XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di venerdì 3 ottobre 2008

TESTO AGGIORNATO AL 7 OTTOBRE 2008

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:

La IV Commissione,
premesso che:
l'articolo 2, comma 627, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, prevede che il Ministero della difesa predisponga un programma pluriennale per la costruzione, l'acquisto e la ristrutturazione di alloggi di servizio di cui alla legge n. 497 del 1978, in relazione alle esigenze derivanti dalla riforma strutturale connessa al nuovo modello delle Forze armate;
sempre l'articolo 2, comma 629, prevede che entro otto mesi dalla data di entrata in vigore della stessa legge, il Ministro della difesa adotti un regolamento di attuazione, non ancora presentato in Parlamento, per la realizzazione del programma infrastrutturale di cui al citate comma 627, acquisendo il parere delle competenti Commissioni parlamentari;
al comma 628, punto b), ai fini della realizzazione del programma viene prevista «l'alienazione della proprietà, dell'usufrutto o della nuda proprietà di alloggi non più funzionali alle esigenze istituzionali», e la riassegnazione dei fondi così ricavati, alla difesa;
tenuto conto che i punti qualificanti del programma di alienazione e rinnovo del patrimonio abitativo consistono:
nel riconoscere il diritto di prelazione al conduttore non proprietario di altra abitazione nella provincia;
nell'assicurare «la permanenza negli alloggi dei conduttori delle unità immobiliari e delle vedove, con basso reddito familiare, non superiore a quello determinato annualmente con il decreto ministeriale del Ministro della difesa di cui all'articolo 9, comma 7, della legge 24 dicembre 1993, n. 537, ovvero con componenti familiari portatori di handicap, dietro corresponsione del canone in vigore all'atto della vendita, aggiornato in base agli indici ISTAT»;
nel prevedere che gli stessi immobili, in caso di mancato esercizio di prelazione del conduttore, possono essere alienati in favore del personale militare e civile del Ministero della difesa,

impegna il Governo:

a evidenziare nell'emanando regolamento la natura pluriennale del programma di alienazione del patrimonio abitativo non più utile, esplicitando che il programma di vendita degli immobili - che la stessa norma contenuta nella legge n. 244 del 27 dicembre 2008 indica non poter essere inferiore, nel primo lotto, alle tre mila unità - non si esaurisce con l'individuazione di un primo elenco, al fine di poter realizzare gradualmente in un arco temporale di 4-5 anni un significativo rinnovo e ampliamento del patrimonio abitativo della difesa;
a garantire la permanenza negli alloggi dei conduttori con basso reddito non sulla base di un limite temporale prefissato, ma in relazione al permanere del reddito familiare al di sotto della soglia determinata annualmente dal decreto ministeriale di cui all'articolo 9, comma 7 della legge 24 dicembre 1993, n. 537;
a individuare un numero significativo di unità immobiliari da alienare, considerando che l'adozione del modello di difesa su base esclusivamente volontaria rende necessaria la disponibilità di risorse finanziarie importanti, da investire in unità abitative da assegnare al personale volontario, a cominciare dagli appartenenti al ruolo della truppa per i quali non è proponibile la sistemazione alloggiativa nelle camerate pluriletto che venivano utilizzate per il personale di leva.
(7-00049) «Villecco Calipari».

L'VIII Commissione,
premesso che:
i lavori di raddoppio della linea ferroviaria Bologna-Verona sono in avanzato stato di realizzazione e che è imminente la conseguente dismissione del vecchio ponte ferroviario sul Po di competenza della Rete Ferrovie Italiane;
che la riqualificazione di tale snodo viabilistico rappresenta un particolare interesse strategico per il territorio provinciale mantovano e in particolare per i comuni di Revere ed Ostiglia;
in base alla convenzione stipulata tra RFI, ANAS, provincia di Mantova e comune di Ostiglia, alcune opere infrastrutturali che caratterizzano il nodo di Ostiglia sono terminate e sono state aperte al traffico nelle scorse settimane (variante alla SS 12 con sottopasso e bretella di collegamento tra SS 12 ed ex SS 482);
si ritiene indispensabile ed urgente affrontare il problema della riqualificazione del ponte sul Po sulla SS 12 Abetone Brennero, che costituisce un importante itinerario viabilistico interregionale tra regione Emilia Romagna e Lombardia in corrispondenza dei comuni di Revere ed Ostiglia;
il ponte sul Po è collocato nel punto intermedio della SS 12 e rappresenta l'unica alternativa all'autostrada per i collegamenti sul corridoio Brennero-Verona-Modena-Bologna;
pertanto si reputa necessario definire la riconversione del ponte ferroviario, che verrà dismesso a breve, ad uso stradale, con l'obiettivo di completare in tal modo il nodo viabilistico di Ostiglia, prevedendo l'utilizzo di entrambi i manufatti (ponte stradale sul Po, di competenza ANAS e ponte ferroviario sul Po, di competenza della Rete Ferrovie Italiane);
questo obiettivo è altresì motivato dalla necessità di garantire migliori standard di sicurezza, visto lo stato di precarietà in cui versa il traffico di attraversamento tra il comune di Ostiglia e quello di Revere;
la sicurezza per gli utenti della strada a tutt'oggi è molto carente, come dimostrano gli incidenti che si susseguono su questo tratto di strada, non ultimo l'incidente mortale del maggio scorso avvenuto proprio sul ponte;
nel corso del 2007 è già stato approvato dal consiglio provinciale di Mantova un ordine del giorno di carattere generale relativo agli impegni dell'ANAS sulla SS 12, nel quale si è affrontato anche tale problema;
il 2 luglio 2008, con lettera prot. n. 38388 inviata a regione Lombardia - Assessorato infrastrutture e mobilità, ANAS - compartimento di Milano e Rete ferroviaria italiana, la provincia di Mantova e i comuni di Revere ed Ostiglia, hanno assunto un'ulteriore iniziativa con la richiesta di attivazione di un tavolo di confronto sul tema in oggetto;
il 21 luglio 2008 l'Amministrazione provinciale, di concerto con i due comuni interessati, ha promosso un incontro invitando a parteciparvi i rappresentanti mantovani in Parlamento e Regione, la Camera di commercio, il mondo socio-economico e sindacale, il presidente del consorzio Destra Secchia, i presidenti delle Commissioni consiliari provinciali competenti in materia, e che durante tale incontro è emersa un'ampia convergenza di intenti tra i soggetti presenti;
infine il giorno 31 luglio 2008, si è riunita la Commissione provinciale programmazione, pianificazione territoriale e trasporti dell'amministrazione provinciale di Mantova ed ha esaminato la problematica all'ordine del giorno avvalendosi delle competenze dei tecnici/funzionari dell'Ente nei settori viabilità, trasporti, pianificazione territoriale e, in modo unanime, ha deciso di proporre al Consiglio provinciale la discussione di un nuovo ordine del giorno affinché sia portato a conoscenza delle autorità amministrative

regionali e nazionali competenti per sollecitare la risoluzione rapida ed efficacie di tali emergenze viabilistiche nell'interesse delle comunità locali;
lo scorso 30 settembre il Consiglio provinciale di Mantova ha deliberato all'unanimità di sostenere le iniziative intraprese finalizzate all'attivazione di un confronto fra gli Enti locali interessati alla riqualificazione del tratto viabilistico caratterizzato dalla dismissione del ponte sul Po, in comune di Ostiglia, sulla SS 12 Abetone Brennero, la regione Lombardia, il mondo socio-economico e sindacale, per un potenziamento delle vie di comunicazioni nell'Area del Destra Secchia. Nonché di chiedere alle competenti autorità regionali e nazionali preposte, un impegno rispetto alla risoluzione di tale emergenza, affinché si adoperino per creare le condizioni per una condivisione della soluzione tecnica al problema evidenziato, per definire le competenze dell'intervento e per reperire le necessarie risorse finanziare,

impegna il Governo

ad attivarsi con solerzia per la risoluzione di tale emergenza e per creare le condizioni per una soluzione tecnica condivisa, nonché per definire le competenze dell'intervento e per contribuire al reperimento delle necessarie risorse finanziarie.
(7-00050)
«Alessandri, Fava, Fugatti, Brigandì, Allasia, Comaroli, Torazzi, Consiglio, Gidoni, Forcolin, Nicola Molteni, Rivolta, Lussana, Reguzzoni, Bragantini, Negro, Munerato, Rainieri, Guido Dussin, Togni, Rondini, Paolini, Montagnoli, Crosio».

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ATTI DI CONTROLLO

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:

ZAZZERA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il 4 giugno veniva sequestrata dai carabinieri del NOE di Bari, tra il comune di Deliceto e Castelluccio dei Sauri in provincia di Foggia, una discarica abusiva di enormi dimensioni, allocata in una zona a vincolo paesaggistico, nel mezzo dei Monti Dauni;
i quotidiani hanno dato opportuno risalto alla notizia parlando del sequestro della più grande discarica abusiva di Europa, pari ad una estensione di otto campi da calcio regolamentari (www.repubblica.it del 4 giugno 2008);
sono state smaltite abusivamente circa 500.000 tonnellate di rifiuti tossici e pericolosi e l'ecosistema del torrente Cervaro è stato irrimediabilmente compromesso, basti pensare che l'operazione condotta dai Carabinieri è stata denominata «Black river»;
la quantità enorme di rifiuti provenienti dalla discarica di Deliceto, ha comportato un danno ambientale quantificabile in 315 milioni di euro;
per la realizzazione della discarica abusiva è stato deviato il corso naturale del fiume Cervaro, sono state falsificate le documentazioni di programmazione dei lavori di ampliamento e i rifiuti sono stati sotterrati ad arte per non destare sospetti;
secondo quanto riportato dai giornali sarebbe stato utilizzato terreno contaminato dai rifiuti nelle aree circostanti adibite alla coltivazione di ortaggi;
sono state indagate circa 70 persone delle quali 12 sono state arrestate e tra queste figura l'imprenditore foggiano Rocco Bonassisa, legale rappresentante dell'AGECOS Spa, impresa che gestisce lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani nella provincia di Foggia e anche all'estero in Romania;
l'imprenditore Rocco Bonassisa avrebbe risparmiato riversando rifiuti tossici e pericolosi nella discarica abusiva qualcosa come 2 milioni e mezzo di euro -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei gravi fatti descritti nella presente

interrogazione e quali iniziative intenda assumere a fronte del gravissimo danno ambientale prodotto anche, al fine di tutelare il diritto alla salute dei cittadini dell'area foggiana compromessa dall'attività illecita descritta in premessa.
(5-00415)

TESTO AGGIORNATO AL 4 NOVEMBRE 2008

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

DI CAGNO ABBRESCIA, CARLUCCI, DISTASO e SISTO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
come ormai noto, l'immobile nel quale ha sede il «Teatro Petruzzelli» di Bari fu distrutto nel 1991 da un incendio che provocò la totale inagibilità dell'intera zona destinata al teatro, lasciando, invece, quasi intatte (e comunque agibili) le restanti parti, destinate ad attività «diverse» (circolo cittadino «Unione», esercizi commerciali e di ristorazione);
successivamente, lo Stato è intervenuto per la ricostruzione del «Teatro Petruzzelli», ancorché di proprietà privata, con le leggi n. 444 del 1998, n. 310 del 2003, n. 286 del 2006;
quest'ultima legge, al fine di garantire la celere ripresa delle attività culturali di pubblico interesse presso il Teatro Petruzzelli di Bari, stabili l'esproprio, ivi incluse le pertinenze in favore del Comune di Bari, nonché un ulteriore finanziamento di altri 8 milioni di euro per il completamento del recupero del medesimo Teatro;
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3557 del 22 dicembre 2006 in considerazione dell'articolo 5 commi 3 e 4 della legge n. 225 del 1992, nonché delle disposizioni previste dalla legge n. 286 del 2006 stabilì che necessitava adottare, in via preventiva, ogni iniziativa utile e finalizzata ad evitare situazioni di pericolo;
conseguentemente è stato nominato Commissario l'ingenier Angelo Balducci con il compito (insieme alla struttura commissariale ibidem individuata) di fronteggiare la situazione di criticità nonché di disciplinare gli interventi necessari ad assicurare condizioni di fruibilità in termini di sicurezza dell'intera struttura teatrale;
in considerazione dei poteri conferitigli, il Commissario ha provveduto ad annullare la gara, precedentemente indetta, aggiudicando, previa la procedura di rito, una nuova gara di appalto, comprendente anche opere da realizzarsi sulle pertinenze;
risulta importante evidenziare inoltre che la recente sentenza n. 128 del 2008 la Corte costituzionale abbia dichiarato l'illegittimità costituzionale della legge n. 286 del 2006 che legittimava l'esproprio del Teatro in questione;
appare altresì importante porre in risalto che tuttavia i lavori di ristrutturazione siano proseguiti regolarmente sia nella parte dell'immobile destinato al teatro che sulle pertinenze dell'immobile, non destinati ad attività teatrali;
conseguentemente risulta per lo meno ambiguo e paradossale che attualmente continuino ad eseguirsi lavori su immobili che non hanno alcuna funzione di «attività culturale di pubblico interesse» il cui onere finanziario risulta tra l'altro a carico dello Stato;
a seguito dell'esecuzione dei lavori di consolidamento e di ristrutturazione, allo stato, non esiste più (ammesso che fosse esistente al 22 dicembre 2006, data del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3557, allorché risultavano già eseguiti i lavori di consolidamento) alcuna «situazione di criticità» né tantomeno «di

pericolo» nell'immobile, tanto è vero che lo stesso è continua meta di visite organizzate (anche da molte scolaresche) -:
quali provvedimenti intenda adottare in relazione ai lavori, attualmente in corso, il cui onere e le spese complessive risultano a carico dello Stato, con particolare riferimento alle pertinenze del Teatro Petruzzelli di Bari che, oltre ad essere certamente di proprietà privata, non sono certamente destinate ad attività culturali di pubblico interesse;
se il complesso di finanziamenti pubblici fin qui erogati dallo Stato e dagli enti locali siano sufficienti a garantire una completa e rapida ultimazione delle opere di ristrutturazione finalizzate a restituire al «Teatro Petruzzelli» la sua funzionalità e la celere ripresa delle attività culturali di pubblico interesse;
se si ritengano tuttora esistenti i presupposti di fatto e di diritto posti a fondamento del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3557/06 e, comunque, se non debba considerarsi esaurita l'attività del Commissario Delegato e della struttura da lui presieduta, essendo state attualizzate ciascuna e tutte le previsioni contenute nei commi dell'articolo 1 del predetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.
(5-00414)

CRISTALDI, MOFFA, ANGELA NAPOLI, PATARINO e FRASSINETTI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere:
se sia a conoscenza di recenti notizie di stampa dalle quali si apprende che numerosi teatri risultano chiusi ed inattivi in un Paese che della cultura è stata la Patria e il teatro il luogo e l'anima delle antiche tradizioni italiane;
se, in particolare, sia a conoscenza dei 59 teatri siciliani chiusi ed abbandonati nonostante questi risultino monumenti di interesse artistico e del fatto che, secondo le notizie riportate dalla stampa, i teatri in disuso sarebbero stati destinatari, in gran parte, di finanziamenti e contributi pubblici risultati comunque insufficienti al completamento dei lavori per il loro restauro;
se non ritenga di intervenire anche tramite l'ente teatrale italiano e le soprintendenze ai beni culturali e d'intesa con le Regioni al fine di conoscere lo stato reale dei teatri italiani in disuso e le ragioni del loro mancato utilizzo, con speciale riferimento a quei manufatti che sono stati destinatari di finanziamenti pubblici, anche per valutare l'opportunità di concordare un piano di sistemazione e di utilizzo dei nostri teatri attualmente in disuso.
(5-00416)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:

BOSI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con decreto legislativo 13 luglio 1998, n. 283, fu dato avvio al processo di privatizzazione e liberalizzazione del comparto del tabacco lavorato mediante la creazione dell'Ente tabacchi italiani (ETI), a cui furono affidate le attività produttive e commerciali già dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato con il compito di una successiva collocazione dell'azienda risanata sul mercato per mantenimento dei siti produttivi in Italia e realizzare un forte rilancio dei prodotti e dei marchi italiani;
nell'anno 2003, a conclusione del processo di riorganizzazione e ristrutturazione delle attività commerciali e delle strutture produttive e distributive attribuite all'ETI, con apposita gara pubblica, al fine di realizzare la totale privatizzazione del comparto anche in linea con le esigenze di carattere sanitario e con gli indirizzi della Comunità economica europea, si è proceduto alla vendita dell'Ente tabacchi italiani alla British American Tobacco

Italia S.p.A. - BAT (una affiliata della omonima multinazionale inglese);
a seguito di ulteriori processi di riorganizzazione delle proprie strutture la BAT Italia ha proceduto nel 2004 alla vendita del settore commerciale e distributivo dei tabacchi lavorati alla Logista Italia, società partecipata dalla multinazionale franco-spagnola Altadis, a cui sono state trasferite le strutture e le attività economiche connesse alla distribuzione e vendita dei tabacchi lavorati;
recentemente, la società Logista Italia, monopolista di fatto della distribuzione del tabacco lavorato nel nostro Paese, nell'ambito dei processi di concentrazione in atto nel settore è stata a sua volta acquistata dalla multinazionale inglese Impirial Tobacco s.a., concentrando nelle mani di un unico produttore anche il settore della distribuzione relativi a tutti i generi di monopolio commercializzati;
il processo di privatizzazione di cui trattasi si può considerare in realtà realizzato esclusivamente per ciò che concerne il settore produttivo in quanto, a seguito dell'abolizione del preesistente «diritto di stabilimento» che riservava in via esclusiva la fabbricazione dei tabacchi lavorati allo Stato o ai soggetti autorizzati per legge, oggi qualsiasi soggetto ha la possibilità di accedere al mercato della produzione dei tabacchi lavorati;
per quanto concerne il settore distributivo il processo di privatizzazione non può ancora considerarsi concluso dal momento che in questi anni si è assistito solamente al passaggio della proprietà della società deputata alla gestione delle attività commerciali e distributive dei tabacchi lavorati dal Monopolio all'ETI, dall'ETI alla BAT Italia, dalla BAT alla Altadis e da quest'ultima alla Impirial senza che si sia in realtà addivenuti ad una effettiva liberalizzazione dal momento che la Logista/Impirial è tuttora l'unico soggetto che distribuisce tabacchi lavorati su tutto il territorio nazionale in una condizione di vero e proprio monopolista di fatto;
l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha censurato (anno 2006) la normativa che disciplina il comparto della distribuzione, giudicandola lesiva della libera concorrenza, e invitando l'Amministrazione vigilante (Monopoli di Stato) a rimuovere sollecitamente gli ostacoli normativi di natura anticoncorrenziale che, a tutt'oggi, non risultano ancora rimossi né sembra sia stato avviato alcun processo di revisione della normativa esistente;
nella passata legislatura il Parlamento cercò di porre rimedio alla descritta situazione con l'approvazione delle disposizioni previste dai commi 96 e 97 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, che ad oggi, a distanza di quasi due anni, non hanno ancora trovato applicazione. Infatti, senza alcuna plausibile giustificazione né alcuna norma di differimento dei termini previsti, non risultano ancora pubblicati i regolamenti applicativi dei commi suddetti che avrebbero dovuto essere emanati a pochi mesi dopo l'entrata in vigore della precitata legge, per la precisione rispettivamente entro 120 e 90 giorni dalla pubblicazione della legge suddetta;
continua a permanere nel settore distributivo del tabacco lavorato in Italia una grave situazione di immobilità e di reale ostacolo all'ingresso di nuovi operatori a cui è preclusa la possibilità di accedere al mercato della distribuzione. Per cui l'unico soggetto operante, la Logista Italia S.p.A., ora di proprietà di una multinazionale del tabacco - Impirial - monopolizza tutte le attività distributive primarie e secondarie e persino quelle relative al trasporto dei generi di monopolio dai magazzini alle rivendite realizzando lucrose attività commerciali con costi elevati che vengono sostenuti dai tabaccai -:
per quale motivo, a distanza di quasi due anni dall'emanazione della legge 27 dicembre 2006, n. 296, l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, competente

alla gestione e controllo del settore non abbia ancora provveduto all'emanazione dei regolamenti attuativi delle disposizioni recate dai commi 96 e 97, la cui approvazione faciliterebbe l'ingresso nel mercato di nuovi operatori;
per quale motivo, a distanza di due anni, non sia stato dato alcun seguito concreto alle indicazioni e alle raccomandazioni dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato che con propria nota del 28 settembre 2006 denunciava una situazione di ostacolo alla libera concorrenza nel settore della distribuzione del tabacco lavorato e invitava l'amministrazione competente ad intervenire sollecitamente attraverso la rimozione degli ostacoli normativi;
per quale motivo in Italia, a oltre dieci anni dall'avvio del processo di privatizzazione del comparto del tabacco lavorato, sussista ancora una situazione di monopolio di fatto della distribuzione che conferisce ad un unico soggetto la gestione di tutta la filiera della distribuzione escludendo da tale settore sia gli operatori della distribuzione che quelli del trasporto ostacolando sul nascere qualsiasi concorrenza anche relativamente ai costi dei servizi offerti in esclusiva dalla Logista;
quali siano le misure urgenti e risolutive della grave situazione descritta che il Ministro intende adottare e in quali tempi, al fine di conferire al settore ad oltre dieci anni dalla privatizzazione le necessarie condizioni di normalità, e per introdurre finalmente nel sistema quei necessari elementi di concorrenzialità e competitività che con il processo di privatizzazione e liberalizzazione, avviato dal legislatore nel 1998, erano stati prefigurati per il comparto del tabacco lavorato e per portare il sistema sullo stesso livello di quelli degli altri Paesi della comunità europea.
(4-01233)

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GIUSTIZIA

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
in data 5 agosto 2008 è stata presentata l'interrogazione 4-00939, a cui non è ancora pervenuta risposta, in cui si chiedeva di «adottare iniziative ispettive» con riferimento alle vicende accadute al detenuto Simone Fazzari, che stanno pregiudicando la possibilità di curare debitamente la sua patologia nel rispetto del diritto alla salute costituzionalmente garantito;
il detenuto è giunto al terzo tentativo di suicidio, così come attestato nel riscontro della cartella clinica del carcere di Rebibbia del 20 luglio 2008 per quella che all'interpellante appare l'indubbia rilevanza dell'arbitrarietà - percepita dal soggetto - delle condotte del pubblico ministero e del giudice per le indagini preliminari che rispettivamente richiesero e ordinarono il 18 luglio 2008 il ripristino dello status carcerario, nonostante la pendenza della esecutività dell'ordinanza di sostituzione di detta misura con quella degli arresti domiciliari presso la casa di cura San Valentino cui era stato destinato dal giudice per le indagini preliminari con il provvedimento del 17 luglio 2008;
il pubblico ministero e il giudice per le indagini preliminari hanno sottostimato i due precedenti episodi di suicidio, qualificandoli addirittura come simulati, laddove l'interrogante è in possesso di una missiva ricevuta dall'allora compagno di cella del Fazzari (tal Nikola Todorovic) nella quale quest'ultimo scrive al medesimo rappresentandogli di avergli salvato la vita in occasione del secondo tentativo di suicidio;
pare all'interrogante che il pubblico ministero non abbia trasmesso nella mattina del 18 luglio 2008 al giudice per le indagini preliminari il fascicolo processuale, e la decisione di «revocare» la

propria ordinanza del giorno precedente risulta assunta dal giudice per le indagini preliminari senza l'esame del relativo fascicolo;
il rimedio processuale offerto al pubblico ministero dall'ordinamento per censurare l'ordinanza del 17 luglio 2008 era ed è solo ed esclusivamente dell'«impugnazione» cautelare;
il codice ignora, infatti, l'istituto della «revoca» dell'ordinanza di sostituzione in melius della misura, emessa dal giudice per le indagini preliminari - su istanza dell'indagato - ai sensi degli articoli 299 e 275 comma 4-bis ultima parte;
l'impugnazione cautelare eventualmente disponibile dal pubblico ministero - unico rimedio possibile avverso l'ordinanza concessoria della misura data - contempla, nel nostro ordinamento, l'estrinsecazione delle garanzie difensive anche partecipative che in concreto risulterebbero soppresse per tabulas dalla opzione «extra processuale» adottata dal pubblico ministero e seguita dal giudice per le indagini preliminari;
il ripristino della misura carceraria, tra l'altro, sarebbe stata possibile solo all'esito - e non prima - dell'iter cautelare attivato con l'impugnazione;
nel mese di agosto il Fazzari è stato trasferito presso il Carcere Lorusso e Cotugno di Torino, dove è stato sottoposto ad una accurata perizia dalla quale è emerso che il migliore percorso terapeutico da seguire è quello della ospedalizzazione in una struttura psichiatrica adeguata, con sostegno psicologico e familiare, ma da allora tale soluzione suggerita non è ancora stata messa in atto e il detenuto, tornato a Roma, si trova ancora presso il carcere di Rebibbia;
a fronte di ciò è stata tuttavia richiesta dal giudice per le indagini preliminari una ulteriore visita con due nuovi periti, che costituisce una spesa rilevante per le casse dello Stato visti i costi dei professionisti nominati;
il detenuto, privato, secondo l'interpellante, in maniera arbitraria delle cure che avrebbe potuto e dovuto ricevere ormai da mesi presso l'adeguata struttura sanitaria, subisce di fatto un danno alla salute rischiando ogni giorno che l'aggravamento delle sue condizioni lo porti a compiere ancora una volta un gesto autolesionista -:
se non intenda adottare con urgenza iniziative ispettive con riguardo alle ulteriori vicende descritte in premessa, ai fini dell'esercizio di tutti i poteri di sua competenza.
(2-00160)«Renato Farina».

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

MASTROMAURO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'intervento sulla strada statale n. 275, nel tratto tra Maglie e Santa Maria di Leuca, è inserito - sin dalla delibera del 21 dicembre 2001 - nel piano di infrastrutture strategiche di interesse nazionale;
l'intervento è fortemente atteso dalle popolazioni locali e dalle amministrazioni, in quanto consentirebbe di facilitare la circolazione in un'area a forte vocazione turistica;
l'intervento è altresì inserito in tutti gli strumenti di programmazione dell'ANAS, tanto che nel settembre scorso il Presidente di tale società - in occasione del suo intervento alla Fiera del Levante - ha confermato l'intenzione di portare avanti tale opera infrastrutturale come impegno prioritario;
l'iter procedurale per la chiusura della fase progettuale e l'avvio di quella realizzativa è stato definitivamente ultimato per quanto concerne le competenze di ANAS ed enti locali; inoltre, lo stanziamento

di parte regionale è già stato assicurato e messo a bilancio da parte della Regione Puglia;
non vi sono notizie certe circa il completamento dell'istruttoria da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, finalizzata a sottoporre al CIPE, secondo le procedure della «legge obiettivo», il progetto in questione per la sua definitiva approvazione -:
se il Ministro possa confermare la definitiva conclusione dell'istruttoria di cui in premessa e, quindi, indicare se la richiesta di approvazione del progetto da parte del CIPE sia già stata trasmessa a tale organismo;
in caso affermativo, se il Ministro intenda - per quanto di competenza - sollecitare il rapido inserimento di detta opera all'ordine del giorno di una prossima riunione del CIPE e assicurare il massimo impegno per l'adozione di una delibera urgente che consenta finalmente l'avvio dei lavori.
(5-00413)

Interrogazione a risposta scritta:

EVANGELISTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
dal maggio 2008 l'azienda ferroviaria Trenitalia ha avviato su tutto il territorio italiano un piano di riassestamento territoriale che ha prodotto una serie di tagli al personale andando a colpire anche alcune stazioni ferroviarie di capoluoghi di provincia;
secondo il piano, tra quelle che verranno colpiti più duramente c'è la stazione della città di Massa che vedrebbe la progressiva chiusura della biglietteria con i conseguenti disagi, vista l'importanza dello scalo e le dimensioni dei flussi di viaggiatori, tanto per i clienti, quanto per il personale;
nel frattempo, la biglietteria della stazione ferroviaria di Massa ha visto ridurre il suo personale di tre unità mai rimpiazzate;
in data 1o ottobre 2008, sul quotidiano Il Tirreno, veniva riportata la notizia di disagi subiti da alcuni utenti per il rinnovo degli abbonamenti mensili, che non sono riusciti a rinnovare i propri abbonamenti a causa della chiusura dello sportello;
in seguito alla notizia è risultato che la biglietteria, ad oggi, dispone di un solo dipendente per turno e che il turno relativo alla vicenda in questione era quello pomeridiano il cui termine è previsto per le 19.20. Il dipendente in questione, che pare abbia prolungato il proprio orario di lavoro di circa 30 minuti e raggiunto un incasso che superava di circa tre volte quello medio previsto per un turno, ha deciso di chiudere lo sportello, nonostante fossero in fila ancora una ventina di persone;
al di là della mancanza di flessibilità che l'addetto allo sportello sembra abbia avuto, la condizione disagevole che molti avevano previsto all'avvio del piano di razionalizzazione da parte dei vertici di Trenitalia si è puntualmente verificata in seguito ai tagli al personale di biglietteria e allo stato di progressivo abbandono che la struttura ferroviaria sta attraversando, probabilmente in vista di una dismissione definitiva nel prossimo futuro;
questa condizione di degrado interessa direttamente gli utenti che sono limitati anche nell'uso della biglietteria automatica, visto che di tre unità elettroniche soltanto una risulterebbe funzionante, una invece è in parte fuori uso e può essere utilizzata solo con carta di credito e bancomat e, infine, una terza risulterebbe completamente inutilizzabile a causa di passati atti vandalici -:
se il Ministro sia a conoscenza di questi disagi che, in maniera assai probabile affliggono gli utenti di altre stazioni ferroviarie rientranti nel piano di razionalizzazione

previsto da Trenitalia, e quali azioni, nei limiti delle sue competenze, abbia intenzione di portare avanti sia per ridurre il disagio dei cittadini che sul territorio massese usufruiscono del servizio ferroviario, quanto per affrontare la riduzione di personale che l'azienda sta mettendo in atto senza considerare le concrete implicazioni sul territorio.
(4-01232)

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INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:

BERTOLINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
sin dal 1999 il rapporto della Commissione Antimafia denunciava l'aumento delle attività sul territorio modenese di esponenti di spicco della criminalità organizzata;
nel mese di marzo 2008 si sono verificati nella Provincia di Modena numerosi atti intimidatori (minacce, incendi) nei confronti di commercianti locali, che confermavano drammaticamente le previsioni del suddetto rapporto;
il 21 maggio 2008 è apparsa, sui quotidiani modenesi, la preoccupante notizia secondo cui alcune lettere anonime, a scopo di estorsione, sarebbero state recapitate contemporaneamente a più di 15 professionisti della provincia di Modena;
queste missive, fatte pervenire ad avvocati, imprenditori e direttori di banca, contengono frasi dal tono inconfutabilmente estorsivo e si concludono con richieste di pagamento di 10-20 mila euro;
un'inchiesta, pubblicata il 19 settembre 2008 dal periodico L'Espresso, ha confermato la drammatica realtà delle infiltrazioni camorristiche nel fiorente tessuto economico, imprenditoriale e sociale della Regione Emilia Romagna, con concentrazioni particolarmente preoccupanti nella città di Modena;
l'inchiesta rivela le sconcertanti confessioni del collaboratore di giustizia Domenico Bidognetti, che racconta come, già a partire dagli anni '80, esponenti del clan dei casalesi sono stati attirati dalle prospettive di guadagno offerte dalle ricche province dell'Emilia Romagna come Bologna, Modena, Reggio Emilia e Parma;
sul territorio emiliano la criminalità organizzata si è occupata negli ultimi decenni di imporre il racket estorsivo nei confronti delle attività gestite da calabresi, ma anche ai danni di commercianti, imprenditori e liberi professionisti emiliani, con l'obiettivo di entrare nel giro delle grandi opere, degli appalti per l'alta velocità, della tangenziale e dell'ampliamento dell'autostrada A1;
la legge del clan sarebbe stata applicata in modo letterale: infatti si sarebbero verificati pericolosissimi inseguimenti di nemici sull'autostrada A14 e tentativi di vendette nel centro storico di Modena, addirittura in periodo natalizio, con possibili gravi conseguenze per l'incolumità dei cittadini, ignari di cosa stava succedendo intorno a loro;
in territorio romagnolo la criminalità organizzata si sarebbe occupata, utilizzando come corrieri insospettabili bambini, anche del traffico di sostanze stupefacenti, destinate alle discoteche della riviera romagnola;
il 29 settembre 2008 un'attività di autonoleggio di Modena è stata vittima di un raid incendiario, che riporta alla mente i tipici gesti di «avvertimento» compiuti dalle organizzazioni malavitose;
il territorio emiliano-romagnolo sarebbe stato suddiviso equamente tra i clan Bidognetti, Zagara, Schiamone e Maniero;
nonostante quanto avvenuto in questi anni, gli Enti locali modenesi e regionali

hanno sempre minimizzato la gravità di questi episodi, sottovalutandone il pericolo reale -:
se sia a conoscenza dei fatti come sopraesposti e se vi siano ulteriori e nuove circostanze di cui ritenga opportuno mettere al corrente la Camera dei Deputati;
quali siano le iniziative che il Governo intenda attivare per risolvere il problema del continuo ripetersi di attentati incendiari, minacce ed intimidazioni nei confronti di privati, liberi professionisti ed attività imprenditoriali della provincia di Modena;
come intenda intervenire per fare in modo che la criminalità organizzata non metta radici stabili in una regione ricca e produttiva come l'Emilia Romagna, visto che, secondo l'interrogante, le Amministrazioni locali di sinistra non appaiono sufficientemente sensibili alla gravità della situazione;
se sia intenzione del Ministro incrementare il numero degli addetti alla pubblica sicurezza operanti a Modena, per contrastare con più efficacia l'aumento della criminalità organizzata.
(4-01229)

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
il Cantiere portuale di Marina di Carrara fu realizzato nel 1941 per la costruzione di piccole imbarcazioni per il trasporto merci. In seguito ai bombardamenti intercorsi durante la Seconda Guerra Mondiale, il Cantiere venne quasi totalmente distrutto. Fu ricostruito negli anni seguenti e, tra gli anni '50 e '60, assunse un peso sempre più importante tanto per l'area territoriale quanto per l'intero Paese, acquisendo non solo dimensioni notevoli ma soprattutto attrezzature avanzate che permisero un salto di qualità nella produzione navale giungendo alla costruzione di navi dell'ordine di 20mila tonnellate. Un ulteriore potenziamento delle attrezzature nel 1966, permise poi di giungere in poco più di dieci anni a realizzare circa 100 unità navali di varia tipologia;
nel 1973 la Nuovi Cantieri Apuania (NCA) Spa rileva tutto il Cantiere dotandolo di un ampio bacino e implementandolo delle attrezzature e del know how necessario per giungere alla costruzione di navi fino a 50mila tonnellate:
nel corso degli anni la NCA ha proseguito la realizzazione di navi superando i differenti momenti di crisi, provenienti da flessioni del mercato navalmeccanico e dalle varie crisi economiche susseguitesi negli anni. Dal 2004, però, la NCA è giunta ad un primo assestamento societario e finanziario che vedeva nell'allora Società Sviluppo Italia Spa, nel Ministero dell'economia e delle finanze, e nel Monte dei Paschi di Siena i suoi tre detentori di capitale azionario;
ad oggi, la NCA è a tutti gli effetti una società stabile sotto ogni punto di vista che vede l'84,6 per cento delle azioni detenute dall'Agenzia Nazionale per l'Attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo di Impresa Spa; il 9,45 per cento detenuto da Fintecna Spa e il 5,95 per cento da Monte dei Paschi di Siena Capital Service Spa. Un pacchetto azionario che ammonta ad un valore pari ai 14 milioni e mezzo di euro;
la Nuova Cantieri Apuania, oltre ad essere oggi una realtà in piena crescita che ha riassorbito in poco meno di cinque anni il 70 per cento del proprio deficit, rappresenta una società di importanza strategica tanto per il territorio apuano e toscano, con i suoi 200 lavoratori diretti e gli oltre 800 dell'indotto, quanto per l'intero Paese che avrebbe in essa un valido supporto per la realizzazione del progetto europeo «Autostrade del mare» che anche il Ministro Matteoli, in una intervista pubblicata

su La Nazione del 21 settembre 2008 ha dichiarato di voler sviluppare;
la Legge Finanziaria 2007, n. 296, licenziata nel dicembre 2006 prevedeva che la Società Sviluppo Italia Spa assumesse la denominazione di «Agenzia Nazionale per l'Attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo di Impresa Spa» e che entro la data del 30 giugno 2007 la stessa Società cedesse le società da essa controllate e partecipate. A seguito del successivo decreto «milleproroghe», il termine di cessione delle società controllate è stato rimandato alla Legge Finanziaria 2008, n. 244, licenziata nel dicembre 2007 e, ulteriormente prorogato al giugno 2008;
secondo le prescrizioni previste nella manovra economica l'Agenzia Nazionale per l'Attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo di Impresa Spa ha pubblicato l'«invito a manifestare interesse per l'acquisto del 100 per cento della Nuovi Cantieri Apuania Spa», al fine di «individuare uno o più soggetti che siano interessati all'acquisizione dell'intero pacchetto azionario». La procedura, conclusasi il 4 agosto 2008, ha registrato la presenza di otto soggetti potenzialmente interessati all'acquisto della società di Marina di Carrara. Ad oggi, risulta che Invitalia e Meliorbanca stiano valutando le otto manifestazioni di interesse:
dopo mesi di colloqui e analisi approfondite sulla realtà della NCA da parte della Regione Toscana, della Provincia di Massa Carrara, del Comune di Carrara, della Fiom-Cigl, FimCisl e Uilm-Uil è stata registrata una assoluta comunità d'intenti tra gli interessati che prevede l'acquisizione da parte di Fincantieri dell'intera società, onde evitare la privatizzazione e il rischio di riconversione che farebbe abbandonare o ridurre drasticamente la produzione navalmeccanica a favore di quella da diporto, con il conseguente taglio del numero di lavoratori diretti e di quelli d'indotto;
in seguito alla richiesta mossa dai rappresentanti territoriali e sindacali per l'avvio di un tavolo di negoziato, dal Ministero per lo sviluppo economico è giunta la disponibilità di incontrarli in data 26 settembre 2008;
con non poche perplessità, data l'assenza non solo dei titolare del Ministero ma anche dei relativi Sottosegretari, in quella data i rappresentanti nazionali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil, UilmUil, quelli territoriali di Massa e Carrara, gli Rsu di NCA, il sindaco di Carrara, il presidente della Provincia di Massa e Carrara, l'assessore al Bilancio della Regione Toscana e il sottoscritto hanno incontrato il dottor Gianpietro Castano coordinatore dell'ufficio ministeriale «Imprese in crisi» -:
se il Ministro, vista la sua assenza, sia dettagliatamente ed esaustivamente a conoscenza del caso NCA. Se egli sia a conoscenza delle importanti implicazioni in termini economici ed umani che la vendita comporterebbe e delle concrete potenzialità della Nuova Cantieri Apuania Spa; se conosca la realtà e gli obiettivi degli otto soggetti interessati all'acquisto della società e, in tal caso, quali interventi ritenga opportuno operare al fine di evitare il depauperamento in termini industriali, economici, occupazionali e umani dell'intero territorio apuano e toscano.
(2-00159)«Evangelisti».

Interrogazioni a risposta scritta:

CENNI, CECCUZZI e LULLI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
secondo le ultime indagini, relative all'anno 2005, il parco circolante degli autocaravan ha raggiunto in Italia le 200.000 unità in virtù di una crescita del numero di immatricolazioni che non si è mai interrotta negli ultimi 10 anni;
per circa 20 anni il settore della camperistica in Italia ed in Europa ha registrato una lunga ed ininterrotta crescita di mercato con significativi incrementi

di volumi di pezzi prodotti, di fatturati e di occupati per le imprese della filiera;
secondo quanto emerge da fonti di informazione, negli ultimi mesi, si è verificata invece una netta inversione di tendenza che ha fatto registrare un calo delle vendite di camper, sul territorio nazionale, del 20 per cento;
il mercato della camperistica risente in parte della crisi generalizzata economica e dei consumi anche se va rimarcata la perdurante carenza di politiche fiscali ed infrastrutturali a sostegno del settore. La tassazione sui veicoli costituisce infatti la quinta voce di gettito erariale governativo e manca sul territorio nazionale, a differenza di altri paesi europei, una efficace e moderna rete di strutture per elevare la fruibilità del turismo all'aria aperta a partire da aree di sosta attrezzate;
secondo quanto emerge da alcuni studi per rilanciare il settore della camperistica sarebbe inoltre fondamentale, in linea con la normativa già adottata da altri paesi europei, modificare l'articolo 116 del decreto legislativo numero 285 del 30 aprile 1992 per introdurre l'innalzamento della guidabilità, per la patente «B», dei camper da 3,5 a 3,7 tonnellate. Con questa modifica, infatti, i camper potranno essere dotati di dispositivi ed accessori capaci di elevare i livelli di sicurezza e di confort elevando al tempo stesso la platea di potenziali clienti;
nella zona della Valdelsa, che si estende tra le provincie di Siena e di Firenze, è presente un distretto industriale della camperistica dove viene attualmente realizzato l'80 per cento della produzione nazionale del comparto;
tale distretto, direttamente ed attraverso l'indotto, presenta oltre 80 aziende, occupa circa 4000 addetti e rappresenta il 35 per cento dell'economia della zona per un fatturato annuo superiore a 600 milioni di euro;
gli effetti della crisi del settore della camperistica si stanno già ripercuotendo sui livelli occupazionali locali. Dopo che alcune imprese, nei mesi scorsi, avevano annunciato esuberi e tagli al personale, dal primo settembre 2008 la Triganò, una delle aziende leader del comparto, ha messo in cassa integrazione 330 dipendenti (su circa 500) dello stabilimento industriale della zona di Cusona, nel comune di Poggibonsi (provincia di Siena);
si ha inoltre notizia, in conseguenza del piano presentato dall'azienda nello scorso dicembre, di provvedimenti di mobilità per 50 dipendenti e di cassa integrazione per 340 dipendenti fra Toscana e Lombardia del gruppo Sea;
secondo quando reso noto dalle organizzazioni sindacali locali la cassa integrazione potrebbe, nei prossimi gironi, riguardare altre aziende ed interessare altri stabilimenti del territorio;
in questi anni le istituzioni locali hanno seguito con attenzione lo sviluppo e le problematiche del settore della camperistica intervenendo tempestivamente con politiche adeguate in grado di promuovere la qualità del prodotto, la crescita dei livelli occupazionali e la programmazione di infrastrutture logistiche sul territorio;
nello specifico nel mese di luglio 2007 è stato sottoscritto un protocollo d'intesa fra Regione Toscana, la Provincia di Siena, la Provincia di Firenze, gli otto Comuni del territorio interessato, le associazioni imprenditoriali e sindacali. Le linee guida dell'accordo di programma prevedono la riqualificazione della zona produttiva locale e la nascita di una filiera del camper attraverso finanziamenti in settori strategici di intervento come le infrastrutture, la logistica, la ricerca e la formazione. Tale accordo predispone inoltre l'attivazione di una fase di concertazione e confronto con le organizzazioni sindacali, economiche e di categoria e la definizione, con il Ministero per lo Sviluppo Economico, di strumenti di finanziamento e leggi specifiche finalizzate alla crescita del comparto;

in questa direzione, nelle scorse settimane, sono state avviate le procedure per realizzare uno snodo ferroviario della Valdelsa, in località Zambra: una infrastruttura logistica, che comporta di un investimento di 1,2 milioni di euro, necessaria per supportare l'attività delle industrie della zona;
la Regione Toscana ha avviato da tempo politiche mirate per il rilancio del distretto della camperistica investendo risorse economiche a sostegno del settore e stanziando finanziamenti mirati per le aziende che promuovono la ricerca e l'innovazione;
per far fronte alla crisi della camperistica nelle scorse settimane è stato inoltre convocato un tavolo istituzionale che ha coinvolto gli enti locali, la Regione Toscana, le organizzazioni sindacali ed imprenditoriali;
gli enti locali stanno quindi seguendo e monitorando attentamente la crisi del settore e la sua evoluzione -:
se sia a conoscenza della grave situazione che interessa il comparto italiano della camperistica dal momento che nella zona della Valdelsa viene realizzato attualmente l'80 per cento della produzione nazionale del settore;
quali iniziative urgenti intenda intraprendere per salvaguardare i livelli occupazionali locali dal momento che il comparto della camperistica presenta oltre 80 aziende, occupa circa 4000 addetti e rappresenta il 35 per cento dell'economia del territorio;
quali iniziative urgenti intenda intraprendere per evitare possibili rischi di delocalizzazione dal momento che la proprietà di alcune delle maggiori aziende presenti sul territorio (Triganò e Sea) fanno riferimento a società straniere o sono partecipate da fondi azionari internazionali, e salvaguardare conseguentemente gli investimenti delle istituzioni e delle imprese locali;
quali iniziative urgenti intenda intraprendere, di concerto con gli altri ministeri competenti, per promuovere il turismo all'aria aperta e l'utilizzo del camper a partire dalla realizzazione di una rete infrastrutturale adeguata all'accoglienza, dall'introduzione di politiche fiscali mirate, dall'innalzamento della guidabilità, per la patente «B», dei camper da 3,5 a 3,7 tonnellate, in linea con gli altri paesi europei e dall'introduzione di forme di agevolazione su carburante e pedaggi autostradali.
(4-01227)

CECCUZZI e CENNI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in località Rosia, nel comune di Sovicille (provincia di Siena) è attivo dal 1996 lo stabilimento dell'industria farmaceutica Bayer Biologicals, dove sono attualmente occupati circa 80 dipendenti;
lo stabilimento Bayer è inserito in un vero e proprio distretto chimico, farmaceutico, biotecnologico e biomedicale con la presenza, nei comuni di Siena e di Sovicille, di numerose aziende, tra cui la multinazionale Novartis che ha localizzato a Siena il proprio centro ricerche mondiale;
nel 2005, per iniziativa delle istituzioni locali, della regione Toscana, della Fondazione e della Banca Mps e delle università di Firenze, Pisa e Siena, della Scuola normale superiore e della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, è stata costituita la Fondazione Toscana Life Sciences con lo scopo di promuovere la ricerca e le biotecnologie in Toscana, nonché la nascita di nuove imprese nel settore biomedicale e delle nuove tecnologie;
il 21 giugno dell'anno 2006 la Bayer ha acquisito il controllo dell'industria farmaceutica «Schering Pharma» annunciando la fusione delle due società e la nascita della «Bayer-Schering Pharma»;
il 19 febbraio del 2007 si è svolto un'incontro istituzionale fra i rappresentanti

dell'azienda Bayer, l'amministrazione provinciale di Siena e le parti sociali territoriali, nel quale l'azienda rendeva noto un processo di riassetto interno al comparto farmaceutico anche per ciò che riguarda i livelli occupazionali;
il 2 marzo del 2007 il gruppo Bayer, in seguito alla fusione delle attività farmaceutiche con «Schering Pharma», ha reso noto che verranno effettuati, a partire dalla seconda metà dell'anno 2008 negli stabilimenti situati in Europa, 3.150 licenziamenti;
secondo quanto riferito dal Ministero delle Attività produttive il 1o agosto 2007, in risposta ad una interrogazione inerente, presentata dai deputati Andrea Lutti e Franco Ceccuzzi, l'azienda Bayer ha comunicato il 15 maggio 2007 la decisione «di dismetterelostabilimentodi Rosia, attualmentededitoall'attivitàdi confezionamento e controllo di qualità di prodotti emoderivati» trasferendo le attività nello stabilimento di Milano Garbagnate;
lo stesso Ministero delle attività produttive aveva espresso contrarietà e preoccupazione per le decisioni dell'azienda perseguendo, con il coinvolgimento della Bayer, ipotesi di intervento alternative e convocando un tavolo istituzionale di confronto fra le istituzioni locali, le organizzazioni sindacali e l'azienda;
la Bayer ha successivamente specificato che il trasferimento delle attività dal sito di Rosia a quello di Milano Garbagnate sarà effettuato nel primo trimestre del 2009 e concluso nel mese di giugno 2009;
nel mese di marzo 2008 la Bayer ha dato incarico all'agenzia «Cushman & Wakefield» di individuare aziende interessate all'acquisto dello stabilimento di Rosia con l'obiettivo mantenere il sito produttivo e dare continuità al progetto Bayer operando una selezione tra le aziende specializzate nel settore chimico-farmaceutico o più in generale alle scienze della vita;
si sono susseguiti negli ultimi mesi incontri fra l'azienda e le associazioni sindacali locali per affrontare le problematiche occupazionali in vista della chiusura dello stabilimento di Rosia: l'ultima riunione, la nona in ordine di tempo, si è svolta venerdì 26 settembre 2008;
secondo quanto reso noto da organi di informazione da tale riunione è emerso che attualmente sono soltanto 8 su 78 i lavoratori che sono stati ricollocati sul territorio;
secondo quanto reso noto da organi di informazione dalla riunione del 26 settembre è emerso inoltre che l'Azienda non ha fornito alcuna risposta relativamente ai risultati ottenuti fino ad ora dall'agenzia «Cushman & Wakefield» per la ricerca di un soggetto industriale in grado di rilevare e mantenere il sito produttivo di Rosia;
le organizzazioni sindacali, a fronte di questa situazione, hanno annunciato, a partire dai prossimi giorni, iniziative di mobilitazione per avere risposte dall'azienda sul futuro del sito di Rosia e salvaguardare i livelli occupazionali locali -:
quali relazioni siano state intrattenute con l'azienda Bayer e con i sindacati, giunti al nono incontro nel corso dell'anno, per favorire il raggiungimento di un accordo;
quali iniziative intenda assumere nei confronti dell'azienda Bayer per conoscere i risultati ottenuti dalla ricerca condotta, per conto della stessa Bayer, dall'agenzia «Cushman & Wakefield» al fine di individuare un soggetto industriale in grado di mantenere il sito produttivo;
quali iniziative intenda assumere, qualora la suddetta ricerca non abbia esito, per mantenere il sito produttivo;
quali iniziative intenda assumere per favorire la ricollocazione dei lavoratori interessati, qualora le altre iniziative non dovessero malauguratamente avere successo.
(4-01228)

ANTONINO FOTI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
la predisposizione di un efficiente sistema di incentivazione pubblica, lontano dalle vecchie logiche assistenzialistiche e burocratiche, e che sia realmente di stimolo alla competitività delle imprese del Mezzogiorno, costituisce il punto nevralgico delle politiche di rilancio dell'economia del Paese nel mercato globale;
non può che destare preoccupazione l'insoddisfacente stato di attuazione della legge n. 488 del 1992, volta a realizzare interventi di finanza agevolata nel meridione; un quadro preoccupante dovuto in primo luogo all'inefficienza degli attori privati coinvolti - gli istituti di credito concessionari dei servizi di agevolazione - ma anche alla poca o nulla vigilanza esercitata dalla pubblica amministrazione sull'operato dei medesimi, nonché alla farraginosità delle procedure di erogazione, così come delineate dalla vigente normativa regolamentare (Decreto ministeriale n. 527/1995 e decreto ministeriale 3 luglio 2000);
giova ricordare che nel sistema di erogazione dei finanziamenti per lo sviluppo dell'imprenditoria nel Mezzogiorno delineato dal decreto ministeriale 20 ottobre 1995, n. 527 e successive modificazioni, le cosiddette «banche concessionarie» e gli «istituti collaboratori» esercitano, su delega e sotto la vigilanza del Ministero dello sviluppo economico, veri e propri poteri pubblicistici quanto alla istruzione delle domande di agevolazione ed al conseguente trasferimento dei contributi;
i suddetti istituti di credito sono tenuti ad esercitare i poteri pubblicistici delegati alla luce dei principi generali di efficienza, efficacia, trasparenza ed imparzialità che regolano l'azione amministrativa, così come fissati dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, espressamente richiamata dall'articolo 1, comma 5 del decreto ministeriale 20 ottobre 1995, n. 527 (nel testo da ultimo modificato con decreto ministeriale 3 luglio 2000, recante «T.U. delle direttive emanate ai sensi dell'articolo 1, comma 2, del decreto-legge 22 ottobre 1992, n. 415»), risultando in tal modo assoggettati anche al generale potere ispettivo e di vigilanza spettante al Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione;
gli obblighi puntuali assunti dalle banche concessionarie sono infine precisati dalle specifiche convenzioni di volta in volta stipulate dalle medesime con il Ministero dello Sviluppo Economico e dalle circolari ministeriali n. 900315 del 14 luglio 2000 (relativa al Settore Industria), n. 900516 del 13 dicembre 2000 (relativa al Settore Turismo) e n. 900047 del 25 gennaio 2001 (relativa al Settore Commercio);
per effetto delle richiamate normative, le banche concessionarie risultano tenute, entro i termini di volta in volta fissati dal Ministero ai sensi dell'articolo 1, comma 5, decreto ministeriale n. 527/1995 ovvero nel termine stabilito in generale dalla disciplina di settore, all'adempimento dei seguenti obblighi fondamentali:
a)registrazione in ordine cronologico delle istanze di agevolazione ricevute e contestuale verifica in ordine alla loro regolarità e completezza;
b)comunicazione all'impresa beneficiaria delle integrazioni o correzioni formali ritenute necessarie ai fini dell'accoglimento dell'istanza;
c)ricezione delle cauzioni, fideiussioni o polizze assicurative previste a garanzia della volontà dell'impresa di portare a termine l'intervento;
d)trasmissione al Ministero delle istruttorie compiute in ordine alle domande di agevolazione tra il sessantesimo ed il novantesimo giorno successivo al termine finale di presentazione delle domande (articolo 6, comma 2, decreto ministeriale n. 527/1995);

e)erogazione alle imprese beneficiarie dei contributi dovuti e accreditati dal Ministero sulla base di periodici aggiornamenti da richiedersi al Ministero medesimo, ed alla luce delle verifiche progressivamente compiute dalla banca concessionaria stessa in ordine alla realizzazione dell'intervento finanziato;
le banche concessionarie sono responsabili altresì della tempestiva diffusione tra le imprese beneficiarie delle direttive impartite dal Ministero, mediante la predisposizione di adeguati servizi di informazione;
tuttavia, le banche concessionarie e/o gli istituti collaboratori si rendono sistematicamente inadempienti rispetto agli obblighi volontariamente assunti in sede di convenzione e sopra sinteticamente richiamati, così arrecando non solo ingenti danni ai privati interessati alla percezione dei contributi, ma altresì producendo un evidente spreco di risorse in pregiudizio dell'apparato amministrativo e dell'erario;
per parte sua il Ministero competente, in luogo di sollecitare gli istituti di credito ad una maggiore efficienza e reciproca concorrenzialità, facendo un uso incisivo dei poteri di vigilanza e sanzionatori ad esso spettanti giusta la previsione dell'articolo 1, comma 4, lettera b) del decreto ministeriale n. 527 del 1995, pare limitarsi a prendere atto delle disfunzioni del sistema e della inammissibile lentezza delle procedure istruttorie e di erogazione, arrivando anzi a concedere agli istituti di credito continue proroghe dei termini entro cui portare a termine i prescritti segmenti procedimentali;
nondimeno, la definizione di un efficiente sistema di collaborazione tra Ministero ed istituti di credito, volto a consentire una più rapida e soddisfacente allocazione dei contributi, non può prescindere da un corretto, incisivo e trasparente esercizio dei propri poteri di vigilanza da parte del Ministro dello Sviluppo Economico -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza delle specifiche vicende sopra esposte, atte a compromettere l'efficienza del sistema di incentivi nel Mezzogiorno, oltre che a pregiudicare i diritti dei privati interessati ai finanziamenti;
se i Ministri interrogati intendano attivarsi tempestivamente per assumere tutte le iniziative necessarie al fine di eliminare le disfunzioni del sistema di incentivi, esercitando i propri poteri di vigilanza e di sanzione nei confronti delle banche concessionarie e degli istituti collaboratori che si siano resi inadempienti agli obblighi contratti;
se i Ministri interrogati intendano attivarsi al fine di verificare quali siano gli standard qualitativi del servizio di erogazione degli incentivi nel Mezzogiorno e quale sia il livello di attuazione della legge n. 488 del 1992.
(4-01230)

RUVOLO. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in base ai dati Istat su un censimento a campione effettuato tra le famiglie italiane, con l'obiettivo di descrivere il disagio economico del Paese, è emerso che le famiglie siciliane sono quelle che hanno evidenziato le maggiori difficoltà con una percentuale pari al 23,5 per cento contro il 18,9 per cento della Calabria o il 22,6 per cento della Puglia, precedute solo dalla Campania con il 23,8 per cento, il tutto con una media italiana del 14,6 per cento;
uno dei dati che descrive meglio lo stato di crisi delle famiglie siciliane è quello sulle spese impreviste in quanto circa il 47 per cento degli intervistati ha risposto di non riuscire a sostenerle, precedute solo dalle famiglie calabresi con il 50,9 per cento, con una media italiana delle famiglie con questa difficoltà pari al 28,4 per cento;
la regione Sicilia ha inoltre il primato di famiglie che negli ultimi dodici mesi sono state almeno una volta in arretrato con le bollette, con una percentuale pari al

20,7 per cento contro il 15,2 per cento della Calabria e il 16,8 per cento della Campania;
tale regione è anche in testa nella classifica delle famiglie che non riescono a riscaldare la casa adeguatamente (il 26 per cento), che hanno soldi per comprare alimentari (l'8,5 per cento), per affrontare spese mediche (il 25 per cento) o per acquistare i vestiti (il 35,7 per cento);
la Sicilia ha il reddito familiare più basso d'Italia pari a 20.952 euro contro una media nazionale di 27.736 euro ed è la regione del Sud che nel 2007 ha avuto la minore crescita del prodotto interno lordo;
sempre nell'anno 2007 in Sicilia sono cessate 3.072 imprese, cioè il 45,8 per cento in più rispetto alle imprese che hanno chiuso nel 2006 -:
quali iniziative si intendano adottare per far uscire la Sicilia dallo stato di povertà e dal declino tendenziale degli ultimi anni, bloccare il conseguente dilagare dell'imprenditoria illegale e del lavoro nero ed evitare il collasso di un sistema che finora ha retto con molte difficoltà.
(4-01231)