XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 25 giugno 2008

TESTO AGGIORNATO AL 30 LUGLIO 2008

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:

La VI Commissione,
premesso che:
l'articolo 1, comma 251, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), modificando parzialmente la precedente normativa, ha introdotto nuove disposizioni in ordine ai criteri di calcolo dei canoni annui per le concessioni demaniali marittime con finalità turistico ricreative, prevedendone l'aggiornamento sulla base degli indici ISTAT;
in sede attuativa, stante la complessità del quadro normativo, si è posto da parte degli Enti gestori e di tutti i soggetti interessati il problema specifico concernente la data di riferimento per il calcolo degli indici ISTAT da applicare per l'aggiornamento dei parametri tabellari, da richiedersi a decorrere dal 1o gennaio 2007;
in sostanza si trattava di stabilire, sulla base di un'interpretazione coordinata delle norme vigenti, se l'aggiornamento dei canoni tabellari sulla base degli indici ISTAT dovesse avere o meno a riferimento la data del 1o gennaio 1994;
la Presidenza del Consiglio dei ministri, con nota prot. n. 63 del 15 gennaio 2008, ha ritenuto di sottoporre la questione relativa alla corretta interpretazione delle sopra richiamate disposizioni all'esame dell'Avvocatura Generale dello Stato;
l'Avvocatura Generale dello Stato, con parere n. 35670 P del 17 marzo 2008, ha ritenuto, a seguito di una puntuale e completa ricostruzione dell'intero impianto normativo e delle diverse leggi succedutesi in materia, che possa considerarsi ragionevole l'applicazione dell'aggiornamento ISTAT a decorrere dal 1o gennaio 1998, alla luce di quanto disposto dall'articolo 10 della legge n. 449 del 1997;
va sottolineata la rilevanza del parere dell'Avvocatura Generale dello Stato e la rilevanza sociale della materia,

impegna il Governo

a porre in essere tutte le iniziative necessarie affinché gli Enti preposti, in conformità al parere reso dall'Avvocatura Generale dello Stato, provvedano ad applicare l'aggiornamento degli indici ISTAT a decorrere dal 1o gennaio 1998 ai canoni relativi alle concessioni demaniali marittime con finalità turistico ricreative di cui all'articolo 1, comma 251, legge n. 296 del 2006.
(7-00019)
«Soglia, Conte, Laboccetta, Vannucci, Sani, Strizzolo».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:

il 12 novembre 1998, venivano sottratti dal Tribunale dei minori ai coniugi Lorena e Delfino Covezzi di Massa Finalese di Modena i quattro figli minorenni con l'accusa di non aver adeguatamente vigilato circa il loro presunto coinvolgimento in un giro di pedofilia e messe

sataniche che sarebbero avvenute nella Bassa modenese;
dopo alcuni mesi, il giorno prima che il Ministro della giustizia rispondesse in Parlamento ad una interrogazione sulla materia improvvisamente i coniugi Covezzi venivano accusati di essere loro stessi violentatori dei loro figli;
sei anni fa il Tribunale di Modena ha condannato i coniugi Covezzi;
nel frattempo i quattro figli minorenni sono stati separati gli uni dagli altri ed affidati in varie località d'Italia;
dal momento dell'allontanamento genitori e figli non si sono più rivisti;
nel frattempo la signora Lorena ha partorito un quinto figlio che oggi ha sei anni e vive con la mamma in Francia dove si è rifugiata in Francia per evitare che anche questo bimbo le venisse tolto;
il Tribunale di Reggio-Emilia in un procedimento penale connesso ha assolto gli imputati ritenendo non credibili le dichiarazioni fatte dalla minorenne V. Covezzi, sulla base delle quali i coniugi Covezzi vennero accusati;
la Corte d'appello di Bologna non ha preso ancora in esame il ricorso dei coniugi Covezzi;
sono in corso procedimenti esecutivi immobiliari sulla casa dei Covezzi condannati a pagare una provvisionale immediatamente esecutiva di euro 60.000 per ciascuno dei figli minori;
tutta questa vicenda ha avuto origine da colloqui dei minori Covezzi con assistenti sociali che hanno riferito loro dichiarazioni che non sono mai state registrate;
ci si chiede come sia possibile in un paese democratico che una vicenda giudiziaria si trascini per più di un decennio con l'unica certezza che comunque la famiglia Covezzi ne uscirà distrutta -:
quali iniziative, ispettive e normative, intenda assumere in merito a questa vicenda.
(2-00062) «Barbieri».

Interrogazione a risposta orale:

CERA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nel mese di luglio dello scorso anno il territorio del Gargano ha subito gravissimi danni a causa di numerosi incendi boschivi divampati nella zona, in particolare nelle città di Peschici, Vieste e Vico del Gargano;
lo sviluppo delle fiamme ha compromesso 4500 ettari di natura protetta che sono andati in fumo e causato ingenti danni sia umani con la morte di 4 persone, sia a tutta l'economia del territorio colpito fortemente nel pieno della stagione turistica da questa tragica vicenda;
in quell'occasione pur riconoscendo il doveroso impegno svolto dalle Forze dell'ordine, dai Vigili del fuoco e dal personale di Protezione civile, si è accertato essere stata troppa lenta la tempistica degli interventi e l'utilizzo dei mezzi a disposizione della Protezione civile per fronteggiare l'emergenza, situazione che ha in qualche modo compromesso le operazioni e scatenato una serie di palleggiamenti di responsabilità tra i rappresentanti dei vari corpi impegnati per fronteggiare l'emergenza;
il tutto è da addebitarsi alla mancanza di un efficiente coordinamento delle risorse impegnate e di un piano d'intervento adeguato agli eventi verificatesi;
in occasione dell'arrivo della stagione estiva per fronteggiare nella maniera più tempestiva il ripetersi di eventuali eventi calamitosi quali quelli verificatisi l'anno scorso sarebbe opportuno valutare un potenziamento delle strutture e un maggiore dispiegamento di risorse e mezzi -:
come intendano in ordine alle questioni sopraesposte attivarsi per far fronte

alla problematica in questione e se non ritengano opportuno mettere in atto ogni iniziativa in loro potere per attivare un vero piano d'intervento che preveda l'impiego di una task-force anti-emergenza di Protezione civile nel territorio del Gargano che comprenda anche il dispiegamento di ulteriore personale del Corpo forestale dello Stato, dei Vigili del fuoco e di unità Canadair permanenti, anche in considerazione della presenza dell'aeroporto militare «Amendola» di Foggia.
(3-00059)

Interrogazione a risposta scritta:

REPETTI, CENTEMERO e PAGLIA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la presente interrogazione riguarda il drammatico caso del giornalista afgano Sayed Pervez Kambaksh, detenuto da otto mesi e attualmente incarcerato presso la prigione della capitale Kabul, condannato a morte da un tribunale del suo Paese per il reato di blasfemia;
gli interroganti sono consapevoli che si tratta di una situazione delicata, della quale, ne sono certi, si sta occupando la diplomazia internazionale. Si domandano però se alcune particolari circostanze non richiederebbero, oggi, un impegno diretto e visibile del Governo italiano presso le istituzioni europee perché si avvii una campagna sollecita e decisa a favore di questo giornalista ventitreenne;
la prima circostanza alla quale ci si riferisce è che il caso, ormai, è divenuto di pubblico dominio, ed è discusso anche in questi giorni in televisione e sui giornali: in questo modo le esigenze di riservatezza richieste a tutela di una eventuale trattativa segreta, che avrebbero potuto giustificare il silenzio delle istituzioni, agli interroganti sembrano essere venute meno. La seconda circostanza consiste nel fatto che la condanna a morte a carico di Pervez Kambaksh è stata pronunciata al termine di un processo tenutosi a porte chiuse e senza che all'imputato sia stato consentito di avvalersi dell'operato di un avvocato difensore;
come tutti sappiamo, la presenza di un contingente militare internazionale in Afghanistan, che comprende anche l'importante contributo di soldati italiani, ha fatto seguito al conflitto originato dalla tragedia delle torri gemelle dell'11 settembre 2001;
l'obiettivo delle truppe impegnate in quel Paese è principalmente quello di garantire la pace e di impedire che gli estremisti talebani possano tornare a ospitare sul proprio territorio basi di Al Qaeda o di altre organizzazioni terroriste legate all'estremismo islamico;
per raggiungere questo risultato, è certamente necessario aiutare lo sviluppo del processo democratico avviatosi con l'elezione del presidente Karzai, il quale, alla vigilia di nuove elezioni, si trova in difficoltà e non può schierarsi apertamente a favore del giornalista condannato a morte per timore di scatenare una dura reazione della forte ala fondamentalista presente nel Paese;
prima dell'intervento occidentale, è bene ricordarlo, gli estremisti talebani esercitavano un controllo coercitivo sulla popolazione e, in particolare, sottoponevano le donne afghane a condizioni di vita umilianti e irrispettose dei più elementari diritti civili. Poiché la condanna alla pena capitale per Sayed Pervez Kambaksh è stata inflitta per aver divulgato l'articolo di un intellettuale iraniano che si era espresso a favore della parità dei diritti delle donne, e per averla forse lui stesso sostenuta, gli interroganti ritengono che le istituzioni italiane ed europee abbiano oggi il dovere di avviare una forte campagna diplomatica internazionale che porti alla liberazione del giornalista afgano;
altrimenti, se non sapremo difendere il lavoro così faticosamente portato avanti in questi anni, si teme che l'eroico sacrificio

di tanti soldati che hanno perso la vita nel corso del conflitto o negli attentati che lo hanno seguito, e che sono costati un tragico tributo di sangue anche al nostro Paese, rischi di rivelarsi inutile;
se vogliamo che democrazia e libertà siano la cifra dell'Afghanistan di domani, siamo chiamati a difendere e a proteggere con tutti i mezzi diplomatici a nostra disposizione la vita di un individuo condannato a morte per un reato d'opinione, al quale non è stato nemmeno concesso di difendersi e di essere difeso pubblicamente. E questo non è tollerabile, così come non è tollerabile far mancare il nostro appoggio al presidente Karzai, che rappresenta in ogni caso il simbolo di una scommessa di libertà nella quale in tanti, da noi come nel Medio Oriente, vogliamo continuare a credere -:
quali urgenti iniziative il Governo intenda intraprendere o abbia già intrapreso presso le autorità afghane e nelle sedi internazionali.
(4-00480)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:

TORTOLI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il complesso vulcanico del Monte Amiata ospita sia un bacino idrico potabile superficiale, che fornisce direttamente acqua a 700.000 unità sia un giacimento geotermico profondo, sfruttato per la produzione di energia elettrica attraverso la perforazione del sottosuolo e il convoglio del vapore acqueo verso apposite turbine;
i fluidi geotermici sfruttati non sono costituiti da vapore acqueo puro, ma contengono sostanze tossiche, quali amianto, mercurio, arsenico, acido solfidrico, acido borico, radon e altri, che vengono dispersi nell'ambiente a chiusura del ciclo produttivo della centrale;
da uno studio condotto nel 2006 dall'Arpat, Agenzia Regionale per la protezione ambientale della Toscana, relativo al Monitoraggio dell'impatto ambientale della produzione geotermica, è emerso che ammoniaca e acido borico sono presenti nelle emissioni delle centrali con flussi di massa significativi, così come i flussi di massa di acido solfidrico e mercurio;
risulta all'interrogante che alle centrali geotermiche esistenti in loco, alcune delle quali sarebbero in condizioni di degrado, siano state apportate rilevanti modifiche sostanziali senza che all'interrogante risulti alcuna procedura di VIA, ma anche che gli impianti di abbattimento di cui sono state dotate, risultato insufficienti a ridurre il carico inquinante immesso nell'ambiente al di sotto dei limiti indicati dall'OMS;
e tecnicamente possibile ridurre la concentrazione degli inquinanti sotto i limiti di legge semplicemente diluendo, in enormi quantità di aria pompata, le emissioni dei gas;
la percentuale degli inquinanti effettivamente dispersi potrebbe, inoltre, essere alterata dal frazionamento delle stesse tra il numero di turbine esistenti senza considerare che una volta emesse, ricadono su un unico campo geotermico, elevando le percentuali inquinanti;
la maggiore concentrazione di sostanze inquinanti, rinvenuta nelle acque dell'Amiata è favorita dalla sempre più ridotta portata del bacino potabile, il cui prosciugamento è causato dallo sfruttamento geotermico eccessivo;
da uno studio condotto dalla società EDRA, su incarico della Regione Toscana, è emerso che, essendo l'acquifero freatico del monte Amiata particolarmente fragile, tende a «svuotarsi facilmente qualora non sia alimentato in modo sufficiente dalla ricarica o qualora sia artificialmente estratta acqua da esso»;

soltanto attraverso un contenimento drastico dell'estrazioni di vapore, l'utilizzo di centrali geotermiche a norma, monitoraggi seri e constanti e l'utilizzo di idonei impianti di abbattimento si potrà eliminare il danno alla salute e all'anibiente;
la tutela della zone dell'Amiata e la bonifica delle aree inquinate aveva formato oggetto nel 2005 di un Protocollo d'intesa del Ministero, la Regione e gli enti locali -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle notizie riportate in premessa e se non ritenga opportuno, nell'ambito delle proprie competenze, avviare gli opportuni controlli ed assumere le opportune iniziative, al fine di accertare e ridurre, in tempi brevi, il danno ambientale.
(5-00155)

Interrogazione a risposta scritta:

REALACCI e MARGIOTTA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
a partire da gennaio 2008 è entrato ufficialmente in vigore anche in Italia il nuovo sistema di gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, in sigla RAEE, disciplinato a livello europeo dalla direttiva 96/2002, recepita in Italia con il decreto legislativo 25 luglio 2005, n. 151. La normativa nazionale ha introdotto anche nel settore delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) il principio della «responsabilità del produttore»;
i produttori - intendendo con questo termine non solo i soggetti che fabbricano e vendono apparecchiature, ma più in generale sia chi commercializza con il proprio marchio apparecchiature fabbricate da terzi sia chi importa nel territorio nazionale apparecchiature fabbricate in un'altra nazione - sono quindi chiamati ad occuparsi in modo diretto della fase finale del ciclo di vita dei prodotti, sostituendosi agli enti locali nella gestione dei RAEE;
a sei mesi dalla partenza ufficiale del sistema RAEE, sono circa 1.500 i comuni italiani che hanno aderito al modello proposto dalla direttiva UE, lasciando ai produttori e ai sistemi collettivi da questi costituiti l'onere di avviare al trattamento i RAEE conferiti nei centri di raccolta pubblici;
il tema dei RAEE è di grande rilievo sotto il profilo ambientale ed economico. La crescita esponenziale dei consumi di apparecchiature elettriche ed elettroniche e la sempre più rapida obsolescenza di questi prodotti rende improrogabile l'esigenza di gestire in modo ambientalmente corretto i rifiuti che ne derivano - oggi destinati principalmente alla discarica - evitando la dispersione nell'ambiente delle sostanze pericolose (gas CFC e HCFC, mercurio, piombo) in essi contenute;
in termini economici, la normativa sui RAEE interessa direttamente in Italia oltre 10.000 produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche, per un fatturato complessivo di 32 miliardi di euro e oltre 200.000 addetti impiegati (secondo settore dopo l'auto in Italia);
il settore del riciclo dei RAEE conta attualmente nel nostro Paese circa 50 aziende, in prevalenza piccole e medie, che gestiscono circa 1,4 kg pro capite all'anno, per un giro di affari complessivo di circa 25 milioni di euro;
gli attuali quantitativi di RAEE raccolti sono purtroppo ancora lontani dall'obiettivo di 4 kg pro capite (per un totale di circa 240.000 tonnellate) stabilito dalla normativa nazionale entro il 2008. Per poter raggiungere tale obiettivo è necessario non solo procedere alla realizzazione di una adeguata rete di centri di raccolta pubblici, ma anche definire rapidamente

alcuni punti di criticità del nuovo sistema RAEE ancora irrisolti -:
come il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare intenda:
a) rendere effettivo l'obbligo di ritiro 1 contro 1 del RAEE da parte del distributore, al momento, dell'acquisto di una apparecchiatura equivalente, emanando il decreto sulle semplificazioni per i distributori (che in data 13 maggio 2008 la Commissione europea ha ricevuto dal Ministero dello sviluppo economico, e sul quale ha tempo fino al 14 agosto 2008 per esprimere un parere), considerato che il completamento del'iter legislativo del decreto consentirà ai consumatori che vogliono disfarsi di un RAEE di disporre, oltre che dei centri di raccolta pubblici, anche di questo canale, che all'estero arriva a raccogliere fino al 50 per cento del flusso totale dei RAEE;
b) chiarire cosa deve essere un «sistema collettivo» considerato che, poiché nel decreto legislativo n. 151 del 2005 non viene specificato nulla in proposito, è necessario precisare che i sistemi collettivi che si occupano della gestione dei RAEE domestici devono essere costituiti solo dai produttori di AEE e/o dalle loro associazioni e che devono essere senza scopo di lucro e che sarebbe inoltre opportuno stabilire quale debba essere la loro forma giuridica, e che si ritiene infine molto utile fissare una «soglia minima» (ovvero una quota minima di mercato), per evitare la proliferazione dei sistemi collettivi a danno dell'efficienza complessiva del sistema.
(4-00469)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazioni a risposta scritta:

TOMMASO FOTI, POLLEDRI e DE MICHELI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
l'archivio di Stato di Piacenza, attraverso il Servizio IV della Direzione generale degli archivi, sta realizzando depositi sussidiari nell'ala est del Monastero di Sant'Agostino, individuata come nuova sede dell'Archivio di Stato di Piacenza;
in detto prestigioso complesso tardo rinascimentale appartenente al demanio dello Stato risultano appaltati i lavori per il secondo deposito di oltre due chilometri di scaffali;
la prosecuzione dei lavori nel triennio 2008-2010 rimane subordinata allo stanziamento di adeguate risorse economiche, quantificate dal direttore dell'Archivio Storico di Piacenza in almeno due milioni di euro -:
se detta quantificazione delle risorse economiche necessarie, sicuramente condivisibile, trovi d'accordo il Ministro interrogato e quali iniziative intenda assumere al riguardo per il prosieguo dei lavori.
(4-00472)

MONAI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
l'allora coordinatore nazionale di Forza Italia e attuale Ministro per i beni e le attività culturali, on. Sandro Bondi, durante la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale di Cividale del 2005, annunciò di condividere e di voler sostenere la candidatura Unesco della città;
nel frattempo la candidatura «Italia Langobardorum, centri di poteri e di culto (568-774 d.C.)» è stata ufficialmente presentata dal Governo Prodi ed è stata ritenuta ammissibile dall'Ufficio Unesco di Parigi;
vi è, quindi, la necessità di un concreto sostegno del Governo in vista della decisione del Comitato mondiale Unesco, che deciderà tra un anno a Siviglia sulla candidatura seriale;
nel frattempo, va registrata l'inaugurazione del nuovo Museo Cristiano, occorsa sabato scorso e che è stata sostenuta con forte impegno finanziario dalla Regione,

che è un elemento centrale della proposta di inserimento del sito nel WH;
a Cividale del Friuli appaiono necessari, a rafforzamento della candidatura predetta, anche altri interventi su importanti edifici di culto, quali la Chiesa di San Giovanni in Xenodochio (per la quale vi erano due importanti contributi ministeriali, poi revocati), il restauro dell'interno della Basilica di Santa Maria Assunta e della chiesa di San Biagio -:
se e in quali termini il Ministro e il Governo intendano sostenere la candidatura Unesco sopra richiamata e se e come intendano intervenire per garantire la riapertura del Museo nel Palazzo De Nordis e il restauro dei suddetti storici edifici di culto.
(4-00477)

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DIFESA

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della difesa, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
l'eliminazione del passaggio a livello di Santa Caterina di Pasian di Prato (Udine) sulla strada statale n. 13 «Pontebbana», la cui permanenza rende asfittica la circolazione stradale sull'importante arteria che collega i capoluoghi di Pordenone e di Udine con il Veneto e, rispettivamente, con l'Austria, è stata prevista della variante urbanistica del 25 novembre 2006 del predetto Comune; l'iter burocratico è legato agli espropri di tre abitazioni e della casa cantoniera e il Ministero della difesa, che a sua volta attende quello delle finanze, è chiamato da oltre un anno e mezzo a mettere a disposizione della Provincia il terreno, oggi del demanio, su cui sarà attuato l'intervento -:
quali siano i motivi del ritardo nella emanazione dei provvedimenti attesi e quando si intenda accogliere le istanze delle amministrazioni locali che da tempo sollecitano l'iter dell'importante opera viaria.
(2-00065) «Monai».

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:

PELINO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Direttore della Filiale di Poste italiane S.p.A. de L'Aquila ha comunicato al Comune di Bugnara (L'Aquila) il 3 giugno 2008 l'intenzione di procedere alla «razionalizzazione» dell'apertura dell'ufficio postale del Comune, con la riduzione dell'orario al pubblico, Comune che conta 1.200 abitanti;
già precedentemente, il Comune di Bugnara era stato penalizzato dall'apertura per soli due giorni alla settimana dell'ufficio postale di Torre dei Nolfi, frazione di Bugnara, sempre nell'ambito del processo di razionalizzazione di Poste italiane S.p.A.;
stessa sorte non è, tuttavia, toccata ad altri Comuni abruzzesi limitrofi, con realtà demografiche più ridotte, anche al disotto di 5.000 abitanti (Cocullo, Anversa degli Abruzzi, eccettera);
le misure restrittive parrebbero, presumibilmente nelle intenzioni delle Poste italiane S.p.A., riguardare comuni dotati di frazioni, quindi, di altro ufficio postale, peraltro distante anche 5 km dal Comune di appartenenza;
il Comune di Bugnara è particolarmente disagiato in quanto ubicato in zona montana e questo taglio di servizi all'utenza, deliberato da Poste italiane S.p.A., persino nelle frazioni, penalizza pesantemente la popolazione, che nei mesi

estivi aumenta sensibilmente, con ulteriori disagi derivanti dall'interruzione del servizio;
tali deliberazioni riduttive dei servizi postali (giorni ed orario d'apertura al pubblico) riguardano anche il Comune di Rocca Pia, altrettanto disagiato e potrebbero presumibilmente riguardare altri Comuni abruzzesi, il che comprometterebbe l'efficienza dei servizi postali resi all'utenza in tutta la Valle Peligna, che ha un considerevole bacino di utenza -:
come il Governo, anche in veste azionista di Poste italiane S.p.A., intenda intervenire per risolvere la situazione, visto che la riduzione di orario al pubblico penalizza il Comune di Bugnara e zone limitrofe, sito in zona montana e quindi isolata e disagiata ed intervenire per assicurare l'importante pubblico servizio alla popolazione ed, altresì, per evitare che con altre deliberazioni riduttive, si possa ulteriormente penalizzare la popolazione dei comuni montani del centro dell'Abruzzo, costituente un cospicuo bacino d'utenza dei servizi postali.
(4-00466)

VICO e QUARTIANI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -Per sapere - premesso che:
la capacità di erogare consulenze altamente onerose, con scelte gestionali spesso non ispirate a criteri di trasparenza ha caratterizzato negli ultimi anni, l'attività dell'Istituto poligrafico e zecca dello Stato, per cui in questi anni si è registrato un sempre più disinvolto e ampio utilizzo della delega di poteri ex articolo 2389 del codice civile;
tale anomalia è stata riscontrata anche nel controllo effettuato dalla Corte dei conti che, negli anni 2003 e 2004, ha eseguito specifiche perizie sulla gestione finanziaria dell'Istituto poligrafico e zecca dello Stato, riscontrando che tale dispendiosa pratica viene realizzata senza alcuna informativa ex post nei confronti del consiglio di amministrazione, così come specifica nella delibera n. 64 del 2005 del 24 novembre 2005 la sezione di controllo sugli enti, quando dice che «risulta penalizzato lo steso diritto-dovere del Ministero azionista di essere adeguatamente informato, per il tramite dei componenti l'organo consiliare di provenienza burocratica, su vicende gestionali di particolare delicatezza e complessità ai fini della propria attività di indirizzo e controllo»;
le consulenze onerose continuano ad essere una consuetudine all'interno dell'Istituto poligrafico e zecca dello Stato, se si considera che affidamenti per decine di milioni di euro l'anno, spesso frazionati per eludere le gare, sono stati realizzati per l'attività telematica e informativa e per la realizzazione di sistemi informativi propedeutici all'introduzione del cosiddetto «passaporto elettronico». Affidamenti, anche questi, avvenuti senza alcuna gara o evidenza pubblica attraverso la procedura di trattativa privata;
gli aspetti nebulosi di questa vicenda rischiano inoltre di creare ulteriore confusione attorno al progetto della carta d'identità elettronica (CIE) che, partito in emissione sperimentale, in attesa di più sicure tecnologie di sicurezza, ora è nel ristagno totale a causa di varie realtà che se ne contendono la gestione -:
se il Ministro interrogato non intenda vigilare sulla gestione dell'Istituto poligrafico e zecca dello Stato SpA e in particolar modo sulle procedure di trattativa privata che chiaramente disattendono le previsioni normative del codice degli appalti (decreto legislativo n. 163 del 2006);
se non intenda verificare la corretta e trasparente gestione del «progetto paese» relativo alla carta d'identità elettronica, considerate, inoltre le ricadute tecnologiche che potrebbero gravare sulle amministrazioni pubbliche locali coinvolte.
(4-00470)

SAGLIA e BECCALOSSI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
gli abitanti del Comune di Pozzolengo (Brescia) rappresentano al sottoscritto interrogante

un preoccupante disservizio di Poste italiane in conseguenza del quale i cittadini da settimane non ricevono la dovuta corrispondenza agli stessi indirizzata;
il servizio di recapito della posta risulta inevaso non solo per i cittadini, ma anche per gli uffici comunali e per le aziende operanti sul territorio di Pozzolengo;
il sindaco del Comune, Paolo Bellini, nella sua qualità di primo cittadino, in data 8 giugno 2008, ha sollevato il problema dinnanzi all'autorità prefettizia di Brescia chiedendo di ripristinare ogni azione utile tesa a garantire il regolare servizio di consegna della corrispondenza nonché di farsi portavoce presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dell'interno e il dipartimento delle comunicazioni del grave disagio che sta colpendo l'intera popolazione;
il disservizio, imputabile solo a Poste italiane, ha mosso l'amministrazione comunale a riservarsi di richiedere all'autorità giudiziaria la verifica di eventuali comportamenti penalmente rilevanti e i danni connessi alla suesposta inefficienza subito dai privati cittadini, dal comune stesso e dalle aziende del territorio -:
quali iniziative intenda adottare nei confronti di Poste italiane per porre fine all'intollerabile disservizio e quali eventuali misure il Governo, anche in veste di azionista di Poste italiane, possa intraprendere a tutela del grave e prolungato nocumento causato ai cittadini tutti.
(4-00475)

PALADINI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
alcuni paesi della Regione Liguria (Celle Ligure - Sarzana - Pitelli) hanno segnalato con estrema preoccupazione, anche grazie agli organi di stampa locali, l'imminente riduzione di orario degli uffici postali ivi dislocati;
tale riduzione sembrerebbe dettata da mere motivazioni di carattere gestionale e finanziario;
il bacino di utenza è costituito da anziani o da turisti non tutti in grado di raggiungere altre sedi per il disbrigo delle necessità quotidiane (conti correnti, raccomandate, ritiro della pensione, eccetera);
tale evidente e grave disagio dovuto alla restrizione di un servizio di primaria importanza crea notevoli difficoltà ai cittadini soprattutto nei comuni di piccole dimensioni -:
se il Governo sia a conoscenza delle ragioni che hanno determinato tali riduzioni di orario negli uffici postali in Liguria e soprattutto nei paesi citati in premessa;
se sia a conoscenza delle motivazioni che hanno spinto la società Poste italiane Spa, anche in considerazione della propria missione istituzionale di primario servizio pubblico, ad operare tali restrizioni di orario.
(4-00478)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

MISITI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che -:
dagli incontenibili disagi che trovano derivazione dalla inasprita contrazione dei servizi destinati ai pendolari nei collegamenti tra le due sponde dell'aerea dello stretto, si evidenzia, insidiosamente per la tenuta dell'ordine pubblico, la inavvertita e progressiva elisione degli interventi da parte delle istituzioni territoriali di pertinenza;

si accentuano quindi le emergenze territoriali in tema di mobilità a causa delle complesse disfunzioni dei servizi di traghettamento Villa San Giovanni-Messina e Reggio Calabria dove, di fatto, si registra per le comunità delle due sponde, una radicalizzata mutilazione del diritto alla mobilità, sociale ed anche a causa della sovrapposta indisponibilità parziale, collegata alla consistenza temporale dei programmati lavori di ammodernamento, delle corsie autostradali Bagnara-Villa San Giovanni-Reggio Calabria;
i rappresentanti del Comitato dei pendolari dello stretto e dimensione trasporti hanno, con incalzanti sollecitazioni, denunciato a tutti i livelli istituzionali la mole devastante dei disservizi ai quali, quotidianamente e particolarmente, incappano i bisogni imprescindibili dei lavoratori, degli studenti universitari e delle fasce più deboli delle comunità interessate, con gravissimi danni sociali;
dall'articolo 8 del collegato alla finanziaria 2008, il Governo ha predisposto specifiche risorse da destinare ai palesi bisogni dell'Area dello Stretto;
gli interventi previsti mirano ad un efficiente riordino, in materia di sicurezza e di funzionalità della gestione dei servizi, nei collegamenti tra le due sponde -:
se tenendo conto delle legittime e forti proteste delle popolazioni locali e delle complicazioni di ordine pubblico, documentate da fonti di informazione nazionali e locali, il Ministro non ritenga opportuno considerare l'urgenza e la necessaria priorità di adottare provvedimenti per dirimere i disagi della numerosa utenza locale dell'Area dello Stretto.
(5-00153)

Interrogazione a risposta scritta:

ROSATO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'autostrada A4 Venezia-Trieste costituisce una delle arterie principali del Nord-Est e uno dei tratti prioritari del Corridoio V;
l'infrastruttura è diventata negli anni obsoleta a causa dell'aumento del traffico, particolarmente di quello pesante che negli ultimi quattro anni è aumentato del 133 per cento;
a causa della sua obsolescenza sono venuti meno i requisiti di sicurezza per la circolazione. A riprova di ciò basti pensare all'alto numero di incidenti che si verificano soprattutto nella tratta San Donà di Piave-Quarto d'Altino;
non è pertanto più rinviabile la costruzione della terza corsia dell'intera tratta compresa tra Quarto d'Altino e Villesse, indispensabile al fine di ripristinare una adeguata capacità di trasporto dell'infrastruttura e i dovuti standard di sicurezza;
la concessionaria pubblica Autovie Venete è da tempo impegnata per la progettazione e costruzione della menzionata terza corsia, proponendo di realizzare l'intera tratta da Quarto d'Altino a Villesse;
il Cipe ha impiegato 28 mesi per il via libera al progetto preliminare avanzato della terza corsia, più del doppio del tempo necessario;
è necessario abbreviare tutte le procedure che consentano di arrivare quanto prima all'avvio dei lavori -:
se il Governo non ritenga necessario sostenere l'azione congiunta delle regioni Friuli-Venezia Giulia e Veneto attraverso la nomina di un commissario straordinario per accelerare la realizzazione della terza corsia dell'autostrada A4.
(4-00474)

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INTERNO

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
allo stato attuale il dislocamento di risorse umane e mezzi di soccorso in

dotazione al corpo dei vigili del fuoco in provincia di Foggia in base ai parametri individuati a livello nazionale risulta essere di circa 220 unità impiegate nel capoluogo e divise tra i distaccamenti di Manfredonia, Cerignola, San Severo, Vico del Gargano e Lucera e quello temporaneo di San Giovanni Rotondo;
la dotazione organica operativa risulta di sole 35 unità da impiegare a copertura delle emergenze sull'intero territorio provinciale, rappresentando solo lo 0,85 per cento dell'intero CNVVF, rappresentando così una copertura di 1 vigile ogni 3.000 abitanti e per 35 chilometri quadrati di territorio;
la zona interessata è altamente conosciuta per la presenza di un vasto territorio boschivo che si sviluppa nella più grande comunità montana presente nel territorio italiano nel Parco nazionale del Gargano, e con la presenza di particolari tipologie di alti arbusti che rendono inaccessibile alcune zone trasformandole in fittissima foresta;
il notevole numero di incendi boschivi divampati negli anni scorsi, in particolare quelli del 2007 a Peschici, hanno evidenziato come sia carente la dotazione e la distribuzione di presidi sul territorio della provincia tale da determinare una risposta tardiva per l'intervento tecnico di soccorso; in particolare la zona garganica che da sola si estende per quasi quanto l'intero territorio molisano e abitata da una popolazione di 200.000 abitanti che si raddoppiano nella stagione estiva, presenta notevoli problematiche rispetto alle richieste di soccorso;
recentemente è stato attivato a carattere temporaneo un presidio dei vigili del fuoco integrativo nel Comune di San Giovanni Rotondo con l'impiego a rotazione bimestrale da altre sedi provinciali, di 12 unità di personale di Foggia, con impegno al Comando di relazionare sull'effettiva esigenza di mantenere lo stesso presidio che, dalla data di attivazione, ha svolto più di 100 interventi;
appare quantomeno deficitario il dislocamento in loco in un territorio che presenta le caratteristiche sopradescritte e che si espone in particolare durante la stagione estiva a possibili eventi incendiari e, inoltre, interessato da una cospicua presenza di turisti che in alcuni periodi dell'anno raggiunge la quota di un milione di accessi, il quale richiederebbe una presenza più massiccia delle Forze di Protezione Civile e di tutela del territorio;
risulterebbe opportuno potenziare l'intero Comando dei vigili del fuoco in provincia di Foggia e in particolare quello di Vico del Gargano e mantenere il presidio permanente di San Giovanni Rotondo in quanto la loro collocazione territoriale risulta essere equidistante dal centro del Parco nazionale del Gargano e in caso di emergenza potrebbe favorire l'impiego immediato e la copertura di tutto il comprensorio -:
come intenda attivarsi per far fronte alla problematica in questione e se non ritenga opportuno mettere in atto ogni iniziativa in suo potere per attivare un vero piano di potenziamento della presenza dei vigili del fuoco nel territorio del Gargano che preveda il rafforzamento delle unità di Foggia, Vico del Gargano e degli altri presidi presenti nel territorio e nell'attivazione fissa del distaccamento di San Giovanni Rotondo.
(2-00066) «Cera».

Interrogazioni a risposta scritta:

GRIMOLDI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
gli agenti delle polizie municipali sono sempre più frequentemente chiamati ad affrontare situazioni nelle quali la necessità di prevenire un reato comporta il confronto con persone dotate di armi bianche;
nei confronti di persone armate di coltelli si ritiene impropria una reazione che implichi il ricorso alle armi da fuoco;

fermo restando che è improprio reagire con le armi da fuoco a minacce fatte da chi sia in possesso soltanto di armi da taglio, non sembra opportuno neanche obbligare gli agenti delle polizie municipali ad affrontare a mani nude avversari armati di coltelli;
sarebbe invece adeguata una risposta portata con spray urticanti non letali -:
se il Governo intenda prendere in considerazione l'ipotesi di predisporre interventi normativi che autorizzino il personale delle polizie municipali a dotarsi di spray urticanti da impiegare in contesti operativi dove siano presenti opponenti dotati soltanto di armi da taglio.
(4-00471)

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
per troppi anni è stata sottaciuta la potenzialità della 'ndrangheta nella provincia di Vibo Valentia, il che ha consentito agli uomini delle cosche mafiose di ingigantire il rispettivo impero economico, di divenire dominatori del territorio e di inserirsi nelle varie istituzioni e negli appalti pubblici;
da quando, nel 2003, la delega della DDA di Catanzaro per il territorio vibonese è stata affidata al magistrato Marisa Manzini, la stessa non solo ha proseguito il lavoro della dottoressa Nobile, ma ha avviato importanti indagini e processi giudiziari che hanno assestato duri colpi alla criminalità organizzata di quella provincia;
in particolare, grazie al processo «Dinasty», scaturito proprio dal coraggioso lavoro della dottoressa Manzini, già con sentenza della Cassazione, e per la prima volta, è stata sancita l'esistenza di un'associazione mafiosa nei confronti del clan Mancuso di Limbadi, conosciuto in tutto il territorio nazionale ed internazionale per la sua potenzialità economica e militare;
ed ancora, l'operazione «Rima» che, con sentenza del 2006, ha riconosciuto l'esistenza della cosca mafiosa Fiarè di San Gregorio d'Ippona;
l'operazione «Odissea» che, con sentenza del 2008, ha riconosciuto l'esistenza della cosca mafiosa La Rosa di Tropea;
l'operazione «Domino» che, con sentenza del 2008 ha riconosciuto l'esistenza della cosca mafiosa Mamone di Fabrizio;
è in corso il processo relativo all'operazione «New Sunrise», nell'ambito del quale sono tutt'ora detenuti numerosi imputati presunti di appartenenza alla cosca Lo Bianco di Vibo Valentia;
è tuttora in fase di indagini il procedimento relativo all'operazione «Uova del Drago» per la quale sono state emesse ordinanze di custodia cautelare a carico di presunti appartenenti all'organizzazione mafiosa «Bonavota» di Sant'Onofrio;
il tutto a dimostrazione della pesante presenza della 'ndrangheta nel vibonese e della sua pervasività in quel territorio;
quanto sopra esposto è, solo in parte, frutto del lavoro del Magistrato Manzini ed evidenzia i pericoli che incombono sulla stessa, peraltro già messi in atto con minacce anonime telefoniche, con movimenti sospetti di autovetture nei pressi dell'abitazione, con proiettili lasciati al cancello dell'abitazione ed altro;
nel giugno 2007, per quanto sopra, alla dottoressa Manzini è stato potenziato il grado di protezione, proprio in considerazione del pericolo incombente sulla sua persona;
nel maggio 2008 i carabinieri di Vibo Valentia hanno segnalato di aver avuto notizie circa l'intenzione di programmare un attentato nei confronti della dottoressa Manzini, notiziata, altresì, di conversazioni astiose nei suoi confronti intervenute tra appartenenti alle principali cosche 'ndranghetiste del vibonese;
il 3 giugno 2008 gli uomini della scorta della dottoressa Manzini avevano

ricevuto disposizioni, da parte del loro ufficio, di elevare il grado di attenzione per i pericoli incombenti;
il 17 giugno 2008 il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica di Catanzaro, su proposta del Procuratore generale, ha, invece, ridotto il livello di protezione assegnato alla dottoressa Manzini;
l'interrogante trova davvero preoccupante tale decisione, non solo per i pericoli già a conoscenza del magistrato in questione, ma anche perché solo pochi giorni fa, così come denunziato in altri atti ispettivi, presentati il 21 maggio 2008 n. 4-00151 e il 5 giugno 2008 n. 4-00278 il territorio vibonese ha assistito a scarcerazioni facili, per via del patteggiamento nei processi di appello, di grossi boss della 'ndrangheta vibonese;
la riduzione del livello di protezione alla dottoressa Manzini, ha già creato vivo allarme nei vari testimoni di giustizia, che stanno testimoniando contro gli uomini delle cosche vibonesi implicati nei vari processi dove il magistrato svolge le funzioni di pubblico ministero -:
quali urgenti iniziative intendono assumere al fine di garantire la dovuta protezione al magistrato Marisa Manzini e per evitare che venga sminuita l'attuale necessaria attività di contrasto alla criminalità organizzata vibonese.
(4-00479)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
la legge finanziaria per il 2007, legge n. 296 del 2006, specificamente all'articolo 1, comma 619, pone in essere - ad avviso dell'interpellante - una forte ingiustizia nei confronti della categoria dei Presidi incaricati di molte scuole italiane;
la normativa in questione, infatti, per il concorso ordinario per dirigenti scolastici, favorisce quei candidati «ammessi con riserva a seguito di provvedimento cautelare in sede giurisdizionale o amministrativa»;
si tratta di docenti che non hanno nemmeno titolo per partecipare al concorso, non avendo superato la selezione per titoli;
a pagarne le conseguenze sono stati così tutti quei Presidi incaricati, che pur risultando idonei al concorso riservato e non potendo trovare collocazione dirigenziale, benché la legge n. 43 del 2005, garantisse loro la precedenza, sono stati costretti a ritornare alla ordinaria attività di insegnamento perché i numerosi posti disponibili sono stati assorbiti interamente dagli idonei al concorso ordinario -:
quali misure o iniziative si intendano prendere per risolvere una situazione di grave diseguaglianza materializzata ai danni di coloro che per anni con il loro impegno hanno contribuito al successo della scuola italiana.
(2-00063) «Cera».

Interrogazioni a risposta in Commissione:

SIRAGUSA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
con decreto n. 85 del 18 novembre 2005, in ottemperanza alla legge n. 143 del 2004, l'allora Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca autorizzava le università degli studi e le accademie di belle arti ad istituire corsi speciali, di durata annuale, per il conseguimento dell'abilitazione o idoneità all'insegnamento, riservati a varie categorie di docenti che avessero prestato almeno 360 giorni di servizio, con il possesso del prescritto titolo di studio per accedere a insegnamenti corrispondenti a posti di ruolo o classi di concorso, purché avessero maturato

tale anzianità di servizio nel periodo incluso tra il 1o settembre 1999 e il 6 giugno 2004;
il termine ultimo per presentare l'istanza era fissato al 22 dicembre 2005, oltre 12 mesi dopo il periodo fissato per il raggiungimento dell'anzianità limite;
molti docenti, pur avendo maturato tale anzianità di servizio alla data della scadenza fissata per la presentazione della domanda, hanno visto respingere la loro istanza di partecipazione, sulla base del fatto che non avevano maturato tale anzianità nel periodo indicato dal suddetto decreto;
nella Città di Palermo, alcuni docenti precari, hanno proposto ricorso al TAR avverso l'esclusione, ottenendo con ciò di essere ammessi con riserva ai corsi abilitanti;
i suddetti docenti sono stati inseriti con riserva nelle graduatorie permanenti, rese ad esaurimento dalla legge 296 del 2006, articolo 1, comma 605, lettera c) (legge finanziaria 2007);
la Corte costituzionale, con sentenza n. 167 del 2008 ha dichiarato, per una fattispecie analoga a quella in questione, l'illegittimità costituzionale dell'articolo 2, comma 7-bis, del decreto-legge n. 97 del 2004 -:
se il Ministro interrogato non ritenga anomala la procedura messa in atto che pone come termine ante quem il 6 giugno 2004, nonostante il decreto attuativo della legge n. 143 del 2004 sia datato 18 novembre 2005 e se non intenda porre soluzione ad una situazione discriminatoria nei confronti di coloro che avevano maturato l'anzianità di servizio di 360 giorni alla data di entrata in vigore del decreto e che sono stati ammessi con riserva ai corsi abilitanti istituiti dalle università.
(5-00150)

GHIZZONI, DE BIASI, ROSSA, PICIERNO, BACHELET, NICOLAIS, MAZZARELLA, ANTONINO RUSSO, SIRAGUSA, COSCIA, DE PASQUALE, DE TORRE, PES, GINEFRA, LEVI e LOLLI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
con l'approvazione della legge n. 341 del 1990, articolo 1 (Riforma degli ordinamenti didattici universitari), nell'intento di consentire la possibilità di conseguire un titolo di studio subito spendibile sul mercato del lavoro, si introduce il diploma universitario che si consegue, a seconda dalla disciplina prescelta, in due o tre anni;
la possibilità di formarsi e di inserirsi più rapidamente nel mondo del lavoro ha spinto molti giovani a scegliere questo nuovo percorso formativo;
con l'approvazione del decreto ministeriale n. 509 del 1999, recante norme sull'autonomia didattica degli atenei, recentemente sostituito dal decreto ministeriale n. 270 del 2004, si sono definiti nuovi percorsi universitari;
la nuova articolazione dei corsi, così come definita dal suddetto decreto ministeriale, ha introdotto la laurea triennale, un percorso di tre anni finalizzato all'inserimento nel mondo del lavoro e la laurea specialistica, conseguibile dopo la laurea triennale;
gli enti pubblici, nonostante abbiano la possibilità di bandire posti a concorso, tenendo conto delle professionalità formate con i titoli in questione, raramente indicano come requisito richiesto il diploma universitario;
ad oggi nessuna norma prevede l'equipollenza tra il diploma universitario e la laurea triennale;
per le professioni sanitarie, i diplomi di assistente sociale (legge n. 1 dell'8 gennaio 2002), per i diplomi in educazione fisica (legge n. 136 del 18 giugno 2002) e per i diplomi di alta formazione artistica e musicale (disegno di legge AC 299), è

stata prevista l'equipollenza e la possibilità sia di accedere alla laurea specialistica che ai concorsi pubblici -:
quali provvedimenti intenda adottare il Ministro interrogato per trovare una soluzione a tale annosa questione, che ha penalizzato e sta penalizzando i molti giovani che hanno conseguito il titolo di diploma universitario.
(5-00151)

Interrogazione a risposta scritta:

RUBINATO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
a seguito di recenti indagini condotte dalla Squadra Mobile di Treviso sullo spaccio e il consumo di stupefacenti, venivano effettuati due arresti e circa trenta segnalazioni fra gli studenti di diversi Istituti scolastici superiori della città;
a seguito di tali operazioni di investigazione giudiziaria e degli Organi di polizia sull'intero territorio, si scatenava una inspiegabile ed inaccettabile offensiva mediatica da «caccia alle streghe» ai danni della dottoressa Alfea Faion, Dirigente scolastica del liceo-ginnasio Canova che, per i toni e la strumentalità delle argomentazioni addotte, assumeva le ambigue caratteristiche di un attacco personale dovuto, ad avviso dell'interrogante, anche a motivi politici, data la candidatura della Preside in una lista civica alla carica di consigliere comunale del Comune di Treviso in occasione delle elezioni amministrative dello scorso 13 e 14 aprile;
non risulta dalle indagini in atto che lo spaccio ed il consumo di stupefacenti siano avvenuti all'interno del liceo-ginnasio Canova, né soprattutto che l'entità del fenomeno abbia interessato in misura prevalente tale specifico Istituto rispetto ad altri della Città di Treviso;
numerose sono state le attestazioni di stima per l'operato della Dirigente, nonché di solidarietà da parte di colleghi, docenti, genitori e studenti del predetto Istituto scolastico per gli ingiustificati attacchi da ella subìti -:
quali iniziative i Ministri interrogati intendano adottare, per quanto di loro competenza, allo scopo di tutelare l'onorabilità e la dignità di un Dirigente pubblico, nonché il sereno esercizio delle funzioni proprie e dell'attività scolastica.
(4-00481)

TESTO AGGIORNATO AL 28 LUGLIO 2010

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:

LUCIANO DUSSIN e STUCCHI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la Regione Veneto ha emanato la Legge Regionale 18 maggio 2007, n. 10, recante «Norme per la promozione della previdenza complementare nel Veneto», le cui finalità sono:
a) promuovere nel territorio regionale lo sviluppo della previdenza complementare di natura collettiva, al fine di garantire ai propri cittadini prospettive di sicurezza economica al termine dell'attività lavorativa;
b) attuare iniziative dirette a favorire la diffusione della cultura previdenziale, incentivando le adesioni dei soggetti interessati alle forme pensionistiche complementari;
c) valorizzare il ruolo degli attori sociali;
d) riconoscere come elemento qualificante di assunzione di responsabilità sociale le azioni delle imprese dirette allo sviluppo della previdenza complementare;

la predetta legge prevede l'erogazione di contributi a sostegno dell'adesione alla previdenza complementare di soggetti con disagio previdenziale, ovvero:
a) soggetti in aspettativa per congedo parentale;
b) soggetti assunti con un contratto di lavoro a progetto o di collaborazione coordinata e continuativa;
c) lavoratori assunti dopo il 1o gennaio 1996 la cui pensione calcolata con il sistema contributivo;
la predetta legge contempla, altresì, l'erogazione di contributi a favore delle PMI venete che più hanno investito per favorire l'adesione dei propri dipendenti alle forme di previdenza complementare, contribuendo con un versamento contributivo integrativo alla futura prestazione pensionistica dei propri lavoratori; per accedere al contributo gli interessati devono presentare apposita domanda che andrà a formare una graduatoria che sarà soddisfatta fino a esaurimento dei fondi stanziati;
la Regione Veneto ha presentato all'Agenzia delle Entrate un interpello per sapere se le domande per ottenere i contributi regionali devono essere soggette a imposta di bollo;
l'Agenzia delle Entrate - Direzione Centrale Normativa e Contenzioso con la risoluzione n. 193/E del 12 maggio 2008 ha ritenuto che le domande oggetto del quesito non potendo essere ricomprese tra le «... domande per il conseguimento di sussidi ...» di cui all'articolo 8, comma 3, della Tabella allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642, rientrino tra le «...Istanze...» di cui all'articolo 3 della Tariffa - Parte Prima del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 642 del 1972 e, pertanto, sono soggette all'imposta di bollo nella misura di euro 14,62;
l'imposta che i lavoratori e le aziende dovrebbero pagare per attivare la domanda, senza la certezza del diritto al contributo, si configura come una ulteriore tassa che rischia di vanificare le finalità della Legge Regionale e che va in senso contrario allo sforzo fatto dalla Legislazione Nazionale per favorire e diffondere l'adesione alla Previdenza Complementare -:
se e quali iniziative di propria competenza il Governo intenda adottare affinché l'obbligo sancito dalla risoluzione n. 193/E della Agenzia delle Entrate non costituisca un deterrente allo sviluppo della previdenza complementare.
(4-00473)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, per sapere - premesso che:
è in atto una insensata distruzione di 14 zuccherifici italiani, ciò in forza del nuovo regolamento comunitario che impone la totale rottamazione, con demolizione anche dei fabbricati, per poter accedere al contributo di 730 euro a tonnellata di quota di produzione di zucchero dismessa;
anche la sorte dei 5 che rimangono in essere per la campagna di produzione 2008 è quanto mai incerta;
si distrugge un patrimonio impiantistico di grande valore (costruire oggi uno zuccherificio costerebbe non meno di 400 milioni di euro);
gli zuccherifici italiani erano stati ammodernati ed aggiornati, non avendo nulla da invidiare a quelli degli altri partner europei, anzi, in certi casi si ponevano in posizione più avanzata;
la dismissione della produzione di zucchero, come già avvenuto per l'acciaio, per la chimica, per il nucleare, rende

sempre più l'Italia dipendente da importazioni, con la conseguenza di un sempre maggiore aggravio della nostra bilancia commerciale;
l'Italia non avrà più strutture di produzione di questa importante derrata alimentare, quando le mutate condizioni del mercato mondiale (in forza dei crescenti consumi dei Paesi in via di sviluppo: Cina, eccetera) faranno aumentare i prezzi e daranno possibilità all'Europa di incrementare ancora la produzione;
le auspicate promesse di riconversione, soprattutto quelle attinenti alla produzione di energia elettrica da biomasse non decollano, ciò a più di due anni dall'adozione della nuova O.C.M. zucchero;
non si è voluto prendere in esame la possibilità di produrre bioetanolo da barbabietola, per un rifiuto di parte industriale e una insipienza di parte agricola, il tutto supportato da uno studio errato e strumentalmente fuorviante (si consideri che il consumo energetico della produzione di alcool da bietole è coperto per oltre il 70 per cento da fonti rinnovabili provenienti dalla stessa materia prima);
se si fosse seriamente presa in esame la produzione di bioetanolo da barbabietola (la Francia, ad esempio, ne produce 800 milioni di litri all'anno), gli zuccherifici si sarebbero potuti utilizzare per gran parte e, comunque, anche nell'ipotesi di bioetanolo da cereali, l'impianto saccarifero era già dotato di infrastrutture utilizzabili;
si è distrutta una filiera che rappresentava una risorsa, per occupazione diretta ed indotta, valutabile in 77.000 unità;
col bioetanolo da barbabietola si sarebbe potuto salvare, almeno in parte, occupazione diretta ed indotto, mentre, con la sola produzione energetica da biomasse, il contributo all'occupazione è minimo -:
quale giustificazione dia all'attuazione di un tale sperpero di risorse impiantistiche ed umane, senza che ancora si intravedano alternative concrete;
se non ritenga di fermare la distruzione degli stabilimenti, contrattando con la Ue una moratoria, in attesa che si concretizzino alternative colturali concrete per il mondo agricolo e riconversioni produttive apportatrici di vera occupazione;
se non senta il dovere di commissionare uno studio serio per verificare la possibilità di produzione di etanolo da barbabietola, tenendo conto che da un ettaro coltivato a bietole si ottengono dai 4.500 ai 5.500 litri di alcool, mentre da un ettaro coltivato a mais se ne ottengono al massimo 2.700 e da un ettaro a grano non più di 1.800;
se non ritenga ormai improcrastinabile fare chiarezza sul trattamento fiscale da riservare al bioetanolo carburante, con provvedimenti che abbiano stabile durata nel tempo e siano tali da rendere economicamente conveniente la produzione di tale fonte di energia rinnovabile, (la Svezia, per esempio, detassa al 100 per cento, così come la Spagna, la Germania, la Repubblica slovacca, eccetera; la Francia detassa dal 60 all'80 per cento);
se non ritenga che tutto ciò costituisca una riprova della debolezza contrattuale del Governo italiano in ambito Ue e, peggio, una totale acquiescenza per incapacità di scelta e di programmazione.
(2-00064)
«Ciccanti, Cera, Occhiuto, Naro, Bosi, Drago, Anna Teresa Formisano, Tassone, Zinzi, Galletti, Oppi, Dionisi, Poli, Rao, De Poli, Pionati, Capitanio Santolini, Libè, Volontè, Mannino».

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta in Commissione:

VANNUCCI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la salvaguardia della sicurezza dei cittadini è valore primario dell'attività di governo;

la sicurezza degli utenti di apparecchi di sollevamento installati in edifici civili rientra nella fattispecie di cui sopra;
con decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1999, n. 1621 è stata recepita la direttiva 95/16/CE riguardante il miglioramento della sicurezza negli ascensori;
con decreto ministeriale 26 ottobre 2005 avente per oggetto: «Miglioramento della sicurezza degli impianti di ascensori installati negli edifici civili precedentemente alla data di entrata in vigore della direttiva 95/16/CE» si sono stabilite norme di adeguamento per il miglioramento della sicurezza degli ascensori installati antecedentemente la direttiva medesima;
con decreto del direttore generale del ministero delle attività produttive del 16 gennaio 2006 e stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica (n. 27 del 2 febbraio 2006) la norma Tecnica europea UNI EN 8180;
il comma 5 dell'articolo 2 del decreto ministeriale 26 ottobre 2005 stabiliva che entro 60 giorni dalla entrata in vigore il Direttore generale dello sviluppo produttivo e competitività avrebbe emanato un decreto circa le modalità di svolgimento delle verifiche e i criteri generali delle prescrizioni di adeguamento;
ad analoga interrogazione nella 15a legislatura (5/00891), che ha visto la conclusione dell'Iter il 28 marzo 2007, il Governo aveva risposto di aver provveduto a rivedere il provvedimento predisposto dal precedente direttore generale che avrebbe presentato «profonde perplessità di ordine tecnico e giuridico» impegnandosi nel contempo ad una veloce iniziativa per «garantire la regolamentazione del settore» -:
quale sia lo stato della pratica e l'intenzione del Ministero circa l'emanazione del previsto decreto direttoriale di cui alla premessa;
quali siano i tempi previsti e le eventuali problematiche impeditive eventualmente intercorse.
(5-00152)

MARTELLA, VIOLA, BARETTA e MURER. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in questi giorni ripetute notizie apparse sugli organi di stampa e Comunicati stampa della stessa Ditta interessata paventano un disimpegno di Ineos dal polo chimico di Porto Marghera;
forti preoccupazioni sono state espresse dai rappresentanti dei lavoratori con il comunicato del 23 giugno 2008 per le conseguenze occupazionali che dovessero derivare dal venire meno degli impegni assunti da parte dei sottoscrittori dell'accordo per la chimica del 14 dicembre 2006;
nonostante si sia superato lo scoglio delle autorizzazioni ottenute nello scorso mese di marzo, di fatto Eni e Ineos non danno applicazione agli impegni relativi agli investimenti concordati con le istituzioni ed il sindacato, rischiando di portare al tracollo non solo il polo chimico di Porto Marghera ma l'intera filiera della chimica del Paese;
il Ministro Scajola ha ripetutamente confermato il ruolo strategico della chimica nel panorama del sistema economico italiano -:
quali iniziative intenda assumere il Governo per la piena applicazione degli accordi sottoscritti e se non ritenga opportuno convocare con urgenza a Roma il tavolo nazionale sulla chimica, con la presenza di tutti i soggetti sottoscrittori, per chiedere coerenza alle aziende interessate.
(5-00154)

Interrogazioni a risposta scritta:

ASCIERTO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Palazzo Zuccari e il Palazzo delle Poste di Padova sono due splendidi immobili, adiacenti tra loro, edificati agli inizi del Novecento che hanno assunto un

significato simbolico e morfologico di estrema importanza per la città patavina;
il primo fu acquistato dal Ministero delle Poste e Telecomunicazioni nel 1953 e venduto nel 2000 al Comune di padova; il secondo è di proprietà di Poste SpA e sede di:
a) filiale Poste Padova;
b) importanti e indicative strutture interprovinciali delle Poste (deposito territoriale, centro contabile);
c) ufficio postale di Padova Centro;
d) Polizia postale - Sezione di Padova;
e) Ministero delle comunicazioni - ufficio radio;
f) cral Poste;
il bando di gara per la vendita del palazzo delle Poste risulta essere stato pubblicato nonostante i recenti lavori di ristrutturazione riguardanti l'adeguamento degli uffici che ospitano un centinaio di dipendenti;
nello specifico, tra gli interventi più significativi vanno segnalati:
a) adeguamento locali deposito territoriale (importo lavori 147.000 euro oltre l'IVA);
b) sistemazione del tetto (importo lavori 100.000 euro oltre l'IVA);
c) lavori di cablaggio alla rete informatica (importo lavori 22.000 euro oltre l'IVA);
non si comprendono le ragioni per le quali siano stati effettuati interventi così onerosi a fronte della prevista alienazione degli immobili;
l'alienazione del palazzo, comporterà il trasferimento del personale, salvo quello applicato presso l'ufficio postale in via della ricerca scientifica - zona industriale di Padova, e successivamente al termine dei lavori di ristrutturazione dei locali, nella sede definitiva all'interno del CPM con un inevitabile aggravio dei costi operativi;
il disagio non solo per i dipendenti ma anche e soprattutto per la clientela retail, business e pubblica amministrazione, che dovrà recarsi in zona industriale con un servizio di trasporto pubblico veramente limitato, per rivolgersi agli uffici del settore finanziario, postale, commerciale, post vendita, filatelia, eccetera, risulterà molto significativo;
indipendentemente dai motivi che hanno indotto l'azienda Poste Italiane SpA ad inserire l'immobile nel programma di alienazione, non è infine da sottovalutare che l'eventuale acquirente dovrà impegnarsi ad affittare il piano terra che ospita l'ufficio postale di Padova Centro, comportando un gravoso canone mensile di qualche decina di migliaia di euro a carico di Poste italiane;
infine, il trasloco, avverrà in due fasi: una provvisoria ed una definitiva;
non si comprendono quindi le motivazioni di tale scelta, comportando essa gravi disagi sia per i lavoratori che per gli utenti dei servizi offerti dall'azienda e soprattutto le ragioni della inevitabile moltiplicazione degli appalti che comporteranno certamente una consistente lievitazione dei costi quando gli stessi lavoratori lamentano una atavica mancanza di risorse, anche solo per le spese minimali di servizio -:
se i criteri di attuazione e vendita rispondano a fini economici corretti;
se il Governo ritenga che la vendita dell'immobile sia da evitare al fine di mantenere efficiente e più garantita la delicata attività svolta dalle strutture di Poste italiane; della Polizia postale e del Ministero delle comunicazioni ora ubicate nel Palazzo delle Poste in posizione centrale e di facile accesso per i cittadini padovani.
(4-00467)

PALOMBA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Ministro dello sviluppo economico ha esplicitato la volontà del Governo di

installare in Italia centrali nucleari per la produzione di energia;
notizie di stampa hanno affermato che una di tali centrali verrebbe installata in Sardegna, e si fa il nome della località Cirras in provincia di Oristano;
la Sardegna avendo installate nel proprio territorio circa l'ottanta per cento delle basi militari esistenti in Italia, ha sopportato per questa situazione un carico assai pesante costituito anche da malattie collegabili con la presenza di uranio impoverito;
l'insularità non si presta all'istallazione di centrali per la produzione di energia anche a causa della lontananza dalle reti di distribuzione del territorio nazionale e dei rilevanti costi di trasporto e di manutenzione;
anche per queste ragioni il territorio della Sardegna è assolutamente inadatto all'istallazione di centrali nucleari e ancor meno all'eventuale stoccaggio di residui radioattivi, ipotesi già respinta nel 2003 anche per la forte mobilitazione della comunità sarda -:
se sia vero che il Governo intenda installare centrali nucleari in Sardegna, se una tale ipotesi sia comunque allo studio e se intenda comunque escludere che possa verificarsi una tale eventualità, che sarebbe percepita dalla comunità sarda come una grave ed inaccettabile imposizione senza previo coinvolgimento ed assenso delle popolazioni e delle istituzioni sarde.
(4-00468)

MUSSOLINI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
uno dei problemi che assilla il Mezzogiorno e la sua capitale morale, Napoli, è la disoccupazione, in particolare quella giovanile;
di fronte a tale scenario le iniziative di sviluppo imprenditoriale andrebbero non soltanto sostenute ma incentivate anche attraverso la facilitazione nell'ingresso del mercato e dell'avvio della attività;
nonostante ciò si è appreso che il gruppo «La Rinascente» ha deciso di abbandonare dopo più di vent'anni la piazza di Napoli, dopo avere constatato la impossibilità di ottenere le necessarie autorizzazioni per la apertura del nuovo negozio di via Agostino De Pretis, a due anni e mezzo dalla richiesta alle competenti autorità;
analoga circostanza, legata alla lentezza della burocrazia, sta rallentando l'apertura di un negozio a Roma, a fronte del quale i costi per l'investimento stanno lievitando in modo esponenziale -:
quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato tendenti a rimuovere tutte quelle cause di carattere amministrativo e burocratico che, soprattutto a Napoli e nel Mezzogiorno, impediscono di fatto agli imprenditori di avviare attività, indispensabili non solo per migliorare i livelli occupazionali in loco ma soprattutto per innalzare la qualità della vita economica e sociale di quelle zone.
(4-00476)

...

Apposizione di firme ad una mozione.

La mozione Evangelisti e altri n. 1-00001, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 aprile 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Argentin, Bocci, Tullo, Tassone, Beltrandi, Bordo, Boffa, Boccuzzi, Binetti, Benamati, Castagnetti, Marco Carra, Burtone, Braga, Bossa, De Micheli, Dal Moro, Coscia, Corsini, Codurelli, Colombo, Ciriello, Cenni, Gianni Farina, Fassino, Farinone, Fadda, Esposito, D'Antona, Di Biagio, D'Incecco, Laratta, Lanzillotta, Giovanelli, Garavini, Fontanelli, Fogliardi, Fiano, Mazzarella, Mastromauro, Cesare Marini, Mariani, Lusetti,

Lovelli, Lenzi, Laganà Fortugno, Peluffo, Andrea Orlando, Nicolais, Nastri, Mogherini Rebesani, Misiani, Miotto, Scalera, Sarubbi, Samperi, Rubinato, Realacci, Rampi, Pompili, Pistelli, Picierno, Piccolo, Viola, Vico, Verini, Arturo Mauro Luigi Parisi, Servodio, Sereni, Schirru, Pezzotta, Brugger, Ricardo Antonio Merlo, Sardelli, Capitanio Santolini, Galletti, Delfino, Zinzi, Libè, Barbareschi, Barbaro, Bocciardo, Catone, Ciccioli, Concia, De Corato, Di Virgilio, D'Ippolito Vitale, Golfo, Moffa, Pelino, Pianetta, Rosso, Paolo Russo, Sbai, Scapagnini, Speciale, Stradella, Versace, Zacchera.

Apposizione di firme ad una interpellanza.

L'interpellanza urgente Bobba e altri n. 2-00059, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 24 giugno 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Grassi, Losacco, Realacci.

Pubblicazione di un testo riformulato.

Si pubblica il testo riformulato della risoluzione in commissione Volontè n. 7-00013, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 17 del 16 giugno 2008.

La I Commissione,
premesso che:
va preso atto dell'iniziativa di straordinaria trasparenza intrapresa dal Ministro Renato Brunetta di pubblicare, nel rispetto della normativa vigente e in ossequio alle disposizioni dell'authority della privacy, tutti i compensi dei dipendenti della pubblica amministrazione del proprio Ministero;
ripetuti sono stati gli inviti alla trasparenza e le pronte sollecitazioni dello stesso Ministro nei confronti dei responsabili di tutti gli altri ministeri del Governo della Repubblica;
va valutata positivamente l'iniziativa che risponde alla larga richiesta dei cittadini italiani di conoscere per meglio valutare l'efficienza della pubblica amministrazione,

impegna il Governo:

a rendere noti ai cittadini, con le medesime modalità e forme pubblicitarie intraprese dal Ministro Brunetta, tutti i compensi dei dipendenti ed eventuali consulenti di ciascun ministero con o «senza portafoglio» entro il 30 luglio di ogni anno solare;
a pubblicizzare, con le medesime forme, i compensi corrisposti a tutti i componenti delle diverse e molteplici società partecipate, direttamente e indirettamente, dal Ministero dell'economia e delle finanze e dagli altri Ministeri, compresi i corrispondenti compensi di fine mandato e/o liquidazioni.
(7-00013) «Volontè, Mannino, Tassone».

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore:
interpellanza urgente Romano n. 2-00052 del 17 giugno 2008.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore:
interrogazione a risposta scritta Misiti n. 4-00297 del 10 giugno 2008 in interrogazione a risposta in commissione n. 5-00153.