XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 15 ottobre 2008

TESTO AGGIORNATO AL 17 FEBBRAIO 2009

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:

La IX Commissione,
premesso che,
l'articolo 16 della Costituzione sancendo che «Ogni cittadino può circolare ...liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale», salvo deroga imputabile a motivi di sanità e sicurezza, configura il diritto alla mobilità ponendo conseguentemente allo Stato l'onere di costituire le condizioni di diritto e di fatto ad esso conseguenti;
un sistema di mobilità pubblica moderna ed efficiente rappresenta un obiettivo strategico per la costruzione di politiche tese a promuovere sviluppo sostenibile, strategie di crescita economica e di progresso sociale, migliori condizioni di tutela della salute dei cittadini nell'ottica e nel rispetto degli accordi del protocollo di Kyoto e del programma di riduzione di gas dannosi dell'Unione europea. Il trasporto su rotaia produce infatti il 92 per cento in meno di anidride carbonica rispetto alle automobili e l'88 per cento in meno rispetto all'aereo;
secondo i dati resi noti dal CENSIS nel mese di marzo 2008, sono più di 13 milioni i pendolari in Italia (pari al 22,2 per cento della popolazione residente). Un dato cresciuto fra il 2001 e il 2007 del 35,8 per cento pari ad un incremento di 3,5 milioni di persone. Secondo l'indagine ISTAT il treno viene utilizzato dal 14,8 per cento dei pendolari, cioè più di 1,9 milioni di persone, per spostarsi in ambito locale e metropolitano, come unico mezzo di trasporto o in combinazione con altri mezzi;
l'offerta di servizi per i pendolari è basata essenzialmente sul trasporto pubblico regionale su ferro, finanziato dalle regioni, e dall'interazione con i treni intercity che, sulle lunghe percorrenze di carattere interregionale, rappresentano, per altro, l'unico mezzo disponibile presso molte stazioni capoluogo di provincia o con un bacino di area vasta anch'esso interregionale;
secondo una indagine svolta, nei mesi scorsi, dalle associazioni dei consumatori, a fronte di una crescita esponenziale delle tariffe i treni intercity impiegano maggior tempo, rispetto a 20 anni fa, per compiere le medesime tratte. Nello specifico per percorrere il tragitto Roma-Milano nel 1987 erano necessarie 5 ore e 5 minuti mentre ora ne occorrono mediamente 5 ore e 56 minuti; nel tratto Torino-Milano siamo passati da 1 ora e 35 minuti del 1985 agli attuali 1 ora e 47 minuti; nel tratto Roma-Napoli siamo passati da 1 ora e 50 minuti a 2 ore e 40;
secondo una indagine di Legambiente, redatta nei mesi scorsi, è emerso che il 30 per cento dei treni utilizzati dai pendolari sul territorio nazionale arriva in ritardo;
si sono moltiplicate, negli ultimi anni, le denunce di associazioni di consumatori, comitati di pendolari e singoli utenti sulle fatiscenti condizioni igieniche dei vagoni. Una situazione riconosciuta da Trenitalia che, nel mese di giugno 2008, ha annunciato di aver stanziato 73 milioni di euro per individuare, attraverso gare europee, nuove imprese di pulizia a cui affidare i servizi;
un servizio di trasporto pubblico su rotaia efficace ed efficiente è un volano insostituibile per promuovere modelli di sviluppo di comunità locali decentrate. La mancanza di infrastrutture viarie capaci di supportare le necessità dei pendolari rappresenta infatti anche un elemento di disgregazione che rischia di compromettere l'equilibrio, le opportunità di crescita e lo sviluppo socio-economico di moltissime realtà di piccole e medie dimensioni: centri che testimoniano e valorizzano la varietà di ricchezze culturali, ambientali e territoriali del nostro paese;

nei mesi scorsi Trenitalia ha provveduto al taglio di numerosi treni intercity ed eurocity su tutto il territorio nazionale. I tagli hanno riguardato in particolar modo la direttrice Roma-Milano causando di fatto gravi disagi e disservizi nei confronti soprattutto degli utenti pendolari;
a seguito di una interpellanza urgente, presentata il 27 maggio 2008 a prima firma Franco Ceccuzzi per contrastare i pesanti tagli agli intercity annunciati da Trenitalia, il Sottosegretario per le infrastrutture e i trasporti Mario Mantovani ha sottolineato che il Ministro Altero Matteoli ha risposto «alle sollecitazioni che sono pervenute dalle amministrazioni locali nonché dalle realtà produttive, ha assunto la determinazione di affrontare personalmente la questione» convocando «il tavolo di concertazione con Trenitalia e le regioni sull'argomento della soppressione dei collegamenti intercity previsti»;
il suddetto tavolo di concertazione ha prodotto il reintegro di sei treni intercity rispetto ai tagli annunciati da Trenitalia;
dal 2009 moltissimi intercity, con l'effettiva introduzione delle linee e dei treni ad alta velocità sulla direttrice nord-sud Milano-Napoli di Trenitalia e dal 2010 anche di un gestore privato, verranno spostati dalle linee «veloci» a quelle «lente»;
tale «declassamento infrastrutturale» comporterà inevitabilmente ulteriori disagi e tagli ai servizi per i pendolari. A partire da una riduzione dell'offerta e da un ulteriore allungamento dei tempi di percorrenza che in alcune tratte strategiche saranno raddoppiati riportando di fatto la frequenza del servizio agli anni '30 del secolo scorso;
è quindi necessario prevedere una serie di interventi infrastrutturali finalizzati al mantenimento di un adeguato servizio di trasporto ferroviario almeno nelle stazioni di media grandezza ubicate su tale asse (Milano-Napoli) e poste tra i vari capoluoghi di regione dove è già annunciata la fermata dei nuovi treni ad alta velocità;
circa il 57 per cento delle ferrovie italiane è a binario unico (9.282 su 16.335 chilometri complessivi);
entro il 2008 si inaugurerà l'era della doppia velocità: quella alta, tra Milano e Napoli, e quella bassa, che riguarderà essenzialmente i pendolari;
attualmente fra la tratta Milano-Roma-Napoli si concentra il 45 per cento dei passeggeri totali;
il 14 marzo 2008 è stato sottoscritto un accordo tra il Ministro dei trasporti e l'amministratore delegato di Trenitalia Spa. Tale accordo ha individuato un perimetro di servizi di trasporto ferroviario di media e lunga percorrenza mantenuti in esercizio (caratterizzati da risultati economici negativi) a fronte dello stanziamento di 104 milioni di euro disposto dalla legge finanziaria per il 2008 (articolo 2, comma 252, della legge 24 dicembre 2007, n. 244);
il 23 ottobre 2007 è entrata in vigore la direttiva 2007/58/CE del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 91/440/CEE del Consiglio relativa allo sviluppo delle ferrovie comunitarie e la direttiva 2001/14/CE relativa alla ripartizione della capacità di infrastruttura ferroviaria e all'imposizione dei diritti per l'utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria;
la finalità di tale direttiva è «l'apertura del mercato dei servizi ferroviari internazionali di trasporto passeggeri all'interno della Comunità» attraverso la promozione di iniziative volte ad incentivare la concorrenza fra le imprese ferroviarie a partire dal «diritto di accesso alle infrastrutture»;
l'articolo 3 della direttiva sopracitata dispone che gli Stati membri devono provvederne al recepimento entro il 4 giugno 2009;

fino ad oggi, a meno di 10 mesi dalla data ultima per recepimento della direttiva 2007/58/CE, il Governo non ha ancora predisposto le disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative per conformarsi alla presente direttiva;
nello scorso mese di luglio una nuova compagnia privata di treni (Ntv) ha annunciato che dal 2011 inaugurerà il trasporto viaggiatori sulla tratta ad alta velocità;
a circa 3 anni dalla entrata in servizio della compagnia privata si registrano già alcune problematiche relative alla reale sostenibilità delle attuali infrastrutture ferroviarie che sembrano oggi insufficienti per poter programmare efficacemente la presenza di più gestori nel trasporto pubblico;
alla luce della attuale carente situazione infrastrutturale ferroviaria nazionale, incapace di sostenere contemporaneamente una concorrenza efficace sulla linea ad alta velocità e l'erogazione di un servizio accettabile per i pendolari, riveste una importanza cruciale l'ammodernamento e il potenziamento della direttrice Firenze-Roma (che presenta ad oggi soltanto due binari, uno per direzione di marcia);
nei giorni scorsi l'autorità per la tutela del mercato e della concorrenza ha avviato infatti una istruttoria nei confronti di Fs e Rfi per ipotesi di abuso di posizione dominante. Secondo l'Authority, sul mercato nazionale dell'accesso alle infrastrutture ferroviarie necessarie allo svolgimento dei servizi di trasporto, e sul mercato nazionale del trasporto ferroviario di passeggeri, con particolare riferimento al trasporto ad alta velocità, l'atteggiamento del gruppo Ferrovie dello Stato, per il tramite delle controllate Rfi Rete Ferroviaria Italiana Spa e Trenitatia Spa, potrebbe configurare un abuso di posizione dominante, in violazione delle norme europee;
la liberalizzazione, la concorrenza e la conseguente frequenza dei treni sulle tratte ad alta velocità rischiano inoltre di creare ulteriori disagi al trasporto locale, soprattutto per quanto riguarda la linea strategica direttissima Firenze-Roma: con la piena funzionalità della linea ad alta velocità (considerata la già citata presenza di due soli binari) sarà infatti impossibile il transito degli intercity, soprattutto nelle tratte orarie di maggiore affluenza, che dovranno conseguentemente utilizzare linee alternative non adatte alla tipologia del servizio ed alle necessità degli utenti;
Giuseppe Maria Reina, Sottosegretario per le infrastrutture e i trasporti, intervenendo in Parlamento il 18 settembre 2008 rispondendo ad una interpellanza presentata dall'onorevole Carlo Emanuele Trappolino, ha sottolineato che «con il completamento dell'Alta velocità, la direttissima Roma-Firenze assumerà la funzione strategica di collegamento delle nuove linee Milano-Firenze e Roma-Napoli e questo porterà a riconsiderare le specifiche tecniche di uso: ciò, però, non comporterà alcuna esclusione dell'Umbria e delle Marche dai collegamenti ferroviari con Roma. Tutto ciò premesso, si conferma la piena disponibilità ad attivare e prendere parte al processo di concertazione con l'impresa ferroviaria e le regioni interessate, finalizzato a definire tempi e modalità per organizzare un'offerta complementare o alternativa ai servizi di media e lunga percorrenza in autonomia commerciale. Parimenti si conferma la disponibilità ad attivare un confronto anche con l'impresa ferroviaria, al fine di verificare la possibilità tecnica di migliorare l'offerta di servizi per i pendolari»;
lo stesso Giuseppe Maria Reina ha inoltre aggiunto che è «attualmente in via di definizione il nuovo contratto di servizio e il relativo paniere dei servizi da regolare per il 2009. L'ampiezza di tale perimetro è funzione, soprattutto, delle risorse pubbliche che saranno stanziate con la legge finanziaria per il prossimo anno: eventuali riduzioni rispetto allo stanziamento necessario comporteranno la corrispondente diminuzione dei servizi contrattualizzati. Ciò, anche in riferimento

alla necessità, evidenziata dall'atto ispettivo, di scongiurare il rischio di marginalità di alcuni territori»;
la legge finanziaria per il 2009 prevede una riduzione del 32,5 per cento delle risorse inizialmente previste per le Ferrovie dello Stato che passano da 3500 milioni di euro a 2363 milioni di euro;

impegna il Governo:

ad intraprendere tutte le iniziative che assicurino, già dall'orario 2009 che sta per entrare in vigore, e comunque per gli anni 2009, 2010 e 2011, l'attuale frequenza e gli stessi tempi di percorrenza del servizio intercity tra Firenze e Roma e garantendone il passaggio sulla tratta strategica direttissima Firenze-Roma, fino a quando non verrà effettuato l'ammodernamento ed il quadruplicamento della linea ferroviaria; tale garanzia dovrà esplicarsi anche mediante accordi con Trenitalia che assicurino che la stessa Trenitalia non possa retrocedere tali treni sulla linea lenta, e prevedendo, quando ciò accada, cospicue penali da rifondere allo Stato ed ai passeggeri;
ad intraprendere tutte le iniziative atte ad informare i passeggeri, ed in particolare i pendolari, che il trasferimento del transito dei treni dalla linea direttissima alla linea lenta significa aumentare i tempi di percorrenza in modo da sopprimere di fatto il servizio intercity ed allinearlo ai tempi dell'interregionale, salvo effettuare meno fermate, ma ad un costo decisamente superiore e non congruo alla tipologia del servizio offerto;
ad intraprendere tutte le iniziative atte a confermare le attuali fermate del servizio Eurostar presso le stazioni di Arezzo, di Chiusi e di Orvieto;
a recepire in tempi brevi la direttiva comunitaria 2007/58/CE al fine di promuoverne i principi e le finalità espresse realizzando una effettiva concorrenza nel trasporto pubblico ferroviario;
a non operare ulteriori tagli di risorse per «scongiurare» come ha ricordato Giuseppe Maria Reina, Sottosegretario per le infrastrutture e i trasporti, «il rischio di marginalità di alcuni territori» e tutelare il diritto alla mobilità dei milioni di pendolari nel nostro paese;
ad assicurare maggiori finanziamenti alle regioni affinché queste ultime attraverso lo strumento del «contratto dei servizi» con Fs o con gestori privati, possano adeguare il materiale rotabile attualmente dedicato al trasporto regionale che non ha le caratteristiche tecniche per raggiungere velocità di crociera pari o superiori ai 200 km/ora necessarie per transitare nelle linee ad alta velocità senza arrecare disturbo al resto del traffico;
ad incentivare accordi di programma tra regioni per l'acquisto di tracce orarie competitive sulla linea alta velocità in fasce orarie di maggior interesse per l'utenza in modo da promuovere, con efficacia, il trasporto dei pendolari soprattutto nelle stazioni dai bacini territoriali di maggiore importanza ma che non rientrano attualmente nel circuito dell'alta velocità;
a redigere, in tempi brevi, uno studio di fattibilità propedeutico alla realizzazione di nuove stazioni ferroviarie «in linea» sulla direttissima Firenze-Roma con particolare riferimento ai centri di Arezzo, Chiusi ed Orvieto. Tale intervento potrebbe assicurare ad un notevole bacino di utenza servizi adeguati e al tempo stesso eviterebbe rallentamenti dei treni ad alta velocità. Va poi sottolineato che tale intervento non sarebbe eccessivamente costoso, grazie anche alla morfologia del territorio interessato ed alla tipologia dell'attuate percorso, in quel tratto della linea veloce;
ad aprire un tavolo di concertazione, nello specifico, con le regioni interessate per verificare la possibilità di realizzare una variante ferroviaria nei pressi del Lago Trasimeno, per permettere al bacino d'utenza dell'Umbria, delle Marche e dell'intero versante adriatico del centro Italia,

attraverso la stazione di Perugia, collegamenti frequenti e rapidi con la direttrice Milano-Napoli.
(7-00061)
«Meta, Ceccuzzi, Velo, Trappolino, Cenni, Cavallaro, Mattesini, Nannicini, Vannucci, Sposetti, Ghizzoni».

...

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

TOMMASO FOTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
in ragione delle istanze di accessione presentate ex articolo 941 del Codice Civile dei terreni posti nel Comune di Calendasco (Piacenza), di fronte alla proprietà dei signori Zaffignani, il Magistrato per il Po di Parma - Ufficio Operativo di Piacenza richiedeva con nota n. 55179 del 13 giugno 2000 parere in linea legale all'Avvocatura dello Stato;
a detta nota seguiva una richiesta di chiarimenti da parte dell'Avvocatura dello Stato, riscontrata dal predetto Ufficio Operativo di Piacenza del Magistrato per il Po di Parma con foglio n. 74528 del 3 agosto 2000;
la competente Filiale Emilia-Romagna dell'Agenzia del Demanio ha sollecitato, con nota n. 16826 del 21 luglio 2005, l'espressione del richiesto parere all'Avvocatura dello Stato, successivamente sollecitato con foglio n. 11117 del 13 luglio 2006 e, da ultimo, il 18 settembre 2008 -:
se siano noti i motivi per i quali l'Avvocatura dello Stato non abbia ancora pronunciato il parere in questione, che come detto risulta più volte richiesto;
se intenda sollecitare la predetta Avvocatura a rendere, con l'urgenza che il caso conclama, essendo oramai passati otto anni dall'iniziale richiesta, il parere che qui interessa.
(4-01328)

SPECIALE e LUCIANO ROSSI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i rapporti con le regioni, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso, osservato e constatato che:
l'impianto di trasporto urbano denominato Minimetrò di Perugia, inaugurato nel gennaio 2008, incassa mediamente meno di 5.000 euro a fronte dei 15.000 euro previsti nel piano economico-finanziario approvato nel luglio 2007;
lo stesso piano economico-finanziario, pur nella speranza del conseguimento di euro 15.000 di incasso giornaliero, prevedeva un deficit programmatodi euro 7.500.000,00 annuo, che quindi è destinato ad aumentare a circa euro 11 milioni annui;
il Minimetrò, contrariamente ai propositi progettuali («Asse portante della mobilità perugina»), non è riuscito a scalfire la pesantezza del traffico automobilistico in nessuna delle aree critiche cittadine e metropolitane, nonostante il suo costo considerevole di circa euro 120.000.000,00;
il progetto originario del Minimetrò (1994) prevedeva di raggiungere il quartiere di Monteluce (con un secondo stralcio), attesa la presenza in questo del policlinico regionale;
il policlinico, però, nel frattempo - come peraltro previsto fin dagli anni '80 - è stato trasferito presso il nuovo complesso «Silvestrini» (Santa Maria della Misericordia), sì che Monteluce, pur con la ristrutturazione urbanistica prevista, è destinato a diventare un quartiere come tanti altri della città di Perugia;

l'area e gli immobili dell'ex policlinico non sono più di proprietà pubblica (regione, università, comune), bensì sono stati ceduti a soggetti privati;
appare evidente agli interroganti che la seconda tratta del Minimetrò fino a Monteluce, lungi dall'essere oggi opera di interesse realmente pubblico, si candida ad essere secondo gli interroganti mero supporto in favore di un singolo investimento immobiliare;
l'accordo di programma tra Governo e Regione dell'Umbria firmato nei giorni scorsi, ripropone il secondo stralcio del Minimetrò fino a Monteluce;
la stampa locale del 10 ottobre ne ha riportato notizia, con l'indicazione di un impegno finanziario stanziato di 100 milioni di euro -:
se il Governo sia a conoscenza dei reali dati socio-economici del Minimetrò;
se il Governo sia a conoscenza che una seconda tratta di Minimetrò, lungi dal migliorare il bilancio economico dell'opera e dal migliorare il traffico cittadino, si risolverebbeper forza di cose in un ulteriore aggravio sulle finanze pubbliche;
se il Governo ritenga opportuno assumere iniziative affinché la cospicua somma indicata in premessa possa essere utilizzata per opere realmente capaci di risolvere - o almeno lenire in misura apprezzabile - il traffico nella città di Perugia e tra la città di Perugia e i comuni dell'hinterland.
(4-01344)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
venerdì 10 ottobre 2008, nel corso della sua ennesima visita a Napoli, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha dichiarato, fra l'altro: «Il quinto inceneritore si farà. Perché non si possono impiegare anni e anni a bruciare qualcosa come 7, 8 o 10 milioni di ecoballe. E si farà anche perché potrebbe dare una mano ai problemi di crisi rifiuti denunciati dalle regioni confinanti»;
è stato preannunciato sulla stampa un decreto-legge del Governo che pare preveda inasprimenti di pena nei confronti sia dei responsabili di inquinamenti sia dei responsabili dei provvedimenti antinquinamento che non abbiano assolto adeguatamente i loro compiti;
sulla Gazzetta Ufficiale n. 120 del 23 maggio 2008 è stato pubblicato il decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, «Misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e ulteriori disposizioni di protezione civile»; il decreto-legge suddetto è stato convertito, con modificazioni dalla legge 14 luglio 2008, n. 123;
l'articolo 11 del decreto legge suddetto, rubricato: «Raccolta differenziata», contiene una lunga serie di prescrizioni rivolte a vari enti, al fine dell'incremento della raccolta differenziata nella Regione Campania -:
come sia possibile la costruzione di un quinto inceneritore nella Regione Campania, alla luce del fatto che in tale Regione non è ancora entrato in funzione un solo inceneritore e della constatazione che la situazione ambientale esistente non permette di prevedere, nel giro dei prossimi anni, un'evoluzione tale per cui la Campania, oltre a gestire i propri rifiuti, possa accollarsi anche quelli delle regioni confinanti;
per quali ragioni sia stato deciso il ricorso ad un nuovo decreto-legge, alla luce del fatto che il Parlamento ha convertito in legge solamente tre mesi fa il decreto-legge di cui in premessa, contenente una normativa organica e completa che deve essere attuata in tutte le sue parti;
in particolare, rispetto al dispositivo dell'articolo 11 citato:

a) quale sia la situazione della raccolta differenziata in Campania, comune per comune e quali siano stati gli incrementi registrati dopo l'entrata in vigore del decreto-legge n. 90/08;
b) quali siano state le misure adottate dai Presidenti delle province della regione Campania per disincentivare l'utilizzo dei beni «usa e getta» (comma 5);
c) quali siano state le iniziative adottate, anche in forma associata, dai Sindaci dei comuni della regione Campania, per favorire il compostaggio domestico dei rifiuti organici (comma 6);
d) se le sedi della pubblica amministrazione, della grande distribuzione, delle imprese con personale dipendente superiore a cinquanta unità, dei mercati all'ingrosso e ortofrutticoli della Regione Campania abbiano provveduto alla raccolta differenziata ed in particolare se abbiano assicurato il corretto smaltimento degli imballaggi nelle piattaforme esistenti o da realizzare; se i rappresentanti legali degli enti predetti abbiano comunicato i dati relativi al sottosegretario di Stato ad hoc (comma 7);
e) se il Ministro dell'ambiente abbia emanato il decreto contenente le modalità tecniche, finanziarie ed organizzative necessarie ad assicurare l'uniformità di indirizzo e l'efficacia delle iniziative attuative della campagna di comunicazione di cui al comma 10;
f) se il Ministro dell'ambiente ritenga «adeguato alla popolazione residente» il progetto di raccolta rifiuti porta a porta attivato a Napoli dall'azienda Asia: secondo le previsioni tale progetto interesserà entro la fine del 2008 solamente 120 mila cittadini napoletani;
g) se si sia esaminata, come chiesto con l'ordine del giorno 9/1145-A-R/6 la possibilità di realizzare piattaforme ecologiche nelle aree di insediamento produttivo laddove non comprometta la corretta gestione delle aree medesime e quale ne sia stato l'esito.
(4-01345)

DE BIASI e GHIZZONI. - Al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro per la semplificazione normativa. - Per sapere - premesso che:
il 3 ottobre 2008 il Consiglio dei ministri ha approvato il testo del disegno di legge sul federalismo fiscale nella versione uscita dalle Conferenze Stato-Regioni e Unificata e il problema di Roma Capitale non risulta trattato all'interno di quel testo medesimo -:
come mai, alla fine della riunione del Consiglio dei Ministri il senatore Calderoli e il collega di Governo alle infrastrutture, onorevole Altero Matteoli, abbiano ufficialmente dichiarato che era stato approvato assieme al testo sul federalismo fiscale un emendamento molto corposo, chiamato «articolo aggiuntivo», col quale al nuovo Ente Roma Capitale venivano, fra le altre cose, trasferite:
a) «tutela e valorizzazione dei beni storici, artistici, ambientali e fluviali» (sin qui storiche competenze statali o demaniali);
b) funzioni come urbanistica e pianificazione delegate da decenni alle Regioni e quindi alla Regione Lazio, che, invece, non compare in alcun modo, per quanto risulta agli interroganti, nel testo del disegno di legge in questione su cui hanno dato il necessario parere le Conferenze Stato-Regioni e Unificata.
(4-01347)

...

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta scritta:

LO MONTE e BRUGGER. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il 1o luglio 2008, con avviso pubblico depositato anche all'albo pretorio dei comuni

interessati, la Snam Rete Gas Spa ha presentato al Ministero dell'Ambiente ed al Ministero dei Beni Culturali istanza di pronuncia di compatibilità ambientale per il progetto denominato «Iniziativa Sealine Tirrenica», nell'ambito del quale intende realizzare, in frazione Marina del comune di Monforte San Giorgio (Messina), una Centrale di compressione del gas da 50 Mw;
la stessa società avrebbe individuato nell'area interessata, pari a circa 25 ettari di terreno, uno snodo strategico per il potenziamento dell'importazione di gas naturale dal nord Africa (Algeria) fino alla Campania. Dall'insediamento industriale di Monforte, infatti, è prevista, per il trasporto del gas naturale, una condotta sottomarina da 245 Km fino a Policastro Bussentino, nello specchio di mare antistante la Sicilia, la Calabria, la Basilicata e la Campania;
l'opera di per sé è sicuramente utile, ma, come tutte le infrastrutture a sostegno dello sviluppo, non deve concorrere allo sviluppo disordinato, al degrado ambientale, alla trasformazione violenta del territorio, e la sua allocazione rientra nella più grande questione della pianificazione delle opere strategiche per le quali è necessaria l'individuazione ordinata dei siti strategici;
il Presidente dell'Associazione T.A.T-Sicilia sede di Milazzo Dott. Giovanni Marafioti, associazione che ha fra i suoi scopi, la tutela dell'ambiente e dei territorio, soprattutto quelli ad alta qualità di rischio per inquinamento atmosferico, ha inviato il 29 agosto 2008, al Ministro interpellato ed all'Assessorato Provinciale al Territorio le sue osservazioni al documento «Studio Impatto Ambientale» elaborato dalla Snam Rete Gas, rilevando che: «Il territorio interessato dagli interventi descritti nel documento citato in oggetto presenta un quadro molto complesso determinato da un uso disordinato e fortemente degradato, oltre alla contiguità con l'Area ad alto rischio di crisi ambientale a suo tempo decretata e dove siamo ancora in attesa dei risultati della indagine epidemiologica commessa dalla Regione Sicilia alla O.M.S. A miglior intelligenza si ricorda che il decreto si rese necessario per il rilevante incremento di decessi per neoplasie e numerosi casi di malattie croniche respiratorie, la O.M.S. venne coinvolta quando si verificò anche un caso di sclerosi multipla amiotrofica laterale. Tutti casi generati da un ambiente malato, per effetto dei veleni immessi in atmosfera dalle industrie pesanti della zona, e quasi nulla sappiamo dello stato del suolo e sottosuolo. Un alto degrado fisico generato da un incontrollato e disordinato sviluppo, più occasionale che pianificato, e quello che è peggio che tutto ciò è altamente visibile e percettibile al più semplice dei cittadini, tranne ad un certo potere che figurativamente soccombe al ricatto occupazionale. In tale sintetico quadro si intende inserire una infrastruttura tecnologica che secondo mio sommesso parere è fortemente impattiva ed accresce ulteriormente il degrado fisico e limita ulteriormente altre forme di sviluppo socio economico nonchè quelle di tipo culturale»;
sempre tra le osservazioni del Dott. Marafioti si legge testualmente che: «L'opera genera una compromissione territoriale irreversibile, producendo ulteriori emissioni in atmosfera, oltre a quelle immesse dalla centrale di San Filippo del Mela, dalla Raffineria di Milazzo e di altre attività di cui ogni giorno si percepiscono i miasmi.» e si conclude che:
a) la centrale di compressione non è a zero emissioni e produce forti alterazioni ambientali con ulteriore grave squilibrio territoriale;
b) non è garantita la protezione dei sistemi urbanizzati in caso di eventi negativi;
c) l'intervento limita ulteriormente altre forme di sviluppo, condannando la intera zona a destinazione prettamente industriale in un momento in cui la evoluzione socio economico spinge verso lo sviluppo di qualità turistica;

d) l'opera è stata valutata su un impatto territoriale ridotto, l'impatto deve essere esteso su scala provinciale;
e) non vengono espresse le forme di garanzie reali sulla sicurezza, sulla non nocività e sulla non pericolosità.»;
il sito scelto per la localizzazione della centrale di compressione di gas naturale (Monforte S. Giorgio - Sicilia) ricade in area costiero-alluvionale, in prossimità di importanti infrastrutture viarie e aree urbane, ma soprattutto confina sul lato occidentale con la fiumara Niceto, a rischio di esondazione, mentre sul perimetro settentrionale si posiziona a poche centinaia di metri da un tratto di litorale ad elevato rischio per erosione costiera;
le valutazione e le analisi di pericolosità idraulica del sito non risultano, secondo gli interpellanti, adeguatamente approfondite e non tengono conto che fenomeni di rotture arginali si sono verificati in passato a monte del sito con esondazione nel settore di destra idraulica della fiumara Niceto, in corrispondenza del sito in esame e fino all'abitato di Monforte Marina;
il 27 agosto 2008 la provincia regionale ha portato all'attenzione del titolare del procedimento di valutazione di impatto ambientale (il Ministero dell'Ambiente) le seguenti osservazioni: «Le valutazioni e le analisi sull'andamento della superficie piezometrica della falda freatica nel settore costiero ove insisterebbe l'opera sono carenti, basate su informazioni e dati probabilmente errati (come riconosciuto dallo stesso redattore dello studio ambientale)», «Rispetto al quadro vegetazionale si ritiene che vadano adeguatamente approfondite le interferenze tra l'opera in progetto, l'occupazione del sito e la vegetazione delle aree umide e delle fiumare e in particolare la presenza dell'associazione LotoHelichrysetum italici e Senecioni-Helichrysetum italici, anche per la presenza di Senecio gibbosus, specie endemica del messinese», «Riguardo agli aspetti di inserimento ambientale e paesaggistico, infine, si segnala che il sito ricade entro 500 m dalla battigia, al confine del sito di interesse nazionale "area industriale di Milazzo" con le relative problematiche di inquinamento e di impatto sull'ambiente»;
invero l'insediamento della centrale contrasta, sotto un altro aspetto, con la programmazione degli strumenti urbanistici generali, territoriali e di settore degli enti interessati al governo del territorio. Inoltre compromette lo sviluppo economico-sociale connesso a scelte attuabili e sostenibili, per implementare l'occupazione e spoglierebbe gli enti locali dell'autonomia di programmazione volta al migliore conseguimento del pubblico interesse;
il Consiglio Comunale di Manforte San Giorgio, nel ribadire «che le scelte sul proprio territorio appartengono in modo prioritario ai cittadini e ai loro organi rappresentativi», ha dato mandato la sindaco Dott. Nino Romanzo di formalizzare entro i termini previsti davanti alle autorità competenti, in primo luogo il Ministero dell'ambiente chiamato a pronunciarsi sulla V.I.A (valutazione impatto ambientale), le opportune osservazioni, ed inoltre, di coinvolgere tutte le associazioni ambientaliste, i comitati spontanei e le collettività socialmente interessate al fine di sensibilizzare le forze politiche sui gravi danni che deriverebbero dalla eventuale realizzazione del progetto Snam;
in ordine alla procedibilità dell'istanza di compatibilità ambientale presentata al ministero competente dalla «Snam Rete Gas Spa» il Sindaco di Monforte San Giorgio, nell'esperire il suddetto mandato, eccepisce che: «L'articolo 21, del Decreto Legislativo n. 4 del 2008 "Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale", in stretta correlazione con i precedenti articoli 19 e 20, al fine di addivenire all'indispensabile contemperamento sostanziale dei rispettivi interessi del soggetto proponente e degli Enti necessariamente coinvolti dall'iniziativa, disciplina le modalità

per la conseguente elaborazione bilanciata dello studio d'impatto ambientale. In tale contesto normativo, un ruolo fondamentale ha la fase di consultazione in cui l'Autorità competente si pronuncia sulle condizioni per l'elaborazione del progetto e dello studio d'impatto ambientale, esamina le principali alternative, compresa l'alternativa zero, verifica, con riferimento alla localizzazione, l'esistenza di eventuali elementi di incompatibilità. La stessa Autorità in carenza di tali elementi indica le condizioni per ottenere, in fase di presentazione del progetto Definitivo, i necessari atti di consenso. Nella fattispecie la mancata attivazione di tale procedura, da parte del proponente "Snam Rete Gas Spa" ha precluso l'informazione ed il necessario confronto con le Amministrazioni interessate, generando la redazione di uno Studio d'Impatto Ambientale unilaterale, incompleto, astruso dal contesto territoriale ed economico-sociale su cui l'opera incide, in totale dispregio ai principi costituzionali su cui si fonda l'autonomia degli Enti Locali»;
d'altra parte gli stessi studi effettuati dalla Snam, benché non sia stato possibile partecipare nella fase di analisi dei dati, per le carenze procedimentali sopra segnalate, evidenziano che l'impatto in termini di immissioni e di asservimento del territorio, seppure astrattamente compatibili con i «limiti massimi previsti per le zone industriali», sono del tutto inaccettabili ove si tenga conto della vocazione agricolo-turistica del territorio e dell'aggravio insostenibile che tali impianti provocano sulle zone interessate; riguardo alle ripercussioni che l'impatto del progetto avrebbe sul versante economico-sociale si precisa che esso comprometterebbe irrimediabilmente la vocazione turistica del territorio che per quattro mesi all'anno costituisce elemento di principale sostentamento dell'economia locale e per la quale sono stati effettuati e sono programmati interventi di sviluppo e sostegno, con afflussi di villeggianti che interessano il lido in misura considerevole, oltre all'indotto, costituito da una rete d'iniziative commerciali e finanziarie dedicate alle attività economiche suddette, che operano in stretta correlazione e che costituiscono il tessuto connettivo sul quale si sostiene la Frazione Marina di Monforte San Giorgio;
inoltre, sempre sull'area interessata dall'iniziativa, è programmata la realizzazione di una struttura turistica alberghiera, proposta dalla Società Marina di Monforte S.r.l., consistente nella previsione di un villaggio turistico e di un albergo con i quali si prevede d'implementare ulteriormente l'occupazione fino a 673 unità direttamente impiegate (oltre l'incremento derivante per l'indotto). L'area localizzata per la realizzazione di tale struttura interesserebbe una vasta porzione della stessa zona successivamente individuata dalla Snam Rete Gas per l'impianto della centrale di compressione, tale da costituire un'inconciliabile sovrapposizione;
l'Assessorato all'Industria della Regione Siciliana ha convocato per l'8 ottobre 2008, i Sindaci dei comuni interessati ed i rappresentanti di «Snam Rete Gas Spa» a partecipare ad un tavolo tecnico ove verranno poste sul tappeto le problematiche legate al progetto ed eventuali e possibili ipotesi risolutive partecipate e condivise -:
se alla luce delle suddette osservazioni, anche con riferimento alle carenze e violazioni delle disposizioni in materia di partecipazione e trasparenza del procedimento amministrativo rilevate dagli interpellanti, anche ritenendo che le stesse incidono sulla procedibilità stessa dell'istanza prodotta dalla Snam, non ritenga di dover respingere il progetto, esprimendo, ai sensi dell'articolo 15 del decreto legislativo n. 4 del 2008, parere negativo.
(4-01324)

PALAGIANO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il bacino del Vallone Porto, nel comune di Positano, rappresenta nel suo

insieme un geosito di grande valore paesaggistico ed ambientale nel contesto geografico della Costiera amalfitana, già dal 1997 iscritta dall'UNESCO nell'elenco dei beni Patrimonio Mondiale dell'Umanità;
l'area è inserita in un sito di interesse comunitario (SIC IT8050051);
la zona, nel cuore del Parco dei Monti Lattari, è caratterizzata da importanti specie faunistiche e vegetazionali, anche in via di estinzione, ed è sottoposta a vincolo paesistico-ambientale;
la regione Campania ha erogato dei finanziamenti per i lavori di sistemazione idraulico-forestale per la mitigazione del rischio da dissesto idrogeologico della rete idrografica del Vallone Porto-Arienzo nel comune di Positano;
per contrastare questo dissesto idrogeologico il Comune di Positano vorrebbe realizzare lunghe briglie in cemento armato, pavimentare un antico sentiero sterrato, eliminare tutte le essenze arboree lungo il letto del torrente, sistemare i versanti marginali l'asse del torrente tramite il taglio della vegetazione ripariale e la costruzione di palizzate e gabbionate a contenimento delle scarpate;
molti cittadini si sono mobilitati, anche attraverso una petizione, per impedire che il progetto di mitigazione del rischio idrogeologico si realizzi in questi termini, compromettendo l'integrità dell'oasi di Vallone Porto;
il WWF Italia, insieme a Lega Ambiente ed Italia Nostra, ha commissionato diverse perizie geologiche, botaniche e zoologiche nell'area del Vallone Porto di Positano, che hanno dimostrato l'inefficacia, il danno ambientale e le numerose controindicazioni di questa opera -:
se il Governo sia a conoscenza di questa situazione e quali iniziative intenda intraprendere, affinché gli interventi di messa in sicurezza siano compatibili con le esigenze di tutela paesistica, ambientale e del patrimonio floro-faunistico della zona.
(4-01325)

ALESSANDRI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il Decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 8 aprile 2008 stabilisce la classificazione delle aree di stoccaggio provvisorio dei rifiuti in Centro di raccolta rifiuti (autorizzazione comunale) e Piattaforma per la raccolta dei rifiuti (autorizzazione provinciale);
decorsi 60 giorni dall'approvazione della deliberazione dell'Albo nazionale dei gestori di rifiuti (deliberazione in GU del 3 settembre 2008), le Amministrazioni non potranno più conferire i rifiuti inerti e i rifiuti provenienti dallo spazzamento stradale ai Centri di raccolta rifiuti, ma esclusivamente alle Piattaforme di autorizzazione provinciale;
numerose amministrazioni, per vincoli territoriali, urbanistici o economici non possono trasformare i propri Centri di raccolta in Piattaforme, ovvero creare ex novo sul proprio territorio nuovi centri di smaltimento rifiuti;
tali situazioni obbligheranno a conferire gli inerti a Piattaforme ubicate a volte molto distanti dal Comune di provenienza, con evidente aggravio di costi, con aumento dell'inquinamento atmosferico e con appesantimento del traffico veicolare; la medesima difficoltà è stata espressa da diverse Amministrazioni comunali in quanto obbligheranno le spazzatrici stradali a scaricare il proprio rifiuto sempre in aree non ubicate nel comune ove il rifiuto è prodotto -:
quali provvedimenti o iniziative intenda eventualmente adottare per risolvere la questione riportata in premessa ed evitare che essa rappresenti e si consolidi come una situazione inopportunamente onerosa per i cittadini e la competente amministrazione pubblica.
(4-01327)

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

VANNUCCI e DE TORRE. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
i Bronzi Dorati da Cartoceto di Pergola rappresentano un bene archeologico di straordinario valore universalmente riconosciuto;
la lunga controversia circa l'assegnazione del bene per la sua esposizione si è definitivamente conclusa con la sentenza del Consiglio di Stato che assegna definitivamente il bene al Museo di Pergola, dove correttamente si trovano;
allo scopo da anni il Comune di Pergola, in base al decreto ministeriale 30 giugno 1993, ha infatti realizzato presso l'ex Convento di San Giacomo, messo a disposizione dall'Amministrazione Provinciale di Pesaro e Urbino, una sede museale configurata quale Centro Operativo Museale alle dipendenze delle Soprintendenze per i Beni Ambientali e Architettonici, per i Beni Archeologici e per i Beni Artistici e Storici delle Marche, con impegno finanziario notevole;
la sede museale è stata realizzata secondo i più moderni accorgimenti scientifici che hanno determinato alti costi di realizzazione e determinano notevoli costi di gestione;
il Comune di Pergola e l'Amministrazione Provinciale di Pesaro e Urbino hanno garantito in tutti questi anni la gestione del Museo di Pergola con iniziative ed aperture al pubblico e riconosciuto successo di visitatori;
si sono svolti numerosi e qualificati programmi di valorizzazione culturale con oneri a carico esclusivo del Comune e dell'Amministrazione Provinciale;
il Ministero non ha mai partecipato alle spese per il funzionamento del Museo pur avendo la titolarità del bene;
le amministrazioni locali si trovano in comprovate difficoltà finanziarie;
è assolutamente impensabile non continuare a valorizzare e fare beneficiare i cittadini di un bene così prezioso quali i Bronzi dorati da Cartoceto di Pergola -:
se il Ministero intenda riconoscere agli enti interessati sia pur parzialmente gli oneri fin qui sopportati e partecipare ad un rinnovato programma di valorizzazione che sfrutti appieno le grandi potenzialità del bene archeologico in premessa assumendo l'iniziativa per un rilancio dell'azione programmatica.
(5-00450)

Interrogazione a risposta scritta:

LABOCCETTA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il comprensorio dei Campi Flegrei costituisce una delle aree della Regione Campania a forte caratura ambientale, storica ed archeologica. Il territorio flegreo è costituito da un sistema di antichi crateri vulcanici in cui è tutt'ora possibile osservare i fenomeni di vulcanesimo attivo della Solfatara, le manifestazioni idrotermali di Pozzuoli, Baia, Miseno, Fusaro, il lago craterico dell'Averno ed un numero notevole di rilievi conici e seni marittimi di natura vulcanica. Le colline sono contraddistinte dal tufo giallo flegreo e da una grande variabilità del paesaggio determinata dall'insieme delle colline stesse, dai crateri, dalle coltivazioni di vite e agrumi a terrazze, dalla vegetazione agricola, dalla macchia mediterranea e dai boschi, dalla presenza dei 4 laghi - Fusaro, Miseno, Lucrino e Averno - nonché dalla bellezza mutevole della linea di costa;
in tale incomparabile scenario è distribuito un patrimonio archeologico di

straordinario valore culturale: a Pozzuoli l'anfiteatro Flavio, l'anfiteatro minore; «l'Arco Felice», l'antro della Sibilla, la grotta di Cocceio, la necropoli di S. Vito, il parco archeologico di Cuma, il tempio di Augusto, il tempio di Serapide; a Bacoli le Cento Camerelle, la grotta della Dragonara, il parco archeologico e monumentale, la Piscina Mirabilis, il Sacello degli Augustali; la Tomba di Agrippina tanto per citare i più noti. I Campi Flegrei, pertanto, costituiscono un unicum inscindibile e raro per cui già negli anni `50 fu deciso di vincolare ai sensi delle leggi n. 1497 del 1939 e n. 1089 del 1939 l'intero territorio dei Comuni di Bacoli, Monte di Procida e Pozzuoli ai fini della tutela del paesaggio e del patrimonio archeologico;
dopo aver subito il lento ma inesorabile declino delle attività delle grandi industrie - Italsider, Alenia, Olivetti, Pirelli, Sofer, Italcementi - e della marineria, l'area flegrea si caratterizza attualmente per un'economia di tipo turistico- commerciale, fondata su attività stagionali legate al turismo «mordi e fuggi», spesso di scarsa qualità e per l'abusivismo edilizio che continua ad offendere irreversibilmente la sacralità culturale dei luoghi ed il patrimonio archeo-paesaggistico;
la dismissione delle grandi industrie e la costruzione della tangenziale di Napoli, infatti, negli anni '80/'90 hanno dato il via ad una brutale urbanizzazione, troppo spesso abusiva, che leggi e prassi amministrative non sono riuscite a governare al punto che ancora oggi essa prosegue indisturbata ponendo il territorio a serio rischio di perdere il suo straordinario patrimonio;
in questo scenario di ordinario abusivismo, il 15 settembre 2008, il consigliere regionale della Campania, Pietro Diodato, dagli schermi di Televomero, ha denunciato una serie corposa di abusi edilizi commessi dal Sindaco e dall'Assessore all'Ambiente ed all'Urbanistica del Comune di Bacoli;
in particolare, il Sindaco Antonio Coppola, lungi dal proteggere quanto resta dell'antico Balneum Solis et Lunae descritto da Pietro da Eboli nel «De Balneis Puteolanis», - come risulta dalle foto riportate da La Repubblica del 24 agosto 2008 - avrebbe provveduto (essendone comproprietario) a «riqualificare» la ex villa Gallo, ubicata in via Montegrillo a Baia, con fondi pubblici ai sensi della legge 219 del 1981 ed uno stanziamento di un non meglio precisato «ente per iniziative turistiche», mutandone l'originaria funzione di residenza ad uso privato in un ameno «Centro Benessere Coppola» definito dallo stesso sindaco come un raro esempio di restyling illuminato e rispettoso dell'ambiente;
per rendere la struttura più confacente alla nuova destinazione d'uso, il Sindaco Coppola sarebbe stato autorizzato ad aumentarne le originarie volumetrie del 20 per cento. Espansione che interessa particolarmente l'ala del fabbricato più prossima all'ex caricatoio della pozzolana, che è proprio uno dei tratti più suggestivi della costa flegrea;
agli atti esiste un'ordinanza di sequestro e quindi di demolizione ad opera della Capitaneria di Porto di un accesso veicolare del tutto abusivo, costruito in cemento armato nei pressi della cosiddetta spiaggia di Venere;
il Sindaco Coppola risulterebbe proprietario di un appartamento sito in via delle Terme Romane a Baia ove in seguito a sopralluogo compiuto dal Comando Polizia Municipale e U.T.C. fu riscontrato che l'intera cucina era stata costruita abusivamente e, cosa incredibile, la conseguente ordinanza di demolizioneera stata indirizzata alla vecchia proprietaria nonostante che la dichiarazione di inizio attività ed il titolo di proprietà recassero il nome del nuovo acquirente dell'immobile;
la villa di proprietà Coppola, ubicata a Baia alta - tra la zona dello Scalandrone e via Petronio Arbitro - attualmente adibita a locale commerciale (La Baia dei Cesari) gestito dall'ex moglie del Sindaco di Bacoli, sarebbe stata oggetto di un sopralluogo dell'U.T.C. e del Comando

di Polizia Municipale nel corso del quale l'Ufficio Tecnico riscontrava notevoli abusi edilizi;
risulterebbe inoltre che il dottor Antonio Tosi - assessore all'Ambiente e all'Urbanistica dal 2005 della ridente cittadina flegrea - ha ricevuto diverse ordinanze di demolizione per una storia di abusi edilizi compiuti nella villa di sua proprietà ubicata in via Pennata a Bacoli -:
di quali elementi disponga il Governo sulla vicenda e, ove mai tali circostanze dovessero effettivamente rivelarsi fondate, quali urgenti iniziative intendano assumere per rimuovere dalla guida dell'Amministrazione Comunale di Bacoli il Sindaco Antonio Coppola e l'Assessore all'Ambiente ed all'Urbanistica, dottor Antonio Tosi.
(4-01346)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MISIANI e CODURELLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, conferisce funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59, come modificato dall'articolo 1, comma 194, della legge 27 dicembre 2006, n. 296;
in particolare, l'articolo 66 del decreto legislativo n. 112 del 1998, prevede tra le funzioni conferite agli enti locali quelle relative alla conservazione, utilizzazione e aggiornamento degli atti del catasto terreni e del catasto edilizio urbano, nonché la partecipazione al processo di determinazione degli estimi catastali;
l'articolo 1, commi 194-200, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, prevede l'emanazione di uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, adottati previa intesa tra l'Agenzia del territorio e l'Associazione nazionale comuni italiani, recante l'individuazione dei termini e delle modalità per il graduale trasferimento delle funzioni, tenendo conto dello stato di attuazione dell'informatizzazione del sistema di banche dati catastali e della capacità organizzativa e tecnica dei comuni interessati, anche in relazione al potenziale bacino d'utenza;
la sentenza n. 4259 del 15 maggio 2008, del Tribunale amministrativo regionale del Lazio, Sezione II, di fatto ha annullato gli effetti del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 giugno 2007, il quale dettava le procedure per trasferire ai comuni la gestione in forma diretta delle funzioni e dei processi catastali;
la sentenza ha determinato una ulteriore difficoltà a realizzare compiutamente il decentramento delle funzioni in materia di catasto, avviato oltre 10 anni orsono, e che le ragioni di questa riforma - ulteriormente rafforzate dai principi stabiliti dal nuovo Titolo V della Costituzione - sono di grande attualità e vanno ricercate nell'ammodernamento della pubblica amministrazione, nella esigenza della implementazione dei sistemi informativi territoriali, nella riduzione degli spostamenti da parte del cittadino/utente, nonché nella opportunità di avere finalmente sotto controllo un insieme di dati aggiornati di enorme utilità per le politiche tributarie;
ad esempio, nella provincia di Lecco - ma forse il paragone può essere esteso a tutto il territorio nazionale - sono attualmente solo 6 su 90 i comuni che si sono convenzionati con l'Agenzia del territorio per gestire in modo decentrato poche funzioni legate soprattutto alla visura dei dati catastali;
di contro, le recenti rilevazioni dei gestori dei servizi idrici ed elettrici per la formazione di una anagrafe catastale delle

utenze, hanno visto centinaia di migliaia di cittadini trovarsi nella necessità di ricercare i dati relativi alla loro proprietà, e che questa operazione risulterebbe decisamente più agevole rivolgendosi al proprio comune di residenza, soprattutto per gli anziani e per gli abitanti delle aree montane;
a seguito degli adempimenti di cui sopra emerge un numero incredibilmente alto di incongruenze tra i dati in possesso dei proprietari e i dati contenuti nel sistema informativo del Catasto, che determina un lavoro straordinario e non indifferente di rettifica -:
quali siano le iniziative normative, finanziarie ed organizzative che il Governo intende adottare, così superando anche i rilievi avanzati dalla richiamata sentenza del Tar Lazio, per avviare e concludere in tempi ragionevoli il processo di trasferimento ai comuni, singoli o associati, delle funzioni e dei processi catastali, in particolare come intenda procedere relativamente a:
a) quantità e qualità delle funzioni trasferite ai comuni e quelle che rimangono in capo all'Agenzia del territorio;
b) incentivi finanziari ai comuni per l'assunzione delle funzioni catastali;
c) procedure per ridurre le anomalie e i ritardi delle trascrizioni catastali;
d) ruolo del decentramento del catasto rispetto al federalismo fiscale di prossima promulgazione.
(5-00451)

MISIANI, CODURELLI e SCHIRRU. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con la previsione, introdotta dall'articolo 1, comma 337, della legge n. 266 del 2005, della possibilità di poter devolvere il 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche ad alcune finalità di pubblica utilità, il legislatore ha inteso promuovere un canale diretto di finanziamento da parte dei contribuenti delle attività di volontariato sociale;
per il solo 2006 (unica annualità per la quale si abbiano i dati definitivi degli esclusi) risultano essere ben 5.609 le organizzazioni cancellate dagli elenchi dei beneficiari da parte dell'Agenzia delle entrate (pari a circa il 20 per cento del complesso di ONLUS, volontariato, associazioni e fondazioni), eliminando di fatto la preferenza data da 644.052 contribuenti in sede di dichiarazione dei redditi;
la maggior parte degli enti esclusi ha commesso solo errori meramente formali all'atto della domanda. Ad esempio, «l'associazione Fabio Sassi, ONLUS dignità alla fine della vita» di Lecco si è vista escludere dagli elenchi in quanto in prima istanza non aveva prodotto - insieme alla dichiarazione sostitutiva dell'atto notorio - copia del documento di riconoscimento del legale rappresentante, consegnato successivamente, peraltro in tempo utile rispetto alla richiesta dell'Agenzia delle Entrate Direzione Regionale Lombardia;
la cancellazione di migliaia di realtà è un fatto molto rilevante, poiché investe non solo le organizzazioni sociali interessate, ma anche i cittadini contribuenti che hanno dato loro fiducia, scegliendole come destinatarie del 5 per mille;
la promozione da parte delle realtà escluse in sede civile di un contenzioso in sede civile rischierebbe di rallentare ulteriormente le procedure di assegnazione dei contributi del 5 per mille -:
quali iniziative urgenti il Ministro intenda assumere affinché tali associazioni, iscritte nell'elenco degli enti del volontariato dell'Agenzia delle Entrate ma dalla stessa escluse dall'attribuzione di quota parte del 5 per mille a causa di errori meramente formali, possano essere riammesse negli elenchi al fine di poter beneficiare del contributo.
(5-00452)

Interrogazione a risposta scritta:

BRANDOLINI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1 del decreto-legge n. 93 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 126 del 2008, prevede l'esenzione dall'ici per le abitazioni principali e per le unità immobiliari ad esse assimilate;
il secondo comma della legge n. 126 del 24 luglio 2008, dispone quanto segue: «Per unità immobiliare adibita ad abitazione principale del soggetto passivo si intende quella considerata tale ai sensi del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, e successive modificazioni, nonché quelle ad esse assimilate dal comune con regolamento o delibera comunale vigente alla data di entrata in vigore del presente decreto...»;
la risoluzione n. 12/DF del 5 giugno 2008, emanata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, «chiarisce» che l'esenzione in questione si estende anche a tutte le unità immobiliari assimilate per regolamento all'abitazione principale, poiché «nel concetto di assimilazione vanno ricomprese tutte le ipotesi in cui il Comune, indipendentemente dalla dizione utilizzata, ha inteso estendere i benefici previsti per le abitazioni principali... indipendentemente dalla circostanza che il Comune abbia assimilato dette abitazioni ai soli fini della detrazione e/o dell'aliquota agevolata...»;
al punto n. 10, la medesima risoluzione «chiarisce» che: «In merito, invece, alle "unità immobiliari locate con contratto registrato ad un soggetto che le utilizzi come abitazione principale", si deve precisare che la norma in esame consentiva ai comuni soltanto di estendere l'aliquota ridotta a favore dei soggetti ivi indicati, ma non di assimilare dette unità immobiliari all'abitazione principale. Pertanto non è possibile riconoscere a questa specifica fattispecie l'esenzione disposta dall'articolo 1 del decreto-legge n. 93 del 2008, poiché non si configura un'ipotesi di assimilazione, a meno che questa non sia stata espressamente prevista nel regolamento comunale, vigente alla data del 29 maggio 2008»;
in sede di prima applicazione delle nuove disposizioni considerato il testo della norma ed i chiarimenti ministeriali, la maggior parte dei proprietari di unità immobiliari locate che - sulla base di regolamenti comunali sono equiparate ai fini dell'aliquota ici alla abitazione principale - non hanno provveduto al versamento dell'imposta in quanto hanno ritenuto di essere esentati dal pagamento, nonostante permangono dubbi e perplessità in quanto, come precisato anche dalla risoluzione n. 12/DF 2008, impropriamente assimilate all'abitazione principale -:
quale sia la posizione del ministero in merito alla controversa interpretazione della risoluzione n. 12/DF 2008 riguardante l'esenzione ici per le unità immobiliari locate con contratto registrato a soggetto che le utilizzi come abitazione principale;
qualora confermi l'orientamento espresso dalla risoluzione n. 12/DF 2008, se non ritenga opportuno emanare una ulteriore risoluzione che chiarisca definitivamente la questione.
(4-01337)

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

HOLZMANN. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
a Bolzano esiste un carcere perennemente sovraffollato e fatiscente, collocato nel centro della città;
tale struttura non è idonea né per i detenuti, né per il personale della Polizia Penitenziaria che a causa della tipologia delle celle è costretto ad intervenire in situazioni di pericolo;

da anni si parla di realizzare un nuovo carcere a Bolzano ed è stata individuata un'area vicino all'aeroporto che i tecnici del Ministero hanno già valutato e ritenuto idonea;
c'è la disponibilità, da parte della Provincia Autonoma di Bolzano d'intervenire sostenendo parte dei costi necessari, attraverso un'operazione di permuta dell'attuale struttura carceraria e con l'acquisizione di alcune aree militari già restituite al demanio, consentendo la realizzazione del nuovo carcere e dei relativi servizi accessori come la foresteria, indispensabile per il personale che proviene da altre regioni, in tempi ragionevolmente brevi -:
se il Ministro della giustizia sia intenzionato a riprendere la trattativa con la Provincia Autonoma di Bolzano per realizzare il nuovo carcere nella zona denominata «Aguzzo» nei pressi dell'aeroporto.
(4-01332)

BERNARDINI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 1o ottobre scorso, Vincenzo M., detenuto di 39 anni è morto nella sua cella del carcere «Mammagialla» di Viterbo;
la notizia è stata resa nota l'11 ottobre dal Garante dei Diritti dei Detenuti del Lazio Angiolo Marroni che riferisce che le cause del decesso sarebbero ancora da accertare;
con la morte di Vincenzo M., sono 14 dall'inizio dell'anno 2008 le persone morte nelle carceri del Lazio, contro le 11 del 2007 e le 10 del 2006. Dei decessi avvenuti nel 2008, riguardanti tutti persone di sesso maschile, 6 sono i suicidi (compreso un agente di Polizia penitenziaria), 4 i decessi per malattia, 4 quelli per motivi da accertare o non accertati. I decessi sono avvenuti a Regina Coeli (3), Rebibbia (5), Viterbo (4), Velletri e Frosinone;
più in generale il fenomeno delle morti in carcere raggiunge cifre preoccupanti, dai dati riportati dalla rivista Ristretti Orizzonti, nelle carceri italiane dal 1o gennaio al 17 settembre 2008 sono morti in totale 90 detenuti, dei quali almeno 33 per suicidio (alcuni casi sono dubbi e si attende l'esito delle indagini). Rispetto allo stesso periodo del 2007 il numero di suicidi tra i detenuti è aumentato dell'11 per cento, mentre il numero totale delle morti è aumentato del 5 per cento circa;
il fenomeno dei suicidi nelle carceri è in crescita, complice il grado di disperazione e di annientamento della persona umana, al quale neanche i numerosi sforzi compiuti ogni giorno dagli operatori carcerari riescono a porre un freno;
è indicativo come risulti che gli episodi di suicidio o di tentato suicidio avvengano per larga parte nei primi mesi, quando non nelle prime ore, dall'avvenuto arresto -:
cosa sia successo nel carcere di Mammagialla a Viterbo e quali sono le cause della morte del detenuto Vincenzo M., italiano di 39 anni;
se non si intendano adottare o implementare le opportune misure di supporto psicologico ai detenuti nel primo periodo della detenzione, al fine di ridurre sensibilmente gli episodi di suicidio tra questi soggetti;
come il Governo intenda affrontare l'imminente emergenza del sovraffollamento carcerario.
(4-01338)

REALACCI, MINNITI, TENAGLIA e D'ANTONA. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il TG1 delle h. 20.00 ha dato ampio risalto nelle edizioni del 12 e 13 ottobre 2008 ad un'intervista esclusiva con un collaboratore di giustizia, ex affiliato alla 'ndrangheta, che denuncia in maniera circostanziata come lo smaltimento illecito di rifiuti tossico-nocivi sia diventato il primo

giro d'affari della criminalità organizzata, superiore addirittura al traffico di sostanze stupefacenti;
nelle interviste in questione il collaboratore di giustizia si diffonde sulla pratica dell'affondamento di navi cariche di rifiuti tossico nocivi e radioattivi quantificandone il numero in «alcune decine» e indicando la Jolly Rosso, arenatasi sulla costa ionica calabrese, come una di queste;
Legambiente sin dalla fine degli anni 80 ha prodotto una corposa documentazione in dossier, studi, e rapporti dettagliati che ricostruiscono il legame tra la criminalità organizzata e la pratica dello smaltimento illecito dei rifiuti con il sistema dell'affondamento delle navi;
di questi traffici si sono occupati nel tempo diversi uffici giudiziari (le procure di Reggio Calabria, di Paola, di Catanzaro, di Matera, di Potenza, di Padova, di La Spezia di Bari, e di Asti) che hanno individuato diversi filoni di indagini tutti riconducibili ad un network criminale dedito professionalmente allo smaltimento illegale di rifiuti tossici e radioattivi in mare, lungo le coste di paesi Africani (Somalia, Libia etc.) o nelle montagne dell'Aspromonte e della Lucania. Tutte le indagini portano alle stesse persone e vedono il coinvolgimento di soggetti appartenenti al mondo imprenditoriale e delle professioni, armatori, esponenti di spicco di organizzazioni criminali di stampo mafioso, faccendieri e soggetti legati anche ai servizi segreti deviati;
a queste attività criminali fanno riferimento anche importanti documenti istituzionali, come le relazioni approvate dalle diverse Commissioni parlamentari d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti succedutesi dal 1995 ad oggi e le testimonianze raccolte dalle stesse commissioni. A questo proposito si ricorda quanto affermato nel 1999 dall'allora Procuratore di Reggio Calabria, Antonio Catanese, secondo il quale, in base agli elementi probatori fino ad allora acquisiti, si poteva affermare che colui che era considerato a capo della rete aveva provveduto ad affondare circa trentadue navi, grazie alla complicità delle cosche reggine;
il sospetto che emerge dalle indagini della magistratura e delle Commissioni parlamentari d'inchiesta sui traffici di rifiuti è che lungo le rotte internazionali dei rifiuti tossici viaggino sovente anche armi e munizioni. Un intreccio su cui stava probabilmente lavorando anche Ilaria Alpi, uccisa a Mogadiscio insieme a Miran Hrovatin, subito dopo essere tornata dall'area di Bosaso, vero e proprio epicentro di traffici e mala-cooperazione;
recentemente organi di stampa hanno riferito dell'emissione da parte della Direzione distrettuale antimafia di Potenza di 10 avvisi di garanzia a otto ex direttori del centro Enea di Rotondella e a due boss della 'ndrangheta con l'accusa di «produzione clandestina di plutonio, traffico di sostanze radioattive e violazione dei regolamenti per la custodia di materiali e scorie nucleari», rilanciando i dubbi e le preoccupazioni sollevate a più riprese dalle associazioni ambientaliste;
a queste vicende sono state dedicate numerose indagini giornalistiche che hanno consentito di acquisire importanti testimonianze, in Italia e all'estero, come il racconto dei due pescatori di Soverato che durante una battuta di pesca raccolsero nelle loro reti una strana «palla di fango», molto probabilmente una sorgente radioattiva (nello stesso punto dove poco tempo prima erano stati recuperati alcuni fusti gialli buttati da una nave) che sul momento ustionò loro le mani: i due poi si ammalarono entrambi di leucemia. O le conferme di chi ha operato in Somalia, duranti i lavori di costruzione della strada Garowe-Bososo, seppellendo container di rifiuti;
Legambiente ha promosso nei mesi scorsi il «Comitato per la verità» sui traffici nazionali e internazionali di rifiuti e materiali radioattivi, un organismo costituito da magistrati, giornalisti, esponenti politici, familiari di vittime, ambientalisti che hanno dovuto misurarsi con una vicenda ancora oggi oscura, densa di pericoli

concreti, innanzitutto per la tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini -:
quali misure concrete si intendano mettere in atto con riferimento agli affondamenti sospetti, per quanto concerne i presunti traffici di materiale radioattivo e quali azioni si vogliano intraprendere per rafforzare il contrasto alla criminalità organizzata coinvolta in questi eventi fornendo altresì agli inquirenti ogni elemento che possa risultare utile alle indagini;
quali iniziative si intendano assumere per tutelare la salute dei cittadini, se non si ritenga opportuno realizzare un'approfondita campagna di monitoraggio dei siti marini dove si presuma siano avvenuti gli affondamenti delle navi e dei loro carichi tossici che preveda anche l'eventuale recupero di uno dei relitti delle navi in questione.
(4-01342)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta orale:

MANNINO e RUVOLO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'assorbimento previsto di Air-One nella costituenda compagnia CAI ha fatto venire meno un soggetto idoneo a svolgere il servizio di collegamento tra la Sicilia e le isole Pelagie;
su proposta dell'Enac il servizio sarebbe garantito soltanto dalla compagnia Meridiana che utilizzerebbe per la copertura delle tratte soltanto collegamenti aerei effettuati con velivoli Atr da 42 posti;
con il suddetto programma operativo non si riesce a coprire in maniera efficace la domanda di posti richiesta ed un doppio quotidiano servizio di collegamento tra le principali città siciliane e Lampedusa e viceversa;
gli amministratori locali minacciano uno sciopero generale su tutte le isole, richiedendo un intervento serio del Governo per risolvere la problematica, ipotizzando inoltre un possibile coinvolgimento della CAI che potrebbe mettere a disposizione il velivolo necessario per i collegamenti -:
quali urgenti provvedimenti intenda adottare al fine di garantire la continuità territoriale del trasporto aereo dalla Sicilia alle isole minori.
(3-00185)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

PIZZETTI e MOTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nel 2000, a seguito dell'alluvione, si era reso necessario attuare, da parte di ANAS, verifiche e monitoraggi del ponte sul Po tra Casalmaggiore e Colorno, dai quali era emersa la necessità di progettare un intervento di recupero dell'intero manufatto;
a seguito delle legge Bassanini, nel 2001 la SS 343 (con il ponte) è stata trasferita dall'ANAS alle province di Cremona e di Parma;
nell'ottobre 2002, dopo nemmeno un anno dal trasferimento, il ponte è stato repentinamente chiuso al traffico per gravi dissesti statici che lo hanno reso pericolante;
ANAS, d'accordo con le province, le regioni ed i comuni è intervenuta con un primo ripristino parziale dei pulvini, che ha consentito la riapertura del ponte, con limitazioni di carico nel dicembre 2002. Tale operazione veniva poi proseguita con ulteriori opere, realizzate da ANAS a partire da aprile 2003;
mentre si svolgevano i lavori sul ponte, le due regioni (Emilia e Lombardia), le due province (Cremona e Parma) e i due comuni (Casalmaggiore e Colorno), concertavano con ANAS un intervento di risanamento della struttura, come da progetto già effettuato da quest'ultima, che in

quel momento ammontava ad euro 10 milioni e successivamente, ulteriormente aggiornato a 12 milioni;
ANAS il 12 maggio 2003 sottoscriveva con gli enti un protocollo d'intesa con il quale si assumeva l'onere della progettazione, l'onere dei lavori e un impegno per la parziale copertura dei costi per 5 milioni di euro insieme alle due regioni, che entrambe si impegnavano per un importo di 2,5 milioni ciascuna;
il coinvolgimento di ANAS era giustificato dalla sua responsabilità per lo stato di degrado della struttura che era stata trasferita. Il ponte infatti, costruito alla fine degli anni '50 in estrema economia come usava in quegli anni, non era mai stato oggetto di manutenzione straordinaria, come più volte dichiarato dagli stessi tecnici ANAS;
ANAS ha successivamente ritirato l'impegno sottoscritto nell'accordo di programma, quindi sono venute a mancare le risorse previste ammontanti a 5 milioni di euro;
le regioni Lombardia ed Emilia e le altre amministrazioni dopo aver più volte sollecitato invano ANAS a mantenere gli impegni assunti hanno deciso di sottoscrivere una nuova convenzione per avviare il ripristino del ponte;
la nuova convenzione, sottoscritta nel 2007, prevede che:
a) la provincia di Cremona è la stazione appaltante anche per conto della provincia di Parma;
b) le regioni Lombardia ed Emilia-Romagna si assumono l'onere di anticipare la quota non coperta da ANAS, almeno per uno stralcio progettuale di 9 milioni e 150 mila euro, tale da assicurare gli interventi più urgenti;
c) la nuova copertura finanziaria dello stralcio è così ripartita: 4 milioni e 150 mila euro alla regione Lombardia e 5 milioni di euro alla regione Emilia-Romagna;
gli enti hanno promosso nell'estate 2008 un'azione legale nei confronti di ANAS per chiedere il rispetto degli impegni assunti nel 2003;
l'ex Ministro delle infrastrutture, Di Pietro, condivise l'accordo raggiunto fra gli enti, sottoscritto nel 2007, impegnandosi, con una clausola sottoscritta, a supportarli nei confronti di ANAS, dichiarando la propria disponibilità a mettere in atto ogni azione utile a pervenire al superamento delle problematiche insorte o, qualora gli enti avessero dovuto intraprendere un'azione legale per far valere i propri diritti, con esito positivo per gli enti medesimi, a far sì che l'Anas riconosca le somme di condanna;
dal cronoprogramma dei lavori del Ponte si evince che:
a) lo stralcio progettuale di 9 milioni e 150 mila euro, è stato approvato dalle province di Cremona e Parma nel giugno 2008 a seguito delle intervenute autorizzazioni da parte degli enti preposti (ARNI, AIPO, Autorità di Bacino);
b) il primo agosto 2008 è stata bandita la gara pubblica per l'esecuzione del primo stralcio funzionale dei lavori; la gara verrà esperita nei giorni 28-30 ottobre 2008;
c) l'inizio dei lavori è previsto per primavera 2009, in funzione delle condizioni climatiche, mentre la fine dei lavori è prevista dopo 18 mesi dall'inizio degli stessi -:
se il Governo intenda operare affinché ANAS mantenga gli impegni sottoscritti con un formale accordo, ricordando che quando un soggetto privato non rispetta i contratti sottoscritti se ne deve far carico in solido ed altrettanto dovrebbe valere se gli impegni non rispettati sono nei confronti di enti pubblici;
se il Governo intenda supportare, in subordine, le regioni, le province e i comuni coinvolti nell'azione legale contro ANAS, con le azioni che nel merito riterrà

più idonee, informando delle stesse gli enti interessati.
(5-00448)

CONTENTO e GOTTARDO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
sulla strada statale 13 - Pontebbana, in provincia di Pordenone, è in corso, da tempo, un intervento volto a realizzare una migliore viabilità all'altezza della rotatoria in cui si interseca il flusso di traffico veicolare tra la predetta arteria e i collegamenti con l'autostrada «Portogruaro-Conegliano», da un lato, e «Cimpello-Sequals», dall'altro, oltre che in prossimità del ponte sul «Meduna»;
detto intervento è effettuato da parte di «Anas Spa» e, purtroppo, sta provocando gravi disagi alla circolazione con lunghe code anche per i mezzi di trasporto pubblico su cui transitano gli studenti costretti a sensibili ritardi rispetto all'orario di inizio delle lezioni;
anche le istituzioni locali sono coinvolte dalla situazione dal momento che da più parti viene invocato un rimedio che limiti i disagi denunciati -:
se sia possibile adottare soluzioni migliori in ordine alla circolazione dei veicoli lungo il tratto interessato dai lavori o, in subordine, quali rimedi siano possibili per limitare gli inconvenienti lamentati;
quando sia prevista la conclusione dei lavori e quali iniziative si intendano assumere per accelerarne la definizione.
(5-00453)

BOCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in base ai programmi di Trenitalia, avallati dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, a decorrere dal 2009/2010 i treni che partiranno dall'Umbria rischiano di non poter più usufruire della linea «direttissima» Orte-Roma, in quanto tale tracciato verrà occupato esclusivamente dall'Alta Velocità;
ciò comporta che le migliaia di pendolari del centro Italia, studenti e lavoratori, verranno dirottati sulla vecchia linea Orte-Roma, già occupata da treni merci e metropolitani, con un aggravio dei tempi di percorrenza di almeno 45 minuti;
il territorio umbro-marchigiano si troverebbe a vivere il paradosso di essere uno dei più infrastrutturati del Paese ma di non poter usufruire delle proprie infrastrutture e ciò rappresenterebbe, di fatto, un balzo all'indietro di 30 anni non solo per i pendolari, la cui vita verrà stravolta, ma per tutti i cittadini dei territori coinvolti, che subiranno inevitabili ripercussioni negative rispetto alle prospettive di sviluppo;
i Sindaci di Terni ed Ancona hanno già assunto un'iniziativa congiunta nei confronti di Trenitalia per scongiurare il ridimensionamento del servizio, soprattutto in considerazione della domanda sempre crescente - che vede un aumento tendenziale del numero dei pendolari che si aggira intorno al 3 per cento annuo - e del valore strategico della mobilità ferroviaria in relazione agli obiettivi di sostenibilità ambientale -:
quali iniziative il Ministro intenda adottare per garantire la salvaguardia dei collegamenti ferroviari sulla linea Orte-Roma, nell'ottica dell'efficienza e della qualità del servizio.
(5-00458)

Interrogazioni a risposta scritta:

HOLZMANN. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
da diversi anni si parla della necessità di aprire un casello autostradale presso il comune di Laives, in prossimità della zona industriale;
sono state proposte varie iniziative, mozioni approvate dal Consiglio Regionale,

disponibilità dimostrata da parte della concessionaria Società Autostrada del Brennero S.p.A., raccolta di migliaia di firme tra la popolazione residente;
l'amministrazione comunale di Laives si è sempre espressa a favore del casello, vietando con ordinanza sindacale il transito degli automezzi pesanti nelle ore notturne per diminuire il disagio della popolazione residente;
il Ministro Lunardi a suo tempo dichiarò che il casello sarebbe stato realizzato di concerto con ANAS e società Autostrada del Brennero;
la Provincia Autonoma di Bolzano tuttavia, si è sempre opposta alla realizzazione di questa infrastruttura ritenendo sufficiente il progetto di variante al tracciato dell'attuale strada statale che attraversa l'abitato di Laives col risultato che migliaia e migliaia di veicoli leggeri e pesanti percorrono quotidianamente l'arteria principale di Laives, comune di 16.000 abitanti- :
se intenda riprendere l'iniziativa nei confronti degli enti interessati al fine di assicurare in tempi ragionevoli la realizzazione del casello di Laives.
(4-01333)

CECCUZZI, CENNI e SANI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
con l'Accordo europeo sulle grandi strade a traffico internazionale, concluso a Ginevra il 15 novembre 1975, e recepito dall'Italia con legge 29 novembre 1980, la SGC Grosseto-Fano è stata inserita tra gli itinerari internazionali con la sigla E78;
la rilevanza nazionale della SGC Grosseto-Fano (E78) e la sua validità sono state ripetutamente ribadite dai Governi italiani che l'hanno inserita tra le priorità della intera rete italiana;
nell'accordo di programma quadro del 24 aprile del 2000, siglato tra gli altri fra Ministero del tesoro, Ministero dei trasporti e lavori pubblici, Regione Toscana, Anas, Ferrovie, Società Autostrade, la strada Grosseto-Fano veniva inserita all'articolo 5 «Ulteriori interventi prioritari» (per il quale le parti concordavano di stabilire un apposito accordo complessivo);
il primo programma delle infrastrutture strategiche (delibera Cipe 121 del 21 dicembre 2001), denominato «Legge Obiettivo», inseriva, tra le infrastrutture toscane, la strada Grosseto-Fano;
l'intesa Generale quadro fra Presidenza del Consiglio dei Ministri e Regione Toscana del 18 aprile 2003, prevedeva, per il tratto toscano della Grosseto-Fano:
a) il completamento della progettazione definitiva per tutti i tratti entro il 2003;
b) l'appalto ed avvio dei lavori per tutti i tratti entro il 2004;
c) il completamento della realizzazione dell'intero tracciato nel territorio toscano entro il 2008.
dal 2006 al 2008 il Parlamento ed il Governo sono tornati realmente a mostrare attenzione per il completamento della Grosseto-Fano riconoscendone la sua strategicità nel panorama infrastrutturale nazionale e stanziando finanziamenti adeguati per il completamento di alcune tratte;
il 18 novembre 2006 è stato accolto un ordine del giorno alla legge finanziaria per il 2007, a prima firma Franco Ceccuzzi, che impegnava il governo «a considerare nelle priorità nazionali la E78, SGC Grosseto-Fano, che dovrà trovare inserimento nel documento del Ministero delle infrastrutture, titolato "Priorità infrastrutturali del Paese", che servirà ad individuare l'elenco delle opere prioritarie da realizzare e che sarà portato alla valutazione ed approvazione della Conferenza Stato-Regioni, in modo da poter finanziare, almeno in parte, l'avanzamento dei lavori e della progettazione della stessa E78»;
l'E78 è stata successivamente inserita nel documento «Priorità infrastrutturali»

redatto dal Ministero delle infrastrutture a conclusione della consultazione con le Regioni;
l'E78 è stata poi inserita nell'Allegato infrastrutture del Dpef 2008-2012; in particolare è presente nella Tabella B3 «Legge Obiettivo opere in corso con copertura parziale»;
l'E78, per quanto riguarda il tratto toscano, è suddivisa in tre tratti, a loro volta scomposti in lotti: il tratto che va da Siena a Grosseto, nello specifico, è suddiviso in 11 lotti;
per quanto riguarda i lotti 1 e 11 della Siena-Grosseto i lavori sono conclusi ed il tratto è aperto al traffico;
per quanto riguarda il lotto 2 della Siena-Grosseto i lavori sono stati completati per circa il 95 per cento ed una parte del tracciato è aperta al traffico;
per quanto riguarda il lotto 3 della Siena-Grosseto è stato realizzato circa il 18 per cento del tracciato. Nessun tratto è aperto al traffico;
per quanto riguarda il lotto 4 della Siena-Grosseto Anas attende il completamento del progetto definitivo che dovrà essere approvato dal Consiglio di amministrazione prima di essere inviato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
il 3 agosto 2007 il Cipe ha approvato la progettazione definitiva per i lotti 5-6-7-8 della Siena-Grosseto per un importo di 268,69 milioni di euro;
tale delibera è stata pubblicata nel numero 111 della Gazzetta ufficiale del 13 maggio 2008;
l'Anas dovrà approvare il progetto definitivo che avrà recepito le indicazioni rilevate dalla conferenza dei servizi e successivamente predisporre l'appalto;
per quanto riguarda il lotto 9 della Siena-Grosseto Anas ha approvato il progetto definitivo che è in fase di trasmissione al Ministero delle infrastrutture e trasporti per la convocazione della Conferenza dei servizi;
per quanto riguarda il lotto 10 della Siena-Grosseto i lavori sono stati completati per circa il 30 per cento. Il tratto verrà aperto al traffico soltanto quando verrà realizzato interamente -:
quando sarà approvato il progetto definitivo dei lotti 5-6-7-8 del tratto Siena-Grosseto da parte del consiglio di amministrazione dell'Anas;
quando sarà espletata la gara d'appalto e quando si può ipotizzare avvenga l'avvio e la fine dei lavori;
quando saranno conclusi i lavori dei lotti 2-3-10, attualmente in costruzione;
quando sarà approvato il progetto definitivo del lotto 4;
quando sarà approvato il progetto definitivo del lotto 9.
(4-01336)

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INTERNO

Interrogazioni a risposta in Commissione:

BRAGA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la sicurezza è diventata sempre più un bene pubblico indispensabile per le nostre comunità locali, non solo nelle realtà metropolitane ma anche nelle città medio-piccole. Tale condizione interessa, seppur in modo differenziato, l'intero Paese ma assume caratteristiche particolari in alcune regioni del nord, nelle quali si sono verificati, prima che altrove, una serie di cambiamenti di carattere economico e sociale derivanti dal processo di globalizzazione che hanno fortemente accentuato il bisogno di protezione e tutela da parte dei cittadini, soprattutto nei soggetti più deboli ed esposti;
il settore meridionale della Provincia di Como, caratterizzato da un alto grado di permeabilità rispetto alle province lombarde confinanti e dalla prossimità con numerosi assi viari, è stato interessato in

questi ultimi anni da una crescita dei fenomeni di criminalità e da un conseguente allarme sociale diffuso nella popolazione, tale da indurre le forze dell'ordine e i rappresentanti delle amministrazioni locali, riuniti in una serie di incontri dei Comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, ad un comune impegno nella ricerca di strategie finalizzate ad accrescere l'efficacia e la rapidità delle azioni di contrasto alla criminalità;
in questo contesto, lo scorso mese di giugno, in sede di riunione tecnica di coordinamento dell'attività dei responsabili provinciali delle Forze di Polizia, è stata formalizzata la richiesta di istituzione di un Commissariato di Polizia in Comune di Mariano Comense, a rafforzamento del presidio già operato dalle forze dell'ordine in un territorio di strategica importanza e ritenuto eccessivamente distante dagli unici presidi della Polizia di Stato presenti nelle città di Como e Monza;
l'istituzione di un presidio di Polizia in quest'area consentirebbe, oltre al rafforzamento del controllo del territorio e al miglioramento delle procedure investigative, anche un alleggerimento della pressione gravante sugli uffici della Questura del capoluogo per lo svolgimento di pratiche amministrative, con un evidente ritorno positivo per cittadini ed attori del sistema economico locale;
l'insediamento del commissariato di Polizia nel comune di Mariano Comense raccoglierebbe ampio consenso nel territorio e potrebbe contare anche sulla disponibilità di una struttura appropriata, resa esplicita da una nota formale inviata dal Sindaco di Mariano Comense al Prefetto di Como;
proprio a partire dal presente mese, a seguito dell'adesione della Confederazione Elvetica al Trattato di Schengen e della conseguente razionalizzazione dei presidi di Polizia presso i valichi di frontiera, è auspicabile una migliore distribuzione sul territorio del personale impiegato nelle operazioni di prevenzione e repressione di reati, che potrebbe interessare positivamente anche il costituendo Commissariato di Mariano Comense -:
quali iniziative il Governo ritenga di adottare per sostenere ed accelerare l'istituzione del commissariato di Polizia presso il comune di Mariano Comense.
(5-00454)

CONTENTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
secondo notizie apparse anche su media di rilevanza nazionale, nel corso degli ultimi mesi sarebbero aumentate considerevolmente le richieste di ingressi lavorativi in Italia da parte di cittadini extracomunitari, formalmente chiamati nel nostro Paese per svolgere le mansioni di collaboratori domestici e badanti;
in numerosi casi, a proporre l'istanza di ingresso risulterebbero, però, essere altri cittadini stranieri regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale e, spesso, imparentati con gli aspiranti occupati;
la situazione assume dei contorni paradossali se si pensa che i richiedenti non godono quasi mai di una situazione familiare e/o personale tale da richiedere l'assunzione di un collaboratore domestico;
altro punto dolente del fenomeno venutosi a creare è quello relativo agli emolumenti garantiti, quanto meno sulla carta, al lavoratore extracomunitario invitato in Italia, stante il fatto che i redditi dei richiedenti non appaiono tali da consentire un simile esborso mensile;
in definitiva, nasce il sospetto che si cerchi di aggirare la normativa in materia di quote di ingresso di lavoratori stranieri, agevolando parenti e conoscenti di chi avanza la richiesta -:
quale sia l'orientamento del Ministro interrogato rispetto al fenomeno indicato in narrativa e se disponga di dati dai quali sia possibile definirne gli esatti contorni, in primo luogo il numero di richieste

attualmente pendenti proposte da cittadini extracomunitari per l'ingresso in Italia di altri stranieri in qualità di collaboratori domestici e badanti, nonché quali iniziative intenda assumere per impedire un uso strumentale della normativa vigente in materia di immigrazione.
(5-00457)

Interrogazioni a risposta scritta:

MARSILIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la legge 20 giugno 1956, n. 658, ha istituito una ricompensa al merito civile intesa a premiare le persone, gli Enti e i Corpi che si siano prodigati, con eccezionale senso di abnegazione, nell'alleviare le altrui sofferenze o, comunque, nel soccorrere chi si trovi in stato di bisogno;
la ricompensa può consistere in una medaglia d'oro o d'argento o di bronzo o di un attestato di pubblica benemerenza;
ai sensi del secondo comma dell'articolo 4, l'attestato di pubblica benemerenza è concesso dal Ministro per l'interno, sentito il parere della Commissione competente per la concessione delle ricompense al valor civile di cui all'articolo 7 della legge 2 gennaio 1958, n. 13;
il 2 ottobre scorso, nel quartiere di Tor Bella Monaca a Roma, un gruppo di ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni ha selvaggiamente aggredito un cittadino cinese davanti alla fermata di un autobus;
la vittima, un operaio di 36 anni con regolare permesso di soggiorno, è stata trasportata al Policlinico Tor Vergata, dove gli è stato riscontrato il setto nasale rotto, una ferita lacerocontusa profonda sulla testa e tagli al volto medicati con punti di sutura;
l'aggressione a sfondo razziale avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi se non fosse intervenuto prontamente un consigliere municipale della zona che si trovava per caso nei pressi;
il signor Fernando Vendetti, già maresciallo capo della croce rossa militare, con ventisei anni di servizio, senza esitazione ha difeso la povera vittima dal pestaggio mettendo in fuga i giovani teppisti e prestando i primi soccorsi; la sua denuncia, inoltre, è stata fondamentale per l'individuazione dei responsabili -:
se non ritenga opportuno avviare le procedure necessarie per riconoscere al signor Fernando Vendetti una ricompensa al merito civile ai sensi della legge 20 giugno 1956, n. 658.
(4-01326)

TULLO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da più di quattro anni a Genova nel quartiere di Cornigliano «area ex panificio militare» è stato realizzato da parte del provveditorato alle opere pubbliche per conto del Ministero degli interni il nuovo autocentro della Polizia di Stato di Genova (che ha giurisdizione regionale);
tale opera garantisce lo spostamento dall'attuale sede collocata all'interno dell'area portuale nella zona operativa di Ponte Canepa e ritenuta dagli operatori inadeguata e operante in gravi condizioni di sicurezza;
in questi anni più volte è stata annunciata l'apertura del nuovo centro ma ciò non accade anche perché risulterebbero necessari interventi di adeguamento tecnico-funzionali per errori commessi in fase di progettazione (l'entrata del garage non consentirebbe l'ingresso ai mezzi più alti e mancherebbe una recinzione dell'area) -:
se il ministro sia a conoscenza della situazione illustrata e come intenda procedere per fare chiarezza sulle responsabilità che hanno determinato questo grave ritardo e continuano a creare un grave disagio ai lavoratori interessati e di conseguenza ai cittadini.
(4-01330)

LANDOLFI, PETRENGA e PAGLIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 30 settembre il presidente del consiglio provinciale di Caserta ha convocato per il giorno 13 ottobre 2008 alle ore 9,30 in prima convocazione e per il 14 ottobre 2008 alle ore 9,30 in seconda convocazione una seduta di consiglio provinciale per l'approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio ai sensi dell'articolo 141 del testo unico degli enti locali;
in data 13 ottobre 2008, in prima convocazione, verso le ore 11,00, dopo il relativo appello per la verifica del numero legale necessario per l'apertura della seduta, il presidente del consiglio provinciale, verificato il raggiungimento del quorum necessario per dichiarare la validità della seduta (19 consiglieri), ha dichiarato aperta la seduta per l'approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio;
nel corso della stessa seduta a causa dell'assenza di un numero pari ad undici consiglieri della maggioranza è venuto meno il numero legale utile per il prosieguo dei lavori dell'assise e che, pertanto, a seguito di richiesta della minoranza, il presidente del consiglio ha dovuto dichiarare sciolta la seduta con impossibilità da parte dell'assemblea di approvare la salvaguardia degli equilibri di bilancio;
l'assenza dei consiglieri provinciali integra una chiara manifestazione di volontà politica; in particolare, nel caso di specie, l'assenza dei consiglieri di maggioranza alla seduta per l'approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio tale da far venir meno il numero legale utile per il prosieguo della seduta convocata per l'approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio manifesta una chiara volontà da parte dei consiglieri di maggioranza di non approvare tale fondamentale documento contabile;
a conferma dell'assunto che precede, proprio di recente, il Consiglio di Stato ha avuto modo di affermare che «ai sensi del combinato disposto degli articoli 141 e 193 testo unico degli enti locali approvato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, la mancata adozione della delibera con la quale si dà atto del permanere degli equilibri di bilancio determina lo scioglimento del consiglio comunale. Salva infatti l'ipotesi in cui sia assolutamente impossibile l'esercizio delle funzioni pubbliche da parte del consiglio comunale a seguito di una calamità naturale, il decorso del termine previsto dal testo unico per l'approvazione di detta delibera impone alle amministrazioni statali l'esercizio del potere di scioglimento, senza che abbiano rilievo le circostanze successive»;
il prefetto di Caserta in linea con riferita esegesi del citato articolo 193 del testo unico degli enti locali, ha rappresentato all'amministrazione provinciale, che «in caso di inerzia del consiglio sull'adempimento contabile, è il prefetto, in via transitoria, a nominare un commissario ad acta per l'approvazione del provvedimento di equilibrio di bilancio. Tale adempimento riveste natura prodromica alla successiva procedura di scioglimento»;
il regolamento per il funzionamento del consiglio provinciale di Caserta non prevede in questi casi la continuazione della seduta in seconda convocazione, tanto è vero che la presidenza del consiglio ha convocato una nuova seduta di consiglio provinciale per venerdì 17 ottobre 2008 in prima convocazione e per sabato 18 ottobre 2008 in seconda convocazione;
il testo unico degli enti locali prevede che la salvaguardia degli equilibri di bilancio debba essere approvata entro il 30 settembre dell'esercizio in corso ed in ogni caso le sedute deputate ad approvare tali documenti contabili non possono essere convocate oltre tale data;
in data 26 settembre con nota ufficiale il prefetto di Caserta ha diffidato l'amministrazione provinciale ad approvare entro il 30 settembre la salvaguardia degli equilibri di bilancio -:
quali iniziative urgenti intenda adottare in conformità a quanto stabilito dagli

articoli 141 e 193 del testo unico degli enti locali nonché a quanto autorevolmente stabilito dal Consiglio di Stato nella succitata sentenza.
(4-01343)

TESTO AGGIORNATO AL 20 NOVEMBRE 2008

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

SIRAGUSA e DE PASQUALE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
i docenti che negli anni scolastici 2005-06, 2006-07, 2007-08, hanno ottenuto il passaggio di ruolo da un ordine di scuola ad un altro a tutt'oggi, per l'assenza di un aggiornamento del programma SIDI in uso nell'amministrazione, non sono nella condizione di poter ottenere dalle segreterie delle singole scuole la ricostruzione di carriera;
tale disfunzione produce importanti conseguenze sullo stipendio e sulla vita personale dei docenti di cui sopra;
in talune circostanze, dopo la ricostruzione di carriera, l'amministrazione impiega almeno un paio di anni prima di esaminare la pratica e altri due per darle corso -:
quali misure urgenti intenda adottare per l'aggiornamento del programma SIDI e per un più veloce esame delle pratiche.
(5-00449)

GRIMOLDI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la domanda d'iscrizione degli studenti alla scuola di ogni ordine e grado non implica la presentazione obbligatoria di un certificato medico attestante la sana e robusta costituzione;
persino il certificato di vaccinazione è richiesto dalle singole scuole in maniera «facoltativa» ai bambini che si iscrivono per la prima volta a scuola;
il crescente fenomeno dell'immigrazione ha registrato un'elevata presenza di alunni stranieri iscritti nelle scuole italiane (infanzia, primaria, medie e superiori) nell'anno scolastico 2007/2008, pari a 574.133 unità, con un incidenza del 6,4 per cento rispetto alla popolazione scolastica complessiva;
in Italia l'incidenza della componente straniera andrà fortemente aumentando nel prossimo futuro, per il concomitante verificarsi di due dinamiche contrapposte: da un lato, stanno aumentando gli studenti stranieri e, dall'altro, stanno diminuendo gli studenti italiani, per effetto della denatalità che sta caratterizzando la nostra società;
attualmente molti dei bambini provenienti da altri Paesi si trovano in un paese di diversa lingua e cultura, e a vivere in condizioni igienico-sanitarie spesso scadenti, e non avere «diritti» li espone a innumerevoli disagi, non ultimi quelli sanitari;
in grande maggioranza le famiglie vivono in case sovraffollate e malsane, quando non in centri di accoglienza;
le difficoltà economiche e le differenze linguistico-culturali limitano le opportunità di accesso ai servizi sanitari. Le famiglie tendono a sovrautilizzare le strutture ospedaliere; è difatti frequente il ricorso al pronto soccorso per patologie di pertinenza ambulatoriale anche per normali controlli di salute;
i pediatri, i medici e gli operatori sanitari in genere si trovano di fronte a genitori di bambini con cui spesso è difficile comunicare e di cui il più delle volte è arduo comprendere le storie migratorie; la presenza di bambini con diverse cittadinanze, molti dei quali sono «irregolari», crea preoccupazioni riguardo lo stato di salute di quest'ultimi, in relazione alle

vaccinazioni e alle possibili patologie acquisite croniche o a comparsa tardiva;
alcune malattie quali la malaria e la tubercolosi, le malattie veneree, la gonorrea e la sifilide, sono difatti patologie trasmesse per via transplacentare o connatale, rare nei nati in Italia ma da prendere in considerazione nei bambini provenienti dai paesi che non fanno parte dell'Unione europea, di recente arrivo sia per adozione che per ricongiungimento familiare;
l'Organizzazione Mondiale della Sanità, tenuto conto dello stato immunitario della popolazione infantile dei paesi in via di sviluppo (che si suppone deficitario per le malattie intercorrenti e la malnutrizione e l'impossibilità organizzativa di raggiungere tutti i bambini a età determinate), prevede nelle relative schedule vaccinali molte più dosi per la vaccinazione antipolio e difteritetetano, l'obbligatorietà per l'antitubercolosi, l'antipertosse e l'antimorbillo;
l'infezione da HIV, l'epatite B, l'epatite C sono le più frequenti malattie infettive presentate dai bambini provenienti dai paesi in via di sviluppo o nomadi;
i bambini provenienti da altri Paesi in Italia devono essere sottoposti al calendario delle vaccinazioni secondo le leggi attualmente in vigore, compresa la vaccinazione antiepatite (possono infatti essere considerati appartenenti alla categoria a rischio quei viaggiatori che si recano frequentemente all'estero) e le vaccinazioni facoltative raccomandate;
tra le patologie più frequenti per l'età infantile si registrano anche le parassitosi intestinali (la giardiasi, l'ascaridiasi nella forma intestinale e polmonare, l'ossiuriasi, l'amebiasi, la tricocefalosi, l'anchilostomiasi e la strongitodiasi), nonché le parassitosi non intestinali;
i rischi a cui i bambini extracomunitari o nomadi sono esposti non vanno sicuramente ingigantiti. Tuttavia, è di maggiore importanza e prioritario assicurare, fin dall'inizio, condizioni di vita accettabili, sia sotto il profilo igienico-nutrizionale sia dal punto di vista dell'inserimento sociale e culturale a tutti i bambini stranieri, tutelando la salute dei bambini italiani e stranieri che sono sottoposti dai genitori ad abituali e regolari controlli sanitari -:
se, alla luce di quanto espresso in premessa, non ritenga opportuno adoperarsi affinché l'iscrizione degli studenti italiani e stranieri alla scuola di ogni ordine e grado preveda la presentazione obbligatoria del certificato medico che escluda la trasmissibilità di malattie infettive e virali.
(5-00455)

Interrogazioni a risposta scritta:

FOTI TOMMASO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere:
se siano noti i motivi per i quali agli insegnanti di diversi istituti scolastici piacentini non siano ancora state liquidate le spettanze relative ai progetti svolti nell'anno scolastico 2007/2008 e che risultano conclusi dal mese di giugno 2008;
se e quali urgenti iniziative intenda assumere al riguardo.
(4-01329)

GRIMOLDI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'Istituto comprensivo di Robbiate (Lecco) avrebbe organizzato un corso gratuito di lingua, cultura e civiltà romena per gli alunni sia romeni sia italiani;
detto «corso», autorizzato dal Ministero dell'istruzione, università e ricerca sarebbe tenuto da un docente madrelingua, selezionato e retribuito dal Ministero dell'istruzione della Repubblica di Romania;
il «corso» in parola si svolgerebbe in due ore settimanali e in orario extracurricolare da ottobre 2008 a maggio 2009;

l'Unione europea ha portato la questione della diversità culturale all'attenzione della riflessione comunitaria sollecitando percorsi interculturali per l'attuazione di «misure di sostegno tese a compensare le lacune linguistiche degli alunni immigrati la cui lingua materna non sia la lingua di insegnamento»;
l'acquisizione e l'apprendimento dell'italiano rappresenta una componente essenziale del processo di integrazione: la condizione di base per consentire agli studenti stranieri di capire ed essere capiti, per partecipare e sentirsi parte della comunità scolastica italiana;
i percorsi interculturali rappresentano la zona di mediazione tra le culture, il contesto comune in cui si rende possibile il dialogo -:
se, alla luce di quanto espresso in premessa, non ritenga opportuno attuare un insegnamento «bilingue», in parte nella lingua di insegnamento e in parte nella lingua originaria degli alunni, definendo i ruoli dei facilitatori linguistici di madre lingua italiana interni o esterni.
(4-01341)

...

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
la legge 21 ottobre 2005, n. 219, recante la nuova disciplina delle attività trasfusionali e della produzione nazionale degli emoderivati ha rappresentato un doveroso passo in avanti a garanzia della sicurezza dei cittadini, ottenendo un ampio consenso sia all'interno delle Aule parlamentari che da parte delle associazioni e federazioni di volontari;
pur se la legge n. 219 del 2005 ha rappresentato una soluzione, infine, equilibrata per disciplinare delle attività oggetto anche di travagliate vicende, che hanno duramente colpito i pazienti e con un profondo impatto sull'opinione pubblica, il precedente governo si è adoperato per mantenere in vigore le disposizioni recate dalla legge n. 107 del 1990, che in precedenza disciplinava il sistema. Occorre, infatti, rilevare che il precedente governo ha dapprima omesso di adottare taluni, fondamentali, decreti attuativi della legge n. 219 del 2005, e successivamente ha di fatto consentito che ne venissero alterate alcune sostanziali disposizioni, in sede di approvazione della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007);
le disposizioni della citata legge n. 107 del 1990 si sono dimostrate inadeguate agli obiettivi di governabilità del nostro sistema trasfusionale, che non è riuscito a raggiungere l'autosufficienza nazionale, non ha utilizzato tutte le potenzialità del volontariato e, elemento di vera criticità, ha favorito la persistenza di situazioni di «monopolio» sul sangue italiano, a vantaggio di figure imprenditoriali vicine alla parte politica che ha sostenuto il precedente governo, in palese contrasto con le norme europee e con i richiami dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato;
in tale quadro, l'articolo 15 della legge n. 215 del 2005, ha in particolare stabilito che il Ministro della salute, entro sei mesi della data di entrata in vigore della legge stessa, predispone lo schema-tipo di convenzione, al quale occorre che le regioni si conformino per la stipula delle convenzioni con i centri e le aziende di frazionamento e produzione di emoderivati per la lavorazione del plasma raccolto nel nostro Paese. Il medesimo articolo, inoltre, dispone che le convenzioni suddette siano stipulate entro una anno dall'entrata in vigore della stessa legge;
risultano attivi, negli altri Stati membri dell'Unione Europea, stabilimenti di

produzione di farmaci emoderivati, di adeguate dimensioni, ad avanzata tecnologia ed idonei ad effettuare il ciclo completo di frazionamento per gli emoderivati, come prescritto ai sensi dell'articolo 15 della più volte menzionata legge n. 219 del 2005. Tali Stati membri, inoltre, garantiscono condizioni di reciprocità, consentendo la lavorazione all'estero del proprio plasma nazionale -:
quali iniziative intenda adottare per portare a compimento il quadro delineato dalla legge n. 219 del 2005 al fine di ricostruire il sistema trasfusionale italiano, ed in particolare:
a) se intenda senza indugi provvedere alla predisposizione dello schema tipo di convenzione ed all'adozione del decreto di individuazione dei centri autorizzati alla stipula delle convenzioni per la lavorazione del plasma raccolto in Italia, come previsto in conformità a criteri europei ai sensi, rispettivamente, dei commi 1 e 5 dell'articolo 15 della legge n. 219 del 2005;
b) se non ritenga quantomai necessario ed urgente adottare iniziative per provvedere ad abrogare le previsioni in materia di produzione di emoderivati inserite nella legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007), ed in particolare i commi 821 e 822, introdotti dal precedente governo al mero fine - ad avviso degli interpellanti - di consentire un persistente monopolio industriale sul sangue italiano, ristabilendo in tal modo le necessarie condizioni di parità e consentendo alle aziende di operare con efficienza produttiva, incentivandone altresì le potenzialità di innovazione e di ricerca e sviluppo.
(2-00181)
«Stagno d'Alcontres, Garofalo, Barani, Di Virgilio».

Interrogazioni a risposta scritta:

HOLZMANN. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
tra i vari vantaggi indiretti del servizio militare di leva obbligatoria, c'era anche il completo screening sulla popolazione maschile in giovane età che consentiva di prevenire in molti casi situazioni in grado di determinare gravi patologie;
la riforma del servizio militare, ora su base professionale, ha comportato la perdita di questa importante occasione di approfondimento diagnostico che non è stato sostituito da alcun altro esame e neppure le aziende sanitarie se ne interessano;
le Forze Armate dispongono di un Corpo Militare ausiliario della Croce Rossa il quale ha tra i suoi effettivi oltre un migliaio di medici volontari che sarebbero disposti ad essere impiegati per le attività proprie del Corpo Militare che purtroppo non viene sfruttato per le sue grandi potenzialità e capacità;
le strutture del Corpo potrebbero assolvere in gran parte a questa funzione, magari coadiuvate da medici professionisti o militari e si potrebbe riprendere questo screening, sulla popolazione italiana dei diciottenni con grandi vantaggi sul piano sanitario -:
se il Ministro interrogato sia intenzionato a valutare la situazione, anche coinvolgendo il Corpo Militare della CRI per verificare l'utilità e la praticabilità, oltre ai costi, del ripristino della visita che a suo tempo veniva effettuata a tutto il personale in procinto di svolgere il servizio militare.
(4-01334)

BURTONE e CARDINALE. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la Lenalidomide, farmaco orfano indicato nel trattamento del Mieloma Multiplo (MM), rara neoplasia del sangue (circa 5 soggetti ogni 100.000) con un'aspettativa di vita di soli tre anni se non adeguatamente trattata, è in attesa di essere inserito nel PTOR della regione siciliana;

approvato da FIDA nel 2006 e dall'EMEA a giugno del 2007, a seguito della valutazione positiva di AIFA, lenalidomide è disponibile in Italia da marzo del 2008;
il farmaco, in forma orale, ha dimostrato con due grandi trial randomizzati di fase III pubblicati sul New England Journal of Medicine, di allungare significativamente la vita nei pazienti affetti da Mieloma Multiplo;
nonostante esistano terapie con associazioni di farmaci (come i chemioterapici ovvero i cortisonici) che hanno dato buoni esiti in quest'area terapeutica, accade che i pazienti sviluppino resistenze o intolleranze alle molecole assunte. Per questi, in particolare, la terapia con lenalidomide risulta un vero e proprio salvavita;
lenalidomide risulta inoltre - ad oggi - il farmaco più monitorato al mondo e per il quale si può affermare un utilizzo assolutamente appropriato: è infatti prescritta e somministrata esclusivamente nell'ambito di un innovativo Programma di Gestione del Rischio volto a controllare il rischio di eventi avversi e, soprattutto, di assunzione della molecola in gravidanza;
tale programma si applica a ogni singola prescrizione ed è vincolato ad un ulteriore strumento di controllo dell'appropriatezza che è il registro oncologico AIFA;
nessuna dispensazione è possibile senza aver completato le schede che costituiscono l'intero processo di monitoraggio, che comprende sia il Programma di Gestione del Rischio che il registro oncologico;
nel corso dell'anno tutte le Regioni italiane hanno provveduto all'inserimento del farmaco nei propri Prontuari Terapeutici, ad eccezione della sola Regione Siciliana;
il 17 settembre scorso, nonostante le sollecitazioni circa la necessità di ricorrere a tale farmaco, la Commissione regionale deputata ad aggiornare il prontuario siciliano, non ha autorizzato l'inserimento di lenalidomide;
accade che alcuni servizi farmaceutici e farmacie territoriali non dispensano (per ragioni economiche) il farmaco neanche a quei pazienti che, in attesa che il farmaco venisse inserito nel PTOR siciliano, non avendo più adeguate alternative terapeutiche disponibili, sono stati trattati con lenalidomide;
questa situazione appare tanto più paradossale in quanto unica su tutto il territorio nazionale e lesiva di diritti fondamentali, come la libertà di scelta nelle cure, l'accesso equo ai LEA su tutto il territorio nazionale, l'autonomia e la responsabilità del medico nell'esercitare la sua professione -:
quali iniziative intenda adottare affinché la Regione Siciliana adotti provvedimenti in tempi rapidi, in modo che il farmaco sia inserito nel prontuario terapeutico regionale, anche per favorire l'uniforme erogazione dei livelli essenziali di assistenza sull'intero territorio nazionale.
(4-01339)

HOLZMANN. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
da anni a Bolzano è in funzione un impianto d'incenerimento per i rifiuti solidi urbani, collocato nella zona d'espansione abitativa della città;
migliaia di famiglie convivono con detto impianto che si sa, anche se si procederà ad una buona raccolta differenziata, brucerà sempre una certa quantità di plastica ed altri materiali, dando luogo all' emissione di diossine, policlorobenzofurani ed altre sostanze estremamente nocive per la salute umana e destinate, per loro stessa tipologia, ad accumularci sul terreno circostante per moltissimi anni prima che si possano degradare naturalmente;

la conformazione del territorio ed i venti dominanti spingono i fumi dell'impianto verso la zona abitata;
la scelta della Provincia Autonoma di Bolzano di realizzare un nuovo impianto d'incenerimento dei rifiuti sullo stesso sito appare del tutto illogica dal momento che vi sarebbero altre situazioni maggiormente praticabili (ad esempio 10 chilometri più a sud in località Stadio), scarsamente abitati;
sarebbe opportuno che la provincia riflettesse sulla necessità di individuare un nuovo sito -:
se, nel rispetto delle prerogative della Provincia autonoma di Bolzano, ma anche della propria funzione di tutela della salute pubblica, intenda approfondire la questione e compiere gli accertamenti necessari per monitorare l'attuale livello d'inquinamento del territorio.
(4-01340)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XIII Commissione:

RUVOLO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'inchiesta giornalistica sui formaggi scaduti messi in vendita attraverso il meccanismo della sofisticazione delle etichette è destinata ad assumere connotazioni sempre più preoccupanti;
è stato, infatti, riferito, attraverso le pagine del quotidiano La Repubblica, di una denuncia ad opera di un gruppo di lavoratori di un nota azienda perugina, i quali sarebbero stati costretti a cambiare le etichette a prodotti scaduti da immettere nel mercato, nella denuncia si fa riferimento a grossi quantitativi di prodotti piazzati sul mercato dopo provvidenziali lifting nel deposito perugino dell'azienda;
secondo il dossier, ora al vaglio degli investigatori, dal 2000 in poi sarebbero partite tonnellate di formaggi e salumi «tenuti in vita», vi sarebbero fatture e bolle di accompagnamento modificate ad arte;
il marchio in questione, inoltre, sempre a detta della stampa, risulta già coinvolto nell'inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Cremona e Piacenza, esso compare tra i principali fornitori della Tradel, una delle aziende che tra Lombardia ed Emilia Romagna acquistavano formaggio scaduto o avariato per riciclarlo mischiandolo a prodotto fresco, e in quel caso emersero precise responsabilità a carico di alcuni impiegati degli stabilimenti dell'azienda -:
quali misure si intendano prendere al fine di verificare esattamente le proporzioni di una vicenda che coinvolgerebbe non soltanto un'azienda italiana di prestigio ma soprattutto la sicurezza alimentare e la salute degli italiani e se non intenda sollecitare un maggior controllo per evitare nel futuro casi analoghi.
(5-00459)

BECCALOSSI e CATANOSO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 81 del Regolamento del Consiglio (CE) n. 40 del 2008 ha imposto l'istituzione di un fermo stagionale/zona di divieto per la pesca del pesce spada nel Mar Mediterraneo dal 15 ottobre al 15 novembre 2008;
la ratio della norma risiede nella tutela del pesce spada piccolo al fine di garantirne la crescita e la qualità della stessa pesca;
a questo fermo si aggiungerà il fermo stagionale in Sicilia nella zona di divieto corrispondente alle acque territoriali nazionali di competenza regionale e fino ad un limite di 12 miglia dalla costa;

a giudizio dell'interrogante la tutela della crescita del pesce spada si sarebbe potuta meglio realizzare vietando l'utilizzo di attrezzi da pesca di piccole dimensioni, i veri responsabili della cattura dei giovani esemplari di pescato;
il Governo, a giudizio dell'interrogante, dovrebbe intervenire in sede europea per modificare tale Regolamento nel senso non di vietare la pesca per un periodo relativamente breve, bensì di vietare l'utilizzo di particolari tipi di attrezzi da pesca;
la normativa nazionale non ha previsto e non prevede una particolare forma di risarcimento nei confronti della nostra marineria a differenza di quanto sta già avvenendo nei confronti di quella spagnola;
il governo iberico, infatti, in conseguenza del fermo stagionale di cui sopra ha previsto un risarcimento a titolo di indennizzo nei confronti della propria marineria -:
quali iniziative normative intenda adottare il ministro interrogato per venire incontro alle legittime esigenze e richieste della marineria italiana esposte in premessa.
(5-00460)

ROTA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il Fondo di Solidarietà Nazionale è lo strumento immediatamente operativo per prevenire ed aiutare le imprese agricole in difficoltà economiche quando si verificano calamità naturali o avversità atmosferiche eccezionali che compromettono i raccolti e danneggiano le strutture produttive o le infrastrutture connesse all'attività agricola, come le opere irrigue, di bonifica e le strade interpoderali;
il Fondo di solidarietà nazionale, istituito nel 1970 con la legge n. 364, è stato recentemente riformato e oggi si compone di una normativa legislativa approvata con decreto legislativo n. 102 del 2004 e di un conto corrente aperto presso la Tesoreria centrale dello Stato in cui affluiscono gli stanziamenti annuali della legge finanziaria, e da cui si prelevano le risorse per gli aiuti alle imprese colpite;
le Associazioni di categoria del settore agricolo hanno manifestato preoccupazione in relazione al possibile ridimensionamento di questi strumenti -:
se il Ministro intenda adottare le opportune iniziative normative al fine di assicurare che i contributi assicurativi agli agricoltori siano adeguati a garantire le esigenze citate in premessa.
(5-00461)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MANCUSO e GHIGLIA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
nel 1999 la Giunta della Regione Piemonte ha promosso la realizzazione del progetto Centro Internazionale del Cavallo, nell'ambito del restauro della Reggia della Venaria Reale;
il 27 giugno 2001, la Regione Piemonte, l'Università degli Studi di Torino, l'Unire e la Fise hanno stipulato l'accordo di programma teso alla realizzazione del suddetto progetto;
il 14 luglio 2006, i predetti Soci Fondatori hanno siglato l'Atto Costitutivo della Fondazione Centro Internazionale del Cavallo ed hanno approvato il relativo Statuto, nominando il Presidente della Fondazione;
gli scopi della Fondazione, elencati nell'Atto Costitutivo e nello Statuto sono i seguenti:
1. il miglioramento qualitativo del cavallo sportivo mediante lo studio e l'applicazione di corrette tecniche di allevamento, addestramento ed allenamento;
2. la formazione, la qualificazione professionale e sportiva e la specializzazione degli addetti al settore;

3. la ricerca scientifica, l'assistenza veterinaria, la tutela delle razze equine e lo sviluppo e la promozione dell'ippocultura e dell'ippoterapia;
4. la promozione e la gestione di attività museali, culturali, espositive, dimostrative (manifestazioni equestri), di comunicazione, didattiche ed editoriali;
5. l'assistenza alle attività svolte nel settore equino nell'ambito della Regione Piemonte;
6. altre attività coerenti con le finalità statutarie sopra enunciate;
nel primo Consiglio di Amministrazione, tenutosi l'11 settembre 2006, in base a quanto previsto dallo Statuto, è stato nominato il Direttore Generale, su proposta dell'unire, ed il Collegio dei Revisori dei Conti;
nel 2006 la Fondazione ha provveduto a sovrintendere al completamento dei lavori edilizi e degli arredi delle strutture effettuati a cura della Regione Piemonte ed avviato le procedure amministrative per rendere operativo il Centro;
nel 2007 il Centro ha iniziato le attività organizzando, con la Fise, due concorsi internazionali di Dressage, ivi compreso il prestigioso campionato Europeo, qualificante per le olimpiadi, stages per giudici internazionali e per istruttori federali ed ha avviato, in collaborazione con la Fise, con la Facoltà di Medicina Veterinaria e con la Scuola Universitaria Interfacoltà di Scienze Motorie dell'Università di Torino il Master Universitario in Riabilitazione Equestre, finanziato dal Fondo Sociale Europeo;
è stato inoltre inaugurato ufficialmente il Centro con uno spettacolo di Teatro Equestre e con un concerto tenutosi nel Maneggio coperto;
nel programma 2008 sono previste le seguenti attività (in parte già svolte e in parte in via di svolgimento):
master in riabilitazione equestre;
stages formativi per istruttori federali;
stages formativi per tecnici federali di alto livello;
corsi per tecnici OTB;
seminari riqualificazione per istruttori federali;
ricerche nel settore della medicina sportiva applicata al cavallo e del benessere animale finanziate con fondi Regionali, Unicredit e del Ministero dell'Università;
concorso internazionale di Dressage CDI;
campionato nazionale di Dressage tecnico e concorso internazionale Young Riders;
campionati piemontesi salto ostacoli e pony;
concorso internazionale salto ostacoli CSI;
campionato italiano di Volteggio;
campionato italiano di Horseball;
campionato italiano di Dressage freestyle e Concorso Internazionale Young Riders;
convegno di ippiadria;
convegno di ippologia;
convegno di cultura equestre «Omaggio a Senofonte»;
due concerti;
spettacolo di teatro equestre;
giornate di promozione della cultura equestre per le scuole elementari del territorio (2.000 studenti);
per il 2009 sono già programmati due master universitari, un corso di formazione professionale per artieri, manifestazioni equestri internazionali ed attività culturali. L'attività di ricerca su benessere animale e medicina sportiva potrà usufruire dei fondi del Ministero dell'Università, provenienti dal PRIN «Fisiologia dell'esercizio

nel cavallo atleta: influenza della dieta, del tipo di allenamento e di prestazione sportiva sulle condizioni fisiologiche e cliniche. Identificazione di markers periferici di stress»;
queste attività rispondenti agli scopi statutari della Fondazione, sono state sostenute soltanto dalla Regione Piemonte dalla Fise e dall'Università. Purtroppo, non è stato finora possibile avere la collaborazione economica (780.000,00 euro annui) ed ideativa dell'UNIRE, socio fondatore statutario;
l'UNIRE infatti, pur partecipando ai Consigli di Amministrazione ed avendo confermato formalmente quanto sottoscritto nell'atto costitutivo, non ha finora contribuito alla realizzazione delle attività statutarie che sono di sua competenza. Una bozza di piano di valorizzazione del cavallo italiano, elaborato dalla FISE, anche su proposta dell'UNIRE, non ha potuto ottenere il parere dell'UNIRE ed è rimasto lettera morta;
non è stato possibile neppure definire con l'UNIRE le modalità per la riscossione del contributo iniziale di 700.000,00 euro, stanziati dal Ministero per le politiche agricole e forestali con decreto ministeriale n. 238 del 28 settembre 2005 a favore dell'UNIRE e destinati al Centro La Venaria Reale;
questa grave situazione è stata motivata dall'UNIRE con le difficoltà congiunturali, ma, pur con tutta la comprensione possibile non è ulteriormente tollerabile perché sta creando alla Fondazione difficoltà economiche insormontabili e l'impossibilità di far fronte agli impegni statutari relativi alla valorizzazione dell'allevamento del cavallo italiano;
è assurdo che questa operazione, avviata nell'intento di recuperare, con il contributo della Unione Europea, una splendida struttura storica già destinata ad ospitare i purosangue del re ed ora nuovamente in grado di accogliere cavalli nelle migliori condizioni di benessere (box, paddock, pista di allenamento) con finalità formative, di ricerca sul benessere animale e sulla medicina dello sport, di assistenza agli allevatori con la creazione di un centro di addestramento del cavallo da sella, di promozione della cultura equestre e della conoscenza del cavallo e delle sue caratteristiche etologiche, non possa disporre delle risorse e delle competenze che erano state previste e sottoscritte dai soci fondatori -:
quali interventi urgenti intenda adottare il Governo per imporre a UNIRE di onorare gli impegni economici sottoscritti, al fine di garantire la sopravvivenza di questa importante realtà ippica che, insieme alla Reggia Sabauda di Venaria, rappresenta un formidabile polo di attrazione turistico-storico-sportivo.
(5-00456)

DI GIUSEPPE. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
nell'ambito della politica di contenimento della spesa pubblica adottata dal Governo recenti provvedimenti che incidono sul Fondo di solidarietà nazionale comportano il rischio concreto, in particolar modo per il sistema delle assicurazioni agricole agevolate, di mettere in forse i risultati positivi, ampiamente dimostrati dalle statistiche di settore, prodotti dalla riforma del 2004, quali:
a) l'ampliamento dell'ombrello assicurativo, tramite polizze innovative (pluririschio e multirischio), ad eventi atmosferici fino a qualche anno fa del tutto, o quasi, assenti dall'offerta delle compagnie (oltre alla tradizionale polizza grandine sono stati attivati infatti strumenti per la copertura di danni da vento, gelo, eccesso di piogge, alluvioni, siccità);
b) l'incremento delle tipologie di colture assicurate e la più ampia diffusione di coperture assicurative agricole agevolate, tradizionali e innovative, con l'estensione ad aree geografiche italiane in cui in precedenza risultavano quasi o del tutto assenti;

la crescita delle dimensioni del mercato assicurativo agricolo e dell'ammontare del valore risarcito, dimostra ormai la indispensabilità dello strumento per sostenereun'azione di contrasto delle avversità, calamità naturali ed epizoozie;
per quanto riguarda i contributi assicurativi agricoli, si prospetta il pericolo di una deriva verso il declino dell'intero comparto agricolo, con gravissime conseguenze sul piano economico e sociale;
a conferma di tale pericolo lo stesso Ministro Zaia, all'indomani dell'approvazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge finanziaria, ha affermato «non si tratta di commentare note dolenti, si tratta di presentare al Parlamento un lavoro che deve essere completato e questa, ritengo, sia tra le prime necessità del Paese e del Governo»;
le associazioni agricole di categoria hanno espresso allarme e preoccupazione -:
quali iniziative intenda assumere, anche in ottemperanza alle dichiarazioni pubblicamente espresse, e in considerazione delle richieste degli operatori e delle associazioni di categoria;
se non ritenga che:
a) i tagli prospettati, alla luce delle considerazioni suesposte, non producano benefici reali sull'economia, considerati per contro i prevedibili danni che produrrebbero all'intero sistema agricolo nazionale ed al reddito degli operatori del settore già stressati da una congiuntura dei prezzi affatto sfavorevole e, quindi, da una concorrenza sempre più aggressiva;
b) l'attuazione del programma di governo, tanto decantato, non possa prescindere dal garantire la copertura di quella che è diventata una nuova buona prassi, a fronte del paventato pericolo di ripristino degli aiuti compensativi.
(5-00462)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:

HOLZMANN. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
l'Agenzia delle Entrate di Bolzano ha recentemente bandito un concorso per la copertura di 15 posti di funzionario, riservato ai gruppi linguistici tedesco e ladino;
tale concorso ha visto solo quattro candidati superare le prove prescritte ma soltanto due verranno assunti perché pare che altri due abbiano perso interesse a ricoprire l'incarico;
la copertura finanziaria era ovviamente stata già assicurata per la copertura di tutti i quindici posti disponibili;
esistono gravi carenze di personale anche nell'area II, i cui posti sono in parte riservati al gruppo linguistico italiano ed è prevedibile che verranno facilmente coperti -:
vista la notevole carenza di personale, se le risorse messe a disposizione per garantire la copertura dei posti dirigenziali in area I, potranno essere utilizzate per coprire le vacanze in area II consentendo all'Agenzia delle Entrate di bandire il relativo concorso.
(4-01331)

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RAPPORTI CON LE REGIONI

Interrogazione a risposta scritta:

HOLZMANN. - Al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
da anni si parla del disagio del gruppo linguistico italiano in Alto Adige, una minoranza territoriale che vive la propria condizione in un contesto dove

l'autonomia dovrebbe fungere da motore per una crescita equilibrata dei gruppi linguistici;
la situazione presenta aspetti assolutamente degni di attenzione e questa affermazione non è dovuta solo ad un'interpretazione politica, bensì dall'esame dei dati statistici;
in trent'anni il gruppo linguistico italiano è passato da 160.000 abitanti a 110.000, la percentuale del 36 per cento, riferita al censimento del 1971 è scesa al 26,7 per cento del censimento 2001;
le imprese di lingua italiana soffrono anche per una legislazione provinciale che le penalizza, mentre la grande industria è stata gradualmente smantellata;
il governo Prodi istituì nel 2000 il cosiddetto «tavolo dell'autonomia» per verificare le condizioni del disagio del gruppo linguistico italiano, affidandone la regia al sottosegretario Bressa ma il poco tempo a disposizione prima della fine della legislatura non consentì di passare dalle audizioni, peraltro avvenute, alle proposte concrete;
successivamente all'inizio del nuovo mandato nel 2006 il Presidente del Consiglio dei ministri Prodi si recò a Bolzano ed inaugurò un nuovo «tavolo» che però non si concretizzò a causa della prematura fine della legislatura;
è giunto il momento, in vista di una legislatura che ha tutte le premesse per durare a lungo, di riprendere l'iniziativa e di cominciare a sentire il polso della situazione affinché il Governo sia posto nelle condizioni di interloquire con cognizione di causa nelle questioni della politica locale che assai più spesso si connette con i rapporti a livello nazionale -:
se il Ministro per i rapporti con le regioni intenda riflettere sull'opportunità di istituire un «tavolo di confronto» per scandagliare la complessa realtà altoatesina nell'ottica di offrire maggiori tutele alla vera minoranza linguistica, quella italiana, incaricando o provvedendo a far nominare un sottosegretario per i problemi delle minoranze linguistiche.
(4-01335)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
nel corso della riunione svoltasi in data 9 ottobre 2008 presso l'Associazione industriali di Massa-Carrara, l'Azienda EATON, multinazionale americana operante nel settore dell'automobile e relativi accessori, ha comunicato ufficialmente la dismissione del sito produttivo di Massa e il relativo abbandono del suddetto territorio;
la motivazione esposta dall'azienda consta nella perdita di una commessa FIAT relativa alla realizzazione delle punterie meccaniche, vero core business dello stabilimento massese, peraltro per molti anni ai vertici mondiali per la produzione EATON;
l'azienda opera nella provincia di Massa-Carrara da oltre più di venti anni con l'impiego di circa 500/550 unità tra diretti ed indotto;
la perdita della seconda azienda più importante per produzione ed addetti, accanto alla vertenza già nota al Ministro interpellato dei Nuovi Canteri Apuania ed altre aziende del territorio che proprio in questi giorni stanno aprendo procedure di mobilità vedasi l'azienda ICA di Pallerone nel territorio della Lunigiana con altri 85 posti di lavoro a rischio, mettono a serio repentaglio non solo la tenuta occupazionale ma anche il tessuto economico e sociale del territorio;

gli interpellanti esprimono la convinzione che l'evoluzione della vicenda EATON, sommandosi alle altre vertenze in corso, segnali con chiarezza la sofferenza e la conseguente fragilità del territorio e ritengono indifferibile un'azione decisa e puntuale del governo nazionale che individui concretamente le soluzioni necessarie;
il sindacato, le istituzioni comunali, provinciali, regionali e il territorio tutto, attraverso le sue articolazioni dovranno far valere il loro diritto alla «disponibilità delle aree» e alla creazione di una cosiddetta «dote economica» per i lavoratori, affinché possa, al più presto, una nuova opportunità di industrializzazione e di rioccupazione;
per tali motivi le istituzioni del territorio e la Regione Toscana hanno provveduto nella giornata dell'8 ottobre 2008 a far pervenire al Ministro interpellato richiesta ufficiale di attivazione presso il suo ministero di un tavolo nazionale anche comprendendo tutte la realtà EATON presenti nel nostro paese vedi Monfalcone (Udine) e Bosconero (Torino) -:
se intenda procedere all'immediata convocazione di un tavolo ministeriale alla presenza della dirigenza EATON, affinché possa essere affrontata con celerità la grave decisione presa dal gruppo, attivando un percorso finalizzato al mantenimento dell'attuale attività produttiva;
se intenda procedere all'attivazione di tutti gli strumenti (ammortizzatori sociali, cassa integrazione) utili a ridurre l'impatto sociale derivante da una eventuale dismissione del sito produttivo;
quali interventi ritenga opportuno operare al fine di evitare il depauperamento in termini industriali, economici, occupazionali e umani dell'intero territorio apuano e toscano a partire dal mantenimento dell'unità produttiva dello stabilimento EATON.
(2-00180) «Rigoni, Soro».

Interrogazioni a risposta in Commissione:

TOMMASO FOTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
di recente, l'autorità per le garanzie nelle comunicazioni, con delibera n. 447/08/CONS, ha avviato un'indagine conoscitiva riguardante le condizioni di mercato e concorrenziali attuali e prospettiche dei servizi SMS (short message servite), MMS (multimedia messaging servite) ed in generale dei servizi dati in mobilità;
la predetta Autorità ha condotto, congiuntamente con l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, un'indagine conoscitiva, conclusasi il 15 novembre 2006, a seguito di specifica richiesta di chiarimento da parte della Commissione europea,con riferimento ai costi nel servizio di telefonia mobile prepagata;
nelle condizioni di mercato per chi utilizza il sevizio di telefonia mobile è prevista l'applicazione, oltre alla tariffa praticata, per il primo minuto di conversazione, di uno scatto alla risposta;
il costo del predetto scatto, pur variando da operatore ad operatore, incide evidentemente sul costo complessivo del servizio;
è evidente la rilevanza della questione relativa al costo dello scatto alla risposta che richiede una doverosa verifica sull'incidenza che lo stesso assume soprattutto rispetto alle telefonate di breve durata;
di quali elementi disponga sulla questione e quali iniziative abbia assunto o intenda assumere, anche ai sensi dell'articolo 8 del codice delle comunicazioni elettroniche di cui al decreto legislativo 1o agosto 2003, n. 259.
(5-00463)

VELO, FRONER, NANNICINI, LULLI, MARIANI, VENTURA, VICO, SANI, CENNI e CECCUZZI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in data 9 ottobre 2008 i vertici aziendali della «Lucchini Spa» di Piombino hanno comunicato alle organizzazioni sindacali la messa in cassa integrazione di 400/450 operai per almeno 2 settimane;
allo stato attuale non vi sono certezze sulla reale durata di tale periodo di cassa integrazione visto che la crisi che ha portato l'azienda a programmare una riduzione della produzione (l'altoforno passerà da 6000 tonnellate a 4000/4500 tonnellate di ghisa) è legata al crollo dei consumi nei settori quali quello dell'auto, dell'edilizia e degli elettrodomestici, i cui sviluppi sono al momento imprevedibili; sembra tenere solo il mercato delle rotaie perché fondato su contratti a lungo termine;
saranno coinvolti nella crisi anche i lavoratori delle imprese di servizi che operano nell'indotto che, in quanto inquadrati nel contratto del commercio, non potranno usufruire della cassa integrazione;
tale crisi è evidentemente legata al difficilissimo quadro internazionale che sta colpendo non solo il sistema finanziario ma anche l'economia reale, con drammatiche conseguenze sia sugli andamenti della produzione che sulla tenuta dell'occupazione nel sistema industriale nazionale ed internazionale;
il Consiglio Comunale di Piombino ha recentemente adottato un Accordo di Pianificazione che ha come obiettivo quello di migliorare la qualità ambientale e il rapporto tra città e fabbrica e quello di rendere possibili importanti investimenti che l'azienda siderurgica ha in programma per circa 1 miliardo di euro. Tali investimenti mirano ad aumentare la produzione e a migliorare il mix produttivo così da consentire all'azienda di reggere sul mercato anche in una fase congiunturale sfavorevole;
ogni giorno si susseguono in tutta Italia notizie di crisi aziendali con un sempre maggiore ricorso alla cassa integrazione ed alla mobilità in tutti i settori produttivi;
la siderurgia rappresenta un settore strategico per l'Italia ed offre un contributo rilevante alla crescita economica e ai livelli occupazionali;
nei giorni scorsi durante l'informativa urgente del Governo sugli sviluppi della crisi finanziaria in atto il Ministro Tremonti ha affermato tra l'altro che in questa situazione l'unica politica di sostegno all'economia può essere una politica di domanda pubblica attraverso investimenti per le infrastrutture;
nel decreto n. 112 del 2008 approvato nello scorso mese di agosto nel disegno di legge finanziaria 2009 si evidenziano rilevanti tagli agli investimenti, in particolare si segnala il mancato rifinanziamento della legge obiettivo e tagli alle risorse per Anas e Ferrovie, investimenti che sarebbero invece necessari per far ripartire l'economia e rendere più competitivo il nostro Paese;
si è invece ritenuto di utilizzare tali risorse per rendere possibile l'abolizione dell'ICI sulla prima casa scegliendo di fatto di privilegiare il sostegno alla rendita immobiliare piuttosto che agli investimenti infrastrutturali -:
quali azioni di politica economica ed industriale intende intraprendere il Governo per fronteggiare la crisi industriale in atto ed in particolare quella del settore siderurgico e della fabbrica piombinese che rappresenta uno dei principali siti per la produzione di acciaio a ciclo integrale in Italia.
(5-00464)

...

Apposizione di una firma a una interrogazione.

L'interrogazione a risposta immediata in Commissione Fugatti e Molteni

n. 5-00447, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 ottobre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Comaroli.

Pubblicazione di un testo riformulato.

Si pubblica il testo riformulato della interrogazione a risposta orale Zamparutti n. 3-00123, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 50 del 16 settembre 2008.

ZAMPARUTTI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
da un articolo apparso il 5 settembre 2008 su La Repubblica risulta che decine di tonnellate di scarti di formaggi scaduti ed avariati, con vermi ed escrementi di topo, vengono venduti da importanti aziende italiane, a prezzi stracciati, ad imprese che poi li riciclano;
questi scarti verrebbero lavorati insieme a formaggio fresco producendo soprattutto formaggio grattugiato (per produrre il quale vengono usati prodotti come il «del mix») e sottilette vendute nei discount e nei negozi di tutta Europa;
sarebbero 12 mila le tonnellate di merce lavorata in due anni e 3 mila le tonnellate vendute in nero ai fornitori per un volume di affari di 30 miliardi annui a vantaggio delle aziende che sofisticavano e con centinaia di milioni di indotto della filiera a livello europeo;
da un articolo apparso su La Repubblica del 15 ottobre 2008, la contraffazione della data su etichette di prodotti Galbani, denunciato dallo stesso quotidiano in un articolo pubblicato il giorno prima, sarebbe, a detta dell'azienda, un episodio accaduto nel 2005 e circoscritto alla condotta di un dipendente del deposito perugino nei cui confronti sono stati avviati gli opportuni procedimenti disciplinari -:
se corrisponda al vero quanto riferito dal quotidiano e quali provvedimenti ispettivi e repressivi intendano assumere per porre fine al riciclaggio di prodotti avariati nel settore lattiero-caseario, anche per il tramite dell'ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari e se corrisponda al vero quanto riferito dall'azienda Galbani in merito alla contraffazione delle date riportate sulle etichette. (3-00123)

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interpellanza urgente Lo Monte n. 2-00148 del 30 settembre 2008;
interrogazione a risposta scritta Moffa n. 4-01308 del 10 ottobre 2008.