XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 29 ottobre 2008

TESTO AGGIORNATO AL 3 DICEMBRE 2008

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
la «Conferenza mondiale contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza», svoltasi a Durban nel 2001 su iniziativa dell'Onu, secondo i firmatari del presente atto di indirizzo si trasformò in un processo politico contro lo Stato di Israele, chiamato, dal banco degli imputati, a rispondere ad accusatori che erano (e sono) per la gran parte regimi responsabili di politiche costituzionalmente fondate sul rifiuto del pluralismo culturale, sull'intolleranza religiosa e sulla persecuzione di ogni forma di dissenso e di «differenza» personale o civile;
in quell'occasione, la Conferenza Onu - incentrata, secondo i firmatari del presente atto di indirizzo surrettiziamente, sul «caso Israele» fece dunque del razzismo il pretesto per rilanciare una campagna di linciaggio morale, politico e religioso del popolo ebraico e dello Stato d'Israele;
il clima della Conferenza di Durban venne quindi compromesso dall'atteggiamento discriminatorio di alcuni Stati e capi di governo (da Mugabe a Fidel Castro) e della maggior parte delle organizzazioni non governative (ONG) presenti: per questa ragione, gli Stati Uniti e Israele abbandonarono la Conferenza, nel corso della quale si verificarono numerosi episodi di natura antisemita, come la distribuzione ai partecipanti dei Protocolli dei Savi di Sion e l'esclusione di membri di ONG ebraiche da alcune sessioni del Forum delle ONG, che si svolgeva in concomitanza al vertice;
fino all'ultimo dei nove giorni della Conferenza, alcuni paesi tentarono di reiterare il precedente della Risoluzione 3379 approvata dall'Assemblea Generale ONU nel 1975 (e peraltro revocata, dallo stesso consesso, il 16 dicembre 1991) e di inserire nella Dichiarazione finale del vertice la formula «sionismo uguale a razzismo»; il tentativo venne infine scongiurato anche grazie alle pressioni dell'Unione Europea;
la prossima Conferenza mondiale contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza, nota come «Durban II» o «Durban Review Conference», è programmata per l'aprile 2009, a Ginevra; il Comitato preparatorio è presieduto dalla Libia ed è composto da stati come Iran e Cuba. Osservando la preparazione, si evince che è alto il rischio che anche la prossima Conferenza contro il razzismo si trasformi in una conferenza razzista contro Israele;
verso la metà di ottobre, il Comitato preparatorio ha raccolto tutti i contributi nazionali in un documento di lavoro in vista della predisposizione del Documento finale della prossima Conferenza di Ginevra; nel testo si allude in modo tanto implicito quanto scoperto a Israele come a un'entità «straniera occupante la cui legge si basa sulla discriminazione razziale [...] che costituisce una grave violazione dei diritti umani e del diritto umanitario, un nuovo modello di apartheid, un crimine contro l'umanità, una forma di genocidio e una seria minaccia alla pace e alla stabilità internazionale»; su questa base si «reitera la preoccupazione [dell'ONU] per la grave condizione del popolo palestinese soggetto all'occupazione straniera»; il fatto che i palestinesi siano l'unico popolo menzionato come oggetto di discriminazione prospetta una evidente continuità con la linea perseguita nella Conferenza di Durban;
se la discussione su razzismo e discriminazione continuerà a poggiare su premesse di questo genere, la «Durban Review Conference» diventerà di nuovo un accanito forum anti-israeliano. Quanto al tema del razzismo, è oltremodo errato il pregiudizio tipico del vertice del 2001,

che ritroviamo nei documenti preparativi attuali, secondo i quali il razzismo, l'intolleranza e la schiavitù sono responsabilità esclusiva dell'Occidente. La storiografia qualificata corrente ha confermato che tali fenomeni hanno una ben più vasta e globale diffusione. Un'analisi sbagliata renderebbe impossibile contrastare le politiche di oppressione etnica, culturale e religiosa che negli ultimi decenni hanno insanguinato vaste aree del mondo, tra le quali oggi emerge, con sempre più allarmante chiarezza, la persecuzione violenta dei cristiani in molti paesi islamici e in larga parte del continente asiatico;
numerosi Paesi si sono già dimostrati consapevoli del rischio di replicare nel 2009 a Ginevra quanto avvenne nel 2001 a Durban: nello scorso gennaio il Canada, valutandone il processo preparatorio, ha annunciato tramite il proprio Ministro degli esteri e il Segretario di Stato per il multiculturalismo e l'identità canadese, che non parteciperà alla Conferenza di Ginevra; Israele ha dichiarato a sua volta che non parteciperà sotto la minaccia che la Conferenza si trasformi in una tribuna di propaganda antisemita. Il Congresso Americano ha adottato la Risoluzione 1361 (23 settembre) che impegna il Governo a «guidare un grande sforzo diplomatico [...] per sconfiggere la campagna di alcuni membri dell'Organizzazione della Conferenza Islamica per distogliere la Review Conference dai problemi reali [...], attaccando invece Israele, promuovendo l'antisemitismo e sovvertendo la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo». Il Presidente francese Sarkozy ha annunciato il ritiro dal percorso preparatorio se esso non abbandonerà la deriva anti-israeliana;

impegna il Governo:

a verificare con attenzione, assieme ai partners europei, gli esiti e gli orientamenti che emergono dal processo di preparazione della prossima «Conferenza mondiale contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza»;
a intervenire in sede europea affinché venga scongiurato il rischio che la Conferenza si svolga su una piattaforma ispirata all'intolleranza e alla discriminazione etnica, culturale e religiosa;
ad agire perché i documenti preparatori contengano solo l'intento di combattere il razzismo e la discriminazione a qualsiasi latitudine e per qualsiasi motivo essa sì rappresenti e perché decada lo scopo non recondito della delegittimazione dello Stato d'Israele;
ad esercitare la massima vigilanza e ad agire concretamente affinché la Conferenza sia effettivamente volta a promuovere la lotta contro il razzismo e contro le discriminazioni di ogni genere, piuttosto che un pretestuoso palcoscenico per l'incitamento all'odio nei confronti di alcuni popoli, stati o minoranze etniche e religiose.
(1-00055)
«Nirenstein, Bocchino, Boniver, Guzzanti, Pianetta, Picchi, Ruben, Pistelli, Repetti, Corsini, Colombo, Mecacci, Malgieri, Mazzoni, Maran, La Malfa, Fiano».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

CONTENTO, PANIZ e HOLZMANN. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
ormai da numerosi anni le Province di Belluno, Bolzano, Pordenone, Trento e Udine hanno avviato una serie di contatti

con i vertici dell'Unesco, volti a far dichiarare «patrimonio dell'Umanità» l'intero arco dolomitico;
l'ultima visita effettuata in questo senso dagli ispettori dello speciale organo delle Nazioni Unite risale allo scorso mese di settembre;
nel corso delle prossime settimane verrà esperito uno scambio di memorie e di controdeduzioni tra le parti, alle quali farà seguito, nel mese di luglio 2009 in quel di Siviglia (Spagna), la dichiarazione favorevole (o meno) al progetto di tutela delle Dolomiti;
un'effettiva concretizzazione del progetto garantirebbe alle zone interessate un eccellente volano economico, legato a forme di turismo intelligente e di protezione del patrimonio ambientale e sociale ivi insediato;
si rende, pertanto, quanto mai necessario l'interessamento di questo Governo per un buon esito della procedura di salvaguardia internazionale -:
quali iniziative intendano assumere, anche a livello di mero contatto diplomatico con i vertici dell'Unesco, per offrire un concreto e autorevole supporto al progetto delle cinque Province indicate in narrativa che mira ad inserire le Dolomiti nell'elenco mondiale dei beni dell'Umanità.
(4-01468)

SPECIALE e LUCIANO ROSSI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la città di Perugia, ricca di monumenti e di bellezze storiche ed artistiche di valore inestimabile, è considerata uno dei più bei comuni d'Italia e per le sue caratteristiche orografiche è finanche definibile una «città museo» a cielo aperto;
ogni anno essa è meta di numerosi turisti provenienti da ogni parte del mondo che affollano, oltre i tanti musei e locali siti culturali, anche i saloni della Galleria Nazionale dell'Umbria dove sono raccolte opere, dal XIII al XIX secolo, di grandi artisti quali Pinturicchio, il Perugino, Arnolfo di Cambio, Piero della Francesca;
il capoluogo umbro ospita tantissimi studenti (circa 20 mila) che frequentano una delle più antiche Università italiane fondata nel 1308 e una delle più prestigiose Università per stranieri d'Italia;
considerando, ad esclusione delle frazioni municipali, la sola parte dell'acropoli collinare, la popolazione perugina, che in totale è di circa 162 mila abitanti, giunge a contarne circa la metà, assestandosi sulle 90 mila presenze;
il sistema viario di Perugia ha un assetto antico che riflette l'intreccio di tradizioni infrastrutturali etrusche, romane e medioevali, sicchè non è dato identificare nel capoluogo umbro le problematiche connesse all'emergenza traffico tipiche delle grandi aree metropolitane (Roma, Milano, Palermo, Napoli);
l'amministrazione locale ha messo in campo una vera task force in tema di sicurezza stradale, in particolare installando apparecchi di rilevazione automatica delle infrazioni ai semafori, in prossimità di incroci dell'acropoli diffusamente considerati poco pericolosi;
il menzionato servizio di controllo stradale è stato affidato a società private con sede al di fuori della regione, senza verificare e monitorare gli eventuali vizi del sistema di rilevamento, in assenza di adeguata sperimentazione e di una efficace campagna di informazione. Altresì l'accensione delle apparecchiature è avvenuta nel mese di agosto, ossia nel periodo estivo di massimo svuotamento della città;
in due anni sono state comminate circa 31 mila sanzioni, con multe scattate in millesimi di secondi, imponendo, a torto o a ragione, l'immagine degli automobilisti perugini come i più indisciplinati d'Italia;

sono stati presentati oltre 10 mila ricorsi al Giudice di Pace che si è espresso a favore dell'accoglimento di tutte le istanze, sicché anche chi ha pagato la multa si prepara a chiedere la restituzione delle somme versate al Comune per i vizi accertati;
al riguardo, associazioni di categoria, comitati e singoli ricorrenti hanno sollecitamente adito Prefetto e Procura della Repubblica;
è stata richiesta da alcuni politici membri degli Enti Locali (Comune, Provincia e Regione) anche la convocazione urgente di un Consiglio Grande monotematico con all'ordine del giorno ponga la discussione in merito alla questione T-Red e oggi non è stata ancora deliberata la data di svolgimento;
sarebbe opportuno risarcire, i cittadini coinvolti nel sistema T-Red, poiché la sperimentazione del progetto, tra l'altro assegnato senza gara di appalto, nasconde punti e vizi di forma che fanno presumere un raggiro nei confronti degli automobilisti a discapito della tanto decantata sicurezza stradale -:
se effettivamente i T-Red tutelino la circolazione stradale agli incroci, evidenziando, previa indicazione dei relativi dati statistici, l'incidenza degli incidenti prima e dopo l'installazione degli stessi;
se corrisponda al vero che nell'ambito della stessa città vige una differente durata del giallo ai semafori a seconda del punto ove si trovi il conducente, vale a dire 3 secondi in quelli dove c'è uno dei menzionati apparecchi di rilevazione e 6 secondi in quelli ove non ci sono, così da determinare notevole confusione negli automobilisti;
se nelle ipotesi di ricorsi indirizzati al Prefetto, intenda attivarsi per annullare tutte i verbali così elevati, attesa la sussistenza di reali presupposti di malfunzionamento e discrasie negli apparecchi rilevatori, nonostante l'originaria omologazione del Ministero dei trasporti;
se il Governo intenda revocare l'omologazione permettendo così lo smontaggio o la disattivazione degli apparecchi almeno fino a quando la questione non venga chiarita in sede giudiziaria con sentenza definitiva.
(4-01480)

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AFFARI ESTERI

Interrogazioni a risposta scritta:

BORGHESI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
i cittadini peruviani per poter entrare nel nostro paese devono richiedere un visto d'ingresso (turismo/per lavoro) presso la nostra ambasciata di Lima consegnando i documenti indicati. Per la consegna di tali documenti i cittadini devono fissare un appuntamento;
l'ambasciata italiana a Lima accetta le prenotazioni per tali appuntamenti attraverso internet solo se fatte presso agenzie di viaggio autorizzate dall'ambasciata stessa. La richiesta di appuntamento che non segue tale procedura risulta sostanzialmente impossibile (file lunghissime appuntamenti dati a distanza di 6 mesi);
risulta all'interrogante che tali agenzie richiedano per la singola prenotazione via internet 25 dollari in un paese dove lo stipendio medio è inferiore ai 200 dollari;
stime attendibili e prudenti (forum internet www.tuttostranieri.it/forum) quantificano il giro d'affari delle prenotazioni internet effettuate presso le agenzie autorizzate dall'ambasciata italiana di Lima intorno ai 2,5 milioni di dollari all'anno;
Francesco Rausi, recentemente nominato ambasciatore in Perù, ha dichiarato il 2 settembre al giornale La Repubblica che si sarebbe trattato di uno «spiacevole

errore», costato tuttavia, come detto, circa 2,5 milioni di dollari all'anno a persone non certo abbienti;
come affermato dall'ambasciatore, inoltre i 25 dollari verrebbero restituiti attraverso «sconti sul biglietto aereo da parte delle agenzie»;
è lecito chiedersi rispetto a quale parametro vengano calcolati detti sconti posto che i listini sono fissati dalle stesse agenzie;
è anche legittimo rilevare che nel caso di rifiuto del visto nessuna restituzione è prevista -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra riportati;
con quale criterio vengono selezionate tali agenzie e come viene rilasciata l'autorizzazione;
se ritenga equa la tariffa pattuita posto che lo stipendio medio a Lima è inferiore ai 200 dollari;
se non ritenga che la restituzione dei 25 dollari sia in realtà fittizia;
come intenda procedere al fine di regolare tale situazione.
(4-01465)

FUCCI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la tutela dei diritti umani in Iran appare sempre più in pericolo a causa dell'atteggiamento antidemocratico del governo oggi al potere sotto la guida del presidente Mahmoud Ahmadinejad;
secondo l'autorevole organizzazione «Nessuno tocchi Caino», nel 2007 in Iran ci sono state 228 esecuzioni;
nei casi più gravi la pena capitale viene inflitta, come peraltro confermato in modo sconcertante dal vice-procuratore generale dello Stato, Hossein Zebhi, anche ai minorenni;
secondo Amnesty International, la repressione della minoranza curda in Iran si va intensificando e contro di loro sono usati spesso la tortura e processi ingiusti, come peraltro sembrerebbe confermare, da ultima, l'annunciata esecuzione di sei attivisti civili curdi denunciata dalle organizzazioni non governative;
secondo il Consiglio nazionale per la resistenza iraniana - la cui presidente Maryam Rajavi ha da poco concluso una missione in Italia nella quale ha ottenuto un appoggio trasversale all'intero del Parlamento - nel 2007 ci sono stati 101 episodi di flagellazione, un caso di lapidazione, circa tremila arresti politici e 60 episodi di sabotaggio contro siti web dell'opposizione;
solo nell'ultimo anno il Parlamento europeo ha approvato - il 25 ottobre 2007, il 31 gennaio e il 24 aprile 2008 - tre risoluzioni di condanna nei confronti del regime iraniano -:
quali iniziative intenda intraprendere, nell'ambito dell'Unione europea, per promuovere a livello comunitario una sempre più concreta azione politico-diplomatica nei confronti dell'Iran sul tema dei diritti umani.
(4-01482)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta in Commissione:

TOMMASO FOTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in località Carmiano, nel Comune di Vigolzone (Provincia di Piacenza), vi è il fondato pericolo, nel caso in cui si verifichino abbondanti precipitazioni, dell'esondazione del Rio Marocco e ciò in ragione dello stato di abbandono in cui lo stesso versa;

la situazione, più volte rappresentata alle competenti autorità, è stata sistematicamente ignorata per asserita carenza di fondi a disposizione delle stesse, nonostante il fatto che l'ipotesi progettuale prevedesse un impegno di spesa non superiore ai 250.000,00 euro -:
se e quali iniziative intendano assumere per sollecitare le competenti autorità ad intervenire urgentemente, onde evitare il verificarsi di situazioni calamitose, con conseguenti richieste di risarcimento per i gravi danni che inevitabilmente si determineranno.
(5-00538)

BURTONE. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
da diversi giorni alcuni camion di grossa portata (cinque-sei al giorno) scaricano del materiale, di cui non è data sapere la natura, presso una discarica presente nel territorio di Tursi (Matera) presso la frazione denominata «Pane Vino»;
i residenti della locale frazione fanno presente che quando le abitazioni finiscono sotto vento dalla parte della discarica si sente un odore terrificante da stare male e si sono verificati anche alcuni malori;
è evidente che di fronte a quanto sta accadendo in questi giorni è forte la richiesta da parte degli abitanti di conoscere cosa sta accadendo -:
se e quali iniziative il Ministro nell'ambito delle prerogative attribuite intenda attivare per conoscere cosa stiano sversando questi camion in contrada «Pane e Vino» di Tursi e se non sia il caso di attivare immediatamente tutti i controlli necessari per la salvaguardia del territorio e la salute dei cittadini.
(5-00540)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta scritta:

ZAMPA, LA FORGIA, ARTURO MARIO LUIGI PARISI e LENZI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la Fondazione Teatro Comunale di Bologna sta subendo un grave taglio del contributo statale dovuto sul Fondo Unitario dello Spettacolo per l'esercizio in corso a causa dei criteri di riparto che la penalizzano;
il taglio è di ben 2,5 milioni di euro rispetto al contributo complessivo assegnato al Teatro Comunale di Bologna per il 2008 di 13,2 milioni, ed è paradossalmente determinato dalla riduzione di spesa effettuata in seguito alla riduzione del contributo subito a partire dal 2006;
ciò avrà effetti molto negativi sulla programmazione dell'attività i quali si sommano a quelli che si abbatteranno su tutti i teatri lirici italiani a causa della drastica riduzione del FUS per il 2009 e gli anni successivi contenuta nella legge n. 133 di conversione del decreto legge n. 112 (manovra economica triennale);
in base alla normativa approvata con quella legge la quota del FUS destinata ai 14 teatri lirici italiani passerà da 215 milioni per il 2007 a 176 milioni per il 2009, determinando una situazione di insostenibilità economica per l'intero settore;
la lirica è uno dei fattori distintivi e riconosciuti della cultura italiana nel mondo, e merita di essere sostenuta dallo Stato almeno quanto avviene nella media europea, mentre con questi tagli l'Italia si colloca all'ultimo posto tra i Paesi dell'Unione;
oltre all'adeguamento dello stanziamento statale sono necessari provvedimenti strutturali per i teatri lirici, a partire

dalla defiscalizzazione dei contributi privati alle Fondazioni e alla definizione di criteri più flessibili di gestione -:
cosa il Governo intenda fare per scongiurare una situazione di dissesto di tutti i teatri lirici italiani e per introdurre innovazioni strutturali che consentano la piena valorizzazione di un patrimonio della cultura italiana riconosciuto e apprezzato nel mondo.
(4-01478)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CAPARINI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in data 4 dicembre 2003 il Comune di Vezza d'Oglio (Brescia) ha stipulato, presso la Sezione staccata di Brescia dell'Agenzia del Demanio, un contratto di locazione per l'immobile denominato «Ex Polveriera» costituito da un capannone ubicato in via Nazionale nel Comune di Vezza d'Oglio, contraddistinto nel NCTR al mappale n. 70 del foglio n. 30 individuato dall'Intendenza di finanza alla scheda n. 45; tale contratto scadrà il 31 dicembre 2009;
l'immobile demaniale oggetto di istanza dal 1991 è locato al Comune di Vezza d'Oglio per il soddisfacimento di compiti istituzionali ed adibito a deposito automezzi e magazzino, è sito in zona destinata a «servizi pubblici di interesse locale» e sarà destinato a sede del Distaccamento dei Vigili del fuoco Volontari e ricovero automezzi di pronto intervento e relative attrezzature, necessari anche per gli interventi di protezione civile;
il capannone attualmente è in evidente stato di degrado e necessita di un urgente intervento di ristrutturazione;
in data 15 ottobre 2008 il Comune di Vezza d'Oglio ha ricevuto dall'Agenzia del demanio - Filiale Lombardia - sede di Milano l'invito alla stipula di un nuovo contratto di locazione al fine della regolarizzazione dell'utilizzo dell'immobile da parte del Comune, della durata di 6 anni, a decorrere dal 1o gennaio 2009 ad un canone annuo di euro 3.539,00 (salvo aggiornamento Istat) giustificando tale richiesta con l'impossibilità di concludere entro l'anno in corso la procedura di alienazione del suddetto immobile mediante procedura ad evidenza pubblica autorizzata dal piano vendita relativo all'anno 2008 consentito dalla Direzione area operativa pianificazione e operations servizi al territorio dell'Agenzia del demanio con nota prot. n. 2008/26812/DAO-PNO/ST del 9 luglio 2008;
il Comune è stato convocato il giorno 11 novembre 2009 presso la sede della Agenzia del demanio - filiale Lombardia - sede di Milano - per la stipula del nuovo atto di locazione ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 296 del 13 settembre 2005;
l'8 ottobre 2004, il Comune aveva inoltrato all'Agenzia del demanio - filiale di Verona, sezione staccata di Brescia, la richiesta di acquisto (prot. n. 6312/2004) del suddetto immobile demaniale che è seguita a quelle inviate all'Intendenza di finanza di Brescia e all'Agenzia del demanio il 26 maggio 1989 (prot. n. 1590), il 3 dicembre 1992 (prot. n. 485) e il 3 febbraio 1996 (prot. n. 463) -:
quali iniziative intenda adottare affinché il Comune di Vezza d'Oglio non si trovi nella inevitabile necessità di procedere ad una nuova stipula del contratto di locazione ma possa, finalmente, acquisire l'immobile in oggetto.
(5-00532)

TULLO, LOVELLI e VELO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1, comma 247, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Finanziaria 2008) prevede l'attribuzione alle Regioni (e alle Province autonome) dell'incremento delle riscossioni dell'IVA e delle accise

relative alle operazioni nei porti e negli interporti «per il finanziamento di investimenti per il potenziamento della rete infrastrutturale e dei servizi nei porti e nei collegamenti stradali e ferroviari nei porti, con priorità per i collegamenti tra i porti e la viabilità stradale e ferroviaria di connessione»;
dal tenore letterale, la norma è interpretabile nel senso che le eventuali risorse vanno destinate in primo luogo ad infrastrutture nei porti, quindi ai collegamenti stradali e ferroviari;
il successivo comma 248 indica, quale ulteriore condizione cui è subordinata l'attribuzione delle risorse alle regioni, l'incremento delle riscossioni di IVA ed accise relative alle operazioni in porti ed interporti ed aggiunge la condizione di un gettito almeno pari a quanto previsto nella Relazione previsionale e programmatica, con riferimento all'incremento delle riscossioni dei medesimi tributi, in porti ed interporti, risultanti dal consuntivo dell'anno precedente;
per l'attuazione delle norme sopra richiamate, prima della interruzione della precedente legislatura, era stato costituito un tavolo di lavoro e di approfondimento, con la partecipazione, tra gli altri, di rappresentanti del Ministero dell'economia e delle finanze, dell'ex Ministero dei trasporti, dell'Agenzia delle Dogane, di rappresentanti della Conferenza delle Regioni e dell'Associazione dei Porti Italiani;
dopo l'interruzione della precedente legislatura quel tavolo di lavoro non è più stato convocato, né risulta che le Amministrazioni competenti hanno dato corso ai provvedimenti attuativi delle richiamate previsioni normative;
va tenuto conto altresì che quelle risorse (cosiddetto extragettito), al momento solo potenziali, rappresentano le uniche di cui potrà disporre la portualità maggiore italiana, in assenza di specifici fondi - pur indispensabili - per l'adeguamento ed il potenziamento dei porti stessi al fine di sostenere la concorrenza di porti esteri Mediterranei (comunitari e non) -:
quando verranno emanati i provvedimenti attuativi di quanto è previsto ai commi da 247 a 250 dell'articolo 1 della legge n. 244 del 2007;
quale sia la quantificazione, di massima, delle risorse che, in attuazione dei predetti commi, potrebbero essere destinate a beneficio dell'infrastrutturazione dei porti maggiori;
se non si ritenga necessario comunque garantire, per il futuro, alla portualità una quota di risorse certe per investimenti in nuove opere, al fine di consentire alla portualità nazionale di affrontare le sfide della concorrenza.
(5-00533)

Interrogazione a risposta scritta:

GINOBLE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1, comma 25, della legge finanziaria 2008 è intervenuto a modificare la disciplina dell'imposta di registro su atti di trasferimento di immobili compresi in piani urbanistici particolareggiati aggiungendo all'articolo 1 della Tariffa, parte I, allegata al decreto del Presidente della Repubblica n. 131 del 1986 (testo unico delle disposizioni sull'imposta di registro) il seguente periodo: «Se il trasferimento ha per oggetto immobili compresi in piani urbanistici particolareggiati diretti all'attuazione dei programmi di edilizia residenziale comunque denominati, a condizione che l'intervento cui è finalizzato il trasferimento venga completato entro cinque anni dalla stipula dell'atto: 1 per cento»;
la nuova normativa, rispetto alla precedente (articolo 33, comma 3 della legge finanziaria 2001) non richiede più la preventiva approvazione dei piani urbanistici particolareggiati;
in sede di applicazione di suddetta disposizione si registrano posizioni interpretative

che non sembrano corrispondenti alla presunta ratio della norma ed in particolare la Direzione Regionale Abruzzo dell'Agenzia delle Entrate, rispondendo ad un quesito formulato dall'ufficio locale di Giulianova (Teramo), ha precisato che: «Ai fini del riconoscimento dell'agevolazione, sia necessaria, oltre che l'approvazione del Piano Regolatore Generale, anche l'adozione del piano urbanistico particolareggiato ad iniziativa privata diretto all'attuazione dei programmi di edilizia residenziale, comunque denominati, pur non necessitando la preventiva stipula della convenzione urbanistica»;
questa interpretazione sembra trascurare, oltre alla ratio del riconoscimento dell'agevolazione fiscale, anche le esigenze tipiche delle prassi delle contrattazioni immobiliari. Molto spesso infatti i proprietari di aree comprese in zone edificabili e per le quali sia prevista l'adozione del piano urbanistico particolareggiato ad iniziativa privata diretto all'attuazione dei programmi di edilizia residenziale, comunque denominati, non hanno un reale interesse alla predisposizione e alla presentazione dello strumento attuativo in quanto sono interessati unicamente all'alienazione dell'area. Per questa ragione spesso sono gli acquirenti a farsi carico della presentazione e della realizzazione del piano particolareggiato. In tutte queste ipotesi in cui al momento della alienazione manca la preventiva adozione del piano attuativo di iniziativa privata, rimarrebbe preclusa, secondo il citato approccio interpretativo, l'applicazione dell'agevolazione fiscale;
se la volontà del legislatore è quella di incentivare lo svolgimento ordinato dell'attività edilizia in conformità alla pianificazione urbanistica, agevolando sul piano fiscale la tassazione degli atti traslativi di immobili interessati all'intervento edilizio, non si comprende perché negare la premialità nei casi in cui muta il soggetto che effettua l'intervento;
la previsione, di cui alla disposizione richiamata, del termine di cinque anni per la necessaria conclusione dei lavori pone al riparo dal rischio speculazioni in quanto presuppone ed implica il perfezionamento dell'iter di presentazione e approvazione del piano particolareggiato sia pure da parte di chi si è reso acquirente dell'immobile -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritenga necessario avviare le opportune iniziative, al fine di chiarire la portata della norma e di delineare l'esatto ambito applicativo del beneficio riportato in premessa.
(4-01469)

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GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:

CASSINELLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 25 luglio scorso, all'interno della Casa circondariale di Genova Marassi, moriva il detenuto ventiduenne Manuel Eliantonio, trovato esanime nella propria cella;
secondo la documentazione ufficiale, il giovane sarebbe deceduto per avvelenamento da butano, il gas contenuto nelle bombole dei fornelletti da campeggio di cui sono dotate le celle carcerarie;
la stampa riferisce, inoltre, che sarebbe costume dei carcerati quello di inalare tale gas butano per ottenerne effetti stupefacenti, con gli evidenti rischi per la salute e l'incolumità degli stessi;
si apprende altresì che i familiari del deceduto avrebbero denunziato una situazione della quale erano venuti a conoscenza tramite alcune lettere ricevute dal giovane detenuto, nelle quali raccontava di subire periodicamente percosse dagli altri carcerati, che pure gli sottraevano effetti personali ed alimenti avuti dalla famiglia;

il Consiglio regionale della Liguria ha approvato all'unanimità un ordine del giorno nel quale impegna la Giunta a prendere contatti presso le Istituzioni nazionali per mettere in atto una indagine che faccia chiarezza sulle cause del decesso di Eliantonio -:
quali iniziative intenda il Governo intraprendere al fine di fare la dovuta chiarezza su questo tragico evento, comunque indegno di un Paese civile.
(5-00531)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

TOMMASO FOTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nella risposta resa dal rappresentante del Governo all'interrogazione 5-00146 presentata dall'interrogante, si legge tra l'altro che «...sono previste due barriere in località Bonina Vecchia e Bonina Nuova: tali interventi sono già in fase avanzata di programmazione, infatti, è in corso la pratica autorizzativa relativa alla progettazione esecutiva. Per l'istruttoria di approvazione, la concessionaria Satap SpA sta procedendo all'invio di questi progetti all'Anas SpA, ente concedente. A difesa di un discreto nucleo abitativo è prevista l'ulteriore mitigazione in direzione Torino, tra il cavalcavia SP Calendasco e il cavalcavia S.C. Case Rosse, in località Castellazzo di Sotto»;
con riferimento ai detti interventi leggendo il Piano 30 maggio 2008 A21/4495/U - Adempimenti decreto legislativo n. 194 del 2005 si ricava che gli interventi in località Bonina Nuova e Bonina Vecchia sono inclusi nel piano d'azione 2008-2012 della Satap Spa e ciò a differenza dell'intervento previsto in località Castellazzo di Sotto;
se così fosse effettivamente non si capiscono i motivi per cui i detti tre interventi - che insistono sullo stesso comune (Calendasco) ed in luoghi separati da poche centinaia di metri l'uno dall'altro - debbano avere una scansione temporale di realizzazione differente -:
in quale piano sia compreso e quando sia realmente previsto l'intervento di mitigazione in direzione Torino tra il cavalcavia SP Calendasco e il cavalcavia S.C. Case Rosse, in località «Castellazzo di Sotto».
(5-00536)

Interrogazioni a risposta scritta:

ROSATO e STRIZZOLO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il recente ingresso nell'area Schengen della confinante Repubblica di Slovenia e di altri Stati dell'Europa centro-orientale ha esaltato il ruolo baricentrico della regione Friuli Venezia Giulia e del suo capoluogo rispetto a un bacino di milioni di abitanti, contraddistinto da una crescente esigenza di mobilità;
è noto il gap infrastrutturale del nordest in genere, e in particolare la strozzatura autostradale e ferroviaria tra Mestre e Trieste che, da tempo, gravemente ne ostacola lo sviluppo;
è tuttora mancante il collegamento ferroviario tra Trieste e Capodistria che, pur richiedendo la costruzione di soltanto 16 chilometri di strada ferrata, potrebbe dare un impulso notevole al porto di Trieste;
a fronte di questa già pesante situazione, notizie di stampa fanno trapelare l'intendimento di Trenitalia di sopprimere, con il prossimo cambio d'orario di dicembre, le relazioni diurne Venezia-Udine-Vienna e notturna Venezia-Udine-Praga;
aciò si aggiungerebbe l'intendimento di limitare a Domodossola l'unica

relazione internazionale rimasta a Trieste, quella assicurata con Zurigo dal «Cisalpino»;
lo scorso 1o aprile Trenitalia ha soppresso in corso d'orario l'eurocity «Casanova» Venezia-Villa Opicina-Lubiana, con atto - in base a quanto dichiarato alla stampa da dirigenti delle Ferrovie slovene - unilaterale, e nonostante gli accordi avessero previsto un periodo di prova più lungo, a coprire tutto il 2008;
da notizie di stampa si apprende che Trenitalia, interpellata in merito alle ventilate soppressioni, rinvia ai nuovi orari invernali che saranno presentati il 13 novembre e sostiene che «fino a quel giorno non c'è nulla di deciso e tutto può essere in discussione», laddove tuttavia afferma che «l'apertura della linea ad alta velocità Milano-Bologna-Roma farà sì che l'intera offerta verrà rivista tenendo sempre in primo piano la sostenibilità economica»;
da notizie di stampa si apprende inoltre che le Ferrovie slovene, le Slovenske Železnice, punterebbero a rilanciare il traffico passeggeri con l'Italia, e che, nel corso di un incontro tenutosi a Lubiana, i vertici delle Ferrovie slovene avrebbero indicato ai rappresentanti di Trenitalia tre possibili linee di sviluppo, e precisamente: il prolungamento della linea Lubiana-Sesana fino a Trieste (o almeno fino a Opicina), la riapertura del collegamento Gorizia-Nova Gorica e il ripristino del citato eurocity «Casanova»;
sempre dalla stampa si apprende che Trenitalia si sarebbe riservata un mese di tempo per rispondere in merito ai collegamenti per Trieste e Gorizia, mentre, per ciò che concerne la reintroduzione del «Casanova», le Ferrovie slovene si sarebbero impegnate a presentare un piano che verifichi il numero di passeggeri interessati a viaggiare su questa linea e a definire anche il giusto prezzo di mercato del biglietto mentre Trenitalia dovrà approfondire i problemi tecnici e finanziari legati al rilancio del Venezia-Lubiana;
le Slovenske Železnice avrebbero motivato la richiesta di rilanciare i servizi per Trieste e Venezia, si apprende sempre dalla stampa, con la necessità di offrire una risposta alle esigenze dei passeggeri che provengono anche da tutta l'area della ex Jugoslavia, dal momento che i servizi verrebbero studiati in maniera tale da porsi in coincidenza con i treni da e per Zagabria e Belgrado -:
se il Ministro delle infrastrutture e trasporti condivida la strategia aziendale di Trenitalia rispetto ai tagli che il Friuli Venezia Giulia potrebbe subire nelle sue relazioni ferroviarie internazionali, in contrasto con l'esigenza di un forte avanzamento nel completamento di una rete di interconnessione europea;
se il Ministro delle infrastrutture e trasporti ritenga di intervenire presso Trenitalia, al fine di scongiurare la soppressione di relazioni ferroviarie internazionali che, soprattutto per l'area centroeuropea e danubiana, andrebbero invece rafforzate e rese competitive, al fine di innescare un virtuoso circuito che valorizzi le potenzialità logistiche della Regione Friuli Venezia Giulia e ne rilanci lo sviluppo.
(4-01464)

GENOVESE. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'aeroporto di Catania è una struttura di vitale importanza per lo sviluppo civile ed economico della Sicilia orientale abbracciando un bacino d'utenza di ben 7 province e assorbendo buona parte dei flussi turistici dell'isola, esso ha riconfermato il trend di crescita di traffico aereo, avviandosi a superare i 100.000 movimenti e gli oltre 6 milioni di passeggeri per il 2007 riconfermandosi tra i primi cinque scali italiani;
la decisione dell'Alitalia di scegliere Catania tra le sue sei basi operative sul territorio nazionale, la prossima apertura dell'Aeroporto di Comiso, gestito dalla SAC stessa società di gestione dell'Aeroporto di Catania Fontanarossa, la diminuzione

di traffico registrato dall'Aeroporto di Reggio Calabria, creano le condizioni per la costituzione di un sistema aeroportuale integrato che diverrebbe un efficace volano per lo sviluppo socio economico di un'area del mezzogiorno che necessita di particolare attenzione;
la costituzione del sistema aeroportuale, comprendente gli aeroporti di Catania, Comiso e Reggio Calabria trova rispondenza con quanto dichiarato dal Presidente di ENAV: «Il Sud Italia merita un attenzione particolare: dispone oggi di un sistema aeroportuale con elevate potenzialità di base in grado sia di contribuire allo sviluppo dell'economia del territorio sia di ingigantire il ruolo che questo sviluppo giocherebbe nelle relazioni tra Unione Europea e paesi del Bacino del Mediterraneo. In quest'area è stato realizzato un grande salto di qualità dal punto di vista delle infrastrutture, ma molto resta da fare per quanto concerne i Servizi di Trasporto Aereo per il quale il Sud accusa un ampio divario rispetto ai maggiori Paesi d'Europa. Questa situazione va analizzata a fondo e deve essere non una presa d'atto di uno status immodificabile bensì un forte stimolo a colmare il gap, in un ottica di sviluppo globale del Trasporto Aereo del nostro Paese» e attuerebbero quelle politiche di sviluppo economico sociale che non possono prescindere da un decentramento che consenta di garantire migliori performance ed una elevata qualità dei servizi ai cittadini, così come ultimamente proclamato anche dallo stesso Governo nazionale;
in dissonanza con ciò e con l'assetto organizzativo di ENAV SpA sul territorio nazionale, che prevede vari modelli organizzativi legati all'assetto operativo e tecnico negli aeroporti, la medesima ENAV ha già previsto la chiusura degli ARO (importanti e strategiche unità produttive che accentrano e distribuiscono tutte le informazioni necessarie per una sicura condotta dei voli, oltre che all'emissioni dei bollettini meteorologici) nei singoli aeroporti con l'accentramento di un ARO unico nazionale ubicato nell'area romana;
i servizi alla navigazione aerea sull'Aeroporto di Catania Fontanarossa sono forniti, per le parti di propria competenza, dai due service provider, ENAV SpA per il servizio di controllo di aerodromo e AIS/MET di pertinenza e dall'Aeronautica Militare per il servizio di controllo di avvicinamento con sede sull'Aeroporto di Sigonella. Catania TWR fornisce il servizio di controllo radar di Aerodromo con l'ausilio dei dati radar provenienti dall'Aeroporto di Sigonella non avendo ENAV SpA nessuna testata radar sull'Aeroporto di Catania. L'interposizione dell'ente Militare tra ente ENAV di Catania e centri regionali di controllo ENAV, rappresenta da anni un imbuto poiché le apparecchiature in dotazione all'ente Militare non interloquiscono con le più moderne tecnologie di ENAV, e considerato che l'A.M. non effettua investimenti a causa dei noti tagli di capitoli di bilancio, Catania TWR si vede privata di importanti investimenti tecnologici, quali FDP e Testata Radar, con nocumento anche per uno sviluppo dell'Aeroporto di Catania che sia al passo coi tempi -:
quali provvedimenti od iniziative intenda assumere il Ministro interrogato affinché ENAV, ENAC, società di gestione, vettori, istituzioni di settore, si indirizzino verso una pianificazione volta allo sviluppo degli Aeroporti di Catania, Comiso e Reggio Calabria, che in sinergia tra di essi possano dare vita a un sistema aeroportuale integrato e complesso creando in tal modo lo strumento per la crescita socio economica di questa area del Mezzogiorno, tenendo in considerazione, con orizzonti temporali a medio e lungo periodo, molti fattori tra cui: lo sviluppo delle società di service provider e di gestione nel contesto nazionale ed europeo, i progetti strategici internazionali le dinamiche sinergiche di trasporto aereo terrestre e navale nella Sicilia orientale, i processi decisionali condivisi tra tutti gli attori coinvolti nel settore, la gestione ottimale della capacità aeroportuale, il contenimento dell'impatto ambientale sul territorio, il mantenimento di elevati standard di puntualità e di sicurezza aeroportuale,

la fornitura agli utenti siciliani e calabresi e turistici di servizi qualitativamente sempre più elevati ed in ultimo la domanda di traffico che gli esperti prevedono comunque in raddoppio entro 2010;
quali provvedimenti od iniziative intenda assumere il Ministro interrogato affinché nel suo assetto organizzativo ENAV S.p.A. trasformi Catania da CAAV (centro aeroportuale assistenza al Volo) in SAAV (sistema aeroportuale assistenza al Volo), essendo già presenti le figure professionali necessarie a tale nuova istituzione ed avendo le stesse responsabilità di gestione sugli aeroporti di Lamezia, Crotone e Reggio Calabria, applichi il decentramento e riconosca all'Aeroporto di Catania un ruolo di primaria importanza al pari di altri centri di costo aziendale con competenza operativi gestionali e amministrative e istituisca su Catania un ARO decentrato che gestisca le competenze per il traffico di Sicilia, Calabria e delle Isole Minori;
quali provvedimenti od iniziative intenda assumere il Ministro interrogato affinché ENAV installi una testata Radar sull'Aeroporto di Catania che gestisca il servizio di controllo di avvicinamento in sinergia e/o autonomamente, e/o in maniera coordinata così come avviene da decenni nei centri radar di regione ENAV, dove viene assistito tutto il traffico senza venir meno a quell'attenzione che voli operativi militari richiedono e che tutti i controllori di ENAV sanno attenzionare in modo adeguato.
(4-01476)

MINARDO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il meridione in genere, ma soprattutto la Sicilia, è particolarmente penalizzato dal punto di vista dei collegamenti autostradali;
in Sicilia la zona del Ragusano risulta praticamente isolata, l'intera Provincia non è raggiunta da alcun raccordo autostradale, cosa che penalizza molto le aziende e l'economia locale;
l'autostrada Siracusa-Gela è stata realizzata solo fino a Rosolini (Siracusa) nonostante i finanziamenti per la gara d'appalto per i lotti 6+7 ed 8 siano già stanziati e fruibili;
la realizzazione di tali lotti permetterebbe il collegamento tra Rosolini (Siracusa) e Modica (Ragusa), garantendo una maggiore utilizzazione del raccordo autostradale all'intera Provincia, minori spese di trasporto sia per aziende e produttori in genere, sia per privati che diversamente dovrebbero utilizzare percorsi alternativi, non adeguatamente sicuri o adatti ad un traffico periodicamente intenso, e con maggiore dispendio economico, di tempo ed energie;
come si apprende dalla stampa locale, lo stanziamento previsto dal Programma Quadro sul Trasporto Stradale sarebbe sottostimato e pertanto insufficiente alla realizzazione del tratto Rosolini-Modica. Contestualmente il lotto 9, Modica-Scicli, risulta essere solo parzialmente finanziato mentre il progetto già presentato prevede un importo pari al doppio di quanto preventivato;
tra le infrastrutture ancora in attesa di realizzazione è da sollecitare anche l'Autoporto di Vittoria, progetto di rilievo, finalizzato a favorire il trasporto intermodale ed a decongestionare il traffico merci nella Provincia, destinato anche al deposito, stoccaggio e lavorazione di merci e prodotti;
da fonti di stampa si apprende che l'esecutivo nazionale avrebbe manifestato l'intenzione di tagliare una larga fetta delle risorse che nelle leggi finanziarie degli anni precedenti erano state accantonate per la realizzazione della strada statale 514, arteria che congiungendosi a sud con la SS 115 ed a nord con la SS 194, rappresenta un'importante via di comunicazione tra Ragusa e Catania;

la SS 115, largamente utilizzata sia nel trasporto locale che dai mezzi pesanti, è assolutamente inadatta all'ingente flusso, pertanto inserita tra le importanti opere previste nella Legge Obiettivo, ma ancora in attesa di lavori;
la Provincia di Ragusa ha un ruolo strategico dal punto di vista territoriale, in modo particolare in riferimento all'apertura, nel 2010 dell'Area di libero scambio;
entro tale data la Provincia di Ragusa e le sue infrastrutture dovranno essere pronte a rendere facilmente raggiungibile questa zona che diventerà snodo terminante vista la sua posizione centrale nel Mar Mediterraneo -:
se il Governo non intenda intervenire affinché l'intero raccordo autostradale della Siracusa-Gela sia portato a termine, rivedendo gli importi contenuti nell'accordo di programma quadro sul trasporto stradale, sottoscritto nel dicembre 2006 e, quindi, prevedendo l'intero finanziamento dei tratti autostradali Rosolini-Modica e Modica-Scicli;
se corrisponda al vero quanto sostenuto dalla stampa locale circa l'intenzione del Governo di tagliare i finanziamenti già previsti per la realizzazione della SS 514 che collega Ragusa a Catania;
se non si ritenga necessario intervenire in modo concreto affinché si realizzi il completamento della rete infrastrutturale dell'intera Provincia di Ragusa garantendo, così, un sistema di trasporti più efficiente e sicuro.
(4-01477)

...

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:

LOVELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il territorio del Comune di Pozzolo Formigaro (Alessandria) è stato interessato, a partire da sabato 25 ottobre dalla invasione di migliaia di persone e mezzi che hanno occupato una grande area di proprietà privata lungo la ex strada statale fra Pozzolo Formigaro e Alessandria per lo svolgimento di un rave party, dopo che un primo intervento delle Forze dell'ordine aveva impedito l'accesso ad un'altra area industriale dismessa sita nello stesso comune;
la situazione è stata immediatamente denunciata dal Sindaco di Pozzolo Formigaro e l'intervento e la presenza delle Forze dell'ordine, coordinate dal Prefetto e dal Questore di Alessandria, se ha consentito di fronteggiare le conseguenze immediate e più drammatiche di questo illegale assembramento è apparso peraltro insufficiente per la quantità di uomini e mezzi messi a disposizione dal Ministero dell'interno per cui la situazione si è protratta fino al giorno 28 ottobre, con pesanti conseguenze per la viabilità stradale e con danni rilevanti alle proprietà occupate e ai terreni coltivati circostanti;
alla luce di quanto accaduto necessita una verifica delle misure preventive e di controllo messe in atto per evitare il ripetersi di un evento già verificatosi in precedenza e per poter disporre di una forza di intervento adeguata alla necessità -:
quali siano le valutazioni del Ministero dell'interno in merito a quanto accaduto e con quali modalità si sia operato per mettere a disposizione un numero adeguato di forze dell'ordine a supporto dell'azione messa in atto e coordinata dalle autorità locali per fronteggiare l'evento;
se i controlli effettuati abbiano consentito di rilevare reati e comportamenti penalmente perseguibili e quante siano le persone denunciate all'autorità giudiziaria;
se non si ritenga di promuovere un'iniziativa adeguata, anche in sede legislativa per impedire lo svolgimento e l'organizzazione di eventi di tale natura che poco hanno a che fare con la libertà di

manifestazione garantita dalla costituzione e che incidono sulla convivenza civile delle comunità coinvolte.
(5-00539)

Interrogazioni a risposta scritta:

BORGHESI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi quattro mesi, in particolare, ma già in ingente numero nel precedente periodo, all'interno degli istituti penitenziari si è registrato il drammatico susseguirsi di gravissimi episodi di violenza ai danni del Personale di Polizia penitenziaria. Molto spesso i gravi eventi si sono verificati durante l'ordinaria vita nelle sezioni detentive ove un solo agente è costretto a sorvegliare - senza alcun presidio di sicurezza - anche cinquanta, cento o addirittura duecento detenuti nei turni serali e festivi, stante un impiego medio di Personale di Polizia Penitenziaria a diretto contatto con la popolazione detenuta che, complessivamente su tutto il territorio nazionale non eccede le 5.000 unità per ciascun turno giornaliero, pari ad oltre 10 detenuti per ciascun agente;
le condizioni di promiscuità soprattutto legate al crescente sovraffollamento e all'assenza di interventi concreti da parte dell'amministrazione penitenziaria - che, tra l'altro, appare da tempo trascurare le circostanziate segnalazioni e le denunce delle organizzazioni sindacali ha di fatto agevolato il fenomeno delle aggressioni;
a quanto è dato sapere, pochi giorni fa un detenuto straniero ha utilizzato il coperchio di una scatoletta di tonno per sfregiare il viso ad un agente e nel merito di tale episodio, basterebbe che l'Amministrazione penitenziaria consentisse la vendita ai detenuti di tonno esclusivamente, in busta, ovvero di derrate alimentati in confezioni di carta o di plastica, facilmente reperibili sul mercato, per prevenire simili episodi;
come accennato, peraltro l'Organizzazione Sindacale OSAP, da memorabile tempo ha infruttuosamente segnalato la necessità di concrete ed adeguate misure d'intervento per la tutela dell'ordine e della sicurezza in ambito penitenziario, nella prospettiva di un riconoscimento dei diritti ed una esigibilità dei doveri di comportamento da parte dei detenuti;
tuttavia, nessun concreto riscontro è pervenuto dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria;
stante una situazione non più sostenibile per il Personale di Polizia Penitenziaria, si ritiene, quindi, necessario ed urgente sollecitare l'adozione di concreti interventi, mediante l'introduzione di norme finalizzate ad ampliare e migliorare gli strumenti di prevenzione del fenomeno delle aggressioni, introducendo nel nostro sistema penale, al pari di quanto è avvenuto per la violenza negli stadi, il reato di lesioni personali gravi o gravissime a un pubblico ufficiale impiegato nei servizi di tutela dell'ordine e della sicurezza all'interno degli istituti penitenziari;
il testo da introdurre dovrebbe stabilire che nell'ipotesi di lesioni personali cagionate a un pubblico ufficiale in servizio nei reparti di Polizia penitenziaria (che sono quelli di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 82 del 1999), le lesioni gravi sono punite con la reclusione da quattro a dieci anni e le lesioni gravissime, con la reclusione da otto a sedici anni;
contestualmente, occorre procedere alla integrazione di alcune disposizioni dell'ordinamento penitenziario prevedendo l'applicazione del regime della sorveglianza particolare, ex articolo 14-bis lp nei confronti degli autori delle aggressioni e la decadenza dalla concessione dei benefici penitenziari per due anni;
inoltre, a titolo di concreta attività di prevenzione, nelle sezioni detentive di maggiore rischio e laddove vi sia la presenza di detenuti già responsabili di violenze potrebbe darsi luogo, come già avviene sul territorio, all'impiego di cani anti-sommossa;

si evidenzia, in conclusione, che tali concrete misure appaiono attualmente le uniche in grado di prevenire le risse ed arginare il fenomeno delle aggressioni in carcere -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra riportati e come intenda procedere al fine di inserire norme per arginare il fenomeno delle aggressioni a sostegno del personale di Polizia Penitenziaria.
(4-01470)

BERTOLINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
risulta che nei giorni scorsi il Comune di Cesena (Forlì-Cesena) sia stato autorizzato dal Ministero dell'interno a rilasciare un'attestazione anagrafica di «famiglia di fatto» ai cittadini che chiedano di essere inseriti in un unico stato di famiglia, pur non legati da vincoli di matrimonio o parentela, ma da vincoli affettivi;
nel parere espresso il 3 ottobre 2008 dal Ministero dell'interno - Dipartimento per gli affari interni e territoriali - Direzione Centrale per i servizi demografici, trasmesso al Prefetto di Forlì-Cesena, emerge che: «...l'attestazione in argomento non contrasta con la normativa anagrafica ed è in linea con il più recente ordinamento giurisprudenziale formatosi in materia»;
tale provvedimento dà seguito ad un ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale di Cesena nella primavera del 2007, con cui si chiedeva al Sindaco di dare disposizione agli Uffici dell'Anagrafe Comunale di attivarsi in tale senso;
il Sindaco Giordano Conti ha precisato che sono state effettuate tutte le verifiche necessarie per individuare la formula più rispondente a quello che prevede la legislazione attualmente in vigore e che si è optato per questa soluzione, sulla quale ha espresso parere positivo anche il Ministero dell'interno, attraverso la Prefettura di Forlì-Cesena;
tale iniziativa è per l'interrogante inaccettabile poiché contrasta nettamente con quanto previsto dall'articolo 29 della Costituzione, che recita: «La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio» e di seguito aggiunge che quest'ultimo è basato «sull'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi»;
viene così meno anche il ruolo fondamentale della famiglia intesa come comunità naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna, che non può essere sostituita da altre organizzazioni sociali;
i diritti individuali delle persone conviventi sono già tutelati dal nostro ordinamento, per cui l'attestazione anagrafica di una «famiglia di fatto» rischia di essere un'operazione ambigua, volta a dare sul piano simbolico una illusione di tutela dei conviventi uguale a quella garantita alle persone sposate;
il parere negativo da parte dell'opinione pubblica nei confronti dei modelli di unione affettiva diversi da quelli tradizionali è risultato evidente già alle ultime elezioni politiche, che hanno registrato una bocciatura netta da parte dell'elettorato soprattutto nei confronti della sinistra radicale, portabandiera dei Pacs, dei Dico e dei Cus -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se corrisponda al vero;
quali iniziative di propria competenza intenda adottare per salvaguardare il concetto di famiglia tradizionale, incentrata sul matrimonio tra uomo e donna, nel rispetto dei princìpi della Costituzione italiana e del comune sentire;
come possa una semplice attestazione, come quella prevista dal Comune di Cesena, della «sussistenza di vincoli affettivi o di assistenza morale» fra due persone determinare la costituzione di una famiglia anagrafica e comportare il rilascio di una certificazione di «unione di fatto» da parte dell'ufficiale dello stato civile;

quali siano i motivi che hanno indotto il Ministero dell'interno a dare un parere favorevole all'iniziativa del Comune di Cesena;
come intenda attivarsi per evitare che altre Amministrazioni locali assumano iniziative analoghe a quella del Comune di Cesena.
(4-01472)

STRADELLA e REPETTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a partire dal 25 ottobre tutt'oggi è in corso a Pozzolo Formigaro (Alessandria) un rave a cui partecipano migliaia di giovani soprattutto francesi e spagnoli;
nel corso di questi giorni si sono verificati incidenti che hanno coinvolto appartenenti alle Forze dell'ordine;
il Prefetto ed il Questore hanno dovuto chiudere al traffico l'ex strada statale 35-bis con grave disagio per le popolazioni e le aziende della zona;
le Forze dell'ordine con gli organici disponibili e senza rinforzi esterni, pare impegnati sui campi di calcio, hanno svolto, in modo encomiabile il loro servizio impedendo che si verificassero episodi drammatici;
i partecipanti dopo un tentativo sventato di occupare un'area privata si sono insediati in un capannone inutilizzato trasformando l'area in un bivacco selvaggio ed incontrollato;
già in passato nella stessa zona sono stati organizzati raduni di questo genere che hanno impedito lo svolgersi delle normali attività a famiglie e aziende -:
se il Ministro competente per l'ordine pubblico intenda proporre una norma che impedisca l'organizzazione dei cosiddetti rave sanzionandone in modo adeguato la inosservanza, nelle more valutare quali provvedimenti assumere per evitare che la concomitanza di manifestazioni sportive possa ridurre la disponibilità di agenti per il mantenimento dell'ordine in casi di emergenza come quello citato.
(4-01473)

BOSSA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Sindaco della città di Vico Equense, provincia di Napoli, con proprio decreto n. 13 del 27 maggio 2008 disponeva, richiamando esigenze organizzative nonché di segretezza e riservatezza, l'inibizione all'accesso presso gli uffici dei servizi tecnici dell'ente, sino al 30 giugno 2008, sia al pubblico che agli amministratori comunali;
sulla scorta di tale atto un gruppo di consiglieri comunali di opposizione indirizzava, in data 31 maggio 2008, un esposto al Prefetto di Napoli lamentando l'immotivata compressione di una prerogativa sancita dalla legge in riferimento all'espletamento del proprio mandato;
in data 16 giugno 2008 il Prefetto di Napoli invitava il Sindaco di Vico Equense a fornire elementi informativi e di valutazione in merito alle limitazioni al diritto di accesso lamentato dai consiglieri comunali nel citato esposto, non mancando di richiamare le disposizioni collegate alle prerogative dei componenti del civico consesso dettate dall'articolo 43 del decreto legislativo n. 267 del 2000 ed in via generale, a garanzia delle minoranze, dall'articolo 44 del menzionato T.U.E.L. -:
quali elementi informativi il Sindaco di Vico Equense abbia inteso affidare al Prefetto di Napoli e quali provvedimenti il Ministro intenda adottare affinché non abbiano a ripetersi estemporanee sospensioni di prerogative legislative nel comune vicano ad opera di un Sindaco che accampando incomprensibili esigenze di «segretezza e riservatezza» tenta di conculcare, di fatto, il diritto di accesso ai consiglieri comunali di quella città.
(4-01481)

LANDOLFI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
lunedì 27 ottobre, presso l'abitazione paterna del sindaco di Pignataro Maggiore (Caserta) e capogruppo di An-Pdl in seno all'Amministrazione Provinciale di Caserta,

avv. Giorgio Magliocca, veniva rinvenuta una busta contenente un proiettile ed un bigliettino recante la frase: «Sindaco sei un uomo morto»;
il Sindaco ha immediatamente riferito quanto accaduto al locale Comando dei Carabinieri, alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, alla Prefettura di Caserta;
recentemente l'avv. Magliocca si è particolarmente esposto, sia come Sindaco sia come capogruppo alla Provincia. In particolare, come Sindaco ha denunciato irregolarità nella gestione dei beni confiscati alla camorra da parte di alcune associazioni, ha emesso un'ordinanza di contrasto alla prostituzione su strada che non è rimasta sulla carta ma ha determinato un visibile decremento del fenomeno con conseguente danno alla malavita, ha sottoscritto un protocollo d'intesa con la Prefettura di Caserta sulle procedure di affidamento dei lavori pubblici, ha denunciato fatti palesemente riconducibili alla matrice della criminalità organizzata;
come consigliere provinciale ha denunciato le gravi irregolarità perpetrate dall'amministrazione provinciale nell'approvazione del Piano Regolatore Generale del Comune di Villa di Briano centro del Casertano sciolto per ben due volte a seguito di infiltrazioni e condizionamenti camorristici. Ha denunciato solo pochi giorni fa assunzioni illegittime e clientelari alla «Terra di Lavoro s.p.a», società interamente pubblica. È riuscito, infine, a far ritirare nell'ultima seduta del Consiglio provinciale una delibera che liquidava una fattura di ventimila euro per un servizio di vigilanza non armata effettuata dalla società GSS senza la preventiva autorizzazione del dirigente competente -:
quali iniziative urgenti intenda adottare per garantire il diritto dell'avv. Magliocca a poter continuare a svolgere la meritoria e coraggiosa opera di sindaco e di amministratore provinciale senza rischi per la propria incolumità o per quella dei suoi familiari.
(4-01484)

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Consiglio Comunale di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria) è stato sciolto per due volte (1991 e 1996), a causa di accertate infiltrazioni nell'ente della criminalità organizzata;
l'attuale Sindaco del Comune di Melito Porto Salvo, Giuseppe Iaria, era in carica anche al momento del primo scioglimento del consiglio (1991);
la città di Melito Porto Salvo è stata colpita, nel gennaio del 2008, dall'operazione «Onorata Sanità» che ha portato all'arresto, tra gli altri, del consigliere regionale Domenico Crea (ancora oggi in carcere), e che ha portato alla luce pesanti collusioni tra politica e `ndrangheta;
nell'indagine che ha portato alla citata operazione «Onorata Sanità», sono emersi favoritismi tra il Comune di Melito Porto Salvo ed il consigliere regionale Domenico Crea, relativamente al periodo dell'istruttoria per l'autorizzazione e l'accreditamento della «Villa Anya» (clinica privata sequestrata dai Carabinieri nell'ambito dell'operazione in questione);
durante l'audizione di Luigi De Seria, al tempo prefetto di Reggio Calabria, avvenuta il 30 gennaio 2007 presso la I Commissione della Camera dei deputati, nell'ambito dell'indagine conoscitiva in materia di scioglimento dei consigli comunali, è stato riferito di una «verificata interferenza (della cosca Iamonte), una collusione evidente nell'ambito dello stesso comune di Melito Porto Salvo, ma anche nell'ambito del quarto distretto sanitario, relativo al contesto di Melito Porto Salvo»: motivo per cui era stato disposto l'accesso, che ha poi portato allo scioglimento per infiltrazione mafiosa dell'intera Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Reggio Calabria, nella quale era nel frattempo confluita anche l'A.S. di Melito Porto Salvo;
sempre il prefetto Luigi De Seria, nell'ambito della citata audizione, ha proseguito affermando: «Il Comune di Melito Porto Salvo, in base al rapporto presentato

a suo tempo dalla commissione d'accesso, avrebbe dovuto essere sciolto. ...Il Comune è stato sciolto già due volte, ma su tutto l'arco degli anni abbiamo avuto le stesse presenze ...è un Comune che, peraltro, in primavera andrà alle elezioni e anche per questo motivo non è stato sciolto»;
nella legislatura comunale cui faceva riferimento il prefetto De Sena, il sindaco era sempre Giuseppe Iaria, già in carica durante il primo scioglimento del Comune di Melito Porto Salvo nel 1991;
nelle elezioni della primavera del 2007 è stato riconfermato nella carica di Sindaco del Comune di Melito Porto Salvo, sempre Giuseppe Iaria;
ancora oggi stanno continuando a verificarsi nel Comune di Melito gravi inadempienze ed illegittimità che, ad avviso dell'interrogante, richiederebbero adeguati interventi di controllo;
con nota prot. n. 1174/RS/12/6 del 4 dicembre 2007 la Corte dei conti di Catanzaro ha trasmesso al Sindaco del Comune di Melito la relazione relativa al rendiconto dell'esercizio 2006, elencando una lunga serie di irregolarità ed invitando a fornire chiarimenti ed alligazioni documentali entro il 12 dicembre 2007;
con nota prot. n. 1841/PS/62-2 del 25 giugno 2008 la Corte dei conti di Catanzaro ha trasmesso al Sindaco del Comune di Melito la relazione relativa al Bilancio di previsione 2008, elencando una lunga serie di irregolarità ed invitando a fornire chiarimenti ed alligazioni documentali entro il 4 luglio 2008;
in data 28 luglio 2008 la Corte dei conti di Catanzaro trasmetteva la deliberazione, assunta il 25 luglio 2008 contro il collegio dei revisori ed il Sindaco del Comune di Melito Porto Salvo per non aver adempiuto a quanto previsto dall'articolo 1, comma 166, della legge 23 dicembre 2005 (legge finanziaria 2006), contravvenendo in tal modo ad un preciso obbligo di legge;
soltanto nella seduta del Consiglio comunale del 23 settembre 2008, e su esplicita richiesta di un consigliere comunale di minoranza, il Sindaco del Comune ha presentato le determinazioni alle tre deliberazioni della Corte dei conti;
le irregolarità riscontrate dalla Corte dei conti sono state sempre tenute nascoste al Consiglio Comunale della Città;
sono state, altresì, denunziate, da un consigliere di minoranza alcune deliberazioni di Giunta, assunte in violazione delle norme vigenti e dei regolamenti dell'ente Comune e qualche deliberazione sarebbe stata votata da un assessore, beneficiario della decisione assunta;
il Comune di Melito Porto Salvo pur risultante inadempiente rispetto al dettato dell'articolo 53 del decreto legislativo n. 165 del 2001 per il 2006, ha affidato incarichi di consulenze e di collaborazione per il 2007 (si veda l'atto ispettivo della sottoscritta interrogante n. 4-00594 del 10 luglio 2008; peraltro, qualcuno dei consulenti risulterebbe indagato nell'operazione «Onorata Sanità» -:
se non ritenga di dovere autorizzare le procedure per un nuovo accesso al Comune di Melito Porto Salvo.
(4-01485)

BELLANOVA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 6 settembre 2008 a Gallipoli, provincia di Lecce, veniva ferito a colpi di pistola Salvatore Padovano, il quale poco dopo è deceduto, all'ospedale di Lecce;
Padovano aveva scontato 20 anni di reclusione, anche in regime di 41-bis, a seguito di condanna per i reati di associazione di stampo mafioso e di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti;
Salvatore Padovano, rientrato a Gallipoli nel dicembre 2006 nel 2008 pubblica un libro dal titolo «Da Ciano all'11 settembre»;

il 26 ottobre 2008 dalla stampa locale si apprende che numerose copie, nell'ordine delle centinaia, del libro scritto da Salvatore Padovano sarebbero state acquistate da esponenti politici locali ed amministratori di comuni salentini, con un esborso ingente di danaro ben superiore al prezzo complessivo delle copie acquistate -:
se il Ministro ferme restando le competenze della magistratura non ritenga utile accertare in che misura gli amministratori locali in questione abbiano liberamente scelto di acquistare il libro o invece siano stati costretti, attraverso pressioni di vario genere, e se il suddetto acquisto sia stato effettuato con le risorse pubbliche rivenienti dalla contribuzione della cittadinanza, ai fini della valutazione sulla necessità dell'esercizio dei poteri di propria competenza.
(4-01487)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CENTEMERO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge n. 137 del 2008, all'articolo 5 relativo ai libri di testo, dispone che nell'adozione dei libri di testo, i competenti organi collegiali adottano libri di testo per cui gli editori si siano impegnati a mantenere invariato il contenuto nel quinquennio e che l'adozione avviene con cadenza quinquennale nella scuola primaria e ogni sei anni per la scuola secondaria di primo e secondo grado;
il decreto-legge n. 137 del 2008 fa riferimento alla ricorrenza di specifiche e motivate esigenze;
nell'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008 e nel Piano Programmatico si fa riferimento alla necessità di rivedere gli ordinamenti scolastici e il monte ore complessivo della secondaria di primo e secondo grado, con conseguente ristrutturazione del quadro orario e del monte ore complessivo delle discipline -:
se per adozione dei libri scolastici si debba intendere la nuova adozione, ossia quando per la prima volta un testo viene adottato nella classe di riferimento (prima o quarta ginnasio), oppure anche quando, pur essendo il testo già in uso nella sezione o nell'istituto, viene adottato per la classe di riferimento (prima o quarta ginnasio);
se confermando per l'anno scolastico 2009-2010 l'adozione di un libro che è già in uso nella sezione, ovvero nella classe prima nell'attuale anno scolastico 2008-2009, i cinque anni, se nella scuola primaria, e i sei anni, nella scuola secondaria, possano considerarsi non dall'anno scolastico di entrata in vigore del decreto legge, ma da quello in cui viene effettuata o è stata effettuata la nuova adozione;
se i sei anni valgano anche per i classici, previsti per l'insegnamento delle discipline di latino e di greco, previsti per il Liceo Classico, il Liceo Scientifico, il Liceo Linguistico, il Liceo delle Scienze sociali e Sociopsicopedagogico, ove è insegnato il latino, e contenuti in fascicoletti a parte o in volumi privi di storia della letteratura.
(5-00534)

FRASSINETTI e SALTAMARTINI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
in data mercoledì 15 ottobre alla scuola pubblica primaria Crispi di Roma era stata annunciata una «festa della scuola» con musica, pittura e giochi che sarebbe dovuta iniziare alle 17 e proseguire con una cena;
alla succitata festa erano stati invitati gli alunni ed i rispettivi genitori con tanto di invito apposito da riconsegnare debitamente compilato;

convinti di recarsi ad una festa scolastica alcuni genitori, con i relativi bambini, si sono invece trovati coinvolti, loro malgrado, in una manifestazione contro il Ministro Gelmini, con dibattito in cortile, fiaccolata e cena alla presenza dei giornalisti;
anche i bambini sono stati coinvolti in queste iniziative di protesta contro il governo -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di questo episodio e come sia possibile che una scuola possa camuffare una protesta politica per festa per alunni e genitori;
come possa verificarsi che bambini delle primarie vengano coinvolti e strumentalizzati dagli insegnanti che li costringono a compiere azioni inadeguate per la loro età e per il loro ruolo;
quali iniziative il Governo intenda assumere nei confronti del Dirigente Scolastico della scuola Francesco Crispi e degli insegnanti protagonisti di questa iniziativa.
(5-00537)

Interrogazione a risposta scritta:

RAMPELLI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
alcuni organi di stampa hanno riportato la notizia secondo cui scuola nella scuola «Tittoni» di Bracciano (Roma), alcuni alunni della quinta elementare sarebbero stati costretti a imparare a memoria le battute di una recita irriverente e polemica nei riguardi del Ministro in indirizzo e del Presidente del Consiglio;
la denuncia arriva dai alcuni consiglieri comunali che hanno consegnato il copione della recita ai Carabinieri «affinché accertino se nei contenuti siano ravvisabili illeciti penali»;
secondo i consiglieri, il testo «non rispecchia i fini didattici della scuola, è fuorviante dal contesto didattico cui un insegnante dovrebbe attenersi ed oltretutto è altamente politicizzato»; inoltre - aggiungono - «comprende offese nei confronti delle istituzioni e di chi le rappresenta ed è finalizzato ad influenzare minori affidati dalle famiglie alla scuola»;
sembrerebbe, poi, che a tutti bambini che frequentano l'istituto sia stato consegnato dalle insegnanti un volantino indirizzato ai genitori, contenente l'invito a partecipare al corteo che si svolgerà lunedì prossimo a Bracciano contro il decreto;
non si vuole certamente mettere in dubbio il diritto degli insegnanti di esprimere il proprio dissenso, ma se ciò fosse vero le maestre dimostrerebbero di non essere in grado di svolgere il proprio ruolo sociale con senso di responsabilità;
a giudizio dell'interrogante il dissenso deve svolgersi nei modi e nei posti appropriati, ossia al di fuori della scuola, palestra di vita per eccellenza e luogo dove si trasmettono valori come l'educazione e il rispetto degli altri -:
se non ritenga opportuno avviare un'indagine al fine di accertare i fatti descritti in premessa nonché la sussistenza dei presupposti per eventuali sanzioni disciplinari nei confronti dei docenti.
(4-01475)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XII Commissione:

BARANI e BOCCIARDO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il comitato nazionale per la farmacovigilanza pediatrica «Giù le Mani dai Bambini» - il quale consorzia 200 enti tra pubblici e privati, incluse undici università

e 15 ordini dei medici - ebbe a sollevare sugli organi di stampa il caso di genitori i quali - favorevoli all'uso indiscriminato di prodotti psicoattivi sui minori - qualificandosi come «psicologi» pur non essendo iscritti all'Albo professionale, in Emilia Romagna e non solo si aggirerebbero per le scuole organizzando corsi a genitori ed insegnanti per propagandare l'uso di metanfetamine e psicofarmaci per sedare bambini distratti ed agitati;
la procura di Bologna, nella persona del Pubblico Ministero Luigi Persico, aveva ritenuto di aprire un fascicolo contro ignoti per approfondire le circostanze in questione, dando poi la notizia di aver avanzato al GIP una richiesta di archiviazione, stante l'assenza di illeciti identificabili con chiarezza a carico delle persone di cui alla segnalazione del Comitato «Giù le Mani dai Bambini»;
pur procedendo verso l'archiviazione del fascicolo, il Pubblico Ministero - secondo quanto confermato dallo stesso agli organi di stampa - ha ritenuto opportuno inviare un chiaro monito alle istituzioni sottolineando con una comunicazione scritta come in futuro ogni eventuale corso di informazione/formazione su temi afferenti problematiche di comportamento dei minori dovrà essere svolto esclusivamente in presenza di un medico specialista della struttura pubblica, a maggior garanzia delle stesse famiglie;
successivamente alla pubblicazione sui media dell'intenzione del PM di chiedere l'archiviazione del fascicolo, un genitore ha anonimamente fatto pervenire al Comitato «Giù le Mani dai Bambini» un nastro contenente la registrazione di una lunga telefonata tra il genitore stesso e la presidente di una di tali associazioni attive per la promozione dell'uso di prodotti psicoattivi sui minori;
tale nastro, da una prima verifica peritale, risulta autentico, genuino e non frutto di manipolazione;
in tale registrazione, la sedicente esperta si fa chiamare «Dottore» dall'interlocutore e discute di «colleghi» dell'Ordine dei Medici, Ordine professionale al quale non risulta iscritta, parla di psicofarmaci con grande leggerezza e ne spiega gli effetti sul cervello dissertando di genetica e di diagnosi sui bimbi, di fatto invogliando il suo interlocutore ad adottare come terapia sui minori prodotti psicoattivi in quanto «stracollaudati ed utilissimi» e - secondo lei - «usati in passato anche da dentisti e pneumologi», e conferma sia di avere rapporti stretti con le scuole, dove spiega alle insegnanti «come trattare questi bambini difficili» e dove avrebbe rintracciato «fino a 6 bambini malati per ogni classe», ed anche di intercettare genitori a Bologna, Mantova, Ferrara, per convincerli all'uso di psicofarmaci sui bambini;
nella telefonata la sedicente psicologa/medica attacca duramente l'ASL di Bologna (centro di eccellenza della neuropsichiatria) accusata - a suo dire - «di non dare gli psicofarmaci ai bambini», e che pure questa signora afferma di gestire un non meglio precisato centro di assistenza dove i bambini con disturbi del comportamento «possono essere portati durante la settimana per monitoraggio e per fare il lavoro che va fatto», sostituendosi quindi all'ASL che secondo lei «non garantisce i risultati» (dell'autorizzazione e del convenzionamento di tale presunto centro non vi è traccia alcuna);
sempre nel corso della telefonata la sedicente psicologa nomina l'ASL di San Donà di Piave ed alcuni medici compiacenti di quella struttura in relazione a quello che appare come un grave illecito, ovvero il contrabbando dall'estero verso l'Italia - avvenuto fino a meno di due anni fa - di metanfetamine utilizzate poi per sedare bambini distratti ed agitati, quando nel nostro paese - in carenza di stringenti linee guida approvate solo quest'anno - l'uso di questi prodotti era tassativamente vietato, in quanto erano classificati nella stessa tabella di cocaina ed eroina;
come risulta da documenti ancora recentemente pubblicati su siti internet

istituzionali, incluso il comune di Bologna questa signora si qualifica lei stessa come psicologa senza esserlo e senza risultare negli elenchi del corrispondente Albo Professionale, la cui iscrizione è per legge dello Stato obbligatoria per l'esercizio di questa professione;
è giunta recentemente notizia che - probabilmente alla luce di tutto quanto sopra - la magistratura di Bologna ha deciso di riaprire l'inchiesta che era in fase di archiviazione -:
se non ritenga di avviare con la massima sollecitudine le necessarie ed urgenti iniziative di controllo per verificare la veridicità dei fatti descritti in premessa e l'eventuale perdurare ad oggi di tali malepratiche sanitarie riguardo ad altre patologie dell'infanzia.
(5-00541)

MURA e PALAGIANO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la Sensibilità chimica multipla (Mcs) è una malattia cronica e ricorrente causata dall'impossibilità di una persona a tollerare un dato ambiente chimico o una classe di sostanze chimiche. La Mcs sviluppa un'intolleranza a composti chimici presenti in moltissimi prodotti e oggetti di uso comune nella vita di tutti i giorni;
la Mcs è irreversibile, progressiva e non esiste, al momento, una cura per il ritorno allo stato originario di tolleranza. Peggiorando nel tempo, in proporzione all'entità delle esposizioni chimiche e alla loro frequenza, si diventa inoltre «allergici» a molte sostanze naturali (esempio legni resinosi, fiori) e intolleranti alla quasi totalità degli alimenti;
esistono tre stadi della malattia il più grave dei quali è definito dalla letteratura quello del deterioramento. In tale stadio l'infiammazione cronica causata dall'esposizione chimica produce danni del tessuto, come lesioni al sistema nervoso centrale, al rene, al fegato, al polmone, al sistema immune eccetera. Questo livello è irreversibile. Una volta che i tessuti sono danneggiati e la funzione dell'organo compromessa rimangono poche le speranze nella pratica medica corrente di invertire il processo. Patologie comuni in questo stadio sono ad esempio lupus, ischemie, cancro, autoimmunità, forme degenerative reumatiche, sclerosi multipla, porfiria. È importante osservare che le persone possono attraversare questi stadi evidenti, senza mai aver manifestato Mcs o senza aver stabilito un collegamento mentale con questa esposizione chimica cronica nel loro ambiente. La Sensibilità Chimica Multipla è una delle malattie più gravi conosciute al mondo perché implica una invalidità totale che porta all'isolamento fisico e impedisce qualsiasi forma di vita sociale;
in Italia la Mcs non è riconosciuta come malattia, ciò rende insostenibile e drammatica la vita dei cittadini affetti da tale patologia. Essi non possono rivolgersi ad alcuna struttura medica in caso di necessità, neppure al pronto soccorso, dove la mancanza di ambienti adeguati e di competenze specifiche del personale medico comportano un rischio gravissimo per il paziente. I pazienti allo stadio più grave spesso faticano ad ottenere una completa invalidità, oltre a non poter usufruire delle cure necessarie secondo i protocolli internazionali;
il signor Paolo Biegi, residente a Montione di Cascina (Pisa) in via Piantalbis 85 è affetto dal 2002 da Mcs e a seguito di questa patologia, fortemente invalidante, il signor Biegi è costretto a vivere rinchiuso nella propria abitazione perché uscire all'esterno lo esporrebbe al contatto con molteplici sostanze presenti nell'aria alle quali è assolutamente intollerante e che gli provocherebbero shock anafilattici, emorragie, con il rischio anche di arresti cardiaci;
la situazione in cui versa il signor Biegi a causa della Mcs è talmente critica che, a seguito di una copiosa documentazione prodotta dallo stesso, il comune di Cascina ha ritenuto di adottare un provvedimento

sindacale, il n. 6 del 4 marzo 2005, nel quale si vietava ai condomini dei fabbricati attigui a quello di residenza del Biegi di stendere i panni all'esterno a tutela della sua salute. Infatti gli effluvi emanati nell'aria dai detersivi che comunemente si usano per fare il bucato provocano danni seri allo stato di salute del Biegi. Il divieto è stato confermato con il successivo provvedimento sindacale n. 18 del 15 maggio 2008, nel quale si specificava che tale misura era necessaria perché le condizioni di salute del signor Biegi sono talmente gravi da metterne a rischio la vita stessa;
a seguito di una ordinanza del Tar della Toscana emessa in data 5 settembre 2008 il comune di Cascina ha sospeso l'efficacia dei due precedenti provvedimenti sindacali chiedendo, con lettera del 21 ottobre 2008, al signor Biegi di sottoporsi a nuove visite medico diagnostiche al fine di individuare nuovi presidi a suo favore;
è riconosciuto dalla letteratura scientifica che dalla Mcs allo stato cronico non si può guarire né migliorare la propria condizione di salute;
il signor Biegi non può sottoporsi ad ulteriori controlli medici senza correre un grave rischio per la propria salute e, nel caso più tragico per la sua stessa vita -:
se, proprio alla luce del doloroso caso del signor Biegi, non ritenga di adoperarsi al fine di riconoscere la Sensibilità chimica multipla come malattia sociale e più in generale, se non intenda intervenire a favore dei soggetti affetti da Mcs.
(5-00542)

LIVIA TURCO e BURTONE. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la Lenalidomide, farmaco orfano indicato nel trattamento del Mieloma Multiplo (MM), rara neoplasia del sangue (circa 5 soggetti ogni 100.000) con un'aspettativa di vita di soli tre anni se non adeguatamente trattata, è in attesa di essere inserito nel PTOR della regione siciliana;
approvato da FIDA nel 2006 e dall'EMEA a giugno del 2007, a seguito della valutazione positiva di AIFA, lenalidomide è disponibile in Italia da marzo del 2008;
il farmaco, in forma orale, ha dimostrato con due grandi trial randomizzati di fase III pubblicati sul New England Journal of Medicine, di allungare significativamente la vita nei pazienti affetti da Mieloma Multiplo;
nonostante esistano terapie con associazioni di farmaci (come i chemioterapici ovvero i cortisonici) che hanno dato buoni esiti in quest'area terapeutica, accade che i pazienti sviluppino resistenze o intolleranze alle molecole assunte. Per questi, in particolare, la terapia con lenalidomide risulta un vero e proprio salvavita;
lenalidomide risulta inoltre - ad oggi - il farmaco più monitorato al mondo e per il quale si può affermare un utilizzo assolutamente appropriato: è infatti prescritta e somministrata esclusivamente nell'ambito di un innovativo Programma di gestione del rischio volto a controllare il rischio di eventi avversi e, soprattutto, di assunzione della molecola in gravidanza;
tale programma si applica a ogni singola prescrizione ed è vincolato ad un ulteriore strumento di controllo dell'appropriatezza che è il registro oncologico AIFA;
nessuna dispensazione è possibile senza aver completato le schede che costituiscono l'intero processo di monitoraggio, che comprende sia il Programma di gestione del rischio che il registro oncologico;
nel corso dell'anno tutte le regioni italiane hanno provveduto all'inserimento del farmaco nei propri Prontuari terapeutici, ad eccezione della sola regione Siciliana;

il 17 settembre scorso, nonostante le sollecitazioni circa la necessità di ricorrere a tale farmaco, la Commissione regionale deputata ad aggiornare il prontuario siciliano, non ha autorizzato l'inserimento di lenalidomide;
accade che alcuni servizi farmaceutici e farmacie territoriali non dispensano (per ragioni economiche) il farmaco neanche a quei pazienti che, in attesa che il farmaco venisse inserito nel PTOR siciliano, non avendo più adeguate alternative terapeutiche disponibili, sono stati trattati con lenalidomide;
questa situazione appare tanto più paradossale in quanto unica su tutto il territorio nazionale e lesiva di diritti fondamentali, come la libertà di scelta nelle cure, l'accesso equo ai LEA su tutto il territorio nazionale, l'autonomia e la responsabilità del medico nell'esercitare la sua professione -:
quali iniziative intenda adottare affinché la regione Siciliana adotti provvedimenti in tempi rapidi, in modo che il farmaco sia inserito nel prontuario terapeutico regionale, anche per favorire l'uniforme erogazione dei livelli essenziali di assistenza sull'intero territorio nazionale.
(5-00543)

LAURA MOLTENI e FAVA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'Osservatorio epidemiologico dell'ASL di Mantova e la Sezione di epidemiologia e statistica medica dell'università di Verona hanno di recente concluso uno studio finalizzato a valutare se abitare o andare a scuola in prossimità delle «industrie del legno» sia associato a un aumentato rischio di disturbi respiratori e irritativi e ad un aumentato carico sociosanitario nella popolazione pediatrica (3-14 anni) nel Distretto sanitario di Viadana (comprendente i comuni di Bozzolo, Commessaggio, Dosolo, Gazzuolo, Marcaria, Pomponesco, Rivarolo Mantovano, Sabbioneta, S. Martino dell'Argine, Viadana). Lo studio è stato reso noto durante un incontro pubblico presso il comune di Viadana tenutosi il 13 febbraio 2008;
tra i comuni del distretto sanitario oggetto di indagine epidemiologica, due comuni (quello di Viadana e Pomponesco) sono sede di fabbriche ad alto tasso di emissioni inquinanti, mentre tre comuni (Dosolo, Gazzuolo e Sabbioneta) ospitano fabbriche a medio/basso livello di emissione; i restanti comuni risultano invece non esposti al rischio di emissioni;
obiettivo dello studio di cui sopra era effettuare un confronto sulla prevalenza di determinati sintomi (principalmente relativi ai disturbi di tipo respiratorio) tra comuni esposti e non esposti al rischio di emissioni;
i dati emersi dallo studio sul Distretto di Viadana rilevano una prevalenza significativamente più elevata di sintomi asmatiformi nei comuni esposti (37,8 per cento) rispetto a quelli non esposti (31,1 per cento) in relazione al campione analizzato (la popolazione pediatrica);
anche per i sintomi delle vie aree e della bocca si registra una prevalenza del 44,3 per cento nei comuni esposti, nettamente superiore alla prevalenza del 36,6 per cento rilevata nei comuni non esposti;
analoghi risultati emergono dal confronto della prevalenza in relazione ai sintomi tosse e catarro (12,7 per cento nei comuni esposti, 9,6 per cento nei comuni non esposti) e ai sintomi degli occhi (35,2 per cento nei comuni esposti, 29,4 per cento nei comuni non esposti);
in sostanza, lo studio condotto sul Distretto di Viadana ha evidenziato come i bambini che vivono nei «comuni esposti» presentino sempre una prevalenza di sintomi superiore agli altri bambini; tale differenza è sempre statisticamente significativa eccetto che per la sintomatologia cutanea;

sempre dallo studio in esame è emerso come la prevalenza dei sintomi e il carico socio-sanitario tendano a decrescere all'aumentare della distanza dalle industrie del legno; tale associazione è prevalentemente dovuta alle fabbriche ad alta emissione di formaldeide e polveri;
nello specifico, nei bambini il rischio di avere sintomi aumenta al crescere del numero di fabbriche presenti nel raggio di 2 chilometri dalla loro casa o dalla loro scuola;
l'associazione di cui sopra vale per tutti i sintomi considerati ed è prevalentemente dovuta alla presenza di fabbriche ad alta emissione: l'incremento della prevalenza dei sintomi si verifica, infatti, prevalentemente per i bambini che vivono in prossimità (meno di 2 chilometri) delle fabbriche ad alta emissione, ma un eccesso di sintomi asmatiformi e di carico socio-sanitario è presente anche nei bambini che vivono in prossimità delle fabbriche a media/bassa emissione;
in termini percentuali, lo studio evidenzia che i bambini che vivono in prossimità delle fabbriche ad alta emissione presentano un incremento sostanziale della prevalenza (dal +5 per cento al +10 per cento) dei sintomi respiratori, delle prime vie aeree, dell'occhio e del sistema neurovegetativo; i bambini che vivono in prossimità di industrie a bassa/media emissione presentano invece un limitato eccesso (+5 per cento) relativo esclusivamente ai sintomi asmatiformi;
in conclusione, lo studio ha chiaramente evidenziato come il vivere nelle vicinanze delle industrie del legno sia associato a un aumento di sintomatologia respiratoria, delle prime vie aeree, degli occhi e neurovegetativa nei bambini del distretto di Viadana, principalmente attribuibile al vivere in prossimità alle industrie ad alta emissione;
le conclusioni pubblicate nello studio in titolo impongono l'adozione di specifiche misure preventive finalizzate da un lato a ridurre l'impatto ambientale delle imprese inquinanti, dall'altro lato a contrastare l'aumento della sintomatologia respiratoria rilevata nella popolazione in età pediatrica -:
se il Ministro della salute non ritenga opportuno sollecitare un'apposita indagine dell'Istituto superiore di sanità sul problema di cui in premessa, al fine di fornire alle autorità sanitarie interessate gli strumenti scientifici necessari a definire politiche di prevenzione mirate ed efficaci.
(5-00544)

Interrogazione a risposta in Commissione:

TOMMASO FOTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere:
quali siano le valutazioni del Ministro interrogato in ordine alla nota inviata allo stesso in data 14 luglio 2008, dalle Segreterie Nazionali Filt Cigl, Fit-Cisl, Uil Trasporti, Ugl Trasporti, Orsa Trasporti Fast in merito alla situazione venutasi a creare nel settore delle pulizie dei treni e degli impianti ferroviari a seguito delle decisioni assunte dai vertici di Fs Spa;
in particolare quali valutazioni intenda esprimere il Ministro interrogato sulla previsione formulata dalle organizzazioni sindacali che le dette decisioni assunte dai vertici di Fs Spa porteranno alla «messa in discussione dell'occupazione per migliaia di lavoratori che resteranno scoperti dalla limitata clausola sociale che Fs Spa ha annunciato».
(5-00535)

Interrogazioni a risposta scritta:

ROSATO, LENZI e SBROLLINI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'Associazione Italiana Tinnitus-Acufene (AIT Onlus), che ha sede a Lavariano in provincia di Udine e che annovera 2.000 iscritti in ogni parte d'Italia, ha quale scopo sociale la tutela dei diritti delle

persone affette dalla patologia dell'acufene, nonché la promozione della conoscenza di questa malattia presso istituzioni, centri di ricerca e opinione pubblica;
l'acufene è una patologia costituita da rumori che, sotto forme di fischi, ronzii, fruscii, crepitii, soffi o pulsazioni, si originano all'interno del corpo umano o all'interno dell'apparato uditivo stesso e vengono illusoriamente percepiti alla loro prima comparsa come fastidiosi suoni provenienti dall'ambiente esterno;
questa malattia, solo in apparenza trascurabile, tende invece a creare un vero e proprio stato invalidante, coinvolgendo l'assetto psicologico ed emozionale del malato, la sua vita di relazione, il ritmo sonno-veglia, le attitudini lavorative, il livello di attenzione e concentrazione, inducendo o potenziando stati ansioso-depressivi, ripercuotendosi gravemente sulla qualità della vita;
si sono riscontrati casi in cui la persistenza dell'acufene nel tempo e la sua dimensione fortemente invalidante hanno portato a stati di estrema depressione che hanno avuto anche drammatiche conseguenze;
l'Associazione segnala di ricevere un altissimo numero di richieste volte a ottenere informazioni circa le strutture di cura specializzate, gli esperti in materia o anche semplici consigli da parte di chi inizia ad affrontare l'acufene;
l'Associazione denuncia come ad oggi, in Italia, tale patologia non sia ancora sufficientemente conosciuta né adeguatamente studiata, nonostante sondaggi specializzati vi abbiano rilevato l'esistenza di oltre 2 milioni di persone affette da forme di acufene;
l'Associazione ha avanzato presso il Ministero della salute la richiesta di promuovere la ricerca scientifica per lo studio di tale patologia, ricevendone assicurazione che la richiesta era stata inoltrata alla Direzione generale competente in materia;
nonostante si sostenga pressoché con le sole quote associative, l'Associazione si è anche fatta promotrice di borse di studio presso gli atenei di Trieste e Udine su argomenti attinenti gli acufeni, ed ha avviato una collaborazione con il Dipartimento di Scienze Fisiologiche-Farmacologiche dell'Università di Pavia, supportando uno specifico programma di ricerca;
al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica, l'Associazione si è rivolta a trasmissioni televisive «di servizio» quali ad esempio «Mi manda Raitre», ed è riuscita ad ottenere che all'acufene venissero dedicati servizi su organi d'informazione della carta stampata a larga diffusione, a seguito dei quali vi è stato un ampio riscontro postale -:
se il Ministro intenda intervenire riconoscendo, ai sensi del decreto ministeriale n. 329 del 1999 e successive modifiche, l'acufene come malattia cronica e invalidante, così da permetterne l'inserimento nei Livelli Essenziali di Assistenza;
se il Ministro abbia adottato, o intenda adottare, delle iniziative atte a promuovere studi e ricerche scientifiche su tale grave patologia, al fine di sviluppare un efficace protocollo terapeutico, e in caso affermativo come esse si siano sostanziate.
(4-01467)

DIMA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
su iniziativa della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, nella giornata del 27 ottobre 2008, sono stati posti sotto sequestro i reparti di Pronto Soccorso, Ortopedia ed Immunoematologia dell'Ospedale «Jazzolino» di Vibo Valentia nonché l'impianto elettrico dell'intera struttura ospedaliera;
contestualmente alla notifica ed all'esecuzione del provvedimento di sequestro, inoltre, sono stati notificati, a dirigenti dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia ed a primari ospedalieri,

trentatré avvisi di garanzia in cui si ipotizza la commissione di circa sessanta reati che vanno dall'omissione di atti d'ufficio all'omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro;
l'indagine della Procura della Repubblica ha preso spunto da un'ispezione voluta, dopo la tragica scomparsa di una ragazza ricoverata d'urgenza nel nosocomio vibonese, dal Ministero della salute che, nell'accertare la non rispondenza di quasi tutti i reparti della struttura ospedaliera ai requisiti minimi strutturali e tecnologici, la violazione della normativa speciale in materia di igiene e sanità nei luoghi di lavori, con particolare riferimento all'impianto elettrico non a norma, aveva già portato, nel mese di gennaio 2008, alla denuncia da parte dei Carabinieri del NAS di Catanzaro di trenta persone, tra dirigenti e medici, per l'inosservanza delle norme tese a garantire la sicurezza e la salubrità nei luoghi di ricovero e di lavoro;
al di là delle contestazioni contenute in quest'ultima indagine, l'ospedale «Jazzolino», nel corso degli anni, è stato al centro di altre iniziative della magistratura vibonese che ha disposto il sequestro di alcuni locali ritenuti non a norma e dei NAS dei Carabinieri che hanno più, volte accertato carenze strutturali ed igieniche;
l'11 dicembre 2007, il Consiglio dei Ministri, in seguito ad alcuni clamorosi episodi di malasanità, ha dichiarato lo stato di emergenza socio-economica-sanitaria nel territorio della Regione Calabria anche e soprattutto per far sì che i finanziamenti previsti dall'accordo di programma per la costruzione di quattro nuovi ospedali, compreso quello di Vibo Valentia, potessero essere gestiti con procedure straordinarie al fine di garantire tempi certi e trasparenza negli appalti;
il 21 dicembre 2007, con decreto del Ministro della salute, è stata nominata una commissione di inchiesta, presieduta dal Prefetto Achille Serra e successivamente dal Prefetto Silvana Riccio, sullo stato della sanità in Calabria le cui conclusioni, rese note il 23 aprile 2008, sono sicuramente allarmanti per i ritardi strutturali accumulati e il pessimo servizio reso ai pazienti dalla sanità calabrese;
nel mese di marzo 2008, la Corte dei conti regionale ha bocciato la gestione della sanità in Calabria ritenendola dispendiosa ed inadeguata a far fronte alle richieste dei cittadini;
il 23 settembre 2008, presso la Commissione bicamerale per le questioni regionali, si è tenuta l'audizione del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali sulle linee programmatiche del Governo in materia sanitaria;
lo stesso Ministro ha definito preoccupante il caso della sanità calabrese non solo per la dimensione del debito e del disavanzo ma anche per il trend di spesa molto accentuato che è passato dai 55 milioni del 2006 ai 127 milioni di euro del 2007 tanto che, secondo alcune notizie di stampa, esisterebbe un rischio di commissariamento -:
quali iniziative, ilMinistro della salute, intenda intraprendere per accompagnare l'opera di razionalizzazione della spesa sanitaria e per risolvere definitivamente il problema delle gravi carenze esistenti nella sanità calabrese come gli atti di Commissioni istituzionali e le indagini della magistratura dimostrano chiaramente.
(4-01474)

TESTO AGGIORNATO AL 7 GIUGNO 2010

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazioni a risposta scritta:

MANCUSO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi si è avuta notizia da alcuni organi di informazione di varie

uccisioni di soggetti avicoli appartenenti a specie protette;
anche la L.I.P.U. conferma che tra Pavia e Novara sono stati raccolti: un airone cinerino, una poiana, un barbagianni ed un fringuello, tutti abbattuti da pallini sparati da ignoti;
questi esemplari sono stati ricoverati e sottoposti ad accertamenti clinici da parte dei Medici veterinari del Centro recupero fauna selvatica «la Fagiana» a Pontevecchio di Magenta (Milano);
nello stesso fine settimana nei dintorni di Roma sono stati uccisi a fucilate un esemplare di sparviere, uno di gufo ed una poiana e in questi casi il centro recupero L.I.P.U. presso il bioparco di Roma ha confermate le morti per colpi di arma da fuoco da caccia;
in meno di due mesi dall'apertura della caccia sono decine gli episodi di animali selvatici feriti o uccisi di cui si è avuta notizia -:
quali misure intenda adottare il Governo per proteggere la fauna selvatica protetta da attacchi portati da cacciatori privi di scrupoli che, oltretutto, gettano discredito sull'intera platea dei cacciatori italiani nella gran parte rispettosi della legge.
(4-01463)

DOZZO e STUCCHI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi mesi, a seguito degli scandali legati alle accertate contaminazioni da melamina, sono emerse nuove e fondate preoccupazioni di carattere sanitario riguardo a numerosi alimenti che, sebbene di produzione cinese, sono stati - e sono - oggetto di interscambio anche con il nostro Paese;
le preoccupazioni legate alle contaminazioni da melamina, dapprima limitate al latte, si sono rapidamente estese anche ad altri prodotti, quali le uova e, in ultimo, anche alle carni, atteso che, come riportato da numerosi quotidiani, le autorità cinesi hanno attivato uno specifico piano di controlli anche su tali prodotti;
la FAO e l'OMS hanno, recentemente, invitato a non sottovalutare il rischio delle contaminazioni da melamina ed hanno evidenziato la possibilità che, in Cina, la stessa melamina sia, oramai, entrata nella catena nutritiva degli animali e, quindi, che le contaminazioni possano estendersi ad altre produzioni molto diffuse in quel Paese, prime fra tutte le carni suine ed avicole ed i prodotti ittici;
stime recenti dell'ISTAT rendono conto che le importazioni, in Italia, di prodotti agroalimentari cinesi raggiungeranno, nel 2008, il valore di mezzo miliardo di euro e riguarderanno anche prodotti esposti al rischio delle contaminazioni di cui sopra;
le attuali emergenze sanitarie hanno contribuito a far tornare di attualità l'annoso - e mai completamente risolto - problema dell'indicazione di origine dei prodotti agroalimentari che, a prescindere dalle stesse emergenze, era e resta una necessità imprescindibile per assicurare l'effettiva tutela dei fondamentali diritti di scelta e di sovranità alimentare del consumatore;
il decreto-legge 24 giugno 2004, n. 157, convertito in legge, con modificazioni, dall'articolo 1, della legge 3 agosto 2004, n. 204, reca importanti disposizioni in materia di denominazioni di vendita nazionali e di indicazione obbligatoria nell'etichettatura dell'origine dei prodotti alimentari, la cui piena applicazione, sebbene assolutamente necessaria, è stata gravemente ritardata;
alla luce delle emergenze di cui sopra la piena applicazione e - se necessario - il rafforzamento delle norme in materia di indicazione di origine dei prodotti alimentari diviene, non solo urgente, ma addirittura indispensabile, al fine di individuare, con più facilità e sicurezza, i prodotti a rischio e, quindi, per consentirne l'immediato ritiro dal mercato;

in data 9 ottobre 2008, con un comunicato stampa, il Ministro interrogato, ben comprendendo l'urgenza del problema, annunciava che, nel giro di pochi giorni sarebbe stato emanato uno specifico provvedimento per estendere, a tutti i prodotti agroalimentari, l'obbligo dell'indicazione di origine in etichetta;
a fronte degli attuali problemi, non avrebbe significato alcuno limitare l'obbligo di cui sopra solo a taluni prodotti e, ancor peggio, prevedere sistemi di etichettatura volontaria da attuare solo nelle filiere, ove vi è l'accordo per procedere in tal senso -:
se e quali iniziative si intendano assumere, sia per completare l'applicazione delle già vigenti norme di cui alla legge n. 204 del 2004, sia per dare seguito all'annunciata emanazione di provvedimenti urgenti che rendano obbligatoria, per tutti i prodotti agroalimentari, l'indicazione di origine;
se le procedure di notifica siano state tempestivamente e correttamente eseguite e, in caso affermativo, quale sia l'attuale stato di avanzamento della procedura medesima;
se e quali iniziative siano state adottate, ovvero si intendano adottare, al fine di addivenire alla sollecita attuazione delle agevolazioni di cui in premessa.
(4-01471)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:

BORGHESI. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
benché siano trascorsi 9 mesi dall'entrata in vigore della legge finanziaria 2008, la vertenza sugli idonei dell'Agenzia delle Entrate non ha avuto un esito positivo;
la legge finanziaria per il 2008 all'articolo 3 comma 346 stabilisce relativamente ai 1.428 candidati risultati idonei ai concorsi banditi negli anni 2005 e 2007 e non rientranti nei 750 assunti dalla stessa Agenzia delle Entrate in forza del comma 345 della legge 24 dicembre 2007 n. 244 comma che: «anche in deroga ai limiti stabiliti dalle disposizioni vigenti e al fine di potenziare le attività di accertamento... a valere sulle maggiori entrate derivanti dalle disposizioni dei commi da 345 a 357 nonché della presente legge, è autorizzata la spesa per assunzioni di personale, anche di qualifica dirigenziale: nell'Agenzia delle dogane, che utilizza prioritariamente le graduatorie formate a seguito di procedure selettive già espletate... per 34 milioni di euro per l'anno 2008, 46 milioni di euro per l'anno 2009 e 62 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2010»;
l'Agenzia delle dogane è autorizzata a stipulare contratti di formazione e lavoro, anche in deroga all'articolo 36 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ... con soggetti risultati idonei, con un punteggio minimo finale non inferiore a 46, nelle graduatorie formate a seguito delle procedure indette dall'Agenzia delle entrate ...per la selezione, con contratti di formazione e lavoro, rispettivamente di 1.500 e 500 funzionari, terza area funzionale, F1, per attività amministrativo-tributarie... Nei limiti delle autorizzazioni di spesa stabilite dalla presente lettera, l'Agenzia delle dogane può stipulare ulteriori contratti di formazione e lavoro anche con soggetti risultati idonei ... con un punteggio finale inferiore a 46...»;
tutto sembrava volgere per il meglio quando, in data 20 giugno 2008, l'Agenzia delle Dogane, ricevuta la Graduatoria Nazionale dall'Agenzia delle Entrate, dopo aver provveduto a ripartire gli idonei tra le varie direzioni regionali, pubblicava sul proprio sito web il seguente comunicato: «Si stima di poter proporre, nel triennio

2008-2010, la stipula di contratto di formazione e lavoro a tutti gli idonei presenti nelle graduatorie dell'Agenzia delle entrate menzionate dalla disposizione di legge in parola, atteso che, in relazione ai precedenti programmi di acquisizione di questa Agenzia e dell'Agenzia delle Entrate, si sono registrate percentuali di rinuncia/decadenza non inferiori al venti per cento delle convocazioni inviate. Per l'anno in corso potranno essere perfezionate almeno 465 assunzioni da dette graduatorie, nel rispetto dei limiti di finanziamento e dei vincoli derivanti dalla vigente dotazione organica. I programmi stilati prevedono che a dette assunzioni si darà corso a partire dal mese di luglio del corrente anno, attingendo alle graduatorie formate dall'Agenzia delle entrate secondo l'ordine decrescente di punteggio, garantendo così priorità a quanti abbiano riportato punteggi superiori o uguali a 46»;
a scanso di errori, in seguito alla pubblicazione del decreto-legge n. 112 del 2008 ed in particolare dell'articolo 74 - recante al comma 1 disposizioni finalizzate alla riduzione degli assetti organizzativi delle pubbliche amministrazioni - l'Agenzia delle Dogane riteneva opportuno, in data 3 luglio 2008, chiedere un parere al Dipartimento della Funzione Pubblica e al Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato - IGOP in merito alla possibilità di procedere alle assunzioni previste dall'articolo 1, comma 346, lettera e) della legge 24 dicembre 2007 n. 244. Puntualmente, il Dipartimento della Funzione Pubblica, in data 16 luglio 2008, faceva pervenire all'Agenzia risposta al quesito posto, confermando che le assunzioni in oggetto dovevano ritenersi ammissibili e, pertanto, perfezionabili in quanto espressamente autorizzate e finanziate dal legislatore;
stante quanto sopra, l'Agenzia delle Dogane provvedeva a presentare al Ministero del lavoro, per l'apposita approvazione, un progetto formativo riguardante l'assunzione di 1178 unità. In data 30 luglio 2008, con la determina del Direttore Generale, protocollo n. 870, l'Agenzia delle Dogane autorizzava l'assunzione dei primi 465 giovani presenti nella Graduatoria Nazionale, assunzione che veniva formalizzata il 25 agosto 2008, con la stipula dei relativi CFL. Rileva però che ben 150, dei 465 idonei convocati il 25 settembre non si sono presentati alla firma, rinunciando di fatto all'assunzione. Tali rinunce, come è ovvio, sarebbero dovute essere coperte dagli ulteriori scorrimenti dalla Graduatoria Nazionale nel rispetto della legge 24 dicembre 2007 n. 244, articolo 1 comma 346 lettera e);
ad oggi tuttavia l'Agenzia delle Dogane, da un lato non provvede a rimpiazzare i rinunciatari con ulteriori scorrimenti - col rischio di perdere i finanziamenti già stanziati per il 2008 - e dall'altro si rifiuta di dare seguito al progetto di assunzioni triennale illustrato nel mese di giugno, lasciando di fatto privi di risposte gli altri idonei -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra riportati, e come intenda procedere al fine di rendere possibile l'assunzione dei restanti idonei, così come previsto dalla Legge Finanziaria per il 2008.
(4-01466)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta scritta:

MANTINI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
Micron Technology Italia, situata in Avezzano (Aquila), impiega circa 1.800 addetti, ed è una delle maggiori realtà che offre opportunità di lavoro nella Regione Abruzzo. Lo stabilimento ad Avezzano produce dispositivi a semiconduttore e

rappresenta un polo tecnologico di eccellenza mondiale per la produzione di wafer (dischi di silicio) con tecnologia d'avanguardia. Inoltre, il Centro di Ricerca, e Sviluppo Europeo, vicino allo stabilimento di Avezzano, ha una grande esperienza nella progettazione, CAD, layout e test di memorie Flash. In particolare nel centro si progettano memorie non volatili di tipo NAND. Micron è in Italia dall'ottobre 1998, data nella quale rilevò la divisione Memorie da Texas Instruments. Da allora Micron ha investito oltre 1.000 milioni di euro nello stabilimento di Avezzano, un investimento che in alcuni anni rappresentava fino a 5 per cento degli investimenti diretti esteri in Italia;
Micron Technology Italia situata in Avezzano (Aquila), in, data 29 dicembre 2006, ha chiesto l'attivazione di un Contratto di Programma, legge n. 662 del 1996, volto alla realizzazione di un nuovo complesso industriale presso la stessa area aziendale, con un investimento complessivo di circa 3.300 miliardi di euro e un'occupazione aggiuntiva di circa 850 unità;
Micron in data 30 giugno 2007 ha presentato un allargamento dell'originario contratto, per l'attivazione di investimenti essenziali e di supporto alla realizzazione del nuovo complesso industriale con un investimento di 150 milioni di euro, nel campo dell'energia, acque, rifiuti industriali propri;
in data 23 maggio 2007, il Ministero dello sviluppo economico e la Regione Abruzzo, hanno sottoscritto uno specifico Accordo di Programma Quadro attuativo dell'Intesa Istituzionale, attraverso il quale si fissano condizioni, e sostegni a favore dell'importante proposta operativa avanzata dalla Micron Italia, nel contesto degli investimenti internazionali della Micron Technology. Si tratta di un investimento di 3.062 milioni di euro ai quali il Governo si impegnava a partecipare con una somma aggiuntiva di 550 milioni di euro una volta approvato il Contratto di Programma dal CIPE. Nell'accordo la differenza, circa 2.500 milioni euro, sarebbe stata coperta con i fondi privati della Micron, prevedendo un'occupazione aggiuntiva, fra diretta e indiretta, di 1.500 unità circa di personale;
lo stabilimento della Micron si trova all'interno di una zona che beneficia dell'obiettivo Convergenza ammessa alla deroga dell'articolo 87.3.a, e nelle aree dell'obiettivo Competitività ammesse alla deroga dell'articolo 87.3.c) fino al 31 dicembre 2013, come indicato dalla nuova Carta italiana degli aiuti di Stato a finalità regionale per il periodo 2007-2013 approvata dalla Commissione Europea con decisione del 28 novembre 2007;
in data 18 ottobre 2007 il Ministero dello sviluppo economico, in una riunione convocata dallo stesso Dicastero, ha confermato la volontà di dare piena e completa attuazione dell'Accordo di Programma del 23 maggio 2007. A tal fine il Ministero, d'intesa con le altre amministrazioni centrali interessate, con la Regione e con gli Enti locali e le organizzazioni sindacali, ha dichiarato che avrebbe attivato un tavolo di coordinamento volto ad individuare le soluzioni ai diversi problemi connessi all'attuazione dell'accordo medesimo con particolare riferimento alle problematiche relative al Sistema Integrato dei servizi, alla formazione e alla organizzazione del lavoro;
nonostante la crisi, economica in atto a livello mondiale, che potrebbe comprensibilmente comportare ripercussioni per il mercato dei semiconduttori, in un'intervista pubblicata sul quotidiano Il Centro il 22 ottobre 2008, il dottor Sergio Galbiati, direttore generale di Micron Technology Italia, ha confermato che la Società, ritiene ancora valido l'Accordo di Programma del 23 maggio 2007, ma che l'iter bloccato per motivi riconducibili a cambiamenti interni a Regione e Governo, per cui senza i finanziamenti

previsti da parte dello Stato non è possibile ipotizzare ulteriori investimenti da parte della Micron;
sarebbe certo assurdo non rispettare gli impegni assunti deprimendo gli investimenti privati e gli sviluppi occupazionali già previsti, peraltro in un settore produttivo avanzato -:
se nel riferire puntualmente sullo stato di attuazione dell'Accordo di Programma sottoscritto tra il Ministero dello sviluppo economico e la Regione Abruzzo il 23 maggio 2007, intenda precisare le intenzioni del Governo rispetto all'Accordo oltre alle misure a breve e medio termine che intende avviare per attuarlo.
(4-01479)

BERTOLINI e RUBEN. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in data 19 agosto 2008, sul sito web di Telecom Italia Mobile (www.tim.it), nella pagina dedicata alla nuova offerta denominata «NUOVA WELCOME HOME», nell'elenco delle tariffe per le chiamate all'estero, si nota come nella lista dei Paesi manchi lo Stato di Israele e appaia invece lo Stato palestinese;
chiamando il numero 187 della Telecom veniva cortesemente spiegato che per parlare con Tel Aviv bisognava chiamare in Palestina;
il fondamentalismo islamico ha da sempre negato il diritto di Israele ad esistere e le azioni terroristiche, gli attentati kamikaze, gli attacchi militari, hanno spesso trovato giustificazioni in questa criminale e antidemocratica premessa;
nel giugno scorso il Presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, alla vigilia della sua partenza per Roma per partecipare al vertice Fao, dichiarò: «Israele è alla fine e presto verrà eliminato dalle carte geografiche»;
la mancanza, nella lista dei Paesi fruitori del suindicato servizio di telefonia mobile, di uno Stato riconosciuto dalla Comunità Internazionale, come Israele, è di una gravità inaudita e costituisce una decisione assolutamente censurabile, peraltro peggiorata dalla contemporanea presenza nella lista di un'entità statale inesistente a livello internazionale, cioè la Palestina;
la vicenda richiama alla mente la bufera sollevata qualche mese fa, quando il Ministero dell'interno del Governo Prodi aveva cancellato lo Stato di Israele dalle mappe dei palmari forniti alla Polizia di Stato;
la vicenda non pare inoltre agli interroganti rispettosa dell'intero popolo israeliano a cui deve essere riconosciuto il diritto inviolabile ad esistere -:
se i ministri siano a conoscenza di questa iniziativa, che per gli interroganti assume un grave significato politico, e quali elementi intenda fornire al riguardo;
se intendano richiedere maggiori informazioni e spiegazioni ai vertici di Telecom Italia spa;
se, anche alla luce dei riflessi che una scelta aziendale può comunque comportare sull'immagine dell'Italia e della sua politica estera, non intendano adottare eventuali iniziative di competenza.
(4-01483)

BORGHESI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in virtù del decreto-legge n. 85 del 16 maggio 2008, il Ministero dello sviluppo economico ha assorbito, tra l'altro, le funzioni e la struttura del Ministero delle comunicazioni comprendente oltre che un corpo centrale anche 16 uffici periferici (Ispettorati territoriali) di rango e competenza

regionali aventi a loro volta competenza su numerosissime dipendenze provinciali;
la direzione di buona parte di questi Ispettorati territoriali risulta da anni mancante e in assenza dei dirigenti non sono stati individuati dei funzionari non dirigenti a cui conferire funzioni superiori; attualmente risultano senza dirigente titolare ben 9 su 16 Ispettorati, ovvero quelli di Lombardia, Veneto, Trentino A.A., Liguria, Toscana, Sardegna, Abruzzo, Puglia, Calabria. Si fa notare che nelle sole Lombardia e Veneto risultano operativi circa il 30 per cento delle aziende e degli operatori del settore;
l'attuale struttura risulta ingiustificatamente sbilanciata a favore del centro; comprende infatti un mega nucleo centrale (direzioni generali, segretariato generale in cui vedono applicati circa la metà di tutto il personale ministeriale, tutti i dirigenti generali (ben 10) e praticamente tutti i dirigenti di II fascia (43 su 50) e delle strutture territoriali asfittiche (16 ispettorati regionali di rango dirigenziale presso i quali si trovano applicati meno della metà del personale e 7 dirigenti di II fascia);
le telecomunicazioni, che nel resto dei Paesi sviluppati occupano un ruolo primario di volano dello sviluppo sociale, in Italia non vedono nemmeno una struttura territoriale di controllo degna di questo nome lasciando la quasi totale responsabilità in mano a funzionari non dirigenti che solo per il fatto di essere i più alti in grado si vedono costretti ad accollarsi responsabilità enormi di pertinenza dirigenziale senza alcun riconoscimento economico, ma neppure un briciolo di riscontro alle numerose loro istanze;
è in itinere (attualmente risulta licenziato dal Consiglio di Stato che ha dato il suo nulla osta per il prosieguo dell'iter) il decreto del Presidente della Repubblica di riorganizzazione che, non solo non snellisce la struttura centrale ma, secondo l'interrogante, la amplifica ulteriormente. Vi è da chiedersi oltretutto se tali orientamenti siano in sintonia con gli indirizzi in varie sedi indicati dal Ministro Brunetta circa l'assetto complessivo della pubblica amministrazione. Purtroppo da decenni è un male comune alla pubblica amministrazione avere una distribuzione di personale sperequata a favore del «centro» -:
se il Ministero interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra riportati e se non ritenga che di fatto si siano in questo modo vanificate le procedure di controllo;
come intenda procedere al fine di regolare tale situazione.
(4-01486)

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Apposizione di una firma ad una mozione.

La mozione Bertolini e altri n. 1-00052, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 ottobre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Laffranco.

Apposizione di firme ad una risoluzione.

La risoluzione in commissione Cazzola e Pelino n. 7-00044, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 25 settembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati Baldelli, Di Biagio, Fedriga, Antonino Foti.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta in commissione Vignali n. 5-00398, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 1o

settembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati Di Biagio, Picchi.

L'interrogazione a risposta scritta Milanato e altri n. 4-01420, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 23 ottobre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Bitonci, Goisis.

L'interrogazione a risposta immediata in assemblea Di Pietro n. 3-00203, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 28 ottobre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Palagiano.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta scritta Burtone n. 4-01339 del 15 ottobre 2008.