XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 13/5/2008

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione di fiducia:

La Camera,
udite le dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio dei ministri, le approva e passa all'ordine del giorno.
(1-00003) «Cicchitto, Cota, Lo Monte».

TESTO AGGIORNATO AL 28 MAGGIO 2008

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

MECACCI, BERNARDINI, BELTRANDI, ZAMPARUTTI, FARINA COSCIONI, VERNETTI, MARAN e BARBI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in data 30 aprile l'Ambasciatore della Repubblica popolare cinese in Italia, Sun Yuxi ha dichiarato riguardo all'eventuale partecipazione delle autorità politiche italiane all'inaugurazione dei giochi olimpici, che: «Abbiamo mandato inviti alle massime autorità italiane, ma finora non abbiamo ricevuto una risposta precisa» -:
se il Governo intenda partecipare all'inaugurazione dei giochi olimpici di Pechino in assenza di progressi nel rispetto dei diritti umani in Cina, a partire in particolare dal continuo rifiuto delle autorità cinesi di consentire all'ONU di istituire una Commissione di inchiesta internazionale sulla repressione delle manifestazioni svoltesi in Tibet nelle settimane scorse, e di consentire all'Alto Commissario ONU per i diritti umani e ai Rapporteur Speciali dell'ONU di visitare la regione, come richiesto dalla risoluzione approvata dal Parlamento europeo lo scorso 7 aprile;
se non intenda avviare con urgenza una discussione a livello dei Capi di Stato e di Governo europei per la definizione di una posizione comune dei Governi UE riguardo alla partecipazione alla cerimonia di inaugurazione dei Giochi Olimpici, come richiesto dalla Risoluzione approvata dal Parlamento europeo lo scorso 7 aprile;
se non intenda operare a livello dei Capi di Stato e di Governo europei affinché procedano al più presto a invitare il Dalai Lama a Bruxelles per colloqui politici sulla situazione in Tibet e le relazioni con la Repubblica popolare cinese.
(4-00089)

BERNARDINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in occasione dell'accordo del 20 gennaio 2008 per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, i sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil hanno richiesto ai lavoratori non iscritti una contribuzione straordinaria pari a 30 euro;
tale contribuzione avverrà con una trattenuta una tantum sulla retribuzione corrisposta ai lavoratori nel corso del mese di giugno 2008;
tale «trattenuta» sarà effettuata dalle Direzioni aziendali che a loro volta effettueranno un versamento tramite bonifico sul C/C bancario intestato ai suddetti sindacati;
per tale contribuzione con trattenuta una tantum in busta paga il lavoratore deve riempire un modulo entro il 15 maggio 2008 nel quale «autorizza» o «non autorizza» il prelievo;
se il lavoratore non riconsegna il modulo entro il 15 maggio «sarà effettuata la ritenuta secondo il principio del silenzio-assenso» -:
se il Governo intenda assumere iniziative per garantire, attraverso una adeguata

informazione, la piena ed effettiva libertà di scelta tra coloro che sono invitati ad aderire alla forma di contribuzione in oggetto, in quanto la stessa, nella misura in cui prevede la formula del silenzio-assenso, rischia altrimenti di tradursi in molti casi in un prelievo effettuato all'insaputa di tante lavoratrici e lavoratori;
se il Governo intenda assumere iniziative normative per superare il sistema delle trattenute automatiche, di modo che le quote associative e sindacali vengano riscosse garantendo la piena trasparenza delle procedure e l'effettiva volontarietà da parte dei cittadini che intendano iscriversi.
(4-00099)

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AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta scritta:

BUCCHINO e FEDI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il 22 maggio 1995, è stato firmato a Roma il nuovo Accordo italo-canadese di sicurezza sociale che avrebbe dovuto sostituire il precedente Accordo, firmato nel 1977 ed entrato in vigore nel 1979 e che unitamente al nuovo Accordo è stata firmata l'Intesa amministrativa di applicazione;
il 12 luglio 2000 il Senato della Repubblica ha approvato il disegno di legge n. 4558 per la ratifica e l'esecuzione del nuovo Accordo di sicurezza sociale tra Italia e Canada;
il 13 luglio 2000 il disegno di legge n. 4558, che autorizzava il Presidente della Repubblica a ratificare l'Accordo di sicurezza sociale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Canada fatto a Roma il 22 maggio 1995, è stato trasmesso dal Senato alla Camera (C. 7210);
il 6 dicembre 2000, la III Commissione della Camera dei deputati aveva espresso parere favorevole al disegno di legge n. 7210 relativo alla ratifica del nuovo Accordo di sicurezza sociale tra Italia e Canada;
il nuovo Accordo era nato dall'esigenza di considerare l'evoluzione normativa intervenuta nelle legislazioni dei due Paesi dall'entrata in vigore del precedente Accordo (1979) e di migliorare la qualità di uno strumento di tutela sociale dei lavoratori migranti e di garantire una più rapida erogazione delle prestazioni previdenziali rispetto a quanto assicurato dall'Accordo attualmente in vigore;
l'Accordo non solo conferma e consolida i benefici già previsti dal 1979 ma prevede dei miglioramenti della normativa relativi alle prestazioni pensionistiche, ai distacchi dei lavoratori e ai collegamenti tra gli enti previdenziali dei due Paesi, che rendono più ampia, equa ed aggiornata la tutela sociale;
il Parlamento canadese ha da parte sua già da tempo approvato il nuovo Accordo sottolineando come esso avrebbe rafforzato le relazioni tra i due Paesi;
come illustrato nella relazione tecnica al disegno di legge n. 4558 approvato dal Senato, l'entrata in vigore del nuovo Accordo non avrebbe comportato oneri amministrativi aggiuntivi, non prevedeva oneri organizzativi a carico di regioni o enti locali, non prevedeva oneri finanziari, organizzativi e burocratici a carico dei cittadini e delle imprese, ma solo oneri finanziari aggiuntivi, per il pagamento delle prestazioni, di modesta entità rispetto a quelli già esistenti in costanza di vigenza dell'Accordo attuale;
l'Accordo aveva ricevuto nella scorsa legislatura il parere positivo del Ministero del lavoro e del Ministero degli affari esteri e la relativa copertura finanziaria era stata trovata agli inizi del 2007 dal Ministero degli affari esteri in uno dei suoi

capitoli di bilancio ma non era stato poi ratificato a causa della prematura interruzione della XV legislatura -:
quali misure urgenti si intendono adottare affinché a oltre dodici anni dalla firma dei due Paesi contraenti, il disegno di legge di ratifica dell'Accordo di sicurezza sociale tra l'Italia ed il Canada sia approvato dal Parlamento italiano e possa quindi finalmente entrare in vigore, per onorare così gli impegni presi con il Governo canadese e con le collettività dei cittadini italiani residenti in Canada e dei cittadini canadesi residenti in Italia.
(4-00088)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:

TOMMASO FOTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
le posizioni di responsabilità nella struttura organizzativa di una centrale nucleare sono disciplinate dalla legge n. 230 del 1995 e risultano esplicitate nel «Regolamento di esercizio della centrale»;
detto regolamento prevede la nomina formale di un responsabile della centrale, in possesso di specifici attestati, sotto il controllo del quale tutte le attività sull'impianto devono essere effettuate;
la posizione di responsabile della centrale è vacante presso l'impianto di Caorso (Piacenza), gestito da SOGIN SpA, dall'agosto 2007 e viene ad interim ricoperta da una figura supplente, proveniente da un'altra area funzionale della SOGIN -:
se l'attuale organizzazione della centrale di Caorso (Piacenza) sia rispondente al Regolamento di esercizio dell'impianto ed in particolare se l'attuale staff dirigenziale ad interim sia in possesso di tutti requisiti previsti dai regolamenti (patenti, attestati);
nel caso in cui il possesso dei previsti requisiti non risulti soddisfatto, quali provvedimenti si intendano assumere per riportare la situazione organizzativa alla normalità, in considerazione della gravità della stessa derivante, a parere dell'interrogante, dal perdurante vuoto di responsabilità, aggravato dal fatto che - nel frattempo - sono iniziate delicate operazioni di decommissioning dell'impianto.
(5-00011)

TESTO AGGIORNATO AL 10 GIUGNO 2008

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DIFESA

Interrogazione a risposta in Commissione:

TOMMASO FOTI e POLLEDRI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
l'entrata in vigore dell'articolo 1, comma 320, della legge n. 244 del 2007 riguardante il programma di razionalizzazione, accorpamento, riduzione ed ammodernamento del patrimonio in uso al Ministero della difesa, dovrebbe avere come logica conseguenza il superamento negli atti che impegnano il Ministero predetto a valere dal 1o gennaio 2008 delle procedure previste dall'articolo 1, comma 262, della legge n. 296 del 2006;
diversamente, per assurdo, si aggirerebbe la lettera della recente normativa che prevede che sia il Ministero della difesa, entro il 31 ottobre 2008, ad individuare - tra gli altri - quali siano gli immobili nei quali si svolgono funzioni che possono essere collocate altrove con processi di riallocazione;
ne è la riprova il contenuto dell'intesa sottoscritta il 3 aprile 2008 tra il Ministero della difesa, nella persona dell'ex sottosegretario Forcieri, ed il Comune di Piacenza avente per oggetto la razionalizzazione e la riorganizzazione delle infrastrutture dell'Esercito presenti nel territorio del Comune di Piacenza, laddove

testualmente si legge «le procedure con cui si attua l'operazione sono quelle previste dal citato articolo 1, comma 262, della legge n. 296 del 2006. Ne consegue che gli immobili oggetto della presente intesa sono esclusi dalle diverse previsioni di cui all'articolo 27, comma 13-ter del decreto-legge n. 269 del 2003, come modificato dall'articolo 1, comma 320, della legge n. 244 del 2007 e quindi dal decreto da emanarsi entro il 31 ottobre 2008» -:
se e quali iniziative, anche alla luce dei fatti più sopra esposti, intenda assumere al fine di impedire che si svuotino dei contenuti essenziali norme che, come quelle introdotte dalla finanziaria 2008, paiono volte a dare un senso logico all'attività di razionalizzazione, accorpamento, riduzione ed ammodernamento del patrimonio in uso al Ministero della difesa.
(5-00009)

TESTO AGGIORNATO AL 5 FEBBRAIO 2009

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:

CONTENTO e ANTONIO PEPE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con una recente decisione, la Corte di cassazione ha statuito il principio secondo cui l'omesso versamento all'erario, da parte del sostituto di imposta, della ritenuta d'acconto sul compenso dovuto ad un professionista impedisce a quest'ultimo, in sede di dichiarazione dei redditi, di detrarre l'ammontare della medesima;
secondo la giurisprudenza precedente, invece, si sosteneva che proprio perché il versamento è rimesso al sostituto, il sostituito rimaneva del tutto estraneo all'omissione e che, quindi, anche sotto il profilo probatorio, non poteva essere richiesto al percipiente di somme gravate da ritenuta un'ulteriore dimostrazione, ai fini della ripetizione dell'imposta indebitamente pagata, se non quella di aver subito la ritenuta;
parrebbe ora che, proprio sulla scorta di tale più recente sentenza, gli uffici dell'amministrazione finanziaria abbiano iniziato una serie di accertamenti, nei confronti di alcuni professionisti, invitandoli a dare prova dell'intervenuto versamento delle ritenute col recupero, in difetto, del mancato versamento della ritenuta in capo al soggetto percipiente il compenso;
non è chi non veda come una tale iniziativa, se confermata, permetterebbe all'amministrazione di muovere rilievi, entro il periodo valido per gli accertamenti, nei confronti di molti professionisti che confidavano nel precedente indirizzo;
ciò anche a prescindere dalla stranezza di un'operazione che fa pagare al contribuente l'omesso versamento di una ritenuta che grava sul sostituto e che pretende di recuperare l'importo relativo da chi, comunque, ha percepito esclusivamente l'importo al netto della ritenuta -:
se sia confermata l'esistenza di accertamenti avviati dai competenti uffici direttamente nei confronti dei professionisti per omessi versamenti di ritenute;
se ritenga, non solo giuridicamente, ma anche in via di equità sostanziale, rispondente ai principi dello Statuto del contribuente tale azione e se, quantomeno, alla luce di tale orientamento più recente, non sia il caso di intervenire con un atto esplicativo a contenuto generale sul corretto comportamento che si vorrebbe attribuire ai contribuenti sostituiti in modo da renderli edotti di tanto evitando, conseguentemente, di perseguirli per comportamenti posti in atto precedentemente, ma sulla base di un affidamento giustificabile;
quali interventi, ad ogni buon conto, intenda assumere allo scopo di restituire certezza nei rapporti giuridici e tributari tra sostituto e sostituito.
(5-00010)

Interrogazioni a risposta scritta:

FEDI e BUCCHINO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
negli anni scorsi i dipendenti del ministero degli affari esteri impiegati all'estero, hanno potuto utilizzare, ai fini della presentazione della dichiarazione dei redditi ed a seguito di precise istruzioni impartite dal ministero stesso, il modello 730 anziché l'«Unico», proprio in forza di detto rapporto di lavoro;
i predetti dipendenti, per contratto, non possono avere altro reddito;
per la dichiarazione 2006, invece, tale possibilità è risultata preclusa ai dipendenti del ministero degli affari esteri assunti in loco;
nella fattispecie si tratta di sostituti d'imposta che sono pubbliche amministrazioni dello Stato italiano;
sia la «Guida del contribuente» che le istruzioni per la compilazione del 730 e del modello «Unico» lasciano ampi spazi ad interpretazioni contrastanti rispetto alla modulistica da utilizzare;
i cittadini italiani residenti all'estero che producono un reddito soggetto ad imposizione fiscale in Italia, sulla base della normativa nazionale o in base a convenzioni bilaterali contro le doppie imposizioni fiscali, debbono godere degli stessi doveri e degli stessi diritti e quindi poter accedere a procedure semplificate e ad operazioni di conguaglio in sede di versamenti IRPEF da parte del sostituto d'imposta -:
se si intenda consentire, in una logica di piena equiparazione di diritti e doveri, per coloro i quali lavorano alle dipendenze di una amministrazione pubblica italiana che agisca anche da sostituto di imposta, la possibilità di compilare il modello 730 per la dichiarazione dei redditi.
(4-00090)

FEDI e BUCCHINO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'INPDAP ed il Ministero dell'economia e delle finanze, rispettivamente l'uno per i pensionati ex-dipendenti dello Stato e l'altro per i titolari di pensioni di guerra, effettuano i pagamenti ai residenti all'estero aventi diritto attraverso l'Ufficio italiano cambi e la rete diplomatico-consolare all'estero;
i pagamenti INPDAP avvengono con cadenza mensile;
i pagamenti di pensioni di guerra avvengono con cadenza bimestrale;
i pagamenti subiscono gravi ritardi a causa dell'iter di trasferimento del fondi all'estero;
l'emissione dei pagamenti avviene generalmente attraverso istituti di credito dei Paesi di residenza dei titolari delle pensioni su mandato della rete diplomatico-consolare;
a quanto risulta agli interroganti, le informazioni relative ai pagamenti sono insufficienti e non vengono riportati gli importi in euro ed il valore del cambio adottato;
l'attuale regime dei pagamenti grava ulteriormente su una rete diplomatico-consolare provata da una strutturale carenza di organici e risorse;
la rete diplomatico-consolare deve procedere, contestualmente alla cadenza dei pagamenti, alla verifica dell'esistenza in vita e del mantenimento dello stato vedovile -:
se intenda adottare un metodo di pagamento delle pensioni diretto, rapido, efficace e trasparente, approfittando anche della possibilità dell'accredito diretto sul conto corrente del titolare della prestazione;
se intenda diramare precise istruzioni atte a superare l'attuale carenza di informazioni sui singoli pagamenti relativamente ad importi in valuta locale e valori di cambio;

se non ritenga possibile adottare un sistema di pagamento analogo a quello previsto dal «pagamento unico» per le pensioni INPS e le rendite INAIL, effettuato dall'INPS attraverso istituti di credito convenzionati»;
se non ritenga ragionevole la richiesta di limitare ad un arco temporale di sei mesi la verifica dell'esistenza in vita e di mantenimento dello stato vedovile anche per i pensionati di guerra.
(4-00091)

FEDI e BUCCHINO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro degli affari esteri, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'Italia ha stipulato una serie di Convenzioni bilaterali per evitare le doppie imposizioni fiscali;
tali Convenzioni stabiliscono quale dei due Stati contraenti debba esercitare la propria potestà impositiva nei confronti di soggetti residenti in uno di essi che abbiano maturato redditi nell'altro;
tali Convenzioni si applicano anche alle pensioni e di norma stabiliscono che le pensioni debbano essere tassate una sola volta e, se pensioni private, dallo Stato di residenza - sono pensioni private quelle corrisposte da enti, istituti od organismi previdenziali italiani (ad esempio Inps) preposti all'erogazione del trattamento pensionistico;
la Convenzione con il Lussemburgo contro le doppie imposizioni fiscali è in vigore dal 1983;
tale Convenzione, all'articolo 18, stabilisce che:
«Art. 18. - (Pensioni e prestazioni della previdenza sociale pubblica). - 1. Fatte salve le disposizioni del paragrafo 2 dell'articolo 19, le pensioni e le altre remunerazioni analoghe, pagate ad un residente di uno Stato contraente in relazione ad un cessato impiego, sono imponibili soltanto in questo Stato.
2. Nonostante le disposizioni del paragrafo 1, le pensioni e le altre somme pagate ai sensi della legislazione sulla previdenza sociale di uno Stato contraente sono imponibili in questo Stato».
è palese la contraddizione tra il primo ed il secondo comma, ove al primo si indica che le pensioni sono imponibili nello Stato di residenza e al secondo che esse sono imponibili nello Stato di erogazione;
tale palese contraddizione ha generato un contenzioso interpretativo che non è mai stato risolto, con la conseguenza paradossale che le pensioni italiane pagate ad un soggetto residente in Lussemburgo e le pensioni lussemburghesi pagate ad un soggetto residente in Italia vengono tassate due volte contravvenendo così alla logica ed allo spirito della stessa convenzione contro le doppie imposizioni fiscali;
gli eventuali scomputi della ritenuta fiscale sulle suddette pensioni, previsti secondo le modalità ed i termini stabiliti dalle legislazioni dei due Paesi contraenti, spesso non compensano ma penalizzano i pensionati italiani sottoposti ad una evidente vessazione fiscale, e comunque richiedono complicate e lente procedure amministrative -:
quale urgente misura od iniziativa si intenda adottare per chiarire in maniera inequivocabile e definitiva, a 23 anni dalla entrata in vigore della Convenzione italo-lussemburghese contro le doppie imposizioni fiscali, il significato dell'articolo 18 di tale Convenzione, in modo da uniformarlo alla maggioranza delle Convenzioni contro le doppie imposizioni stipulate dall'Italia, e soprattutto al modello standard dell'OCSE, che, per evitare la doppia imposizione fiscale delle pensioni private, prevedono la detassazione della pensione nel Paese di erogazione e la tassazione nel Paese di residenza.
(4-00092)

BUCCHINO e FEDI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro degli affari esteri, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'Italia ha stipulato una serie di Convenzioni bilaterali per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire l'evasione fiscale;
le convenzioni bilaterali per evitare le doppie imposizioni sono accordi internazionali che individuano quale dei due Stati contraenti debba esercitare la propria potestà impositiva nei confronti di soggetti giuridici residenti in uno di essi che abbiano maturato redditi nell'altro;
oltre allo scopo di eliminare le doppie imposizioni, le Convenzioni mirano anche a prevenire l'evasione e l'elusione fiscali eliminando le doppie esenzioni;
oggetto delle convenzioni sono le imposte sul reddito e, in alcuni casi, taluni elementi del patrimonio. Esse disciplinano, altresì, la cooperazione tra le amministrazioni fiscali degli Stati contraenti;
la vigente Convenzione con il Canada contro le doppie imposizioni fiscali è in vigore dal 24 dicembre 1980 (Gazzetta Ufficiale n. 18 del 20 gennaio 1981);
una nuova convenzione è stata firmata ad Ottawa il 3 giugno del 2002;
tale nuova Convenzione, secondo le autorità competenti, avrebbe portato positivi benefici ai cittadini italiani e canadesi e avrebbe rappresentato anche un importante stimolo per lo sviluppo di scambi commerciali e di investimenti tra i due Paesi;
il Parlamento canadese ha ratificato tale nuova Convenzione il 12 dicembre 2002;
il Parlamento italiano a quasi sei anni dalla firma non ha ancora ratificato la nuova Convenzione;
in base agli atti di ufficio del Ministero degli affari esteri risulta che l'iter di ratifica della Convenzione è stato sospeso dall'Ufficio legislativo tesoro del Ministero dell'economia e delle finanze che segnalava, nel settembre 2008, l'impossibilità di affrontare con le scarse risorse disponibili tutti gli impegni internazionali esistenti;
le Convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali sono il risultato di negoziati volti a perseguire obiettivi di ponderazione di interessi contrapposti, ossia la ripartizione fra gli Stati contraenti dei rispettivi ambiti di imponibilità e la reciprocità di vantaggi e svantaggi produce effetti complessivi di compensazione finanziaria, rendendo sostanzialmente neutro il riflesso del provvedimento rispetto al gettito fiscale;
nel predisporre la nuova Convenzione le parti contraenti hanno senza meno ponderato vantaggi e svantaggi della stessa decidendo di firmarla -:
quali sono i motivi dei ritardi della ratifica della nuova Convenzione contro le doppie imposizioni fiscali tra l'Italia ed il Canada firmata ad Ottawa il 3 giugno 2002;
se e come i Ministeri interrogati abbiano risposto alle numerose sollecitazioni delle autorità competenti canadesi che chiedevano una rapida approvazione della Convenzione;
quali urgenti misure ed iniziative si intendano adottare per onorare gli impegni assunti con le collettività italiane in Canada e canadesi in Italia, e con il Governo canadese, e trovare le risorse eventualmente necessarie all'entrata in vigore di tale Convenzione.
(4-00093)

MARANTELLI e FIANO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
Alitalia il 30 marzo 2008 ha tagliato centinaia di voli da Malpensa, causando gravi problemi occupazionali per i lavoratori SEA, i precari e per l'indotto;
il collegamento Alitalia Malpensa-Boston aveva un carico di passeggeri pari al

90 per cento dei posti disponibili, contro il 56 per cento dei voli attualmente in decollo da Fiumicino per la stessa destinazione;
il 14 giugno prossimo venturo la Conferenza IATA raccoglierà le richieste di tutte le compagnie aeree per decidere a fine agosto il nuovo orario in vigore dal prossimo 28 ottobre;
il Ministro dell'economia e delle finanze intende affrontare la crisi di Alitalia con una «soluzione italiana e fondamentalmente privata» -:
quali iniziative intenda assumere affinché Alitalia chieda entro il 15 maggio ad Assoclearance la conferma dei suoi slot invernali su Malpensa, così da rilanciare concretamente la funzione di hub dell'aeroporto lombardo.
(4-00097)

DE POLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in aprile sono stati introdotti gli indicatori di normalità economica e rivisti i parametri degli studi di settore. In base ad alcuni parametri alle categorie dei lavoratori autonomi e alle piccole e medie imprese, indipendentemente da quello che risulta dalle scritture contabili, viene attribuito un reddito minimo al quale devono conformarsi per il pagamento delle imposte;
la revisione dei parametri per il calcolo e l'introduzione degli indicatori di normalità economica sono stati introdotti dal Ministero in assenza di qualsiasi concertazione con le associazioni di categoria con effetto retroattivo dal 2006, e non hanno lo stesso livello di approfondimento degli studi di settore; infatti gli indicatori fanno riferimento a 200 studi e non ai 2.000 modelli d'impresa individuati dagli studi stessi;
il risultato è che questi indicatori di normalità non colgono l'estrema varietà delle tipologie di impresa a cui si applicano e non raggiungono quindi l'obiettivo per cui sono stati creati, vale a dire individuare, in modo trasparente, i soggetti che hanno alterato la loro realtà aziendale;
migliaia di contribuenti si trovano nella condizione di dover pagare su redditi presunti che molte volte, sono oltre il doppio di quelli che hanno realmente realizzato;
gli indicatori di normalità non vanno a toccare il reddito di un imprenditore ma l'utile dell'imprenditore, aggrediscono l'attività e impediscono gli investimenti;
il risultato di questa politica potrebbe obbligare molte attività economiche ad abbandonare il mercato perché molte sono le aziende che non possono pagare tasse non dovute -:
se il Ministro dell'economia e delle finanze prenderà provvedimenti idonei alle richieste delle suddette categorie che rischiano di essere soffocate da una politica fiscale ingiusta con il risultato di un grave danno economico per il nostro Paese.
(4-00104)

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GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:

BORGHESI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
gli abitanti di una piccola frazione del Comune di Rosà (Vicenza), San Pietro in Paerno, situata a sud di Bassano del Grappa, da anni segnalano a tutti gli organi preposti al controllo della legalità e della correttezza amministrativa, le gravi anomalie, omissioni, lacune riscontrate nella realizzazione, a ridosso delle abitazioni, di un complesso industriale di 140.000 metri quadrati denominato PIP49,

destinato a varie attività produttive, ed in particolare quella svolta dalla Zincheria Valbrenta srl;
nel 1990 la società Zincheria Valbrenta, acquistava una grande area di terreno agricolo posta lungo Via Pacelli a San Pietro di Rosà;
all'epoca assessore all'urbanistica del comune di Rosà era tale Beniamino Didonè, futuro progettista e direttore dei lavori del PIP49 nonché fratello del futuro sindaco, Giovanni Didonè;
nel novembre 2001 prot. n. 16207 la Soprintendenza comunicava alla Direzione generale del ministero per i beni e le attività culturali che durante i sopralluoghi effettuati presso l'area archeologica del PIP49 dal soprintendente dottor Luigi Malnati e dal funzionario dottor Elena Pattenò si era riscontrato l'effettivo interesse archeologico del sito;
la Regione, con delibera di Giunta del 23 febbraio 1999, n. 479, accoglieva solo parzialmente quanto proposto dal Comune per le aree del PIP49 in località le Prese a San Pietro di Rosà ritenendo opportuno ridurre la perimetrazione del medesimo PIP49 per motivi paesaggistici;
tale prescrizione contenuta in una fonte normativa di rango superiore allo strumento urbanistico comunale non è mai stata rispettata dal Comune;
nel procedimento penale avanti il Tribunale di Bassano del Grappa n. 1780/01 instaurato a carico di Zincheria Valbrenta srl su esposto di 250 abitanti, il Procuratore di Bassano del Grappa dottor Mario Milanese affidava le indagini all'ispettore della Guardia forestale, dottor Fabrizio Camino nonostante tale Ispettore risultasse iscritto all'Albo degli avvocati della Provincia di Vicenza quale praticante dello studio legale dell'avvocato Danni Lago, difensore dell'indagata Zincheria Valbrenta;
il procedimento penale anzidetto veniva archiviato nel 2002, senza neppure l'audizione dei testimoni indicati;
intanto, i lavori di realizzazione dell'opificio proseguivano e veniva accettata, dapprima, dal Tribunale amministrativo regionale per il Veneto, poi dal Consiglio di Stato una difformità essenziale dell'altezza del fabbricato rispetto a quella assentita con l'originaria concessione edilizia n. 96 del 2002;
pur trattandosi di un abuso edilizio essenziale come riconosciuto con sentenza passata in giudicato dal Consiglio di Stato, e dunque non sanabile, il Tribunale di Bassano del Grappa con sentenza n. 104 del 2005, in data 8 marzo 2005, decideva «concordemente tra le parti» e, cioè, tra il Comune di Rosà, Zincheria Valbrenta e Pubblico Ministero, per «l'oblazione» del reato previa esclusione del Comitato di San Pietro in Paerno costituitosi parte civile nel correlativo procedimento per le ragioni testualmente riportate in sentenza «...a fronte di una condotta risultante consumata fino al 2 marzo 2004, risulta dall'atto costitutivo allegato all'atto di costituzione che la predetta associazione è stata costituita solo in data 19 ottobre 2004»;
in realtà tale presupposto appare all'interrogante falso poiché l'associazione si era costituita con statuto e regolamento ed era iscritta all'Albo delle associazioni del Comune di Rosà già dal 27 marzo 1999 al n. 4193 ed il documento che lo comprovava era già stato depositato presso la Procura della Repubblica in data 7 maggio 2002 ed allegato alla denuncia n. 4552 dal quale era scaturito il correlativo procedimento penale e depositata al Corpo della Guardia di finanza;
i lavori di realizzazione della Zincheria proseguivano e l'opificio cresceva in volume e nel numero delle campate (divenute 5 rispetto alle 3 previste negli elaborati grafici della concessione edilizia). Nell'ottobre 2003 la Zincheria Valbrenta comunicava una DIA al Comune di Rosà e contemporaneamente riprendeva i lavori e l'amministrazione comunale ometteva, da un lato, di notificare l'ordine motivato a non eseguire i lavori, ai sensi dell'articolo 27, terzo comma, testo unico n. 380 del

2001, nonostante fosse stata più volte sollecitata in tal senso dai cittadini e dal comitato, e dall'altro, di emanare il provvedimento finale a seguito del diniego alla sanatoria del 23 aprile 2003, prot. 2783;
proprio a causa di tale comportamento omissivo, il Tribunale del riesame di Vicenza disponeva il dissequestro del cantiere deciso in data 20 novembre 2003 dal Tribunale penale di Bassano del Grappa;
di fronte ad una simile omissione in atti d'ufficio, il Tribunale di Bassano del Grappa, attraverso i suoi organi inquirenti, si asteneva dall'avviare qualsivoglia procedimento penale nei confronti dei responsabili dell'omissione in parola;
il Tribunale di Bassano con celerità che all'interrogante appare quanto meno sospetta, procedeva prima, attraverso il Procuratore, dottor Mario Milanese (n. 905 del 2004 Mod. 21 P.M. e n. 1167 del 2004 Mod. 20 G.I.P) e condannava, poi, con decreto penale di condanna n. 371 del 2004, a firma del Gip dottor Massimo Morandini i signori Lorenzo Signori e Daniele Pasinato per il reato previsto e punito dall'articolo 18 regio-decreto 18 giugno 1931 n. 773 perché ritenuti responsabili di aver promosso, senza avvisare il Questore, una riunione in luogo pubblico;
il relativo giudizio di opposizione si è poi concluso con sentenza n. 94 del 2007 di assoluzione giacché «il fatto non sussiste» posto che, come si legge in sentenza «nessun obbligo in tal senso, a ben vedere, si poneva» trattandosi di «riunioni in luogo aperto al pubblico»;
con la stessa celerità - secondo l'interrogante inspiegabile - il Tribunale di Bassano procedeva penalmente prima, attraverso il Procuratore dottor Mario Milanese, e condannava, poi, con provvedimento a firma del dottor Massimo Morandini, il signor Luigi Pasinato, proprietario del terreno in via Pacelli nella cui area è installata la tenda del presidio per abuso edilizio, per l'installazione della tenda;
su denuncia al Comune di Rosà di tale fatto da parte del signor Bordignon Giuseppe, legale rappresentante della Zincheria Valbrenta, il Comune sanzionava cotanto abuso con l'esproprio del terreno del Pasinato: l'impianto della Zincheria Valbrenta è annoverato tra le industrie insalubri di prima classe inclusa al n. 27, lettera C, dell'elenco approvato con decreto ministeriale sanità 5 settembre 1994 ed esso è collocato nelle vicinanze di numerose abitazioni residenziali del centro abitato a Borgo Brega (oltre 80 abitazioni) alcune addirittura poste a pochi metri (le separa la sola via Pacelli); basti pensare che la distanza tra l'abitazione del signor Mirco Dalla Rizza, residente in via Brega a San Pietro di Rosà, ed il fabbricato della Zincheria è pari a circa 130 metri;
in data 27 novembre 2003 il Presidente del Comitato, Stefano Zulian, veniva aggredito brutalmente e rimaneva in coma per circa un mese. Veniva aperto un procedimento penale per reato di tentato omicidio a carico di ignoti: a più di quattro anni nulla si sa sull'esito delle indagini e l'individuazione dei responsabili; mentre il magistrato inquirente avrebbe rifiutato di audire la parte lesa che lo aveva richiesto;
dal dicembre 2003 al marzo 2004 gli abitanti del luogo constatavano un continuo via vai di mezzi pesanti che carichi di materiali di riempimento, si dirigevano verso lo scavo delle fondazioni dell'opificio scendendo ad una profondità al di sotto del piano di campagna di circa 9-10 metri;
nella primavera del 2004, su iniziativa degli esponenti del Comitato, veniva accertato a seguito di esami chimici eseguiti nei laboratori Ecoricerche e Chelab, che si trattava di materiale non conforme al disposto del decreto ministeriale 479;
in data 28-29 dicembre 2004 e 18 febbraio 2005 dai pavimenti della Zincheria fuoriusciva una strana gelatina, che la stessa ditta accertava essere acrilamide, sostanza classificata dalla Gazzetta Ufficiale come cancerogena, mutagena, teratogena

e tossica solo all'inalazione tanto che la Zincheria tentava di correre prontamente ai ripari presentando una denuncia a carico di ignoti;
nel frattempo il già citato ingegner Beniamino Didonè, assessore all'urbanistica, all'epoca dei fatti di cui si discute e direttore dei lavori nella realizzazione dell'intervento edificatorio denominato PIP49, veniva indagato ed arrestato nel mese di luglio del 2005 nell'ambito di indagini condotte dalla Magistratura di Vicenza sullo smaltimento di rifiuti nocivi;
avanti il Tribunale di Bassano del Grappa veniva promosso (R.G. n. 1976 del 2004) un procedimento cautelare ex articolo 700 codice di procedura civile nel corso del quale il giudice delegato, dapprima dottor Montini Trotti, poi sostituito dal dottor Massimo Morandini, affidava al dottor Giorgio Berto l'incarico peritale di eseguire i carotaggi per accertare la natura del materiale conferito nel sito della Zincheria Valbrenta;
come risulta all'interrogante, in altro procedimento penale, pendente avanti il medesimo giudice, che rivestiva anche il ruolo di Gip, emergeva che il dottor G. Berto aveva già certificato per conto della ditta Eco.Men, ossia di una delle ditte fornitrici del materiale di riempimento del sottofondo, l'idoneità del materiale medesimo. In altri termini, il perito nominato dal giudice doveva accertare e certificare al Tribunale di Bassano del Grappa l'idoneità del materiale che lui aveva già certificato su incarico privato per conto della ditta Eco.Men e Zincheria Valbrenta;
risulta sempre all'interrogante che a carico del dottor Giorgio Berto inoltre era pendente presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia il procedimento penale n. 2039 del 2004 mod. 21 per il reato di cui agli articoli 483-481 e 61 n. 2 codice penale (falso ideologico in perizia) in ordine al quale il pubblico ministero in data 26 giugno 2006 aveva richiesto e ottenuto il rinvio a giudizio;
il giudice dottor Massimo Morandini solo con ordinanza del 2 novembre 2006 provvedeva alla sostituzione del perito dichiarando inutilizzabile la consulenza dallo stesso svolta perché, fra l'altro, l'aveva svolta ... basandosi unicamente sulle informazioni fornite dalla Direzione dei Lavori (ingegner Beniamino Didonè) e sulla documentazione planimetrica fornita dalla stessa, omettendo ... di assumere gli informatori indicati in ricorso i quali avevano assistito alle operazioni di scarico dei materiali in questione ... pertanto ... «avendo essi recepito acriticamente le indicazioni di una delle parti in causa, disattendendo nel contempo immotivatamente le osservazioni di controparte, l'accertamento peritale si rivela inutile ai fini della decisione in considerazione della scarsa rappresentatività dei carotaggi, e ciò tenuto conto peraltro che trattasi di perforazioni eseguite alla profondità di metri 2 ... a dispetto di quanto richiesto dal ctp di parte ricorrente ...» ragione per cui «l'accertamento peritale si rivela inutile ai fini della decisione ...». Si osserva per altro che alla dichiarazione di inutilizzabilità della consulenza perché «inutile ai fini della decisione» non si accompagnava la decisione di restituire ai ricorrenti, almeno in parte, la somma di euro 10.000, stabilita dal giudice, quale compenso per il CTU;
appare quanto meno discutibile che a tutto oggi, a ben quattro anni di distanza, tale procedimento ex articolo 700 avente natura cautelare e dunque fondato sull'urgenza della decisione risulti ancora aperto;
nel procedimento 1633 del 2005 mod. 21 (pubblico ministero dottor Linda Arata) iscritto nei confronti di Loro Anna e Bordignon Giuseppe, legali rappresentanti Zincheria Valbrenta, Segafredo Massimo, titolare dell'impresa edile che ha eseguito i lavori di edificazione della Zincheria e Meneghini Luciano, titolare della ditta Eco.Men che fornisce il materiale oggetto dell'indagine, si perveniva alla richiesta, datata 21 febbraio 2006 del pubblico ministero Linda Arata, di procedere con

incidente probatorio alla verifica, tramite carotaggi, dell'eventuale esistenza di rifiuti tossici posti in profondità sotto il terreno su cui stava sorgendo la Zincheria Valbrenta;
a tale incombente provvedeva il Gip del Tribunale di Bassano del Grappa, il dottor Massimo Morandini, che con ordinanza 31 marzo 2006 affidava l'incarico al dottor Vladimiro Bonamin;
il CTU chiedeva una proroga del termine per il deposito della relazione peritale, motivandola «in considerazione di telefonate e comunicazioni verbali che lo consigliavano di abbandonare l'incarico, ma che di fatto lo minacciavano di ritorsioni, anche personali, qualora non avesse desistito dall'accettare e proseguire l'incarico ricevuto». Nella lettera il perito si riferisce ad un periodo vissuto tra dubbi e timori e contiene un riferimento ad un precedente colloquio diretto tra il Gip e il perito con il quale egli metteva al corrente dell'accaduto il giudice, nell'ufficio dello stesso, e affermava di aver raccolto informazioni sulla vicenda, ribadendo di essere seriamente preoccupato con i suoi familiari per la situazione molto difficile che psicologicamente lo aveva molto turbato ed affermando che nonostante ciò riteneva di poter espletare il suo incarico con la dovuta professionalità e serietà;
in buona sostanza, il dottor Bonamin era vittima di un grave reato, ossia quello di aver subito, con minacce, un tentativo di costringerlo a rifiutarsi di adempiere alle proprie funzioni di perito nominato dal giudice. La lettera sopra descritta, contenente il racconto delle minacce ricevute, veniva allegata agli atti dell'incidente probatorio, a conclusione del quale il Gip restituiva gli atti al pubblico ministero il quale provvedeva, poi, a richiedere l'archiviazione;
ad avviso dell'interrogante, nel caso in esame non è stata rispettata l'obbligatorietà dell'azione penale;
il procedimento penale in commento veniva archiviato adducendo la motivazione della morte di uno degli indagati (segnatamente Meneghini Luciano) definito in provvedimento non indagato ma reo e rilevando altresì che la presenza delle sostanze rinvenute era imputabile ad atti dolosi;
per completezza, risulta all'interrogante che nel fornire materiale per la risposta ad altra interrogazione parlamentare sulla questione l'Agenzia regionale di protezione dell'ambiente avrebbe dichiarato che «le numerosissime verifiche fin qui effettuate da questa agenzia, su sollecitazione, nel tempo, del Comune di Rosà, dei Comitati locali, della ditta interessata e a più riprese dalla stessa Magistratura, hanno portato alla tranquilla certezza che nulla di quanto denunciato risponde al vero» e che «l'Agenzia non ha notizie di interruzione dei lavori di costruzione dello stabilimento né controversie promosse da Presìdi locali»;
evidentemente egli ignora l'esistenza della sentenza del Consiglio di Stato 6038 del 2004; così come l'ordinanza comunale di sospensione dei lavori di costruzione del fabbricato 31 gennaio 2003 n. reg. ord. 2734 -:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;
se il Ministro della giustizia non ritenga opportuno assumere iniziative ispettive per valutare se sussistano i presupposti per la promozione dell'azione disciplinare;
se il Ministro dell'ambiente non intenda accertare se sussista il potenziale pericolo di un danno ambientale e - laddove ne sussistano i presupposti - esercitare i poteri sostitutivi previsti nell'ipotesi di inerzia degli enti competenti.
(4-00100)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

IANNUZZI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il progetto di ammodernamento e messa in sicurezza della Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria costituisce una priorità di assoluta valenza strategica nella politica infrastrutturale del Paese; il progetto è stato articolato in sette maxi-lotti, che hanno accorpato ed assorbito più lotti del progetto ordinario;
lo svolgimento dei lavori nei predetti sette maxi-lotti nella passata legislatura ha registrato avanzamenti significativi, che, tuttavia, vanno ulteriormente potenziati e sviluppati con l'accelerazione dei lavori;
il Governo Prodi si è trovato nella necessità di reperire ingenti finanziamenti per l'esecuzione integrale del progetto;
in questa direzione con la legge finanziaria per l'anno 2007 è stato soppresso il Fondo centrale di garanzia per le Autostrade e Ferrovie Metropolitane, con il conseguente subingresso dell'ANAS nella gestione del patrimonio e nei relativi rapporti e con la destinazione di tutte le risorse così reperite proprio al completamento del progetto dell'Autostrada Salerno-Reggio Calabria;
è stata questa una scelta assai positiva e di grande significato per completare il progetto dell'A3;
i lavori del primo maxi-lotto (Sicignano degli Alburni-Atena Lucana) sono oramai vicini alla ultimazione;
sono iniziate in modo consistente le opere nel quinto mega-lotto (Gioia Tauro-Scilla); è stato finalmente stipulato il contratto di appalto con la ditta aggiudicatrice per il secondo maxi-lotto (Padula-Buonabitacolo-Lauria nord) i cui lavori debbono subito iniziare;
senza dubbio la super priorità nel campo delle infrastrutture è costituita dalla Salerno-Reggio Calabria, la più rilevante opera pubblica nel Mezzogiorno e con una funzione nazionale preminente;
proprio, per accelerare lo svolgimento dei lavori e degli appalti lungo l'Autostrada A3, occorre continuare ad avere come l'interrogante ha già puntualmente e costantemente sollecitato in sede parlamentare nelle XIV e XV Legislatura, un quadro dettagliato dei finanziamenti e dei cantieri e dello stato effettivo nei lavori nei singoli maxi-lotti e nei diversi lotti; questo quadro è necessario per poter procedere con serietà ed efficienza, con la precisa cognizione delle questioni esistenti e degli interventi urgenti, anche al fine di svolgere una azione parlamentare di monitoraggio di stimolo e di impulso la più forte ed attenta possibile-:
quale sia la situazione generale dei finanziamenti ed in particolare, quando saranno concretamente disponibili le risorse derivanti dal soppresso Fondo Centrale di garanzia;
quale sia la situazione aggiornata dei lavori, delle progettazioni e dei finanziamenti nei sette maxi-lotti;
quale sia lo stato dei lavori nei singoli e ulteriori lotti, specificando il grado e la percentuale di avanzamento delle opere e dei cantieri;
quale sia la scadenza prevista per le ultimazione di tutti i maxi-lotti e dei lotti ordinari.
(5-00008)

Interrogazioni a risposta scritta:

MARIO PEPE (PdL). - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la strada statale n. 166 «degli Alburni» in provincia di Salerno è da anni al centro di polemiche per la tortuosità del percorso e per i suoi frequenti dissesti, in particolare nel tratto compreso tra i comuni di Roccadaspide e Corleto Monforte;

la natura dei luoghi fa sì che frequentemente le frane, in particolare nei mesi invernali o in occasioni di eventi atmosferici eccezionali, blocchino il percorso o lo riducano ad un senso unico alternato, come risulta dai periodici resoconti ANAS sulla percorribilità delle strade in Campania;
a questo si aggiunga l'incuria nella manutenzione del manto stradale, della segnaletica sia verticale, sia soprattutto orizzontale, nonostante la strada statale n. 166, percorra il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, uno dei parchi più turisticamente frequentati d'Italia;
da tempo inoltre le comunità locali si battono per la realizzazione della strada Fondo Valle del Calore un'opera strategica, destinata ad interrompere l'isolamento e l'impoverimento economico e demografico dei comuni di Aquara, Bellosguardo, Ottati, Controne, Castelcivita, S. Angelo a Fasanella, Corleto Monforte, Roscigno, Valle dell'Angelo, Piaggine, Laurino, Sacco, Villa Littorio, Castel S. Lorenzo, Felitto, Stio, Magliano, Roccadaspide, tutti siti in provincia di Salerno -:
se il Ministro interrogato non ritenga indispensabile ed urgente intervenire nei confronti dell'ANAS al fine di migliorare la sicurezza e la percorribilità della statale n. 166 degli Alburni.
(4-00096)

CASSINELLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere se corrisponda al vero che l'Autorità portuale di Genova, nonostante vi siano, fin dall'ottobre del 2007, esplicite e remunerative richieste di concessione relative alla «Nuova Darsena Nautica» antistante il compendio fieristico della città, non abbia provveduto e provveda al rilascio delle stesse con grave danno per l'Autorità portuale stessa, lasciando così inutilizzata una valida opera pubblica costata ben 45 milioni di euro.
(4-00098)

TESTO AGGIORNATO AL 10 GIUGNO 2008

...

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:

ANNA TERESA FORMISANO. - Al Ministro dell'interno - Per sapere - premesso che:
nella notte tra venerdì 9 e sabato 10 maggio scorsi i cittadini di Fontechiari, paese in provincia di Frosinone, sono stati oggetto della quinta rapina in tre giorni;
i rapinatori in tutti e cinque i casi, hanno fatto uso di narcotici per rendere innocui gli abitanti delle abitazioni dell'immediata periferia del paese della Valcomino;
nel corso di una delle rapine una bimba, narcotizzata, avrebbe riportato delle contusioni sul collo che non farebbero escludere anche il tentativo di rapinamento;
quello di Fontechiari è solo l'ultimo degli episodi di una criminalità sempre più crescente e spregiudicata che sta colpendo la provincia di Frosinone-:
se non ritenga di adottare opportune iniziative per incrementare le misure di prevenzione e contrasto della criminalità nella provincia di Frosinone che, tra l'altro, negli ultimi anni ha visto aumentare la presenza di pericolosi affiliati a clan camorristici del napoletano e del casertano, destando un fondato allarme tra la popolazione e gli operatori economici e le istituzioni locali.
(3-00001)

Interrogazioni a risposta scritta:

FOTI TOMMASO e POLLEDRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'immigrazione clandestina in Italia, secondo un recentissimo studio pubblicato da Il Sole-24 Ore, costituisce un fenomeno indubbiamente preoccupante anche in ragione delle dimensioni raggiunte: risulterebbe, infatti, pari ad oltre 650.000 il

numero di stranieri irregolari ospitati in Italia (circa 1,1 clandestino per ogni 100 abitanti);
secondo il predetto studio tra le 10 città italiane con più alta presenza di clandestini 5 sono capoluoghi di provincia emiliano-romagnoli: Modena con 25,5 clandestini ogni mille abitanti; Reggio Emilia con 24,5 clandestini ogni mille abitanti; Parma con 20,4 clandestini ogni mille abitanti; Bologna con 20,2 clandestini ogni mille abitanti; Piacenza con 18,9 clandestini ogni mille abitanti;
le percentuali di stranieri irregolari detenuti nelle carceri delle predette città dell'Emilia-Romagna, rispetto al complesso della popolazione carceraria ospitata, sono le seguenti: Modena 68,96 per cento, Parma 64,44 per cento, Bologna 61,95 per cento, Reggio Emilia 61,11 per cento, Piacenza 51,87 per cento -:
quali specifiche ed urgenti iniziative intenda porre in essere per efficacemente contrastare in detta Regione il fenomeno di un'immigrazione clandestina non più ulteriormente tollerabile.
(4-00101)

CONTENTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da vario tempo lungo la strada statale n. 251 della Valcellina (Pordenone) e in quella veneta «del Fadalto» si registra un aumento esponenziale di sinistri che vedono coinvolte motociclette;
il fenomeno, che assume contorni preoccupanti soprattutto nei week end, pare dovuto al sempre crescente numero di motociclisti che decide di mettere alla prova la propria abilità alla guida lungo i tornanti dei due assi viari di montagna;
il recente inizio della bella stagione preoccupa le amministrazioni locali, impegnate sul fronte della prevenzione ma dotate di mezzi e competenze insufficienti per fronteggiare una situazione così vasta e complessa;
in questo senso, alcuni amministratori delle due aree interessate al fenomeno hanno chiesto alle forze dell'ordine maggiori controlli preventivi e repressivi, nell'ottica di evitare altre tragedie della strada che ledono gravemente anche il buon nome turistico delle zone interessate;
ciò che preoccupa di più è che, anche secondo la stampa locale, in zona si consumerebbero delle autentiche gare di velocità non autorizzate, alcune delle quali sul filo dei 180 km/h;
vi sarebbero dei siti internet nei quali queste gare clandestine verrebbero pubblicizzate, se non addirittura organizzate;
si rende, pertanto, necessaria quanto urgente un'azione di questo Governo volta a chiarire i reali contorni del fenomeno, anche mediante l'oscuramento di eventuali siti internet che pubblicizzino o promuovano simili iniziative -:
quali dati abbiano a propria disposizione circa l'effettiva entità e gravità del fenomeno denunciato in narrativa e consistente nell'aumento di incidenti stradali che coinvolgono motociclisti lungo la strada statale n. 251 della Valcellina (Pordenone) e in quella veneta «del Fadalto»;
se sia possibile ipotizzare che, dietro un tal numero di sinistri, si nasconda effettivamente anche lo spettro di gare clandestine;
se siano a conoscenza dell'effettiva esistenza di siti internet nei quali le gare clandestine di moto in Valcellina e nel Fadalto vengano in qualsiasi modo agevolate o incentivate;
se e quali interventi intendano concordare con le forze dell'ordine e, in particolare, con la Polizia stradale e con la Polizia postale, per sradicare il fenomeno in parola, le cui conseguenze, anche in termini di costi sociali e di vite umane perdute, sono sotto gli occhi di tutti.
(4-00105)

TESTO AGGIORNATO AL 28 MAGGIO 2008

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
l'otto maggio 2008 il TAR Lazio ha avviato la discussione congiunta per l'esame dei circa 2.000 ricorsi presentati dai candidati che si ritengono ingiustamente esclusi dall'accesso alle facoltà di medicina e chirurgia, esclusione operata a seguito dei quiz tenutisi nel settembre 2007;
si tratta di un percorso già noto, che ha portato negli anni ad una serie di sanatorie, l'ultima delle quali è contenuta nella legge n. 288 del 2004; in sostanza gli studenti, con motivazioni varie, si oppongono alla decisione di escluderli, ricorrendo al Tribunale amministrativo; se i TAR accedono alle loro ragioni, gli studenti sono ammessi ai corsi, mentre nel frattempo le università ricorrono al Consiglio di Stato; a quel punto il Parlamento interviene per evitare ulteriori danni e tensioni sociali;
la preselezione tenutasi nel settembre 2007 ha evidenziato una serie di irregolarità quali plichi pervenuti aperti alle commissioni e domande con risposte sbagliate; inoltre va osservato che la preselezione non sfugge al sospetto che ormai affligge ogni procedura concorsuale in Italia; i successivi decreti emanati dal Ministro non sembrano aver sanato tutte le posizioni;
in relazione alla formulazione dei questionari, desta perplessità la natura di domande ritenute di «cultura generale», ma che equiparano la cultura ad una sorta di quiz radiotelevisivo; questionari che dividono anche il mondo accademico: secondo molti professori i test non sono in grado di valutare gli studenti e portano a discriminazioni inaccettabili, poiché circa il 75 per cento degli studenti che superano le prove attitudinali proviene da famiglie che hanno entrambi i genitori laureati -:
quali intendimenti abbia il Governo in merito alla vicenda esposta in premessa;
se non ritenga opportuno - anche mediante iniziative legislative - riformare la procedura di preselezione per l'accesso all'Università, sulla base di opzioni quali:
a) limitare le facoltà a numero chiuso allo stretto necessario;
b) modificare ed ampliare i Questionari nel senso di consentire che questi possano misurare la reale preparazione dello studente nelle materie che dovrà approfondire;
c) introdurre una graduatoria nazionale degli aventi diritto all'accesso alle facoltà in modo da evitare discriminazioni e difformità di giudizio a parità di valore degli elaborati;
d) ampliare il numero degli aventi diritto sulla base non solo delle capacità di assorbimento delle facoltà, ma anche valutando il numero dei professionisti necessari;
se non ritenga, infine, di dover considerare l'opportunità di introdurre un meccanismo «alla francese», nel quale si prevede che, per l'accesso al primo bi-triennio universitario statale, siano valutati il rendimento e le capacità del singolo sulla base dei risultati del quinquennio delle scuole superiori.
(2-00004) «Mario Pepe (Pdl), Di Cagno Abbrescia, Picchi, Testoni, Stracquadanio, De Luca, Galati, Di Virgilio, Ceccacci Rubino, Mistrello Destro, Osvaldo Napoli, Bernardo, De Girolamo, Tortoli, Zorzato, Iapicca, Moles, Berardi, Di Centa, Simeoni, Sammarco, Formichella, Giammanco, Mannucci, Savino, Vella, Moffa, Mariarosaria Rossi, Costa, Papa, Laboccetta, Sbrollini».

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:

BORGHESI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
anche recentemente, e in diverse occasioni, i mezzi di informazione si sono interessati del perdurante stato di illegalità che affligge il settore della fornitura di servizi in appalto, nel settore pubblico e privato;
dalle notizie che arrivano dagli operatori del settore perdura, se non è addirittura in crescita, uno stato di evasione contributiva e fiscale da parte di soggetti consorziati e cooperativi che operano nel settore della fornitura di servizi in appalto;
sovente si ricorre alla costituzione di consorzi di impresa di interposizione, ove la società di riferimento si limita ad assumere il contratto di fornitura al solo scopo di usufruire delle agevolazioni di legge, ma senza aver l'organizzazione lavorativa appropriata e dovendo necessariamente subappaltare l'effettuazione della commessa a piccole imprese e/o cooperative (a tal unico fine coinvolte nel consorzio medesimo): questo malcostume di fatto crea strutture che operano radicalmente al di fuori di qualunque indice di congruità, con evidente disapplicazione del CCNL di categoria;
per l'appunto, ultimamente si è constatato che primarie aziende stanno formando esse stesse simili tipologie di consorzi, invitando in un secondo momento le società di servizi - senza le quali non sarebbero in grado di effettuare la prestazione prevista - ad aderirvi e richiedendo in contropartita il 20 per cento del costo dell'appalto;
tale perdurante situazione è fattore di potenziale aumento del numero di illeciti penali (riciclaggio di denaro e corruzione su tutti), civili e amministrativi, favorendo la delinquenza e al contempo rendendo più gravosa l'attività degli operatori onesti -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti;
se sono stati avviati controlli o fornite indicazioni particolari agli organi ispettivi nazionali, regionali e provinciali, onde verificare e reprimere tale situazione di illegalità;
se gli organi del Ministero hanno in proposito valutato di estendere, con gli opportuni adattamenti, la normativa sugli appalti pubblici pure a quelli privati, al fine di contrastare il fenomeno dell'evasione contributiva e fiscale;
se siano in essere iniziative tese a strutturare, per i principali settori ed opere, gli indici di congruità relativi al rapporto tra quantità/qualità della prestazione (diretta o in appalto) e quantità delle ore lavorate e del numero di lavoratori, in modo da:
a) orientare gli interventi ispettivi delle diverse Istituzioni;
b) definire la genuinità dell'appalto stesso (con la conseguente possibile relativa revoca);
c) premiare con qualsivoglia beneficio economico e normativo coloro che operano nella piena legalità e nel completo rispetto delle regole paritarie del marcato.
(4-00094)

DE POLI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
si riscontra tra la popolazione italiana una crescente presenza delle persone non autosufficienti, ma da parte delle politiche pubbliche non corrisponde un'adeguata risposta;
è infatti opinione comune che in questo campo esista un profondo divario tra la gamma dei bisogni e la dimensione dello sforzo pubblico. I soggetti deboli presentano bisogni che richiedono una forte capacità di integrazione sociosanitaria, radicata su soluzioni di natura istituzionale, gestionale, professionale e solidaristica;

buona parte degli oneri finanziari per le risposte sociali sono a carico delle persone e delle famiglie, nei casi di cronicità e di lungo-assistenza ciò comporta il progressivo deterioramento dei patrimoni personali con la conseguente necessità di intervento economico da parte degli enti locali. Peraltro gli interventi esistenti mostrano troppo spesso un'eccessiva eterogeneità a livello territoriale, chiamando in causa il ruolo dello Stato che dovrebbe definire regole chiare e principi di base cui ancorare i diritti delle persone non autosufficienti;
è quindi necessario pensare ad un sistema di protezione dai rischi della non autosufficienza, in grado di garantire una copertura che vada a beneficio delle persone e delle famiglie -:
quali saranno gli interventi e le direttive del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, a favore dei soggetti non autosufficienti;
se nell'ambito dell'attuazione del programma di Governo è prevista l'immediata istituzione del Fondo Nazionale per persone non autosufficienti.
(4-00095)

ZACCHERA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
a suo tempo la Camera ebbe ad approvare la legge 6 marzo 2001, n. 52, «Riconoscimento del registro nazionale dei donatori di midollo osseo» che, all'articolo 8, prevedeva che entro sei mesi sarebbe stato pubblicato il regolamento attuativo della nuova legge;
a ormai sette anni di distanza non risulta che tale regolamento sia stato ancora pubblicato;
ciò comporta obiettivi problemi in ordine all'attuazione ed interpretazione delle norme, creando difficoltà ed intralci nella pratica applicazione di questa importante normativa-:
se non si ritenga di dover immediatamente intervenire per verificare questo stato di cose e risolverle al più presto;
per quali motivi il regolamento non sia ancora stato predisposto o perlomeno pubblicamente diffuso;
per quale data si ritiene che il regolamento stesso possa essere emanato e quindi entrare in vigore.
(4-00103)

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:

TOMMASO FOTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il cittadino italiano Benzoni Angelo, titolare della società Benco packaging, vanta un credito di diverse migliaia di euro nei confronti dell'ente statale algerino Oralait in ragione di una fornitura dallo stesso effettuata nel 1991;
della questione si occupa l'ufficio Ice di Algeri da circa due anni, ma a tutt'oggi la stessa non risulta definita -:
se e quali iniziative intenda assumere al riguardo per una positiva conclusione della vicenda.
(4-00102)