Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Repubblica di Corea
Serie: Schede Paese politico-parlamentare    Numero: 54
Data: 09/05/2012
Descrittori:
REPUBBLICA DI COREA ( COREA DEL SUD )     
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari

n. 54 9 maggio 201Casella di testo: SCHEDA PAESE
politico-parlamentare

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                                Repubblica di Corea                         


Il quadro istituzionale

Dal punto di vista della forma di governo, la Repubblica di Corea (Corea del sud) è una repubblica presidenziale.

Sulla base della Costituzione del 1948, da ultimo emendata nel 1988, il Capo dello Stato è il Presidente, direttamente eletto per un solo mandato quinquennale.

Il Presidente è il titolare del potere esecutivo mentre al Primo ministro è riservato un ruolo fondamentalmente cerimoniale; il Presidente nomina i membri dello Governo (State Council) e lo presiede; ne fanno parte il Primo ministro, nominato dal Presidente e approvato dal Parlamento e 15-30 ministri, normalmente non parlamentari.

Il potere legislativo è esercitato dal Parlamento monocamerale (Kuk Hoe o Gukhoe) composto da 299 membri che restano in carica per quattro anni. Mentre245 seggi vengono assegnati con sistema uninominale maggioritario, i restanti 54 sono aggiudicati sulla base di liste nazionali con sistema proporzionale e soglia di sbarramento del 3% ovvero conquista di almeno 5 seggi uninominali.

L’età minima per l’esercizio dell’elettorato attivo è di venti anni.  

Per Freedom House (2012), la Corea del sud è uno “stato libero” ed una “democrazia elettorale”.

Il Democracy Index 2011 dell’Economist Intelligence Unit definisce il paese come “democrazia completa” (per ulteriori elementi cfr. infraIndicatori internazionali sul paese).

 

Il contesto politico

Presidente della repubblica è LEE Myung-bak (1941), esponente del Saenuri Party (denominato Grand National Party- GNP sino al febbraio 2012), eletto il 19 dicembre 2007 con il 48,7% dei voti.

Uomo chiave del successo internazionale della Hyundai, LEE Myung-bak, che è nato in Giappone, presso Osaka, da genitori emigrati, ha vinto la contesa elettorale su CHUNG Dong-young (United New Democratic Party), fermo al 26,1%, sulla base di un programma incentrato sulla rivitalizzazione dell’economia e il ripristino di strette relazioni con gli Stati Uniti.

Nonostante le premesse, il suo quinquennio presidenziale, che si concluderà con le elezioni previste a dicembre 2012, ha dovuto confrontarsi con un quadro assi critico sia sotto il profilo finanziario e monetario sia in riferimento alle  relazioni con la Corea del Nord.

Forte della maggioranza parlamentare conseguita dal partito GNP nelle elezioni parlamentari del 2008, il Presidente ha assunto l’impopolare decisione di riaprire l’importazione di carni statunitensi (sospese nel 2003 per motivi sanitari) nonché importanti misure a supporto del sistema bancario e per la stabilizzazione del mercato finanziario; a febbraio 2009 la Banca centrale ha ridotto i tassi di interesse a un livello record da oltre un decennio.

Le misure economiche hanno prodotto una pesante sconfitta del GNP nelle elezioni parlamentari  suppletive dell’aprile 2009, cui ha fatto seguito un rimpasto di governo (settembre 2009) in occasione del quale il Presidente ha sostituito il Primo ministro e il Ministro della difesa, coi cui si era scontrato per la spesa militare.

Un’ulteriore pesante sconfitta del GNP alle elezioni amministrative del giugno 2010 ha indotto LEE Myung-bak a metter mano ad un altro rimpasto di governo, che ancora una volta ha coinvolto il Primo ministro. Il primo ministro, in carica dal 1° ottobre 2010, è  KIM Hwang-sik. Ciononostante le recenti elezioni parlamentari (11 aprile 2012) hanno visto prevalere, a dispetto delle previsioni che indicavano un testa a testa tra i due partiti principali, il partito del Presidente, Saenuri, che ha ottenuto 152 seggi sui 300 assegnati. Il Saenuri Party è un ampio aggregato politico nato, nei mesi precedenti l’evento elettorale, dalla fusione del Democratic Party, del Citizens Integration Party e della Federation of Korean Trade Unions.

Il Democratic United Party (DUP) ha ottenuto 127 seggi. Molto distanziate le altre formazioni, United Progressive (13 seggi), Liberty Forward Party (5) mentre 3 seggi sono stati assegnati a candidati indipendenti.

La campagna elettorale era stata caratterizzata dalle tensioni con la Corea del Nord a causa dell’annunciato (e poi fallito) lancio del 'satellite per osservazione terrestre', giudicato dalla comunità internazionale una provocazione di Pyongyang.

Sul fronte interno era stata rilevato l’alto grado di malcontento dell’opinione pubblica coreana a causa del persistente problema della corruzione della classe politica e della scarsa percezione di miglioramenti apportati dalle misure economiche adottate dal governo conservatore di Lee.

Le relazioni con la Corea del Nord hanno mantenuto un carattere di imprevedibilità e volatilità e rimangono l’elemento di maggior preoccupazione per Seoul. Dopo l’annuncio nord coreano (gennaio 2009) di abbandono di ogni accordo politico e militare con la Corea del Sud a causa delle intenzioni ostili di quest’ultima, a maggio la nord Corea ha condotto un test nucleare. Successivi passi riconciliatori sono stati intrapresi da Pyongyang, che ha mostrato disponibilità verso la ripresa delle trattative, interrotte nel 2008, per i ricongiungimenti familiari nonché un’apertura a multilateral talks sul suo programma nucleare. Tutto ciò non ha impedito che nel 2010 riprendessero le ostilità culminate, dopo lo scambio di colpi (gennaio) di artiglieria presso il conteso confine marittimo, la Northern Limit Line (non riconosciuta dalla Corea del Nord) a marzo 2010 con l’affondamento di una corvetta sudcoreana, secondo Seoul colpita da un siluro, che ha provocato la morte di 46 marinai. Dopo la convalida di tale ipotesi da parte di investigatori internazionali, le relazioni bilaterali si sono interrotte.

Un incidente transfrontaliero nel novembre 2010 ha indotto le autorità militari di Seoul a porre l’esercito nel più alto stato di allerta. Come è noto la zona demilitarizzata tra i due paesi (DMZ) è una delle frontiere più militarizzate del mondo; tuttavia gli USA, che hanno migliaia di militari in Corea del sud stanno ritraendo le proprie forze dalla prima linea nella prospettiva di consegnare ai coreani in tempi stretti il controllo operativo.

 


 

 

Indicatori internazionali sul paese[1]:

Libertà politiche e civili: “Stato libero” (Freedom House); “democrazia completa” (Economist)

Indice della libertà di stampa: 44  su 179

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); situazione di rispetto in concreto (USA)

Libertà economica: Stato moderatamente libero (31 su 179)

Corruzione percepita: 43  su 183

Variazione PIL 2010: 6.32%; 2011: 3.63% Fonti: The Statesman’s Yearbook 2012, Unione interparlamentare, Freedom House, CIA World Factbook, BBC World News, ViewsWire.

 

 



[1]    Gli indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca, descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); la condizione della libertà economica come riportata dalla fondazione Heritage la condizione della libertà di Internet come riportata da OpenNet Initiative; il tasso di crescita del PIL come riportato dal Fondo monetario internazionale; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Per ulteriori informazioni sulle fonti e i criteri adottati si rinvia alle note esplicative presenti nel dossier Analisi dei rischi globali. Indicatori internazionali e quadri previsionali (documentazione e ricerche 29 luglio 2011) e nella nota Le elezioni programmate nel periodo settembre-dicembre 2011 (9 settembre 2011).

 

 

 

 

 

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