XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di lunedì 16 giugno 2008

TESTO AGGIORNATO ALL'8 LUGLIO 2008

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
esiste un'evidente relazione tra lavoro usurante, lavoro straordinario, lavoro notturno e l'elevato numero di infortuni: una relazione che va per quanto possibile interrotta o comunque tenuta sempre sotto controllo;
nel nostro Paese continua infatti incessante da anni l'inaccettabile fenomeno delle cosiddette «morti bianche»: la morte dei sei operai di Mineo è solo l'ultimo episodio di una lista incredibilmente lunga;
il numero dei morti per infortunio sul lavoro supera di gran lunga la media europea;
siamo di fronte ad un fenomeno tanto drammatico quanto vergognoso che colpisce l'intera comunità nazionale e di fronte al quale la politica e le istituzioni che la rappresentano continuano ad apparire disorientate, timide ed impotenti, non sono più sufficienti gli appelli e le generiche assunzioni di responsabilità;
il permanere in attività in tarda età degli addetti a lavori usuranti non può che aumentare i rischi di infortunio sul lavoro;
il Governo Prodi, non casualmente, aveva predisposto, nel mese di aprile 2008, uno schema di decreto legislativo finalizzato a disciplinare in maniera più coerente il pensionamento degli addetti ai lavori usuranti;
nei lavori usuranti erano ricomprese le categorie di lavoratori notturni, gli addetti alla catena di montaggio, i conducenti di veicoli con capienza non inferiore a 9 posti e a queste tipologie di lavoro se ne potrebbero aggiungere altre;
il decreto legislativo predisposto ad aprile 2008 dal Governo Prodi era il frutto anche di una lunga e complessa fase concertativa con le parti sociali e, ad oggi, rappresenta un'importante eredità per l'attuale maggioranza;
si deve lavorare per far crescere e per radicare definitivamente nel Paese una diffusa cultura della prevenzione e della sicurezza sul lavoro;
rispetto ai controlli, questi, da un lato, andrebbero intensificati, dall'altro andrebbero adottate le misure ncessarie per evitare una pericolosa quanto inutile sovrapposizione di competenze tra regioni e Stato nazionale, lasciando che per omogeneità e, dunque, efficacia di intervento sia, soprattutto, il Governo nazionale ad assumersene la maggiore responsabilità,

impegna il Governo

nel rispetto delle prerogative del Parlamento, a predisporre gli strumenti necessari affinché la delega prevista dalla legge n. 247 del 2007 «Norme di attuazione del protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l'equità e la crescita sostenibile, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale» scaduta il 31 maggio 2008 possa comunque essere esercitata entro il 31 dicembre 2008, recependo in particolare in materia di lavoro notturno le definizioni più favorevoli ai lavoratori già presenti in alcuni contratti collettivi nazionali di lavoro.
(1-00014) «Paladini, Donadi».

Risoluzioni in Commissione:

La I Commissione,
premesso che:
va preso atto dell'iniziativa di straordinaria trasparenza intrapresa dal Ministro Renato Brunetta di pubblicare, nel rispetto della normativa vigente e in ossequio alle disposizioni dell'authority

della privacy, tutti i compensi dei dipendenti della pubblica amministrazione del proprio Ministero;
ripetuti sono stati gli inviti alla trasparenza e le pronte sollecitazioni dello stesso Ministro nei confronti dei responsabili di tutti gli altri ministeri del Governo della Repubblica;
va valutata positivamente l'iniziativa che risponde alla larga richiesta dei cittadini italiani di conoscere per meglio valutare l'efficienza della pubblica amministrazione,

impegna il Governo:

a rendere noti ai cittadini, con le medesime modalità e forme pubblicitarie intraprese dal Ministro Brunetta, tutti i compensi dei dipendenti ed eventuali consulenti di ciascun ministero con o «senza portafoglio» entro il 30 luglio di ogni anno solare;
a pubblicizzare, con le medesime forme, i compensi corrisposti a tutti i componenti delle diverse e molteplici società partecipate, direttamente e indirettamente, dal Ministero dell'economia e delle finanze e dagli altri Ministeri, compresi i corrispondenti compensi di fine mandato e/o liquidazioni.
(7-00013) «Volontè, Mannino, Tassone».

La XII Commissione,
premesso che:
gli organi d'informazione riportano la notizia riguardante l'arresto di 12 medici impiegati presso la clinica Santa Rita di Milano, nonché del suo proprietario e dell'ex direttore sanitario e questo non può essere semplicemente liquidato come l'ennesimo caso di malasanità, posto che i reati ipotizzati vanno dall'omicidio volontario causato da operazioni inutili o dannose alla truffa aggravata ai danni del Servizio sanitario nazionale, ma riguarda l'intero funzionamento del rapporto tra sanità pubblica e privata il cui intervento da parte del Governo e delle regioni non può più essere dilazionato;
nel rapporto tra sanità pubblica e quella privata possono essere individuati ben quattro elementi di disfunzione, tra cui il più evidente è quello relativo al pagamento delle prestazioni effettuate all'interno delle cliniche private accreditate, che avviene secondo tariffe che, come sono oggi formulate, incentivano direttamente gli operatori privati ad effettuare prestazioni generalmente più onerose e quasi sempre più invasive per il paziente;
il secondo elemento di disfunzione da considerare nel rapporto tra pubblico e privato è lo stesso sistema di accreditamento delle strutture private. Esso ha dimostrato da tempo i suoi limiti, tant'è che con la legge finanziaria del 2007, all'articolo 1, comma 796, lettera s) il Governo Prodi ha posto le basi per un suo completo riassetto, articolato in tre stadi di cui i primi due già operativi. Infatti, a partire dal 1o gennaio 2008 è prevista la decadenza di tutti gli accreditamenti concessi automaticamente in via transitoria dalle Regioni e non ancora in linea con i nuovi criteri di accreditamento stabiliti dalla legge Bindi del 1999, che prevedono standard qualitativi e meccanismi di verifica molto più approfonditi di quelli delle vecchie convenzioni. Mentre, sempre dal 1o gennaio 2008, è vietato qualsiasi nuovo accreditamento in assenza di uno specifico atto di programmazione sanitaria regionale che ne dimostri l'esigenza e la coerenza con il fabbisogno assistenziale locale;
entro il 31 dicembre 2009, tutte le Regioni dovranno aver concluso le verifiche presso tutte le strutture accreditate per l'accertamento del possesso dei requisiti e dopo tale data solo le strutture che presenteranno i requisiti documentati e verificati e risponderanno alle effettive esigenze di programmazione regionale resteranno accreditate;
il terzo elemento è quello dei controlli e delle verifiche. I controlli attuali,

per stessa ammissione delle Regioni, sono troppo burocratici e poco incisivi sul piano della qualità medica e prestazionale delle cliniche private. Anche su questo terreno il Governo Prodi aveva avviato il cambiamento approvando un disegno di legge, poi decaduto insieme alla legislatura, che istituiva un vero e proprio «sistema nazionale di valutazione della qualità delle prestazioni» che affiancasse i controlli di tipo economico. Solo così, intrecciando spesa e qualità delle cure, si possono tenere sotto controllo gli operatori privati e anche quelli pubblici;
la quarta questione da affrontare nel rapporto tra pubblico e ampi settori del privato che hanno come mero scopo il raggiungimento di un profitto economico è quella relativa allo status del personale sanitario. In molte strutture private accreditate pochissimi sono i contratti a tempo indeterminato, mentre abbondano rapporti professionali saltuari o a prestazione che alimentano di fatto la rincorsa all'intervento più costoso, più remunerativo e quindi alla ricerca del massimo profitto,

impegna il Governo:

ad adottare tutte le misure necessarie affinché il citato comma della legge finanziaria 2007 trovi concreta applicazione, nonché per realizzare un sistema nazionale di valutazione della qualità delle prestazioni che si affianchi ai controlli economici che già vengono eseguiti perché si realizzi un controllo incrociato tra spesa e qualità delle prestazioni eseguite;
a concordare con le regioni ulteriori azioni di verifica sulla qualità e l'appropriatezza dei servizi resi dalle strutture accreditate, nonché a rivedere tutto l'attuale sistema delle tariffe e dei rimborsi delle prestazioni.
(7-00014)
«Livia Turco, Grassi, Argentin, Binetti, Bossa, Bucchino, Burtone, Calgaro, D'Incecco, Farina Coscioni, Lenzi, Miotto, Mosella, Murer, Pedoto, Sbrollini, Braga, Enzo Carra, Codurelli, Colaninno, Colombo, Corsini, Duilio».

La XIII Commissione,
premesso che:
la letteratura scientifica ed i monitoraggi di storni presente sul territorio nazionale evidenziano un buono stato di salute e di conservazione della specie;
lo storno, uccello migratore assai diffuso sul territorio nazionale, è notoriamente una specie che arreca gravi danni alle colture agricole, come ancora recentemente segnalato da molte Amministrazioni provinciali e regionali;
lo storno, pur essendo specie di interesse venatorio, attualmente non è cacciabile in virtù della mancata inclusione nell'allegato II/2 della direttiva n. 409/79/CEE per l'Italia;
l'attuale normativa comunitaria e nazionale sul prelievo in deroga alla citata direttiva non è idonea a regolamentare un prelievo venatorio finalizzato alla riduzione dei danni alle colture;
la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, in data 20 dicembre 2007, ha approvato all'unanimità un ordine del giorno in tal senso,

impegna il Governo

ad attivarsi al più presto presso la Commissione europea per il reinserimento dello storno (sturnus vulgaris) nell'elenco delle specie cacciabili.
(7-00012)
«Nola, Beccalossi, Faenzi, Gottardo, Nastri, Biava, D'Ippolito Vitale, Romele, Taddei, De Camillis, Di Caterina, Dima, Bonciani, Fogliato, Rainieri, Bellotti, Iannarilli, Oliverio, Agostini, Brandolini, Marco Carra, Cenni, Cuomo, Dal Moro, Fiorio, Lusetti, Marrocu, Mario Pepe (PD), Sani, Servodio, Trappolino, Zucchi, Di Giuseppe, Rota, Ruvolo».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
la recente Assemblea della FAO, svoltasi a Roma dal 3 al 5 giugno scorsi, ha posto in evidenza lo stretto e drammatico legame esistente tra crisi alimentare, cambiamenti climatici e andamento dei prezzi;
non sta giovando certamente alla soluzione della crisi alimentare lo spostamento massiccio di milioni di tonnellate di cereali dal consumo alimentare all'impiego per usi energetici e l'utilizzo di organismi geneticamente modificati per incrementare la produzione degli stessi;
la combinazione di tali fattori rende sempre più preoccupante la carenza di derrate alimentari nelle zone più povere del pianeta, vanificando gli impegni assunti e gli obiettivi fissati dalle Nazioni Unite nella promozione dei Millennium developments goals da raggiungersi entro il 2015;
lanciati nel 2002, come Millennium project e sottoscritti come obiettivi comunemente condivisi nel 2005, questi impegni, assunti con l'intento di liberare dalla miseria estrema, dalla fame, dalla sete e da condizioni di vita subumane intere popolazioni del pianeta, appaiono oggi più lontani e difficili da raggiungere;
il rischio del loro mancato raggiungimento consegna quelle popolazioni ad un destino di gravi carenze nutrizionali, causa ordinaria di morte per milioni di persone, soprattutto bambini;
su questo problematico scenario di lotta alla povertà hanno, oltretutto, fatto irruzione altre crisi, quali quelle legate al costo dell'energia, le crisi valutarie, le nuove dinamiche economiche tra Occidente ed Oriente ed in generale il problema di una equilibrata governance delle risorse naturali ed ambientali -:
quali impegni concreti intendano assumere per rilanciare e sostenere l'azione verso i Millennium developments goals, sia direttamente che nelle sedi multilaterali, anche in vista del G8 del 2009 che si svolgerà in Italia;
se non intenda adottare ogni utile iniziativa diplomatica presso le istituzioni europee ed internazionali per una necessaria revisione degli accordi di Bretton Woods rispetto alla quale la Camera dei Deputati si era già pronunciata favorevolmente nella scorsa Legislatura.
(2-00047) «Pezzotta».

Interrogazione a risposta in Commissione:

VIGNALI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
con la legge finanziaria per il 2008, legge 24 dicembre 2007 n. 244, il precedente Governo ha introdotto un nuovo sistema di incentivazione dell'energia prodotta da fonti rinnovabili, che riconosce tariffe omnicomprensive per impianti a fonti rinnovabili sotto il megawatt di potenza;
tra queste tariffe c'è quella pari a 0,30 euro/kWh, della durata di 15 anni, per la produzione di elettricità da impianti eolici con potenze fino a 200 kW e per la produzione di elettricità da impianti a biomasse alimentati da filiera corta, oltre che la tariffa pari a 0,22 euro/kWh per impianti a biomasse non da filiera corta (vedi articolo 2, comma 145, legge finanziaria 2008);

per rendere operative le tariffe, l'articolo 2, comma 150 della stessa legge finanziaria stabilisce che il Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, debba emanare dei decreti attuativi ad hoc (entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge di cui sopra, vedi comma 143), in cui siano anche previste le modalità per l'estensione dello «scambio sul posto» a tutti gli impianti alimentati con fonti rinnovabili di potenza nominale non superiore a 200 kW di potenza;
ad oggi tali decreti non sono ancora stati emanati;
la perdurante assenza di tali decreti sta penalizzando tutti gli impianti ad energia rinnovabile di piccola taglia e, in particolare, il minieolico. In questo settore, ad esempio, gli investimenti sono fermi e le aziende non sono in grado di avviare nuovi programmi che sviluppino il potenziale tecnologico e di mercato di questa tecnologia, con gravi conseguenze sia in termini industriali che occupazionali;
è necessario pertanto, che il Ministero competente si attivi celermente per la pubblicazione di tali decreti attuativi, soprattutto in una fase in cui è necessario spingere tecnologie energetiche pulite e già mature;
va ricordato, a questo proposito, che la «microgenerazione distribuita» con impianti di piccola taglia consente soluzioni impiantistiche complementari alle installazioni di grande taglia, in termini di disponibilità dei siti e utenze servite, contribuendo alla diversificazione delle fonti energetiche primarie;
anche la comunità scientifica internazionale ha riconosciuto l'importante contributo che i piccoli sistemi eolici possono dare alle reti elettriche di bassa tensione, in particolare rurali, sia in termini di riduzione delle perdite che di miglioramento del livello di tensione elettrica (power quality) -:
quando e come verranno emanati tali decreti attuativi, che centinaia di imprenditori stanno aspettando avendo però già operato ingenti investimenti.
(5-00114)

Interrogazioni a risposta scritta:

CATANOSO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
con l'ordinanza n. 3295 del 27 giugno 2003, il Dipartimento nazionale della Protezione Civile ha inteso intervenire allo scopo di affrontare gli incendi boschivi che quell'anno colpirono duramente l'intero territorio nazionale; con due successive Ordinanze, la 3300 dell'11 luglio 2003 e la 3315 del 2 ottobre 2003, veniva riconosciuto agli equipaggi di volo del Corpo forestale dello Stato e dei Vigili del fuoco un compenso aggiuntivo di 600 euro mensili per tutta la durata dello stato d'emergenza;
sempre il Dipartimento nazionale della Protezione civile accreditava alla direzione centrale per le risorse finanziarie del Dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, la somma di 707 mila euro a copertura di circa il 50 per cento del fabbisogno a copertura del pagamento di tale indennità straordinaria;
da allora nessun altro stanziamento è stato effettuato dalla Protezione civile nazionale verso i Vigili del fuoco, a differenza del personale di volo del Corpo forestale dello Stato a cui è stata pagata l'intera indennità fin dal 2004 -:
per quale altro capitolo di spesa siano stati destinati successivamente questi fondi;
se intenda stanziare nuovamente le somme a cui hanno diritto il personale di volo dei Vigili del fuoco e che attendono dal 2004.
(4-00357)

RENATO FARINA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
in data 23 febbraio 2008 in occasione dell'inaugurazione del 45o «Salone Internazionale dell'Agricoltura» di Parigi il Presidente francese Nicolas Sarkozy ha dichiarato: «L'unicità gastronomica del nostro Paese è eccezionale. Ho preso l'iniziativa che la Francia sia il primo Paese a depositare dal 2009 una candidatura presso l'UNESCO, perché si permetta il riconoscimento del nostro patrimonio gastronomico come patrimonio mondiale. Abbiamo la migliore gastronomia del mondo. Certo, lo è dal nostro punto di vista, ma sfido tutti a compararsi con noi e noi vogliamo che questa sia riconosciuta patrimonio mondiale»;
secondo il giudizio dei massimi esperti del settore il nostro patrimonio gastronomico in fatto di formaggi, salumi, vini, non ha nulla da invidiare ad altri Paesi del mondo, e, così come la nostri cucina regionale e quella offerta da piccoli e grandi ristoranti, i nostri migliori cuochi sono ai vertici dell'arte;
a differenza del nostro massimo concorrente, principale nel settore, dove ai migliori chef è stata conferita la «Legione d'Onore», la massima onorificenza, in Italia non esiste un analogo riguardo dato ai più importanti cultori di questa «arte» -:
se non ritenga opportuno che la Presidenza del Consiglio dei Ministri con l'apporto del Ministro dei Beni e le Attività Culturali e delle politiche agricole e forestali, non proponga analogo riconoscimento all'UNESCO per la gastronomia italiana;
se non creda utile e necessario anche al fine di promuovere l'immagine dell'Italia istituire un riconoscimento speciale sia per i produttori di eccellenze gastronomiche (formaggi, vini, salumi, ortaggi, eccetera) che per i cuochi che abbiano illustrato al meglio la cucina italiana, quasi un «Oscar» della cucina italiana.
(4-00359)

...

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:

LABOCCETTA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in data 9 febbraio 2008 nella Gazzetta Ufficiale n. 34 veniva pubblicata l'ordinanza dell'ex Presidente del Consiglio Romano Prodi avente ad oggetto la nomina del professor Massimo Menegozzo a Commissario delegato di Governo per le bonifiche e tutela delle acque nella regione Campania;
attraverso la prefata ordinanza sono stati conferiti al professor Menegozzo poteri amplissimi, addirittura derogando alle norme di contabilità generale dello Stato, di fatto sottraendo ad ogni controllo le spese che lo stesso effettua, sottoponendolo unicamente all'onere, si fa per dire, di una relazione a fine mandato alla Presidenza del Consiglio corredata di un mero rendiconto;
con l'avvenuta nomina del dottor Guido Bertolaso a Sottogretario alla Presidenza con speciale delega all'emergenza rifiuti in Campania, l'Esecutivo ha inteso concentrare tutte le funzioni attinenti la problematica richiamata ed ovviamente anche quella relativa alle bonifiche in capo allo stesso dottor Bertolaso -:
se non ritenga di affidare, ad horas, dette funzioni nelle mani del Sottosegretario dottor Bertolaso o a personalità di chiara competenza e fama dallo stesso individuata, rispettando così lo spirito del decreto-legge in materia, ora all'esame del Parlamento.
(4-00349)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta orale:

ASCIERTO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 79 del decreto legislativo n. 267 del 2000 regola, in particolare ai commi 3, 4 e 5, i permessi e le licenze spettanti ai lavoratori, dipendenti, pubblici e privati che siano componenti dei consigli comunali;
il titolo II della circolare n. 336000/1241/5, emanata in data 30 settembre 2002 dal I reparto del Comando generale della Guardia di finanza, disciplina, nello specifico, i trasferimenti dei militari che occupano ruoli in amministrazioni comunali, ed essa permette agli stessi di essere trasferiti temporaneamente (per la durata del mandato elettorale) in un luogo vicino a quello in cui viene svolto il mandato amministrativo;
l'articolo 81 della legge n. 121 del 1o aprile 1981, recante «Norme di comportamento politico», inoltre testualmente dispone: «gli appartenenti alle forze di polizia non possono prestare servizio nell'ambito della circoscrizione nella quale si sono presentati come candidati alle elezioni per un periodo di tre anni dalla data delle elezioni stesse»;
il finanziere scelto Scarciglia Alessandro, appartenente al Comando Gruppo pronto impiego - Guardia di finanza - Bari, è stato eletto al Consiglio comunale del comune di Avetrana (Taranto) nel 2001;
lo stesso militare è stato rieletto per la seconda volta consecutiva nel maggio 2006 e da allora è investito delle cariche di vicesindaco e assessore;
il comune di Avetrana (Taranto) dista dalla sede ove svolge la professione lavorativa poco più di 150 chilometri;
i ruoli istituzionali ricoperti dal finanziere scelto Scarciglia impongono allo stesso un'assidua e costante presenza nel proprio comune;
a causa delle molteplici assenze dal servizio si sarebbe instaurato un rapporto conflittuale tra il finanziere scelto Scarciglia ed il suo comando;
nello stesso periodo, alcune contestazioni di carattere giudiziario, alcune delle quali già concluse con la piena assoluzione, sono state avanzate avverso lo stesso finanziere scelto Scarciglia;
nonostante la produzione di circostanziate memorie difensive, in data 14 maggio 2008 allo stesso finanziere scelto Scarciglia veniva inoltre notificato il contenuto del messaggio n. 27704/P, datato 12 maggio 2008 del comando regionale Guardia di finanza Puglia, inerente il provvedimento di sospensione precauzionale dal servizio, a titolo discrezionale, disposto dal comando generale della Guardia di finanza nei confronti del medesimo militare, con messaggio n. 152418/1393/3 datato 12 maggio 2008 e con decorrenza 9 maggio 2008;
il finanziere scelto Scarciglia è stato anche oggetto di alcuni provvedimenti di carattere disciplinare da parte del Comandante il Gruppo pronto impiego di Bari;
lo stesso comando, avrebbe, da ultimo, abbassato le Note caratteristiche del militare, previste dallo specchio valutativo del personale appartenente al ruolo appuntati e finanzieri, giudicandolo «nella media» al contrario delle valutazioni precedenti «superiore alla media» -:
di quali informazioni disponga circa le vicende esposte e se non ritenga di poter intervenire per permettere il sereno svolgimento del mandato elettorale senza elementi impropri di turbativa dello stesso;
quali siano le ragioni per le quali al finanziere in argomento non sia stato accordato il trasferimento temporaneo che

gli avrebbe consentito un più agevole espletamento del proprio mandato elettivo.
(3-00041)

Interrogazione a risposta scritta:

CICCANTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 38, comma 1, della Costituzione prevede che «Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale»;
tale inabilità deve essere riconosciuta da una commissione medica della ASL di appartenenza, con allegato un certificato medico (solitamente del medico curante) che attesti la patologia invalidante, riservandosi di sottoporre l'istante a visita medica entro tre mesi dalla data di presentazione della domanda;
qualora trascorra un tempo superiore, l'istante può presentare diffida all'assessorato alla sanità della Regione di appartenenza, che fissa la visita medica richiesta entro nove mesi;
la stessa commissione medica della ASL, dopo aver effettuato i necessari accertamenti sanitari, ha ulteriori 30 giorni di tempo per redigere il verbale nel quale esprimere il proprio giudizio medico-legale;
detto verbale viene poi trasmesso alla commissione verifica competente per territorio che, entro ulteriori 60 giorni, si pronuncia sul giudizio della ASL;
qualora il giudizio non sia positivo, l'istante viene sottoposto a nuova valutazione medico-legale da effettuarsi entro altri 60 giorni;
tali procedure, pertanto, possono richiedere oltre un anno dal momento di presentazione della domanda di invalidità, qualora essa venga riconosciuta, inasprendo il disagio e l'umiliazione fisica e morale di chi ha subito una circostanza riduttiva della propria capacità di lavoro e di reddito;
il mancato riconoscimento dello status di invalido in tempi ragionevolmente brevi rispetto alle lungaggini burocratiche elencate priva l'istante di immediate opportunità, come l'esenzione dai ticket sanitari, il diritto al collocamento obbligatorio, la concessione dei permessi per parcheggio ed altri mezzi di sostegno alle mutate esigenze di vita quando si subisce un infortunio od una malattia;
nella XV legislatura la presente interrogazione è stata presentata al Senato (atto n. 4-00186 del 26 giugno 2006), rivolta al Ministro dell'economia e delle finanze, ma essa non ha avuto risposta -:
quali iniziative a carattere normativo si intendano assumere per ridurre le lungaggini burocratiche afferenti il riconoscimento dell'inabilità al lavoro di qualunque cittadino che ne chieda l'accertamento a causa di infortunio o malattia, così come riconosciuto dalla Costituzione;
se esista un sistema di monitoraggio dei tempi di riconoscimento da parte delle commissioni mediche delle ASL delle invalidità richieste e se risultino, come denunciato da alcuni giornali, lungaggini burocratiche che vanno oltre l'anno per il riconoscimento.
(4-00354)

...

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

MINASSO, TOMMASO FOTI e RAISI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la casa circondariale di Reggio Emilia versa in una situazione molto critica, sia a causa della cronica carenza di personale del corpo di polizia penitenziaria, sia a causa del sovraffollamento della popolazione ristretta;

nello specifico, l'istituto è stato realizzato per ospitare 152 soggetti, mentre, nel corso di questo anno, la capienza ha superato le 260 unità;
in tale contesto, il personale del corpo è costretto ad estenuanti turnazioni, senza peraltro riuscire sempre a garantire adeguati livelli di sicurezza;
la situazione è divenuta ancor più esasperata a seguito della riapertura della sezione femminile, avvenuta verso la fine dell'anno 2007, senza che presso l'istituto sia presente un congruo contingente di unità femminili del corpo;
infatti, delle 19 unità di personale femminile in forza all'istituto, sono appena tre quelle che possono garantire la copertura completa delle turnazioni, anche notturne, atteso che alcune sono distaccate in altre sedi e le restanti usufruiscono dei benefici normativi posti a tutela della gravidanza e della maternità o dell'assistenza a parenti disabili, risultando impossibile, di conseguenza, l'impiego nelle turnazioni secondo le reali ed effettive esigenze operative, connesse alla gestione della sezione detentiva medesima;
nel dettaglio, la situazione del personale femminile non può non determinare scompensi, a livello generale, nell'intera struttura;
tale critica situazione impone, con sempre maggiore frequenza, l'impiego di personale maschile nella vigilanza della sezione femminile, in violazione dell'ordinamento penitenziario;
occorre prendere atto che l'invio di due sole unità, come previsto in un recente interpello indetto dal provveditorato regionale dell'Emilia Romagna, non appare assolutamente idoneo a risolvere la problematica della sezione femminile, che deve essere affrontata con misure più incisive: invero, la carenza di personale può essere risolta o con l'invio di un cospicuo numero di unità (circa dieci) o con la chiusura del reparto detentivo femminile;
in ultimo, la stessa direzione della casa circondariale di Reggio Emilia, in considerazione della circostanza che altre tre unità di polizia penitenziaria femminile saranno collocate a riposo per raggiunti limiti d'età nell'arco dei prossimi mesi, ha formulato con lettera prot. 8122 del 21 maggio 2008 una «pressante richiesta di chiusura della locale sezione femminile» al competente Provveditorato -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della particolare e quanto mai drammatica situazione in cui versa la casa circondariale di Reggio Emilia, sia in termini di sovraffollamento della popolazione detenuta che di carenza di organico del personale;
se non intenda intervenire per verificare l'opportunità di chiudere la sezione femminile per assenza delle necessarie condizioni di sicurezza e trasferire la popolazione detenuta in altri sedi ovvero integrare il personale femminile di almeno 10 unità.
(4-00345)

STUCCHI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
una giovane di 21 anni, Alessandra Mainolfi di Pradalunga, è stata uccisa il 9 giugno scorso a coltellate in un appartamento nella centralissima via Moroni a Bergamo;
l'uomo che l'ha uccisa è un tunisino di 25 anni, incensurato e in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno, sposato e padre di due figli;
il delitto è avvenuto nell'abitazione dell'uomo al culmine di una lite scoppiata sembra per motivi passionali;
l'uomo dopo aver colpito più volte la ragazza all'addome con un coltello, ha chiamato la polizia e si è costituito;
lo stesso palazzo di via Moroni, dove la convivenza fra italiani e immigrati è difficile, era stato in passato teatro di una rapina finita in omicidio;

nel corso degli ultimi anni gli episodi di criminalità e delinquenza hanno raggiunto a Bergamo e in tutta la sua Provincia livelli sempre più alti;
Bergamo e Treviso sono le province che in rapporto alla popolazione hanno la minore presenza di Forze dell'ordine sul territorio -:
quali iniziative intendano adottare per potenziare gli organici al fine di tutelare e garantire la sicurezza nella città e nella Provincia di Bergamo.
(4-00360)

CICCANTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in data 24 gennaio 2001, nella seduta n. 691, la 2a Commissione Giustizia del Senato, in sede deliberante, ha approvato il disegno di legge 4757 (che ha assorbito il disegno di legge 4798) che prevedeva il trasferimento della sede del Tribunale di Sorveglianza per adulti dalla città di Macerata a quella di Ascoli Piceno;
successivamente, il testo normativo è stato riproposto dal sottoscritto in data 2 aprile 2002, giusta AS 1300;
la definizione legislativa si rendeva necessaria per far fronte alle gravi disfunzioni che si registrano nell'amministrazione della giustizia in questa parte del territorio del Paese;
non è concepibile ancora immaginare la presenza di un super carcere ad Ascoli Piceno e dove sono ristretti anche detenuti sottoposti a regime aggravato previsto dall'articolo 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354 e un servizio giudiziario ad esso connesso (Tribunale di Sorveglianza) a Macerata, distante oltre 100 chilometri, dove, tra l'altro, non operano più istituti carcerari;
tale irrazionale organizzazione della giustizia comporta oltre che una limitazione sostanziale dell'esercizio dei diritti in capo ai detenuti anche un aggravio di costi, di disagi e di disfunzioni in capo ai legali e al personale giudiziario e di sorveglianza;
occorre dare una risposta di razionalizzazione dell'amministrazione della giustizia penitenziaria;
nella XV legislatura la presente interrogazione è stata presentata al Senato (atto n. 4-00269 del 10 luglio 2008) rivolta al Ministro della giustizia, ma essa non ha ricevuto risposta -:
se sia a conoscenza della grave disfunzione giudiziaria che con la presente interrogazione viene nuovamente rimarcata e quali strumenti normativi urgenti si intendano adottare al fine di accelerare la soluzione delle disfunzioni lamentate;
se non si intenda predisporre un organico provvedimento legislativo che ricomprenda situazioni similari, di cui si chiede la razionalizzazione sia operativa che funzionale e la riduzione dei costi di gestione.
(4-00365)

...

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

GHIZZONI e MIGLIOLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il trasporto su rotaia producendo il 92 per cento in meno di anidride carbonica rispetto alle automobili e l'88 per cento in meno rispetto all'aereo, rappresenta il presupposto per un sistema di mobilità pubblica moderna ed efficiente, quale obiettivo strategico per la costruzione di politiche tese a promuovere sviluppo sostenibile, crescita economica, progresso sociale e migliori condizioni di tutela della salute dei cittadini, nell'ottica e nel rispetto degli accordi del protocollo di Kyoto e del programma di riduzione di gas dannosi dell'Unione europea;

secondo i dati, resi noti dal Censis nel mese di marzo 2008, il fenomeno del pendolarismo interessa più di 13 milioni di residenti (pari al 22,2 per cento dell'intera popolazione). Di questi, secondo l'indagine Istat il treno viene utilizzato dal 14,8 per cento dei pendolari, cioè più di 1,9 milioni di persone, per spostarsi in ambito locale e metropolitano, come unico mezzo di trasporto o in combinazione con altri mezzi;
l'offerta di servizi per i pendolari è basata essenzialmente sul trasporto pubblico regionale su ferro, finanziato dalle regioni, e dall'interazione con i treni sovraregionali e gli intercity, quale elemento integrante del cosiddetto «servizio universale», da sostenere con risorse statali;
preso atto della volontà di Trenitalia di dismettere i treni Intercity e della necessità delle regioni interessate di concorrere, sul piano organizzativo e finanziario, alla erogazione di tali servizi è stato istituito un tavolo di concertazione con la presenza del Governo Prodi, di Trenitalia e delle stesse regioni. Sono state così esaminate numerose soluzioni e le regioni hanno avanzato proposte di compartecipazione finanziaria a carico di queste ultime;
proprio in virtù di questa fase necessaria ed ineludibile di riorganizzazione il Governo Prodi, al termine della XV legislatura, ha chiesto ed ottenuto da Trenitalia la sospensione dei tagli già previsti a partire dal 7 aprile ultimo scorso, al fine di mettere il nuovo Governo nella condizione di trovare una intesa al tavolo di concertazione affinché si addivenisse ad una soluzione definitiva che scongiurasse, pertanto, che gli stessi tagli venissero riproposti a partire dal 15 giugno;
a sostegno e copertura di tale fase di riorganizzazione, in data 8 aprile 2008, il Governo Prodi ha emanato il decreto-legge 8 aprile 2008, n. 60, recante disposizioni finanziarie urgenti in materia di trasporti ferroviari regionali, già approvato da questa Assemblea ed in corso di esame al Senato, con uno stanziamento pari a 80 milioni di euro, volto a garantire le risorse necessarie per assicurare la continuità dei servizi per i primi mesi del nuovo anno, anche nelle more della stipula dei nuovi contratti di servizio tra le regioni e Trenitalia Spa, proprio in attesa del completamento dei lavori del tavolo tecnico interministeriale a tal fine costituito;
nonostante tutto ciò dal 15 giugno prossimo, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, Trenitalia Spa ha annunciato l'intenzione di sopprimere il collegamento Intercity «Scaligero», da Verona a Roma, con transito per la stazione di Carpi;
l'eventuale soppressione dell'Intercity Scaligero rappresenterebbe un ulteriore colpo ai collegamenti ferroviari da e per Carpi - realtà con un complessivo bacino di utenza pari a circa 100.000 abitanti - non solo con riferimento alla capitale, ma anche con altre città d'arte e a forte attrattiva turistica quali Verona, Mantova e Bologna, in parte vanificando, ad esempio, gli sforzi anche finanziari per il restauro e la riapertura del Palazzo dei Pio -:
quali elementi siano a disposizione del Ministro circa le intenzioni di Trenitalia S.p.A. di sopprimere, a partire dal prossimo 15 giugno 2008, numerosi collegamenti ferroviari di interesse nazionale e locale ed, eventualmente, quali iniziative urgenti intenda intraprendere per scongiurare tali orientamenti e per assicurare il diritto alla mobilità ai cittadini ed ai pendolari in particolare dell'area carpigiana;
quando intenda convocare il tavolo di concertazione con la Regione Emilia-Romagna e le amministrazioni locali interessate per individuare le linee di intervento che scongiurino il taglio del collegamento Intercity Scaligero;
quali strategie si intendano adottare al fine di assicurare continuità, efficienza e regolarità ai collegamenti ferroviari di interesse dei cittadini pendolari.
(5-00112)

Interrogazioni a risposta scritta:

CICCANTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la tratta ferroviaria Ascoli Piceno-Antrodoco è stata inserita nel piano decennale grandi opere quale criticità da risolvere nell'ambito dei collegamenti trasversali tra i «due mari» (Adriatico e Tirreno);
già la Legge Finanziaria per il 2001 aveva previsto il finanziamento di uno studio di fattibilità di tale tratta, che è stato già rimesso a codesto ministero per le valutazioni del caso;
codesto ministero medesimo ha comunicato la propria disponibilità ad inserire l'opera di che trattasi tra quelle strategiche della «legge obiettivo» (giusta nota alla Regione Marche del 19 febbraio 2004, prot. 22078/2004/SP);
tale volontà ministeriale poteva essere recepita nell'ambito dell'intesa generale quadro all'esame di codesto ministero;
nella XV Legislatura, la presente interrogazione è stata presentata al Senato (atto n. 4-00184 del 27 giugno 2006), rivolta al Ministro dei trasporti, ma essa non ha avuto risposta -:
a che punto di interlocuzione si trovi l'intesa generale quadro con la Regione Marche, per la parte riguardante gli sviluppi progettuali e di finanziamento della tratta Ferroviaria Ascoli Piceno-Antrodoco;
se ci siano stati ostacoli di carattere politico o amministrativo frapposti dalla Regione Marche, ovvero ritardi decisionali da parte di codesto ministero e, in tal caso, di quale natura e se siano superabili.
(4-00355)

BOFFA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
entrerà in vigore con il nuovo orario estivo 2008 un piano di razionalizzazione dei servizi offerti predisposto da Ferrovie dello Stato per far fronte alla situazione economica dell'azienda;
il piano prevede il taglio di alcuni collegamenti ferroviari, nonché la riduzione di alcune opzioni orarie e la chiusura di 27 biglietterie tradizionali su tutto il territorio nazionale;
i tagli dovrebbero riguardare anche la biglietteria della stazione centrale di Benevento;
tale circostanza non mancherà di provocare disservizi e disagi alla clientela. Difficoltà nelle prenotazioni, impossibilità di reperire informazioni su orari e tratte, queste le probabili conseguenze di tale scelta;
la Stazione del capoluogo sannita rappresenta uno scalo centrale per la mobilità ferroviaria provinciale e interprovinciale nonché uno snodo centrale sulla tratta a lunga percorrenza Roma-Lecce;
il 27 luglio 2006, a Roma, è stato sottoscritto dal ministro delle infrastrutture, dal Ministro dei trasporti, dal Presidente della Regione Puglia, dal Presidente della Regione Campania, dal Presidente e Amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato e dall'Amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana, il protocollo d'intesa del progetto per la riqualificazione ed il potenziamento dell'itinerario ferroviario alta capacità Roma-Napoli-Bari che favorirà l'integrazione delle reti, mettendo in connessione il corridoio I Berlino-Napoli-Palermo con il corridoio VIII Bari-Sofia-Varna. Questo snodo consentirà la creazione del «tripolo» Roma-Napoli-Bari, trasformandola nella più grande area metropolitana d'Italia, che permetterà di costruire, entro il 2020, una rete di collegamento moderna ed efficiente con nuove e importanti opportunità di mercato e di sviluppo per il Mezzogiorno d'Italia, soprattutto per le sue aree interne;
nell'ambito di questo importante progetto, la stazione ferroviaria di Benevento, per la sua centralità, diventerà uno snodo

fondamentale che attraverso la realizzazione di una piattaforma logistica integrata potrà offrire ulteriori opportunità di crescita per un territorio e una provincia in cui è crescente la domanda di mobilità, sia per i cittadini, sia per il traffico merci;
la chiusura della biglietteria della stazione centrale di Benevento appare dunque in netto contrasto rispetto ai progetti di sviluppo individuati per il suddetto scalo -:
se in presenza di tale importante scenario presente e futuro, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti non ritenga di sollecitare Trenitalia al fine di mettere in campo tutti gli interventi utili e necessari a mantenere in funzione la biglietteria della stazione di Benevento.
(4-00362)

CICCANTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
ripetutamente e da più parti, soprattutto pendolari, sono riportate rimostranze per lo stato di degrado del servizio passeggeri di Trenitalia, nella tratta marchigiana;
nonostante le tariffe siano state ripetutamente ritoccate verso l'alto, sporcizia, carenza di controlli, molestie, tentativi di furto, ritardi non giustificati, coincidenze quasi mai rispettate e mancanza di educazione da parte del personale, sono le lamentele più riportate dai viaggiatori;
appare di tutta evidenza come in quest'ultimo decennio il servizio offerto da Trenitalia in condizioni di monopolio, sia via via venuto degradandosi, tanto da destare una generalizzata insoddisfazione degli utenti;
nella XV legislatura la presente interrogazione è stata presentata al Senato (Atto n. 4-02584 dell'8 agosto 2008) rivolta al Ministero dei trasporti ma essa non ha ricevuto risposta -:
se siano stati promossi accertamenti sullo stato di erogazione del servizio passeggeri da parte di Trenitalia nelle tratte marchigiane di FS, riferiti però ai passeggeri, per verificare il loro stato di soddisfazione;
se non ritenga che possa essere superato il regime di monopolio del servizio trasporto passeggeri esercitato da Trenitalia, attivando la procedura per eventuali nuovi gestori che intendano esercitare il diritto al trasporto passeggeri sulla rete ferroviaria.
(4-00366)

...

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la stazione ferroviaria di Pontassieve (Firenze) rappresenta per movimento passeggeri e passaggio treni una delle principali della Toscana;
risulta insufficiente il numero degli agenti di Polizia ferroviaria ivi impegnati;
non solo, ma addirittura risulta prevista la soppressione della presenza della Polizia ferroviaria presso la stazione di Pontassieve nonostante le Ferrovie dello Stato abbiano gratuitamente assegnato alla Polizia l'uso di una abitazione e locali contigui alla stazione stessa;
la competenza della Polizia ferroviaria di Pontassieve comprende una vasta area geografica -:
se non si reputi opportuno ed urgente rivedere l'incomprensibile scelta di soppressione della presenza della Polizia ferroviaria presso la stazione di Pontassieve (Firenze).
(4-00347)

FRANZOSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da circa un anno la città e la provincia di Taranto, sia nel versante orientale

che in quello occidentale, sono interessate da una sempre più pericolosa recrudescenza della malavita organizzata con reiterati attentati e messaggi intimidatori di varia natura anche ad amministratori pubblici;
nei giorni scorsi, nel Comune di Lizzano (Taranto), è avvenuto un omicidio in perfetto stile mafioso;
identici e reiterati episodi criminosi sono anche avvenuti nella città di Taranto dove, sempre qualche giorno fa, è deceduto un ex collaboratore di giustizia precedentemente ferito a colpi di pistola mentre usciva dalla sua abitazione. Episodio assai grave che potrebbe anche significare l'inizio di una nuova guerra della malavita organizzata;
la stessa città di Taranto, oltre che dalle attività della criminalità organizzata, è colpita anche da un elevato numero di reati, soprattutto di rapine e furti di ogni genere, per i quali si è diffuso tra i cittadini e i commercianti un alto allarme sociale con conseguente percezione di insicurezza e sfiducia nelle istituzioni;
dai vari comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, appositamente convocati, non si è avuta alcuna soluzione concreta ma solamente generiche assicurazioni circa l'esiguità del numero dei reati commessi che invece, come documentato da una recente statistica del quotidiano Il Sole 24 Ore, sono aumentati notevolmente;
secondo il succitato quotidiano, che ha utilizzato dati forniti dal ministero dell'interno, nell'anno 2007 rispetto al 2006, nella provincia di Taranto si è avuto un aumento del 46,3 per cento di rapine in banche e negozi, dell'8,4 per cento di truffe, del 14 per cento di furti d'auto e del 10 per cento di furti in appartamenti. Per contro, a fronte di tali aumenti, si è registrata una diminuzione delle persone arrestate pari al 4,8 per cento -:
quali provvedimenti intenda adottare per riportare sicurezza e tranquillità tra i cittadini della provincia di Taranto, quanto mai allarmati per la propria incolumità a causa degli episodi criminosi che giornalmente si verificano in tutto il territorio e che hanno raggiunto un livello massimo di allarme sociale.
(4-00348)

RAISI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a seguito di particolari ed efferati eventi criminosi posti in essere da cittadini stranieri clandestini soggiornanti sul territorio nazionale si è reso necessario intervenire sulla materia dell'identificazione di detenuti extracomunitari in attesa di espulsione;
in data 25 luglio 2007 il Ministro della giustizia di concerto con il Ministro dell'interno ha perciò emanato una specifica direttiva interministeriale al fine di incidere sensibilmente nella predetta materia di identificazione;
la predetta direttiva - come asserito mediante comunicato stampa ufficiale del Viminale datato 30 luglio 2007 dal Ministro dell'interno - dovrebbe garantire «più efficienza nel sistema dei rimpatri e meno pressione sui Cpt» ed inoltre che «si intende così rendere più efficiente il sistema delle espulsioni, che si è dimostrato, almeno a partire dall'anno 2003, molto poco efficace proprio per la difficoltà a identificare i soggetti da allontanare. E si alleggerirà, nello stesso tempo, la pressione sui Cpt, dove questi soggetti venivano destinati al momento della scarcerazione per essere identificati (con un tempo massimo di 60 giorni, dopo essere stati in carcere spesso per anni);
in questo modo dovrebbe anche essere possibile, in linea con le indicazioni del rapporto De Mistura, evitare le criticità emerse in questi anni in relazione al trattenimento nei Cpt di questi soggetti in quanto l'identificazione per i detenuti deve avvenire in carcere, che è il luogo più utile

ad ottenere il riconoscimento, e non più nei Cpt, luogo destinato più utilmente al riconoscimento di altri soggetti;
la direttiva interministeriale in questione è stata puntualmente trasmessa per competenza in data 10 agosto 2007 con circolare n. 555-DOC/CSTRAN/SMAS/4405-07 a tutti i Questori della Repubblica dal Capo della polizia prefetto Manganelli per la sua puntuale e rigorosa osservanza -:
se tale perentoria direttiva, recepita dal Dipartimento della pubblica sicurezza e trasmessa per competenza ai Questori della Repubblica, sia puntualmente e rigorosamente osservata (soprattutto con riferimento ai punti sub 2 e sub 3 della circolare del Corpo della polizia) anche dalla questura di Modena, provincia ove, come noto, è presente anche un Cpt in caso contrario si chiede di conoscerne il motivo o i motivi che avrebbero determinato l'inosservanza della direttiva in questione;
quali siano state le specifiche iniziative assunte dal competente Ufficio Immigrazione per il rispetto della normativa sopraindicata;
quanti siano ad oggi i detenuti extracomunitari clandestini che sono stati identificati dalla questura di Modena presso il carcere «S. Anna» della medesima provincia;
quanti siano ad oggi i detenuti extracomunitari clandestini non identificati dalla questura di Modena presso il carcere «S. Anna» della medesima provincia e che sono quindi transitati all'interno del locale Cpt al termine della pena;
se risultino essere stati dimessi prima del termine perentorio dei giorni 60 cittadini extracomunitari dal Cpt prima della loro identificazione e/o della loro effettiva espulsione dal territorio nazionale;
se corrisponda a verità che negli ultimi 18 mesi l'Ufficio Immigrazione, nello specifico il settore espulsioni, sia stato depotenziato, attraverso il trasferimento, anche d'ufficio, di validi elementi con esperienza ultradecennale nella delicata materia e sostituiti con personale di nuova nomina o con alcuna esperienza in detto campo, e comunque se tale avvicendamento abbia comportato una riduzione degli addetti al settore espulsioni.
(4-00356)

RAISI e MINASSO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il Corpo nazionale Vigili del fuoco, sul quale si incentra e ruota l'intero sistema di soccorso tecnico urgente del Paese a garanzia di sicurezza di tutti i cittadini, versa attualmente in uno stato di profondo disagio operativo tale da pregiudicare l'efficacia e l'efficienza nello svolgimento dei compiti assegnati;
nello specifico, la pianta organica consta attualmente di circa 32.000 unità; tale cifra però è comprensiva del personale tecnico ed amministrativo che non partecipa alle operazioni di soccorso;
solamente 26.000 sono, infatti, gli operatori preposti al soccorso, suddivisi in 4 turni necessari per coprire il servizio delle 48 ore;
poiché dal 2002 non si è proceduto al reintegro del personale collocato in quiescenza, il personale è sotto organico di circa 5.000 unità e tale stato di cose non è accettabile, stante la delicatezza del lavoro che svolge il Corpo nazionale Vigili del fuoco;
inoltre, pur assumendo in pianta stabile il personale precario, la situazione resterebbe comunque allarmante, dal momento che il nostro Paese risulta essere al di sotto della media europea che prevede 1 Vigile del fuoco professionista ogni 1.500 abitanti mentre la media italiana è di 1 ogni 2.500;
se si considerano i riposi compensativi, le licenze, le malattie e soprattutto i

continui infortuni (generati anche da un maggior carico di lavoro per gli operatori), ne consegue che in Italia, giornalmente, a garantire il soccorso, l'incolumità delle persone, l'integrità dei beni nonché la salvaguardia del territorio, vi sono solamente 4.000 unità dislocate da Livigno a Lampedusa;
per tamponare la continua emergenza, dovuta ad un'atavica crisi di organico che entro la fine dell'anno raggiungerà margini apicali per il previsto pensionamento del 12-15 per cento del personale operativo, i Comandi provinciali, distribuiti su tutto il territorio, si avvalgono quotidianamente del ricorso straordinario ai Vigili del fuoco discontinui;
si tratta di personale richiamato in servizio (in virtù dell'articolo 70 della legge 469 del 1961), un tempo solo dopo il verificarsi di gravi accadimenti emergenziali (micro, macro calamità, terremoti, alluvioni), oggi di routine per far fronte ai vari servizi operativi;
il mancato accesso ad una carriera stabile da parte di tale personale comporta certamente una mancata partecipazione a quella formazione professionale continua e completa, necessaria per la tutela e la protezione dei cittadini, nonché un valore fondamentale per la salvaguardia e l'incolumità degli operatori stessi. Infatti efficienza e tempestività nel Soccorso tecnico urgente ai cittadini sono perseguibili solo prospettando una carriera stabile ai suoi addetti;
la situazione, oramai drammatica in tutto il Paese, risulta essere ancor più aggravata nelle regioni del Nord e del Centro, con gravissime ripercussioni sulla qualità del servizio espletato;
infatti a causa di una mancata applicazione del principio di decentramento e regionalizzazione del reclutamento di personale presso le pubbliche amministrazioni, ribadito in ultimo dal decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 articolo 35 (in particolare «I concorsi pubblici per le assunzioni nelle amministrazioni dello Stato e nelle aziende autonome si espletano di norma a livello regionale») il Corpo soffre di uno sbilanciamento del personale tale per cui i Comandi delle regioni del Nord e del Centro si trovano a subire annualmente tutti gli effetti negativi di massicce mobilità con le quali si assegna nuovo (ma sempre più insufficiente) personale, inesperto, appena uscito dai corsi di formazione, in sostituzione del personale arrivato in precedenza e che soltanto ora garantirebbe un minimo di professionalità;
a tal proposito occorre precisare che, per lo svolgimento del delicato compito affidato agli operatori del CNVVF, la conoscenza e il legame con il territorio risulta essere un requisito fondamentale;
in ragione di quanto esposto, sarebbe indispensabile operare da subito a favore del Corpo Nazionale il recupero del 100 per cento turn over maturato a partire dall'anno in corso, attraverso la progressione verticale del personale discontinuo risultato idoneo, a seguito della procedura selettiva prevista dal comma 519 articolo 1 legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007);
difatti, con l'assorbimento del personale discontinuo si ha l'opportunità di sanare, almeno in parte ed in tempi brevi, la grave emergenza di organico, ripristinando l'operatività minima di tutti i comandi e distaccamenti permanenti presenti sul territorio e di colmare quello sbilanciamento sopra descritto;
tale intervento sarà in linea con i principi generali della Costituzione, (principio di efficienza e buon andamento della pubblica amministrazione) e comporterà di fatto un notevole risparmio per le casse dello Stato:
per la copertura annuale di un Operatore permanente occorrono oltre 2 unià di Vigili discontinui (ciascun discontinuo può essere richiamato per un massimo di 160 gg/anno) che gravano sulla collettività per un costo pari quasi al doppio rispetto a quello del singolo operatore Permanente

(si consideri che ciascun discontinuo beneficia annualmente anche un'indennità di disoccupazione);
lo Stato spende annualmente oltre 100 milioni di euro per i soli emolumenti del personale Discontinuo, ai quali vanno aggiunti i costi di vestizione e formazione;
non occorre reperire risorse aggiuntive per il ripristino del turn over;
si garantirà l'assorbimento di personale già formato con anni di esperienza maturata sul proprio territorio, per i quali la legge prevede un corso di formazione/aggiornamento in forma ridotta (3 mesi) rispetto al personale con accesso esterno (9 mesi) -:
se i Ministri interpellati siano a conoscenza della situazione sopra descritta e come intendano intervenire per salvaguardare un livello qualitativo adeguato del servizio del Corpo nazionale Vigili del fuoco, garantendo loro nel più breve tempo possibile le risorse umane necessarie allo svolgimento del prezioso ed insostituibile ruolo ad essi affidato a protezione della incolumità e sicurezza dei cittadini;
se i Ministri interpellati non ritengano necessario procedere in tempi brevi alla convocazione di tutto il personale Discontinuo presente nella graduatoria approvata con decreto ministeriale n. 1996, per l'accertamento dell'idoneità motoria e dell'idoneità psico-fisica così da poter contare su una riserva di personale già formato, in vista anche dell'approssimarsi della stagione estiva e dei rischi inerenti alle emergenze degli incendi boschivi;
se infine non ritengano opportuno avviare quel processo di decentramento dell'attività amministrativo-gestionale, che nulla toglie all'unità del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, ma che tende a riqualificare il servizio, integrandolo e modulandolo sulle esigenze del territorio, prevedendo per il futuro nuovi concorsi pubblici che tengano conto del principio della territorialità attraverso reclutamenti su base regionale che riconoscano e valorizzino l'esperienza professionale maturata dal personale Discontinuo con l'attribuzione di un punteggio (in sede di valutazione dei titoli) per i giorni di servizio espletati.
(4-00361)

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 6 giugno 2008, alle ore 5,30 del mattino, a Milano, Via Impastato n. 7, decine di agenti della polizia di Stato e della polizia locale coadiuvati dai carabinieri, hanno proceduto ad una operazione di controllo del campo Rom di Milano-Rogoredo;
l'operazione delle forze dell'ordine era stata preannunciata nei giorni precedenti dal Commissario straordinario per l'emergenza Rom, il prefetto Lombardi, sulla base di un più vasto censimento di tutte le comunità Rom e Sinte presenti a Milano e nella provincia;
l'insediamento rom di Milano-Rogoredo è autorizzato dal comune di Milano e quindi in piena regola ed è abitato da circa 35 persone appartenenti alla famiglia Bezzecchi, tutti individui con una occupazione stabile, di cittadinanza italiana da generazioni e residenti a Milano da lunghi decenni e quindi registrati all'anagrafe;
durante l'operazione di censimento/identificazione/monitoraggio le forze dell'ordine hanno impedito agli appartenenti alla comunità Rom di allontanarsi dal campo per poi procedere non solo all'acquisizione, ma anche alla fotografia/copiatura dei loro documenti di identità (peraltro normalissime carte di identità rilasciate dal comune di Milano);
nel caso di specie, pertanto, il monitoraggio del campo Rom e l'identificazione degli ospiti, lungi dal rappresentare un normale e utile censimento conoscitivo così come predisposto nell'ambito dell'ordinanza adottata nei giorni scorsi dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, si è

trasformato ad avviso degli interroganti in una vera e propria «schedatura su base etnica» della popolazione Rom insediata nel campo comunale di Via Impastato n. 7 ossia in una iniziativa discriminatoria condotta in violazione dei più elementari diritti costituzionali di cittadini italiani residenti a Milano da oltre quattro decenni;
peraltro il modus procedendi delle forze dell'ordine e la conseguente identificazione/schedatura di decine di cittadini italiani di etnia Rom non trova giustificazione alcuna posto che gli abitanti del campo nomadi in questione non risultano essere destinatari di denunce penali né di provvedimenti da parte dell'autorità giudiziaria -:
se quanto esposto in premessa corrisponda al vero, con particolare riferimento alla acquisizione e relativa fotografia/copiatura dei documenti di identità della popolazione di etnia Rom insediata nel campo nomadi sito in Milano, Via Impastato n. 7;
se durante l'operazione di censimento/monitoraggio del campo Rom di Milano-Rogoredo siano stati rispettati le leggi vigenti e/o i diritti fondamentali delle persone, tutte di cittadinanza italiana, in esso alloggiate;
se non ritenga opportuno autorizzare la presenza di un comitato di controllo indipendente sul modello di quelli previsti dall'OSCE durante lo svolgimento delle operazioni di censimento territoriale dei campi rom.
(4-00369)

...

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:

CATANOSO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
i presidi incaricati sono funzionari dello Stato nominati da una graduatoria scaturita da un punteggio acquisito con servizio effettivo prestato in qualità di docenti con incarichi di supporto al preside, magari con parecchi lustri di vicepresidenza;
questi incarichi, nella loro quasi totalità, sono stati assunti con molti oneri, pochi onori e centinaia di ore annue di servizio eccedenti il normale orario di lavoro retribuite con poche centinaia di euro;
l'articolo 1-sexies del decreto-legge 31 gennaio 2005, n. 7, inserito dalla relativa legge di conversione numero 43 del 31 marzo 2005, sanciva che «a decorrere dall'anno scolastico 2006/2007 non sono più conferiti incarichi di presidenza, fatta salva la conferma degli incarichi già conferiti. I posti vacanti di dirigente scolastico sono conferiti con incarico di reggenza. I posti vacanti all'inizio di predetto anno scolastico [...] sono riservati in via prioritaria ad un apposito corso-concorso per coloro che abbiano maturato, entro l'anno scolastico 2005/2006, almeno un anno di incarico di presidenza»;
il precedente Governo, a giudizio dei presidi incaricati e dell'interrogante, ha completamente disatteso la norma vigente sia perché ha bandito un concorso riservato per un numero di posti esiguo rispetto alle reali esigenze della scuola italiana, sia perché con il comma 619 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria 2007) ha favorito i candidati del concorso ordinario indetto con D.D.G. del 22 novembre 2004;
con il decreto-legge n. 300 del 28 dicembre 2006, si è ritenuto di ammettere «con riserva a seguito di provvedimento cautelare in sede giurisdizionale o amministrativa» dopo i vincitori pleno jure e prima degli stessi idonei del concorso ordinario, legittimando una vera e propria violazione della vigente normativa in quanto si ammettevano in servizio quei candidati che non avevano nemmeno diritto a partecipare al concorso ordinario e

con un punteggio inferiore ad altri idonei, o addirittura che non avevano superato una delle due prove di ammissione alla formazione;
i presidi incaricati si trovano, quindi, ad essere penalizzati da persone immesse in ruolo prima di candidati con un punteggio superiore -:
se il ministro interrogato intenda procedere all'assegnazione, per il prossimo anno scolastico 2008/2009, del 50 per cento ai vincitori del concorso riservato e del 50 per cento ai vincitori del concorso ordinario.
(4-00352)

...

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

VOLONTÈ. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
secondo un'agenzia di stampa del 9 giugno 2008 il Sottosegretario di Stato al lavoro, alla salute e alle politiche sociali Eugenia Roccella avrebbe affermato in merito all'obiezione di coscienza nei confronti della legge n. 194 che «Ginecologi e anestetisti, non possono lavarsi le mani di quello che è un problema sociale, come l'aborto, bisogna trovare il modo di coinvolgerli»;
l'obiezione di coscienza è legittimamente prevista dall'articolo 9 della stessa legge n. 194 -:
se non ritenga di chiarire l'esatto contenuto delle affermazioni che hanno destato stupore e sconcerto per la categoria dei medici per la loro libera scelta di obiezione.
(5-00113)

Interrogazioni a risposta scritta:

SCILIPOTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
ogni alimento può rivelare molte informazioni sul suo contenuto e viene decifrato attraverso dei codici sulle etichette;
coloranti, antiossidanti, conservanti, emulsionanti, sono sostanze aggiunte volontariamente ad un prodotto al fine di assicurarne la conservazione o di migliorarne alcune caratteristiche;
i coloranti ad esempio sono sostanze che conferiscono colore ad un alimento o che ne restituiscono la colorazione originaria, come l'E 123 o l'E 127 comunemente usati per gomme da masticare, gelati, cibi e bevande. Negli Stati Uniti sono stati ritirati dal commercio perché sospettati di provocare tumori alla tiroide e allergie;
molti di questi sono stati vietati anche in Australia per la possibilità di effetti collaterali come asma, insonnia, irritabilità e orticaria nei bambini;
in Europa secondo una direttiva del 30 giugno 1994 da un'indagine effettuata dal Comitato scientifico per l'alimentazione la vendita di prodotti contenenti questo tipo di coloranti è ancora ammessa in quanto «assolutamente sicuri»;
ai fini della presente direttiva, la preparazione dei coloranti, viene effettuata da prodotti alimentari e altri materiali di base di origine naturale, e vengono abilitati al commercio e al consumo nonostante ottenuti mediante un procedimento di estrazione selettiva dei pigmenti in relazione ad una lavorazione fisica e/o chimica;
sempre secondo la suddetta direttiva, vengono esclusi come sostanze coloranti, diversi altri prodotti alimentari essiccati o concentrati e gli aromi dotati di un effetto colorante secondario, quali la paprica, la curcuma e lo zafferano, incorporati durante la lavorazione di prodotti alimentari per le loro proprietà aromatiche, di sapidità o nutritive e ancora sono escluse tutte

le sostanze usate per colorare le parti esterne dei prodotti alimentari non destinate ad essere consumate, quali i rivestimenti non commestibili di formaggi o l'involucro non commestibile degli insaccati;
da una statistica risulta che ogni anno insieme al normale cibo, ingeriamo circa 12 Kg di sostanze chimiche che costringono fegato e reni ad un super lavoro per eliminarli;
senza considerare poi i pesticidi, ne esistono in commercio ben 35 tipi, che secondo l'agenzia americana per la protezione dell'ambiente (EPA) sono considerati cancerogeni e che vengono venduti ed utilizzati tranquillamente -:
se il Signor Ministro intenda assumere iniziative affinché sia dedicata al problema maggiore attenzione di quanto ne abbia avuto fino ad oggi;
quali misure intenda adottare per migliorare la situazione e salvaguardare la salute dei nostri cittadini.
(4-00350)

SCILIPOTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
non sono solo gli alimenti a risultare incompatibili con le principali linee guida del rispetto della salute ma anche i contenitori di plastica che vengono abitualmente utilizzati per il trasporto degli alimenti nelle mense scolastiche o negli ospedali e nei luoghi di cura;
il trionfo della plastica, a partire dal primo dopoguerra, indica come l'aspetto sia ambientale che sanitario del problema è ancora sottovalutato;
i contenitori a contatto con i cibi caldi rilasciano sostanze cancerogene precursori delle malattie neoplastiche;
il più diffuso, il cloruro di polivinile, comunemente chiamato «Pvc», è un polimero, un insieme cioè di singole molecole di cloruro di vinile unite a formare una trama di lunge catene, dotato di trasparenza, impermeabilità a liquidi e gas, capacità isolante termica ed elettrica e resistenza meccanica;
il contenitore poi, per essere reso adatto ad avvolgere e contenere gli alimenti, deve essere arricchito dall'aggiunta di alcune sostanze, dette additivi plasticizzanti, i principali additivi utilizzati sono gli «ftalati» che, non formando legami irreversibili con il Pvc che li contiene, tendono a fuoriuscire dalla matrice del Pvc e a migrare nell'alimento;
sono anche queste forme di inquinamento allarmanti per i loro effetti dannosi sulla salute;
sarebbe interessante sancire l'obbligo di riportare sulle confezioni dei prodotti alimentari avvertenze particolari in ordine ai rischi per la salute connessi alla presenza di materiale plastico in imballaggio o contenitori di alimenti e bevande nonché intervenire attraverso campagne di sensibilizzazione alla tutela della salute;
si potrebbe dire infatti che la plastica uccide quanto il fumo di sigaretta -:
se il Ministro intenda assumere iniziative affinché sia dedicata al problema maggiore attenzione di quanto ne abbia avuta fino ad oggi;
quali misure intenda adottare per migliorare la situazione e salvaguardare la salute dei nostri cittadini;
se il Governo non reputi opportuno assumere iniziative normative urgenti per la tutela dei consumatori e la promozione dell'uso di materiali completamente biodegradabili e quindi vietare l'uso di contenitori per alimenti e bevande che contengano cloruro di polivinile, bifenili policlorati, o materiali assimilabili.
(4-00351)

DIVELLA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il 9 agosto 2002 fu vinta la gara d'appalto dal consorzio formato inizialmente da Poste Italiane, Omnia Network e

Intouch srl, quest'ultima a settembre 2007 si ritirò dal consorzio passando tutti i suoi lavoratori ad una società avente come riferimento Omnia Network;
nel Contact Center, da settembre 2004, sono impiegati circa 400 lavoratori e di questi 180 nella sede di Bitritto che si trova in una provincia (Bari) in cui i livelli di disoccupazione giovanile sono superiori alla media nazionale;
questi lavoratori già adeguatamente formati svolgono un importante compito di assistenza informativa verso tutti quei cittadini italiani che necessitano di contatti con i due importanti enti, INPS ed INAIL;
da circa tre anni gli stessi sono stati contrattualizzati a progetto sebbene l'opera prestata appare di tipo subordinato;
il Ministro del Welfare del passato Governo il 14 giugno 2006 pubblicava una circolare nella quale si cercava di regolamentare il lavoro nei call e contact center;
a seguito di denunce di alcune trasmissioni (esempio: Le Iene, Report, Annozero) ci fu l'intervento degli ispettori del lavoro, a seguito del quale l'azienda si rese disponibile a forme di stabilizzazione;
c'è stata una transazione tra i lavoratori e l'azienda dove i primi firmavano una liberatoria di rinuncia a tutti i diritti acquisiti precedentemente e l'azienda dal canto suo procedeva alla stipula di contratti di stabilizzazione con decorrenza 1o aprile 2007;
il precedente Governo ha ritenuto di stabilizzare i lavoratori ignorando che la scadenza dell'appalto fosse ottobre 2007. Da questa data ci sono state solo proroghe trimestrali e ad oggi non è stata prevista nella nuova gara d'appalto nessuna clausola di salvaguardia dei livelli occupazionali -:
quale soluzione sia possibile individuare per l'inserimento nella prossima gara d'appalto di una clausola di salvaguardia occupazionale che permetta ai lavoratori già formati di poter continuare a lavorare evitando che il cambio possa provocare disfunzioni a questo importante servizio per i cittadini.
(4-00358)

CICCANTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
alcuni operatori del commercio, che hanno versato contributi all'ENASARCO in un arco di tempo che va da 5 a 15 anni, hanno chiesto il ricongiungimento con altri versamenti fatti all'INPS, a seguito di un nuovo rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato;
la stessa Fondazione ENASARCO, sollecitata a predisporre gli atti conseguenti al richiesto ricongiungimento, ovvero a restituire le somme versate perché non rimanessero infeconde, ha risposto che i «versamenti effettuati non sono liquidabili» e che restano «vincolati alla Fondazione stessa per essere utilizzati per il finanziamento delle attività istituzionali previdenziali ed assistenziali in favore della categoria»;
tale presa di posizione appare del tutto ingiustificabile nei confronti delle migliaia di persone che hanno versato per qualche decennio della loro vita contributi che non sono utilizzabili per ricostruire la propria posizione previdenziale;
nella XV Legislatura la presente interrogazione è stata presentata al Senato (atto n. 4-02583 dell'8 agosto 2007), rivolta al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, ma essa non ha ricevuto risposta -:
come si concilia, con le politiche del Governo la presa di posizione dell'ENASARCO, che invece di favorire la totalizzazione dei periodi contributivi delle diverse gestioni previdenziali, le rende infertili per qualunque interesse previdenziale del contribuente;
quali iniziative siano state prese con l'ENASARCO per rivedere la normativa di gestione della previdenza della categoria, affinché non si consumi un autentico

«esproprio» dei contributi versati al di sotto del ventennio e siano utilmente collocati a favore del contribuente per ricostruire utilmente la propria posizione contributiva, al fine di maturare validamente l'anzianità di servizio prevista dalla vigente normativa previdenziale;
quali eventuali iniziative legislative s'intenda assumere per rimuovere ostacoli normativi che penalizzano migliaia di lavoratori che sono passati dal regime di lavoro autonomo a quello del lavoro dipendente, nel corso della loro vita lavorativa.
(4-00364)

CICCANTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
in molte parti d'Italia (Umbria, Abruzzo, Campania, Toscana, Veneto, Sicilia, Sardegna e Marche), da alcuni anni sono state rilevate scie chimiche (chem trails), rilasciate da aerei non meglio identificati;
diversamente dagli aerei civili, i quali su rotte predeterminate rilasciano scie di condensazione a dispersione quasi immediata, le scie chimiche riscontrate sono di natura gelatinosa e vengono nebulizzate da aerei che volano a bassa quota e sono irrorate nell'aria attraverso sistemi di supporto ben visibili ad occhio nudo;
da denunce di cittadini - alcune dirette anche all'Autorità Giudiziaria - e da servizi della stampa locale, in particolar modo dell'anconetano, nelle Marche, sembra che da tali scie chimiche derivino conseguenze disastrose sulla salute dei cittadini, stante, per esempio, l'alto numero di tumori rilevati nella vallata feltrina;
il CNR, nel 2005, sembra che abbia rilevato, nelle analisi effettuate su campioni di pioggia coincidente con il rilascio di scie chimiche, una concentrazione al di sopra della norma di sostanze chimiche come quarzo, ossido di titanio, alluminio, idrossido di bario, ritenute pericolose per la salute, in quanto cancerogene;
da precedenti interrogazioni fatte ai Dicasteri competenti, non sono mai arrivate risposte chiare, convincenti ed esaustive, la cui vaghezza ha rafforzato il convincimento che si tratti di fenomeni pericolosi da tenere nascosti;
nella XV legislatura la presente interrogazione è stata presentata al Senato (atto n. 4-02585 dell'8 agosto 2007) rivolta ai Ministeri della salute e della difesa ma essa non ha ricevuto risposta -:
quali accertamenti ed eventuali riscontri siano derivati dall'esame delle scie chimiche in ordine al loro grado di inquinamento dell'aria e di pericolosità per la salute pubblica, soprattutto nell'area feltrinese delle Marche;
in quale circostanze, e con quale scopo si svolgono i voli aerei che rilasciano queste scie chimiche e per quali ragioni vengano eseguiti con tali caratteristiche di rotta, di quota e di esclusività rispetto ai prodotti che irrorano nell'aria;
da chi siano autorizzati e perché autorizzati;
quali informazioni siano state fornite alle popolazioni interessate al fenomeno delle scie chimiche, affinché ogni forma di assicurazione sulla tutela della loro salute sia stata data o sia possibile dare.
(4-00367)

FUGATTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nella giornata del 12 giugno 2008 la città di Trento ha subito dei gravi disservizi postali e i cittadini hanno lamentato una mancanza di tutela per un loro diritto fondamentale;
le venti succursali della città di Trento sono rimaste chiuse dalle ore 10,00

alle ore 14,00 a causa di un'assemblea sindacale, facendo confluire tutto il lavoro verso la sede centrale della città;
i cittadini non erano stati preventivamente avvertiti e si sono trovati nella condizione di dover affrontare attese molto lunghe agli sportelli;
il contratto di programma tra lo Stato e Poste italiane s.p.a. per l'espletamento del servizio postale universale prevede quale dovere per la società, quello di conseguire determinati obiettivi di qualità, tra i quali quelli concernenti l'adeguatezza degli orari di apertura degli sportelli rispetto alle prestazioni richieste;
il servizio postale è ricompreso fra i servizi pubblici essenziali;
il diritto di assemblea durante le ore lavorative non può superare le dieci ore annue -:
se l'assemblea effettuata nella data del 12 giugno 2008 rientri nelle dieci ore lavorative in cui i dipendenti hanno diritto ad astenersi dal lavoro per assemblee sindacali o ecceda il monte ore previsto per legge;
se non ritenga opportuno promuovere i dovuti accertamenti per verificare che non ci sia stata una violazione di legge per la modalità con cui si è condotta l'assemblea sindacale, che dalle notizie di stampa risulta essere stata più simile ad uno sciopero.
(4-00368)

...

POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:

CATANOSO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
con decreto del ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali dell'8 maggio 2008 è stato stabilito che le unità iscritte nei pertinenti registri dell'ufficio locale marittimo di Ponza possono impiegare l'attrezzo «ferrettara», in via sperimentale, nei limiti dell'abilitazione all'esercizio dell'attività e comunque non oltre le 18 miglia dalla costa dell'isola di Ponza;
l'attrezzo della ferrettara è utilizzabile entro le 10 miglia dalla costa: questa eccezione, anche se solo fino al 30 agosto 2008, rappresenta l'ennesimo oltraggio ai pescatori italiani che non hanno la fortuna di essere iscritti nei registri di Ponza;
questo provvedimento governativo nasce da una specifica richiesta dell'amministrazione locale dell'isola a cui il ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali del precedente Governo ha ritenuto di dare attuazione senza considerare le altre richieste pervenutegli da altre amministrazioni e da altre marinerie, con pari diritti e pari doveri;
i pescatori italiani hanno avanzato, a giudizio dell'interrogante, numerose, dettagliate e motivate richieste di modifica dell'attuale normativa comunitaria e nazionale che regola gli attrezzi da pesca delle unità navali italiane;
queste richieste, fra le quali: quella di consentire l'utilizzo dell'attrezzo della ferrettera entro i limiti previsti dall'autorizzazione di ciascuna licenza di pesca, andando incontro all'esigenza dei pescatori di differenziare le uscite in relazione alle condizioni atmosferiche e di pulizia del mare; quella di consentire la possibilità di aggiungere alla lunghezza della rete, allo stato attuale di 2500 metri per due componenti di equipaggio, 1000 metri per ogni componente aggiuntivo a bordo, come attualmente disposto dall'allegato II, punto 3.1.3, del reg. CE 1967/2006 del Consiglio del 21 dicembre 2006;
sarebbe indispensabile, a giudizio dell'interrogante e delle associazioni di categoria, che venisse consentita la cattura delle specie marine in relazione alla grandezza della maglia -:
quali provvedimenti intenda adottare il Ministro interrogato per venire incontro

alle legittime esigenze e richieste della marineria italiana esposte in premessa;
se intenda autorizzare, anche in via sperimentale come avviene a Ponza, l'allargamento dei limiti operativi per l'utilizzo della ferrettara.
(4-00353)

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta scritta:

GARAVINI, NARDUCCI e GIANNI FARINA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
da anni, e in modo sempre più generalizzato, si manifesta la protesta degli italiani residenti in Europa per il sistematico criptaggio dei programmi sportivi trasmessi dai canali della RAI;
questo disagio si è riacceso in occasione dello svolgimento dei campionati europei di calcio che, svolgendosi in aree dove è forte l'insediamento degli italiani, hanno fatto da catalizzatore dell'interesse verso la nostra nazionale da parte di un'opinione più ampia di quella solitamente attenta agli avvenimenti calcistici;
la comunicazione sportiva rappresenta un incisivo strumento di collegamento con le nostre realtà all'estero e un veicolo di coesione delle stesse e di consolidamento dei rapporti con il nostro Paese, in particolare per le nuove generazioni, quelle più esposte al rischio del distacco;
è evidente l'interesse dell'Italia ad integrare sempre più strettamente l'offerta culturale verso le generazioni d'origine con politiche della comunicazione che valorizzino i tratti del modello di vita italiano, che ha un forte richiamo verso i giovani;
non si è perseguita finora, con sufficiente determinazione, una soluzione concreta del problema, nonostante le numerose sollecitazioni pervenute dalle nostre comunità e dalle loro istanze di rappresentanza (Comites, Cgie) -:
se non intenda promuovere la costituzione di un tavolo di confronto, composto da rappresentanti della RAI, componenti di alcune associazioni, valutando anche l'opportunità di un contributo degli stessi eletti nella Circoscrizione estero, rappresentanti del Cgie, esperti, per esaminare in tempi brevi le condizioni finanziarie e organizzative che possano consentire alla RAI di superare il sistema di criptaggio, anche attraverso sistemi già collaudati in altri Paesi europei, ad esempio la Svizzera, come quello di una card di decriptaggio.
(4-00346)

PES, CALVISI, FADDA, MARROCU, MELIS e SCHIRRU. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in data 11 aprile 2008, il Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni e il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna Renato Soru hanno sottoscritto l'Accordo per lo sviluppo di un'infrastruttura di rete a larga banda sul territorio della regione Sardegna;
l'accordo, finanziato dal Ministero per 22 milioni di euro e dalla Regione per 14 milione (derivanti da assegnazioni statali di cui alle Delibere CIPE 20/2004 e 3/2006) prevedeva l'attuazione di due interventi, il cui completamento avrebbe consentito il definitivo superamento del cosiddetto digital divide in tutto il territorio regionale;
il primo intervento, attuato con i fondi regionali, è stato già avviato, nelle more della stipulazione dell'Accordo, mediante l'indizione di una gara d'appalto per la realizzazione di un'infrastruttura in fibra ottica che collega tutti i comuni della Sardegna con popolazione superiore ai 1.500 abitanti attualmente sprovvisti (circa 70), tutte le aree produttive sovracomunali e tutti i presidi ospedalieri;

la gara si è conclusa nel mese di aprile 2008 e il contratto d'appalto è stato firmato il 21 maggio 2008, i tempi di realizzazione previsti sono di 18 mesi a partire dalla firma del contratto;
il secondo intervento, da attuarsi con i fondi ministeriali per mezzo della società pubblica di scopo Infratel Italia S.p.A., prevede l'estensione dell'infrastruttura in fibra ottica anche ai comuni sotto i 1.500 abitanti;
l'articolo 6, comma 1, lettera a) dell'Accordo di programma, specifica che i fondi ministeriali (22 milioni) saranno attinti da quelli assegnati da Leggi Finanziarie e delibere Cipe per la realizzazione del programma banda larga, per il tramite della società Infratel;
a tale proposito, l'articolo 2, comma 299, della legge n. 244/2007 (finanziaria 2008) ha disposto che «al fine di sostenere nuovi processi di realizzazione delle infrastrutture per la larga banda sul territorio nazionale, le risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate (...) destinate al finanziamento degli interventi attuativi del Programma per lo sviluppo della larga banda nel Mezzogiorno da parte del Ministero delle comunicazioni per il tramite della Società infrastrutture e telecomunicazioni per l'Italia S.p.A. (Infratel Italia), (...) sono incrementate di 50 milioni di euro per l'anno 2008»;
l'articolo 5 del decreto-legge n. 93 del 2008 («Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie»), al comma 1, ha individuato, mediante rinvio ad un elenco allegato, le riduzioni alle autorizzazioni di spesa per il 2008 necessarie per la copertura finanziaria del decreto medesimo. Tra queste, l'elenco menziona esplicitamente l'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 2, comma 299, della legge 244/2007 sopra citato, disponendo una riduzione di 50 milioni di euro;
tale riduzione impedisce, almeno per il 2008, l'attuazione dell'Accordo di programma in oggetto, che verrà a trovarsi privo di copertura per quanto concerne l'intervento finanziato con i fondi ministeriali;
il taglio dei fondi a disposizione porterà quindi un grave danno per i Comuni dell'isola più svantaggiati e meno densamente abitati, che non potranno godere della presenza di un'infrastruttura così importante per lo sviluppo dei propri territori -:
come e quando il Ministro interrogato intenda garantire i fondi ministeriali di cui al comma 299 della legge n. 244/2007.
(4-00363)

...

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

L'interrogazione a risposta scritta Misiani n. 4-00157, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 22 maggio 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Gregorio Fontana.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Caparini n. 5-00055 del 29 maggio 2008.