Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: La vicenda dei desaparecidos in Argentina
Serie: Note di politica internazionale    Numero: 102
Data: 28/05/2012
Descrittori:
ARGENTINA   CRIMINI INTERNAZIONALI
PERSEGUITATI POLITICI E RAZZIALI   SEQUESTRO DI PERSONA

Casella di testo: Note di politica internazionalen. 102 28 maggio 2012

La vicenda dei desaparecidos in Argentina


 


Le fonti concordano nell’indicare in trentamila il numero dei desaparecidosin Argentina tra il 1976 e il 1983, durante la dittatura militare, mentre l’appropriazione di figli di scomparsi riguarda centinaia di bambini sottratti ai genitori rinchiusi nei centri di segreti di detenzione.

La Comisión Nacional sobre la Desaparición de Personas(CONADEP), creata dal presidente Raul Alfonsin nel dicembre 1983, per investigare sul destino dei desaparecidos e su altre violazioni dei diritti umani, già nel settembre del 1984 nel suo report Nunca más aveva accertato circa novemila desaparecidos e documentato un vasto sistema nazionale di repressione.

Dopo i processi e le condanne degli anni immediatamente successivi alla dittatura, le pressioni degli ambienti militari avevano indotto l’Amministrazione Alfonsin (1983-1989) ad adottare le leggi punto e a capo” (punto final), del 1986 e sull’obbedienza dovuta (obediencia debida) dell’anno successivo. Tali normative accordavano l’immunità ai membri delle forze di sicurezza coinvolti in violazioni dei diritti umani durante il periodo del governo militare (1976-1983), consentendo la scarcerazione dei responsabili, ad eccezione degli alti comandi; questi ultimi, a loro volta, beneficiarono dell’indulto concesso dal Presidente Carlos Menem tra il 1989 e il 1990.

Nel 1999 le due leggi appena ricordate vennero abrogate e, successivamente (2005), dichiarate incostituzionali: venne pertanto a cadere l’ostacolo che impediva alle vittime delle violazioni dei diritti umani e ai loro parenti di chiedere un risarcimento giudiziario-legale.

Nell’estate 2007 venne emesse una sentenza declaratoria dell’incostituzionalità, emessa dalla Corte Suprema di giustizia, dell'indulto che l'ex presidente Menem aveva accordato nel 1989 all'ex generale Santiago Omar Riveros (che in Italia sarà condannato all’ergastolo con sentenza divenuta definitiva nel 2004, v. più avanti), accusato di crimini contro l'umanità commessi durante la dittatura. La decisione della Corte ha aperto la strada alla revoca degli indulti concessi ad altri ex capi militari, molti già condannati ed altri mai sottoposti a processo, ma tutti accusati di crimini contro l'umanità.

La decisione della Corte Suprema argentina del 2007 ha concluso un ciclo apertosi dopo l’arrivo di Nestor Kirchner alla presidenza (2003), con una prima decisione della suprema magistratura argenti-na, risalente a quell’anno, circa l’imprescrittibilità dei reati contro l'umanità, seguita nel giugno del 2005 da una decisione fondamentale che, come accennato, ha dichiarato incostituzionali le due leggi del 1986 e 1987 approvate durante il governo del presidente Raul Alfonsin.

A partire dal 2003, 875 militari sono arrivati sul banco degli imputati; 273 sono stati condannati, ma le condanne definitive sono solo 43. Anche per questa ragione, il 24 marzo di quest’anno, durante la commemorazione del 36° anniversario del golpe, il Parlamento ha esortato ad accelerare per quanto possibile la conclusione dei processi.

La Corte Suprema si è nuovamente pronunciata il 27 aprile 2010 dichiarando incostituzionale l'indulto concesso all'ex ministro dell'Economia, José Alfredo Martinez de Hoz (considerato il maggior responsabile civile del golpe del 1976), aprendo la strada in tal modo al processo a carico di civili coinvolti nel terrorismo di stato del periodo dittatoriale.

Nello stesso giorno la Corte ha dichiarato incostituzionale anche l'indulto concesso all'ex dittatore Jorge Rafael Videla che si trova in un carcere civile. Una prima condanna all’ergastolo, del 1985, è stata confermata da una nuova sentenza, il 22 dicembre 2010, per aver fatto sequestrare, torturare e fucilare 31 detenuti politici detenuti in un carcere di Cordoba tra l'aprile e l'ottobre del 1976.

Nel giudizio di fronte alla Corte suprema di giustizia è stato determinante il contributo delle organizzazioni di tutela dei diritti umani sorte in Argentina già sotto la dittatura militare e tuttora attive. Nel 2008 l'Argentina ha concluso il processo di ratifica di tutti gli strumenti di tutela dei diritti umani approvati dall'Organizzazione degli Stati Americani e dalle Nazioni Unite.

Il 28 febbraio 2011, inoltre,  è cominciato a Buenos Aires un processo per l'appropriazione sistematica di figli minori di desaparecidos che vede coinvolti gli ex dittatori Rafael Videla e Reinaldo Bignone, oltre ad altri sei comandanti militari della dittatura. Gli imputati sono accusati 34 casi specifici, tra i quali quello del nipote della presidente delle Abuelas de Plaza de Mayo, Estela Carlotto, nato da sua figlia Laura, poco prima di essere assassinata.

I movimenti per la tutela dei diritti dei desaparecidos

Le Abuelas de Plaza de Mayo. E’ un’associazione costituita nel 1977, fondata con la denominazione originaria di Abuelas Argentinas con Nietos Desaparecidos: composta da dodici donne che hanno subito il rapimento dei nipoti o di figlie gestanti. L’organizzazione fonda la propria azione sul presupposto giuridico del diritto all’identità edopera per rintracciare i bambini che possono essere stati illecitamente adottati dai militari o da persone ad essi vicine, con l’obiettivo di restituirli alle famiglie d’origine.

Secondo i dati delle Abuelas de Plaza de Mayo, tra il 1976 e il 1981, il regime fece scomparire almeno 500 tra neonati e bambini molto piccoli. Di questi, 102 sono riusciti a recuperare negli ultimi anni la loro identità, anche grazie al lavoro svolto dalle Nonne di Plaza de Mayo.

L’associazione si avvale di un’équipe tecnica integrata, composta da professionisti nell’area legale, medica, psicologica e genetica.

Con il fine di localizzare i bambini desaparecidos, le Nonne di Plaza de Mayo lavorano su quattro versanti d’attività: reclami e proposte agli organismi governativi nazionali e internazionali[1]; denunce e ricorsi di fronte alle autorità giudiziarie; campagne civile destinate a coinvolgere la società; ricerche di singole persone scomparse.

Per il lavoro, l’Associazione si avvale di una squadra di tecnici composta da professionisti nei campi: giuridico, medico, psicologico e genetico.

L’Associazione ha promosso una vasta mobilitazione per l’approvazione, nel maggio 1987, della legge nazionale n. 23511, che istituisce un’apposita banca dati nazionale, in cui figurano le mappe genetiche di tutte le famiglie che hanno bambini desaparecidos.

La presidente dell’Associazione, l’insegnante italo-argentina Estela Carlotto ed il presidente della Commissione Diritti umani della Camera dei deputati argentina sono stati ascoltati, il 1° ottobre 2009, dal Comitato permanente sui diritti umani della Commissione Esteri della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle violazioni dei diritti umani nel mondo.

 

Le Madres de Plaza de Mayo. Si tratta di un movimento sorto spontaneamente nel 1977 con una serie di manifestazioni pacifiche di fronte alla Casa rosada. Le Madres si sono imposte all’attenzione con una forma rituale di protesta durante la quale si incontrano a Plaza de Mayo a Buenos Aires, indossando fazzoletti bianchi e portando fotografie degli scomparsi.

Nel 1984, l’intenso dibattito interno successivo alla creazione della Comisiòn Nacional sobre la Desapariciòn de Personas (CONADEP) di Raul Alfonsin ha portato alla divisione dell’organizzazione tra le Madres, attestate su posizioni maggiormente intransigenti e Linea Fundadora che cerca di preservare una posizione di apertura verso il Governo e alcuni altri gruppi.

Il 30 aprile 2012, entrambe le componenti delle Madri di Plaza de Mayo si sono riunite nella Piazza per ricordare il 35° anniversario del loro primo incontro, quando era ancora al potere la dittatura. Durante l'evento sono stati consegnati riconoscimenti ai gruppi di appoggio di Italia e Svezia.

Il 15 maggio scorso, Sergio Schoklender, ex manager della Fondazione Madres de Plaza de Mayo  è stato arrestato con l'accusa di malversazione di fondi pubblici ed associazione a delinquere. La detenzione arriva ad un anno dall'inizio dello scandalo suscitato dalle denunce dei media, secondo le quali Schoklender utilizzava i fondi pubblici destinati ad un programma di case popolari gestito dall’Associazione per creare imprese, attraverso le quali riciclava tali somme (circa 5,7 milioni di dollari) per acquisire terreni ed immobili.

Familiares de los Detenidos y Desaparecidos por Razones Politicas è un’organizzazione sorta nel gennaio 1976 dopo la scomparsa simultanea di 24 persone a Córdoba, con l’obiettivo di denunciare pubblicamente tale evento e di richiedere la liberazione di coloro che si trovavano in carcere per motivi politici. Tra il 1977 e il 1980 l’organizzazione ha svolto un’attività di mobilitazione attraverso la pubblicazione di liste di desaparecidos, pubblici appelli, manifestazioni e petizioni. Insieme ad altri organismi promotori dei diritti umani Familiares ha partecipato alla richiesta di un habeas corpus collettivo nel 1981 e ha contribuito alla formazione della Federaciòn Latinoamericana de Asociaciones de Familiares de Detenidos-Desaparecidos (FEDEFAM). Con la riapertura dei procedimenti giudiziari in Argentina, l’organizzazione è impegnata a sostenere le spese legali delle parti civili in decine di procedimenti penali.

Movimiento Ecumenico por los Derechos Humanos (MEDH) creato nel febbraio del 1976, durante la dittatura militare, è un organismo nel quale confluiscono chiese protestanti e diocesi cattoliche con lo scopo di difendere e promuovere i diritti umani in una prospettiva ecumenica, all’interno delle istituzioni religiose e civili, esigendo dallo stato il rispetto di tali valori, promuovendone l’educazione, contrastando il fenomeno dell’esclusione economico-sociale. Attraverso le sue Giunte pastorali regionali e i diversi gruppi di lavoro, il MEDH conduce, oltre alla tradizionale attività di denuncia delle violazioni dei diritti umani e all’opera di sensibilizzazione, attività come l’assistenza giuridica di fasce deboli della popolazione, quali i minori, l’assistenza sociale e pastorale ai familiari dei desaparecidos, l’appoggio a imprese produttive in difesa del diritto al lavoro.

Asociatión de Ex-Detenidos Desaparecidos è una associazione composta da alcuni dei pochi sopravissuti tra i desaparecidos. Fondata nel 1985 dopo i processi alla giunta militare, l’obiettivo principale dell’associazione è quello di portare testimonianza delle esperienze vissute.

Il 16 maggio scorso, Juan Martin Fresneda, figlio di desaparecidos è diventato Segretario del governo di Buenos Aires per i diritti umani. Intanto finisce in galera l'ex manager delle Madri di Plaza de Mayo accusato di malversazione e associazione a delinquere.

I genitori di Fresneda vennero sequestrati nel luglio del 1977 a Mar del Plata, mentre la madre era incinta, dai militari golpisti. Il nuovo segretario dei diritti umani è stato uno dei fondatori, nel 1994, dell'organismo H.I.J.O.S. (Por la Identidad y la Justicia contra el Olvido y el Silencio) ed ha partecipato come denunciante in vari processi per lesa umanità contro alcuni dei protagonisti della feroce repressione esercitata dalla dittatura tra il 1976 e il 1982 contro decine di migliaia di oppositori politici, sindacalisti, intellettuali.

 

I processi per la sparizione di cittadini italiani

Nel 1983 il Consolato generale d'Italia presentò unadenuncia al Tribunale di Buenos Aires per 617 casi di sequestro e un habeas corpus collettivo (istituto processuale con il quale si chiede la presentazione dell’imputato davanti ad un giudice) in relazione alla scomparsa di 45 cittadini italiani. Nello stesso anno, a seguito di notizie di stampa sulla scomparsa in Argentina di centinaia di cittadini italiani tra il 1976 e il 1983, venne aperta un'inchiesta in Italia.

Il procedimento, dopo complesse vicende giudiziarie, giunse a sentenza il 6 dicembre 2000 e si concluse con la condanna all’ergastolo, da parte della seconda Corte d’Assise di Roma, nei riguardi dei generali Carlos Suarez Mason e Santiago Omar Riveros, ex comandante della Scuola militare “Campo de Mayo”, per la scomparsa e la morte di otto cittadini italo-argentini; nello stesso processo, altri cinque militari sono stati condannati a ventiquattro anni di reclusione.

La sentenza definitiva di condanna all’ergastolo per i due generali è stata pronunciata nel 2004: Carlos Guillermo Suarez Mason è deceduto nel frattempo,mentre Santiago Omar Riveros è stato condannato all'ergastolo in Argentina il 13 agosto 2009 per il sequestro e l'omicidio di un adolescente sempre commesso negli anni della dittatura.

Un altro processo è giunto a sentenza il 4 marzo 2007 (si tratta della così detta sentenza “ESMA”, dal nome della Escuela Superior de Mecánica de la Armada, il maggior centro di detenzione illegale e di tortura del regime). La seconda Corte d’Assise di Roma ha condannato il contrammiraglio Antonio Vanek (capo delle Operaciones Navales della Marina) e quattro suoi sottoposti all’ergastolo con un anno di isolamento; la sentenza è stata confermata in appello il 24 aprile 2008 e in Cassazione nel marzo 2009. I militari sono stati giudicati colpevoli del sequestro e dell’omicidio di Giovanni e Susanna Pegoraro e di Angela Maria Ajeta.

Un altro procedimento penale si è aperto il 30 settembre 2009 a Roma a carico del contrammiraglio Emilio Eduardo Massera, capo di stato maggiore della marina durante la dittatura, tra i responsabili, quale direttore dell’ESMA, della brutale “Guerra sporca” contro l’opposizione politica, tra il 1976 ed il 1983. La sua posizione era stata inizialmente stralciata dal processo che si è concluso con la condanna di Vanek e degli altri quattro imputati fino a quando una perizia tecnica ha dichiarato Massera in grado di partecipare al processo. Le ultime due udienze dibattimentali si sono tenute il 27 ed il 28 settembre 2010. Massera è morto l’8 novembre 2010.

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Si segnala che il 1° giugno 2011, i ministri degli esteri di Italia e Argentina hanno firmato un Memorandum d’ntesa sulla collaborazione tra i due Paesi per il trasferimento dei dati sulle vittime della dittatura argentina, custoditi presso la rete diplomatico-consolare italiana in Argentina.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

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File: es1138inf.doc



[1]La Convenzione internazionale sui diritti dell’Infanzia del 1989, ad esempio, incorpora tre articoli (7, 8 e 11) finalizzati a garantire il diritto all’identità, proposti direttamente dall’Associazione.