XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 7/5/2008

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, ha istituito presso l'Inps, a decorrere dal 1o gennaio 1996, una Cassa pensionistica (Gestione separata) per i lavoratori atipici (cosiddetti parasubordinati);
per i lavoratori suddetti si previde una aliquota contributiva (fonte del finanziamento della Cassa) che a regime avrebbe dovuto essere del 19,5 per cento, a fronte di una aliquota di computo (si tratta, nel metodo di calcolo contributivo, dell'accredito virtuale, anch'esso percentuale della retribuzione, necessario per determinare il montante sul quale conteggiare l'importo della pensione), che avrebbe dovuto essere, sempre a regime, del 20 per cento;
secondo quanto sostenuto dal professor Giuliano Cazzola nel volume Lavoro e welfare: giovani versus anziani, nella XIV Legislatura «il governo Berlusconi - sì, proprio quello che voleva rappresentare le partite Iva - al solo scopo di "fare cassa" ha pensato bene di accelerare, con decreto legge, l'andata a regime (inizialmente prevista per il 2014) dell'aliquota piena... consentendo alla Gestione pensionistica presso l'Inps di accumulare enormi saldi attivi "usati per pagare le pensioni dei lavoratori dipendenti e degli autonomi... La Gestione dei lavoratori parasubordinati presso l'Inps è divenuta ormai la gallina dalle uova d'oro» dell'Inps, «la "fabbrica" delle nostre pensioni (e non solo). Dal 1996 (l'anno della sua istituzione)» al 2004 «ha accumulato una situazione patrimoniale pari a 18 miliardi di euro. I suoi saldi di esercizio (dal momento che incassa fior di contributi e paga poche pensioni)... sono in attivo per alcuni miliardi di euro l'anno... Essendo quello dell'Inps un bilancio unico sono ammessi i trasferimenti da una gestione all'altra, sia pure col riconoscimento di un saggio d'interesse formale, che nessuno si incaricherà mai di pagare né di riscuotere, perché si tratta sempre di partite sostanzialmente virtuali, tanto in dare quanto in avere... Con i versamenti dei lavoratori attivi si pagano le pensioni in essere, mentre lo Stato garantisce che il ciclo si ripeterà, in futuro, quando gli attivi di oggi saranno in pensione domani... Pertanto non vi è alcun accantonamento di risorse reali (esse vengono puntualmente usate per altre finalità), ma solo per il riconoscimento di crediti, che saranno esigibili se, al momento giusto, il sistema potrà onorare gli impegni»;
l'articolo 1, comma 79, della legge 24 dicembre 2007, n. 247 («Norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l'equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale»), con riferimento agli iscritti alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, che non risultino assicurati presso altre forme obbligatorie, ha stabilito l'aliquota contributiva pensionistica e la relativa aliquota contributiva per il computo delle prestazioni pensionistiche in misura pari al 24 per cento per l'anno 2008, in misura pari al 25 per cento per l'anno 2009 e in misura pari al 26 per cento a decorrere dall'anno 2010;
la legge n. 247 del 2007 è anche intervenuta (articolo 1, comma 2) sui requisiti necessari per conseguire la pensione di anzianità, confermando che per conseguire il diritto all'accesso al trattamento

pensionistico suddetto è necessario avere una anzianità contributiva di almeno 35 anni;
i lavoratori parasubordinati sono quelli che con maggiore difficoltà possono raggiungere i 35 anni di anzianità contributiva minima: si entra sempre più tardi nel mercato del lavoro, e sempre più il lavoro assume forme precarie e intermittenti. Il risultato è doppiamente negativo e iniquo: da una parte, l'età effettiva di pensionamento per queste persone è evidentemente molto più elevata rispetto a quella degli altri lavoratori; dall'altra, coloro che non riescono a conseguire l'anzianità contributiva minima prescritta dalla legge (cosiddetti «silenti»), oltre a non poter accedere alla pensione di anzianità, perdono i contributi versati (sulla base, tra l'altro, di una aliquota altissima, pari a un quarto dello stipendio), che sono utilizzati per pagare le pensioni altrui -:
quali siano i dati relativi alla situazione contributiva dei cittadini, disaggregati per classi di età e di anzianità contributiva, con particolare riguardo ai cosiddetti «silenti», di modo che sia possibile stabilire quanti cittadini rischino di non maturare affatto il requisito contributivo minimo necessario per accedere alla pensione di anzianità, e se ed in quale misura si sia già prodotto l'innalzamento dell'età effettiva di pensionamento;
quali siano i dati relativi all'ammontare complessivo e all'utilizzo, da parte dell'Inps, dei contributi versati dai lavoratori parasubordinati alla Gestione separata istituita dall'articolo 2, comma 26, della legge n. 335 del 1995;
se intenda adottare misure che prevedano la possibilità, per i lavoratori che non possano raggiungere il requisito contributivo minimo entro una determinata età, di ottenere la restituzione dei contributi previdenziali fino a quel momento versati.
(4-00083)

BOFFA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
la produzione tessile nazionale ed, in particolare, la filiera e la tessitura cotoniera, hanno subito, fin dai primi mesi dell'anno 2005, una flessione produttiva;
nel marzo 1999 fu sottoscritto tra i rappresentanti del Governo italiano, le istituzioni territoriali, alcuni imprenditori bergamaschi, i Sindacati nazionali e locali, il Contratto d'Area per la reindustrializzazione dell'area di Airola, la riattivazione degli stabilimenti abbandonati dalla ex Alfa Cavi (gruppo Pirelli) e la riassunzione di circa 450 operai, mediante investimenti pubblici (Fondi CIPE per 124,2 milioni di euro) e privati (capitali per circa 50 milioni di euro). Gli investimenti per le iniziative Benfil (filatura di cotone) e Tessival Sud (tessitura di cotone) furono controllati e approvati dalla Commissione CE;
nel corso del 2002/2003 furono completati gli stabilimenti, attivati gli impianti ed occupati circa 534 operai con grande successo produttivo, sociale ed economico;
nel corso del biennio 2005/2006 si verificarono le prime difficoltà sui mercati internazionali del settore e molte aziende cotoniere italiane chiusero gli stabilimenti e si ritirarono dal mercato;
anche la Tessival Sud ha ridotto la produzione ed ora si appresta ad arrestarla mettendo in cassa integrazione guadagni straordinaria per un anno e con decorrenza dal prossimo 5 maggio 2008, 163 lavoratori, in previsione di un ulteriore collocamento in cassa integrazione di altri operai;
anche in questo caso, come a livello nazionale, la crisi può essere ricondotta a vari fattori, tra i quali, l'aumento delle importazioni in Italia ed in Europa dei prodotti tessili provenienti da Cina, Pakistan, India, Indonesia ed altri paesi orientali;
l'ingresso nel mercato italiano di prodotti caratterizzati da prezzi bassissimi

ottenuti per effetto del basso costo della manodopera impiegata, degli scarsi investimenti nelle tecnologie per la sicurezza sul lavoro e dell'inesistenza o della totale evasione di qualsiasi forma di assicurazione previdenziale ed assistenziale e per gli infortuni sul lavoro nonché la mancanza di investimenti per la difesa dell'ambiente dall'inquinamento industriale; il progressivo deprezzamento del dollaro rispetto all'euro, fenomeno che rende le esportazioni nazionali non competitive sul mercato internazionale e l'aumento del prezzo del petrolio che ha comportato l'aumento dei costi di produzione dell'energia elettrica che, a sua volta, ha elevato i prezzi della produzione tessile -:
quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare per affrontare la crisi del settore tessile e, in particolare, la preannunciata crisi di Tessival Sud, al fine di evitare l'arresto delle attività produttive e la messa in CIG di centinaia di operai posto che tale intervento si richiede soprattutto a causa della necessità di evitare che gli effetti della crisi si riversino sui soli lavoratori in considerazione del fatto che le aziende interessate hanno beneficiato di ingenti risorse pubbliche pari a circa il 70 per cento a fondo perduto;
se non si ritenga di convocare urgentemente un tavolo tra i Ministeri e le istituzioni interessate, l'azienda e le parti sociali, per affrontare la crisi e per definire un dettagliato piano di risanamento industriale che tuteli la posizione degli operai e degli apprendisti;
se non si ritenga altresì che il suddetto tavolo debba affrontare le questioni relative alla necessità di attrezzare l'area con sistemi per la produzione di energia pulita e a basso costo per contenere i costi di produzione e individuare altri strumenti tesi a mitigare i costi sociali della crisi;
se non si ritenga infine di avviare una discussione urgente tra le istituzioni interessate, le parti sociali e l'azienda, sull'ipotesi più volte prospettata ma mai concretamente definita di un progetto di riconversione e completamento del ciclo industriale e della filiera produttiva che consenta di produrre in provincia di Benevento sia il semilavorato che il prodotto finito da immettere sul mercato dell'alta moda e della grande distribuzione, rendendo, in tal modo, competitivo un settore che, viceversa, rischia di essere travolto dalla concorrenza di altri Paesi.
(4-00085)

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INFRASTRUTTURE

Interrogazione a risposta scritta:

FAVA. - Al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
dal 14 aprile scorso è interrotta la viabilità sul Po nel comune di San Benedetto Po per la programmata esecuzione di lavori di manutenzione straordinaria per eliminare i gravi dissesti del medesimo;
nel frattempo sono emerse difficoltà esecutive che hanno comportato, di fatto, l'interruzione dei lavori da circa due settimane;
l'incontro presso la Provincia di Mantova, in data 5 maggio 2008, alla presenza della Provincia, dell'ANAS, della ditta Pecora, dei comuni di San Benedetto Po e Bagnolo San Vito, non ha portato una definizione chiara né sui tempi di consegna del ponte, né sulle modalità operative per la sistemazione dello stesso;
nella riunione si è constatato che esisitono divergenze procedurali e applicative, tra l'ANAS, e la ditta Pecora, che di fatto impedisce di pensare che vengano rispettati i tempi di esecuzione lavori -:
se il Ministro interrogato, essendo a conoscenza della situazione, non intenda intervenire in tempi rapidissimi presso le competenti strutture ministeriali e la direzione dell'ANAS, al fine di pervenire ad una celere ripresa dei lavori, affinché venga risparmiato agli abitanti della zona il perdurare di

un grave disagio per la viabilità come ripetutosi negli ultimi anni.
(4-00082)

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INTERNO

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
sono in atto discussioni nel Comune di Bologna circa l'utilizzo di ronde di cittadini per arginare il fenomeno diffuso della violenza e sul ruolo dei volontari che, a modo di vedere dell'interpellante, deve essere solo di puro ausilio degli organi di Stato senza interferire nel ruolo dei medesimi, che soli hanno la titolarità a svolgere la funzione di tutori dell'ordine pubblico;
si sottolinea altresì l'opportunità di provvedere al potenziamento degli organici di Polizia e Carabinieri come pure a finanziamenti sicuri che permettano alle Forze dell'ordine di svolgere fino in fondo ed efficacemente il compito loro affidato stabilendo, conformemente alla legge, anche l'utilizzo di strumenti di difesa più che mai necessari nell'attuale contesto sociale;
a riguardo del caso di Bologna, si rileva l'intervento, secondo l'interpellante anomalo, della Procura della Repubblica che ha sostanzialmente autorizzato l'uso di manganelli e spray da parte di Vigili urbani entrando in un settore non di sua competenza ed avallando le decisioni politiche della Giunta comunale -:
se il Governo intenda intervenire con direttive precise per stabilire i limiti di azione e di intervento dei volontari nel settore in questione, secondo quanto segnalato in premessa;
se il Governo intenda assumere iniziative normative volte a definire una disciplina particolare per il corpo dei vigili urbani come pure a disciplinare le forme di collaborazione di cittadini che spontaneamente stanno aumentando nel Paese per rispondere giustamente, secondo l'interpellante, ad una elementare esigenza di difesa.
(2-00003)«Garagnani».

Interrogazione a risposta scritta:

DE POLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
l'associazione Pronto Bambino in data odierna presenterà una denuncia alla Procura di Padova riguardante un fenomeno proveniente dalla pericolosa moda lanciata tra gli adolescenti dagli «Emo» una sorta di tribù che on-line esalta l'autolesionismo;
infatti sul sito internet http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Emo si possono vedere immagini raccapriccianti: ragazzini che si tagliano le vene, altri che si fanno immortalare a bordo strada «in attesa che un pullman li investa», un dito tagliato di netto con una lama, un ragazzo che si spara in bocca. Tali comportamenti vengono mostrati come normalissimi nella quotidianità di un adolescente Emo;
numerose sono state le segnalazioni di genitori spaventati dai comportamenti dei figli che con lamette a volte si tagliano il braccio a volte la gamba dichiarando che provano piacere;
il disagio degli adolescenti è evidente e causato senza dubbio dalla mancanza di riferimenti solidi che spesso li porta verso codici culturali in cui possano trovare un'identificazione;
ma la cultura «Emo» che trae ispirazione dalla musica Hardcore punk indica qualcosa di più sfuggente di condivisione musicale, abbigliamento e convergenze virtuali. Sul sito in questione è ben chiaro come il suicidio venga considerato un rito iniziatico per questa cosiddetta tribù;

a questo disagio sociale lo Stato non può rimanere indifferente e permettere che su internet, ad oggi il mezzo di comunicazione più usato dagli adolescenti, sia possibile accedere a contenuti così distruttivi e diseducativi. È necessaria una condanna chiara ed un intervento immediato -:
se il predetto sito sia già all'attenzione della Polizia postale e delle comunicazioni e, in caso affermativo, se la stessa lo abbia già segnalato all'autorità giudiziaria o se intenda farlo, anche in vista di un auspicabile sollecito oscuramento;
se non si intenda intensificare il monitoraggio di internet considerando i siti recanti contenuti autolesionistici alla stessa stregua di quelli recanti contenuti violenti o illeciti, a tal fine anche potenziando le risorse e le strutture della Polizia postale e delle comunicazioni;
se non si ritenga di fornire indirizzi affinché il «Codice di autoregolamentazione media e minori» tenga adeguatamente conto dei contenuti che possono suscitare l'emulazione di atti autolesionistici;
se non si ritenga di promuovere adeguate campagne informative e formative per educare i minori e le loro famiglie ad un utilizzo consapevole e sicuro della rete.
(4-00086)

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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE

Interrogazione a risposta scritta:

CODURELLI, QUARTIANI, BRAGA, ZUCCHI e MARCO CARRA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
negli anni scorsi la Riello s.p.a. ha rilevato la storica attività della ditta Beretta caldaie a Lecco, industria leader e simbolo della storia imprenditoriale di questo territorio che aveva toccato un dato di occupazione di 500 unità;
in questi giorni, il gruppo Riello - Divisione caldaie murali, che occupa nello stabilimento di Lecco 330 dipendenti, ha dichiarato di voler procedere, a partire dal primo giorno di giugno, alla cessazione dell'intera attività produttiva, che impegna 150 dipendenti;
un fatto grave perché l'azienda si è rifiutata di dare spiegazioni che vadano al di là di un mero calcolo di profitto economico immediato. Non sono stati inoltre presentati dati di bilancio, nessun segno che attesti l'effettiva difficoltà dello stabilimento, ma semplicemente l'intenzione di ridurre i costi di produzione. È possibile che in questo momento di crisi economica, di aumento del costo delle materie prime le imprese abbiano difficoltà, ma delocalizzare dove la manodopera costa meno non è una soluzione per l'economia italiana e per gli italiani stessi. È necessario che le imprese investano e credano nella capacità di riqualificare il valore delle imprese italiane;
un fatto ancor più grave e contraddittorio, se si tiene conto che il titolare di questa fabbrica, Ettore Riello, presentatosi alle elezioni per il PdL, ha improntato la sua campagna elettorale sull'esigenza di favorire l'industria italiana;
il marchio Beretta, nato a Lecco negli anni sessanta, è stato un marchio famoso in tutta Europa, ma da quando è stato acquistato da Riello, l'azienda si è andata svuotando di contenuti, e la produzione è stata ampliamente delocalizzata in Polonia. Ora la direzione sceglie di lasciare a casa 150 dipendenti, e sembrano fondati i timori che, lentamente, anche le altre forze produttive lascino il territorio -:
quali azioni, di concerto con l'assessorato competente della provincia di Lecco, della regione Lombardia con il coinvolgimento di tutte le parti interessate, intendano assumere per evitare l'impoverimento ulteriore del tessuto industriale

del territorio (in città nell'arco di pochi anni 7.000 posti di lavoro in meno) sia per le aziende direttamente coinvolte, sia per i notevoli problemi per l'indotto produttivo interessato.
(4-00087)

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SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:

MAURIZIO TURCO. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la raffineria di petrolio di Cremona, ora di proprietà della Tamoil S.p.A., si è progressivamente sviluppata, a partire dagli impianti della raffineria Italia, installati al tempo della seconda guerra mondiale;
detta raffineria è collocata ad una distanza di soli 2.000 metri dalla piazza del Comune e del Duomo, piazza che costituisce il centro della città;
cinque società canottieri - per un totale di circa 10.000 iscritti ospitano in ogni stagione e per tutta la giornata i loro soci in campi da gioco, piscine e locali da ricreazione e ristoro, contigui al muro di cinta della raffineria, a poche decine di metri dagli impianti di raffinazione che producono le emissioni tipiche del processo;
due di queste società sportive preesistevano all'insediamento industriale;
fin dal suo insediarsi, nel 2000, la società Tamoil ha provveduto all'autodenuncia dei propri impianti quale probabile causa di inquinamento ambientale;
la cittadinanza ha avuto notizia di interventi di verifica della salubrità degli impianti effettuati nell'estate 2007;
le indagini condotte dopo questa data hanno messo in luce l'esistenza di inquinamento da idrocarburi presente nel sottosuolo delle società canottieri, sia in frazioni pesanti che leggere, e che tale inquinamento è presente sia nelle falde che nei terreni, a diverse profondità;
non si è in grado di conoscere se le infiltrazioni inquinanti siano tuttora in atto a causa di perdite dagli impianti non ancora intercettate;
non si ha notizia di ispezioni effettuate dalle autorità competenti nel sottosuolo della raffineria, né si ha notizia di verifiche effettuate al fine di constatare l'effettivo stato di conservazione e dell'adeguatezza delle operazioni di manutenzioni, operazioni omesse anche nel caso riguardante i serbatoi e gli impianti più obsolescenti;
per quanto riguarda il monitoraggio dell'inquinamento atmosferico, ci si è affidati alle sole verifiche effettuate mediante una centralina automatica posta in una piazza a 1.500 metri di distanza dall'impianto di raffineria, in direzione dei venti dominanti. Tale accorgimento è da considerarsi inutile poiché è noto che il clima locale è caratterizzato da lunghi periodi di calma piatta di vento, con fenomeni di inversione termica che aumentano l'inquinamento atmosferico, soprattutto negli spazi ludici più vicini alla raffineria, spazi particolarmente frequentati;
il controllo del benzene (agente cancerogeno riconosciuto) è stato introdotto nel programma della centralina solo tre anni fa -:
se i fatti corrispondano al vero;
se i Ministri ne siano a conoscenza e, nell'eventualità positiva, in che modo intendano intervenire per restituire efficacia ai controlli ambientali, necessari per la tutela della salute, posto che tale tutela compete alle pubbliche istituzioni anche tenuto conto del fatto che i vincoli in tema di inquinamento dell'aria sono stabiliti a livello europeo;

se i Ministri ritengano questi controlli idonei a garantire un grado di sicurezza sufficiente nelle condizioni date e se non intendano adottare gli opportuni provvedimenti per rendere più stringenti le modalità di esecuzione di tali controlli anche allocando diversamente le centraline di monitoraggio;
se corrisponda a verità che la raffineria di Cremona fosse compresa fra quelle da dismettere, dismissione prevista in un piano di riduzione ottimizzata della capacità di raffinazione operante in Italia, piano redatto alla fine degli anni ottanta e, in caso di risposta affermativa, per quali ragioni ciò non sia avvenuto;
se l'incidenza di tumori a Cremona sia superiore alla media nazionale;
se si preveda, in sede di rinnovo dell'autorizzazione integrata ambientale, la predisposizione di apposite prescrizioni a tutela della salute della comunità e dell'integrità ambientale.
(4-00084)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'università e della ricerca, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
circolano voci e notizie secondo cui il consiglio di Amministrazione dell'ENEA sarebbe in procinto di approvare, entro la fine di maggio, una sostanziale ristrutturazione dello stesso Ente;
poiché il Consiglio di Amministrazione dell'ENEA è costituito in gran parte da membri nominati dai tre Ministeri vigilanti sull'Ente (Attività Produttive, Ambiente e Ricerca Scientifica) e poiché questi membri, in quanto nominati dal precedente Governo, potrebbero non essere sufficientemente rappresentativi degli indirizzi programmatici del nuovo esecutivo, soprattutto in materie, sensibili come l'Ambiente e l'Energia;
si fa anche notare che, considerate le importanti competenze affidate all'ENEA in materie ambientale ed energetica, una ristrutturazione nelle attuali condizioni, rischierebbe di essere anche pregiudizievole per alcuni anni nei confronti degli indirizzi e delle politiche del Governo nelle materie suddette -:
se, in caso di conferma delle voci di imminente ristrutturazione dell'ENEA, l'azione debba essere considerata quantomeno prematura, visto che il nuovo Governo non si è ancora, insediato, e quindi bloccata.
(2-00002)«Garagnani».