Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Islanda
Serie: Schede Paese politico-parlamentare    Numero: 15
Data: 02/03/2011
Descrittori:
ISLANDA     
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari

n. 15 5 novembre 2012Casella di testo: SCHEDA PAESE
politico-parlamentare

Islanda                            

 


Il quadro istituzionale

Dal punto di vista della forma di governo, l’Islanda è una Repubblica Parlamentare. Infatti il Presidente della Repubblica, pur essendo eletto a suffragio universale diretto con un mandato di quattro anni (rieleggibile senza limiti di mandato), non ha effettivi poteri di governo, mentre il primo ministro, nominato dal Presidente della Repubblica e il governo sono legati dal rapporto fiduciario con il Parlamento.

Il Parlamento islandese (Althing) è, a seguito della soppressione della Camera alta nel 1991, monocamerale ed è composto da 63 deputati, eletti per quattro anni con un sistema proporzionale misto (54 deputati sono eletti nelle sei circoscrizioni plurinominali, in ragione di nove in ciascuna circoscrizione, con metodo D’Hondt e soglia di sbarramento al cinque per cento, mentre i nove seggi rimanenti sono attribuiti in un collegio nazionale sulla base dei risultati nazionali delle diverse liste).  

Secondo Freedom House Report 2012, l’Islanda è uno “Stato libero” ed una “democrazia elettorale”, mentre il Democracy Index 2011 dell’Economist Intelligence Unit la classifica come “democrazia completa”, assegnandole il miglior risultato dopo la Norvegia (per ulteriori elementi cfr. infra Indicatori internazionali sul paese).

La traumatica crisi economica scoppiata nell’autunno 2008 (per dettagli cfr. infra) non ha mutato il grado di effettivo godimento delle libertà politiche e civili in Islanda. Le proteste del gennaio 2009 contro il governo per la crisi economica (la cosiddetta “rivoluzione delle casseruole”), che videro, per la prima volta dalle proteste contro l’ingresso nella NATO nel 1949, l’impiego di gas lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine, hanno determinato uno choc nel paese, che ha provocato, alla fine del medesimo mese, la caduta del governo.

L’Islanda risulta anche all’avanguardia nella tutela della libertà di diffusione del pensiero attraverso Internet: nel 2010 è stata approvata dal Parlamento islandese una legge che prefigura un’ampia protezione in Islanda per la pubblicazione di materiali su Internet, estensibile anche a siti esteri che vogliano trasferire la registrazione del proprio dominio in Islanda.

 

La situazione politica

Presidente della Repubblica dal 1996 (rieletto per il quinto mandato nel 2012) è Olafur Ragnar Grimsson (n. 1943).

 

Cenni biografici

Olafur Grimsson, al momento della sua elezione, nel 1996, era leader del partito di centro-sinistra “Alleanza del popolo” (in tal senso la sua elezione aveva fatto suscitare in alcuni dubbi in ragione dei rischi di eccessiva “politicizzazione” della Presidenza della Repubblica). Compiuti gli studi di Economia e Scienze politiche all’Università di Manchester in Gran Bretagna, docente universitario all’Università dell’Islanda dal 1973, fu eletto deputato per la prima volta nel 1978 ed ha ricoperto l’incarico di ministro delle finanze nel periodo 1988-1991. Rieletto alla Presidenza della Repubblica per quattro volte, in due casi (2000 e 2008) la rielezione è avvenuta senza che vi fossero contendenti.

Nel corso del suo lungo mandato, Grimsson ha utilizzato il suo ruolo e i suoi compiti di rappresentanza del Paese all’estero per promuovere gli investimenti esteri in Islanda, in particolare nel settore delle nuove tecnologie. Alcuni critici hanno però anche rilevato il suo sostegno, negli scorsi anni, alle politiche finanziarie che hanno condotto alla crisi del 2008.

 

Primo ministro dal gennaio 2009 è Johanna Sigurdadottir (n. 1942), che guida una coalizione composta dall’Alleanza Socialdemocratica e dal Movimento di sinistra-verde.

 

Cenni biografici

Prima donna alla guida del governo nella storia islandese e primo capo di governo dichiaratamente omosessuale al mondo (divorziata, ha contratto nel 2002 un’unione civile con la giornalista e scrittrice islandese Jonina Leosdottir), la Sigurdadottir, ex-hostess e organizzatrice sindacale, è stata eletta deputata per la prima volta nel 1978, nelle fila del Partito Socialdemocratico. Nel 1979 e nel 1983-’84 fu presidente del Parlamento e nel periodo 1987-1994 ministro degli affari sociali. Sconfitta nella competizione per la leadership del Partito Socialdemocratico, ha fondato nel 1994 un nuovo partito, il Movimento Nazionale, che nel 2000 si è però fuso con il partito Socialdemocratico.  

 

La realtà politica islandese è ancora profondamente condizionata dalla traumatica crisi economico finanziaria scoppiata nell’autunno del 2008, che mutò radicalmente il quadro macroeconomico del paese. A seguito del credit crunch internazionale originato dal fallimento della banca d’affari USA Lehman Brothers, le tre principali banche islandesi (Gliptin, Kaputhing e Landsbanki) fallirono a causa della loro esposizione sul mercato dei mutui subprime nel settore immobiliare USA, provocando anche il crollo della moneta islandese. Il governo negoziò allora un prestito del Fondo monetario internazionale subordinato alla realizzazione di interventi in tre settori: la stabilizzazione monetaria; la ristrutturazione del sistema bancario e il consolidamento fiscale.

Al momento della crisi il governo islandese era sorretto, dal 2007, da una coalizione tra il Partito dell’Indipendenza, partito di centro-destra predominante nella vita politica islandese dalla fine della seconda guerra mondiale, e l’Alleanza Socialdemocratica (composta dal partito socialdemocratico, dall’alleanza del popolo e dall’alleanza delle donne), di centro-sinistra. Primo Ministro era il leader del partito dell’indipendenza Geir Haarde. A seguito delle già ricordate manifestazioni popolari di fine gennaio 2011, il governo si dimise e la guida di un nuovo esecutivo fu affidata alla Sigurdadottir, che nel gabinetto Haarde era tornata ad occupare l’incarico di ministro degli affari sociali. Sostenevano il governo, oltre all’Alleanza Socialdemocratica, il Movimento della Sinistra Verde. Contestualmente vennero convocate elezioni politiche anticipate per il 25 aprile 2009. I risultati elettorali (cfr. sotto tabella 2) confermarono la maggioranza elettorale alla coalizione tra l’alleanza socialdemocratica e il movimento di sinistra-verde.

Il piano di austerity e di stabilizzazione monetaria concordato con il Fondo monetario internazionale è stato portato a termine con successo nell’agosto 2011, e ha costituito un mutamento di indirizzo rispetto all’orientamento di politica economica precedente alla crisi, basato sulla liberalizzazione dei mercati e l’investimento pubblico in spesa per ricerca e sviluppo nei settori ad alta tecnologia e in spesa per l’educazione e la salute.

L’adozione di misure restrittive ha creato una certa sofferenza tra le fila del Movimento della Sinistra Verde, che controlla 14 dei 34 seggi che assicurano la maggioranza parlamentare al governo.

Tre deputati del Movimento della Sinistra Verde hanno infatti votato contro il bilancio del 2011, che è stato approvato dal parlamento islandese con un solo voto di maggioranza.

Le ultime elezioni presidenziali, tenutesi il 30 giugno 2012, hanno riconfermato Grimsson, per la quinta volta consecutiva, alla guida della Repubblica. Grimsson ha ottenuto il 52,78 per cento dei consensi e la sua sfidante principale, la giovane giornalista Thora Arnorsdottir (n. 1975), si è fermata al 33, 16%. La campagna elettorale ha investito anche il tema dell’adesione all’Unione Europea. Il governo islandese aveva presentato domanda di adesione il 17 luglio 2010 e i negoziati erano iniziati l’anno successivo, il 17 luglio 2011. L’attuale governo guidato dall’Alleanza Social Democratica è favorevole all’ingresso nell’Unione Europea. Il Presidente Grimsson ha invece sempre espresso riserve su questo processo. La sua antagonista elettorale, Arnorsdottir, da parte sua,  ha assunto una posizione europeista in linea con il governo, trasformando le elezioni presidenziali in un confronto tra europeisti ed euroscettici. La vittoria di Grimsson sembrerebbe confermare che il consenso della popolazione all’ingresso nell’Unione Europea è considerevolmente diminuito nel corso dell’ultimo anno. Bisognerà però attendere le prossime elezioni politiche, previste per il 2013, per ottenere chiari segnali in merito.      

Un’altra questione critica riguarda il risarcimento chiesto dal governo inglese e da quello olandese per i danni subiti da 400.000 investitori a seguito del crack finanziario del 2008. La cifra ammonta a 4 miliardi di euro. Nel gennaio 2010 il Presidente Grimmson ha posto il veto a una legge con cui il Parlamento aveva approvato il risarcimento. Due mesi dopo un referendum ha bocciato lo stesso provvedimento con il 93 per cento di voti contrari. Nel febbraio 2011 il Parlamento ha riapprovato un piano di risarcimento, questa volta però dilazionato in 30 anni a partire dal 2016. Un secondo referendum, voluto da Grimmson, ha bocciato anche il nuovo provvedimento, con una maggioranza del 58,9 per cento dei voti.

La crisi ha comunque condotto ad una situazione di disaffezione nei confronti dei partiti politici tradizionali, testimoniata dall’elezione, nel maggio 2010 di un famoso attore comico islandese, Jon Gnaar Kristinsson a sindaco della capitale Rekjiavik.

 


 

Indicatori internazionali sul paese[1]:

 

Libertà politiche e civili: “Stato libero” (Freedom House 2012);                                                “democrazia completa” (Economist 2011)

Indice della libertà di stampa: 6  su 179 (Reporters sans Frontiers    2011 – 2012)

Libertà economica: Stato prevalentemente libero (27 su 179 ; Heritage Foundation 2012 )

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS 2012); situazione di rispetto in concreto (USA 2012)

Corruzione percepita: 13  su 182 (Transparency International 2011)

Gap nelle differenze di genere : 1 su 135 (World Economic Forum 2012)

PIL 2013: +2,58 per cento (IMF 2012)

 

 

 


 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri

( 06 6760-4939 – *st_affari_esteri@camera.it

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File: es1261paese.doc

 



[1]Gli indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca, descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); il tasso di crescita del PIL come riportato dal Fondo Monetario Internazionale; la misura delle differenze di genere secondo il “Global Gender Gap Index” pubblicato dal World Economic Forum (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore uguaglianza); la libertà economica secondo il report annuale della Heritage Foundation; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Per ulteriori informazioni sulle fonti e i criteri adottati si rinvia alla nota esplicativa presente in Le elezioni programmate nel periodo febbraio-aprile 2011 (documentazione e ricerche n. 85, 9 febbraio 2011).