XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 29 luglio 2008

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
è un dato oggettivo e non più un'opinione di alcuni che lo stato della giustizia nel nostro Paese ha raggiunto livelli di inefficienza assolutamente intollerabili, sconosciuti in altri paesi democratici, per i quali l'Italia versa, da anni ed in modo permanente, in una situazione di sostanziale illegalità tale da aver generato numerosissime condanne da parte della Corte europea dei Diritti dell'Uomo;
l'enorme numero di processi pendenti sia nel settore civile che in quello penale e l'impossibilità che questi siano definiti in tempi ragionevoli hanno ormai determinato una sfiducia generalizzata dei cittadini nel sistema giustizia, tale da rendere sempre più concreto il pericolo per un verso che si ricorra a forme di esercizio arbitrario delle proprie ragioni e per altro verso che si incrementi il numero di reati a causa di una sostanziale impunità;
rispetto a tale situazione la stessa introduzione della Legge Pinto, strumentalmente approvata al solo fine di evitare continue condanne da parte della Corte europea dei Diritti dell'Uomo, ha ulteriormente sovraccaricato i ruoli delle Corti di Appello e, d'altra parte, per quanto è stato autorevolmente affermato, se tutti gli aventi diritto dovessero agire nei confronti dello Stato sulla base della Legge Pinto, lo Stato stesso sarebbe costretto a dichiarare bancarotta;
in tale situazione occorre predisporre un piano di riforme organiche e strutturali del sistema giustizia; occorrono provvedimenti in grado di garantire un più equilibrato rapporto fra i poteri dello Stato, uscendo da logiche emergenziali o d'occasione che da un lato lasciano ai pubblici ministeri la piena discrezionalità sull'uso dei mezzi di indagine e sull'esercizio dell'azione penale e dall'altro all'arbitrio dei giudici la scelta dei processi da rinviare;
a rendere più drammatico il quadro del sistema è anche intervenuto il taglio dei fondi destinati alla giustizia;
il Ministro Alfano, intervenendo al convegno organizzato dall'Unione delle Camere Penali il 15 luglio 2008, sul tema delle riforme per la giustizia, ha dichiarato che «occorre intervenire sulla giustizia con una riforma organica, in tempi rapidi e non con una legislazione alluvionale, ma con interventi mirati che non vanno contro qualcuno sui processi e sull'asse istituzionale e costituzionale; per una giustizia al servizio del cittadino»;
analoghe affermazioni sulla necessità di radicali modifiche del sistema della giustizia sono state espresse dal Presidente del Consiglio dei Ministri;
il segretario del più grande partito di opposizione, Walter Veltroni, già in campagna elettorale, dalle colonne del Riformista, ha posto in discussione il principio dell'obbligatorietà dell'azione penale affermando la necessità di «un procedimento che veda la partecipazione di Parlamento, Csm e Procuratori della Repubblica nella fissazione dei criteri di priorità nell'esercizio dell'azione penale»;
l'amministrazione della giustizia e la difesa della legalità costituiscono oggi una vera e propria «questione sociale nazionale», la cui soluzione non è più rinviabile;
i ripetuti interventi legislativi finora attuati sul processo penale come su quello civile non hanno portato i risultati che si attendevano e possono perciò considerarsi dei semplici provvedimenti tampone privi di efficacia risolutiva;
pertanto è giunto il momento di affrontare con decisione il tema della

giustizia e di porre mano a riforme che costituiscano reale attuazione del principio di rispetto delle regole;
dette riforme non devono peraltro procedere nel senso di determinare, nel processo penale, una diminuzione delle garanzie difensive dell'imputato, né dette garanzie, come pure è stato proposto, debbono essere sacrificate sull'altare della ragionevole durata del processo, posto che quest'ultima è essa stessa un diritto dell'imputato;
dette riforme devono invece procedere nel senso di garantire una effettiva parità tra accusa e difesa, con un giudice che sia effettivamente terzo tra le due parti, con una reale responsabilizzazione, anche disciplinare, dei magistrati inquirenti e giudicanti, riservando la risposta penale dello Stato a quei soli fatti che, offendendo in concreto beni giuridici non altrimenti presidiabili, rivestono un rilevante disvalore sociale, come tale percepito dalla collettività,

impegna il Governo:

ad attuare, con il più ampio confronto con le forze politiche presenti in Parlamento, una riforma davvero radicale del sistema della giustizia, che preveda:
l'abolizione dell'obbligatorietà dell'azione penale, con la previsione di un procedimento per la fissazione dei criteri per l'uso dei mezzi di indagine e per l'esercizio dell'azione penale; un procedimento che veda la partecipazione dei pubblici ministeri e di altri soggetti istituzionali, che individui un soggetto istituzionale politicamente responsabile di fronte al Parlamento per la loro effettiva ed uniforme implementazione a livello operativo;
la separazione delle carriere dei magistrati, con modalità tali da garantire l'assoluta indipendenza del giudice;
la responsabilizzazione del pubblico ministero per l'osservanza delle priorità fissate ed al contempo la creazione di meccanismi atti ad evitare che chi è politicamente responsabile per la implementazione delle politiche pubbliche nel settore criminale possa indebitamente condizionare, su singoli casi, l'attività del pubblico ministero deviandolo dal rispetto delle priorità prefissate;
la revisione della composizione e del sistema elettorale del CSM; la fissazione dei suoi compiti in via tassativa; la eventuale creazione di un consiglio per il pubblico ministero e di un organismo che garantisca un efficiente sistema disciplinare per tutti i magistrati;
la reintroduzione di severi vagli della professionalità dei magistrati nel corso dei 40-45 anni della loro permanenza in carriera, vagli di professionalità in grado di evidenziare sia i magistrati più qualificati - per competenza e produttività - a conseguire le promozioni ed il relativo trattamento economico, sia quelli che sono più qualificati per coprire le molteplici funzioni cui giudici e pubblici ministeri possono essere destinati;
la modifica della legge sulla responsabilità civile dei magistrati, con modalità tali da garantire ai cittadini ingiustamente danneggiati da provvedimenti del giudice o del pubblico ministero, di ottenere il risarcimento integrale dei danni direttamente dal magistrato, pur con la previsione di meccanismi volti ad eliminare il pericolo di azioni intimidatorie e strumentali;
la revisione delle modalità di collocamento fuori ruolo dei magistrati e di attribuzione degli incarichi extragiudiziari, salvaguardando le contrapposte esigenze di non disperdere «forza lavoro» né, per contro, preziose professionalità;
la incompatibilità tra la permanenza nell'ordine giudiziario e l'assunzione di incarichi, elettivi e non, in rappresentanza di formazioni politiche, ciò anche al fine di rendere credibile l'indipendenza di chi esercita funzioni giudiziarie agli occhi del cittadino;

la promozione di una modernizzazione tecnologica degli uffici giudiziari in cui i programmi di innovazione prevedano la fissazione delle tappe dell'innovazione e la verifica in itinere dei risultati conseguiti, verifiche effettuate con la partecipazione di esperti esterni;
l'adeguamento degli organici del personale anche amministrativo, non solo e non tanto per ciò che concerne la loro consistenza numerica, quanto per ciò che concerne la promozione di qualificazioni professionali atte a facilitare la modernizzazione tecnologica ed organizzativa della amministrazione della giustizia, anche ai fini di una sostituzione progressiva dei molti magistrati che ora occupano posizioni direttive a tutti i livelli nel Ministero della giustizia;
la modifica della natura dei termini processuali con la previsione generalizzata di termini perentori e di sanzioni disciplinari per la loro inosservanza da parte dei magistrati;
la radicale semplificazione delle modalità di notifica degli atti giudiziari;
la definizione di tempi standard dei procedimenti civili e penali e di politiche di case management (gestione dei casi e dei carichi di lavoro) coerenti con le indicazioni fornite dalla Commissione per l'efficienza della giustizia del Consiglio d'Europa;
la modifica delle procedure di nomina dei capi degli uffici e un potenziamento del ruolo gestionale del dirigente amministrativo dell'ufficio;
una forte depenalizzazione ed una razionalizzazione delle fattispecie criminose.
(1-00032)
«Bernardini, Della Vedova, Maurizio Turco, Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti, Cesare Marini, Lehner, Mario Pepe (PdL)».

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ATTI DI CONTROLLO

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta immediata:

COTA, LUCIANO DUSSIN, DAL LAGO, REGUZZONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOGLIATO, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIBELLI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LUSSANA, MACCANTI, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SALVINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
a seguito delle eccezionali avversità atmosferiche che hanno colpito il territorio della regione Lombardia nei giorni tra l'11 e il 13 luglio 2008, il territorio della Valtellina e delle zone adiacenti, nelle province di Sondrio, Lecco, Como e Bergamo, è di nuovo in emergenza;
le persistenti precipitazioni hanno causato ingenti danni sul territorio per decine di milioni di euro, la fuoriuscita del lago a Como per mezzo metro oltre la soglia di esondazione, la chiusura delle strade e della ferrovia, l'evacuazione di oltre 600 persone; la regione Lombardia ha chiesto ed ottenuto dal Governo la dichiarazione dello stato di emergenza;
i cittadini hanno avuto la paura del ripetersi della tragedia della grande alluvione della Valtellina del 18 luglio 1987; tuttavia, nonostante la gravità della situazione e i considerevoli disagi, questa volta,

grazie al grande lavoro dei vigili del fuoco e dei volontari di protezione civile, la situazione è tornata brevemente sotto controllo e, almeno per questa volta, la Valtellina e il resto del territorio lombardo non ha avuto morti, anche se 140 persone risultano ancora fuori dalle proprie case;
senza dubbio ciò è dovuto ai lavori di riassetto idrogeologico e di ricostruzione delle zone coinvolte dalle calamità, realizzati ai sensi della legge 2 maggio 1990, n. 102, recante «Disposizioni per la ricostruzione e la rinascita della Valtellina e delle adiacenti zone delle province di Bergamo, Brescia e Como, nonché della provincia di Novara, colpite dalle eccezionali avversità atmosferiche dei mesi di luglio ed agosto 1987», che è stata approvata a seguito delle eccezionali avversità atmosferiche che hanno colpito il territorio della Valtellina nei mesi di luglio ed agosto 1987;
con le autorizzazioni di spesa di cui alla legge n. 102 del 1990, gli interventi ritenuti più urgenti per la Valtellina e le zone adiacenti sono stati effettuati sulla base dei piani stralcio elaborati ai sensi della legge 18 maggio 1989, n. 183, come deliberati e proposti dalla regione Lombardia e adottati dall'autorità di bacino;
la legge n. 102 del 1990 ha dimostrato negli anni la propria validità, ma ormai ha esaurito i fondi, mentre continuano i problemi sul territorio, dovuti a smottamenti, esondazioni e frane;
sono urgenti e improcrastinabìli una serie di lavori e opere di difesa idraulica e idrogeologica, come lavori di protezione arginale, interventi manutentivi per la protezione da fenomeni erosivi di pile e spalle dei ponti stradali, lavori di ripristino delle condizioni di deflusso in alveo dei fiumi, opere di difesa dalle esondazioni del lago, interventi per la messa in sicurezza e sistemazione idrogeologica del bacino dei torrenti, opere di regimazione idraulica, messa in sicurezza dei versanti in frana;
occorre un monitoraggio continuo della zona ai fini della verifica delle condizioni generali di stabilità e dell'individuazione delle opere necessarie per la sistemazione dei versanti, allo scopo di pervenire ad un nuovo programma per la messa in sicurezza del territorio -:
quali impegni il Ministro interrogato intenda assumere, nell'ambito delle proprie competenze, per la difesa del suolo e per il finanziamento, in collaborazione con la regione Lombardia, di un nuovo programma per la messa in sicurezza e il riassetto idrogeologico del territorio della Valtellina e delle zone adiacenti, nelle province di Sondrio, Lecco, Como e Bergamo, proseguendo il positivo percorso della legge 2 maggio 1990, n. 102.
(3-00105)

Interrogazione a risposta scritta:

SPECIALE. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la Regione Umbria in data 9 luglio 2007, ha adottato con decreto della Giunta Regionale n. 1171 di pari data, una Direttiva Tecnica Regionale in materia di scarichi, atto scaturito da una serie di adempimenti ed obblighi previsti prima dal decreto legislativo n. 152 del 1999, successivamente ripresi dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152: «Norme in materia ambientale»;
il suddetto documento è stato predisposto in collaborazione con l'ARPA Umbria e successivamente condiviso con le Province, l'Anci, le Autorità di ATO, i gestori del servizio idrico integrato, le associazioni di categoria delle imprese, le associazioni di categoria degli agricoltori, le associazioni dei consumatori, le associazioni ambientaliste, gli ordini e i collegi professionali;
la Direttiva, che si compone di 30 articoli e 14 tabelle allegate, disciplina sul territorio della regione Umbria gli scarichi di acque reflue in funzione del rispetto degli obbiettivi di qualità dei corpi idrici;

ad eccezione dello scarico di acque reflue domestiche di pubblica fognatura, gli scarichi devono essere preventivamente autorizzati dall'autorità competente individuata ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006;
le novità più significative introdotte dalla Direttiva riguardano gli scarichi in pubblica fognatura e gli scarichi in acque superficiali e sul suolo;
nell'ambito di tale disciplina, i frantoi oleari della Regione, a differenza di quelli di altre Regioni, anche limitrofe e confinanti, si trovano a fare i conti con una normativa finalizzata alla tutela delle acque, attraverso un utilizzo agronomico razionale dei reflui oleari;
l'applicazione di tale normativa comporta l'onere per gli operatori di dotare gli impianti di vasche di stoccaggio di dimensioni sino a tre volte superiori a quelle delle altre regioni d'Italia, ad esempio della confinante Toscana;
a causa delle norme in questione è prevedibile un calo di competitività delle aziende umbre in un settore da sempre considerato fiore all'occhiello della Regione, ma che da anni versa in una situazione di progressiva riduzione dei margini del produttore proprio a causa dei costi crescenti a fronte di una stabilità sostanziale dei prezzi;
ilsettore oleario italiano in genere, secondo dati recenti pubblicati dall'Associazione dei produttori UNAPROL, ha visto diminuire le proprie quote di mercato sia in Italia che all'estero, anche in conseguenza delle recenti acquisizioni di marchi italiani da parte di gruppi spagnoli -:
se il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non intenda procedere a una revisione del decreto legislativo citato in premessa e degli accordi di programma conseguenti, rivedendo le normative in materia di requisiti, indicando altresì dei limiti alle soglie di innalzamento dei medesimi da parte delle normative regionali;
se il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali non convenga sulla necessità di rilanciare l'immagine di un prodotto come l'olio d'oliva che da millenni, come pochi altri, è sinonimo nel mondo di qualità e tipicità specificatamente italiane, e quali iniziative intenda assumere in proposito.
(4-00827)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta immediata in Commissione:

La VI Commissione:

FLUVI, GHIZZONI e MIGLIOLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
come noto, il contribuente ha facoltà di destinare una quota pari al cinque per mille della propria imposta sul reddito al sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale e alle associazioni di promozione sociale, alle fondazioni nazionali di carattere culturale, al finanziamento dell'università, degli enti della ricerca scientifica e della ricerca sanitaria, al finanziamento delle associazioni sportive dilettantistiche;
l'istituto del 5 per mille, introdotto, in via sperimentale, dall'articolo 1, comma 337, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, rappresenta per il vasto mondo delle associazioni non lucrative una potenziale fonte di finanziamento e un importante strumento di coinvolgimento del cittadino contribuente. Infatti, secondo i dati riportati dall'Agenzia delle entrate nel comunicato stampa del 12 ottobre 2007, i contribuenti hanno destinato con le loro scelte la somma complessiva di 345,2 milioni, di cui 328,9 milioni sono stati ripartiti tra gli aventi diritto, mentre i restanti 16,3 milioni non sono stati ripartiti in quanto relativi a scelte in favore di soggetti esclusi dal beneficio;

tuttavia non sono rari i casi in cui l'esclusione dalla ripartizione del beneficio sia stata prodotta esclusivamente da meri vizi di forma. Come si apprende da organi di stampa, nella provincia di Modena ad esempio, le seguenti associazioni sono state escluse: Comitato per il progetto Cernobyl (Carpi), ORMA - associazione per la tutela ed il recupero di animali domestici (Carpi), A.V.S.A. Associazione volontaria servizio ambulanza (Riolunato), Associazione pandacarpi (Carpi), A.V.A.P. (Palagano), Soccorso cinofilo (Carpi), Associazione Volontari (Alta Val Dolo), Raggruppamento guardie ecologiche volontarie legambiente (Modena), Avpa croce blu (Modena), Associazione Angela Serra per la ricerca sul cancro (Modena), Amici per la vita (Formigine), Insieme in quartiere per la città (Modena), Nonsoloscuola (Modena), Centro di aiuto alla vita Matilde Ronchetti (Formigine), Per non sentirsi soli (Vignola), Sos mama (Formigine), Vip viviamo in positivo (Modena), Prometeo (Modena), Coordinamento per le associazioni di volontariato, per la cooperazione internazionale (Modena);
caso emblematico è quello riguardante l'associazione onlus impegnata nella ricerca sul cancro «Angela Serra», che si è vista negare, a causa della mancata produzione della fotocopia dei documento di identità del presidente dell'associazione medesima, un contributo pari a 273.000 euro relativo alle 12.000 espressioni di volontà dei contribuenti per l'anno 2006, risultando l'associazione con il maggior numero di segnalazioni nella provincia di Modena;
è di tutta evidenza come la farraginosità e la rigidità della burocrazia non possano rappresentare causa ostativa per l'accesso al beneficio -:
quali iniziative intenda assumere al fine di non frustrare le intenzioni e le attese dei contribuenti che avevano espresso la volontà di destinare il proprio 5 per mille in favore delle suddette associazioni e altresì per escludere il ripetersi di casi analoghi che possono compromettere l'operato delle organizzazioni meritorie, anche in considerazione del fatto che molte informazioni richieste all'atto della domanda sono già in possesso dell'amministrazione richiedente.
(5-00270)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

SIRAGUSA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante ha presentato in data 22 luglio 2008 l'interrogazione a risposta in Commissione 5-00239 che riguardava la problematica relativa al reperimento delle risorse necessarie alla stabilizzazione full time dei lavoratori socialmente utili di Palermo nonché dei lavoratori del Consorzio Palermo Lavora;
il Comune di Palermo ha dichiarato la cessazione della convenzione con il Consorzio Palermo Lavora, eccependo che nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che reintegra i 55 milioni di euro relativi ai commi 550 e 551 dell'articolo 2 della legge n. 244 del 2007 non troverebbe copertura finanziaria tale convenzione;
la cessazione della Convenzione di cui sopra comporta il licenziamento di 182 lavoratori -:
se sia corretta l'interpretazione data dal Comune di Palermo al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in oggetto e quindi se si stato corretto procedere alla cessazione di tale Convenzione;
quale sia l'intendimento del Governo circa la vicenda descritta.
(5-00272)

FUGATTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la legge 22 aprile 1941, n. 633, istituisce la tutela delle opere dell'ingegno di carattere creativo, che appartengano alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all'architettura, al teatro, al cinema. La

tutela consiste in una serie di diritti esclusivi di utilizzazione economica dell'opera (diritti patrimoniali dell'autore) e di diritti morali a tutela della personalità dell'autore, che nel loro complesso costituiscono il «diritto d'autore»;
la SIAE, Società Italiana degli Autori ed Editori, è un ente pubblico economico, a base associativa, preposto alla protezione e all'esercizio del diritto d'autore;
nei giorni scorsi, sulla stampa locale di Trento, è apparsa la notizia che la sede SIAE di Trento ha richiesto ad alcune associazioni culturali della provincia autonoma i bilanci e tutta la documentazione contabile, per ricostruire i contributi ricevuti dalle stesse organizzazioni;
tale verifica contabile è preliminare alla richiesta di pagare i diritti d'autore non solo sui biglietti staccati nei vari spettacoli, ma anche sugli introiti degli enti organizzatori derivanti dai contributi pubblici e privati, basandosi sul presupposto errato che tutte le entrate siano connesse allo sfruttamento del diritto d'autore;
l'ufficio trentino della SIAE pare sia stato uno dei pochi, fino ad ora, ad effettuare una richiesta di questo tipo, che risulta essere impropria ed eccessivamente penalizzante per gli enti e le associazioni culturali -:
se possa essere corretta la richiesta effettuata dall'ufficio SIAE di Trento, il quale richiede agli enti organizzatori di eventi di pagare i diritti di autore non solo sui biglietti staccati, ma anche sull'intero ammontare dei contributi pubblici e privati di cui gli stessi enti godono.
(5-00273)

Interrogazione a risposta scritta:

HOLZMANN. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere:
se corrisponda al vero la notizia secondo cui il figlio dell'ex viceministro Vincenzo Visco, dottor Gabriele Visco, sarebbe stato assunto a Sviluppo Italia, società controllata interamente dal Ministero dell'economia;
in caso di risposta affermativa, sulla base di quali esperienze professionali e titoli sia stato assunto;
quale ruolo ed inquadramento ricopra nell'ambito della società;
quale retribuzione venga percepita annualmente;
se siano state adottate procedure concorsuali per la sua assunzione o se si sia proceduto al conferimento dell'incarico per chiamata diretta;
quale sia la natura del rapporto contrattuale e se si tratti di assunzione a tempo determinato od indeterminato;
qualora fosse confermata la notizia riportata anche da alcuni giornali economici, se il Ministro, che attraverso il suo dicastero controlla al 100 per cento Sviluppo Italia, - oggi: «Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A.» - non ritenga questa vicenda assolutamente negativa per l'immagine dello Stato, visto che di per sé, ad avviso dell'interrogante, contribuisce ad accreditare la tesi che i figli dei potenti o «i soliti raccomandati» riescono a trovare facilmente lavoro.
(4-00825)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

La VIII Commissione:

MARIANI e MATTESINI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in risposta all'interrogazione n. 5-00167, relativa agli interventi di messa in sicurezza e manutenzione della Strada statale E45 nella zona Pieve Santo Stefano, il Sottosegretario di Stato per le

Infrastrutture e i trasporti Mantovani, nella seduta della VIII Commissione di giovedì 24 luglio 2008, si soffermava esclusivamente sui pur importanti interventi di risanamento acustico programmati dall'ANAS nella stessa area, ma non forniva alcun elemento sui termini essenziali dell'interrogazione, relativi alle condizioni generali della stessa E45;
il tratto stradale interessato, nel risultare inadeguato a sostenere i volumi di traffico merci e passeggeri attuali, causa enormi disagi ai cittadini; con particolare riferimento all'area di Pieve Santo Stefano, inoltre, tali disagi non possono essere risolti con la promessa di interventi di risanamento acustico appaltatili «per il 2010» -:
quali misure il Ministro interrogato intenda adottare per sollecitare la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e manutenzione indispensabili per alleviare i gravi disagi relativi alla E45 e quali risorse intenda mettere a disposizione affinché si possa procedere, entro tempi certi, alla realizzazione degli interventi richiesti, con particolare riferimento a quelli relativi alla zona di Pieve Santo Stefano.
(5-00268)

LIBÈ. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in data 15 febbraio 2006 è stata stipulata una Convenzione tra Anas, Comune e Provincia di Parma per la realizzazione nel territorio del Comune di Parma di due tratti del nuovo asse viario Fidenza-confine con la Provincia di Reggio Emilia, complanare alla S.S. n. 9 via Emilia;
l'accordo prevede per il tratto in territorio di Parma la realizzazione in due stralci per un finanziamento complessivo di circa 67 milioni di euro;
nello specifico al primo stralcio viene assegnata priorità 1 con la realizzazione della «Tratta di collegamento tra la viabilità Est e la Tangenziale Nord di Parma» e la «Tratta di collegamento tra l'Asse Viario Cispadano e la via Emilia in località Sanguinaro» per una lunghezza di circa 10 Km, al secondo priorità 2 con la realizzazione della «Tratta di collegamento della via Emilia in località Sanguinaro con la Tangenziale di Fidenza» e la «Tratta di collegamento tra il fiume Enza ed il sistema Tangenziale di Parma» per un totale di 8 Km circa;
secondo quanto previsto agli articoli 2 e 5 dell'Accordo l'Anas si impegna a completare la progettazione e a realizzare le opere sulla base dei progetti preliminari sviluppati dalla Provincia e dal Comune compatibilmente con il formale inserimento delle necessarie disponibilità finanziarie nei contratti di programma di durata triennale previsti dalla convenzione di concessione Ministero infrastrutture e trasporti-Anas;
il progetto preliminare è stato inviato ad Anas il 23 ottobre 2006 comprensivo delle varie integrazioni sopravvenute nel tempo;
il 6 novembre 2007 il Comune di Parma in un incontro con Anas ha consegnato una proposta di modifica dei progetti, senza oneri aggiuntivi rispetto a quanto previsto dalla Convenzione, per la ridefinizione degli stralci in modo da rispondere meglio alla valutazione di impatto ambientale e da accelerare la conclusione dei lavori quantomeno del primo tratto relativo allo stralcio numero 1 per un totale di 7,6 Km che, secondo la proposta, potrebbe entrare in funzione entro 5 anni circa;
allo stato attuale non risulta ancora essere inserito nel piano triennale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il finanziamento dell'opera e in particolare del sopracitato primo stralcio;
è auspicabile in tempi rapidi la realizzazione dell'opera in questione in considerazione che nel corso degli ultimi decenni gli sviluppi del traffico sulla direttrice S.S. n. 9 sono cresciuti in modo

vertiginoso in virtù dell'espansione produttiva e commerciale del comprensorio che si caratterizza come ulteriore e forte polo induttore della mobilità;
numerose sono state le sollecitazioni da parte delle amministrazioni locali interessate per la realizzazione del nuovo asse viario complanare alla via Emilia in questione -:
quale sia l'effettivo stato della situazione riguardante l'iter procedurale per l'inserimento nel piano triennale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti dell'opera in questione e se non ritenga opportuno assumere tutti gli atti in suo potere per accelerare la risoluzione della vicenda.
(5-00269)

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INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:

BERTOLINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la moschea di Sassuolo, in provincia di Modena, ubicata in uno stabile di via Cavour, continuerebbe ad essere aperta e frequentata da centinaia di fedeli islamici nonostante la locale Amministrazione comunale ne abbia vietato da un anno le adunanze religiose a seguito di abusi edilizi riscontrati all'interno, tra cui l'abbattimento di alcuni muri;
l'ubicazione della moschea, a ridosso del centro città e in un'area ad alta concentrazione residenziale, causa forti problemi di ordine pubblico, di disturbo della quiete pubblica e di compatibilità con le altre attività presenti nell'area stessa;
a Sassuolo su 4.500 stranieri regolari, circa 2.500 sono maghrebini e di questi circa 500-600 partecipano mediamente al culto del venerdì in moschea;
l'Amministrazione comunale, pur confermando la volontà di trasferire in una nuova sede la moschea, non ha ancora individuato un luogo idoneo e compatibile per questo utilizzo;
non è accettabile che si continui a tollerare una situazione contraria alle normative vigenti, sia di carattere edilizio, sia per quanto riguarda l'ordine pubblico, con grave rischio per la sicurezza dei soggetti che la frequentano e, più in generale, dei cittadini sassolesi;
nel 2007 gli agenti del Commissariato di Polizia di Sassuolo hanno denunciato a piede libero il presidente del centro culturale islamico di Sassuolo, con l'accusa di sfruttamento della condizione di illegalità di un connazionale clandestino, che lavorava come impiegato presso la moschea di Sassuolo e che tale caso è stato oggetto di una specifica interrogazione parlamentare presentata dalla scrivente;
l'ultimo rapporto dei servizi segreti ha indicato le moschee come luoghi considerati a rischio, evidenziando che l'attività di diversi centri islamici è orientata alla diffusione della cultura islamica in senso estremista fra soggetti che già vivono e sono formalmente integrati sul territorio italiano -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopraesposti;
se disponga di elementi con riguardo a chi gestisce la moschea sita in via Cavour a Sassuolo (Modena), e a come venga finanziata l'attività che vi si svolge e chi siano i responsabili del culto;
se non ritenga di dover procedere alla chiusura della moschea di via Cavour a Sassuolo (Modena);
se ed in che modo intenda intervenire per incrementare i controlli delle forze dell'ordine all'interno della moschea di Sassuolo e, in generale, nei centri islamici presenti su tutto il territorio della provincia di Modena.
(4-00823)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:

BARBIERI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
nel corso del primo bimestre 2008 il maestro di Scuola Primaria dell'Istituto Scolastico Comprensivo (ISC) di Monteroni d'Arbia e Murlo (Siena), Adriano Fontani, subiva la terza ispezione scolastica a suo carico in tre anni, disposta a soli 30 giorni da altri tre procedimenti disciplinari datati ottobre e novembre 2007;
il Difensore civico della Regione Toscana (che già in passato aveva aiutato il Fontani contro le solite e abituali resistenze della Scuola in materia di accesso agli atti), dopo aver acquisito tutta la relativa documentazione, aveva scritto, a sostegno e difesa del Fontani, una lettera indirizzata a tutte le gerarchie scolastiche, per chiedere, senza mai peraltro ottenerli, chiarimenti a riguardo;
insolitamente, il Sindaco di Monteroni d'Arbia e Murlo, Jacopo Armini, si era lamentato con l'Ispettore incaricato, Umberto Chiaramonte, del fatto che «Fontani presenziava a quasi tutti i consigli comunali per avvicinare gli amministratori locali e riferire le sue lagnanze» e di «porre in essere metodi ed affermazioni che travalicano lo stile relazionale che dovrebbe instaurarsi in una comunità educativa»;
risulterebbe invece che il Fontani abbia potuto presenziare ad un solo Consiglio Comunale negli ultimi 10 anni, a causa dei tanti impegni e delle gravi difficoltà di salute dei suoi anziani genitori (le sedute tutte videoregistrate possono confermare);
lo stesso Sindaco in data 6 febbraio 2008, quando ben sapeva che comunque l'Ispezione a carico del maestro era già iniziata, scriveva alle autorità scolastiche invitandole «ad individuare e rimuovere al più presto le cause di questa situazione ormai insostenibile»;
l'Ispettore Umberto Chiaramonte, proprio in virtù di detta lettera ufficiale dello stesso Sindaco e di un colloquio con lo stesso, concludeva la sua relazione affermando che «Fontani è valutato... dalle autorità scolastiche e municipali come un vero e proprio molestatore della altrui tranquillità», laddove è invece stimatissimo ed amatissimo dalla stragrande parte del paese, dell'utenza scolastica in genere e dalla stragrande maggioranza dei genitori di suoi alunni;
l'Ispettore incaricato chiedeva quindi la «risoluzione del rapporto d'impiego» in prospettiva iniziando subito con una «sospensione dal servizio e dallo stipendio» e «trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale» a carico del maestro Fontani, nonostante solo due genitori su 450 avessero espresso qualche leggera lagnanza contro di lui, nonostante sia lodato per le sue capacità, la sua vasta cultura generale, la sua grande sensibilità per la giustizia, la sua ottima conoscenza di legislazione scolastica e la sua sensibilità per la buona amministrazione;
il Maestro Fontani è uno dei pochi in Italia a possedere praticamente tutte le varie possibili specializzazioni per un docente di Primaria (2 anni per Sostegno H-Psicofisici, 1 anno per H-Minorati Vista, 1 anno per H-Minorati Udito, 2 anni per insegnamento lingua inglese, 2 anni per insegnamento Informatica) ed ha frequentato oltre 800 piccoli e grandi corsi di aggiornamento, inoltre, ha vinto molti premi e concorsi nazionali di grande valore (tra cui uno della Coop che comportò allora la donazione di 33 milioni di lire per costruire un Parco che fu realizzato in paese) e partecipato in diretta con la scolaresca a diverse trasmissioni televisive di grande valenza educativa;
questa ondata persecutoria contro il maestro Fontani si è scatenata subito dopo tre significative circostanze ed eventi:
a) dopo aver promosso un'inchiesta-intervista a Rai-3 Ambiente Italia (trasmessa

il 5 maggio 2007) in cui denunciava, con nomi e cognomi, i «mini» conflitti di interesse di 3 autorevoli compagni di partito del Sindaco e della Dirigente Scolastica, consiglieri comunali e leader di partito locali, nelle tante lottizzazioni di Comuni limitrofi della Val d'Arbia e tutti strettamente connessi con l'attività scolastica del Maestro Fontani (Monteroni e Murlo dove insegna ora, Buonconvento e Montalcino dove insegnava prima);
b) dopo aver denunciato sulla stampa ad ottobre 2007 lo scandalo di una serie di smaccati favoritismi che denominò «Lo Scuolabus degli amici del Sindaco di Murlo» (comune limitrofo che fa parte del suo stesso ISC), che penalizzava seriamente un bambino di 6 anni iscritto alla prima classe;
c) dopo aver fondato nel 2007 un Comitato nazionale contro il mobbing e bossing scolastico, vera piaga endemica e sociale della scuola pubblica italiana, iniziativa che ebbe una larga eco sulla stampa nazionale in coincidenza del primo incontro fondativo che si tiene a Siena il 15 giugno 2007;
per concludere, ai primi di luglio del 2008, al Maestro Fontani, già oggetto di un pesante procedimento disciplinare che potrebbe portare al suo licenziamento o comunque alla sospensione dal servizio e dallo stipendio e di un procedimento cautelare per il secondo trasferimento d'ufficio in 3 anni, la massima autorità operativa scolastica statale, il Direttore Generale Ufficio Scolastico Regionale della Toscana, Cesare Angotti, notificava la richiesta di 250.000 euro di risarcimento danni morali ed esistenziali -:
se il Ministro sia a conoscenza di questa, secondo l'interrogante, incredibile e del tutto ingiustificata sequela di gravi fatti, eventi ed acclarati abusi che un docente preparatissimo, motivatissimo e stimatissimo come il Maestro Fontani subisce ormai da quasi 4 anni e quali iniziative intenda assumere per accertare i fatti suesposti ed annullare ogni ingiusta e vessatoria azione disciplinare verso un docente che da 34 anni svolge con dedizione e senza risparmio di iniziative del tutto volontarie ed assai meritorie, il suo lavoro.
(4-00824)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata:

DAMIANO, BOBBA, MOSCA, SERENI, BRESSA, QUARTIANI, GIACHETTI, BELLANOVA, BERRETTA, BOCCUZZI, CODURELLI, GATTI, GNECCHI, LETTA, MADIA, MATTESINI, MIGLIOLI, RAMPI, SANTAGATA e SCHIRRU. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
sin dai primi atti del Governo si registra un ampio e complesso ventaglio di norme in materia di disciplina del lavoro, che hanno inciso su importanti istituti del mercato del lavoro, alcuni dei quali recentemente oggetto di revisione durante la XV legislatura, tramite la legge n. 247 del 2007 di applicazione del cosiddetto «protocollo del welfare», sul quale si erano pronunciati oltre cinque milioni di lavoratori e pensionati con apposito referendum;
le misure già varate e quelle in via di definizione hanno prodotto manomissioni alla disciplina del lavoro e della tutela della sicurezza dei lavoratori: basti pensare al tentativo di cancellare la norma che obbliga alla denuncia preventiva dell'inizio del rapporto di lavoro o a quelle introdotte in occasione del provvedimento sull'emergenza rifiuti, volte a derogare in toto alla disciplina sulla sicurezza del lavoro, o ancora a quelle finalizzate a determinare proroghe all'entrata in vigore di disposizioni legislative in materia di sicurezza del lavoro, nonché la soppressione delle norme in materia di responsabilità solidale tra appaltatore e subappaltatore in materia di regolarità contributiva e retributiva;

del resto, anche sul piano dei diritti sociali, con un'altra misura venutasi a definire in maniera estemporanea, si è determinata una paradossale penalizzazione delle fasce più deboli della popolazione, mettendo in forse l'assegno sociale per centinaia di migliaia di anziani, casalinghe e religiosi;
in particolare, desta preoccupazione il grave peggioramento della disciplina dei contratti a tempo determinato, che prevede che, in caso di violazione delle clausole legittimanti, non potrà più essere riconosciuto il diritto alla trasformazione in contratto a tempo indeterminato, ma si produrrà il solo diritto ad un limitato indennizzo monetario;
tale ultima previsione desta non poche e fondate riserve di costituzionalità, in quanto sembra applicabile ai soli procedimenti in corso;
secondo dichiarazioni rilasciate agli organi di informazione, sono state formulate critiche e riserve alla richiamata disposizione da parte di influenti esponenti di Governo e, in particolare, da parte del Ministro interrogato e del Ministro per la pubblica amministrazione e per l'innovazione -:
quali urgenti iniziative intenda assumere al fine di evitare un ingiustificato peggioramento dei diritti di tanti lavoratori che hanno già subito il torto di un'applicazione impropria della disciplina in materia di contratti a tempo determinato, con effetti che rischiano di produrre incertezza giuridica, a causa della farraginosità della previsione, e, laddove confermati i rilievi di costituzionalità, un incremento del contenzioso giurisdizionale.
(3-00106)

DONADI, SCILIPOTI, BORGHESI, CAMBURSANO, CIMADORO, COSTANTINI, DI PIETRO, DI GIUSEPPE, FAVIA, ANIELLO FORMISANO, GIULIETTI, MESSINA, MISITI, MURA, MONAI, LEOLUCA ORLANDO, PALADINI, PALAGIANO, PALOMBA, PISICCHIO, PORCINO, PIFFARI, PORFIDIA, RAZZI, ROTA e ZAZZERA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
non sono solo gli alimenti a risultare incompatibili con le principali linee guida del rispetto della salute, ma anche i contenitori di plastica che vengono abitualmente utilizzati per il trasporto degli alimenti nelle mense scolastiche o negli ospedali e nei luoghi di cura, nonché i coloranti, antiossidanti, conservanti ed emulsionanti che vengono aggiunti volontariamente ai prodotti, per assicurarne la conservazione o migliorarne alcune caratteristiche;
il trionfo della plastica e delle sostanze aggiuntive per i prodotti alimentari, a partire dal primo dopoguerra, indica come l'aspetto sia ambientale che sanitario del problema sia ancora sottovalutato;
i contenitori di plastica, tra cui i più diffusi sono fatti di pvc (cloruro di polivinile), a contatto con i cibi caldi rilasciano sostanze cancerogene precursori delle malattie neoplastiche;
il contenitore poi, per essere reso adatto ad avvolgere e contenere gli alimenti, deve essere arricchito dall'aggiunta di alcune sostanze, dette additivi plasticizzanti; i principali additivi utilizzati sono gli «ftalati», che, non formando legami irreversibili con il cloruro di polivinile che li contiene, tendono a fuoriuscire dalla matrice del cloruro di polivinile e a migrare nell'alimento;
tra le sostanze aggiuntive alcune, come l'E24 o l'E27, comunemente usati per le gomme da masticare, gelati, cibi e bevande, negli Stati Uniti ed in Australia sono state vietate, perché sospette di provocare tumori alla tiroide ed allergie;
invece in Europa, secondo la direttiva del 30 giugno 1994 e da un'indagine effettuata dal comitato scientifico per l'alimentazione, la vendita di prodotti

contenenti questo tipo di sostanze è ancora ammessa in quanto «assolutamente sicuri» -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno dedicare al problema maggiore attenzione di quanta ne abbia avuta fino ad oggi, assumendo iniziative normative urgenti per la tutela dei consumatori, promuovendo l'uso di materiali completamente biodegradabili e vietando sia l'uso di contenitori per alimenti e bevande che contengano cloruro di polivinile, bifenili policlorati, materiali assimilabili, sia l'uso di sostanze aggiuntive che possano danneggiare la salute.
(3-00107)

Interrogazione a risposta in Commissione:

FUGATTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la vigilanza privata è un settore in continua espansione, per via dell'escalation di episodi di micro e macro criminalità e dell'oggettiva impossibilità delle Forze di polizia nazionali e locali di garantire una sicurezza capillare alle imprese ed ai cittadini;
è indubbio che le guardie particolari private possano rappresentare un valido supporto al mantenimento dell'ordine pubblico e alla difesa della proprietà;
è altrettanto palese la serie di problematiche che oramai da anni circondano il mondo della vigilanza privata: deceduti sulla strada in assalti ai furgoni, morti ammazzati da delinquenti senza scrupoli nelle rapine effettuate presso gli istituti bancari, turni lavorativi che vanno spesso ben oltre le 20 ore di lavoro ininterrotto, postazioni di lavoro disagiate (macchine aziendali tutt'altro che dotate di full optional), eccetera;
da sempre la categoria lamenta il bisogno di certezze e la necessità di lavorare in sicurezza, ma anche e soprattutto un trattamento economico adeguato, che tenga conto della specificità della figura professionale dell'operatore e della tipologia dell'attività svolta, che pertanto non può essere espletata da operatori occasionali ed improvvisati;
il contratto della Vigilanza privata - come denunciato dalla categoria stessa - contiene moltissime nefandezze che rendono sempre peggiori le condizioni dei lavoratori, non ultimo il versamento del contributo Coasco (contributo di assistenza contrattuale), finanziato dalle aziende per un importo pari allo 0,25 per cento di paga base e contingenza e per uno 0,20 per cento a carico del lavoratore, con modalità che alcune sigle sindacali hanno definito del tutto estorsive ed illegali, in quanto effettuato senza il consenso dei lavoratori iscritti e non iscritti ed a loro insaputa -:
quale sia l'opinione del Ministro interrogato in merito alle circostanze di cui in premessa e dunque se ritenga di convocare un tavolo con le organizzazioni sindacali e datoriali per affrontare e risolvere la questione.
(5-00271)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazioni a risposta immediata:

RUVOLO, MANNINO, ROMANO, NARO, DRAGO, CERA, RUGGERI, TASSONE, OCCHIUTO, DELFINO e VIETTI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il settore agricolo è quello che maggiormente subisce gli effetti negativi della siccità in relazione alla maggiore quantità di acqua necessaria per l'irrigazione rispetto agli altri usi;
secondo quanto emerso dall'ultimo incontro dell'Ipce (Intergovernmental panel on climate change), il foro intergovernativo sul mutamento climatico, per i prossimi anni si

prevede una diminuzione delle piogge del 30-40 per cento e una diminuzione dell'80 per cento circa della portata dei fiumi;
a fronte di tale scenario è indispensabile ed urgente aumentare le disponibilità di riserve idriche e rendere efficiente il loro impiego, anche attraverso il loro riciclo;
è di questi giorni l'allarme lanciato dalla Sicilia, per la quale si sta profilando una nuova stagione di siccità con un calo del 20 per cento delle risorse idriche a disposizione rispetto al 2007, con i dissalatori andati in tilt, invasi prosciugati e razionamento dell'acqua nei centri abitati e nelle isole;
secondo la carta della vulnerabilità al rischio di desertificazione della Sicilia, già il 6,9 per cento del territorio è esposto in modo elevato al rischio di impoverimento del suolo, fino alla perdita irreversibile di fertilità;
il problema dell'approvvigionamento idrico non riguarda solo la Sicilia, anche se in quella regione i rischi sono maggiori, ma è un problema che investe tutto il Paese e che necessita, pertanto, di interventi volti a completare, ristrutturare, riabilitare ed ammodernare gli schemi idrici esistenti -:
se non ritenga di prevedere un piano straordinario di interventi di programmazione del piano irriguo nazionale, nonché la manutenzione ed ammodernamento della rete di distribuzione, al fine di ottenere una più alta efficienza nell'uso delle risorse idriche, soprattutto nelle aree meridionali del Paese e, in particolare, nella Sicilia, che presenta maggiori rischi di desertificazione.
(3-00102)

CICCHITTO, BOCCHINO, DI CATERINA, BECCALOSSI e PAOLO RUSSO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'emergenza diossina ha duramente colpito il settore bufalino ed ha portato un calo delle vendite di mozzarelle di bufala campana davvero drammatica;
l'industria di trasformazione ha collaborato attivamente alla gestione della crisi, impegnandosi a ritirare il latte anche nei momenti di massima emergenza e durante il blocco delle lavorazioni imposto dalla Commissione europea;
il latte che presentava contenuti di diossina superiori ai limiti di legge non è entrato nella catena alimentare e le analisi effettuate hanno dimostrato che nella maggior parte dei casi la materia prima impiegata era perfettamente a norma e che a norma erano i prodotti finiti;
l'intero comparto, non solo in Campania ma anche in altre regioni come la Lombardia, ha subito ingenti danni economici, ma sta cercando di uscire dall'emergenza -:
quali azioni si stiano mettendo in campo, sia per rilanciare i consumi, assicurando il mondo dei consumatori, sia per risolvere l'enorme problema del latte stoccato durante i mesi di crisi e relativo calo dei consumi, visto che ci sono migliaia di tonnellate di latte di bufala congelato non più utilizzabili per la produzione di mozzarella, ma che rischiano di arrivare sul mercato a prezzi molto bassi, creando forti tensioni nella filiera.
(3-00103)

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RAPPORTI CON IL PARLAMENTO

Interrogazione a risposta immediata:

IANNACCONE. - Al Ministro per i rapporti con il Parlamento. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi si è svolto presso la sede della regione un incontro, cui hanno partecipato gli esponenti dell'amministrazione del comune di Andretta, ai quali è stata comunicata la necessità di dare attuazione al decreto-legge, che prevede la realizzazione di un sito destinato a discarica in località Pero Spaccone (Formicoso);

si tratterebbe del secondo sversatoio in una provincia, quella di Avellino, dove esiste già a Pustarza di Savignano Irpino una discarica, che in questi giorni ha esaurito la propria capienza. Inoltre, bisogna sottolineare che tale provincia produce solo il 5 per cento dei rifiuti regionali, superando il 42 per cento di raccolta differenziata;
il Formicoso si trova tra i territori dei comuni di Andretta, Bisaccia e Vallata, dove sorgono allevamenti, caseifici ed i prodotti di qualità sono riusciti, negli anni, ad ottenere riconoscimenti internazionali, dove i progetti di agricoltura avanzata sono realizzati attraverso l'energia sostenibile di un distretto energetico, che può contare su un parco eolico tra i più grandi d'Europa;
a 10 chilometri in linea d'aria si trova l'oasi del Wwf e a 900 metri da tale zona scorre il torrente Sarda, le cui acque sfociano nel lago di Conza. Il suolo su cui sorgerebbe la discarica è in prevalenza argilloso, ma vi sono anche banchi di arenaria e zone sabbiose, il che certamente non può impedire che alcune sostanze tossiche, per la loro stessa natura chimica, possano comportarsi come talpe; inoltre, la distanza per arrivare al torrente è veramente esigua; infine, trattandosi di una zona altamente sismica, vi sono forti dubbi circa la durata dell'impermeabilità della discarica, che si troverà in pratica a galleggiare sull'acqua;
la zona individuata per la discarica si trova a mille metri di altezza tra la Valle dell'Ufita a nord e dell'Ofanto a sud. Nel periodo invernale la meteorologia è imprevedibile: nebbia perenne, neve e ghiaccio. Dunque, difficilmente raggiungibile per diversi mesi l'anno;
già cinquanta anni fa sul Formicoso, l'Agip aveva iniziato un'opera di ricerca di gas e petrolio, ma le avverse condizioni atmosferiche decretarono la fine del progetto;
durante l'approvazione del disegno di legge di conversione del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, il Governo si è impegnato, accogliendo come raccomandazione un ordine del giorno, nel quadro di una responsabilizzazione della popolazione campana e nell'ottica di una tutela del patrimonio di prodotti tipici, risorse idriche, naturali ed ambientali, ad adottare i provvedimenti necessari affinché sia data piena attuazione alla provincializzazione del ciclo -:
quali provvedimenti il Governo abbia intenzione di adottare affinché la previsione di realizzare una discarica ad Andretta - località Pero Spaccone (Formicoso) - sia procrastinata, in quanto sul territorio della provincia di Avellino esistono già discariche, siti di trasformazione, smaltimento, stoccaggio, compostaggio e riciclaggio, al fine di dare piena attuazione alla cosiddetta «provincializzazione» del ciclo, così come previsto dall'ordine del giorno accolto dal Governo, che una volta attuata porterebbe ad evidenziare l'inutilità di far sopportare al territorio avellinese un ulteriore sito.
(3-00104)

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RAPPORTI CON LE REGIONI

Interrogazione a risposta scritta:

HOLZMANN. - Al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
con la legge finanziaria per il 2008 si è stabilito che gli enti pubblici dovranno dismettere le loro partecipazioni nelle società per la produzione di beni, ma potranno conservare quelle delle società per la produzione di servizi;
tra le società produttrici di beni, possiamo sicuramente includere il settore idroelettrico per quanto attiene la produzione di energia, mentre la distribuzione di energia elettrica può essere considerata un servizio;
la Provincia autonoma di Bolzano ha da tempo costituito una società di capitali,

la SEL, della quale detiene la maggioranza del pacchetto azionario, con lo scopo di concorrere alla gara (da essa stessa bandita) per il rilascio delle concessioni di sfruttamento delle grandi derivazioni idroelettriche;
vi sono numerose altre società di capitali, delle quali la Provincia detiene quote significative: Brennercom, Autostrada del Brennero SpA, Terme di Merano, Azienda agricola di Laimburg, Alto Adige Marketing, Azienda forestale, Air Alps, Aeroporto Bolzano Dolomiti, Aeroporto Catullo di Verona, Società Trasporti Atesini, Soc. Sadobre -:
se - dagli atti depositati presso il competente ministero - risulti per quali motivi non sia stata impugnata dinnanzi alla Corte costituzionale la legge finanziaria provinciale approvata il 13 dicembre 2007, in occasione del bilancio della Provincia Autonoma di Bolzano, nelle parti in cui ha previsto una deroga, a proprio favore, per le società che producono beni «d'interesse generale».
(4-00826)

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Apposizione di firme ad una mozione.

La mozione Bertolini e altri n. 1-00029, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 luglio 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Buttiglione, Valentini, Frassinetti, Libè, Berardi, Fallica.

Apposizione di una firma ad una risoluzione.

La risoluzione in commissione Laboccetta e altri n. 7-00004, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 maggio 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Bernardo.

Apposizione di firme ad una interpellanza.

La interpellanza Trappolino n. 2-00109, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 28 luglio 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Orlando Leoluca, Giulietti.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta scritta Scilipoti n. 4-00351 del 16 giugno 2008.