XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 15 luglio 2008

TESTO AGGIORNATO AL 16 LUGLIO 2008

ATTI DI INDIRIZZO

Mozioni:

La Camera,
premesso che:
il Governatore della Banca d'Italia Draghi nel suo intervento, il 9 luglio 2008, all'assemblea annuale dell'Associazione bancaria italiana ha avuto modo di affermare che «nel nostro Paese l'accelerazione dei prezzi osservata dall'estate del 2007 (ha) portato fino a oggi a una minore crescita del reddito disponibile di oltre 1 punto percentuale, che sale a 3 se si tiene anche conto delle perdite di valore reale della ricchezza finanziaria; potrà ridurre i consumi di circa 2 punti entro il prossimo anno. Le retribuzioni unitarie medie dei lavoratori dipendenti, al netto di imposte e contributi e in termini reali, non sono oggi molto al di sopra del livello di quindici anni fa. Nel frattempo il costo del lavoro per unità di prodotto nell'economia è aumentato di oltre il 30 per cento, contro il 20 per cento circa in Francia, pressoché nulla in Germania. Questo divario fra la capacità di spesa dei lavoratori e la capacità competitiva delle imprese riflette la stentata crescita della produttività, la mancata discesa dell'elevata imposizione fiscale, l'effetto dell'inflazione; è alla base della stagnazione della nostra economia.»;
secondo il rapporto annuale Istat 2007, il 50 per cento dei nuclei familiari vive con meno di 1.900 euro al mese, il 15 per cento delle famiglie non arriva alla quarta settimana, il 6,2 per cento ritiene di non potersi permettere un'alimentazione adeguata;
le famiglie conoscono queste difficoltà per una molteplicità di fattori, alcuni dei quali, come l'inflazione crescente, già richiamati dalle parole del Governatore della Banca d'Italia, altri dovuti alla crescente precarizzazione dei rapporti di lavoro, alla carenza di servizi essenziali, quali gli asili nido o i servizi per i non autosufficienti, al meccanismo del fiscal drag, alla significativa riduzione della quota di reddito nazionale che va al lavoro, che si è ridotta negli ultimi 20 anni dal 50 al 40 per cento, mentre quella della rendita è aumentata dal 20 al 30 per cento, con i profitti intorno al 30 per cento;
la ricchezza è assai più concentrata del reddito: secondo la Banca d'Italia, l'indice di disuguaglianza della ricchezza è pari a 0,619 (per il reddito 0,327), il che significa che il 10 per cento più ricco possiede il 45,1 per cento della ricchezza totale, contro una percentuale del 26,5 di reddito, percentuali tra le più elevate in Europa;
questa situazione non incide solo in termini di equità sociale, ma mina anche l'efficienza del nostro sistema-Paese. Non solo per l'aspetto concorrenziale, ma anche perché la riduzione della quota di reddito a disposizione del lavoro dipendente comprime i consumi;
diventa, dunque, urgente, come richiamato più volte autorevolmente dal Presidente della Repubblica e dal Governatore della Banca d'Italia, operare per una più equilibrata distribuzione del reddito e della ricchezza nel nostro Paese, agendo, tra l'altro, sulla leva fiscale, anche al fine di un sostegno al ciclo economico;
l'articolo 1, comma 4, della legge n. 244 del 2007 prevedeva, sulla base del cosiddetto «extragettito», la riduzione della pressione fiscale nei confronti dei lavoratori dipendenti, da realizzare mediante l'incremento della misura della detrazione per i redditi di lavoro dipendente, di cui all'articolo 13 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni;
nel documento di programmazione economico-finanziaria 2009-2013 si prevede, invece, un aumento programmatico della pressione fiscale, che non diminuirà fino all'anno 2013;

il sistema del «quoziente familiare» presenta molteplici controindicazioni di carattere pratico:
a) in un sistema progressivo come il nostro esso genera problemi di equità verticale, perché agevola fiscalmente le famiglie a più alto reddito ed addirittura il vantaggio fiscale cresce al crescere del reddito;
b) disincentiva l'offerta di lavoro del coniuge con il reddito più basso (i dati mostrano che è effettivamente ciò che si è verificato nei Paesi che hanno adottato questo sistema). Il disincentivo al lavoro femminile è tanto più grave in un Paese come l'Italia, in cui il tasso di occupazione femminile è molto basso ed il cui incremento dovrebbe viceversa essere un obiettivo da perseguire;
c) una famiglia monoreddito e una bireddito, che hanno lo stesso reddito, non sostengono gli stessi costi: il lavoro di entrambi i coniugi comporta spese per la cura dei figli, degli anziani e della casa che la famiglia monoreddito non sostiene. Questa controindicazione è particolarmente significativa per un Paese come l'Italia, in cui l'offerta di servizi pubblici per l'infanzia e la non autosufficienza è particolarmente scarsa;
d) una significativa motivazione per non adottare il sistema del «quoziente familiare» è quella legata ai costi: si determinerebbe una perdita di gettito di 13,5 miliardi di euro annui,

impegna il Governo:

ferme restando le competenze riservate al Parlamento, a prendere le necessarie iniziative a tutela delle famiglie, in particolare al fine di:
a) incrementare in maniera significativa le detrazioni (che, rispetto alle deduzioni fiscali, favoriscono i redditi più bassi) per i carichi familiari e, in particolare, per i figli minori;
b) restituire il drenaggio fiscale, in particolare ai contribuenti con più basso reddito;
c) sostenere, anche con agevolazioni fiscali, l'assunzione delle lavoratrici;
d) avviare un piano pluriennale per l'apertura di migliaia di asili nido;
e) incrementare le risorse a disposizione del fondo per le non autosufficienze, di cui all'articolo 1, comma 1264, della legge n. 296 del 2006.
(1-00026) «Donadi, Borghesi, Evangelisti».

La Camera,
premesso che:
l'attuale situazione economica, strettamente legata ad un quadro internazionale assai complesso e difficile, pone in condizione di sofferenza le famiglie del nostro Paese, come testimoniano, purtroppo, una molteplicità di indicatori, tra i quali quello dei consumi, che ha fatto registrare un segno negativo di oltre un punto percentuale rispetto al 2007;
ad essere in difficoltà, come evidenzia anche l'ultimo rapporto Istat, sono soprattutto le famiglie monoreddito e con figli, che vivono nelle aree metropolitane e nel Mezzogiorno e che fanno fatica ad affrontare persino le spese delle bollette e finanche una visita medica imprevista;
si sta assistendo negli ultimi mesi ad un'ulteriore progressiva erosione del potere d'acquisto dei redditi, con un'inflazione giunta oramai quasi al 4 per cento, e il Governo in carica nel documento di programmazione economico-finanziaria ha previsto un'inflazione programmata all'1,7 per cento, con una grave penalizzazione per i lavoratori e le famiglie italiane;
tale quadro generale è nel nostro Paese aggravato dall'andamento demografico, che pone l'Italia agli ultimi posti nel mondo, con un tasso di fertilità pari a 1,34 per cento bambini per donna e con una

popolazione che mantiene un saldo positivo, sfiorando i 60 milioni di abitanti, grazie, quasi esclusivamente, all'incremento delle nascite in famiglie extracomunitarie;
se non si inverte questa tendenza, nel 2050 per ciascun bambino con meno di 5 anni di età ci saranno 20 ultrassessantacinquenni;
per troppo tempo, nonostante una diffusa retorica, si sono sottovalutati questi problemi, facendo accumulare al nostro Paese un ritardo consistente nei confronti degli altri Stati europei;
in Italia, solo il 3,8 per cento della spesa sociale è destinato alla famiglia, contro una media europea dell'8,2. Una percentuale ancor più modesta se paragonata alle quote, pari al 10 per cento, dei Paesi del Nord Europa;
la spesa media dell'Unione europea a sostegno delle politiche per la famiglia è pari al 2 per cento del prodotto interno lordo, mentre l'Italia solo nell'ultimo biennio è stata in grado di superare la soglia dell'1 per cento;
nei Paesi in cui si è investito in politiche a sostegno dei nuclei familiari i risultati positivi sono evidenti, con tassi di natalità più alti, una maggiore occupazione femminile e un più efficace contrasto della povertà e delle disuguaglianze generazionali;
con la manovra finanziaria varata dal Governo Prodi per il 2007 - incremento degli assegni per il nucleo familiare, sostituzione delle deduzioni con le detrazioni decrescenti all'aumentare del reddito - si è inteso avviare una concreta politica di sostegno ai nuclei familiari. Tale manovra, che ha visto un investimento di quasi 6 miliardi di euro, era tesa ad attuare una politica redistributiva finalizzata al sostegno delle famiglie, con particolare attenzione a quelle numerose e con redditi medio-bassi;
l'esperienza di questi anni dimostra l'urgenza di coordinare, nel quadro di riforma del federalismo fiscale, il sistema di tassazione con quello delle autonomie locali e delle regioni;
è da considerarsi del tutto evidente l'obiettivo improcrastinabile, pur con la gradualità dettata dalla disponibilità delle risorse, di riformare, in maniera strutturale, il nostro sistema fiscale, prendendo in considerazione la famiglia in base ai suoi componenti;
sono in campo diverse proposte che vanno analizzate con la dovuta attenzione;
tornare, come viene ipotizzato da parte del Governo, ad un sistema di deduzioni sarebbe un grave passo indietro rispetto a una corretta equità, sia verticale che orizzontale. La deduzione implica, infatti, che il risparmio d'imposta sia tanto più elevato quanto maggiore è il reddito del contribuente, cosicché, in sintesi, per un contribuente ricco avere un figlio dà benefici di riduzione dell'imposta più elevato che per un contribuente di reddito medio e di reddito basso;
definire, inoltre, l'ammontare delle deduzioni in base a scale di equivalenza peggiorerebbe il trattamento delle famiglie numerose rispetto alla situazione attuale: oggi le detrazioni sono di ammontare crescente all'aumentare del numero dei figli (in quanto si estendono a redditi via via più alti con l'aumentare del numero dei figli; inoltre, l'ammontare base delle detrazioni è maggiore dal quarto figlio in su); l'applicazione di una scala di equivalenza, riducendo il peso del figlio aggiuntivo all'aumentare della numerosità del nucleo in base alle economie di scala familiari, implicherebbe una riduzione della deduzione per ogni figlio aggiuntivo;
l'introduzione nel nostro sistema fiscale del «quoziente familiare» finirebbe per ridurre la progressività dell'imposta a vantaggio delle famiglie con redditi medio-alti e altissimi, a discapito delle famiglie con redditi medi e bassi;

il «quoziente familiare» consiste nel sommare i redditi dei coniugi e dividere il risultato per un numero rappresentativo dei membri del nucleo familiare pesati in modo diverso (per esempio, nel sistema francese i pesi sono: 1 per il marito, 1 per la moglie, 0,5 per ogni figlio o altro familiare a carico, 0,5 ulteriore per ogni figlio dopo il secondo e 0,5 ulteriore per ogni membro portatore di handicap); al reddito pro capite, così ottenuto, si applica l'imposta e, per ottenere l'importo complessivo, si rimoltiplica per il denominatore del quoziente;
sulla base di questo sistema, però, i contribuenti più ricchi andrebbero a beneficiare del passaggio a scaglioni di reddito inferiori, dovuto alla divisione del reddito per i membri del nucleo familiare, con un consistente sconto di aliquota, mentre i contribuenti che già oggi si collocano nei primi scaglioni non usufruirebbero affatto di sconti di aliquota significativi, anzi subirebbero un aggravio di imposta;
si tratta di una questione non solo di equità verticale, ma anche e soprattutto di equità orizzontale: se la ragione dell'intervento è il sostegno delle famiglie nel fronteggiare il costo dei figli, in modo da garantire una maggiore eguaglianza delle opportunità a tutti i minori, il risparmio d'imposta, e ancor meglio il sostegno di reddito, deve essere uguale per tutti i figli e non crescente all'aumentare del reddito, ossia un sostegno paradossalmente maggiore per le famiglie più ricche e minore per quelle più povere;
la Conferenza nazionale della famiglia, che si è svolta a Firenze nel maggio 2007 e che ha affrontato nel suo complesso, con tutti i soggetti sociali ed istituzionali del Paese, le problematiche che riguardano le politiche a sostegno della famiglia, tra le sue conclusioni ha individuato la necessità di una riforma del sistema fiscale in grado di dimostrarsi realmente «amico» della famiglia, attribuendole centralità ed evitando disparità e sperequazioni;
sarebbe, quindi, utile riprendere quel percorso, introducendo, da subito, nel nostro sistema la cosiddetta «dote fiscale» per i figli;
detta misura è in grado di assicurare un sostegno universalistico alle famiglie con figli, da 0 a 18 anni, del tutto indipendente dalla condizione lavorativa dei genitori, tanto più consistente quanto più numerosa è la famiglia, risolvendo alla fonte il problema dell'incapienza, in quanto erogata come assegno;
la dote è finalizzata ad unificare gli attuali assegni per il nucleo familiare e le detrazioni irpef per figli a carico, dotando ogni figlio, in quanto tale, e quindi indipendentemente dallo status lavorativo dei genitori, di un ammontare di reddito annuo che fornisca un significativo sostegno alla famiglia per le spese di mantenimento ed educazione in un'ottica di eguaglianza delle opportunità;
questa misura è in grado di rispondere alle attese dell'associazionismo familiare, di quei cittadini che hanno sottoscritto la petizione indirizzata al Parlamento «per un fisco a misura di famiglia»;
l'introduzione della «dote fiscale» per i figli sarebbe anche una prima risposta alla lettera con cui il Capo dello Stato ha trasmesso la citata petizione, nella quale sottolineava «la necessità che il Parlamento affronti i temi delle politiche della famiglia, confidando che, in sede di programmazione dei lavori parlamentari, possa essere assicurato un esame tempestivo delle iniziative legislative che saranno presentate in materia»,

impegna il Governo:

a prevedere, già dal disegno di legge finanziaria per l'anno 2009, la «dote fiscale» per i figli quale proposta a sostegno delle famiglie.
(1-00027)
«Bindi, Soro, Sereni, Bressa, Fluvi, Livia Turco, Baretta, Madia».

La Camera,
premesso che:
in un contesto di inflazione importata, chi soffre particolarmente del generale movimento a rialzo dei prezzi di beni fondamentali sono le famiglie e, in particolare, quelle a reddito fisso, che rischiano di vedere compresso il proprio potere d'acquisto e, quindi, il proprio tenore di vita, con effetti negativi anche sul ciclo economico per l'indebolimento della domanda interna;
il Governo Berlusconi si è già attivato per fronteggiare questi problemi attraverso il varo tempestivo di provvedimenti incisivi, quali: l'abolizione dell'ici sulla prima casa, la detassazione degli straordinari e dei premi di produzione, l'accordo con il sistema bancario per il congelamento al livello del 2006 delle rate dei mutui indicizzati, con pagamento dei maggiori costi con rate successive a quelle di scadenza dei mutui, di importo non superiore a quelle del 2006;
nella risoluzione di maggioranza che ha approvato il documento di programmazione economico-finanziaria per il 2009-2013 è previsto un impegno specifico finalizzato a destinare, in attesa della riforma del regime fiscale della famiglia, il maggior gettito fiscale registratosi in corso di esercizio rispetto alle previsioni di bilancio, per la parte non assorbita da eventuali maggiori spese, alla riduzione del carico fiscale sulle famiglie, nonché un impegno a proseguire l'azione della perequazione tributaria, eliminando i regimi fiscali di favore e contrastando con determinazione l'elusione e l'evasione fiscale e destinando parte delle risorse così ottenute alla riduzione delle imposte sui cittadini a più basso reddito, con particolare riferimento ai lavoratori dipendenti ed ai pensionati, questo sia per difendere questi cittadini dagli effetti dell'inflazione importata, sia per sostenere la domanda interna;
con il varo del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante «Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria», il Governo ha provveduto ad anticipare una serie di misure necessarie per correggere, da subito in positivo, il ciclo economico e per incidere in modo strutturale sulla finanza pubblica, senza attendere il varo e l'approvazione della legge finanziaria per il 2009,

impegna il Governo:

a confermare quanto previsto nella risoluzione Cicchitto, Cota e Lo Monte, con cui è stato approvato il documento di programmazione economico-finanziaria 2009-2013, con particolare riferimento alla famiglia, alla perequazione tributaria, al sostegno della natalità, ed a far sì che l'azione complessiva di politica economica e finanziaria del Governo sia diretta a difendere il potere d'acquisto e, quindi, il tenore di vita di cittadini e famiglie.
(1-00028)
«Taglialatela, Baldelli, Di Virgilio, Osvaldo Napoli, Barani, Antonino Foti, Cazzola».

...

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

CIRIELLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
le recenti vicende di cronaca hanno messo in evidenza una situazione della sanità in Campania che l'interrogante considera di straordinaria gravità e che richiede urgentissimi interventi;

la gravità della situazione è confermata dalle dichiarazioni di autorevoli esponenti politici, tra le quali spiccano quelle rese dal Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca che, secondo quanto si evince dall'articolo pubblicato dal quotidiano il Mattino, avrebbe dichiarato che nel sistema sanitario campano «...c'è un sistema clientelare diffuso. Nella sanità qualsiasi inchiesta avrà una sola fine: Poggioreale. La sanità è oggetto di mercato, ogni concorso per primario è falsato senza parlare della gestione di assicurazioni, appalti, sistemi informatici. In Campania non si sceglie in base alle professionalità ma all'appartenenza politica. Siamo alla degenerazione della Prima Repubblica...»;
nel testo dell'articolo il Sindaco Vincenzo De Luca prosegue affermando che: «... C'è una democrazia malata. Quando chi governa e commette disastri ottiene voti significa che c'è un sistema clientelare capillare che coinvolge anche intellettuali, giornalisti ed imprenditori per i quali provo ribrezzo...»;
da quanto si evince dall'articolo apparso sul quotidiano il Corriere del Mezzogiorno, datato 19 gennaio 2008, pare che il Sindaco De Luca abbia dichiarato testualmente che «...La sanità, in Campania, è stata gestita totalmente dal centrosinistra. E quando la magistratura deciderà di indagare anche su questo versante ci sarà solo un risultato: Poggioreale... La sanità campana è oggetto di mercato politico, non esiste un concorso per primari non truccato e su questo e su appalti, forniture, sistemi informatici e assicurazioni nel mondo sanitario regionale bisognerebbe indagare...» -:
di quali elementi dispongano sulle questioni segnalate in premessa;
se siano state avviate indagini in merito e quali iniziative di propria competenza intendano adottare.
(4-00665)

CIRIELLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto si evince dagli organi di informazione, sembrerebbe che il sito di trasferenza per rifiuti solidi urbani, sito in Ostaglio, in Provincia di Salerno, sia completamente saturo ed il quotidiano Il Mattino di Salerno, per sottolineare la gravità della situazione, così titolava: «Ostaglio scoppia»;
l'emergenza in cui versa il sito di trasferenza di Ostaglio è sottolineata dal citato quotidiano dove si afferma che «...anche il capoluogo potrebbe essere invaso dai rifiuti. Il sito di trasferenza di Ostaglio, nei periodi di crisi, ha difatti un'autonomia di 25 giorni. Al momento vi sono stoccate 970 tonnellate di rifiuti e la produzione giornaliera è di 200 tonnellate...»;
l'enorme quantità di rifiuti depositata nel sito di Ostaglio, ed in attesa di essere trasferita, potrebbe aver trasformato il sito in una discarica che, in questo caso, non avrebbe alcuna caratteristica tecnica atta a soddisfare esigenze di tipo sanitario per i cittadini e per la natura circostante;
in particolare, secondo quanto riportato dal quotidiano Il Mattino, sembrerebbe che a Salerno «...su una produzione media giornaliera di 200 tonnellate, la città capoluogo ne riesce a trasferire soltanto la metà a Serre...» -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se gli stessi corrispondano al vero;
se il sito di trasferenza di Ostaglio, a causa dell'enorme massa di rifiuti depositata quotidianamente, non si sia trasformato in itinere in una vera e propria discarica che, in questo caso, non garantirebbe alcuna sicurezza dal punto di vista sanitario sia per i cittadini, sia per la natura circostante;

se il sito di trasferenza di Ostaglio, ormai saturo, sia stato allestito seguendo tutte le normative vigenti in materia e, pertanto, se sia considerato attualmente idoneo allo stoccaggio di una grande massa di rifiuti solidi urbani così come sta accadendo in queste ore;
quali iniziative urgenti di propria competenza intenda adottare per poter prevenire ogni eventuale disastro ambientale ed ogni possibile danno alla salute della popolazione residente, tenuto conto dell'impellente emergenza che si verifica in questo momento ad Ostaglio, e considerato il fatto che a Salerno ogni giorno si producono mediamente 200 tonnellate di rifiuti;
se, considerata la grave situazione in cui versa il sito di Ostaglio, sia attualmente a rischio la salute dei cittadini e se vi sia il rischio imminente di eventuali danni per l'ambiente.
(4-00670)

CIRIELLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
da quanto si evince da un articolo pubblicato sul quotidiano Il Salernitano, pare che a Sarno, in provincia di Salerno, a seguito della forte alluvione di otto anni fa, «...la situazione di gran parte dei lavori di messa in sicurezza del territorio, soprattutto nella zona di Lavorate...» sia completamente ferma;
da quanto si evince dal medesimo articolo pare che siano gravi «...i ritardi nella messa in sicurezza del territorio, i continui danni causati da allagamenti verificatisi negli ultimi tempi con l'arrivo delle piogge autunnali e i disagi ai quali la comunità sarnese, soprattutto i cittadini alluvionati, sono costretti a convivere ormai da tempo...»;
da quanto testualmente affermato dal Consigliere provinciale ed Assessore al Comune di Sarno, signor Sebastiano Odierna, pare che «...A otto anni di distanza dagli eventi catastrofici che purtroppo hanno colpito la nostra città, ci rendiamo conto che ci sono troppe questioni in sospeso. Mi riferisco all'Agenzia Regionale di difesa del suolo, al Centro Polifunzionale di protezione civile, alla situazione degli espropri ed alla concessione dei contributi alloggiativi per i cittadini alluvionati che non sono ancora riusciti a rientrare nelle proprie abitazioni » -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se corrispondenti al vero, quali iniziative di propria competenza intenda adottare con particolare riferimento alla possibilità di riprendere, con urgenza, i lavori di messa in sicurezza del territorio sarnese colpito dall'alluvione.
(4-00685)

MUNERATO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la tossicodipendenza è una piaga che svilisce l'essere umano e che, provocando sensazioni artificiali, conduce ad una dipendenza nociva chi ne rimane soggetto;
le sostanze psicotrope esercitano il loro fascino perverso soprattutto sulle fasce di popolazione più deboli come i giovani che, avvinti dalla necessità di provare emozioni forti e di incrementare le prestazioni, sono maggiormente suscettibili alla tentazione di farne ricorso e di rimanerne schiavi;
la politica del Governo si è dimostrata e si dimostra giustamente attenta verso la suddetta problematica, cercando di porre un freno all'utilizzo di droga;
è necessario mantenere un alto grado di vigilanza perché, nel momento in cui le droghe tradizionali sembrano sempre più diffuse nella società, nuovi ed insidiosi tipi di dipendenze potrebbero provocare danni incalcolabili alla popolazione;
da quanto si evince dall'articolo apparso sul Corriere della Sera online del 1o luglio 2008, dal titolo «Sul web ora ci si "droga" con onde sonore», andrebbero

affermandosi, tramite le nuove tecnologie, inquietanti strumenti atti a riprodurre l'effetto delle droghe tramite il semplice utilizzo di effetti uditivi;
le suddette onde, oltre a riprodurre gli effetti delle più comuni sostanze psicotrope come cocaina, ecstasy, marijuana e alcol, ne riprodurrebbero anche gli stati di dipendenza;
come sottolinea il suddetto articolo del Corriere online, gli effetti per il cervello umano e la salute sarebbero, a quanto dichiara il colonnello Umberto Rapetto della Guardia di finanza, ancora non sufficientemente studiati e si teme che potrebbero portare a devastanti danni per il fruitore;
a quanto si ricava dal suddetto articolo, inoltre, i programmi che consentirebbero la «somministrazione» della dose di onde sonore sarebbero di facile reperibilità con i più comuni motori di ricerca;
alcuni siti come «Rapidshare», citato nella fonte, cercherebbero di costruire un business sull'effetto dipendenza, permettendo il primo ascolto delle onde sonore in modo gratuito per poi far pagare i successivi;
secondo quanto riferisce il sopra citato colonnello Umberto Rapetto della Guardia di finanza, la spiegazione scientifica degli effetti di tali droghe di nuovo tipo risiederebbe nel fatto che «le onde comprese tra 3 e 30 hertz, gli infrasuoni, ovvero le frequenze su cui lavora il cervello umano, sono in grado di innescare le più diverse reazioni e sollecitare in maniera intensa l'attività cerebrale. Le onde alfa, ad esempio, che vanno da 7 a 13 hertz, hanno un potenziale effetto rilassante, ma ce ne sono altre che ottengono l'effetto opposto, cioè euforizzante o eccitante»;
la tesi del potenziamento di effetti psicotropi sarebbe peraltro confermata anche dalle autorità scientifiche dato che, secondo lo stesso articolo, Michelangelo Iannone, ricercatore dell'Istituto di scienze neurologiche del Cnr di Catanzaro avrebbe dichiarato di aver «osservato e misurato di recente l'effetto "sommatorio" del suono e dell'ecstasy sul cervello di animali da esperimento»;
l'accessibilità alle onde sonore su internet, la permanenza di effetti di modifica della percezione della realtà e, nel contempo, la pericolosità per la salute, spingerebbero a formulare serie preoccupazioni circa la possibile diffusione e la conseguente pericolosità di questa nuova forma di droga -:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di propria competenza intenda adottare per evitare danni alla salute derivanti dall'utilizzo di onde sonore per riprodurre gli effetti delle più comuni droghe;
se sia intenzione del Governo provvedere affinché non sia consentita la diffusione di file musicali contenenti le dette onde sonore;
se sia volontà dell'Esecutivo predisporre al più presto studi per valutare la pericolosità del fenomeno, sia dal punto di vista sanitario sia da quello sociale;
se il Governo non ritenga opportuno assumere immediate iniziative per l'oscuramento dei siti che consentono la diffusione di onde sonore atte a riprodurre gli effetti di sostanze psicotrope.
(4-00687)

GERMANÀ. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il centro studi Ecsel dichiara sul proprio sito web www.ecsel.org di operare nel settore della bioetica e delle nuove biotecnologie, anche con convenzioni con enti ed aziende private;
dal medesimo sito web non è possibile visionare gli organi di amministrazione dell'ente previsti dal Codice civile (consiglio direttivo, consiglio di amministrazione o altro), essendo presenti solo

dei comitati scientifici e di consulenti advisor, oltre alla figura del presidente il quale risulta anche vicepresidente del Comitato Nazionale di Bioetica della Presidenza del Consiglio dei ministri;
partners di tale centro studi appaiono alcune aziende private del settore delle biotecnologie;
sul medesimo sito web lo stesso centro studi Ecsel, così come i progetti ad esso collegati quali «Assobiobanche» e «Scuola di Biolaw», appaiono indicati con il simbolo della «R» cerchiata che caratterizza i marchi registrati ai sensi del decreto legislativo n. 30 del 2005 sulla proprietà dei marchi;
come è noto l'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi impiega numerosi anni per completare il processo di verifica e registrazione dei marchi, ed anche a seguito delle pronunce dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (ad esempio provvedimento n. 15683 del 5 luglio 2006), fino a registrazione avvenuta ed al rilascio dell'atto di concessione le norme vietano esplicitamente, pena sanzioni anche ai sensi del decreto legislativo n. 206 del 2005, l'uso del simbolo del marchio registrato, autorizzando eventualmente la sola dizione di marchio depositato: «il marchio depositato non è un marchio registrato, fintantoché non sia concluso il procedimento di esame della domanda di registrazione del marchio a suo tempo depositata. Infatti, secondo quanto comunicato dall'Ufficio Italiano Brevetti e marchi, il marchio è registrato soltanto se dopo l'esito positivo dell'esame della relativa domanda esso è riconosciuto come conforme alle norme vigenti»;
l'articolo 127 del decreto legislativo n. 206 del 2005 recita infatti: «chiunque appone, su un oggetto, parole o indicazioni non corrispondenti al vero, tendenti a far credere che l'oggetto sia protetto da brevetto, disegno o modello oppure topografia o a far credere che il marchio che lo contraddistingue sia stato registrato, è punito con la sanzione amministrativa da 51,65 euro a 516,46 euro»;
l'uso illegittimo del simbolo della «R» cerchiata costituisce, così come illustrato anche dalla stessa Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, una forma diretta di effetto pubblicitario ingannevole tendente a presentare come registrato un marchio per il quale il processo di registrazione è in corso e per il quale non è stata formulata alcuna risposta positiva o negativa circa l'accettazione o meno della registrazione;
risulta infine all'interrogante che il centro studi Ecsel, costituito come associazione non riconosciuta, sia stato sciolto nell'anno 2008, anche come posizione fiscale, a seguito di assemblea dei soci convocata in data 5 dicembre 2007 dallo stesso presidente di Ecsel con ordine del giorno «scioglimento e cessazione dell'associazione» -:
se il centro studi Ecsel sia giuridicamente e fiscalmente esistente e, in caso negativo, come possa aver inoltrato richiesta di registrazione di marchi ed esercitare attività ai sensi delle norme fiscali esistenti;
se il centro studi Ecsel e i suoi progetti «Assobiobanche» e «Scuola di Biolaw» abbiano effettivamente ottenuto in un tempo estremamente ristretto la registrazione dei relativi marchi;
in caso negativo, quali provvedimenti di competenza si intendano avviare al fine di far cessare un messaggio, secondo gli interroganti, chiaramente ingannevole circa l'uso dei marchi suddetti e per far applicare nei confronti dei responsabili le relative sanzioni previste dalle norme vigenti;
quali siano le valutazioni in merito al possibile conflitto di interessi circa l'attività del vicepresidente del Comitato Nazionale di Bioetica della Presidenza del Consiglio dei ministri alla luce delle relazioni del suo centro studi con aziende del settore delle biotecnologie.
(4-00689)

AFFARI ESTERI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, il Ministro della giustizia, il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
Abou Elkassim Britel, nato il 18 aprile del 1967 a Casablanca, a ventidue anni è emigrato in Italia, a Bergamo, dove ha lavorato come operaio, dal 1995 è sposato con Khadija Anna Lucia Pighizzini, residente a Bergamo, e dal 1999 è cittadino italiano;
la Questura di Bergamo, nel 2000, ha aperto su Britel un fascicolo, avviando indagini su presunte finalità terroristiche, in base al fatto che in casa del fratello di Elkassim sarebbe passato un sospetto responsabile di una cellula terroristica in Italia;
il 3 luglio del 2001, la casa di Elkassim viene perquisita dalla polizia;
lo stesso anno il Corriere della sera ha pubblicato la notizia del ritrovamento del numero telefonico di casa di Britel a Kabul, in un campo di addestramento talebano, denunciando che lo stesso Britel aveva fatto perdere le sue tracce;
Elkassim Britel viene indagato dalla magistratura per presunta partecipazione all'organizzazione terroristica islamica Al Qaeda avente come scopo il compimento di atti di violenza, alcuni dei quali commessi, presumibilmente, a Bergamo;
durante il procedimento in Italia, Britel è rimasto a piede libero, non sono state, infatti, messe in atto misure cautelari personali;
l'avvocato di Britel, Francesca Longhi, successivamente, ha presentato una denuncia contro la stampa per la pubblicazione di alcune notizie ritenute false;
nel giugno del 2001, con regolare passaporto italiano, Britel si reca in Pakistan, per ragioni di studio e di lavoro, viene fermato, il 10 marzo del 2002, a Lahore per un controllo e gli viene contestato il possesso di un passaporto italiano falso nonché l'appartenenza a gruppi terroristici, accuse formulate anche in base alle segnalazioni della polizia italiana;
Britel viene trasferito, il 5 maggio del 2002, ad Islamabad dove, per quattro volte, viene portato in una villa dove degli americani lo avrebbero minacciato e fatto domande sulla sua appartenenza a gruppi terroristici, ma, soprattutto, gli avrebbero chiesto, collaborazione per una supposta guerra al terrorismo in Italia;
nella notte tra il 24 e il 25 maggio del 2002 Britel con un aereo della Cia targato N379P, come risulta dalle indagini del Parlamento europeo sulle extraordinary renditions, viene trasportato insieme ad altri dal Pakistan in Marocco dove viene prelevato dalla Dst, i segreti marocchini, e trasferito nel carcere di Temara;
per otto mesi e mezzo Britel viene tenuto recluso in un luogo dove non vengono garantiti i diritti più elementari e fondamentali della persona, viene torturato, gli viene assolutamente impedito di parlare con qualunque avvocato e non viene comunicato ai famigliari l'avvenuto arresto;
un rapporto dalla Federazione internazionale dei diritti umani sulle torture nelle carceri marocchine, ha denunciato, già nel 2004, il caso Britel, ricordando che è cittadino italiano, che è stato trasferito in segreto e torturato fino all'11 febbraio del 2003 quando, senza alcuna spiegazione e senza che nel frattempo gli sia stata mossa alcuna accusa formale, è stato improvvisamente liberato;
a maggio del 2003 Britel e la moglie, che nel frattempo lo aveva raggiunto in Marocco, si preparano a lasciare il paese con un documento provvisorio rilasciato

dall'Ambasciata italiana, in quanto il passaporto ritenuto falso era stato sequestrato dai pakistani;
il 15 maggio 2003 Britel si appresta a varcare la frontiera terrestre tra il Marocco e la città spagnola di Melilla, ma viene arrestato al momento del passaggio del confine. È opportuno a questo proposito notare che in uno scambio di e-mail con l'Ambasciata italiana, Britel aveva invano chiesto protezione e aiuto nel rientro in Italia;
in seguito all'arresto del 15 maggio, invano la moglie e il suo avvocato, Francesca Longhi, cercano notizie tramite la polizia, che risulta essere a conoscenza dei fatti: risulta, infatti, che l'ufficio della Digos di Bergamo abbia ricevuto il 22 maggio una comunicazione dalla Direzione centrale di polizia di prevenzione, nella quale i servizi segreti marocchini segnalavano che il signor Elkassim Britel era stato fermato al confine con Melilla «perché in passato indicato quale frequentatore di un campo militare in Afghanistan. Inoltre nonostante non ci fossero elementi tali da sostenere il coinvolgimento del Britel nell'attentato di Casablanca, si starebbe comunque sottoponendo il medesimo ad interrogatorio»;
solo il 10 di settembre 2003 giunge alla moglie e all'avvocato la notizia che Elkassim Britel è stato arrestato;
il 16 settembre del 2003, Britel, rinchiuso nella prigione di Salè, viene sottoposto a processo per banda armata e terrorismo, i quattro mesi nel carcere di Tèmara e i duri interrogatori lo hanno portato ad una confessione, il processo si svolge molto velocemente: il 3 ottobre 2003 Elkassim Britel viene condannato a 15 anni di carcere, in appello, il 7 gennaio 2004, la pena è ridotta a nove anni;
secondo il suo avvocato difensore, Britel è stato giudicato e condannato dalla magistratura marocchina, sostanzialmente, per reati di opinione e reati associativi, non ci sono contestazioni precise che vengono mosse ai danni di Britel, l'avvocato marocchino che lo assiste non ha potuto avere copia di nessun atto di indagine né comprovare sia la prima e sia la seconda carcerazione segreta;
il 29 settembre 2006 il Gip presso il tribunale di Brescia, Francesca Morelli, accogliendo la richiesta del Pubblico ministero Francesco Piantoni, per «totale insussistenza di elementi di accusa processualmente utilizzabili, che consentano di affermare che gli indagati abbiano partecipato ad un'organizzazione terroristica islamica», ha archiviato il caso;
Elkassim Britel si trova tuttora detenuto nella prigione di Oukasha, a Casablanca, Marocco, dove sta scontando la sentenza a nove anni di carcere;
durante la sua lunga prigionia, Britel ha attuato diversi scioperi della fame - gli ultimi dei quali dal 16 novembre 2007 al 7 gennaio 2008 e dal 31 marzo al 22 giugno 2008 - allo scopo di sollecitare la propria liberazione, e oggi le sue condizioni di salute, già minate dalla lunga detenzione, dalle privazioni e torture fisiche e morali subite, destano preoccupazione;
il giorno 30 maggio 2007 l'organizzazione statunitense per i diritti civili American Civil Liberties Union (Aclu) annunciava la propria intenzione di far causa a una sussidiaria della Boeing, di nome Jeppesen Data Planning, per aver partecipato, al sequestro di cinque persone, compreso il cittadino italiano Elkassim Britel, nell'ambito delle cosiddette extraordinary renditions, cioè i veri e propri rapimenti attuati in nome della lotta al terrorismo e con la collaborazione illegale delle polizie di vari Paesi;
la denuncia della Aclu ha avuto ampia risonanza nei mass media statunitensi, nonché nella stampa internazionale (El Pais, per esempio), ed è stata ribadita il 30 maggio 2007 da il Sole 24 Ore, in un'ampia inchiesta a firma di Claudio Gatti (pubblicata in simultanea con l'International Herald Tribune), che cerca di far luce sull'intera vicenda delle extraordinary renditions;

in particolare si afferma che il signor Elkassim Britel «...è stato sequestrato e trasportato a bordo di un Gulfstream V e di un Boeing 737 che operavano con il supporto della Jeppensen Data Planning», nonché con quello di un'altra società, di nome Air Routing International, con sede a Houston;
tali dettagli, inquietanti, confermano la gravità del caso Elkassim Britel, cittadino italiano, attualmente detenuto presso le carceri marocchine, e per il quale il Governo italiano precedente, in risposta ad una interpellanza urgente (2-00259) presentata dall'onorevole Locatelli affermava che «...un ulteriore appoggio verrà assicurato con il massimo impegno in occasione della prossima concessione del provvedimento di clemenza prevista per il prossimo 31 dicembre...»;
una delegazione di parlamentari italiani ed europei, composta dagli onorevoli Locatelli, Khalil e Poletti, si è recata in Marocco per perorare, presso il Governo locale, l'istanza di grazia a favore del signor Elkassim Britel;
purtroppo tale grazia non è stata concessa ed il signor Elkassim Britel continua ad essere detenuto in Marocco;
un'altra interpellanza è stata presentata il 18 dicembre 2007 dall'onorevole Marco Boato;
il 14 febbraio 2007 il Parlamento europeo ha votato la propria «Risoluzione sul presunto uso dei paesi europei da parte della CIA per il trasporto e la detenzione illegali di prigionieri» nella quale: «condanna la consegna straordinaria del cittadino italiano Abou Elkassim Britel, che era stato arrestato in Pakistan nel marzo 2002 dalla polizia pakistana ed interrogato da funzionari USA e pakistani e successivamente consegnato alle autorità marocchine e imprigionato nella prigione «Temara», dove è ancora detenuto; sottolinea che le indagini penali in Italia contro Abou Elkassim Britel erano state chiuse senza che egli fosse incriminato; si rammarica che secondo la documentazione trasmessa alla commissione temporanea dall'avvocato di Abou Elkassim Britel, il Ministero dell'interno italiano all'epoca fosse in «costante cooperazione» con servizi segreti stranieri in merito al caso di Abou Elkassim Britel dopo il suo arresto in Pakistan; invita il Governo italiano a prendere misure concrete per ottenere l'immediato rilascio di Abou Elkassim Britel e a fare in modo che Abu Omar possa essere processato dal tribunale di Milano»;
il 6 giugno 2008, una nuova missiva di denuncia del caso Britel, sottoscritta da svariati parlamentari europei, è stata inviata al Ministro degli esteri onorevole Franco Frattini;
va considerato che altri Governi si sono attivati per ottenere la liberazione di loro cittadini. Specificatamente il Governo inglese ha chiesto a quello degli Stati Uniti la liberazione di cinque suoi cittadini, incluso Binyam Mohamed, persona la cui vicenda appare speculare a quella di Britel. Anche lui è un cittadino europeo naturalizzato e anche lui è stato apparentemente vittima di una extraordinary rendition che si ritiene avvenuta col supporto logistico della Jeppesen -:
quali iniziative intendano intraprendere per verificare e perseguire le responsabilità di Jeppesen Planning e Air Routing International, nel rapimento di un cittadino italiano;
come intenda procedere, attivando i canali bilaterali con il Regno del Marocco, perché il cittadino italiano Elkassim Britel venga immediatamente rilasciato ovvero riceva grazia reale dal sovrano del Marocco, Mohammed VI;
poiché Elkassim Britel è un cittadino italiano vittima con ogni probabilità di una extraordinary rendition e dal 2002 sta vivendo secondo quanto si apprende, una vicenda al di fuori di ogni parvenza di legalità e di rispetto dei diritti umani, cosa

intendano fare i Ministri interpellati in relazione alla situazione del signor Elkassim Britel fine di ottenere la sua definitiva liberazione.
(2-00093)
«Fiano, Bachelet, Barbi, Bellanova, Boccuzzi, Braga, Calvisi, Marco Carra, Codurelli, Corsini, Gianni Farina, Ferrari, La Forgia, Maran, Meta, Misiani, Morassut, Murer, Naccarato, Pistelli, Pizzetti, Rampi, Recchia, Rossa, Schirru, Tempestini, Tocci, Touadi, Velo, Vico, Zaccaria».

Interrogazione a risposta scritta:

HOLZMANN. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi la stampa locale in provincia di Bolzano ha dato ampio risalto alle notizie apparse precedentemente sul settimanale tedesco Der Spiegel, secondo il quale il governo della Germania negli anni 1968-1976 avrebbe trasferito in Alto Adige ingenti fondi da destinare genericamente alla «cultura in lingua tedesca»;
tali fondi sarebbero stati amministrati dall'assessore provinciale alla cultura in lingua tedesca, extrabilancio, cioè in modo assolutamente autonomo, senza alcuna rendicontazione, senza osservare le leggi di bilancio e contravvenendo allo Statuto di autonomia in quanto si sarebbe alterato il criterio della proporzionale nella distribuzione dei contributi a fini culturali;
gli stanziamenti, dei quali non è noto l'ammontare ma che si reputano consistenti, sono continuati anche dopo il secondo statuto di autonomia e cioè dal 1972 al 1976, determinando uno squilibrio nella distribuzione delle risorse -:
se - anche sulla base degli atti depositati presso i competenti dicasteri - il Governo fosse al corrente delle modalità e della natura degli stanziamenti provenienti dal governo di Bonn;
come intenda regolarsi, sul piano internazionale, per chiedere conto d'interventi che avrebbero dovuto avere come presupposto l'accettazione da parte del Governo italiano che è stato invece scavalcato nella sua autorità, così come sono state disattese tutte le norme che regolano i rapporti tra Paesi della Comunità Europea;
se il Governo sia intenzionato a richiedere tutte le spiegazioni sulla vicenda sia al governo tedesco che all'amministrazione provinciale;
se siano ipotizzabili, sul piano fiscale e contabile, responsabilità individuali o collettive e se gli stanziamenti siano stati indirizzati all'assessore alla cultura in lingua tedesca nella sua veste pubblica o come persona fisica.
(4-00688)

...

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta immediata:

CICCHITTO, BOCCHINO e TORTOLI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere- premesso che:
sono da lungo tempo giacenti presso la Commissione via (verifica d'impatto ambientale) numerosi progetti in attesa di esame e valutazione e, fra questi, molti riguardano opere pubbliche di interesse nazionale ed importanti impianti per la produzione di energia elettrica;
i ritardi accumulati stanno rallentando eccessivamente l'avvio della realizzazione di infrastrutture indispensabili per lo sviluppo del Paese -:
quali siano le cause di tali ritardi e quali azioni siano state intraprese o si intendano intraprendere per risolvere i problemi esposti in premessa.
(3-00092)

Interrogazioni a risposta scritta:

HOLZMANN. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
gli organi di informazione, recentemente, hanno riportato le seguenti notizie relative ad operazioni delle forze dell'ordine aventi come oggetto il sequestro di materiale radioattivo;
lo scorso ottobre è stato sequestrato un tir, diretto verso la Sardegna, contenente polveri contaminate da isotopi radioattivi provenienti da un'acciaieria di Brescia;
nel mese di settembre, i Carabinieri della Sezione da Inquinamento da Sostanze Radioattive, in una casa di cura di Catania, hanno sequestrato sorgenti radioattive ad alta attività, detenuta senza alcuna autorizzazione in locali inadatti e senza qualsivoglia misura di sicurezza;
tali sequestri sono solo gli ultimi in ordine di tempo e tali sostanze radioattive sono ampiamente diffuse, trovando impiego sia nel settore sanitario, sia in quello industriale, in particolare nel nord del nostro Paese;
le aziende adibiscono ai processi produttivi che utilizzano sorgenti radioattive ad alta attività troppo spesso personale precario, anche di provenienza straniera, e ciò comporta intuibili conseguenze sul piano della sicurezza e della prevenzione;
in sede comunitaria il Consiglio dell'Unione europea ha emanato la Direttiva 22 dicembre 2003, n. 2003/122/Euratom, in materia di «controllo delle sorgenti radioattive sigillate ad alta attività e delle sorgenti orfane», recepita dall'Italia con il decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 52, nel quale è stato previsto, tra l'altro, un regime transitorio per l'implementazione della sicurezza passiva;
il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è dotato di ampi poteri e strumenti per il controllo e la prevenzione dell'uso di tali sostanze, e si può avvalere anche della collaborazione di unità specializzate delle Forze dell'Ordine competenti per il controllo del territorio in relazione a possibili danni all'ambiente causati da sostanze radioattive -:
quali iniziative i Ministri interrogati intendano adottare, terminato il periodo transitorio di cui sopra, al fine di garantire che le aziende di settore rispettino la normativa europea e nazionale;
se non ritengano opportuno procedere ad un monitoraggio e ad una mappatura dell'utilizzo di tali sorgenti radioattive, sia come materia prima nei processi produttivi che nella forma di rifiuti di processi industriali;
se ritengano adeguatamente dimensionato l'apparato di controllo, di verifica e di repressione come attualmente organizzato al fine di regolare l'accesso alle sorgenti radioattive, evitarne lo smarrimento, il danneggiamento o il trafugamento;
quali siano stati gli esiti delle ispezioni e dei controlli sino ad oggi effettuati.
(4-00648)

HOLZMANN. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
da molto tempo parte dei rifiuti della regione Campania, diretti allo smaltimento in Germania, vengono trasportati tramite ferrovia;
ovviamente le immondizie, prima di essere trasportate alla destinazione finale attendono diversi giorni per la loro raccolta, imballaggio, trasporto e quindi generano esalazioni maleodoranti che accompagnano i convogli che li trasportano;
in più occasioni detti convogli si sono fermati al passo del Brennero, anche per alcuni giorni, generando gravi disagi alla popolazione;

la drammatica situazione dei rifiuti della Campania, causata da decenni di malgoverno e dalla incapacità di programmare impianti e procedure, come hanno fatto tutte le altre regioni d'Italia, non può e non deve causare danni di qualsivoglia natura ai cittadini di altre regioni -:
per quali ragioni i treni delle immondizie debbano sostare al passo del Brennero invece di andare direttamente a destinazione;
se il Ministro intenda adoperarsi per evitare in futuro inutili soste dei convogli che causano disagi alle popolazioni che sarebbero evitabili con un minimo di organizzazione e di programmazione;
quando si prevede termineranno questi dispendiosi viaggi delle immondizie.
(4-00657)

CIRIELLI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
così come si evince dall'articolo pubblicato sul quotidiano Il Corriere del Mezzogiorno, il giorno martedì 11 luglio 2006, «... Goletta verde promuove di misura il mare salernitano ma boccia sonoramente il sistema di depurazione lungo la dorsale costiera da Positano a Sapri...»;
dai dati sull'inquinamento marino che sono stati analizzati da Legambiente emerge quanto testualmente affermato nell'articolo: «... Gli ambientalisti di Goletta Verde ... denunciando la scarsa depurazione delle acque reflue e gli scarichi abusivi, hanno effettuato nel solo mese di giugno venticinque singoli campionamenti lungo tutta la costa salernitana, mostrando come in diciotto punti la qualità delle acque marine sia discreta, mentre in altri sette punti la situazione è a dir poco drammatica. Si tratta dei segmenti di litorale in prossimità delle foci dei fiumi Asa, Tusciano, Sele e Irno dove i valori dei parametri microbiologici sono risultati fino a dieci volte superiori alla soglia fissata per legge»;
da quanto si evince dall'articolo allegato pare che «... Sul filo del rasoio è risultata la concentrazione degli streptococchi fecali nel punto di prelievo di Positano. Valori di poco fuori legge sono stati registrati nei punti di prelievo presso il Comune di Praiano e lungo la spiaggia di Santa Teresa a Salerno, dove l'amministrazione comunale di Vincenzo De Luca ha rimesso l'arenile alla balneabilità mentre paradossalmente la spiaggia continua ad essere perennemente sporca, coperta da sacchetti della spazzatura, siringhe usate, vetri ed altri rifiuti ...»;
da quanto testualmente affermato dal portavoce di Goletta Verde, Santo Grammatico, pare che «... I campioni prelevati lungo la foce dei fiumi del salernitano sono risultati purtroppo i più inquinati tra quelli prelevati finora dall'edizione 2006 di Goletta Verde ...»;
da quanto affermato, invece, da Michele Buonomo, Presidente di Legambiente Campania, pare che «... Depuratori vecchi ed obsoleti, una gestione a tratti inesistente e mille abusi sul territorio: ecco perché il mare salernitano è sporco ...»;
da quanto si evince dall'articolo pubblicato sul quotidiano La città di Salerno il giorno martedì 11 luglio 2006, Michele Buonomo, Presidente di Legambiente Campania, avrebbe affermato: «... Ha fatto scalpore il sequestro del depuratore salernitano ma il problema è molto più ampio ... È necessario che gli ATO (enti di ambito territoriale ottimale) svolgano appieno le funzioni di indirizzo e di controllo nei confronti dei gestori del servizio idrico integrato ...» -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se corrispondenti al vero, quali iniziative di propria competenza intenda adottare in concorrenza con la Regione per i profili di sua competenza.
(4-00668)

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazioni a risposta scritta:

HOLZMANN. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la notte del 17 luglio 2006 vandali hanno deturpato con vernice nera e svastiche il Monumento all'Alpino sito in Brunico (Bolzano);
questo monumento è stato fatto segno in passato di numerosi attentati terroristici ed ora l'opera è stata ricollocata, dopo l'ultimo attentato avvenuto 20 anni or sono, soltanto a mezzo busto;
da anni si attende invano la ricostruzione di detto monumento, anche se una copia a grandezza naturale si trova in deposito presso una Caserma di Cuneo -:
se sia intenzione del Ministro attivarsi affinché il monumento oltraggiato sia rapidamente ripulito;
se non ritenga opportuno che si provveda a ricollocare la copia della Statua dell'Alpino a Brunico, posto che la situazione attuale sta creando mortificazione al gruppo linguistico italiano della provincia di Bolzano.
(4-00663)

HOLZMANN. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Monumento alla Vittoria di Bolzano è in fase di restauro;
si tratta di un pregevole monumento progettato dall'architetto Marcello Piacentini che include opere d'arte di Arturo Dazzi, Libero Andreotti e Cadorin Vvildt;
attualmente una prima fase di lavori sta per essere ultimata ma necessitano ulteriori stanziamenti per un restauro definitivo -:
se il ministero intenda intervenire garantendo i fondi per il restauro dell'opera e quali siano i tempi previsti per la definitiva consegna dell'opera alla città.
(4-00664)

...

DIFESA

Interrogazioni a risposta scritta:

HOLZMANN. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il V centro di Mobilitazione della Croce Rossa di Verona è ospitato in una piccola caserma;
tale sistemazione non consente il rimessaggio di tutti i mezzi disponibili che in gran parte sono parcheggiati all'aperto ed esposti al degrado;
esiste a Verona una grande caserma dismessa dove tali problemi potrebbero trovare immediata soluzione e dove sarebbe possibile concentrare anche il Corpo Militare, la centrale operativa, i Volontari del Soccorso e dove vi sarebbero ampi spazi per organizzare foresterie, sale corsi e convegni -:
se la Croce Rossa Italiana abbia già avanzato una richiesta in tal senso e, in caso affermativo, se detta richiesta sia stata presa in considerazione.
(4-00649)

HOLZMANN. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
le Forze Armate hanno subito negli ultimi anni pesanti ridimensionamenti in Alto Adige con il conseguente impoverimento della comunità di lingua italiana;

il declassamento del IV Corpo d'Armata a Comando Truppe Alpine ha determinato la cancellazione della Brigata Orobica e la riduzione di quella Tridentina;
il progressivo trasferimento di altri reparti, come il Reggimento Genio ed il Savoia Cavalleria, fuori dalla provincia di Bolzano hanno aggravato ulteriormente questa situazione -:
se il Governo sia intenzionato a mantenere la presenza degli attuali reparti delle Forze Armate in provincia di Bolzano alimentandoli con ulteriori volontari e se intenda mantenere l'area addestrativa nello stesso territorio di Bolzano per i reparti dell'Esercito, dipendenti dal Comando Truppe Alpine e dalla Cavalleria dell'Aria.
(4-00651)

HOLZMANN. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
è stata annunciata una permuta tra l'Esercito e la Provincia Autonoma di Bolzano in cui si prevede che l'amministrazione militare cederebbe alcune caserme in cambio della realizzazione di 250 alloggi che verrebbero costruiti dalla stessa Provincia;
resta aperto il problema degli alloggi di servizio per il personale dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato -:
quale sia l'esatto numero degli alloggi necessari a soddisfare le esigenze di servizio dei corpi di polizia;
quando, come e dove detti alloggi verranno realizzati.
(4-00652)

HOLZMANN. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
gli appartenenti alle Forze Armate in provincia di Bolzano percepiscono una indennità operativa che corrisponde ad un indice 160;
tale indennità viene corrisposta in misura ridotta, al 125 per cento, agli appartenenti ai reparti di supporto che operano nel medesimo contesto;
a quanto risulta all'interrogante, tali reparti, in particolare il 4o regimento Trasmissioni «Gardena» ed il regimento Elicotteri «Aves Altair», dovrebbero entrare sotto il comando del Comando Truppe Alpine -:
se e quando si prevede che detti reparti siano posti sotto il Comando Truppe Alpine di Bolzano con il conseguente riconoscimento dell'indennità operativa agli effettivi dei due reggimenti.
(4-00658)

HOLZMANN. - Al Ministro della difesa. - Per sapere se il grado di Primo Capitano sia ancora in uso presso le nostre Forze armate e quando siano state effettuate le ultime nomine.
(4-00659)

HOLZMANN. - Al Ministro della difesa. - Per sapere:
per quali ragioni non ci sia attualmente esatta corrispondenza tra i gradi di ufficiali e sottufficiali dell'Esercito, rispetto ai componenti del Corpo militare della Croce Rossa Italiana;
se non si ritenga che questa discrasia crei pregiudizio ai componenti del Corpo militare della Croce Rossa Italiana;
se il Governo sia intenzionato a procedere ad una esatta parificazione nei gradi al fine di renderli omogenei.
(4-00660)

GIULIO MARINI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
in merito ad un articolo scritto e apparso su siti Internet dal titolo «l'unica arma, la buona volontà», al Maresciallo Antonio Ciavarelli del Co.Ce.R. M.M., giorno 7 giugno 2008 venivano «contestati gli addebiti» con la seguente dicitura, ripresa dal rapporto disciplinare inviato

dall'ammiraglio Rosati su disposizione del Capo di Stato Maggiore della Capitaneria di Porto di Taranto, comando di appartenenza del delegato: «La S.V. qualificandosi come delegato COCER/M, ha rilasciato su alcuni organi di Informazione dei comunicati. Dall'esame delle citate dichiarazioni, sono state rilevate violazioni all'articolo 19 della legge n. 382 del 1978 e gli articoli 8, 9, 10 del R.A.R.M. in quanto il contenuto esula dalla competenza della Rappresentanza militare. Inosservanza dell'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica n. 520 del 1992 in quanto le dichiarazioni rilasciate non erano supportate, dal Consiglio stesso». Il pensiero scritto dal Delegato e le materie rientrano proprio in quelle della citata legge e nei citati regolamenti. Il motivo di fondo era la tutela fisica, giuridica, la professionalizzazione e indirettamente il trattamento economico del personale della Guardia Costiera che rappresenta. Inoltre il Maresciallo firmava l'articolo a titolo personale e come singolo delegato Co.Ce.R. e non a nome di un organo della Rappresentanza. In relazione all'accadimento suindicato ed in considerazione che il decreto del Presidente della Repubblica contestato all'articolo 3 prevede che l'eccezione del divieto di rilascio di dichiarazioni ad organi di Informazione sia per i «soli» componenti del Co.Ce.R., è necessario che si faccia una più ampia riflessione per verificare la validità dei Regolamenti esistenti in materia delle Tutele del Delegato della Rappresentanza Militare, in considerazione che:
a) tali accadimenti possono essere ricondotti ad azioni sostanzialmente intimidatorie dalle quali sfociano indebite pressioni psicologiche sull'Organo della Rappresentanza Militare nel suo insieme e nei singoli Delegati della Rappresentanza Militare tali da produrre una limitazione del mandato democraticamente conferito dalla base rappresentata ponendo in discussione anche la validità e legittimità del medesimo mandato di rappresentanza del personale delle Forze Armate;
b) le criticità che tali azioni producono sono la riduzione, di fatto, del diritto alla rappresentanza degli interessi collettivi del personale rappresentato e previste dalle leggi e regolamenti vigenti, ciò trova ampia conferma dalla Delibera n. 16/2008 nei contenuti della quale, il Co.Ce.R. Interforze stigmatizza quanto sia importante considerare l'elemento «libertà di pensiero» del Delegato imprescindibile per la corretta rappresentanza delle esigenze del personale delle Forze Armate -:
se sia intendimento del Ministro della difesa farsi garante dell'armonica funzionalità della Rappresentanza Militare attraverso una revisione o modifica delle norme (RIRM) che possano definire un processo di «Tutela del Delegato» della Rappresentanza Militare in maniera chiara ed intelligibile eliminando così ogni possibile equivoco sulla possibilità di indebite pressioni psicologiche sui Delegati ed i rispettivi Consigli della Rappresentanza Militare ed evitando una limitazione di tutta la struttura della Rappresentanza in un processo di frammentazione che alteri il principio di unitarietà che è insita nel suo motto «una sors»;
se non si ritenga che tale procedimento e il proseguire dei fatti succitati non solo rappresenterebbero un grave precedente per la limitazione del mandato, ma oltretutto sarebbe in netto contrasto con le previsioni future della affermazione della professionalizzazione e democraticizzazione delle Forze Armate;
quali azioni intenda intraprendere affinché non vengano messe in discussione le norme e la prassi consolidata del Consiglio Centrale in riferimento all'accadimento citato che, si ritiene, non abbia esorbitato le funzioni proprie della Rappresentanza Militare e tenendo conto che la sicurezza, il benessere ed il trattamento economico nonché i processi di professionalizzazione rientrano negli ambiti dei compiti della Rappresentanza Militare.
(4-00686)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:

HOLZMANN. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
non di rado Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza occupano strutture private dietro il corrispettivo di somme di denaro per la locazione di immobili o aree di proprietà di privati;
nel caso specifico, un immobile e relative pertinenze sito in via Cella 34 di Auronzo di Cadore (Belluno) risulta dal 1o giugno 1999 locato al Corpo della Guardia di Finanza, come da contratto avente protocollo 240389 depositato presso il Comando generale della Guardia di Finanza - servizio amministrativo - II Divisione;
a quanto risulta all'interrogante, la società proprietaria dell'immobile, non avrebbe percepito dall'Amministrazione alcun corrispettivo;
tale situazione ha determinato l'intendimento del legale rappresentante della società intestataria dell'immobile a chiedere l'alienazione o la permuta del bene alla Guardia di Finanza, fermo restando il saldo del dovuto maturato sino all'atto dell'eventuale passaggio dei beni -:
quali iniziative intenda adottare il Ministro per il caso suesposto; se e quando abbia intenzione di corrispondere al proprietario dell'immobile ospitante la Caserma della Guardia di Finanza il credito da questi maturato; se esista la possibilità di un eventuale acquisto dell'immobile e relative pertinenze da parte dell'Amministrazione.
(4-00662)

CIRIELLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nel comune di San Pietro al Tanagro, in provincia di Salerno, opera il locale circolo territoriale di Alleanza nazionale;
in data 30 gennaio 2007, il presidente del circolo territoriale di Alleanza nazionale, dott. Giovanni Graziano, presentava al Comune di San Pietro al Tanagro regolare richiesta per l'affissione di 12 manifesti dal formato 70x100 corredata della ricevuta di versamento, effettuato in bollettino postale a copertura dei costi del servizio come da regolamento comunale, ed acquisita, in pari data, al n. 537 del protocollo del predetto Comune;
al momento della richiesta, gli unici manifesti che occupavano gli spazi autorizzati riportavano l'intestazione della società META che, apparentemente, sembravano non autorizzati poiché privi di timbro del Comune e privi di relativa vidimazione, così come da relativo regolamento comunale;
i manifesti di Alleanza nazionale, che avevano il proposito di rendere partecipe l'intera cittadinanza delle modalità di affidamento a tecnici esterni di incarichi di progettazione e direzione lavori pubblici nonché dei profili degli stessi tecnici pagati dal Comune, nonostante le rassicurazioni del personale addetto al servizio affissioni, non venivano affissi alla data richiesta;
in data 31 gennaio 2007, il sindaco di San Pietro al Tanagro inviava, a mezzo fax, una nota indirizzata al circolo territoriale di Alleanza nazionale con la quale dichiarava l'impossibilità ad affiggere i manifesti prima del 9 febbraio 2007 perché gli spazi autorizzati risultavano completamente occupati;
in data 31 gennaio 2007, il dott. Giovanni Graziano, quale presidente del circolo territoriale di Alleanza nazionale, inviava al comando di polizia locale la richiesta, assunta al n. 002/07 del protocollo dell'Unione dei comuni di Sant'Arsenio, San Pietro al Tanagro e San Rufo, di verificare la disponibilità di spazi pubblici per l'affissione di manifesti;

con nota n. 176 del 2 febbraio 2007, il comandante della polizia locale dava riscontro alla richiesta di verifica specificando che i manifesti della società META, gli unici che occupavano gli spazi consentiti, non erano autorizzati e che le uniche due regolari commissioni di affissione manifesti erano state avanzate dal tribunale di Sala Consilina e dal circolo territoriale di Alleanza nazionale di San Pietro al Tanagro;
la determinazione del sindaco sembrerebbe essere stata presa in deroga al regolamento comunale relativo alle affissioni il quale sancisce una ripartizione percentuale degli spazi autorizzati per le affissioni riservando il 10 per cento ai soggetti privati, quali il circolo territoriale di Alleanza nazionale, percentuale di spazio che, al momento della presentazione dell'istanza, era completamente libera;
sembrerebbe che la condotta del sindaco del comune di San Pietro al Tanagro abbia soffocato una legittima voce nel dibattito politico privando della libertà di espressione la parte politica avversa in modo che questa non possa informare la cittadinanza;
alla luce di quanto innanzi esposto, chiede di sapere, con richiesta di risposta scritta -:
se, ai sensi dell'articolo 35 del decreto legislativo n. 507 del 1993, il ministero intenda esercitare la propria vigilanza sulla gestione del servizio comunale delle pubbliche affissioni.
(4-00682)

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

LO MONTE. - Al Ministro della giustizia, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
nel novembre 2002 è stato bandito un concorso distrettuale per 443 posti di ufficiale giudiziario e nel novembre 2004 sono state approvate le graduatorie (sono risultati 443 vincitori e circa 750 idonei);
nel luglio 2005 sopraggiunge l'autorizzazione all'assunzione solo per 102, che a fine luglio diventano 154 ed a settembre 248 (questi primi vincitori vengono assunti solo in 4 regioni del nord: Lombardia, Piemonte, Liguria e Veneto);
successivamente, il comma 97 della legge finanziaria 2005 - Governo Berlusconi (legge n. 311 del 30 dicembre 2004 - pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 306 del 31 dicembre 2004) in deroga al blocco delle assunzioni è stato statuito che: «...Nell'ambito delle procedure e nei limiti di autorizzazione all'assunzione di cui al comma 96 è prioritariamente considerata l'immissione in servizio: ... c) per la copertura delle vacanze organiche nei ruoli degli ufficiali giudiziari C1 e nei ruoli dei cancellieri C1 dell'amministrazione giudiziaria, dei vincitori e degli idonei al concorso pubblico per la copertura di 443 posti di ufficiale giudiziario C1, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 98 del 13 dicembre 2002; ...»;
il Ministro della funzione pubblica del tempo, onorevole Baccini, in un incontro con un gruppo di vincitori-idonei, in data 19 maggio 2005 manifestò la chiara intenzione del Governo ad assumere tutti i restanti vincitori delle regioni del centro-sud ed una parte degli idonei entro l'anno, mentre i rimanenti idonei sarebbero assunti entro il biennio successivo, rilevando che l'unico ostacolo all'assunzione immediata di tutti i concorrenti è di natura economica;
il Sottosegretario di Stato al Ministero della giustizia, onorevole Vitali, in un successivo incontro del 27 giugno 2005 assicurò l'assunzione dei vincitori ed una parte degli idonei entro il 2005 e dei restanti idonei entro il maggio 2006;
in data 27 luglio 2005 il Governo ha accolto un ordine del giorno (n. 9/6016/11

- con cui sostanzialmente - impegnava lo stesso Governo a reperire le risorse necessarie ad assumere i restanti vincitori e tutti gli idonei al Concorso a 443 posti di ufficiali giudiziari C1;
in data 15 dicembre 2005 il Governo accoglie con raccomandazione un altro ordine del giorno (su disegno di legge di bilancio, n. 9/06177/157) con il quale si impegnava il Governo ad assumere gli idonei;
in data 3 agosto 2005 il Consiglio dei ministri - Presidente Berlusconi, ha autorizzato l'assunzione di 350 Ufficiali Giudiziari C1;
successivamente il Governo Prodi, a seguito di una richiesta di assunzione formulata dal Ministero della giustizia ne ha autorizzato solo 230;
oggi restano da assumere 90 idonei -:
se non ritengano necessario ed urgente procedere alla assunzione dei restanti 90 idonei vincitori del concorso pubblico per la copertura di 443 posti di ufficiale giudiziario C1 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 98 del 13 dicembre 2002.
(4-00656)

CIRIELLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Parlamento italiano ha approvato la Legge 31 luglio 2006, n. 241 in materia di «Concessione di indulto» secondo la quale «... è concesso indulto, per tutti i reati commessi fino a tutto il 2 maggio 2006 ...»;
dopo l'entrata in vigore della legge concessiva di indulto 31 luglio 2006, n. 241, la totalità, o quasi, delle scarcerazioni dovrebbe essere stata portata a compimento;
appare necessario apprendere tutti i dati ufficiali ed aggiornati relativi all'applicazione del predetto provvedimento clemenziale ed alle sue ricadute in ordine alla conseguente consistenza della popolazione penitenziaria;
sarebbe utile venire a conoscenza dell'evoluzione della criminalità organizzata nella nostra società civile a distanza di due mesi dall'applicazione del provvedimento di indulto -:
quanti detenuti, condannati con sentenza definitiva, abbiano beneficiato della concessione dell'indulto, distinti per tipologia di reato;
quanti, essendo stati scarcerati per concessione dell'indulto, siano stati nuovamente arrestati, distinti per tipologia di reato e quanti siano nuovamente indagati per reati commessi dopo aver beneficiato del provvedimento premiale;
quali dimensioni abbia assunto e quale sia stata l'evoluzione della criminalità organizzata dopo il 1o agosto 2006 con riferimento al medesimo periodo dell'anno precedente.
(4-00669)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta immediata:

COMMERCIO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'attuale assetto del sistema del trasporto su ferro, sia di ambito locale (sistemi urbani) che nazionale, non è assolutamente adeguato rispetto agli standard indispensabili per poter fornire quei livelli di servizi che consentirebbero al Paese di essere competitivo;
oggi più che mai si sente la necessità di poter disporre di un efficace ed efficiente sistema di trasporto su ferro, in grado di offrire dei servizi che soddisfino l'esigenza di una nazione, come la nostra, caratterizzata da una grande vivacità imprenditoriale e culturale;

riuscire a realizzare (in tempi brevi e certi) un sistema di trasporto su ferro efficiente, integrato, sicuro e sostenibile costituisce la condizione essenziale per assicurare servizi logistici e di trasporto che siano funzionali allo sviluppo del Paese;
facendo particolare riferimento alla Sicilia, storicamente le Ferrovie dello Stato non hanno mai concretamente avviato un programma di ammodernamento della rete nella regione. Infatti, malgrado l'estensione della rete regionale del trasporto su ferro pari a 1.444 chilometri (dei quali 268 chilometri a doppio binario elettrificati, 489 chilometri a singolo binario elettrificati e 687 chilometri a singolo binario non elettrificati) non sia paragonabile a quella dell'Italia settentrionale, gli interventi di ammodernamento e di raddoppio del binario realizzati dalle Ferrovie dello Stato in Sicilia sono quasi nulli rispetto a quelli dell'Italia settentrionale;
ad oggi, tra tutti i ritardi di attuazione di un moderno programma di ristrutturazione appare eclatante ed incomprensibile che non sia stato completato il raddoppio del binario, neanche delle due dorsali principali facenti parte della rete ferroviaria transeuropea Ten, ossia la Messina-Palermo e la Messina-Catania-Siracusa;
situazioni deficitarie si trovano anche nei restanti collegamenti. ferroviari tra gli altri capoluoghi dell'isola. In particolare, nel caso specifico del collegamento tra Palermo e Catania, per percorrere circa 200 chilometri in treno si impiegano più di tre ore e mezzo, ossia un tempo di percorrenza che è quasi il doppio di quello di trasporto su gomma;
appare, quindi, evidente la necessità di dare concreta attuazione ad un programma di sviluppo di trasporto pubblico su ferro che interessi in modo più specifico il Mezzogiorno;
tutte le tratte ferroviarie lungo la dorsale Centro-Sud del nostro Paese e quelle che percorrono l'intero Mezzogiorno d'Italia e le isole versano in una situazione di degrado divenuto intollerabile, rappresentando, oramai da tempo, un vero e proprio calvario a cui sono costrette a sottoporsi le migliaia di persone che, per motivi di studio, lavoro o turismo, si affidano al trasporto pubblico;
il transito sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria è fortemente rallentato per il prolungarsi eccessivo dei lavori di ammodernamento, che determina una complessiva situazione di difficoltà dei trasporti di persone e merci per il Sud e per la Sicilia;
tutto ciò si replica via mare, come testimoniato dall'episodio accaduto il 5 luglio 2008 ai 468 passeggeri del traghetto Toscana della Tirrenia spa, imbarcati a Cagliari alla volta di Palermo, che, a causa di un'avaria del motore della motonave, hanno raggiunto destinazione dopo 36 ore di viaggio e 22 ore di ritardo;
dunque, anche sul versante marittimo gli scenari che si profilano non sono incoraggianti. Inoltre, con la recente previsione del Governo contenuta nella manovra finanziaria, di conferire alle regioni, nell'ambito delle funzioni di programmazione ed amministrazione nel settore dei servizi marittimi di interesse regionale, come disposto dal decreto legislativo n. 422 del 1997, le società che svolgono servizi di cabotaggio, si rischia di scaricare inefficienze e disservizi delle stesse sulle amministrazioni territoriali -:
se non ritenga urgente avviare un'indagine, al fine di accertare l'effettiva rispondenza del servizio di trasporto ferroviario e di quello marittimo da e per il Sud del Paese e le isole a quelli che dovrebbero essere standard moderni rispondenti a requisiti di sicurezza, efficienza e qualità, e quali provvedimenti urgenti intenda adottare al fine di garantire gli stessi.
(3-00090)

Interrogazione a risposta in Commissione:

BOCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la OMC di Foligno è il più grande impianto nazionale di manutenzione ciclica di locomotori ferroviari;
dal 2004 sono uscite dalla produzione dell'OMC di Foligno circa 200 persone;
a partire dal 2005 numerose attività, anche di alto contenuto tecnologico, sono state esternalizzate a ditte private senza nessun preventivo raffronto tra i costi di produzione interni ed esterni;
tale strategia aziendale, applicata a macchia di leopardo nei diversi reparti, ha messo in crisi il sistema interno del ciclo produttivo e organizzativo, fino ad incidere pesantemente sui tempi di riparazione delle locomotive (spesso a causa dei ritardi nella consegna dei componenti esternalizzati);
di fronte alla sempre maggiore necessità di attività manutentiva, dovuta alla vetustà dei mezzi in circolazione, la riduzione della manutenzione ciclica che si sta verificando aumenta inevitabilmente la richiesta di interventi straordinari sui locomotori circolanti;
si rende di conseguenza necessaria una verifica seria sulla qualità dei lavori esternalizzati, soprattutto sui componenti pregiati (quali ad esempio i motori di trazione), e ovviamente sui loro costi, probabilmente non sempre inferiori a quelli interni -:
quali iniziative il ministro intenda adottare per verificare la congruità della strategia aziendale di esternalizzazione e per valorizzare tutte le potenzialità che la OMC è in grado di mettere in campo, anche rispetto all'indotto occupazionale diretto e indiretto del territorio circostante.
(5-00221)

Interrogazioni a risposta scritta:

HOLZMANN. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nella provincia autonoma di Bolzano accade che vi sia un notevole turn over di dirigenti e funzionari di Trenitalia che ricoprono incarichi delicati e complessi, trasferendo personale da altre sedi per brevi periodi -:
se non ritenga di attivarsi affinché i ruoli apicali, nell'ambito del trasporto ferroviario locale, vadano ricoperti da personale locale evitando il trasferimento di personale da altre sedi.
(4-00655)

CIRIELLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
da quanto si evince da vari articoli di stampa, sembrerebbe che in costiera amalfitana, in provincia di Salerno, il traffico sulla strada statale Amalfitana sia stato nuovamente interrotto a causa di una frana verificatasi il giorno 14 settembre 2007;
in particolar modo, gli operai dell'ANAS installarono un muro con blocchi di cemento sulla sede interessata dalla frana in località Cevrano, a Furore, al confine con la città di Praiano, sul chilometro 23 della strada statale Amalfitana, in modo da evitare completamente il transito alle autovetture;
la situazione ha creato nuovamente un grave disagio ai cittadini residenti in costiera amalfitana, soprattutto per coloro che abitano a Praiano e Positano, che restano, per tanto, completamente isolati;
il problema delle frane lungo la strada statale Amalfitana si ripresenta costantemente nel tempo non solo nella località citata in premessa ma anche in altri punti della stessa strada;
il trasporto pubblico è sempre costretto a riorganizzare gli orari e a predisporre

due fermate su entrambi i lati delle frane che si creano e coloro che fanno uso del servizio di trasporto pubblico sono costretti a percorrere un tratto di strada a piedi lungo più di due chilometri per giungere alla fermata successiva;
in particolare, quando si verificano le frane nella località citata in premessa, gli studenti delle scuole medie e superiori di Positano e di Praiano sono costretti a viaggiare via mare per raggiungere gli istituti con tutti gli evidenti disagi del caso;
il blocco del flusso turistico in costiera amalfitana, dovuto ai continui smottamenti dei costoni rocciosi, oltre ad essere causa di disagi per i cittadini residenti, provoca notevoli danni al comparto turistico ed economico della zona -:
se non ritenga opportuno predisporre un piano definitivo per la messa in sicurezza di tutta la strada statale Amalfitana che, sempre più spesso, è interessata da smottamenti dei costoni rocciosi che la sovrastano e che causano gravi danni e disagi alla popolazione residente in costiera amalfitana ed al settore economico e turistico.
(4-00675)

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INTERNO

Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, per sapere - premesso che:
in data 23 settembre 2003, il Commissario Straordinario, Prefetto Anna M. D'Ascenzo, adottava la deliberazione n. 585/2003, con la quale veniva disposta la vendita dell'intero patrimonio disponibile dell'Ordine Mauriziano e si stabiliva di vendere a trattativa privata tutti gli immobili urbani ed agrari, gravati da vincolo locatizio efficace, al valore di mercato dell'immobile libero, come stimato dall'Ufficio Patrimoniale dell'Ordine Mauriziano, previa convalida della stima da parte dell'Agenzia del Territorio;
in data 21 gennaio 2005 veniva convertito in legge il decreto 19 novembre 2004, n. 277, con il quale veniva costituita la Fondazione Ordine Mauriziano, a cui veniva trasferito il patrimonio immobiliare e mobiliare dell'Ente Ordine Mauriziano, con lo scopo di gestire il suddetto patrimonio e di operare per il risanamento del dissesto finanziario dell'Ente, anche mediante la dismissione dei beni del patrimonio disponibile;
sulla base di questa normativa e procedura la Fondazione Ordine Mauriziano ha provveduto ad alienare alcune cascine ai conduttori;
in data 29 novembre 2007 veniva convertito in legge il decreto 1 ottobre 2007, n. 159, e, all'articolo 30, veniva disposto il commissariamento della Fondazione Ordine Mauriziano, con nomina del nuovo Commissario a cui sono state attribuite l'attività di gestione e liquidazione, nel rispetto dei valori storico-culturali e secondo le norme del decreto-legge n. 277/2004;
vi è un diffuso allarme fra le numerosissime famiglie dirette coltivatrici, i cui rapporti di affittanza agraria con l'Ente Ordine Mauriziano sono in scadenza o lo saranno in tempi brevi, in quanto da dichiarazioni a più riprese ribadite dal Commissario e dai Vicecommissari, parrebbe non potersi riconoscere il diritto di prelazione spettante agli affittavoli, deludendo le aspettative delle suddette famiglie che si troverebbero senza alcuna attività e mezzo di sostentamento con l'ovvia conseguenza di tensioni sociali;
l'alienazione «in blocco», senza il riconoscimento ed il rispetto del diritto di prelazione, oltre che gravemente pregiudizievole per le famiglie dirette coltivatrici, pare altresì in aperto contrasto con le deliberazioni commissariali già assunte con il decreto n. 277 del 2004 costitutivo della Fondazione Ordine Mauriziano, nonché

con il decreto n. 159 del 2007, nel testo modificato dalla legge di conversione, che prevede l'applicazione della disciplina in materia di prelazione e di riscatto agrari;
questo stato giuridico rischia di innescare una serie di contenziosi che, per la delicatezza e complessità della materia, creerebbero inevitabili lungaggini oltreché oneri aggiuntivi per la Fondazione Ordine Mauriziano;
da parte degli affittavoli è confermata la volontà all'acquisizione delle aziende da essi condotte, alle condizioni pregresse stabilite dall'Ente e convalidate dall'Agenzia del Territorio e per conseguenza, la Fondazione Ordine Mauriziano si troverebbe nella condizione di accelerare i tempi delle vendite degli immobili con l'immediato realizzo -:
quale sia, in dettaglio, la situazione riguardante il Piano di soddisfazione dei beni dell'Ordine Mauriziano;
se corrispondano al vero le notizie secondo cui il Commissario della Fondazione Ordine Mauriziano, Dott. Giovanni Zanetti, insieme ai due vicecommissari Avv. Cristiana Maccagno Benessia e Dott. Alessandro Braja, voglia procedere a breve termine all'alienazione «in blocco» di tutti i terreni agricoli di proprietà della Fondazione, affittati a famiglie dirette coltivatrici;
se, per le motivazioni su esposte, ritengano utile e necessario porre rimedio alle procedure di alienazione che paiono essere state messe in atto, anche con un'iniziativa legislativa urgente a tutto vantaggio del risanamento finanziario dell'Ente.
(2-00091)
«Delfino, Adornato, Bosi, Buttiglione, Capitanio Santolini, Cera, Cesa, Ciccanti, Ciocchetti, Compagnon, De Poli, Dionisi, Drago, Anna Teresa Formisano, Mannino, Naro, Occhiuto, Oppi, Pezzotta, Pionati, Pisacane, Poli, Rao, Romano, Ruggeri, Ruvolo, Tabacci, Nunzio Francesco Testa, Volontè, Zinzi».

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
ogni Governo deve porre al centro della sua attività la sicurezza dei cittadini;
tutti i giorni leggiamo fatti di cronaca dove si registra sempre di più l'immagine di un paese in cui l'incolumità personale e patrimoniale dei cittadini ed il diritto ad un'esistenza serena e pacifica non sono garantiti come dovrebbero;
sono sempre più numerose le iniziative di privati che, come nella provincia di Ravenna, organizzano ronde di cittadini per il controllo del territorio;
in questa provincia l'analisi della situazione criminale evidenzia accertate infiltrazioni delinquenziali piuttosto rilevanti;
considerate la vastità del territorio e la peculiarità, quali il porto industriale e turistico di Ravenna, sarebbe auspicabile aumentare il numero di operatori di Polizia di Stato di questa area;
il Sindacato autonomo di Polizia (SAP) da tempo ha denunciato presso il Dipartimento della Polizia di Stato la grave situazione venutasi a creare, segnalando l'inadeguatezza degli organici degli Uffici di questa provincia;
è noto, già da alcuni anni, che in base a piante organiche datate, Ravenna aveva un deficit di risorse umane pari all'8 per cento;
si evidenziano, inoltre, nell'ambito del potenziamento dei servizi di vigilanza estivi, sia le grandi difficoltà con cui quest'anno la Polizia di Stato ha aperto il «Commissariato stagionale» di Cervia e di Milano Marittima, sia il problema della mancata conferma del contingente di rinforzo per la Questura di Ravenna;

inoltre, alla carenza di personale si aggiunge quella relativa ai mezzi e alle attrezzature;
una nazione civile come la nostra ha il dovere di difendere i propri concittadini, dedicando a questo tutti gli sforzi, le energie e le risorse disponibili, dotando, prima di ogni altra cosa le forze di Polizia di mezzi adeguati e proporzionali alla gravità del problema, applicando un giusto piano di mobilità interna agli apparati, al fine di sollevare gli uomini e le donne che assicurano la nostra sicurezza dai compiti amministrativi per riversarli, in numero maggiore, nelle strade ed a contatto, anche visivo, dei cittadini -:
quali iniziative concrete intenda adottare affinché alle Forze di Polizia della provincia di Ravenna in particolare e del Paese in generale, sia assicurata la dovuta attenzione in termini di mezzi e risorse.
(2-00092)
«Casini, Galletti, Libè, Vietti».

Interrogazioni a risposta immediata:

VIETTI, CIOCCHETTI, GALLETTI, VOLONTÈ, NARO, CICCANTI e COMPAGNON. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel corso della campagna elettorale il Presidente del Consiglio dei ministri Berlusconi aveva assunto l'impegno di eliminare le province, ritenute enti inutili e fonte di sprechi;
nel corso di un incontro con i presidenti delle province lombarde, svoltosi nella giornata del 14 luglio 2008 a Como, il Ministro interrogato ha voluto sottolineare che per il Governo le province «sono importanti e non saranno abolite, ma dovranno avere più potere e per questo metteremo mano agli enti intermedi»;
tale orientamento era già stato espresso dal Ministro interrogato nel corso dei lavori della conferenza programmatica dell'Anci a Roma, in cui aveva affermato un secco «no all'abolizione delle province, semmai, se qualcosa c'è da rivedere, penso più al ruolo delle prefetture»;
schierandosi contro l'abolizione delle province, il Ministro interrogato conferma tutte le perplessità riguardanti le scelte economiche del Governo, più preoccupato di allungare la propria «luna di miele» con gli elettori che di fare scelte, forse anche difficili, ma davvero utili per il Paese;
mentre il Governo impone pesanti sacrifici al Paese in termini di tagli alla spesa pubblica, toccando specialmente gli enti locali con un nuovo patto di stabilità ancor più oneroso, sarebbe, invece, opportuna una riduzione dei costi selettiva, eliminando le spese non produttive e la duplicazione degli enti, iniziando proprio dalle province -:
se non intenda chiarire quale sia l'esatto orientamento del Ministro interrogato su tale questione, in particolare in relazione alle dichiarazioni rese sull'argomento dal Presidente del Consiglio dei ministri.
(3-00087)

COTA, LUCIANO DUSSIN, DAL LAGO, REGUZZONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOGLIATO, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIDONI, GIBELLI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LUSSANA, MACCANTI, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SALVINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
gli sbarchi sull'isola di Lampedusa e le intercettazioni in alto mare di imbarcazioni precarie adibite al trasporto di

migranti clandestini diretti verso l'Italia non accennano a diminuire e sono, anzi, causa di crescente allarme sociale;
con gli ultimi arrivi del 14 luglio 2008, la situazione dell'isola è al limite della saturazione: nel centro di prima accoglienza si è toccato il picco di 1.300 persone;
il Governo ha negoziato in passato, anche recentemente, intese con alcuni Stati sorgente dei flussi di migranti clandestini diretti verso il nostro Paese, per stabilire forme di collaborazione bilaterale nella repressione del fenomeno;
su questo fronte è impegnata, con proprie iniziative ed operazioni, come la Nautilus 2008, anche l'agenzia europea Frontex;
il modo più efficace di arrestare i flussi è finora quello sperimentato con successo in Albania, che prevede il pattugliamento congiunto delle acque territoriali e la sorveglianza delle coste degli Stati sorgente -:
quale sia lo stato di avanzamento delle trattative avviate con i Paesi rivieraschi del Mediterraneo al fine di stroncare sul nascere i flussi migratori illegali diretti verso l'Italia, nonché lo stato della cooperazione operativa tra le missioni di sorveglianza delle acque mediterranee intraprese dal nostro Paese e quelle coordinate dall'agenzia Frontex, anche in considerazione delle ingenti risorse che tale agenzia riceve dagli Stati membri dell'Unione europea.
(3-00088)

Interrogazioni a risposta scritta:

CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
così come si evince dall'articolo pubblicato sul quotidiano Il Corriere del Mezzogiorno, il giorno martedì 4 luglio 2006, sembrerebbe che, nel corso dell'avvicendamento alla direzione sanitaria dell'Ospedale «San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona» tra Antonio Giordano ed Andrea De Stefano, il Direttore Generale del predetto ospedale, il Professor Francesco Tancredi, avrebbe affermato: «Le difficoltà di questa città e di questo territorio rendono complicato se non impossibile un risanamento dell'ospedale; i fatti di quest'ultimo periodo non sono certo simpatici né amichevoli. Inoltre, non è possibile che una struttura come questa possa essere gestita in conflitto con le istituzioni locali. Se queste vogliono occupare l'ospedale che lo facciano. Io difendo il Ruggi e non certo il mio posto...»;
da quanto si evince dal predetto articolo, sembrerebbe che il Professor Francesco Tancredi, in merito alla scelta del nuovo direttore sanitario, abbia affermato testualmente: «Ho avuto una sola richiesta che non ho ascoltato come peraltro è nel mio stile. Forse questo mi costerà qualcosa ma non importa. De Stefano viene da un ospedale difficile, di frontiera, per certi versi assimilabile a questo. In quell'area la camorra è esterna, qui in parte interna. In quella zona gli attentati venivano da fuori, qui da dentro. Il suo lavoro non sarà certo tranquillo...»;
così come si evince dall'articolo pubblicato sul quotidiano Il Mattino, il giorno martedì 4 luglio 2006, sembra che il Professor Tancredi citi episodi inquietanti affermando testualmente: «Incendi, tagli di cavi, apparecchi che ogni fine settimana vengono messi fuori uso. Questa è camorra interna. Sono incidenti creati anche artificiosamente. C'è una serie di intimidazioni...» -:
se siano state avviate indagini in relazione ai fatti esposti in premessa.
(4-00667)

CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto si evince dagli organi di stampa, sembrerebbe che anonimi avrebbero minacciato il consigliere comunale di Roscigno, maresciallo della Guardia di Finanza Pino Palmieri;

le minacce si sarebbero perpetrate via web e precisamente su un forum ospitato in un sito internet informativo degli Alburni che permette ai lettori di commentare ciò che viene messo on-line. In questo forum alcuni anonimi avrebbero scritto un post nel quale minacciavano il consigliere comunale di Alleanza Nazionale Palmieri con la seguente frase: «Pino Palmieri attento. Ti faremo la festa»;
secondo quanto si evince dagli organi di stampa, sembrerebbe che le minacce siano pervenute in seguito ad una battaglia politica portata avanti dalla sezione «Fratelli d'Italia» di Alleanza Nazionale, per evitare che vada avanti il progetto dell'Asl Sa3 di accorpamento delle varie guardie mediche, fra le quali c'è quella del comune di Roscigno;
secondo quanto riportato dalla stampa, sembra che il predetto episodio non sia isolato in quanto, già questa estate, pare che un terreno di proprietà della famiglia del maresciallo Palmieri sia stato incendiato ad opera di ignoti -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se corrispondenti al vero, quali urgenti iniziative di propria competenza intenda adottare.
(4-00671)

CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Comune di Torchiara è composto da otto consiglieri più il Sindaco di maggioranza e da quattro consiglieri comunali di minoranza;
dal mese di gennaio del 2007 tre consiglieri di minoranza del Comune di Torchiara hanno chiesto la revoca del loro rappresentante presso la comunità montana Alento Monte Stella, in quanto non si sentono più rappresentati politicamente dall'attuale delegato della minoranza il consigliere Di Bartolomeo;
il Sindaco del Comune di Torchiara, dopo varie diffide al Prefetto di Salerno fatte dai predetti tre consiglieri e volte alla convocazione del Consiglio comunale per la revoca del consigliere Di Bartolomeo, provvedeva alla convocazione del consiglio con all'ordine del giorno la revoca del consigliere Di Bartolomeo;
in tale consiglio è stata deliberata la non revoca del consigliere Di Bartolomeo con il voto dei consiglieri di maggioranza contrariamente a quanto previsto dalla legge (utilizzo del voto limitato);
i tre consiglieri di minoranza hanno dovuto ricorrere al TAR di Salerno per l'annullamento della delibera;
il TAR ha di fatto annullato la delibera di Consiglio specificando che la revoca doveva essere votata soltanto dai consiglieri di minoranza;
i tre consiglieri hanno chiesto quindi di nuovo la convocazione del Consiglio comunale per la revoca del loro rappresentate ma il Sindaco non ha provveduto alla convocazione e quindi i tre consiglieri hanno dovuto ricorrere nuovamente al TAR chiedendo l'ordinanza presidenziale di convocazione del Consiglio comunale per la revoca del proprio rappresentante;
il TAR ha emesso l'ordinanza a favore dei tre consiglieri e la stessa è stata notificata al Sindaco di Torchiara ed al Prefetto di Salerno;
a tutt'oggi ancora non è stato possibile svolgere il Consiglio per la revoca del rappresentante della minoranza e infatti il Sindaco e la sua maggioranza hanno più volte rinviato l'argomento facendo mancare il numero legale;
il Prefetto di Salerno, a tutela dei tre consiglieri di minoranza, provvedeva ad inviare un Commissario ad acta per provvedere a convocare il consiglio Comunale con all'ordine del giorno la revoca del consigliere della minoranza per il giorno 17 dicembre 2007;

il giorno 17 dicembre 2007 però non è stato posto in votazione l'argomento in quanto la maggioranza consiliare ha fatto mancare il numero legale -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se gli stessi corrispondono al vero, quali iniziative di propria competenza intenda adottare ed in particolare se non ritenga opportuno valutare l'ipotesi di sciogliere il consiglio comunale di Torchiara per gravi inadempienze, non avendo ottemperato alle disposizioni del TAR e del Prefetto di Salerno.
(4-00672)

CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 28 novembre 2007 i consiglieri di maggioranza della comunità montana Alento Monte Stella hanno sottoscritto una mozione di sfiducia costruttiva contro il presidente della comunità montana;
la mozione era sottoscritta da 27 consiglieri;
facendo seguito alla mozione il presidente dell'ente comunità montana Alento Monte Stella, signor Michele Apolito, ha provveduto alla convocazione del consiglio generale con l'ordine del giorno «mozione di sfiducia costruttiva presentata il 28 novembre 2007» per i giorni 14 dicembre 2007 in prima convocazione e 15 dicembre 2007 in seconda convocazione;
in data 10 dicembre 2007 perveniva alla presidenza la nota Prot. 23928 del Comune di Castellabate con la quale si comunicava la revoca, immediatamente esecutiva, da rappresentante della minoranza consiliare del consigliere Cannalonga Rosetta, che aveva sottoscritto la predetta mozione di sfiducia, a seguito di richiesta del proprio gruppo di appartenenza;
poiché ai fini della legittimità della mozione di sfiducia occorre la maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati (nel caso in specie 27 su 53) la quale, ai sensi dell'articolo 9 dello Statuto, deve sussistere fino al momento della data in cui dovrà essere tenuto il consiglio generale (14 e 15 dicembre), atteso che la consigliera Rosetta Cannalonga era stata revocata, preso atto che la revoca faceva venir meno la maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati firmatari della mozione, il presidente Apolito dichiarava inammissibile la mozione di sfiducia per causa sopravvenuta e contestualmente disponeva la revoca della convocazione del Consiglio generale del 14 e 15 di dicembre;
nell'atto di revoca veniva disposta la sospensione degli avvisi di convocazione ed a seguito di ciò alcuni consiglieri non hanno mai ricevuto la notifica dell'avviso di convocazione per il giorno 14 dicembre 2007;
a seguito di ricorso al TAR di alcuni consiglieri, la revoca dell'avviso di convocazione viene sospesa dal TAR stesso; tale circostanza viene comunicata alla comunità montana a mezzo fax che risulta pervenuto dopo le ore 13,30 del 14 dicembre 2007, ma mai notificato né al presidente né ad altri funzionari della comunità;
non vi è stato, tra l'altro, il tempo materiale per notificare il detto provvedimento a tutti i consiglieri e, soprattutto, non è stato possibile notificare lo stesso ai consiglieri che non avevano ricevuto la convocazione del consiglio del 14 dicembre 2007 anche perché non vi erano nemmeno le 24 ore previste per l'urgenza;
il giorno 14 dicembre 2007 non si è tenuto il consiglio generale in prima convocazione ovvero non vi è stato verbale di diserzione ma il Prefetto, non tenendo conto di tutto quanto sopra né dei tempi tecnici necessari ad aderire all'ordinanza del TAR, con una nota inoltrata ai Carabinieri della stazione di Torchiara (Salerno) in data 15 dicembre 2007, nel pomeriggio, «invitava» il presidente a tenere il consiglio in seconda convocazione così come stabilito nel provvedimento di convocazione iniziale;
tale nota, peraltro, essendo di sabato prevista la chiusura degli uffici della comunità montana, non è mai pervenuta al

presidente ed infatti la stessa nota è stata notificata dai Carabinieri della stazione di Torchiara alle ore 21,30 del 15 dicembre 2007 al direttore generale dell'ente dottor Mari Tiso;
tale nota, però, è stata artatamente utilizzata dai componenti della fazione politica avversa: infatti, questi reiterando un comportamento già tenuto in precedenza (per il quale è stata presentata una querela denuncia innanzi ai Carabinieri di Ogliastro Cilento in data 7 novembre 2007) hanno ritenuto di convocare loro stessi, senza alcun diritto ed autorizzazione, una seduta di consiglio e pare che siano entrati nei locali dell'ente comunità montana senza alcuna autorizzazione;
a questa seduta erano presenti i Carabinieri della stazione di Torchiara;
a questa seduta non hanno preso parte i consiglieri dell'attuale maggioranza in quanto essi non hanno mai ricevuto una convocazione ufficiale ed alla stessa seduta non ha preso parte neanche il segretario generale dell'ente comunità montana in quanto anch'egli non è stato raggiunto da convocazione ufficiale;
alla predetta seduta i consiglieri presenti hanno nominato presidente il signor Pietro Lisi e sono state conferite tutte le cariche politiche del caso;
il signor Pietro Lisi ha convocato infine alle ore 22,30 dello stesso giorno, il dipendente Lucibello Francesco ed ha preteso da questi la consegna delle chiavi, consegna che pare sia avvenuta a seguito di un ordine di servizio scrittogli dal Lisi nonostante fosse stato diffidato dal presidente in carica dell'ente Apolito;
dei fatti sopra esposti sono a perfetta conoscenza i Carabinieri di Torchiara i quali hanno presenziato dall'inizio alla fine alla vicenda;
il presidente della comunità montana Apolito inoltrava alla stazione dei Carabinieri di Agropoli un esposto nel quale denunciava i fatti sopra esposti;
il giorno seguente, in data 16 dicembre 2007, i consiglieri che si erano autoconvocati al predetto consiglio del giorno 15 dicembre 2007 hanno tenuto addirittura una riunione di giunta esecutiva e nella mattinata di lunedì 17 dicembre 2007, alla presenza di sei pattuglie dei Carabinieri si sono ripresentati presso la sede della comunità montana per prendere possesso degli incarichi che arbitrariamente si erano conferiti;
inoltre, pare che siano state cambiate tutte le chiavi dell'ente ed il presidente Apolito non può, da allora, accedere alla sua stanza perché presidiata a turno dai consiglieri di minoranza e quindi è impossibilitato a prendere possesso della propria documentazione;
dei fatti su citati, come già premesso, il presidente Apolito sporgeva querela denuncia al Tribunale di Vallo della Lucania per tramite del comando stazione Carabinieri di Agropoli, al Ministro dell'interno, al Ministro di grazia e giustizia e al signor Prefetto di Salerno;
sembrerebbe che nel predetto esposto a firma del Presidente Apolito, quest'ultimo abbia denunciato al Ministro dell'interno il comportamento del Prefetto di Salerno che, in più di un'occasione, pare abbia assunto un comportamento non paritario nei confronti dei due schieramenti politici, intervenendo in modo determinante nella vicenda a favore dello schieramento politico avverso al presidente Apolito;
Apolito, nell'esposto inviato al Ministro, lamenta numerosi atti che dimostrano questo comportamento non paritario, ad iniziare dalla decisione del Prefetto di non intervenire, sebbene richiesto, allorché nel maggio 2006 la coalizione politica che sosteneva il Presidente Apolito presentò una mozione di sfiducia costruttiva firmata da 27 componenti (ai sensi dell'articolo 19 dello Statuto) e tale mozione fu dichiarata inammissibile senza alcuna articolata motivazione dall'allora presidente Vassallo; il Prefetto ritenne, allora, di non intervenire riconoscendo

legittima la dichiarazione di non ammissibilità della mozione che vedeva il consigliere Della Pepa Giuseppe candidato presidente;
lo stesso Prefetto, però, in quest'ultimo caso non ha tenuto lo stesso comportamento nei confronti della mozione di sfiducia presentata contro il presidente Apolito nel 2007, in quanto non ha tenuto conto di un articolato provvedimento di inammissibilità, dichiarando che dovesse essere il consiglio generale a valutare l'ammissibilità o meno della mozione di sfiducia e di conseguenza nominando un Commissario ad acta per la convocazione del consiglio;
dall'esposto citato, che è stato già inoltrato al Ministero dell'interno, si evincono altri fatti che attestano la disparità di trattamento del Prefetto nei confronti delle forze politiche che compongono il consiglio della comunità montana -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se gli stessi corrispondono al vero, quali iniziative di propria competenza intenda adottare ed in particolare se non ritenga opportuno valutare se l'operato del Prefetto di Salerno nel corso della vicenda esposta sia conforme alla normativa vigente.
(4-00673)

CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da quanto si evince dall'articolo pubblicato sul quotidiano Il Salernitano, datato martedì 7 novembre 2006, il Sindaco di Nocera Inferiore, Signor Antonio Romano, avrebbe paventato una fuga di notizie dagli uffici giudiziari riguardanti l'inchiesta sul sito di stoccaggio dei rifiuti di Codola, poiché riferisce di aver visto aver visto alcuni manifesti affissi dal predetto «Comitato a difesa di Codola», nei quali si metteva in risalto un possibile rischio di sequestro del predetto sito di stoccaggio dei rifiuti da parte del NOE, ed avrebbe testualmente affermato: «...Temo ci sia qualche puparo che utilizzi gli uffici giudiziari per fare politica...»;
da quanto si evince dall'articolo apparso sul quotidiano La città di Salerno, datato martedì 7 novembre 2006, sulla medesima vicenda, sembra che il Sindaco Romano abbia testualmente affermato: «...Qualche puparo per colpire me politicamente, perché è bene ricordare che siamo già in campagna elettorale, muove dall'alto i fili facendo ricorso a personali conoscenze...»;
nel testo dell'articolo pubblicato sul quotidiano Il Salernitano, datato martedì 7 novembre 2006, «si afferma quanto segue: «... il motivo della dura reazione del primo cittadino ...è dovuto al modo in cui il Comitato ha operato affiggendo manifesti e facendo ipotizzare una fuga di notizie dagli uffici giudiziari...»;
secondo quanto si evince dall'articolo pubblicato sul quotidiano Il Mattino, datato martedì 7 novembre 2006, il Sindaco Romano ha testualmente affermato: «...Con grande rammarico prendo atto che notizie coperte dal segreto istruttorio vengono utilizzate in maniera strumentale e mi sembra che ci siano tutti i presupposti per un approfondimento in sede giudiziaria. La fuga di notizie coperte da segreto istruttorio è un reato perseguibile e spero sia presto oggetto di indagine...»;
secondo quanto testualmente affermato dal Sindaco Antonio Romano, pare che «... questo è un modo di fare politica strumentale che non posso accettare e consentire. Temo che ci sia qualcuno che utilizzi le indagini di questo caso appunto per fare politica...» -:
se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa che, se fossero veri, adombrerebbero l'ipotesi di «deviazioni» di appartenenti alle Forze dell'Ordine o della Magistratura, e quali iniziative di propria competenza intendano promuovere sulla vicenda.
(4-00674)

CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
le farmacie appartenenti all'ASL Salerno 3 hanno maturato crediti verso la stessa per 3 mensilità del 2005 per le 5 mensilità del 2006, pari a circa 32 milioni di euro;
attualmente, i farmacisti sarebbero fortemente esposti con gli istituti di credito e sarebbero debitori di somme enormi e di altrettanti interessi e hanno dovuto procedere all'attivazione di decreti ingiuntivi nei confronti della stessa ASL SA 3;
sembrerebbe che la ASL SA 3 non abbia mai soddisfatto i crediti delle farmacie e pare che il direttore generale abbia subordinato il pagamento delle spettanze dovute ai farmacisti al ritiro dei decreti ingiuntivi, alla rinuncia degli interessi ed al fatto che le spese legali derivanti dagli stessi fossero a carico dei farmacisti -:
quali soluzioni abbia allo studio il Governo, nell'ambito del piano di rientro della regione Campania, dal deficit della sanità affinché i farmacisti possano ottenere i dovuti rimborsi in tempi accettabili.
(4-00677)

CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
da quanto si evince da un comunicato della Segreteria Nazionale del COISP - Coordinamento per l'indipendenza sindacale delle forze di polizia, inviato via mail anche al sottoscritto interrogante, sembrerebbe che sia stato bandito un appalto per la gestione delle mense della Polizia di Stato a livello nazionale;
sembrerebbe che tale appalto sia stato aggiudicato ad «...una società di Pechino, con sede legale e commerciale a Shangai, la quale a partire dal giorno 1o aprile, provvederà a deliziare i palati dei poliziotti che usufruiranno del servizio di refezione in tante mense della Polizia di Stato, per poi assoggettarle tutte entro qualche mese...»;
nel testo del comunicato si fa riferimento, con viva preoccupazione, all'esiguo costo del singolo pasto proposto dalla ditta vincitrice dell'appalto mettendolo in relazione alla relativa e dubbia qualità dello stesso; in particolare si afferma quanto segue: «... La cosa più angosciante è che la società in questione è riuscita ad aggiudicarsi un simile appalto proponendo al Dipartimento un prezzo ridicolo di 0,90 centesimi di euro a persona per pasto consumato, a fronte dei 5 euro circa richiesti dalle altre aziende gareggianti. Va da sé che una domanda sorge spontanea: cosa mangeranno i poliziotti durante la pausa pranzo?...»;
dal comunicato si apprende che «...i cinesi hanno comunque garantito il rispetto delle tradizioni etico alimentari italiane, che non prevedono il consumo di carni di animali cosiddetti domestici o di roditori quali scoiattoli e ratti: di contro però pongono come unica condizione la gestione esclusiva delle cucine da parte di cuochi con gli occhi a mandorla, e la provenienza degli alimenti unicamente da paesi orientali quali Cina, Sry Lanka, Filippine, Taiwan, Vietnam ed, inspiegabilmente, anche Corea del Nord...»;
sembrerebbe che ai dipendenti della ditta cinese in questione sia stata garantita contrattualmente «...una copertura assicurativa in caso di assenze dal lavoro dovute a malesseri per la poca familiarità con le pietanze orientali...»;
nel comunicato si esprimono forti dubbi circa «...l'adozione da parte di una ditta di Pechino del sistema HACCP (Hazard Analysis Critical Control Points) e delle altre procedure obbligatorie per garantire il rispetto della normativa sulla

sanificazione degli ambienti di ristorazione, nonché sull'importazione di carni animali...» -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se corrispondenti al vero, quali iniziative di propria competenza intenda adottare;
se sia opportuno e sicuro dal punto di vista sanitario affidare il servizio di gestione delle mense della Polizia di Stato proprio ad una ditta proveniente da un area notoriamente affetta da influenza aviaria e che si fornisce degli alimenti da altrettante zone orientali con gli stessi problemi sanitari;
tenuto conto dell'esiguo prezzo per singolo pasto proposto dalla ditta vincitrice dell'appalto e dei conseguenti dubbi relativi alla qualità degli stessi prodotti utilizzati, quale iniziativa di propria competenza intenda adottare per garantire un controllo sui pasti somministrati alle mense della Polizia di Stato.
(4-00679)

CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da quanto si evince dall'articolo pubblicato sul quotidiano Il Mattino, datato 12 aprile 2007, sembrerebbe che sia stato perpetrato un atto vandalico ai danni del circolo di Alleanza Nazionale «Carlo Favella» di Sarno, in provincia di Salerno;
da quanto affermato nel testo dell'articolo sembra che «... una stella a cinque punte è stata disegnata sulla serranda di accesso al circolo "Carlo Favella" e la targa con il simbolo del partito fatta a pezzi all'esterno della sede di Via Piave...»;
l'episodio appena descritto rientra nel novero dei tanti atti vandalici denunciati dagli esponenti di A.N. della provincia di Salerno tesi a sottolineare quanto sia preoccupante il loro costante susseguirsi nel tempo;
la presente interrogazione è la terza inoltrata dal sottoscritto interrogante quest'anno al Governo e tende ancora una volta a sottolineare e stigmatizzare costanti atti vandalici ai danni di strutture legate ad Alleanza Nazionale a Salerno e minacce ad esponenti politici dello stesso partito;
in un arco di tempo brevissimo, e precisamente dal settembre dell'anno 2006 ad oggi, sono già cinque gli episodi relativi a minacce e ad atti vandalici perpetrati ai danni di Alleanza Nazionale ed Azione Giovani di Salerno -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se corrispondenti al vero, quali iniziative di propria competenza intenda adottare.
(4-00681)

CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da quanto si evince da articoli di stampa pubblicati in data 3 marzo 2007, in data venerdì 2 marzo 2007 sembrerebbe che ignoti abbiano imbrattato la targa della Presidenza provinciale di Alleanza Nazionale di Salerno esposta all'esterno del palazzo di Via Roma n. 28;
secondo quanto affermato dal Presidente di Azione Giovani di Salerno, movimento giovanile di Alleanza Nazionale, la targa è stata imbrattata da «...una stella a cinque punte e dalla scritta "Ebrei"...»;
secondo quanto dichiarato dal Presidente Provinciale di Azione Giovanile Antonio Iannone, e secondo quanto riportato dagli articoli allegati, «...non è la prima volta che l'organizzazione giovanile di Alleanza Nazionale diventa destinataria di atti vandalici ed intimidatori: la mia stessa persona in data 14 settembre 2006 è stata oggetto di minaccia aggravata in seguito al ritrovamento, davanti all'ingresso della Presidenza provinciale del partito, di una scatola contenente la mia foto, quella del compianto militante missino Carlo Favella e un coltello...»;
a conferma del fatto che le Presidenze di Azione Giovani e di Alleanza Nazionale in provincia di Salerno sono,

con preoccupante costanza, oggetto di minacce e di atti vandalici vi è il dato che dall'ultimo episodio menzionato dal Presidente di Azione Giovanile di Salerno Antonio Iannone, verificatosi nel settembre dell'anno 2006, e l'episodio avvenuto in data venerdì 2 marzo 2007 sono passati soltanto sei mesi;
nello stesso breve arco di tempo si sono verificati altri due episodi simili, ad evidente matrice politica, oggetto di altre due interrogazioni del sottoscritto interrogante: la n. 4-00337 e la n. 4-02552; entrambi gli atti di sindacato ispettivo citati hanno ad oggetto minacce ed atti vandalici perpetrate nei confronti di esponenti di Alleanza Nazionale e di Azione Giovani della provincia di Salerno e verificatesi nelle città di Minori e Scafati -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se corrispondenti al vero, se disponga di elementi informativi utili a fare piena luce sul fatto specifico e quali iniziative di propria competenza intenda adottare affinché si possano prevenire e limitare, sempre con maggiore efficienza, simili episodi e minacce messe in atto da criminali desiderosi di tramutare il dibattito politico in mero scontro violento tra fazioni opposte, così come avveniva nel corso dei cosiddetti «anni di piombo».
(4-00683)

HOLZMANN. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 36 per cento dei reati commessi in Italia è opera di immigrati e costoro rappresentano meno del 5 per cento della popolazione;
ne consegue che la «propensione» a delinquere degli immigrati è enormemente superiore a quella dei cittadini italiani e ciò causa malessere nell'opinione pubblica, situazioni di vera e propria invivibilità in alcuni quartieri, come, ad esempio, a Padova, Torino, Milano e Roma, oltre a elevati costi sociali per processare e detenere i responsabili -:
se il Ministero abbia già provveduto ad effettuare uno studio per valutare i costi sociali dell'immigrazione, tenuto conto dell'assegnazione di sussidi, anche da parte di enti locali ed associazioni ONLUS, finanziate da denaro pubblico, e abitazioni popolari;
se si sia valutata l'ipotesi di introdurre nuove norme nei confronti degli immigrati che commettono reati in Italia, al fine di facilitarne l'allontanamento coatto, con l'inasprimento di sanzioni verso coloro che non ottemperano all'ordine di rientro nel paese d'origine.
(4-00690)

HOLZMANN. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la situazione dei rifiuti a Napoli, a Caserta ed in altre località della Campania, costituisce una emergenza nazionale che ci fa vergognare di essere italiani;
la stampa mondiale ha dato e da ampio risalto alle conseguenze di un malgoverno che si protrae da decenni e che ha determinato una situazione grottesca e paradossale con i rifiuti che, nella migliore delle ipotesi, sono trasportati in Germania dove vengono inceneriti, con costi elevatissimi per le finanze locali;
da circa un anno i rifiuti solidi urbani vengono abbandonati sulle strade ed hanno raggiunto una quantità tale da creare delle situazioni simili a ciò che purtroppo accade nei paesi terzomondisti;
la nomina di vari commissari straordinari non ha dato i frutti sperati e le telecamere delle TV di tutto il mondo documentano quotidianamente il livello d'indecenza raggiunto a Napoli;

il pericolo di epidemie, la difficoltà di numerosi genitori nel portare i propri figli a scuola, lo stato di difficoltà di decine di migliaia di famiglie costrette a convivere con montagne di rifiuti maleodoranti sotto le finestre, dovrebbe indurre le autorità locali a dimettersi per manifesta incapacità nella gestione di un problema, come quello dello smaltimento dei rifiuti, risolto assai meglio anche nei paesi più poveri del pianeta;
recentemente il Presidente della Repubblica ed il Presidente del Consiglio dei ministri hanno avuto parole dure nei confronti della situazione che ora rischia d'esplodere e di diventare incontrollabile -:
quali siano i tempi per la realizzazione degli impianti necessari allo smaltimento dei rifiuti;
se i Ministri interrogati non intendano quantificare i danni economici derivanti da tale situazione, specificando anche i costi derivanti dal trasferimento dei rifiuti all'estero e dalla forzata immobilità del personale addetto alla pulizia delle strade, pagato dalle amministrazioni senza tuttavia aver potuto svolgere le proprie mansioni;
chi si farà carico di risarcire l'erario per i danni subiti dalle pubbliche amministrazioni;
se siano già state operate le debite segnalazioni all'Autorità giudiziaria affinché si possa procedere all'individuazione dei responsabili.
(4-00691)

...

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

CAZZOLA e ANTONINO FOTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la legge 24 febbraio 2005, n. 34, e il decreto legislativo 28 giugno 2005, n. 139, di attuazione, hanno istituito, dal 1o gennaio 2008, l'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili che ha unificato l'Ordine dei dottori commercialisti e l'Ordine dei ragionieri e periti commerciali;
il legislatore del 2005 aveva auspicato l'unificazione della Cassa nazionale di previdenza e assistenza a favore dei dottori commercialisti e della Cassa nazionale di previdenza e assistenza a favore dei ragionieri e periti commerciali, istituite per la tutela previdenziale e assistenziale obbligatoria, rispettivamente, dei dottori commercialisti e dei ragionieri e periti commerciali, delegando il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi recanti misure volte a sostenere l'iniziativa dei competenti organi di amministrazione delle Casse finalizzata all'unificazione (articolo 4 della legge n. 34);
il termine previsto per l'adozione dei decreti legislativi è spirato in data 31 marzo 2007 senza che il Governo esercitasse la delega, a causa della mancata adozione, da parte dei competenti Organi delle due Casse, di un progetto di unificazione;
l'avvenuta unificazione degli Ordini e la mancata unificazione delle Casse ha prodotto la situazione paradossale di un unico Ordine professionale con due Casse di previdenza obbligatoria;
l'articolo 1, comma 36, della legge 23 agosto 2004, n. 243 (legge Maroni), ha previsto la possibilità, per gli enti di diritto privato di cui ai decreti legislativi 30 giugno 1994, n. 509, e 10 febbraio 1996, n. 103, di accorparsi fra loro, nonché di includere altre categorie professionali similari di nuova istituzione che dovessero risultare prive di una protezione previdenziale pensionistica;
l'azione del Parlamento e del Governo è stata quindi ispirata dalla consapevolezza della necessità di non consentire la nascita di nuove Casse di previdenza

per i liberi professionisti e di favorire, al contrario, l'aggregazione di quelle già esistenti;
tale consapevolezza è stata condivisa dalla Commissione parlamentare di controllo sulle attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale che, nel Rapporto sugli enti previdenziali pubblici e privati del 2006, ha individuato nelle caratteristiche della monocategorialità e della ristrettezza della popolazione amministrata i maggiori rischi di tenuta del sistema;
la situazione determinatasi in materia previdenziale per l'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili è quindi in contrasto con le iniziative politiche adottate in passato da questa maggioranza e genera incertezza sul futuro previdenziale e sugli obblighi contributivi degli iscritti al nuovo Ordine del 1o gennaio 2008;
le due Casse, nel corso del confronto finalizzato a verificare i presupposti per la redazione di un progetto di unificazione hanno ciascuna espresso valutazioni assolutamente differenti sulle prospettive di equilibrio a lungo termine dell'altra Cassa -:
se risulti che, nel corso del confronto, la Cassa ragionieri abbia avanzato la proposta di scambio delle rispettive basi dati, ai fini della verifica delle prospettive di lungo periodo di entrambe le Casse e che la Cassa dottori commercialisti abbia espresso un diverso avviso; che anche la proposta della Cassa ragionieri di nomina di un soggetto terzo, un advisor autorevole e competente, scelto di comune accordo, cui affidare la verifica dei bilanci e dei bilanci tecnici delle due Casse o, meglio, di affidamento all'allora Ministero del lavoro e della previdenza sociale, organo politico e tecnico che esercita anche le funzioni di vigilanza sugli enti previdenziali, sia stata rifiutata dalla Cassa dottori; e che entrambe le proposte siano state portate a conoscenza del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali;
se risulti altresì al Governo che l'analisi dei bilanci tecnici delle due Casse evidenzia la necessità, per la Cassa dottori commercialisti, di utilizzare i contributi di tutti i nuovi iscritti per mantenere l'equilibrio di lungo periodo, ponendo in tal modo una seria ipoteca sulla possibilità di garantire, ai nuovi iscritti, prestazioni pensionistiche adeguate; mentre, al contrario, la Cassa ragionieri ha adottato una riforma che consente di accantonare, a favore dei giovani iscritti, tutti i contributi che gli stessi versano;
se il Governo non intenda assumere un ruolo attivo nel confronto fra le due Casse per giungere alla condivisione delle rispettive prospettive di lungo periodo e sgombrare così la strada per l'avvio del confronto finalizzato alla redazione di un progetto di unificazione;
se, in mancanza di un accordo fra le due Casse per una concreta valutazione delle rispettive prospettive di lungo periodo, il Governo non intenda esercitare il potere sostitutivo previsto dalla legge, mediante la nomina di commissari ad acta per il completamento dell'operazione di valutazione;
se, infine, finché perdura l'esistenza di due Casse distinte nonostante l'istituzione di un unico Albo, non ritenga di adottare iniziative per consentire ai nuovi professionisti di iscriversi, a propria scelta, a una delle due Casse, considerando che sembra improponibile la pretesa di far iscrivere i nuovi professionisti alla sola Cassa dei dottori commercialisti.
(5-00222)

Interrogazioni a risposta scritta:

FEDRIGA, CAPARINI, BONINO e MUNERATO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 127 del 2007 prevede un sostegno ai titolari di pensione basse. Quindi, una volta l'anno, i pensionati

aventi diritto ricevono insieme alla pensione una somma aggiuntiva non tassata, la cosiddetta quattordicesima;
i requisiti per ottenere il predetto contributo sono età pari o superiore a 64 anni e un reddito personale non superiore a 8.604,84 euro all'anno, dunque una fascia di cittadinanza considerata «debole»;
per l'anno 2008, la quattordicesima doveva essere erogata con la pensione di luglio;
risulta agli interroganti che, su un totale di 3.209.030 cittadini aventi diritto alla quattordicesima, sono stati pagati solo 2.367.734 assegni; dunque 842.096 pensionati stanno ancora aspettando e, di questi, più di 15 mila solo nella regione Friuli-Venezia Giulia;
l'Inps ha dichiarato che tutti gli assegni rimasti in sospeso saranno pagati ad agosto, dunque confermando il ritardo di cui sopra -:
se ed in quale misura il Governo intenda intervenire al fine di assicurare quanto dichiarato dall'Inps ed affinché non avvengano più questi ritardi che condizionano gravemente i bilanci familiari, specialmente quelli più bassi, considerata anche la diminuzione del potere d'acquisto e la grave situazione delle famiglie già fortemente provate dalla situazione lasciata in eredità dal precedente Governo.
(4-00647)

CIRIELLI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in data 17 maggio 2006, il presidente dell'Unione Italiana Ciechi di Salerno, Vincenzo Massa, ha portato a conoscenza degli organi competenti per materia la grave situazione occupazionale dei centralinisti non vedenti della Provincia di Salerno;
pare che la predetta U.I.C., nella zona di Salerno, non riesca ad ottenere alcun avviamento al lavoro per i suoi iscritti a causa delle «... resistenze inaudite da parte degli Enti e delle aziende locali che, usufruendo dell'assenza di controllo ispettivo da parte dell'Ufficio del Ministero competente, riescono ad eludere ed evadere gli obblighi della legge n. 113/85 riuscendo a compiere anche trasformazione degli impianti telefonici pur di non assumere un non vedente...»;
secondo quanto testualmente affermato dal presidente dell'U.I.C. di Salerno, Vincenzo Massa, pare che «... questo sia un episodio tipicamente salernitano...»; infatti pare che molti non vedenti appartenenti alla U.I.C., ed in condizioni economiche disperate, siano stati costretti a trasferirsi, in buona parte, in Toscana e in Abruzzo dove, secondo quanto affermato testualmente dal presidente Massa, «... ricevono dopo pochi giorni regolare avvio al lavoro secondo quanto previsto dalla legge...» -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se corrispondenti al vero, quali iniziative di propria competenza intenda adottare.
(4-00666)

CIRIELLI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
con l'interrogazione n. 4/00882 presentata dall'interrogante nella seduta del 2 agosto 2006, si dava conto della denuncia, effettuata in sede di consiglio comunale, di presunti episodi di mobbing avvenuti nei confronti di alcuni dipendenti del Comune di Mercato San Severino;
si faceva in particolare riferimento alle affermazioni del consigliere Figliamondi, che, nel corso della seduta del 21 giugno 2006, presentava una relazione, allegata al resoconto della seduta citata.
il Ministro pro tempore nella risposta all'interrogazione ha rappresentato che, a seguito degli accertamenti effettuati dalla direzione provinciale del lavoro di Salerno, con riferimento alla posizione del ragionier Vincenzo Ranisi, il Segretario

generale del Comune citato aveva trasmesso alla Prefettura di Salerno una nota riservata nella quale segnalava l'emergere di situazioni tali da ritenere «fondati presupposti che determinano una chiara incompatibilità ambientale del dipendente» e che comunque non erano emersi profili di mobbing;
a quel che consta all'interrogante, la documentazione presa in considerazione al fine di trarre le conclusioni riportate dal Ministro in risposta all'atto di sindacato ispettivo sopra citato, risulta parziale posto che gli atti acquisiti dagli ispettori sarebbero esclusivamente quelli forniti dal medesimo Segretario generale, mentre, né il dipendente oggetto di presunto mobbing, ragionier Ranisi, né il consigliere comunale Figliamondi, che aveva presentato la citata relazione, sarebbero stati sentiti, nonostante il ragionier Ranisi abbia effettuato una diretta richiesta in tal senso, inoltrata formalmente il 31 ottobre 2006 -:
se sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se intenda disporre una nuova ispezione presso il Comune di Mercato San Severino, per integrare le informazioni e gli elementi documentali assunti nel corso della precedente ispezione, assicurando altresì che i dipendenti che si presumono lesi da episodi di mobbing siano posti nelle condizioni di esporre le proprie ragioni.
(4-00678)

CIRIELLI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da quanto si evince dall'articolo pubblicato sul quotidiano Cronache del Mezzogiorno datato 5 aprile 2007, sembrerebbe che una cronista dello stesso quotidiano sia entrata in uno dei consultori della ASL Salerno 2, fingendosi incinta, per valutare la funzionalità dei servizi erogati;
l'articolo 5 della legge 194 del 1978 così dispone al comma 1: «... Il consultorio e la struttura sociosanitaria, oltre a dover garantire i necessari accertamenti medici, hanno il compito in ogni caso, e specialmente quando la richiesta di interruzione della gravidanza sia motivata dall'incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della gestante, di esaminare con la donna e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna e della persona indicata come padre del concepito, le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto...»;
sembra che nel consultorio del quartiere di Pastena la cronista sia stata accolta da un'ostetrica che non ha provveduto ad assistere la paziente nei modi previsti dall'articolo 5 della legge 194; pare che l'ostetrica non abbia messo a proprio agio la donna né abbia provveduto a tranquillizzarla e che, semplicemente misurandole il battito cardiaco dal polso, le abbia consigliato immediatamente di firmare i documenti per consentirle subito di abortire: il tutto denota mancanza di professionalità e di solidarietà nei confronti della donna che si fingeva spaventata per ciò che le stava accadendo;
pare che l'assistente sociale, col compito di tranquillizzare la paziente e di colloquiare con la stessa con lo scopo anche e se possibile di evitare l'aborto, sia arrivato soltanto dopo la richiesta specifica da parte della paziente stessa e non all'atto della sua accettazione nel consultorio;
da quanto si evince dalla foto pubblicata sullo stesso articolo di stampa e dalla didascalia che la descrive, sembra che, a seguito di richiesta ufficiale di dati statistici inerenti le richieste di aborti presentate in quel consultorio e presentata

ufficialmente dalla redazione del giornale ai sensi di legge della ASL, sia stato consegnato un semplice foglio di carta riportante i dati richiesti, redatto a penna e senza alcuna intestazione ufficiale della struttura sanitaria che ne attesti la veridicità e, pertanto, oggetto di facili e immediate smentite -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se corrispondenti al vero, quali iniziative di propria competenza intenda adottare.
(4-00680)

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PARI OPPORTUNITÀ

Interrogazione a risposta scritta:

HOLZMANN. - Al Ministro per le pari opportunità, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il precedente Ministro per le pari opportunità aveva annunciato la presentazione di un disegno di legge sull'argomento che non risulta mai pervenuto alla commissione relativa -:
quali siano le ragioni per le quali non sia ammesso l'arruolamento di donne all'interno del Corpo militare della Croce Rossa;
se e quali eventuali iniziative abbia in animo di adottare il Ministro per eliminare tale disuguaglianza, considerata la presenza femminile ormai in tutte le Forze Armate;
qualora sia in studio detta ipotesi, quali siano i termini e i tempi del succitato arruolamento.
(4-00650)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XIII Commissione:

ZUCCHI e OLIVERIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
da tempo la provincia di Pavia è stata interessata dal progetto di dismissione dello zuccherificio di Casei Gerola, che occupa 300 lavoratori e al quale si appoggiano 3.500 aziende agricole del territorio pavese e alessandrino, oltre a un migliaio di lavoratori dell'indotto;
tale dismissione è legata alle direttive comunitarie che hanno previsto un dimezzamento della produzione di zucchero in Italia e alla successiva decisione delle quattro società industriali operanti nel settore che hanno stabilito la chiusura di 13 impianti, ivi compreso quello di Casei Gerola;
il 3 luglio 2007 nel corso di un incontro convocato a Milano dal Ministero delle politiche agricole, alla presenza dei rappresentanti delle regioni Lombardia e Piemonte e degli enti locali dei territori interessati, oltre alle organizzazioni sindacali, Italia Zuccheri, proprietaria dello stabilimento di Casei Gerola, ha dichiarato di voler investire in un nuovo impianto produttivo di etanolo da cereali nell'area del comune di Zinasco;
il 10 agosto 2007 è stato siglato un accordo di filiera tra Italia Zuccheri e associazioni agricole, utile anche al fine di poter beneficiare delle sovvenzioni europee garantite per la riconversione degli zuccherifici in impianti per la produzione del bioetanolo;
con grande interesse il mondo agricolo del pavese e dell'alessandrino guarda alla realizzazione di tale impianto che darebbe una definitiva risposta al problema della dismissione dello zuccherificio

di Casei Gerola conducendo a una naturale e auspicata trasformazione della produzione agricola del bacino oltrepadano dalla barbabietola al sorgo, mais e grano nel settore bieticolo/saccarifero e specificamente nei casi di necessaria riconversione dei siti destinati alla produzione di biocarburanti la situazione è aggravata da un momento di stagnazione del processo medesimo;
in molte circostanze sembra che le trattative che debbono trovare soluzioni condivise sia a favore delle riconversioni, sia a tutela dei circa 2.000 lavoratori (diretti e indiretti), attualmente a rischio di cassa integrazione, si sono interrotte;
le rappresentanze sindacali si sono fatte più volte portatrici di queste medesime istanze anche presso il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali;
in data 18 giugno 2008 le stesse organizzazioni sindacali richiedevano la convocazione del tavolo di filiera del comparto saccarifero proprio per valutare lo stato di avanzamento dei progetti di riconversione -:
se e quando il Ministro intenda convocare il tavolo nazionale di confronto sulla filiera bieticolo/saccarifera e come il Ministro intenda procedere per riattivare con forza i processi di riconversione così come citati in premessa.
(5-00218)

DI CATERINA e BECCALOSSI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la Procura della Repubblica di Napoli, titolare delle inchieste sui rifiuti in Campania, ha emesso di recente diversi ordini di sequestro a carico di aziende e alcuni terreni a destinazione agricola, nei quali era stato accertato un illecito smaltimento di rifiuti pericolosi;
in alcuni casi, i suoli sui quali erano stati sversati i rifiuti tossici, sono stati successivamente adibiti alla loro destinazione originaria e quindi nuovamente coltivati;
è evidente che il fenomeno dello sversamento di rifiuti tossici in terreni agricoli costituisce un rilevante pericolo dal punto di vista igienico-sanitario e produttivo, che impone un monitoraggio sullo stato dei suoli, attese anche le nuove tecnologie di controllo messe a punto dal Consiglio nazionale delle ricerche -:
se il Ministro intenda assumere iniziative idonee a salvaguardare le aziende agricole interessate e a stimolare l'insediamento di nuove realtà imprenditoriali legate al mondo agricolo.
(5-00219)

RUVOLO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il 17 ottobre del 2006 il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali in carica, Paolo De Castro annunciava di aver trovato la soluzione al problema della cartolarizzazione dei crediti vantati dall'Inps nei confronti delle aziende agricole attraverso un accordo tra istituti di credito ed i debitori;
obiettivi di tale operazione, per stessa dichiarazione del Ministro, erano principalmente la chiusura dei procedimenti di riscossione coattiva attualmente in corso per i debitori che aderiscono al piano di ristrutturazione, con conseguente cessazione di tutte le problematiche relative alle cause pendenti tra agricoltori ed Inps;
nel marzo del 2007, è stato firmato l'accordo tra Scci Spa, società appositamente creata per i debiti contributivi, e le banche Unicredit e Deutsche Bank;
nell'aprile dello stesso anno veniva firmato l'accordo tra le banche e le quattro maggiori associazioni di categoria: Cia, Confagricoltura, Coldiretti e Copagri, a giugno l'Inps rilasciava più di 88 mila card, ossia il codice con il quale l'azienda accede sul sistema informativo dell'Inps per verificare la propria posizione, a ottobre 2007

sono state raccolte oltre 70 mila manifestazioni di interesse all'operazione da parte delle aziende, per un corrispettivo di oltre 3,4 miliardi di debiti accumulati;
la vicenda dei crediti Inps veniva aggiornata nel marzo scorso con il pagamento di 583,4 milioni di euro da parte di poco meno di 48 mila aziende -:
quale sia alla data di oggi lo stato dell'opera di ristrutturazione, e se l'accordo con gli istituti di credito sia ancora in corso.
(5-00220)

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RAPPORTI CON IL PARLAMENTO

Interrogazione a risposta immediata:

EVANGELISTI, DI PIETRO, DONADI, BARBATO, BORGHESI, CAMBURSANO, CIMADORO, COSTANTINI, DI GIUSEPPE, FAVIA, ANIELLO FORMISANO, GIULIETTI, MESSINA, MISITI, MURA, MONAI, LEOLUCA ORLANDO, PALADINI, PALAGIANO, PALOMBA, PISICCHIO, PORCINO, PIFFARI, PORFIDIA, RAZZI, ROTA, SCILIPOTI e ZAZZERA. - Al Ministro per i rapporti con il Parlamento. - Per sapere - premesso che:
nel nostro ordinamento costituzionale al Parlamento è riservato il potere legislativo, mentre l'iniziativa legislativa del Governo resta vincolata a determinate condizioni, in particolare a quelle di necessità ed urgenza per ciò che concerne i decreti-legge;
negli ultimi anni l'attività legislativa del Parlamento appare sacrificata costantemente all'iniziativa legislativa del Governo, del potere esecutivo -:
se non ritenga di intervenire, nel rispetto delle diverse competenze, affinché nei rapporti tra Governo e Parlamento si ritorni ad una situazione di completo equilibrio dei reciproci ruoli.
(3-00089)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta immediata:

SORO, FLUVI, LULLI, BARETTA, BERSANI, VENTURA, LETTA, SERENI, BRESSA, GIACHETTI, QUARTIANI, CARELLA, CAUSI, CECCUZZI, D'ANTONI, DE MICHELI, FOGLIARDI, GASBARRA, GRAZIANO, LOSACCO, MARCHIGNOLI, PIZZETTI, RIA, SPOSETTI, STRIZZOLO, BENAMATI, CALEARO CIMAN, COLANINNO, FADDA, FRONER, MARCHIONI, PELUFFO, PORTAS, SANGA, SCARPETTI, FEDERICO TESTA, VICO e ZUNINO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il continuo rialzo dei prezzi al consumo sta pesantemente condizionando lo stile di vita della gran parte dei cittadini e delle famiglie italiane, attraverso l'erosione del potere d'acquisto di stipendi, salari e pensioni, situazione che rischia di aggravarsi ulteriormente con l'improvvida decisione del Governo di fissare il tasso di inflazione programmata ad un irrealistico 1,5 per cento per il 2008 e 1,7 per cento per il 2009, a fronte di un dato che l'Istat stima, per il mese di giugno 2008, pari al 3,8;
al contrario, i ripetuti annunci, di stampo eminentemente mediatico, nonché le prime concrete misure adotatte dal Governo non sembrano in grado di produrre effetti reali sul contenimento dei prezzi o, si veda il caso della cosiddetta «Robin Hood tax» sui petrolieri, rischiano di trasferirsi direttamente sul prezzo finale di vendita dei carburanti e, quindi, di

gravare ancora una volta sui consumatori, così come autorevolmente richiamato dal Governatore della Banca d'Italia e dal presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas;
come spesso accade, in coincidenza dell'ultimo fine settimana, periodo in cui si registrano picchi del traffico automobilistico privato, anche in ragione dell'inizio delle ferie estive per molti italiani, si è registrato un ulteriore significativo aumento dei carburanti per autotrazione, che ormai sfiorano un euro e sessanta centesimi al litro, tanto per la benzina che per il gasolio;
come noto, il sistema dei trasporti in Italia è troppo sbilanciato sui mezzi di trasporto su gomma e, quindi, l'aumento del prezzo dei carburanti si traduce, a sua volta, direttamete in un aumento dei prezzi delle derrate alimentari e dei generi di largo consumo, in una spirale in cui a pagare rimangono solo, da una parte, i consumatori e, dall'altra, i produttori. In tale contesto, il Governo ha deciso di ridurre e tagliare i finanziamenti per il trasporto pubblico locale, i pendolari e l'intermobilità gomma-ferro e il trasferimento delle merci dalla strada al trasporto via acqua, come le autostrade del mare -:
quali urgenti misure intenda assumere per sterilizzare ai fini fiscali la crescita dei prezzi della benzina e del gasolio e per prevenire ulteriori aumenti dei prezzi dei carburanti per autotrazione, anche al fine di verificare la piena corrispondenza dei prezzi praticati dalle compagnie petrolifere alle dinamiche di mercato del prezzo del greggio.
(3-00091)

Interrogazioni a risposta scritta:

HOLZMANN. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in provincia di Bolzano la Rai dispone di due reti, definite «terza rete» e «terza rete bis»;
la terza rete bis doveva servire per trasferire i programmi di lingua tedesca e ladina evitando che interrompessero la programmazione nazionale;
invece di rispettare quest'obbligo la Rai ha trasferito la programmazione in lingua italiana sulla terza rete bis che ha una limitata copertura sul territorio, utilizzando la rete principale per i programmi in lingua tedesca e ladina;
in talune zone, la popolazione di lingua italiana che non viene raggiunta dal segnale della terza rete bis è costretta a vedersi interrompere la programmazione nazionale per l'inserimento dei programmi in lingua tedesca e ladina -:
per quale ragione non si sia rispettata la convenzione e si siano invertite le due reti;
come il Governo pensi di intervenire per pretendere il rispetto della convenzione da parte della Rai.
(4-00653)

HOLZMANN. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
esiste una convenzione tra la presidenza del Consiglio e Rai Way per l'installazione di ripetitori allo scopo di irradiare programmi in lingua tedesca e ladina sulla cosiddetta «terza rete bis»;
la convenzione prevedeva circa 150 mila euro l'anno per l'installazione di due ripetitori;
con una somma di questa entità sarebbe possibile, in un solo anno, coprire l'intero territorio altoatesino con una rete di mini ripetitori;
al ritmo di due ripetitori l'anno occorrerà almeno un decennio per giungere alla completa copertura -:
se il Governo sia intenzionato a rivedere la convenzione con Rai Way vista l'enorme sproporzione tra i costi sostenuti e gli impianti realizzati.
(4-00654)

HOLZMANN. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il personale dipendente dalle Poste Italiane, assunto in provincia di Bolzano, deve possedere, in base ad una norma di attuazione dello Statuto di Autonomia del Trentino Alto Adige, un attestato di bilinguismo come avviene per tutti i dipendenti pubblici;
tutte le amministrazione pubbliche corrispondono al proprio personale un'indennità di bilinguismo differenziata secondo il livello di conoscenza richiesto;
Poste Italiane SpA ha riconosciuto, a titolo di liberalità, il pagamento di detta indennità al proprio personale;
non è prevista una base legislativa o contrattuale che obblighi Poste Italiane SpA a corrispondere detta indennità -:
se si intenda rappresentare a Poste Italiane Spa se si ritenga di garantire il pagamento di dette indennità.
(4-00661)

CIRIELLI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il contratto di localizzazione Digital Display Devices S.p.A. del gruppo indiano Videocon prevede investimenti industriali ed attività di ricerca e sviluppo per circa 900 milioni di euro in Campania, con notevoli positive ricadute in termini produttivi ed occupazionali delle quali il territorio ha assoluto bisogno;
nel dicembre del 2006, con apposito decreto, è stato approvato il progetto che contempla la concessione di agevolazioni, con lo strumento «contratto di localizzazione», sulla base delle regole vigenti nel periodo di programmazione «2000- 2006»;
nel mese di gennaio si è tenuta una solenne cerimonia ufficiale in India di presentazione del progetto approvato, con la partecipazione di una delegazione della Regione Campania guidata dal «Governatore» Bassolino oltre che da rappresentanti del Ministero dello sviluppo economico, il tutto a spese dell'erario;
attualmente sembrerebbero essersi palesate notevoli problematiche riguardo al perfezionamento del contratto in quanto l'obbligo di notifica da parte del Ministero alla Commissione europea è stato ottemperato solo nel mese di maggio 2007 e non contestualmente al decreto di approvazione del progetto (dicembre 2006), con la conseguenza che la Commissione europea, giusto quanto previsto dalla vigente normativa, prevede di applicare le regole vigenti al momento della notifica nell'ambito del rilascio del proprio obbligatorio parere;
dette regole, riferite al maggio 2007, (Orientamenti comunitari 2007-2013) sono molto più restrittive di quelle vigenti nel dicembre 2006 (Orientamenti comunitari 2000-2006) con conseguente grave alterazione delle condizioni contrattuali;
a tutt'oggi non risulta ancora avviato l'investimento e risulterebbe in corso una difficile trattativa con la Commissione europea che, ove si concludesse in modo non favorevole per il nostro Paese, metterebbe fortemente in dubbio la prospettiva dell'investimento, oltre al pesantissimo danno d'immagine internazionale che si determinerebbe -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se gli stessi corrispondano al vero, quali iniziative di propria competenza intenda adottare.
(4-00676)

CIRIELLI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
da quanto si evince da una lettera redatta a cura del «Comitato Pro-ripetitore» del comune di Sassano, in provincia di Salerno, pare che nel predetto comune non sia mai giunto il segnale RAI;
da quanto si evince dalla predetta lettera, pare che la sezione RAI di Napoli abbia inviato all'Amministrazione comunale di Sassano una relazione dettagliata

riconoscendo che in alcune zone del Paese vi è la completa assenza del segnale radio televisivo RAI;
i cittadini del comune di Sassano pagano annualmente il canone ma non hanno mai usufruito del servizio radio-televisivo della RAI -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se gli stessi corrispondono al vero, quali iniziative di propria competenza intenda adottare con particolare riferimento alla possibilità di installare un ripetitore RAI che possa servire il comune di Sassano.
(4-00684)

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Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Zucchi n. 5-00193 del 9 luglio 2008.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta scritta Holzmann n. 4-00621 dell'11 luglio 2008.

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ERRATA CORRIGE

Mozione Vietti e altri n. 1-00011 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 14 del 5 giugno 2008. Alla pagina 394, prima colonna, dalla riga trentottesima alla riga quarantesima deve leggersi «mantentimento di ogni soggetto a carico sulla base delle scale di equivalenza, indipendenti dal reddito»; e non «mantenimento di ogni soggetto carico sulla base delle scale di equivalenza, indipendenti;», come stampato. Alla pagina n. 394, seconda colonna, alla riga quarta deve leggersi: «nella lettera di invio, il Presidente» e non «nella lettera di invito, il Presidente», come stampato.

Interrogazione a risposta scritta Siragusa n. 4-00641 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 34 del 14 luglio 2008. Alla pagina n. 1068, seconda colonna, dalla riga ventottesima alla riga trentesima, deve leggersi: «avendo al riferimento la retribuzione percepita al 28 febbraio 1998» e non «avendo al riferimento la retribuzione percepita al momento del collocamento in quiescenza», come stampato.