Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri | ||
Titolo: | Elezioni parlamentari in Ucraina - risultati (28 ottobre 2012) | ||
Serie: | Note elezioni nel mondo Numero: 149 | ||
Data: | 14/11/2012 | ||
Descrittori: |
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Organi della Camera: | III-Affari esteri e comunitari |
n. 149 – 14 novembre 2012
Elezioni parlamentari in Ucraina - risultati (28 ottobre 2012) |
Domenica 28 ottobre 2012, si sono svolte in Ucraina le elezioni parlamentari.
Il Parlamento monocamerale (Verkhovna Rada) ucraino è composto da 450 deputati eletti, a seguito della riforma elettorale approvata alla fine del 2011, per cinque anni con un sistema misto: 225 con sistema proporzionale a liste chiuse e soglia di sbarramento al 5%, 225 con sistema maggioritario uninominale. La riforma ha ripristinato il sistema vigente fino al 2006, mentre in quell’anno era stato introdotto un sistema elettorale integralmente proporzionale a liste chiuse in una circoscrizione unica nazionale con soglia di sbarramento del 3 per cento. Gli elettori devono aver compiuto i 18 anni di età; per l’elettorato passivo l’età minima richiesta è di 21 anni. Il voto non è obbligatorio.
I risultati della consultazione sono i seguenti (fonte: Ansa, oltre 98% schede scrutinate):
PARTITO |
% voti(a) |
seggi(b) |
Partito delle Regioni |
30.18 |
189 116m+73p |
Coalizione Opposizioni Unite Batkivschyna (blocco Yulia Tymoshenko), Fronte per il cambiamento, Autodifesa popolare, Partito delle riforme e dell’ordine, Movimento popolare e per l’Ucraina |
25.39 |
103 42m+61p |
Partito dell’alleanza ucraina per le riforme- UDAR |
13.95 |
42 6m+36p |
Partito comunista |
13.18 |
32 0m+32p |
Svoboda |
10.44 |
36 11m+25p |
altri |
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43 |
(a) Il dato si riferisce alla sola parte proporzionale
(b) Il dato assomma i seggi ottenuti con il sistema maggioritario (m) e quelli ottenuti con il sistema proporzionale (p).
L’affluenza alle urne è stata del 57,5%, con un incremento di oltre 4,5 punti percentuali rispetto al 2007.
Come previsto dai sondaggi della vigilia, le prime elezioni legislative celebrate dopo l’ascesa al potere come Capo dello Stato di Viktor Ianoukovich - vincitore delle presidenziali del 2010 su Yulia Timoshenko - sono state vinte dal partito del Presidente, il Partito delle Regioni, che con 189 seggi migliora il risultato del 2007, quando ne conquistò 175. Nel corso di una campagna elettorale fondata sullo slogan del “passaggio dalla stabilità al benessere”, il primo ministro Mykola Azarov aveva sollecitato gli elettori a preferire un partito di uomini d’azione a uno di oratori.
La coalizione di opposizione che raccoglie, tra gli altri, Batkivshina (Madre patria) di Yulia Timoshenko, primo ministro nel periodo gennaio-settembre 2005 e poi nel triennio 2007-2010, e il Fronte per il cambiamento guidato da Arseni Iatseniouk, già Ministro dell’economia (2005-2006) e degli esteri (2007) ha ottenuto 103 seggi (nel 2007 il Bolcco Timoshenko, da solo, ne aveva ottenuti 156). Timochenko, condannata (11 ottobre 2011) a sette anni di carcere per abuso d’ufficio a seguito della firma, durante la premiership, di alcuni contratti di fornitura di gas russo, ritenuti sfavorevoli dal nuovo governo (condanna confermata ad agosto 2012 dall’Alta Corre ucraina) non ha potuto candidarsi; attraverso la figlia, alla vigilia dell’appuntamento ha invitato gli elettori a « cacciare la mafia dal potere» e ad “ridurre i rischi di frode” in occasione delle elezioni.
Il Partito dell’alleanza democratica ucraina per le riforme (UDAR, “Colpo”) costituito nell’aprile 2010 da Vitali Klitschko, campione del mondo di pugilato, ampiamente superata la soglia di sbarramento (5%) nel proporzionale, ha conquistato, al suo esordio, 42 seggi parlamentari.
Completano lo schieramento parlamentare il Partito comunista di Piotr Simomenko che conquista 32 seggi, (5 in più rispetto al 2007) e Svoboda (Libertà), il partito di estrema destra nazionalista guidato da Oleh Tyahnybok particolarmente forte nella parte occidentale del paese che nel 2007 non aveva vinto alcun seggio.
Secondo l’analisi di taluni studiosi nazionali, il disincanto degli elettori nei riguardi della classe politica spiega almeno in parte il fenomeno Klitschko, uomo nuovo sulla scena politica, non implicato in vicende di corruzione, al quale sono andati i consensi di elettori sia della maggioranza sia dell’opposizione. Anche l’ingresso in Parlamento di Svoboda, da taluni ritenuta la più importante novità della tornata elettorale, andrebbe in parte imputata alla crescita, accanto al voto di matrice nazionalista, del voto di protesta.
Quanto al quadro politico delineato dalle elezioni, va sottolineato che Vitali Klitschko, che prime delle elezioni si era rifiutato di siglare con l’opposizione un accordo per la creazione di una coalizione di forze democratiche, in un’intervista rilasciata alla Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung dopo il voto ha affermato di ritenere possibile il coagularsi, intorno al suo partito, di tutte le forze di opposizione, escludendo la possibilità di collaborare col Partito delle regioni «e il suo satellite comunista». La formazione di Ianukovich, infatti, per raggiungere la maggioranza assoluta dovrà fare di nuovo ricorso, come sottolineato dagli osservatori, agli alleati comunisti e ad una parte dei cosidetti indipendenti.
Gli esperti hanno sottolineato la necessità che l’Ucraina assuma una posizione chiara compiendo una scelta, sino ad ora rimandata, tra le pressioni di Mosca per l’ingresso di Kiev nell’unione doganale istituita con Bielorussia e Kazakistan in cambio di un forte sconto sul prezzo del gas (da 425 a 160 dollari ogni mille metri cubi), di enorme sollievo per la bolletta energetica del paese, e il desiderio di firmare un accordo di associazione con l’Unione Europea per l’istituzione di una zona di libero scambio, opzioni definite entrambe, all’inizio di ottobre « di interesse per il Paese » dal primo ministro Azarov.
Con riferimento alla conformità del processo elettorale agli standard internazionali, i numerosi osservatori presenti – 3.800, in rappresentanza di 28 paesi e 35 ong – hanno sottolineato di aver rilevato importanti anomalie. In particolare la missione OSCE, che ha denunciato un arretramento degli standard di democrazia in elezioni svoltesi senza la partecipazione di Yulia Timoshenko, detenuta, ha sottolineato irregolarità quali il ricorso abusivo alle risorse amministrative, la mancanza di trasparenza in campagna elettorale e in tema di finanziamento nonché disequilibrio nella copertura mediatica.
Il Presidente del Parlamento), Volodymyr Lytvyn, ha invitato l’Assemblea parlamentare dell’OSCE ad osservare le elezioni parlamentari in Ucraina. Il Presidente dell’Assemblea OSCE, on. Riccardo Migliori, ha deciso di inviare gli osservatori parlamentari e ha nominato Walburga Hapsburg Douglas (Svezia), Vicepresidente dell’Assemblea Parlamentare dell’OSCE, alla guida della Missione. Il Presidente in esercizio dell’OSCE (attualmente detenuta dall’Irlanda) ha nominato l’on. Hapsburg Douglas Coordinatore speciale degli osservatori di breve periodo.
In vista delle elezioni parlamentari del 28 ottobre 2012, il Presidente Riccardo Migliori ha svolto una visita pre-elettorale in Ucraina dall’8 al 10 ottobre 2012, con la collega svedese Walburga Hapsburg Douglas. Nel corso della missione il Presidente Migliori ha incontrato Volodymyr Lytvyn, Presidente del Parlamento ucraino, rappresentanti della Presidenza, del Ministero degli Affari esteri e del Comitato elettorale centrale, esponenti della società civile e delle organizzazioni non governative e rappresentanti dei partiti politici presenti o meno nel Parlamento.
Alla missione di osservazione hanno partecipato altresì alcuni parlamentari dell’Assemblea del Consiglio d’Europa, guidati da Andreas Gross (Svizzera), del Parlamento ruropeo, guidati da Pawel Kowal (Polonia) e dell’Assemblea parlamentare della NATO, guidati da Assen Agov (Bulgaria). Nell'ambito della Delegazione italiana all’Assemblea parlamentare dell’OSCE hanno partecipato gli onn. Emerenzio Barbieri dislocato a Kharviv, Claudio D'Amico e Guglielmo Picchi ad Odessa, Matteo Mecacci, Presidente della Commissione diritti umani dell'Assemblea OSCE, a Kiev; i senn. Giuseppe Caforio e Mauro Del Vecchio erano anch’essi dislocati a Kiev. Per l'Assemblea del Consiglio d'Europa erano presenti gli onn. Paolo Corsini ed Andrea Rigoni ed il senn. Pietro Marcenaro, dislocati nella capitale; l’on. Renato Farina ad Odessa e l’on. Luca Volontè a Karkiv. Infine, per l'Assemblea NATO, hanno partecipato i senn. Sergio De Gregorio, Presidente della Delegazione italiana presso quell’Assemblea, Elio Lannutti e Lucio Malan e gli onn. Lanfranco Tenaglia e Gianni Vernetti, che hanno svolto le funzioni di osservatori a Kiev.
Indicatori internazionali sul paese[1]:
Libertà politiche e civili: Stato parzialmente libero (Freedom House 2012);
Libertà di stampa: 116 su 179 (Reporters sans Frontières 2011-2012)
Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS);
Libertà economica: repressa, 163 su 179 (Heritage foundation Index 2012)
Corruzione percepita: 152 su 182 (Transparency International 2011)
Gap nella differenza di genere: 64 su 135 (World Economic Forum 2012)
PIL 2013: +3.5%0.2% (outlook IMF ottobre 2012)
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File: es1255ele.doc
[1] Gli indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca, descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); la condizione della libertà economica come riportata dalla fondazione Heritage la condizione della libertà di Internet come riportata da OpenNet Initiative; la misura della differenza di genere secondo il “Global Gender Gap Index” pubblicato dal World Economic Forum; il tasso di crescita del PIL come riportato dal Fondo monetario internazionale; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Per ulteriori informazioni sulle fonti e i criteri adottati si rinvia alle note esplicative presenti nel dossier Analisi dei rischi globali. Indicatori internazionali e quadri previsionali (documentazione e ricerche 29 luglio 2011) e nella nota Le elezioni programmate nel periodo settembre-dicembre 2011 (9 settembre 2011).