carico e scarico dei rifiuti speciali, l'omissione della denuncia relativa ai rifiuti speciali prodotti e smaltiti (fanghi di depurazione e olio esausto), il versamento senza autorizzazione di sostanze oleose sul suolo, la fertirrigazione con acque delle lagune di stoccaggio fino al Torrente Genna, senza la necessaria autorizzazione e in maniera non conforme ai limiti di accettabilità indicati dalle tabelle di Legge;
il Ministero dell'ambiente avrebbe erogato in passato specifici finanziamenti per superare le criticità ambientali afferenti al biodigestore, assegnando oltre 2 milioni di euro per l'adeguamento dell'impianto, ma gli interventi migliorativi realizzati non hanno comportato alcun miglioramento della situazione;
si lamenta a riguardo che mai sono stati realizzati alcuni interventi fondamentali che avrebbero determinato un miglior equilibrio del contesto impiantistico del biodigestore. Tali mancanze sarebbero ascrivibili, in particolare nell'esclusione del conferimento di reflui zootecnici da parte dei soci della CEAM (Cooperativa Ecologica Allevatori Marciano) residenti fuori comune, nell'assenza di interventi di copertura delle vasche di stoccaggio degli allevamenti vicini ai centri urbani e nella mancata attivazione della rete di monitoraggio sulla qualità dell'aria e dell'acqua;
già dal 1995 erano stati previsti e condivisi specifici interventi che poi non sono mai stati attivati e che riguardavano: l'allaccio all'impianto dei soli allevamenti del Comune di Marciano; il conferimento, per quanto riguardava i frantoi oleari, delle sole acque di vegetazione; soluzioni progettuali adeguate a garantire condizioni igienico-sanitarie sicure per quanto atteneva al conferimento, allo stoccaggio, al trattamento e alla distribuzione dei reflui residui; la ricostruzione di una fascia di bosco attorno all'impianto, ai fini di un'ulteriore protezione ambientale; un rigoroso regolamento di utilizzo dei reflui liquidi residuati dopo il trattamento, con l'individuazione di terreni non compresi nell'area perimetrata dai bacini idrografici del Fosso di Spineto e del Fosso della Gabetine; gestione e spandimento delle acque azotate per fertilizzare o fertirrigare, con l'individuazione dei periodi in cui le coltivazioni esistenti richiedevano azoto, incentivando al contempo la costruzione di invasi per acque piovane e impianti di attingimento dell'acqua dei fiumi; la copertura di alcune vasche di stoccaggio degli allevamenti poste in prossimità dei centri abitati; l'attivazione, nella zona interessata, di una rete di punti per la rilevazione degli odori, della qualità dell'aria, con specifico riferimento a parametri quali la dispersione in aria di ammoniaca, di ossidi di azoto e di solfuri, e della qualità delle acque dei pozzi privati idropotabili;
attualmente intorno alla questione del biodigestore di Olmeto-Sant'Elena di Marsciano si stanno sviluppando dure polemiche e forti contrapposizione fra comitati civici ed amministrazione, la quale sembrerebbe orientata verso l'ampliamento dell'impianto e verso il trattamento nello stesso sito non più dei soli reflui zootecnici ma anche di reflui vegetali di provenienza industriale;
l'incremento delle attività di trattamento del biodigestore sarebbero motivate dalla necessità dello stesso di generare profitti, visto che l'attuale gestione economica l'impianto sarebbe in perdita;
in effetti circolano sul territorio voci insistenti di progetti di ampliamento finanziati
da privati per diversi milioni di euro;
a parere dell'interrogante, espressamente informato sulla vicenda, non è più tollerabile sopportare questa situazione né si possono trascurare i disagi ventennali già sopportati dai cittadini della valle del torrente Genna. Sono da censurare ed eliminare i fattori negativi generati dall'impianto a partire prioritariamente dal cattivo olezzo che si sprigiona dalle lagune ormai colme e dai numerosi laghetti privati utilizzati per lo stoccaggio provvisorio, passando per la fertirrigazione che insiste sempre nel medesimo territorio, per i gas in eccesso bruciati dalla torcia dell'impianto, qualche sversamento sospetto nel torrente filmato dai cittadini ed oggetto di inchiesta da parte della magistratura, fino a giungere al transito continuo di carri botte per le frazioni circostanti;
questa situazione ha assunto una estensione rilevante ed interessa ormai diverse realtà dei colli fra Marsciano e Perugia da Spina a Papiano, da Compignano a Castello delle Forme;
risulterebbe che diversi cittadini della zona abbiano dovuto far ricorso alle cure mediche per difficoltà respiratorie, o irritazioni all'apparato visivo dovute alla prolungata esposizione agli aerosol presenti in zona;
un eventuale ampliamento del biodigestore, oltre che aggravare le criticità in essere, minerebbe ancora di più le già colpite potenzialità agrituristiche della zona ed avrebbe un grave impatto sulle produzioni agricole biologiche di qualità che in potenza avrebbero ottimi sviluppi e capacità di successo -:
se siano puntualmente informati sulla vicenda descritta in premessa;
se tramite l'utilizzo del Comando Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente e dei Nuclei Antisofisticazioni e Sanità, non ritengano urgente ed indifferibile attivare una verifica dello stato della tutela dell'ambiente e della sicurezza sanitaria all'interno dell'area in cui sorge il biodigestore di Marsciano;
se alla luce delle emergenze ecologiche e sanitarie in cui si trovano a vivere gli abitanti delle frazioni di Marsciano, segnatamente quelle di Olmeto e Sant'Elena, e nel rispetto delle prerogative della regione Umbria e degli enti locali competenti in materia, non intendano esercitare specifiche azioni per favorire il ripristino della sicurezza ambientale ed ecologica afferente alla gestione del biodigestore in oggetto e ove tale ripristino non fosse perseguibile, attivarsi affinchè l'impianto sia prudenzialmente portato alla chiusura.
(4-01517)
...
GIUSTIZIA
Interrogazioni a risposta scritta:
ANGELA NAPOLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la grafologia è una disciplina seria che può aiutare l'indagine investigativa ad assicurare il delinquente alla giustizia;
in Italia è sempre stata data ragionevolmente molta attenzione all'autenticità delle firme grafologiche apposte ai singoli documenti;
in particolare, assumono importanza le perizie grafologiche giudiziarie comprovate da esperti e titolati grafologi, così come sono fondamentali gli incarichi di consulenti, di CTU e di curatori fondamentali, che se non affidati ad esperti, possono produrre casi di malagiustizia;
fin dal mese di settembre 2007, così come già denunciato dall'interrogante con l'atto ispettivo n. 4/05415 del 25 ottobre
2007, il Tribunale di Pistoia ha iscritto, nel settore grafico e grafotecnico dell'albo dei periti e consulenti CTV, una professionista la quale avrebbe presentato la sola licenza elementare quale titolo riconosciuto giuridicamente;
in data 5 dicembre 2007 la sezione Gip-Gup del Tribunale di Pistoia ha disposto 1'archiviazione del procedimento nei confronti di Liana Vettori, signora alla quale l'interrogante faceva riferimento nell'atto ispettivo n. 4/05415 del 2007, grafologa indagata per esercizio abusivo della professione e per falso dopo la presentazione di una querela da parte di un altro perito del settore, che l'aveva accusata di non avere i titoli necessari per svolgere quel lavoro;
la motivazione dell'archiviazione del procedimento riporta testualmente che «Le indagini hanno consentito di accertare la falsità del diploma e del suo uso, ma si tratta di un reato ormai estinto per decorso del termine di prescrizione»;
l'archiviazione a causa della prescrizione dei termini per l'esercizio dell'azione penale se pur con l'accertamento della mancanza dei titoli e di falsità, non ha tuttavia prescritto la cancellazione dall'albo del Tribunale della signora Liana Vettori;
altro caso eclatante riguarda una grafologa di Prato, dottoressa Marisa A., la quale, secondo quanto riportato dal quotidiano regionale ligure, Gazzetta del Lunedì, del 21 aprile 2008, benché laureata in pedagogia, avrebbe svolto ben tre perizie in un medesimo procedimento per incarico dell'Autorità Giudiziaria di Savona, poi smentite da ulteriori accertamenti peritali disposti dalla stessa Autorità Giudiziaria di Savona nelle fasi successive del processo a carico di un ispettore della Polizia di Stato;
a parte la palese inadeguatezza della dottoressa Maria A. a svolgere incarichi peritali del tutto estranei alle sue competenze professionali di laureata in pedagogia, la stessa avrebbe taciuto al pubblico ministero che ebbe a conferirle il triplice incarico, di avere riportato condanna penale definitiva per plagio di un'opera peritale e che per tale ragione era stata costretta a dimettersi dall'Albo dei consulenti e dei periti del Tribunale di Prato;
altro caso, sempre eclatante, riguarda il signor M., il quale dopo aver avuto il rigetto alla richiesta di iscrizione all'albo dei periti del Tribunale di Firenze, sede di residenza dell'interessato e quindi unica sede competente alla valutazione della richiesta, poiché il medesimo o non risultava fornito di «speciale competenza nella materia», è stato nominato C.T.U. dalla, Procura di Pistoia;
l'interessato proprio a Pistoia, peraltro dichiaratosi ingegnere ma mai iscritto all'ordine provinciale degli ingegneri, tanto da essere diffidato dall'Ateneo di Firenze, redasse la perizia nella quale trasformò il responsabile di un sinistro, nel quale morì una persona, in parte lesa e per far questo tenne nascosto il contenuto del verbale dei rilievi esperiti dai Carabinieri;
ed ancora, il Tribunale di Locri (Reggio Calabria), nel settembre del 1998 ha nominato curatrice fallimentare della ditta Sergio Stefano di Bianco, la dottoressa Serafino Francesca, la quale risulta all'INPS cieca assoluta fin dalla nascita, con pensione e con l'assegno di accompagnamento, la quale ha apposto la propria firma, priva di quella dell'accompagnatore, sul documento di accettazione dell'incarico;
inoltre, così come si evince da perizia calligrafica, fatta fare da Sergio Stefano in numerose documentazioni della procedura fallimentare che lo riguarda, la firma non sembra sia stata apposta direttamente dalla curatrice Serafino, che è persona non vedente -:
se non ritenga necessario ed urgente assumere le opportune informazioni presso gli ordini professionali competenti
in relazioni alle vicende sopra descritte e se non reputi urgente assumere, altresì, iniziative ispettive presso la Procura di Pistoia, i Tribunali di Pistoia e Locri, ai fini dell'esercizio dei poteri di competenza, verificando in particolare le ragioni per le quali le dottoresse Marisa A. e Serafino Francesca, il signor M. e la signora Liliana Vettori, abbiano potuto esercitare le funzionidi periti, consulenti tecnici e curatori fallimentari e perché non si sia ancora proceduto alla loro cancellazione;
se non ritenga di dover adeguare le normative vigenti in tema di esercizio dell'attività di consulente e perito d'ufficio, nonché di curatore fallimentare, in modo che sia previsto il possesso di titoli di studio e di competenze scientifico-professionali certi e adeguati per l'accesso agli Albi dei periti e consulenti CTU e le nomine di curatori fallimentari nei singoli Tribunali italiani.
(4-01519)
BARBATO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
come riportato dal quotidiano Corriere della Sera il 30 ottobre 2008, tutte le intercettazioni per le principali indagini attualmente in atto - dalle indagini sul clan dei Casalesi, quindi su coloro che hanno giurato vendetta contro lo scrittore Roberto Saviano, alle registrazioni richieste dai magistrati calabresi sulla 'ndrangheta del dopo Duisburg, dalle inchieste sui grandi latitanti di mafia, alle intercettazioni sul terrorismo islamico - dal 1o dicembre rischiano di venire bloccate;
le principali aziende che gestiscono in Italia oltre il 70 per cento del mercato delle intercettazioni telefoniche e ambientali - Research control system, Area e Sio - hanno richiesto al ministero della Giustizia il pagamento di quanto dovuto, stanti i ben 500 giorni di ritardo nei pagamenti;
si legge infatti nell'articolo: «Gli amministratori delegati delle tre aziende ieri erano a Roma, al ministero della Giustizia, per consegnare una lettera che spiega del loro "gravissimo dissesto finanziario" e che promette la paralisi delle inchieste nella maggior parte delle procure d'Italia. Permanendo questa situazione del blocco dei pagamenti - è scritto nella lettera - i nostri servizi non potranno più essere garantiti a partire dal 1o dicembre»;
un blocco che coinvolgerà indagini telefoniche, ambientali, video e gps. E per il momento nulla fa sperare che la situazione possa sbloccarsi. I ritardi nei pagamenti, fanno sapere dalle tre società lombarde, proseguono da due anni: si parla di 140 milioni di euro, una cifra enorme. Cifra anticipata chiedendo prestiti alle banche che ha compromesso la liquidità delle tre aziende, ipotecando la loro stessa sopravvivenza;
il ministero della giustizia ha fatto sapere che «si tenderà a stabilire un budget per le spese di giustizia». Per i dipendenti delle aziende in questione, l'unica cifra certa è quella del debito, alla quale vanno aggiunti almeno altri 20 milioni di interessi maturati in 21 mesi -:
quali misure intenda adottare per affrontare e risolvere una situazione che rischia di diventare catastrofica per chi combatte la criminalità (forze dell'ordine, Direzione antimafia) anche attraverso strumenti indispensabili quali le intercettazioni telefoniche, situazione peraltro ulteriormente aggravatasi alla luce dei tagli consistenti previsti per il comparto sicurezza, che rischiano di rallentare ed in alcuni casi di compromettere l'attività investigativa e di prevenzione dei reati;
se non intenda intervenire immediatamente per evitare il dissesto delle tre società, con conseguente pericolo di perdita di posti di lavoro.
(4-01521)
TESTO AGGIORNATO AL 6 NOVEMBRE 2008
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
strada di grande comunicazione E-78 Fano-Grosseto meglio nota come strada dei due mari è ritenuta «strategica» dalla legge 21 dicembre 2001 n. 443/2001 prevista dall'accordo Europeo siglato a Ginevra il 15 novembre 1975;
risulta realizzata per oltre il 70 per cento dei 270 chilometri previsti interessando le regioni Marche, Umbria e Toscana;
rappresenta l'unica possibilità di collegamento trasversale dell'Italia centrale costituendo una rete «a maglia» collegando le autostrade A1 ed A14 le statali E45-SS 1 Aurelia-SS 16 Adriatica e altri importanti assi;
è noto che dopo lo snodo di Bologna non esistono adeguati collegamenti in grado di superare agevolmente la barriera appenninica con il rischio che verificandosi problemi sulle autostrade A1 e A14 si bloccherebbe l'Italia;
la mancanza di completamento di questo asse strategico limita le forti potenzialità di sviluppo di tre regioni fortemente produttive quali Toscana, Umbria e Marche;
non esistono nell'asse in parola alternative del trasporto ferroviario;
dopo anni di mancati investimenti il precedente governo aveva ripreso il flusso dei finanziamenti intervenendo in alcuni lotti in territorio toscano;
a ulteriore conferma, con l'allegato infrastrutture al DPEF per l'anno 2007 si è espressamente previsto che per il tratto Arezzo-Fano collegando due autostrade, la A1 e la A14, si sarebbe proceduto con lo strumento della finanza di progetto;
il collegamento delle due più importanti Autostrade Nazionali risulta infatti strategico per molte ragioni;
risulta sottoscritto l'accordo tra le regioni interessate e l'ANAS per la definizione del percorso;
il bando per la dimostrazione di interesse del tratto Arezzo-Fano per la realizzazione attraverso project financing non risulta ad oggi pubblicato;
le dichiarazioni di molti esponenti del Governo ascoltate nell'ultimo periodo rimandano ad una programmazione di investimenti per la grande viabilità attraverso l'impiego di capitali privati;
i finanziamenti eventualmente necessari per la partecipazione pubblica alla finanza di progetto potrebbero essere disponibili nell'apposito fondo costituito con le finanziarie 2007/2008 se non già prenotati;
l'annunciato finanziamento BEI (Banca Europea degli Investimenti) di 15 miliardi di euro per la realizzazione di infrastrutture previste nella legge obiettivo può essere una valida occasione per il finanziamento completo dell'opera -:
quali siano le azioni che il Governo ha intrapreso ed intende intraprendere per il completamento della E78 Fano-Grosseto, quanti finanziamenti intende destinare, in quali tempi e se intende utilizzare il fondo per la finanza di progetto nonché il preannunciato finanziamento BEI.
(2-00199) «Vannucci, Sereni, Martella, Meta, Giovanelli, Merloni, Bocci, Zunino, Sposetti, Tullo, Pizzetti, Zaccaria, Castagnetti, Marco Carra, Migliavacca, Duilio, Zucchi, Braga, Gozi, Verini, Sani, De Torre, Pistelli, Agostini, Cavallaro, Trappolino, Bordo, Brandolini, Rubinato, Capodicasa, Ventura, Favia».
INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
SALVINI e REGUZZONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 40 del decreto legislativo n. 286 del 1998, recante il testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero prevede al comma 6 che «gli stranieri titolari di carta di soggiorno e gli stranieri regolarmente soggiornanti in possesso di permesso di soggiorno almeno biennale e che esercitano una regolare attività di lavoro subordinato o di lavoro autonomo hanno diritto di accedere, in condizioni di parità con i cittadini italiani, agli alloggi di edilizia residenziale pubblica e ai servizi di intermediazione delle agenzie sociali eventualmente predisposte da ogni regione o dagli enti locali per agevolare l'accesso alle locazioni abitative e al credito agevolato in materia di edilizia, recupero, acquisto e locazione della prima casa di abitazione»;
la genericità della norma determina la possibilità di interpretazioni estensive, a cominciare dal fatto che la citata norma non distingue tra lavoro a tempo determinato ed indeterminato, sicché si dà paradossalmente la possibilità a chi ha un permesso di soggiorno di due anni ed ha un contratto di lavoro a tempo determinato di poter avere l'assegnazione definitiva di un alloggio di edilizia residenziale pubblica, mettendo così il titolare di un permesso di durata biennale sullo stesso piano del titolare della carta di soggiorno;
d'altra parte si è affermata nella prassi un'interpretazione elastica che consente, ai fini dell'assegnazione, il cumulo del permesso corrente con quelli precedenti, nel caso in cui il richiedente sia titolare di un permesso di soggiorno biennale scaduto ed il rinnovo venga rilasciato per un periodo inferiore ai due anni, con il rischio ulteriore che, in caso di esito negativo dell'istruttoria di rinnovo, si determinerebbe l'occupazione abusiva dell'alloggio da parte di stranieri irregolari -:
quali iniziative il Ministro ritenga di dover assumere per rimuovere le prospettate problematiche interpretative che rischiano di determinare gravi sperequazioni nelle assegnazioni degli alloggi di edilizia residenziale pubblica.
(4-01514)
SALVINI e REGUZZONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 13 ottobre 2008 è iniziato il 66o corso di formazione destinato a 1.351 Vigili del Fuoco in prova;
gli allievi sono stati assegnati a nove centri distribuiti sul territorio nazionale;
in particolare, alla Scuola di Polizia di Alessandria ne sono stati destinati 224, fra i quali gli otto provenienti da Sondrio, i quattro da Varese ed i quattro da Lecco, mentre alla Scuola di Formazione di Base situata a Roma dovranno recarsi, tra gli altri, tutti gli allievi del Veneto e del Friuli, inclusi i nove provenienti da Trieste e i 18 da Udine, così come i Vigili del Fuoco in prova selezionati dalla Sicilia;
di contro, i 79 campani sono stati concentrati a Napoli, i 98 pugliesi a Bari, i 118 calabresi a Lamezia Terme, i 46 da Cagliari nel capoluogo sardo, i 37 provenienti da Oristano e Sassari ad Olbia ed i 33 nuoresi nella propria città-:
quali siano le ragioni che hanno indotto ad adottare questa ripartizione geografica dei Vigili in prova tra i vari centri formativi, che appare particolarmente punitiva per gli allievi veneti e friulani, costretti a recarsi a Roma, e secondo gli interroganti ingiustificatamente favorevole ai Vigili in prova provenienti dalla Campania, dalla Puglia, dalla Calabria e dalla Sardegna.
(4-01515)
BARBATO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in un articolo pubblicato sul quotidiano Il Roma il 16 ottobre 2008, è descritta una nuova tecnologia di telefonia mobile dalla linea criptata che, una volta introdotta sul mercato, potrebbe costituire un ostacolo per le intercettazioni, eventualmente predisposte dalle forze dell'ordine, segnatamente per quelle necessarie alle indagini a carico di ambienti camorristici, mafiosi e terroristici;
a tale proposito, l'operatore telefonico «New Vox» offre, al costo di 1850 euro, un «Sicurmobile», un telefono cellulare dalla linea criptata che funziona, naturalmente, sia in entrata che in uscita: la particolarità, però, rispetto ad altri apparecchi del genere è dovuta al fatto che il segnale, viaggiando su una rete diversa da quelle tradizionali (Tim, Omnitel, Wind, 3), è particolarmente difficile da rintracciare;
l'utilizzo di un apparecchio di questo tipo, in sé perfettamente lecito, potrebbe costituire un problema qualora ad utilizzarlo fossero appunto esponenti della criminalità organizzata e del terrorismo;
un pericolo che, indubbiamente, esiste, visti anche i costi non elevati dell'apparecchio in questione, secondo quanto riferito dal quotidiano, «se il titolare dell'utenza criptata avrà l'accortezza di non chiamare mai alcun numero di telefono tradizionale - evitando quindi il pericolo di "infettarsi" - ma solo altre utenze "segrete", è probabile che i suoi dialoghi restino un mistero per tutti, Stato compreso. Al contrario, se accadesse che un'utenza tradizionale, sotto intercettazione, chiamasse quella criptata, la conversazione risulterebbe incomprensibile, perché gli operatori all'ascolto potrebbero intendere solo ciò che dice la linea "aperta" e non altro: la conversazione, quindi, da due voci si ridurrebbe a una;
sicuramente, col tempo, la magistratura avrebbe modo di risalire all'utenza telefonica criptata e di «monitorarla», una volta acquisita l'informazione della sua esistenza, ma di quella conversazione non resterebbe probabilmente traccia;
le forze dell'ordine e le autorità giudiziarie, in caso di necessità, non avrebbero alcun problema quindi a farsi consegnare dalla società telefonica i tabulati e i codici per decriptare le telefonate, eliminando così il vincolo di segretezza sulle comunicazioni»;
ma, sebbene le nostre forze dell'ordine - e, nello specifico, la Dia - siano ben attrezzate, sia da un punto di vista delle tecnologie che, naturalmente, delle elevatissime professionalità presenti, alla luce dei tagli consistenti previsti dalla Finanziaria per il comparto sicurezza, e alla luce anche delle annunciate iniziative normative restrittive in materia di intercettazioni telefoniche, un utilizzo improprio e a fini illeciti di tale tecnologia potrebbe però comunque creare problemi;
gli apparecchi «Sicurmobile» potrebbero quindi rappresentare, in alcune applicazioni pratiche, uno strumento problematico, stante la mancata previsione di iniziative normative rigorose atte a impedirne un uso distorto, che ostacolerebbe o quanto meno rallenterebbe le necessarie operazioni di intercettazione previste da parte degli organi investigativi -:
se intenda assumere iniziative anche normative volte a prevedere procedure rigide introducendo, ad esempio, una comunicazione alle autorità competenti dell'identificazione degli acquirenti di tale servizio, o l'attivazione di particolari procedure di tracciabilità dell'acquisto di «Sicurmobile», al fine di prevenire eventuali utilizzazioni illegali del servizio.
(4-01518)
TESTO AGGIORNATO AL 9 DICEMBRE 2008
ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazione a risposta in Commissione:
SIRAGUSA e GHIZZONI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
nel settembre 2008 l'INVALSI, in collaborazione con la Direzione Generale Affari Internazionali del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, ha emanato un bando al fine di reclutare formatori senior e junior per organizzare, entro la fine del 2008, un piano di formazione e sensibilizzazione sull'indagine OCSE-PISA e altre ricerche internazionali, rivolto a tutti gli insegnanti di italiano, matematica e scienze del primo biennio della scuola secondaria di secondo grado delle regioni dell'Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia);
per ogni regione dell'Obiettivo Convergenza si sono costituiti dei team composti da sei formatori (3 senior e 3 junior), appartenenti ai tre diversi ambiti disciplinari a cui fanno riferimento le competenze indagate dalla ricerca OCSE-PISA, con provata e documentata esperienza in attività di formazione degli insegnanti e l'iscrizione all'Albo formatori dell'INVALSI quale condizione necessaria;
nel bando si legge che «Costituirà requisito preferenziale essere in servizio scolastico in una delle quattro regioni dell'Obiettivo Convergenza» per la selezione dei docenti Junior;
la componente senior dei team per la Sicilia risulta essere composta da un'alta percentuale di docenti provenienti da altre regioni d'Italia;
al termine del processo di selezione dei docenti formatori, effettuato da una commissione composta da esponenti dell'Invalsi e del Miur, non risulta essere stata predisposta e resa pubblica una graduatoria che desse ragione dei criteri che hanno determinato la scelta dei formatori da inserire nei team -:
quali siano i criteri in base ai quali sono stati selezionati i docenti formatori;
se non ritenga opportuno rendere pubbliche le graduatorie;
se non ritenga altresì opportuno rendere pubblici i criteri in base ai quali sono stati selezionati i docenti formatori per la Sicilia, in particolare quelli senior;
per quale motivo il requisito preferenziale dell'essere in servizio scolastico in una delle quattro regioni dell'obiettivo Convergenza non sia stato fatto valere anche per i docenti formatori senior.
(5-00558)
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SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazione a risposta orale:
PEZZOTTA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
secondo i dati della Camera di Commercio Industria e Artigianato di Bergamo, dall'inizio dell'anno la produzione del settore manifatturiero ha fatto registrare una netta e continua diminuzione;
la caduta della produzione si colloca oltre la media della Lombardia, ed è relativa ad un periodo di rilevazione antecedente alla crisi finanziaria degli ultimi mesi, per cui si temono ulteriori spinte al ribasso;
la congiuntura negativa ha toccato tutti i comparti del settore manifatturiero, sia a livello industriale che artigianale, anche se l'artigianato di produzione bergamasco, rispetto al resto della Lombardia ha retto meglio l'ondata recessiva;
naturalmente, in sofferenza risultano altresì ordini, fatturato e soprattutto il numero degli addetti delle imprese prese a campione;
è necessario affrontare i problemi che la recente crisi finanziaria sta generando sull'economia reale prima che la situazione diventi irrimediabile-:
se sia a conoscenza dei dati suesposti e quali interventi ritenga di adottare al fine di sostenere il settore manifatturiero in generale, e bergamasco in particolare, e per evitare pesanti ricadute occupazionali conseguenti a tale situazione, in particolare per l'occupazione femminile e per quei lavoratori che ancora non sono in età pensionistica e che rischierebbero pertanto di uscire irrimediabilmente dal circuito del lavoro.
(3-00210)
Interrogazione a risposta scritta:
BALDELLI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'ordinamento italiano, in materia di teleselling, ha adottato, in seguito al recepimento della direttiva 2002/58/CE (articolo 129, comma 2, del Codice in materia di protezione dei dati personali), il cosiddetto sistema dell'opt-in, che richiede un consenso preventivo degli utenti interessati e considera come rifiuto alla contattabilità per fini promozionali anche il semplice silenzio dell'utente, che si contrappone al cosiddetto sistema dell'opt-out, ove è necessario il diniego espresso dell'utente a ricevere chiamate finalizzate alla proposizione di offerte commerciali;
il Garante della Privacy, con tre distinti provvedimenti emessi in data 26 giugno 2008 (Divieto del Garante [articolo 154, comma 1, lettera d) del Codice] - 26 giugno 2008. Bollettino n. 96/giugno 2008), ha vietato ad alcune società specializzate nella creazione e nella vendita di banche dati l'ulteriore trattamento di dati personali di milioni di utenti provenienti da elenchi telefonici pubblicati prima del 1o agosto 2005. Il divieto è scattato anche per altre aziende che hanno acquistato da queste società i data base allo scopo di poter contattare gli utenti e promuovere i loro prodotti e servizi tramite call center;
il combinato disposto della normativa italiana, che ha adottato il sistema dell'opt-in, e dei provvedimenti inibitori del Garante della privacy del 26 giugno 2008 mettono a rischio circa 30.000 posti di lavoro legati all'attività di teleselling -:
quali iniziative intenda adottare per bilanciare la salvaguardia dei posti di lavoro dei lavoratori impegnati nell'attività di teleselling con la necessaria privacy a cui i cittadini hanno diritto.
(4-01516)
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Apposizione di una firma ad una mozione.
La mozione Bertolini e altri n. 1-00052, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 ottobre 2008, è stata successivamente sottoscritta anche dal deputato Cicchitto che, con il consenso degli altri sottoscrittori, ne diventa secondo firmatario.
Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.
Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Fava n. 5-00425 dell'8 ottobre 2008.