XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di giovedꞲ2 maggio 2008

TESTO AGGIORNATO AL 3 FEBBRAIO 2009

ATTI DI INDIRIZZO

Mozioni:

La Camera,
premesso che:
il 17 maggio del 1990, data in cui l'Assemblea generale dell'Organizzazione mondiale della Sanità eliminò l'omosessualità dalla lista delle malattie mentali, è diventata a livello internazionale la ricorrenza in occasione della quale si registrano in 40 paesi europei una serie di iniziative organizzate da associazioni gay e Istituzioni contro ogni violenza fisica, morale o simbolica legata all'orientamento sessuale o all'identità di genere;
la giornata mondiale contro l'omofobia vedrà anche in Italia molteplici iniziative organizzate da parte delle associazioni espressione delle persone lesbiche, gay e trans, senza che, tuttavia, vi sia altrettanta attenzione e impegno da parte delle istituzioni statali e locali;
al contrario di quanto avviene in altri Stati europei, nel nostro ordinamento non esistono disposizioni che sanzionino in maniera esplicita le varie forme di violenza verbale o fisica verso le persone lesbiche, gay e trans;
anche una scarsa sensibilità e attenzione ai temi del rispetto delle diversità e di contrasto dell'omofobia hanno prodotto un clima di insicurezza e violenza nei confronti delle persone lesbiche, gay e trans che, solo nel corso degli ultimi due anni, hanno prodotto il drammatico bilancio di 6 omicidi e almeno 20 episodi di violenza;
secondo le statistiche delle persone che chiamano Gay Help Line, il numero verde di supporto per persone lesbiche, gay e trans, per denunciare episodi di omofobia il 30 per cento riguarda persone che hanno subito violenze fisiche o abusi sessuali da parte di conoscenti, i quali commettono tali atti sicuri di non essere denunciati a causa della paura della vittima di dichiarare il proprio orientamento sessuale o identità di genere; il 23 per cento riguarda persone che subiscono episodi di discriminazioni sul lavoro da parte dei colleghi o superiori, ed il 2 per cento invece ha denunciato episodi specifici di mobbing, attuati per costringerli a farli dimettere;
l'omofobia va contrastata non tanto attraverso provvedimenti che inaspriscano le pene per chi commette reati d'odio motivati dall'orientamento sessuale della vittima, o con specifici provvedimenti contro il bullismo omofobico nelle scuole e contro la discriminazione nei luoghi di lavoro, pure opportuni, ma principalmente attraverso una più vasta azione socio-culturale, ovvero attraverso interventi formativi: nelle scuole, nella pubblica amministrazione, nelle forze dell'ordine, sui luoghi di lavoro con specifici programmi di diversità management;
il 26 aprile 2007, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sull'omofobia in Europa, nella quale tra l'altro si richiamano:
a) gli articoli 6 e 7 del Trattato sull'Unione europea e l'articolo 13 del trattato che istituisce la Comunità europea, che impegnano l'Unione europea e la Comunità, rispettivamente, nonché gli Stati membri a tutelare i diritti dell'uomo e le libertà fondamentali e prevedono strumenti a livello europeo di lotta contro la discriminazione e le violazioni dei diritti dell'uomo, nonché la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea - Carta che i paesi dell'Unione sono chiamati a recepire entro il 1o gennaio 2009 - ed in particolare l'articolo 21, che vieta la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale;
b) le iniziative della Comunità europea di lotta contro l'omofobia e la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale, in particolare la direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro e la

decisione n. 771/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2006, che istituisce l'anno europeo delle pari opportunità per tutti (2007) - verso una società giusta;
c) il proliferare di discorsi di incitamento all'odio nei confronti della comunità lesbica, gay, bisessuale e transgender (LGBT) in numerosi Paesi europei;
d) la necessità che le istituzioni e gli Stati membri dell'Unione europea garantiscano che i diritti delle persone che vivono in Europa siano rispettati, tutelati e promossi, come prevedono la Convenzione europea sulla salvaguardia dei diritti dell'uomo, la Carta europea dei diritti fondamentali, l'articolo 6 del trattato UE, la direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica e la direttiva 2000/78/CE del Consiglio;
e) la richiesta alla Commissione di garantire che la discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale in tutti i settori sia vietata completando il pacchetto legislativo contro la discriminazione basato sull'articolo 13 del trattato CE, senza il quale lesbiche, gay, bisessuali e altre persone che si trovano a far fronte a discriminazioni multiple continuano ad essere a rischio di discriminazione e violenze; chiede la depenalizzazione mondiale dell'omosessualità;
f) la decisione di indire il 17 maggio di ogni anno quale Giornata internazionale contro l'omofobia,

impegna il Governo:

ad assumere ogni iniziativa utile affinché la giornata mondiale contro l'omofobia sia celebrata in Italia con il massimo coinvolgimento delle istituzioni statali e locali e nel pieno rispetto delle garanzie di sicurezza e rispetto;
a facilitare il confronto con le associazioni delle persone lesbiche, gay e trans per la definizione di uno specifico ed efficace quadro normativo antiomofobico e antitransfobico;
ad adottare misure volte a garantire la sicurezza, nell'ambito di una serena e civile convivenza, delle persone che per orientamento sessuale, per genere, per religione sono maggiormente esposte ad episodi di violenza e intolleranza;
ad avviare un ampio ed impegnativo programma socio-culturale per iniziative formative nelle scuole, nella pubblica amministrazione, nelle forze dell'ordine nonché nei luoghi di lavoro con specifici programmi di diversità management;
ad assicurare la tempestiva adesione al Trattato di Lisbona e, per il suo tramite, il recepimento della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.
(1-00004)
«Concia, Argentin, Madia, Verini, Melandri, Bellanova, Giachetti, Mogherini Rebesani, Pes, Marco Carra, Mariani, De Biasi, Capano, Corsini, Villecco Calipari, Maurizio Turco, Bernardini, Boccia, Lolli, Tocci, Farina Coscioni, Beltrandi, Mecacci, Rossa, Zamparutti».

La Camera,
premesso che:
la città di Napoli, terza città del Paese per numero di abitanti, capoluogo regionale e, anche per l'antica funzione di capitale, centro di attrazione culturale, economica, sociale per il Mezzogiorno d'Italia e per le nazioni che si affacciano nel bacino del Mediterraneo, vive una situazione di drammatica crisi che ha avuto vastissima eco a livello mondiale;
le condizioni di vita della popolazione, come impietosamente evidenziate da recenti ricerche riportate da autorevoli quotidiani, la pongono all'86o posto tra i 103 capoluoghi di provincia, riconoscendole il non invidiabile primato (102o su 103) del peggiore tenore di vita degli abitanti, evidenziando drammaticamente la sua posizione in relazione a ricchezza prodotta, qualità dell'ambiente, servizi della pubblica amministrazione, densità demografica, numero di protesti e di insolvenze;
le vicende relative all'incarcerazione di numerosi esponenti dell'amministrazione comunale, indagati per gravi reati connessi all'esercizio delle funzioni dopo il suicidio di un assessore comunale sottoposto a limitazione della libertà per il coinvolgimento in gravi disordini di piazza, hanno portato alla luce un preoccupante intreccio tra pubblici amministratori, imprenditori ed ambienti malavitosi;
per la necessità di procedere alla sostituzione degli assessori comunali indagati, il comportamento dell'attuale sindaco ha evidenziato inquietanti elementi di degrado anche morale ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, essendo emersi comportamenti altamente riprovevoli, come la registrazione, all'insaputa e senza il consenso degli aventi diritto, di conversazioni che dovevano rimanere private e non essere oggetto di captazione ambientale;
l'emergenza rifiuti, solo di recente risoltasi, procurava uno sfregio all'immagine della città, una volta apprezzata per il proprio patrimonio artistico e culturale, facendo emergere evidenti vizi dell'attività amministrativa e infiltrazione del crimine organizzato nella vita pubblica in un quadro di preoccupante irresponsabilità politica;
i dati pubblicati dall'Organizzazione mondiale della sanità riguardo alla Campania sono incredibili, parlano di un aumento vertiginoso delle patologie di cancro, con quelle del pancreas, dei polmoni e dei dotti biliari superiori di oltre il 12 per cento alla media nazionale e di un numero di malformazioni fetali addirittura superiori dell'80 per cento;

è più che evidente che, se anche non fossero ascrivibili unicamente al sindaco di Napoli delle responsabilità di carattere logistico circa lo smaltimento di rifiuti, tale figura avrebbe mancato nell'esercizio del suo ufficio in quanto massima autorità sanitaria locale, ruolo assegnato al primo cittadino dalla legge n. 833 del 1978;
il pregiudizio alla salute della cittadinanza, la corresponsabilità nella cattiva gestione del ciclo dei rifiuti, l'incapacità protratta nel tempo di porre in essere soluzioni efficaci, la pendenza di procedimenti penali a carico di così tanti amministratori, le notizie relative ad altre indagini su presunte irregolarità circa affidamenti di lavori e l'utilizzo improprio di beni e servizi pubblici, rendono urgente e necessario procedere alla rimozione del sindaco della città di Napoli e al conseguente scioglimento del suo consiglio comunale;
appare necessario procedere alla rimozione di chi ha oggettive responsabilità per tutto quanto sin qui verificatosi e si evidenzia l'urgenza di creare le condizioni per un immediato ritorno alla normalità amministrativa,

impegna il Governo:

a valutare se sussistano i presupposti, ai sensi dell'articolo 142 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, «Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali», per la rimozione del sindaco della città di Napoli per gravi motivi di ordine pubblico e per giungere, conseguentemente, ai sensi dell'articolo 53 dello stesso, allo scioglimento del consiglio comunale;
ove, pur condividendo le motivazioni di cui in premessa, non ritenesse di avviare immediatamente le procedure per la rimozione del sindaco e lo scioglimento del consiglio comunale di Napoli, ad inviare a Napoli una commissione ministeriale con ampi poteri di accertamento e indagine e, comunque, a non rinnovare i poteri straordinari al sindaco di Napoli per la gestione degli interventi urgenti di protezione civile diretti a fronteggiare l'emergenza determinatasi nel settore del traffico e della mobilità nel territorio della città di Napoli e tutti gli altri poteri straordinari concessi al sindaco di Napoli, anche per le altre attività commissariali inerenti le attività del sottosuolo;

a riferire sulla questione alla Camera dei deputati con la massima urgenza.
(1-00005)
«Laboccetta, Bocchino, Paglia, Taglialatela, Moffa, Lehner, De Girolamo, Vessa, Cristaldi, Iapicca, Malgieri, Castiello, Cirielli, Bianconi, Di Caterina, Stasi, Cosenza, Caldoro, Nicolucci, Bellotti, Paolo Russo, Landolfi, Ascierto, Giammanco, Dima, De Angelis, Cesaro, Papa, Raisi».

Risoluzione in Commissione:

La X Commissione,
premesso che:
i Parchi scientifici tecnologici (PST), nella varietà di tipologia strutturale, di indirizzo e di obiettivi, si configurano come sistemi organizzati sul territorio, costituiti in forma di consorzio, società consortile o società per azioni, con partecipazione maggioritaria di privati, dotati di strutture per la ricerca e lo sviluppo tecnologico, nonché di strutture gestionali idonee a facilitare il trasferimento di tecnologia e di capacità manageriali alle organizzazioni negli stessi localizzate, ed in grado di migliorare l'integrazione con università e centri di ricerca e di promuovere l'alta formazione e la crescita di iniziative imprenditoriali, specie nell'ambito delle piccole e medie imprese, prevalentemente sui processi e prodotti ad elevato contenuto tecnologico e, comunque, interessanti il sistema economico produttivo locale;
le prime esperienze di PST nel nostro Paese risalgono alla fine degli anni sessanta come creazione di aree di raccordo tra università, enti pubblici ed aziende private;
l'origine dei PST sul territorio nazionale risale tuttavia agli anni ottanta e da quel momento la volontà di creare strutture simili si è andata sempre più diffondendo nelle diverse aree del Paese;
i processi di creazione e sviluppo dei PST in Italia non hanno però seguito un percorso lineare e di lungo termine come all'estero dove alla base del successo dei PST c'è stato l'ancoraggio al territorio di uno stretto legame collaborativo tra ricerca scientifica universitaria e produzione industriale, nonché l'accumulazione di nuovo sviluppo qualificato attraverso l'attrazione dall'esterno di risorse umane e imprese;
tra le cause che hanno ostacolato in Italia uno sviluppo virtuoso dei PST si possono individuare il ritardo di circa venti anni con cui il fenomeno è partito rispetto alle migliori esperienze nazionali, la difficoltà dell'università italiana alla collaborazione con le imprese e allo sfruttamento economico dell'attività di ricerca, la scarsità di leadership industriali e la prevalenza della piccola e media impresa, così come la quasi assenza di politiche pubbliche di orientamento dei PST;
nella seduta del 29 marzo 1990, il CIPE ha approvato l'aggiornamento del programma triennale di sviluppo del Mezzogiorno 1990-92 che prevedeva l'avvio del progetto strategico «Parchi Tecnologici» caratterizzati come strumenti delle politiche di sviluppo centrate sulla diffusione dell'innovazione;
in data 7 dicembre 1990 è stata approvata, tra il Ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno, il Ministro del bilancio e della programmazione economica e il Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, un'intesa di programma per lo sviluppo e la programmazione di Parchi scientifici e tecnologici nelle aree meridionali, con un fondo di circa 1.100 miliardi di lire;
al relativo bando hanno risposto numerose organizzazioni meridionali per un totale di richieste di finanziamento per circa sette volte la disponibilità;
con deliberazione del Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica del 25 marzo 1994 è stato approvato il programma di intervento per

realizzare una rete di Parchi scientifici e tecnologici nel Mezzogiorno nell'ambito della legge n. 46 del 1982 e contestualmente sono stati impegnati circa 450 miliardi di lire per il finanziamento di progetti di ricerca, innovazione e formazione a favore di 13 PST del Centro Sud, da cui erano escluse le realizzazioni di infrastrutture immobiliari (nel 1996 sono però stati erogati i finanziamenti dei primi progetti selezionati ed approvati);
da quella data non si registrano ulteriori significative iniziative legislative a livello nazionale in relazione alla disciplina e al finanziamento dei PST;
parallelamente al percorso ministeriale attivato nel Mezzogiorno, negli anni novanta sono sorte, in maniera autonoma e con l'apporto di capitali pubblici e privati locali, altre iniziative di PST nel Centro Nord d'Italia adottando modelli organizzativi ed operativi differenziati che rispecchiano le diversità dei territori in cui sono sorti;
è opinione condivisa da parte dei responsabili dei PST italiani che il carattere di straordinarietà del programma di intervento nei parchi del Mezzogiorno, la sua gestione e i modesti risultati raggiunti dalla sua attuazione hanno scoraggiato la proposta di politiche nazionali più stabili e strutturate a favore del sistema dei PST;
negli ultimi anni il nostro Paese ha dedicato alla ricerca e sviluppo risorse sensibilmente inferiori alla media europea;
le aree industriali italiane presentano una sostanziale carenza di strutture relative alla ricerca scientifica e tecnologica, specie nei settori a più elevata innovatività;
è ampiamente dimostrato dai Paesi che investono maggiormente in ricerca scientifica che l'innovazione radicale, la quale determina maggiore incremento di competitività delle imprese, dipende in maniera più consistente dall'apporto scientifico e tecnologico della ricerca e da una forte azione di trasferimento tecnologico da settori esterni all'impresa;
diventa pertanto preziosa la presenza sul territorio di soggetti «innovatori-integratori», quali i PST, che pur essendo radicati in uno specifico contesto tecnico-culturale sappiano trovare il miglior punto di intersezione tra l'identificazione della domanda da parte dell'impresa di servizi a sostegno dell'innovazione e l'individuazione di processi di trasferimento di tecnologie più appropriate;
tra i fattori che influiscono negativamente sulle potenzialità di crescita competitiva del nostro sistema produttivo un aspetto rilevante è attribuibile alla microdimensione dell'impresa, da cui consegue la difficoltà di carattere economico, culturale e funzionale ad utilizzare elementi di sviluppo tecnologico in grado di produrre un'evoluzione innovativa del sistema di impresa, del processo e del prodotto;
tra i fattori che contribuiscono ad accrescerne la competitività si collocano invece forme di decentramento nelle produzioni, internazionalizzazione delle imprese, forte capacità di assorbimento di know-how tecnologico ed organizzativo, capacità di innovazione di prodotto, di processo e di organizzazione,

impegna il Governo

a promuovere la creazione e lo sviluppo di Parchi scientifici e tecnologici come soggetti capaci di gestire e coordinare le attività di ricerca ed alta formazione, facilitare l'integrazione tra domanda ed offerta di know-how sulla base di una preventiva analisi dei bisogni delle imprese, incentivare l'aggregazione di competenze scientifiche e tecnologiche, favorire il trasferimento tecnologico al sistema produttivo, specie alle piccole e medie industrie, sviluppare le sinergie tra soggetti pubblici e privati, università, enti di ricerca, imprese e consorzi industriali;
a rifinanziare i PST già esistenti, come indicati nella deliberazione del Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica (MURST) del 25 marzo 1994, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell'11 agosto 1994, n. 187;

a definire un quadro programmatico di politiche e interventi a sostegno della ricerca e dell'innovazione tecnologica al fine di rafforzare le basi dell'industria italiana e renderla più competitiva sul mercato internazionale;
ad ottimizzare le applicazioni di servizio delle innovazioni conseguite nei settori di specifico rilievo sociale e pubblico (difesa del territorio e monitoraggio ambientale, miglioramento dell'efficienza della pubblica amministrazione, protezione delle popolazioni, prevenzione di rischi e calamità, prevenzione e diagnosi precoce nella salute umana);
a sostenere, anche con l'attribuzione di finanziamenti pubblici mirati, i progetti di divulgazione scientifica predisposti dai PST;
ad avviare l'attività di formazione degli «operatori di parco», figure professionali con competenze interdisciplinari volte alla gestione dei PST, di cui era già previsto il finanziamento nel I Programma di intervento dei PST nelle aree meridionali (deliberazione MURST n. 225 del 25 marzo 1994).
(7-00001)«Anna Teresa Formisano, Monai».

TESTO AGGIORNATO AL 27 MAGGIO 2008

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanze:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
il 12 novembre 1998 venivano sottratti dal Tribunale dei minori ai coniugi Lorena e Delfino Covezzi di Massa Finalese di Modena i quattro figli minorenni con l'accusa di non aver adeguatamente vigilato circa il loro presunto coinvolgimento in un giro di pedofilia e messe sataniche che sarebbero avvenute nella Bassa modenese;
dopo alcuni mesi, il giorno prima che il Ministro della giustizia rispondesse in Parlamento ad una interrogazione sulla materia improvvisamente i coniugi Covezzi venivano accusati di essere loro stessi violentatori dei loro figli;
sei anni fa il Tribunale di Modena ha condannato i coniugi Covezzi;
nel frattempo i quattro figli minorenni sono stati separati gli uni dagli altri e dati in affido in varie località d'Italia;
dal momento dell'allontanamento genitori e figli non si sono più rivisti;
la signora Lorena ha partorito un quinto figlio che oggi ha sei anni e vive con la mamma in Francia, dove si è rifugiata per evitare che anche questo bimbo le venisse tolto;
il Tribunale di Reggio Emilia in un procedimento penale connesso ha assolto gli imputati ritenendo non credibili le dichiarazioni fatte dalla minorenne V. Covezzi, sulla base delle quali i coniugi Covezzi vennero incriminati;
la Corte d'Appello di Bologna non ha preso ancora in esame il ricorso dei coniugi Covezzi;
sono in corso procedimenti esecutivi immobiliari sulla casa dei Covezzi condannati a pagare un provvisionale immediatamente esecutiva di euro 60.000 per ciascuno dei figli minori;
tutta questa vicenda ha avuto origine da colloqui dei minori Covezzi con assistenti sociali che hanno riferito loro dichiarazioni che non sono mai state registrate;
appare gravissimo che in un paese democratico una vicenda giudiziaria si trascini per più di un decennio con l'unica certezza che comunque la famiglia Covezzi ne uscirà distrutta -:

di quali elementi disponga sulla gravissima vicenda e quali iniziative, in particolare di carattere ispettivo e normativo, intenda promuovere al riguardo.
(2-00013) «Renato Farina».

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
avendo visto alcune scene del film del regista Carlo Infanti, «La verità negata», mostrate alla stampa il 31 marzo 2008. In tali scene e nell'articolo «Trent'anni di bugie su Aldo Moro» pubblicato sul quotidiano Italia Oggi del 13 maggio 2008 a firma di Piero Laporta, si sostiene che gli esiti della oramai celebre seduta spiritica del 2 aprile 1978, a Zappolino, nella villa del professor Clò siano stati del tutto differenti da quelli sostenuti nelle versioni ufficiali;
com'è ben noto nel corso della suddetta «seduta spiritica» fu chiesto agli spiriti di La Pira e Don Sturzo ove fosse tenuto prigioniero il presidente della DC, Aldo Moro, e dopo il vaticinio «Gradoli», il suggerimento della signora Moro: «Cercate a Roma una via Gradoli» fu ignorato; le si rispose anzi che nel Tutto Città non esisteva, infatti le forze dell'Ordine non andarono in via Gradoli ma fu messa a ferro e fuoco Gradoli, cittadina dell'alto Lazio, per cercare Moro, questo lasciano intendere molti illustri parlamentari e storici, come Giovanni Pellegrino, presidente della Commissione Stragi, che ripete questo fatto in un libro recente;
in realtà le autorità cittadine in carica a Gradoli a quei tempi hanno testimoniato al regista Carlo Infanti (ed oggi lo ribadisce nell'intervista apparsa su Il Giorno, pagina 19, a firma di Silvio Danese) che nessun inquirente cercò Aldo Moro in quel paese e non vi furono controlli a tappeto, le stesse autorità cittadine hanno dichiarato che in quei giorni tre inviati di Unità, Messaggero e Avanti si recarono a Gradoli, appurando che non vi era successo nulla e infatti nulla scrissero né allora né nei trent'anni successivi su quei tre quotidiani circa la presunta «invasione» di Gradoli -:
di quali elementi disponga in ordine alla vicenda nel suo complesso, ivi compresa la riferita reticenza di alcuni giornalisti ed organi di stampa, e se non ritenga poi doveroso rendere immediatamente pubblici tutti gli atti concernenti la cosiddetta operazione di Gradoli.
(2-00014) «Renato Farina».

Interrogazione a risposta in Commissione:

CAUSI e BERRETTA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
come segnalato dagli organi di informazione e dalle locali amministrazioni, le operazioni di trivellazione per ricerche petrolifere, nel territorio della Provincia di Ragusa, suscitano notevoli e giustificate preoccupazioni, in ragione della vicinanza della sorgente Sciannacaporale, afferente al bacino principale del fiume Ippari, utilizzata sin dal 1929 per l'approvvigionamento idrico del Comune di Vittoria;
i 5 pozzi realizzati sulla sorgente Sciannacaporale garantiscono più del 70 per cento dell'approvvigionamento idrico della città di Vittoria;
le perforazioni in prossimità dei pozzi rischiano di creare danni incalcolabili sia per la diminuzione di portata della sorgente, a causa di un ulteriore abbassamento della falda, sia per il possibile inquinamento della stessa dai materiali usati per tali operazioni di trivellazione;
della vicenda è già stato investito il Prefetto di Ragusa che ha convocato un apposito incontro con le amministrazioni interessate;

con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 marzo 2008 è stato prorogato lo stato di emergenza in materia di bonifica e di risanamento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinati, nonché in materia di tutela delle acque superficiali e sotterranee e dei cicli di depurazione nella regione siciliana -:
quali siano i dati a disposizione del Governo con riferimento alle possibili conseguenze delle suddette attività di trivellazione sulle falde acquifere utilizzate per l'approvvigionamento idrico del comune di Vittoria. (5-00035)

Interrogazioni a risposta scritta:

DI GIUSEPPE. - Al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle politiche agricole e forestali. - Per sapere - premesso che:
con nota n. 536 dell'11 aprile 2008, indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Presidente della Giunta regionale (Commissario delegato post-sisma), il Consorzio di bonifica integrale larinese precisava che, a causa della sospensione del pagamento delle quote consortili degli iscritti a ruolo, l'importo degli stessi contributi non versati superava abbondantemente il milione di euro e che tale eventualità avrebbe determinato gravissime conseguenze sul piano gestionale e la sospensione del funzionamento degli impianti irrigui nella stagione in corso;
in data 23 aprile 2004, con nota di cui al protocollo n. 565, il Commissario delegato al sisma, nonché Presidente della Giunta della Regione Molise, interessava di nuovo la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Dipartimento della Protezione civile, il Ministero delle finanze e dell'economia, il ministero delle politiche agricole; in particolare richiedeva chiarimenti circa i provvedimenti finalizzati al ristoro dei mancati introiti del Consorzio, richiamando quanto avvenuto per i Consorzi di bonifica delle regioni Umbria e Marche a seguito degli eventi sismici del 1997 per i quali con legge n. 434 del 1997, si disponeva la sospensione dei versamenti consortili e se ne prevedeva il ristoro da parte dello Stato, e chiedeva, quindi, il pari trattamento per il Consorzio di bonifica larinese;
in data 16 maggio è giunta alla sottoscritta una richiesta di intervento a firma del Presidente del Consorzio, dove fra l'altro si dichiara che il Consorzio non dispone più delle risorse necessarie e che lo stesso si vedrà costretto ad interrompere il servizio di fornitura delle acque ad uso irriguo, con conseguenti gravi danni all'intero comparto dell'agricoltura bassomolisana;
è necessario intervenire allo scopo di evitare danni irreparabili -:
quali misure urgenti intenda adottare per far fronte a tale problematica, al pari di quanto avvenuto nelle regioni dell'Umbria e delle Marche e affinché vengano erogate da parte dello Stato, attraverso la Regione Molise, le somme corrispondenti al mancato gettito contributivo;
come intenda agire affinché tutto avvenga in tempi ragionevolmente utili per evitare il ricorso, da parte del Consorzio di bonifica larinese, ad anticipazioni bancarie, con relativi oneri aggiuntivi ad essi derivanti.
(4-00169)

GERMANÀ. - Al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il Commissario di Governo per l'Emergenza, Bonifiche e Tutela delle acque nella Regione Campania - OO.P.C.M. n. 2425 del 1996 e successive ha predisposto un pubblico incanto per la «realizzazione

di un impianto di selezione e valorizzazione di frazioni recuperabili dagli R.S.U e di un'isola ecologica nel Comune di Caserta in località Uttaro»;
i lavori sono stati consegnati dall'impresa affidataria il 7 gennaio 2004 -:
per quali motivi tale opera non sia stata ancora messa in funzione.
(4-00170)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle politiche agricole e forestali. - Per sapere - premesso che:
da diverso tempo sono in corso i lavori di ammodernamento della Salerno-Reggio Calabria, che in particolare nel tratto Gioia Tauro-Scilla, stanno creando grandi disagi agli automobilisti;
si rende però indispensabile un'attività di monitoraggio e controllo sui siti per il deposito permanente di materiale di risulta derivante dai lavori in atto;
in particolare, viene evidenziata la necessità di un controllo sulla regolarità della discarica di contrada Pantano-Piani della Corona (Comune di Bagnara Calabra), individuata dall'ANAS per il deposito permanente di materiale di risulta derivante dai lavori di ammodernamento dei lotti 3o e 4o dell'autostrada SA-RC;
sembrerebbe, infatti, che il citato sito per il deposito non sia completamente rispettoso né delle prescrizioni imposte dal Ministero dell'ambiente né di quelle imposte dal Ministero delle politiche agricole e forestali;
i materiali di risulta hanno già provocato una irrazionale alterazione della conformazione naturale del sito visibile a chi percorre quei tratti di strada -:
se non ritengano necessario ed urgente, per le parti di competenza, avviare adeguati interventi utili a garantire sia la salvaguardia dell'impatto ambientale che quella della sicurezza, così come prevista dalle normative vigenti in materia.
(4-00154)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta orale:

CASTIELLO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
nel territorio di Afragola (Napoli) sarà realizzata la «Stazione Porta» della linea ferroviaria ad alta velocità;
nelle aree interessate dai cantieri di tale opera sarebbero stati ritrovati vari reperti archeologici;
l'impresa aggiudicataria dell'appalto dei lavori in questione avrebbe operato una espressa rinuncia alla formalizzazione dei regolari contratti di consegna dei lavori;
la strategicità dell'opera in oggetto, chiaramente, rappresenta una irripetibile occasione di rilancio economico, occupazionale, sociale e di complessivo sviluppo dell'intera area a nord di Napoli -:
quali e quanti reperti archeologici siano stati effettivamente rinvenuti nell'area-cantiere della «Stazione Porta» di Afragola e, se possibile, quale sia la definizione delle loro origini storiche;
quali iniziative si intendano adottare perché la soprintendenza ai beni archeologici di Napoli, magari d'intesa con l'amministrazione comunale, disponga in quella città l'istituzione di un «museo civico» che raccolga al suo interno e renda fruibile alla cittadinanza ed a tutti gli altri soggetti interessati la visione di tali reperti preservandoli e valorizzandoli in maniera adeguata e sicura;

quali altre improcrastinabili iniziative, infine, si intendano porre in essere perché vengano immediatamente riattivati tutti gli indispensabili iter procedurali utili ad una nuova aggiudicazione dell'appalto dei lavori in questione così da accelerare il più possibile la realizzazione di un'opera indispensabile alla crescita di un così vasto e popoloso territorio a nord dell'area metropolitana di Napoli.
(3-00009)

Interrogazione a risposta in Commissione:

DI CAGNO ABBRESCIA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
con precedente atto di sindacato ispettivo (n. 5/01888) presentato in data 9 gennaio nel corso della precedente legislatura e rimasto senza risposta, l'interrogante sollecitò il Governo a chiarire gli aspetti autorizzativi nell'ambito dei rispettivi ruoli istituzionali, che il Ministero per i beni e le attività culturali e il Comune di Bari, hanno avuto in occasione della manifestazione di Capodanno svoltasi a Bari;
infatti secondo quanto risultò dai loghi visibili sui manifesti affissi dal Comune di Bari, la manifestazione di Capodanno in piazza svoltasi nel capoluogo pugliese lo scorso anno, fu organizzata dalla Fondazione del Teatro Petruzzelli di Bari, con il patrocinio dello stesso Ministero per i beni e attività culturali;
lo spettacolo, costato complessivamente poco più di 250 mila euro, sembrerebbe non abbia inciso in alcun modo sui bilanci dell'amministrazione comunale, in quanto i costi della manifestazione pare siano stati totalmente addebitati su uno degli sponsor dell'evento, quale la banca nazionale del lavoro;
secondo quanto risultò dall'interrogante, appare perlomeno sconcertante che l'organizzazione ed il patrocinio della manifestazione dello scorso dicembre, sia avvenuta senza la preventiva delibera sia del Consiglio di amministrazione dell'Ente teatrale, nel quale siede un rappresentante del Ministero, che da parte dello stesso ministero per i beni e le attività culturali, non avendo infatti gli stessi rilasciato all'epoca, le necessarie autorizzazioni anche per l'utilizzo dei rispettivi loghi;
inoltre le affermazioni da parte dell'amministrazione comunale, immediatamente successive all'evento, secondo cui la festa di Capodanno in piazza avvenne a «costo zero» per l'amministrazione comunale, risultano in realtà non corrispondenti alla verità, in quanto i fondi messi a disposizione dalla banca nazionale del lavoro lo scorso dicembre invece, «uscirono» regolarmente dal bilancio comunale;
l'amministrazione comunale infatti attinse tale somma dai fondi resi disponibili dalla predetta banca, in base al bando per l'assegnazione dell'incarico di banca tesoriera del Comune stesso;
tale bando infatti, prevedeva che la banca aggiudicatrice del concorso, non solo si sarebbe impegnata fra l'altro a praticare tassi d'interesse vantaggiosi, ma avrebbe riconosciuto altresì all'amministrazione un contributo annuale depositato nelle casse del Comune medesimo -:
se quanto riportato in premessa, secondo cui l'organizzazione della manifestazione suesposta avvenuta lo scorso dicembre, senza alcuna preventiva e necessaria delibera da parte del consiglio di amministrazione della Fondazione del Teatro Petruzzelli di Bari, ne tantomeno senza l'autorizzazione da parte del Ministero per i beni e le attività culturali, corrisponda al vero e in caso affermativo, quali iniziative intenda intraprendere, in considerazione del fatto che sono stati anche inseriti i rispettivi loghi nei manifesti pubblicitari, attribuendone pertanto la paternità organizzativa sia all'ente teatrale, che alle istituzioni dello Stato;
quale ruolo abbia avuto la Fondazione lirico sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari, in merito all'organizzazione della festa di Capodanno in piazza;

se conseguentemente non ritenga culturalmente penalizzante nonché inopportuno che l'ente lirico barese debba prevedere organizzazioni simili in piazza, attraverso spettacoli dialettali o attività nei quartieri, esulando dalle proprie finalità statutarie, costituite invece dalla produzione e realizzazione di eventi lirici e sinfonici, mentre invece sarebbe stato più idoneo che dell'evento si fosse occupato l'assessorato comunale alla cultura;
a quali soggetti inoltre sia stata attribuita la responsabilità della gestione dell'evento predetto, visto che il contratto del sovraintendente della Fondazione interessata è scaduto lo scorso 17 dicembre 2007;
quali siano stati infine i costi diretti e indiretti per la medesima Fondazione, nonché quante risorse umane abbiano inciso nell'organizzazione dell'evento esposto in premessa, distraendo la propria attività che invece sarebbe stata più opportuno, anche economicamente, indirizzare verso la programmazione delle stagioni liriche e teatrali del prossimo triennio, in previsione della auspicata riapertura del Teatro Petruzzelli di Bari.
(5-00033)

Interrogazione a risposta scritta:

EVANGELISTI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
all'articolo pubblicato sul quotidiano Il Tirreno in data 21 maggio 2008 sulla base della documentazione fornita dall'associazione «Italia Nostra», risulta che fin dal 17 settembre 2001 la Conferenza dei Sindaci della Provincia di Massa Carrara ha deciso (a strettissima maggioranza) di ubicare il nuovo Ospedale Provinciale nel sito di viale Mattei in comune di Massa, superando le altre opzioni da molti ritenute più idonee come l'ampliamento del Pediatrico di Montepepe, nel comune di Massa, oppure il sito di Villa Ceci, nel comune di Carrara;
l'ospedale, sempre stando alla denuncia di «Italia Nostra» doveva avere una capienza di cinquecento posti letto, un'estensione di circa centoquarantamila metri quadrati e conseguentemente si doveva procedere alla contemporanea dismissione degli Ospedali di Massa e di Carrara;
nelle successive e ripetute riunioni dei Consigli Comunali sia di Massa che di Carrara, purtroppo, non sono mancate valutazioni di carattere campanilistico anziché argomentazioni fondate su criteri di praticabilità, efficienza, funzionalità, convenienza economica, sostenibilità ambientale, salubrità del sito, qualità del ricovero;
a distanza di sette anni dalla Conferenza dei Sindaci molte cose sono cambiate. Infatti, l'Ospedale di Carrara non sarà dismesso ma trasformato nel Distretto Sanitario di quel comune mentre nella vicina Massa si discute ancora se e come dismettere l'Ospedale e realizzare, non si sa dove, un nuovo Distretto sanitario;
il nuovo Ospedale provinciale, intanto, non c'è più (pare, nemmeno nelle intenzioni) ed al suo posto sorgerà un ospedale per soli trecentocinquanta posti letto, su un'area ridotta della metà rispetto a quella originariamente prevista con il risultato che lo spazio esterno sarà privo di verde e con parcheggi insufficienti;
in questi sette anni anche i costi (allora sottovalutati) per la bonifica del terreno paludoso sono lievitati ed ammontano a quasi 5 milioni di euro, con possibilità che questa stima vada rivista al rialzo senza poter mai garantire la salubrità. A tal proposito, si rimarca che l'area è considerata a pericolosità idraulica per le esondazioni del torrente Brugiano da parte dell'Ufficio Regionale per la Tutela delle Acque e del Territorio di Massa Carrara;
si segnala, inoltre, che i costi per la realizzazione delle opere lieviteranno come conferma lo stesso Ufficio Regionale il quale evidenzia la necessità di un'adeguata

campagna geognostica preliminare alla progettazione definitiva delle opere, considerando il particolare assetto idrogeologico dell'area;
il sito individuato è soggetto, ai sensi del nuovo codice del paesaggio recentemente approvato, ad ulteriori vincoli paesaggistici in quanto è presente un bosco importante essendo l'ultimo antico bosco planiziale della pianura apuana, senza dimenticare l'opposizione molto determinata dei proprietari che dovranno essere espropriati ed hanno già presentato ricorso al Consiglio di Stato per i notevoli costi economici ed ambientali del sito viale Mattei;
la mancanza dei presupposti per l'autorizzazione paesaggistica dovrebbe indurre le amministrazioni interessate a prevedere un sito idoneo e sostenibile quale Montepepe, o anche Villa Cenci, per la realizzazione del nuovo ospedale -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti suesposti e se non ritenga che, nel caso di specie, non sussistano i presupposti per la concessione dell'autorizzazione paesaggistica.
(4-00176)

TESTO AGGIORNATO AL 16 GIUGNO 2008

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DIFESA

Interrogazione a risposta in Commissione:

CAVALLARO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
in data 12 maggio 2008 il quotidiano Il Messaggero di Roma, nella pagina della cronaca della Provincia di Macerata dava notizia della tragica prematura scomparsa in data 16 marzo 2008 di Francesco Rinaldelli, alpino di Potenza Picena, (Macerata) il cui decesso era stato causato da una grave forma di linfoma di Hodgkin;
il militare si era ammalato nel 2004 dopo aver ricevuto le rituali somministrazioni di vaccino durante il servizio come militare;
nel riferito articolo si esponeva il possibile collegamento con altri precedenti decessi di militari a cui era stato somministrato il vaccino, fra cui quello di Corrado Corradini, deceduto il 16 maggio 1996, ed un più recente decesso, in un terzo caso sospetto, di un marinaio di cui non vengono indicate nell'articolo le generalità ed il tempo del decesso;
risulta essere stato costituito un «Comitato nazionale di danneggiati dal vaccino», guidato dalla signora Nadia Galli, che ha dimostrato interesse al caso e ritiene correlabili alcune patologie con esito mortale, come quella che ha causato il decesso del Rinaldelli, manifestate da giovani militari e la intervenuta somministrazione dei vaccini;
la stessa Commissione di inchiesta sull'uranio impoveritoha preso in esame i possibili effetti nocivi correlabili con le vaccinazioni cui sono sottoposti i militari giungendo alla conclusione che il tema avrebbe meritato seri approfondimenti, anche alla luce dei differenti lavori scientifici;
è ovviamente di rilevante interesse pubblico non solo accertare quanto effettivamente accaduto nei casi segnalati, ma svolgere anche più generali indagini ed interventi onde evitare che vi possa essere un rischio per la salute per i giovani militari -:
quali indagini, accertamenti e ricerche sia sui casi specificamente segnalati sopra sia sul tema generale della possibile nocività di vaccini somministrati a militari abbia fatto o intenda fare il ministero della difesa, d'intesa con altre amministrazioni interessate e specialmente con l'amministrazione sanitaria civile;
di conoscere quali eventuali iniziative intenda assumere o abbia assunto in merito il Ministro della difesa.
(5-00034)

Interrogazione a risposta scritta:

MISIANI, SANGA, STUCCHI e GREGORIO FONTANA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
nel quartiere di Zingonia, in comune di Verdellino (Bergamo), è sita la caserma dei Carabinieri, in posizione mediana rispetto ai comuni di Boltiere, Ciserano e lo stesso Verdellino;
nei 3 comuni la presenza di cittadini extracomunitari, iscritti all'anagrafe, risulta essere del 15 per cento in rapporto alla popolazione ivi residente, mentre nel quartiere di Zingonia ammonta ad oltre il 50 per cento dei 5.000 residenti della zona;
in tempi recenti, a causa dell'aumentato degrado urbano e sociale della zona, dovuto a questioni di diffusa illegalità, per lo più legate al problema della prostituzione e della droga, le cui degenerazioni sfociano spesse volte in risse e scontri fra bande rivali di cittadini extracomunitari o comunitari dell'est Europa, sono aumentati anche gli sforzi delle forze dell'ordine per fornire una adeguata sicurezza dei propri cittadini e del territorio;
questi aumentati fatti criminosi portano all'esigenza di un ampliamento dell'attuale caserma di Verdellino, mediante la realizzazione di una tenenza dei Carabinieri in luogo dell'attuale stazione; l'edificio, che attualmente ospita la caserma, e la zona circostante lo stesso, sono di proprietà del comune di Verdellino il quale si è reso disponibile ad assumersi gli oneri finanziari, insieme ai comuni di Boltiere e Ciserano, con i quali ha stipulato un protocollo d'intesa, per i necessari interventi ampliativi -:
se, a fronte di questo preoccupante aumento di fenomeni di criminalità nella zona, non ravvisi la necessità di dare il proprio contributo, di uomini e risorse finanziarie, per poter mettere i comuni sopra citati nelle condizioni di ampliare la caserma di Verdellino, istituendo una tenenza dei Carabinieri, al fine di fornire quel necessario e quanto mai opportuno sostegno all'azione di controllo dell'ordine pubblico svolto anche dalle amministrazioni comunali interessate.
(4-00157)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:

MUSSOLINI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nei prossimi giorni e comunque entro il prossimo mese di giugno 2008 l'Agenzia del demanio indirà l'asta per la vendita di alcuni immobili commerciali;
tra i conduttori di tali beni ve ne sono alcuni che da decenni, in regola con ogni forma di obbligo nei confronti della proprietà, hanno in uso il bene dove gestiscono piccole ma virtuose attività economiche;
la legge secondo la quale si procederà alla vendita non sarà la n. 410 del 2001, la quale prevedeva il diritto di prelazione a favore del conduttore, bensì la n. 311 del 2004, la quale all'articolo 1, commi 436, 437 e 438 prevede la prelazione successiva all'asta ovvero il diritto di prelazione in relazione alla migliore offerta;
tale modifica normativa, di fatto, rischia di gettare sulla strada onesti ed operosi artigiani, piccoli imprenditori, professionisti, in oggettive difficoltà nel procedere all'acquisto secondo tali disposizioni -:
se e quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato tendenti sia a sospendere le procedure di vendita all'asta per i beni in argomento che per promuovere interventi legislativi a carattere di necessità e urgenza per modificare le norme esistenti.
(4-00161)

DE CORATO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il cinque per mille è una tipologia di contribuzione per mezzo della quale un cittadino può vincolare una quota delle propria denuncia Irpef al sostegno di alcune categorie beneficiarie;
la legge finanziaria per il 2006 ha previsto in via sperimentale la possibilità per il cittadino di vincolare la quota dell'imposta sul reddito delle persone fisiche a sostegno di: a) associazioni di volontariato e organizzazioni non lucrative di utilità sociale (onlus) e associazioni di promozione sociale iscritte negli appositi registri; b) Comune di residenza per il finanziamento di attività sociali organizzate e svolte dallo stesso; c) enti della ricerca sanitaria; d) enti della ricerca scientifica e universitaria;
la legge finanziaria per il 2007, al comma 1234 dell'articolo 1, ha ridefinito le categorie beneficiarie, escludendo i Comuni;
la stessa legge n. 296 del 27 dicembre 2006, al comma 1237 dell'articolo 1, ha introdotto un tetto massimo di erogazione del cinque per mille a 250 milioni di euro;
inoltre, ad avviso dell'interrogante, qualora l'importo fosse superiore a 250 milioni di euro, risulterebbe dubbia la costituzionalità di sottrarre fondi destinati a un'iniziativa denominata «cinque per mille», che di fatto non sarebbe più tale, in quanto la percentuale risulterebbe automaticamente inferiore -:
se il Ministro intenda assumere iniziative normative volte:
a) ripristinare, come previsto dalla legge finanziaria 2006, la possibilità per i comuni di accedere al finanziamento del cinque per mille;
b) stabilire che i contributi versati grazie al cinque per mille siano devoluti all'ente beneficiario in tempi ragionevolmente brevi;
c) prevedere la possibilità che l'istituto del cinque per mille sia disciplinato su base permanente da una legge dello Stato e non sia più determinato, di anno in anno dalla legge finanziaria;
quale sia la percentuale di adesione al cinque per mille relativamente all'anno 2007 e l'importo stimato.
(4-00171)

VIETTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'ex Ministro Padoa Schioppa, pochi giorni prima di lasciare l'incarico, ha firmato il decreto per riconoscere il premio di produzione ai dipendenti del Ministero dell'economia e delle finanze, escludendo ancora una volta la Guardia di Finanza, nonostante il Parlamento avesse sollecitato il Governo ad includerla;
il Cocer, Comitato di rappresentanza della Guardia di Finanza, ha denunciato l'esclusione dei suoi 64 mila addetti dal citato premio di produzione per la lotta all'evasione;
l'ex ministro, pur riconoscendo l'impegno politico assunto dal Governo in Parlamento, tanto da ritenere opportuno interessare il Consiglio di Stato, non ha incluso nel premio gli uomini della Guardia di Finanza -:
quali misure il Governo intenda intraprendere per risolvere una vicenda che non valorizza adeguatamente il lavoro svolto dal corpo della Guardia di Finanza, i cui uomini sono quotidianamente impegnati nella lotta all'evasione ed al contrasto del traffico di stupefacenti, in modo non meno decisivo degli altri apparati dello Stato.
(4-00172)

MUSSOLINI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi si sarebbe dovuto tenere un incontro tra le autorità preposte

avente ad oggetto il concorso per il passaggio alla terza area funzionale di personale della Agenzia delle entrate;
tale incontro assume molto rilievo in funzione delle aspettative alla indizione del concorso da parte delle numerose risorse attualmente allocate nella seconda area funzionale;
il concorso, ancorché coinvolgente numerose risorse, porterebbe al passaggio al livello successivo solo 1/6 dei partecipanti ma avrebbe l'effetto di aumentare il potenziale di efficienza e di efficacia della azione di un così importante organismo statuale -:
se e quali iniziative intendano assumere i Ministri interrogati tendenti ad accelerare le procedure utili alla indizione del bando di concorso per il passaggio di livello funzionale di professionisti al servizio dello Stato, certamente in alcun modo ascrivibili alla ormai nota categoria dei «fannulloni».
(4-00173)

TESTO AGGIORNATO AL 27 MAGGIO 2008

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GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:

CONTENTO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
recenti notizie di stampa locale hanno evidenziato le preoccupazioni espresse dalla comunità di Maniago (Pordenone) in ordine alla paventata chiusura del locale ufficio del giudice di pace;
in particolare, è stata evidenziata da più parti la possibilità che, in seguito a tale decisione, una vasta area compresa nella zona pedemontana e montana del pordenonese possa rimanere priva di un importante riferimento oggi costituito, appunto, dal giudice di pace;
anche l'amministrazione comunale teme che la scelta possa penalizzare ulteriormente il territorio soprattutto sotto il profilo di una contrazione del livello dei servizi forniti all'intero mandamento -:
se risulti ufficialmente confermata la volontà di sopprimere l'ufficio del giudice di pace di Maniago e, in caso affermativo, se tale scelta si inquadri in un progetto di ristrutturazione complessiva degli uffici giudiziari dei giudici di pace o sia limitata a quelli esistenti nel circondario del tribunale di Pordenone;
sulla base di quali elementi sia stata raggiunta tale indicazione e quali valutazioni si esprimano circa le conseguenze della decisione in ordine al servizio della giustizia con particolare riferimento al territorio maniaghese e del relativo mandamento.
(5-00031)

Interrogazioni a risposta scritta:

MISIANI, SANGA e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nell'ultima visita effettuata l'8 aprile 2008 presso la casa circondariale di Bergamo risultavano detenute oltre 400 persone, a fronte di una capienza prevista di 235 detenuti;
prima dell'emanazione della legge per la concessione di indulto del 31 luglio 2006 la popolazione detenuta aveva raggiunto la quota record di 510 individui che, a seguito dell'atto di clemenza, sono scesi sotto le 300 unità;
la struttura penitenziaria di via Gleno si sta avviando al «normale» sovraffollamento che negli ultimi anni ha fissato il numero di detenuti attorno ai 470-480, con celle dove sono normalmente contenute il doppio delle persone previste;
una nuova sezione nell'area penale, originariamente indicata per la custodia attenuata, è stata ultimata da oltre un anno, con una capacità di accoglienza di 100 posti letto in celle nuove da due detenuti per stanza, risulta tuttora inutilizzata -:
se il ministero sia a conoscenza della specifica situazione della mancata apertura della nuova sezione per la custodia

attenuata presso la casa circondariale di Bergamo, i cui lavori di predisposizione sono terminati da oltre un anno;
se il ministero non ritenga necessario ed urgente un proprio intervento volto a garantire l'immediata apertura funzionale della sezione in oggetto, definendone la destinazione e la dotazione infrastrutturale e di personale;
se il ministero non ritenga opportuno individuare con precisione i problemi oggettivi e le responsabilità soggettive del Dap o del Prap-Lombardia che non hanno permesso alla direzione della casa circondariale di utilizzare la struttura per un così lungo tempo, a fronte della necessità impellente di spazi vitali nella stessa casa circondariale e nella rete carceraria italiana.
(4-00156)

MISIANI e SANGA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il consorzio Astrea, che fornisce il servizio di verbalizzazione e trascrizione dei processi su tutto il territorio nazionale, ha deciso di sospendere le proprie attività, motivando questa scelta con la sospensione dei pagamenti da parte del Ministero della giustizia che, secondo quanto riportato in un comunicato stampa del consorzio stesso, «non ha provveduto a disporre il pagamento né il saldo delle competenze maturate nel 2007 né tanto meno dell'intera attività prestata nel 2008»;
i dipendenti del Consorzio rischiano di finire entro breve tempo in cassa integrazione, poiché il consorzio non sarebbe più in grado di far fronte agli stipendi;
la sospensione delle trascrizioni sta comportando la soppressione di una serie di udienze e rallentamenti in molti altri casi, aggiungendo ulteriori disagi ad un servizio pubblico - la giustizia - da tempo alle prese con gravissimi problemi organizzativi legati alla carenza di risorse umane e finanziarie;
l'Unione camere penali, in una lettera a firma del presidente e del segretario, ha sollecitato l'intervento del Ministro della giustizia, ricordando che la mancata registrazione delle udienze «non è soltanto un fatto organizzativo, ma incide sulla oralità del dibattimento: in altre parole rende impossibile la celebrazione di un giusto processo accusatorio con le garanzie del diritto di difesa, oltre a rallentare lo svolgimento dei singoli processi» -:
quali provvedimenti il ministero intenda adottare per porre rimedio alla situazione venutasi a creare per effetto del contenzioso in essere con il Consorzio Astrea.
(4-00167)

VICO e CONCIA. - Al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
dal 16 novembre 2006 il servizio di verbalizzazione delle udienze penali è stato appaltato a livello nazionale ad un unico Consorzio;
sono stati riscontrati, sin da subito, mancanza di qualità nelle trascrizioni, oltreché gravissimi disservizi e ritardi (nonostante in molti Tribunali vengano dati termini di consegna diversi da quelli stabiliti dal contratto!), provati dalle penalità applicate al Consorzio aggiudicatario dell'appalto e culminati con documenti di protesta di varie Camere Penali locali e con uno sciopero degli avvocati del Foro di Catanzaro il giorno 4 giugno 2007 con presa di posizione dell'Unione delle Camere Penali Italiane (vedi delibera del 16 maggio 2007);
anche molti Magistrati hanno segnalato, con denunce al Consorzio e richiami al Ministero (vedi ad esempio Tribunale di Venezia, Pinerolo, Agrigento, eccetera), lo stato di disagio causato dal nuovo tipo di contratto, dovendo - ad esempio - ricordare a memoria le fasi processuali, non essendo - a distanza di tempo - in possesso dei verbali di udienza ovvero in possesso del solo verbale sintetico del Cancelliere a causa della mancata consegna delle trascrizioni;

si ritiene leso, in molti casi, il diritto di difesa degli imputati;
molti Magistrati - soprattutto G.I.P. - sono costretti ad affidare a periti esterni le trascrizioni di delicati procedimenti per mancanza di disponibilità da parte del Consorzio ad intervenire in tempi brevi ovvero dove non esistono impianti di fonoregistrazione - tra l'altro forniti, con regolare contratto, da azienda facente parte dell'R.T.I. - aumentando così i costi della Giustizia, ma assicurando per lo meno un servizio efficiente;
ancora oggi, a distanza di quasi un anno dalla partenza del contratto e nonostante le ripetute promesse di immediata attivazione da parte del Consorzio, si riscontra la non entrata in funzione del portale telematico - tranne che in qualche località ben visibile agli occhi del Ministro (vedi Roma) - che avrebbe dovuto essere il quid pluris del nuovo sistema di trascrizione e doveva essere il vero impianto innovativo di questo contratto;
ancora oggi si riscontra che, in talune parti di Italia (vedi Calabria e Sicilia), risultano scoperte di personale le Aule Giudiziarie, ritenendo - di conseguenza - che il Consorzio aggiudicatario del contratto abbia attestato il falso al momento della formulazione dell'offerta tecnica, avendo dichiarato la completa copertura del territorio nazionale;
ancora oggi, oltreché ad un continuo viavai di persone all'interno degli Uffici e delle Aule giudiziarie senza alcun giuramento di rito (peraltro richiesto dal contratto), si verificano casi di dipendenti sottopagati o, addirittura, «a nero»;
si riscontra una lesione della privacy poiché si è persa la rintracciabilità del trascrittore, molto spesso non presente nell'Aula del dibattimento, mancando quasi dappertutto la firma apposta dallo stesso sotto la trascrizione, rischiando di causare la nullità del verbale stesso (come recitano gli articoli dal 134 al 142 del codice di procedura penale);
si ha notizia di file di trascrizione che circolano liberamente su internet, viaggiando - senza protezione - da un capo all'altro dell'Italia, col pericolo di un'intrusione da parte di hackers senza scrupoli o con interessi specifici, soprattutto per i più delicati procedimenti;
risulta evidente la presenza di numerosissime ditte subappaltatrici del contratto, inseritesi dopo la stipula dello stesso, mentre il capitolato ed il bando ne prevedevano l'elencazione ab origine e non in corso d'opera;
si può pensare che, alla scadenza naturale del contratto - due anni - vi potrà essere una situazione di monopolio in questo settore, non avendo alcun'altra azienda un fatturato specifico per poter partecipare all'eventuale futura gara e rendendo così il Consorzio attualmente detentore del contratto unico in grado di dettare regole economiche e tecniche;
risultano ancora senza giusta collocazione molti degli addetti delle ditte che, precedentemente al nuovo contratto, lavoravano con professionalità e puntualità all'interno dei nostri Tribunali;
a seguito di precedente interrogazione del 1o marzo 2007, il Ministro rispondeva in data 25 giugno 2007 che tutto andava per il meglio, non vivendo evidentemente quotidianamente la vita all'interno dei Tribunali e non conoscendo appieno ovvero conoscendolo per interposta persona la formulazione del contratto;
ad oggi la situazione in molte parti d'Italia, così come testimoniano i blocchi dei processi in Puglia, appare ancora più complicata a causa del perdurante ritardo nella corresponsione degli stipendi da parte della società Steno Consulting, una delle 17 imprese del Consorzio Astrea-Lutech a cui in ambito nazionale è stato appaltato l'intero servizio;
la condizione di precarietà occupazionale ed economica di tali lavoratori, ha spinto le organizzazioni di categoria a indire scioperi nelle aule dei Tribunali

pugliesi, bloccando o rallentando di fatto l'iter procedurale di molti processi in corso -:
quali provvedimenti il Ministro del lavoro e della previdenza sociale intenda assumere per tutelare tutti i lavoratori delle tante aziende locali che svolgevano il servizio di fonoregistrazione e trascrizione e che dal 16 novembre 2006 sono stati privati della loro occupazione e per tutelare i tanti lavoratori che all'interno del Consorzio Astrea-Lutech operano quotidianamente in condizioni di estrema precarietà, se non proprio senza alcun diritto sancito dallo Statuto dei Lavoratori e in reiterato ritardo nella corresponsione degli stipendi;
quali provvedimenti il Ministro della giustizia intenda assumere per rimuovere questa gravissima situazione affinché lo stesso diritto di difesa sia garantito a tutti i cittadini, ripristinando un sistema «certo» di assegnazione del servizio a livello locale o distrettuale; per risolvere le inadempienze contrattuali, e della fornitura di servizio dell'appalto nei confronti della pubblica amministrazione; per assicurare la copertura della parte di territorio nazionale privo del servizio di fonoregistrazione e trascrizione attraverso le unità lavorative che operavano con le ditte estromesse dalla gara nazionale e mai rimpiazzate con altri lavoratori dal Consorzio aggiudicatario.
(4-00174)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta scritta:

MIGLIOLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la variante di Pavullo nel Frignano alla SS12 si pone, da tempo, come ulteriore sviluppo e completamento della cosiddetta «Nuova Estense»;
questa importante infrastruttura che collega la montagna modenese alla città di Modena è stata realizzata sino ad ora dall'amministrazione provinciale e quindi agli inizi degli anni '90 trasferita all'ANAS ed inserita nel tracciato della SS12;
l'attraversamento di Pavullo nel Frignano è decisivo per superare la grave congestione del traffico verso l'appennino modenese da una parte e verso la provincia dall'altro;
l'attraversamento di Pavullo è gravemente penalizzato, tra l'altro, da una serie di curve cosiddette «del Carrai» poco dopo la località di Sant'Antonio e immediatamente dopo l'abitato di Pavullo dove la tortuosità e la forte pendenza del tracciato creano, in particolare durante il periodo invernale, un ostacolo estremamente problematico in particolare per i mezzi pesanti;
il 3 agosto 1999 provincia di Modena e comune di Modena hanno consegnato all'ANAS il progetto esecutivo di un primo stralcio dell'attraversamento di Pavullo tra «Chiozza-Capanna»;
il progetto è stato da sempre inserito nelle priorità della provincia e fa parte della cosiddetta «legge obiettivo» ed ha ottenuto il parere favorevole della regione Emilia Romagna e della Sovrintendenza per i beni ambientali e paesaggistici di Bologna -:
quali provvedimenti intenda intraprendere codesto Ministero al fine di realizzare l'intervento «attraversamento di Pavullo nel Frignano SS12 Nuova Estense» e quali interventi urgenti si intenda intraprendere per superare almeno l'attraversamento del punto critico cosiddetto «del Carrai».
(4-00153)

MIGLIOLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il collegamento autostradale Campogalliano-Sassuolo è un'opera fondamentale per il distretto ceramico che comprende i comuni di Sassuolo, Fiorano Modenese, Maranello, in provincia di Modena e che

riguarda quasi 200.000 cittadini che risiedono nel polo industriale più importante al mondo per la produzione di piastrelle ceramiche;
ogni giorno nel distretto circolano 6.300 mezzi per il trasporto merci a cui vanno aggiunte circa 18.000 operazioni di ritiro-consegna di aziende interne;
il distretto ha notevolmente incrementato la produzione e l'export passando da 329 milioni di metri quadri agli attuali 568 (+73 per cento);
il collegamento autostradale Campogalliano-Sassuolo è un'opera prevista nel contratto di programma 2007-2011 e dall'intesa generale quadro firmata recentemente fra Stato e Regione Emilia Romagna;
il CIPE nella seduta del 27 aprile 2008 ha approvato e finanziato con uno stanziamento di 234 milioni di euro il primo stralcio dell'opera, che prevede il collegamento tra Campogalliano, la tangenziale di Modena e lo scalo merci di Marzaglia;
giudicando positivamente l'approvazione di questo primo intervento che è indispensabile per collegarsi con lo scalo merci che è in fase di ultimazione, si ribadisce da una parte l'esigenza del rispetto dei tempi per la realizzazione del primo stralcio, dall'altra, la necessità, così come è previsto nell'accordo quadro, di completare l'opera e di portare al CIPE entro la fine del 2008 il progetto definitivo di tutta l'opera con il relativo finanziamento -:
quali provvedimenti intenda intraprendere codesto Ministero per rispettare gli impegni assunti, relativi alla realizzazione del primo stralcio così come deliberato dal CIPE, e per completare entro il 2008 la progettazione definitiva di tutto l'intervento al fine di realizzare al più presto l'opera di collegamento autostradale «bretella Campogalliano-Sassuolo».
(4-00155)

MARCO CARRA e COLANINNO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
dal 14 aprile sono in corso lavori di manutenzione straordinaria del ponte sul fiume Po situato nel Comune di San Benedetto Po (Mantova) e che collega tale comune a quello di Bagnolo San Vito (Mantova);
i lavori si sono resi necessari per porre rimedio ad un precedente intervento di ristrutturazione eseguito non a regola d'arte;
il suddetto ponte è di proprietà dello Stato, il quale, attraverso l'Anas, ha affidato i lavori alla ditta Pecora Spa di Pieve del Cairo (Pavia);
i lavori dovevano essere consegnati il 17 maggio 2008, ma ad oggi, tutto ciò non si è verificato ed i tempi di consegna restano molto vaghi;
la chiusura al traffico in entrambi i sensi di marcia sta determinando una grave crisi del tessuto produttivo locale -:
quali iniziative intenda assumere per favorire una rapida conclusione dei lavori al fine di ristabilire una situazione di normalità;
se non si intenda utilizzare i fondi destinati alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina per migliorare i ponti esistenti in attraversamento del fiume Po.
(4-00166)

TESTO AGGIORNATO AL 28 LUGLIO 2010

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INTERNO

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
nell'area del Valdarno ricompresa tra le province di Arezzo e Firenze, particolarmente nel comune di Montevarchi, si registrano da tempo eventi criminosi significativi e tali da incidere sia sui livelli

ordinari di sicurezza sia sui livelli di percezione della stessa soprattutto da parte delle fasce più deboli della popolazione;
una forte presenza immigratoria non sempre opportunamente integrata, nonché le effettive presenze di contrasto della criminalità sul territorio, sono probabilmente concause di una situazione di difficoltà per aree semiurbane quali il Valdarno che hanno ormai problematiche metropolitane e presenze dello Stato limitate -:
quali urgenti iniziative si intendano assumere per un contrasto più efficace alla criminalità nel Valdarno considerando anche l'ipotesi di rafforzamento della presenza su tale territorio delle Forze dell'ordine.
(2-00015) «Migliori, Bianconi».

Interrogazione a risposta orale:

MUSSOLINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data domenica 18 maggio 2008 il Coordinatore regionale veneto di Azione sociale, Alex Cioni, ha rinvenuto nella cassetta della posta della sua abitazione di Torrebelvicino una busta recapitata a mano con all'interno due proiettili di piccolo calibro (uno 7.65 e uno più piccolo) nonché un foglio formato A4, bianco, piegato in quattro, sul quale erano state attaccate delle lettere dell'alfabeto ritagliate dai giornali, che componevano la scritta: «Pagherete tutto - Pagherete caro», con la firma - stampata - del simbolo «Antifascismo militante»;
l'esponente politico l'ha consegnata alla Digos che ha provveduto al sequestro e ad avviare gli accertamenti di rito, affidando i reperti alla Polizia scientifica di Padova per i primi accertamenti;
recentemente l'esponente di Azione sociale era già stato oggetto di minacce e aggressioni, verbali e fisiche, verosimilmente a causa dell'impegno di Azione sociale sul territorio contro il nuovo centro sociale di Schio e per l'essere da anni il promotore della commemorazione dell'Eccidio di Schio;
è di assoluta gravità come un esponente politico, presentatosi da ultimo come candidato alla presidenza della Provincia di Vicenza nel 2007, con un ruolo apicale all'interno di un partito che ha propri rappresentanti in Parlamento e in numerose amministrazioni su tutto il territorio nazionale, possa essere impunemente e reiteratamente vittima di così aperte e vigliacche minacce -:
quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato per garantire il libero esercizio dei più elementari diritti civili e, in particolare, della attività politica nella provincia e nella città di Vicenza, sedi oramai da troppo tempo di inqualificabili quanto impuniti gesti di intimidazione e violenza contro dirigenti ed esponenti della destra italiana rappresentata da Azione sociale.
(3-00010)

Interrogazioni a risposta scritta:

MIGLIOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nell'ambito della provincia di Modena si è realizzato da tempo, un sistema di soccorso caratterizzato da un forte decentramento sul territorio (47 comuni) con una positiva sinergia tra il Comando dei Vigili del Fuoco, gli enti locali (Regione, Provincia e Comuni), e il personale stesso dei Vigili teso a garantire ai cittadini un soccorso rapido ed efficace;
in più occasioni le organizzazioni sindacali hanno denunciato sugli organi di stampa le difficoltà che il personale del Comando provinciale e dei distaccamenti territoriali incontrano nello svolgimento delle attività di soccorso e ciò a causa in primo luogo delle carenze di personale a cui si è fatto fronte, negli ultimi mesi, con parziali integrazioni e sostituzioni;

in particolare da tempo si richiede il riconoscimento della sede del distaccamento di Vignola come sede permanente dunque con l'assegnazione definitiva del relativo personale;
si ricorda a tal fine l'impegno dell'amministrazione comunale per la realizzazione a proprio carico nell'ambito del «Polo della sicurezza», della nuova sede dei Vigili del Fuoco in sostituzione dell'attuale, istituita nel 2000 e che il Ministero nel 2003 ha istituito attraverso il decreto relativo, ma con la categoria «misto» -:
se e in quali tempi sia prevista la trasformazione del distaccamento di Vignola in sede permanente con l'assegnazione del relativo personale qualificato necessario per il corretto funzionamento del distaccamento stesso, ciò al fine di non vanificare gli sforzi di questi ultimi anni per garantire il servizio di soccorso adeguato al territorio della provincia di Modena.
(4-00158)

FRANZOSO e PATARINO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte del 20 maggio 2008, le due auto del Sindaco di Castellaneta (Taranto), Italo D'Alessandro, parcheggiate nei pressi della sua abitazione venivano date alle fiamme;
sull'attentato che, secondo quanto accertato dai Vigili del fuoco, sarebbe di natura dolosa, stanno ora indagando i Carabinieri e gli agenti della Digos di Taranto;
il 13 maggio 2008 furono trovate, sui tettucci delle auto dello stesso Sindaco, due bottiglie contenenti liquido infiammabile;
a Castellaneta, negli ultimi due anni, si sono verificati numerosi attentati e atti criminosi, ai danni del Consigliere Comunale Annibale Cassano e altri esponenti politici locali;
se non si individuano immediatamente i colpevoli degli attentati si rischia di giungere al culmine dell'emergenza democratica -:
quali misure intenda adottare affinché sia tutelata l'incolumità dei pubblici amministratori, oltre a quella di tutti i cittadini, ripristinando quella serenità indispensabile e necessaria per poter svolgere le funzioni istituzionali e nel rispetto della civile convivenza.
(4-00160)

ANGELA NAPOLI, DIMA e TRAVERSA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella giornata del 20 maggio 2008 quattro testimoni di giustizia, Carmelina, Salvatore, Rosa e Maria Castiglione, ad unico nucleo familiare, originari di Strongoli (Crotone), hanno manifestato davanti la sede del Ministero dell'Interno, perché si considerano «abbandonati e penalizzati» dallo Stato;
negli ultimi mesi si è ampliata la protesta da parte di altri testimoni di giustizia, Giuseppe Masciari, Giuseppe Grasso, Francesca Franzè, Nello Ruello, tutti testimoni in importanti processi contro uomini della 'ndrangheta;
le citate proteste impongono la rivisitazione delle norme vigenti in materia nonché la soluzione delle problematiche che investono e che sono denunziate dalla quasi totalità dei testimoni di giustizia, che alla data del 30 aprile 2007, risultano soltanto 71;
il Primo Comitato della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare nella XV legislatura ha svolto un'attività d'inchiesta sui testimoni di giustizia e si è fatto promotore di una relazione, approvata all'unanimità, con la quale, dopo aver elencato le problematiche e gli aspetti critici che sono stati rappresentati con maggiore frequenza dai vari testimoni di giustizia auditi, ha proposto al Parlamento una riforma del sistema;

tra i principali punti di criticità evidenziati sono apparsi prioritari, proprio quelli oggetto delle varie proteste di questi ultimi mesi, ossia le difficoltà riscontrate nel reinserimento nel contesto socio-lavorativo, l'inadeguatezza delle misure di protezione, le difficoltà nell'accesso alle agevolazioni bancarie, l'impossibilità di fare stabile affidamento sull'ausilio di professionisti, di tecnici, ovvero di veri e propri consulenti e, quindi, le condizioni di isolamento nelle quali vengono a ritrovarsi pressoché tutti i testimoni di giustizia ed i loro familiari -:
quali urgenti iniziative, anche di carattere normativo, intenda attuare per garantire tutti i testimoni di giustizia ed incentivare le testimonianze delle persone offese dai vari reati commessi dalla criminalità organizzata;
in particolare, di quali elementi propositivi contenuti nella «Relazione sui Testimoni di Giustizia», approvata dalla Commissione Antimafia nella seduta del 19 febbraio 2008 e trasmessa al Parlamento, intenda avvalersi affinché vengano garantiti tutti i testimoni di giustizia.
(4-00162)

MUSSOLINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 21 maggio 2008 il Consiglio dei Ministri ha approvato il cosiddetto «pacchetto sicurezza», dando un importante segnale di contrasto alla criminalità e di attenzione alla sicurezza dei cittadini;
l'insieme di norme approvate, che passerà in alcuni suoi punti al vaglio parlamentare, presuppone che le Forze dell'Ordine, nel loro complesso, possano operare a piene risorse, umane e materiali;
tale presupposto, a parere dell'interrogante, non potrà essere garantito poiché ancora vengono utilizzati uomini e mezzi della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di finanza a presidio di luoghi e/o persone oggettivamente prive della necessità di scorta, sicurezza e tutela;
nella consapevolezza che sia spesso l'autorità prefettizia competente per territorio a deliberare in ordine ai servizi di scorta, tutela, sicurezza e vigilanza a favore di luoghi sensibili e soggetti a rischio e a coordinarne l'esercizio, è necessario provvedere ad effettuare una rapida e attenta ricognizione di tutto il personale impegnato in tali compiti per efficientarne l'utilizzo;
a mero titolo esemplificativo e senza alcuno spirito critico, l'ex Ministro dell'interno, prof. Giuliano Amato, ha di fronte alla propria abitazione romana per 24 ore continuative una macchina con personale in borghese che si presume appartenere alla Polizia di Stato;
analogamente, nella sola città di Roma sono impegnati continuativamente di fronte alle sedi diplomatiche di molti Paesi numerosi mezzi e personale in divisa appartenente alle Forze dell'ordine, circostanza questa che non si riscontra nelle capitali dei principali Paesi europei, quali - a solo titolo esemplicativo - Francia e Gran Bretagna -:
se e quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato tendenti a recuperare il maggior numero di operatori di polizia al servizio attivo a tutela e sicurezza di tutti i cittadini, anche e soprattutto riportando in strada le centinaia di essi chiusi negli uffici o presso strutture amministrative dello Stato.
(4-00177)

FAVA, ALESSANDRI, GRIMOLDI, TORAZZI, COMAROLI e STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da quanto si apprende dalle notizie riportate dagli organi di stampa in data 25 maggio è stata indetta dall'associazione «Bangladesch Parischad Mantova» una riunione presso la sala civica del Comune di Suzzara finalizzata ad organizzare azioni di protesta contro i quotidiani locali

«responsabili», secondo gli organizzatori, di una campagna offensiva nei riguardi dell'Islam;
i giornalisti della stampa locale sono accusati di aver raccontato le attività svolte dal «Gruppo islamico Europa», collegato alla comunità islamica presente nel territorio del comune di Mantova;
le accuse rivolte alla stampa locale si riferiscono alla pubblicazione di alcuni documenti del «Gruppo Islamico Europa» nei quali si inneggia alla rivoluzione islamica, alla guerra santa e al rifiuto di qualsiasi normativa dello Stato italiano contraria alla legge coranica. In seguito al ritrovamento di questi documenti sono state avviate delle indagini da parte delle forze dell'ordine;
l'articolo 21 della Costituzione riconosce esplicitamente che: «la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure» (...) «sono vietate le pubblicazioni a stampa contrarie al buon costume». Riportare le attività di gruppi eversivi che si ispirano al fondamentalismo islamico rifiutando di accettare le regole della comunità ospitante in nome di un'integralista interpretazione di dettami religiosi non può certamente essere considerata in alcun modo una mancanza di rispetto nei confronti del principio della libertà religiosa ex articolo 19 della Costituzione;
in Italia l'aumento esponenziale del fenomeno dell'immigrazione da paesi di cultura islamica ha messo a dura prova le politiche di integrazione facendo emergere problematiche di diversa natura estremamente complicate e difficili da dirimere. Se da un lato è difatti connaturata nella storia democratica del nostro Paese una politica di integrazione e tolleranza dall'altro lato non è più accettabile procrastinare interventi volti a garantire il rispetto della legalità da parte delle comunità musulmane presenti nel nostro territorio;
nel nostro Paese gli uomini e le donne di fede musulmana sono circa un milione, poco più di diecimila invece gli italiani convertiti all'Islam. Di fondamentale importanza è analizzare come si è organizzata questa comunità in Italia, dove opera, come agisce e da chi è finanziata;
in Italia il fenomeno sociale della diffusione di centri islamici e moschee, in molti casi abusivi, sta subendo negli ultimi anni un'allarmante crescita. Nel giro di poco tempo sono sorte in tutta Italia: moschee di dimensioni enormi, centri culturali e religiosi, scuole coraniche e attività commerciali gestite direttamente dalle comunità musulmane (macellerie, phone center eccetera);
molti immigrati, superata la fase di adattamento e di risposta alle prime necessità di sopravvivenza, si trovano a dover scegliere a quale modello culturale fare riferimento. Questa doppia identità sfocia per molti di loro nell'odio ideologico e nel tentativo anche violento di affermare la superiorità delle proprie dimensioni culturali e di fede rispetto a un mondo che in termini storici non sentono proprio;
sempre più spesso, stando alle notizie pubblicate dagli organi d'informazione, ci troviamo dinnanzi a casi emblematici dove è facilmente riscontrabile da un lato il manifesto rifiuto da parte delle comunità musulmane presenti in Italia di rispettare le normative vigenti e di adeguarsi alle regole comportamentali e culturali del nostro Paese e dall'altro lato l'atteggiamento superficiale delle istituzioni che non comprendendone i rischi adottano secondo gli interroganti semplicistiche soluzioni, mettendo conseguentemente in pericolo la sicurezza dei cittadini;
il mantenimento di questa costosissima rete di associazioni islamiche in Italia è impensabile senza il sostegno e la solidarietà di moschee, centri universitari, donazioni, finanziamenti di Stati e banche che hanno come obiettivo la «diffusione della fede» (da'wa). È ipotizzabile, inoltre, che i finanziamenti di queste attività, avvengano anche attraverso strutture parallele

formate da commerci illeciti, riciclaggio di denaro, sfruttamento dell'immigrazione;
l'Islam si presenta fin dalle origini come un progetto globale che include tutti gli aspetti delta vita. Include un modo di vivere, di comportarsi, di concepire il matrimonio, la famiglia, l'educazione dei figli, perfino l'alimentazione. In questo sistema di vita è compreso anche l'aspetto politico: come organizzare lo Stato, come agire con gli altri popoli, come rapportarsi in questioni di guerra e di pace, come relazionarsi agli stranieri, eccetera. Tutti questi aspetti sono stati codificati a partire dal Corano e dalla sunna e sono rimasti «congelati» nei secoli. La legge religiosa determina la legge civile e gestisce la vita privata e sociale di chiunque vive in un contesto musulmano, e se questa prospettiva è destinata a rimanere immutata come è accaduto finora, la convivenza con chi non appartiene alla comunità islamica non può che risultare difficile;
la legge islamica, rivolgendosi l'Islam a tutta l'umanità, è una legge personale e non dipende in nessun modo dall'elemento territoriale. La stessa nazionalità non è collegata, come avviene nella tradizione occidentale, allo jus sanguinis e allo jus loci, ma allo jus religionis, cioè, alla appartenenza ad una comunità di credenti che non è legata all'esistenza di un'entità statuale;
mentre oramai è palese che anche in Italia all'interno di alcune comunità islamiche si annidi la presenza di gruppi eversivi allo stesso tempo non è invece facilmente riscontrabile una collaborazione con le Forze dell'ordine e la magistratura da parte di quei musulmani che si dichiarano moderati e che continuano a chiedere diritti dimostrando la volontà di volersi integrare nella nostra società;
è stato più volte documentato da fonti giornalistiche che molto spesso, in occasione di funzioni religiose o di semplici incontri associativi, gli imam predicano odio nei confronti della cultura occidentale e sentenziano condanne contro tutti coloro che non si comportano secondo i dettami coranici (inutile ribadire come questi, in molti casi, siano antitetici ai principi e ai valori su cui è fondata la nostra tradizione culturale e che come tali si ritrovano anche nella Costituzione italiana);
è necessario quindi ribadire come non vi potrà mai essere integrazione senza la preventiva accettazione da parte di tutta la comunità islamica del principio fondamentale della separazione inequivocabile tra la sfera laica e quella religiosa e delle normative vigenti in materia di libertà individuale e di pensiero, di obbligo scolastico, di autodeterminazione e di uguaglianza formale di tutti i cittadini davanti alla legge, lo status giuridico o religioso delle donne, il rispetto del diritto di famiglia e dell'istituto del matrimonio, dei minori e dei non credenti e il trattamento degli animali;
l'assenza di azioni istituzionali volte a scoraggiare tale fenomeno ha conseguentemente portato alla diffusione di uno stato di illegalità nel quale le organizzazioni islamiche di matrice fondamentalista hanno potuto operare in piena libertà -:
quali provvedimenti intenda adottare per evitare che episodi come quelli descritti in premessa, possano rappresentare un concreto rischio per l'ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini.
(4-00178)

TESTO AGGIORNATO AL 18 GIUGNO 2008

...

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
l'Associazione «Casa del Sole» opera da circa quaranta anni nel settore socio - sanitario, offrendo una gamma di servizi volti alla riabilitazione e scolarizzazione di bambini cerebropatici con «difficoltà di apprendimento» medio - gravi e autistici;

nel «Centro Diurno di San Silvestro (Mantova)» funzionano sezioni di:
- 6 sezioni di scuola dell'infanzia paritaria (composte da 21 alunni)
- 10 classi di scuola primaria paritaria (composte da 53 alunni)
- 8 classi di scuola primaria statale (composte da 32 alunni);
l'intervento educativo - scolastico si realizza, pur se all'interno di un gruppo - classe, secondo percorsi personalizzati, attraverso una metodologia particolare, il Trattamento Pedagogico Globale, che garantisce concretamente un miglioramento della qualità di vita dei bambini e ragazzi che frequentano il «Centro» in parola;
il Ministro in indirizzo, con comunicazione del 12 maggio 2008, su indicazione del Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale di Milano, ha revocato la Convenzione che regola i rapporti tra la Scuola Primaria Statale della «Casa del Sole» e il Ministero della pubblica istruzione, specificando che «... a partire dal prossimo anno scolastico, è intenzione dell'Ufficio Scolastico Regionale ridefinire gli accordi con la «Casa del Sole» su basi economicamente meno gravose»;
la suddetta «Convenzione», sottoscritta dai soggetti interessati in data 29 luglio 2005, prevede che gli insegnanti della scuola primaria statale possano svolgere 34 ore settimanali di servizio, aggiungendo alle 24 contrattuali, 10 ore straordinarie retribuite dall'Amministrazione statale;
in caso di «nuova Convenzione» che non preveda alcuna ora straordinaria per gli 8 insegnanti in servizio, ma il solo orario settimanale contrattuale di 22+2 ore, la Casa del Sole dovrebbe assumersi, per attuare in modo corretto il proprio intervento globale, la copertura di oltre 3.200 ore annue, pari ad una spesa di 70.000 euro;
per quanto riguarda la Scuola dell'Infanzia paritaria, (il cui finanziamento sarebbe stato notevolmente ridotto passando dai 107.581,26 euro assegnati per l'anno scolastico 2006-2007 ai 38.938,00 dell'anno scolastico 2007-2008), l'Ufficio Scolastico Regionale di Milano avrebbe comunicato alla Casa del Sole l'intenzione di disconoscere la natura giuridica di «scuola paritaria» sulla base dell'errata interpretazione della «Scuola della Casa del Sole» come «Scuola Speciale» anziché «Scuola con Particolari Finalità», tuttora prevista e regolata dall'ordinamento scolastico;
analoga decisione potrebbe verificarsi relativamente alla Scuola Primaria Paritaria Elementare della Casa del Sole, la cui Convenzione scade il 31 agosto 2008. Ciò comporterebbe la perdita del relativo finanziamento statale, il cui ammontare è di circa 193.670,00 euro;
in definitiva, le conseguenze economiche del mancato rinnovo delle convenzioni si concretizzerebbero per la Casa del Sole nel taglio di circa 332.670 euro di risorse finanziarie, determinando 70.000 euro in meno per le ore straordinari e degli 8 insegnanti statali; 69.000 euro (107.581 se dovesse scomparire la Scuola paritaria) in meno per la Scuola dell'Infanzia e 193.670 euro in meno a seguito del mancato rinnovo della Convenzione per la Scuola Primaria Paritaria;
nel 2002 l'Associazione ha ottenuto la certificazione del sistema qualità UNI EN ISO 9001-2000 riconfermata nel gennaio 2004 per le attività educative e riabilitative svolte nella sede di San Silvestro -:
se non ritenga opportuno rinnovare le relative Convenzioni stipulate con la «Scuola Casa del Sole», le cui caratteristiche e particolare metodologia pedagogica integrata, la equiparano alle «scuole con particolari finalità», così come previsto dal Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297, che all'articolo 324 recita: «1. Sono scuole con particolari finalità, ai sensi delle disposizioni del presente testo unico, oltre alle scuole funzionanti presso gli istituti statali per non vedenti e gli istituti statali per sordomuti anche le scuole funzionanti presso altre istituzioni

statali o convenzionate con il ministero della pubblica istruzione per speciali compiti di istruzione ed educazione di minori portatori di handicap e di minori in stato di difficoltà, nonché le scuole e gli istituti statali che si avvalgono, agli stessi fini, di interventi specializzati a carattere continuativo».
(2-00012) «Fava, Colaninno, Carra Marco, Tabacci».

Interrogazioni a risposta scritta:

BORDO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
a seguito dell'adozione della direttiva del 28 luglio 2005 n. 68, emanata dall'allora Ministro dell'istruzione, l'università e la ricerca, Letizia Moratti, si è attivato il processo di esternalizzazione dei servizi di pulizia all'interno degli edifici scolastici;
tale misura è intervenuta contestualmente alla fisiologica riduzione di organico del personale destinato alla mansione di collaboratore scolastico dovuto al blocco del turn over;
l'Ufficio Scolastico Regionale della Puglia ha dato attuazione alla nuova normativa nel giugno del 2007, stipulando una convenzione con l'impresa Dussmann Service Srl per il servizio di pulizia delle istituzioni scolastiche;
tale convenzione ha determinato una drastica riduzione del servizio di pulizia ed un proporzionale taglio del numero di ore lavorate, ridotte anche in misura del 70 per cento;
nella sola provincia di Foggia, i 176 addetti impiegati nei cosiddetti appalti storici del Ministero della Pubblica Istruzione sono passati dalla media di 372 ore di lavoro a settimana all'attuale media di 176 ore di lavoro a settimana, con una consistente decurtazione delle spettanze, passate dalla media di 800 euro mensili agli attuali 300 euro di media al mese;
i sindacati confederali e di categoria, che lamentano il mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali di categoria nella fase di definizione del piano di esternalizzazione, hanno più volte segnalato tale stato di crisi al Prefetto di Foggia, al dirigente dell'Ufficio Scolastico Regionale, all'assessorato regionale al Lavoro senza ricevere alcun cenno di riscontro -:
se e come, anche allo scopo di evitare disservizi e problemi di natura igienico-sanitaria, il Governo intenda intervenire per superare lo stato di grave disagio vissuto da migliaia di lavoratori impegnati nelle attività di fornitura dei servizi di pulizia e di altre attività ausiliarie in favore delle istituzioni scolastiche.
(4-00159)

LO PRESTI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il ministero dell'università e della ricerca, con l'ordinanza emanata in data 9 agosto 2007, ha dettato, per l'anno accademico 2007-2008, disposizioni in materia di mobilità del comparto delle Istituzioni di Alta Formazione e Specializzazione Artistica e Musicale, ovvero del personale docente, tecnico e amministrativo dei Conservatori di musica e delle Accademie di belle arti, nonché del personale tecnico ed amministrativo degli Istituti Superiori per le Industrie Artistiche, dell'Accademia Nazionale di Danza e dell'Accademia Nazionale di Arte Drammatica;
gli ex Istituti Musicali Pareggiati, sebbene facciano parte del medesimo comparto delle Istituzioni di Alta Formazione e Specializzazione, sono stati esclusi dall'ambito applicativo della citata ordinanza;
ciò appare all'interrogante come una ingiustificabile ed inammissibile disparità di trattamento, dal momento che anche agli Istituti Musicali Pareggiati si applica il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro relativo al personale del comparto delle Istituzioni di Alta Formazione e Specializzazione Artistica e Musicale, il quale,

all'articolo 4, comma 2, lettera a), prevede espressamente: «In sede di contrattazione collettiva integrativa nazionale, presso il Ministero, sono disciplinati, con cadenza annuale, i criteri generali per la mobilità interna al comparto ed intercompartimentale, disciplinando altresì eventuali residue situazioni, in particolare attinenti ai responsabili amministrativi»;
la mancata estensione delle disposizioni in materia di mobilità anche ai dipendenti di Istituti Musicali Pareggiati è dovuta probabilmente al fatto che la predetta ordinanza ministeriale si rifà all'unico contratto collettivo nazionale concernente la mobilità del comparto delle Istituzioni di Alta Formazione e Specializzazione, stipulato in data 31 maggio 2002 e mai rinnovato che, all'articolo 1, nel disporne l'ambito di applicazione, omette di menzionare il personale dipendente degli Istituti Musicali Pareggiati;
l'esclusione degli Istituti musicali potrebbe comportare l'assegnazione delle cattedre ambite per la mobilità a personale immesso in ruolo, con grave danno quindi di quei docenti di ruolo esclusi dalle procedure di mobilità -:
quali provvedimenti il Ministro interrogato intenda assumere al fine di estendere anche ai dipendenti degli ex Istituti Musicali Pareggiati le disposizioni in materia di mobilità interna al comparto, così come stabilito dal Contratto Collettivo Nazionale;
se non ritenga opportuno, al fine di evitare immotivate esclusioni, emanare una apposita circolare esplicativa che chiarisca la portata dell'ordinanza ministeriale del 9 agosto 2007, estendendo così la sua applicazione al personale docente e tecnico amministrativo dei predetti istituti.
(4-00164)

BERNARDINI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere premesso che:
sabato 10 maggio sul quotidiano Alto Adige è apparso un articolo firmato da Antonella Mattioli dal quale si apprende che, nella città di Bolzano, i gruppi consiliari comunali della SVP e di AN hanno chiesto al Comune di entrare in possesso degli elenchi dei bambini iscritti alle scuole materne;
la richiesta è stata avanzata al fine dichiarato di verificare l'appartenenza etnico-linguistica di tutti i bambini che frequentano le scuole materne di lingua tedesca per sapere se tra questi vi siano troppi iscritti di lingua italiana;
il comune di Bolzano, senza alcuna preventiva autorizzazione da parte delle famiglie dei bambini, avrebbe dunque messo a disposizione dei gruppi consiliari della SVP e di AN i predetti elenchi al punto che, dopo aver esaminato i nomi ed i cognomi in essi contenuti, lo stesso capogruppo SVP in Consiglio comunale, Oswald Ellecosta, ha dichiarato di aver scoperto che in alcune sezioni degli asili di lingua tedesca oltre il 50 per cento degli iscritti risulterebbe essere di lingua italiana;
la conoscenza degli elenchi ha pertanto consentito ai richiedenti di elaborare una sorta di «schedatura» su base etnico-linguistica, e quindi potenzialmente discriminatoria, di tutti coloro che frequentano le scuole materne di lingua tedesca con l'intenzione poi di utilizzare tali dati proprio nei confronti dei diretti interessati;
a tal proposito è utile ricordare che la normativa sul censimento linguistico attualmente vigente nella Provincia di Bolzano, nel prevedere che la richiesta di appartenenza linguistica sia resa a partire dal diciottesimo anno di età, esclude espressamente che i minori siano tenuti e-o obbligati a rilasciare a terze persone tale dichiarazione posto che, per questi ultimi, la normativa sui dati sensibili è molto più restrittiva;
giova inoltre sottolineare che la vicenda ha già prodotto un grave danno per gli effetti intimidatori che ha avuto nei

confronti delle famiglie con cognome italiano che iscrivono i propri figli alle scuole materne di lingua tedesca;
peraltro: a) il problema sollevato dai gruppi consiliari della SVP e di AN relativamente al fatto che la presenza di un numero eccessivo di bambini di altra lingua ostacolerebbe l'apprendimento dei bambini di madrelingua, non considera che il principio della funzionalità della scuola deve essere sì tutelato ma sempre nel rigoroso rispetto dei diritti dei singoli alunni i quali rimangono comunque liberi di iscriversi alle scuole di ogni ordine e grado (articolo 19 Statuto di Autonomia); b) il decreto del Presidente della Repubblica n. 301 del 15 luglio 1988 prevede procedure rigorose per affrontare i casi in cui il bambino iscritto non possegga adeguate conoscenze della lingua della scuola. La predetta procedura però può essere attivata solo caso per caso e solo per l'alunno che presenti effettivamente tale difficoltà linguistica. Trattasi di un procedimento speciale affidato all'autonomia scolastica che esclude ogni intervento di tipo diverso e-o di terzi estranei, ciò proprio al fine di evitare indesiderabili effetti di discriminazione del bambino dovuti alla sua supposta appartenenza etnico-linguistica; c) l'articolo 323 del codice penale punisce chiunque ricopra una pubblica funzione e utilizzi atti (in questo caso liste di bambini iscritti) per scopi non consentiti dalla legge; l'interrogante ritiene di estrema gravità la predetta diffusione posto che la stessa, oltre a risultare intimidatoria e potenzialmente discriminatoria, lede il diritto alla riservatezza dei diretti interessati e dei loro familiari -:
di quali elementi disponga con particolare riferimento alla notizia relativa alla diffusione dei dati verosimilmente sensibili avvenuta nel comune di Bolzano riguardante l'appartenenza etnico-linguistica dei bambini iscritti negli asili nido di lingua tedesca, e quali iniziative, nell'ambito dei propri poteri di vigilanza riconosciuti dall'articolo 19 dello Statuto di autonomia, intenda assumere affinché sia garantito l'ordinato e proficuo svolgimento dell'attività scolastica, evitando qualunque azione anche solo potenzialmente discriminatoria che coinvolga bambini iscritti negli asili nido con particolare riguardo al territorio dell'Alto Adige.
(4-00168)

...

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:

FAVA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
l'Osservatorio epidemiologico dell'ASL di Mantova e la Sezione di Epidemiologia e Statistica Medica dell'Università di Verona hanno di recente concluso uno studio finalizzato a valutare se abitare o andare a scuola in prossimità delle «industrie del legno» sia associato a un aumentato rischio di disturbi respiratori e irritativi e ad un aumentato carico socio-sanitario nella popolazione pediatrica (3-14 anni) nel Distretto sanitario di Viadana (comprendente i comuni di Bozzolo, Commessaggio, Dosolo, Gazzuolo, Marcaria, Pomponesco, Rivarolo Mantovano, Sabbioneta, S. Martino dell'Argine, Viadana). Lo studio è stato reso noto durante un incontro pubblico presso il comune di Viadana tenutosi il 13 febbraio 2008;
tra i comuni del distretto sanitario oggetto di indagine epidemiologica, due comuni (quello di Viadana e Pomponesco) sono sede di fabbriche ad alto tasso di emissioni inquinanti, mentre tre comuni (Dosolo, Gazzuolo e Sabbioneta) ospitano fabbriche a medio/basso livello di emissione; i restanti comuni risultano invece non esposti al rischio di emissioni;
obiettivo dello studio di cui sopra era effettuare un confronto sulla prevalenza di determinati sintomi (principalmente relativi

ai disturbi di tipo respiratorio) tra comuni esposti e non esposti al rischio di emissioni;
i dati emersi dallo studio sul Distretto di Viadana rilevano una prevalenza significativamente più elevata di sintomi asmatiformi nei comuni esposti (37,8 per cento) rispetto a quelli non esposti (31,1 per cento) in relazione al campione analizzato (la popolazione pediatrica);
anche per i sintomi delle vie aree e della bocca si registra una prevalenza del 44,3 per cento nei comuni esposti, nettamente superiore alla prevalenza del 36,6 per cento rilevata nei comuni non esposti;
analoghi risultati emergono dal confronto della prevalenza in relazione ai sintomi tosse e catarro (12,7 per cento nei comuni esposti, 9,6 per cento nei comuni non esposti) e ai sintomi degli occhi (35,2 per cento nei comuni esposti, 29,4 per cento nei comuni non esposti);
in sostanza, lo studio condotto sul Distretto di Viadana ha evidenziato come i bambini che vivono nei «comuni esposti» presentino sempre una prevalenza di sintomi superiore agli altri bambini; tale differenza è sempre statisticamente significativa eccetto che per la sintomatologia cutanea;
sempre dallo studio in esame è emerso come la prevalenza dei sintomi e il carico socio-sanitario tendano a decrescere all'aumentare della distanza dalle industrie del legno; tale associazione è prevalentemente dovuta alle fabbriche ad alta emissione di formaldeide e polveri;
nello specifico, nei bambini il rischio di avere sintomi aumenta al crescere del numero di fabbriche presenti nel raggio di 2 chilometri dalla loro casa o dalla loro scuola;
l'associazione di cui sopra vale per tutti i sintomi considerati ed è prevalentemente dovuta alla presenza di fabbriche ad alta emissione: l'incremento della prevalenza dei sintomi si verifica, infatti, prevalentemente per i bambini che vivono in prossimità (meno di 2 chilometri) delle fabbriche ad alta emissione, ma un eccesso di sintomi asmatiformi e di carico socio-sanitario è presente anche nei bambini che vivono in prossimità delle fabbriche a media/bassa emissione;
in termini percentuali, lo studio evidenzia che i bambini che vivono in prossimità delle fabbriche ad alta emissione presentano un incremento sostanziale della prevalenza (dal +5 per cento al +10 per cento) dei sintomi respiratori, delle prime vie aeree, dell'occhio e del sistema neurovegetativo; i bambini che vivono in prossimità di industrie a bassa/media emissione presentano invece un limitato eccesso (+5 per cento) relativo esclusivamente ai sintomi asmatiformi;
in conclusione, lo studio ha chiaramente evidenziato come il vivere nelle vicinanze delle industrie del legno sia associato a un aumento di sintomatologia respiratoria, delle prime vie aeree, degli occhi e neurovegetativa nei bambini del distretto di Viadana, principalmente attribuibile al vivere in prossimità alle industrie ad alta emissione;
le conclusioni pubblicate nello studio in titolo impongono l'adozione di specifiche misure preventive finalizzate da un lato a ridurre l'impatto ambientale delle imprese inquinanti, dall'altro lato a contrastare l'aumento della sintomatologia respiratoria rilevata nella popolazione in età pediatrica -:
se il Ministro della salute non ritenga opportuno sollecitare un'apposita indagine dell'Istituto Superiore di Sanità sul problema di cui in premessa, al fine di fornire alle autorità sanitarie interessate gli strumenti scientifici necessari a definire politiche di prevenzione mirate ed efficaci;
quali misure il Ministro dell'ambiente intenda adottare al fine di ridurre l'impatto delle emissioni inquinanti delle industrie del legno, che sono causa dell'incremento della sintomatologia respiratoria nella popolazione pediatrica del Distretto di Viadana.
(4-00165)

LO PRESTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nella Gazzetta Ufficiale n. 86 dell'11 aprile 2008 è pubblicato un comunicato recante: «Approvazione delle delibere adottate in data 30 giugno 2007 dalla Cassa Nazionale di previdenza e assistenza ragionieri e periti commerciali» che espressamente recita «Con ministeriale n.24/IX/0004657/Rag-L-39 del 20 marzo 2008 è stata approvata, di concerto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, la delibera, adottata dal Comitato dei delegati della Cassa Nazionale di previdenza e assistenza ragionieri e periti commerciali in materia di pre-iscrizione dei tirocinanti. In particolare la Cassa ha inteso modificare il Regolamento di esecuzione inserendo dopo l'articolo 10, l'articolo 10-bis, che disciplina la prescrizione per i tirocinanti iscritti nel registro di cui all'articolo 40 del decreto legislativo 28 giugno 2005, n. 139»;
tale iniziativa del Ministero del lavoro, in sé abnorme perché secondo l'interrogante travalica le disposizioni di legge primaria che sorreggono l'istituzione del nuovo albo professionale istituito a partire dal 1o gennaio 2008 e che attribuiscono alla Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti - quale unico ente previdenziale di riferimento - la tutela di tutti i laureati liberi professionisti nuovi iscritti al citato nuovo Albo dei dottori commercialisti ed esperti contabili e conseguentemente dei praticanti di quella professione;
l'approvazione del 20 marzo 2008 contraddice la posizione assunta dal Direttore generale della previdenza del Ministero del lavoro, oggi passata ad altro incarico, in occasione della audizione resa nel dicembre 2007 davanti alla Commissione bicamerale di controllo degli enti previdenziali laddove ha espressamente affermato che «è significativo sottolineare come sia i commercialisti che gli esperti contabili dovranno essere muniti di laurea per accedere all'Albo, e constatare il consolidamento della professione "laureata" rispetto a quella munita del solo diploma, titolo di studio sufficiente nel previgente sistema per l'iscrizione al Collegio dei ragionieri. Quanto sopra fa ritenere degno di valutazione, sempre ad avviso della Direzione Generale, il progetto della Cassa dottori commercialisti di accogliere al proprio interno tutti i futuri laureati»;
questa posizione del Direttore generale allora incaricato, oltre che chiara e largamente condivisa è anche coerente rispetto alle aspettative degli iscritti al nuovo ordine professionale ed è rafforzata dal mancato esercizio della delega prevista dall'articolo 4 della legge n. 34 del 2005 che, perlustrata la possibilità di far confluire la Cassa di previdenza dei ragionieri in quella dei dottori commercialisti, ha di fatto consolidato il quadro normativo facendo rilevare come nessuna unificazione è possibile tra le due Casse di previdenza;
la Cassa di previdenza dei ragionieri - per sua stessa ammissione, come si può leggere nel documento di bilancio tecnico predisposto al 31 dicembre 2003 - è ormai da considerarsi come «gestione ad esaurimento» per quella platea residuale di soggetti, la cui tutela va comunque assicurata, ma iscritta in una apposita sezione del nuovo Albo dei dottori commercialisti ed esperti contabili -:
se il ministro interrogato non ritenga di procedere, con immediatezza e, per economicità e trasparenza dell'azione amministrativa, in funzione di autotutela al ritiro della nota ministeriale del 20 marzo 2008 di approvazione della citata delibera della Cassa ragionieri sulla pre-iscrizione dei tirocinanti, onde ricondurre in coerenza con le disposizioni di legge l'operato della Direzione generale e, soprattutto, corrispondere alle esigenze e alle legittime aspettative dei giovani praticanti dottori commercialisti i quali, dopo avere conseguito la laurea, aver svolto il tirocinio e superato l'esame di Stato potranno esclusivamente essere iscritti alla Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti, come già detto, unico ente

previdenziale di riferimento di tale professione.
(4-00175)

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:

VICO, GINEFRA, LUONGO, MARGIOTTA, GRASSI, BOCCIA, MASTROMAURO, BORDO, SERVODIO, BELLANOVA, CAPANO e CONCIA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in data 19 marzo 2006 è stato sottoscritto un «Protocollo d'Intesa per il consolidamento del comparto industriale del Mobile Imbottito dell'Area Murgiana» - Matera, Bari, Taranto - tra Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero per le Attività Produttive, il Ministero dell'economia e delle finanze, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, la Regione Basilicata, la Regione Puglia, il Distretto Industriale del Mobile Imbottito di Matera, le organizzazioni sindacali CGIL CISL UIL confederali e FeNEAL FILCA FILLEA nazionali, regionali e territoriali, la CISAL, la Confindustria della Basilicata e della Puglia, la CONFAPI della Basilicata e della Puglia, API di Bari e Matera, la Confartigianato della Basilicata e della Puglia, la CNA della Basilicata e della Puglia, la CLAAI della Puglia;
obiettivo prioritario del Protocollo d'Intesa è quello di sostenere e rafforzare, attraverso l'attivazione di una procedura di Accordo di Programma e degli strumenti operativi necessari, la competitività del distretto del mobile imbottito e del territorio delle regioni Puglia e Basilicata (sede del distretto e dei Sistemi Produttivi Locali connessi);
il decreto ministeriale 3 dicembre 2007 «Attuazione in regime di esenzione delle agevolazioni previste ai sensi degli articoli 5-8 della legge n. 181 del 1989 e successive estensioni», nell'Allegato n. 1 «Comuni compresi nelle aree di crisi ex leggi 181 del 1989 e 513 del 1993», comprende i comuni, pugliesi e lucani, dell'area interessata dallo stato di crisi;
l'applicazione della legge n. 181 del 1989 ha dimostrato efficacia in situazioni analoghe, soprattutto nella capacità di generare nuovi investimenti e la contestuale ricollocazione del personale in esubero dal settore di crisi;
negli ultimi anni il Distretto Industriale del mobile imbottito - Matera, Bari, Taranto - ha subito un drastico ridimensionamento occupazionale; il solo Gruppo Natuzzi dai 12 mila addetti del 2002 è passato a 7 mila dipendenti nel 2007 e nel medesimo periodo le aziende dell'indotto che hanno chiuso l'attività sono 337 rispetto alle 500 che operavano;
nel mese di giugno 2008 scadono gli ammortizzatori sociali per 1300 lavoratori del Gruppo Natuzzi con la paventata dichiarazione di «esubero strutturale»;
i presidenti delle Regioni Puglia e Basilicata hanno chiesto un incontro urgente per avviare un tavolo per la soluzione della crisi -:
a che punto sia giunto l'iter di valutazione del Protocollo d'Intesa di cui sopra per la successiva trasformazione in Accordo di Programma Quadro;
quali siano le risorse effettivamente disponibili per dare attuazione ad una politica di rilancio dei settori in questione, tra i più significativi per il made in Italy nel mondo;
se esistano i presupposti per l'applicazione della legge 181 del 1989 per la reindustrializzazione dell'area interessata dalla crisi del settore.
(5-00032)

Interrogazione a risposta scritta:

CAPARINI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
gli Ispettorati Regionali del Ministero delle Comunicazioni sono 16 organi tecnici, presenti a livello regionale, con i quali

il ministero esplica un adeguato servizio di monitoraggio e controllo delle frequenze radio, il rilascio di autorizzazioni e licenze per stazioni radio a uso dilettantistico e amatoriale (Cb e radioamatore) e professionale, il rilascio di licenze per apparati ricetrasmittenti installati a bordo di imbarcazioni (compresi i Vhf e gli Epirb), eventuali collaudi e ispezioni periodiche, rilascio di patenti per radiotelefonista;
la razionalità e l'efficienza dell'Ispettorato Territoriale Lombardia del Ministero delle Comunicazioni è ridotta a causa della vacanza dei funzionari dirigenti e a causa della mancanza di fondi che non consente quindi di inviare i tecnici per i sopralluoghi con il conseguente blocco delle pratiche -:
come il Ministro intenda ripristinare la piena funzionalità dell'Ispettorato Territoriale Lombardia del Ministero.
(4-00163)

...

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati ritirati dal presentatore:
interpellanza Romano n. 2-00009 del 21 maggio 2008;
interpellanza Romano n. 2-00010 del 21 maggio 2008.

...

ERRATA CORRIGE

Interrogazione a risposta in commissione Polledri n. 5-00025, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n.6 del 20 maggio 2008.
Alla pagina n.148, seconda colonna, prima riga, dopo la parola «competenza» deve leggersi «a tutela» e non «attuale», come stampato.