XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 1 luglio 2008

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
le disponibilità liquide dell'INAIL, giacenti presso la Tesoreria centrale, ammonterebbero al 5 giugno 2008 a circa 14.882 milioni di euro;
negli ultimi anni si è verificato un costante incremento delle disponibilità liquide dell'Istituto dovuto: alla impossibilità di effettuare investimenti immobiliari stanti i vincoli fissati dalla leggi finanziarie; alle dismissioni di buona parte del patrimonio immobiliare dell'Istituto attraverso diverse operazioni di cartolarizzazione degli immobili sia per quanto riguarda quelli da reddito, che per quelli ad uso istituzionale; e, inoltre, al parziale smobilizzo delle partecipazioni azionarie e degli altri titoli detenuti dall'Istituto;
si tratta, dunque, di una ingente somma, di fatto improduttiva che, se pur in parte utilizzabile per implementare le riserve tecniche dell'Istituto, per il residuo assai congruo, potrebbe, come previsto dalle vigenti disposizioni e da più parti sostenuto, essere utilizzata per alcune finalità economico-sociali e infrastrutturali;
allo stato, le vigenti disposizioni prevedono che la liquidità di Tesoreria dell'INAIL, possa essere utilizzata previa adozione di un piano di impiego interministeriale, per finalità che riguardano i settori di competenza del Welfare (lavoro e salute) e pubblica istruzione -:
quali iniziative normative intenda assumere per favorire l'inserimento nel concerto previsto per l'adozione del piano di impiego delle risorse di cui sopra, del Ministero della giustizia, al fine di reperire gli strumenti economico-finanziari idonei a sostenere interventi di modernizzazione e di miglioramento dell'efficienza della amministrazione della giustizia che interessino le infrastrutture e gli strumenti operativi dell'intero sistema giudiziario italiano.
(2-00077)
«Lo Presti, Contento, Bernini Bovicelli, De Girolamo, Consolo, Scelli, Cristaldi, Sbai, Costa, Angela Napoli, Lorenzin, Laffranco, Bianconi, Cirielli, Porcu, Nizzi, Vella, Moffa, Simeoni, Stracquadanio, Saltamartini, Giudice, Bertolini, Martinelli, Paolo Russo, Cicu, Marinello, Pittelli, Cassinelli, Mariarosaria Rossi, Proietti Cosimi, Landolfi, Distaso, Holzmann, Polidori, Germanà, Misuraca, Bellotti, Cazzola, Orsini, Mancuso, La Loggia, Granata, Mazzocchi, Beccalossi».

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
il 25 giugno 2008, in una conferenza stampa indetta per illustrare i dati statistici sulla tossicodipendenza in Italia, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, onorevole Carlo Giovanardi, ha tra l'altro testualmente dichiarato: «...vogliamo indire per fine anno la Quinta Conferenza Nazionale sulle Tossicodipendenze per arrivare tutti assieme ad un momento di riflessione, perché - ha considerato il sottosegretario - è vero: ci sono nuove modalità di consumo, nuove mode. C'è l'ecstasy, ci sono le droghe sintetiche. C'è la cocaina, che comporta situazioni particolari. La cocaina c'è nel Paese, negli imprenditori, c'è nei professionisti. C'è in Parlamento [...]. Chi dice che in Parlamento non ci sono persone che non fanno uso di cocaina o di droga nega la realtà. Sarebbe come dire che (la cocaina) non c'è tra i professionisti e tra gli imprenditori. Ma non è neanche vero che la metà dei parlamentari fa uso di sostanze»;
le affermazioni del sottosegretario sull'uso presunto di sostanze stupefacenti da parte dei parlamentari sono gravi e

irrimediabilmente lesivi non solo della privacy e dell'immagine dei singoli deputati (e senatori), ma minano la credibilità e le fondamenta delle principali istituzioni elettive del nostro Paese. Il sottosegretario, infatti, riferisce con convinzione, ma in modo generico, che «La cocaina c'è in Parlamento», mentre chi afferma il contrario «nega la realtà». Ebbene, posto che l'assunto dell'esponente di Governo è stato proferito senza alcun supporto documentale comprovante l'effettivo consumo di droga dei parlamentari, c'è da chiedersi se il sottosegretario conosca nomi, fatti specifici e circostanze che possano validare l'ipotesi accusatoria nei riguardi di quella parte di parlamentari di cui si ignora la percentuale, visto che lo stesso sottosegretario ammette: «Ma non è neanche vero che la metà dei parlamentari fa uso di sostanze»;
ci si domanda allora a quanto ammonti la percentuale dei parlamentari che sarebbero abituali consumatori di sostanze;
in attesa di conoscere l'entità esatta del corpo parlamentare che fa uso di droghe, soprattutto in attesa di conoscere i nominativi, si deduce, per logico automatismo, che ciascun membro del Parlamento al momento è sospettabile di essere un potenziale consumatore di sostanze stupefacenti;
è assai grave che un uomo delle istituzioni, come l'onorevole Giovanardi, si lasci andare a considerazioni di questo tipo che alimentano dubbi sulla statura morale dei parlamentari. Sarebbe il caso di accertare se siano considerazioni personali apprese nella sfera privata di ciascun deputato, oppure ci siano stime che confermano la sua dichiarazione e di cui si ignora l'esistenza;
resta il fatto che in assenza di riferimenti acclarati, quelle dichiarazioni trascinano in modo indiscriminato nel «tunnel della droga» tutti i membri, anche coloro che non hanno mai fatto uso di cannabis o altre sostanze come la cocaina;
per fugare questo sospetto inaccettabile, soprattutto per il rispetto che si deve al corpo elettorale, sarebbe opportuno avere l'esatta dimensione del fenomeno. Anche per non alimentare il risentimento contro la cosiddetta «Casta» e sollevare nuove ventate di antipolitica;
le considerazioni dell'esponente di Governo, oltretutto, contrastano fortemente con la recente sentenza della Corte Suprema di Cassazione che il 10 giugno 2008 ha confermato la condanna per violazione della privacy dei parlamentari nei confronti dei due giornalisti delle Iene ritenuti colpevoli di avere prelevato, «con un comportamento ingannevole e fraudolento», tamponi di sudore di 50 deputati e 16 senatori per accertare la positività all'uso di stupefacenti;
i giornalisti, dal canto loro, sostenevano di non aver leso la privacy dei deputati dal momento che «i loro accertamenti non permettevano di associare l'esito del test a persone note»;
ad avviso della Suprema Corte di Cassazione, però, il fatto che nel servizio televisivo, andato in onda su Italia 1, le Iene avessero diffuso la notizia che alcuni onorevoli, pur rimasti anonimi, erano positivi al test antidroga ha fatto sì che «tutti i parlamentari potessero essere indiscriminatamente sospettati di assumere stupefacenti con la conseguenza che ogni membro del Senato o della Camera dei deputati, nonché l'istituzione parlamentare, ha subito un nocumento alla sua immagine pubblica ed alla sua onorabilità»;
seppure di fronte a due fatti diversi - entrambi in danno dei parlamentari - è del tutto evidente che i due episodi riconducono alla medesima conclusione: la violazione della privacy e la lesa onorabilità del Parlamento e dei suoi membri -:
se le dichiarazioni del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, onorevole Carlo Giovanardi, siano state concordate con il Presidente del Consiglio, secondo i principi generali richiamati dall'articolo 5,

comma 2, lettera d) della legge n. 400 del 1988 («Disciplina dell'attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri») secondo il quale il Presidente del Consiglio concorda con i Ministri interessati (e dunque a maggior ragione con i Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio) le pubbliche dichiarazioni che essi intendano rendere ogni qualvolta possano impegnare la politica generale del Governo, e, in caso contrario, se non intenda censurare il comportamento del Sottosegretario, per le gravi e gratuite insinuazioni che violano palesemente la privacy di tutti i parlamentari, anche in considerazione dell'ultima sentenza della Suprema Corte di Cassazione emessa in seguito all'ormai famoso «test tossicologico ai deputati» effettuato dai giornalisti de Le iene.
(2-00078)
«Laratta, Sarubbi, Misiani, Schirru, Fadda, Velo, Cardinale, Farinone, Sanga, Giorgio Merlo, Grassi, Lo Moro, Fogliardi, Ferrari, Berretta, Viola, Zampa, Strizzolo, Villecco Calipari, Cesare Marini, Zunino, Servodio, Vico, Cesario, Nicolais, Nannicini, Maran, D'Antoni, Ginoble, Bordo, De Micheli, De Biasi, Bellanova, Melis, Duilio, Gozi, Losacco, Picierno, Occhiuto, Nunzio Francesco Testa, Ciccanti, Naro, Enzo Carra».

Interrogazione a risposta scritta:

ANGELA NAPOLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
in data 11 dicembre 2007 il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza socio-economico-sanitaria nel territorio della regione Calabria;
lo scorso mese di aprile 2008, dall'indagine conoscitiva fatta da una Commissione ministeriale è emerso un quadro allarmante della sanità calabrese;
la Corte dei conti ha «bocciato la sanità calabrese», richiamando «ritardi nell'adozione degli atti di indirizzo regionale» ed il continuo cambio dei manager delle aziende, con le «procedure di nomina e di rimozione non sempre legate alla valutazione dei risultati conseguiti, ma piuttosto a dinamiche politico-istituzionali»;
dallo scorso mese di marzo 2008 è in atto il commissariamento dell'Azienda sanitaria provinciale n. 5 di Reggio Calabria, sciolta per accertate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata ed uno dei tre commissari, nominati dal ministero dell'interno, non si è mai insediato;
il rapporto della citata Commissione ministeriale parla di metodologia dell'insufficienza elevata a sistema, dove uno degli attori è il governo regionale calabrese;
nonostante queste premesse il Consiglio regionale della Calabria, lo scorso 29 maggio 2008, ha votato, nella legge finanziaria regionale per il 2008 (legge regionale n. 5 del 2008), l'articolo 31, il cui comma 1 prevede il commissariamento unilaterale dell'azienda ospedaliera universitaria «Mater Domini» di Catanzaro e conferisce al nominando commissario il compito di procedere alla riorganizzazione dell'azienda medesima;
secondo il citato articolo 31 della finanziaria regionale calabrese si sostiene che l'urgente necessità del commissariamento è basata sull'ipotesi dell'integrazione azienda ospedaliera Pugliese - Ciaccio/azienda ospedaliero - universitaria «Mater Domini» prevista nella proposta di piano sanitario regionale, non ancora approvata dal Consiglio della Calabria;
il contenuto del citato comma 1 dell'articolo 31 lede l'autonomia dell'Università degli studi «Magna Graecia» di Catanzaro e viola quanto previsto dall'articolo 5, commi 6 e 7 del vigente protocollo d'intesa Regione-Università;

la stessa Corte costituzionale, con sentenza n. 233 del 2006, si è espressa chiaramente riconfermando l'obbligo d'intesa fra regione Calabria ed Università «Magna Graecia» prevista per la nomina o revoca del direttore generale -:
se non ritenga necessario ed urgente impugnare l'articolo 31 della legge finanziaria regionale della Calabria, al fine sia di garantire la prescritta autonomia dell'Università «Magna Graecia» di Catanzaro, sia di impedire che il Consiglio e la Giunta regionali calabresi si continuino ad appropriare di commissariamenti, quasi sempre unilaterali, che vengono spesso gestiti solo per scopi e nomine politiche.
(4-00509)

...

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
il gas rappresenta una fonte energetica d'importanza fondamentale per il nostro Paese e la tecnologia acquisita consente di poterlo immagazzinare in tutta sicurezza, ove vengano correttamente utilizzati giacimenti già precedentemente sfruttati, in modo da creare uno stock utile per sopperire alle eventuali carenze o a calmierare i prezzi;
nel comune di San Felice sul Panaro (Modena) in località Rivara, tuttavia, è allo studio un sito di stoccaggio di gas nel sottosuolo di natura ben diversa, che avrebbe un volume pari a 3,2 miliardi di metri cubi ed un'estensione di 120chilometri quadrati, coinvolgendo, per questo, anche il territorio di diversi comuni dell'area nord modenese;
gli abitanti dell'area interessata corrisponderebbero al numero di circa 70.000;
il progetto, da quanto si evince dal documento redatto dal Comitato ambiente e salute, sarebbe di natura sperimentale date le sue dimensioni e la sua tipologia «in acquifero»;
tale carattere sperimentale del sito desterebbe nei cittadini e negli esperti serie preoccupazioni riguardo alla sicurezza dell'opera;
sul piano geologico, infatti, non potrebbe essere data alcuna rassicurazione circa la destabilizzazione del suolo, considerando la natura sismica della zona, la presenza di preesistenti fratture del terreno e la pressione ulteriore che si verrebbe a creare su questo per la presenza di una falda acquifera nella cavità in cui andrebbe immesso il gas;
sul piano dell'impatto ambientale in superficie lo stesso impianto risulterebbe causa di inquinamento acustico oltre che atmosferico per l'utilizzo di turbine e per l'emissione di gas inquinanti;
oltre al rischio geologico, dunque, si andrebbe a sommare l'immissione di agenti inquinanti in atmosfera in un'area dove, secondo l'annuario statistico dell'ordine dei medici, è già presente la più alta percentuale di tumori sul territorio italiano;
il riscaldamento prodotto dalle turbine per l'immissione di gas nel sottosuolo provocherebbe, inoltre, un innalzamento della temperatura superficiale tale da mutare il microclima della zona con evidenti danni all'ecosistema;
l'ossido di azoto sprigionato, infatti, nei processi di stoccaggio è considerato un inquinante primario e il maggiore responsabile dell'inquinamento antropico, visto che è lo stesso agente tossico prodotto dal traffico autoveicolare;
per di più gli ossidi di azoto, in alta concentrazione, oltre ad essere soggetti ad una notevole reattività fotochimica, assorbendo

l'energia della radiazione solare, possono trasformarsi in presenza di umidità atmosferica in acido nitrico e, di conseguenza, in nitrati che ricadono poi al suolo con le piogge e portano alla produzione di una grande quantità di radicali liberi con danni agli uomini e alle colture;
il fenomeno della subsidenza, ossia dell'abbassamento del suolo, ha già dimostrato tutta la sua pericolosità nella pianura Padana nel passato, a seguito dell'estrazione di gas metano e pone inquietanti interrogativi circa le conseguenze che la manipolazione dei depositi del sottosuolo potrebbe provocare non solo nella provincia di Modena, ma anche in quelle circostanti, come quelle di Ferrara e Rovigo, più vicine al mare;
più specificamente in quest'ultima provincia, ossia quella di Rovigo, vista la presenza di ampi territori soggetti a depressione, l'intervento sulle falde del sottosuolo potrebbe risultare estremamente dannoso considerando anche il recente rapporto ONU sul riscaldamento climatico e l'innalzamento del livello dei mari;
già nel mese di dicembre 2006 fu fatta formale richiesta di un monitoraggio della situazione del sito di Rivara al Dipartimento della protezione civile presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, sollevando con questa la questione del pericolo ambientale, su cui il Governo pubblicamente non si è ancora pronunciato;
posizioni contrastanti, anche all'interno della coalizione della maggioranza di Governo, consiglierebbero di assumere una posizione chiarificatrice su quale sia la posizione dell'Esecutivo circa questa questione, in modo da fornire una posizione univoca e dare risposte chiare ai cittadini preoccupati per l'eventuale realizzazione dell'impianto di stoccaggio -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali siano le intenzioni del Governo in merito a questa presunta realizzazione del sito di stoccaggio di gas naturale presso il comune di San Felice sul Panaro.
(2-00075)
«Bellotti, Alessandri, Bertolini, Brigandì, Rainieri, Comaroli, Migliori, Lo Presti, Garagnani, Divella, Patarino, Angela Napoli, Antonio Pepe, Caparini, Malgieri, Lamorte, Biancofiore, Torazzi, Crosio, Moroni, Carlucci, Consiglio, Guido Dussin, Sbai, Cristaldi, Gidoni, Fava, Paniz, Consolo, Mariarosaria Rossi, Fugatti, Laboccetta, Tortoli, Santelli, Mondello, Munerato».

...

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
per il Comune di Taranto è stato dichiarato il dissesto in data 17 ottobre 2006 e la giunta comunale, con propria delibera ha adottato la modalità semplificata ai sensi dell'articolo 258 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
l'articolo 40, commi 1, 2 e 3, del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, ha prorogato al 31 dicembre 2008 il termine per l'effettuazione di pagamenti a valere sul contributo statale di 150 milioni di euro previsto dall'articolo 24, comma 1, del decreto legge 1o ottobre 2007, n. 159;
tale ultima disposizione ha altresì fissato al 31 dicembre 2008 il termine per l'effettuazione dei pagamenti delle transazioni che saranno definite dall'organo straordinario di liquidazione mantenendo invece fermo al 31 dicembre 2007 il ter- mine

per l'effettuazione di pagamenti per le transazioni avvenute entro il 31 dicembre 2007;
ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del decreto-legge 1o ottobre 2007, n. 159, le somme non utilizzate per l'effettuazione dei pagamenti entro il termine del 31 dicembre 2007 sono riversate al bilancio dello Stato con imputazione ad apposito capitolo dello stato di previsione dell'entrata;
con il decreto legge 27 maggio 2008, n. 93, in via di conversione, i pagamenti da effettuarsi entro il termine del 31 dicembre 2007 sono quelli afferenti le transazioni avvenute entro il medesimo 31 dicembre 2007 con esclusione quindi delle somme di cui al comma 1 dell'articolo 24 che rientrano, giusto il disposto del comma 3, tra le risorse finanziarie messe a disposizione dal Comune per le transazioni che saranno definite dall'Organo straordinario di liquidazione e che dovranno essere liquidate entro il 31 dicembre 2008 -:
se, a parere del Ministro interrogato, con la lettera b), comma 10, articolo 5, del decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, sia soppresso solo quanto previsto dalla lettera b), comma 3-bis, articolo 40 del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248 convertito dalla legge 21 febbraio 2008, n. 31 e non, invece, di fatto, quanto previsto dal comma 3 del medesimo articolo 40 del decreto-legge n. 248.
(2-00076)
«Franzoso, Rosso, Patarino, Biancofiore, Porcu, Sbai, Cristaldi, Frassinetti, Sisto, Taddei, Pizzolante, Simeoni, Di Cagno Abbrescia, Dell'Elce, Del Tenno, Angela Napoli, Lo Presti, Vitali, Torrisi, Distaso, Castiello, Lisi, Fucci, Formichella, Calabria, Pelino, D'Ippolito Vitale, Di Virgilio, Dima, Mancuso, Bocciardo, Ciccioli, Beccalossi, Romele».

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VI Commissione:

FOGLIARDI e FLUVI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la legge finanziaria per il 2008 ha disposto l'anticipo del versamento delle imposte dirette a saldo e relativamente al primo acconto, per le persone giuridiche che hanno l'esercizio coincidente con l'anno solare, al 16 giugno 2008; in precedenza la scadenza era fissata al 20 giugno. Con la stessa legge è stato anticipato il termine fissato dall'articolo 119 TUIR per l'esercizio per l'opzione per il consolidato fiscale nazionale, che è passato dal 20 giugno al 16 giugno 2008; sul sito dell'Agenzia delle entrate, ancora oggi, risulta tuttavia indicato quale termine di scadenza il 20 giugno 2008, come si potrà opportunamente verificare;
sussiste una evidente situazione di disinformazione, che può determinare, e ha già determinato, l'assunzione di comportamenti errati da parte dei contribuenti interessati;
la questione non è di poco conto, in quanto determina l'impossibilità di accedere - o di rinnovare, al termine del triennio - l'opzione per il consolidato fiscale nazionale;
inoltre non esisterebbe, secondo la circolare 47/E del 18 giugno 2008, a pagina 31, la possibilità di avvalersi della tenuta di comportamenti concludenti o dell'istituto del ravvedimento operoso -:
se il Ministero delle finanze, stante la situazione di confusione nei termini, generata, in un contesto di continuo cambiamento delle norme, dalla stessa Agenzia delle entrate, non ritenga necessaria ed opportuna una pronuncia precisa in merito.
(5-00171)

MILO, ZELLER e BRUGGER. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
a norma dell'articolo 28 della legge 22 dicembre 1957, n. 1293, e relativo re- golamento

di esecuzione di cui al decreto del Presidente della Repubblica 14 ottobre 1958, n. 1074, in materia di organizzazione dei servizi di distribuzione e vendita dei generi di monopolio, le rivendite devono essere gestite personalmente e direttamente dagli assegnatari, con la possibilità di farsi coadiuvare da un familiare, fatta eccezione per i grandi invalidi di guerra ed equiparati e per i ciechi civili;
le tabaccherie devono quindi essere gestite da una ditta individuale, e non possono essere gestite in forma societaria, con la conseguenza che, se un soggetto nell'ambito dello stesso locale voglia gestire più attività (minimarket, cartoleria o altro), deve gestire tutte le attività in forma individuale, oppure deve separare le attività dal punto di vista fiscale, con le inutili e superflue aggravanti di raddoppiare le incombenze burocratiche che questa seconda opzione richiede;
l'ufficio territoriale della Guardia di finanza della provincia di Bolzano, attraverso un controllo incrociato dei dati fiscali forniti dai commercialisti sulle suddette attività nella Val Venosta, ha rinvenuto delle incongruenze tra la titolarità della concessione di rivendita di monopoli e la gestione diretta dell'attività, non effettuando sopralluoghi diretti, che ha segnalato all'ufficio regionale dei Monopoli di Stato competente (Veneto e Trentino-Alto Adige);
i Monopoli di Stato hanno poi inviato una serie di richieste di chiarimenti ai titolari di rivendite di tabacchi, con l'intimazione ad adeguarsi alla normativa vigente entro 30 giorni dal ricevimento della richiesta, pena la revoca della concessione e una multa di decine di migliaia di euro;
il fenomeno sembra riguardare molti commercianti della Val Venosta (su 20 esercizi controllati, 6 o 7 risultano irregolari), e del Trentino, e spesso si tratta di piccoli comuni periferici e di montagna (soprattutto in Trentino), dove è rimasto un solo esercizio commerciale gestito da una famiglia in forma cooperativa, che rischia di sparire definitivamente se dovesse venire meno il gettito aggiuntivo prodotto dalla vendita dei generi di monopolio;
la Federazione italiana tabacchi di Bolzano ha manifestato la preoccupazione che le irregolarità riguardino moltissimi titolari sostanzialmente in buona fede e, per una erronea interpretazione della legge, tacitamente accettata dagli uffici competenti fino ad oggi, dal momento che per decenni non sono mai stati fatti rilievi di questo tipo -:
se non ritenga eccessiva la posizione assunta dall'ufficio regionale dei Monopoli di Stato del Veneto e Trentino-Alto Adige, che impone a tutti gli esercizi in cui si esercita la rivendita di tabacchi e di altre attività, di costituire una ditta individuale a gestione personale e diretta per la vendita dei tabacchi e una società per l'esercizio delle altre attività, e se non sia opportuno assumere iniziative normative volte a rimuovere il limite della gestione personale o coadiuvata da un familiare della rivendita di tabacchi aprendola anche alla gestione delle società di persone, di capitali o alle cooperative, attraverso la modifica dell'articolo 28 della legge 22 dicembre 1957, n. 1293, e dell'articolo 63 del relativo regolamento di esecuzione di cui al decreto del Presidente della Repubblica 14 ottobre 1958, n. 1074.
(5-00172)

...

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:

TOMMASO FOTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 360 del codice di procedura civile è applicabile alle sentenze civili ma non alle sentenze del Consiglio di Stato, nonostante il fatto che si possa verificare l'emissione di alcune sentenze in violazione di norme di legge e/o omessa motivazione su punti decisivi del processo;

nella sentenza Consiglio di Stato 2576 del 2007, ad esempio, si afferma che la decisione (del Tar) impugnata produce effetti giuridici col deposito della motivazione, ritenendosi - quindi - che solo alla data del deposito tale sentenza del Tar sia venuta a giuridica esistenza, pur essendo noto che ogni sentenza ha effetto con la data della pubblicazione dell'udienza in cui avviene la Camera di Consiglio di adozione del dispositivo, mentre la motivazione col deposito è sempre effettuata in data ben successiva;
alle sentenze del Consiglio di Stato è applicabile la procedura dell'articolo 6 della Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo, per violazione dell'equità e della imparzialità del processo;
risultano già pendenti ricorsi in tal senso avanti la Corte europea dei Diritti dell'Uomo, di prossima decisione;
ragioni di equità e di unitarietà dell'ordinamento consigliano la modifica della normativa vigente -:
se e quali iniziative, anche di ordine legislativo, intenda assumere al riguardo.
(4-00506)

...

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta immediata:

BRUGGER. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Vadena, in provincia di Bolzano, nella zona della «Frizzi Au», è stato inaugurato recentemente un centro polifunzionale che prevede anche una pista idonea allo svolgimento di corsi di guida sicura;
nel dibattito sulla sicurezza stradale in Italia, importante e opportunamente diffuso nel Paese, è fondamentale che i centri polifunzionali, come quello di Bolzano, all'avanguardia in Italia e in linea con le più qualificate esperienze in Europa, possano avere compiti e responsabilità di primo piano nelle politiche di prevenzione e di sicurezza stradale, ad esempio con la previsione di corsi di guida sicura obbligatori prima di sostenere l'esame per la patente di guida per qualsiasi categoria di veicoli;
molteplici appaiono gli indirizzi di gestione del centro, fra i quali merita particolare attenzione l'obiettivo di svolgere corsi volti ad assicurare le istruzioni base per la sicurezza stradale e le regole di comportamento da tenere nel traffico per i neopatentati appena usciti dalla scuola guida;
nel centro hanno luogo, inoltre, corsi di guida sicura, che, in collaborazione con l'Aci, potranno coprire le regioni del Nord Italia ad oggi sprovviste di tali iniziative;
il vicino Tirolo (Austria) riconosce al land il potere di legiferare in materia di regolamento per il codice della strada, che in Italia invece è di competenza esclusiva dello Stato, e lì è stato introdotto l'obbligo di frequentare i corsi di guida sicura ai neopatentati prima di poter circolare su strada;
il progetto di cui sopra contempla la possibilità di organizzare corsi per il recupero dei punti persi o per l'esame di idoneità tecnica, di cui all'articolo 128 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in caso di perdita totale del punteggio a causa di violazioni del codice della strada, che prevedono anche la decurtazione dei punti dalla patente, secondo i criteri stabiliti in materia dal dipartimento per i trasporti terrestri del ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nonché corsi per il rilascio dei certificato di idoneità per la guida di ciclomotori per i minori;
il problema della guida sicura sta emergendo anche in Alto Adige per problemi legati principalmente alla guida in stato di ebbrezza e, più in generale, si aggrava in tutta Italia, con la crescita in questi anni e mesi del fenomeno delle cosiddette «stragi del sabato sera», che

nella XV legislatura hanno portato il Governo all'emanazione di un ulteriore provvedimento restrittivo delle norme che regolano il codice della strada e che nella XVI legislatura hanno motivato l'attuale Governo ad ulteriori misure repressive e di sicurezza stradale, ora all'esame delle Camere -:
ai fini della sicurezza stradale e delle politiche di prevenzione se il Ministro interrogato non ritenga opportuna la realizzazione di ulteriori centri polifunzionali e, laddove tali centri sono in funzione, come a Bolzano, la possibilità di dar corso a progetti sperimentali in ordine alla sicurezza stradale per i neopatentati e per coloro che frequentano corsi per acquisire la patente, abilitando tali centri, secondo criteri da stabilire in sede normativa, ad organizzare anche corsi per il recupero dei punti decurtati a seguito di sanzioni amministrative o per l'esame di idoneità tecnica in caso di perdita totale del punteggio.
(3-00066)

Interrogazione a risposta scritta:

ROSATO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la Ceias srl di Bari ha in appalto da Trenitalia alcuni lotti per la pulizia del materiale rotabile della divisione passeggeri;
circa cinquanta persone, che alle dipendenze della Ceias srl svolgono le pulizie sui vagoni dei treni passeggeri in sosta alla Stazione centrale di Trieste, dallo scorso 10 di giugno attendono di ricevere le loro competenze;
all'origine della mancata erogazione degli stipendi da parte della Ceias ai propri dipendenti triestini - in base a dichiarazioni della stessa Ceias riportate dalla stampa - sarebbe il fatto che il committente Trenitalia non ha provveduto al pagamento delle scadenze fissate al 31 maggio entro i termini contrattuali;
sempre in base a quanto sostenuto dalla Ceias srl, questa società vanterebbe crediti scaduti e a breve termine pari a circa 10 milioni di euro, che pregiudicano l'operatività finanziaria corrente, essendo inoltre acceso un contenzioso, anche per prestazioni erogate nel 2005, pari a circa 30 milioni di euro;
rappresentanti sindacali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Salpas-Orsa e Ugl-Af, che hanno chiesto all'azienda chiarimenti in merito, informano che la Ceias sarebbe disponibile a erogare solo il 40 per cento del dovuto nei prossimi giorni, perciò comunque in grave ritardo rispetto al dettato contrattuale;
da fonti di stampa si apprende che Ferrovie dello Stato ha recentemente presentato alle Regioni, alle associazioni dei consumatori ed alle organizzazioni sindacali la nuova gara europea per la pulizia dei treni;
l'amministratore delegato di Trenitalia, Vincenzo Soprano, ha annunciato che il prossimo bando di gara europeo adotta un criterio di aggiudicazione che non è più quello del massimo ribasso, bensì dell'offerta economicamente più vantaggiosa, tenuto conto delle caratteristiche tecniche dell'offerta;
l'appalto con la società in questione, nel corso degli anni, era già stato notoriamente all'origine di numerosi problemi, e in sede di sindacato ispettivo l'interrogante aveva chiesto chiarimenti in merito alla sua proroga -:
se il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti intenda appurare con Trenitalia quali siano le azioni più utili a tutelare sia i lavoratori della Ceias srl, in relazione a quanto loro dovuto dalla ditta appaltatrice, sia gli utenti della stessa Trenitalia, al fine di garantire loro un'adeguata qualità del servizio di pulizia.
(4-00507)

INTERNO

Interrogazioni a risposta immediata:

VIETTI, CAPITANIO SANTOLINI, VOLONTÈ, COMPAGNON, CICCANTI e NARO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere, premesso che -:
in base alla Costituzione e alle norme internazionali sui diritti umani, ed in particolare alla Convenzione delle nazioni unite sui diritti del fanciullo, la cui ratifica ed esecuzione è stata disposta con la legge del 27 maggio 1991, n. 176, tutti i bambini hanno gli stessi diritti e sono tutelati «senza distinzione di sorta ed a prescindere da ogni considerazione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o altra del fanciullo o dei suoi genitori o rappresentanti legali, dalla loro origine nazionale, etnica o sociale, dalla loro situazione finanziaria, dalla loro incapacità, dalla loro nascita o da ogni altra circostanza»;
l'impiego di mezzi certi di identificazione, come la rilevazione di impronte digitali, previsto e regolamentato anche dalle norme comunitarie sul rilascio di permessi di soggiorno ai cittadini di paesi terzi, può essere efficacemente applicato per evitare che sia sfruttata l'incertezza sull'identità ai fini dello sfruttamento dei minori, purché siano rispettati i diritti fondamentali e la dignità delle persone;
la schedatura con la rilevazione delle impronte digitali solo dei rom che vivono nei campi nomadi ed in particolare dei bambini, pur se fosse ispirata al condivisibile intento di tutelarli, rappresenta al di là delle buone intenzioni una possibile criminalizzazione dei bambini stessi già in molti casi vittime di gravi forme di sfruttamento oltre al rischio di creare delicati problemi di discriminazione;
la grave situazione di sfruttamento in cui vivono molti bambini e le condizioni di disagio e marginalizzazione in cui versano in generale le comunità nei campi nomadi presenti sul territorio nazionale, richiedono piuttosto interventi positivi, tra cui, innanzitutto, la scolarizzazione, affinché sia possibile rispettare, tra l'altro, l'impegno assunto anche dal nostro Paese in sede internazionale di assicurare al fanciullo la protezione e le cure necessarie al suo benessere e alla sua istruzione -:
se non ritenga, in ragione delle preoccupazioni evidenziate, di rivedere le annunciate misure previste nei confronti dei minori rom per evitare che si trasformino in forme di discriminazione sulla base dell'etnia e se il Governo non intenda promuovere misure positive a tutela dei minori che vivono nei campi nomadi, tra le cui esigenze vi è senz'altro una regolare frequenza scolastica.
(3-00070)

CICCHITTO, BOCCHINO e SBAI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la polemica pretestuosa basata su preconcetti politici ed ideologici portata avanti dall'opposizione contro l'iniziativa del Ministro interrogato diretta a combattere l'illegalità, purtroppo largamente presente nei campi nomadi, fa perdere di vista gli obiettivi reali di questa iniziativa;
è evidente il diritto dello Stato italiano di identificare coloro che risiedono nel territorio nazionale e, nello stesso tempo, è evidente la necessità di sottrarre i piccoli nomadi, in molti casi privi di identità certa, dallo sfruttamento ignobile che viene sovente praticato sulla loro pelle dagli stessi genitori o dal gruppo familiare cui appartengono, sotto forma di obbligo all'accattonaggio o a commettere furti in strada o nelle case;
la situazione attuale penalizza, in particolare, molti piccoli nomadi, che non possono essere sottratti da queste forme di sfruttamento, e consente il permanere nel nostro Paese di isole di illegalità, all'interno delle quali può avvenire di tutto;
l'accertamento dell'identità deve essere ovviamente fatto nel pieno rispetto della dignità personale e, in particolare,

per i minori deve essere effettuato dove necessario e con la collaborazione di assistenti sociali -:
in quali tempi ed in quali modi si intenda ripristinare la legalità anche nell'ambito dei campi nomadi e come si intenda restituire tutti i minori nomadi ad una vita normale e dignitosa, nel cui ambito deve esserci necessariamente anche una regolare frequenza scolastica.
(3-00071)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta immediata:

PICIERNO, GHIZZONI, SERENI, BRESSA, QUARTIANI, GIACHETTI, BACHELET, COSCIA, DE BIASI, DE PASQUALE, DE TORRE, GINEFRA, LEVI, LOLLI, MAZZARELLA, NICOLAIS, PES, ROSSA, ANTONINO RUSSO e SIRAGUSA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
le prove d'ammissione alle facoltà di medicina e chirurgia del 4 settembre 2007, svoltesi sulla base e con le modalità previste dalla legge n. 264 del 1999, si sono caratterizzate da gravissime irregolarità, verificatesi durante lo svolgimento della prova, e dalla presenza, appurata da apposita perizia, di 18 quesiti su 80 dalla formulazione errata;
tale circostanza ha condotto immediatamente alla proposizione di migliaia di contenziosi amministrativi e all'apertura di fascicoli d'indagine da parte di numerose procure della Repubblica ancora pendenti;
alla situazione di totale incertezza determinatasi, l'allora Ministro dell'università e della ricerca rispose sanando ex post (decreto ministeriale del 21 novembre 2007) l'illegittima procedura di annullamento di due quesiti e di tutte le irregolarità riscontrate durante lo svolgimento della prova;
dalla notizia apparsa il 19 giugno 2008 su organi di stampa, apprendiamo che il tribunale amministrativo regionale del Lazio, in una recente sentenza, ha dichiarato nulli i suddetti test di accesso alla facoltà di medicina;
la citata sentenza determina l'annullamento della graduatoria dei candidati ammessi al corso per l'anno accademico 2007/2008 pubblicata all'Università la Sapienza di Roma, la caducazione degli atti e dei due avvisi mediante i quali è stato disposto l'annullamento in specifico delle domande 71 e 79 del test -:
se e quale soluzione intenda adottare il Ministro interrogato - al fine di evitare la proposizione di ulteriori contenziosi che avrebbero come unico effetto quello di ledere il diritto allo studio di migliaia di studenti - per tutti quei soggetti, che, esclusi dal concorso sulla base di una prova riconosciuta illegittima dal tribunale amministrativo regionale del Lazio, potrebbero assumere iniziative di natura legale che andrebbero a ledere le posizioni di coloro che sono stati ammessi sulla base della suddetta prova e che frequentano da mesi le facoltà di medicina e chirurgia di Roma.
(3-00067)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta immediata:

COTA, LUCIANO DUSSIN, DAL LAGO, REGUZZONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOGLIATO, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIDONI, GIBELLI, GIANCARLO GIORGETTI,

GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LUSSANA, MACCANTI, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SALVINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il settore dei prodotti della pesca e della lavorazione del pesce è, nell'ambito della bilancia agroalimentare nazionale, una delle branche maggiormente deficitarie, per il quale, già da tempo, si registra un disavanzo medio annuo superiore ai 600 milioni di euro l'anno;
nonostante il carattere strutturalmente deficitario, il settore della pesca e della lavorazione del pesce presenta importanti comparti, quali la cosiddetta «filiera del tonno rosso», le cui attività, principalmente finalizzate all'esportazione, costituiscono non solo un'importante componente della nostra bilancia commerciale, ma anche una fondamentale risorsa per lo sviluppo socio-economico delle aree in cui dette attività si svolgono;
il 12 giugno 2008 la Commissione europea ha adottato misure di emergenza, ai sensi del regolamento CE n. 2371 del 2002 del Consiglio relativo alla conservazione e sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca, e, in tale ambito, ritenendo esaurite le possibilità di pesca del tonno rosso da parte delle tonniere con reti a circuizione battenti bandiera italiana, francese, greca e cipriota, ha disposto, per le stesse, il blocco della pesca a partire dal 16 giugno 2008. Provvedimenti analoghi sono stati adottati anche per la Spagna, per la quale il blocco della pesca è stato disposto a decorrere dal 23 giugno 2008;
l'Italia, in quanto membro dell'Unione europea aderisce al piano dell'Iccat di ricostituzione del tonno rosso e, pertanto, anche in considerazione dell'importanza economica di detta produzione, ha particolare e rilevante interesse affinché le relative attività di pesca si svolgano nel pieno rispetto delle regole in materia di sostenibilità e di utilizzo responsabile delle risorse marine;
la decisione della Commissione europea non è apparsa adeguatamente motivata e, soprattutto, non è risultata essere supportata dai dati che sarebbero stati necessari a rappresentare, in modo compiuto e credibile, la situazione di emergenza che, con detta decisione, si è sostenuto di voler fronteggiare;
per quanto risulta da dati diffusi anche attraverso il sito internet del ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, la quantità di tonno rosso attribuita alla flotta italiana, non solo non sarebbe esaurita, ma sarebbe ancora da utilizzare per circa la metà del suo ammontare;
nel caso siano confermate le suddette informazioni riguardo al grado di utilizzo della quota di pesca assegnata all'Italia, il provvedimento adottato dalla Commissione europea apparirebbe non solo totalmente ingiustificato, ma anche gravemente - e gratuitamente - pregiudizievole di interessi nazionali legittimi, quali sono quelli legati allo svolgimento delle attività che, per effetto della richiamata decisione, sono state bloccate;
risulta che nella riunione del Coreper del 16 giugno 2008 la delegazione francese ha annunciato che avrebbe deferito la suddetta decisione di chiusura della pesca del tonno rosso al Consiglio dell'Unione europea, ai sensi dell'articolo 7, paragrafo 4, del regolamento CE n. 2371 del 2002, e che l'Italia si sarebbe, poi, associata a detto deferimento -:
se e quali iniziative, oltre all'associazione al deferimento di parte francese di cui in premessa, si intendano adottare a tutela dei legittimi interessi nazionali, che, a seguito del blocco anticipato della pesca al tonno rosso, sono stati gravemente danneggiati.
(3-00068)

Interrogazione a risposta scritta:

REALACCI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che -:
sono stati segnalati numerosi casi, in molte regioni italiane, alcuni anche negli ultimi tempi, di morie di api; l'ultimo dei quali ha destato un particolare allarme ed è accaduto in Toscana in località Manciano. Gli apicoltori hanno denunciato che intere colonie di api sono morte a causa di una vera e propria intossicazione;
il quotidiano il Tirreno il 27 giugno 2008 riporta notizia e un'intervista all'Arpat, l'Associazione regionale produttori apistici toscani che ha studiato il fenomeno su un apiario sperimentale. I risultati delle analisi effettuate evidenziano che i sintomi sono quelli correlati all'utilizzo dei neonicotinoidi. Gli insetti hanno tremori, paralisi e perdita dell'orientamento. Ed è noto che se le api non riescono a tornare all'alveare sono destinate a morire. Tale patologia, definita dagli scienziati statunitensi Colony collapse disorder, si manifesta attraverso un collasso del sistema nervoso delle api impedendo loro di ritrovare la strada per l'alveare; così è stato per tutti gli alveari della Toscana, che hanno registrato una moria di insetti pari almeno al 30 per cento all'anno negli ultimi tre anni;
tale intossicazione pare essere correlata alla presenza di coltivazioni di girasole per le quali vengono spesso usati anche pesticidi di categoria neurotossica, ossia sostanze derivate da composti neonicotinoidi che risultano avere effetti particolarmente nocivi sulle popolazioni di api ma che potrebbero avere anche conseguenze sulla salute umana;
tale episodio è stato già denunciato alle autorità sanitarie della provincia di Grosseto;
la Coldiretti segnala che in Italia sono a rischio circa 50 miliardi di api in oltre un milione di alveari. Sono 27 i Paesi maggiormente colpiti dal fenomeno tra cui il Brasile, il Canada, l'Australia e molti Paesi europei come la Svizzera, la Germania e l'Inghilterra, con un picco del 75 per cento di esemplari in meno registrato nello Stato del Montana negli Stati Uniti;
le api contribuiscono per l'80 per cento all'impollinazione delle coltivazioni che costituiscono un terzo della nostra alimentazione, per un valore stimato pari a 2,5 miliardi di euro all'anno in Italia e ben 10 miliardi di euro all'anno nel mondo. Oltre che la maggior parte delle piante da frutto, dipendono dall'azione impollinatrice delle api anche la produzione delle colture foraggere fondamentali per i prati destinati agli animali da allevamento;
in Italia ci sono circa 50 mila apicoltori, 1 milione e 100 mila alveari, una produzione di oltre 10 mila tonnellate e un consumo di circa 20 mila tonnellate di miele all'anno;
altri paesi europei come Francia, Germania e Slovenia hanno già adottato misure di protezione preventiva in tal senso vietando o sospendendo l'uso di tali sostanze. In particolare, già nel febbraio 2004, la Francia ha vietato l'uso di sei insetticidi contenenti fipronil perché sospetti di essere la causa della moria di api. La decisione è arrivata dopo che la corte francese ha messo sotto indagine formale la BASF Agro - produttrice del Regent TS, uno degli insetticidi sotto accusa - e il suo amministratore delegato per la «vendita di prodotti tossici pericolosi per la salute degli uomini e degli animali». Anche la Bayer CropScience France e il suo Direttore Generale sono stati messi sotto indagine dal momento che hanno commercializzato il Regent TS per nove mesi prima di venderlo alla BASF Agro;
in Italia non risulta che sia stato ancora preso alcun provvedimento in tal senso nonostante, già nel 2003, l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie

- istituto referente del Ministero della salute - abbia inviato alla Divisione fitosanitaria, fertilizzanti e delle sementi del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali la richiesta di sospensione cautelativa di alcune sostanze presenti nei fitosanitari, nei pesticidi e nei concianti per le sementi, che ha provveduto ad inoltrarla alla Divisione della sanità pubblica veterinaria degli alimenti e della nutrizione del Ministero della salute;
pare che la stessa divisione del Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali abbia inviato nel luglio del 2004 una seconda nota alla medesima Divisione del Ministero della salute nella quale nuovamente riportava la crescente preoccupazione da parte delle associazioni apistiche nonché la necessità evidenziata da importanti istituti di ricerca di condurre studi approfonditi sugli effetti provocati da sostanze come l'Imidacloprid presente nel «Gaucho» prodotto da Bayer CropScience, un conciante per sementi, il thiamethoxan, presente nel neonicotinoide Actara, prodotto dalla Syngenta e il fipronil, un principio attivo presente nell'insetticida Regent TS prodotto da BASF Agro;
pare che il principale accusato della moria di api di due anni fa in Piemonte sia stato il Thiamethoxan, usato contro la flavescenza dorata - malattia che colpisce le coltivazioni di vite. Tra giugno e luglio del 2006 sono state ritrovate tracce di tale sostanza nei campioni di api trovate morte;
nonostante molte ricerche di laboratorio abbiano dimostrato l'effetto letale sul sistema nervoso delle api da parte dell'imidacloprid, contenuto nel Gaucho della Bayer CropScience, l'unica ricerca di campo esistente, per via dell'impegno economico che richiede, è stata condotta dalla Bayer che continua a detenerne l'esclusiva di pubblicazione e dalla quale risulterebbe che non è possibile trovare una diretta correlazione tra la morte delle api e l'uso del pesticida;
i mutamenti climatici hanno sicuramente un influsso sulla moria di api registrata a livello globale. Negli ultimi anni infatti le condizioni del clima hanno fatto coincidere la fioritura stagionale con gli interventi fitosanitari praticati per le semine del mais. L'accavallamento dei trattamenti pesticidi praticati anche su altri prodotti come la barbabietola da zucchero, il girasole e il pomodoro porrebbero essere tra le principali cause della riduzione massiccia delle popolazioni di api;
i principi attivi contenuti in sostanze come quelle sopraelencate hanno una degradazione molto veloce che non permette ai ricercatori di rilevarne la presenza sulle api. Inoltre i principi attivi di tali sostanze vengono dispersi in aria attraverso le macchine seminatrici pneumatiche ricadendo sulle piante e sui fiori e disperdendosi nella rugiada mattutina ricercata dagli insetti a causa della siccità;
tra le concause del fenomeno pare esserci anche la diffusione di coltivazioni geneticamente modificate. Una recente ricerca del Department of biological science della Simon Fraser University della British Columbia, in Canada, pubblicata dall'Ecological Society of America ha evidenziato che nei campi coltivati con colza geneticamente modificata si è verificata una forte riduzione delle api presenti e un grave deficit nell'attività di impollinazione rispetto ai campi a colture convenzionali;
da anni le associazioni di settore come l'UNAAPI e la Federazione Apicoltori Italiani (FAI) sottolineano che sarebbe un errore pensare alla moria delle api come un problema che riguarda solo gli insetti e gli apicoltori. Esse rappresentano, infatti, un indicatore molto sensibile di rilevanti conseguenze all'insieme dell'equilibrio ambientale; vale la pena ricordare che l'ape domestica visita in media 700 fiori al giorno. Se si moltiplica questo dato per le 20 mila api di un solo alveare, in produzione primaverile o estiva, otteniamo che in un giorno vengono visitati 400 mila fiori, il che da un'idea chiara del ruolo importantissimo svolto dall'attività di impollinazione di tali preziosi insetti. Un

apporto all'equilibrio ambientale e alla preservazione della biodiversità che, se venisse a mancare, avrebbe ripercussioni devastanti per la natura e la sopravvivenza dell'uomo. Ciò richiama alla mente il monito dell'illustre scienziato Albert Einstein: «Se l'ape scomparisse dalla faccia della Terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita» -:
se il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali non intenda sospendere in via cautelativa l'ultilizzo del fipronil, così come avvenuto in Francia, e del thiamethoxan e dell'imidacloprid applicando il «principio di precauzione» sulla base degli studi finora condotti;
se i Ministri della salute, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non intendano dare avvio ad una ricerca pubblica sperimentale che analizzi il fenomeno della moria delle api nella sua globalità, tenendo conto della complessità delle cause individuate dagli esperti del settore fino ad oggi, come esposto in premessa, e che formuli una strategia integrata che si proponga di fornire soluzioni a breve termine per affrontare l'emergenza nonché azioni di lungo periodo, tra cui, in particolare, una revisione dei metodi applicati per concedere le autorizzazioni di commercializzazione e utilizzo dei prodotti sanitari che non si basi esclusivamente sull'effetto immediato di dosi letali ma tenga conto degli effetti che nel tempo essi hanno sull'ambiente e sugli ecosistemi.
(4-00505)

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POLITICHE EUROPEE

Interrogazione a risposta immediata:

DI PIETRO, DONADI, EVANGELISTI, BARBATO, BORGHESI, CAMBURSANO, CIMADORO, DI GIUSEPPE, FAVIA, ANIELLO FORMISANO, GIULIETTI, MESSINA, MISITI, MURA, MONAI, LEOLUCA ORLANDO, PALADINI, PALAGIANO, PALOMBA, PISICCHIO, PORCINO, PIFFARI, PORFIDIA, RAZZI, ROTA, SCILIPOTI, TOUADI e ZAZZERA. - Al Ministro per le politiche europee. - Per sapere - premesso che:
la Corte di giustizia europea ha condannato, con la sentenza del 31 gennaio 2008, nella causa che opponeva l'emittente privata Europa 7 al ministero delle comunicazioni, il regime italiano di assegnazione delle frequenze per le attività di trasmissione televisiva;
secondo la Corte di giustizia europea, il regime di assegnazione delle frequenze in Italia non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi e non segue criteri di selezione obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati;
già nel novembre del 2002 la Corte costituzionale, con la sentenza n. 466, stabiliva che Retequattro doveva dismettere definitivamente le trasmissioni terrestri entro il 31 dicembre 2003;
la sentenza n. 466 del 2002 della Corte costituzionale è stata ripetutamente disattesa, prima con il cosiddetto «decreto-legge salva Retequattro» del 24 dicembre 2003, successivamente con l'approvazione nel 2004 della cosiddetta «legge Gasparri» e, infine, con la mancata approvazione nel corso della XV legislatura di una legge che affermasse in Italia il pluralismo dell'informazione;
in data 31 maggio 2008, il Consiglio di Stato affermava che è competenza del Legislatore decidere l'attribuzione delle frequenze e, di conseguenza, tale decisione non può essere presa dalla giustizia amministrativa, la quale può solo pronunciarsi su un eventuale risarcimento del danno;
appare anacronistico che nel nostro Paese continui ad esistere un regime di duopolio sostanzialmente contrario all'affermazione del principio di piena libertà di informazione e che nulla sia stato fatto ad oggi per superare queste evidenti contraddizioni;

la libertà e la pluralità di informazione, oggi più che mai, in un sistema democratico rappresenta punto nevralgico, un patrimonio fondamentale da tutelare e garantire a salvaguardia dell'effettiva democraticità del sistema;
il nostro Paese ha il dovere di essere particolarmente attento alla normativa europea ed agli obblighi comunitari: l'Europa è una realtà che dobbiamo contribuire a rafforzare e consolidare;
la scorsa settimana la direzione generale per la concorrenza della Commissione europea ha inviato al Governo un questionario di 20 domande, alle quali rispondere in tempi brevissimi, riguardanti la procedura d'infrazione aperta su norme della cosiddetta «legge Gasparri» e della legge n. 66 del 2001, e chiedendo un'interpretazione dell'emendamento all'articolo 8 del decreto-legge n. 59 del 2008, riguardante il sistema televisivo, approvato in sede di conversione con la legge 6 giugno 2008, n. 101, sull'attuazione degli obblighi comunitari e l'esecuzione delle sentenze della Corte di giustizia europea -:
quale sia l'interpretazione autentica dell'articolo 8-novies del decreto legge n. 59 del 2008, come convertito dalla suddetta legge n. 101 del 2008, fornita dal Governo alla direzione generale per la concorrenza della Commissione europea, con particolare riferimento alle autorizzazioni a trasmettere e alle attribuzioni delle frequenze.
(3-00069)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il 30 giugno 2008 il Consiglio comunale del comune di Cremona ha approvato all'unanimità un ordine del giorno in cui nelle premesse si legge che:
il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, su istanza della società Tamoil Raffinazione S.p.A ha avviato in data 30 marzo 2007 il procedimento amministrativo per il rilascio ai sensi del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, di autorizzazione integrataambientale (A.I.A) per l'esercizio della Raffineria di Cremona;
l'iter procedurale per il rilascio dell'A.I.A prevede che l'istruttoria sia condotta dal Ministero stesso, con il coinvolgimento degli enti competenti per territorio (comune di Cremona, provincia di Cremona e regione Lombardia) che esprimono parere consultivo nell'ambito di opportune conferenze dei servizi;
la Tamoil Raffinazione Spa deve rispettare i requisiti previsti dalla direttiva 96/61/CE, dal decreto di recepimento decreto legislativo n. 59 del 2005 ed i processi lavorativi devono essere conformi alle indicazioni contenute nel decreto ministeriale 31 gennaio 2005 e nelle linee guida europee (BREF) e nazionali ai fini della richiesta di autorizzazione integrata ambientale;
attualmente la raffineria di Cremona utilizza vapore ad alta pressione nei processi di produzione prodotti petroliferi che sono autoprodotti prevalentemente in una centrale termica alimentata principalmente ad olio combustibile in esercizio dal 1957;
nella domanda per l'autorizzazione integrata ambientale depositata al Ministero dell'ambiente, in particolare nella scheda non tecnica, nella sintesi degli interventi, Tamoil Spa propone i seguenti interventi che migliorano le prestazioni ambientali degli impianti:
1) realizzazione del progetto Autoil 2 per migliorare la potenzialità di desolforazione degli impianti di produzione di carburanti, e ridurre il contenuto di composti organici aromatici nelle benzine (è in corso la procedura di VIA regionale);

2) convogliamento del gas dall'impianto di trattamento delle acque acide (SWS) verso il sistema di recupero zolfo (30 ottobre 2007);
3) installazione di Low-Nox Burner sui grandi impianti di combustione che ancora non ne sono dotati (30 ottobre 2007);
4) installazione del forno dell'impianto Visbreaking e l'implementazione di un sistema LDAR leak detection and repair per la quantificazione e riduzione delle emissioni fuggitive dagli impianti di processo (30 ottobre 2007);
5) sostituzione dell'attuale centrale termoelettrica in partnership con A.E.M, con un moderno impianto di cogenerazione a ciclo combinato a gas (GTCC) per autoproduzione di energia e vapore e trasferimento di calore alla rete di teleriscaldamento della città di Cremona (fine 2008);
6) realizzazione di un impianto di trattamento dei gas di coda dell'impianto zolfo (denominato TGTU) che porterà ad una efficienza complessiva del sistema di recupero di zolfo pari ad almeno 99.5 per cento (fine 2008);
7) realizzazione di un sistema di monitoraggio in continuo dei consumi e delle emissioni (30 ottobre 2007);
8) implementazione di un sistema di gestione ambientale conforme ai requisiti previsti dagli standard normativi esistenti per l'ottenimento della certificazione del sistema (30 ottobre /2007);
il Ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo durante l'assemblea dell'Unione petrolifera di giugno aveva affermato che, sia per la Tamoil Raffinazione Spa di Cremona che la IES di Mantova, le procedure di valutazione di impatto ambientale erano in dirittura di arrivo -:
se la realizzazione degli interventi proposti sia avvenuta secondo le tempistiche indicate;
quali iniziative siano state prese dalla Tamoil per l'aumento dell'efficienza energetica e conseguente riduzione di CO2; la riduzione delle emissioni di ossidi di zolfo, azoto, polveri totali sospese, composti organici volatili (COV); la riduzione delle emissioni nelle acque di sostanze inquinanti, riduzione dei rifiuti e della contaminazione delle acque e dei suoli;
se, oltre che installare i nuovi impianti intesi a migliorare prodotti e processi, si intenda dismettere i vecchi o le parti di questi che siano causa degli episodi di inquinamento già rilevati;
se, rispetto agli episodi di inquinamento verificatisi, sia previsto un piano di messa in sicurezza e/o di eventuale bonifica da rendere pubblico con il massimo di chiarezza e di responsabilità dei soggetti coinvolti;
quale sia il parere e le eventuali prescrizioni espresse dal Ministero nella prima conferenza di servizi del 5 giugno scorso;
se sia prevista nei prossimi mesi la convocazione di altre conferenze di servizi;
quando il Ministero si esprimerà con un parere definitivo.
(4-00508)

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Apposizione di firme
ad una mozione.

La mozione Evangelisti ed altri n. 1-00001, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 aprile 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Calabria, Gibiino, Damiano.

Ritiro di firme
da una mozione.

Dalla mozione Evangelisti ed altri n. 1-00001, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 aprile 2008, è stata ritirata la firma dei deputati Baldelli e Cicchitto.