XVI LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Risoluzione in Commissione:
La X Commissione,
premesso che:
la Società Thomson ha ceduto nel marzo del 2005 gli impianti ex Videocolor, con sede in Anagni (Frosinone), alla multinazionale indiana Videocon, con l'impegno di quest'ultima ad agevolare la riconversione industriale della società anche con importanti contributi finanziari;
il 26 maggio 2005 è stato stilato presso il Ministero delle attività produttive un protocollo d'intesa firmato da Governo, Regione Lazio, Provincia di Frosinone, Comune di Anagni e parti sociali, per la realizzazione di un programma di riorganizzazione produttiva dello stabilimento Videocolor di Anagni e di difesa dei livelli occupazionali;
nel giugno del 2005 è stato siglato presso il Ministero delle attività produttive l'Accordo di Programma sulla riconversione industriale del sito;
in data 26 luglio 2007 la società, il Ministero dello sviluppo economico e la regione Lazio hanno siglato il Contratto di Programma;
il primo aprile scorso, la relazione tecnica sulla stato di avanzamento del progetto industriale è stata valutata positivamente, autorizzando quindi l'erogazione dei contributi governativi e della regione Lazio in favore della società per complessivi 52 milioni di euro a regime di cui 34 milioni provenienti dal Governo e ben 18 milioni dalla Regione Lazio;
con lettera indirizzata al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, sembrerebbe che la proprietà voglia rimettere in discussione il progetto industriale che evidenzia nonostante tutto importanti potenzialità operative;
l'interruzione del processo industriale di riconversione della VDC di Anagni comporterebbe gravi danni economici e sociali per l'intera Ciociaria;
impegna il Governo:
ad adottare ogni utile iniziativa nei confronti del Governo indiano al fine di sensibilizzare la proprietà al rispetto degli impegni assunti con le istituzioni italiane e le parti sociali;
ad intraprendere ogni altra iniziativa che eviti la frammentazione del progetto industriale e salvaguardi gli impegni assunti anche con riguardo ai livelli occupazionali.
(7-00023)«Anna Teresa Formisano».
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ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro per i rapporti con le regioni, per sapere - premesso che:
in riferimento all'annunciato provvedimento del Governo di soppressione delle province coincidenti con le aree metropolitane, è necessario che il Governo svolga una verifica approfondita su Bologna, realtà veramente anomala rispetto alle altre città inserite in elenco, tra cui Milano, Roma, Torino, Napoli e Genova che contano milioni di abitanti e situazioni territoriali completamente diverse;
infatti Bologna, con poco più di 900.000 abitanti di cui 370.000 nel capoluogo ed una rete di piccoli e medi comuni disseminati su una superficie abbastanza vasta e dotati di una loro propria identità
e tradizione storica ben definita, non rientra, a parere dell'interpellante, nei criteri previsti dalla legge nazionale peraltro ormai datata;
a prescindere dal fatto che esistono una fascia appenninica e la realtà imolese refrattari a qualsiasi fusione con Bologna, tale progetto finirebbe per distruggere la compattezza storica, culturale e sociale dell'area bolognese e per incidere negativamente su Bologna con ampie ricadute economico-sociali sul tessuto connettivo della città;
si rileva inoltre che, mentre nel caso di città come Milano, Roma, Torino eccetera, con milioni di abitanti e densità demografica elevatissima, è giusto sopprimere le province, il caso di Bologna è completamente diverso e richiederebbe una riflessione sul futuro di quei comuni che distano 50 km dal capoluogo e che hanno una storia plurisecolare ed una spiccata identità, riducendo il tutto ad una piccola città metropolitana di neppure 500.000 abitanti -:
se il Governo, alla luce di tali riflessioni, non ritenga necessario attivare nelle sedi istituzionalmente competenti una verifica approfondita che tenga conto delle diverse realtà demografiche, politiche ma anche storico-culturali delle province che intende sopprimere.
(2-00085)
«Garagnani, Jannone, Barani, Giammanco, Lunardi, Bergamini, Aprea, Carlucci, Ceroni, Caldoro, Del Tenno, Valentini, Biasotti, Mazzuca, Holzmann, Scandroglio, Vessa, Cosenza, Ceccacci Rubino, Pagano, Cazzola, Frassinetti, Bernardo, Vignali, Giulio Marini, Palmieri, Granata, Gioacchino Alfano, Romele, Scalia, Misuraca, Marinello, Fucci, Bellotti, Pizzolante, Gregorio Fontana, Zacchera, Santelli, Malgieri, Aracu, Iapicca, Mannucci».
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ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA
Interrogazione a risposta immediata:
PALADINI. - Al Ministro per l'attuazione del programma. - Per sapere - premesso che:
un livello adeguato di inclusività sociale caratterizza l'effettivo tasso di democraticità di un Paese civile, moderno ed avanzato; l'affermazione di una cultura democratica passa attraverso un diffuso senso di appartenenza, inteso come patrimonio comune della collettività;
esistono diverse categorie sociali nei confronti delle quali è fondamentale intervenire con politiche organiche in maniera costante, affinché queste non si sentano lontane o comunque estranee dalla collettività di cui fanno parte e dalle istituzioni, che devono saperle rappresentare;
giovani, donne, anziani sono tra le categorie principali verso le quali è necessario rilanciare nel nostro Paese politiche attive di coinvolgimento, sostegno, promozione ed assistenza;
per i giovani, per la loro crescita, per il loro futuro, che coincide con il futuro del nostro Paese, appare necessario intervenire in maniera coerente, in primo luogo rilanciando l'impegno allo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica (non esiste futuro senza sviluppo, non esiste sviluppo senza ricerca, non può esistere ricerca senza impegno e capacità); sono proprio i giovani la principale risorsa per il rilancio della ricerca scientifica nel nostro Paese ed essi vanno sostenuti attraverso un impegno concreto e costante;
in questi anni si è assistito alla profonda evoluzione del mercato del lavoro. Lo statuto dei lavoratori è stata un'importante conquista di civiltà per il nostro Paese, ma esso è datato 1970 e rappresenta un patrimonio importante, un fondamentale punto di partenza per progettare un intervento legislativo focalizzato sulla costruzione di un nuovo statuto, che
sia questa volta, a fronte dei profondi cambiamenti avvenuti nel mondo del lavoro, uno statuto dei lavori;
bisogna intervenire con urgenza per impedire che si radicalizzi nel Paese una vera e propria contrapposizione tra generazioni, tra padri e figli, tra lavoratori tutelati e lavoratori senza alcuna tutela; è fondamentale, quindi, programmare l'estensione di una rete di protezione sociale anche e, soprattutto, per i nuovi lavoratori;
il tasso di sviluppo del nostro Paese è fondato sui consumi e sugli investimenti; sono, soprattutto, le generazioni più giovani ad essere fisiologicamente orientate a supportare i consumi e gli investimenti, quando viene a mancare un adeguato livello di sicurezza sociale e di serenità personale, inevitabilmente i consumi e gli investimenti si trasformano in risparmio;
un Paese moderno non può mantenere alto il suo livello di competitività fondando la sua politica economica sul risparmio: il rischio è quello del ristagno, rischio elevatissimo quando sono proprio le generazioni che dovrebbero consumare e investire di più ad essere relegate alla logica di risparmio per la mera sopravvivenza;
la casa resta uno dei diritti fondamentali del cittadino (non a caso il Governo Prodi prima e l'attuale maggioranza sono intervenuti predisponendo l'esenzione dell'ici), ma appare assai difficile comprendere come possa in questo momento un giovane pensare di poter acquistare la propria casa trovandosi di fronte ad un mercato immobiliare completamente fuori controllo, dominato dalle mani di pochi costruttori privati e caratterizzato dalla totale assenza dell'intervento pubblico;
ai prezzi fuori controllo delle abitazioni si affiancano condizioni contrattuali caratterizzate da un'estrema instabilità: quella che doveva essere flessibilità continua a caratterizzarsi molto spesso come precarietà, sulla quale non si può investire, né costruire il proprio futuro;
nel nostro Paese molte giovani donne sono costrette a dover scegliere tra lavoro, professione e maternità: è una scelta umiliante, vergognosa e inaccettabile, una vergogna per l'intero Paese e quando una giovane donna decide di essere madre e lavoratrice, soprattutto nelle nostre grandi città, si trova a dover affrontare da sola una situazione molto spesso insostenibile;
si ricorda che tra gli obiettivi del programma del Governo in carica figurano il «piano casa» per costruire alloggi per i giovani e per le famiglie e il «bonus locazioni» per aiutare le giovani coppie e i meno abbienti a sostenere l'onere degli affitti -:
quali siano gli interventi specifici del Governo ed in che tempi intenda adottarli per sostenere la possibilità di acquisto della prima casa per i giovani italiani anche attraverso l'affermazione di interventi di edilizia popolare, tesi a diminuire gli effetti della speculazione immobiliare che caratterizza in questi anni il nostro Paese.
(3-00081)
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DIFESA
Interrogazione a risposta scritta:
CARLUCCI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1, comma 519, della legge finanziaria per il 2007 prevede che una quota pari al 20 per cento del fondo di cui al comma 513 è destinata alla stabilizzazione a domanda del personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno 3 anni anche non continuativi o che, consegua tale requisito in virtù di contratti stipulati anteriormente alla data del 29 settembre 2006, o che sia stato in servizio per almeno tre anni non continuativi del quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della presente legge;
le amministrazioni interessate, nelle more di conclusione della procedura di stabilizzazione, continuano ad avvalersi del personale di cui all'articolo 1, comma 519, della predetta legge e prioritariamente del personale di cui all'articolo 23, comma 1, del decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, e successive modificazioni, in servizio al 31 dicembre 2006;
in ragione del predetto comma sono soltanto gli Ufficiali in ferma prefissata delle Forze armate e dell'Arma dei Carabinieri ad essere stati prioritariamente individuati;
a tutt'oggi soltanto l'Arma dei Carabinieri ha provveduto a trattenere in servizio, per avviare successivamente le procedure di stabilizzazione, i propri Ufficiali ausiliari;
per quanto concerne la Marina militare ed il Corpo delle Capitanerie di porto, i relativi Ufficiali in ferma prefissata sono stati già inviati in congedo, con esclusione degli appartenenti al 7o corso perché in servizio sino al mese di marzo 2009, nonostante possedessero i requisiti richiesti per il passaggio nei ruoli al momento dell'entrata in vigore della predetta legge finanziaria;
in particolar modo per quanto riguarda gli Ufficiali in ferma prefissata della Marina militare, si è registrata la mancata rafferma annuale degli ufficiali appartenenti 5o e 6o corso AUFP;
la legge n. 296 del 2006 finanziaria 2007, autorizza l'impiego e il pagamento delle spese per un numero massimo di ufficiali ausiliari da mantenersi in servizio come forza media per l'anno 2007;
il numero massimo degli ufficiali ausiliari è stabilito in 491 per la Marina militare e 250 per la Capitaneria di Porto;
a causa dei continui congedi il numero degli ufficiali ausiliari in servizio è di gran lunga inferiore al numero massimo stabilito, per effetto della mancanza dei corsi ufficiali successivi al 7o AUFP ed alla mancata rafferma degli ufficiali del 5o e 6o corso AUFP;
l'ufficio legislativo del Ministero della difesa, in data 4 gennaio 2007, aveva scritto in una nota esplicativa agli Stati maggiori affermando, a proposito dei contenuti della legge finanziaria 2007, che il comma 519 dell'articolo unico dispone la proroga della ferma prefissata degli Ufficiali ausiliari aventi i richiesti requisiti nelle more della procedura di stabilizzazione;
il Governo precedente, solo a parole si è impegnato a risolvere il problema della precarietà nella pubblica amministrazione, ma di fatto tale dicastero rientra tra quelli con il maggior numero di lavoratori precari;
il neo sottosegretario di stato alla difesa onorevole Giuseppe Cossiga, era stato già investito dell'argomento, e dal medesimo in sede parlamentare e pervenuto ampio sostegno -:
quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato circa la corretta applicazione della legge, con particolare riguardo alla prevista stabilizzazione del personale UFP della Marina militare a partire dal personale congedato nell'anno 2007.
(4-00571)
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ECONOMIA E FINANZE
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
il comma 1011 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, recante: «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)» stabilisce che ai soggetti destinatari dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 10 giugno 2005,
n. 3442, interessati dalla proroga dello stato di emergenza nella provincia di Catania, stabilita per l'anno 2006 con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 dicembre 2005, è consentita la definizione della propria posizione entro il 30 giugno 2007, relativamente ad adempimenti e versamenti, corrispondendo l'ammontare dovuto per ciascun tributo e contributo a titolo di capitale, al netto dei versamenti già eseguiti a titolo di capitale ed interessi, diminuito al 50 per cento, ferme restando le vigenti modalità di rateizzazione;
il 2o comma dell'articolo 36-bis del decreto milleproroghe (decreto-legge n. 248 del 31 dicembre 2007 convertito con legge 28 febbraio 2008 n. 31) alla lettera a) sostituiva il suddetto termine del 30 giugno 2007 in 30 giugno 2008;
nell'apprezzabile tentativo di promuovere la chiusura di pratiche prevedibilmente annose e di difficile gestione peraltro sgravando il contribuente del peso finanziario di un pagamento anticipato rispetto alla possibile rateizzazione, il 2o comma dell'articolo 36-bis del decreto milleproroghe (decreto-legge 248 del 31 dicembre 2007 convertito con legge 28 febbraio 2008 n. 31) alla lettera b) prevedeva che «i contribuenti hanno la facoltà di definire la propria posizione... attraverso un unico versamento attualizzando il debito alla data del versamento medesimo»;
ad oggi ancora non è stato chiarito da parte dell'Agenzia delle Entrate, sebbene ripetutamente ed insistentemente chiesto dai contribuenti presso gli sportelli degli uffici locali senza ricevere risposta alcuna, con quali modalità e con quale tasso di attualizzazione va effettuato il calcolo per effettuare il versamento anticipato e cumulativo di tutte le rate previsto per la definizione;
il comma 117 dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 2007 - legge finanziaria 2008, all'articolo 1 comma 1 del decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze del 14 novembre 2002, ha inserito dopo le parole «avevano la residenza» le seguenti «o la sede operativa» e che tale estensione ai soggetti persone fisiche in genere non può prevedere esclusioni per quelle persone fisiche che hanno quale sede operativa il proprio posto di lavoro anche se in regime di dipendenza o collaborazione considerato che null'altro è stato previsto per i soggetti che hanno subito assieme alle aziende da cui dipendevano la crisi dovuta agli eventi eccezionali;
gli Uffici locali dell'Agenzia delle Entrate stanno già emettendo ruoli a carico di soggetti che alla data del 29 ottobre 2002 lavoravano nei comuni colpiti dagli eventi eccezionali in quanto non avuto alcuna direttiva in proposito;
gli uffici locali dell'Agenzia delle entrate, interpellati da numerosi contribuenti, si trovano nell'impossibilità di poter fornire adeguate indicazioni sia in ordine alla corretta individuazione dei soggetti beneficiari sia in relazione alle modalità di attualizzazione;
in particolare, per non tradire la ratio delle norme introdotte dalla legge finanziaria per il 2008 e dal cosiddetto decreto milleproroghe, occorre chiarire i suddetti aspetti fondamentali e cioè: a) con quale tasso e con quale procedimento matematico vada effettuato il calcolo dell'attualizzazione prevista dall'articolo 36-bis comma 2, lettera b), del decreto milleproroghe (decreto-legge 248 del 31 dicembre 2007 convertito con legge 28 febbraio 2008 n. 31) b) l'agevolabilità dei soggetti che lavoravano quali dipendenti o collaboratori (ad esempio amministratori) nei comuni colpiti da calamità alla data del 29 ottobre 2002 -:
quali provvedimenti intenda adottare il Ministro interrogato per chiarire le problematiche esposte in premessa;
in che modo e con quali tempistiche intenda dare ai cittadini interessati la certezza in ordine all'esatta operatività del comma 1011 della legge finanziaria 2008.
(2-00083) «Catanoso».
TESTO AGGIORNATO AL 9 LUGLIO 2008
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta immediata:
COTA, LUCIANO DUSSIN, DAL LAGO, REGUZZONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOGLIATO, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIDONI, GIBELLI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LUSSANA, MACCANTI, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SALVINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI, VOLPI e NEGRO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
si accende la polemica intorno alla procura di Verona in conseguenza della decisione adottata il 1o luglio 2008 dal giudice per le indagini preliminari, dottor Giorgio Piziali, di non convalidare il fermo per quattro degli indagati nell'inchiesta nota sotto il nome «catene spezzate», dove, grazie all'impegno delle forze dell'ordine, è stato possibile nei giorni scorsi procedere all'arresto di otto rom, accusati di associazione per delinquere, sfruttamento e maltrattamento di minori, utilizzati per compiere numerosi furti commessi tra Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige;
i figli minorenni utilizzati per i furti venivano abbandonati al loro destino se colti in flagranza di reato dalle forze dell'ordine: circostanza che aveva condotto al ritiro della patria potestà per le minacce fatte per spingere i bimbi, di età compresa tra otto e undici anni, a rubare nelle abitazioni;
nell'ambito dell'inchiesta e in contrasto con la suddetta decisione, i giudici per le indagini preliminari di Alessandria, di Torino e di Vicenza hanno deciso di procedere alla convalida dei fermi di loro competenza, disposti nei confronti di altri quattro rom componenti della banda che erano stati bloccati dagli agenti di polizia di Verona;
nell'udienza di convalida dei fermi disposti dal pubblico ministero, il giudice per le indagini preliminari di Verona ha ritenuto di non dover convalidare i quattro provvedimenti di fermo per insussistenza del concreto pericolo di fuga e dei gravi indizi di colpevolezza, mentre nei confronti di altri due rom, Sulic Zoro e Radulovic Veselinka, ha disposto ordinanza di custodia cautelare in carcere, vista la gravità indiziaria dei capi d'imputazione contestati, tra cui rientra anche l'utilizzo di svariate identità da parte della Radulovic, bloccata ben centoventitrè volte dalle forze dell'ordine;
a giustificazione delle disposte scarcerazioni è stato rilevato il ruolo marginale ricoperto dai quattro rom nell'ambito dell'associazione a delinquere: deduzione contraddetta dal fatto che, nel momento esatto della scarcerazione disposta nei confronti di Vesna Dordevic, la medesima veniva immediatamente ricondotta in carcere, per la notifica di un nuovo ordine di carcerazione sopraggiunto dal tribunale di Firenze, per far scontare alla medesima una condanna a complessivi undici mesi di reclusione per furti in abitazione;
nell'ordinanza in oggetto, oltre a valutarsi che il fermo è stato disposto in assenza dei requisiti richiesti, viene, altresì, avanzato il dubbio che sia stato utilizzato «per altre finalità che non siano interesse di questo giudice, ma che si individuano sullo sfondo di questa scelta, e che sono tutti gravemente lesivi delle regole, anche costituzionali, che presiedono alla libertà personale», con ciò sostanzialmente ravvisando nel clamore mediatico la causa che ha spinto la magistratura veronese a optare per i provvedimenti cautelativi di limitazione della libertà personale nei confronti dei quattro rom;
il procuratore capo di Verona, dottor Guido Papalia, ha reso noto che le valutazioni del giudice per le indagini preliminari saranno oggetto di contestazione in sede di impugnazione del provvedimento e, in aggiunta, ha tenuto a precisare come le norme sono state applicate con osservanza delle garanzie riconosciute per legge, al fine di evitare che gli indagati, da oltre sei mesi sotto controllo, potessero sfuggire alla giustizia -:
se il Ministro interrogato non intenda adottare iniziative ispettive ai fini dell'esercizio dei poteri di sua competenza e quali iniziative di carattere normativo si intendano comunque assumere per garantire l'effettività delle misure cautelari, soprattutto per coloro che commettono reati di particolare gravità ed allarme sociale.
(3-00082)
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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazione a risposta scritta:
LO MONTE. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
circa 470 passeggeri del Traghetto Toscana della società Tirrenia in partenza da Cagliari e con destinazione Palermo sono stati abbandonati a se stessi per circa 24 ore in condizioni disumane all'interno del traghetto in avaria con lamiere arroventate senza avere ricevuto alcuna assistenza;
i passeggeri hanno dovuto addirittura pagare di tasca propria il pasto consumato mentre erano costretti alla sosta forzata;
54 passeggeri hanno presentato un esposto alle forze dell'ordine con il quale hanno denunciato la violazione della Carta europea dei servizi per il passeggero;
i passeggeri sono giunti a Palermo dopo 36 ore solo la mattina di lunedì 7 luglio;
la compagnia Tirrenia è una società da tempo in liquidazione e il decreto-legge 112/2008 prevede che sia ceduta gratuitamente alla Regione Sicilia, una scelta unilaterale che è stata contestata dalla citata regione;
la vicenda dei 470 passeggeri e del trasferimento della compagnia Tirrenia alla Regione Sicilia è emblematica della mancanza di un raccordo permanente ed efficace tra il Governo e la Regione Sicilia;
è indifferibile intraprendere iniziative allo scopo di evitare il ripetersi di fatti come quelli accaduti ai passeggeri della Tirrenia;
a giudizio dell'interrogante occorre riconsiderare il meccanismo di passaggio delle linee infraregionali della Società Tirrenia dallo Stato alle Regioni che, operato in modo meccanicistico, non produrrebbe altro effetto che quello di scaricare tutte le problematiche sulle Regioni stesse, determinando un concetto di federalismo che ostacola lo sviluppo delle Regioni -:
quali iniziative intenda adottare per evitare che si ripetano vicende quali quelle segnalate in premessa e se non ritenga necessario istituire una struttura efficace di raccordo permanente tra il Governo e le Regioni per risolvere in modo realmente federalista i problemi che si vengono a determinare.
(4-00572)
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INTERNO
Interrogazione a risposta orale:
MURER e LIVIA TURCO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
nelle ultime settimane si sono susseguiti nel Porto di Venezia tragici eventi che hanno visto la morte di 3 giovani probabilmente di etnia curda irachena arrivati al porto veneziano a bordo di tir che viaggiavano su navi partite dalla Grecia;
del gruppo facevano parte anche minori ed altre persone che sono stati protagonisti di viaggi rischiosissimi per aspirare ad una vita migliore, fuggendo da territori segnati da conflitti e violenze etniche -:
se i servizi di accoglienza presso i valichi di frontiera, istituiti con decreto Ministro degli interni ai sensi dell'articolo 24 decreto del Presidente della Repubblica n. 394 del 1999, siano sempre operativi per garantire, attraverso assistenza socio legale e interpretariato, in particolare la richiesta di asilo e di protezione che possa venire presentata da persone in fuga dai loro paesi secondo quanto previsto dalla Convenzione Europea sui diritti dell'uomo;
come abbiano operato in questi tre casi la Polizia di Frontiera e il CIR che dal 2001 coordina il servizio di accoglienza al valico di frontiera;
come si agisca in particolare nei confronti dei minori ricordando che il testo unico sull'immigrazione all'articolo 19 comma 2 lettera A prevede: «non è consentita l'espulsione [...] degli stranieri minori di anni 18, salvo il diritto di seguire il genitore o l'affidatario espulsi»;
quali iniziative s'intendano assumere nei confronti del governo greco che disattende con un comportamento secondo gli interroganti lassista gli obblighi della Convenzione di Ginevra che all'articolo 33 stabilisce: «nessuno stato espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso confini di territorio in cui la sua vita o libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a gruppo sociale o delle sue opinioni politiche».
(3-00083)
Interrogazioni a risposta scritta:
CATANOSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la carenza di organico nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha ormai superato la soglia di attenzione come più volte denunciato dalla Confsal-Vigili del Fuoco;
la carenza di organico si è aggravata negli ultimi due/tre anni a causa del pensionamento di migliaia di addetti senza che il turn-over abbia potuto colmare le lacune che si stanno creando giorno dopo giorno;
numerosi provvedimenti sono stati presi dai due precedenti Governi che però risultano ancora insufficienti a far superare la soglia di guardia;
attualmente sono aperte e valide ai fini delle assunzioni quattro graduatorie: Concorso riservato agli ex ausiliari dei Vigili del fuoco congedati nel 2004 con circa 200 idonei, concorso riservato agli ex ausiliari Vigili del fuoco congedati nel 2005 con circa 250 idonei, concorso riservato ai Volontari in Ferma Breve con circa 200 idonei ed il concorso per 184 posti espletato nel 1998 ove vi sono circa 1.000 idonei che attendono fino al 31 dicembre di quest'anno di poter essere assunti;
è in itinere la prova motoria della procedura di stabilizzazione del personale precario nel CNVVF che determinerà l'assunzione di circa 1.200 unità permanenti entro i prossimi mesi ed inoltre sembra essere in itinere la pubblicazione di un bando di concorso pubblico per l'assunzione di circa 800 unità nel Corpo;
nelle more, a giudizio dell'interrogante, l'Amministrazione potrebbe e dovrebbe, così come sollecitato dalla Confsal-Vigili del fuoco, attingere dalle graduatorie attualmente aperte fino al loro completo esaurimento ed individuare una procedura finalizzata all'assunzione del personale rimasto escluso dalla procedura di stabilizzazione del personale precario nel CNVVF per aver superato il limite di età e per non avere raggiunto il requisito minimo pur avendo acquisito importante esperienza e
limitato nel corso degli anni grazie alla loro encomiabile opera la fortissima carenza di organico -:
quali provvedimenti intenda adottare il ministro interrogato per soddisfare le esigenze operative del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco italiani.
(4-00565)
ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella Città di Bagnara (Reggio Calabria) negli ultimi mesi si stanno registrando atti vandalici e intimidatori che minano l'ordine pubblico e preoccupano i cittadini tutti;
incendi di attività commerciali, rapine in abitazioni, danneggiamenti di scuole, incendi di macchine e tagli di gomme e comuni cittadini ed esponenti politici, colpi d'arma da fuoco contro auto e serrande di commercianti, sono purtroppo esercitati quasi quotidianamente;
sempre nel territorio del Comune di Bagnara sono state scoperte vaste aree di piantagione di cannabis ed è, altresì, in atto una vasta attività di prostituzione;
in quel territorio sono stati registrati anche furti nei cantieri dei lavori in corso sull'autostrada SA-RC;
la locale Stazione dei Carabinieri ha un organico molto ridotto (un Maresciallo, un Brigadiere e sei Carabinieri) decisamente non idoneo a fronteggiare la pesante situazione dell'ordine pubblico;
va anche evidenziato che durante la stagione estiva la Città di Bagnara diventa meta di molti turisti, il che necessita di un maggior numero di risorse delle Forze dell'Ordine per garantire un adeguato controllo -:
se non ritenga necessario ed urgente prevedere un adeguato incremento delle Forze di Polizia, al fine di garantire per l'intero arco della giornata il controllo necessario di tutta la Città di Bagnara.
(4-00568)
BERNARDINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 21 giugno 2008, l'interrogante, insieme al Presidente della Provincia di Gorizia Enrico Gherghetta e agli esponenti radicali del Friuli Venezia Giulia Pietro Pipi e Lorenzo Cenni, ha visitato il Centro di identificazione ed espulsione di Gradisca d'Isonzo;
attualmente la parte maschile del Centro di Gradisca d'Isonzo «ospita» un centinaio (102) di extracomunitari per lo più provenienti dal Marocco e Tunisia;
la struttura (ex caserma Polonio) si presenta come un vero e proprio carcere di massima sicurezza tutto sbarre e cemento seppure pulito e ordinato; nelle camerate sono alloggiate da 8 a 10 persone;
i reclusi, passano l'intera giornata senza poter svolgere alcuna attività di studio, di lavoro o socializzante; l'unica possibilità ricreativa consiste nel guardare la televisione; ciò crea una realtà di rapporti interpersonali tesissimi che a volte sfociano in violenti litigi;
a detta dei reclusi, pochi giorni prima della nostra visita, uno di loro, cardiopatico, si è visto rifiutare in malo modo le necessarie prescrizioni di medicinali quotidiane perché si è presentato con un'ora di ritardo dal medico di guardia; da questo episodio sarebbe nato un litigio che ha coinvolto altri detenuti e che si è concluso con un violento intervento delle forze dell'ordine armate di manganelli che hanno malmenato alcuni dei reclusi; il fatto è stato riferito all'interrogante e agli altri componenti della delegazione perché hanno visto - e di conseguenza interrogato - la persona in questione seduta a terra in evidente stato di sofferenza e, nonostante fossero passati alcuni giorni, con una evidente ecchimosi sulla spalla destra;
sempre a detta dei trattenuti, gli interventi violenti delle forze dell'ordine sarebbero piuttosto frequenti;
l'ente gestore dei servizi, «Connecting people di Trapani», a seguito di esplicita richiesta dell'interrogante ha ritenuto di non dare copia, né di mostrare gli atti relativi alla convenzione e al bilancio;
nel corso della visita, dai racconti fatti, è stato riferito all'interrogante e agli altri soggetti sopra indicati che l'assistenza legale è notevolmente carente: in molti, infatti, non hanno modo di sapere a che punto sia la loro situazione e quale sorte possa essere loro riservata per il futuro; il gratuito patrocinio al quale ricorrono la quasi totalità dei trattenuti, si risolve nella maggioranza dei casi nel mancato rispetto del diritto di difesa -:
se il livello dei servizi erogato dall'ente gestore, «Connecting People di Trapani», sia adeguato alle esigenze del Centro;
se rientra nelle facoltà dell'ente gestore rifiutarsi di mostrare a un deputato in visita ispettiva atti quali la convenzione e il bilancio;
se le camere destinate ai trattenuti siano regolamentari dal punto di vista della capienza;
se le condizioni di vita quotidiana dei trattenuti nel CPT di Gradisca d'Isonzo corrispondano agli standard umanitari previsti dall'articolo 14 del Testo Unico sull'immigrazione laddove si afferma che le modalità del trattenimento devono assicurare la necessaria assistenza allo straniero e il pieno rispetto della sua dignità;
se corrisponda al vero l'episodio specifico di pestaggio segnalato e altri che si ripeterebbero con una certa frequenza;
se esistano dei piani ministeriali che facilitino il collegamento con le istituzioni locali le quali, se opportunamente sostenute, potrebbero attivarsi per rendere un po' più umana la permanenza degli extracomunitari nei CIE con attività di studio, di insegnamento della lingua italiana, culturali e ricreative.
(4-00569)
BERNARDINI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra il 29 e il 30 giugno Yussuf Abubakr, 24 anni, un immigrato ghanese, detenuto nel Centro d'Accoglienza di Pian del Lago di Caltanissetta, località dove è ubicato anche il CIE (Centro di Identificazione ed Espulsione), è morto a seguito di un malore. Secondo testimonianze raccolte dalla sottoscritta durante una visita ispettiva del Centro, fatta insieme a Gianmarco Ciccarelli, Segretario dell'Associazione Radicali Catania e Antonino Licciardello, rappresentante dell'Associazione Certi Diritti di Catania, il cittadino ghanese aveva ripetutamente accusato forti dolori già da diversi giorni e, in particolare, dal tardo pomeriggio del 29 giugno. Nonostante ciò la decisione di trasferirlo d'urgenza in Ospedale è stata presa solo dopo molte ore dal primo intervento del medico e quando ormai era troppo tardi -:
per quali motivi l'immigrato ghanese non sia stato subito trasferito in Ospedale, appena aveva segnalato al personale le sue condizioni fisiche;
quanti siano i casi di persone decedute nei Cda e nei Cie di Caltanissetta (ex Cpt) e in tutta Italia negli ultimi due anni e quali sono state le cause;
con quali criteri venga selezionato il personale sanitario preposto all'assistenza degli immigrati;
alla luce di fatti così gravi se il Ministro degli Interni non ritenga di attivare dei corsi di aggiornamento coordinati tra il personale preposto alla sicurezza e quello sanitario.
(4-00570)
ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA
Interpellanze:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
il Ministro interpellato, intervenuto presso la Commissione Cultura della Camera, ha svolto dichiarazioni che, a parere dell'interpellante, hanno richiamato il problema della difesa della tradizione culturale e spirituale del popolo italiano anche con riferimento ai complessi processi di integrazione ed al ruolo svolto dalla scuola. Tale questione è particolarmente evidente con riguardo ai libri di testo di storia in uso negli istituti primari e secondari superiori;
partendo da tale considerazione, l'interpellante rileva la forte ideologizzazione, anche se meno marcata che nel passato, che caratterizza i libri di storia con visioni spesso unilaterali delle vicende passate e contemporanee (si citano ad esempio i manuali in uso nei licei Galvani, Minghetti e Copernico di Bologna). Basta rammentare le complesse problematiche sottese alle crociate, alla riforma e alla controriforma cattolica, alla vicenda dell'illuminismo, alla storia del movimento cattolico, al rapporto fra nazismo, fascismo, comunismo ed alla benevola indulgenza con cui viene trattato quest'ultimo;
all'interpellante appare necessario che i libri di storia in uso nelle scuole siano aggiornati alla realtà odierna e soprattutto alla verità storica, spesso camuffata da alcuni docenti sotto sottili eufemismi o distinguo. Proprio perché nella scuola statale deve esser presente a tutti gli effetti un reale pluralismo culturale che favorisca la capacità di apprendimento e soprattutto di discernimento della storia dell'umanità nel corso dei secoli da parte degli studenti, occorrono testi che sappiano presentare anche da punti di vista diversi ma in modo obiettivo determinati fatti nella loro realtà oggettiva per come si sono svolti evitando interpretazioni unilaterali. Il tutto all'insegna non della censura bensì del reale apprendimento da parte dei giovani allievi dei fatti storici;
se si ha presente come in molte pubblicazioni vengano denigrate la Chiesa cattolica e la civiltà cristiana o la tradizione occidentale o gli Stati Uniti d'America, come vengano trattate le vicende del dopoguerra italiano, con giustificazioni inaudite del ruolo del PCI, si ha un'idea della necessità di aprire almeno un dibattito nelle sedi competenti coinvolgendo ovviamente in modo significativo i docenti per fare emergere un problema che non può essere ulteriormente taciuto;
riprendendo il caso di Bologna e dell'Emilia Romagna, si rileva nelle scuole superiori, per esempio, la persistenza di una cultura storica che enfatizza il ruolo della resistenza e tace in modo colpevole sulle centinaia di omicidi che hanno tragicamente contraddistinto queste terre nel periodo 1945/48, in questi anni portati alla luce dai numerosi libri di Pansa che hanno fatto luce su episodi inediti e sono, secondo l'interpellante per questo motivo, esclusi dalla maggior parte delle scuole emiliano-romagnole -:
se - ferma restando l'autonomia scolastica - non intenda assumere iniziative - che consentano di avvalersi anche di un confronto ampio e partecipato con i docenti - volte a introdurre idonei criteri, in particolare in sede di definizione delle indicazioni nazionali circa i programmi scolastici, allo scopo di tenere adeguatamente conto degli elementi segnalati in premessa.
(2-00084)«Garagnani».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
l'Assemblea straordinaria della Conferenza dei Rettori delle università italiane ha votato all'unanimità in data 7 luglio 2008 la mozione riferita al decreto-legge
25 giugno 2008 n. 112 con la quale, per la parte riservata all'Università, si denuncia che la Manovra finanziaria del Governo richiede una sostanziale revisione senza la quale la sua portata risulterebbe dirompente e non sopportabile per il sistema universitario;
in particolare, la denuncia dei Rettori delle Università del Friuli Venezia Giulia (professoressa Cristiana Compagno di Udine, professor Francesco Peroni di Trieste e professor Stefano Fantoni della Sissa), insieme al Presidente della CRUI, professor Enrico Decleva, segnala che il nostro sistema universitario è già largamente sottofinanziato rispetto agli standard europei e che la manovra del Governo non solo misconosce l'aumento inevitabile delle spese obbligatorie ma impone dei tagli che vengono previsti in crescita per cinque anni;
a fronte di questa politica che mortifica la formazione e la ricerca universitaria, si determinerà l'aumento delle entrate proprie, ivi comprese le contribuzioni studentesche ma, inevitabilmente, anche il dissesto dell'intero sistema universitario pubblico, a cui si aggiungerà la limitazione delle assunzioni di personale a tempo indeterminato al 20 per cento del turn over, con gravi danni alla funzionalità scientifica e didattica degli atenei e con pregiudizi ai giovani ricercatori, le cui possibilità di ingresso nel sistema universitario verrebbero drasticamente ridotte;
quanto alla proposta di trasformare le Università in Fondazioni di diritto privato la CRUI ritiene impensabile «che si possa affrontare responsabilmente un tema centrale e di valenza strategica per la vita del Paese come quello di una eventuale revisione istituzionale e organizzativa del sistema universitario sotto la minaccia del suo tracollo annunciato e inevitabile»;
la mozione unanime dei Rettori è appoggiata anche dalle rappresentanze studentesche, giacché l'iniziativa governativa metterà in profonda crisi l'Università del Friuli in Udine, che soffriva già di un sottofinanziamento annuo di circa 15 milioni di euro e che nel periodo 2001-2008 ha patito un sottofinanziamento cumulato di ben 91 milioni di euro -:
se e come il Governo intenda assicurare adeguati finanziamenti al sistema universitario nazionale.
(2-00086) «Monai, Touadi».
Interrogazione a risposta immediata:
CAPITANIO SANTOLINI, VIETTI, VOLONTÈ, BUTTIGLIONE, PEZZOTTA, CIOCCHETTI, CICCANTI, COMPAGNON, NARO e ANNA TERESA FORMISANO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge n. 112 del 2008, facendo salva l'autonomia didattica nell'adozione dei libri di testo delle scuole di ogni ordine e grado, prevede nuove modalità di fruizione dei libri scolastici, dando preferenza, nelle scelte degli organi competenti, a libri di testo disponibili, in tutto o in parte, nella rete internet;
la norma stabilisce che nel termine di un triennio, a decorrere dall'anno scolastico 2008-2009, i libri di testo per le scuole primaria e secondaria siano prodotti nelle versioni a stampa, su internet e mista;
l'iniziativa ha sollevato alcune perplessità, sia dal punto vista applicativo (si vedano le possibili violazioni sul diritto d'autore) che dal punto di vista del reale impatto sulle famiglie italiane;
le famiglie italiane spendono mediamente 280 euro per il primo anno di scuola media inferiore, 108 per il secondo e 124 per il terzo anno. Per la scuola superiore, invece, stando ai dati del Movimento difesa del cittadino, il costo medio dei libri varierebbe da città a città. Il picco più alto, per quanto riguarda il biennio del liceo classico, ha toccato a Milano i 724,65 euro e i 427,55 euro per il liceo scientifico. Oscillazioni minori tra i due indirizzi di
studio per Roma e Palermo. Nella capitale si spendono 555,92 euro per lo scientifico e 524,15 euro per l'acquisto di testi «classici», mentre a Palermo il costo medio dei libri va dai 638,50 ai 684,94 euro. Roma, con 671,58 euro, è in testa alla classifica della spesa per l'acquisto di testi inerenti agli studi tecnici, seguita da Palermo (608,79 euro) e Milano (383,80 euro);
ferma restando la gratuità dei libri della scuola primaria stabilita per legge, l'attuale normativa già consente alle famiglie con redditi bassi di usufruire del rimborso parziale o totale delle spese sostenute per l'acquisto dei testi scolastici relative alle scuole secondarie di primo grado e secondo grado;
sarebbe opportuno, tuttavia, per favorire veramente le famiglie, prevedere l'estensione della fornitura gratuita dei libri di testo agli alunni frequentanti gli istituti e le scuole di istruzione secondaria inferiore e superiore e forme di detrazione fiscale delle spese sostenute per l'acquisto degli stessi o tetti massimi di spesa per i libri scolastici -:
se non ritenga di adoperarsi affinché, nei prossimi provvedimenti annunciati dal Governo in favore delle famiglie, siano introdotte misure atte ad alleggerire il peso del caro libri sui bilanci delle famiglie come indicato nelle premesse.
(3-00077)
...
LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta in Commissione:
AMICI, GIACHETTI, COSCIA, TOCCI, POMPILI e META. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
a fine anno 1989 vengono ultimati alcuni stabili di proprietà dell'INPDAP in via Montecassiano 78 a Roma, pertanto si è proceduto alla consegna dei primi appartamenti nell'aprile del 1991;
già dall'anno seguente la rimessa degli immobili, si manifestano i primi problemi strutturali, quali crepe, piccoli cedimenti, rotture di tubature, che sono stati tempestivamente segnalati dai condomini all'ente;
gli interventi posti in essere dall'INPDAP si sono però concretizzati in semplici palliativi e non hanno impedito il deterioramento degli immobili che si è protratto per tutto l'arco del decennio di «garanzia» del costruttore, garanzia di cui l'ente non si è mai servito per rivalersi sul fabbricante, facendola decadere nonostante le ripetute segnalazioni dei dissesti da parte degli inquilini costretti più volte a fare intervenire i Vigili del fuoco;
nell'ottobre 2001 l'INPDAP comunica ai condomini di via Montecassiano 78 l'intenzione di dismettere gli immobili. In risposta alla lettera dell'ente i condomini rinnovano i dubbi sulla stabilità degli immobili e solo dopo estenuanti sollecitazioni l'INPDAP incarica dei professionisti esterni ad eseguire una perizia sullo stabile di via Montecassiano 78;
a seguito dell'esito della verifica statica degli immobili, peraltro mai resa nota agli inquilini, che evidenzia come la struttura della palazzina C1 non risulti conforme alla vigente normativa e non garantisce i livelli di sicurezza compatibili con le funzioni che deve svolgere, il CdA dell'INPDAP, convocato per discutere la questione delle dismissioni dello stabile, valuta l'eventualità di emettere una direttiva cautelare di sgombero degli appartamenti per la loro pericolosità, rimandando ad un altro Consiglio le modalità di attuazione;
l'11 settembre 2002 l'INPDAP dismette gli immobili di via Montecassiano 78, impegnandosi ad eseguire, anche in fase successiva alla stipula del contratto di compravendita, interventi di consolidamento e ripristino sulle parti oggetti dei suddetti rilievi ed incarica un tecnico ad effettuare le necessarie verifiche e a formulare un progetto di recupero;
il 14 ottobre 2002 l'ufficio stabili pericolanti del comune di Roma, su urgente richiesta dei proprietari, con determinazione dirigenziale n. 544 ordina all'INPDAP la messa in sicurezza di tutta la struttura e l'estensione di verifiche statiche anche agli elementi portanti;
il progetto/perizia, commissionato dall'INPDAP rivela lacunosità e discutibilità dal punto di vista tecnico-concettuale delle scelte progettuali, nonché errori di realizzazione, carenza di ferro e utilizzo di materiali scadenti, ma conclude affermando che «il metodo più economico sia quello di realizzare lungo tutto il perimetro dei balconi di ciascun edificio una serie di nuovi pilastri in acciaio» ed allega al progetto un manuale di manutenzione a vita dei nuovi pilastri a spese dei proprietari;
nel marzo 2003 constatata la mancata ottemperanza dell'INPDAP alla determinazione dirigenziale 544 del 14 ottobre 2002 l'ufficio stabili pericolanti di Roma inoltra tutta la documentazione al 5o gruppo di Polizia municipale per la denuncia penale nei riguardi dell'INPDAP ai sensi dell'articolo 677 del codice penale e ordinando all'ufficio tecnico del V Municipio gli adempimenti secondo gli articoli 56 e 94 del regolamento edilizio;
il progetto viene contestato dai condomini i quali affidano ad una società specializzata (Tarso Engineering srl), la redazione di una relazione, che mette in evidenza la pericolosità dello stabile di via Montecassiano 78, e considera pericoloso il progetto dell'Ente «in quanto non risultano verificati i coefficienti di sicurezza richiesti dalla normativa vigente (...) per zone dichiarate sismiche (quale è Roma)» chiarendo che detto progetto non può essere eseguito a causa della sua pericolosità;
alla luce del giudizio espresso dalla Tarso Engineering srl, il condominio di via Montecassiano diffida l'INPDAP dall'eseguire l'appalto dei lavori secondo il progetto presentato;
l'ente ignora la diffida e appalta il progetto alla ditta A.R.B. International che nel febbraio 2006 da inizio i lavori nella palazzina C1;
i lavori causano preoccupanti cedimenti e spingono gli inquilini della palazzina a rivolgersi al responsabile dei lavori per chiedere la messa in sicurezza dello stabile e la documentazione tecnico-amministrativa per l'esecuzione dei lavori, richiesta che riscontra un secco diniego da parte del responsabile;
viene interpellata la V Circoscrizione per richiedere la documentazione che la ditta appaltatrice non ha voluto fornire e si rivela che la DIA (dichiarazione inizio lavori) è stata data con il silenzio assenso e che mancano documenti essenziali come il «collaudo statico» ed il «titolo di proprietà» (assenso dei proprietari) e una completa verifica statica degli immobili;
la DIA viene sospesa immediatamente dall'ufficio tecnico del comune di Roma;
interviene anche l'ufficio stabili pericolanti che richiede ulteriori accertamenti e una nuova verifica statica sugli immobili all'INPDAP;
l'INPDAP ricorre al TAR del Lazio che annulla la sospensione dell'ordinanza del comune (che sospendeva i lavori) in quanto lo stesso comune non si costituiva come parte dinanzi al TAR;
il 2 novembre 2006 la A.R.B. comunica che i lavori nella palazzina D sarebbero iniziati il 6 novembre. I condomini, visto quanto successo con la palazzina C1, richiedono al responsabile di tali lavori la stessa documentazione tecnico-amministrativa richiesta in precedenza, ricevendo l'ennesimo diniego da parte del responsabile, pur consentendo alla ditta di entrare nel condominio per i lavori, viene richiesto l'intervento dei Carabinieri per prendere atto del dissenso dei condomini sull'esecuzione dei lavori. Quando i Carabinieri arrivano gli operai sono dentro il condominio con i loro mezzi e stanno sistemando l'area di cantiere. A questo punto la ditta abbandona lo stabile;
nel giugno 2007 l'INPDAP cita in giudizio la maggior parte dei condomini di via Montecassiano chiedendo i danni per 1.180.000 euro compresi 500.000 euro di danni di immagine per essersi i condomini rivolti alla stampa;
l'attuale situazione degli stabili è veramente allarmante, i cedimenti sono continui, la messa in sicurezza fatta dall'INPDAP sembra essere del tutto insufficiente -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra ricordati e di come l'INPDAP intenda risolvere definitivamente la messa in sicurezza degli stabili di via Montecassiano 78 a Roma, in cui vivono 124 famiglie;
se ritenga necessario che sia esercitata l'azione, anche per i vizi occulti, nei confronti del costruttore o dei responsabili per le carenze di natura statica e strutturale che evidenziano le palazzine di via Montecassiano 78;
quali iniziative intenda assumere, a fini cautelari per l'erario pubblico, nei confronti dei responsabili delle scelte che hanno portato alla individuazione dell'impresa di costruzione che ha realizzato gli immobili, alle procedure di verifica e collaudo, alla gestione ordinaria e straordinaria negli anni intercorsi tra la consegna e l'atto di cessione agli inquilini, ai successivi interventi di puntellamento e consolidamento nonché alla chiamata in giudizio degli inquilini per danni di immagine dell'ente.
(5-00184)
Interrogazione a risposta scritta:
MOSELLA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
recenti fonti stampa riportano la notizia di una molecola, la memantina, che avrebbe effetti benefici in termini di rallentamento della progressione dell'Alzheimer;
la patologia interessa oltre 800.000 pazienti in Italia, con un aumento del 10 per cento annuo in ragione del progressivo invecchiamento della popolazione; la malattia ha anche una rilevante dimensione sociale per l'impatto forte recato alle famiglie dei pazienti impegnate nella faticosa e dolorosa opera di assistenza quotidiana dei loro congiunti;
dal diritto alla salute, solennemente sancito nella Carta Costituzionale, deriva un dovere di agire per alleviare le sofferenze dei pazienti, mettendo a disposizione i trattamenti medici più evoluti frutto della ricerca scientifica, previa puntuale valutazione della loro efficacia -:
quali iniziative intenda intraprendere per studiare e valutare il profilo di costo-beneficio-rischio della memantina al fine di renderla disponibile, se del caso a carico totale del SSN, per i pazienti affetti da Alzheimer.
(4-00567)
...
POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interrogazione a risposta immediata:
CICCHITTO, BOCCHINO e BECCALOSSI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la minaccia degli Stati Uniti di bloccare le importazioni di Brunello di Montalcino, nel caso che le spedizioni non arrivino accompagnate da certificazione che si tratta di vino prodotto al 100 per cento con uva sangiovese, è stata preoccupante, in quanto le esportazioni negli Usa assorbono un quarto della produzione di Brunello;
tale minaccia di blocco fa seguito alle polemiche, peraltro eccessive, che hanno avuto origine da indagini della primavera 2008, da cui sarebbe risultato che una
parte marginale della produzione di Brunello non rispettava in pieno il disciplinare;
su tale vicenda, assai limitata e subito circoscritta, si è innescata una campagna di stampa a livello internazionale obiettivamente eccessiva e chiaramente strumentale, in danno non solo delle produzioni di Brunello, ma di tutti i prodotti alimentari italiani di qualità;
è noto che il Ministro interrogato è intervenuto tempestivamente con apposito provvedimento al fine di risolvere il problema del controllo di qualità dei prodotti agroalimentari e, in particolare, del Brunello di Montalcino -:
se questo opportuno intervento del Ministro interrogato abbia risolto il problema scongiurando il blocco delle esportazioni del vino predetto negli Stati Uniti.
(3-00078)
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RAPPORTI CON IL PARLAMENTO
Interrogazione a risposta immediata:
PELUFFO, QUARTIANI, SERENI, BRESSA, GIACHETTI, COLANINNO, MANTINI, LANZILLOTTA, POLLASTRINI, FARINONE, COLOMBO, DE BIASI, FIANO, MOSCA, ZACCARIA, DUILIO, LETTA, CORSINI, BINETTI, MISIANI, MARANTELLI, SANGA, CODURELLI, LUSETTI, FERRARI, BRAGA, PIZZETTI, MAURIZIO TURCO, ZUCCHI e MARCO CARRA. - Al Ministro per i rapporti con il Parlamento. - Per sapere - premesso che:
il 31 marzo 2008 il Bureau international des exposition ha designato Milano quale sede per l'esposizione universale del 2015;
nei giorni scorsi la stampa ha dato risalto all'incontro tra il sindaco di Milano e il Presidente del Consiglio dei ministri, nel quale si è discusso dell'organizzazione degli organismi di gestione dell'Expo 2015 e programmi futuri;
il Governo ha emanato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, «Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria»;
il comma 2 dell'articolo 14 dei citato decreto-legge prevede la nomina del sindaco di Milano pro tempore, senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato, a commissario straordinario del Governo per l'attività preparatoria urgente;
successivamente il citato comma 2 prevede che entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il presidente della regione Lombardia e sentiti i rappresentanti degli enti locali interessati, sono istituiti gli organismi per la gestione delle attività, compresa la previsione di un tavolo istituzionale per il governo complessivo degli interventi regionali e sovra regionali presieduto dal presidente della regione Lombardia pro tempore, e sono stabiliti i criteri di ripartizione e le modalità di erogazione dei finanziamenti;
la struttura organizzativa di Expo 2015 si completerà con l'istituzione della società di gestione, con compiti operativi al cui capo sarà indicato un manager;
con l'aggiudicazione dell'Expo 2015 sono previste nuove infrastrutture che coinvolgono direttamente il comune di Rho, nonché quello di Pero e di altri comuni dell'area milanese;
il dossier di candidatura, che rimane come base di azione per l'Expo 2015, prevede, tra l'altro, che nella legge istitutiva, oltre alla struttura organizzativa, dovranno essere indicati:
a) i progetti infrastrutturali;
b) la definizione dei poteri del comitato organizzativo, ivi compreso il
potere di occupare temporaneamente od espropriare terreni o fabbricati necessari per la realizzazione dell'evento;
c) la definizione dei processi di autorizzazione per le opere, anche in deroga alle norme vigenti;
d) lo stanziamento dei necessari finanziamenti;
e) la definizione dei poteri straordinari da assegnare al sindaco di Milano -:
se il Governo non ritenga opportuno coinvolgere direttamente negli organismi per la gestione delle attività i comuni di Rho e di Pero, comuni strategici per la realizzazione di Expo 2015, e se intenda coinvolgere i comuni, al di fuori del territorio del comune di Milano, prevedendo l'obbligo da parte degli organismi di gestione della sottoscrizione di accordi di programma con i comuni interessati dai progetti infrastrutturali.
(3-00079)
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SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazione a risposta immediata:
IANNACCONE. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha ufficializzato, il 27 giugno 2008, l'aumento per i prossimi tre mesi delle tariffe di luce, + 4,3 per cento, e gas, + 4,7 per cento;
tali rincari sono dovuti ad un aumento del prezzo del petrolio che ha toccato i 142 dollari al barile: di conseguenza, l'elevata dipendenza del sistema energetico italiano dagli idrocarburi continua ad incidere fortemente sul costo delle bollette;
gli aumenti registrati nei primi sei mesi dell'anno hanno portato a rincari pari complessivamente ad un + 8 per cento per l'energia elettrica e + 7 per cento per il gas;
si è in una condizione di dipendenza energetica dalla quale si deve uscire nel più breve tempo possibile, se si vuole mantenere il nostro Paese allineato con gli altri competitori internazionali. Se così non fosse, i livelli di vita, che già stanno registrando un'evidente compressione, sarebbero destinati a diminuire ulteriormente con inevitabili conseguenze nel nostro tessuto sociale;
alla maggior parte del fabbisogno interno di energia elettrica si fa fronte con centrali alimentate a gas, con la conseguenza che le «strozzature» strutturali nel sistema del gas determinano forti impatti sul sistema elettrico, rendendo, in parte, inutili gli effetti positivi, in termini di sicurezza e di prezzi, ottenuti grazie alla liberalizzazione del settore elettrico;
appare evidente la necessità di intervenire con urgenza nella lotta all'emergenza energetica, aumentando la capacità del nostro Paese di produrre energia, dando soluzione concreta ai problemi del deficit infrastrutturale attraverso: il potenziamento dei gasdotti, l'indipendenza della rete di trasporto del gas, la costruzione di nuovi rigassificatori, il significativo potenziamento degli stoccaggi -:
quali iniziative il Ministro interrogato abbia intenzione di adottare al fine di impedire che l'andamento del mercato del petrolio possa incidere periodicamente sull'andamento tariffario dell'energia elettrica e del gas a discapito delle famiglie italiane e se non intenda assumere provvedimenti volti a sterilizzare i predetti aumenti, per evitare che le recenti determinazioni del Governo per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie non vengano vanificate da un perverso e non sempre giustificato aumento tariffario, che, come conseguenza, porta vantaggi ai soggetti gestori e aggravi economici ai cittadini.
(3-00080)
Interrogazione a risposta scritta:
TOMMASO FOTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
per lo sviluppo del progetto IGNITOR nel periodo 1994-2000, sono stati erogati all'ENEA, ai sensi della legge n. 644 del 1994 e della legge n. 488 del 1999, finanziamenti pari ad un importo di 20,35 milioni di euro. Presso il Ministero dello sviluppo economico, inoltre, a tutto il 2006 risultavano disponibili 3,3 milioni di euro, stanziati ai sensi della legge n. 140 del 1999, ma non ancora erogati all'Ente;
detto importo di 20,35 milioni di euro, effettivamente erogato non è stato completamente utilizzato, in quanto, alla data del 31 dicembre 2006, risultava presso le casse dell'ENEA, ancora un residuo di fondi pari ad un importo di 4,935 milioni di euro;
risulta all'interrogante che è stata effettuata nel luglio 2002, con esito positivo, in collaborazione con il Gestore della rete elettrica nazionale (GRTN), la verifica della possibilità di alimentare IGNITOR dalla rete a 400kV in prossimità del «nodo elettrico» di Rondissone;
in relazione all'attività programmata dall'ENEA per il progetto IGNITOR, risulta elaborato, in collaborazione con il professor Bruno Coppi, un programma di attività per il periodo 2007-2008. Detto programma, comprende sostanzialmente:
a) la definizione di ulteriori scenari di plasma e la verifica strutturale del «sistema IGNITOR» nelle condizioni operative da questi definite;
b) la progettazione dei principali componenti dell'impianto ausiliario per il preriscaldamento degli ioni deputati a innescare la fusione nucleare;
c) lo studio di alcune metodologie per la diagnostica delle condizioni operative del «sistema IGNITOR»;
d) lo studio di fattibilità per realizzare e gestire il «sistema IGNITOR» nell'area dell'ex-centrale elettronucleare di Caorso;
l'importo di spesa previsto - per detto programma biennale - è di circa 1,20 milioni di euro, gravanti sui fondi residui, ancora disponibili presso l'ENEA che, come citato in precedenza, corrispondono a 4,935 milioni di euro -:
se e quali attività future risultino programmate dall'Enea per il progetto IGNITOR e quali eventuali risorse risultino ulteriormente necessarie per il suo sviluppo.
(4-00566)
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Apposizione di firme ad una risoluzione.
La risoluzione in Commissione Nola ed altri n. 7-00012, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 giugno 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Oliverio, Agostini, Brandolini, Marco Carra, Cenni, Cuomo, Dal Moro, Fiorio, Lusetti, Marrocu, Pepe Mario (PD), Sani, Servodio, Trappolino, Zucchi, Di Giuseppe, Rota, Ruvolo.
Apposizione di una firma ad una interpellanza.
L'interpellanza urgente Soro ed altri n. 2-00082, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 3 luglio 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Sarubbi.
Apposizione di una firma ad una interrogazione.
L'interrogazione a risposta scritta Barbaro n. 4-00312, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 giugno 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Frassinetti.
Pubblicazione di testi riformulati.
Si pubblica il testo riformulato della risoluzione in Commissione Nola n. 7-00012, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 17 del 16 giugno 2008.
La XIII Commissione,
premesso che:
la letteratura scientifica ed i monitoraggi di storni presente sul territorio nazionale evidenziano un buono stato di salute e di conservazione della specie;
lo storno, uccello migratore assai diffuso sul territorio nazionale, è notoriamente una specie che arreca gravi danni alle colture agricole, come ancora recentemente segnalato da molte Amministrazioni provinciali e regionali;
lo storno, pur essendo specie di interesse venatorio, attualmente non è cacciabile in virtù della mancata inclusione nell'allegato II/2 della direttiva n. 409/79/CEE per l'Italia;
l'attuale normativa comunitaria e nazionale sul prelievo in deroga alla citata direttiva non è idonea a regolamentare un prelievo venatorio finalizzato alla riduzione dei danni alle colture;
la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, in data 20 dicembre 2007, ha approvato all'unanimità un ordine del giorno in tal senso,
impegna il Governo
ad attivarsi al più presto presso la Commissione europea per il reinserimento dello storno (sturnus vulgaris) nell'elenco delle specie cacciabili.
(7-00012)
«Nola, Beccalossi, Faenzi, Gottardo, Nastri, Biava, D'Ippolito Vitale, Romele, Taddei, De Camillis, Di Caterina, Dima, Bonciani, Fogliato, Rainieri, Bellotti, Iannarilli, Oliverio, Agostini, Brandolini, Marco Carra, Cenni, Cuomo, Dal Moro, Fiorio, Lusetti, Marrocu, Mario Pepe (PD), Sani, Servodio, Trappolino, Zucchi, Di Giuseppe, Rota, Ruvolo».
Si pubblica il testo riformulato della interpellanza urgente Soro n. 2-00082, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 28 del 3 luglio 2008.
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
il 21 maggio 2008, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri viene dichiarato lo stato di emergenza, fino al 31 maggio 2009, in relazione agli insediamenti di comunità nomadi nel territorio delle regioni Campania, Lazio e Lombardia;
la base giuridica per l'adozione del decreto è costituita dall'articolo 5, comma 1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225: si tratta della legge che istituisce il Servizio nazionale della Protezione civile, e il cui articolo 5, comma 1, prevede che, al verificarsi di calamità naturali, catastrofi o altri eventi che per intensità ed estensione debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità e alla natura degli eventi;
sulla base del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, il 30 maggio 2008 vengono adottate tre ordinanze (n. 3676, n. 3677, e n. 3678) del Presidente del Consiglio dei ministri, che contestualmente nominano i prefetti di Roma, Milano e Napoli come commissari delegati per la realizzazione di tutti gli interventi necessari al superamento dello stato di emergenza, e attribuiscono loro una serie
di poteri tra cui quello del «monitoraggio dei campi autorizzati in cui sono presenti comunità nomadi e individuazione degli insediamenti abusivi» (articolo 1, comma 2, lettera b) e quello «dell'identificazione e censimento delle persone, anche minori di età, e dei nuclei familiari presenti (nei campi autorizzati e negli insediamenti abusivi), attraverso rilievi segnaletici» (articolo 1, comma 2, lettera c);
la disinvoltura con cui la dichiarazione dello stato di emergenza sui campi nomadi viene ricondotta alla fattispecie costituita dal «verificarsi di calamità naturali, catastrofi o altri eventi», potenzialmente sembra giustificare la dichiarazione dello stato di emergenza, con semplice decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, senza alcun controllo o garanzia parlamentare, praticamente su qualunque materia;
nelle dichiarazioni rese dal Ministro Maroni, tale intervento sarebbe legittimato, inoltre, dal Regolamento CE n. 380/2008; in realtà, tale regolamento prevede la rilevazione di identificatori biometrici, comprendenti le immagini del volto e le impronte digitali, a partire dall'età di sei anni, al mero fine di istituire un modello uniforme per i permessi di soggiorno rilasciati a cittadini di paesi terzi;
viene quindi impropriamente estesa ad avviso degli interpellanti una normativa comunitaria - applicabile ai soli cittadini extra-comunitari e ai soli fini di istituzione di un modello uniforme di permesso di soggiorno - a tutti coloro che italiani, comunitari o extra-comunitari, di qualunque età, anche inferiore ai sei anni, si trovino in un campo nomade, autorizzato o abusivo, e a prescindere dalla presenza legale o illegale sul territorio italiano, e dunque dall'eventuale rilascio di un permesso di soggiorno, dimenticando peraltro che circa il 60 per cento dei rom presenti sul territorio nazionale ha la cittadinanza italiana;
le norme adottate, inoltre, lungi dal distinguere tra cittadini italiani, comunitari o extra-comunitari, si fondano sul mero presupposto che tutti coloro che vi saranno soggetti si trovino in un campo nomade, suscitando così le perplessità espresse dal Garante della privacy che non ha mancato di sottolineare come questa «schedatura» sarebbe priva di una base normativa, prevedendo oggi la legge che le impronte possano essere prese solo in casi ben determinati, come per esempio nell'ipotesi di ingresso in carcere. In ogni caso non possono essere prese indiscriminatamente, o comunque per una fascia sola della popolazione sulla base della mera considerazione che il soggetto viva in un campo nomade, violando così il principio di dignità, di non discriminazione per etnia e di tutela dei minori;
quanto detto è aggravato dalla circostanza che nelle copie di alcuni atti di censimento a firma del commissario delegato per l'emergenza insediamenti e comunità nomadi della regione Campania, - resi pubblici dalla comunità di Sant'Egidio - emerge che il 25 giugno 2008, nel campo detto «centrale del latte», non solo sono state raccolte rilevazioni fotografiche e impronte digitali degli interessati ma che tale schedatura ha contemplato anche la registrazione di dati relativi alla religione professata e all'appartenenza etnica;
tali disposizioni, secondo Unicef Italia, violano fondamentali principi non solo costituzionali, primo tra tutti quello sancito dall'articolo 3 della Costituzione, ma anche quelli del superiore interesse del bambino su qualunque altra considerazione e quello di non discriminazione dei bambini, principi cardine della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia; così come preoccupate sono state le dichiarazioni del Commissario per i diritti umani in seno al Consiglio d'Europa che ha ricordato come «tali metodi richiamano misure prese nel passato e che hanno portato alla repressione dei Rom»;
le norme approvate, infatti, al di fuori di ogni garanzia parlamentare o costituzionale, lungi dal perseguire gli autori di abusi e violazioni dei diritti dei bambini, finiscono per equiparare le vittime
di tali abusi ai criminali che li sfruttano, e ledono al contempo in maniera sproporzionata il diritto all'eguaglianza di tutti i bambini, rilevando un approccio da un lato restrittivo e discriminatorio, dall'altro inefficace, come sottolineato dalla stessa Conferenza episcopale italiana;
la stessa finalità indicata dal Ministro dell'interno e da quello dell'istruzione, di favorire così la scolarizzazione dei minori rom, è contraddetta dalla stessa pratica di sgombero dei campi rom che spesso, come testimoniato dai volontari che vi lavorano a stretto contatto, determina l'inutile e pericoloso effetto di sparpagliare nuovamente quei bambini per le città, interrompendo, invece, processi di scolarizzazione in corso, avviati con il concorso di tutte le professionalità della scuola italiana -:
se il Presidente del Consiglio dei ministri intenda modificare quanto prima il decreto che proclama lo stato di emergenza, e le ordinanze conseguentemente adottate, abbandonando le politiche repressive e discriminatorie fin qui seguite, e avviando invece un'approfondita riflessione sulle politiche di integrazione, affrontando in particolare l'aspetto della scolarizzazione e dell'integrazione sociale dei bambini appartenenti a comunità nomadi; se, a tal fine, non intenda predisporre un piano nazionale, integrato e pluriennale per la frequenza e il successo scolastico di minori rom e sinti.
(2-00082)
«Soro, Bressa, Sereni, Amici, Zaccaria, Ghizzoni, De Torre, Lenzi, Zampa, Miotto, Sarubbi».