Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri | ||
Titolo: | Ucraina | ||
Serie: | Schede Paese politico-parlamentare Numero: 53 | ||
Data: | 07/05/2012 | ||
Descrittori: |
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Organi della Camera: | III-Affari esteri e comunitari |
Il quadro istituzionale
L’Ucraina è una repubblica semipresidenziale.
Il Presidente della Repubblica è eletto direttamente con un sistema a doppio
turno per un mandato di cinque anni. Il Presidente nomina il primo ministro che
può essere sfiduciato, insieme all’intero governo, dal Parlamento. Nel 2010
sono state abrogate le riforme costituzionali approvate nel 2006 e volte a
ridurre i poteri della Presidenza, così il Presidente della Repubblica è
tornato a poter ottenere a sua discrezione le dimissioni del primo ministro e
dei singoli ministri senza approvazione del Parlamento. Il Parlamento
monocamerale (Rada) è composto da 450
deputati eletti, a seguito della riforma elettorale approvata alla fine del
2011, per cinque anni con un sistema misto (225 deputati sono eletti con
sistema proporzionale a liste chiuse e 225 con sistema maggioritario
uninominale a doppio turno). La riforma ha ripristinato il sistema vigente fino
al 2006, mentre in quell’anno era stato introdotto un sistema elettorale
integralmente proporzionale a liste chiuse in una circoscrizione unica
nazionale con soglia di sbarramento del 3 per cento.
Per “Freedom House”, l’Ucraina è uno Stato “semi-libero” in possesso dello status di democrazia elettorale, mentre il Democracy Index 2011 dell’Economist Intelligence Unit la classifica come “regime ibrido”.
Con riferimento all’esercizio in concreto delle libertà politiche e civili, Freedom House evidenzia significative frodi elettorali nell’ultimo turno di elezioni amministrative, svoltesi nell’autunno 2010. La corruzione appare pervasiva e il potere giudiziario scarsamente indipendente. La libertà di stampa e di manifestazione del pensiero appare generalmente rispettata (la diffamazione a mezzo stampa non è considerata reato), sia pure a fronte di condizionamenti politici sui media, mentre la libertà di associazione appare rispettata e si segnala un significativo attivismo della società civile.
La situazione politica
Presidente della Repubblica è, dal 2010, Victor Yanukovich (n. 1950), leader del partito delle regioni, radicato principalmente nella parte orientale del paese a maggioranza russofona.
Primo ministro è, dal 2010, Mykola Azarov (n. 1947), sempre del partito delle regioni.
L’elezione del leader filo-russo Yanukovich nelle elezioni presidenziali del 2010, giudicate regolari da osservatori internazionali, ha chiuso la fase politica apertasi tra la fine del 2004 e gli inizi del 2005 con la “rivoluzione arancione”.
Allora imponenti manifestazioni di piazza costrinsero alla ripetizione del secondo turno delle elezioni presidenziali nel quale, con l’evidenza di numerosi brogli, il leader filorusso Yanukovich aveva sconfitto il leader riformista e filo-occidentale Victor Yuschenko, a capo di “Nostra Ucraina”. Il secondo turno venne annullato dalla corte suprema e nelle nuove elezioni Yuschenko risultò eletto presidente e la sua alleata Yulia Timoshenko, leader del “Blocco Timoshenko” venne nominata primo ministro. Tuttavia i contrasti tra Yuschenko e Timoshenko condussero alla vittoria del partito delle regioni nelle elezioni parlamentari del 2006 e alla nomina di Yanukovich primo ministro, in una coalizione con il partito di Yuschenko. Nel 2007 però la coalizione andò in crisi e le elezioni politiche anticipate videro la prevalenza del partito della Timoshenko, nominata nuovamente primo ministro. Dopo le elezioni presidenziali del 2010, Yanukovich ha ottenuto dalla corte suprema il potere di “dimissionare” il primo ministro Timoshenko, successivamente, come già sopra ricordato, le riforme costituzionali del 2006 che limitavano i poteri della presidenza sono state soppresse. Le elezioni amministrative della fine del 2010 si sono svolte in un clima deteriorato per quel che riguarda il rispetto degli standard internazionali, con numerose accuse di brogli.
Osservatori internazionali indicano numerose azioni da parte del governo di Yanukovich per indebolire l’opposizione in vista delle elezioni parlamentari previste per l’autunno 2012.
Da ultimo, nell’ottobre 2011, Yulia Timoshenko è stata condannata a sette anni di prigione con l’accusa di corruzione internazionale per aver stipulato un contratto di fornitura di gas dalla Russia a condizioni eccessivamente vantaggiose per la controparte russa. Il processo e l’aleatorietà della fattispecie penale oggetto dello stesso hanno suscitato numerose critiche a livello internazionale, così come le condizioni detentive della Timoshenko che ha da ultimo denunciato di aver subito un pestaggio in carcere.
Fonti: IFES, Freedom House, Statesman’s Yearbook 2011, Economist Intelligence Unit ViewsWire
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