Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
| |||
---|---|---|---|
Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri | ||
Titolo: | Incontro con una delegazione del Parlamento slovacco (10 ottobre 2012) | ||
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 387 | ||
Data: | 09/10/2012 | ||
Descrittori: |
| ||
Organi della Camera: | III-Affari esteri e comunitari | ||
Nota: | Questo dossier contiene materiale protetto dalla legge sul diritto d'autore, pertanto la versione html è parziale. La versione integrale in formato pdf puň essere consultata solo dalle postazioni della rete Intranet della Camera dei deputati (ad es. presso la Biblioteca) |
|
Camera dei deputati |
XVI LEGISLATURA |
|
|
|
Documentazione e ricerche |
Incontro con una delegazione del Parlamento slovacco
(10 ottobre 2012)
|
|
|
|
|
|
|
|
n. 387 |
|
|
|
9 ottobre 2012 |
Servizi responsabilI: |
Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri ( 066760-4939 / 066760-4172 – * st_affari_esteri@camera.it
---------------------------------- Hanno collaborato:
Servizio Rapporti internazionali ( 066760-3948 / 066760-9515 – * cdrin1i@camera.it Ufficio Rapporti con l’Unione europea ( 066760-2145 / 066760-2146 – * cdrue@camera.it
|
|
|
I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attivitŕ degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilitŕ per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. |
File: es1225.doc |
INDICE
Composizione della delegazione
Scheda-paese (a cura del Ministero degli Affari esteri)
Rapporti parlamentari Italia-Slovacchia (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)
Profili biografici (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)
František Šebej Presidente della Commissione Affari esteri del Consiglio nazionale slovacco
Luboš Blaha, Presidente della Commissione Affari europei del Consiglio nazionale slovacco
COMMISSIONI RIUNITE III E XIV
Incontro con una delegazione parlamentare delle Commissioni Affari esteri e per gli Affari europei del Consiglio nazionale della Repubblica Slovacca
Mercoledě 10 ottobre 2012, ore 14
DELEGAZIONE:
· On. František Šebej - Presidente della Commisione Affari Esteri del Consiglio Nazionale della Rep. Slovacca;
· On. Ľuboš Blaha - Presidente della Commissione Affari Europei del Consiglio Nazionale della Rep. Slovacca;
· S.E. Mária Krasnohorská - Ambasciatore della Rep. Slovacca a Roma;
· Sig.ra Martina Balunová - Consigliere dell´Ambasciata Slovacca a Roma;
· Sig.ra Monika Carta – Interprete.
L’11 maggio 2012 la Commissione europea ha presentato le previsioni economiche di primavera, nelle quali analizza le principali dinamiche macroeconomiche relative al complesso dell’Unione europea e ai singoli Stati membri. Si riporta di seguito una tabella riepilogativa e comparativa dei principali indicatori macroeconomici relativi all’Italia e alla Slovacchia:
|
PIL |
Rapporto deficit/PIL |
Rapporto debito/PIL |
Inflazione |
Tasso di disoccupazione |
|||||
|
2012 |
2013 |
2012 |
2013 |
2012 |
2013 |
2012 |
2013 |
2012 |
2013 |
Italia |
- 1,4% |
0,4% |
-2,0% |
-1,1% |
123,5% |
121,8% |
3,2% |
2,3% |
9,5% |
9,7% |
Slovacchia |
1,8% |
2,9% |
-4,7% |
-4,9% |
49,7% |
53,5% |
2,9% |
1,9% |
13,2% |
12,7% |
Il 10 luglio 2012, su raccomandazione della Commissione europea e con l’avallo del Consiglio europeo, il Consiglio ha approvato, nell'ambito della procedura del Semestre europeo, raccomandazioni specifiche per ciascun Paese, sui rispettivi piani nazionali di riforma (PNR) e sui programmi di stabilitŕ.
La Commissione valuterŕ i progressi realizzati nella prossima analisi annuale della crescita, che dovrebbe essere pubblicata nel gennaio 2013.
Le raccomandazioni della Commissione tengono conto dellecinque grandi prioritŕ fissate dal Consiglio europeo dell1-2 marzo 2012:
· portare avanti un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita;
· ripristinare la normale erogazione del credito all'economia;
· promuovere la crescita e la competitivitŕ;
· lottare contro la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi;
· modernizzare la pubblica amministrazione.
Per gli Stati che hanno aderito al Patto europlus (tra cui Italia e Slovacchia) le raccomandazioni tengono conto anche degli impegni aggiuntivi previsti nel Patto medesimo, stipulato dai Capi di stato e di governo della zona euro il 7 marzo 2011 (vedi infra).
La raccomandazione relativa al programma di riforma e all’aggiornamento del programma di stabilitŕ (2012-2015) dell’Italia opera, nel preambolo, una valutazione della situazione macroeconomica e di finanza pubblica dell’Italia e reca, nel dispositivo, specifiche indicazioni di politica economica e di bilancio.
Il programma di stabilitŕ e il piano nazionale di riforma dell’Italia sono stati inviati dal Governo alle istituzioni dell’UE il 30 aprile 2012. A seguito dell’esame dei competenti organi parlamentari, la Camera ha approvato una risoluzione il 26 aprile 2012, nella quale, tra le altre cose, impegna il Governo a: · portare avanti con determinazione gli obiettivi e le linee di azione indicati nel programma di stabilitŕ, accompagnando all'azione di riequilibrio dei conti pubblici il perseguimento dell'equitŕ e della crescita, in vista del raggiungimento, entro il 2013, dell'obiettivo del pareggio di bilancio in termini strutturali; · avviare, attraverso il pieno coinvolgimento di tutti i livelli di governo, un percorso volto ad accelerare l'abbattimento dello stock di debito pubblico, valutando, in particolare, la possibilitŕ di adottare a tal fine un piano straordinario di dismissioni del patrimonio pubblico; · proseguire l'impegno - sancito a livello europeo dal piano per la crescita predisposto su iniziativa italo-britannica e sottoscritto da dodici leader europei - volto a conseguire ulteriori risultati sul versante delle riforme strutturali volte ad incrementare il livello di competitivitŕ; · definire, nei tempi previsti dalla legge, i costi standard per il servizio sanitario nazionale e i livelli essenziali di assistenza nonché i fabbisogni e i costi standard per gli enti locali; · avviare una sistematica attivitŕ di revisione della spesa pubblica (spending review), nella quale siano coinvolte tutte le amministrazioni centrali e periferiche, e orientare le risorse ricavate da questa attivitŕ e dall'azione di contrasto dell'evasione e dell'elusione fiscale, alla riduzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro e da impresa; · accelerare l'impiego delle risorse disponibili per le politiche di coesione, anche attraverso una revisione delle relative procedure a livello nazionale ed europeo: · valorizzare il ruolo della Cassa depositi e prestiti sia nella definizione dell'auspicato piano straordinario di cessione del patrimonio pubblico sia quale canale per reperire le risorse necessarie alle politiche di investimento e al pagamento dei debiti pregressi della pubblica amministrazione. |
Il dispositivo chiede dunque all’Italia di assumere misure per:
· dare attuazione al piano di consolidamento delle finanze pubbliche;
· garantire che le misure di attuazione della nuova disposizione costituzionale relativa all’equilibrio di bilancio, inclusi i meccanismi di coordinamento tra i diversi livelli amministrativi e la definizione dei meccanismi di correzione e delle clausole di salvaguardia, siano conformi al diritto dell’UE;
· perseguire un progresso durevole della qualitŕ e dell’efficienza della spesa pubblica attraverso la prevista spending review;
· dare attuazione del Piano d’azione coesione al fine di migliorare il tasso di assorbimento dei fondi strutturali europei, in particolare nel meridione;
· assumere ulteriori iniziative per affrontare la disoccupazione giovanile;
· promuovere la mobilitŕ del lavoro anche attraverso la generalizzazione del sistema di riconoscimento delle qualifiche professionali;
· approvare in via definitiva la riforma del mercato del lavoro;
· prendere misure ulteriori per incentivare la partecipazione delle donne al lavoro, in particolare fornendo servizi all’infanzia e agli anziani;
· per promuovere la competitivitŕ in termini di costi, ancorare i salari, a livello settoriale, alla produttivitŕ;
· assumere iniziative per ridurre l’abbandono scolastico (pari al 18,2%, secondo gli ultimi dati Eurostat) e incrementare la percentuale delle persone che hanno completato l'istruzione terziaria o equivalente;
· proseguire la lotta contro l’evasione fiscale ed il lavoro nero;
· ridurre il campo di applicazione delle esenzioni e delle deduzioni fiscali, nonché le al quote ridotte IVA;
· procedere in direzione dello spostamento del carico fiscale dal capitale e dal lavoro verso il consumo e i patrimoni, nonché promuovere una tassazione funzionale agli obiettivi ecologici;
· attuare la nuova legislazione in materia di liberalizzazioni e semplificazione nel settore dei servizi;
· semplificare ulteriormente il quadro normativo per le imprese e rafforzare la capacitŕ amministrativa;
· migliorare l‘accesso delle imprese agli strumenti finanziari, in particolare al capitale, per finanziare la crescita dimensionale e l’innovazione;
· realizzare la riorganizzazione, giŕ pianificata, del sistema giudiziario civile, e promuovere l’uso degli strumenti extra-giudiziali;
· migliorare l’accesso al mercato nel settore delle reti, migliorare la capacitŕ infrastrutturale e le interconnessioni.
Le raccomandazioni del Consiglio UE alla Slovacchia prevedono di:
· adottare misure supplementari nel 2012 e precisare le misure necessarie nel 2013 al fine di correggere il disavanzo eccessivo. Attuare tagli di spesa mirati, salvaguardando allo stesso tempo la spesa atta a promuovere la crescita. Accelerare l’istituzione del Consiglio di bilancio e adottare norme in materia di massimali di spesa;
· promuovere il rispetto degli obblighi fiscali, in particolare migliorando l’efficienza della riscossione dell’IVA; ridurre le distorsioni a livello della tassazione del lavoro tra i vari tipi di occupazione, anche limitando le deduzioni fiscali; collegare l’imposizione fiscale sui beni immobili al valore di mercato dei beni; fare un uso maggiore delle ecotasse;
· rettificare ulteriormente il pilastro pensionistico a ripartizione, soprattutto modificando il meccanismo di indicizzazione e introducendo un legame diretto tra l’etŕ pensionabile legale e la speranza di vita;
· rafforzare le capacitŕ amministrative dei servizi pubblici dell’occupazione, al fine di assicurare servizi dell’occupazione piů individualizzati per i giovani, i disoccupati di lunga durata, i lavoratori piů anziani e le donne. Assicurare la disponibilitŕ di strutture per l’infanzia. Ridurre il cuneo fiscale per i lavoratori a bassa retribuzione;
· adottare e attuare il piano di azione per la gioventů, in particolare per quanto riguarda la qualitŕ e la rilevanza dei sistemi di istruzione e di formazione professionale in relazione al mercato del lavoro, anche attraverso l’introduzione di un sistema di apprendistato. Migliorare la qualitŕ dell’istruzione superiore rafforzandone l’orientamento ai risultati;
· adottare misure attive per migliorare la fruizione e la qualitŕ dell’istruzione scolastica e prescolastica per i gruppi vulnerabili, tra cui i Rom;
· rafforzare la qualitŕ dei servizi pubblici. Ridurre ulteriormente la durata dei procedimenti giudiziari e rafforzare il ruolo dell’ufficio degli appalti pubblici in quanto ente indipendente.
Il nuovo sistema di governance economica che si va delineando a livello di UE si articola in un complesso di misure, di natura legislativa e non legislativa, intese, per un verso, a rafforzare i vincoli di finanza pubblica introdotti sin dalla creazione, nel 1993, dell’Unione economica e monetaria e, per altro verso, ad introdurre una cornice comune anche per le politiche economiche degli Stati membri ed, in particolare, per le misure finalizzate alla crescita e all’occupazione.
Il nuovo sistema si articola in sei principali assi di intervento:
1. semestre europeo (giŕ operativo dal 2011)
2. patto euro plus (giŕ operativo dal marzo 2011)
3. trattato per il coordinamento delle politiche di bilancio (fiscal compact), in corso di ratifica
4. modifiche al patto si stabilitŕ (in parte giŕ introdotte nel c.d. six pack,in parte in via di introduzione con il c.d. two pack)
5. la sorveglianza sugli squilibri macroeconomici (giŕ applicata in base a due regolamenti del c.d. six pack)
6. meccanismi di stabilizzazione dell’eurozona (č operativo dal 2010 e sino alla metŕ del 2013 l’EFSF, strumento transitorio 2010-2012; č in corso di ratifica il trattato istitutivo del MES, meccanismo permanente).
7. patto per la crescita (c.d. growth pact, accordo non vincolante stipulato dal Consiglio europeo di giugno 2012).
Su richiesta del Consiglio europeo di marzo 2012, anche per dare sistematicitŕ alle modifiche finora introdotte, č stato avviato un processo di revisione organica dell’Unione economica e monetaria, di cui č stato incaricato un quartetto composto dal presidente del Consigli europeo, Van Rompuy, in collaborazione con il presidente della Commissione, Barroso, il presidente dell'Eurogruppo, Juncker, e il presidente della BCE, Draghi.
Un primo rapporto, intitolato "Verso un'autentica Unione economica e monetaria", č stato presentato in occasione del Consiglio europeo del 28-29 giugno, che ha invitato il quartetto ad elaborare una relazione intermedia – da presentare entro ottobre 2012 e una relazione finale,da presentare entro fine 2012, in occasione del Consiglio europeo di dicembre, che rechi una tabella di marcia specifica e circoscritta nel tempo per la realizzazione di un'autentica Unione economica e monetaria, indicando ciň che puň essere fatto a trattati vigenti e quali misure richiederebbero una loro modifica.
Il semestre europeo per il coordinamento tanto ex ante delle politiche economiche si articola secondo una serrata scansione temporale volta a garantire la coerenza delle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri, da approvare nella seconda metŕ dell’anno, con le raccomandazioni approvate dalle istituzioni dell’UE nella prima metŕ dell’anno.
Il Patto “europlus”, approvato dal Capi di Stato o di governo della zona euro nella riunione dell’11 marzo 2011, impegna gli Stati membri dell’area euro e alcuni altri Stati aderenti a porre in essere ulteriori interventi in materia di politica economica, quali: assicurare un'evoluzione dei costi in linea con la produttivitŕ, mediante l'ulteriore apertura dei servizi professionali e del commercio al dettaglio, il miglioramento dei sistemi di istruzione e la promozione della ricerca e dello sviluppo, l'innovazione e le infrastrutture, l’eliminazione degli oneri amministrativi e il miglioramento del quadro normativo per le PMI; riformare del mercato del lavoro per promuovere la "flessicurezza"; assicurare la sostenibilitŕ di pensioni; garantire il coordinamento delle politiche fiscali nazionali, anche nel settore delle imposte dirette.
Si tratta di impegni di natura soltanto politica il cui eventuale inadempimento da parte di uno Stato membro non comporta l’adozione di sanzioni. Peraltro, per i Paesi aderenti al Patto, la Commissione e il Consiglio danno conto dell’adempimento di tali impegni nell’ambito delle raccomandazioni per Paese adottate in esito alla procedura del semestre europeo.
Il trattato sulla stabilitŕ, il coordinamento e la governance nell’Unione economica e monetaria” (cd. fiscal compact) č stato firmato in occasione del Consiglio europeo dell’1-2 marzo 2012 da tutti gli Stati membri dell’UE ad eccezione di Regno Unito e Repubblica ceca.
Il Trattato incorpora ed integra in una cornice unitaria alcune delle regole di finanza pubblica e delle procedure per il coordinamento delle politiche economiche in gran parte giŕ introdotte o in via di introduzione in via legislativa con il six pack. Merita segnalare:
· l’impegno delle parti contraenti ad applicare e ad introdurre, entro un anno dall’entrata in vigore del trattato, con norme costituzionali o di rango equivalente, la “regola aurea” per cui il bilancio dello Stato deve essere in pareggio o in attivo[1];
· la possibilitŕ per ciascuno Stato che consideri un altro Stato inadempiente rispetto agli obblighi stabiliti dal patto di bilancio di adire la Corte di giustizia dell’UE, anche in assenza di un rapporto di valutazione della Commissione europea, e di richiedere l’imposizione di sanzioni finanziarie determinate sulla base dei criteri stabiliti dalla Commissione europea nel quadro del’art. 260 del TFUE. La Corte, verificata l’inadempienza, puň imporre il pagamento diuna somma forfettaria o di una penalitŕ adeguata alle circostanze, e che non ecceda lo 0,1% del PIL del Paese interessato. L’importo dell’ammenda verrŕ versato al Meccanismo europeo di stabilitŕ (come giŕ previsto dal richiamato regolamento) se comminato ad uno Stato membro dell’eurozona, al bilancio dell’UE se comminato ad un Paese non membro dell’eurozona;
· Il trattato entrerŕ in vigore il primo giorno del mese successivo al deposito del dodicesimo strumento di ratifica di una Parte contraente la cui moneta č l’euro.
Il fiscal compact č stato ratificato dall’Italia con la legge n. 114 del 23 luglio 2012. Alla data del 1° ottobre 2012, il Fiscal Compact č stato ratificato da 11 Paesi (Cipro, Danimarca, Grecia, Irlanda, Italia, Lituania, Lettonia, Portogallo, Romania, Spagna, Slovenia); in Germania č stato completato l’iter parlamentare della ratifica, e a seguito della decisione favorevole del Tribunale costituzionale federale del 12 settembre, i relativi strumenti di ratifica dovrebbero essere firmati dal Presidente della Repubblica. La ratifica della Slovacchia č attesa per l’autunno 2012. |
Per effetto di tre regolamenti approvati in via definitiva nel novembre 2011 nell’ambito di un pacchetto complessivo di sei atti legislativi (il c.d. six pack), č stata introdotta una piů rigorosa applicazione del Patto di stabilitŕ e crescita. In particolare, si stabilisce:
· l’obbligo per gli Stati membri di convergere verso l’obiettivo il pareggio di bilancio con un miglioramento annuale dei saldi pari ad almeno lo 0,5%;
· l’obbligo per i Paesi il cui debito supera il 60% del PIL di adottare misure per ridurlo ad un ritmo soddisfacente, nella misura di almeno 1/20 della eccedenza rispetto alla soglia del 60%, calcolata nel corso degli ultimi tre anni;
In base al Documento di economia e finanza (DEF), il debito pubblico italiano nel 2012 dovrebbe attestarsi, al netto dei prestiti diretti alla Grecia e delle quote di pertinenza dell’EFSF e dell’ESM (vedi infra), al 120,3% del PIL. L’applicazione della nuova regola del fiscal compact richiederebbe una riduzione annua del debito di circa il 3% del PIL, a partire dal 2015, dato che il calcolo delle eccedenza viene effettuato sulla media del debito degli ultimi tre anni a partire dall’entrata in vigore della norma (dicembre 2011);
· un semi-automatismo delle procedure per l’irrogazione delle sanzioni per i Paesi che violano le regole del Patto. Le sanzioni sono infatti sono raccomandate dalla Commissione e si considerano approvate dal Consiglio a meno che esso non la respinga con voto a maggioranza qualificata (“maggioranza inversa”) degli Stati dell’area euro (non si tiene conto del voto dello Stato interessato).
Ai Paesi che registrano un disavanzo eccessivo si applicherebbe un deposito non fruttifero pari allo 0,2% del PIL realizzato nel’anno precedente, convertito in ammenda in caso di non osservanza della raccomandazione di correggere il disavanzo eccessivo.
Tale sanzione non dovrebbe applicarsi all’Italia che registra un deficit in linea con gli impegni assunti.
Il 23 novembre 2011 la Commissione europea ha presentato le seguenti due proposte (cd. “two pack”) che mirano a completare e rafforzareil six pack, rendendo piů efficaci sia la procedura del semestre europeo sia la parte preventiva e correttiva del Patto di stabilitŕ e crescita:
· una proposta di regolamento sul rafforzamento della sorveglianza economica e di bilancio degli Stati membri che affrontano o sono minacciati da serie difficoltŕ per la propria stabilitŕ finanziaria nell’eurozona;
· una proposta di regolamento recante disposizioni comuni per il monitoraggio e la valutazione dei progetti di bilancio e per assicurare la correzione dei disavanzi eccessivi degli Stati membri nell’eurozona.
La prima proposta di regolamento definisce una procedura per la vigilanza rafforzata sugli Stati membri che affrontano o rischiano di affrontare gravi difficoltŕ economico-finanziarie, con potenziale effetto di contagio in tutta l’eurozona, o che ricevono assistenza finanziaria[2], al fine di assicurare un rapido ritorno alle condizioni normalitŕ.
In base alla seconda proposta gli Stati dell’eurozona dovrebbero:
· pubblicare i propri programmi di bilancio a medio-termine, basati su previsioni macroeconomiche fornite da un organismo indipendente;
· presentare entro il 15 ottobre il progetto di bilancio per l’anno successivo:
· approvare la legge di bilancio annuale non piů tardi del 31 dicembre;
· istituire un ente di controllo del bilancio indipendente per il monitoraggio degli andamenti di bilancio.
La Commissione, qualora ritenesse il progetto di bilancio di uno Stato membro non conforme agli obblighi imposti dal Patto di stabilitŕ e crescita, potrebbe chiedere, entro due settimane dalla ricezione del progetto, la presentazione di un progetto di bilancio rivisto. Al termine dell’esame del progetto di bilancio, al piů tardi entro il 30 novembre di ogni anno, la Commissione adotterebbe, se necessario, un parere sul progetto stesso, da sottoporre alla valutazione dell’Eurogruppo.
Mediante appositi regolamenti compresi nel citato six pack, č stata introdotta una sorveglianza sugli squilibri macroeconomici (definiti come ogni tendenza che possa determinare sviluppi negativi sul corretto funzionamento dell'economia di uno Stato, dell'Unione economica e monetaria o dell'intera Unione) che include anch’essa meccanismi di allerta e di sanzione.
La Commissione prepara una relazione annuale contenente una valutazione economica e finanziaria qualitativa basata su un quadro di controllo con una serie di indicatori, nella quale vengono segnalati gli Stati che, secondo la Commissione, possono presentare squilibri o correre il rischio di presentarli. Per ciascuno di questi Stati, la Commissione prepara una relazione approfondita, in cui analizza la fonte degli squilibri, considerando, se del caso, le politiche previste dallo Stato interessato, specificate nel suo programma nazionale di riforma e nel programma di stabilitŕ e di convergenza.
Qualora la Commissione ritenga che uno Stato presenti squilibri, ne informa il Consiglio e l'Eurogruppo, nonché il Parlamento europeo, avviando una procedura che prevede l’attuazione, da parte dello Stato in questione, di un piano d’azione correttivo. In caso di inadempienza, il Paese membro puň essere condannato al pagamento di un’ammenda pari allo 0,1% del PIL realizzato nell'anno precedente.
Nel 2012 l’Italia č stata oggetto di una relazione approfondita, che si č tuttavia conclusa con la constatazione che gli squilibri macroeconomici dell’Italia non sono eccessivi (tali dunque da attivare una procedura e l’eventuale sanzione), ma devono essere affrontati nell’ottica di sfruttare tutto il potenziale di sviluppo dell’economia nazionale.
Meccanismo transitorio
Il meccanismo transitorio di stabilizzazione finanziaria (European financial stability facility, EFSF) č stato istituito dal Consiglio ECOFIN del 9 maggio 2010, in seguito alla crisi finanziaria della Grecia e alla luce delle condizioni critiche di Irlanda, Portogallo e di altri Paesi dell’area euro.
L’EFSF, inizialmente istituito sino al 31 dicembre 2012, rimarrŕ operativo sino al giugno 2013, in modo da cumulare la propria capacitŕ residua con quella del MES (v. infra)
L’EFSF, che consente di mobilizzare risorse di ammontare complessivo massimo pari a 500 miliardi di euro, č stato attivato per la prima volta nel maggio 2010, nell’ambito di un programma di aiuti alla Grecia di 110 miliardi di euro complessivi (80 dell’UE e 30 del FMI). Successivamente, il 28 novembre 2010 č stata deliberata la concessione di un prestito all’Irlanda di 85 miliardi (di cui 23 a carico del FMI), e il 16 maggio 2011, un prestito al Portogallo di 78 miliardi (di cui 26 a carico del FMI). Da ultimo, il 28 febbraio 2012 č stato concesso un secondo prestito alla Grecia di 130 miliardi di euro (di cui 28 a carico del FMI).
Ciascuno Stato membro dell’Eurozona contribuisce all’EFSF in base alla quota di sottoscrizione del capitale della BCE, modificata secondo una chiave di conversione fissata dall’accordo istitutivo dell’EFSF. L’Italia partecipa con una quota pari al 17,86% del totale. Secondo i dati del Documento di economia e finanza (DEF), le emissioni di debito EFSF, per la quota italiana, dal 2010 al 2014, ammontano a 45,9 miliardi di euro, cosě suddivisi:
|
Meccanismo permanente
L’istituzione del meccanismo permanente di stabilitŕ (MES, noto anche ESM, secondo l’acronimo inglese di European stability mechanism,) č consentita da una apposita modifica all’articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell’UE (TFUE), in corso di ratifica presso i 27 Stati membri, in attuazione della quale gli Stati membri della zona euro hanno firmato il 2 febbraio 2012 il trattato istitutivo.
Il trattato istitutivo dell’ESM entrerŕ in vigore non appena gli Stati membri che rappresentano il 90% degli impegni di capitale lo avranno ratificato.
L’ESM sarŕ costituito quale organizzazione intergovernativa nel quadro del diritto pubblico internazionale con sede in Lussemburgo e avrŕ le seguenti caratteristiche:
- offrirŕ assistenza finanziaria agli Stati aderenti sulla base di una rigorosa condizionalitŕ politica nell'ambito di un programma di aggiustamento macroeconomico e di un'analisi della sostenibilitŕ del debito pubblico effettuata dalla Commissione insieme al Fondo monetario internazionale (FMI) e di concerto con la Banca centrale europea (BCE). Lo Stato beneficiario sarŕ tenuto a realizzare una forma adeguata di partecipazione del settore privato in funzione delle circostanze specifiche;
- avrŕ una capacitŕ effettiva di prestito pari a 500 miliardi di euro, soggetta a verifica periodica almeno ogni cinque anni. Qualora l’ESM entri in vigore nel corso del 2012, la sua capacitŕ di intervento verrebbe cumulata con quella residua dell’EFSF w sarebbe pertanto pari a 700 miliardi di euro.
- avrŕ un capitale sottoscritto totale di 700 miliardi di euro (le quote di capitale per ciascuno stato membro sono riportate nella tabella in calce alla scheda). Di questo importo, 80 miliardi di euro saranno sotto forma di capitale versato fornito dagli Stati membri della zona euro;
- la ripartizione dei contributi di ciascuno Stato al capitale sottoscritto sarŕ basata sulla partecipazione al capitale versato della BCE, modificata secondo una chiave di conversione;
- al fine di garantire efficacia al sistema decisionale dell’ESM, esso opererŕ a maggioranza qualificata dell'85% del capitale (anziché secondo la regola del comune accordo) qualora la Commissione e la BCE decidano che occorrono decisioni urgenti in materia di assistenza finanziaria in caso di minaccia per la stabilitŕ finanziaria ed economica della zona euro.
La modifica dell’art. 136 del TFUE e il trattato istitutivo del MES sono stati ratificati dall’Italia rispettivamente con la legge n. 115 e la legge n. 116 del 23 luglio 2012. Alla data del ottobre la modifica dell’art. 136 del TFUE č stata ratificata da 19 Stati membri (Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Grecia, Francia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Lettonia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Svezia), mentre in altri 5 Paesi (Austria, Repubblica ceca, Germania, Finlandia, Paesi Bassi) č intervenuta l’approvazione in sede parlamentare, senza tutta via che la relativa legge sia entrata in vigore; il trattato istitutivo del MES č stato ratificato in 16 Paesi membri (Austria, Belgio, Cipro, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna), mentre in Estonia č intervenuta l’approvazione in sede parlamentare, in attesa del deposito dello strumento di ratifica.
Secondo il Trattato istitutivo dell’ESM, il capitale sottoscritto dall’Italia č pari a 125 ,3 miliardi di euro (pari al’8% del PIL ).
La Germania č tenuta a sottoscrivere una quota di capitale pari a 190 miliardi di euro (pari al 7,6% del PIL); la Francia 142,7 miliardi di euro, (7,3% del PIL), la Spagna 83,3 miliardi (7,8% del PIL), i Paesi Bassi 40 miliardi di euro (6,7% del PIL), la Slovacchia 5,7 miliardi di euro (pari all’8,6% del PIL).
In base ai dati del DEF, entro il 2014 l’Italia verserŕ nel capitale dell’ESM 14 miliardi di euro, cosě suddivisi:
|
In base alle decisioni del Consiglio europeo del 28-29 giugno 2012, al fine di stabilizzare i mercati del debito sovrano, l’EFSF/ESM:
- potrŕ acquistare, per il tramite della BCE, sul mercato secondario i titolo pubblici dei Paesi che rispettino le raccomandazioni specifiche ad essi rivolte e gli altri impegni previsti nell'ambito del semestre europeo, del Patto di stabilitŕ e crescita e della procedura per gli squilibri macroeconomici eccessivi;+
- potrŕ, una volta istituito un sistema centralizzato di vigilanza sul sistema creditizio[3], ricapitalizzare direttamente (e non piů attraverso gli Stati membri, che in questo modo godrebbero del vantaggio di non veder aumentare il proprio debito pubblico) gli istituti bancari nel rispetto di appropriate condizionalitŕ.
In un comunicato congiunto del 25 settembre 2012, i ministri delle finanze di Germania, Finlandia e Paesi Bassi hanno dichiarato che, a loro avviso la ricapitalizzazione diretta delle banche da parte dell’ESM:
· potrŕ aver luogo solo quando il sistema centralizzato di vigilanza sarŕ entrato i vigore e ne sarŕ stata valutata l’efficacia;
· potrŕ riguardare solo i nuovi casi di assistenza, escludendo quindi le attuali situazioni di difficoltŕ bancaria;
dovrŕ basarsi su un approccio che preveda l’utilizzo in primo luogo dei capitali privati, in secondo luogo delle risorse pubbliche nazionali e solo in ultima istanza delle risorse dell’ESM.
Il 27 settembre gli stati firmatari del trattato ESM – aderendo ad una richiesta formulata dal Governo tedesco al fine di tenere conto della pronuncia del Tribunale costituzionale federale del 12 settembre 2012, in merito alla conformitŕ della partecipazione della Germani all’ESM con la legge fondamentale tedesca -hanno sottoscritto una dichiarazione interpretativa[4] in base alla quale:
· nessuna disposizione del Trattato puň essere interpretata come facente nascere obblighi di pagamento superiori alla quota di capitale autorizzato corrispondente a ciascun membro dell’ESM, senza il previo accordo del rappresentante di ciascun membro, e tenuto conto delle procedure nazionali;
· le disposizioni del trattato relative al “segreto d’ufficio”, a cui sono tenuti i funzionari dell’ESM, non ostano a che vengano fornite informazioni esaustive ai Parlamenti nazionali.
Il Consiglio europeo del 28-29 giugno 2012 ha approvato un patto per la crescita e l’occupazione, che definisce un quadro organico (ma non vincolante giuridicamente) per l'adozione di misure, di natura legislativa e non legislativa, sia a livello nazionale che a livello di UE e della zona euro.
In particolare, il Patto prevede la “mobilitazione a livello UE di 120 miliardi di euro” (equivalenti a circa l'1% dell'RNL dell'UE) per misure ad effetto rapido a favore della crescita, combinando diversi interventi:
· l’aumento di 10 miliardi di euro del capitale versato della BEI allo scopo di accrescerne la capacitŕ totale di prestito di 60 miliardi di euro, liberando in tal modo fino a 180 miliardi di euro di investimenti supplementari;
· l’avvio immediato della fase pilota relativa ai prestiti obbligazionari per il finanziamento di progetti infrastrutturali nei settori dei trasporti, dell'energia e dell'infrastruttura a banda larga (cd. project bonds), capaci di mobilitare, secondo le stime della Commissione, fino a 4,5 miliardi di euro di investimenti;
· la riprogrammazione dei Fondi strutturali.
Allo stato, appare difficile stimare l’impatto che il complesso delle misure adottate puň determinare per il nostro Paese, tenuto conto del fatto che il Governo italiano giŕ ha avviato la riprogrammazione dei fondi strutturali per il periodo 2007-2013 non spesi;
· l’ampliamento dell'intervento del Fondo europeo per gli investimenti (strumento della BEI che investe in fondi di venture capital e strumenti con ripartizione del rischio per finanziare le PMI), in particolare con riguardo al venture capital, in collegamento con le strutture nazionali esistenti.
Per dare seguito alle indicazioni del Consiglio europeo di giugno 2012, e strutturare meglio il dibattito con gli Stati membri e con il Parlamento europeo, il 12 settembre Van Rompuy ha presentato un documento di consultazione, che pone una serie di quesiti su quattro settori fondamentali: cornice finanziaria integrata, quadro di bilancio e unione fiscale, cornice integrata per le politiche economiche, legittimitŕ democratica e responsabilitŕ.
Sulla base del documento di consultazione un gruppo di lavoro presieduto dal Presidente Van Rompuy ha avviato, il 17 settembre, contatti bilaterali con gli Stati membri (il ministro Moavero Milanesi ha incontrato il Gruppo di lavoro lo stesso 17 settembre).
Il Parlamento europeo, per parte sua, ha designato i deputati che parteciperanno ad alcune riunioni del Gruppo Van Rompuy, confermando i propri rappresentanti ai lavori che ha predisposto il Fiscal Compact: Elmar Brok (Germania, PPE), Roberto Gualtieri (Italia, S&D) e Guy Verhofstadt (Belgio, ALDE) e, come sostituto, Daniel Cohn - Bendit (Francia, Verdi).
Parallelamente alla presentazione del documento di consultazione, il 17 settembre 2012 č stato presentato il rapporto finale del gruppo di lavoro sul futuro dell’Europa, costituito nel marzo 2012 su iniziativa del Ministro degli esteri tedesco, Guido Westerwelle. Il gruppo di lavoro, che comprende i ministri degli affari esteri di 11 Stati membri dell’UE (Francia, Italia, Belgio, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Danimarca, Polonia, Portogallo e Spagna), ha elaborato una serie di proposte sull’evoluzione del processo di integrazione europea che riflettono i punti di vista personali dei ministri stessi (dunque non coincidono necessariamente con quelli dei rispettivi governi), e su alcune di esse converge solo una parte dei partecipanti al gruppo.
Per quanto concerne il futuro dell’Unione economica e monetaria, il documento del gruppo Westerwelle individua una serie di proposte per ciascuno dei quattro settori indicati dal rapporto Van Rompuy.
Si riportano di seguito, con riferimento a ciascuno dei quattro temi principali le questioni sottoposte dal documento di consultazione del Presidente Van Rompuy (negli appositi riquadri) nonché le proposte formulate dal Gruppo Westerwelle.
Cornice finanziaria integrata
Il documento di consultazione, rilevata la stretta correlazione tra le crisi del settore bancario e quella del debito sovrano, richiama anzitutto il pacchetto di proposte legislative, presentato dalla Commissione europea il 12 settembre scorso, volte ad attribuire in capo alla BCE la vigilanza su tutte le banche dell’area euro e degli altri Paesi che desiderino aderire.
Il documento auspica l’approvazione delle proposte entro la fine del 2012, ricordando che l’entrata in vigore del sistema di vigilanza centralizzata č il presupposto cui il Vertice dei Capi di Stato e di Governo dell’area euro del 28-29 settembre ha subordinato l‘erogazione diretta da parte Meccanismo europeo di stabilitŕ (MES) di aiuti alle banche in crisi (senza piů gravare sul debito pubblico degli Stati membri).
Temi di discussione Come dovrebbe essere attuata la decisione dei capi di stato dell’Eurozona in base alla quale il MES, una volta istituito, potrŕ ricapitalizzare direttamente gli istituti di credito in difficoltŕ.? Quali strumenti di bilancio e di liquiditŕ si dovrebbero prevedere per finanziare gli schemi di garanzia comune dei depositi e il quadro comune di risoluzione delle crisi bancarie? Come dovrebbero interagire tali strumenti con l’ESM? Oltre all’unione bancaria, ci sono altri settori dei servizi finanziari che richiederebbero un’ulteriore integrazione (attraverso strumenti quali le camere di compensazione centralizzate, depositi centralizzati dei titoli, etc.). |
Il rapporto Westerwelle suggerisce al riguardo di:
· dare seguito alle proposte della Commissione relative alla vigilanza bancaria unica;
· nel medio termine, trasformare il Meccanismo europeo di stabilitŕ in un “Fondo monetario europeo”, dotato di poteri adeguati.
Il documento di consultazione ribadisce che un’unione fiscale dovrebbe dunque includere:
· meccanismi efficaci per prevenire e correggere gli squilibri nei Paesi membri,
· strumenti ad hoc per gestire gli shocks asimmetrici e per evitare effetti di contagio all’interno dell’eurozona. Ciň potrebbe implicare l’emissione comune, sia pure limitata, di titoli di debito pubblico, nella misura in cui essa sia accompagnata da regole tali da evitare il rischio di politiche ispirate all’azzardo morale.
Temi di discussione Quali progressi ulteriori potrebbero essere introdotti per migliorare l’efficacia e l’applicazione del nuovo sistema di governance economica? Come dare attuazione alla previsione dell’art. 6 del Fiscal compact, in base al quale le Parti contraenti, al fine di coordinare meglio l’attivitŕ di collocazione dei titoli di debito pubblico,riferiscono preventivamente alla Commissione e al Consiglio sui piani di emissione dei titoli di debito? Le misure di coordinamento potrebbero prevedere un’approvazione preventiva in caso di emissioni superiori a quanto stabilito nei programmi di bilancio? Un’unione fiscale compiuta richiederebbe un’organizzazione piů strutturata a livello europeo, inclusa la possibilitŕ di istituire un dipartimento del tesoro e un bilancio centralizzato il cui ruolo e le cui funzioni dovrebbero essere definite? |
La relazione finale del Gruppo Westerwelle sottolinea al riguardo l’opportunitŕ di:
· rafforzare il ruolo del Commissario agli affari economici e monetari;
· garantire poteri di supervisione efficaci a livello europeo sulla predisposizione dei bilanci e sull’attuazione delle politiche di bilancio degli Stati membri;
· rafforzare i meccanismi di solidarietŕ finanziaria, compresa l’ipotesi – sostenuta solo da alcuni ministri – di una parziale mutualizzazione del debito sovrano.
Il documento di consultazione rileva che, al fine di promuovere la competitivitŕ e la capacitŕ di reazione agli shocks economici, l’UEM dovrebbe caratterizzarsi per una maggiore convergenza in materia di politica economica, con l’introduzione di una cornice giuridica vincolante che agevoli la mobilitŕ dei lavoratori, promuova mercati del lavoro piů efficienti e garantisca un armonico andamento delle dinamiche dei prezzi e dei salari.
Temi di discussione Quali ulteriori progressi potrebbero essere realizzati per consentire ai Paesi dell’UEM di ripristinare e mantenere un alto livello di competitivitŕ? Esistono aree economiche specifiche che richiedono una maggiore armonizzazione? I principi contenuti nel Patto Europlus, approvato dal Capi di Stato o di governo della zona euro nella riunione dell’11 marzo 2011 (vedi infra) dovrebbero essere resi vincolanti? Come potrebbero essere attuati? |
Il rapporto del Gruppo Westerwelle rileva l’esigenza di realizzare un giusto equilibrio tra il coordinamento a livello europeo e la concorrenza dei sistemi nazionali, soprattutto in settori quali il mercato del lavoro e la previdenza. Inoltre, molti ministri ritengono che gli impegni previsti dal Patto Europlus debbano essere vincolanti.
Il documento sottolinea che il processo di integrazione e condivisione della sovranitŕ nell’ambito delle politiche economiche e di bilancio richiede un rafforzamento della legittimitŕ democratica dei processi decisionali. A tal fine, si considera essenziale garantire un adeguato coinvolgimento del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali.
Temi di discussione Come dare attuazione alla previsione dell’art. 13 del Fiscal compact, in base al quale il Parlamento europeo e i Parlamenti nazionali delle parti contraenti, come previsto dal Titolo II del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti nazionali allegato al Trattato sul funzionamento dell’UE (TFUE), determineranno insieme l’organizzazione e la promozione di una conferenza dei presidenti delle Commissioni competenti dei parlamenti nazionali e delle competenti Commissioni del PE? (La questione dovrebbe essere affrontata nella sede propria della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell’UE che si terrŕ nell’aprile 2013 a Cipro). Come migliorare la discussione nel PE sulle situazione economica dei singoli Paesi e, vice versa, il dibattito sui temi europei nei Parlamenti nazionali? Una politica economica piů integrata richiederebbe la creazione di organi di responsabilitŕ specifici per l’eurozona? Quali misure potrebbero essere assunte per promuovere un dibattito a livello europeo che superi le tradizionali discussioni all’interno dei media o di forum, che si esprimono solo su base nazionale? |
Il rapporto del Gruppo Westerwelle rileva che:
· dovrebbe essere rafforzato il ruolo del Parlamento europeo, garantendo che esso venga consultato adeguatamente nell’ambito del semestre europeo, sia nella formulazione dell’Analisi annuale della crescita, sia nella definizione degli indirizzi di politica economica dell’UE;
· molti membri del gruppo di lavoro ritengono che, qualora si decida di conferire carattere vincolante agli impegni del Patto Europlus, i deputati europei dei Paesi che decidono di aderire a questo coordinamento rafforzato debbono essere adeguatamente coinvolti, sia pure rispettando l’integritŕ dell’UE e del Parlamento europeo nel loro complesso;
· qualsiasi misura che estenda le competenze europee sui bilanci nazionali dovrŕ essere concordata con i parlamenti nazionali;
· la cooperazione rafforzata tra Parlamento europeo e Parlamenti nazionali potrebbe essere attuata con l’istituzione di una commissione permanente congiunta di rappresentanti del PE e dei PN.
L’articolo 13 del Trattato sulla stabilitŕ, il coordinamento e la governance nell’unione economica e monetaria” (cd. fiscal compact), stabilisce che il Parlamento europeo e i Parlamenti nazionali delle parti contraenti, come previsto dal Titolo II del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti nazionali allegato al TFUE, determineranno insieme l’organizzazione e la promozione di una conferenza dei presidenti delle Commissioni competenti dei parlamenti nazionali e delle competenti Commissioni del PE.
La questione dovrŕ essere affrontata nell’ambito della prossima Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell’UE.
Si ricorda che il Parlamento europeo ha giŕ organizzato riunioni con i Parlamenti nazionali sul semestre europeo nel 2011 e nel 2012 e ha prospettato, per gli anni a venire, lo svolgimento di due incontri interparlamentari nell’ambito di ciascun ciclo annuale del Semestre europeo:
· un primo incontro (o Conferenza) interparlamentare “ad alto livello” si svolgerebbe ad inizio autunno ed sarebbe dedicato alla analisi dei risultati della sorveglianza multilaterale sull’attuazione delle raccomandazioni rivolte dal Consiglio agli Stati membri. Secondo il Parlamento europeo, tali compiti potrebbero essere svolti dalla Conferenza interparlamentare prevista dall’articolo 13 del Fiscal compact;
· un secondo ciclo di riunioni potrebbe invece essere organizzato ad inizio di ogni anno, prima del Consiglio europeo di primavera, nell’ambito di una “settimana parlamentare europea”. In particolare, dopo una sessione apposita di apertura ad alto livello, potrebbero svolgersi riunioni delle varie Commissioni settoriali, in modo da fornire al Parlamento europeo elementi utili alla definizione della sua posizione sull’analisi annuale della crescita (primo atto del semestre).
Sintesi del rapporto finale
Su iniziativa del Ministro degli affari esteri tedesco, Guido Westerwelle, si č costituito a marzo 2012 un gruppo di lavoro dedicato al futuro dell’Europa, a cui hanno partecipato i ministri degli affari esteri di Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo e Spagna.
Il gruppo di lavoro, dopo un serie di riunioni svoltesi nel corso della primavera ed estate del 2012, ha presentato il 17 settembre 2012 un rapporto finale nel quale sono presentate proposte e spunti di riflessione per il futuro sviluppo dell’Unione europea.
Come indicato nel rapporto stesso, alcune delle proposte si collocano nel breve termine, altre in una prospettiva piů lunga, alcune sono realizzabili nell’ambito dei Trattati vigenti, altre richiedono invece modifiche ai Trattati.
Il rapporto precisa che le proposte riflettono i punti di vista personali dei ministri stessi, e che su alcune di esse converge solo una parte dei partecipanti al gruppo.
Le proposte sono divise in due capitoli, dedicati rispettivamente al rafforzamento dell’Unione economica monetaria – considerata la riforma da attuare in via prioritaria – ed alle prospettive a lungo termine di un ulteriore integrazione e rafforzamento della governance complessiva dell’Unione europea.
Per quanto concerne il futuro dell’Unione economica e monetaria, il rapporto del gruppo di lavoro individua una serie di proposte per ciascuno dei quattro settori indicati dal rapporto del Presidente del Consiglio europeo Van Rompuy sul futuro dell’Unione economica e monetaria presentato a giugno 2012.
Cornice integrata di bilancio
· rafforzare il ruolo del Commissario agli affari economici e monetari;
· garantire poteri di supervisione efficaci a livello europeo sulla predisposizione dei bilanci e sull’attuazione delle politiche di bilancio degli Stati membri;
· rafforzare i meccanismi di solidarietŕ finanziaria, compresa l’ipotesi – sostenuta solo da alcuni ministri – di una parziale mutualizzazione del rischio del debito sovrano.
Cornice integrata di politica economica
· realizzare un giusto equilibrio tra i vincoli a livello europeo e la concorrenza dei sistemi nazionali, soprattutto in settori quali il mercato del lavoro e la previdenza, anche attraverso il ricorso a forme di cooperazione rafforzata;
· molti ministri ritengono che gli impegni previsti dal Patto Europlus debbano essere vincolanti.
Cornice finanziaria integrata
· dare seguito alle proposte relative alla vigilanza bancaria unica;
· nel medio termine, trasformare il Meccanismo europeo di stabilitŕ in un “Fondo monetario europeo”, dotato di poteri adeguati.
Legittimitŕ democratica
· dovrebbe essere rafforzato il ruolo del Parlamento europeo, garantendo che esso venga consultato adeguatamente nell’ambito del semestre europeo, sia nella formulazione dell’Analisi annuale della crescita, sia nella definizione degli indirizzi di politica economica dell’UE;
· molti membri del gruppo di lavoro ritengono che, qualora si decida di conferire carattere vincolante agli impegni del Patto Europlus, i deputati europei dei Paesi che decidono di aderire a questo coordinamento rafforzato debbono essere adeguatamente coinvolti, sia pure rispettando l’integritŕ dell’UE e del Parlamento europeo nel loro complesso;
· qualsiasi misura che estenda le competenze europee sui bilanci nazionali dovrŕ essere concordata con i parlamenti nazionali (PN);
· la cooperazione rafforzata tra Parlamento europeo e Parlamenti nazionali potrebbe essere attuata con l’istituzione di una commissione permanente congiunta di rappresentanti del PE e dei PN, competente in materia economico e finanziaria.
Superata la crisi dell’Euro e riformato il funzionamento dell’Unione economica e monetaria, occorrerŕ migliorare il complessivo funzionamento dell’Unione europea. Alcune misure potranno essere realizzate – anche in tempi brevi - sulla base dei Trattati esistenti, mentre altre avranno tempi piů lunghi di realizzazione e richiederanno una modifica dei Trattati, da concordare sulla base della convocazione di una apposita Convenzione.
Il rapporto contiene le seguenti raccomandazioni:
· rafforzare la coerenza dell’azione del Servizio europeo per l’azione esterna dell’UE in occasione della revisione prevista per il 2013 della decisione che lo ha istituito;
· l’Alto rappresentante deve diventare pienamente responsabile in alcune aree prioritarie dell’azione esterna dell’UE, rafforzando il suo ruolo di coordinamento;
· devono essere migliorati i metodi di lavoro del Consiglio affari esteri dell’UE, con la definizione di prioritŕ nell’azione esterna dell’UE;
· la politica di sicurezza e di difesa deve essere rafforzata, anche sfruttando la possibilitŕ, prevista del Trattato di Lisbona, di cooperazioni rafforzate in tale settore;
· a piů lungo termine, si dovrebbe valutare la possibilitŕ di introdurre un numero maggiore di decisioni a maggioranza sulla la politica estera e di sicurezza comune (o sviluppare forme di “astensione costruttiva”); promuovere forme di rappresentanza comuni nelle organizzazioni internazionali ed evolvere verso una politica di difesa comune, con una integrazione dell’industria della difesa (per alcuni questo dovrebbe condurre alla istituzione di un esercito europeo).
Nella sfera della giustizia e degli affari interni occorre rafforzare la protezione dei controlli alla frontiera esterna dell’area di Schenghen, con la creazione di una polizia europea di frontiera o con la creazione di un visto europeo.
Nell’ambito della politica energetica occorre creare un effettivo mercato interno dell’energia, dotato di infrastrutture, maggiore efficienza energetica e una politica comune di relazione esterne in tale settore.
Commissione europea
Il ruolo della Commissione europea dovrebbe essere potenziato, ad esempio con la creazione di raggruppamenti composti da Commissari “senior” e Commissari “junior”. A medio termine dovrebbe essere riconsiderata la questione del numero dei Commissari.
Consiglio dell’UE
La cooperazione all’interno del Consiglio dell’UE deve essere migliorata, prevedendo che il Consiglio europeo sia preparato in modo efficace dalle differenti formazioni del Consiglio. Dovrebbe essere ulteriormente rafforzato il ruolo di coordinamento del Consiglio affari generali.
A medio termine dovrebbero essere create piů Presidenze stabili di formazioni del Consiglio, bilanciandole con quelle a rotazione semestrale.
Alcuni membri hanno suggerito la creazione di riunire in una unica figura l’incarico di Presidente della Commissione europea e di Presidente del Consiglio europeo.
Dovrebbe essere fatto maggior ricorso a forme di integrazione differenziata, come previsto dai Trattati ed a medio termine dovrebbe essere ulteriormente estesa la decisione a maggioranza qualificata.
Parlamento europeo
Dovrebbe essere rafforzata la legittimitŕ democratica del Parlamento europeo. In occasione delle prossime elezioni europee ogni gruppo politico europeo dovrebbe nominare un candidato alla carica di Presidente della Commissione europea.
Le elezioni del Parlamento europeo dovrebbero svolgersi in uno stesso giorno in tutti gli Stati membri dell’UE.
Parlamenti nazionali
I Parlamenti nazionali devono essere piů efficacemente coinvolti nei lavori dell’UE attraverso: il rafforzamento dei contatti con il Parlamento europeo da realizzare con incontri regolari e la presenza di parlamentari europei in occasione di rilevanti dibattiti europei presso i Parlamenti nazionali; il rafforzamento della COSAC e della rete delle Commissioni parlamentari omologhe dei Parlamenti nazionali.
Compito principale dei Parlamenti nazionali deve comunque restare quello del controllo sull’attivitŕ del proprio Governo nazionale.
Violazione dei valori fondamentali dell’UE
Il rispetto dei valori fondamentali dell’UE, enunciati all’art. 2 del Trattato sull’UE, deve essere reso piů stringente, con l’introduzione di una procedura volta a consentire alla Commissione europea la presentazione di un rapporto nel caso di violazione da parte di uno Stato membro di tali valori, la formulazione di raccomandazioni e il deferimento della questione al Consiglio dell’UE.
Revisione dei Trattati
In prospettiva dovrebbe essere riformata la procedura di revisione dei Trattati, sostituendo (ad eccezione per le decisioni sull’allargamento) il requisito dell’unanimitŕ con una maggioranza super qualificata di Stati membri e popolazione, e prevedendo l’entrata in vigore (vincolante solo gli Stati membri che le abbiano ratificate) di modifiche ai Trattati sulla base una soglia minima, rappresentativa di una maggioranza significativa di Stati membri e di popolazione.
Prospettive di riforma a piů lungo termine
Come traguardo finale del processo di riforma, per alcuni membri del gruppo di lavoro, si potrebbe valutare la possibilitŕ dell’elezione diretta del Presidente della Commissione europea, che dovrebbe godere della prerogativa di nominare i membri del proprio Governo europeo; la possibilitŕ di attribuire il diritto di iniziativa legislativa al Parlamento europeo e la creazione di una seconda Camera rappresentativa degli Stati membri.
Scheda-paese
(a cura del Ministero degli Affari esteri)
Aggiornata al 04/10/12
Slovacchia
![]() |
|||
![]() |
Struttura istituzionale e dati di base
Superficie: |
49.034 kmq |
Capitale: |
Bratislava: 413.192 abitanti (31.12.2011) |
Principali cittŕ (abitanti al 31.12.2011): |
Košice (240.688 abitanti), Žilina (154.596 abitanti), Banská Bystrica (111.180 abitanti) |
Nome Ufficiale: |
Repubblica Slovacca (“Slovenská Republika”) |
Forma di Governo: |
Repubblica Parlamentare |
Capo dello Stato: |
Ivan GASPAROVIC, dal 15 giugno 2004, riconfermato il 15 giugno 2009 (in origine HZDS, Movimento per una Slovacchia democratica). |
Capo del Governo: |
Robert Fico (SMER-SD) dal 4 aprile 2012 |
Ministro degli Esteri: |
Miroslav Lajcak (dal 4 aprile 2012) |
Potere esecutivo: |
Il Governo č nominato dal Presidente su proposta del Primo Ministro. |
Potere legislativo: |
Parlamento unicamerale (“Narodna Rada”), composto di 150 membri, eletti ogni quattro anni a base proporzionale. Le ultime elezioni hanno avuto luogo il 10 marzo 2012. |
Potere giudiziario: |
I giudici della Corte Suprema sono eletti dal Consiglio Nazionale mentre quelli della Corte Costituzionale sono nominati dal Presidente in una rosa di nomi approvata dal Consiglio Nazionale. La Corte Speciale č composta da giudici eletti da un consiglio di giudici e nominati dal Presidente. |
Sistema elettorale: |
Sistema proporzionale |
Partecipazione a Organizzazioni Internazionali: |
Australia Group, BIS, BSEC (osservatore), CCC, CE, CEI, CERN, EAPC, EBRD, ECE, Unione Europea (dal maggio 2004), FAO, IAEA, IBRD, ICAO, ICC, ICFTU, ICRM, IDA, IFC, IFRCS, ILO, IMF, IMO, Interpol, IOC, IOM, ISO, ITU, NAM (osservatore), NATO (dal maggio 2004), NSG, OECD, OPCW, OSCE, PCA, PFP, Nazioni Unite, UNAMSIL, UNCTAD, UNDOF, UNESCO, UNFICYP, UNIDO, UNMEE, UNTAET, UNTSO, UPU, WCL, WFTU, WHO, WIPO, WMO, WtoO, WTO (OMC), ZC |
Popolazione ed indicatori sociali
Popolazione: |
5 397 036 (censimento 2011) |
Tasso di crescita: |
0,16 (2011) |
Aspettativa di vita alla nascita: |
Totale: 75.4 anni Uomini: 71.47 anni; Donne: 79,53 (stime 2009) |
Gruppi etnici: |
Slovacchi 80,7%, Ungheresi 8.5%, Rom 2,0% Boemi e Moravi 0,6%, Ruteni ed Ucraini 0,6%, Tedeschi 0,1%, Polacchi 0,1%, Altro 7% |
Religioni: |
Cattolici 62%, atei 13,4%,, Luterani 5,9%, greco-cattolici 3,8%, Calvinisti 2%, altro 17,5% (2011) |
Lingue: |
Slovacco (ufficiale), piccole minoranze parlano ceco, tedesco, ungherese, polacco, dialetti rom, ucraino (dialetto ruteno o rusyn), croato. |
Partiti politici principali: |
SMER (Partito Direzione-Terza Via) con 83 seggi, KDH (Movimento Cristiano Democratico) con 16 seggi, OlaNO (Gente Comune e Personalitŕ Indipendenti) con 16 seggi, Most-Hid (Ponte, partito etnico ungherese) con 13 seggi, SDKU (Unione Slovacca Democratico Cristiana) con 11 seggi, SaS (Libertŕ e Solidarietŕ) con 11 seggi |
Pil Pro Capite (PPP) 2011 |
23.324 USD (EIU) |
Moneta: |
Euro (ha sostituito la corona slovacca a gennaio 2009) |
Con la sconfitta nella Prima Guerra Mondiale e la dissoluzione dell’Impero austro-ungarico, nasceva, il 28 ottobre 1918, la Cecoslovacchia, l’unico Stato dell’Europa orientale che mantenne un regime repubblicano e pluripartitico fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. La crisi dello Stato cecoslovacco – sul cui territorio vivevano, gruppi etnici boemo-moravo, slovacchi e consistenti minoranze tedesche, ruteno-ucraine, polacche ed ungheresi – esplose nel 1936, quando la Germania nazista avanzň formali pretese territoriali. L’accordo di Monaco del 29 settembre 1938, imposto alla Cecoslovacchia da Francia, Germania, Regno Unito ed Italia, sancě l’annessione dei Sudeti al Terzo Reich. Il 2 ottobre 1936 la Polonia occupň il territorio di Teschen e subito dopo il Governo di Praga fu costretto a sottomettersi al primo arbitrato di Vienna, in occasione del quale Italia e Germania stabilirono la cessione all’Ungheria di circa 12 mila Kmq di Slovacchia meridionale. In un ultimo disperato tentativo di salvare l’unitŕ del Paese, il Governo concesse maggiore autonomia agli slovacchi ed ai ruteno-ucraini. Ma il 14 marzo 1939 la Dieta slovacca proclamň l’indipendenza del Paese e Jozef Tiso fu nominato Primo Ministro e poi Presidente della nuova Repubblica, fortemente dipendente dalla Germania nazista.
Nel maggio del 1945 l’Armata Rossa liberň il Paese dai nazisti e restaurň la sovranitŕ cecoslovacca, annettendo tuttavia la Rutenia sub-carpatica all’Unione Sovietica (oggi Ucraina). Dopo la vittoria elettorale del 1946, il Partito comunista instaurň nel 1948 un regime totalitario a partito unico sotto il controllo di Mosca.
Negli anni Sessanta in Cecoslovacchia si fece strada una nuova generazione di dirigenti comunisti, guidati da Alexander Dubcek, i quali avviarono una serie di riforme economiche e politiche destinate a suscitare l’ostilitŕ dell’Unione Sovietica. Nella notte tra il 20 ed il 21 agosto del 1968 il Paese venne invaso dagli eserciti dei Paesi membri del Patto di Varsavia (tranne quello romeno) ed il Presidente Svoboda fu costretto a sottoscrivere gli accordi di Mosca per la “normalizzazione” della Cecoslovacchia.
Nel novembre del 1989, all’indomani del cambio di regime nella Repubblica Democratica Tedesca, le manifestazioni di piazza misero in crisi anche il Governo di Praga. La “Rivoluzione di velluto” ebbe termine il 10 dicembre 1989, quando il Partito comunista acconsentě a costituire un Governo di unitŕ nazionale con il Forum civico guidato dallo scrittore dissidente Vaclav Havel, che sarebbe divenuto Presidente della Repubblica. In occasione delle prime elezioni libere del giugno 1990 il Forum civico ottenne il 51% dei voti, mentre a Bratislava nasceva il Partito per una Slovacchia democratica guidato da Vladimir Meciar.
Dopo due anni di polemiche sulle riforme economiche e di rivendicazioni autonomistiche, Meciar lanciň l’idea di trasformare il Paese in una Confederazione, proposta alla quale il Primo Ministro Klaus reagě prospettando la definitiva separazione della Cecoslovacchia in due Stati indipendenti.
Il 25 novembre 1992 il Parlamento federale approvava la legge di dissoluzione dello Stato federale che sanciva la nascita, il 1° gennaio 1993, della Repubblica Ceca e della Repubblica Slovacca.
N. |
NOME |
COGNOME |
INCARICO |
PARTITO |
1 |
Robert |
FICO |
Primo Ministro |
SMER |
2 |
Miroslav |
Lajčák |
Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri |
Indip. |
3 |
Robert |
Kaliňák |
Vice Primo Ministro e Ministro dell’Interno |
SMER |
4 |
Peter |
Kažimír |
Vice Primo Ministro e Ministro delle Finanze |
SMER |
5 |
Tomáš |
Borec |
Ministro della Giustizia |
Indip. |
6 |
Ľubomír |
Jahnátek |
Ministro dell’Agricoltura |
SMER |
7 |
Tomáš |
Malatinský |
Ministro dell’Economia |
Indip. |
8 |
Peter |
Žiga |
Ministro dell’Ambiente |
SMER |
9 |
Ján |
Počiatek |
Ministro dei Trasporti, Edilizia e Sviluppo regionale |
SMER |
10 |
Zuzana |
Zvolenskŕ |
Ministro della Salute |
SMER |
11 |
Martin |
Glváč |
Ministro della Difesa |
SMER |
12 |
Dušan |
Čaplovič |
Ministro dell’Istruzione, Scienza, Ricerca e Sport |
SMER |
13 |
Ján |
Richter |
Ministro del Lavoro, Affari Sociali e Famiglia |
SMER |
14 |
Marek |
Maďarič |
Ministro della Cultura |
SMER |
Gli altri 5 partiti che hanno ottenuto una rappresentanza in Parlamento sono i cristiano-democratici del KDH di Jan Figel (il quale č stato, malgrado la sconfitta, riconfermato quale segretario del partito a luglio 2012) con l’8,82% dei voti e 16 seggi, seguiti dal partito "Gente Ordinaria e Personalitŕ Indipendenti" (OLaNO) di Igor Matovic con l’8,55% (16 seggi), il partito filo-ungherese di Bela Bugar (Most-Hid) con il 6,89% e 13 seggi, i partiti di centro destra SDKU dell’ex Ministro degli Esteri Mikulas Dzurinda (subentrato alla guida del partito dopo le dimissioni dell’ex premier Radicova ed in seguito dimessosi da Segretario del partito dopo le elezioni, sostituito dal Governatore della Regione di Bratislava, Pavol Freso) e SaS di Richard Sulik, ciascuno dei quali ha ottenuto 11 seggi in parlamento, rispettivamente con il 6,09% ed il 5.88% di voti.
Non hanno superato la soglia di sbarramento per essere ammessi in parlamento il partito nazionalistico di Jan Slota (SNS) e l’altro partito filo-ungherese SMK, che hanno raccolto rispettivamente 4.55% e 4.28% di voti. La nuova formazione "99%-Voce civica", che aveva ispirato le manifestazioni di piazza contro i fenomeni di corruzione che hanno caratterizzato gli ultimi mesi del Governo Radicova, ha ottenuto solo l’1.58%. Ormai in via di estinzione appaiono il partito storico di Meciar (LS-HZDS) con 0.93% ed il Partito Comunista (KSS) con 0.72%.
Le elezioni anticipate si sono rese necessarie a seguito della caduta dell’Esecutivo guidato da Iveta Radicova, composto da SDKU, KDH, SaS e Most-Hid, che per due anni, pur tra mille difficoltŕ e contrasti, aveva governato il Paese cercando di uscire dalla grave crisi economica. Costretta difatti dalla crisi ad adottare drastiche misure di riduzione della spesa e di aumento delle tasse, la Radicova ha perso buona parte dei consensi iniziali in uno scenario di crescenti tensioni sociali, fino all’apertura ufficiale della crisi di Governo sancita, l’11 ottobre 2011, dalla mancata fiducia sul voto legato all’approvazione dell’EFSF (approvato poi il successivo 14 ottobre grazie al fondamentale sostegno garantito dal partito di opposizione SMER). Dei 124 Parlamentari presenti, 55 hanno votato a favore, 9 contrari (membri del Partito Nazionale Slovacco, SNS) e 60 si sono invece astenuti (membri di SaS, partito della coalizione di Governo guidato dallo speaker del Parlamento Richard Sulik, e del partito di opposizione SMER-SD).
La Radicova ha potuto continuare a governare il Paese fino alle elezioni del 10 marzo, con l’appoggio esterno dello SMER di Robert Fico, e solo a seguito di una modifica costituzionale approvata in tempi brevissimi lo scorso 21 ottobre. La Costituzione slovacca, infatti, non ammetteva la prosecuzione fino alle elezioni di un Governo sfiduciato.
Tra le questioni di particolare rilevanza affrontate nei due anni dell’Esecutivo della Radicova, vanno menzionate la Legge sui giudici e sugli assistenti giudiziari nonché la riforma al Codice del lavoro. La nuova legge prevede che i posti di giudice vacanti nei tribunali di ogni ordine e grado vengano coperti con un processo di selezione tale da assicurare trasparenza e pubblicitŕ. Particolarmente controversa č stata la riforma al Codice del lavoro, in vigore dal settembre 2011. La riforma rende piů flessibile il mercato del lavoro e mira ad attenuare il problema della disoccupazione (stabile oltre il 13%). Essa semplifica le procedure per i licenziamenti e riduce il fardello amministrativo e finanziario dei datori di lavoro. La riforma ha suscitato la viva opposizione delle organizzazioni sindacali e dell’opposizione, nonché un certo scetticismo degli economisti circa le concrete possibilitŕ di ricadute positive sul fronte occupazionale.
La campagna elettorale, dominata dalle polemiche legate ad episodi di corruzione, ha posto in secondo piano i contenuti dei programmi elettorali dei partiti politici. Il centro-destra č apparso allo sbando, colpito dagli scandali dei casi “Gorilla” e “Sasanka”. Il primo, esiziale per lo storico partito di Mikulas Durinda, SDKU, č sorto a seguito della pubblicazione su internet di intercettazioni, attribuite al Servizio di Intelligence slovacco (SIS) che hanno messo a nudo una vasta rete di corruzione politica legata ai processi di privatizzazione degli ultimi anni del secondo governo Dzurinda (2005-2006). Nel secondo caso, il leader di SaS Richard Sulik, che durante il Governo Radicova si era sempre presentato come propugnatore di una politica pulita e trasparente, č stato intercettato mentre, a fine 2010, discuteva con l'imprenditore Kocner sulla possibile compravendita di voti per l'elezione del Procuratore Generale.
Robert Fico, leader di SMER, č quindi tornato a ricoprire la carica di Primo Ministro che giŕ aveva rivestito dal 2006 al 2010. Dei quindici Ministri nominati lo scorso 4 aprile, ben sette erano parte della compagine governativa del precedente Governo Fico. Tra questi, tre hanno mantenuto le competenze che detenevano nella legislatura 2006-2010: Miroslav Lajcak ritorna al Ministero degli Affari Esteri, Robert Kalinak al Ministero dell'Interno e Marek Madaric a quello della Cultura. Pavol Paska (membro dello SMER e giŕ Presidente del Consiglio Nazionale durante il precedente Governo Fico) č stato eletto Speaker del Parlamento.
Il programma di Governo č stato approvato dal Consiglio Nazionale lo scorso 2 maggio. Prioritŕ per il Governo rimane il consolidamento delle finanze pubbliche, per portare il deficit di bilancio al di sotto del 3% del PIL entro il 2013 e sostenere nel contempo la crescita economica e la stabilitŕ dei prezzi. L’azione governativa dovrŕ affrontare anche l’alta disoccupazione giovanile e le disparitŕ tra la capitale Bratislava e le regioni del centro-est del Paese. Il Premier ha annunciato l’intenzione di introdurre forme di tassazione progressiva che andrebbero a colpire soprattutto le classi sociali abbienti (con imposte sui beni di lusso e sulla proprietŕ immobiliare) nonché le imprese con profitti piů elevati. Nuove forme di tassazione sono anche in corso di definizione nei confronti di banche ed istituti finanziari.
Per quanto riguarda il settore giudiziario, il Governo si impegna a combattere la corruzione ad ogni livello della societŕ e garantire l’applicazione della legge da parte della magistratura. Le riforme adottate dal precedente Ministro della Giustizia saranno perň riviste e rivalutate in accordo con la Costituzione, per renderle veramente efficaci ed eliminare i ritardi nei giudizi e ricostruire la fiducia dei cittadini nella magistratura.
Continua l’impegno della Slovacchia nei confronti del nucleare. Fico č favorevole alla costruzione di una nuova centrale nucleare per sostituire quella dismessa di Jaslovske Bohunice, mentre i due nuovi reattori di Mochovche si preparano ad entrare in funzione. Il Governo rivedrŕ anche le ultime privatizzazioni predisposte dal precedente gabinetto, per garantire la massima trasparenza nei processi in atto. Ulteriori “assets” statali potrebbero essere presi in considerazione per future privatizzazioni, senza perň cederne completamente il controllo ai privati. Sono tuttavia esclusi dalle privatizzazioni gli Istituti ospedalieri ed universitari, anche se entrambi i settori necessitano di pesanti riforme, per limitarne i costi e renderli piů moderni ed efficaci. Il finanziamento delle scuole dovrŕ inoltre essere basato non solo sul numero di studenti, bensě anche sulla qualitŕ dello studio. Particolare rilevanza verrŕ data, infine, alla costruzione dei collegamenti autostradali mancanti.
Per quanto riguarda la politica estera, le prioritŕ si concentrano sul raggiungimento degli obiettivi strategici posti dall’Unione Europea, sul corretto utilizzo dei fondi UE e su una maggiore integrazione regionale. Partner della NATO, l’attenzione della Slovacchia continuerŕ a rivolgersi soprattutto ad Est ed ai Balcani, favorendo un avvicinamento dei Paesi vicini alle Istituzioni di Bruxelles grazie alle sue pregresse esperienze. E’ da rilevare, in ambito UE, l’approccio ispirato ad una maggiore solidarietŕ che caratterizza la posizione del nuovo Governo.
Fico ha comunque sin da subito rimarcato che il suo secondo Governo non potrŕ che differenziarsi dal primo (2006-2010) per motivi evidenti ed ineludibili quali le prioritŕ dettate dal perdurare della crisi economica e dalla necessitŕ di varare misure urgenti che ne consentano il superamento. Inoltre, a differenza del primo mandato, la direzione del Primo Ministro non č condizionata da alleati scomodi come all’epoca fu il Partito nazionalista di Jan Slota (SNS). Un primo, tangibile segnale di discontinuitŕ č stato offerto dalla scelta del nuovo Ministro della Giustizia, il Presidente dell'Associazione slovacca degli Avvocati Tomas Borec, personalitŕ competente rispettata ed indipendente (nel suo precedente Governo, Ministro della Giustizia era il discusso Stefan Harabin, attuale Presidente della Corte Suprema).
Anche la nomina del nuovo Ministro dell'Economia, il Capo dell'Associazione degli imprenditori slovacchi Tomas Malatinsky, č da considerarsi sorprendente, anche alla luce dell’orientamento di centro-destra a suo tempo dichiarato da Malatinsky. Proprio l’inclusione di personalitŕ di indubbia competenza ma non legate alle logiche del partito di maggioranza potrebbe creare qualche attrito all’interno della compagine governativa, come giŕ sembra accadere per il Codice del Lavoro, che il nuovo Ministro Jan Richter (SMER) sembra intenzionato a riportare alla lettera precedente gli emendamenti apportati dal Governo di centro-destra in opposizione col Ministro dell'Economia Malatinsky, che alle trattative per quegli emendamenti aveva partecipato in veste di Capo dell'Associazione degli imprenditori
Ministro degli Esteri č Miroslav Lajcak, al suo secondo mandato dopo aver sostituito Jan Kubis nel 2009. Nel programma del nuovo Governo Fico, il ruolo del Ministero degli Affari Esteri non sarŕ solo legato ai temi dell'integrazione europea ma dovrŕ svolgere anche un'attiva diplomazia economica rivolta a sostenere gli imprenditori slovacchi che intendano investire all'estero.
Sul fronte interno, il Ministro dell'Interno Robert Kalinak ha giŕ annunciato un piano anti-corruzione di vasta portata che prevede anche emendamenti alla Legge sugli appalti pubblici ed innovazioni nella pubblica amministrazione, in particolare con soppressione e/o snellimento delle istituzioni a livello locale.
Attuale Presidente della Repubblica č dal 15 giugno 2004 Ivan Gasparovic (leader del piccolo partito HZD, nato da una scissione con l’HZDS), risultato vincitore su Vladimir Meciar. Gasparovic si č ripresentato alle elezioni presidenziali del 21 marzo 2009 e nell’occasione ha sconfitto al ballottaggio Iveta Radicova, di SDKU, sostenuta anche dai cristiano-democratici e dalla minoranza magiara.
POLITICA ESTERA
La cooperazione ed il partenariato strategico con gli Stati Uniti sono stati un fattore chiave dell’azione del Paese durante il Governo Dzurinda ed hanno ripreso ulteriore slancio col Governo di Iveta Radicova. Rimane da verificare se tale trend proseguirŕ con il nuovo Governo Fico, anche alla luce di alcune dissonanze, in particolare sulla vicenda del riconoscimento del Kosovo, verificatesi durante il precedente Governo presieduto da Fico (2006-10). Positiva č stata comunque la prima visita ufficiale a Washington, il 25-26 luglio, del Ministro degli Affari Esteri slovacco Miroslav Lajcak, il quale ha incontrato, tra gli altri, il Segretario di Stato Hillary Clinton.
In ambito NATO, dalla posizione di prudente attesa nei confronti dell’allargamento ad altri Stati (soprattutto Paesi quali la Georgia e l’Ucraina che hanno questioni ancora aperte con Mosca), si registra ora un forte auspicio slovacco per una rapida integrazione dei Paesi dei Balcani occidentali e del Partenariato orientale all'Unione Europea ed al Patto Atlantico.
Sotto un profilo piů generale, invece, piena adesione di Bratislava alla politica dell’Alleanza Atlantica. Dalla costituzione della Slovacchia (1 gennaio 1993) sono stati inviati all’estero circa 10.000 soldati, che hanno preso parte ad una trentina di operazioni di gestione internazionale delle crisi. Bratislava č attualmente presente con 159 militari a Cipro (UNFCYP) e 45 in Bosnia-Erzegovina (EUFOR-ALTHEA), oltre ad 1 nell’ambito del Comando NATO di Sarajevo. La questione delle spese per il mantenimento delle missioni militari all’estero (in particolare a Cipro) fu peraltro causa di forti scontri all’interno della precedente maggioranza.
Allo stato attuale la piů cospicua presenza militare slovacca all’estero č in Afghanistan (missione ISAF) con 344 unitŕ presenti a maggio 2012, che perň dovrebbero ridursi di 289 unitŕ entro il 2013. La missione slovacca nel Paese, come giŕ annunciato dall’ex Ministro degli Esteri Dzurinda, dovrebbe terminare nel 2014.
Il Paese sembra inoltre faticare a rispettare gli impegni di modernizzazione delle proprie forze armate contratti con l'Alleanza Atlantica: le spese militari slovacche sono scese dal 2% del PIL nel 2004 all'attuale 1% e ulteriori riduzioni sono previste a breve. Le elezioni anticipate hanno rinviato l’esame del “libro bianco” predisposto dall’ex-Ministro della Difesa Galko al nuovo parlamento, ma il nuovo Governo Fico ha giŕ ribadito l’impossibilitŕ di incrementare i fondi disponibili.
Le relazioni della Slovacchia nei confronti della Federazione Russa sono in fase di costante evoluzione. Il precedente Governo Fico aveva a suo tempo dimostrato un atteggiamento sostanzialmente filo-russo, mentre il Governo Radicova aveva piů volte condannato la mancanza di rispetto dei diritti umani e della libertŕ di stampa nella Federazione russa, auspicando una politica russa meno aggressiva nei confronti dei vicini orientali (dall’Ucraina alla Moldova) e ribadendo il proprio sostegno alla posizione di Tbilisi volta ad ottenere la restituzione dei territori ossetini. La sostanziale dipendenza del Paese dai rifornimenti energetici russi ha comunque indotto Bratislava ad un atteggiamento sempre improntato alla “realpolitik” ed alla necessitŕ di mantenere buoni rapporti con il potente vicino. Il nuovo Governo Fico sembra interessato ad intensificare i contatti con Mosca per la costruzione di una linea ferroviaria a scartamento allargato dal confine ucraino fino a Vienna.
Bratislava partecipa naturalmente al complesso di rapporti delle Istituzioni Europee nei confronti di Mosca in quanto “strategic partner” dell’Unione. Di particolare importanza per la Slovacchia l’insieme di riforme promosse dall’UE che vanno sotto il nome di “partnership for the modernization” e che riguardano la Pubblica Amministrazione, le riforme giuridiche e della giustizia, la lotta alla corruzione ed in generale il miglioramento del funzionamento delle Istituzioni russe. Piů cauto l’atteggiamento slovacco nei confronti del processo di liberalizzazione dei visti per i cittadini russi.
Tra le linee guida della politica estera slovacca, particolare rilevanza riveste il Gruppo di Visegrad (o V4), costituito, oltre che da Bratislava, da Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria. Finora esso ha consentito di assumere posizioni comuni all’interno dell’UE (come nel caso dei negoziati sulle prospettive finanziarie) e di veicolare agli altri partner europei nuove iniziative (ad esempio una cooperazione in campo energetico). Esso intenderebbe inoltre sostenere specifici progetti nei settori della cultura, dell’istruzione e delle Forze Armate. In ambito V4, Bratislava persegue una politica di avvicinamento graduale dei partner orientali verso l’Unione Europea, incoraggiando le riforme interne, la lotta alla corruzione ed alla criminalitŕ organizzata.
La Slovacchia mantiene ottimi rapporti con l’Ucraina, partner fondamentale per il passaggio delle forniture energetiche (per lo piů gas) dalla Federazione Russa, snodo ferroviario ed automobilistico sicuramente rilevante per le regioni orientali del Paese. Per quanto riguarda il caso Timoshenko, Bratislava intende mantenere aperti i contatti con Kiev ed evitare ogni forma di boicottaggio, onde raggiungere con i negoziati e la persuasione l’obiettivo di un miglior trattamento per la ex Premier. La questione degli approvvigionamenti energetici rappresenta una prioritŕ assoluta per la Slovacchia, che ha inaugurato con l’Austria la possibilitŕ di utilizzare gli esistenti gasdotti anche per ricevere gas dall’Occidente (e non solo di inviarlo, cosiddetto “reverse flow”), ed ha iniziato i lavori per il grande gasdotto nord-sud (dalla Polonia al Mar Nero).
Molto piů complicata la relazione con l’altro grande vicino del Partenariato orientale, la Bielorussia. Bratislava mantiene una posizione molto rigida nei confronti del regime di Minsk, chiedendo che le Autoritŕ bielorusse garantiscano la libertŕ di stampa, il godimento dei diritti civili e politici per i propri cittadini e liberino gli oppositori incarcerati durante le proteste per le elezioni presidenziali del 2010. L’appello alle Autoritŕ bielorusse per la scarcerazione degli oppositori politici č stato piů volte reiterato dall’ex Ministro Dzurinda, anche tramite l’Ambasciatore slovacco a Minsk. In ambito UE, Bratislava ha sostenuto l’inasprimento delle sanzioni contro il regime di Minsk.
Bratislava č inoltre aperta a considerare forme di coinvolgimento della Turchia. La visita in Slovacchia del Presidente turco Gul, nel novembre 2009, ha rafforzato i rapporti bilaterali politico-commerciali istituendo due Consolati Onorari a Banska Bystrica ed a Kosice. I rapporti di cooperazione tra i due Paesi sono stati riconfermati in occasione dell’incontro tra l´allora Sottosegretario di Stato degli Esteri Algayerova e l’Ambasciatore turco Fatma Dicle Kopuz svoltosi il 10 giugno 2010. Maggiore cautela quanto alle prospettive europee della Turchia sembra invece aver ispirato il Governo di Iveta Radicova.
Di fondamentale importanza sono le relazioni con la Repubblica Ceca. Il mantenimento di solidi legami economici rimane indispensabile per il futuro della Slovacchia. Al giorno d’oggi le relazioni tra i due Paesi sono estremamente intense e proficue (la Repubblica Ceca č il secondo partner commerciale del Paese).
La Germania rappresenta per la Slovacchia un partner europeo cruciale e strategico. I rapporti bilaterali tra Bratislava e Berlino sono eccellenti, basati su sintonie politiche e forti legami economici (Berlino assorbe1/5 dell'export slovacco, e cospicui sono gli investimenti dello stabilimento Volkswagen).
Piů complessi appaiono i rapporti con l’Ungheria, a causa della rilevante minoranza magiara presente in Slovacchia (benché negli ultimi dieci anni la presenza ungherese sia scesa dal 9,7% all'8,5%, per un totale di 458.467 persone), della normativa sulla cittadinanza approvata dal Governo Orban e della recente riforma costituzionale magiara. Dopo un periodo di forti tensioni fra il 2009 e la prima metŕ del 2010, accentuato dal clima di campagna elettorale in entrambi i Paesi, il Governo Radicova aveva posto tra le sue prioritŕ quella del miglioramento delle relazioni con Budapest; le visite compiute nella capitale ungherese dal Primo Ministro e dal Ministro degli Affari Esteri Dzurinda nonché la coincidenza della presidenza slovacca del Gruppo di Visegrad con quella ungherese dell’UE (1° semestre 2011) sembrano aver sortito effetti positivi, contribuendo all’abbassamento dei toni. Tale riavvicinamento č confermato anche dalle visite a Bratislava del premier ungherese Orban, il 14 dicembre 2010 ed il 28 gennaio 2011, data in cui č stato inoltre firmato un accordo per la costruzione e gestione di un nuovo gasdotto che collegherŕ Slovacchia ed Ungheria. Dagli incontri emerse la volontŕ di risolvere la questione della doppia cittadinanza tramite un accordo internazionale. A maggio 2011, Dzurinda ha ricevuto a Bratislava l’omologo ungherese Martonyi, col quale ha affrontato temi di cooperazione energetica e strutture transfrontaliere. Nelle intenzioni del nuovo governo Fico i rapporti con Budapest dovrebbero riprendere sulla base delle migliori possibili relazioni fra stati confinanti, dimenticando le incomprensioni e le frizioni del passato. Un’eccezione importante concerne proprio la legge sulla cittadinanza: tra le prioritŕ del Governo Fico rientra difatti la modifica della legge. Essa cancellerebbe ogni conseguenza ai cittadini slovacchi che chiedono la cittadinanza di un altro Paese, ad eccezione perň proprio dell'Ungheria. La legge dovrebbe infatti, secondo le prime indiscrezioni, rimanere in vigore per gli slovacchi che vorranno ottenere la cittadinanza ungherese, almeno fino a quando Budapest non modificherŕ la propria legislazione sulla doppia cittadinanza. Il che implica che i cittadini slovacchi che domanderanno la cittadinanza ungherese continueranno a perdere quella slovacca. Il tema della doppia cittadinanza per gli slovacchi di origine ungherese č stato oggetto di un recente incontro (Budapest, 1 giugno) tra il neo Ministro degli Esteri Lajcak ed il suo omologo magiaro Janos Martonyi.
Continuo č l’impegno per i Balcani, con posizioni che non indeboliscano gli storici legami con la Serbia, (Paese in cui č presente una collettivitŕ slovacca di circa 60.000 persone), di cui il Governo sostiene decisamente le aspirazioni di adesione all’UE. Il Governo ha altresě comunicato di non voler procedere a breve al riconoscimento del Kosovo. A questo riguardo, la sentenza emessa dalla Corte Internazionale di Giustizia del 22 luglio 2010, con cui si riconosceva l’indipendenza del Kosovo, ha portato a immediate reazioni politiche slovacche, secondo le quali il Kosovo deve rimanere sotto l’amministrazione dell’ONU fin quando il suo status non sarŕ definito da un accordo bilaterale tra lo stesso Kosovo e la Serbia ovvero da una decisione del Consiglio di Sicurezza.
L’approccio slovacco alla situazione mediterranea, inizialmente tiepido (l’area non registra prioritŕ strategica per Bratislava, la quale č al contrario preoccupata che la situazione di crisi nordafricana possa drenare risorse e attenzione dell’Unione Europea al Partenariato Orientale), č tuttavia mutato nell’ultimo anno. La Slovacchia ha manifestato una certa sensibilitŕ al problema dei flussi di rifugiati dalle coste meridionali del Mediterraneo, concordando con le nostre posizioni per un maggior coinvolgimento dell’Unione Europea alla soluzione di tale rilevante questione. L’ex Ministro degli Esteri Dzurinda ha effettuato una visita in Egitto tra il 14 ed il 16 giugno 2011, offrendo l’esperienza slovacca nella trasformazione e nella transizione verso la democrazia. Analoga offerta č stata ripetuta nei confronti della Tunisia: esperti del MAE slovacco collaborano, insieme ad esperti olandesi, nel quadro dell’esercizio della “Community of Democracies” per fornire alle Autoritŕ tunisine consulenza in materia di organizzazione della vita politica, cooperazione fra stato e societŕ civile e nel ridisegnare le necessarie riforme. Sul fronte libico, Bratislava non ha voluto intervenire militarmente insieme agli alleati europei (anche per mancanza di fondi), ma ha sempre garantito il proprio supporto per la ricostruzione post-bellica e la democratizzazione della Libia. La Slovacchia ha quindi riconosciuto, il 30 agosto 2011, il Consiglio Nazionale di Transizione libico quale unico rappresentante internazionale per il Paese nordafricano.
In materia di cooperazione, esistono numerosi progetti per il supporto e lo sviluppo dei Balcani Occidentali (in particolare Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Serbia). Afghanistan, Kenya e Sud Sudan sono gli altri principali destinatari di progetti di cooperazione. Il totale ODA per il 2011 č stato pari a circa 60 milioni di Euro, mentre per il 2012 risultano stanziati circa 68 milioni di Euro.
Membro dell’ONU dal 1993, la Slovacchia č su posizioni distanti dalle nostre in tema di riforma del CdS, appoggiando un aumento sia dei membri permanenti sia di quelli non permanenti. Il 26 ottobre 2009 č stata scelta come nuovo membro del Comitato Economico e Sociale per il biennio 2010-2012. L’ex Ministro degli Esteri Kubis, dopo essere stato Segretario Esecutivo della Commissione Economica per l’Europa per il biennio 2009-2011, č stato nominato lo scorso 23 novembre Rappresentante speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per l’Afghanistan.
RELAZIONI CON L’UNIONE EUROPEA
Membro dell’Unione dal 2004, nel 2007 il Paese ha compiuto un passo importante entrando nell’Area Schengen. Nel corso del 2011 č stato completato per la Slovacchia il Sistema d'Informazione Schengen di seconda generazione (SIS II).
Parte del c.d. “European Exchange Rate Mechanism (ERM II)” sin dal 2005, la Slovacchia č entrata nell’area euro dal 1° gennaio 2009, adottando un piano nazionale per il changeover, volto ad arginare eventuali speculazioni ed il rialzo dei prezzi.
Il quadro di riferimento strategico nazionale per la Slovacchia approvato dalla Commissione Europea per il periodo 2007-2013 prevede uno stanziamento totale da parte dell’UE di 11,36 miliardi di Euro, ripartiti in fondi per lo Sviluppo regionale (5,962 miliardi di Euro), fondi di coesione (3,898 miliardi di Euro) e fondi sociali (1,499 miliardi di Euro. Attualmente l`impegno complessivo 2007 - 2013 per i Fondi Strutturali e per il Fondo di Coesione č stato aumentato della somma di 137,71 mil. EUR, mentre sono attesi 14 miliardi di euro tra il 2014 e il 2020.
L`utilizzo dei finanziamenti europei in Slovacchia nell`ambito degli 11 programmi operativi nazionali (gli ultimi dati risalgono al 30 aprile 2012) rappresenta il 29,56%, pari a € 3.398,3 mln della somma complessiva di 11.498,33 milioni assegnata alla Slovacchia per il periodo 2007 - 2013.
La Slovacchia ha aderito nel luglio 2010 al Meccanismo Europeo di Stabilizzazione Finanziaria (EFSF), pur rigettando il pacchetto relativo al prestito bilaterale alla Grecia.
L’approvazione da parte del Parlamento slovacco del Meccanismo Europeo di Stabilitŕ (ESM),destinato a sostituire l'European Financial Stability Facility (EFSF), č stato travagliato e ha condotto ad ottobre 2011 alla caduta del Governo Radicova. Alla Slovacchia č stato difatti inizialmente richiesto di contribuire per 659 milioni di euro in contanti all'ESM. Il Partito SaS di Richard Sulik si č astenuto al momento del voto, privando il Governo della maggioranza. Sulik ha definito l’ESM "una via verso il socialismo", che egli non intende percorrere, ed il suo utilizzo non aiuterebbero a risolvere la crisi del debito bensě ad aumentare l'indebitamento dei paesi dell'eurozona.
Il contributo all’ESM č stato poi approvato il 14 ottobre, anche grazie al fondamentale sostegno garantito dall’allora leader dell’opposizione Robert Fico.
La partecipazione slovacca al piano europeo di sostegno finanziario alla Spagna dovrebbe aggirarsi tra 1,06 e 1,2 miliardi di Euro.
Il Governo di Fico ha piů volte sottolineato il proprio impegno a ratificare quanto prima i trattati "MES" e "Fiscal Compact", considerati strumenti fondamentali per il superamento della crisi dell'Eurozona. Il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo scorso 31 maggio la ratifica del trattato "MES", seguito il 22 giugno dal Consiglio Nazionale, ed il processo di ratifica si č concluso il 9 luglio con la firma del Presidente Gasparovic. La somma che Bratislava dovrŕ versare č di circa 659,2 milioni di Euro, suddivisi in cinque quote, la prima delle quali versata giŕ a luglio, la seconda in ottobre, mentre gli altri tre pagamenti dovranno avvenire tra il 2013 e il 2014.
Si prospettano tempi piů lunghi per la ratifica del "Fiscal Compact", per il necessario adattamento dell'ordinamento interno, soprattutto in tema di deficit.
Nella nuova Commissione Europea č stato affidato allo slovacco Maros Sefcovic il portafoglio per le Relazioni Inter-istituzionali e l’Amministrazione nonché la carica di Vicepresidente.
LINEAMENTI STRUTTURALI E POLITICA ECONOMICA
Sin dall’indipendenza (1993), la Slovacchia ha avviato la trasformazione del sistema statalista in un’economia improntata al libero mercato ed alla concorrenza. La posizione geografica, il consolidamento del settore privato, l’alto livello di scolarizzazione, la specializzazione della manodopera hanno attratto gli investitori. L’ingresso nell’UE ha rappresentato un’altra tappa importante nello sviluppo del Paese, seguito dall’adozione dell’Euro nel 2009.
La struttura produttiva slovacca presenta una dicotomia fra aziende di proprietŕ straniera con bassa occupazione che esportano prodotti ad alto contenuto tecnologico ed aziende nazionali, a bassa produttivitŕ e prevalentemente orientate al mercato interno.
Il settore portante č quello dell’industria che si č andata progressivamente diversificando. L’attivitŕ principale rimane tuttavia l’industria automobilistica, a forte presenza straniera (PSA Peugeot-Citroen, Kia Motors, Volkswagen) seguita dalla produzione di componenti ed apparecchiature elettroniche (Samsung, Electronic Foxconn, per la Sony, e Hewlett Packard). Permane di rilevanza strategica il settore agricolo.
Nel corso degli ultimi anni sono state completate importanti privatizzazioni nel settore delle telecomunicazioni, dell’industria, nei trasporti aerei, nell’elettricitŕ, nel settore assicurativo e nel settore bancario (ormai dominato dagli investitori esteri, tra cui spiccano Germania, Italia e Austria). Il processo di privatizzazione ha toccato anche il piů grande distributore di gas naturale del Paese, l’industria nazionale Slovensky plynarensky priemysel (SPP), che distribuisce il gas proveniente dalla Russia a diversi Paesi dell’Europa occidentale. Il 49% delle azioni della SPP é stato venduto tramite gara internazionale alle due societŕ E.ON-RUHRGAS (Germania) e GAZ DE FRANCE (Francia).
Il Governo Radicova aveva approvato nel corso del 2011 alcuni progetti di privatizzazioni. Tra esse, la privatizzazione dell’intera partecipazione delle sei aziende distributrici del gas, della ZS Cargo (ferrovie), nonché il 49% della Telecom Slovakia ed il 76% della Borsa Valori di Bratislava, e l'aeroporto di Bratislava Stefanik, nonché la privatizzazione degli ospedali. Il nuovo Esecutivo ha poi bloccato a tempo indeterminato le privatizzazioni in programma dal precedente Governo.
L'ingresso della Slovacchia nel circuito della moneta unica il 1° gennaio 2009, pochi mesi dopo l'inizio della crisi, ha comportato per il Paese una diminuzione in termini di competitivitŕ rispetto ai Paesi confinanti. Attualmente invece il volume degli investimenti in Slovacchia sembrerebbe assestarsi di nuovo al di sopra della media dell'UE. Il Paese č difatti caratterizzato da una significativa stabilitŕ macroeconomica, importante elemento di attrazione per gli investimenti dall'estero. Al fine di attrarre nuovi IDE, dall’agosto 2011 sono state apportate significative modifiche alla legge 561/2007 sugli incentivi statali all’investimento. Le nuove disposizioni hanno ulteriormente ridotto le soglie minime nei vari settori d’investimento e agevolato le regioni meno sviluppate del Paese per consentire la realizzazione di progetti importanti e creare nuovi posti di lavoro in aree con alto tasso di disoccupazione. La nuova normativa estende l’aiuto a piů settori dell’economia, concedendo per gli aiuti per la sola acquisizione di nuove produzioni o nuovi impianti tecnologici (almeno il 60% del costo imputabile complessivo) e semplificando il processo di valutazione e di concessione dell’aiuto. Il periodo che intercorre tra la presentazione della richiesta di ammissione al contributo e la sua approvazione da parte del Governo slovacco varia da 60 a 120 giorni.
Il Governo Radicova aveva perseguito una politica di riduzione del disavanzo attraverso un maggior gettito fiscale e consistenti riduzioni di spesa pubblica. I risultati raggiunti nel 2011 sono attribuibili ad un maggior gettito fiscale (nel 2011 sono state introdotte misure correttive quali l’aumento dell’IVA dal 19 al 20%, al contributo sanitario sugli utili, all’aumento delle accise e degli oneri previdenziali e sociali, alla nuova tassa sulle emissioni CO2), ad una azione piů efficace nella raccolta delle imposte, nonché a riduzioni alla spesa pubblica (sospensione di alcuni progetti infrastrutturali previsti dal precedente Governo e pesanti tagli nel settore pubblico). Negli ultimi mesi del Governo Radicova č stata approvata una modifica costituzionale che pone un tetto al debito pubblico (pari al 60% del PIL fino al 2017, dopodiché esso dovrŕ scendere sotto il 50% del PIL).
L’ardua incombenza di risanare i conti pubblici del Paese e portare il livello del deficit statale al di sotto del 3% del Pil entro il 2013-2014 (al momento č al 4,8%) spetta ora al neo-Governo di Robert Fico. La vittoria dello SMER ha causato timori nel mondo imprenditoriale, in considerazione dell'ispirazione fortemente sociale del programma economico di Fico, intenzionato ad apportare revisioni al bilancio per il 2012. Il nuovo Governo dovrŕ necessariamente ricorrere all’incremento della pressione fiscale, da realizzare con ogni probabilitŕ con aumenti delle imposte sugli Istituti di Credito, sui beni immobili e sui redditi piů elevati. Parte della somma necessaria a ridurre il disavanzo dovrebbe provenire dall'aumento delle imposte sui depositi bancari, nonché attraverso una maggiore tassazione dei profitti delle banche. Anche le imposte immobiliari e quelle sul reddito subiranno un incremento.
Il pacchetto di consolidamento, preannunciato dal Governo Fico ai primi di giugno, ed elaborato dal nuovo Ministro delle Finanze Kazimir, si pone l’obiettivo della riduzione del deficit sotto il 3% giŕ entro il 2013. L’impatto della manovra dovrebbe aggirarsi sui 2,3 miliardi di Euro e prevede:
La riduzione delle spese pubbliche per 600 milioni di Euro.
L’aumento delle imposte indirette per un ammontare pari a 1 miliardo di Euro, inclusi tabacco, alcoolici, gioco d'azzardo, depositi bancari privati.
Risparmi nel settore sanitario per un ammontare di altri 500 milioni.
La revisione dell'imposizione fiscale sulle pensioni, con prevedibile impatto soprattutto su militari, forze di polizia, pompieri.
L’innalzamento dell'etŕ pensionabile da 62 a 65 anni.
L’eliminazione della "flat tax" al 19% dal 2013 (relativa ad ogni reddito, personale e societario), da sostituire con un’imposizione progressiva. Per quanto riguarda le imposte sul reddito societario, verrŕ applicata un'aliquota pari al 22% per gli utili eccedenti i 30 milioni di Euro annui (saranno circa 30 le grandi societŕ slovacche interessate), mentre i redditi delle persone fisiche saranno sottoposti ad un prelievo fiscale pari al 25% se superiori a 33 mila Euro annui.
In programma anche il blocco della trasformazione degli ospedali in societŕ per azioni (avviata con convinzione dal precedente Governo per migliorare la qualitŕ del servizio ed abbassare i costi a carico dello Stato), nonché il ritorno al vecchio Codice del Lavoro per meglio tutelare i lavoratori (eliminando le riforme introdotte dal Governo Radicova per aumentare la flessibilitŕ nel mercato del lavoro). I contratti e gli appalti posti in essere dagli Enti Pubblici continueranno invece ad essere resi pubblici sul web per aumentarne la trasparenza, come voluto dall'Esecutivo di centro-destra. Particolarmente preoccupati i rappresentanti degli industriali, che temono un rallentamento degli investimenti esteri a causa di maggiori tasse per le grandi societŕ.
Giŕ approvata č invece l'introduzione di un sistema unico di assicurazione sanitaria, con l’acquisizione da parte dello Stato delle due societŕ private, “Dovera" e "Union", che sino a luglio 2012 hanno gestito le assicurazioni sanitarie. Il nuovo sistema sarŕ disciplinato nei dettagli dal Ministero della Sanitŕ entro settembre e prevede un unico assicuratore pubblico, al fine di mantenere tutti gli introiti all'interno del sistema sanitario.
Č inoltre stato approvato dal Parlamento (luglio 2012) ed č in vigore da settembre l'incremento di quasi un ulteriore decimo di punto (fino allo 0,493%) della "bank levy", che incide sui depositi a diverso titolo detenuti presso le banche nazionali e presso le sedi slovacche delle banche estere. L'obiettivo di Fico č di raccogliere complessivamente circa 170 milioni di Euro nel 2012 e 200 milioni di Euro nel 2013, da convogliarsi in un fondo statale (Fondo di Tutela dei Depositi) appositamente creato per fronteggiare eventuali crisi del settore bancario. L'incidenza effettiva potrŕ variare: la Legge prevede infatti un sistema di aliquote variabili nel tempo, mano a mano che i proventi della ""levy" confluiscono nel Fondo. Č stato inoltre fissato un tetto globale per il Fondo, che non potrŕ superare 1 miliardo di Euro (a garanzia degli operatori "tassati"), e giŕ dopo il raggiungimento della somma di 500 milioni l'aliquota di prelievo dovrebbe dimezzarsi.
Il 25 luglio il Governo ha approvato una manovra supplementare di 498 milioni di Euro al fine di adempiere l'obiettivo di ridurre il disavanzo al 4.6% nel 2012 e sotto il 3% nel 2013.
Il PIL, che giŕ nel 2010 aveva registrato un’ottima crescita su base annua del 4% a prezzi costanti (4,2% a prezzi correnti), totalizzando un ammontare di oltre 65,91 miliardi di Euro, nel 2011 ha confermato il trend positivo, con una crescita pari al 3,3% (per un ammontare di 69 mld di Euro a prezzi correnti), grazie all’aumento della domanda esterna e ad un sensibile incremento della produzione industriale e delle esportazioni slovacche. Il rallentamento delle economie europee trainanti (Germania in primis) ha perň lievemente limitato le performance slovacche nell’ultimo trimestre 2011, incidendo anche sugli scambi commerciali con i suoi principali partner.
Per il 2012, il primo semestre ha segnato un aumento del 2,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (Istituto Slovacco di Statistica), ed il Ministero delle Finanze slovacco prevede un lieve rallentamento della crescita nel corso dell’anno, con un aumento del PIL pari al 2,5 (1,7% secondo l’Economist Intelligence Unit).
La produzione industriale ha registrato nel 2011 un aumento su base annua del 6,9% (5,5 % secondo i dati EIU), in larga parte determinato dall'andamento del settore manufatturiero, in particolare dall'industria automobilistica (17,3%), dalla produzione di macchinari ed attrezzature varie (20,8%), di metalli e strutture in metallo (5,1%), di coke e prodotti petroliferi e derivati (9,9%), di tessili, pelle ed accessori (12,2%). Di contro, il volume della produzione di apparati elettrici e prodotti ottici č diminuito del 7,7% e quello di prodotti farmaceutici del 3,7%. Nel primo semestre del 2012 la produzione industriale ha registrato un incremento dell'11,3% su base annua. Il dato piů significativo č dato dal settore automobilistico, pari a ben +50,9% in termini annuali. La Slovacchia č il primo Paese al mondo per il rapporto produzione automobilistica/numero di abitanti, anche grazie all'aumento della produzione delle aziende automobilistiche PSA Peugeut Citroen, Kia e Volkswagen, che hanno realizzato nel Paese stabilimenti tra i piů moderni al mondo e altamente tecnologici.
Relativamente alla bilancia commerciale slovacca, nel 2011 si č registrato un surplus commerciale di 2,44 miliardi di Euro: nel periodo considerato, le merci esportate, per un valore di 56,41 miliardi di Euro, sono aumentate del 16,9% rispetto allo stesso periodo del 2010, cosi‘ come le importazioni slovacche, pari a 53,97 miliardi di Euro, sono incrementate del 13,6%.
In relazione al mercato del lavoro, l’Istituto Statistico slovacco ha rilevato che a fine 2011 ha registrato il secondo maggiore tasso di disoccupazione in Europa (13,6% , 13,2% secondo i dati EIU), dato sostanzialmnete invariato a giugno 2012 (13,3%). Nel periodo di riferimento il salario medio nominale č ammontato a 769 Euro ed ha registrato un aumento netto sull’anno del 3,2%.
Nel 2011 l’inflazione ha registrato un aumento su base annua del 3,9% (4,6% secondo l’EIU). I rincari stabiliti dal Governo per elettricitŕ, carburanti, gas naturale e riscaldamento, benzina, pedaggi autostradali ed aumento dell’aliquota IVA (passata dal 19 al 20% dal 1° gennaio 2011) hanno finito col gravare sul prezzo finale di tutti i prodotti, alimentari e non, con un conseguente rialzo dell’inflazione. Sensibili rincari sono stati registrati anche per le spese per l’educazione, salute, e servizi vari (trasporto, assicurazioni, ecc.). A luglio 2012 l’inflazione registrata su base annua č stata pari al 4,1%.
Secondo i dati del Ministero delle Finanze slovacco, nel 2011 il deficit delle finanze pubbliche si č attestato a 3,276 miliardi di Euro, pari al 4,8% del PIL, con una diminuzione di 1,2 miliardi rispetto al 2010 (quando ha raggiunto il valore di Euro 4,43 miliardi pari al 7,8% del PIL). Le spese sono ammontate a 15,29 miliardi di Euro, (15,34 nel 2010), mentre le entrate sono state pari a circa 12 miliardi di Euro, contro i 10,9 del 2010. Hanno contribuito al risultato finale entrate in crescita del 10% (ammontanti a circa 12 miliardi di Euro) rispetto all'anno precedente, mentre le spese, pari a 15,28 miliardi di Euro, si sono ridotte di appena uno 0,4%. Il debito pubblico totale in Slovacchia ha raggiunto il 43,3% del PIL a fine 2011 (43% nel 2010). In base agli ultimi dati, nel primo trimestre 2012 il deficit di bilancio dello Stato č stato pari a 1,155 miliardi di Euro, superiore di 500 milioni di Euro rispetto al primo trimestre 2011.
Per quanto concerne le agenzie di rating, il 16 gennaio 2012 Standard & Poor’s ha declassato la Slovacchia da A+ ad A, mantenendo perň stabile l'outlook, mentre Moody’s ha tagliato il rating da A1 ad A2 (outlook negativo). Fitch Ratings ha al contrario confermato la valutazione di A+.
PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI
|
2009 |
2010 |
2011 |
2012 (previsioni) |
Entitŕ nominale del PIL (in miliardi di USD)
|
87.5 |
87.2 |
96.1 |
92.4 |
Variazione reale del PIL |
-4.9 |
4.2 |
3.3 |
1.7 |
Composizione del PIL Agricoltura, Industria, Servizi (variazione) |
0.2 |
-16.0 |
3.0 |
1.7 |
-18.2 |
1.8 |
5.5 |
4.0 |
|
2.7 |
7.4 |
2.0 |
1.0 |
|
20,954 |
22,077 |
23,324 |
24,177 |
|
Disoccupazione (media %) |
11.4 |
12.5 |
13.2 |
12.8 |
Inflazione |
0.5 |
1.3 |
4.7a |
3.2 |
Debito pubblico |
35.6 |
41.1 |
43.3 |
51.0 |
Rapporto deficit/PIL |
-8.0 |
-7.7 |
-4.8 |
-4.6 |
Bilancia partite correnti (mld.$) |
-2,266 |
-2,171 |
53 |
490 |
Bilancia commerciale (mld.$) |
1,318 |
1,034 |
3,399 |
3,520 |
Esportazioni di beni Fob (mld.$) |
55,342 |
64,048 |
78,503 |
84,423 |
Importazioni di beni Cif (mld.$) |
-54,024 |
-63,015 |
-75,105 |
-80,904 |
Principali Paesi fornitori |
1. Germania |
1. Germania |
1. Germania |
1. Germania |
2. Rep. Ceca |
2. Rep. Ceca |
2. Russia |
2. Russia |
|
3. Russia |
3. Russia |
3. Rep. Ceca |
3. Rep. Ceca |
|
Principali Paesi clienti |
1. Germania |
1. Germania |
1. Germania |
1. Germania |
2. Rep. Ceca |
2. Rep. Ceca |
2. Rep. Ceca |
2. Rep. Ceca |
|
3. Francia |
3. Polonia |
3. Polonia |
3. Polonia |
* Fonte: Economist Intelligence Unit, aDati ufficiali. b Stime.
Altre fonti: Istituto statistica della Repubblica Slovacca, Banca Nazionale Slovacca (NBS), Ministero delle Finanze slovacco.
POLITICA ENERGETICA
Nel settore dell’energia, la Slovacchia č fortemente dipendente dalla Russia, che fornisce il 97% degli approvvigionamenti di gas. I timori destati da questa dipendenza, hanno spinto la societŕ slovacca per la distribuzione di gas (SSP) a stipulare nel febbraio 2009 un contratto di fornitura con le le societŕ tedesche E.ON e VNG e, il 5 ottobre 2009, un contratto quinquennale con il gruppo Gaz de France-Suez per la fornitura di 500 milioni di metri cubi di gas all'anno. Si sono recentemente conclusi i lavori nella stazione di transito di Baumgarten (Austria) volti a consentire il flusso a ritroso (“reverse flow”) del gas in direzione della Slovacchia. Il Ministro dell’Economia Miskov ha inoltre citato, fra le iniziative che Bratislava intende intraprendere, anche il collegamento Nord-Sud (Polonia, Slovacchia, Ungheria e Balcani) e la partecipazione al gasdotto Nabucco.
La produzione di energia elettrica attualmente assicurata da fonte nucleare č intorno al 55%. Il nuovo Governo Fico ha giŕ assicurato il suo sostegno al completamento delle unitŕ 3 e 4 della centrale nucleare di Mochovce i cui lavori riporteranno un certo ritardo a causa dei piů complessi stress tests (peraltro superati con pieno successo) richiesti dall'UE dopo la tragedia di Fukushima.
Con il completamento del terzo e quarto gruppo della centrale nucleare di Mochovce la Slovacchia disporrŕ di ulteriori 880 MW presumibilmente entro il 2013.
Il completamento delle due unitŕ nucleari č, infatti, sostenuto dal Governo slovacco, anche a seguito della chiusura dei gruppi 1 e 2 della Centrale nucleare di Bohunice, avvenuta rispettivamente a fine 2006 e 2008 secondo quanto stabilito dall’accordo per l’accesso della Slovacchia nell’UE. La Slovenske Elektrarne, di cui Enel detiene il 66%, prevede investimenti nel settore per circa 3 mld di Euro. Anche grazie alla centrale di Mochovce, per i prossimi anni č previsto in Slovacchia un incremento della produzione di energia nucleare, stimata per l'anno in corso pari a 15 TWh. Entro il 2016, secondo quando calcolato dal National Nuclear Fund (NJF), le centrali nucleari slovacche produrranno circa 23,6 TWh.
Il Ministero dell'Economia slovacco ha recentemente dato il via libera alla costruzione di 47 nuove centrali elettriche, che dovranno essere collegate tramite una rete di distribuzione locale e una centrale di interscambio internazionale per il gas. La Slovacchia dovrebbe pertanto aumentare la propria produzione di elettricitŕ di circa 1.200 megawatt e la generazione di calore di 330 megawatt. Il Ministero dell'Economia ha inoltre approvato la costruzione di 33 nuovi impianti di energia solare, che dovrebbero generare una potenza totale di ulteriori 109 megawatt.
Entro la prima metŕ del corrente anno dovrebbe essere finalizzato uno studio di fattibilitŕ per la costruzione di due nuovi reattori nell’area di Jaslovske Bohunice ad opera di una joint-venture fra CEZ ceca e JAVIS slovacca.
Sul versante delle risorse naturali, il Paese possiede giacimenti di bentonite, perlite, zeolite, diatomite e caolino. Dal sottosuolo si estraggono inoltre minerali ferrosi, oro e lignite, oltre a petrolio e gas che incidono in minima parte sul fabbisogno nazionale. Ulteriore ricchezza del Paese sono le foreste, le sorgenti di acque minerali e termali. Sono inoltre presenti fonti di energia geotermale.
RELAZIONI ECONOMICHE E COMMERCIALI
Nel 2011 l'interscambio commerciale della Slovacchia ha registrato sensibili segnali di ripresa rispetto allo stesso periodo del 2010. Le esportazioni slovacche, pari a 56.408 milioni di Euro, sono aumentate del 16,9% rispetto al 2010, cosě come le importazioni, pari a 53.966 milioni di Euro, sono salite del 13,6%. Ne č derivato un surplus della bilancia commerciale slovacca, in attivo per ben 2.442 milioni di Euro.
Bilancia commerciale
Dati in milioni di Euro |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
Variazione % 2011/2010 |
Import |
50.280 |
38.775 |
47.494 |
53.966 |
13,6 |
Export |
49.522 |
39.721 |
48.272 |
56.408 |
16,9 |
Saldo |
-758 |
+946 |
+778 |
+2.442 |
213,9 |
FONTE: elaborazione ICE e Ambasciata d’Italia su dati dell’Istituto Statistico della
Repubblica Slovacca e della Banca Nazionale Slovacca
Tra i Paesi fornitori, in prima posizione nella graduatoria si conferma la Germania, con una quota di mercato di oltre il 16% sul totale delle esportazioni slovacche, seguita dalla Federazione Russa (quota 11,5%), dalla Repubblica Ceca (quota 10,6%). L´Italia si conferma al nono posto, con un aumento dell´export del 24,3% ed una quota del 3,4% delle importazioni slovacche.
Tra i Paesi clienti, il principale mercato di sbocco delle esportazioni slovacche si conferma sempre la Germania, con una quota del 20,4% sul totale, seguita dalla Repubblica Ceca, con una quota del 14,2% e dalla Polonia, con una quota del 7,3%.
L´Italia si colloca in settima posizione, con una quota del 5,0% delle esportazioni slovacche, ed un incremento del 4,8%.
Principali Paesi fornitori
Dati in milioni di Euro |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
Variazione % 2011/2010 |
Quota sul totale % 2011 |
Germania |
9.267,05 |
5.911,1 |
7.519,9 |
8.868,6 |
17,9 |
16,4 |
Fed. Russa |
5.442,34 |
3.466,9 |
4.658,9 |
6.183,7 |
32,7 |
11,5 |
Rep. Ceca |
5.330,68 |
4.318,8 |
4.862,6 |
5.705,9 |
17,3 |
10,6 |
S. Corea |
2.871,04 |
2.618,6 |
3.788,1 |
3.450,0 |
-8,9 |
6,4 |
Cina |
2.787,92 |
2.164,6 |
2.918,5 |
3.235,2 |
10,9 |
6,0 |
Polonia |
1.826,33 |
1.434,2 |
1.937,9 |
2.196,2 |
13,3 |
4,1 |
Ungheria |
2.232,91 |
1.851,2 |
2.049,3 |
2.194,8 |
7,1 |
4,1 |
Francia |
1.865,13 |
1.652,7 |
1.709,1 |
1.822,6 |
6,6 |
3,4 |
Italia |
1.763,23 |
1.439,9 |
1.588,6 |
1.814,5 |
14,2 |
3,4 |
Austria |
1.362,11 |
1.006,1 |
1.193,0 |
1.245,5 |
4,4 |
2,3 |
Principali Paesi clienti
Dati in milioni di Euro |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
Variazione % 2011/2010 |
Quota sul totale % 2011 |
Germania |
9.785,43 |
7.855,4 |
9.291,3 |
11.494,3 |
23,7 |
20,4 |
Rep. Ceca |
6.702,08 |
5.277,2 |
6.612,2 |
7.996,1 |
20,9 |
14,2 |
Polonia |
3.223,20 |
2.788,2 |
3.526,8 |
4.103,9 |
16,4 |
7,3 |
Ungheria |
3.308,01 |
2.737,4 |
3.209,5 |
3.991,8 |
24,4 |
7,1 |
Austria |
2.789,82 |
2.349,9 |
3.270,9 |
3.955,7 |
20,9 |
7,0 |
Francia |
3.342,00 |
3.088,5 |
3.303,9 |
3.631,1 |
9,9 |
6,4 |
Italia |
2.833,23 |
2.379,5 |
2.670,1 |
2.797,9 |
4,8 |
5,0 |
Fed. Russa |
1.870,24 |
1.413,7 |
1.921,4 |
2.070,7 |
7,8 |
3,7 |
R. Unito |
2.327,39 |
1.822,8 |
1.805,3 |
2.039,7 |
13,0 |
3,6 |
Cina |
- |
- |
971,4 |
1.491,3 |
53,5 |
2,6 |
Analizzando la composizione dei settori merceologici dell’interscambio slovacco con l’estero, nel 2011 si nota un sensibile aumento sia delle esportazioni che delle importazioni di tutti i comparti merceologici. Macchinari e veicoli si confermano al primo posto: le importazioni slovacche hanno registrato un aumento del 5,5%, mentre le esportazioni sono cresciute del 13,8% rispetto al 2010. Al secondo posto si collocano i beni di consumo, con un aumento del 14,2% per l'import, e del 15,9% per l'export, seguiti dai prodotti industriali per le esportazioni, con una crescita del 14,7%.
Le importazioni dei prodotti industriali, alla quarta posizione, sono incrementate del 19,5%. Le importazioni dei combustibili, in terza posizione, hanno registrato un aumento del 31,7%, mentre le esportazioni, al 4^ posto, hanno avuto un incremento di ben il 55,3%.
I prodotti chimici occupano la quinta posizione tra i gruppi merceologici maggiormente importati ed esportati dalla Slovacchia, registrando un aumento del 23,3% per le esportazioni e del 18,3% per le importazioni.
Anche l'interscambio dei prodotti alimentari, al sesto posto, registra una crescita del suo export del 25,4%, mentre le importazioni sono aumentate del 13%.
Le materie prime si collocano in settima posizione e gli incrementi dell'import sono pari al 8,8%, quelli dell'export sono pari invece al 12,2%. Anche le bevande, in nona posizione per le esportazioni, hanno registrato una crescita significativa, pari al 59,9%. Le importazioni di bevande, all'ottavo posto, sono cresciute del 9,4%.
Infine, le esportazioni di oli e grassi, all'ottavo posto, sono aumentate del 78,3% cosě come le importazioni, in nona posizione, sono cresciute del 47,6%.
Il trend positivo emerso lo scorso anno appare confermato dai dati relativi ai primi 5 mesi del 2012. Nel primo semestre del corrente anno la bilancia commerciale ha segnato un avanzo di 2,466 miliardi di euro, in aumento di 1,521 miliardi rispetto al periodo gennaio-giugno 2011. Nel suddetto periodo le esportazioni (pari a 30,396 miliardi di Euro) e le importazioni (27,930 miliardi di Euro) sono cresciute, rispettivamente, del 9,9 e del 4,5%.
Le posizioni nelle graduatorie dei Paesi clienti/fornitori restano sostanzialmente invariate, pur a fronte di un marcato declino del commercio slovacco con Italia e Francia.
Principali Paesi fornitori
Paese |
Gennaio – maggio 2012 |
Quota sul totale
|
Variazione 2012/2011 gen./mag. |
Germania |
4.013,3 |
17,3 |
+11,4 % |
Fed. Russa |
2.455,5 |
10,6 |
-0,6 % |
Rep. Ceca |
2.317,8 |
10,0 |
-1,1 % |
S. Corea |
1.641,9 |
7,1 |
+9,5 % |
Cina |
1.358,5 |
5,9 |
+2,1 % |
Polonia |
851,5 |
3,7 |
-10,3% |
Ungheria |
847,6 |
3,7 |
-4,9% |
Italia |
713,3 |
3,1 |
-5,6% |
Francia |
710,7 |
3,1 |
-12,2 % |
Austria |
531,4 |
2,3 |
+2,3 % |
Principali Paesi clienti
Paese |
Gennaio – maggio 2012 |
Quota sul totale
|
Variazione 2012/2011 gen./mag. |
Germania |
5.389,3 |
21,5 |
+17,3 % |
Rep. Ceca |
3.535,2 |
14,6 |
+14,1 % |
Polonia |
1.864,5 |
7,4 |
+17,9 % |
Ungheria |
1.747,4 |
7,0 |
+11,5 % |
Austria |
1.689,8 |
6,7 |
+4,4 % |
Francia |
1,481,6 |
5,9 |
-10,3 % |
Italia |
1.105,0 |
4,4 |
-9,0 % |
R. Unito |
961,3 |
3,8 |
+13,5 % |
Fed. Russa |
950,2 |
3,8 |
+23,4 % |
Cina |
686,4 |
2,7 |
+37,8 % |
Relativemente all’afflusso degli investimenti esteri nel Paese, dalla costituzione della Repubblica Slovacca (1/1/1993) fino alla fine del 2009 (ultimo dato ufficiale) gli investimenti diretti esteri (IDE) in Slovacchia hanno raggiunto la quota complessiva di 36.469 milioni di Euro.
STATO DEGLI IDE
(Composizione dati: capitale netto, utili reinvestiti, altri capitali)
Principali paesi investitori
Paesi |
1993-2009 in milioni di Euro |
Olanda |
9.318,2 |
Austria |
6.310,3 |
Germania |
3.903,8 |
Italia |
2.276,0 |
Rep. Ceca |
2.082,6 |
Ungheria |
1.872,9 |
Francia |
1.583,7 |
Belgio |
1.324,4 |
Corea del sud |
1.317,0 |
Lussemburgo |
1.220,9 |
Totale IDE |
36.469,0 |
Fonte: Banca Nazionale Slovacca NBS
L’Italia č un partner importante per la Slovacchia, non solo alla luce del soddisfacente andamento delle relazioni economiche, ma anche in virtů del costante sostegno italiano alla sua politica europea ed atlantica. Alla visita effettuata il 19 novembre 2004 dal Presidente del Consiglio Berlusconi ha fatto seguito quella dell’allora Ministro degli Esteri Fini, il 17 febbraio 2005, in occasione della firma dell’acquisizione da parte di ENEL del 66% della societŕ statale dell’energia, Slovenske Elektrarne. Il 3 ottobre 2006 il Premier Fico ha incontrato l’allora Presidente del Consiglio Prodi, il Ministro D’Alema ed il Presidente della Camera dei Deputati Bertinotti. Il 27-28 febbraio 2007 si č svolta la visita di Stato del Presidente della Repubblica Gasparovic. Il 18 luglio 2007 si č infine svolta la visita dell’allora Presidente del Consiglio Prodi a Bratislava. Dopo due anni privi di incontri, il 12 Marzo 2009 il Primo Ministro slovacco Fico ha incontrato a Roma il Presidente del Consiglio Berlusconi e il Presidente della Repubblica Napolitano.
Sulla base dei dati dell'Istituto di Statistica Slovacco, nel 2011 le esportazioni slovacche verso l’Italia sono state pari a 2.797,9 milioni di Euro, registrando un aumento, rispetto al 2010, del 4,8%.
In linea di tendenza con gli anni precedenti, l'export della Slovacchia ha superato il valore delle importazioni dall'Italia che, nel periodo in esame, hanno perň registrato una crescita significativa, pari al 14,2% rispetto al 2010, attestandosi a 1.814,5 milioni di Euro, ed un saldo commerciale di 983 milioni di Euro, con una diminuzione del 9,2% rispetto all'anno precedente. Nel periodo in esame, l'Italia č risultato il 7° Paese cliente ed il 9° Paese fornitore della Slovacchia.
Tali posizioni permangono invariate anche in base ai primi dati relativi ai primi cinque mesi del 2012, benchč si osservi una decisa inversione di tendenza tanto nell’export italiano verso il mercato slovacco (713,3 milioni di €, -5,6% rispetto all’analogo periodo del 2011), quanto nell’import (1.105 milioni, -9 %).
Interscambio commerciale con l'Italia elaborato in base ai dati dell'Istituto Statistico della Repubblica Slovacca (Classificazione SITC - Standard International Trade Classification)
Dati in milioni di Euro |
2009 |
2010 |
2011 |
Variazione % 2011/2010 |
Import della Slovacchia dall'Italia |
1.439,9 |
1588,6 |
1.814,5 |
14,2 |
Export della Slovacchia verso l'Italia |
2.379,5 |
2.670,1 |
2.797,9 |
4,8 |
Saldo |
939,6 |
1.081,5 |
983,0 |
-9,2 |
Analizzando la composizione merceologica delle importazioni slovacche dall'Italia nel 2011 si confermano al primo posto i macchinari e veicoli, con un aumento dell'11,6% rispetto al 2010.
Al secondo posto si collocano i beni di consumo, con un incremento del 20,6%, seguiti dai prodotti chimici, che hanno registrato un aumento del 16,5% rispetto allo stesso periodo del 2010.
I prodotti industriali, posizionati al 4^ posto, hanno avuto un incremento del 13,2%, seguiti dai prodotti alimentari, aumentati del 31,6%. Le importazioni di materie prime dall'Italia hanno registrato un incremento del 31,2%, mentre i combustibili hanno subito una diminuzione di ben il 36,2%. L'import di bevande e' in crescita del 61,5%, mentre quello di oli e grassi registrano un calo del 2,3%%.
La voce piů importante delle esportazioni slovacche in Italia č rappresentata dai macchinari e veicoli, che perň registra una diminuzione rispetto al 2010 del 4,9%. Al secondo posto, con un incremento del 29,2% si collocano i beni di consumo, seguiti dai prodotti industriali, che pero' diminuiscono del 3,6% e dai prodotti chimici, che registrano un +15,5%.
Seguono le vendite di materie prime, aumentate dell'11% e dei prodotti alimentari con un incremento del 37%. I combustibili in settima posizione, hanno registrato un aumento del 15,2%, mentre le vendite delle bevande sono diminuite del 74,3%.
Dal 1°/01/1993 al 31/12/2009 (ultimo dato ufficiale) il volume degli IDE nel Paese ha raggiunto la quota complessiva di 36.469 milioni di Euro. L'Italia ha partecipato agli investimenti in Slovacchia per una quota di 2.276,0 milioni di Euro diventando il quarto investitore del Paese.
Il flusso degli investimenti italiani č aumentato soprattutto nel 2006, quando l'Italia, con la quota di 887,7 milioni di Euro, č diventata il primo investitore della Slovacchia. Nell'anno seguente il livello degli investimenti italiani č calato e, con il valore di 71,0 milioni di Euro di investimenti effettuati, l’Italia č scesa alla dodicesima posizione. Il valore degli investimenti č aumentato nuovamente nel 2008, del 126%, per un valore di 160,9 milioni di Euro, posizionando l'Italia al settimo posto. Nel 2009, con un valore di 471 milioni di Euro e con un aumento di ben il 182%, il nostro Paese si č posizionato al quarto posto tra i maggiori investitori nel Paese (di contro, nell’anno 2009 si registra un totale dei flussi IDE negativo, presumibilmente per disinvestimenti e trasferimenti dalla Slovacchia all’estero di capitali stranieri).
Infine, per il 2010 secondo i dati preliminari reperiti, il flusso di investimenti italiani ammonta a 15,7 milioni di Euro su un totale di 397,2 sinora registrato.
Flusso degli investimenti diretti italiani in Slovacchia
(dati in milioni di Euro)
Anno |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
2010* |
Italia |
887,7 |
71,0 |
167,1 |
471,0 |
15,7 |
Totale IDE |
3.741,4 |
2.617,6 |
3.323,3 |
-4,4 |
397,2 |
Fonte: Banca Nazionale Slovacca NBS (* dati preliminari)
ENERGIA
ENEL ha acquisito il controllo del 66% della societŕ di produzione elettrica Slovenske Elektrarne. Peraltro, č da segnalare come il Governo slovacco potrebbe apportare potenziali incrementi di prezzo per la privatizzazione di Slovenske Elektrarne. Da parte slovacca si riterrebbe superato il memorandum del 2008 tra il Premier Robert Fico e l'a.d. Conti di ENEL, in base al quale il Governo slovacco rinunciava a qualsiasi richiesta di somme ulteriori in cambio della costruzione di due nuovi reattori nucleari a Mochovce. Secondo indiscrezioni riportate dalla stampa, Bratislava potrebbe ora chiedere alla societŕ italiana una somma tra i 150 ed i 220 milioni di Euro.
Enel ha inoltre ottenuto la gestione della centrale idroelettrica di Gabcikovo (peraltro, la validitŕ del contratto che ne affida la gestione al gruppo italiano č stata a piů riprese contestata dal Public Procurement Office slovacco).
La societŕ italiana SOGIN s.p.a. (Societŕ Gestione Impianti Nucleari, compagnia operante nello smaltimento dei rifiuti radioattivi) sta rafforzando i contatti con la corrispondente JAVYS slovacca (compagnia statale di "decommissioning" nucleare) in vista di future collaborazioni.
FINANZA
Presenti in Slovacchia sono il Gruppo Intesa San Paolo (che detiene la VUB Banca che, con una rete di 207 filiali, 32 corporates e 11 centri di ipoteca, č il secondo istituto di credito del Paese ed č recentemente stata indicata dalla rivista Global Finance come l’istituto di credito piů sicuro dell'Europa centro-orientale) e UniCredit che, dopo aver acquisito una quota del 77,21% nella Polnobanka (oggi UniCredit Bank), con la fusione dell’aprile 2007 con il gruppo HVB ha dato vita ad una delle piů importanti banche per dimensioni in Slovacchia. Un pool di banche italiane (Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Banca Popolare Vicentina) detiene inoltre una partecipazione nella Volksbank.
Recentemente, Intesa e Unicredit hanno fatto stato dei possibili disagi creati dai nuovi sviluppi in materia fiscale per quanto riguarda la "bank levy", misura che incide sui depositi a diverso titolo detenuti presso le banche nazionali nonché presso le sedi slovacche delle banche estere. Giŕ introdotta dal Governo Radicova (2011), essa č stata ora inasprita dal nuovo Governo di Robert Fico, causando, come nella vicina Ungheria, una perdita di redditivitŕ nel settore, e quindi di attrattivitŕ per la presenza degli operatori stranieri, con possibili ricollocamenti di capitali. Pur tenendo presente la prevista riduzione progressiva dell'aliquota negli anni a venire, il totale delle imposte e tasse che dovranno sopportare le banche (compresivo di "bank levy" e "flax tax" sul reddito), dovrebbe tradursi in un carico impositivo di oltre il 54%.
DIFESA
Una menzione particolare merita l’acquisizione, da parte del Ministero della Difesa slovacco di due velivoli C-27J prodotti dalla Alenia Aeronautica, a seguito di una gara internazionale. La commessa č perň al momento bloccata a causa della mancanza di fondi di quel Ministero. Secondo quanto a suo tempo assicurato dall’ex Ministro della Difesa Galko non vi dovrebbero essere ripensamenti sulla scelta, ma occorrerŕ attendere la pubblicazione e la presentazione al Parlamento slovacco della nuova "Strategic Defence Review" per sbloccare la situazione di stallo in cui si trova attualmente il programma di ammodernamento di queste Forze Armate. A giugno 2012 il nuovo Ministro della Difesa Martin Glvac ed Alenia hanno ripreso le trattative per la possibile fornitura dei 2 velivoli. Il Ministero della Difesa slovacco appare comunque intenzionato a dilazionare l’acquisto nel tempo, facendo ricorso a prestiti rateizzati o a formule di "leasing". Alenia avrebbe proposto alcune soluzioni per venire incontro alle difficoltŕ della controparte slovacca, comprendenti per l’appunto dilazioni dei pagamenti e sconti rilevanti.
Sempre nel settore difesa, Agusta-Westland č interessata ad un appalto di fornitura elicotteri alla Polizia slovacca, bandito dal Ministero dell'Interno nel giugno 2009. La societŕ italiana era stata inizialmente esclusa dalla partecipazione alla gara per mancanza di alcuni requisiti, ma la gara stessa era stata successivamente cancellata nell'ottobre dello stesso anno. I contatti sono ripresi nell'agosto 2011 e hanno portato all'organizzazione nel novembre scorso di una visita della Agusta-Westland al Dipartimento Elicotteri delle Forze di Polizia con una presentazione ufficiale dei propri velivoli presso l'aeroporto di Bratislava. Ogni decisione in merito al nuovo bando sarŕ perň presa dal nuovo Esecutivo Fico.
INDUSTRIA
Nel novembre 2010 la ditta Brovedani ha investito di 11,1 milioni di Euro per espandere il proprio impianto di microcomponenti per l’industria automobilistica a Galanta.
La societŕ italiana "Travaglini" (di Chieti), che si occupa di imballaggi e forniture logistiche, ha manifestato interesse per l’acquisizione di un terreno nel parco industriale IPZ Zaborske (regione di Presov), per costruirvi un nuovo impianto ed assumere un centinaio di operai.
Ad aprile 2012 la societŕ italiana "Maire Tecnimont SpA" si č aggiudicata un contratto per la costruzione chiavi in mano di un impianto di polietilene a bassa densitŕ (LDPE 4) nella capitale slovacca Bratislava per conto della societŕ petrolifera slovacca "Slovnaft Petrochemicals". Il valore complessivo del contratto č di circa 204 milioni di Euro.ů
Ad agosto 2012 ha chiuso i battenti, licenziando i 180 dipendenti, la societŕ Slotex (di proprietŕ della societŕ italiana Eurotessil Srl di Rosŕ, in provincia di Vicenza), operante nel tessile, che aveva iniziato le sue produzioni nel sud est della Slovacchia nell'agosto 2008.
APPALTI E BANDI DI GARA
La societŕ "INC S.p.a." ha presentato alla Societŕ autostradale slovacca la migliore offerta per l’appalto per la costruzione del tratto autostradale Hubova-Ivachnova (per un totale di 207 milioni di Euro). La decisione č tuttora al vaglio dell’appaltatore.
Autostrade per l’Italia č stata esclusa dalla gara per la raccolta elettronica dei pedaggi autostradali in Slovacchia. La questione č al momento al vaglio della Commissione Europea.
Potenzialmente interessante per le aziende italiane del settore č il recente annuncio del Ministero dei Trasporti circa il probabile avvio entro il 2016 della costruzione del nuovo tratto autostradale D4 intorno alla capitale Bratislava (23 km di circonvallazione con costi stimati intorno ai 600-700 milioni di Euro. Il Governo sta pianificando inoltre un investimento del valore di 400 milioni di Euro entro la fine di giugno 2013 per la costruzione di due tratti dell'autostrada R2, che collegherŕ la Repubblica ceca con la Slovacchia centrale.
Il consorzio italo-slovacco per l'industria dell'energia "CISIE-TSKEP", di diritto slovacco, costituito nel 2009, č interessato al progetto di smantellamento della centrale nucleare di Jaslovke Bohunice.
CONTROVERSIE
Una complessa problematica concerne ENI, presente in Slovacchia con 40 stazioni AGIP ed un punto vendita nei pressi di Kosice. In particolare, criticitŕ sono emerse in relazione a due stazioni di distribuzione dei prodotti AGIP in localitŕ Janovik (nella regione di Presov), ubicate su terreni demaniali con un oneroso contratto di affitto, e che da anni risultano in perdita per la mancata realizzazione del previsto collegamento autostradale Presov-Kosice. Malgrado uno scambio di lettere a metŕ 2011 sull’argomento tra l’ex Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Sen. Castelli e l’ex Ministro dei Trasporti slovacco Jan Figel per favorire una rapida soluzione della questione, la situazione resta invariata.
Tra le controversie, di rilievo appare la situazione del Gruppo STEVANATO, che rappresenta il terzo produttore mondiale di ampolle di vetro per usi medicali, ed č presente in Slovacchia dal 2005 con un investimento di oltre 3 milioni di Euro. La STEVANATO ha acquisito nel 2005 la societŕ di Bratislava “Medical Glass”, sussidiaria della societŕ “Technické sklo” e ha iniziato la produzione di ampolle nel Paese. La “Technické sklo” ha perň lamentato il mancato pagamento di forniture elettriche, acqua e gas, tanto che dall’agosto 2007 si sono aperte una serie di controversie giudiziarie presso il Tribunale distrettuale e quello regionale di Bratislava, tuttora pendenti, che rendono attualmente la societŕ “Medical Glass” sostanzialmente impossibilitata ad operare.
Il 10 giugno 2011 si č svolta una visita in Slovacchia del Sottosegretario allo Sviluppo Economico On. Stefano Saglia, durante la quale questi ha incontrato il Vice Ministro dell'Economia Kristian Takac, ed ha affrontato le questioni relative alla presenza di ENEL. Principali temi in discussione il contenzioso sorto in merito al contratto di gestione della centrale idrolettrica di Gabcikovo e la definizione dei costi di acquisizione di Slovenske Elektrarne (avvenuta nel 2006).
RELAZIONI CULTURALI, SCIENTIFICHE E TECNOLOGICHE
Dopo la divisione della Cecoslovacchia nelle Repubbliche Ceca e Slovacca, i due nuovi Stati hanno deciso di subentrare, per quanto di rispettiva competenza, negli impegni assunti in materia culturale dal precedente Stato unitario. Il 1° gennaio 1999 č stato istituito l’Istituto di Cultura Italiana a Bratislava e nell’aprile 2000 č stato aperto l’Istituto di Cultura Slovacca a Roma.
Č ormai prossima la firma del nuovo Accordo Culturale, Scientifico e Tecnologico unificato (in sostituzione di quello Culturale firmato a Praga nel 1971 e di quello scientifico-tecnologico firmato a Roma il 31/11/1990 con la Cecoslovacchia e ancora in vigore), mentre il Programma Esecutivo di Cooperazione Scientifica e Tecnologica, firmato il 28 aprile 2009, č valido fino al 2012. Il 28 gennaio 2011 č stato firmato inoltre un Protocollo d’Intesa per la promozione economica ed energetica, tra il Ministero dello Sviluppo Economico italiano ed il Ministero dell’Economia slovacco.
La domanda di lingua e cultura italiana in Slovacchia č in continua crescita, anche grazie alla presenza sempre piů rilevante di imprese italiane ed alla conseguente richiesta di personale con ottima conoscenza della lingua.
Nel 1991 č stata aperta presso un Liceo di Bratislava (Liceo Saru) una sezione bilingue italo-slovacca il cui titolo č valido per entrambi i Paesi. L’insegnamento della lingua italiana č impartito presso le Universitŕ “Comenio” di Bratislava e “Matej Bela” di Banska Bystrica (Facoltŕ di Economia e Facoltŕ di Scienze Umanistiche), dove opera un lettore di italiano inviato dal MAE. Altri lettori, assunti localmente direttamente dalle istituzioni accademiche, sono attivi presso la “Ekonomicka Univerzita” e presso l’Universitŕ delle Arti Visive, Figurative, Musicali di Bratislava.In Slovacchia operano tre Comitati della Dante Alighieri.
L’Istituto di Cultura Italiana a Bratislava, istituito nel 1999 e ben inserito nel tessuto sociale locale, costituisce un importante punto di riferimento per la locale collettivitŕ italiana e per la crescente domanda di cultura italiana che si registra nel Paese. L’arte, la musica, il cinema, la moda e il design italiano trovano continue affermazioni, particolarmente (ma non solo) nella capitale, dove il “made in Italy” viene recepito con grande entusiasmo dalla popolazione.
L’Istituto, pur a fronte di mezzi limitati, ha intensificato negli ultimi anni la propria presenza in Scuole ed Universitŕ, con un’offerta specifica di manifestazioni culturali e con il coinvolgimento delle stesse nell’organizzazione del programma della Settimana della Lingua Italiana, oltre che con l‘organizzazione di corsi di aggiornamento didattico per insegnanti slovacchi di italiano di ogni ordine e grado. Nel 2011 l’IIC ha organizzato 66 corsi di lingua e cultura italiana per un totale di 724 studenti.
Allo stato attuale sono in vigore 44 accordi interuniversitari tra Universitŕ italiane e slovacche. Gli atenei piů attivi sono l’Universitŕ Politecnica delle Marche e l’Universitŕ Europea di Roma.
Per quanto riguarda le borse di studio sono 39 le mensilitŕ offerte dall’Italia per l’anno accademico 2011 e 50 quelle offerte dalla Slovacchia di cui 40 per 4 borse annuali e 10 borse estive della durata di un mese.
RAPPORTI CONSOLARI
Le tematiche migratorie fra Italia e Slovacchia non presentano aspetti di particolare rilievo. In base agli ultimi dati ufficiali disponibili (Istat, 2010), i cittadini slovacchi regolarmente residenti in Italia sono 9.150. I flussi migratori piů consistenti provenienti da tale Paese riguardano i lavoratori stagionali. Dalla Slovacchia non transitano rilevanti flussi di immigrazione clandestina. Sul piano multilaterale č da segnalare che in seno all’InCE, di cui la Repubblica Slovacca č membro, il Gruppo di Lavoro sulle Migrazioni ha gettato le basi di una piů proficua collaborazione tra i Paesi membri in materia migratoria al fine di contrastare i flussi di clandestini e rendere piů efficace la lotta al crimine organizzato e al narcotraffico.
COMUNITŔ ITALIANA IN SLOVACCHIA
Gli italiani regolarmente iscritti all’anagrafe consolare dell’Ambasciata sono 992 (maggio 2012). Di costoro, il nucleo piů consistente č costituito dai rappresentanti di una recente presenza imprenditoriale e produttiva italiana (tra di essi si annoverano anche numerosi ristoratori e commercianti), facilmente identificabile per la comune affiliazione alla Camera di Commercio Italo-Slovacca, la maggiore istituzione associativa italiana, che opera in stretta concertazione con gli altri enti pubblici italiani (Ambasciata, Istituto per il Commercio Estero, Istituto di Cultura).
Minori contesi
Permangono le problematiche con la Slovacchia relative alla sottrazione di minori contesi da parte di cittadine slovacche. La Slovacchia, pur avendo ratificato la Convenzione dell’Aja del 25.10.1980, non l’ha infatti implementata a differenza dell’Italia, causando difficoltŕ nell’applicazione delle regole per l’affidamento dei minori contesi. I casi attualmente in corso sono 16.
Denominazione |
Data firma |
In vigore |
Accordo relativo ai trasporti internazionali su strada |
26/05/1966 |
03.11.1966 |
Accordo sul regolamento delle questioni finanziarie e patrimoniali in sospeso tra i due paesi |
27/07/1966 |
03.07.1968 |
Accordo sulla coproduzione cinematografica e norme di coproduzione di cortometraggi |
25/03/1968 |
25.03.1968 |
Convenzione riguardante la cooperazione in campo veterinario, con accordo annesso |
03/09/1970 |
08.03.1975 |
Accordo culturale |
18/05/1971 |
30.12.1971 |
Convenzione consolare |
10/10/1975 |
06.01.1979 |
Convenzione per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e prevenire le evasioni fiscali, con protocollo |
05/05/1981 |
26.06.1984 |
Convenzione relativa all'assistenza giudiziaria in materia civile e penale |
06/12/1985 |
01.11.1990 |
Trattato sui rapporti di amicizia e collaborazione |
07/06/1993 |
16.10.1997 |
Accordo in materia di visti, con scambio di note modificativo del 04/07/1991 (in vig. dal 15.07.1991) |
29/03/1990 |
28.05.1990 |
Accordo in materia di cooperazione scientifica e tecnologica |
30/11/1990 |
30.11.1990 |
Accordo sulla riammissione delle persone in posizione irregolare |
30/07/1998 |
01.01.1999 |
Protocollo sulla collaborazione tra i rispettivi ministeri degli esteri |
30/07/1998 |
30.07.1998 |
Accordo sulla mutua assistenza amministrativa per la prevenzione, investigazione e repressione delle infrazioni doganali, con allegato |
25/10/2000 |
01.01.2004 |
Accordo di cooperazione nella lotta contro il terrorismo, la criminalita' organizzata e il traffico illecito di stupefacenti e sostanze psicotrope |
19/04/2002 |
06.11.2003 |
Scambio di note, costituente un accordo, in materia di conversione delle patenti di guida, con n. 4 allegati |
02/09/2002 |
13.04.2004 |
Accordo di sicurezza per la reciproca tutela delle informazioni classificate |
14/04/2005 |
01.08.2005 |
Mou tra MAP e Ministero dell’economia slovacco sulla cooperazione tra Pmi |
30/05/2005 |
30.05.2005 |
Accordo sulle sepolture di guerra |
05/05/2010 |
05/11/2010 |
Memorandum d’intesa su ricognizione accordi bilaterali |
22/06/2010 |
22/07/2010 |
MOU sulla cooperazione economica ed in materia di energia tra Mise e ministero dell’economia |
28/01/2011 |
28.01.2011 |
19 novembre 2004 |
Bratislava |
Visita dell’On. Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi |
17 febbraio 2005 |
Bratislava |
Visita del Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, On. Gianfranco Fini |
20 luglio 2006 |
Roma |
Visita del Ministro degli Esteri slovacco Kubis. Colazione di lavoro con l’On. Ministro D’Alema |
3 ottobre 2006 |
Roma |
Visita del Primo Ministro Robert Fico |
27-28 febbraio 2007 |
Roma |
Visita di Stato del Presidente della Repubblica Ivan Gasparovic |
18 luglio 2007 |
Bratislava |
Visita del Presidente del Consiglio Prodi |
29 ottobre 2007 |
Bratislava |
Visita del Ministro dello Sviluppo Economico Bersani |
12 novembre 2007 |
Bratislava |
Visita del Ministro della Giustizia Mastella |
17 dicembre 2007 |
Roma |
Visita del Sottosegretario agli Esteri Algayerova e suo incontro con il Sottosegretario Crucianelli |
12 Marzo 2009 |
Roma |
Incontro tra il Primo Ministro slovacco Fico e il Presidente del Consiglio Berlusconi e il Presidente della Repubblica Napolitano. |
26 Maggio 2009 |
Roma |
Incontro fra il Vice Primo Ministro slovacco e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta. |
13-14 luglio 2009 |
Bratislava |
Visita del Ministro dello Sviluppo Economico Scajola |
23 marzo 2010 |
Bologna |
Incontro tra il Vice Primo Ministro Caplovic ed il Ministro delle Politiche Comunitarie Ronchi |
13-14 ottobre 2010 |
Bratislava |
Visita del Sottosegretario agli Esteri Mantica |
6-7 dicembre 2010 |
Roma |
Visita del Primo Vice Primo Ministro e Ministro dei Trasporti Figel |
27-28 gennaio 2011 |
Roma |
Incontra tra il Ministro slovacco dell'Economia Juraj Miskov ed il Ministro Romani |
15 aprile 2011 |
Bratislava |
Visita del Presidente della Repubblica Napolitano |
10-11 giugno 2011 |
Bratislava |
Incontro tra il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Stefano Saglia ed il Vice Ministro dell’Economia Kristian Takac, il Ministro dell’Ambiente Jozsef Nagy e dei Trasporti Jan Figel |
22 novembre 2011 |
Roma |
Incontro tra il Ministro degli Interni Lipsic con il suo omologo italiano Anna Maria Cancellieri |
17 gennaio 2012 |
Roma |
Incontro tra il Presidente del Consiglio Nazionale Pavol Hrusovsky ed il Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini. |
Rapporti parlamentari Italia-Slovacchia
(a cura del
Servizio Rapporti Internazionali)
RAPPORTI PARLAMENTARI
ITALIA – Slovacchia
(a cura del Servizio Rapporti Internazionali)
Presidenza del Parlamento slovacco (monocamerale) |
|
Consiglio nazionale della Repubblica slovacca Narodna Rada |
Pavol PASKA (Direzione-Democrazia Sociale, dal 4 aprile 2012) |
Rappresentanze diplomatiche |
|
Ambasciatore d’Italia in Slovacchia |
Roberto MARTINI (da febbraio 2012) |
Ambasciatore della Repubblica Slovacca in Italia |
Mária KRASNOHORSKÁ (da giugno 2011) |
XVI LEGISLATURA
Incontri bilaterali |
Il 17 gennaio 2012 il Presidente del Consiglio Nazionale della Repubblica slovacca, Pavol Hrušovský, a Roma in visita ufficiale, č stato ricevuto dal Presidente della Camera, Gianfranco Fini. Il Presidente Hrušovský era accompagnato dagli onorevoli Monika Gibalová, Ivan Štefanec e Peter Pellegrini, oltre che dall‘Ambasciatore della Repubblica Slovacca a Roma, S.E. Mária Krasnohorská, e da alti funzionari del Consiglio Nazionale. Nel corso dell’incontro, si č discusso del ruolo della diplomazia parlamentare e dell’opportunitŕ di uno scambio di vedute sui problemi dell’Europa e delle sue istituzioni. Il Presidente Hrušovský ha invitato il Presidente Fini a recarsi in Slovacchia per una visita ufficiale.
Nel corso della mattinata, il Presidente Hrušovský aveva incontrato il Vice Presidente della Camera Rocco Buttiglione, con il quale aveva discusso dei valori culturali ed etici dell’Europa ed altresě ribadita l’importanza di un rapporto fecondo tra i Parlamenti nazionali degli Stati membri dell’UE.
Hrušovský č stato infine ricevuto dal Presidente della Commissione Affari esteri, Stefano Stefani (si veda infra negli incontri di Commissione).
Il 24 novembre 2011 il Vice Presidente della Camera Rocco Buttiglione si č recato in visita a Bratislava, dove ha incontrato il Presidente del Movimento Democratico Cristiano, Jan Figel, e il Presidente del Parlamento slovacco, Pavol Hrušovský.
L’11 marzo 2009 il Vice Presidente della Camera Antonio Leone ha incontrato l’ Ambasciatore slovacco, S.E. Stanislav Vallo. Nel corso dell’incontro, l’Ambasciatore Vallo ha presentato, come omaggio nei confronti della Camera, la serie di monete coniate in occasione dell’ingresso della Slovacchia nell’area euro, avvenuto il 1° gennaio 2009.
Il 22 ottobre 2008 la Vice Presidente della Camera Rosy Bindi ha incontrato il Primo Vice Presidente del Consiglio Nazionale della Repubblica Slovacca, Miroslav Ciz.
Va segnalato che il 22 ottobre 2008 la Fondazione della Camera ha organizzato un incontro, svoltosi nell’arco di una giornata, intitolato “Ereditŕ ed attualitŕ della primavera cecoslovacca”, al quale hanno partecipato, oltre al Presidente della Camera, on. Gianfranco Fini, il Presidente della Fondazione della Camera, Fausto Bertinotti, il Primo Vicepresidente del Consiglio nazionale della Repubblica slovacca, Miroslav Ciz, ed il Primo Vicepresidente della Camera dei deputati della Repubblica ceca, Miroslava Nemcovŕ.
Il 9 giugno 2008 il Presidente della Camera, on. Gianfranco Fini, ha incontrato l’Ambasciatore slovacco in Italia, S.E. Stanislav Vallo.
Nel corso dell’incontro č stata ribadita la disponibilitŕ, da parte della Camera dei deputati, a promuovere alcune iniziative celebrative del quarantennale della “Primavera di Praga”. Inoltre, il Presidente č stato invitato a recarsi in visita a Bratislava.
Incontri delle Commissioni |
Il 27 luglio 2012 il Presidente della VI Commissione (Finanze), Gianfranco Conte, ha incontrato una delegazione della Repubblica slovacca, guidata dal Segretario di Stato del Ministero delle Finanze slovacco, Peter Pellegrini, e accompagnata dall’Ambasciatore slovacco in Italia, S.E. Mária Krasnohorská.
Il 17 gennaio 2012, il Presidente della Commissione Affari esteri, Stefano Stefani, ha incontro l’ex Presidente del Consiglio Nazionale della Repubblica di Slovacchia, Pavol Hrušovsky, con il quale ha discusso degli sforzi di entrambi i Paesi per la stabilizzazione dell’euro e dei rischi per la moneta unica derivanti da una sua strumentalizzazione da parte di forze nazionaliste. Il Presidente Stefani aveva incontrato l'Ambasciatore della Repubblica di Slovacchia, S.E. Maria Krasnohorska, l’11 gennaio 2012.
Il 23 novembre 2011 una delegazione della Commissione delle elezioni e per le autorizzazioni del Consiglio Nazionale della Repubblica Slovacca ha visitato la Camera ed ha incontrato la Giunta per le Autorizzazioni e la Giunta delle elezioni. La delegazione era composta dal Presidente della Commissione Gábor Gál, dal Vice-Presidente Igor Federič e dall’on. Katarína Cibulková, membro della Commissione, accompagnati dall’Ambasciatore della Repubblica Slovacca a Roma, S.E. Mária Krasnohorská.
Il 29 aprile 2010 il Presidente della Commissione Affari Esteri, on. Stefano Stefani, ha incontrato il Sottosegretario di Stato del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Slovacca, Diana Strofova.
Sono stati trattati i temi delle relazioni con il Kosovo e la Serbia. E’ stata discussa in particolare la questione dell’indipendenza del Kosovo e della integrazione della Serbia in Europa. Vi č stato anche uno scambio di informazioni sull’attualitŕ politica nei rispettivi paesi. Č stata auspicata, infine, una sempre maggiore integrazione europea.
Il 26 novembre 2009 la X Commissione (Attivitŕ Produttive) ha incontrato una delegazione di parlamentari della Commissione per le politiche economiche del Consiglio Nazionale della Repubblica slovacca, composta dai deputati Peter Pelegrini, Stanislav Janis e Pavol Prokopovic.
La visita č avvenuta in restituzione della precedente visita della Commissione italiana in Slovacchia. Sono stati affrontati i temi dell’approvvigionamento energetico e in particolare dell’energia nucleare.
Dal 5 al 7 marzo 2009 una delegazione della X Commissione (Attivitŕ produttive) - composta dal Presidente Andrea Gibelli e dagli onorevoli Enzo Raisi e Carlo Monai - si č recata in missione a Bratislava, su invito della omologa Commissione del Parlamento della Repubblica Slovacca, presieduta dall’on. Maroš Kondrót, con l’obiettivo di trattare le tematiche dell’energia - in particolare della produzione dell’energia nucleare - e approfondire l’aspetto della collaborazione industriale tra i due paesi. La delegazione ha anche visitato la centrale nucleare di Mochovce, per la quale il gruppo italiano ENEL svolge un ruolo di primaria importanza.
Il 17 luglio 2008 il Presidente della Commissione Affari Esteri, on. Stefano Stefani, ha incontrato l’Ambasciatore slovacco, Stanislav Vallo. Nel corso dell’incontro, l’Ambasciatore Vallo ha rivolto al Presidente Stefani l’invito a visitare la Slovacchia.
Il 4 giugno 2008, il Presidente della XIII Commissione (Agricoltura), on. Paolo Russo, ha incontrato il Presidente dell’omologa Commissione del Parlamento slovacco, on.le Jŕn Salby’.
Nel corso dell’incontro sono stati trattati diversi temi, tra i quali la sicurezza alimentare e la bioenergia.
Il 25 settembre 2007 il Presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere, on. Carlo Giovanardi, si č recato in missione a Bratislava, su invito del Presidente del Parlamento slovacco, Pavol Paska, al fine di partecipare ad una conferenza internazionale sulle materie di competenza della Giunta. Tale occasione rientra nelle iniziative conoscitive del Parlamento slovacco volte a rimeditare la disciplina costituzionale delle immunitŕ parlamentari.
Cooperazione multilaterale |
La Slovacchia invia proprie delegazioni alle Assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa, della NATO (di cui č membro dal 29 marzo 2004), dell’OSCE e dell’InCE.
Il 16 marzo 2011, il Presidente della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'OSCE, on. Riccardo Migliori, ha incontrato l'Ambasciatore della Repubblica slovacca, S.E. Stanislav Vallo, che aveva giŕ incontrato in precedenza il 22 luglio 2009 e il 15 ottobre 2008. L’Ambasciatore Vallo il 23 luglio 2009 ha incontrato anche l’on. Matteo Mecacci, membro della delegazione italiana e Presidente della Commissione su Democrazia, diritti umani e questioni umanitarie dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE.
Il 18 febbraio 2009, presso la sede del Parlamento slovacco, a Bratislava, il Presidente ed alcuni componenti della delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’OSCE hanno incontrato il Vicepresidente del Parlamento slovacco, Miroslav Ciz, il Presidente del gruppo di amicizia interparlamentare Slovacchia-Italia, Pavol Hrušovský, il Presidente della Delegazione slovacca presso l’Assemblea parlamentare dell’OSCE, Jan Zvonár, ed alcuni componenti della medesima delegazione.
Il 25 e il 26 maggio 2007 la Slovacchia ha ospitato a Bratislava la Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell’Unione europea, alla quale ha partecipato il Vice Presidente della Camera dei deputati Carlo Leoni.
La Slovacchia prende parte alla cooperazione euromediterranea e, quindi, all'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo (AP-UpM), la cui 8^ Sessione plenaria si č svolta a Rabat, in Marocco, il 24 e 25 marzo 2012. La 7^ Sessione plenaria dell’Assemblea si č svolta a Roma il 3 e 4 marzo 2011, presso la Camera dei deputati, che, insieme al Senato della Repubblica, ha esercitato la Presidenza di turno dell'Assemblea da marzo 2010 a marzo 2011.
Si segnala inoltre, in questo ambito, che l'on. Pavol Freso ha partecipato ai lavori della Commissione Cultura dell'AP-UpM che si sono tenuti alla Camera dei deputati nel febbraio 2007 e nel novembre 2006.
Va ricordato che la Slovacchia fa parte - insieme ad Ungheria, Polonia e Repubblica ceca - del Gruppo di Visegrád, costituito a seguito di un vertice dei Capi di Stato e di Governo di Cecoslovacchia, Ungheria e Polonia, tenutosi nella cittŕ ungherese di Visegrád il 15 febbraio 1991, teso a stabilire e a rafforzare la cooperazione fra questi Stati (divenuti quattro il 1° gennaio del 1993, con la divisione consensuale della Cecoslovacchia), allo scopo di promuovere l'integrazione unitaria del gruppo nell'Unione Europea. Dopo l’ingresso nella UE, la cooperazione e l’alleanza fra i quattro Stati membri prosegue comunque nei diversi campi della cultura, dell’educazione, della scienza, nonché in quello dell’economia.
Unione Interparlamentare |
In ambito UIP opera la sezione di amicizia Italia - Repubblica Slovacca. Per la XVI legislatura, la parte italiana č composta dal sen. Luigi D’Ambrosio Lettieri (PdL, Presidente) e dalle onn. Beatrice Lorenzin (PdL) e Sesa Amici (PD).
Attivitŕ legislativa |
Nella XVI legislatura risultano approvati i seguenti disegni di legge di raitfica di trattati internazionali riguardanti anche la Repubblica slovacca:
Legge n. 114 del 23 luglio 2012
Ratifica ed esecuzione del Trattato sulla stabilitŕ, sul coordinamento e sulla governance nell'Unione economica e monetaria (c.d. fiscal compact) tra il Regno del Belgio, la Repubblica di Bulgaria, il Regno di Danimarca, la Repubblica federale di Germania, la Repubblica di Estonia, l'Irlanda, la Repubblica ellenica, il Regno di Spagna, la Repubblica francese, la Repubblica italiana, la Repubblica di Cipro, la repubblica di Lettonia, la Repubblica di Lituania, il Granducato di Lussemburgo, l'Ungheria, Malta, il regno dei Paesi Bassi, la Repubblica d'Austria, la Repubblica di Polonia, la Repubblica portoghese, la Romania, la Repubblica di Slovenia, la Repubblica slovacca, la Repubblica di Finlandia e il Regno di Svezia, con Allegati, fatto a Bruxelles il 2 marzo 2012.
Legge 115 del 23 luglio 2012
Ratifica ed esecuzione della Decisione del Consiglio europeo 2011/199/UE che modifica l'articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea relativamente a un meccanismo di stabilitŕ per gli Stati membri la cui moneta č l'euro, fatta a Bruxelles il 25 marzo 2011.
Legge 116 del 23 luglio 2012
Ratifica ed esecuzione del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilitŕ (MES), con Allegati, fatto a Bruxelles il 2 febbraio 2012.
Legge n. 17/12 del 29 febbraio 2012
Ratifica ed esecuzione del Trattato tra il Regno del Belgio, la Repubblica di Bulgaria, la Repubblica ceca, il Regno di Danimarca, la Repubblica federale di Germania, la Repubblica di Estonia, l'Irlanda, la Repubblica ellenica, il Regno di Spagna, la Repubblica francese, la Repubblica italiana, la Repubblica di Cipro, la Repubblica di Lettonia, la Repubblica di Lituania, il Granducato di Lussemburgo, la Repubblica di Ungheria, la Repubblica di Malta, il Regno dei Paesi Bassi, la Repubblica d'Austria, la Repubblica di Polonia, la Repubblica portoghese, la Romania, la Repubblica di Slovenia, la Repubblica slovacca, la Repubblica di Finlandia, il Regno di Svezia, il Regno unito di Gran Bretagna e Irlanda del nord (Stati membri dell'Unione europea) e la Repubblica di Croazia, relativo all'adesione della Repubblica di Croazia all'Unione europea, e dell'Atto relativo alle condizioni di adesione, con allegati, protocollo, Atto finale, dichiarazioni e scambio di lettere, fatto a Bruxelles il 9 dicembre 2011.
Legge n. 71/09 del 29 maggio 2009
Ratifica ed esecuzione della Convenzione relativa all'adesione della Repubblica ceca, della Repubblica di Estonia, della Repubblica di Cipro, della Repubblica di Lettonia, della Repubblica di Lituania, della Repubblica di Ungheria, della Repubblica di Malta, della Repubblica di Polonia, della Repubblica di Slovenia e della Repubblica slovacca alla Convenzione firmata a Bruxelles il 23 luglio 1990, relativa all’eliminazione delle doppie imposizioni in caso di rettifica degli utili di imprese associate, fatta a Bruxelles l'8 dicembre 2004, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno”.
.
Profili biografici
(a cura del Servizio Rapporti Internazionali)
E’ nato l’11 maggio 1947.
Prima di dedicarsi alla politica č stato psicologo, ricercatore, educatore e giornalista. E’ stato inoltre fondatore della Federazione Karate della Slovacchia, atleta in tale disciplina e quindi allenatore.
Tra il 1990 ed il 1992 č stato membro della Presidium dell’Accademia delle Scienze, co-fondatore e direttore del Dipartimento di Comunicazione Sociale e Biologica.
Nel 1990 č entrato a far parte del VPN (Partito Pubblico contro la Violenza).
Dal 1990 al 1992 ha fatto parte dell’Assemblea Nazionale Cecoslovacca e ne č stato Presidente della Commissione Esteri.
Dal 1995 al 2001 č stato Vice Presidente del Partito Democratico (DS). Dal 1998 al 2002 ha presieduto la Commissione parlamentare per l’integrazione europea.
Nel 2001 č stato uno dei fondatori del Partito Civico Conservatore (OKS).
Nel 2006 viene eletto al Consiglio Nazionale nelle fila del Partito Civico Conservatore nel collegio di Petrzalka (Bratislava).
Nel 2010 viene nuovamente confermato al Consiglio Nazionale nelle fila del Partito MOST-HID (Ponte-Partito delle Minoranze Ungheresi).
Nelle ultime recenti elezioni anticipate (marzo 2012), che hanno visto la schiacciante vittoria del partito di sinistra SMER-SD, č stato nuovamente confermato al Consiglio Nazionale di cui attualmente presiede la Commissione Esteri.
Nato nel 1979, č un filosofo, docente universitario e politico, oltre che politico. Ha tra l’altro lavorato accanto all’attuale Presidente del Consiglio Nazionale, Pavol Paška, anch’egli filosofo e docente universitario.
Ha lavorato anche per il Partito Comunista della Slovacchia in qualitŕ di Capo del Dipartimento Internazionale
Fa parte del partito di sinistra SMER che ha ottenuto una schiacciante vittoria (83 seggi su 150) alle ultime elezioni anticipate che si sono tenute il 10 marzo 2012.
E’ entrato a far parte del Consiglio Nazionale nel 2006 per il partito SMER e da allora č stato sempre riconfermato.
Nel 2009 ha pubblicato un libro “Tornare a Marx?” che ha ottenuto riconoscimenti a livello nazionale ed č stato tradotto in inglese.
[1] Il 17 aprile scorso č stata approvata la legge costituzionale n. 1/12 volta a introdurre nella Costituzione, nel rispetto dei vincoli sul pareggio di bilancio derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea. La proposta mira a modificare gli artt. 81, 97, 117 e 119 della Costituzione, incidendo sulla disciplina di bilancio dell'intero aggregato delle pubbliche amministrazioni, compresi pertanto gli enti territoriali (regioni, province, comuni e cittŕ metropolitane).
[2] Dal Fondo europeo di stabilizzazione dell’eurozona (FESF), dal Fondo monetario internazionale (FMI), o da altre istituzioni finanziarie internazionali.
[3] La Commissione ha presentato una proposta in tal senso il 12 settembre 2012.
[4] L’elaborazione di tale dichiarazione si č resa necessaria a seguito della sentenza del Tribunale costituzionale federale tedesco, che il 12 settembre 2012 ha dichiarato la legittimitŕ costituzionale delle leggi (giŕ approvate dal Parlamento nello scorso giugno ma non ancora promulgate) con cui la Germania aderisce al trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilitŕ (European stability mechanism, ESM) e al trattato sulla stabilitŕ, il coordinamento e la governance nellUnione economica e monetaria (cd. Fiscal Compact), stabilendo tuttavia due condizioni:
· la legge di adesione della Germania al meccanismo di stabilitŕ ne consente una partecipazione non superiore a 190 miliardi di euro (pari al 27,06% del capitale totale dell`'ESM); qualora l'impegno finanziario (a fronte di un aumento del capitale dell’ESM, pari attualmente a 700 miliardi di euro) dovesse aumentare, il Governo tedesco dovrŕ ottenere il consenso del Parlamento;
· la commissione bilancio del Bundestag avrŕ il potere di eliminare a maggioranza il "segreto professionale" di cui beneficiano, in base all'art . 34 del trattato istitutivo, i ministri che partecipano alle riunioni dell'ESM; pertanto, i ministri sarebbero tenuti a fornire tutte le informazioni richieste dal Parlamento sulle operazioni messe in atto dal meccanismo di stabilitŕ.