Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
| |||
---|---|---|---|
Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri | ||
Titolo: | Bosnia-Erzegovina | ||
Serie: | Schede Paese politico-parlamentare Numero: 57 | ||
Data: | 10/07/2012 | ||
Descrittori: |
| ||
Organi della Camera: | III-Affari esteri e comunitari |
n. 57 – 10 luglio 2012
Bosnia-Erzegovina
Il quadro istituzionale
La popolazione della
Bosnia-Erzegovina si ripartisce in tre distinti gruppi etnico-religiosi: i musulmano-bosniaci, pari a quasi la
metà della popolazione, i serbo-bosniaci
ed i croato-bosniaci rispettivamente
pari a un terzo e a un sesto della popolazione.
Il paese è caratterizzato da una forma istituzionale che può definirsi confederale, basata, sulla base delle divisioni etniche e territoriali prodotte dalla guerra civile, sulla della Federazione croato-musulmana (FBiH)[1](entità che rappresenta circa il 51% del territorio e il 67% della popolazione), la cui capitale è Sarajevo e sulla Repubblica serba di Bosnia (Republika Srpska-RS)[2], il cui capoluogo è Banja Luka (circa il 49% del territorio, 33% della popolazione).
Il carattere confederale dell'assetto del paese è connesso alla notevole debolezza delle istituzioni centrali della Bosnia-Erzegovina, cui ha sino ad ora supplito la figura del Rappresentante speciale dell’Unione Europea - attualmente il diplomatico danese Peter Sorensen - dotato di prerogative molto ampie (i cosiddetti “Bonn Powers”).
L'Alto Rappresentante è la più alta autorità civile del Paese, cui spettano compiti di controllo, di monitoraggio e supervisione relativi agli aspetti civili contenuti nell'Accordo di Dayton, nonché potere di imposizione di provvedimenti legislativi e di rimozione di pubblici funzionari che ostacolino l'attuazione della pace.
La nomina dell'Alto Rappresentante è effettuata dallo Steering Board del Peace Implementation Council (PIC), che è un organo di 55 Stati ed organizzazioni internazionali (di cui l'Italia è membro permanente) ed è approvata ufficialmente dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Bosnia-Erzegovina è formato:
Ø dalla Camera dei popoli, composta da 15 delegati: 10 dei quali (5 bosniaci e 5 croati) eletti con mandato quadriennale dalla Camera dei Rappresentanti della Federazione e 5 serbi scelti dall’Assemblea Nazionale della Repubblica serba
Ø dalla Camera dei rappresentanti, 42 seggi dei quali 28 per
La composizione della Camera dei rappresentati, dopo l’ultima tornata elettorale del 3 ottobre 2010, è la seguente:
Partito socialdemocratico di Bosnia: 8 seggi;
Alleanza dei Social Democratici Indipendenti: 8 seggi;
Partito d'Azione Democratica: 7 seggi;
Alleanza per un Futuro migliore della Bosnia ed Erzegovina: 4 seggi;
Partito Democratico Serbo: 4 seggi;
Unione Democratica Croata di Bosnia ed Erzegovina: 3 seggi;
Partito per
Unione Democratica Croata 1990: 2 seggi
Altri: 4 seggi.
I risultati delle ultime elezioni presidenziali del 3 ottobre 2010, hanno visto l’elezione di:
Ø Bakir Izetbegović per la componente bosniaco-musulmana, candidato del Partito di azione democratica SDA e figlio del primo presidente bosniaco(1990-1996 e 1996-2000) Alija;
Ø Željko Komšić, rappresentante croato, candidato del Partito socialdemocratico (SDP).
Ø Nebojša Radmanović, rappresentante serbo, candidato dell'SNSD (Unione dei Socialdemocratici Indipendenti).
L’affluenza alle urne è risultata pari al 56,30%.
Nel febbraio scorso, dopo 15 mesi di stallo, i leader politici bosniaci hanno trovato un accordo per la formazione del governo. La composizione del nuovo esecutivo conferma però la divisione su base etnica delle istituzioni e del Paese .
Il nuovo esecutivo è guidato da Vjekoslav Bevanda, rappresentante croato, dell'Hdz BiH: il 10 febbraio la Camera dei deputati del Parlamento bicamerale della Bosnia con 26 voti a favore, uno astenuto e 7 contrari ha appoggiato il neo Consiglio dei ministri e subito dopo si è svolta la prima riunione del nuovo esecutivo.
La priorità del governo è il miglioramento della situazione economica e il superamento del blocco del cammino europeo della Bosnia. Il presidente del Partito socialdemocratico bosniaco, Zlatko Lagumdžija è il nuovo ministro degli esteri, ed è l'unico dei leader dei sei maggiori partiti della coalizione governativa a far parte del Consiglio dei ministri.
Indicatori internazionali sul paese[3]:
Libertà politiche e civili: Stato parzialmente libero (Freedom House);
Indice della libertà di stampa: 58 su 179
Libertà di Internet: nessun filtraggio alla rete
Libertà religiosa: assenza eventi significativi (ACS);
Corruzione percepita: 91 su 182
Libertà economica: Stato prevalentemente non libero (“mostly unfree”) (104 su 179)
PIL (outlook giugno 2012): +1,2%.
[1]
La carica di
Presidente della Federazione
croato-musulmana è attualmente ricoperta da Živko Budimir (Partito Croato dei diritti), eletto nel
[2] Il Presidente della Repubblica serba di Bosnia è attualmente Milorad Dodik, eletto a suffragio universale. L’Assemblea nazionale, il Parlamento monocamerale della Repubblica serba di Bosnia è composto da 83 membri eletti con sistema proporzionale ogni quattro anni.
[3] Gli indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca, descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); la condizione della libertà economica come riportata dalla fondazione Heritage la condizione della libertà di Internet come riportata da OpenNet Initiative; il tasso di crescita del PIL come riportato dal Fondo monetario internazionale; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Per ulteriori informazioni sulle fonti e i criteri adottati si rinvia alle note esplicative presenti nel dossier Analisi dei rischi globali. Indicatori internazionali e quadri previsionali (29 luglio 2011) e nella nota Le elezioni programmate nel periodo settembre-dicembre 2011 (9 settembre 2011).
Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri |
( 06 6760-4172 – *st_affari_esteri@camera.it |
I dossier dei servizi e degli uffici della Camera
sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli
organi parlamentari e dei parlamentari. |
file: es1175paese.doc