XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di lunedì 20 ottobre 2008

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
sono circa due milioni i ciechi e gli ipovedenti in Italia che lamentano notevoli difficoltà a superare le quotidiane difficoltà, a causa delle quali rischiano l'emarginazione dal contesto civile e la totale esclusione sociale;
in particolare: viene lamentata la mancanza di testi scolastici, una bassa qualità della formazione professionale. Il limitato spazio lavorativo, la inaccessibilità di molti siti web, la indisponibilità dei libri e dei giornali elettronici, la difficoltà a toccare l'arte e a praticare lo sport, eccetera;
il potere di acquisto delle provvidenze economiche dei disabili, al pari di quello dei salari, risulta esser fortemente limitato;
occorre segnalare, accanto a queste criticità, che la legge finanziaria per il 2007 ha previsto, fra le varie misure di contenimento della spesa, la indisponibilità per il triennio 2007-2009 di una non irrilevante quota di trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche, con esclusione, tra gli altri, dei trasferimenti destinati a pensioni di guerra ed assegni vitalizi, delle erogazioni agli istituti di patronato e di assistenza sociale, nonché, alle confessioni religiose;
il decreto-legge n. 81 del 2007 ha disposto in seguito il disaccantonamento, ma solo per il 2007, di alcune somme destinate ad interventi di natura assistenziale e sociale;
in tale operazione, però, non si è tenuto conto di alcuni enti o istituti che svolgono interventi negli stessi campi e di pari importanza, quali: l'Unione Italiana Ciechi e degli Ipovedenti, l'Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione, la Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi, la Sezione Italiana dell'Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità, il Museo tattile statale «Omero» di Ancona ed in particolare, la Biblioteca Italiana Ciechi «Regina Margherita» ed il Centro Nazionale per il Libro Parlato;
tali enti forniscono servizi in sostituzione dello Stato;
una contrazione delle risorse finanziarie così prolungata nel tempo penalizza gravemente una delle categorie di disabili maggiormente soggette al rischio dell'esclusione sociale;
pur nella consapevolezza delle difficoltà della situazione economica, che porteranno ad una riduzione della ricchezza prodotta nel Paese nel 2009,

impegna il Governo

a valutare nei prossimi provvedimenti la necessità di proporre una norma che incida in maniera meno traumatica sulla meritoria attività di tali enti.
(1-00053)
«Barbieri, Goisis, Frassinetti, Garagnani, Bocciardo, Palmieri, Gottardo, Ceccacci Rubino, Murgia, Dell'Elce».

Risoluzione in Commissione:

La X Commissione,
premesso che:
risulta sempre più drammatica la situazione in cui versano le imprese localizzate nell'asse industriale Roma-Cassino ed in particolare nella zona Anagni-Fiuggi-Ferentino-Frosinone;
nonostante la situazione sia stata posta all'attenzione delle autorità locali da tempo, si sta assistendo ad una progressivo e incessante declino di realtà importantissime quali la Videocon, la Marangoni la

Bioprogress, le Industrie Farmaceutiche, le Terme di Fiuggi e molte altre ancora;
senza un deciso intervento l'area rischia di entrare in una profonda recessione senza precedenti, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro;
è utile ricordare che per facilitare l'industrializzazione dell'area, i Governi precedenti avevano concesso cospicui finanziamenti a fondo perduto per invogliare gli insediamenti industriali inducendo, nel contempo, le popolazioni all'avviamento al lavoro presso le fabbriche smantellando le loro precedenti attività commerciali ed agricole;
con rammarico si deve registrare il trasferimento al Nord e addirittura la delocalizzazione in Paesi stranieri delle predette attività imprenditoriali disperdendo le risorse che a suo tempo erano state stanziate ed utilizzate nell'area;
l'impatto economico ed occupazionale di tale situazione si rivelerà superiore a quello paventato per la crisi che ha investito Alitalia;
la popolazione residente ha già messo in atto e annunciato ulteriori iniziative di sensibilizzazione delle autorità competenti alla problematica,

impegna il Governo

ad adoperarsi sollecitamente per trovare una soluzione rapida e condivisa, consentendo, in tal modo, all'area industriale citata in premessa di affrontare e superare l'attuale crisi che rischia di appesantire le già drammatiche ricadute occupazionali e di far sprofondare in una situazione irrecuperabile un'area che ha dato prova, nel corso degli anni, se messa in condizione, di essere altamente produttiva e competitiva.
(7-00062) «Anna Teresa Formisano».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:

CAPITANIO SANTOLINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il Dipartimento nazionale per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio e la Direzione generale per lo studente del Dipartimento per l'Istruzione del Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, considerato il popolare interesse per l'attuazione di programmi operativi nel campo delle tossicodipendenze, hanno proceduto, in base ad un accordo di programma, alla definizione di un progetto denominato «Programma di prevenzione delle tossicodipendenze: rafforzare i fattori protettivi nella famiglia»;
tale progetto ha lo scopo di sperimentare nuovi modelli e metodi di intervento di prevenzione delle tossicodipendenze;
in base a tale accordo di programma è stata indetta una gara a procedura aperta per l'affidamento di un Servizio sperimentale di progettazione, realizzazione, gestione e adattamento del programma relativo al rafforzamento dei fattori di protezione della famiglia, (SFP) Strengthening Families Program, da attuarsi in circa 40 centri di sperimentazione in tutta Italia, mettendo in tal modo in risalto la sinergia tra il sistema educativo di istruzione e di formazione e i centri di aggregazione sociale;
la gara è stata aggiudicata dal Raggruppamento Temporaneo di Scopo (RTS) composto dal Centro Sportivo Italiano (CSI), dalla Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche (FICT), e dal Forum Oratori Italiani (FOI), il quale nei primi cicli formativi è intervenuto con successo sui genitori e sulle famiglie, rafforzando i fattori protettivi e incrementando la capacità di ascolto e di comunicazione;

il percorso sinergico fra il Raggruppamento Temporaneo di Scopo (RTS) con i suoi componenti e il sistema scolastico è stato valutato positivamente dai dirigenti scolastici coinvolti;
è stato altresì ritenuto importante che l'attuazione di progetti che coinvolgono in particolare le famiglie, attraverso la formazione dei genitori, deve rivolgersi soprattutto ai nuclei familiari che sono difficilmente raggiungibili dalle istituzioni e inseriti in condizioni socio-ambientali difficili -:
se non ritengano utile trasformare tale progetto sperimentale in una risorsa duratura includendolo nelle linee delle politiche sociali per la famiglia, valorizzare le professionalità maturate durante la sperimentazione e promuovere, con soggetti che abbiano maturato una adeguata esperienza e una confermata capacità di promozione e gestione del metodo SFP, tutte le azioni necessarie per la diffusione dello stesso in Italia.
(3-00189)

Interrogazioni a risposta scritta:

RIVOLTA, NICOLA MOLTENI, STUCCHI e MACCANTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
la circolare 2 febbraio 2006, emessa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ufficio Nazionale per il Servizio civile e recante «Norme sull'accreditamento degli enti di servizio civile», stabilisce le modalità tramite le quali un ente pubblico o del privato sociale può iscriversi all'albo nazionale o agli albi regionali del servizio civile nazionale;
tale iscrizione è propedeutica alla presentazione di progetti di servizio civile nazionale;
nella suddetta circolare si specifica che gli enti vengono suddivisi in quattro diverse classi di accreditamento. Si specifica inoltre la documentazione che ogni ente deve esibire affinché Ufficio Nazionale per il Servizio Civile (U.N.S.C.) possa valutare le richieste di iscrizione all'albo nella classe richiesta;
la prima classe di accreditamento è costituita dagli enti di servizio civile con un numero di sedi di attuazione di progetto superiore a cento. Inoltre gli enti accreditati in tale classe possono presentare progetti di servizio civile nazionale per un numero illimitato di posizioni;
al punto 4 della sopra ricordata circolare si evidenzia che gli enti richiedenti l'iscrizione alla prima classe di accreditamento devono, oltre a presentare vari documenti, impegnarsi «a realizzare un rapporto sul servizio civile svolto presso le sedi di attuazione gestite, con riferimento ai progetti approvati da ciascun bando annuale»;
quanto esplicitato nel punto precedente è confermato dalla «scheda D» allegata alla circolare del 2 febbraio 2006, scheda recante come titolo «elenco documenti ed informazioni da fornire per l'accreditamento alla prima classe». Il punto 23) di tale scheda recita infatti «schema di rapporto annuale sul servizio civile nazionale svolto presso l'ente, corredato da una dichiarazione sostitutiva di atto notorio rilasciata dal legale rappresentante che si impegna a presentare il predetto rapporto entro il 31 gennaio dell'anno successivo a quello di riferimento»;
da quanto riportato appare evidente che il «rapporto annuale» relativo all'anno 2007 doveva essere presentato entro il 31 gennaio 2008, e che su tale scadenza esiste una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, firmata dal legale rappresentante, il cui non rispetto costituisce illecito con rilevanza penale;
la circolare 2 febbraio 2006 inoltre, al punto 6.5 afferma che «una volta ottenuta l'iscrizione all'albo l'ente è obbligato a mantenere i requisiti innanzi individuati. Il venir meno anche di uno dei requisiti richiesti per l'accreditamento comporta la cancellazione dell'ente dall'albo. L'ente accreditato è obbligato a

comunicare qualsiasi variazione concernente i predetti requisiti al fine di porre l'ufficio competente nelle condizioni di valutare la validità degli stessi ed il permanere dell'ente nella classe di accreditamento alla quale è iscritto»;
si segnala infine quanto contenuto nel prontuario approvato con decreto del ministero della solidarietà sociale del 3 agosto 2006, prontuario «contenente le caratteristiche e le modalità per la redazione e la presentazione dei progetti di servizio civile nazionale da realizzarsi in Italia e all'estero, nonché i criteri per la selezione e l'approvazione degli stessi»;
l'allegato 4 al suddetto prontuario riporta la «griglia di valutazione dei progetti di servizio civile nazionale». Da tale griglia si deduce che agli enti in possesso di sistemi di selezione, monitoraggio e formazione verificati in sede di accreditamento vengono attribuiti ben otto punti (su un massimo ottenibile di 80 per progetti realizzati in Italia e di 90 per quelli realizzati all'estero) per tale specifica caratteristica;
gli enti di servizio civile nazionali che sono in possesso di tali sistemi verificati in sede di accreditamento sono esclusivamente gli enti appartenenti alla prima classe, ovverosia gli stessi tenuti alla presentazione del rapporto annuale entro il 31 gennaio di ogni anno -:
quale sia il numero e la denominazione degli enti iscritti alla prima classe dell'Albo Nazionale degli enti di servizio civile che non abbiano presentato entro il 31 gennaio 2008 il rapporto annuale relativo all'anno 2007 e ricordato in premessa;
se nei confronti degli eventuali enti che non abbiano presentato il sopra ricordato rapporto annuale, previsto dalla disciplina di accreditamento, sia stato applicato quanto previsto al punto 6.5 della circolare del 2 febbraio 2006, ricordata in premessa, almeno per ciò che riguarda un eventuale loro trasferimento dalla I alla II classe di accreditamento;
se non ritenga opportuno, infine, nel caso in cui vi siano enti di servizio civile di I classe iscritti all'albo nazionale che non abbiano presentato il rapporto annuale relativo all'anno 2007 entro il 31 gennaio 2008 ma che non siano stati per ciò conseguentemente sanzionati, procedere immediatamente affinché agli stessi non siano perlomeno attribuiti, in sede di valutazione dei progetti di servizio civile nazionale relativi all'anno 2009 (data ultima di presentazione: 31 ottobre 2008), i punteggi derivanti dal possesso dei sistemi, verificati in sede di accreditamento, di selezione, monitoraggio e formazione, atteso che ciò costituirebbe palese violazione del principio di libera concorrenza, visto il non rispetto da parte di tali enti della disciplina vigente.
(4-01348)

CAMBURSANO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il comitato interministeriale per la Programmazione economica (CIPE) con deliberazione del 28 settembre 2007 ha stabilito i criteri di ripartizione delle misure compensative destinate ai Comuni e alle Province ospitanti gli impianti di cui all'articolo 4, comma 1-bis del decreto-legge n. 314 del 2003, convertito con modificazioni dalla legge 368 del 24 dicembre 2003 (siti materiali radioattivi);
alla Provincia di Vercelli, considerata tra i soggetti beneficiari di tali finanziamenti viene destinato l'importo di euro 9.766.200,00;
il Consiglio Provinciale di Vercelli, con propria deliberazione di variazione del Bilancio di previsione 2008 ha proceduto alla ripartizione di tali finanziamenti e più precisamente:
a) redazione accordo di programma per riqualificazione ambientale e urbana della città di Trino mediante

rifunzionalizzazione immobili pubblici per finalità scolastiche-formative-culturali euro 6.427.000,00;
b) trasferimenti a comuni per opere di viabilità: Livoro Ferraris (opere di viabilità) euro 415.000,00; Bianzè (opere di viabilità) euro 235.000,00; Ronsocco (opere di viabilità) euro 200.000,00; Crescentino (Piazza Municipio) euro 690.000,00;
c) trasferimenti a comuni per interventi su beni architettonici: Palazzolo (interventi su beni architettonici) euro 475.000,00; Fontanetto Po (sistemazione teatro/collegamenti informatici) euro 324.200,00; Fondo di dotazione «Fondazione Terre d'Acqua» euro 1.000.000,00;
lo stoccaggio sul territorio della Provincia di Vercelli delle scorie nucleari non può che essere considerato assolutamente temporaneo, visto che il Comune di Saluggia è collocato geograficamente alla confluenza di due fiumi, il Po e la Dora Baltea, e ha già corso e continua a correre il rischio di subire inondazioni e di causare disastri e ecologici in tutto il Nord d'Italia;
la decisione di come impiegare i fondi deve essere presa per agevolare le operazioni strutturali per il territorio vercellese;
l'ultimo stanziamento sopra menzionato a favore della «Fondazione Terre d'Acqua» nulla ha a che vedere con interventi a favore degli enti locali ospitanti gli impianti di cui alla citata Legge 368/2003 -:
se i Ministri interrogati non ritengano quest'ultimo stanziamento mera erogazione clientelare del tutto incomprensibile, così come in sostanza affermato anche dall'ufficio Diocesano della Curia Arcivescovile di Vercelli (vedere La Stampa del 12 ottobre 2008, pag. 56), e che una decisione così importante non debba essere raggiunta in modo concordato superando le logiche di parte per cercare di conseguire il reale bene comune, e dunque se non ritengano opportuno richiedere revoca della citata Deliberazione in quanto non rientrante nei criteri previsti dalla legge 368/2003.
(4-01366)

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AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta orale:

TOCCAFONDI, RENATO FARINA, LUPI, PALMIERI, VIGNALI, GIRLANDA, APREA, PAGANO, GIOACCHINO ALFANO, ROSSO, TORTOLI, CATONE e MARINELLO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
dal 23 agosto 2008 la Regione dell'Orissa in India, è attraversata da una vera e propria furia anticristiana, che colpisce gente inerme, suore, sacerdoti e semplici fedeli. Si apprende dalla stampa che il bilancio di questa persecuzione è gravissimo - si parla di centinaia di morti; almeno 52 chiese, 4 conventi, cinque tra ostelli e alloggi per giovani, sei istituti cattolici dediti al volontariato e al sociale devastati;
ancora oggi migliaia di cristiani fuggiti al massacro sono costretti a vivere nelle foreste, nel terrore senza abiti né, cibo;
l'Orissa, stato del nord-est indiano, non è nuovo a queste ondate di persecuzione e che proprio nel dicembre scorso erano state già uccise tre persone, attaccate e distrutte tredici chiese e cappelle cristiane;
si apprende dalle agenzia di stampa che, dall'Orissa la persecuzione contro i cristiani si sta allargando anche ad altre regioni dell'India;
nella notte del 12 settembre, nel distretto di Kandhamal, è stato ucciso un agente della polizia dopo che nei giorni scorsi a Krutamgarh le forze dell'ordine avevano sparato sui militanti indù per fermare un loro tentativo di bruciare alcune case di cristiani;

l'asilo cattolico Jaya Mata è stato assaltato da sconosciuti nella notte fra il 14 e il 15 settembre. Il fatto è avvenuto nel distretto di Kasargode (Kerala, India sud-est);
la scorsa domenica, 14 settembre, a Mangalore (Karnataka) sono state razziate 20 chiese cristiane ad opera dei radicali indù del Sangh Parivar;
gli interroganti segnalano alla Sua attenzione, in particolare due episodi, appresi dalle cronache, che dimostrano in modo esauriente quanto sia necessaria una rapida iniziativa per fronteggiare una situazione che ad oggi risulta inaccettabile: P. Edward Sequeira è una delle tante vittime delle violenze dei radicali indù, è stato legato, picchiato per oltre un'ora e poi rinchiuso nella stanza data alle fiamme;
lo stesso P. Edward racconta oggi, che è riuscito a salvarsi chiudendosi nel bagno della sua camera, ma prima di perdere i sensi, ha potuto sentire le urla di Rajni Majhi, una ragazza indiana convertita al cristianesimo, che legata è stata buttata nelle fiamme viva, ed è morta carbonizzata;
questi fatti dimostrano la necessaria mobilitazione ad ogni livello - diplomatico, politico, di presa di coscienza dell'opinione pubblica a favore della protezione delle comunità cristiane in India -:
quali iniziative intenda intraprendere il Governo per cercare di bloccare questa violenza inaudita;
come il Governo si stia adoperando con gli organismi internazionali per rispondere a questa continua persecuzione.
(3-00187)

Interrogazione a risposta in Commissione:

MARAN, CORSINI e FERRARI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la nota trasmissione televisiva «Chi l'ha visto» - Rai Tre del 16 giugno 2008, è tornata sul «caso» di Gianni Guido, autore con altri del cosiddetto «massacro del Circeo»;
detta trasmissione si è soffermata sulle ragioni che hanno impedito per ben due volte al giudice dottor Gianpaolo Zorzi della Procura di Brescia, impegnato ad indagare sulla strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974, di interrogare Gianni Guido fuggito dal carcere argentino in cui era detenuto, il 4 aprile 1985, cioè pochi giorni prima della seconda data stabilita per l'interrogatorio;
il rinvio del primo interrogatorio, inizialmente fissato per l'11 e 12 marzo 1985 e poi spostato al 23-24 aprile 1985, fu richiesto dal Ministero dell'interno italiano all'insaputa dello stesso dottor Gian Paolo Zorzi;
l'interesse del giudice bresciano ad interrogare Gianni Guido scaturiva dal fatto che egli era stato in carcere con Ermanno Buzzi, condannato in primo grado all'ergastolo come autore della strage di piazza della Loggia, e ne aveva ricevute le confidenze;
i giornalisti della trasmissione televisiva citata hanno scoperto che il documento con la richiesta italiana di rinvio dell'interrogatorio è scomparso dall'apposito fascicolo conservato agli atti presso gli uffici giudiziari argentini di Buenos Aires;
l'addetto stampa dell'Ambasciata argentina in Italia ha assicurato, in diretta televisiva, l'impegno delle autorità argentine per il ritrovamento del suddetto documento, in modo da far luce sul suo effettivo contenuto e sulla identità del mittente;
considerate le competenze del Ministero degli affari esteri in materia di cooperazione giudiziaria internazionale civile e penale, con particolare riferimento alle notifiche, civili, penali ed amministrative e trasmissione di atti extragiudiziari -:
se il Ministero degli affari esteri sia in grado di offrire elementi circa gli adempimenti

di propria competenza nel rapporto con le autorità argentine in relazione al chiarimento di quelle drammatiche vicende.
(5-00473)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta scritta:

CAUSI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nell'isola di Ortigia, centro storico di Siracusa, alla fine degli anni '80 fu programmata e finanziata con risorse dello Stato nell'ambito di un intervento della Protezione civile, la realizzazione di un esteso fabbricato in cemento armato da adibirsi a parcheggio per autovetture, cosiddetto «parcheggio Talete», la cui struttura è stata ultimata nell'anno 1999 ed entrata in funzione, dopo ulteriori opere di completamento, nell'anno 2002;
l'ubicazione di tale struttura, lungo la costa orientale dell'isola, le sue rilevanti dimensioni, l'essere stata completamente realizzata fuori terra ed in cemento armato a «faccia vista», il totale contrasto architettonico ed ambientale rispetto al luogo, determinano una oggettiva e invadente alterazione dell'unità ambientale in cui la struttura è inserita, costituendone un gravissimo deturpamento;
quanto sopra, benché l'intera isola di Ortigia sia dal 1968 assoggettata a vincolo paesaggistico ai sensi dell'ex legge n. 1149 del 1942 e l'opera sia stata pertanto realizzata secondo un progetto che ha ottemperato alle prescrizioni della competente Sovrintendenza ai beni culturali ed ambientali di Siracusa ed il progetto ne è stato munito di tutte le relative autorizzazioni;
nel 2005 l'isola di Ortigia è stata iscritta, insieme alla città di Siracusa, nella lista del patrimonio mondiale dell'Unesco nella categoria dei beni culturali della Word Heritage List;
come riportato dalla stampa locale in data 12 settembre 2008, il Ministro dell'ambiente onorevole Prestigiacomo, dichiarando che «Il parcheggio Talete è un ecomostro» e che è «un'opera pubblica eminentemente inutile», ha affermato: «credo che ci siano tutte le condizioni, anche economiche, per abbattere questo ecomostro che offende Ortigia», precisando che «a costi contenuti, eliminato quel catafalco di calcestruzzo, si potrebbe definire un riassetto armonico di tutta l'area» -:
ferma restando la competenza dei soggetti istituzionali a ciò competenti, attraverso quali modalità, a valere su quali risorse economiche ed entro quali tempi il Ministro ritiene che si possa dare attuazione alle suddette dichiarazioni.
(4-01362)

CAZZOLA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante considera lo sviluppo delle politiche energetiche avviate dal Governo una necessità improrogabile al fine di conseguire i migliori risultati nella produzione e stoccaggio di energia adeguati al fabbisogno della popolazione e dei comparti produttivi del Paese, nel rispetto delle norme di tutela ambientale e di massima salvaguardia della salute dei cittadini;
la ditta Dufenergy Italia S.p.A., collegata al Gruppo Duferco con sede negli Stati Uniti, il 17 luglio 2008 siglava un protocollo d'intesa con la Regione Emilia Romagna-Assessorato alle attività produttive, la Provincia di Modena, la Provincia di Bologna, il Comune di Marzabotto e il Comune di Spilamberto per la costruzione di una centrale termoelettrica a ciclo combinato non cogenerativa che occuperà

circa due dei dieci ettari della ex cartiera Burgo di Lama di Reno, nel Comune di Marzabotto, Provincia di Bologna. La potenza totale impiegata sarà di 60 Mwe;
il 13 agosto 2008 il quotidiano La Repubblica pubblicava l'avviso per la procedura di VIA ai sensi della Legge Regionale 18 maggio 1999, n. 9 come modificata dalla Legge Regionale 16 novembre 2000, n. 35 e invitava ad esprimere osservazioni entro 45 giorni nei modi specificati nel medesimo avviso;
alcuni cittadini hanno dato vita al comitato spontaneo popolare «No turbogas a Lama di Reno» e hanno iniziato la raccolta delle firme per una petizione popolare nella quale si chiede «che ogni progetto di riconversione dell'area ex Cartiera e di utilizzo industriale di ogni altra area del territorio comunale di Marzabotto venga realizzato unicamente in assenza di qualunque emissione tossica/inquinante e che, nel caso specifico di progetti per la produzione energetica, vengano utilizzate esclusivamente fonti rinnovabili e non inquinanti, anche nel rispetto delle zone di Parco e Pre-Parco di Monte Sole». Detta petizione, secondo quanto riportato dal sito www.nolamadireno.com, avrebbe già raccolto più di 7000 firme di cittadini residenti nella zona;
il comitato popolare «No turbogas a Lama di Reno» ha inoltre iniziato la diffusione di volantini alla popolazione della zona interessata alla realizzazione della centrale da parte della Dufenergy Italia Spa, al fine di effettuare azioni di sensibilizzazione sull'impatto che detto impianto potrebbe avere sull'ambiente e sulla salute umana, riportando estratti della documentazione ufficiale inerente il progetto (disponibile sul sito internet istituzionale del comune di Marzabotto) e considerazioni tratte dalle ricerche effettuate da un team di ricercatori dell'Università di Bologna e del CNR-ISAC di Bologna sugli effetti della presenza di un impianto a turbogas nella zona -:
se il Ministro interrogato abbia avviato o intenda acquisire elementi, per quanto di sua competenza, anche per il tramite dell'autorità di bacino invitata a partecipare alla Conferenza dei servizi, al fine di una più completa valutazione complessiva del progetto di costruzione della centrale a turbogas e quali azioni informative intenda porre in essere alfine di garantire una adeguata informazione alla cittadinanza residente nella zona interessata.
(4-01370)

TESTO AGGIORNATO AL 3 DICEMBRE 2008

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta orale:

VOLONTÈ. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Governo Berlusconi ha ridotto il finanziamento per la ricostruzione della cinta poligonale della città di Amelia, finanziamento destinato, più precisamente, al secondo stralcio dei lavori al periplo cittadino, in programma per il 2009;
il taglio deciso dal Ministero dei Beni Culturali riguarda, in particolare, i fondi del gioco del lotto, ovvero una parte delle entrate che lo Stato, negli ultimi anni utilizza sempre più spesso ai fini del recupero dei tesori storici ed artistici;
nel Dicembre 2006, infatti, il Governo aveva girato alla Sopraintendenza ai beni architettonici una somma pari a un milione e mezzo di euro per la cinta amerina, finanziamento successivamente suddiviso in tre tranche da trasferire a distanza di alcuni mesi l'uno dall'altro;
la prima parte di tale cifra, tuttavia, è stata spesa per il restauro di un segmento di mura diverso da quello crollato nel Gennaio del 2006, per la parte restante il Comune era riuscito a convincere Regione e Soprintendenza della necessità di impegnarsi per il tratto crollato;
la somma in questione più altri 500 mila euro, messi a disposizione dalla Regione

Umbria, sarebbero stati sufficienti per la seconda parte dei lavori della cinta;
di questi soldi, però, non si hanno più notizie, rendendo vano l'accordo preso dagli enti locali -:
quali provvedimenti, il Governo intenda adottare per risolvere una questione che riguarda non solo una intera cittadinanza ma anche uno dei simboli della Regione dell'Umbria.
(3-00186)

Interrogazione a risposta in Commissione:

DE BIASI, GHIZZONI e DE PASQUALE. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
le associazioni per la tutela (tra le quali il Comitato per la Bellezza presieduto da Vittorio Emiliani) hanno ripetutamente denunciato la grave situazione di scarsità di mezzi e di personale tecnico del Ministero per i beni e le attività culturali e delle Soprintendenze;
documenti - forniti dalle organizzazioni sindacali - evidenziano i consistenti tagli inferti dal decreto-legge n. 112 del 2008 convertito con modificazioni dalla legge n. 133 del 2008, i quali faranno crollare anno dopo anno fino al 2011 le risorse ministeriali;
dichiarazioni autorevoli riportate dalla stampa nazionale, tra cui quella del presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali, Salvatore Settis, esprimono vive preoccupazioni sia in relazione ai tagli in arrivo sui Beni culturali sia in merito alla «lite di competenze sui Beni culturali attualmente in corso tra Stato, Regioni, Province, Comuni» -:
se sia mai stato al corrente e se abbia partecipato alle discussioni sull'emendamento per Roma Capitale dato per approvato, il 3 ottobre 2008, dai ministri Calderoli e Matteoli e sul quale il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha rilasciato immediate dichiarazioni, tra cui quelle pubblicate il 4 ottobre 2008 dal quotidiano Il Messaggero, in base alle quali dava per avvenuta l'approvazione integrale in Consiglio dei ministri dell'articolato, molto ampio e dettagliato, sull'Ente Roma Capitale, spiegando come i più importanti processi decisionali di Roma, invece di passare per tre livelli diversi Comune-Provincia-Regione (o Stato), verranno «concentrati nell'Assemblea capitolina. Così si potranno prendere con più rapidità le decisioni»;
se siano state valutate nella loro straordinaria gravità le conseguenze di tali misure normative in base alle quali le Soprintendenze statali diverrebbero, evidentemente, il braccio esecutivo dell'Ente Roma Capitale cessando di operare quali organismi tecnico-scientifici ministeriali di controllo e di indirizzo, cioè di tutela, come prevede tuttora il mai abrogato articolo 9 della Costituzione («La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione») e come hanno ribadito tutte le più recenti sentenze in materia della Corte Costituzionale, con evidente spoliazione di diritti e di funzioni costituzionali operata attraverso una legge ordinaria;
con quali somme verranno finanziati restauri, recuperi, completamento e apertura di nuove strutture, scavi, missioni, ispezioni, controlli sulle attività edilizie e infrastrutturali e, più in generale, la stessa attività di tutela;
come intenda rispondere alle preoccupazioni suscitate dai tagli di risorse che fanno supporre come, entro il 2011, la tutela sarà effettivamente trasferita ad altri soggetti pubblici, per esempio ai Comuni, facendone così i controllori di se stessi senza più alcuna autorità tecnico-scientifica in grado di evitare brutture e speculazioni;
se possa smentire l'eventualità che tali misure possano venire proposte dal Governo lungo il percorso parlamentare dei due provvedimenti sul federalismo fiscale - quello per l'appunto fiscale e l'altro ordinamentale collegato al codice delle autonomie - dovendo esso, in ogni

caso, passare al vaglio delle Conferenze Commissione Stato-Regioni e Unificata.
(5-00475)

Interrogazioni a risposta scritta:

REALACCI, FONTANELLI e GATTI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Campanile della Basilica Romanica di San Piero a Grado è stato distrutto dall'esercito tedesco nel luglio del 1944. Anche la basilica subì gravi danni nello stesso periodo che tuttavia furono restaurati a partire dagli anni '50 grazie all'intervento della locale Soprintendenza per i Beni Artistici e Culturali;
in quelle circostanze venne anche avviata la ricostruzione del Campanile ma a causa della mancanza di fondi l'opera venne interrotta all'altezza di soli 6 metri dal suolo a fronte dei 37 metri necessari a completarne il restauro;
a tutt'oggi la ricostruzione non è ancora stata portata a compimento;
realizzata fra l'XI e il XII secolo, la Basilica - che è concattedrale di Pisa - è edificata, secondo la tradizione, nel luogo in cui San Pietro approdò dopo la sua partenza da Antiochia nel 42 d.C. e rappresenta un mirabile esempio di stile romanico;
un primo interessamento del Ministero per i Beni Culturali, si è manifestato dopo una riunione svoltasi il 23 maggio 2007 presso il medesimo Ministero, alla presenza dell'Arcivescovo di Pisa, Monsignor Alessandro Plotti, e di una delegazione del Comitato per la valorizzazione della Basilica. All'incontro è seguita l'emanazione di un Decreto Ministeriale in data 19 giugno 2007, registrato presso la Corte dei Conti il 25 luglio 2007, n. 6, foglio 37 che ha assegnato un finanziamento di 2 milioni di euro alla Soprintendenza di Pisa in qualità di responsabile della esecuzione dei lavori, erogando nel contempo la prima tranche del finanziamento di 1 milione di euro, stabilendo che la seconda tranche, sempre pari a 1 milione di euro, dovesse essere erogata l'anno successivo;
il progetto di completamento della ricostruzione della torre campanaria è stato presentato nel corso di una conferenza stampa e reso pubblico alla cittadinanza in data 14 luglio 2007;
già nel 2005, a testimonianza del grande interesse e delle innegabili aspettative di tutta la città verso la ricostruzione del campanile, venne costituito anche un Comitato d'Onore per la ricostruzione del Campanile su proposta dell'allora Arcivescovo Monsignor Alessandro Plotti e di tutte le istituzioni locali, che raccolse l'adesione del «Ministro dei Beni Culturali, delle Autorità civili religiose, dei parlamentari della zona oltre che di insigni personalità del mondo accademico e rappresentanti di associazioni culturali», così definite da un comunicato stampa della Soprintendenza per i Beni Architettonici di Pisa emanato nella circostanza della presentazione del progetto il 14 luglio 2007;
il progetto è stato affidato all'architetto Rosa Mezzina della Soprintendenza di Pisa e a tutt'oggi sono già state utilizzate le risorse necessarie alle indagini preliminari oltre ad essere stati definiti i lotti di realizzazione dell'intero progetto, per i quali risulta recentemente bandita la gara d'appalto, prefigurando, in tal modo, il completo utilizzo della prima tranche di finanziamenti;
la seconda tranche risulta, però, distolta dal finanziamento già concesso e destinata ad altre realizzazioni sulla base di una decisione della Soprintendenza Regionale della Toscana a giugno di quest'anno;
il mancato completamento del finanziamento vanificherebbe ciò il risultato delle somme concesse fino ad oggi, come ha giustamente osservato il nuovo Arcivescovo di Pisa, Monsignor Giovanni Paolo Benotto, in una lettera alla Direzione Generale del Ministero in data 25 aprile 2008;

la Soprintendenza di Pisa con lettera del 10 giugno 2008 alla medesima Direzione Generale del Ministero ha argomentato dettagliatamente i motivi che hanno portato al finanziamento della ricostruzione del Campanile della Basilica di San Piero ed ha ribadito l'esigenza di reintegrare il finanziamento al fine di evitare spreco di denaro pubblico -:
per quale motivo siano stati distolti i fondi già destinati al progetto del Campanile di San Piero a Grado e con quali tempi e modalità sarà possibile da parte della Soprintendenza di Pisa disporre della intera somma di finanziamenti erogata, indispensabile all'organico e definitivo completamento del progetto;
con quali tempi, una volta definite le questioni di cui sopra, si pensi di poter restituire alla città la torre campanaria di secolare memoria.
(4-01350)

LO MONTE. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
con decreto ministeriale 20 marzo 2008 il Ministro per i beni e le attività culturali ha istituito il Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario del Grande terremoto di Messina e Reggio Calabria con lo scopo di promuovere ed attuare le manifestazioni atte a celebrare la ricorrenza;
di tale Comitato fanno parte circa cento componenti espressione di Enti o rappresentanti di istituzioni pubbliche e private ma nell'elenco non risultano né il Genio Civile di Messina né di conseguenza l'Assessorato ai Lavori pubblici della Regione Siciliana;
all'indomani del sisma che rase al suolo la città di Messina, sconvolse Reggio Calabria e colpì molteplici centri abitati del circondano l'opera di soccorso, fu condotta mediante uno straordinario intervento dello Stato che, per il tramite dell'Ufficio Speciale per il Terremoto divenuto successivamente Regio Ufficio del Genio Civile, costruì interi villaggi baraccati, infrastrutture viarie e reti di pubblici servizi;
l'opera, cui partecipò in modo determinante il Genio Civile, non si esaurì con il cessare dell'emergenza ma proseguì per diversi decenni protraendosi per tutto il processo di ricostruzione della moderna città di Messina;
molti degli Enti che sono stati chiamati a far parte del Comitato Nazionale istituito dal Ministero hanno sicuramente una storia molto recente e non possono raccontare, come invece potrebbe fare il Genio Civile, con fatti e documenti la storia della rinascita di una città che, per certi aspetti, avrebbe potuto dare anche un fondamento scientifico all'evento commemorativo -:
quali iniziative il Ministro in oggetto abbia intenzione di adottare al fine di ricomprendere nell'elenco del Comitato Nazionale il Genio Civile quale istituzione che ha dato un contributo importante nella ricostruzione della città e che tutt'oggi si adopera per migliorarla.
(4-01353)

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DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

PILI, NIZZI e VELLA. - Al Ministro della difesa, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
da notizie riportate dal quotidiano l'Unione Sarda risulterebbe che il progetto Sky X per la progettazione dell'aereo senza pilota verrebbe spostato dalla Sardegna ad altre regioni italiane con la gravissima perdita di un'opportunità scientifica, tecnologica, finanziaria e occupazione di grandissimo rilievo per l'isola;

la rinuncia al progetto di sperimentazione degli aerei senza pilota sarebbe diretta conseguenza dei ritardi accumulati per la realizzazione di una pista polifunzionale da 2.500 metri nelle aree del Poligono del Salto di Quirra;
i ritardi accumulati sarebbero riconducibili a quelli che l'interrogante considera reiterati e pretestuosi veti del Presidente della Regione contro la realizzazione della pista;
il progetto predisposto da Finmeccanica, che prevedeva un investimento di cinque milioni di euro per realizzare a Monte Cardiga la struttura di volo necessaria per completare la sperimentazione dell'aereo europeo a guida remota Sky X e avviare quella nel prototipo Neuron, sarebbe in procinto di essere avviata in altre regioni italiane;
lo scorso 13 settembre Finmeccanica e le regioni di Piemonte, Campania e Puglia hanno firmato il protocollo che segna la nascita del Metadistretto dell'Aerospazio: un progetto da 4,5 miliardi di euro di fatturato che vede coinvolte 300 imprese con 23mila addetti;
la società Alenia ha trasferito 150 addetti civili del gruppo prove di volo dall'aeroporto di Decimomannu ad altre sedi nella penisola;
l'ipotesi di un quadrilatero di sperimentazione composto dai Poligoni del Salto di Quirra, Capo San Lorenzo, Decimo ed Elmas appare, dunque destinato ad essere smantellato a favore del triangolo Piemonte-Puglia-Campania;
lo Sky X è il prodotto di una tecnologia «dual use» in quanto il velivolo può essere utilizzato invariabilmente sia per scopi militari che civili (avvistamento degli incendi, monitoraggio ambientale...), con copertura del servizio 24 ore su 24 e bassi costi d'esercizio data l'assenza del pilota;
il progetto Neuron ha terminato la fase di definizione e sta entrando in quella di sviluppo, in modo da poter volare intorno al 2010-2011;
con il definitivo spostamento dello Sky X in Puglia, il Poligono del Salto di Quirra perde l'opportunità di una riconversione massiccia verso la sperimentazione civile, mentre ai territori dell'Ogliastra e del Sarrabus viene a mancare l'occasione di nuovi posti di lavoro qualificato e di un indotto di fondamentale importanza;
nella bozza d'intesa concordata tra Finmeccanica e Ministero della Difesa, la pista di volo di Monte Cardiga avrebbe dovuto rappresentare la messa in rete di quattro poligoni sperimentali sardi (Perdasdefogu, Capo San Lorenzo, Elmas e Decimomannu) collegati tra loro da un corridoio aereo esclusivo: in analogia con quello realizzato, senza intoppi e veti pregiudiziali, tra la Puglia e la Sicilia;
la Finmeccanica aveva anche avanzato la possibilità di realizzare in Sardegna una linea di montaggio per lo Sky X;
il trasferimento di 150 tecnici civili da Decimomannu (alcuni di loro erano presenti da oltre 20 anni) sta ad indicare con chiarezza che quella prospettiva è definitivamente tramontata;
alla permanenza in Sardegna dello Sky X era legato anche il progetto pilota di monitoraggio e recupero ambientale con sede nel Poligono del Salto di Quirra;
i grandi scenari futuri della tecnologia del settore aerospaziale sembrano invece destinati ad avere come riferimento il Metadistretto dell'Aerospazio nato dalla sinergia tra Finmeccanica e le regioni di Piemonte, Campania e Puglia;
il Poligono Sperimentale del Salto di Quirra e i territori di Ogliastra e Sarrabus sembrano destinati a svolgere un ruolo sempre più marginale nonostante le attese legittime delle popolazioni a fronte di un patrimonio da 12 mila ettari vincolato per le sperimentazioni, destinate a restare solo militari -:
se il Governo sia a conoscenza dei motivi che abbiano escluso la Sardegna da questo progetto scientifico e tecnologico

già destinato all'Ogliastra e al Sarrabus e se il Governo non ritenga di dover intervenire per ripristinare l'originario progetto;
se il Governo non ritenga di dover intervenire presso Finmeccanica affinché la Sardegna mantenga la titolarità del progetto;
se il Governo non ritenga di dover intervenire, qualora le condizioni tecniche lo consentissero, affinché alcune sperimentazioni per Sky X vengano portate avanti nell'aeroporto di Tortolì - dove già opera Cira - in attesa che venga completata la pista di volo di Monte Cardiga con il contestuale via libera del Ministero al corridoio di volo Perdasdefogu-Decimomannu;
se il Ministero della difesa non intenda assumere le opportune iniziative anche nei confronti della regione Sardegna in modo da evitare la definitiva cancellazione di centinaia di posti di lavoro oltre che la perdita di una grande occasione di riconversione civile delle aree militari.
(4-01368)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:

RUBINATO, MISIANI e MARCHI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
gli enti locali riscontrano la difficoltà di imputare correttamente i versamenti dell'addizionale IRPEF nell'anno di competenza, poiché il versamento diretto della predetta addizionale ai Comuni è stato attivato solo a partire dall'anno 2008, ritardando di un anno la previsione contenuta nell'articolo 1, comma 143, della legge n. 296 del 2006;
il decreto del Ministero dell'economia 5 ottobre 2007 stabilisce che, a decorrere dal primo gennaio 2008, i soggetti tenuti al versamento dell'addizionale Irpef provvedono al suddetto obbligo attraverso il modello F24 per i soggetti privati (articolo 3) e attraverso il modello F24 EP per gli enti individuati nella tabella A e B, allegata alla legge n. 720 del 1984;
con risoluzione n. 367/E del 12 dicembre 2007 sono stati approvati i codici tributo per il versamento tramite il modello F24 enti pubblici. Tali codici sono:
384E: addizionale comunale Irpef trattenuta dai sostituti d'imposta - saldo;
385E: addizionale comunale Irpef trattenuta dai sostituti d'imposta - acconto;
per il versamento dell'addizionale trattenuta su emolumenti corrisposti nell'anno solare 2007, sono stati istituiti i seguenti codici:
382E: addizionale comunale Irpef trattenuta dai sostituti d'imposta su emolumenti corrisposti nell'anno solare 2007 - saldo;
382E: addizionale comunale Irpef trattenuta dai sostituti d'imposta su emolumenti corrisposti nell'anno solare 2007 - acconto;
per il modello F24 ordinario sono altresì individuati due specifici codici tributo (3843 e 3844) per indicare rispettivamente la somma versata in autotassazione in acconto e a saldo;
entrambi i modelli recano l'anno di riferimento come campo obbligatorio;
a fronte dell'obbligo in capo agli enti locali di procedere con l'assestamento di bilancio, ai medesimi, a tutt'oggi, non sono ancora state comunicate le modalità necessarie al fine di computare correttamente le somme che vengono versate -:
se il Ministro interrogato, dato il grave vuoto normativo, non ritenga di attivarsi e con la massima urgenza dare alle Agenzie delle entrate le necessarie direttive allo scopo di mettere i comuni nella condizione di imputare correttamente

i versamenti dell'addizionale Irpef nell'anno di competenza, senza incorrere in ritardi, errori e/o penalità.
(5-00466)

Interrogazioni a risposta scritta:

TOCCAFONDI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con la legge n. 350 del 2003 erano state previste le risorse da destinare come premi incentivanti per il personale del Ministero e delle Agenzie (cosiddetti premi antievasione);
a seguito dei rilievi mossi dalla Corte dei conti avverso un primo decreto, rilievi relativi all'originaria esclusione del personale della Guardia di finanza, con decreto ministeriale del settembre scorso sono state riassegnate le risorse previste dalla legge n. 350 del 2003;
in particolare, la Corte dei conti aveva motivato i rilievi sulla base della considerazione del ruolo attivo della Guardia di finanza nel contrasto all'evasione fiscale;
le Commissioni tributarie svolgono un ruolo fondamentale e irrinunciabile in uno stato di diritto al fine di rendere definitive le fondate pretese erariali;
le Commissioni tributarie, al contrario di quanto avviene presso le altre giurisdizioni, con la definizione dei ricorsi in tempi assolutamente rispettosi del principio della ragionevole durata del processo, oltre a garantire in generale il fondamentale servizio della giustizia tributaria, assicurano, in particolare, la tempestiva definizione degli accertamenti emessi dagli Uffici fiscali;
il servizio reso dagli organi della giustizia tributaria deve essere riconosciuto anche dal punto di vista qualitativo, tenuto conto della bassissima percentuale di appelli;
il compenso spettante ai giudici tributari, che ad oggi non supera, ordinariamente i 6-7.000 euro lordi annui, appare senza ombra di dubbio non adeguato alla delicatezza e all'importanza del ruolo svolto al fine di assicurare il tempestivo recupero delle somme evase;
la tempestività con cui vengono emesse le sentenze dalle Commissioni tributarie, assicura la riscossione delle somme accertate dagli Uffici fiscali in tempi ragionevoli, costituendo altresì un motivo di dissuasione nei confronti degli evasori rispetto al ricorso a tecniche dilatorie -:
quali iniziative urgenti intenda intraprendere il Governo al fine di assicurare un trattamento economico che riconosca il ruolo irrinunciabile dei giudici tributari nella lotta all'evasione;
se il Governo intenda impegnarsi in tempi brevi, ad aggiornare i compensi dei Giudici tributari in misura adeguata alle funzioni e alle responsabilità richieste.
(4-01359)

BOCCUZZI, BERRETTA, PORTAS, GATTI, CODURELLI, BELLANOVA e BOCCIA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la Legge 27 dicembre 2006 n. 296 (Legge finanziaria 2007) ha disposto, all'articolo 1 comma 461, il riordino dell'Agenzia Nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa spa - Sviluppo Italia, oggi INVITALIA spa, di totale capitale pubblico. Riordino consistente nella dismissione delle partecipazioni societarie non strategiche, nonché nella cessione delle proprie società regionali, d'intesa con le Regioni interessate a titolo gratuito, alle stesse Regioni o altre Amministrazioni pubbliche;
il processo di cessione delle Società regionali non ha tenuto conto della salvaguardia occupazionale ma solo ed esclusivamente del ritorno di cassa;

per la società Sviluppo Italia Calabria l'Agenzia ha attivato la procedura di mobilità dei 140 lavoratori - articoli 4 e 24 ex Legge 223/91;
le uniche cessioni regionali, ad oggi, sono state tre - Sicilia, Toscana, Liguria - e della salvaguardia occupazionale se ne sono fatte carico solo le sedi regionali;
più volte è stato differito il termine di cessione delle società regionali in assenza dei criteri e dei contenuti necessari;
il piano di riordino dell'Agenzia per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa ha previsto solo la procedura di cessione e non un piano industriale per il rilancio dell'Agenzia;
non si intravedono le capacità amministrative e gestionali per lo sviluppo di programmi d'investimenti e creazione d'impresa;
non sono assegnate risorse finanziarie per l'attuazione delle misure di finanza agevolata per la creazione di impresa e conseguente aumento e stabilizzazione dell'occupazione, soprattutto nei territori del Mezzogiorno;
non esiste un'Agenzia che agevoli nuovi investimenti e sviluppo dei territori con conseguente crescita pari a zero;
risulta agli interroganti che:
a) il Governo non ha mai affrontato la necessità di creare impresa/occupazione;
b) i Ministri interrogati non hanno mai interloquito con le Organizzazioni sindacali che più volte hanno chiesto il programma del Governo per l'«Agenzia», e che l'«Agenzia» non è in grado di produrre un piano industriale -:
se i Ministri interrogati intendano intervenire sulla salvaguardia occupazionale di tutti i dipendenti del gruppo INVITALIA spa e di conseguenza interrompere la procedura di mobilità dei lavoratori calabresi;
se i Ministri interrogati intendano attivare un'Agenzia per lo sviluppo dei territori e la creazione d'impresa;
se l'Agenzia sia in grado di proporre un piano industriale;
se i Ministri intendano assegnare le risorse finanziarie necessarie al finanziamento delle misure per lo sviluppo dei territori e la creazione d'impresa.
(4-01364)

BERTOLINI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la finanza islamica e un'insieme di strumenti basati sull'etica del Corano che, secondo alcuni, garantirebbe ai musulmani in Italia un sistema bancario adatto alle loro esigenze e un canale preferenziale per gli investimenti arabi nel nostro Paese;
Hatem Abu Said, funzionario della Islamic International Bank of London, ha ricevuto l'incarico di avviare contatti con il Governo e con la Banca d'Italia per ottenere l'autorizzazione all'apertura di una filiale in Italia;
la possibilità dell'entrata delle banche islamiche nel sistema economico e finanziario italiano nasconde però molte difficoltà, prima fra tutte il fatto che questo sistema bancario straniero si ispira a regole totalmente diverse dalle nostre ed in particolare si basa su quattro principi dettati e interpretati dalla Sharia:
1. il divieto di pagamento di interessi e di profitto sul denaro, che viene definito impropriamente con il termine «usura», comporta anche l'inesistenza di prestiti come i mutui e di molti tipi di investimento;
2. il divieto di investire in attività che comportino irragionevole incertezza ed il cosiddetto rischio;
3. il divieto di speculazione;

4. il divieto di investire in attività economiche non autorizzate dal Corano come armi, pornografia e gioco d'azzardo;
queste norme, oltre a non rispettare il principio di non interferenza di laicità dello Stato e dell'economia, viola il principio fondamentale del liberismo, della libertà di rischio ed investimento del cliente su cui è basato il nostro sistema economico, finanziario e bancario;
un rapporto della Guardia di finanza italiana ha evidenziato come in alcuni Paesi del mondo esistano legami tra Banche islamiche e società produttive, Ong, organizzazioni caritatevoli, di mutua assistenza islamica, che spesso finanziano il fondamentalismo islamico;
i fondatori delle prime Banche islamiche, nate circa 50 anni fa, sono Abul A'la Mawdudi e Sayyed Qutb, note personalità fondamentaliste con importanti ruoli all'interno dei Fratelli Musulmani;
si delinea il pericoloso sospetto che i soldi investiti in queste banche si affianchino, all'imposta legale musulmana e ai doni privati per finanziare l'attività terroristica nel mondo contro l'Occidente;
il fenomeno della raccolta di denaro per finanziare iniziative terroristiche era già stato sottolineato in passato dal monitoraggio delle attività dei «money transfer», ovvero il trasferimento di denaro all'estero da parte di cittadini stranieri e clandestini residenti nel nostro paese;
la mancata chiarezza riguardo la provenienza e la destinazione dei fondi raccolti dalle comunità musulmane era già stata rimarcata più volte, riguardo gli ingenti finanziamenti fantasma per la costruzione di varie moschee nelle città del nord;
la finanza islamica potrebbe risultare uno strumento utilizzato anche dalle forze integraliste, che intendono sfruttare l'eccessiva disponibilità, l'ingenuità e la tolleranza dei Paesi occidentali -:
se i Ministri siano a conoscenza di quanto riportato e se ritengano opportuno fornire tutti gli elementi a loro disposizione;
come giudichino l'eventualità che nel nostro Paese possa essere autorizzata l'apertura di filiali di banche islamiche e, in conseguenza quali iniziative intendano adottare, in collaborazione con la Banca d'Italia, per prevenire i potenziali pericoli derivanti da questo fenomeno;
se non ritengano necessario controllare e raccogliere informazioni sui presunti legami tra la finanza islamica ed il finanziamento di organizzazioni terroristiche, per proteggere i cittadini ed i risparmiatori da inganni, truffe e facili investimenti.
(4-01371)

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

AMICI e FERRANTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nel territorio pontino, in particolare nella Provincia di Latina, continuano ad aumentare, oltre agli episodi di violenza legati alla criminalità cosiddetta «comune», anche i segnali, sempre più allarmanti, della presenza di cosche criminali e di organizzazioni malavitose che stanno letteralmente aggredendo il territorio;
Negli ultimi mesi sono state rilevate presenze preoccupanti nel sud pontino, si sono verificati esecuzioni e «avvertimenti», sono stati scoperti moltissimi abusi e speculazioni in campo edilizio;
molte ed efficaci sono state le operazioni di contrasto alla criminalità organizzata portate a termine o in corso da parte di Polizia e Carabinieri, che hanno dimostrato, da un lato, l'incisività e la capacità delle Forze dell'Ordine, dall'altro l'esistenza di un fenomeno inquietante di

infiltrazione da parte dei gruppi appartenenti ai sodalizi più pericolosi: non è un caso, infatti, che nelle indagini in corso sia direttamente impegnata la Direzione Investigativa Antimafia;
ci troviamo di fronte, evidentemente, non soltanto a fatti di cronaca che colpiscono direttamente o indirettamente i cittadini pontini, ma ad un vero e proprio assalto al territorio considerato una sorta di terreno di conquista per le manovre economiche ed i traffici illeciti, strategico dal punto di vista geografico;
a fronte di una simile emergenza il sistema giudiziario pontino è, di contro, letteralmente al collasso: esso sconta infatti una gravissima carenza di organico e di mezzi che rende pressoché impossibile per il Tribunale di Latina fronteggiare la imponente mole di procedimenti pendenti;
il quadro complessivo della macchina giudiziaria pontina è sconsolante: i giudici togati presso il Tribunale di Latina sono attualmente 38 ovvero 10 in meno di quelli previsti (e già di per se insufficienti), mentre appena sette sono i magistrati assegnati alla sezione penale;
le cause che allo stato attuale risultano essere pendenti sono quasi circa 45.000, per cui ad ogni magistrato vengono, in media, attribuiti circa 1.300 giudizi;
rispetto a tutti gli altri distretti giudiziari del Lazio, il Tribunale di Latina attribuisce, dunque, a ciascun giudice quasi il doppio delle cause;
il quadro non migliora per quanto riguarda il personale amministrativo del Tribunale di Latina, attualmente composto da 127 persone, compresi gli Ufficiali Giudiziari, un numero assolutamente irrisorio rispetto alle esigenze reali;
questo sparuto gruppo di persone è costretto ad affrontare un carico di lavoro enorme che va dal semplice contatto con il pubblico, fino all'assistenza diretta ai magistrati, passando per una miriade di funzioni ed adempimenti quotidiani;
il trend dei nuovi procedimenti da incardinare è inoltre in continua crescita, per cui risulta del tutto impossibile qualsiasi «recupero» (per ogni sentenza non entrano meno di altri nuovi 5 giudizi);
il Presidente del Tribunale di Latina, per fronteggiare la difficile situazione, ha nei giorni scorsi emesso un decreto (uno dei primi in Italia in applicazione dei discussi articoli 2-bis e 2-ter inseriti nel decreto sicurezza dello scorso luglio che conferiscono poteri assolutamente discrezionali nell'individuazione delle priorità ai capi degli uffici giudiziari) che sospende la trattazione dei processi penali «in odore di indulto»;
si tratta, evidentemente, di un provvedimento che può al massimo «tamponare» la situazione di emergenza, ma evidentemente, senza la messa in campo immediata di una adeguata strategia di interventi, da solo totalmente insufficiente ed inadeguato a far fronte alle diffuse esigenze di giustizia dei cittadini e del territorio -:
se il Ministro sia a conoscenza della gravissima situazione in cui versa il sistema giudiziario del territorio di Latina;
se, poiché combattere la criminalità e garantire la sicurezza dei cittadini e del territorio, soprattutto in una situazione che non esitiamo a definire di emergenza, appare un'impresa improba senza i mezzi necessari per celebrare i processi e definirli in tempi ragionevoli e soprattutto utili, il Ministro non ritenga di dovere intervenire con urgenza in termini di aumento immediato di organici, fondi e strumenti, al fine di evitare un'ulteriore degenerazione del sistema e per scongiurare il verificarsi di un vero e proprio collasso della macchina giudiziaria pontina.
(4-01365)

GRIMOLDI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la preoccupazione per l'andamento delle criminalità costituisce ormai da qualche anno uno dei temi principali di rilievo pubblico;

da tempo il nostro Paese ha raggiunto livelli sempre più elevati di delinquenza, riguardanti una vasta gamma di reati come omicidi, violenze, rapine, spaccio di droga e tutti i reati tipici della microcriminalità come furti in appartamento, scippi, borseggi e altro;
la criminalità comune, l'insieme degli omicidi, delle violenze, dei furti e delle rapine, sono al primo posto nelle preoccupazioni dei cittadini, della attenzione dei mezzi di comunicazione di massa e delle richieste di intervento rivolte alle istituzioni;
in particolare, oggi in Italia il tasso dei furti e delle rapine sta raggiungendo livelli molto elevati, con una fase di crescita ininterrotta e drammatica nonostante il ruolo fondamentale svolto dalle Forze di polizia nella attività di contrasto;
il profondo senso di insicurezza dei cittadini è fortemente cresciuto nelle regioni del Centro-Nord, dove sono maggiormente diffusi i reati contro la proprietà individuale, in particolar modo furti, furti in appartamento, rapine in via pubblica, nelle abitazioni, negli esercizi commerciali o pubblici;
le Forze di polizia evidenziano che tali eventi criminosi fanno capo ad una ampia rete criminale in forma organizzata, che ricorre ampiamente all'uso delle armi, e ricorrono alte percentuali di casi in cui l'esito è stato fatale per le vittime;
è di tutta evidenza quanto sia fondamentale una efficace azione di contrasto e una repressione dei fenomeni criminali per concorrere a realizzare un sistema di sicurezza nel Paese, anche sotto il profilo della prevenzione;
l'osservazione delle linee di tendenza evidenzia un costante adeguamento delle strategie attuate dalle Forze di polizia per il contrasto alle diverse manifestazioni delittuose attraverso la continua rimodulazione delle tecniche operative e investigative;
sotto questo profilo è quantomeno necessario un intervento legislativo volto a punire con maggiore severità alcune fattispecie che registrano una sempre maggiore aggressività, come il furto e furto in appartamento contemplata negli articoli 624 e 624-bis del codice penale, anche al fine di rendere applicabili tutta una serie di strumenti processuali che potrebbero rivelarsi maggiormente efficaci per la lotta e prevenzione dei reati -:
se il Ministro intenda assumere iniziative normative volte a punire in senso maggiormente repressivo alcune fattispecie di reato, con particolare riguardo al furto e al furto in abitazione anche equiparandoli - per quanto riguarda i poteri d'indagine - alla rapina.
(4-01367)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
la divisione Cargo di Trenitalia, nell'ambito di una diversa allocazione del personale sul territorio, a partire dal 15 settembre 2008, ha previsto il trasferimento del personale degli scali di Ragusa e Comiso allo scalo di Gela;
tale provvedimento è apparso un primo passo, in vista della più volte paventata chiusura dei sue scali merce;
la rete ferroviaria riveste un'importanza strategica per tutto il territorio della provincia di Ragusa, un servizio insostituibile sia per le grandi industrie che per il vasto e diffuso tessuto imprenditoriale;
un depotenziamento della rete ferroviaria causerebbe un aumento del traffico merci su gomma a carico di infrastrutture stradali deficitarie ed insicure, ed effetti

negativi sul tessuto imprenditoriale, che dovrebbe far fronte ad un aumento dei costi di trasporto-:
quali azioni intende promuovere presso Trenitalia per giungere ad un potenziamento degli scali merce di Comiso e Ragusa.
(2-00182) «Causi, Capodicasa».

Interrogazione a risposta in Commissione:

BOCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
dal 13 dicembre, se debutterà il nuovo orario ferroviario, prendendo un treno da Chiusi per andare a Roma e viceversa, occorreranno ben due ore e mezzo di viaggio contro l'ora e un quarto attuali;
il motivo risiede nella decisione di Fs di deviare tutti i treni non Eurostar sulla cosiddetta «linea lenta»;
questo causerà ulteriori e gravi disagi ai pendolari della bassa Toscana e di parte dell'Umbria che, per ragioni di lavoro o di studio, devono spostarsi verso la capitale in tempi ragionevoli e poi rientrare;
molti pendolari saranno quindi costretti ad usare l'auto per raggiungere Roma, congestionando ancora di più il traffico sulle strade consolari di accesso alla capitale con inevitabili conseguenze ambientali -:
se i Ministri intendano convocare l'amministratore delegato di Fs per chiedere inequivocabili chiarimenti sulla grave decisioni che inciderà pesantemente sulla vita dei pendolari umbro-toscani che usufruiscono della tratta ferroviaria Chiusi-Roma.
(5-00469)

Interrogazioni a risposta scritta:

CARLUCCI e MANTINI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
si è diffuso sul mercato il modello delle «residenze turistiche alberghiere», che risponde utilmente alle esigenze di incrementare l'offerta turistica con una formula che garantisce la proprietà e gli investimenti e innova rispetto alla tipologia tradizionale dell'albergo, che ha costi gestionali specifici e un significativo impatto ambientale;
il modello delle residenze turistiche alberghiere (R.T.A.) si è largamente imposto anche nella programmazione urbanistica comunale e sono stati realizzati molti interventi sull'intero territorio nazionale;
anche a causa dei nuovi artt. 117 e 118 della Costituzione, che affidano alle Regioni la competenza esclusiva in materia di turismo, la disciplina di questa tipologia risulta però incerta, vaga, frammentaria, diversa da caso a caso, poiché non c'è una normativa chiara e precisa sugli obblighi di gestione che gravano sui proprietari degli alloggi in genere affidati a convenzioni civilistiche diverse tra loro;
questo diffuso stato di incertezza determina interpretazioni differenti da caso a caso, anche da parte della magistratura penale, che hanno ad oggetto ipotesi di mutamento di destinazione d'uso o addirittura di lottizzazione abusiva anche quando non vi sono opere abusive;
questo stato di cose determina pertanto gravi effetti negativi sulla programmazione urbanistica e territoriale, la realizzazione di infrastrutture turistiche, lo stesso diritto di proprietà e la chiarezza delle norme penali -:
quali iniziative intenda assumere, con la necessaria sollecitudine, per risolvere le problematiche evidenziate in materia di residenze turistiche alberghiere.
(4-01349)

GERMANÀ - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
lungo il percorso della SS113 Messina-Palermo, in territorio del Comune di Capo d'Orlando, località Testa di Monaco e più precisamente dal Km. 100+850 al Km. 100+880, sono da qualche tempo ben visibili avvallamenti della carreggiata in prossimità del muro di contenimento lato mare;
detti avvallamenti, seppur opportunamente segnalati, si fanno ogni giorno più evidenti, appalesando un marcato stato di dissesto in un tratto di carreggiata a mezza costa, collocata ai margini del versante sul sottostante mar tirreno;
risultano adottate alcune elementari misure finalizzate al monitoraggio del dissesto;
tale arteria viaria rappresenta, di fatto, l'unica agevole via di collegamento con il Comprensorio e con gli svincoli autostradali di Brolo e Rocca di Capri Leone;
tale situazione ha ingenerato nella popolazione residente e nelle migliaia di cittadini che ogni giorno percorrono tale arteria viaria uno spiccato senso di preoccupazione per le eventuali conseguenze negative di tale dissesto;
l'adozione dei necessari provvedimenti finalizzati alla risoluzione immediata del problema rappresenta, di fatto, l'unico modo per evitare inutili e spropositati disagi alla popolazione -:
se ritenga di intervenire per sollecitare l'ANAS ad effettuare adeguati e risolutivi interventi finalizzati ad evitare l'aggravarsi del problema, scongiurando i prevedibili disagi;
se ritenga di voler disporre un monitoraggio dell'intera tratta che attraversa i territori dei Comuni di Capo d'Orlando, Brolo e Gioiosa, con particolare riferimento ai tratti realizzati a mezza costa.
(4-01351)

PALADINI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'emergenza abitativa rappresenta un problema sempre più grave che si estende, ormai, anche ai ceti medi che patiscono il mancato adeguamento dei salari rispetto all'aumentato costo della vita;
la casa però è un bene primario, il primo elemento su cui fondare e far crescere una famiglia;
l'articolo 18, comma 1, del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, prevede «per favorire la mobilità del personale, l'avvio di un programma straordinario di edilizia residenziale da concedere in locazione o in godimento ai dipendenti delle amministrazioni dello Stato quando è strettamente necessario alla lotta alla criminalità organizzata, con priorità per coloro che vengono trasferite per esigenze di servizio»;
in attuazione di questa disposizione di legge, si è provveduto alla realizzazione di complessi edilizi fra cui quello denominato «alloggi San Biagio» a Genova;
un decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il n. 215 del 10 maggio 2002, ha provveduto a codificare la procedura per la messa a concorso e l'assegnazione degli alloggi nonché i criteri di valutazione e i relativi punteggi da attribuirsi;
il successivo bando della prefettura di Genova (prot. nr. 45/1BIS/2003/Alloggi), ha definito i requisiti di ammissione alla procedura di assegnazione degli alloggi, i criteri di valutazione e relativi punteggi nonché, all'articolo 8 del suddetto bando, le cause di decadenza e revoca dell'assegnazione fra cui la cessazione dal servizio che ha costituito titolo per l'assegnazione;
quest'ultima previsione ha fatto si che intere famiglie, dopo aver vissuto per anni in un luogo, si siano ritrovate senza casa a seguito della andata in pensione della persona assegnataria dell'alloggio;

la disposizione in esame, infatti, non consente nemmeno il riscatto dell'abitazione assegnata e questo, in virtù del fatto che il secondo comma dell'articolo 18 (legge n. 203 del 1991) espressamente prevede al riguardo che «in caso di alienazione degli alloggi di edilizia agevolata l'atto di trasferimento deve prevedere espressamente, a pena di nullità, il passaggio in capo all'acquirente degli obblighi di locazione nei tempi e con le modalità stabilite dal CIPE» -:
se non ritenga ingiusto procedere alla revoca dell'alloggio in conseguenza della cessazione dal servizio del beneficiario, soprattutto senza dare la possibilità di riscattarlo a famiglie che lo abitano in ipotesi da anni e non hanno necessariamente la possibilità di acquistarne un altro;
se, in considerazione di ciò, intenda procedere nel rivedere la disciplina delle cause di decadenza escludendo la cessazione dal servizio o perlomeno consentendo, in tale ultima ipotesi, la possibilità di riscattare l'alloggio.
(4-01355)

PALADINI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la società Autostrade aveva deliberato e iniziato alcuni lavori di copertura di tratti autostradali del nodo di Genova;
tra questi era previsto, per la fine del 2008, l'inizio dei lavori di rifacimento della copertura del casello di Genova Ovest;
all'interno della fascia territoriale di pertinenza dell'infrastruttura autostradale, infatti, sono stati censiti ed individuati tutti i ricettori e le principali fonti di rumore (autostrada e sorgenti concorsuali);
successivamente, sono stati individuati tutti gli edifici in corrispondenza dei quali i livelli sonori indotti dal traffico veicolare sono stimati superiori ai valori limite fissati dalla normativa nazionale vigente;
lo studio è stato condotto secondo una metodologia finalizzata a valutare, in modo oggettivo, l'impatto acustico generato da un'infrastruttura viaria di trasporto;
tale procedura, descritta negli allegati del decreto del Ministero dell'ambiente 29 novembre 2000, è stata sperimentata e validata nell'ambito del progetto pilota di Genova, sviluppato fra il 2000 ed il 2007 da Autostrade per l'Italia in collaborazione con il comune e la prefettura di Genova, la regione Liguria e la divisione DSA dei Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
nonostante il completamento delle progettazioni definitive e dei relativi stanziamenti a oggi non si capisce il mancato avvio dei lavori presso lo svincolo autostradale di Genova Ovest richiesto a gran voce dalle migliaia di residenti genovesi costretti a vivere a ridosso dell'infrastruttura -:
se il Ministro competente sia a conoscenza delle ragioni dell'inspiegabile ritardo nella realizzazione degli interventi di cui in premessa;
cosa intenda fare al riguardo per garantire che sia dato finalmente avvio ai lavori di copertura dello svincolo autostradale di Genova Ovest.
(4-01356)

RAZZI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nell'ambito della riorganizzazione e delle privatizzazioni in atto nell'azienda Trenitalia, nello scorso giugno, è stata soppressa la tratta Zurigo-Lecce troncando, in tal modo, un importante collegamento non solo commerciale e turistico ma anche molto importante per la comunità italiana residente in Svizzera;
il treno diretto Zurigo-Lecce consentiva, infatti, a molti italiani di tornare a casa anche per periodi brevi di poter risalire comodamente;

quel treno ha rappresentato per molti anni un simbolo, un veicolo storico, un ponte tra la Svizzera e l'Italia;
inoltre le Ferrovie Svizzere avrebbero, nello stesso tempo annullato il trenonavetta Autoreise-Zug che trasportava passeggeri ed automezzi sulla stessa linea;
anche questa linea era oltremodo importante per gli italiani residenti in Svizzera che in tal modo potevano raggiungere i propri paesi di origine e per assicurare ingenti flussi turistici dalla Svizzera per le località di villeggiature italiane;
con l'abolizione delle linee suddette il traffico ferroviario sarà inevitabilmente trasferito su strada creando un forte impatto ecologico, costi e congestioni sulla rete autostradale -:
quali iniziative intenda intraprendere il Ministro, anche d'accordo con le autorità svizzere, per ovviare ai disagi derivanti dalla soppressione delle due linee ferroviarie;
quali siano state le motivazioni che hanno portato alla soppressione degli stessi;
se, infine, non ritenga necessario approfondire con Trenitalia quali siano i piani per i collegamenti internazionali da e per l'Italia da parte delle Ferrovie dello Stato e Trenitalia per facilitare i flussi turistici e garantire alle grandi comunità di italiani residenti in Europa di poter mantenere il contatto con la propria terra almeno in occasione delle più importanti Festività.
(4-01358)

TESTO AGGIORNATO AL 2 AGOSTO 2010

...

INTERNO

Interrogazioni a risposta in Commissione:

GOZI e AMICI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 23 settembre il Ministro interrogato al termine della seduta del Consiglio dei ministri annunciava, ad agenzie di stampa, che si sarebbe proceduto subito all'individuazione e alla realizzazione di dieci nuovi centri di individuazione e permanenza, gli ex «CPT», con i relativi finanziamenti previsti per il 2008, 2009 e 2010;
nell'audizione svoltasi il 15 ottobre nella cosiddetta Commissione Schengen il Ministro Maroni annunciava che le nuove strutture potrebbero essere realizzate nelle dieci regioni che ne sono attualmente sprovviste, che sono state individuate, che il Ministro le stava valutando e che nell'arco di due settimane sarebbe stato in grado di definirle;
la gestione di un CPT, oltre alle numerose problematiche sul piano sociale che hanno determinato la ferma opposizione di numerose regioni alla prospettiva dell'apertura di dieci nuovi CPT sui loro territori, presenta indubbi rilievi anche sul piano economico, considerando che i costi relativi alla permanenza degli stranieri presso i centri di identificazione ed espulsione sono stimati in un costo giornaliero medio di gestione di 55 euro per ospite, rappresentando in tal senso un costo enorme per lo Stato e un potenziale affare economico per chi sarà destinato a gestirlo;
nella scorsa legislatura venne istituita presso il ministero dell'interno una commissione di ispezione per verificare le condizioni all'interno dei centri di permanenza temporanea, autorevolmente presieduta da Staffan de Mistura, che giunse alle conclusioni, dopo sei mesi di lavoro, che l'attuale sistema di gestione dell'immigrazione tramite i CPT non risponde alle complesse problematiche del fenomeno, non consente una gestione efficace dell'immigrazione irregolare, comporta disagi alle forze dell'ordine e alle persone trattenute e, infine, comporta costi elevatissimi con risultati non commisurati;
la stessa commissione riteneva necessario il superamento di un approccio prevalentemente

punitivo e repressivo, individuando un sistema capace di conciliare il legittimo interesse dello Stato di controllare le proprie frontiere, di far rispettare la legge e difendere la sicurezza e l'ordine pubblico con la necessità di garantire il pieno rispetto dei diritti fondamentali di chi proviene da realtà economicamente e socialmente arretrate, e dunque proponeva un superamento dei CPTA attraverso un processo di svuotamento graduale dei centri di tutte le categorie di persone per le quali non c'è alcuna necessità né utilità di trattenimento, come nel caso di chi, entrato legalmente, è semplicemente in attesa di rinnovo del permesso di soggiorno;
proprio la condizione di promiscuità all'interno dei CPT di persone provenienti da situazioni completamente diverse, sia sotto il profilo giuridico che sotto quello dell'ordine pubblico, che comporta la convivenza nel medesimo luogo di ex detenuti trasferiti nei CPT a fine pena per essere identificati e poi espulsi, accanto a badanti in condizione di irregolarità, a persone entrate regolarmente e in attesa di rinnovo del permesso di soggiorno, o a persone bisognose di protezione sociale quali, per esempio, le vittime di tratta e di grave forma di sfruttamento del lavoro, i minori, i richiedenti asilo, è stata indicata dalla commissione come una delle cause di inefficacia di questo sistema, perché tale da accrescere i fattori di devianza e di pericolosità per lo stesso ordine pubblico;
al contrario, tutti i provvedimenti fin qui adottati dal Governo rafforzano l'approccio repressivo e punitivo, da una rigida politica dei flussi alla previsione dell'aggravante di clandestinità, dall'inasprimento delle condizioni per ottenere il ricongiungimento familiare alla previsione di un prelievo del DNA i cui costi sono posti a carico degli interessati, dall'inasprimento delle condizioni per i richiedenti asilo fino alla previsione del reato di clandestinità; previsioni che - ad avviso degli interroganti - confliggono tanto sul piano costituzionale interno quanto - come dimostrato dalle recenti agenzie rilasciate dalla Commissione europea, specie con riferimento all'aggravante di clandestinità e all'espulsione di cittadini comunitari per mancanza di requisiti minimi di reddito o per mancata iscrizione all'anagrafe - con l'ordinamento comunitario;
da ultimo, si assiste all'apertura di dieci nuovi CPT che non solo sembrano essere fortemente inefficaci dal punto di vista della gestione del fenomeno migratorio, e ai fini di una maggior garanzia dell'ordine pubblico, ma comportano altresì un innalzamento vertiginoso dei costi dello Stato -:
se ritenga ancora efficace sul piano sociale ed economico l'annunciata misura di aprire 10 nuovi CPT, anche alla luce delle conclusioni cui pervenne la commissione De Mistura, e quali siano i criteri per l'individuazione dei siti delle nuove strutture e per il loro affidamento in gestione, nonché quali le garanzie che il Governo intende adottare per garantire l'adeguatezza delle stesse dal punto di vista sanitario, del rispetto dei diritti dell'uomo e della sicurezza, nonché quelle atte a garantire la trasparenza e l'efficienza nella gestione dei fondi pubblici.
(5-00470)

SIRAGUSA e D'ANTONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Consiglio comunale di Palermo ha, negli anni scorsi, deliberato la trasformazione in società per azioni di alcune aziende municipalizzate;
il comune di Palermo è socio unico, fra le altre, dell'Azienda municipalizzata per l'igiene ambientale (Amia);
la normativa europea sulla concorrenza permette l'affidamento a terzi di servizi senza pubblico incanto solo a condizione che gli enti esercitino sulle aziende affidatarie il cosiddetto controllo analogo;
al contrario nessun controllo viene esercitato dal Consiglio comunale e dall'amministrazione sulle modalità di assunzione, sui piani di impresa e di servizi di Amia;

tali società, in forza della succitata normativa, oltre all'obbligo di produrre i bilanci affinché gli stessi divengano atti propedeutici all'approvazione dello strumento finanziario comunale, dovrebbero attenersi alle predette procedure di controllo;
nel giugno 2003 viene approvato il piano d'ambito dell'ATO PA3, (redatto dal Direttore generale del comune di Palermo ed approvato dalla G.M. e dal CdA dell'ATO). Il piano, seguito da un piano finanziario (novembre 2003) allinea le previsioni di costo del servizio con quelle reali, a differenza del contratto di servizio che rimane fissato ad un importo di circa 10 milioni di euro più basso;
tale evidente contraddizione, ben nota a tutti i soggetti preposti alla programmazione e controllo di Amia, non ha mai trovato soluzione, contribuendo, di fatto, al continuo aumento del disavanzo aziendale;
i debiti iscritti a bilancio nel 2006 ammontano a 186.703.201 euro (nel 2005 161.559.000). Sono per 65.455.000 verso le banche (nel 2005 erano 88.000.000) per 43.970.000 euro verso fornitori (nel 2005: 17.324.000) per 38.000.000 debiti tributari (nel 2005 euro 30.288.000). Altri debiti entro 12 mesi: euro 20.964.000 (nel 2005 9.296.000);
nella situazione di dissesto si è preferito tamponare il debito con le banche a scapito dei fornitori e di altri pagamenti e Assindustria ha più volte pubblicamente protestato;
il 4 giugno 2008 la Corte dei conti ha pubblicato una delibera con la quale si certifica il tracollo finanziario del comune di Palermo;
al primo punto del disastro dei conti comunali ci sono le società partecipate: «Queste aziende assorbono ingenti risorse, circa 240 milioni di euro all'anno, e presentano consistenti perdite d'esercizio con gravi ripercussioni sugli equilibri di bilancio - scrivono i magistrati - l'Amia ha registrato una perdita nel 2006 di 49,4 milioni di euro e il patrimonio netto segna un rosso di 11 milioni, senza che allo stato risultino essere stati adottati provvedimenti correttivi»;
sempre secondo i magistrati «l'Amia nel 2007 registrerà una perdita di altri 31,5 milioni di euro e secondo l'andamento nel 2008 arriva a perdere 3,6 milioni al mese: questo stato determinerà a breve la riduzione del capitale sociale al di sotto del minimo legale»;
a queste cifre occorre aggiungere il «disallineamento» tra debiti del comune messi, come posta attiva nel bilancio dell'Amia e che invece non sono riconosciuti dal comune di Palermo: altri 49 milioni di euro che portano il buco di bilancio, solo al 2006, a ben 95 milioni di euro;
è particolarmente grave quanto scritto nella relazione del Ragioniere generale del comune del 1o luglio 2008 in risposta ai rilievi della Corte dei conti: «Preme segnalare che nel corso del 2007 nessuna notizia è pervenuta, alla Ragioneria generale circa la possibilità, anche solo potenziale, che il conto economico della società fosse in strutturale disequilibrio, ovvero che sussistessero particolari criticità legate alla continuità aziendale, onde nel corso del 2007 nessuna iniziativa è stato possibile promuovere presso i competenti organi istituzionali al fine della salvaguardia degli equilibri finanziari del bilancio del comune, mentre con riferimento ai profili patrimoniali la valorizzazione del conto del bilancio Amia spa è stata azzerata»;
come denunciato in più occasioni dal Gruppo consiliare l'Ulivo per il Partito democratico, con la creazione di società compartecipate, aziende come Amia hanno creato un sistema di scatole cinesi che rende impossibile il controllo della spesa. Inoltre, nonostante le direttive europee sull'affidamento dei servizi in house le Aziende continuano, da una parte, a comportarsi come se fossero aziende private, dall'altro a sperperare il denaro pubblico;

sul conto economico Amia ha presentato, per effetto del meccanismo delle scatole cinesi illustrato in precedenza, un attivo di 200.000 attraverso la contabilizzazione di un credito di 44.391.971 euro ad Amia Servizi s.r.l;
il 15 luglio 2008 il Senato della Repubblica approva il disegno di legge «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 giugno 2008, n. 97, recante disposizioni urgenti in materia di monitoraggio e trasparenza dei meccanismi di allocazione della spesa pubblica, nonché in materia fiscale e di proroga di termini»;
all'articolo 4-bis (Ulteriori proroghe di termini e disposizioni connesse), il comma 8 recita: «Considerata l'impossibilità di concludere entro i termini attualmente previsti le procedure finanziarie ed evitare il sorgere di possibili situazioni emergenziali, ai comuni delle aree individuate dall'obiettivo "Convergenza" del regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell'11 luglio 2006, aventi popolazione superiore a 500.000 abitanti e che abbiano rilevanti passività nei confronti delle società a partecipazione totalitaria affidatarie del servizio di gestione rifiuti ed igiene ambientale nel territorio comunale, è erogato un contributo in conto capitale di 80 milioni di euro di cui 30 milioni nell'anno 2008, 30 milioni nell'anno 2009 e 20 milioni nell'anno 2010. I conseguenti interventi sono effettuati nei limiti delle risorse di cui al presente comma. Alla corresponsione del contributo provvede il Ministero dell'interno sulla base dei dati comunicati dai comuni interessati, a pena di decadenza, entro due mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Sono esclusi i comuni i cui territori abbiano già goduto di analoghi benefici a seguito di commissariamenti o dichiarazioni di stato di emergenza. Il contributo di cui al presente comma è escluso dal computo delle spese rilevanti ai fini del rispetto delle disposizioni del patto di stabilità. Le risorse finanziarie trasferite ai comuni ai sensi del presente comma sono insuscettibili di pignoramento o sequestro»;
il sopra citato comma consentirebbe la ricapitalizzazione di Amia per 80 milioni di euro -:
se non ritenga opportuno, al fine di evitare un ulteriore sperpero di denaro pubblico, subordinare, la concessione del contributo di cui all'articolo 4-bis alle seguenti condizioni:
a) che le società a partecipazione totalitaria affidatarie del servizio di gestione rifiuti ed igiene ambientale si attengano rigorosamente al vincolo di approvare e trasmettere annualmente all'Amministrazione i bilanci consolidati;
b) che le società a partecipazione totalitaria affidatane del servizio di gestione rifiuti ed igiene ambientale trasmettano periodicamente gli atti al Consiglio comunale, con particolare riferimento al bilancio di esercizio, corredato delle relazioni sulla gestione sociale e dell'organo di controllo e, soprattutto, del relativo verbale di assemblea insieme ad una dettagliata relazione sull'andamento della gestione e sui servizi resi;
c) che il controllo analogo sia esercitato dall'ente locale in forma di indirizzo (controllo ex ante), di monitoraggio (controllo contestuale) e di verifica (controllo ex post) e che il suddetto controllo si eserciti verificando i profili gestionali, economici, patrimoniali e finanziari dell'attività svolta, nonché l'esattezza, la regolarità, l'economicità e la redditività dell'attività dell'amministrazione societaria;
d) che tale controllo preveda: 1) che il Consiglio comunale approvi annualmente il piano annuale delle attività, compreso il piano di assunzioni, di impresa e di servizi ed esprima un parere obbligatorio e vincolante sulla proposta di bilancio di previsione per la gestione dei servizi affidate alle aziende; 2) che il Consiglio comunale provveda al controllo dello stato di attuazione degli obiettivi, anche sotto il profilo dell'efficienza e economicità della

gestione; 3) che i documenti sottoposti al controllo non possano essere approvati dagli organi della società prima di essere licenziati dal Consiglio comunale.
(5-00472)

BELCASTRO, ZELLER e IANNACCONE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il «comitato idonei 184 Vigili Permanenti» ha più volte sollevato la questione afferente al concorso per 184 posti di vigili del fuoco bandito nel mese di marzo 1998, lamentando la mancata assunzione degli idonei di quel concorso;
l'amministrazione competente del Ministero ha rappresentato che, alla data del 28 dicembre 2007, erano stati assunti fino al 2920o in graduatoria e che erano rimasti 1.413 idonei e che la graduatoria, in oggetto, era stata via via prorogata sino al 31 dicembre del 2007, consentendo così all'Amministrazione di assumere, oltre ai vincitori, anche piccoli contingenti di idonei in numero pari a quello che, di volta in volta, viene autorizzato o dalla Funzione pubblica per supplire al turn over o dalla legge finanziaria quale potenziamento;
il «comitato idonei 184 Vigili Permanenti» ha fortemente criticato quanto dichiarato dall'amministrazione denunciando che:
a) nel primo dei tre anni di validità della graduatoria, così come stabilito dal decreto-legge n. 512 del 1996, invece di continuare ad assumere gli idonei del 184 Vigile Permanenti fu indetto un altro concorso, quello a 173 posti da discontinuo e, successivamente, ancora due concorsi per vigili ausiliari 2004-2005;
b) dei citati 1413 idonei inizialmente rimasti, alcuni sono rientrati nel concorso a 173 posti da vigile discontinuo, altri nella stabilizzazione, altri ancora hanno trovato diversa occupazione e, infine, alcuni non risultano più idonei fisicamente;
c) i piccoli contingenti di idonei assunti non sono stati sicuramente sufficienti a supplire al turn over, né tantomeno a potenziare l'organico visto che il corpo dei vigili del fuoco si trova ormai al minimo storico come personale;
da giorni, davanti al Palazzo del Parlamento, il comitato idonei sta manifestando pacificamente, anche attraverso lo sciopero della fame, affinché si trovi finalmente una soluzione ai loro problemi -:
per quali ragioni l'iter di tale concorso pubblico si sia rilevato tanto complesso e se non si ritenga necessario, anche per un senso di giustizia nei confronti di persone che da tanti anni aspettano inutilmente di vedere riconosciuto il loro diritto all'assunzione, attivarsi rapidamente al fine di trovare una rapida soluzione per gli idonei al concorso per 184 vigili del fuoco sanando così una situazione che si trascina ormai da troppo tempo.
(5-00474)

Interrogazioni a risposta scritta:

FRANZOSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi la troupe della regista Lina Wertmüller era impegnata in alcune riprese cinematografiche nella Città vecchia di Taranto;
da informazioni di stampa si apprende che la stessa troupe ha subito un tentativo di taglieggiamento per un importo pari a 50.000 euro;
a seguito di questo increscioso episodio la regista ha deciso, per ragioni di sicurezza, di abbandonare il capoluogo ionico, spostando le riprese nella città di Brindisi;
quanto accaduto rappresenta un fatto gravissimo che non può passare inosservato e che crea un danno di immagine incalcolabile, a livello nazionale, alla città di Taranto;

un altro regista, Alessandro di Robilant, è impegnato nelle riprese del suo lungometraggio, coprodotto dalla Rai, nei quartieri Paolo VI e Tamburi -:
se, in occasione dell'arrivo della troupe della regista Lina Wertmüller per le riprese cinematografiche a Taranto, vi sia stata una preventiva pianificazione da parte delle forze dell'ordine, volta a mettere in sicurezza il luogo delle riprese e ad assicurare la massima serenità della troupe;
se corrisponda al vero che i responsabili della produzione avevano già subito altre minacce estorsive nei giorni antecedenti alla decisione di spostare le riprese cinematografiche a Brindisi e, se ciò corrispondesse al vero, quali misure di sicurezza siano state predisposte, sia in fase preventiva che repressiva, volte a rassicurare e a ripristinare la serenità della troupe;
quali misure intenda adottare affinché nella città di Taranto non si verifichino episodi gravi ad allarmanti come quello illustrato in premessa, garantendo così alla città il ritorno d'immagine che merita.
(4-01354)

COMAROLI, GIBELLI, TORAZZI, FAVA e STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
grazie alle numerose sollecitazioni di intervento pervenute agli interroganti dai cittadini del Comune di Motta Baluffi, provincia di Cremona, gli interroganti sono venuti a conoscenza di un crescente disagio sociale dovuto al moltiplicarsi delle attività esercitate dall'associazione islamica presente sul territorio comunale;
in occasione del periodo del Ramadan, l'associazione culturale islamica Barisa ZenelJ (unione di cittadini stranieri di origine Kosovara), si è riunita presso un capannone sito in via laghetto n. 2 nel comune di Motta Baluffi. Le numerose partecipazioni dei fedeli musulmani alle pratiche di esercizio del culto hanno arrecato diversi disagi alla comunità cittadina;
da quanto è dato sapere il capannone sito in via laghetto n. 2 è stato acquistato regolarmente dall'associazione Barisa ZenelJ;
la destinazione d'uso dell'immobile succitato non rientra nei canoni per i quali viene utilizzato dalla associazione islamica Barisa ZenelJ;
l'amministrazione comunale ha avviato le procedure per le variazioni di destinazione d'uso dell'immobile al fine, in sostanza, di autorizzare la comunità islamica kosovara a far sorgere una moschea in luogo;
considerato l'impatto sociale che tale decisione dell'amministrazione comunale comporterebbe nelle dinamiche cittadine appare assurdo ad oggi come si stia procedendo senza coinvolgimento della popolazione residente nel comune;
in Italia il fenomeno sociale della diffusione di centri islamici e moschee, in molti casi abusivi, sta subendo negli ultimi anni un'allarmante crescita esponenziale. Nel giro di poco tempo sono sorte in tutta Italia: moschee di dimensioni enormi, centri culturali e religiosi, scuole coraniche e attività commerciali gestite direttamente dalle comunità musulmane (macellerie, phone center eccetera);
sempre più spesso, stando alle notizie pubblicate dagli organi d'informazione, ci troviamo dinnanzi a casi emblematici dove è facilmente riscontrabile, da un lato, il manifesto rifiuto da parte delle comunità musulmane presenti in Italia di rispettare le normative vigenti e di adeguarsi alle regole comportamentali e culturali del nostro Paese e, dall'altro lato, l'atteggiamento superficiale delle istituzioni che non comprendendone i rischi adottano semplicistiche soluzioni, mettendo conseguentemente in pericolo la sicurezza dei cittadini;

il mantenimento di questa costosissima rete di associazioni islamiche in Italia è impensabile senza il sostegno e la solidarietà di moschee, centri universitari, donazioni, finanziamenti di Stati e banche che hanno come obiettivo la «diffusione della fede» (da'wa). È ipotizzabile, inoltre, che i finanziamenti di queste attività avvengano anche attraverso strutture parallele formate da commerci illeciti, riciclaggio di denaro, sfruttamento dell'immigrazione;
si stima che oggi l'ammontare di denaro utilizzabile dalle organizzazioni legate al fondamentalismo islamico ammonterebbe ad almeno 150 miliardi di euro;
è noto che questi centri culturali, oltre ad essere sede di attività religiosa, diventano anche centri della vita sociale e politica della comunità musulmana;
l'Islam si presenta fin dalle origini come un progetto globale che include tutti gli aspetti della vita. Include un modo di vivere, di comportarsi, di concepire il matrimonio, la famiglia, l'educazione dei figli, perfino l'alimentazione. In questo sistema di vita è compreso anche l'aspetto politico: come organizzare lo Stato, come agire con gli altri popoli, come rapportarsi in questioni di guerra e di pace, come relazionarsi agli stranieri, eccetera. Tutti questi aspetti sono stati codificati a partire dal Corano e dalla sunna e sono rimasti «congelati» nei secoli. La legge religiosa determina la legge civile e gestisce la vita privata e sociale di chiunque vive in un contesto musulmano, e se questa prospettiva è destinata a rimanere immutata come è accaduto finora, la convivenza con chi non appartiene alla comunità islamica non può che risultare difficile;
la legge islamica, rivolgendosi l'Islam a tutta l'umanità, è una legge personale e non dipende in nessun modo dall'elemento territoriale. La stessa nazionalità non è collegata, come avviene nella tradizione occidentale, allo jus sanguinis e allo jus loci, ma allo jus religionis, cioè, alla appartenenza ad una comunità di credenti che non è legata all'esistenza di un entità statuale;
secondo gli interroganti, mentre oramai è palese che anche in Italia all'interno di alcune comunità islamiche si annidi la presenza di gruppi eversivi, (basti pensare alle vicende giudiziarie che hanno investito il centro islamico di viale Jenner a Milano, la moschea di Cremona, quella di Gallarate, quelle di Torino di via Saluzzo e di via Cottolengo e quella di Perugia), allo stesso tempo non è invece facilmente riscontrabile una collaborazione con le Forze dell'ordine e la magistratura da parte di quei musulmani che si dichiarano moderati e che continuano a chiedere diritti dimostrando la volontà di volersi integrare nella nostra società;
il terrorismo internazionale «Jihadista» ha messo sotto scacco l'Europa con gli attentati terroristici di Madrid dell'11 marzo 2004 e di Londra del 7 luglio 2005;
è necessario quindi ribadire, a parere degli interroganti, come non vi potrà mai essere integrazione senza la preventiva accettazione da parte di tutta la comunità islamica del principio fondamentale della separazione inequivocabile tra la sfera laica e quella religiosa e delle normative vigenti in materia di libertà individuale e di pensiero, di obbligo scolastico, di autodeterminazione e di uguaglianza formale di tutti i cittadini davanti alla legge, lo status giuridico o religioso delle donne, il rispetto del diritto di famiglia e dell'istituto del matrimonio, dei minori e dei non credenti e il trattamento degli animali;
l'assenza di azioni istituzionali volte a scoraggiare tale fenomeno ha conseguentemente portato alla diffusione di uno stato di illegalità nel quale le organizzazioni islamiche di matrice fondamentalista hanno potuto operare in piena libertà;
è necessario intervenire in tempi rapidi anche attraverso l'utilizzo della normativa d'urgenza per stabilire che le Regioni, in attuazione di quanto stabilito in materia di governo del territorio dal terzo comma dell'articolo 117 della Costituzione, possano concedere l'autorizzazione per la realizzazione di nuovi edifici destinati a funzioni di culto, per la ristrutturazione o

il loro cambiamento d'uso, alle confessioni religiose che non abbiano stipulato intesa con lo Stato secondo quanto disposto dall'articolo 8 della Costituzione, solo previa presentazione da parte del richiedente di apposita domanda da presentare alla Regione interessata corredata di progetto edilizio, dal piano economico finanziario e dall'elenco degli eventuali finanziatori italiani o esteri, sottoscritta da un numero di aderenti all'associazione stessa con atto notarile e approvata mediante referendum da parte della popolazione del Comune interessato, secondo le disposizioni del relativo statuto comunale -:
quali iniziative il Ministro, nell'ambito delle proprie competenze, intenda adottare al fine di definire norme volte alla regolamentazione della diffusione di associazioni islamiche in assenza di intese con lo Stato italiano;
quali informazioni, al fine del mantenimento dell'ordine pubblico e della sicurezza, riceva dalla prefettura competente in merito alla disponibilità di aree che tali associazioni ottengono dalle amministrazioni comunali;
se non intenda disporre il controllo e la verifica di tutte le moschee e centri islamici presenti sul territorio provinciale di Cremona e Mantova, procedendo alla eventuale chiusura di quelli all'interno dei quali si riscontrino presenze di forme di eversione.
(4-01372)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta orale:

BURTONE e CARDINALE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'istituto nazionale di Fisica nucleare (2.140 ricercatori, tecnologi, tecnici e amministrativi - di cui 340 a tempo determinato - 300 assegnisti di ricerca e oltre 3.000 associati tra professori, ricercatori e studenti) porta avanti da oltre 50 anni la ricerca e lo sviluppo tecnologico nella fisica subnucleare, nucleare e astroparcellare, con risultati di eccellenza, riconosciuti a livello internazionale;
per sostenere tale ricerca il capitale umano è una delle risorse fondamentali e va coltivato nel tempo mantenendo e trasmettendo alle nuove generazioni il livello delle competenze acquisite;
le centinaia di precari, che da anni svolgono con elevatissima competenza compiti di grande responsabilità anche in progetti internazionali (come LHC al Cern di Ginevra), vedono allontanarsi le possibilità di mettere a frutto, a vantaggio del proprio Paese le competenze acquisite a causa della legge 133/08, approvata recentemente dalla maggioranza di centrodestra, che determina un sostanziale blocco della stabilizzazione del personale -:
quali iniziative intenda adottare per evitare un assurdo blocco delle assunzioni che potrebbe portare alla perdita di una generazione di brillanti scienziati, utili per mantenere livelli di competitività e innovazione nel nostro Paese.
(3-00188)

CERA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il signor Nicola Monopoli, nato e residente a Trani, è soggetto autistico, dichiarato invalido al 100 per cento dalla Asl competente nel territorio;
la sua famiglia, i suoi genitori fanno grandi sacrifici per rendere al figlio una vita serena e per il più possibile integrata nella società;
il suddetto, infatti, ha frequentato l'Istituto d'Arte della vicina città di Corato fino al raggiungimento dell'esame di maturità, avvenuta nel giugno 2008;
nel mese di aprile dello stesso anno, i genitori del ragazzo, preoccupati del suo immediato futuro, si sono rivolti all'Istituto

Professionale per il Commercio di Trani, chiedendo al Preside allora in carica, se era possibile iscrivere il ragazzo presso quell'Istituto dopo la maturità, al fine di continuare nel processo di integrazione e favorire nuove abilitazioni anche manuali;
il Preside ha fornito ai parenti del ragazzo ampie rassicurazioni in merito, tanto che gli stessi hanno presentato la domanda di iscrizione nello stesso mese di aprile;
all'inizio del recente anno scolastico, tuttavia, si è scoperto che la domanda non è stata protocollata e che per il nuovo Preside l'iscrizione non è più possibile perché il ragazzo ha già conseguito la maturità;
tale rifiuto sta avendo ripercussioni negative sulla vita dello stesso, al quale è stata offerta la possibilità di frequentare la scuola serale senza però l'insegnante di sostegno e per questo al momento egli si trova a non frequentare alcun corso per la sua integrazione sociale -:
quali misure si ritenga necessario assumere al fine di risolvere una situazione che si rivela in tutta la sua gravità specie se si considerano gli ultimi episodi di cronaca per i quali lo Stato dovrebbe garantire a queste famiglie un sostegno reale ed una rimozione effettiva di ostacoli.
(3-00190)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

DE PASQUALE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 508 del 1999, «riforma delle Accademie di belle arti, dell'Accademia nazionale di danza, dell'Accademia nazionale di arte drammatica, degli Istituti superiori per le industrie artistiche, dei Conservatori di musica e degli Istituti musicali pareggiati», prevede che ogni Conservatorio abbia una tipologia e un numero di organi omogeneo secondo uno statuto i cui capisaldi sono contenuti dal decreto del Presidente della Repubblica 132 del 28 febbraio 2003, «Regolamento recante criteri per l'autonomia statutaria, regolamentare, e organizzativa delle istituzioni artistiche e musicali»;
l'Istituto superiore di studi musicali «R. Franci» di Siena è regolamentato secondo il proprio statuto di autonomia, approvato con decreto del Ministero dell'università n. 106 dell'8 giugno 2007;
l'articolo 6 del suddetto Statuto prevede che il Presidente del Consiglio di amministrazione sia nominato dal Ministro dell'università entro una tema di soggetti designata dal consiglio accademico e che il Ministro provveda alla nomina entro trenta giorni dalla data di ricezione delle predette designazioni;
l'Istituto «R. Franci» di Siena ha spedito la terna al Ministro competente in data 11 febbraio 2008;
dalla data di spedizione della terna dei soggetti designati sono trascorsi otto mesi, sette mesi in più rispetto a quelli previsti dalla legge;
questo vuoto istituzionale biocca la vita amministrativa del Conservatorio e ne impedisce la piena funzionalità, in un momento difficile come questo per tutti i settori della cultura e della formazione -:
se il Ministro interrogato non intenda verificare i motivi del ritardo e se non ritenga necessario intervenire tempestivamente, al fine di portare a compimento la nomina del Presidente del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto Superiore di Studi Musicali «R. Franci» di Siena, nomina indispensabile al regolare quotidiano svolgimento delle attività dell'Istituto stesso, che ad oggi si trova in grave, reiterata difficoltà nell'adempiere il proprio compito istituzionale.
(5-00468)

SIRAGUSA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il 10 ottobre 2008 le agenzie di stampa battevano la notizia secondo cui il

Provveditore agli studi di Messina, dottor Gustavo Ricevuto, avrebbe inviato una circolare a Presidi e dirigenti scolastici a seguito di «numerosi episodi di danneggiamenti e bullismo verificatisi in provincia»;
oggetto della circolare inviata dal Provveditore sarebbe la possibilità, segnalata dallo stesso, per Presidi e Dirigenti scolastici, di affidare ad una società di investigazioni private il controllo e la prevenzione nelle scuole dei fenomeni di cui sopra;
il Provveditore ha inoltre dichiarato, agli organi di stampa, che «il servizio di investigazione sarà passato al vaglio dei consigli di istituto e degli organi scolastici»;
le riserve più decise su tale iniziativa sono state espresse dalle associazioni in prima linea contro le violenze tra alunni a scuola;
la questione di una maggiore autorevolezza e disciplina nelle scuole è stata già affrontata con il decreto del Presidente della Repubblica n. 235 del 21 novembre 2007 che introduce il Patto educativo di corresponsabilità uno strumento importante con finalità educative che coinvolge la comunità scolastica, gli studenti e le famiglie -:
se non ritenga una siffatta circolare grave e inappropriata e se non ritenga pertanto di chiederne il ritiro;
in caso contrario, qualora il Ministro condivida i contenuti di tale circolare e la ritenga fondata su presupposti di legittimità, a quanto ammonterà la spesa relativa alle prestazioni delle agenzie di investigazione, su quale capitolo di bilancio graverà tale spesa.
(5-00471)

TESTO AGGIORNATO AL 21 OTTOBRE 2008

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CAPARINI, MUNERATO, FEDRIGA e BONINO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 18 settembre i lavoratori della sanità privata di tutta Italia hanno tenuto uno sciopero nazionale per protestare contro il mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro, scaduto da 33 mesi;
la sanità privata - che opera in regime di accreditamento con il Servizio sanitario nazionale - sempre più ha assunto nel nostro Paese una funzione insostituibile in quanto consente di erogare ai cittadini prestazioni sanitarie programmate in tempi rapidi, contribuendo a snellire le lunghe liste d'attesa delle strutture pubbliche;
per monitorare le problematiche relative ai rapporti con l'ospedalità privata, anche al fine di prevenire gravi situazioni di ritardo nei rinnovi contrattuali, è stato istituito in Conferenza Stato regioni un tavolo di consultazione permanente;
dopo circa tre anni di complessa e spinosa trattativa, nel corso dei quali i lavoratori interessati giacevano in una situazione di vacanza contrattuale, si è giunti in data 28 febbraio 2007 alla sottoscrizione del rinnovo, da parte delle principali organizzazioni datoriali del settore (AIOP e ARIS), per il biennio economico 2004-2005 del C.C.N.L. 2002-2005;
nonostante tale svolta positiva datata oltre un anno fa, permangono ancora situazioni di grave vacanza contrattuale per la categoria, ovvero la mancata sottoscrizione del C.C.N.L. 2006-2009 e la mancata sottoscrizione del rinnovo per il biennio economico 2008-2009 del C.C.N.L. 2006-2009;
è indubbio che tali ritardi e mancanze ricadono negativamente sui circa 150.000 operatori che a vario titolo esercitano

la propria attività lavorativa all'interno di tali strutture e che non vedono rivalutato il proprio salario al reale costo della vita;
è vero, altresì, che il mancato rinnovo del contratto dipende anche dal mancato adeguamento da parte delle regioni delle tariffe delle prestazioni erogate in regime di convenzione -:
se e quali iniziative il Governo intenda intraprendere affinché possa superarsi l'impasse in cui si trova la sanità privata ed addivenire così ad una soluzione in tempi rapidi e certi.
(5-00465)

MARCO CARRA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il 9 ottobre 2008, i rappresentanti della Fiat Iveco di Suzzara (Mantova) hanno comunicato alle organizzazioni sindacali la decisione di non rinnovare il contratto a tempo determinato a 166 dipendenti;
tale decisione ha portato i dipendenti e le organizzazioni sindacali a proclamare lo stato di agitazione sfociato in alcuni blocchi di vie di comunicazione, a testimonianza della gravità della situazione determinatasi dall'atteggiamento che l'interrogante ritiene privo di scrupoli, da parte dell'azienda, sul futuro delle lavoratrici, dei lavoratori e delle loro famiglie;
il 13 ottobre 2008 si è tenuto un incontro tra le organizzazioni sindacali, i rappresentanti di Fiat Iveco e Confindustria il cui esito è stato negativo;
la responsabilità di tale esito va ricercata nell'intransigenza con la quale Fiat Iveco ha affrontato il confronto senza offrire alcuna disponibilità a rivedere le proprie determinazioni che, se ulteriormente confermate, renderanno drammatica la situazione di molte famiglie -:
se non intenda promuovere urgentemente un tavolo di confronto tra le parti con l'obiettivo di riaprire una trattativa in grado di offrire ai 166 dipendenti la possibilità di utilizzare meccanismi di protezione sociale che garantiscano loro condizioni di vita dignitose.
(5-00467)

Interrogazioni a risposta scritta:

FUCCI e DIVELLA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la Confindustria Puglia ha lanciato l'allarme per il grave problema dei ritardati pagamenti da parte del sistema sanitario della Regione Puglia nei confronti delle imprese fornitrici di attrezzature e servizi (cfr. La Gazzetta del Mezzogiorno, 10 novembre 2008);
sempre secondo Confidustria Puglia i tempi medi di pagamento da parte delle ASL pugliesi ammonta a 360 giorni (contro la media italiana, pure molto alta, di 290 giorni);
questa situazione crea preoccupazioni perché, hanno affermato alla stampa i vertici di Confindustria Puglia, «anche alla luce del presunto disavanzo del settore sanitario per un ammontare di 280 milioni di euro», le prospettive sembrano destinare solo a peggiorare -:
di quali informazioni, per quanto di sua competenza, disponga sui ritardi nei pagamenti accumulati dalle ASL facenti capo alla Regione Puglia;
quali eventuali iniziative, per quanto di sua competenza nei rapporti con le Regioni nel settore della sanità pubblica e nella sua opera di monitoraggio sui deficit sanitari regionali, ritenga di assumere.
(4-01360)

CENNI, CECCUZZI, OLIVERIO, BRANDOLINI, TRAPPOLINO, ZUCCHI, DAL MORO, SANI e MATTESINI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro delle politiche agricole,

alimentari e forestali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 9, comma 5, della legge 11 marzo 1988, n. 67 ha introdotto riduzioni contributive a favore dei datori di lavoro agricoli operanti nei territori montani e nelle zone agricole svantaggiate;
il successivo comma 6 dello stesso articolo 9 recita: «Per i calcoli delle agevolazioni di cui al comma 5 non si tiene conto delle fiscalizzazioni previste dai commi 5 e 6 dell'articolo 1 del decreto-legge 30 dicembre 1987, n. 536, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 febbraio 1988, n. 48;
il comma 6 dell'articolo 1 del decreto-legge 30 dicembre 1987, n. 536, estende alla generalità dei datori di lavoro del settore agricolo la fiscalizzazione degli oneri sociali, attraverso una riduzione dei contributi di malattia;
la circolare Inps sancisce la non cumulabilità tra la legge n. 67 del 1988 e la legge n. 536 del 1997;
nel 1996 il giudice del lavoro di Siena, a seguito del ricorso di una impresa agricola (Floramiata), stabilisce invece il principio di cumulabilità;
tale sentenza viene confermata dalla Corte d'Appello di Firenze e dalla Corte di Cassazione (sentenza n. 14227 del 2000);
questa vicenda giudiziaria ha aperto conseguentemente un vasto contenzioso che ha interessato molte imprese agricole operanti nei territori montani e zone svantaggiate a fare ricorso;
l'articolo 44, comma 1, legge 24 novembre 2003, n. 326 «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, recante disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la correzione dell'andamento dei conti pubblici» sancisce la non cumulabilità tra la legge n. 67 del 1988 e la legge n. 536 del 1997;
in conseguenza di questo atto alcuni giudici hanno quindi rimesso alla Corte costituzionale la questione di legittimità della norma in esame;
il 6 giugno 2008 la Corte costituzionale ha dichiarato l'ordinanza manifestamente infondata (affermando il principio che il Legislatore può intervenire con legge di interpretazione autentica qualora vi sia contrasto tra prassi amministrativa e prassi giudiziaria);
l'Inps, a seguito dei giudizi d'appello conclusi dopo l'entrata in vigore della norma di interpretazione autentica, ha continuato comunque a chiedere alle imprese la restituzione delle somme pagate in esecuzione delle sentenze di primo grado o iscrivendo tali somme nei ruoli esecutivi (ovvero richiedendo ai giudici decreti ingiuntivi di pagamento);
per risolvere questo contenzioso nella Finanziaria 2008 (articolo 2, comma 506 della legge n. 244 del 2007) viene inserito un emendamento bipartisan, sostenuto dalle forze politiche di maggioranza ed opposizione, che prevede la restituzione delle somme dovute «nella misura del 100 per cento senza il pagamento delle eventuali sanzioni, con possibilità di rateizzazione fino a 20 rate annuali con versamento degli interessi legali. Per i soggetti opponenti che, in pendenza di giudizio, abbiano già anticipato il pagamento Inps dei contributi oggetto di contenzioso, è riconosciuto un credito previdenziale pari al 40 per cento delle somme versate all'Inps maggiorato degli interessi legali maturati dal momento del pagamento dell'Inps fino all'entrata in vigore della presente legge»;
tale formulazione, il cui sostegno unanime dimostra la ampia e condivisa volontà del Parlamento, rispondeva quindi alla duplice esigenza di recuperare risorse pubbliche e di consentire alle imprese coinvolte nei contenziosi in atto di far fronte agli impegni economici senza enormi difficoltà;
nonostante la volontà dell'organo legislativo, l'Inps, attraverso recenti comunicazioni

(l'ultima, in ordine cronologico, del 30 luglio 2008 in risposta a «Legacoop Agroalimentare») continua ad interpretare diversamente tale disposizione procedendo al recupero delle somme dovute in una unica soluzione;
qualora prevalesse questa ultima interpretazione, molte delle imprese coinvolte, considerata la piccola dimensione e la tipologia di attività (agricolo-forestale), si verrebbero a trovare in gravissime difficoltà economiche;
questa vicenda ha visto, nel corso degli anni, una evoluzione assai complessa, densa di interpretazioni, ricorsi, sentenze, in virtù delle quali, una parte delle aziende interessate ha potuto beneficiare delle agevolazioni fiscali previste dalle norme, mentre ad un'altra parte si chiede di procedere alla restituzione tout court -:
quali iniziative urgenti intenda intraprendere affinché l'Inps riveda l'interpretazione della norma prevista nella Finanziaria 2008;
se non ritenga opportuno emanare ogni utile provvedimento affinché si modifichi l'eccessivo irrigidimento dell'Inps nei confronti degli imprenditori agricoli operanti nei territori montani e nelle zone agricole svantaggiate.
(4-01361)

DIMA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
il geometra Italo Turchitto è dipendente del Comune di Canna (Cosenza) dal 2 gennaio 1970 con mansioni tecniche ed attribuzione del VIo livello;
con delibera di Giunta Municipale del 2000, è stato collocato, previa riqualificazione del posto, nel VIIo livello con l'attribuzione della categoria D1;
con delibera di Giunta municipale, è stato nominato responsabile della gestione del servizio di nettezza urbana e del servizio ICI;
con decreto del Sindaco pro tempore, in data 9 gennaio 1999, è stato nominato responsabile della gestione del servizio tecnico ed urbanistico, quale unica unità addetta all'Ufficio tecnico;
in data 14 gennaio 2001, il Sindaco pro tempore ha revocato la responsabilità della citata funzione, adducendo a motivazione la necessità di operare economie nel bilancio comunale, nominando, però, contestualmente, il Segretario generale del Comune a Direttore generale dello stesso Ente con incarico di funzioni riguardanti il predetto Ufficio;
con delibera n. 5 del 17 febbraio 2005, la Giunta municipale ha disposto il collocamento a riposo del geometra Italo Turchitto per raggiunti limiti di età;
il geometra Italo Turchitto ha successivamente comunicato al Sindaco pro tempore, ai sensi dell'articolo 16 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503, di voler rimanere in servizio per un altro biennio;
con delibera n. 11 del 17 marzo 2005, la Giunta municipale ha accolto la domanda di permanenza in servizio per un altro biennio ai sensi dell'articolo 16 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503;
con delibera del 18 aprile 2005, la Giunta municipale ha deliberato il collocamento in pensione del geometra Italo Turchitto a decorrere dal 1o ottobre 2005 previo riconoscimento del servizio prestato nel periodo compreso tra il 1o febbraio 1963 ed il 30 settembre 1964;
con riferimento al suddetto periodo di servizio, sembrerebbe che l'INPS e l'INPDAP siano in possesso di documenti previdenziali prodotti dall'Amministrazione comunale senza la firma e la presa d'atto del geometra Italo Turchitto;
in data 11 maggio 2005, il geometra Italo Turchitto richiedeva all'INPDAP un estratto della propria posizione previdenziale e, in data 9 maggio 2005, il Segretario

generale del Comune di Canna (Cosenza) lo poneva d'ufficio in congedo per ferie pregresse, fino all'8 agosto 2005;
in data 15 giugno 2005, il geometra Italo Turchitto, dopo un accurato esame della documentazione in proprio possesso, chiedeva alle Autorità competenti la sospensione delle procedure riguardanti il pensionamento perché non sarebbero state conformi alla normativa vigente, riconfermando la propria intenzione di permanere in servizio per un altro biennio;
quanto sopra descritto, lascerebbe intravedere, a parere dell'interrogante, un chiaro tentativo di persecuzione e di isolamento nei confronti del geometra Italo Turchitto -:
quali iniziative di propria competenza i Ministri interrogati intendano porre in essere - fatta salva l'autonomia comunale - per chiarire i motivi e le procedure attuate in ordine al collocamento a riposo del geometra Italo Turchitto.
(4-01363)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BERNARDINI, BELTRANDI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'Ospedale San Camillo di Venezia è riconosciuto come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), ed in quanto tale destinatario di finanziamenti da parte del Ministero della salute per l'attività di ricerca, soggetto a vigilanza da parte del Ministero della salute, dotato di regolamento approvato dal Ministero della salute stesso;
l'articolo 11, comma 3, del decreto legislativo 2003 n. 288 prescrive che negli IRCSS «...gli incarichi di direttore generale, direttore scientifico, direttore amministrativo e direttore sanitario sono di natura autonoma ed esclusivi»;
tale necessaria esclusività del rapporto di lavoro dei massimi dirigenti, funzionale all'efficienza delle strutture, è ribadita dall'articolo 1, comma 818, della legge 2006 n. 296 (finanziaria per il 2007), secondo cui: «La natura esclusiva degli incarichi del direttore generale, del direttore scientifico, del direttore amministrativo e del direttore sanitario degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico di cui al comma 3 dell'articolo 11 del decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288, comporta l'incompatibilità con qualsiasi altro rapporto di lavoro pubblico e privato è con l'esercizio di qualsiasi attività professionale»;
l'articolo 8 del Regolamento dell'IRCSS San Camillo di Venezia, approvato dal Ministero della salute ribadisce tale necessaria esclusività, in particolare del rapporto concernente il direttore scientifico;
il professor Leontino Battistin, ricopre da anni sia l'incarico di direttore scientifico dell'IRCSS San Camillo di Venezia, sia di Direttore del dipartimento di neuroscienze dell'Università di Padova -:
quali iniziative intenda, intraprendere per fare cessare tale situazione, atteso il ruolo di vigilanza sugli IRCSS attribuito al Ministero della salute dalla legge;
quali verifiche siano state svolte o si intendano svolgere in ordine alla veridicità delle annuali autocertificazioni rilasciate dal professor Battistin sullo stato della ricerca scientifica presso l'IRCCS San Camillo di Venezia, atteso il doppio ruolo da Egli rivestito e il potenziale conflitto di interesse che ne conseguiva ovvero quali verifiche siano svolte in ordine alla veridicità delle annuali autocertificazioni sullo stato della ricerca scientifica presso gli IRCSS;
quale posizione rivesta l'IRCCS San Camillo di Venezia nella graduatoria stilata per monitorare la qualità e quantità della ricerca scientifica effettuata negli IRCCS italiani.
(4-01369)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:

DELLA VEDOVA. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 61, comma 8, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, come convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 131, riduce l'importo del corrispettivo e incentivo per la progettazione ex articolo 92, comma 5, del Codice degli appalti di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163;
in particolare, tale disposizione riduce allo 0,5 per cento l'originaria quota del 2 per cento dell'importo posto a base di gara di un'opera o di un lavoro, prevista come corrispettivo e incentivo massimo per la progettazione e destina il restante 1,5 per cento all'entrata del bilancio dello Stato -:
se, come apparirebbe evidente dal suo tenore, la norma sia da intendersi relativa a tutte le amministrazioni appaltanti sottoposte alla disciplina di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163;
in tal caso, se nella logica del contenimento e della razionalizzazione della spesa pubblica non fosse preferibile una misura che, riducendo gli incentivi per i dipendenti delle amministrazioni, non comportasse il trasferimento dell'economia così realizzata al bilancio dello Stato;
se non ritenga comunque utile provvedere a chiarire l'interpretazione della norma in oggetto alle amministrazioni interessate.
(4-01357)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:

LOMBARDO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Consorzio ASI (Consorzio per l'area di sviluppo industriale del Calatino) lamenta da anni la totale inadeguatezza della rete telefonica nell'area industriale di Caltagirone che è causa di continui guasti e prolungate interruzioni dei servizi telefonici/internet che provocano il forzato isolamento delle aziende anche per più giorni consecutivi;
nell'area industriale citata sono insediate numerose attività che danno lavoro stabile ad oltre cinquecento addetti;
il Consorzio suddetto e le aziende che ne fanno parte hanno più volte rappresentato alla Telecom - per mezzo di lettere raccomandate, telegrammi - il grave disagio ad essi procurato e l'ingente perdita economica che ne deriva con serie conseguenze sul futuro delle stesse aziende;
tale situazione ha scoraggiato nuovi investitori che hanno rinunciato a realizzare insediamenti produttivi nell'area in questione;
nonostante i ripetuti interventi dei vertici del Consorzio ASI e le proteste delle forze produttive e sociali del territorio, la Telecom non ha provveduto all'istallazione di una centrale telefonica all'interno dell'area calatina per adeguare il livello di copertura della rete telefonica e per garantire, a tutte le aziende operanti nella zona, connessioni stabili;
visto il perdurare del disservizio e in considerazione del fatto che il gestore telefonico non ha fin qui preso alcun provvedimento, il presidente del Consorzio ASI ha deciso di intraprendere le vie legali -:
se il Ministro interrogato non ritenga, per quanto di sua competenza, di dover

porre in essere iniziative volte al miglioramento della rete telefonica nel territorio del calatino.
(4-01352)

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Apposizione di firme ad una mozione.

La mozione Bertolini e altri n. 1-00052, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 ottobre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Laboccetta, Cesa, Vincenzo Antonio Fontana, Saglia, Di Biagio, Raisi, Speciale, Cassinelli, Paglia, Ventucci, Migliori, Castiello, Mancuso, Barbato, Lamorte, Colucci, Holzmann, Scandroglio, Mussolini, Lehner, Barbieri, Zacchera, Gottardo, Centemero, Di Centa, Della Vedova, Stradella, Vella, Stasi, Iannarilli, Divella, Bergamini, De Corato, Cristaldi, La Loggia, Bernardo, Boniver, Orsini.

Apposizione di firme a risoluzioni.

La risoluzione in Commissione Ceccuzzi e altri n. 7-00045, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 settembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Strizzolo.

La risoluzione in Commissione Guzzanti e altri n. 7-00047, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 1° ottobre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Pelino, Di Biagio.

Apposizioni di una firma ad una interpellanza.

L'interpellanza urgente Livia Turco e altri n. 2-00177, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 ottobre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Graziano.