XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 30 luglio 2008

TESTO AGGIORNATO AL 31 LUGLIO 2008

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:

STRIZZOLO, FRONER, GNECCHI, D'ANTONI, CUPERLO, SCHIRRU, BURTONE, COMPAGNON, CALVISI, NICCO, ROSATO, MARAN, MONAI e DE TORRE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
da tempo nel nostro Paese è in corso un dibattito sulla prospettiva di realizzare un impianto federale dello Stato con una significativa riforma di alcune parti del titolo V della Costituzione;
una revisione dei rapporti tra lo Stato e i diversi livelli di rappresentanza istituzionale viene considerata da più parti ormai irrinunciabile per promuovere condizioni di maggiore equità e di più marcata autonomia dei governi locali;
nell'attuale impianto costituzionale viene riconosciuta e tutelata una speciale forma di autonomia per alcune Regioni, motivata da particolari condizioni storiche, linguistiche, sociali e geografiche, nonché dalla presenza di minoranze di cui all'articolo 6 della Costituzione;
nel corso degli anni l'esperienza di Governo delle Regioni a Statuto Speciale e delle Province autonome ha consentito di sperimentare - complessivamente in termini positivi - forme di autogoverno delle comunità locali che hanno favorito la crescita economica e sociale, seppure anche con alcune difficoltà, dei rispettivi territori, anticipando - di fatto - una impostazione semi-federale nei rapporti tra lo Stato e le Regioni a Statuto Speciale e delle Province autonome;
con riferimento alle tematiche del federalismo e alle prospettive future del sistema delle autonomie locali nel Paese, si sono registrate, in questi giorni, pubbliche e importanti dichiarazioni di alcuni Ministri e, in particolare, del Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta che afferma: «Devono finire gli statuti speciali - perché saremo tutte Regioni a Statuto Speciale - e devono finire i Comuni a Statuto Speciale» (Il Gazzettino, lunedì 28 luglio 2008, pagina 3, edizione nazionale) e del Ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli che - invece - ai cronisti del Messaggero Veneto di Udine e del Il Piccolo di Trieste che chiedono «la specialità è davvero superata come ha detto Renato Brunetta?» così risponde: «Assolutamente no: La specialità deve, anzi, essere un punto d'arrivo, un modello da cui prendere ispirazione anche per le Regioni a Statuto Ordinario». (Il Piccolo e il Messaggero Veneto, lunedì 28 luglio 2008, pagina 5);
in considerazione della contraddittorietà delle posizioni espresse dai due Ministri e rilevando, inoltre, il fatto che nel decreto-legge n. 112 del 2008 - in via di conversione in legge nelle aule parlamentari - vi sono dei precisi e preoccupanti segnali di «normalizzazione verso il basso» delle Regioni a Statuto Speciale e delle Province autonome -:
quale sia la linea ufficiale del Governo sulla tematica del federalismo e sulle prospettive delle Regioni a Statuto Speciale.
(3-00109)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XII Commissione:

DI VIRGILIO e BARANI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
da una valutazione epidemiologica contenuta nel documento conclusivo del febbraio 2006 della Commissione ministeriale sullo stato vegetativo e di minima coscienza, istituita nell'ottobre 2005, risulta che i pazienti in stato di coma persistente vegetativo o in stato di minima

coscienza in Italia siano fra le 2.000 e le 2.500 persone, e questo numero sembra destinato ad aumentare, in considerazione dell'accresciuta precocità ed estensione sul territorio della medicina d'emergenza e della prolungata sopravvivenza a patologie degenerative cerebrali ad andamento ingravescente;
il Piano sanitario nazionale impone di offrire livelli assistenziali sempre più adeguati ai bisogni del malato e della famiglia, per cui è necessario fornire indicazioni tali da garantire una coerente successione ed integrazione dei diversi interventi assistenziali, in funzione delle fasi del processo morboso e delle condizioni cliniche della persona, nonché delle situazioni familiari e ambientali, in considerazione del fatto che la persona malata e la sua famiglia, ove presente, possano essere guidati e coadiuvati, nel percorso assistenziale, con un adeguato supporto psicologico, tra il proprio domicilio, che risulta essere la sede privilegiata ed in genere preferita dal malato e dalla famiglia, e le strutture di degenza;
le famiglie in cui è presente questa tipologia di malati si trovano troppo spesso non adeguatamente aiutate e sole non soltanto nel sostenere il pesante onere economico ma anche nel gestire emotivamente una tale situazione che si può protrarre per molti anni -:
quali provvedimenti concreti il Governo intenda predisporre per sostenere fattivamente quelle famiglie in cui è presente un malato in stato vegetativo o in stato di minima coscienza affinché esse stesse possano vivere in maniera più umana e nel modo più sereno possibile una situazione di per sé difficile quale può essere quella di un proprio caro affetto da questa patologia.
(5-00283)

MURA e PALAGIANO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
secondo il rapporto annuale Istat 2007 il 50 per cento dei nuclei familiari vive con meno di 1.900 euro al mese, il 15 per cento delle famiglie non arriva alla quarta settimana, 6,2 per cento ritiene di non potersi permettere un'alimentazione adeguata, il 10,4 per cento un sufficiente riscaldamento per l'abitazione;
il governatore della Banca d'Italia il 9 luglio 2008 ha affermato che l'aumento dei prezzi che si osserva dall'estate del 2007 ha prodotto fino ad oggi una minore crescita del reddito disponibile di oltre un punto percentuale che sale a 3 se si tiene conto delle perdite di valore reale della ricchezza finanziaria, e che tale crescita dei prezzi potrà ridurre i consumi di circa 2 punti nel prossimo anno. Inoltre le retribuzioni medie dei lavoratori dipendenti, al netto di imposte e contributi non sono oggi molto superiori a quelle di quindici anni fa;
il documento di programmazione economico-finanziaria 2009-2013 prevede un aumento programmatico della pressione fiscale, che non diminuirà fino all'anno 2013;
l'abolizione dell'imposta comunale sulla prima casa, contenuta nel decreto-legge n. 93 del 2008, denominato disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie, solo in minima parte può essere considerata una misura a sostegno della famiglia perché produce effetti solo nei confronti di chi possiede una casa, mentre trascura completamente le tante famiglie italiane che vivono in affitto;
il settimanale «Famiglia Cristiana» negli ultimi mesi ha più volte denunciato l'assenza di provvedimenti a favore delle famiglie italiane adottati da questo governo. Da ultimo in un editoriale anticipato attraverso le agenzie di stampa del giorno 28 luglio scrive che per i poveri e le famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese il Governo non ravvisa nessuna emergenza nazionale e nella finanziaria approvata alla Camera con la fiducia non c'è uno straccio di provvedimento a favore di salari e pensioni, intanto il divario del reddito familiare tra Nord e Sud è pari a 10 mila euro;

in data 12 maggio 2007 si è svolta a Roma la manifestazione denominata Family Day alla quale aderirono e parteciparono alcuni membri dell'attuale esecutivo, tra questi l'attuale presidente del Consiglio on. Silvio Berlusconi. In quell'occasione l'on. Silvio Berlusconi accusò il Governo allora in carica di portare avanti una politica avversa alle famiglie a causa dell'elevata pressione fiscale e promise che qualora fosse tornato al Governo il suo esecutivo avrebbe proposto l'introduzione del bonus per le coppie che hanno figli, e avrebbe istituito la creazione di un libretto di risparmio vincolato per tutti i nuovi nati, che aiutasse le famiglie nel corso della carriera scolastica dei figli;
sempre il Presidente del Consiglio in occasione dell'incontro ufficiale con il Papa Benedetto XVI, avvenuto il 6 giugno 2008 in Vaticano, ha dichiarato che la famiglia costituiva una delle priorità dell'azione del Governo -:
quali misure abbia realizzato ad oggi il Governo a sostegno delle famiglie italiane.
(5-00284)

MIOTTO e LIVIA TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
di fronte ai crescenti bisogni assistenziali prevalentemente nell'area della non autosufficienza, le famiglie si sono organizzate ricorrendo al lavoro delle assistenti familiari quasi interamente provenienti dall'estero;
entro il 31 dicembre 2007 sono state presentate circa 700-800 mila domande di regolarizzazione da parte delle famiglie e riguardanti persone non regolari che di fatto svolgevano già assistenza a persone non autosufficienti;
le recenti norme sulla sicurezza imporrebbero l'immediato rimpatrio qualora fossero identificate determinando così conseguenze disastrose per le famiglie dove sono inserite;
il sottosegretario alle politiche per la famiglia ha la delega ad esercitare, fra le altre, anche funzioni di indirizzo e raccordo delle politiche del Governo, a tutela dei diritti delle famiglie -:
quali iniziative il Presidente del Consiglio, e per esso il sottosegretario delegato, abbia assunto ed intenda assumere affinché le famiglie già gravate da costi enormi per l'assistenza di familiari non autosufficienti e da un carico assistenziale incalcolabile, possano regolarizzare le «badanti» senza correre il rischio di incorrere in sanzioni, denunce e vuoto assistenziale.
(5-00285)

Interrogazione a risposta in Commissione:

MANCUSO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
la regione Puglia, mediante la legge regionale n. 19 del 2008 pubblicata sul bollettino ufficiale della regione Puglia del 7 luglio 2008, intitolata «Disposizioni regionali urgenti» all'articolo 14 ha inteso procedere a una riduzione del rapporto farmacie/abitanti nei comuni fino a 12.500 abitanti, portandolo da una farmacia ogni 5.000 abitanti ad una farmacia ogni 3.500 abitanti;
la legge n. 362 del 1991, che ha modificato la legge n. 474 del 1968, recante «norme di riordino del settore farmaceutico» all'Articolo 1 stabilisce che il numero di autorizzazioni per l'apertura di farmacie sia calcolato in modo che via sia una farmacia ogni 5.000 abitanti, nei comuni con popolazione fino a 12.500 abitanti e una farmacia ogni 4.000 abitanti negli altri comuni;
una norma regionale che modifica il preciso criterio numerico della popolazione, stabilito dalle norme statali per tutto il territorio della Nazione, si pone in netto contrasto con quei principi fondamentali ricavabili dalla normativa statale

medesima, secondo cui l'assistenza farmaceutica deve avvenire in maniera ordinata, omogenea, uniforme su tutto il territorio dello Stato;
l'inderogabilità del preciso rapporto numerico farmacie/abitanti stabilito dalle norme statali a tutela della salute dei cittadini e dell'ordinata assistenza farmaceutica è da considerarsi principio fondamentale, e come tale riservato alla legislazione statale -:
se il Governo intenda impugnare la citata legge della regione Puglia dinnanzi alla Corte Costituzionale, tenuto conto della manifesta illegittimità costituzionale della norma regionale stessa.
(5-00276)

Interrogazioni a risposta scritta:

VITALI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3566 del 5 marzo 2007, avente in oggetto «interventi urgenti di protezione civile diretti a fronteggiare l'emergenza determinatasi nei settori del traffico e della mobilità», nel territorio della città di Napoli il Sindaco di Napoli è stato nominato Commissario Delegato e per esso il soggetto attuatore;
da quanto emerge, a differenza delle altre realtà metropolitane quale Milano e Roma, sembra che, a sei mesi dalla scadenza dell'incarico, per la città di Napoli non è accaduto assolutamente nulla, se non secondo l'interrogante lo sperpero, ancora una volta, di danaro pubblico;
sin dall'insediamento, il Commissario Delegato e per esso il soggetto attuatore, si sarebbe dotato di una nuova equipe di dieci tecnici, estranei all'Amministrazione, trascurando di potersi avvalere dei tecnici già in servizio nelle unità operative e nei servizi interessati e competenti, come previsto da detta ordinanza;
il Commissario Delegato e per esso un soggetto attuatore ha addirittura sollevato uno dei Servizi più importanti per fronteggiare l'emergenza di cui alla ordinanza sopra citata, quello dei parcheggi, dalla propria attività; tale importante Servizio è stato relegato alla sola attività di «archiviazione e protocollo»;
consta all'interrogante relativamente ai parcheggi risultano essere state ignorate completamente proposte di costruzione di parcheggi, con procedure già in corso ed in avanzato stato di definizione da parte del Servizio in parola (bando Piano Urbano Parcheggi, successive annualità): le proposte avevano superato positivamente le relative conferenze dei servizi e gli straordinari poteri commissariali avrebbero potuto determinare l'immediata assegnazione del diritto di superficie e l'apertura del cantiere con forte ricaduta occupazionale;
consta all'interrogante chela struttura commissariale abbia ricevuto nuove proposte per la realizzazione di parcheggi, che parrebbero insistere nelle stesse localizzazioni nelle quali erano state già assegnate o erano da assegnare, ai partecipanti del bando del Piano Urbano Parcheggi e delle successive annualità previste dalle NTA, le aree in diritto di superficie -:
quali urgenti iniziative il Governo intenda intraprendere per verificare tali situazioni.
(4-00828)

CASTAGNETTI e MARCHI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il Governo presieduto dell'onorevole Romano Prodi, con il decreto-legge n. 159 del 2007, aveva stanziato un consistente finanziamento a favore di bandi regionali per il ripristino di alloggi pubblici attualmente sfitti in modo da accrescere la disponibilità di edilizia, residenziale pubblica per le fasce più deboli;
l'ammontare assegnato alla provincia di Reggio Emilia era di circa 5 milioni di

euro, cifra che consentiva il recupero di 217 alloggi nei comuni con maggiore difficoltà abitativa;
a lavori ufficialmente avviati il Governo Berlusconi ha trasferito finanziamenti garantiti da quello precedente di cui all'articolo 21 del decreto-legge n. 159 del 2007 sul fondo del piano casa di cui all'articolo 11 del decreto-legge n. 112 del 2008. In questo modo gli interventi rischiano di essere interrotti perché privi della necessaria copertura finanziariaria -:
quali iniziative il Governo abbia già assunto o intenda assumere per garantire l'adeguato supporto finanziario e per assicurare l'esecuzione dei lavori disposti in esecuzione del predetto decreto-legge n. 159 del 2007.
(4-00831)

SPECIALE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
da numerosi anni a questa parte trova svolgimento nella città di Todi una kermesse artistico culturale denominata Todi Arte Festival, ad oggi sotto la direzione artistica di Maurizio Costanzo, che può essere ritenuta a pieno titolo come evento culturale di rilievo internazionale, tant'è che lo Stato, riconoscendo la valenza dell'evento in data 9 aprile 2008, con decreto ministeriale dell'allora ministro in carica Francesco Rutelli, ha ritenuto di finanziare la manifestazione al fine di assicurarne la continuità, attraverso un contributo di euro 300.000,00 da concedersi attraverso la Società ARCUS s.p.a. - Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura dello spettacolo;
la manifestazione per la quale è stata già effettuata la presentazione ufficiale, avrà luogo dal prossimo 7 del mese di settembre;
il programma della manifestazione è stato redatto tenendo conto delle risorse derivanti della concessione del contributo di cui in premessa;
a tutt'oggi non vi è alcuna comunicazione scritta circa la concessione di tale provvidenza;
senza la certezza dell'introito di tutte le risorse finanziarie non è possibile da parte degli organizzatori, procedere alla realizzazione della kermesse;
ad oggi, con programmi già definiti, tale situazione, ha creato allarme nell'opinione pubblica cittadina e particolarmente tra gli operatori economici;
l'annullamento della manifestazione recherebbe certo e grave nocumento all'immagine della città, nonché al turismo e all'indotto dallo stesso derivante, con risvolti negativi proiettati anche per gli anni futuri -:
se il Ministro per i beni e le attività culturali, non ritenga opportuno dare assicurazioni circa la conferma di quanto disposto dal suo predecessore, riconfermando la consistenza totale ed effettiva del contributo statale per l'edizione 2008 del Todi Arte Festival.
(4-00842)

ASCIERTO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la Croce Rossa Italiana, in virtù delle convenzioni internazionali ed ai sensi delle leggi vigenti in Italia, dispone tra le sue componenti di un corpo militare, ausiliario delle Forze armate dello Stato;
il personale del Corpo militare della Croce Rossa Italiana è disciplinato, per quanto riguarda lo stato giuridico, il reclutamento, l'avanzamento ed il trattamento economico dal regio decreto 10 febbraio 1936, n. 484, modificato dalla legge 25 luglio 1941, n. 883, e dal decreto legislativo luogotenenziale 22 febbraio 1946, n. 379;
ai sensi degli articoli 29, 249 del regio decreto 10 febbraio 1936, n. 484, gli iscritti nel Corpo militare della Croce

Rossa Italiana, chiamati in servizio, sono militari e sottoposti alle norme del regolamento di disciplina militare e del codice penale militare. I militari della Croce Rossa Italiana, inoltre, quale ulteriore segno di soggezione alle leggi militari ed alla giurisdizione militare, indossano sull'uniforme le stellette a cinque punte;
ai mancanti alle chiamate in servizio sono applicate le disposizioni penali sancite per i militari dell'Esercito e gli iscritti al personale militare della Croce Rossa Italiana, quando prestano servizio, sono considerati anche pubblici ufficiali;
l'ultimo comma dell'articolo 116 del citato regio decreto 484 del 1936 stabilisce che: «le misure degli stipendi, degli assegni e delle indennità varie previste dal presente decreto sono al lordo delle riduzioni sancite dai regi decreti 20 novembre 1930, n. 1491, e 14 aprile 1934, n. 561, e si intendono modificate in relazione alle varianti che venissero stabilite in materia per il [Regio] Esercito»;
i militari della CRI, purtroppo, non sono stati inclusi nei provvedimenti che negli anni hanno modificato le norme sia sullo stato degli ufficiali, che sullo stato dei sottufficiali dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica, creando, di conseguenza, disparità di trattamento economico e di inquadramento;
i militari della CRI, pur non essendo destinatari delle recenti normative, a differenza dei pari grado in servizio nelle Forze armate, hanno tutti i doveri (soggezione alle leggi penali militari, ai regolamenti disciplinari militari, alla giurisdizione militare) propri dei militari delle Forze armate dello Stato (di cui sono ausiliari ed al cui fianco operano), ma non hanno invece gli stessi diritti e non usufruiscono di alcuna forma di benessere a favore del personale;
risulta all'interrogante che nonostante la vacanza legislativa, dagli anni 40 fino all'anno 2005 gli adeguamenti stipendiali e contrattuali siano stati erogati al personale del Corpo Militare CRI in analogia a quelli del personale delle Forze Armate. Dal 2006 è stato improvvisamente e secondo l'interrogante immotivatamente negato quanto dovuto per i nuovi incrementi stipendiali estesi alle Forze Armate:
a) l'amministrazione della CRI adduce a motivazione della mancata estensione delle competenze contrattuali più di una difficoltà, una di queste connessa, in maniera piuttosto criticabile, ad una presunta indisponibilità di risorse nel bilancio dell'Ente;
b) considerando che l'approvazione del bilancio è di competenza del Consiglio Direttivo Nazionale dell'Ente, si verifica che dal 2006 le proposte previsionali in bilancio predisposte dall'Ispettorato nazionale del Corpo Militare, vengono sistematicamente tagliate; da qui l'avvio ad una serie di alchimie contabili equiparabili al classico «cane che si morde la, coda» che portano alla mancata estensione dei miglioramenti contrattuali;
recentemente, il Presidente Nazionale della C.R.I. con Ordinanza Presidenziale n. 335/08 del 26 giugno 2008 ha anche disposto arbitrariamente ed in pieno contrasto con l'articolo 76 del citato regio decreto 484/1936 la sospensione della formalizzazione delle promozioni al grado superiore degli Ufficiali già giudicati prescelti nei quattro gradi di giudizio previsti dalla legge;
il Presidente Nazionale pone alla base della sua decretazione l'effettuazione di una ispezione amministrativa nei confronti della C.R.I. da parte del Ministero Economia e Finanze della quale peraltro dichiara di non conoscere l'esito;
gli avanzamenti suddetti risultano autorizzati a seguito di decretazione congiunta dei Ministri della Difesa e del Tesoro e con la prescritta registrazione presso la Corte dei conti che, addirittura, ha censurato i ritardi posti in essere nelle relative procedure;
la competente Direzione generale del Ministero della Difesa (Previmil), cui spetta l'onere della formalizzazione del

decreto di promozione, non ha ancora proceduto alla emissione dei prescritti decreti come da prescrizioni di legge;
e ancora: il Presidente Nazionale della C.R.I. con Ordinanza n. 336/08 ha disposto l'annullamento delle Ordinanze nn. 1382, 1383, 1384 del 17 luglio 2003 del Commissario di Governo pro-tempore, dotato di poteri ordinari e straordinari, con i quali era stato avviato un iter amministrativo di transazione per il riconoscimento di quanto dovuto a titolo di competenze arretrate per promozioni e adeguamenti stipendiali per i quali il personale ha sottoscritto rinuncia sia agli interessi di legge che all'esperimento di future azioni legali;
oggi, 915 militari hanno ricevuto una formale comunicazione di interruzione dei termini di prescrizione e preavviso di restituzione di somme (al lordo degli importi) per un circa 11 milioni di euro;
il Co.Ce.R. riunito a Settimo Torinese il 10, 11 e 12 luglio scorso, unitamente ai più alti vertici amministrativi del corpo militare ha chiesto con forza il Commissariamento dell'Ente essendo venuta meno ogni forma di interlocuzione interna -:
quali iniziative urgenti si intendano intraprendere al fine di porre luce su questa grave disparità di trattamento tra i militari della CRI ed i loro pari grado delle Forze armate;
se il modello di società nazionale posto dal Movimento internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa preveda la stessa articolazione delle quattro Componenti civili della Croce Rossa Italiana;
quale sia l'incidenza sui capitoli di bilancio delle spese delle quattro Componenti civili e a quanto ammontino, in particolare, le risorse utilizzate nell'ultimo biennio per convegni, seminari e assemblee nazionali e regionali da tali Componenti;
quali siano le disposizioni normative che consentano ad ogni vertice di componente civile - personale volontario - di disporre a titolo esclusivo di una o più autovetture con autisti assegnati alla persona e non, come correttezza vorrebbe, agli autoparchi;
se non si ritenga il caso di mettere finalmente mano al settore militare della C.R.I. e provvedere alla approvazione di una norma ponte che consenta al personale militare (anche e soprattutto al contingente storico di richiamati - 371 elementi da alcuni anni) di riacquisire serenità essendo oramai da troppi anni asfissiato da una politica interna alla C.R.I. becera e contraria ai principi che invero dovrebbero ispirarla.
(4-00847)

PILI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro per le politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro per le politiche europee. - Per sapere - premesso che:
nel corso di diversi decenni lo Zuccherificio di Villasor (Cagliari) ha rappresentato una realtà economica e industriale che ha garantito occupazione e lavoro a un territorio storicamente sofferente;
nel mese di settembre dell'anno 2005 si è completata l'ultima campagna per la lavorazione dello zucchero che ha visto, accanto all'impiego di 82 lavoratori stabili, l'occupazione di circa 250 lavoratori stagionali interessando anche un notevole numero di persone dell'indotto del mondo agricolo, del trasporto e del conto terzi per oltre mille unità;
dall'inizio dell'anno 2006 il suddetto stabilimento ha cessato la produzione collocando in cassa integrazione la maggior parte dei dipendenti ed impegnandone solo una minima parte residuale negli stabilimenti della Eridania Sadam presenti in altre Regioni d'Italia;
la fabbrica risulta, ormai, quasi completamente demolita essendo stato dismesso e trasportato altrove il materiale costitutivo degli impianti residuando, ormai, il solo corpo centrale;

erano stati sottoscritti numerosi impegni e protocolli d'intesa che impegnavano lo Stato, la Regione Sardegna e la Eridania Sadam a promuovere la riconversione industriale dello stabilimento in questione;
la descritta attività rientra all'interno di un più ampio programma di riconversione di quattro zuccherifici Eridiana, tra cui quello sardo di Villasor, in impianti alimentati con biomasse per la produzione di energia elettrica;
gli studi di fattibilità tecnica, già in corso da tempo, riguardano gli stabilimenti di Castiglion Fiorentino (Arezzo), Russi (Ravenna), Fermo e Villasor (Cagliari), nonché le relative aree agricole, precedentemente dedicate alla produzione di barbabietole da zucchero, dove dovrebbero essere implementate coltivazioni no food per la produzione di biomasse e oli vegetali;
il progetto è frutto di un accordo per lo sviluppo congiunto di progetti per la produzione di energia da fonti rinnovabili siglato tra Actelios Spa, Società del Gruppo Falck, e SECI, holding a cui fanno capo le partecipazioni del Gruppo Maccaferri;
il progetto nasce a supporto del piano di riconversione industriale dei centri produttivi della Eridania Sadam Spa, legato alla restrittiva riforma comunitaria dell'industria saccarifera che comporta, de facto, la chiusura della maggior parte degli zuccherifici italiani e la necessità di riconvertire ad altre produzioni le aree precedentemente dedicate alla bieticoltura;
successivamente, con riferimento alla Sardegna e allo stabilimento di Villasor, era stata ipotizzata la realizzazione di un nuovo impianto in altra area prossima alla zona industriale di Cagliari nell'agglomerato di Macchiareddu che, al momento, non risulta immediatamente utilizzabile;
il Sindaco di Villasor ha inoltre riconfermato la disponibilità, qualora l'area assegnata non risultasse idonea all'insediamento produttivo di riconversione, ad ospitare tale iniziativa nell'area dell'ex zuccherificio;
a distanza di quasi tre anni dalla cessazione dell'attività e dall'inizio della cassa integrazione alcuna prospettiva concreta di reimpiego occupazionale sembra prospettabile in tempi brevi non solo per i lavoratori dell'ex zuccherificio sardo ma anche per tutti gli addetti dell'indotto non essendo ancora stato prospettato un reale piano di rilancio alle istituzioni, ai lavoratori e ai sindacati;
la Commissione europea, a mezzo del protocollo IP/08/1168, Bruxelles, 16 luglio 2008, ha deciso che gli aiuti che la Sardegna intendeva concedere allo zuccherificio di Villasor, per un importo di 3,5 milioni di euro, non sono compatibili con le norme relative agli aiuti di Stato nel settore agricolo.
il progetto d'aiuto notificato dall'Italia era diretto a mettere a disposizione dello zuccherificio di Villasor, proprietà di Sadam ISZ, un importo di 3,5 milioni di euro per compensarlo parzialmente delle perdite subite a seguito del calo della produzione di zucchero, dovuto ad una diminuzione dei conferimenti di barbabietole, in conseguenza della siccità che ha imperversato sull'isola nel 2001-2002;
le norme applicabili in materia di aiuti di Stato prevedono tuttavia un'unica possibilità di compensazione in caso di siccità, di cui possono beneficiare esclusivamente i produttori primari, e non le imprese di trasformazione, come lo zuccherificio Villasor;
poiché l'Italia non aveva proposto nessun'altra base giuridica per giustificare la concessione dell'aiuto in questione, la Commissione ha concluso che l'aiuto era incompatibile -:
se il Governo sia a conoscenza delle motivazioni che impediscono la riconversione industriale dello zuccherificio di Villasor;

se il Governo sia a conoscenza delle motivazioni che ostacolano la Bonifica dell'Area già individuata nel territorio della Provincia di Cagliari;
se non sia opportuno, di concerto con l'Amministrazione di Villasor, individuare un'area utile nel territorio del medesimo Comune;
se non ritenga il Governo, per quanto di sua competenza, intervenire sulla vicenda al fine di dare impulso alla definizione della sopradescritta gravissima situazione di disagio economico-sociale incidente sulle legittime aspettative dei lavoratori e di un territorio in evidente stato di difficoltà.
(4-00850)

...

AFFARI ESTERI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MIGLIORI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
numerosi ostacoli rendono difficile la vita delle comunità cristiane in Turchia: dall'assenza di personalità giuridica alle restrizioni al diritto di proprietà; dalle ingerenze nella gestione delle fondazioni all'impossibilità di formare il clero, senza dimenticare la sorveglianza poliziesca esercitata sui cristiani;
la legislazione turca, d'altra parte, complica la vita alla Chiesa cattolica: non è ancora stato trovato uno statuto che le permetta un'esistenza legale e giuridica; ne consegue che la proprietà dei beni di cui la Chiesa godeva all'avvento della Repubblica continua ad essere contestata di diritto e di fatto;
l'omicidio di don Andrea Santoro, avvenuto nella cittadina anatolica di Trabzon, il 5 febbraio 2006, e il massacro di tre propagandisti evangelici a Malatya, il 18 aprile dell'anno scorso, appaiono dunque i momenti più drammatici di una realtà complessiva fatta di sopraffazione e di persecuzione strisciante -:
quali iniziative diplomatiche intenda assumere, affinché in Turchia vengano riconosciuti i diritti dei cristiani, e della Chiesa Cattolica quale istituzione giuridica, in particolare.
(5-00281)

NARDUCCI e MARAN. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
come reso noto dall'Amministrazione degli Esteri nel corso dell'incontro del 4 luglio 2008 con le organizzazioni sindacali in materia di fondo unico d'amministrazione (Fua) per la categoria dei dipendenti a contratto destinatari del Ccnl, dal 2001 i finanziamenti relativi al capitolo suddetto non sarebbero stati interamente utilizzati per il personale succitato, bensì - cosa ancor più grave - sarebbero stati restituiti ogni biennio, per mancato utilizzo, al Ministero dell'economia e delle finanze con conseguente danno economico per il personale interessato;
nonostante le numerose e puntuali richieste d'informazione da parte sindacale in merito alla presenza di fondi residui sul relativo capitolo, in passato l'amministrazione degli Esteri non ha fornito alcun riscontro, oppure ha confermato il completo utilizzo degli stessi;
malgrado il Ministero degli affari esteri abbia omesso di informare la controparte sindacale, che conseguentemente avrebbe potuto richiedere la sottoscrizione del protocollo previsto dall'Accordo Integrativo dell'Accordo Successivo del 12 aprile 2001 per la ridistribuzione dei fondi stessi ai dipendenti, l'Amministrazione pare ora intenzionata ad attuare una procedura farraginosa che, se posta in atto, produrrà una nuova perdita dei residui

Fua dell'anno 2007, con un danno economico arrecato ai dipendenti a contratto sottoposti al già citato Ccnl, stimato in circa 7 milioni di euro -:
se il Ministero degli affari esteri intenda chiarire correttamente alle organizzazioni sindacali la situazione relativa al fondo unico d'amministrazione, consentendo loro di far valere i legittimi diritti dei dipendenti a contratto che rappresentano.
(5-00282)

Interrogazioni a risposta scritta:

PICCHI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
i corsi di lingua italiana tenuti presso l'Istituto Italiano di Cultura di Vienna sarebbero stati tagliati bruscamente per il prossimo semestre a causa di mancanza di fondi dell'Istituto;
presso l'IIC di Vienna insegnano 18 insegnanti e la partecipazione semestrale ai corsi è di circa 900 persone che pagano dai 155 ai 300 euro a seconda dei corsi frequentati;
la mancanza di fondi dell'Istituto non sembra derivare né dai corsi stessi, che dovrebbero apportare sostanziose entrate, né tanto meno dal personale docente la cui retribuzione oraria è di 29 euro;
di fronte ad una forte domanda di corsi la riduzione dell'offerta non appare logica, danneggia la diffusione della lingua italiana e pregiudica economicamente il corpo insegnante che si ritrova nell'impossibilità di svolgere attività didattica -:
quali iniziative urgenti saranno intraprese per verificare i fatti in premessa e se non sia opportuno rivedere i meccanismi, anche economici, che regolano l'offerta di corsi di lingua italiana all'Istituto Italiano di Cultura di Vienna al fine di garantire il soddisfacimento della domanda e l'attività del corpo insegnante.
(4-00835)

FEDI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il riacquisto della cittadinanza italiana è regolato dall'articolo 13 della legge 5 febbraio 1992, n. 91;
l'articolo 13, comma 1, lettera a) prevede una dichiarazione di volontà da parte di tutti coloro i quali sono interessati al riacquisto della nostra cittadinanza per averla perduta a qualsiasi titolo e età;
tale dichiarazione di volontà può essere resa presso gli Uffici consolari di provenienza e successivamente presentata al Comune in Italia oppure direttamente al Comune italiano ove si desidera stabilire la propria «residenza elettiva»;
l'iscrizione anagrafica in questo caso può avvenire solo dietro rilascio di un apposito permesso di soggiorno ed il riacquisto della cittadinanza italiana è in questo caso immediato;
l'articolo 13, comma 1, lettera b) prevede il riacquisto automatico della cittadinanza italiana dopo un anno di residenza in Italia -:
quali urgenti disposizioni od iniziative si intendano adottare per evitare il ripetersi di situazioni in cui i Comuni si attengono a criteri non omogenei e/o in palese contraddizione con l'applicazione delle predette norme;
quali iniziative informative urgenti si riterrà opportuno adottare per informare Comuni e Questure;
quali urgenti disposizioni od iniziative si intendano adottare per rendere celere il rilascio del permesso di soggiorno utile ai fini dell'iscrizione anagrafica e necessario per il riacquisto immediato della cittadinanza italiana.
(4-00837)

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:

SIRAGUSA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, - Per sapere - premesso che:
il 18 luglio 2008 l'Assessorato al Territorio ed Ambiente della Regione Sicilia ha autorizzato, con decreto dirigenziale, l'impiego del petcoke, come combustibile, nella cementeria Italcementi S.P.A di isola delle Femmine;
la cementeria di Isola delle Femmine (NACE Code 26.51) opera in un contesto limitrofo a siti sottoposti a tutela ambientale quali: un'Area Marina Protetta istituita dal Ministero dell'Ambiente (A.M.P. Capo Gallo - Isola delle Femmine), due Riserve Naturali Orientate istituite dalla Regione Siciliana (R.N.O. Capo Gallo ed R.N.O. Isola delle Femmine), tre Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C. Isola delle Femmine ITA 020005; S.I.C. Capo Gallo ITA 020006; S.I.C. Fondali di Isola delle Femmine - Capo Gallo ITA 020047);
l'autorizzazione (Autorizzazione integrata ambientale) di cui sopra, che prescinde dall'applicazione delle «migliori tecnologie», è stata data con un provvedimento stralcio dalla valutazione di impatto ambientale del progetto di revamping, per altro già bocciato dalla sopraintendenza ai beni culturali e ambientali;
l'Aia indica anche nuovi limiti di emissione per lo stabilimento: il limite per gli ossidi di azoto (N02) è di 1.350 milligrammi per metro cubo (1.050 dal forno più 300 dal molino, dove calcare e argilla vengono sminuzzati prima di passare nel forno vero e proprio), mentre quello per gli ossidi di zolfo (S02) di 650 milligrammi per metro cubo (350 dal forno più 300 dal molino);
i limiti sopra citati sono, secondo Altraeconomia, «più permissivi rispetto a quelli di un qualsiasi inceneritore vero e proprio»;
il provvedimento in oggetto prevede inoltre la possibilità di impiego di altri combustibili, anche derivati dal ciclo dei rifiuti (CDR), soluzione temuta dalle comunità locali e dai residenti;
l'utilizzo del petcoke, nel ciclo produttivo, può essere consentito non con un semplice confronto sull'eventuale rispetto dei limiti di legge, ma con una valutazione completa, che tenga conto della localizzazione, delle tecnologie applicate, delle vocazioni del luogo, dello sviluppo dello stesso;
il petcoke è uno scarto di lavorazione ad alto tenore di zolfo, di idrocarburi policiclici aromatici e di metalli pesanti (nichel e vanadio);
la sua pericolosità è legata non solo alle emissioni, ma anche alle operazioni di manipolazione, stoccaggio, trasporto, carico e scarico di questo materiale pulverulento contenete sostanze, che mettono a rischio l'ambiente, oltre che la salute dei cittadini e dei lavoratori impiegati nella Italcementi;
anche la città di Palermo viene esposta al rischio connesso all'attracco delle navi che trasportano il petcoke ed al suo carico e scarico per le vie cittadine;
il porto di Palermo è ubicato nei pressi del mercato ortofrutticolo della città;
il 10 giugno 2008 l'Assessore all'Ambiente ed al territorio del Comune di Palermo, rispondendo ad una interrogazione (prot. 409931) ha definito «materiale tossico» il petcoke, per il quale «ritiene opportuna una ordinanza di divieto» di carico e scarico e trasporto;
il 25 luglio 2006 il T.A.R Sicilia ha respinto il ricorso presentato dalla Italcementi per l'utilizzo del petcoke;
nella sentenza del tribunale regionale si intima alla Italcementi il «...divieto ad usare il petcoke come combustibile ed evitare tutte le attività di emissioni contenenti petcoke» -:
se non intenda intervenire, anche attraverso una verifica, al fine di tutelare

la salute dei cittadini anche in considerazione della vicinanza degli impianti della cementeria alle strutture sanitarie e scolastiche del comune.
(5-00287)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazioni a risposta scritta:

DIMA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Museo Archeologico Statale «Vincenzo La Viola» di Amendolara (Cosenza) è attivo dal 1996 e raccoglie importanti reperti di età preistorica, greca, romana e medioevale, con una documentazione archeologica che va dall'VIII al VI secolo avanti Cristo;
in data 5 novembre 2001, la Sovrintendenza per i Beni Archeologici della Calabria comunicava al Direttore ed al personale del Museo la chiusura dello stesso, come effettivamente avvenuto per alcuni mesi, in seguito al pensionamento di tre unità lavorative addette al servizio di vigilanza e di custodia;
in data 18 aprile 2002, il Presidente del Museo Archeologico Statale «Vincenzo La Viola» e l'Assessore pro tempore ai Beni Culturali del Comune di Amendolara (Cosenza) ponevano all'attenzione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali la soluzione di alcune problematiche come il ripristino della custodia notturna; il rientro dal Museo di Sibari del «Tesoretto» (monete d'argento); la continuazione degli scavi archeologici, interrotti da decenni in quel Comune; l'accelerazione della procedura burocratica relativa allo studio di fattibilità del «Parco Archeologico Integrato della Sibaritide» e la definizione dei vincoli sul territorio riguardanti la «Statio ad Vicesimum» sita in contrada Lista di Amendolara (Cosenza);
in data 8 dicembre 2003, la Direzione generale per i Beni Archeologici della Calabria, con lettera prot. n. ESPi0019339.021.00.00.04, diretta al Sottosegretario pro tempore per i Beni e le Attività Culturali, garantiva massima disponibilità istituzionale nella soluzione delle problematiche sopra evidenziate non solo attraverso una stretta collaborazione con l'Amministrazione comunale, che nel frattempo assicurava il compito di custodia del Museo con alcune unità di personale ex L.S.U., ma anche attraverso un suo diretto impegno nella valorizzazione del Museo Archeologico con l'elaborazione definitiva del programma del «Parco Archeologico integrato della Sibaritide»;
il Museo Archeologico Statale di Amendolara (Cosenza) ha attualmente tre custodi di ruolo ed un commesso che andrà in pensione il prossimo 31 dicembre 2008 affiancati da sei lavoratori L.S.U.-L.P.U. che non garantiscono un servizio continuo tanto che potrebbe verificarsi, come già accaduto in passato tra le proteste di turisti e cittadini, la chiusura provvisoria del Museo durante alcuni giorni della settimana;
in data 27 gennaio 2007, l'Ispettore Onorario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Rocco La Viola, ha inviato alla Soprintendenza Archeologica della Calabria richiesta di riconferma nel suddetto incarico senza ottenere alcuna risposta -:
quali iniziative, ilMinistro per i Beni e le Attività Culturali intenda promuovere per scongiurare la possibile chiusura del Museo Archeologico Statale «Vincenzo La Viola» di Amendolara (Cosenza), soprattutto a seguito del prossimo pensionamento di un altro dipendente del suddetto Museo;
quali iniziative intenda assumere per accelerare la definizione dell'iter burocratico-amministrativo del «Parco Archeologico Integrato della Sibaritide», depositato in data 7 agosto 2002 presso la Direzione Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Segretario Generale dello stesso Ministero ed il Ministero dell'economia;

quali iniziative intenda assumere per rivedere i vincoli sul territorio che interessano la «Statio ad Vicesimum», sita in contrada Lista di Amendolara marina (Cosenza), al fine di favorire, attraverso il relativo scavo archeologico, uno studio scientifico più approfondito dei luoghi in questione.
(4-00836)

GRAZIANO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la Reggia di Caserta è uno dei monumenti più apprezzati e frequentati d'Italia e riveste particolare interesse nel quadro delle attività di promozione del turismo e nell'ambito della valorizzazione dei beni culturali;
da mesi, attraverso l'informazione nazionale e locale, vengono diffusi inquietanti, gravi e ripetuti segnali di allarme circa:
a) una disattenzione nella gestione delle collezioni ubicate negli Appartamenti Reali, come nell'eclatante caso delle opere di Terrae Motus;
b) un'inefficace gestione (abusivismo commerciale e randagismo incontrollato nel Palazzo Reale e nel Parco Reale) e un incontrollato funzionamento della Reggia (chiavi degli accessi in possesso di privati);
c) un generalizzato degrado del Palazzo Reale e del Parco Reale (come denunciato anche da rappresentanti istituzionali della città nei giorni scorsi);
d) la necessità che le tariffe di utilizzo delle strutture interne del Palazzo Reale siano opportunamente valutate, a partire da quelle standard, per ottimizzare l'interesse che ancora la Reggia riveste nell'ambito delle grandi produzioni di spettacolo nazionali e internazionali -:
quali provvedimenti intenda adottare a fronte del persistere di questo stato di degrado e se non sia opportuno provvedere, per le esigenze che merita per un monumento tra i più belli del mondo, attraverso misure straordinarie come il commissariamento o attuando altre procedure straordinarie;
quali iniziative il Governo e il ministro intendano adottare per riportare la Reggia alle condizioni primarie di monumento ai primi posti nella classifica dei beni culturali italiani.
(4-00845)

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DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

TOMMASO FOTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
sul Passo del Tonale venne realizzato il «Sacrario del Tonale - Caduti Grande Guerra»; all'ingresso dello stesso due lapidi lo segnalano come luogo sacro, un'altra lapide cita: «Il Ministero della Difesa lo assegna alla custodia del Comune di Ponte di Legno per l'eternità»;
la manutenzione ordinaria e straordinaria del sacrario in questione lascia del tutto a desiderare e non vi è dubbio che l'incuria regna sovrana -:
se e quali iniziative intenda assumere, anche sollecitando l'intervento del Comune di Ponte di Legno (BS), per riportare a dignità il «Sacrario del Tonale».
(4-00838)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta orale:

LULLI e GIACOMELLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la preoccupante situazione venutasi a creare con la crescita delle sofferenze

relative ai mutui contratti dalle famiglie per l'acquisto della prima casa, richiede una maggiore attenzione da parte del Governo;
è opportuno essere solleciti nel favorire ogni iniziativa volta ad alleviare la grave situazione di disagio nella quale si trovano molte famiglie italiane;
il comma 475 dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (finanziaria 2008) si è posto tale problema provvedendo a istituire presso il Ministero dell'economia e delle finanze, il Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto della prima casa, con una dotazione di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009;
grazie al comma 476 dell'articolo 2 della citata finanziaria 2008, il mutuatario che dovesse trovarsi in particolari difficoltà, nel caso di mutuo per l'acquisto di un immobile da adibire ad abitazione principale, potrebbe chiedere la sospensione del pagamento delle rate per non più di due volte e per un periodo massimo complessivo non superiore a diciotto mesi nel corso dell'esecuzione del contratto;
il comma 478 del medesimo articolo stabilisce che, nel caso di mutui concessi da intermediari bancari o finanziari, il citato Fondo, su richiesta del mutuatario presentata per il tramite dell'intermediario medesimo, possa provvedere al pagamento dei costi delle procedure bancarie e degli onorari notarili necessari per la sospensione del pagamento delle rate del mutuo;
il successivo comma 480 prevede infine l'emanazione di un regolamento di attuazione del Fondo di solidarietà che doveva essere adottato dal Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della solidarietà;
la possibilità di sospendere il mutuo non è a tutt'oggi praticabile in quanto, nonostante siano passati oltre sei mesi dall'entrata in vigore delle norme sopra citate, il relativo regolamento di attuazione non è ancora stato varato -:
se i Ministri intendano ottemperare alle funzioni ad essi conferite dal comma 480 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, sollecitando una veloce conclusione dell'iter di approvazione del regolamento di attuazione ivi previsto.
(3-00108)

Interrogazioni a risposta scritta:

BARBARO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la società Antonio Merloni Spa con sede in Fabriano, provincia di Ancona, attraversa una crisi industriale estremamente preoccupante ormai dal febbraio 2004, in particolare negli stabilimenti di Marangoni, Santa Maria e Gaifana;
dopo più di quattro anni, sono già numerosi i ricorsi alla cassa integrazione che si sono susseguiti;
nonostante l'avvicendamento dal 2004 ad oggi di due amministratori delegati la crisi non è stata scongiurata;
tale crisi rischia di mettere a repentaglio il mantenimento occupazionale di oltre 1.500 lavoratori su un totale di 5.500 dipendenti che la Antonio Merloni Spa conta in Italia e all'estero;
della crisi si sono anche interessate, senza ancora giungere però a soluzioni efficaci, la Regione Marche, la Regione Umbria e le Amministrazioni locali della zona;
mercoledì 9 luglio 2008 è avvenuto a Palazzo Chigi l'incontro tra il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, ed il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, nel quale è stata anche affrontata la vicenda «Merloni» -:
quali provvedimenti il Governo ritenga di assumere e concordare con istituzioni locali e parti sociali, al fine di evitare la crisi occupazionale dell'azienda Antonio Merloni Spa, che avrebbe serie ricadute economiche e sociali in tutta l'area geografica interessata, mettendo a rischio il futuro di migliaia di famiglie.
(4-00833)

MARINELLO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nel presente periodo estivo, in prossimità delle scadenze fiscali, il sito internet www.taxtel.it ed i relativi numeri telefonici gestiti direttamente dalla Equitalia Etr S.p.a., ovvero la società di riscossione dei tributi operante sull'intero territorio nazionale (ad esclusione della Regione Sicilia) gestito dall'Agenzia delle Entrate e dall'Istituto Nazionale della previdenza sociale, non risultano operativi sia per effettuare operazioni di pagamento dei molteplici adempimenti fiscali, che per richiedere informazioni agli operatori telefonici tramite il numero verde;
appaiono pertanto evidenti le molteplici conseguenze a cui i contribuenti sono soggetti dal predetto disservizio, la cui inattività comporta alternative certamente penalizzanti per gli interessati, sia per le modalità di pagamento delle imposte, che per i necessari chiarimenti in ordine alle diverse tipologie dei tributi con i relativi codici di riferimento;
in considerazione di quanto suesposto risulta inoltre risibile la campagna pubblicitaria visibile sul medesimo sito, che recita il seguente motto: «salta la coda, paga on line!» -:
quali iniziative intenda intraprendere al fine di impedire il perpetuarsi di una tale insostenibile situazione, in particolare accertando le motivazioni che, soprattutto in questo periodo temporale in cui gli adempimenti fiscali e tributari sono numerosi e pertanto richiedono conseguentemente maggiore assistenza da parte del soggetto istituzionale preposto alla riscossione quale la Equitalia Spa, stanno arrecando evidenti problemi ai contribuenti;
se non ritenga infine grave e lesivo dei diritti dei cittadini-contribuenti che a ridosso della scadenza del 31 luglio, per il pagamento ad esempio dell'imposta sui rifiuti, un servizio pubblico così importante venga interrotto senza alcuna giustificazione.
(4-00846)

MARTINELLI, RAISI e MINASSO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il Ministero dell'economia e delle finanze, in un'ottica di risanamento del bilancio dello Stato, sta perseguendo una politica di razionalizzazione della spesa pubblica, anche attraverso il supporto della Consip S.p.A., società con capitale interamente posseduto dal predetto Ministero e operante nel quadro degli indirizzi strategici e dei compiti ad essa assegnati dal suo azionista unico;
il nostro Paese vive già da alcuni anni una emergenza in relazione alle cosiddette «morti bianche», con un trend degli infortuni che è stabile intorno ad un milione di eventi all'anno (nel 2007 è stato pari a 912.615 infortuni con 1.170 morti); in questo ambito la pubblica amministrazione mostra uno scenario tendenziale particolarmente preoccupante (il 20 per cento di morti in più) e in controtendenza rispetto a tutti gli altri comparti produttivi, sia per il numero degli infortuni, che è aumentato del + 1,5 per cento, che per numero di malattie professionali, che sono aumentate del 7 per cento rispetto all'anno precedente;
il Capo dello Stato è più volte intervenuto per sottolineare l'importanza di uno sforzo di tutte le parti sociali per superare il problema ed ha sollecitato un maggiore impegno, anche delle istituzioni, per la soluzione di questo dramma sociale;
in un quadro dunque in cui appaiono rilevanti per il Paese sia l'obiettivo di ridurre il fenomeno infortunistico, soprattutto nella pubblica amministrazione, sia quello di contenere la spesa pubblica, la citata CONSIP, in data 10 luglio 2008, è intervenuta ad annullare una procedura di gara finalizzata a fornire proprio alle pubbliche amministrazioni un supporto qualificato di assistenza alla gestione dei temi collegati alla sicurezza del lavoro;
la CONSIP ha revocato tale procedura con una motivazione che appare paradossale e provocatoria, allorché invoca

un interesse pubblico a ridefinire i contenuti delle prestazioni di un servizio che, sempre secondo CONSIP, perderebbe significato con l'abrogazione del decreto legislativo n. 626 del 1994;
è invece di semplice verifica come tale decreto è stato sì abrogato dal punto di vista formale ma non perché gli adempimenti ivi richiesti siano stati cancellati, bensì per procedere al riordino e al coordinamento della normativa sulla sicurezza del lavoro in un Testo Unico, come per altro si legge nell'articolo 1 del decreto legislativo n. 81 del 2008;
tale riordino d'altronde non reca novità sostanziali dal punto di vista degli adempimenti dei soggetti obbligati, che possono essere introdotte solo da una nuova dottrina normativa comunitaria, che invece è rimasta invariata da tempo;
è facile così verificare che con il nuovo testo unico non vi sono modifiche alle prestazioni previste dal capitolato CONSIP per l'assistenza tecnica alle pubbliche amministrazioni e che le prestazioni sono indipendenti dal quadro normativo cui pur tuttavia debbono far riferimento;
vale la pena osservare inoltre che nella precedente gara bandita da Consip sul medesimo argomento nel 2003, l'aggiudicazione fu effettuata pur in presenza di ben più rilevanti modifiche al quadro normativo intervenute nel periodo tra la pubblicazione del bando e l'affidamento delle convenzioni (infatti furono recepite nel frattempo 5 direttive comunitarie ed introdotti numerosi nuovi adempimenti) e che ciò non fu certo motivo di revoca anche in virtù del fatto che i regolamenti e i capitolati CONSIP già contengono una specifica disciplina da adottare in previsione della eventuale insorgenza di modifiche del quadro normativo;
la revoca in oggetto appare dunque non spiegabile con la motivazione dell'interesse pubblico ed anzi determina con certezza un difetto di assistenza per le pubbliche amministrazioni su un tema di grande attualità ed interesse generale e fa anche prevedere un sicuro aggravio della spesa pubblica per il venir meno della possibilità per le amministrazioni di utilizzare le convenzioni CONSIP che introdurrebbero un sicuro beneficio per le amministrazioni acquirenti;
a parere degli interroganti tale decisione si determina inoltre in un quadro di grande scorrettezza da parte della CONSIP nei confronti delle società offerenti e, in particolare, della candidata aggiudicataria; infatti, oltre a soffrire un trattamento penalizzante e immotivatamente discriminatorio rispetto a quello posto in essere dalla Consip in occasione della precedente procedura di affidamento, tutte le concorrenti (e particolarmente la prima in graduatoria) restano vittime di una condotta contraria al principio di concorrenza, poiché la decisione di CONSIP interviene a offerte economiche conosciute e valutate, vale a dire ben due mesi dopo l'approvazione del Testo Unico (erroneamente ritenuto motivo di revoca della procedura) e a quasi un anno dall'avvio dei lavori di stesura del testo di coordinamento delle norme di sicurezza che non si poteva non conoscere. L'effetto distorsivo sul mercato, allora, si risolve proprio nell'aver inutilmente reso noti i prezzi e le condizioni offerte dai partecipanti alla gara e soprattutto dal candidato aggiudicatario, con ciò falsando di fatto tutte le future contrattazioni;
tutto ciò avviene in un quadro in cui tali decisioni di CONSIP appaiono verificarsi con procedure che gli interroganti giudicano poco trasparenti (si pensi, ad esempio, che non risulta essere stata mai diramata alcuna comunicazione di avvio del procedimento di revoca) ed in uno scenario in cui agli stessi interroganti consta addirittura di rappresentanti di imprese partecipanti alla gara revocata e soccombenti nella graduatoria che si vantano in pubblico di aver fatto, con successo, pressioni presso la CONSIP per ottenere il risultato di tale revoca;
se il Ministro interrogato non intenda intervenire presso la CONSIP S.p.A. per

eventualmente censurare il comportamento posto in essere e per ripristinare le condizioni necessarie per tutelare il bene primario della sicurezza dei lavoratori, l'interesse pubblico di agire per tale sicurezza razionalizzando gli sforzi e gli impegni di spesa della pubblica amministrazione, nonché assicurando la necessaria trasparenza ed uguaglianza di trattamento per le imprese che partecipano alle gare CONSIP, le quali devono vedere rispettato il loro diritto ad ottenere un trattamento equo nel rispetto delle norme e dei principi che regolano il mercato nel nostro ordinamento.
(4-00854)

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

TOMMASO FOTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la legge 9 dicembre 1998, n. 431, e successive modificazioni e integrazioni, si è posta l'obiettivo di favorire la locazione degli immobili ad uso abitativo, attenuando il regime vincolistico che, nel decennio precedente, aveva del tutto depresso il mercato;
tra le vigenti norme l'articolo 5, comma 1, della predetta legge disciplina la locazione ad uso abitativo di natura transitoria che consente la stipula del contratto per una durata limitata anche a pochi mesi, con conseguente cessazione degli effetti senza necessità di disdetta;
non avendo ottemperato un locatario al termine fissato in due mesi per il rilascio di un immobile per cui era stato stipulato un contratto di locazione ai sensi della predetta normativa, non è restato al locatore che procedere con l'intimazione di sfratto per finita locazione;
il giudice del Tribunale di Piacenza, con recente provvedimento ha sì convalidato, come richiesto dal locatore, lo sfratto per finita locazione che qui interessa, ma ha fissato per il 30 ottobre 2008 la data di rilascio dell'immobile in questione;
appare del tutto sconcertante che un contratto di locazione della durata di due mesi, frutto della libera volontà delle parti, di fatto venga prorogato di ben sei mesi con provvedimento del giudice competente -:
se e quali iniziative anche di carattere legislativo intendano prevedere per impedire che contratti di durata limitata come quello sopra citato possano essere di fatto prorogati con provvedimento del giudice per un periodo complessivamente superiore di due o tre volte a quello autonomamente fissato dalle parti.
(4-00839)

MONAI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
uno dei cardini su cui poggia il diritto costituzionalmente garantito di difesa del cittadino è nella istituzione del gratuito patrocinio a favore dei non abbienti (articolo 24 della Costituzione);
per l'attività difensiva prestata in favore di imputati ammessi al gratuito patrocinio lo Stato è obbligato a sostenere i relativi oneri se liquidati secondo la legge (decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115);
l'effettività di tale diritto può rischiare di essere vanificata dall'eccessivo ritardo nella liquidazione dei crediti professionali liquidati, per i quali si registrano pendenze debitorie inaccettabili da parte dello Stato -:
come intenda procedere per garantire una maggior efficienza e tempestività nella liquidazione delle spese liquidate nel corso dei procedimenti giudiziari in cui è stato ammesso il gratuito patrocinio per i meno abbienti.
(4-00840)

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
all'albo dell'Ordine dei dottori commercialisti di Locri (Reggio Calabria) con la qualifica di revisore contabile, risulta iscritta dal 31 ottobre 1997, al posto n. 157, la dottoressa Serafino Francesca, nata a Locri il 29 gennaio 1970;
la dottoressa Serafino Francesca risulta all'INPS cieca assoluta fin dalla nascita, con pensione e con l'assegno di accompagnamento;
la dottoressa Serafino Francesca è stata nominata, nel settembre del 1998, curatore del fallimento della ditta di Sergio Stefano di Bianco (Reggio Calabria), ed ha apposto la propria firma, priva di quella dell'accompagnatore (come peraltro previsto dalla legge 3 febbraio 1975, n. 18), sul documento di accettazione dell'incarico conferitole dal Tribunale di Locri;
ad avviso dell'interrogante il Tribunale di Locri non avrebbe potuto affidare l'incarico di curatore fallimentare ad una persona non vedente, ne la stessa avrebbe potuto accettare tale incarico, affidabile solo a persone pienamente capaci dal punto di vista fisico;
inoltre, così come si evince da perizia calligrafica, fatta fare da Sergio Stefano in numerose documentazioni della procedura fallimentare che lo riguarda, la firma non sembra sia stata apposta sempre direttamente dalla curatrice Serafino, che è persona non vedente;
appare chiaro che, quale conseguenza del citato anomalo affidamento da parte del Tribunale di Locri ad una curatrice non vedente, dovrebbero risultare nulli tutti gli atti da questa prodotti nell'iter fallimentare del signor Sergio Stefano -:
se non ritenga necessario ed urgente avviare un'adeguata indagine ispettiva presso il Tribunale di Locri al fine di accertare il motivo che ha portato all'affidamento dell'incarico di curatrice fallimentare alla dottoressa Serafino Francesca, cieca assoluta, con pensione ed indennità di accompagnamento;
se non ritenga, altresì, di avviare un'adeguata indagine sulla Sezione Fallimentare sempre del Tribunale di Locri.
(4-00857)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

TULLO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in data 29 luglio 2008 la stampa nazionale ha dato notizia che durante la traversata da Genova ad Olbia del 25 luglio 2008 a bordo della nave della compagnia Tirrenia «Bithia» una passeggera nella «sala poltrone» ha riscontrato di essere coperta da centinaia di parassiti tra cui anche delle zecche;
è altissimo il numero di passeggeri che usano in questo periodo il servizio verso le isole -:
quale assistenza abbia fornito la compagnia Tirrenia alla passeggera;
quali e se misure igieniche sanitarie siano state assunte nello spazio della nave in questione che è ripartita subito per Genova;
quali provvedimenti la compagnia Tirrenia assumerà perché ciò non abbia più a verificarsi.
(5-00274)

MARIANI e VELO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nell'articolo pubblicato sulle pagine del quotidiano La Nazione - Mediavalle Garfagnana -il 16 luglio 2008, il Sindaco

Paolo Fantoni del Comune di Piazza al Serchio (Lucca), denuncia il rischio di chiusura della stazione di Piazza al Serchio;
da incontri effettuati con i responsabili di RFI Spa è emersa ad avviso del Sindaco, degli Assessori ai trasporti della Regione Toscana e della provincia di Lucca, palese la volontà di procedere alla dismissione della stazione ferroviaria e del posto dei dirigenti di movimento;
la stazione rappresenta ad oggi l'unico presidio della linea Lucca-Aulla, linea che si sviluppa per 80 chilometri, la tratta per lo più è in montagna, con numerose gallerie nel tratto interessato proprio dalla stazione di Piazza al Serchio, compresa la galleria del Lupaccino lunga quasi 8 chilometri;
il presidio ferroviario è di importanza sociale, ha limitato l'abbandono della montagna, Piazza al Serchio attira un ampio bacino d'utenza di cinque comuni della Garfagnana e parte della Lunigiana con un volume di affari che proporzionato alla realtà, è considerevole;
ciò ha permesso anche il mantenimento e il decoro dell'area della stazione e delle aree limitrofe, nodo intermodale degli scambi bus/treno, limitando gli atti vandalici principalmente sugli immobili, ma anche sui distributori automatici;
la dismissione provocherebbe un grave disagio sociale per la popolazione, prevalentemente anziana che non avrebbe più un punto informazioni, non un punto vendita, non più partenze di treni, non più assistenza ai viaggiatori;
la Provincia di Lucca ha chiesto altresì a Trenitalia Spa e RFI Spa l'attivazione anche per il 2008 del treno «Minuetto» per le corse speciali estive che collegano la Versilia e la Garfagnana -:
quale iniziativa immediata intenda assumere al fine di scongiurare la dismissione della stazione di Piazza al Serchio che comporterebbe un danno non indifferente alla popolazione, in considerazione della rilevanza sociale che tale servizio riveste nel territorio in questione e per migliorare i collegamenti tra la Garfagnana e la Versilia anche con l'attivazione del servizio passeggeri con il treno «Minuetto».
(5-00279)

MANCUSO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il traffico sulla ferroviaria Sicignano-Lagonegro è stato «sospeso» dal 1o aprile 1987;
la tratta in oggetto servirebbe tanto per il traffico personale di lavoratori e studenti, quanto per sviluppare il turismo nell'area;
nel tempo sono stati realizzati costosi studi tecnico economici e progetti per ripristinare la linea, anche con finanziamenti del CIPE e di codesto ministero;
il servizio di trasporto locale viene oggi garantito da alcune autolinee private finalizzate per il 65 per cento dalle casse regionali -:
quali iniziative di propria competenza il Governo intenda assumere anche d'intesa con le altre autorità competenti, per ripristinare la tratta ferroviaria in oggetto.
(5-00286)

Interrogazioni a risposta scritta:

EVANGELISTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'organizzazione della Ferrovie dello Stato Spa vede la suddivisione di competenze tra diverse società partecipate, tra cui la società Trenitalia, alla quale è affidato il trasporto dei passeggeri e delle merci, nonché la gestione del personale dei treni;
a sua volta, la società Trenitalia è suddivisa in divisioni tecniche e settori di diversa funzione tra i quali la Divisione Trasporto Regionale che, in maniera autonoma

di regione in regione, si occupa di gestire la circolazione dei treni a livello locale e regionale;
a ciascuna Divisione regionale fa capo nel relativo territorio una serie di sedi lavorative che, nel caso toscano, sono a Pisa, Firenze, Livorno, Pontremoli, Grosseto, Campiglia, Chiusi, Arezzo, Pistoia e Siena;
la rete di sedi dovrebbe permettere all'azienda di disporre su tutto il territorio regionale una risorsa adeguata di personale al fine di effettuare con turni ad incastro la copertura di tutto il servizio ferroviario regionale;
negli ultimi anni ha preso vita dalla collaborazione tra Trenitalia e Regione Toscana il «memorario», un progetto orientato ad offrire sul territorio toscano una rete di collegamenti e di orari tali da permettere ai viaggiatori di usufruire di un servizio più efficiente molto simile a quello metropolitano, aumentando di fatto il numero dei convogli e, quindi, di lavoratori;
il progressivo sviluppo del «memorario» investirà dal prossimo dicembre anche la tratta Pontremoli-Carrara-Pisa allungando così la percorrenza dei treni che fino ad oggi terminano la propria corsa a Carrara;
a fronte di questo sviluppo, secondo quanto riportato da RSU della FILT CGIL, i Dirigenti di Trenitalia non starebbero considerando alcun aumento del numero di dipendenti nella provincia di Massa Carrara; anzi, i presidi di capitreno e macchinisti di Pontremoli, anziché aumentare di consistenza, dopo ogni pensionamento, non vengono reintegrati da altro personale, con trasferimento dal presidio di Pisa, che invece continua ad aumentare senza alcuna utilità aziendale;
i turni di Pisa sono programmati con numerose dormite fuori sede a Pontremoli, che comportano pernottamenti in albergo, con un evidente aumento di costi aziendali; non è dunque comprensibile l'ostinazione dei Dirigenti, che imperterriti hanno deciso di ridurre i posti di lavoro, senza mai pensare ad una più logica ridistribuzione dello stesso;
numerosi sono i capitreno disagiati che risiedono nel comprensorio lunigiano, zona già povera di occupazione, ma lavorano a Pisa e sono interessati ad un trasferimento verso Pontremoli -:
se il Ministro sia al corrente di questa situazione e se abbia intenzione, nei limiti delle sue competenze, di affrontare le problematiche che afferiscono non solo il personale dei treni residente in Lunigiana che è obbligato al pendolarismo verso Pisa, nonostante l'esistenza di una sede a Pontremoli verso la quale vi sarà un considerevole aumento di treni, ma la stessa azienda che per calcoli per l'interrogante oscuri preferisce accrescere i costi in vitto e pernottamento alberghiero per i suoi dipendenti di Pisa piuttosto che acquisire nuove risorse e una più efficiente dislocazione sul territorio toscano di macchinisti e capitreno.
(4-00830)

FALLICA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in data 29 ottobre 2003 (a.c. 2-00956) l'interrogante ha presentato una interpellanza avente per oggetto la pericolosità rappresentata dal windshear, fenomeno meteorologico particolarmente rilevante per l'aeroporto di Palermo Punta Raisi, oltre che per gli aeroporti di Reggio Calabria, Catania, Napoli, Roma, Genova, Milano Malpensa per citare solo quelli più interessati da questo pericoloso problema meteorologico;
a seguito dell'interpellanza presentata, ENAC, ENAV e GESAP, quale gestore dell'aeroporto di Punta Raisi, formavano un comitato di studio che provvedeva a formulare un piano strategico di azione dal quale Palermo Punta Raisi risultava, tra gli aeroporti nazionali, quello più esposto a questo pericoloso fenomeno;

gli studi effettuati dal CNR e da rilevanti Enti stranieri indicavano Palermo Punta Raisi come l'aeroporto più idoneo sul quale concentrare gli sforzi economici e di studio a quel tempo frammentati inutilmente su vari aeroporti, ciò che portava Palermo Punta Raisi ad essere considerato polo di eccellenza internazionale per lo studio e la difesa da questo importante e pericoloso fenomeno meteorologico;
ENAV appaltava la realizzazione sull'aeroporto di Palermo Punta Raisi di un programma suddiviso in due fasi che avrebbe portato in breve tempo a dotare l'aeroporto di Palermo Punta Raisi di infrastrutture idonee per la rilevazione e la difesa dal Windshear a tutela dell'incolumità degli utilizzatori dell'aeroporto, già teatro nel passato di gravi incidenti, ed a contribuire quale polo di studio primitivo per l'installazione delle infrastrutture più idonee sugli altri aeroporti nazionali purtroppo interessati dal fenomeno;
elemento di non secondaria importanza della prima fase del programma era l'integrazione dei dati ricavati dall'utilizzazione di un radar meteorologico TWDR unitamente ad altri due sistemi di rilevazione cosiddetti LLWS e SODAR;
il radar meteorologico TDWR del quale era prevista l'installazione nel 2007 non è ancora stato installato;
l'intero programma nazionale di difesa degli aeroporti da questo fenomeno meteorologico risulta sospeso o peggio cancellato per la mancata rilevazione dei dati provenienti dal radar TWDR non ancora installato;
l'ANSV, Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo, Ente posto sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio, ha rilevato la pericolosità del ritardo determinato dal programma windshear sollecitando ENAC ed ENAV a realizzare celermente il programma ad esclusivo interesse della sicurezza del volo;
ENAV non intende attuare la seconda fase nel quale è stato suddiviso il programma fino a quando non sarà ultimata la sua prima fase;
le risorse economiche previste per questo programma di sicurezza rischiano di essere perdute o dirottate su altri programmi di minore rilevanza per la sicurezza del volo -:
che cosa intendano fare ENAC, ENAV e GESAP per migliorare la sicurezza delle operazioni di volo sull'aeroporto di Palermo Punta Raisi, con particolare rilevanza al fenomeno di windshear che è stato già causa in passato di più di un incidente non soltanto sull'aeroporto di Punta Raisi.
(4-00832)

BELLANOVA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in data 14 luglio 2008 alle ore 12.10 il treno Eurostar 35354 partiva dalla stazione di Lecce in direzione Roma con 460 passeggeri a bordo;
sin dalla partenza del treno si sono ravvisati disagi per i passeggeri causati dal mal funzionamento del sistema di raffreddamento presente inizialmente solo su tre carrozze del convoglio;
il personale in servizio sull'Eurostar ha ritenuto utile far transitare i passeggeri in vagoni dove il sistema di raffreddamento inizialmente era funzionante al fine di alleviarne i disagi, ma successivamente il guasto ha coinvolto anche le altre carrozze;
i passeggeri, data l'aria irrespirabile, hanno cercato di refrigerarsi tentando di aprire i finestrini, ma anche questi risultavano danneggiati;
solo quando il treno è giunto presso la stazione di Foggia, con trenta minuti di ritardo, i responsabili di Trenitalia hanno messo a disposizione dei passeggeri, dopo un'accorata protesta da parte di questi ultimi, alcuni pullman sostitutivi per consentire, a coloro che lo volessero, di proseguire il viaggio in ambiente climatizzato.

Gli altri passeggeri, intenzionati a riprendere il viaggio con il convoglio, hanno dovuto attendere, per la riparazione del guasto, un'altra ora circa prima di riprendere il tragitto previsto -:
quali iniziative i Ministri interrogati intendano adottare per porre fine alla cattiva consuetudine che sembrerebbe verificarsi, sempre con maggiore frequenza nelle regioni del Mezzogiorno, quantificabile in ritardi cospicui e disagi notevoli a danno dei passeggeri che usufruiscono del sistema ferroviario.
(4-00841)

BARANI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la situazione produttiva di FS S.p.A., presenta un eccesso di carichi di lavoro e di prestazioni straordinarie oramai divenute assolutamente ordinarie per cronica carenza di personale e dovute anche alle distorsioni occupazionali causate principalmente dalle politiche gestionali, secondo l'interrogante, disastrose che hanno portato alla soppressione di servizi e conseguentemente di posti di lavoro;
tali problematiche sono notevolmente aggravate, in Campania, da una politica, per l'interrogante, paternalistica e clientelare che contamina il sistema di relazioni industriali nelle Ferrovie dello Stato;
queste circostanze producono un ulteriore grave disservizio e condizioni di pregiudizio per la tenuta produttiva delle diverse Società del Gruppo FS S.p.A.;
sono stati annunciati e adottati, dai vertici delle FS S.p.A., provvedimenti nel settore accompagnamento notte e nel settore delle pulizie dei treni che hanno prodotto danni notevoli ai lavoratori e il fallimento di alcune imprese;
dopo aver frammentato il sistema delle imprese di pulizia, si mettono in piedi gare con il solo scopo, per l'interrogante, di spezzettare e ridurre il numero dei lavoratori addetti, senza con questo migliorare il servizio reso all'utenza -:
quali improrogabili iniziative il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti intenda adottare, in Campania, al fine di verificare con il Gruppo FS S.p.A. le soluzioni necessarie al superamento dei problemi su esposti, restituire le dovute certezze a tutto quel personale che opera quotidianamente e far fronte, in fine, alle inevitabili conseguenze occupazionali.
(4-00849)

DIMA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
le Ferrovie della Calabria s.r.l., con oltre mille dipendenti, gestiscono gran parte del trasporto ferroviario e pubblico locale nel territorio calabrese;
il 17 giugno 2008, il sindacato autonomo Fast-Ferrovie ha indetto ed effettuato una prima protesta dei lavoratori delle Ferrovie della Calabria s.r.l. a sostegno della vertenza sindacale in tema di fabbisogni, logistica e ferie nonché di sicurezza sul lavoro per i dipendenti e per i cittadini che utilizzano i mezzi di trasporto della suddetta società;
secondo fonti sindacali, le adesioni a questa prima protesta sarebbero state così massicce da provocare la soppressione delle corse di cinque treni a rilevanza interprovinciale, sui sei previsti per la giornata del 17 giugno 2008, e l'astensione dal lavoro, in alcuni impianti delle Ferrovie della Calabria s.r.l., di circa l'80 per cento dei dipendenti, a dimostrazione del malessere evidente esistente tra le maestranze che chiedono maggiore attenzione verso le problematiche del settore, nell'interesse della stessa Società e dell'intera collettività;
lo stesso sindacato autonomo Fast-Ferrovie avrebbe già preannunciato un secondo sciopero di 24 ore per il mese di luglio, nel caso in cui il management delle Ferrovie della Calabria s.r.l. continuasse a mostrare la chiusura più completa nei confronti dei contenuti della vertenza sindacale,

non portando a soluzione i problemi evidenziati dagli stessi lavoratori;
la società Ferrovie della Calabria non riconoscerebbe l'organizzazione sindacale Fast-Ferrovie perché non è firmataria di accordi nazionali e/o aziendali nell'ambito della contrattazione collettiva del settore Autoferrotranvieri e, pertanto, avrebbe dichiarato l'illegittimità dello sciopero proclamato, nonostante l'invito rivolto alla dirigenza della Società dalla Prefettura di Catanzaro, con nota n. prot. 31825/08/Gab del 5 giugno 2008, e dalla Commissione di Garanzia sull'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, con delibera n. pos. 30944 prot. n. 1220/RU del 13 giugno 2008, ad espletare almeno le procedure di raffreddamento sulla vertenza aperta da Fast-Ferrovie per stemperare la tensione tra i lavoratori e con il sindacato;
il servizio fornito dalle Ferrovie della Calabria s.r.l., secondo quanto risulta all'interrogante, sarebbe carente non solo sotto il profilo dell'affidabilità dei mezzi impiegati ma anche e soprattutto sotto quello della capacità di garantire un trasporto degno di questo nome all'utenza, tanto è vero che il piano di esercizio sarebbe impostato sui turni di servizio del personale anziché sulle reali esigenze dei viaggiatori;
le cause di questo declino, secondo quanto risulta all'interrogante, dovrebbero essere individuate nell'incapacità dell'azienda di garantire l'attuazione di una seria politica di risanamento e di ottimizzazione delle risorse, evitando il continuo ricorso al sistema delle consulenze esterne o all'assegnazione della manutenzione dei mezzi aziendali a ditte private, tanto da provocare, di conseguenza, il depauperamento delle professionalità interne;
le politiche aziendali sembrerebbero non essere in grado di risollevare le sorti delle Ferrovie della Calabria tanto da assistere al continuo ridimensionamento dei servizi esistenti, ad un lento e progressivo deterioramento delle strutture, ad una eccessiva frammentazione del settore autoservizi, ad una continua perdita di posti di lavoro ed a tanti trasferimenti d'ufficio verso sedi più strategiche;
queste politiche aziendali, poi, penalizzerebbero ulteriormente il territorio della provincia di Cosenza non solo sotto il profilo della qualità del servizio di trasporto effettuato ma anche e soprattutto sotto quello della gestione del personale e del suo patrimonio come nel caso della dismissione delle officine di Vaglio Lise e del trasferimento di parte del personale a Soveria Mannelli, dove non vi sono né officine né deposito -:
quali iniziative intendano intraprendere i Ministri interrogati per stemperare un clima di contrapposizione dannoso per la corretta gestione dei rapporti tra azienda e sindacato e per garantire un positivo rilancio della suddetta azienda.
(4-00852)

...

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:

CONTENTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che
con nota (prot. n. 20202/20111/07 del 30 agosto 2007), la Prefettura di Pordenone inoltrava al Ministero dell'interno Dipartimento per gli affari interni e territoriali - Direzione Centrale per i servizi demografici - la richiesta formulata dall'Unione Italiana del Lavoro circa la «documentazione che i cittadini extracomunitari devono produrre ai fini anagrafici» in quanto il Comune di Pordenone «non ritiene validi i certificati redatti all'estero che non siano corredati della traduzione in lingua italiana da parte della nostra autorità consolare con attestazione di conformità all'originale ai sensi dall'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999 n. 394, così come

sostituito dall'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 18 ottobre 2004, n. 334»;
nella nota veniva altresì chiarita la posizione della Prefettura la quale ritiene, in proposito, che: «analogamente a quanto avviene nei procedimenti di concessione della cittadinanza italiana ... possano trovare applicazione, in combinato disposto, gli articoli 3 e 33 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 che prevedono la possibilità di ricorrere per la traduzione degli atti e documenti redatti in lingua straniera, ad un traduttore ufficiale operante in Italia con successiva asseverazione da parte del Tribunale»;
con risposta del 25 giugno 2008, il direttore centrale del Dipartimento per gli affari interni e territoriali, dichiarava di condividere «l'accertamento espresso da codesta Prefettura, in base al quale il documento prodotto all'estero può essere tradotto dall'autorità consolare italiana nel Paese nel quale l'atto è stato prodotto, oppure da un traduttore ufficiale operante in Italia, con successiva asseverazione presso il Tribunale»;
alla risposta veniva allegata la «circolare della Presidenza del Consiglio dei ministri n. 20685/92500, del 15 dicembre 1980» utilizzata, nel caso, a conferma del parere espresso
il decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, però, all'articolo 3, nel disciplinare i soggetti ai quali si applicano le disposizioni del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, esclude i cittadini non appartenenti all'Unione europea (comma 1) tranne per il ricorso alle dichiarazioni sostituite in caso di «stati, qualità personali e fatti accertabili da parte di soggetti pubblici italiani» (comma 2), fatte salve, però, le «speciali disposizioni contenute nelle leggi e nei regolamenti concernenti la disciplina dell'immigrazione e la condizione dello straniero»;
lo stesso decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000 disciplina il ricorso alle dichiarazioni sostitutive nel caso di applicazione di convenzioni internazionali (comma 3) e precisa come, al di fuori dei casi di cui ai commi 2 e 3, «gli stati, le qualità personali e i fatti, sono documentati mediante certificati o attestazioni rilasciati dalla competente autorità dello Stato estero, corredati di traduzione in lingua italiana autenticata dalla autorità consolare italiana che ne attesta la conformità all'originale, dopo aver ammonito l'interessato sulle conseguenze penali della produzione di atti o documenti non veritieri»;
disposizione di contenuto corrispondente all'articolo 2, comma 4, del già citato decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000, risulta prevista dall'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica n. 394 del 1999 (e successive modificazioni - decreto del Presidente della Repubblica n. 334 del 2004), quest'ultimo adottato sulla base dell'articolo 1, comma 6, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, recante il testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero;
dal quadro normativo vigente, dunque, parrebbe esclusa la possibilità di documentare stati, qualità personali e fatti con modalità diverse dal rilascio di certificati o attestazioni rilasciati dalla competente autorità dello Stato estero, corredati di traduzione in lingua italiana autenticata dall'autorità consolare italiana che ne attesta la conformità all'originale, dopo aver ammonito l'interessato sulle conseguenze penali della produzione di atti o documenti non veritieri;
in altre parate, non sembrerebbe corretto il ricorso, in sostituzione della precisa procedura prevista dalle norme da ultimo invocate, all'articolo 33 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, il quale dispone esclusivamente in materia di «legalizzazione di firme di atti da e per l'estero» e ciò sia per

l'impossibilità di applicare tale disposizione ai cittadini extracomunitari (articolo 2, decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000), sia per la specialità della disposizione contenuta nel regolamento di attuazione del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (articolo 2, comma 2, decreto del Presidente della Repubblica n. 394 del 1999), che, in quanto tale, dovrebbe prevalere in tutti i casi in cui, attraverso i documenti formati dalla competente autorità dello Stato estero, si volessero documentare gli stati, le qualità personali e i fatti concernenti il cittadino extracomunitario medesimo e a maggior ragione allorché essi siano rilevanti per l'ottenimento di benefici di carattere economico posti a carico della pubblica amministrazione -:
se ritenga legittima la interpretazione fornita dal Dipartimento per gli affari interni e territoriali con la nota richiamata in premessa e, in caso affermativo, sulla base di quali argomenti giuridici e quali iniziative intenda adottare in merito alla questione sollevata col presente atto di sindacato ispettivo.
(5-00277)

Interrogazioni a risposta scritta:

MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco risente pesantemente di un organico notevolmente sottodimensionato, nonché di una progressiva riduzione, negli ultimi anni, di risorse finalizzate all'ammodernamento dei mezzi a disposizione;
nonostante una straordinaria capacità di abnegazione e sacrifici, la suddetta situazione corre il rischio di indebolire l'efficienza complessiva del sistema nazionale della Protezione Civile, di cui i Vigili del fuoco rappresentano il tassello fondamentale;
per ragioni di equità ed oggettività, il Corpo dei Vigili del Fuoco è in tutto e per tutto assimilabile a quanto previsto per l'intero comparto sicurezza -:
se non si reputi opportuno - ai fini di benefici legittimi, nei confronti del Corpo dei Vigili del Fuoco - considerare per ogni effetto il Corpo stesso rientrante nel complessivo comparto sicurezza del pubblico impiego.
(4-00834)

BRIGUGLIO, GRANATA, FRASSINETTI, MURGIA, MINARDO, GERMANÀ, BARBARO, BOCCHINO, LAFFRANCO, BIANCONI, CORSARO e MOFFA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei comuni di Taormina e Giardini-Naxos si registra un allarmante stato dell'ordine e della sicurezza pubblica che danneggia l'immagine e l'economia turistica delle due città;
in particolare, per quanto concerne Taormina risultano casi di scippi, borseggi, aggressioni, contraddistinti anche da connessioni col mondo degli spacciatori e tossicodipendenti, alcolisti e teppisti e spesso vissuti con una sorta di rassegnazione da parte della cittadinanza e delle vittime che talvolta sono turisti;
a fronte di episodi collegabili all'area dello spaccio di sostanze stupefacenti, a Taormina non è visibile un'adeguata azione di prevenzione e di contrasto, nonostante sia percepibile una dimensione di massa del consumo di droga tra le giovani generazioni;
l'uso e spaccio di sostanze stupefacenti sembra anzi godere in città di sottovalutazioni, coperture e atteggiamenti acquiescenti;
inoltre non si hanno notizie sullo stato delle indagini circa l'attentato incendiario effettuato ai danni della sede politica della coalizione amministrativa «Centrodestra per Taormina» nella notte tra il 17 e il 18 giugno 2008;
è singolare che non risultino ancora scoperti i responsabili dell'attentato incendiario - il quale non ha avuto conseguenze gravi grazie all'intervento dei vigili del fuoco - nonostante l'edificio sia ubicato

in pieno centro in una città turistica che ha una vita notturna attiva e si ritiene permanentemente vigilata;
è altrettanto singolare che non risultino ancora identificati i responsabili di un gravissimo episodio intimidatorio che dà la misura della situazione, reso noto dalla segreteria nazionale del sindacato «Associazione di Polizia» la quale ha denunciato che, nella ricorrenza dei noti fatti del G8 di Genova, un'autovettura in dotazione alla volante del commissariato della Polizia di Stato di Taormina, parcheggiata in area riservata dello stesso commissariato, sia stata danneggiata e fatta oggetto di scritte ingiuriose nei confronti delle Forze dell'Ordine;
da diversi anni sono state collocate a Taormina undici postazioni di video-sorveglianza per il controllo del territorio che risultano fatiscenti e aree funzionanti per carenza di manutenzione;
conseguentemente, Taormina in atto è sprovvista di sistemi di videosorveglianza per il monitoraggio del territorio;
per quel che concerne Giardini-Naxos:
è estremamente grave che sia diventato «normale» il fenomeno in forza del quale nelle ore notturne e alle prime ore del giorno, soprattutto dei fine settimana, decine di giovani dediti all'uso di alcool e sostanze stupefacenti, spacciatori e talvolta veri e propri delinquenti abituali, quasi sempre all'uscita di locali notturni, diano luogo a gravi episodi di violenza, risse, aggressioni, danneggiamenti al patrimonio pubblico, a beni privati e ad autovetture in sosta, senza che ci sia la possibilità di una forte azione di repressione da parte delle forze dell'ordine, carenti di uomini e mezzi;
questa sorta di «Far West» è stata segnalata dalle autorità amministrative locali senza che siano stati assunti interventi adeguati -:
quali provvedimenti, anche in relazione agli episodi sopra riportati, intenda adottare in riferimento allo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica nelle città di Taormina e di Giardini Naxos, che insieme formano l'area di maggiore vocazione turistica della Sicilia;
se in particolare intenda assumere le iniziative necessarie per il potenziamento delle forze dell'ordine nei suddetti comuni;
se non ritenga inoltre di promuovere un «Patto per la sicurezza» con i comuni interessati.
(4-00848)

VOLONTÈ. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in Umbria negli ultimi mesi sono avvenuti gravi eventi delittuosi riportati reiteratamente dalla stampa locale e nazionale;
a Perugia, in particolare, insistono numerose comunità di stranieri, per la gran parte mussulmane, e solo pochi mesi fa ebbe grande rilevanza mediatica l'individuazione di un covo terroristico frequentato da orientali;
l'incidenza dello smercio di stupefacenti è tra le più alte in Italia e la così detta microcriminalità è particolarmente diffusa, contribuendo ad incrementare la sensazione di insicurezza tra i cittadini umbri;
in una conferenza stampa successiva ad un incontro svoltosi il giorno 28 luglio 2008 a Perugia con i Prefetti di Perugia e Terni, il Sottosegretario all'interno On. Nitto Palma, affrontando la questioni legate alla sicurezza in Umbria, ha dichiarato, invece, che in Umbria non c'è nessuna emergenza sicurezza e che l'invio di trenta nuovi agenti, così come deciso a seguito del «Patto per la sicurezza» è procrastinato nei mesi e comunque scaglionato nel tempo;
tali avventate affermazioni sono in assoluta contraddizione con i dati in possesso delle autorità preposte oltre che con quelli denunciati da forze sociali e dai partiti dell'Umbria;

proprio in questi giorni, per sottolineare il loro forte malessere, i Consiglieri regionali del PdL hanno occupato l'Aula del Consiglio regionale -:
per quali motivi sia stato inviato in Umbria il sottosegretario Nitto Palma, che per altro non dispone di alcuna delega sulla sicurezza, e se condivida la sua analisi sullo stato della sicurezza in Umbria.
(4-00853)

...

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:

SIRAGUSA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il 9 luglio 2008 il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Giuseppe Pizza rispondeva ad una interrogazione presentata dalla medesima interrogante in Commissione Cultura sui «Corsi abilitanti riservati a varie categorie di docenti»;
nella interrogazione sopra citata si chiedeva al Ministro se non ritenesse anomala la procedura messa in atto che pone come termine ante quem il 6 giugno 2004, nonostante il decreto attuativo della legge n. 143 del 2004 sia datato 18 novembre 2005 e se non intendesse porre soluzione ad una situazione discriminatoria nei confronti di coloro che avevano maturato l'anzianità di servizio di 360 giorni alla data di entrata in vigore del decreto e che sono stati ammessi con riserva ai corsi abilitanti istituiti dalle università;
nella sua risposta il sottosegretario rispondeva che: «(...) il problema sollevato non può trovare soluzione con un provvedimento di carattere amministrativo, posto che non è dato modificare con atto di natura amministrativa il periodo temporale stabilito dalla legge ai fini della maturazione del requisito di servizio richiesto dalla legge stessa (...)»;
con l'articolo 4 del decreto-legge 30 giugno 2005, n. 115, convertito con modificazioni dalla legge 17 agosto 2005 n. 168 legge omnibus, il legislatore ha regolato le controversie come quella descritta nella interrogazione sopra citata emanando disposizioni in materia di abilitazioni e di titoli professionali: «( ...) conseguono ad ogni effetto l'abilitazione professionale o il titolo per il quale concorrono i candidati, in possesso dei titoli per partecipare al concorso, che abbiano superato le prove d'esami scritte ed orali previste dal bando, anche se l'ammissione alle medesime o la ripetizione della valutazione da parte della commissione sia stata operata a seguito di provvedimenti giurisdizionali o di autotutela (...)»;
tale disposizione riguarda gli esami di tutte le professioni, anche quelle non regolate dal decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 2001, e quindi anche le abilitazioni dei docenti -:
se non ritenga opportuno, alla luce di quanto disposto dall'articolo 4 sopra citato, emanare con urgenza un provvedimento volto allo scioglimento della riserva per i docenti ammessi ai corsi abilitanti.
(5-00275)

Interrogazione a risposta scritta:

BARBARO e BELLOTTI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
con la legge n. 127 del 15 maggio 1997, articolo 7, comma 115, si è provveduto a trasformare gli Istituti superiori di educazione fisica in Facoltà e ad istituire i Corsi di laurea e di diploma in Scienze motorie;
con il decreto legislativo 8 maggio 1998, n. 178 è stato stabilito che il corso di laurea in scienze motorie ha durata quadriennale;
nell'ambito della riforma del sistema universitario, il decreto 4 agosto 2000 emanato dal Ministro dell'università e

della ricerca scientifica e tecnologica ha determinato che la classe di laurea triennale in scienze delle attività motorie e sportive è la numero 33;
la legge n. 136 del 18 giugno 2002, «Equiparazione tra il diploma in educazione fisica e la laurea in scienze delle attività motorie e sportive» non attribuisce equipollenza al vecchio diploma ISEF rilasciato dall'Istituto Superiore di educazione fisica statale di Roma e dagli istituti superiori di educazione fisica pareggiati ai sensi dell'articolo 28 della legge 7 febbraio 1958, n. 88 e alla laurea classe 33, di cui al decreto 4 agosto 2000 emanato dal Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, ma equipara gli stessi ai fini dell'accesso ai pubblici concorsi ed alle attività professionali -:
se ritenga opportuno provvedere a rendere equipollenti a pieno titolo il diploma ISEF (rilasciato dall'Istituto superiore di educazione fisica statale di Roma e dagli istituti superiori di educazione fisica pareggiati ai sensi dell'articolo 28 della legge 7 febbraio 1958, n. 88) e la laurea classe 33 (decreto 4 agosto 2000 emanato dal Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica), consentendo ai diplomati ISEF di assumere il titolo di «dottore», venendo meno la pregiudiziale riguardante l'insufficiente numero di esami e la durata triennale del vecchio ordinamento.
(4-00843)

...

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CAPARINI e VOLPI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nel marzo del 2003 la Brandt Italia acquisisce in amministrazione straordinaria da Ocean il ramo d'azienda del sito di Verolanuova (Brescia). Nel contratto è chiaramente esplicitato che «condizione necessaria per la validità dell'acquisizione è l'ottenimento dei benefici previsti dal decreto Maroni» (valutati in euro 8,5 milioni circa);
nel settembre del 2007 il Tribunale di Lussemburgo ha condannato il Governo a recuperare gli «aiuti» dati a causa del decreto specificando che il compito di individuare il beneficiario spetta al Governo stesso e sottolineando che «non necessariamente il reale beneficiario è colui che fisicamente ne è il destinatario ma piuttosto colui che gode del reale vantaggio economico»;
dopo vari incontri tra Brandt Italia e i rappresentanti del Governo Prodi, su sollecito di quest'ultimo, la società ha negoziato con l'Amministrazione straordinaria il pagamento del 50 per cento del debito (ad oggi, interessi compresi e costi di riscossione per Equitalia - euro 433.000,00 per i soli diritti di riscossione - il totale supera i 10 milioni di euro) dando assicurazioni per la continuità dell'azienda. Tale accordo è in fase di stesura finale (è prevista una fidejussione bancaria da parte di Brandt per una somma di pari importo a garanzia del rispetto degli accordi presi);
nel giugno del 2008 l'amministratore delegato di Brandt Italia Cortesi ha incontrato la Direzione Generale Dell'INPS per definire i dettagli di un eventuale pagamento rateizzato;
all'interrogante risulta che ci possa essere una eccezione della Comunità europea per la concessione della rateizzazione;
l'esborso immediato di 10 milioni di euro da parte di Brandt Italia, anche tenendo conto del supporto dell'Amministrazione Straordinaria, non sarebbe finanziariamente sostenibile e pregiudicherebbe la continuità dell'Azienda e i suoi circa 600 lavoratori (circa 1.000 se si considera l'indotto) -:
se il ministro intenda riconoscere formalmente il fatto che Brandt Italia non

è l'unico beneficiario dell'aiuto di Stato dato che il Ministero del Lavoro deve comunque approvare l'accordo con l'amministrazione straordinaria per il pagamento del 50 per cento del debito;
se il ministro ritenga possibile la rateizzazione dei debiti previdenziali.
(5-00280)

BURTONE. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
i pazienti italiani sono gravemente penalizzati, rispetto a quelli europei, nell'accesso ai farmaci, a causa dei ritardi con i quali le singole Regioni autorizzano, attraverso i rispettivi prontuari terapeutici, la disponibilità dei trattamenti nel proprio territorio;
dopo l'approvazione da parte dell'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), che è l'ente nazionale competente, infatti, ciascuna Regione provvede al successivo inserimento nel proprio prontuario terapeutico, attraverso procedure differenziate, disomogenee e spesso poco trasparenti, che arrivano a ritardare di diversi mesi la possibilità di accesso alla cura, con notevoli differenze tra regione e regione;
ciò crea un'ingiusta disparità a scapito dei pazienti, di fatto penalizzati a seconda della regione in cui vivono, tanto più grave quando si tratti di farmaci innovativi ovvero orfani (veri e propri salva-vita), per i quali mesi di ulteriore attesa possono fare la differenza in termini di guarigione;
in particolare, il lenalidomide è un farmaco designato orfano dal COMP della European medicines agency (EMEA) nel 2003 con indicazione al trattamento del mieloma multiplo, malattia rara con una prevalenza stimata di circa 10.000 soggetti in Italia;
approvato dalla Food and drug administration (FDA) nel 2006 e dall'EMEA, con procedura centralizzata, a giugno 2007, il lenalidomide è ufficialmente accessibile ai pazienti italiani dalla metà del mese di marzo 2008, dopo Germania, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Grecia e altri Paesi del nord Europa;
purtroppo, però, numerosi pazienti italiani non possono ancora accedere a questo farmaco proprio perché in attesa dell'ulteriore livello di valutazione legato all'inserimento nei prontuari regionali cosiddetti «vincolanti»;
in particolare, la Regione siciliana è attualmente l'unica a non aver ancora esaminato la documentazione riferita al farmaco (avendo rinviato l'esame nelle ultime due sedute della Commissione competente);
i pazienti affetti da mieloma multiplo residenti in Sicilia dovranno quindi aspettare la prossima riunione della Commissione (che non si riunirà prima di settembre) per sapere se potranno finalmente accedere al farmaco orfano necessario per il trattamento della loro patologia -:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione e se ritenga opportuno attivarsi per risolvere quanto accade in Sicilia;
quali iniziative intenda adottare per garantire l'attuazione di quanto previsto dalla legge n. 222 del 2007, che vieta espressamente alle Regioni di adottare provvedimenti che escludono la rimborsabilità dei farmaci in difformità con quanto deliberato dall'AlFA;
quali iniziative intenda adottare per garantire l'accesso uniforme su tutto il territorio nazionale soprattutto a quei farmaci - innovativi, orfani ed oncologici - che abbiano già ottenuto le autorizzazioni prescritte dalla legge a livello sia europeo che nazionale, e per i quali ogni successivo ritardo nella disponibilità rischia di tradursi in ulteriori danni per i pazienti e le loro famiglie.
(5-00288)

Interrogazioni a risposta scritta:

STUCCHI, CONSIGLIO, VANALLI, PIROVANO, NICOLA MOLTENI, CAPARINI e RIVOLTA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
anche la Fillattice di Capriate San Gervasio (Bergamo), azienda chimica specializzata nella produzione di fibre sintetiche elastometriche, ha deliberato la messa in liquidazione volontaria a fronte di un crollo verticale del proprio mercato di riferimento;
a seguito di tale scelta perderanno il posto di lavoro circa 250 dipendenti, di cui 150 operano nella sede bergamasca e un centinaio nello stabilimento comasco di Gironico;
a causa del calo nelle commesse e della conseguente riorganizzazione aziendale, già dallo scorso mese di giugno è partita per i lavoratori della Fillattice la cassa integrazione ordinaria;
nell'immediato l'unica soluzione appare quella della concessione della cassa integrazione straordinaria per tutti i lavoratori -:
se non ritengano opportuno intervenire con urgenza, al fine di accelerare l'iter per la concessione degli ammortizzatori sociali straordinari per i lavoratori coinvolti;
se non ritengano necessario convocare l'azienda e i rappresentanti dei lavoratori, al fine di individuare ogni utile soluzione che possa permettere ai dipendenti interessati di ottenere garanzie circa il loro futuro occupazionale;
quali iniziative intendano promuovere, per fare fronte alla crisi industriale e produttiva che da diversi anni investe pesantemente il comparto manifatturiero lombardo coinvolgendo migliaia di lavoratori.
(4-00844)

LO MONTE. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Gruppo societario siciliano Pizzino, che dal 1984 opera nel settore delle Telecomunicazioni con i marchi «Radio call service» e «Call center Italia» fornendo servizi integrati ad ASL, università, enti locali, aziende di trasporto, aeroporti, cooperative, eccetera, si è trovato costretto ad avviare dal 31 luglio 2008 la procedura di mobilità per i propri 62 dipendenti a causa di una grave ed irreversibile crisi finanziaria;
adottando una politica di equità e correttezza, nell'anteporre sempre la tutela dei lavoratori, la società è riuscita in tutti questi anni a reggere alla profonda depressione del settore economico ed a contrastare l'incalzante concorrenza di altre imprese di call center in grado di sopravvivere sul mercato grazie a contorsioni amministrative e tributarie ed al ricorso a sgravi contributivi e scellerate politiche contrattuali;
durante l'arco temporale compreso tra il 1o gennaio 1997 ed il 31 maggio 2000, la società è ricorsa alle assunzioni con contratti di formazione e lavoro, in seguito trasformati in contratti a tempo indeterminato, rientrando nelle previsioni di cui agli articoli 9 e 10 della legge regionale n. 27 del 1991, in materia di erogazione di contributi alle imprese per assunzioni a tempo indeterminato;
a seguito del rigetto di liquidazione da parte dell'assessorato regionale del lavoro del contributo in denaro maturato per il suddetto periodo, la società oggi vanta un credito con la Regione siciliana pari a 500.895 euro, riconosciutogli dal Tar di Catania, che pronunciandosi definitivamente dopo una battaglia legale durata sei anni, ha condannato l'assessorato regionale e l'ufficio provinciale del lavoro al pagamento delle somme e delle relative spese processuali;
a causa dello stato di deficit finanziario nel quale versa la Regione siciliana,

lo stesso tribunale amministrativo non ha poi concesso al gruppo Pizzino il recupero coatto del credito;
mostrando grande senso di responsabilità il management del Gruppo ha più volte invitato l'assessorato del lavoro a definire in via transattiva, con uno sconto considerevole sulla somma dovuta, la vicenda, ma a tutt'oggi la proposta non ha avuto, da parte dell'assessorato, alcun principio di accoglimento;
la mancata erogazione dei contributi regionali di cui alla legge regionale n. 27 del 1991, ha innescato un perverso effetto domino, trascinando la società in uno stato di profonda crisi. Essa infatti è esposta nei confronti della SE.RI.T Sicilia (società per la riscossione dei tributi) per i debiti accumulati a causa dei mancati pagamenti dei tributi degli ultimi sei anni. Inoltre non potendo esibire il DURC (il documento unico di regolarità contributiva rilasciato alle società in regola con la posizione contributiva dei propri dipendenti) agli enti pubblici ai quali fornisce i servizi, ed ai quali a loro volta la legge impone di liquidare i propri fornitori dietro regolare esibizione del citato documento, il gruppo si è visto congelare i crediti vantati verso questi ultimi;
i debiti verso la SE.RI.T. Sicilia, tra l'altro, impedendo al gruppo di ottenere il durc, impediscono di fatto la partecipazione dell'azienda alle gare di appalto per l'acquisizione di nuova clientela e quindi di nuovi profitti;
anche gli istituti di credito hanno contribuito ad accentuare il malessere della società, negandole un affidamento finanziario che le avrebbe consentito di continuare ad onorare le scadenze ed a pagare gli stipendi ai propri dipendenti;
nel frattempo è intervenuta anche l'iscrizione di un'ipoteca sugli immobili di proprietà a garanzia dei debito verso la SE.RI.T;
la grave situazione esposta è stata recentemente oggetto di attenzione da parte, oltrecché delle organizzazioni sindacali anche dall'Assessore regionale al lavoro che, al fine di scongiurare l'annunciato licenziamento dei 62 dipendenti, lo scorso 24 luglio, ha convocato una riunione alla quale hanno partecipato tra l'altro il dirigente generale del dipartimento lavoro, ed il capo della task force per l'occupazione del governo della Regione;
nel corso della stessa riunione sarebbe emerso che il Tar di Catania ha rigettato l'istanza della ditta per il pagamento dei contributi, perché in contrasto con la normativa europea in materia di aiuti di Stato alle imprese, e che pertanto la pretesa dell'azienda di ottenere i benefici della legge 27 del 1991 non sarebbe esigibile;
inoltre al fine di improntare una strategia che salvaguardi una realtà produttiva così importante e prestigiosa per il territorio siciliano, è stata attivata la task force per l'occupazione per individuare, insieme ai vertici dell'azienda, tutti quei percorsi possibili atti a risolvere la crisi finanziaria della stessa, a cominciare da una mediazione con la Serit Sicilia per la rateizzazione dei debiti tributari, che consentirebbe, tra l'altro all'azienda di ottenere il Durc per riscuotere i crediti per 600 mila euro che vanta nei confronti dei suoi clienti e partecipare alle gare d'appalto per ottenere altre commesse -:
se sia al corrente dei fatti esposti in premessa e quali urgenti iniziative intenda assumere, nell'ambito delle sue competenze, d'intesa con la Regione Sicilia, al fine di favorire la realizzazione di un piano di risanamento industriale ed evitare il licenziamento dei 62 lavoratori occupati.
(4-00855)

BARANI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'ospedale di Sorrento costituisce insieme con quello di Vico Equense una sola realtà funzionale ancorché articolata in

due distinti stabilimenti, denominati Ospedali Riuniti della Penisola Sorrentina;
il presidio ospedaliero di Sorrento-Vico Equense serve nel periodo maggio-ottobre un bacino di utenza superiore a 3 milioni di assistiti;
negli ultimi anni si è assistito ad una progressiva riduzione delle risorse umane, dei posti letto e delle discipline specialistiche allocate presso il Presidio in oggetto con evidenti disagi per l'utenza interessata;
l'articolo 20 della legge n. 67 del 1988 stanziava ingenti risorse finalizzate alla ristrutturazione ed all'ammodernamento;
le risorse assegnate non possono essere erogate dal Ministero della Salute in assenza dell'approvazione di un nuovo piano regionale ospedaliero o comunque ad una sostanziale modifica di quello esistente;
va peraltro sottolineato che sulla base dell'accordo per l'approvazione del Piano di rientro intercorso tra il Ministero della salute, il Ministero dell'economia e delle finanze e la Regione Campania, i provvedimenti regionali di spesa e di programmazione sanitaria concernenti, tra l'altro, la riconversione e la chiusura o l'apertura di strutture sanitarie, nonché relativi all'erogazione dei LEA in condizioni di appropriatezza, devono essere sottoposti alla preventiva approvazione da parte del Ministero della salute e del Ministero dell'economia e delle finanze -:
quali improrogabili iniziative i ministri interrogati intendano adottare, nell'ambito dell'attuazione del Piano di rientro in essere nella regione Campania, per la complessiva riorganizzazione della rete ospedaliera della Campania, con particolare rilievo al presidio di Sorrento visto il suo ruolo di struttura orientata a rispondere dell'urgenza/emergenza, in particolare al fine di garantire il rispetto dei livelli essenziali di assistenza.
(4-00856)

...

POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta immediata in Commissione:

XIII Commissione:

FOGLIATO, NEGRO, RAINIERI e ALESSANDRI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
per soccida s'intende un contratto che interessa il bestiame, in cui un soccidante affida le cure dei capi al soccidario, il quale ha l'obbligo di allevarli e di trasformare i prodotti. Gli utili sono ripartiti in percentuale;
il contratto di soccida ha avuto una ripresa ed una espansione notevole in questi ultimi anni a causa della diffusione di alcune forme di integrazione contrattuale tra allevatori ed industrie fornitrici di mangimi;
nel Veneto è molto diffuso l'istituto del contratto di soccida soprattutto nel settore dell'allevamento dei bovini da carne;
con la riforma della politica agricola comune (PAC), approvata con il regolamento CE n. 1782/2003 del 29 settembre 2003 è stato istituito il «regime di pagamento unico», da attuarsi con le modalità previste dagli articoli da 33 a 57, ed ha definito «i diritti all'aiuto» da assegnare ad ogni agricoltore sulla base della media dei premi comunitari ricevuti nel triennio 2000-2002;
con riferimento ai contratti associativi di soccida per l'allevamento di bestiame, l'attuazione della nuova normativa ha posto il problema dell'identificazione del beneficiario del «premio unico» derivante dal premio macellazione o premio all'abbattimento, nel caso in cui le figure di proprietario e di detentore dei capi di bestiame non coincidano;

prima dell'entrata in vigore del Regolamento CE n. 1782/2003 e del relativo decreto di attuazione (decreto ministeriale del 5 agosto 2004), i rapporti di soccida erano regolati da un protocollo d'intesa concluso nel marzo 2000 tra le organizzazioni di categoria, finalizzato ad una corretta gestione dei regimi di premio; tale protocollo prevedeva espressamente che il beneficiario del premio fosse il soccidario, anche se era comunque stabilito che «nei contratti associativi previsti dagli articoli 2170 e seguenti del codice civile, la domanda relativa ai premi alla macellazione ed ai pagamenti supplementari, può essere presentata dal soccidante, in quanto responsabile della direzione tecnico-amministrativa dell'impresa, previo assenso del soccidario» e che «limitatamente ed esclusivamente al premio alla macellazione ed ai pagamenti supplementari per l'anno 2000, si conviene che gli stessi vengano ripartiti riconoscendo al soccidario un compenso aggiuntivo non inferiore al 20 per cento e comunque non inferiore a quanto riconosciuto per gli accrescimenti»;
inoltre, l'articolo 11 del Regolamento CE n. 1254 del 1999 prevedeva che «il produttore che detiene nella sua azienda animali della specie bovina può beneficiare, a richiesta, di un premio all'abbattimento» e, poiché la condizione per beneficiare del premio era la detenzione, il beneficiario non poteva che essere il detentore, che nei contratti di soccida è il soccidario;
in applicazione del Regolamento 1782/2003, con circolare Prot. N. ACIU 00181, l'Agea ha fornito chiarimenti sulle procedure per la determinazione e fissazione dei titoli per i premi unici in caso di istituto di soccida, rilevando, in particolare, che «i decreti ministeriali 25 maggio 2000, 22 gennaio 2001 e 27 novembre 2001, consentivano che il pagamento del premio per la macellazione potesse essere richiesto dal soccidante ed erogato a questi previo assenso del soccidario. L'articolo 33 del regolamento (CE) 1782/2003, che istituisce il regime di pagamento unico, prevede che possano beneficiare di tale regime gli agricoltori che abbiano fruito di un pagamento durante il periodo di riferimento 2000-2002 per almeno uno dei regimi di sostegno menzionati nell'allegato VI del regolamento stesso, tra cui il premio alla macellazione. Poiché il regime di pagamento unico costituisce una «fotografia» della situazione di diritto registrata nel periodo di riferimento 2000-2001-2002, l'utilizzo dei diritti così generati deve necessariamente restare subordinato all'assenso del soccidario». Chiarisce ancora l'Agea che «I capi macellati nell'ambito di un contratto di soccida e richiesti a premio dal soccidante, generano titoli speciali intestati al soccidante, individuati ed aggregati a livello di singolo soccidario». Con successiva circolare integrativa del 15 aprile 2005, l'Agea, applicando le previsioni relative alla «scissione di aziende» ai sensi dell'articolo 15, paragrafo 2, del reg. (CE) n. 795/2004, da eseguirsi con le modalità indicate nella circolare AGEA n. ACIU.2004.491, del 5 ottobre 2004, ha poi indicato le possibilità di riparto dei titoli tra soccidante e soccidario a condizione che vi fosse stato un accordo tra le parti e l'indicazione della percentuale di ripartizione dei titoli;
su tali presupposti l'Agea ha provveduto a fissare i titoli per il diritto all'aiuto riguardanti i titoli speciali da soccida, derivanti dai premi alla macellazione dei bovini, corrisposti nel periodo di riferimento ai soccidanti, calcolati, definiti e riferiti a livello di ciascun soccidario ed assegnati al soccidante;
a tal proposito, è stato previsto che, in accordo tra le parti, detti titoli possono essere richiesti in pagamento dal soccidante, ovvero ripartiti tra il soccidante e il soccidario. In mancanza di accordo, si procede alla ripartizione al 50 per cento secondo le modalità stabilite dalla circolare prot. n. ACIU.2006.361 dell'8 maggio 2006;
nell'ordinamento interno tale materia è disciplinata dall'articolo 4-ter, comma 1,

del decreto-legge 15 febbraio 2007, n. 10, convertito con modificazioni dalla legge 6 aprile 2007, n. 46, che prevede che nell'ambito del regime di pagamento unico previsto dal regolamento (CE) n. 1782/2003, il pagamento degli aiuti comunitari riferiti ai titoli speciali da soccida, inclusi in domande di aiuto per l'anno 2005 non corredate dell'assenso dei soccidari alla data di entrata in vigore della legge di conversione del predetto decreto, è effettuato dagli organismi pagatori competenti con la stessa ripartizione percentuale prevista dall'articolo 1-bis, comma 6, del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, ossia che ove non diversamente disposto, i diritti all'aiuto di cui al regolamento (CE) n. 1782/2003, derivanti da contratti associativi di soccida, sono assegnati dall'Agea per il 50 per cento al soccidario e per il 50 per cento al soccidante;
nei primi mesi del 2008, la regione Veneto ha investito formalmente il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali della questione della fissazione dei titoli derivanti da soccida, chiedendo che tali titoli per il premio unico potessero essere attribuiti in maniera piena a vantaggio dei soccidari che hanno mantenuto l'attività di allevamento anche dopo il triennio 2000-2002 con la medesima produttività di tale triennio;
la richiesta degli operatori zootecnici del Veneto, allevatori titolari di un contratto di soccida, fa emergere anche una evidente disparità di trattamento rispetto ai loro colleghi europei, in quanto essi beneficiano di un sostegno ridotto della metà rispetto a quello ottenuto da questi ultimi, mentre operano a parità di costi e di regole di concorrenza;
l'istanza della Regione Veneto e dei relativi soccidari andrebbe nel senso di poter accedere alla riserva nazionale prevista dall'articolo 42 del citato Regolamento (CE) n. 1872/2003 in maniera da integrare fino al 100 per cento il diritto al premio per la macellazione dei capi bovini, già a partire dall'anno di riferimento 2008;
nel merito, l'amministrazione dell'Agea, ha fatto osservare che una simile possibilità non troverebbe ostacoli ove vi fosse una specifica previsione nell'articolo 42 del Reg. (CE) 1782/2003, che per lo scopo andrebbe opportunamente modificato, in quanto, allo stato attuale, esso non contempla l'integrazione di diritti per tali fattispecie. Pur tuttavia, essendo in discussione in sede europea la modifica dei regimi di sostegno previsti dalla PAC, avrebbe indicato all'organismo pagatore del Veneto di far effettuare e di accettare eventuali richieste di accesso alla riserva nazionale da parte degli allevatori interessati in maniera da essere pronti, in caso di modifiche in breve tempo del Reg. (CE) n. 1782/2003, ad integrare i loro titoli;
il 20 novembre 2007 la Commissione europea ha presentato la comunicazione «in preparazione della valutazione dello stato di salute della PAC riformata», contenete il programma volto a rendere più efficiente e moderna la PAC stessa. Sulla base del dibattito svoltosi su tale comunicazione, il 20 maggio 2008 la Commissione ha presentato tre proposte di regolamento ed una proposta di decisione (COM(2008)306-4), recanti una serie di misure volte a rendere più efficace e semplice la normativa relativa al premio unico aziendale previsto dalla PAC;
tra le tre proposte di regolamento è compresa anche la modifica del Reg. (CE) n. 1782/2003 ed in tale sede è espressamente prevista una maggiore flessibilità dell'utilizzo della riserva nazionale;
nelle prossime fasi di riesame della PAC, il Ministro delle politiche agricole e forestali, in sede di Consiglio europeo potrebbe chiedere una pertinente modifica all'articolo 42 del Reg. (CE) n. 1782/2003 in modo da prevedere l'aumento del valore e/o del numero dei diritti assegnati agli agricoltori, relativamente a situazioni contrattuali specifiche come la soccida e così permettere l'adeguamento dei titoli dei

soccidari che hanno mantenuto una attività zootecnica equivalente a quella del triennio di riferimento -:
se non ritenga opportuno attivarsi affinché in sede di revisione della politica agricola comune riformata, possa essere modificato il Regolamento (CE) n. 1782/2003 nel senso di permettere agli allevatori titolari di un contratto di soccida di accedere alla riserva nazionale al fine di conseguire l'aumento del valore e/o del numero dei diritti loro assegnati ai sensi delle disposizioni emanate in applicazione del Regolamento iniziale sul regime di pagamento unico aziendale, come anche in premessa riportate.
(5-00278)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazioni a risposta scritta:

GARAVINI, BUCCHINO, GIANNI FARINA, FEDI, NARDUCCI e PORTA. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
le parti firmatarie del Contratto Collettivo Nazionale di lavoro del Comparto scuola, sottoscritto in data 29 novembre 2007, hanno concordato all'articolo 126 di rinviare, come previsto dall'Atto di Indirizzo, ad una specifica sequenza contrattuale le necessarie modifiche agli istituti contrattuali riguardanti il personale della scuola in servizio nelle istituzioni scolastiche italiane all'estero;
il suddetto CCNL ha previsto che tale sequenza dovesse essere sottoscritta entro e non oltre tre mesi dall'entrata in vigore dello stesso;
dopo otto mesi dall'entrata in vigore del CCNL scuola l'ARAN non ancora ha convocato le Parti firmatarie per l'avvio della trattativa relativa alla sequenza per il personale della scuola in servizio all'estero;
non hanno avuto esito le numerose sollecitazioni delle organizzazioni sindacali CGIL CISL UIL scuola e SNALS, che negli ultimi mesi hanno ripetutamente sollecitato l'ARAN ad avviare la trattativa, e non vi è alcuna garanzia che tale trattativa possa concludersi prima dell'inizio del prossimo anno scolastico;
le disposizioni contrattuali attualmente in vigore, sui docenti italiani all'estero, risalgono agli anni '90 e necessitano di profonde modifiche riguardo la loro selezione e la loro destinazione, l'attuazione dell'autonomia didattica, organizzativa ed economica alle scuole statali italiane all'estero, la piena applicazione dei diritti al personale docente e ATA di ruolo e con contratto a tempo determinato;
il ritardo dell'ARAN a convocare le Parti firmatarie rischia di fare slittare l'avvio delle lezioni il prossimo mese di settembre, con grave danno per migliaia di studenti italiani all'estero, e di determinare serie disfunzioni ai corsi di lingua e cultura italiani -:
quali iniziative i Ministri interrogati intendano adottare per il rispetto di quanto previsto dall'articolo 126 del vigente CCNL scuola;
se intendano sollecitare l'ARAN a promuovere l'immediato avvio della trattativa della sequenza per il personale all'estero con le organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL scuola.
(4-00829)

PES, SCHIRRU, CALVISI e MELIS. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
il Formez, centro di formazione studi, accompagna le amministrazioni pubbliche, in particolare le amministrazioni regionali e locali, nello sviluppo di progetti di innovazione organizzativa e

amministrativa e nel monitoraggio delle politiche e dei processi di innovazione, anche attraverso lo sviluppo di programmi finalizzati a sviluppare la qualità della regolazione e la semplificazione amministrativa e a promuovere l'impiego delle nuove tecnologie per il miglioramento delle risorse umane e dei processi organizzativi;
fornisce alle amministrazioni pubbliche assistenza tecnica e tecnico-formativa per migliorare la qualità dei servizi e l'efficacia delle politiche, avendo come particolare riferimento le politiche regionali e locali e gli interventi finalizzati ad accrescere la competitività dei territori e del paese;
fornisce alle amministrazioni pubbliche il supporto, l'assistenza tecnica ed i contenuti utili a migliorare la comunicazione delle stesse tra di loro, nonché verso cittadini ed imprese;
sviluppa, anche d'intesa con altre amministrazioni e/o organizzazioni italiane e di altri paesi, progetti di cooperazione internazionale finalizzati alla crescita dei sistemi amministrativi anche attraverso l'attivazione di processi di scambio di esperienze e di «buone pratiche»;
supporta il percorso di internazionalizzazione delle amministrazioni pubbliche, in particolare le amministrazioni regionali e locali;
svolge ogni altra attività devoluta mediante apposito accordo dal Dipartimento della funzione pubblica, da altri associati, o da altre amministrazioni pubbliche;
in data 28 maggio 2008 è stato pubblicato nel sito istituzionale del Ministero per la pubblica amministrazione e l'innovazione un Piano industriale che delinea le linee programmatiche sulla riforma della pubblica amministrazione;
in una nota in data 10 luglio 2008 l'assessore agli affari generali della Regione Sardegna, Massimo Dadea paventava la possibilità della rivisitazione degli enti e delle agenzie che hanno supportato l'azione del Ministro della funzione pubblica, tra cui il Formez;
la Regione Sardegna è socia da diversi decenni del Formez;
la sede di Cagliari del Formez ha svolto per l'amministrazione regionale un ruolo fondamentale nella consulenza, assistenza e fornitura diretta di servizi, anche con importanti contribuzioni finanziarie e per importanti funzioni (selezione e inserimento in ruolo del personale, animazione territoriale e lo sviluppo locale, formazione per lo sviluppo di competenze, realizzazione di testi unici legislativi di settore, supporto alla cooperazione internazionale, affiancamento alla riorganizzazione di servizi regionali o di agenzie regionali settoriali, assistenza tecnica per l'elaborazione e la valutazione di progetti, consulenza per la stesura di progetti da mettere a bando con i fondi comunitari, realizzazione di progetti di e-government, realizzazione di progetti pilota nel campo della sostenibilità ambientale, supporto nella realizzazione di scambi e azioni di benchmarking con altre regioni euro mediterranee);
la sede locale ha costituito un centro di eccellenza, noto a livello nazionale e internazionale, garantendo un qualificato sostegno a tutto il sistema pubblico regionale e le strutture decentrate dei Ministeri -:
in che modo intenda, il Ministro, rinnovare o rivisitare la missione del Formez, in particolare quella attualmente svolta dalla sede di Cagliari.
(4-00851)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta orale:

OCCHIUTO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
le associazioni di categoria commerciali e industriali della Provincia di Cosenza, hanno comunicato i dati relativi al

numero di imprese associate e di addetti ad esse afferenti;
l'ordine di grandezza dei dati presentati - 141.000 addetti dichiarati laddove la forza lavoro dell'intera Provincia si attesta intorno alle 260.000 unità - è manifestatamente sovrastimato e non riflette, pertanto, la fragilità socio-economica della Provincia calabrese;
a sostegno di quanto suddetto, l'Istitutonazionale della previdenza sociale (INPS), ha confermato delle discrepanze con le cifre comunicate dalle associazioni di categoria;
le dichiarazioni fornite sono da contestualizzare, perché elaborate nell'imminenza del rinnovo del Consiglio direttivo della Camera di commercio di Cosenza, i cui seggi sono ripartiti in base al peso rappresentativo detenuto dalle singole associazioni di categoria;
il presidente della Giunta regionale, ai sensi del decreto ministeriale n. 501 del 1996, ha ordinato la nomina del nuovo Consiglio camerale legittimandone la nuova costituzione;
permangono serie perplessità riguardo alle quote e ai criteri di rappresentanza delle associazioni di categoria, dal momento che i rappresentanti non sono espressione del contesto economico e delle finalità ascrivibili alle loro imprese di origine -:
in quale modo intenda esercitare i propri poteri di vigilanza al fine di garantire la massima trasparenza sulla corretta rappresentatività dell'ente camerale.
(3-00110)

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Apposizione di una firma ad una mozione.

La mozione Bertolini e altri n. 1-00029, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 luglio 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Commercio.

Apposizione di firme ad una risoluzione.

La risoluzione in Commissione Soglia e altri n. 7-00019, pubblicata nell'allegato B ai resoconti delle seduta del 25 giugno 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Vannucci, Sani, Strizzolo.

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

La interrogazione a risposta immediata in Commissione Soglia n. 5-00243, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 22 luglio 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Conte.

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ERRATA CORRIGE

Interrogazione a risposta scritta Realacci n. 4-00772 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 41 del 23 luglio 2008. Alla pagina 1245, prima colonna, alla quarta riga deve leggersi: «REALACCI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'ambiente» e non «REALACCI. - Al Ministro dell'ambiente» come stampato.