XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di lunedì 30 giugno 2008

Allegato B
Seduta n. 25 del 30/6/2008

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
l'Unione europea ha emanato apposito regolamento CEE n. 2408/92, del Consiglio, del 23 luglio 1992 sull'accesso dei vettori aerei della Comunità alle rotte intracomunitarie;
tale regolamento, caposaldo normativo in materia di oneri di servizio pubblico, definisce «onere di servizio pubblico, qualsiasi onere imposto a un vettore aereo di prendere tutte le misure necessarie, relativamente a qualsiasi rotta sulla quale sia stato abilitato a operare da parte di uno Stato membro, per garantire la prestazione di un servizio che soddisfi determinati criteri di continuità, regolarità, capacità e tariffazione, criteri cui il vettore stesso non si atterrebbe se tenesse conto unicamente del suo interesse commerciale»;
il regolamento comunitario fissa regole chiare alle quali ogni Stato membro è obbligato ad aderire pena la procedura di infrazione;
tali disposizioni prevedono le procedure per l'adozione degli oneri del servizio pubblico e le stesse vengono così indicate all'articolo 4: «Uno Stato membro può, previa consultazione con gli altri Stati membri interessati e dopo aver informato la Commissione e i vettori aerei operanti sulla rotta, imporre oneri di servizio pubblico riguardo ai servizi aerei di linea effettuati verso un aeroporto che serve una regione periferica o in via di sviluppo all'interno del suo territorio o una rotta a bassa densità di traffico verso un qualsiasi aeroporto regionale nel suo territorio, qualora tale rotta sia considerata essenziale per lo sviluppo economico della regione in cui si trova l'aeroporto stesso, nella misura necessaria a garantire che su tale rotta siano prestati adeguati servizi aerei di linea rispondenti a determinati criteri di continuità, regolarità, capacità e tariffazione cui i vettori aerei non si atterrebbero se tenessero conto unicamente del loro interesse commerciale»;
tra le procedure indicate nel Regolamento vi è in particolar modo quella relativa alla pubblicazione degli atti: «La Commissione renderà nota l'esistenza di questi oneri di servizio pubblico tramite la Gazzetta ufficiale delle Comunità europee»;
la Commissione europea dovrà tener conto dei parametri previsti dal regolamento; si richiama qui il dispositivo:
«Nel valutare l'adeguatezza dei servizi aerei di linea gli Stati membri tengono conto:
del pubblico interesse;
della possibilità, in particolare per le regioni insulari, di ricorrere ad altre forme di trasporto e dell'idoneità di queste ultime a soddisfare il concreto fabbisogno di trasporto;
delle tariffe aeree e delle condizioni proposte agli utenti;
dell'effetto combinato di tutti i vettori aerei che operano o intendono operare sulla rotta di cui trattasi»;
il regolamento dispone ulteriori condizioni essenziali per l'esercizio degli oneri di servizio pubblico; si richiamano i contenuti indicati nella procedura:
«laddove altre forme di trasporto non possano garantire servizi adeguati e ininterrotti, gli Stati membri interessati hanno la facoltà di prescrivere, nell'ambito degli oneri di servizio pubblico, che i vettori aerei che intendono operare sulla rotta garantiscano tale prestazione per un periodo da precisare, conformemente alle altre condizioni degli oneri di servizio pubblico;
l'accesso ad una rotta sulla quale nessun vettore aereo abbia istituito o si appresti a istituire servizi aerei di linea conformemente all'onere di servizio pubblico

imposto su tale rotta, può essere limitato dallo Stato membro ad un unico vettore aereo per un periodo non superiore a tre anni al termine del quale si procederà ad un riesame della situazione, il diritto di effettuare siffatti servizi sarà concesso, tramite appalto pubblico, per rotte singole o serie di rotte a qualsiasi vettore aereo comunitario abilitato a effettuare tali servizi»;
il Parlamento, seppur con grave ritardo nel recepire tale normativa comunitaria, ha approvato la legge n. 144 del 1999 che all'articolo 36 disciplina la continuità territoriale per la Regione Sardegna e le isole minori della Sicilia dotate di scali aeroportuali;
il Ministro dei trasporti e della navigazione, al fine di conseguire l'obiettivo della continuità territoriale per la Sardegna e le isole minori della Sicilia dotate di scali aeroportuali, in conformità alle disposizioni di cui al regolamento (CEE) n. 2408/92 del Consiglio del 23 luglio 1992, dispone con proprio decreto:
«a) gli oneri di servizio pubblico, in conformità alle conclusioni della conferenza di servizi di cui al comma 2, relativamente ai servizi aerei di linea effettuati tra gli scali aeroportuali della Sardegna e delle isole minori della Sicilia e i principali aeroporti nazionali individuati dalla stessa conferenza;
b) d'intesa con i presidenti delle regioni autonome della Sardegna e della Sicilia, una gara di appalto europea per l'assegnazione delle rotte tra gli scali aeroportuali della Sardegna e delle isole minori della Sicilia dotate di scali aeroportuali e gli aeroporti nazionali, qualora nessun vettore abbia istituito servizi di linea con assunzione di oneri di servizio pubblico»;
la legge stessa attribuisce alla Regione la potestà propositiva in materia di continuità territoriale delegando per legge al Presidente della Regione la convocazione della conferenza dei servizi così come disposto nell'articolo 36: «I Presidenti delle Regioni interessate, su delega del Ministro dei trasporti e della navigazione, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, indicono e presiedono una conferenza di servizi con la partecipazione, oltre che delle regioni, delle pubbliche amministrazioni competenti»;
la procedura di legge appare codificata in ogni passaggio definendo i compiti della conferenza dei servizi che sono così richiamati:
«3. La Conferenza di servizi ha il compito di precisare i contenuti dell'onere di servizio pubblico, senza oneri per il bilancio dello Stato, indicando:
a) le tipologie e i livelli tariffari;
b) i soggetti che usufruiscono di sconti particolari;
c) il numero dei voli;
d) gli orari dei voli;
e) i tipi di aeromobili;
f) la capacità di offerta»;
la stessa legge nazionale rimanda in seguito alle stesse procedure del regolamento europeo richiamando l'indizione di apposita gara d'appalto europea: «Qualora nessun vettore accetti l'imposizione degli oneri di servizio pubblico di cui al comma 1, lettera a), il Ministro dei trasporti e della navigazione d'intesa con i Presidenti delle Regioni interessate indice la gara di appalto europea secondo le procedure previste dall'articolo 4, comma 1, lettere d), e), p), g) e h), del regolamento (CEE) n. 2408/92 del Consiglio, del 23 luglio 1992»;
il 1° gennaio del 2002 veniva avviata la continuità territoriale aerea per la Sardegna che si è conclusa dopo un anno di rinnovo contrattuale il 31 dicembre 2004;
alla scadenza contrattuale sono seguite ripetute disposizioni di proroghe sino a disporre nuovi bandi e nuove gare che hanno provocato, però, una sostanziale

alterazione del principio iniziale senza interpretare il nuovo scenario del mercato aereo, né le nuove esigenze della stessa continuità territoriale della Sardegna;
a questo si è aggiunta la recente decisione della Commissione europea del 23 aprile 2007 sull'imposizione di oneri di servizio pubblico su talune rotte in provenienza e a destinazione della Sardegna, ai sensi dell'articolo 4 del regolamento 2408/92 sull'accesso dei vettori aerei della Comunità alle rotte intracomunitarie che ha sostanzialmente formalizzato i seguenti rilievi:
«1. La Repubblica italiana può continuare ad applicare oneri di servizio pubblico (OSP), imposti con decreti n. 35 e 36 del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 29 dicembre 2005 (pubblicati nella Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana l'11 gennaio 2006) su complessivamente 16 collegamenti tra i tre scali aeroportuali della Sardegna e una serie di aeroporti nazionali, e pubblicati rispettivamente il 24 marzo 2006 (decreto n. 35) e il 21 aprile 2006 (decreto n. 36) nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea, ai sensi dell'articolo 4, paragrafo 1, lettera a), del regolamento (CEE) 2408/92 sull'accesso dei vettori aerei della Comunità alle rotte intracomunitarie, a condizione che siano rispettate le seguenti condizioni:
a) i vettori aerei che intendono rispettare gli OSP operano la rotta interessata, a prescindere dal momento in cui essi hanno notificato la loro intenzione di iniziare a prestare i loro servizi, e dalla data in cui è stata trasmessa tale notifica, e cioè entro o dopo il termine di 30 giorni di cui ai decreti;
b) i vettori aerei non sono vincolati ad una continuità di servizi, nel quadro degli OSP, superiore ad un anno;
c) le autorità italiane si impegnano a riesaminare la necessità di mantenere l'imposizione di OSP su una rotta, nonché il livello degli oneri imposti a ciascun vettore, quando un nuovo vettore inizia ad operare, o notifica la sua intenzione di operare su tale rotta e, in ogni caso, una volta l'anno;
d) le autorità italiane si impegnano a non impedire a vettori aerei di prestare servizi sulle rotte interessate al di là delle esigenze minime, per quanto riguarda le frequenze e le capacità previste dagli OSP;
e) i vettori aerei non hanno l'obbligo di offrire tariffe agevolate ai nati in Sardegna, anche se residenti fuori Sardegna;
f) le autorità italiane si impegnano a non subordinare il diritto di prestare servizi su una rotta tra due città all'obbligo di operare un'altra rotta tra due città.

2. La Repubblica italiana notifica alla Commissione le misure di applicazione della presente decisione entro il 1o agosto 2007»,

impegna il Governo:

a riferire urgentemente al Parlamento sulle determinazioni che intende assumere per attuare la decisione della Commissione europea;
in particolar modo ad assumere le iniziative volta a:
a) attuare una continuità territoriale che tenga conto del processo di liberalizzazione del mercato disposto dall'Unione europea su più rotte con la Sardegna e i sistemi aeroportuali nazionali ed europei;
b) prevedere una nuova continuità territoriale in attuazione delle norme comunitarie e nazionali che consenta di avere più operatori sulla stessa tratta ma definendo una tariffa massima da sottoporre al regime di onere del servizio pubblico;
c) consentire a tutte le compagnie di poter viaggiare sulle rotte sarde imponendo loro una tariffa massima prestabilita di onere di servizio pubblico, alla

quale ogni compagnia, nell'ambito del principio di concorrenza, potrà proporre ribassi;
d) fare in modo che la determinazione della tariffa massima ammissibile tenga conto del principio di riequilibrio legato alle condizioni insulari della Sardegna applicando le condizioni più favorevoli del parametro del costo ferroviario;
e) proporre ed approvare nell'ambito della conferenza dei servizi le nuove regole e tariffe e pubblicare il decreto sulla Gazzetta europea e su quella ufficiale dello Stato con il quale si avvii una procedura di evidenza pubblica per verificare l'adesione delle compagnie aeree alla proposta di contratto di oneri di servizio pubblico definendo, eventualmente, l'adeguamento contrattuale con le compagnie già operanti sulle rotte con la Sardegna;
f) incrementare il numero dei voli e delle frequenze;
g) incrementare il numero di rotte da sottoporre ad onere di servizio pubblico;
h) riaffermare la continuità territoriale per gli emigrati sardi ed estenderla ai coniugi e ai figli degli emigrati considerato che il mancato riconoscimento di tale principio provocherebbe una grave discriminazione culturale sociale ed economica per tutti quei sardi che hanno dovuto lasciare la Sardegna e che avrebbero, rispetto a tutti i cittadini europei, un aggravio insopportabile proprio a causa dell'insularità della Sardegna;
i) prevedere il riconoscimento della stessa continuità territoriale a tutti coloro che, residenti nel territorio nazionale ed europeo, debbano svolgere da aeroporti nazionali italiani tratte aeree da e per la Sardegna.
(1-00018)
«Pili, Testoni, Murgia, Vella, Porcu, Oppi, Nizzi, Moffa, Lorenzin, Santelli, Paniz, Costa, Vitali, Torrisi, Sisto, Savino, Franzoso, Abrignani, Nicolucci, Angelucci, Milanato, Pelino, Minardo, Sammarco, Mistrello Destro, Paolo Russo, Calabria, Barbareschi, Bertolini, Stagno d'Alcontres, D'Ippolito Vitale, De Camillis, Nola, Beccalossi, Di Virgilio, Scapagnini, Faenzi, Gottardo, Nastri, Palumbo, Stanca, Ghedini, Antonione, Biancofiore, Boniver, Lainati».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:

La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
Il porto di Gioia Tauro è il porto italiano che movimenta più merci in container, è il primo nel Mediterraneo ed il terzo in Europa nelle classifiche dei porti contenitori;
l'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito con modificazioni dalla legge n. 30 del 1998 ha classificato il porto di Gioia Tauro di rilevanza economica internazionale di categoria II, classe I;
il decreto del Presidente della Repubblica 16 luglio 1998 ha istituito l'autorità portuale del porto di Gioia Tauro ed ha conferito alla stessa i compiti di cui alla legge n. 84 del 1994 e, pertanto, il governo completo dell'area portuale di pertinenza;
in data 4 maggio 2007, il Consiglio dei ministri, su proposta dell'allora Presidente Romano Prodi, ha nominato l'ingeniere Rodolfo De Dominicis «Commissario

straordinario del Governo per il coordinamento delle attività connesse allo sviluppo dell'area di Gioia Tauro»; la validità della nomina era prevista per 12 mesi;
l'articolo 3 dello stesso decreto di nomina del Commissario straordinario prevedeva la creazione per lo stesso di una struttura con personale prevalentemente del Ministero dei trasporti in posizione di comando, distacco, fuori ruolo o altro analogo istituto, con trattamento economico a carico dello stesso Ministero e per il personale proveniente da altra amministrazione dello Stato con equiparazione a quello proveniente dal Ministero del trasporti;
all'interpellante è apparsa da subito del tutto inutile e dispendiosa la citata nomina del Commissario Straordinario, le cui competenze, peraltro non definite, andavano inevitabilmente a sovrapporsi a quelle della valida Autorità Portuale presente nel Porto di Gioia Tauro;
nel marzo 2008, a Camere sciolte, sempre su proposta dell'allora Presidente del Consiglio dei ministri capo, peraltro, di un Governo dimissionario, con l'articolo 22-sexies del decreto «milleproroghe», e con quattro mesi di anticipo sulla scadenza naturale, è stata convertita la nomina del Commissario Straordinario in Commissario delegato, il tutto con un onere pari a 600.000 euro per l'anno 2008 e 750.000 per l'anno 2009;
la conversione della citata nomina è stata ratificata in tutta fretta il 18 marzo 2008, con un decreto firmato dal Ministro dei trasporti del tempo, che, peraltro, istituiva una apposita unità di coordinamento, composta da ben 11 dipendenti, più un sub-commissario, posta alle dipendenze del Commissario delegato del Governo alla gestione del piano di sviluppo per il Porto di Gioia Tauro;
l'inutilità della nomina del Commissario delegato per il Porto di Gioia Tauro si evince dalla scarsa incisività della presenza di questa figura, apparsa fino ad oggi solo con un ennesimo «studio di fattibilità per Gioia Tauro», costato ben 200 mila euro ( vedi Il Sole 24 Ore del febbraio 2008) e da una intervista pubblicata sul n. 6 del giugno 2008 di Specchio economico e dalle spese per esperti e consulenti delle strutture in questione;
di recente il Governo ha deciso la soppressione degli enti pubblici non economici, con una dotazione organica inferiore a 50 unità, il che comporterebbe la soppressione dell'Autorità portuale di Gioia Tauro;
all'interpellante sembra davvero assurdo immaginare che possa essere soppressa la principale Autorità chiamata al controllo dello sdoganamento delle merci nel principale Porto del Mediterraneo e definita, altresì, punto di riferimento degli enti locali del territorio, provinciale e regionale, e delle associazioni imprenditoriali;
nel mentre, l'interpellante riterrebbe decisamente utile la soppressione del Commissario delegato del Porto di Gioia Tauro e della sua dispendiosa ed inutile unità di coordinamento, considerando, invece, indispensabile il mantenimento della figura dell'Autorità portuale -:
se non ritengano necessario ed urgente l'emanazione di uno specifico provvedimento in deroga, utile a garantire il mantenimento dell'autonomia e della esclusiva figura dell'Autorità portuale di Gioia Tauro.
(2-00074)«Angela Napoli».

Interrogazione a risposta scritta:

RUBINATO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
il 12 giugno 2008 il Consiglio regionale della regione Veneto approvava un provvedimento legislativo che stabilizza circa seicento-ottocento lavoratori precari

con ruolo dirigenziale (dirigenti di ruolo sanitario, medici e veterinari) assunti dopo regolare concorso;
la lettera b) del comma 94 dell'articolo 3 della legge 24 dicembre 2007 (legge finanziaria per il 2008) escludeva dalle procedure di stabilizzazione il personale già in servizio presso gli organi politici (Assessori e/o Gruppi Consiliari) utilizzato con contratti a tempo determinato;
l'articolo 96 della legge regionale della regione Veneto 27 febbraio 2008, n. 1 (Legge finanziaria regionale per l'esercizio 2008) autorizzava alla stabilizzazione del personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno tre anni, purché assunto mediante procedure selettive di natura concorsuale;
la direttiva del Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione del 30 aprile 2007 (relativamente alla finanziaria per il 2007) e la Circolare della Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento della funzione pubblica n. 3 del 2008 (relativa all'applicazione della Finanziaria per li 2008) ribadiva la inapplicabilità della stabilizzazione alle figure di diretta collaborazione del personale politico;
nonostante tale normativa nazionale e regnale, il Consiglio regionale della regione Veneto, con interpretazione estensiva, includeva secondo l'interrogante surrettiziamente nella stabilizzazione dei lavori a tempo determinato anche circa cinquanta collaboratori precari (cosiddetti «portaborse») assunti con chiamata diretta dai Gruppi politici del Consiglio regionale e dagli assessori con conseguente consolidamento della spesa corrente del bilancio regionale;
la stabilizzazione del personale politico in parola provocava il netto dissenso delle Organizzazioni Sindacali CGIL, CISL e UIL, nonché dello stesso presidente della giunta regionale del Veneto, Giancarlo Galan, e l'assessore competente in materia, Flavio Silvestrin, il quale non partecipava alla votazione del predetto provvedimento -:
se non si intenda dare coerentemente seguito agli impegni governativi annunciati in materia di modernizzazione della pubblica amministrazione italiana in direzione della promozione del merito, dell'efficienza, dell'efficacia e dell'economicità dell'azione amministrativa e, quindi, se intenda conseguentemente impugnare il provvedimento legislativo approvato lo scorso 12 giugno 2008 dal Consiglio regionale delta regione Veneto per la parte attinente la stabilizzazione delle cinquanta unità di diretta collaborazione del personale politico.
(4-00504)

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AFFARI ESTERI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

III Commissione:

NARDUCCI, FEDI, PORTA e MARAN. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il 14 giugno 2008 il Ministero degli affari esteri ha comunicato le decisioni assunte per completare la terza fase della ristrutturazione della rete consolare, messa in atto ai sensi del disposto del comma 404 della legge finanziaria 2007. Con le succitate decisioni, che saranno rese operative con decorrenza 1o dicembre 2008, si procederà alla:
a) chiusura dei Consolati di Berna e Madrid e al loro accorpamento alle rispettive ambasciate istituendo le cancellerie consolari;
b) chiusura del Consolato di Chambery e concomitante apertura di uno sportello consolare che assorbirà gli impiegati a contratto ivi in servizio;
c) chiusura della Rappresentanza OSCE a Vienna che verrà accorpata alla Rappresentanza ONU di Vienna;

nel quadro dei nuovi impegni internazionali del nostro Paese, le decisioni assunte dal Ministero degli affari esteri contemplano anche alcuni operazioni di segno positivo come la trasformazione dell'Agenzia Consolare di Dubai in Consolato Generale, nonché del Vice Consolato di Newark in Consolato. Inoltre è prevista l'apertura di un Consolato Generale a Chennai-Madras, India;
a seguito dei predetti interventi, l'Amministrazione presume di ottenere, per il 2009, un risparmio globale pari a 1.652.000 euro, somma che poi andrà a regime. La ristrutturazione, come detto, era inevitabile a causa della succitata imposizione normativa, ciononostante, permangono le forti irritazioni delle collettività italiane all'estero in assenza di informazioni e garanzie sulla qualità e misura dei servizi da erogare. Si sottolinea a riguardo, che si tratta di comunità costituite da una popolazione ben superiore a molte città italiane, e Berna ne è un caso esemplare;
il Consolato Generale di Madrid è stato sovraimpegnato dal costante aumento della domanda di servizi, spiegabile con l'aumento esponenziale della presenza di cittadini italiani, provenienti dall'Italia e soprattutto dall'America latina. A Chambery e nella regione vive una numerosa comunità italiana, mentre nel caso di Berna si deve considerare che da quel Consolato dipende anche l'Agenzia consolare di Neuchatel. Gli interroganti si domandano, per esempio, come potrà funzionare la cancelleria consolare di Berna, visto che l'attuale Consolato è composto da 16 unità a cui vanno aggiunti due digitatori e due componenti dell'Ufficio scolastico che in termini amministrativi dipendono dal Consolato, nove insegnanti di ruolo, nonché un militare dell'Arma per un totale di trenta persone, vale a dire un numero superiore a quello dei componenti dell'Ambasciata. Tutto ciò si spiega, come detto in precedenza, con la dimensione numerica della comunità italiana facente capo al Consolato di Berna che, considerando soltanto i dati dell'anagrafe, assomma a ben 51 mila unità. Ci si chiede, al riguardo, se le Direzioni generali del Ministero degli affari esteri assumano le decisioni dopo una esaustiva consultazione con le loro rappresentanze sparse nel mondo, richiamando il fatto che soltanto dalla Svizzera il flusso economico di ritorno corrispondente alle pensioni erogate agli ex emigrati è stato pari nel 2006 a oltre 1 miliardo e 654 milioni di euro;
alla luce anche del disegno di legge C. 1185 (Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie), già discusso da questa Commissione in sede consultiva, occorre ribadire che la rete diplomatico-consolare, sottoposta da anni a drastiche riduzioni di bilancio, evidenzia gravi carenze strutturali e di personale che ne impediscono la piena ed efficace funzionalità, carenze che oltre a penalizzare i servizi ai cittadini italiani residenti all'estero non aiutano le imprese italiane sui mercati internazionali -:
come il Governo intenda procedere affinché la riorganizzazione della rete non si traduca in minori servizi per le imprese ed i cittadini italiani all'estero e comprenda anche l'integrale ricollocazione delle risorse umane già impiegate, valutando comunque l'opportunità di presentare al Parlamento un progetto di riordino, modernizzazione e innovazione della rete consolare e della riorganizzazione interna degli uffici, e successivamente avviare un ampio ed approfondito dialogo con il Parlamento stesso per consentire - attraverso un percorso condiviso - l'adozione delle disposizioni atte a permetterne l'attuazione attraverso la manovra finanziaria 2009-2011.
(5-00168)

NIRENSTEIN e ANTONIONE. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in occasione delle elezioni presidenziali in Zimbabwe si sono verificati episodi di indubbia gravità quali omicidi, arresti,

danneggiamenti e ripetuti atti di intimidazione ai danni di esponenti del partito di opposizione del Movement for Democratic Action (MDC), guidato da Morgan Tsvangirai, candidato antagonista dell'attuale presidente Robert Mugabe, al suo sesto mandato alla guida del Paese;
l'assassinio, avvenuto in circostanze ancora da chiarire, di attivisti dell'MDC, i ripetuti arresti e le irruzioni da parte della polizia nella sede dell'MDC avevano indotto il leader Tsvangirai ad annunciare il proprio ritiro dal ballottaggio, tenutosi il 27 giugno 2008, e a cercare rifugio presso l'ambasciata olandese in previsione di un possibile ulteriore attentato alla propria vita a seguito delle continue minacce;
il clima di violenza e le gravi violazioni delle più fondamentali libertà hanno determinato la veemente reazione della comunità internazionale che, per voce del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, aveva chiesto il rinvio del ballottaggio e, su iniziativa degli Stati Uniti, aveva anche deciso di portare la questione davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che ha dichiarato «illegittimo» il risultato delle elezioni, in quanto non riflette la volontà del popolo;
a livello europeo il Commissario Luis Michel ha espresso sostegno nei confronti del leader di opposizione Tsvangirai e ha auspicato una netta presa di posizione di condanna nei confronti di Mugabe da parte dei leader africani, che da questa mattina e fino a martedì 1o luglio, sono riuniti al summit dell'Unione Africana a Sharm el-Sheikh -:
quali iniziative il Governo italiano intenda porre in essere, nelle opportune sedi multilaterali e nel quadro delle politiche rivolte al continente africano, per sostenere l'opposizione politica, legittima e democratica, all'interno dello Zimbabwe e per facilitare l'avvento in questo Paese di un regime democratico, conforme agli standard internazionali.
(5-00169)

LEOLUCA ORLANDO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
dopo la caduta del muro di Berlino la Georgia è stata la prima nazione, tra quelle appartenenti ed assoggettate alla sfera di influenza del blocco dell'URSS durato più di settant'anni, a liberarsi e ricostituirsi come paese indipendente;
a seguito di tale recupero di indipendenza avvenuto nel 1991, in due storiche regioni georgiane situate al confine con la nuova Federazione Russa, l'Abkhazia e l'Ossezia del sud, sono emerse istanze separatiste sospinte dalla presenza di minoranze, etniche che per secoli avevano convissuto in pace;
a partire dal 1992-93 tra la Repubblica della Georgia ed i separatisti dell'Abkhazia e dell'Ossezia del sud si sono determinati drammatici episodi di violenza e di espulsioni di massa di migliaia di abitanti di etnia georgiana dai territori delle due regioni. Tristemente famosi sono rimasti i nomi dei luoghi dove avvennero alcuni dei massacri più terribili: Ochamchire, Gali, Gagra, Kamani, Secondo alcune stime la pulizia etnica operata dai secessionisti abkhazi ha portato alla morte di circa 15.000 georgiani ed allo sfollamento di almeno 280.000;
in tale conflitto ha giocato un ruolo di primo piano la Russia con le proprie forze armate. La Russia, invece di esercitare il ruolo di forza di interposizione per il mantenimento della pace, ha invece attribuito cittadinanza russa ai cittadini delle due regioni georgiane, violando così la sovranità territoriale della Georgia. Inoltre, hanno ulteriormente destabilizzato l'area caucasica un recente decreto del 16 aprile 2008 eseguito dal Presidente Vladimir Vladimirovič Putin, recante l'introduzione di relazioni ufficiali dirette con l'Abkhazia e l'Ossezia del sud (prevedendo anche presenze consolari), e l'abbattimento da parte di un Mig russo di un aereo georgiano pilotato a distanza in fase di ricognizione, il tutto nella regione formalmente georgiana della Abkhazia);

le organizzazioni internazionali (ONU, OSCE, NATO, Consiglio dell'Unione Europea, Stati Uniti d'America ecc.) riconoscono l'Abkhazia e l'Ossezia del sud come parte integrante della Georgia di cui appellano a rispettare pienamente la sovranità e l'integrità territoriale e stanno esortando le parti a porre fine con mezzi pacifici al conflitto secessionista;
ultimamente a Mosca, il Commissario UE alle relazioni esterne, Benita Ferrero-Waldner, il 4 giugno 2008, davanti alla Duma ha ribadito che «l'Unione europea è preoccupata che le recenti azioni russe, in particolare in Georgia, possano compromettere la stabilità dei confini meridionali della Russia». Considerato, infine, il ruolo geopolitico cruciale che il Caucaso svolge attualmente sul piano economico e quale confine tra mondo occidentale ed orientale -:
se e come il Governo italiano intenda intervenire per ripristinare principi di legalità internazionale nella regione caucasica e per porre in essere politiche multilaterali ispirate al rispetto delle sovranità territoriali pur nel rispetto reciproco tra ogni specificità culturale presente al loro interno.
(5-00170)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

BOCCI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali.- Per sapere - premesso che:
le mura poligonali di Amelia, comune in provincia di Terni, sono per imponenza, estensione e stato di conservazione patrimonio archeologico e monumentale di rilevanza non solo nazionale;
esse costituiscono una testimonianza eccezionale di opera difensiva preromana, databile attorno alla metà del IV secolo a.C., e sono sormontate da ulteriori mura e abitazioni di epoca successiva - medievale e rinascimentale -;
sono da tempo oggetto di studi e di turismo culturale, in quanto monumento cardine delle tecniche edilizie diffuse nel IV e V secolo a.C. in alcune aree del Mediterraneo e che ancora oggi sono oggetto di studi per meglio delinearne il contesto architettonico e culturale;
ad Amelia, in questo continuum architettonico, che rappresenta il monumento più significativo della città storica, e tra i più antichi centri italiani, spiccano in modo particolare la parte di cinta difensiva del IV secolo a.C., formata da grandi conci in pietra poligonali a secco e la Porta romana, il principale accesso alla città realizzato, intorno al 1518, su disegno di Antonio da Sangallo il Giovane;
la regione Umbria, d'intesa con il comune di Amelia, per restaurare e valorizzare questo contesto architettonico, solo in parte fruibile dal punto di vista urbano e turistico, a partire dal 1992 ha dato il via ad una intensa attività allo scopo di fornire una risposta risolutiva al problema;
il progetto, partendo dal recupero della cinta muraria intesa come elemento cardine della città di Amelia e della sua qualità urbana, prevedeva, oltre all'esigenza primaria di consolidamento strutturale, anche una serie di azioni strategiche finalizzate all'attento restauro e alla valorizzazione complessiva della cinta muraria e del centro storico, nonché alla riorganizzazione funzionale di tutte le aree limitrofe al perimetro delle mura;
il 18 gennaio 2006 si è verificato il crollo di un tratto di mura poligonali sul versante est della cinta muraria, oggetto di lavori di consolidamento. Il tratto crollato sarebbe stato interessato a breve dal prosieguo dei lavori in oggetto finanziati con uno stanziamento, approvato nella legge finanziaria 2001, di 4,5 milioni di euro;
l'allora ministro Buttiglione, in via urgente, all'indomani di una sua visita

nell'area colpita dal consistente crollo, ha provveduto allo stanziamento di 300 mila euro;
successivamente, l'allora ministro Rutelli ha individuato e messo a disposizione del cantiere di Amelia la somma di 1 milione e 500.000 euro prelevati dai fondi del gioco del lotto;
nel corso della prima fase del cantiere sono emerse ulteriori, rilevanti testimonianze archeologiche e storiche - un insediamento dell'età del Bronzo e la Porta del Sole - che hanno accresciuto ulteriormente l'interesse dell'area per la comunità scientifica;
l'eventuale fermo del cantiere per mancanza di risorse rischierebbe di compromettere parte del lavoro già effettuato e di causare ulteriori crolli nelle aree ancora non interessate all'intervento;
il cantiere investe un'area vasta e centralissima della città, arrivando a interessare sia la viabilità locale che quella provinciale e regionale e quindi il prolungarsi della sua permanenza costituirebbe ulteriore motivo di disagio-:
se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno procedere, con la massima sollecitudine, allo stanziamento di ulteriori e adeguati fondi al fine di consentire il completamento dell'opera di restauro dell'intera cinta poligonale del comune di Amelia.
(5-00166)

Interrogazione a risposta scritta:

DIMA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
alcune nomine, ex articolo 19, commi 5-bis e 6, del decreto legislativo n. 165/2001, a dirigente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali sono state contestate dai Funzionari Archeologi dello stesso Ministero, categoria C2 e C3, molti dei quali partecipanti al concorso per 10 posti da Dirigente Archeologo del Ministero bandito lo scorso anno ed attualmente in fase di espletamento;
gli stessi ritengono lesive della loro carriera professionale, le nomine a Soprintendente a contratto, ex comma 5 dell'articolo 19 del decreto legislativo n. 165 del 2001, di quattro funzionari della Regione Sicilia che sono stati posti a capo delle Soprintendenze per i Beni Archeologici del Piemonte, della Lombardia, del Veneto e della Calabria;
tali nomine potrebbero penalizzare lo svolgimento della normale attività del Ministero in quanto i funzionari provenienti da una Regione a Statuto speciale come la Sicilia potrebbero non avere piena contezza del funzionamento e delle procedure della macchina ministeriale;
al posto di tali nomine, che potrebbero creare un aggravio di spesa per le casse dello Stato, in attesa dell'espletamento del regolare concorso, il Ministero avrebbe potuto ricorrere alla nomina temporanea, ex articolo 52 del decreto legislativo n. 165 del 2001, di Soprintendenti reggenti, scelti tra i Funzionari Archeologi, categoria C2 e C3, in base a criteri di anzianità di servizio e di esperienza, come oltretutto ribadito dalla Suprema Corte di Cassazione con sentenza, sezione lavoro, n. 9130 del 17 aprile 2007;
tali nomine solleverebbero, secondo l'interrogante, dubbi sull'esatta omologia tra la dirigenza statale e quella della Regione Sicilia che è a Statuto speciale e che pertanto dovrebbe costituire la premessa fondamentale per la nomina ex comma 5-bis dell'articolo 19 del decreto legislativo n. 165 del 2001 -:
quali iniziative intenda intraprendere il Ministro per i Beni e le Attività Culturali al fine di ripristinare una situazione che attualmente vedrebbe fortemente penalizzati i Funzionari Archeologi, categoria C2 e C3, del Ministero.
(4-00502)

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro per i rapporti con le regioni, per sapere - premesso che:
la Regione Sardegna con la deliberazione n. 30/1 del 23 maggio 2008, avente oggetto: «Patto di stabilità interno 2008. Articolo 1, comma 660, della Legge n. 296 del 27 dicembre 2006», ha emanato Direttive di indirizzo concernenti la spesa regionale e determinazione primo plafond annuale impegni e pagamenti;
in relazione al Patto di stabilità interno 2008 il Ministero dell'economia e delle finanze non ha ritenuto accoglibili le proposte avanzate dalla Regione e ha comunicato che, nelle more della stipula del nuovo Patto, si devono applicare alla Regione Sardegna le regole previste per il Patto di stabilità delle Regioni a Statuto ordinario;
le disposizioni concernenti il Patto 2008 delle Regioni a Statuto ordinario prevedono che le spese finali del titolo I e del titolo II (correnti e in conto capitale), al netto della spesa sanitaria, della spesa per concessione di crediti e della spesa per il rinnovo contrattuale del trasporto pubblico locale, non debbano essere superiori al complesso delle corrispondenti spese finali dell'anno precedente, calcolato assumendo il pieno rispetto del Patto di stabilità interno 2007, aumentato del 2,5 per cento;
l'aumento del 2,5 per cento non potrà applicarsi alla Regione Sardegna in quanto nell'anno 2008 la Regione dovrà provvedere a recuperare, ai sensi dell'articolo 7-bis della legge n. 222 del 2007, l'ammontare delle spese (impegni e pagamenti) effettuate in eccesso nell'anno 2007;
in considerazione delle regole stabilite per le Regioni ordinarie e tenuto conto che gli impegni e i pagamenti riferibili al citato articolo 7-bis ammontano rispettivamente a 13 milioni di euro e a 108 milioni di euro, la spesa effettivamente sostenibile dalla Regione nel 2008 (al netto dei recuperi) risulta determinata in 3.888 milioni di euro per gli impegni e in 3.309 milioni di euro per i pagamenti;
conseguentemente, al momento, la Regione, rispetto al precedente esercizio, avrebbe la possibilità di incrementare gli impegni solo dell'1,8 per cento, e addirittura, dovrebbe ridurre i pagamenti del 3,86 per cento;
non risulta allegato agli atti deliberativi della Regione il dispositivo con il quale il Governo Prodi ha respinto la proposta di Piano di Stabilità interno avanzato dalla Regione;
si tratta secondo gli interpellanti di un ulteriore fallimento delle politiche economiche e finanziarie della Regione sarda dopo la bocciatura della Corte costituzionale che ha dichiarato incostituzionale la norma sull'anticipazione delle entrate future su cui si fondava il bilancio regionale;
la Regione sarda dovrà attenersi al patto di stabilità delle regioni ordinarie e quindi tagliare spese e impegni in maniera rilevante e, per via di quella che agli interpellanti appare una pessima gestione del 2007, dovrà utilizzare parametri molto più restrittivi di tutte le altre regioni italiane;
la gravità della situazione si rileva in maniera ancora più evidente dai nuovi limiti negli impegni considerato che tutte le regioni italiane potranno incrementare gli impegni del 2,5 per cento mentre la Regione sarda sarà costretta a restare sotto 1'1,8 per cento mentre i pagamenti dovranno essere tagliati del 3,86 per cento -:
se il Governo intenda:
a) verificare l'attendibilità della situazione finanziaria della Regione alla luce delle recenti sentenze della Corte costituzionale e alle determinazioni della Corti dei conti;

b) comunicare se dagli atti depositati presso i ministeri interpellati risultino le ragioni per le quali il Governo Prodi abbia respinto la proposta di Patto di Stabilità;
quale parere sulla medesima proposta di Patto di Stabilità intendano rendere i Ministri competenti;
se risultino, dagli atti depositati presso i ministeri interpellati, le ragioni della mancata impugnativa da parte del Governo Prodi di norme regionali che, a seguito della mancata parificazione del bilancio regionale da parte della Corte dei conti, si sono rilevate incostituzionali e se tali atti possano essere trasmessi agli interpellanti;
come intenda intervenire per verificare nel quadro delle competenze statali le conseguenze sullo stesso Patto di Stabilità dopo l'accoglimento del ricorso alla Corte costituzionale relativo alle entrate future dichiarate incostituzionali.
(2-00073) «Pili, Vella, Nizzi».

...

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:

DI PIETRO. - Al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
le principali aziende di stenotipia che forniscono ai tribunali gli stenotipisti si sono consorziate nel gruppo Astrea che è stata la vincitrice del relativo appalto;
di fronte alle fatture bimestrali presentate dalla società Astrea per i servizi forniti, il Ministero ha più volte attuato decurtazioni fino a raggiungere anche il 50 per cento e, di conseguenza, numerosi stenotipisti si sono trovati da mesi senza stipendio;
inoltre a seguito delle decurtazioni l'Astrea si è vista costretta ad avviare le procedure di licenziamento per i lavoratori della società;
sembra che la causa dei tagli risieda in una interpretazione contrastante del contratto tra le parti, ma la disquisizione sulla corretta interpretazione di tale contratto tra il Ministero e il consorzio di imprese si sta scaricando sui lavoratori che non solo non percepiscono lo stipendio, ma rischiano di restare completamente senza lavoro;
gli stenotipisti sono figure essenziali per il funzionamento della giustizia: essi trascrivono in tempo reale ogni dichiarazione su una «pianola» che poi trasmette il testo al computer e nello stesso tempo viene effettuata una registrazione audio con cui poi è possibile integrare e correggere quanto scritto;
il loro lavoro è di grande professionalità e la sospensione del loro servizio crea grosse difficoltà alla macchina della giustizia come si è già verificato in particolare in Campania, ma anche in diversi altri tribunali del Paese, come Foggia, Viareggio, Venezia, Conegliano;
fare a meno del servizio degli stenotipisti significherebbe, quindi, riportare la giustizia indietro ai tempi dei cancellieri amanuensi, con grande perdita di efficienza-:
se il Ministro non ritenga opportuno intervenire per definire in modo chiaro ed equo l'interpretazione del contratto rendendo possibile garantire la continuità lavorativa di un servizio tanto importante per il funzionamento della giustizia a tutela di coloro che hanno prestato la loro importante opera al suo dicastero.
(4-00497)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

MATTESINI e MARIANI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
le ricadute in termini di inquinamento atmosferico ed acustico sulla città di Pieve Santo Stefano, attraversato dalla E 45 risultano insostenibili, in considerazione del consistente volume di traffico automobilistico e dei mezzi pesanti;
tale situazione rende ancor più necessario l'adeguamento e la messa in sicurezza dell'intero tracciato;
l'ANAS regionale toscana in seguito alle richieste degli abitanti del luogo ha redatto un progetto di risanamento acustico della rete stradale di pertinenza allo scopo di eliminare parzialmente gli enormi disagi;
i cittadini esasperati dai continui rinvii, d'intesa con i Comuni interessati, in assenza di concrete iniziative si sono ripetutamente mobilitati sollecitando le istituzioni interessate ad una non più rinviabile soluzione-:
quali siano i motivi che impediscono la realizzazione delle barriere antirumore e degli altri interventi di manutenzione stradale;
quali misure il Ministro interrogato intenda adottare per sollecitare la posa in opera di dette strutture, e di tutti gli interventi di messa in sicurezza e manutenzione indispensabili per alleviare i gravi disagi che la realizzazione della E 45 ha comportato per gli abitanti della zona.
(5-00167)

Interrogazioni a risposta scritta:

MIGLIORI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
si apprende che le ferrovie avrebbero da tempo allo studio l'ipotesi di istituire specifiche «carrozze del silenzio» distinte da carrozze ove sarebbe invece possibile sia l'uso di cellulari che le chiacchiere;
trattasi di una civilissima intenzione che tutelerebbe il rispetto per ogni inclinazione -:
se il ministero sia stato coinvolto in tale ipotesi e se la questione sia allo studio di fattibilità concreta, tenuto conto anche di possibili esempi esteri in materia.
(4-00494)

DI PIETRO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
sembra certo che la società Trenitalia S.p.A., delle Ferrovie dello Stato, abbia deciso, fra le altre, di chiudere la biglietteria della stazione di Termoli;
la biglietteria fa parte della società Trenitalia, divisione passeggeri, cioè della sezione che si occupa del traffico a media e lunga distanza;
con tale scelta il più rilevante centro turistico ed industriale molisano viene privato di un servizio importante poiché la cittadina di Termoli, oltre ad essere la porta della regione Molise, è un notevole centro ferroviario, aggregatore delle esigenze di trasporto della popolazione molisana;
sarebbe auspicabile che anche la regione Molise possa effettuare quelle scelte in materia di trasporto ferroviario che rappresentano necessità imprescindibili, servono a ridurre la dipendenza energetica e a sostenere lo sviluppo del traffico, così come è avvenuto in altre regioni d'Italia ed anche all'estero;
considerato quanto sopra esposto, sarebbe necessario e doveroso cercare di conservare i servizi già esistenti che facilitano l'accesso alla rete ferroviaria -:
se il Ministro non ritenga opportuno intervenire e concordare con la Regione

Molise la non chiusura della biglietteria della stazione di Termoli affinché essa possa continuare a funzionare garantendo un servizio indispensabile ai cittadini molisani.
(4-00498)

LABOCCETTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che -:
in Piazza della Croce Rossa, a Roma, al secondo piano del palazzone umbertino trovano posto gli uffici del Ministro dei Trasporti e la direzione generale delle Ferrovie dello Stato, in particolare gli uffici dell'amministratore delegato, Mauro Moretti. Li divide una porta, che taglia in due un corridoio, ma il colpo d'occhio è notevole. Stucchi, porte con vetri artistici, parquet, ambienti curati per l'ex sindacalista Cgil Moretti; stile spartano, scarno, nessun comfort per il ministro;
sempre al secondo piano, proprio di fronte alla stanza 121, quella occupata dall'amministratore delegato Mauro Moretti, c'è il bagno riservato alla direzione. Fa invidia alle toilette di Montecitorio, pulitissimo e lustratissimo. Dietro la porta c'è un cartello incorniciato, si chiama: «Scheda riassuntiva delle prestazioni pulizia bagni». Un vero e proprio vademecum per la pulizia della bathroom dell'ingegnere Moretti. Nella scheda della Serfer (servizi ferroviari e rotabili) vengono minuziosamente elencate le operazioni di pulizia, suddivise in giornaliere, settimanali e trimestrali. Così si scopre che ogni giorno si compie la «pulizia e disinfestazione, il lavaggio dei pavimenti, lo svuotamento e sostituzione dei sacchetti, la pulizia degli specchi». Le operazioni vanno fatte più volte e ad ogni passaggio l'addetto firma per esteso la scheda posta dietro la porta e che dà per avvenuto l'intervento. Inoltre, ogni giorno è previsto il «ripasso pomeridiano per soluzione di eventuali problematiche». Mentre è scadenzato anche il «lavaggio a fondo»;
inutile sottolineare che i risultati di questo scrupoloso sistema sono eccellenti. L'ingegner Moretti e i suoi stretti collaboratori possono andare in bagni pulitissimi. Chi è abituato a viaggiare sui treni italiani e conosce le condizioni dei servizi igienici, anche quelli dei costosissimi Eurostar, si accontenterebbe di un decimo della cura riservata alla toilette dell'amministratore delegato;
quello dell'ingegner Moretti appare, ad avviso dell'interrogante, come un caso di mutazione antropologica. Somiglia a quei maggiorenti dell'ex Pcus di Brezenev che si sono trasformati in manager della ricca industria petrolifera russa: da comunisti a intransigenti capi azienda;
sono lontani i tempi di quando, nel lontano 1991, Moretti affermava testualmente che la soglia di 175 mila dipendenti delle Ferrovie «non è più comprimibile» se non si vuole andare a scapito della qualità. In quegli anni era un sindacalista duro e puro, di quelli che non transigono sui diritti dei lavoratori. Anche se a volte non mancava di strizzare l'occhio all'azienda, come nell'aprile del 1990, quando avanzò la richiesta di espulsione dalla Cgil di Ezio Gallori, leader del coordinamento macchinisti;
nel settembre del 1991, a sorpresa, Moretti si dimise da segretario della Federazione trasporti della Cgil. In quella occasione entrò in rotta di collisione con un altro potente sindacalista, Fausto Bertinotti, che aspirava al posto di segretario confederale togliendolo a una protetta di Moretti, Donatella Tortura. Il futuro capo delle Ferrovie non gradiva «soluzioni esterne», quali appunto Bertinotti;
in realtà si preparava al salto dall'altra parte della barricata - forse pensato da tempo - che si concretizzò nel dicembre del '93 quando fu cooptato nel consiglio d'amministrazione dell'ItalFerr-Sis Tav, società della galassia ferroviaria che muoveva allora i ricchi finanziamenti per l'Alta velocità;
nel 1995 l'allora big ferroviario, Lorenzo Necci, lo promuove ancora, Moretti diventa condirettore dell'area trasporto

per i settori materiale rotabile e trazione, uno dei settori chiave delle FS. Nel 1996 diventerà il numero uno di questo settore;
anche nell'era Cimoli le cose vanno bene. Quando, nel 1998, i macchinisti si agitano per i turni che ritengono stressanti, Cimoli e Moretti emanano un comunicato congiunto dove affermano che tutto va bene. Nel luglio del 2001, Mauro Moretti sale nell'olimpo dei manager delle Ferrovie diventando amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana. Il resto, fra ritardi, disservizi, sporcizia, è storia recente -:
per sapere se il Ministro sia a conoscenza di quanto innanzi premesso e quali interventi voglia porre in essere per destinare parte delle risorse volte a garantire l'elevato livello di comfort goduto dall'amministratore delegato Mauro Moretti al miglioramento delle condizioni igieniche dei treni quotidiani utilizzati dai cittadini.
(4-00503)

TESTO AGGIORNATO AL 2 LUGLIO 2008

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INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:

VIOLA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
in base al Protocollo d'intesa sulla sicurezza siglato nel 2003 tra le Amministrazioni delle località turistiche balneari e l'Ufficio del Governo di Venezia lo Stato garantisce un congruo numero di Forze dell'Ordine di rinforzo estivo e che a fronte di questo impegno le amministrazioni locali si impegnano a garantire l'ospitalità gratuita ai rinforzi assegnati dal Ministero dell'interno;
lo scorso anno erano stati assegnati alla Stazione Carabinieri di Caorle n. 34 unità in più;
da notizie apparse oggi sulla stampa locale apprendiamo il taglio di 20 unità di carabinieri alla stazione di Caorle (assegnati 14 su 34) e lo stupore e lo sconcerto del Sindaco di quella località -:
se corrispondano al vero le notizie di cui sopra e quali siano eventualmente le motivazioni che hanno portato a questa grave decisione;
se inoltre siano stati presi provvedimenti analoghi di riduzione degli organici estivi delle forze dell'ordine presenti nelle altre località balneari del litorale veneziano, Jesolo Cavallino, Bibione e Chioggia Sottomarina;
se così fosse, se non intendano rivedere questa decisione che penalizza uno dei più importanti Comuni turistici del Veneto;
se la decisione di ridurre gli organici estivi delle forze dell'ordine riguardasse anche i Comuni sopra citati, se non intendano reintegrare almeno le risorse umane già assegnate negli anni scorsi in considerazione dell'importanza del bacino turistico, il primo in Italia per presenze, che ha assoluto bisogno di avere garantita la sicurezza dei propri cittadini e dei propri ospiti.
(5-00165)

Interrogazioni a risposta scritta:

PALADINI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
a margine dei lavori contrattuali per l'accordo per le forze di polizia ad ordinamento civile relativa al quadriennio normativo 2006 - 2009 e al biennio economico 2006-2007, poi conclusisi con l'emanazione del decreto del Presidente della Repubblica 11 settembre 2007, n. 170, le parti (OO.SS. e Amministrazioni interessate) concordarono che 200 milioni di euro, già stanziati, sarebbero stati utilizzati in occasione della successiva riapertura del contratto, parte economica (cosiddetta coda contrattuale), prevista per i primi mesi del 2008;

più precisamente, si era concordato che 160 milioni sarebbero stati utilizzati per l'incremento dell'ora di lavoro straordinario e per l'innalzamento del buono pasto dagli attuali euro 4,65 a euro 7,00 (come per gli impiegati civili del Ministero dell'Interno), mentre i restanti 40 milioni di euro sarebbero dovuti confluire sulla voce relativa all'indennità mensile pensionabile, di cui all'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 170/2007;
nonostante gli accordi fossero questi, allo stato attuale, non è in previsione alcun incontro per la coda contrattuale, nè si è a conoscenza dell'attuale destinazione degli allora inutilizzati e già stanziati 200 milioni di euro;
occorre precisare che a tale somma è da aggiungersi la differenza tra il tasso di inflazione programmata e quello reale riferita al 2006-2007 (differenziale inflattivo), al fine di garantire il medesimo potere d'acquisto al personale interessato -:
come siano stati utilizzati i 200 milioni di euro già stanziati;
quali provvedimenti il Governo intenda adottare in ottemperanza agli accordi presi;
se non ritenga quantomai necessario ed urgente riprendere gli incontri fra le parti interessate e risolvere finalmente l'annoso problema della rinegoziazione del contratto delle Forze di Polizia.
(4-00495)

VILLECCO CALIPARI e ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, prefetto Gennaro Monaco, nominato con decreto del Presidente della Repubblica 31 luglio 2007, operativo presso il Ministero dell'interno dal novembre 2007, costituisce il punto di riferimento nazionale per assicurare il necessario coordinamento operativo tra le amministrazioni dello Stato interessate a vario titolo al fenomeno e le pertinenti strutture tecniche, per il monitoraggio e l'analisi delle relative informazioni;
il predetto Commissario straordinario, nell'esercizio dei poteri conferiti sulla base dell'articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400, ha svolto compiti di raccordo istituzionale, nonché di analisi e monitoraggio della complessa problematica, come dettagliato nella relazione semestrale inviata agli organi dello Stato;
il numero, tuttora rilevante delle persone scomparse, rende necessario assicurare tempestività e continuità alle linee d'intervento, già messe in atto dal predetto Commissario con il suo ufficio, per contrastare il fenomeno, con l'introduzione di sistemi e procedure univoche a livello nazionale;
l'esperienza più che trentennale del servizio svolto nell'amministrazione dell'interno da parte del predetto prefetto Monaco, nonché i risultati ottenuti sul campo dal suo ufficio, costituito sulla base del predetto decreto del Presidente della Repubblica da sette unità, in particolare per migliorare le metodologie di intervento nella gestione della delicata tematica delle persone scomparse, sta già modificando il tipo di approccio tecnico-operativo da utilizzare nella trattazione delle connesse problematiche, tenendo in considerazione anche le nuove acquisizioni tecnologiche sviluppate in Italia dalle società operanti nel settore delle tecnologie di localizzazione delle persone e di approfondimento dei profili biologici e biometrici;
nel corso degli ultimi mesi, si sono sviluppate numerose relazioni nazionali ed internazionali per il miglioramento delle conoscenze in materia di persone scomparse e, in particolare, la collaborazione con l'associazione Onlus dei familiari e degli amici delle persone scomparse «Penelope», con l'organismo delle Nazioni Unite per la prevenzione e la lotta contro il crimine (UNICRI) e con l'Associazione italiana per il Consiglio dei Comuni e Regioni d'Europa (AICCRE), finalizzata

alla creazione di una rete degli enti locali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno;
sono state presentata nel corso dell'attuale XVI Legislatura, come nella XV, proposte di legge per favorire la ricerca delle persone scomparse con l'istituzione stabile della figura del Commissario per le persone scomparse e di un ufficio dallo stesso diretto, con la previsione di una banca dati delle persone scomparse, compresa quella del DNA dei cadaveri non riconosciuti, nonché norme a sostegno dei familiari delle persone scomparse-:
se il Governo, nelle more della possibile approvazione da parte del Parlamento dei disegni di legge bipartisan in materia di persone scomparse, intenda evitare il rischio di non assicurare la continuità degli interventi posti in essere dal Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse e dal suo ufficio;
se, visti i risultati conseguiti dallo stesso Commissario e dal suo ufficio, come risultano evidenziati nella relazione semestrale presentata agli organi istituzionali, per la sussistenza dell'interesse pubblico allo svolgimento delle funzioni commissariali straordinarie ai sensi del citato articolo 11 della legge n. 400 del 1988, il Ministro interrogato non ritenga di proporre al Consiglio dei ministri la necessità di una proroga dell'incarico, unitamente alla revisione dell'assetto organizzativo del suo ufficio.
(4-00496)

DI PIETRO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il sindacato autonomo del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco ha recentemente manifestato per sensibilizzare Governo e media sulle problematiche del corpo;
tale manifestazione non ha inteso avere carattere di protesta, ma di semplice richiesta di attenzione affinché venga riconosciuto ai Vigili del fuoco ciò che spetterebbe loro di diritto a partire dal 1981, data di entrata in vigore della legge n. 121;
infatti i Vigili del fuoco, oltre ad essere agenti e ufficiali di polizia giudiziaria, rivestono anche la qualifica di agenti di pubblica sicurezza al pari di altre forze di polizia ad ordinamento civile, ovvero preposti dallo Stato alla tutela della pubblica e privata incolumità e sicurezza dei cittadini;
nonostante quanto sopra esposto esiste ancora oggi una ingiustificata differenza retributiva rispetto agli altri corpi dello Stato che si quantifica in circa 300 euro mensili per ogni Vigile del fuoco;
i Vigili del fuoco con la loro manifestazione hanno voluto attirare l'attenzione sui seguenti punti:
1) richiesta di sostegno ed accelerazione dell'iter relativo ai disegni di legge S. 410 d'iniziativa del senatore Rosario Giorgio Costa (PdL) e C. 1165 d'iniziativa del deputato Lucio Barani (PdL);
2) inserimento dei Vigili del fuoco permanenti nel comparto sicurezza di cui all'articolo 16, comma 2, della legge n. 121 del 1981, con conseguente equiparazione retributiva, pensionistica e normativa agli altri corpi dello Stato;
3) istituzione e formazione di appositi nuclei provinciali di controllo e vigilanza per l'adempimento degli obblighi istituzionali previsti in ambito di sicurezza sui luoghi di lavoro e sul trasporto di materiale pericoloso su strada, nave ed aereo;
4) rafforzamento del personale e incremento dell'attività formativa degli uffici di polizia giudiziaria e dei NIA sia a livello Provinciale che Regionale (nucleo investigativo antincendi);
5) immediata rideterminazione delle dotazioni organiche per far fronte in maniera efficiente e produttiva agli obblighi istituzionali e alle attività di formazione, informazione,

vigilanza e controllo previste dalla vigente normativa, con l'assunzione di minimo 10.000 unità;
6) ripristino immediato del turn-over, non solo al fine di sanare la cronica carenza di organico su scala nazionale, ma anche al fine di predisporre gli strumenti efficienti per adempiere a tutti gli obblighi istituzionali;
7) assunzione immediata del personale necessario mediante stabilizzazione di 6080 unità entro il 31 dicembre 2009, estinzione delle graduatorie degli idonei del concorso pubblico a 28 direttore antincendi e quello a 184 posti da Vigile del fuoco, delle graduatorie del concorso riservato agli ex ausiliari 2004/2005, delle graduatorie dei concorsi riservati ai VFB;
8) assunzione nel ruolo di funzionari di specifiche competenze attinenti al soccorso tecnico urgente e alla sicurezza nei luoghi di lavoro e valorizzazione dei funzionari esistenti, riconoscendo un ruolo direttivo speciale alla categoria degli ex CTA;
9) assunzione di almeno un Vigile del fuoco funzionario medico ed un Vigile del fuoco funzionario avvocato per ogni comando provinciale;
10) dopo la penalizzante riforma del 1o gennaio 2006 (decreto legislativo n. 217 del 2005) che non ha risolto il problema dei passaggi di qualifica l'unica strada da perseguire è una sanatoria che contempli l'avanzamento di qualifica per tutti i Vigili del fuoco a partire dai vigili permanenti sino ad arrivare al Capo del corpo, attraverso il passaggio automatico al primo livello superiore attualmente ricoperto a quella data come già attuato per le forze di polizia con il decreto legislativo n. 197 del 1995. Esempio: vigili coordinatori passaggio a capo squadra, capi squadra esperti passaggio a capi reparto; capi reparto esperti passaggio ad ispettori con ruolo ad esaurimento; funzionari ex CTA diplomati passaggio a ruolo direttivo ad esaurimento; direttivi con 13 anni di servizio passaggio a dirigenti, direttivi con 23 anni di servizio a passaggio a dirigenti superiori e così via sino all'apice del corpo;
11) secondo i dettami propri di una politica federalista, passaggio alle regioni e province degli adempimenti amministrativi relativi al rilascio delle certificazioni di prevenzioni incendi, consentendo a funzionari e dirigenti del Corpo nazionale Vigili del fuoco di dedicarsi maggiormente alle attività rilevanti del Corpo nazionale, sanando pertanto quel conflitto di interessi che allo stato attuale vede l'organo rilasciante la certificazione in oggetto, coincidere con quello incaricato del controllo ed eventuale repressione degli illeciti, affidando così alle competenze proprie dei Vigili del fuoco esclusivamente il secondo aspetto oggi completamente disatteso;
12) blocco immediato dei nuovi corsi da vigile volontario e successiva riforma che comporti la graduale immissione in ruolo a domanda di tutto il personale volontario iscritto negli elenchi di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, che sia in possesso dei requisiti per l'accesso al profilo professionale di Vigile del fuoco, con un ordine di priorità stabilito dal superamento di una prova selettiva teorico-pratica, basata sulle nozioni acquisite durante il servizio prestato nel Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, e previo superamento di test attitudinali e di prova ginnica. Il personale volontario che non richieda di partecipare alla domanda di immissione in ruolo, cessa immediatamente dalla qualità di volontario del Corpo nazionale Vigili del fuoco, per confluire nelle strutture di protezione civile, alle dirette dipendenze delle regioni secondo i principi dettati dal federalismo, prestando la propria opera in maniera assolutamente gratuita e solo come supporto al Corpo nazionale Vigili del fuoco e comunque limitatamente a gravi calamità naturali o ad eventi eccezionali, sotto il coordinamento ed il controllo esclusivo del Corpo nazionale Vigili del fuoco. Operata questa sanatoria, si provvede alla netta revisione del volontariato

nel Corpo nazionale, mediante l'istituzione del vigile volontario in ferma prefissata, in sostituzione dell'attuale figura di vigile volontario, anche al fine di sopperire, come accaduto in altri ambiti, alle carenze determinatesi dalla soppressione del servizio di leva obbligatorio, o in alternativa effettuando assunzioni come le altre forze di polizia;
13) scorporazione del personale amministrativo contabile VVF dal contratto di lavoro dei Vigili del fuoco e transito ed equiparazione economica legislativa al personale dell'amministrazione civile dell'interno, delle prefetture e delle questure, compresi le assunzioni e i trasferimenti le quali dovranno essere effettuate come per i tecnici contabili usati nelle questure;
14) attribuzione al Comandante provinciale dei Vigili dei fuoco ed ai funzionari laureati, della qualifica di ufficiali di pubblica sicurezza e non di agenti come attualmente dettato dall'articolo 8, comma 1, della legge n. 1570 del 1941;
15) che a tutti i dirigenti del Corpo vengano riconosciute le qualifiche corrispondenti sul territorio degli appartenenti ai corpi del comparto sicurezza;
16) apertura di un'accademia per la formazione dei tecnici e dei futuri direttivi e dirigenti del dipartimento Vigili del fuoco sul modello degli altri corpi dello Stato;
17) rivalutazione, a domanda degli interessati, dei provvedimenti di inidoneità al servizio operativo e transito al settore amministrativo, attuati nei confronti dei Vigili del fuoco prima dell'entrata in vigore dell'articolo 18 (idoneità parziale) del contratto di lavoro 26 maggio 2007;
18) netta divisione di compiti con la Protezione civile;
19) inserimento, come accade per le altre forze di polizia delle lettere «R I» all'interno dello stemma del Corpo nazionale;
20) rilevazione e pubblicazione dei dati relativi all'attuale rappresentatività sindacale del Conapo come previsto dalle vigenti normative ma ad oggi inspiegabilmente ancora occulti nonostante le previsioni di legge;
21) istituzione di appositi nuclei di Vigili del fuoco soccorritori paramedici e medici, che agiscano in sinergia e a completamento delle squadre di soccorso;
22) restituzione ai Vigili del fuoco della competenza e del coordinamento in materia di incendi boschivi, attraverso una netta revisione dell'impianto normativo previsto dalla legge 21 novembre 2000, numero 353, secondo i princìpi contenuti nella proposta di legge Conapo sugli incendi boschivi;
23) stipula di una polizza di copertura assicurativa della responsabilità civile ed amministrativa per gli eventi dannosi non dolosi cagionati a terzi, allo Stato, alla pubblica amministrazione in generale, o alla stessa amministrazione Vigili del fuoco, nello svolgimento della propria attività istituzionale; il tutto al fine di attenuare il peso del rischio e delle responsabilità direttamente correlate all'attività quotidianamente svolta dagli operatori del Corpo nazionale Vigili del fuoco, ivi compresi gli autisti;
24) individuazione di appositi strumenti finanziari e gestionali al fine di garantire al personale appartenente al Corpo nazionale Vigili del fuoco, abitazione alle migliori e più agevolate condizioni economiche d'uso, ovvero alloggi individuali al fine di promuovere il ricongiungimento familiare e rendere altresì più agevole l'attività istituzionale degli operatori del soccorso tecnico urgente;
25) trasferimento anche in sovrannumero ai comandi di appartenenza del personale capo reparto e capo squadra fuori sede ormai da troppo tempo -:
se il Ministro interrogato, alla luce di quanto riportato in premessa, non ritenga giusto intervenire perché vengano emanate disposizioni che stabiliscano l'inserimento

del Corpo dei Vigili del fuoco nel comparto sicurezza di cui all'articolo 16, comma 2, della legge n. 121 del 1981.
(4-00499)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta orale:

OCCHIUTO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo n. 21 del 14 gennaio 2008 stabilisce che il punteggio massimo degli esami di ammissione ai corsi universitari, di cui all'articolo 1 della legge 2 agosto 1999, n. 264 (Norme in materia di accessi ai corsi universitari) è di 105 punti;
nell'ambito di tale punteggio 80 punti sono assegnati sulla base del risultato del test di ingresso e 25 punti sono assegnati agli studenti che abbiano conseguito risultati scolastici di particolare valore, nell'ultimo triennio continuativo e nell'esame di Stato;
i 25 punti assegnati sono determinati dalla media complessiva dei voti, non inferiori a sette decimi, conseguiti nel percorso scolastico, dalla valutazione finale dell'esame di Stato, dal 20 per cento degli studenti con la votazione più alta attribuita dalle singole commissioni, e comunque non inferiore a 80 su 100, dalla lode ottenuta nella valutazione finale dell'esame di Stato, dalle votazioni, uguali o superiori agli otto decimi, conseguite negli scrutini finali di ciascuno degli ultimi tre anni in discipline, predefinite nel bando di accesso a corsi universitari;
fra le materie «significative» per l'assegnazione del «bonus» dei 25 punti per l'accesso alla facoltà di Medicina vi sarebbero indicate, l'Italiano, la Storia, la Filosofia e la Fisica e non verrebbero indicate, invece, le discipline prettamente scientifiche che dovrebbero essere i pilastri portanti di detta facoltà: chimica, matematica e biologia -:
quali urgenti provvedimenti intenda intraprendere al fine di modificare le materie attualmente indicate per l'assegnazione del sopraddetto «bonus» per l'accesso alla facoltà di medicina, alla luce di quanto esposto in premessa.
(3-00065)

TESTO AGGIORNATO AL 2 OTTOBRE 2008

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
nel corso del rapporto di lavoro alle dipendenze dell'Azienda ospedaliera universitaria, hanno svolto ed accumulato - per far fronte alle manifestate esigenze di servizio e per la miglior tutela della salute dei pazienti - un numero totale di 200.000 ore di straordinario;
tale ammontare di ore di straordinario risulta attestato dalle annotazioni certificate dai cartellini marcatempo in possesso degli uffici dell'Azienda ospedaliera universitaria destinataria del presente atto;
le ore di straordinario svolte, non sono mai state retribuite e tanto meno è stato consentito il loro godimento a recupero;
la condotta tenuta dall'Azienda ospedaliera universitaria di Bologna nella gestione dell'orario di lavoro e nella mancata retribuzione dello straordinario, così come sopra evidenziato, si pone, ad avviso dell'interpellante, in aperto contrasto con la disciplina dettata in materia per il comparto della dirigenza medica dalla legge e dalla contrattazione collettiva;

in particolare non sembrano essere state rispettate le disposizioni che impongono una adeguata e proporzionata remunerazione delle ore di straordinario e che riconoscono un alternativo diritto, esercitabile a discrezione del sanitario dipendente, alla fruizione di un riposo compensativo;
sussiste il diritto del sanitario ad ottenere la giusta remunerazione delle ore di straordinario ad interessi legali e rivalutazione monetaria dai giorni di maturazione sino al saldo;
la situazione descritta ha dell'incredibile e occorre intervenire a tutela dei diritti dei lavoratori, che peraltro sembrano messi in discussione anche per effetto della mancata assunzione di altro personale per colmare i vuoti prodottisi nell'organico a seguito del pensionamento di vari sanitari -:
se non intenda assumere ogni iniziativa di sua competenza al fine di promuovere la soluzione della grave questione segnalata in premessa, nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori.
(2-00072)«Garagnani».

Interrogazioni a risposta in Commissione:

GRIMOLDI, SALVINI e FEDRIGA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali del 29 dicembre 2003 ha riconosciuto dei criteri tabellari di determinazione dei contributi Enpals dovuti dai cantanti, specificamente riguardo a prestazioni artistiche rese in sala d'incisione;
il suddetto decreto ha implicitamente ammesso, relativamente alla categoria dei cantanti, l'assoggettabilità delle prestazioni di studio agli obblighi previdenziali;
in data 19 febbraio 2008, l'Enpals, in applicazione del decreto ministeriale del 29 dicembre 2003, ha emanato la Circolare n. 5, nella quale si chiarisce la predeterminazione dei compensi convenzionali su cui applicare l'aliquota contributiva relativa ai cantanti ex articolo 3 del decreto legislativo n. 708 del 1947 per le attività prestate nelle sale di incisione;
la suddetta circolare precisa che i datori di lavoro erano tenuti ad assolvere, in conformità al decreto ministeriale del 2003, gli obblighi contributivi già dall'anno 2004, in base alle retribuzioni convenzionali fissate dal decreto e fissa la data finale per l'adempimento al 16 maggio 2008, ora posticipata a luglio;
nel tempo intercorso fra l'emanazione del decreto del 2003 e la circolare del 2008 non è stata data nessuna comunicazione ufficiale relativa al versamento dei contributi in questione, né sui criteri attuativi del decreto;
la base di calcolo dei contributi dovuti all'Enpals è calcolata in relazione al numero dei supporti fonografici venduti, nella misura risultante dalla tabella allegata alla circolare, dove la prima soglia prevista è di 30.000 copie;
alla musica registrata viene quindi applicato un criterio quantitativo di vendita per calcolare l'onere previdenziale, mentre per la musica dal vivo i contributi previdenziali non sono proporzionati al numero degli spettatori presenti;
risulta poco chiara la connessione fra il successo delle vendite e i versamenti previdenziali di un artista e la sua copertura assicurativa;
la prima soglia delle 30.000 copie vendute include, indistintamente nella stessa fascia, le piccole etichette indipendenti e le grandi case discografiche;
le piccole e medie imprese della discografia nazionale e le piccole produzioni nazionali e regionali rischiano di scomparire per il gravoso contributo che devono versare all'Enpals per l'attività degli ultimi quattro anni;
relativamente ai piccoli produttori e alle autoproduzioni, che spesso sono effettuate

in luoghi privati, sorge il problema delle ispezioni e delle verifiche da parte dell'Enpals, che possono essere effettuate solo in luoghi diversi dalla privata dimora, come previsto dall'articolo 13 della legge n. 689 del 1981;
il riferimento ai «supporti» venduti sembrerebbe includere solo i supporti fisici, escludendo quindi la distribuzione telematica, che riveste invece oggi un ruolo assai significativo;
nella circolare non si fa alcun riferimento alle prestazioni gratuite da parte del cantante, rimanendo in dubbio la necessità di fornire un'autocertificazione, come avviene per le esibizioni dal vivo -:
se il Ministro non ritenga doveroso un intervento chiarificatore per far luce sui vari dubbi sollevati in premessa relativamente alla circolare Enpals n. 5 del 19 febbraio 2008, al fine di renderla inequivocabile ed applicabile;
se il Ministro non ritenga necessario rivedere i criteri di soglia espressi nel decreto ministeriale 29 dicembre 2003, aggiornandoli alla situazione attuale, allo scopo di riequilibrare gli oneri per i piccoli produttori discografici, gli indipendenti ed i cantanti.
(5-00163)

MIGLIOLI e MARCHIONI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
anche quest'anno la stagione estiva è iniziata senza che sia stato risolto il problema della possibilità di attivare l'apprendistato professionalizzante nelle attività stagionali, problema sociale di non poco conto, considerando che buona parte dei giovani si mantengono agli studi proprio lavorando durante la pausa estiva;
si ricorda che circa un terzo dei rapporti di lavoro nel settore turismo si svolgono su base stagionale e che la previgente normativa prevedeva la possibilità di attivare contratti a contenuto formativo organizzati stagionalmente;
è da sottolineare inoltre che se i datori di lavoro non possono assumere mediante apprendistato, (di fatto unico contratto con agevolazioni contributive per i giovani), a parità di contribuzione, si rivolgeranno sicuramente a personale qualificato, tagliando fuori i giovani da questo settore di lavoro e non dando loro la possibilità di una crescita professionale tanto auspicata oggi;
in riferimento all'ammissibilità dell'apprendistato professionalizzante nelle attività a carattere stagionale c'è stata la risposta del Ministero del lavoro n. 25/I/0003769 del 2 maggio 2006, fornita a seguito di corrispondente interpello, che facendo riferimento al testo normativo del decreto legislativo n. 276 del 2003 non contenente alcuna disciplina espressa circa l'apprendistato stagionale e richiamando il requisito di durata del contratto di apprendistato professionalizzante non inferiore a due anni e non superiore a sei anni, ha dichiarato l'impossibilità di utilizzare tale tipologia di rapporto nelle attività che si esauriscono nel corso di una stagione. Nel contempo la risposta predetta, non esclude che il contratto di apprendistato nell'ambito delle attività stagionali possa ritenersi utilizzabile allo stato nei casi in cui la disposizione transitoria ex articolo 47 del decreto legislativo n. 276 del 2003 consente di applicare la previgente normativa con il conseguente riproporzionamento dei contenuti formativi in relazione alla durata delle attività stagionali;
si è giunti quindi al paradosso per cui è possibile instaurare contratti di apprendistato nelle attività stagionali con minorenni, applicando la normativa previgente, in quanto ad oggi non è stato regolamentato il contratto di apprendistato per l'espletamento del diritto dovere di istruzione e formazione, mentre non è possibile attivare contratti di apprendistato in attività stagionali con maggiorenni;
in tale scenario normativo, si è inserito il CCNL per i dipendenti del settore Turismo sottoscritto a fine luglio 2007 che

nel titolo relativo a «stagionalità, mercato del lavoro ed ammortizzatori sociali», registra la richiesta congiunta delle parti sociali firmatarie al Ministro del lavoro di confermare che ai sensi delle disposizioni vigenti è possibile svolgere l'apprendistato in cicli stagionali così come disciplinato dai contratti collettivi stipulati, anche con riferimento alle nuove tipologie di apprendistato introdotte dal decreto legislativo n. 276 del 2003;
inoltre il CCNL in questione fissa una specifica disciplina «dell'Apprendistato in cicli stagionali», in base a cui:
sono utili ai fini del computo della durata dell'apprendistato stagionale anche le prestazioni di breve durata eventualmente rese nell'intervallo fra una stagione e l'altra;
in attesa della definizione a livello territoriale della disciplina dell'apprendistato in cicli stagionali è comunque consentito articolare lo svolgimento dell'apprendistato in più stagioni, a condizione che lo svolgimento dei diversi rapporti di lavoro sia comunque compreso in un periodo complessivo di 48 mesi consecutivi di calendario;
l'apprendista stagionale essendo a tempo determinato può esercitare il diritto di precedenza nell'assunzione presso la stessa azienda nella stagione successiva;
inoltre è opportuno risolvere il problema dell'articolazione della formazione obbligatoria, elemento essenziale del contratto di apprendistato e che il Legislatore ha definito per il contratto professionalizzante in un monte ore di 120 annue senza prevedere una riparametrazione del monte orario in caso di part time -:
se, in presenza della situazione sopra esposta, il Ministro intenda prevedere, con apposita urgente norma, la possibilità di svolgere l'apprendistato in cicli stagionali anche per le nuove tipologie di contratti previste dal decreto legislativo n. 276 del 2003, demandando ai Contratti territoriali la possibilità di regolamentare in merito.
(5-00164)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta scritta:

CICCANTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
con una recente pronuncia, la Corte di Cassazione ha stabilito la possibilità di risarcimento di danni a favore degli eredi di persone per le quali sia stata accertata la morte da cancro per fumo;
la notizia, pubblicata sui giornali, ha consentito la mobilitazione delle associazioni dei consumatori per il riconoscimento della estensione di tale diritto ad una platea più ampia di situazioni soggettive;
tra le associazioni, quella del CODACONS ha pubblicamente appalesato l'intenzione di promuovere centinaia di cause (cfr. Messaggero 6 novembre 2007);
i bellicosi propositi di azioni giudiziarie - destinate a chiamare in causa numerose aziende - potrebbero essere rafforzati dalla legge sulla class action, che ha dato la possibilità alle associazioni di consumatori di attivare una serie di azioni collettive di tutela dei consumatori;
lo Stato agevola e favorisce la formazione delle associazioni di consumatori, elargendo notevoli contributi finanziari;
le associazioni, le quali fruiscono dei contributi statali, pur proclamando la tutela dei diritti del consumatore ottengono, dalle aziende giudiziariamente perseguite, risarcimenti per miliardi di cui è dato ignorare la destinazione, che non torna ai consumatori, posto che le associazioni si definiscono onlus e non dovrebbero avere scopo di lucro;
è opportuno evitare incontrollate elargizioni di danaro pubblico da parte dello Stato e della Comunità Europea e di non procurare strumentalmente nocumento all'economia nazionale; nella XV

Legislatura la presente interrogazione è stata presentata al Senato (Atto Senato n. 4-03211 del 12 dicembre 2007) rivolta al Ministro dello sviluppo economico, ma essa non ha ricevuto risposta-:
se le associazioni hanno titolo ad essere riconosciute anche quando rilasciano interviste come quella del Presidente del CODACONS al settimanale Espresso del 15 aprile 2004, nel corso della quale faceva esplicita ammissione di avere intimorito la SIP, conseguendo centinaia di milioni a copertura della parcella dei legali ed altri miliardi in titoli di borsa (non è precisato a favore di chi), nulla potendo rivendicare i consumatori per essere i loro diritti prescritti;
se siano consone allo spirito informatore della tutela dei consumatori, le affermazioni rese nell'intervista, quali: «io faccio un esposto, il magistrato apre un'inchiesta, i giornali lo scrivono e il gioco è fatto» nonché l'altra «.. noi dichiariamo 32.000 soci perché ce li impone la legge per stare nel Consiglio Nazionale del Ministero (...) che il CNCU è una scatola per dare soldi (...) e che i soci sono tutti fasulli, ma non solo i nostri, lo abbiamo scritto al Ministro», in particolare con riferimento all'erogazione di finanziamenti pubblici alle citate associazioni perché le dette associazioni di consumatori - che per loro stessa ammissione non hanno titolo - vengano ammesse alle elargizioni loro fatte;
perché il Ministero competente, che ha perfino fatto un'ispezione, come si legge nell'intervista, non abbia adottato alcuna iniziativa ed ha sorvolato sulla denunciata carenza dei presupposti (numero dei soci, mancanza di sedi, mancanza di democraticità);
perché codesto Ministero, alle richieste di un cittadino per l'accesso alla documentazione giustificativa della legittimazione delle associazioni, abbia opposto ogni tipo di rifiuto, in palese violazione della legge sulla trasparenza amministrativa, creando il sospetto di indulgenze o coperture verso qualcuna di queste associazioni finanziate con contributi pubblici;
se non ritenga di dare la massima pubblicità e trasparenza dei finanziamenti pubblici, ovvero altre agevolazioni pubbliche in natura alle Associazioni di consumatori, agli stessi consumatori e cittadini, non solo quando essi lo richiedono esplicitamente, ma anche di spontanea iniziativa di codesto Ministero, attraverso il sito Web del Ministero, oppure subordinando la erogazione dei contributi pubblici all'obbligo di trasparenza dei bilanci e delle attività svolte sul medesimo sito Web, con opportune precisazioni.
(4-00500)

DI PIETRO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che -:
un elevato numero di precari dipendenti di Poste italiane ha fatto causa all'azienda denunciando l'illegalità dei loro contratti e chiedendo il riconoscimento del loro diritto al lavoro;
il 13 gennaio 2006 Poste italiane S.p.A. ed i sindacati della concertazione Cgl-Cisl-Uil-Cisal-Confsal-Ugl, hanno firmato un documento che prevede la sottoscrizione di un accordo che tende ad evitare la ulteriore prosecuzione di vicende giudiziarie;
tale accordo è rivolto ai 13.000 precari già riammessi in servizio ed ai 17.000 ancora fuori, ma che verrebbero inseriti in una graduatoria, su loro domanda, valida fino al 2009 e dalla quale Poste italiane si impegna ad attingere il personale;
l'accordo chiedeva, in cambio della stabilità per alcuni, l'azzeramento delle situazioni lavorative e giudiziarie e la sua sottoscrizione era aperta anche a tutti coloro che partecipavano alla lotta;
in relazione a quanto sopra esposto, 15 giovani ricorsisti molisani, dipendenti di Poste italiane, che avevano aderito all'accordo del 13 gennaio 2006, si sono visti

recapitare la lettera di licenziamento di Poste italiane;
detti ricorsisti avevano ottenuto ragione nella causa di primo grado, ma avevano poi perso in appello in quanto la data della sentenza risultava essere successiva alla data prevista per l'adesione all'accordo, ma questo è accaduto solo perché la causa era stata rinviata d'ufficio, quindi il ritardo non c'è stato per colpa dei ricorsisti -:
se il Ministro, non ritenga opportuno intervenire per chiarire la situazione dei giovani ricorsisti di Poste italiane S.p.A. del Molise (che riguarda anche molti altri che hanno subito lo stesso trattamento) affinché sia riconosciuto il loro diritto e possano ottenere la stabilità del posto di lavoro.
(4-00501)

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Apposizione di firme ad una mozione.

La mozione Evangelisti ed altri n. 1-00001, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 aprile 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Di Pietro, Bobba, Brandolini, Capano, De Biasi, Fluvi, Franceschini, Gasbarra, Ghizzoni, Gozi, Letta, Madia, Maran, Margiotta, Migliavacca, Motta, Naccarato, Narducci, Oliverio, Pedoto, Pes, Pizzetti, Rosato, Rossa, Sbrollini, Siragusa, Strizzolo, Vannucci, Veltroni, Zampa, Angeli, Baldelli, Bernini Bovicelli, Bianconi, Bocchino, Cicchitto, Consolo, Tommaso Foti, Gava, Ghiglia, Laffranco, Lisi, Mancuso, Minasso, Patarino, Perina, Polidori, Porcu, Raisi, Adornato, Compagnon, Cera, Cesa, Poli, Volontè.