Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Elezioni presidenziali e parlamentari in Messico (1° luglio 2012)
Serie: Note elezioni nel mondo    Numero: 145
Data: 17/07/2012
Descrittori:
ELEZIONI POLITICHE   MESSICO
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA     
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari

Casella di testo: Elezioni parlamentari e presidenziali nel mondon. 145 – 17 luglio 2012

 


Elezioni presidenziali e parlamentari in Messico

(1° luglio 2012)

 

Il 1° luglio 2012 i messicani sono stati chiamati alle urne per eleggere il Presidente della Repubblica, i 500 membri della Camera dei deputati ed i 128 membri della Camera dei Senatori.

Le elezioni presidenziali hanno visto la vittoria di Enrique Peña Nieto, candidato del Partito rivoluzionario istituzionale (PRI), la formazione che ha detenuto il potere nel paese per 71 anni, dal 1929 al 2000, quando è stato sconfitto dal Partito di azione nazionale.

I principali candidati alle elezioni presidenziali erano:

Ø         Enrique Peña Nieto, che ha ottenuto 19.226.784 voti(il 38,21%) ed era sostenuto dalla Coalizione Compromesso per il Messico, composta dal Partito rivoluzionario istituzionale e dal Partito verde ecologista;

Ø         Andrés Manuel Lopez Obrador, che ha conseguito il 31,59% dei consensi, con 15.896.999 voti, candidato della Coalizione Movimento Progressista, formata dal Partito della rivoluzione democratica (di ispirazione progressista e socialdemocratica, costituito nel 1989 dalla scissione dell'ala sinistra del PRI e membro dell’Internazionale Socialista), dal Partito del lavoro e dal Movimiento ciudadano.

Ø         Josefina Vàrquez Mota, che ha avuto 12.786.647, pari al 25,41% dei suffragi, candidata del Partito di azione nazionale (partito conservatore e cristiano-democratico di centro-destra, che fa parte dell'Internazionale democratica centrista), che aveva espresso il presidente uscente, Felipe Calderon, eletto nel giugno 2006.

Ø         Gabriel Quadri de la Torre, del Partito Nuova Alleanza, di ispirazione ambientalista, che si è attestato su 1.150.662 voti (il 2,29%).

L’affluenza alle urne è stata pari al 63,3%, leggermente più alta rispetto al 59% delle precedenti elezioni del 2006.

Il 3 luglio Lopez Obrador ha chiesto un nuovo computo dei voti nei 300 distretti elettorali del paese. L'Istituto federale elettorale messicano (IFE) ha respinto la proposta del riconteggio totale, per motivi procedurali, ed ha disposto un riconteggio limitato al 54,5% dei voti espressi per le presidenziali, al 60,3% dei voti per il Senato ed al 60,3% di quelli per la Camera dei deputati. Il 9 luglio, dopo aver ultimato il ricalcolo, l’IFE ha confermato la vittoria di Peña Nieto.

Il 13 luglio Obrador ha presentato ricorso al Tribunale elettorale del Potere giudiziario gederale (TEPIF), che ha tempo fino al prossimo 6 settembre per far conoscere la sua risoluzione definitiva. L’insediamento del nuovo presidente è previsto per il prossimo 1° dicembre.

 Il programma elettorale di Peña Nieto è fondato, sul versante sociale, sulla proposta di creare un sistema di welfare accessibile a tutti i messicani, che includerebbe copertura medica, indennizzi per i disoccupati e un sistema di pensionamento, che secondo gli esperti costerebbe circa 60 miliardi di dollari. Nel campo della lotta ai narcos, il neo-presidente ha sostenuto la proposta di una gendarmeria federale, sul modello della Guardia Civil spagnola, e il reclutamento di Oscar Naranjo, il militare colombiano celebre per aver arrestato Pablo Escobar, il mitico boss del cartello di Medellin.

Il nuovo presidente dovrà però innanzitutto, come rivelano i contenuti del suo primo discorso post-elettorale, dimostrare con i fatti che il suo partito non è più la formazione del passata, caratterizzata spesso da fenomeni di corruzione, malaffare e contiguità con il crimine organizzato: Durante il suo mandato a capo dello Stato del Messico, il più popoloso della Repubblica messicana, Peña Nieto si è guadagnato una reputazione di uomo pragmatico e dovrà ora confermare che l'innovazione che dice di incarnare è autentica concreta e non solo un elemento propagandistico.

Si ricorda che il Messico è una repubblica presidenziale a struttura federale composta da 31 stati più il distretto federale della capitale, che si fonda sulla costituzione del 1917, in parte emendata.

Il Presidente della Repubblica svolge al contempo i compiti di capo di stato e di governo, nomina i ministri e forma il gabinetto presidenziale: è eletto con voto diretto con una maggioranza semplice per un periodo di sei anni e senza possibilità di rielezione. Il futuro mandato presidenziale avrà inizio il 1° dicembre 2012, e si concluderà il 30 novembre 2018.

Il Parlamento messicano, cui spetta il potere legislativo, si compone della Camera dei deputati e della Camera dei Senatori. Entrambi i rami del Parlamento sono eletti con un sistema misto, in parte maggioritario e in parte proporzionale. Hanno diritto di voto i cittadini che hanno compiuto 18 anni.

La Camera dei deputati è composta da 500 membri, eletti con mandato triennale. 300 deputati sono eletti con il sistema maggioritario e 200 con il sistema proporzionale articolato su cinque circoscrizioni elettorali.

Il Senato è formato da 128 membri, 96 dei quali eletti con il sistema maggioritario (tre per ciascuno dei 31 stati e del distretto federale) mentre 32 sono eletti con quello proporzionale sulla base di una lista unica nazionale.

Il PRI è risultato la prima forza politica del paese, ma non dispone della maggioranza assoluta in Parlamento e dovrà pertanto realizzare le alleanze con altri partiti che gli permettano di governare.

Nella tabella sottostante sono riportati nel dettaglio i risultati delle elezioni politiche del 1° luglio, con riferimento ai voti espressi con il principio della rappresentanza proporzionale.

 

 

Camera dei deputati

Camera dei senatori

% voti

seggi

% voti

seggi

Partito rivoluzionario istituzionale (PRI)

31,89

207

31,17

52

Partito di Azione nazionale (PAN)

25,90

114

26,33

38

Partito della Rivoluzione democratica (PRD)

18,38

101

18,59

22

Partito verde ecologista

6,10

33

5,73

9

Partito del lavoro

4,59

19

4,65

4

Movimiento Ciudadano

4,00

16

4,03

2

Partito Nuova Alleanza (PANAL)

4,08

10

3,69

1

 

 

 

 

 

 

Indicatori internazionali sul paese[1]:

Libertà politiche e civili: Stato “parzialmente  libero” (Freedom House);

Libertà di stampa: 149 su 179

Libertà religiosa: limitazioni alla libertà religiosa; la religione dominante è quella cattolica (ACS);

Corruzione percepita: 100 su 183

Variazione PIL 2011: +4 per cento; 2012: + 3,7 per cento (stima)

 


 

 

 

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( 06 6760-4939 – *st_affari_esteri@camera.it

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File: es1180ele.doc



[1]    Gli indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca, descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); la condizione della libertà economica come riportata dalla fondazione Heritage la condizione della libertà di Internet come riportata da OpenNet Initiative; il tasso di crescita del PIL come riportato dal Fondo monetario internazionale; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Per ulteriori informazioni sulle fonti e i criteri adottati si rinvia alle note esplicative presenti nel dossier  dossier Analisi dei rischi globali. Indicatori internazionali e quadri previsionali (documentazione e ricerche 29 luglio 2011) e nella nota Le elezioni programmate nel periodo settembre-dicembre 2011 (9 settembre 2011).