Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Belgio
Serie: Schede Paese politico-parlamentare    Numero: 42
Data: 29/11/2011
Descrittori:
BELGIO     
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari

Casella di testo: SCHEDA PAESE
politico-parlamentare

n. 42 –  29 novembre  2011

SIWEB

Belgio                                     Flag of Belgium

 


Il quadro istituzionale

Il Belgio è una monarchia parlamentare. Del potere legislativo è investito il parlamento federale insieme ai consigli delle comunità ed ai consigli regionali. Il re convoca il parlamento a seguito delle elezioni o delle dimissioni di un governo, ed ha il potere di scioglierlo conformemente all’articolo 46 della costituzione del 1831 (approvazione di una mozione di sfiducia al governo o mancata approvazione della questione di fiducia, in entrambi i casi a maggioranza assoluta, senza indicazione contestuale o nei tre giorni successivi di un nuovo primo ministro). Le riforme costituzionali iniziate nel 1970 sono culminate nel 1993 nella trasformazione del Belgio da stato unitario a “stato federale, composto di comunità e regioni”. Le comunità sono tre e si basano sull’appartenenza linguistica: quella di lingua fiamminga, quella di lingua francese e quella di lingua tedesca; esse hanno competenze in materia culturale, scolastica e linguistica. Altrettante sono le regioni: le Fiandre, la Vallonia e Bruxelles-Capitale, che hanno competenze in materia di sviluppo regionale, pianificazione urbana, alcuni aspetti dei commerci e dei trasporti, commercio estero ed aiuto allo sviluppo. Le Fiandre e la Comunità fiamminga hanno istituzioni comuni (un Parlamento ed un governo regionale unico), mentre la Vallonia, la regione di Bruxelles, la comunità francofona e quella tedesca mantengono ciascuna un proprio parlamento e un proprio governo.

Il Parlamento federale è bicamerale. La Camera dei Rappresentanti si compone di 150 membri, eletti a suffragio universale diretto con sistema proporzionale con voto di preferenza e per quattro anni. Il Senato si compone invece di 71 membri (esclusi i senatori di diritto come ad esempio certi membri della famiglia reale): 25 senatori sono eletti dal collegio elettorale fiammingo e 15 da quello francese; 21 sono eletti dai consigli delle comunità (10 fiamminghi, 10 valloni ed 1 tedesco). Questi senatori cooptano per altri 10 (6 di lingua fiamminga e 4 di lingua francese). I poteri del parlamento federale attengono alle riforme costituzionali, alla finanza federale, agli affari esteri, alla difesa, alla giustizia, alla sicurezza interna, alla sicurezza sociale e ad alcune aree della sanità. Il Senato è essenzialmente una camera di revisione, anche se può dare avvio a certe legislazioni ed ha le stesse competenze della Camera dei Rappresentanti in materia di riforma costituzionale ed assenso ai trattati internazionali.

Il numero dei ministeri del governo federale è limitato a quindici. Il Consiglio dei ministri, al di là del Primo ministro, deve comprendere un egual numero di componenti di lingua fiamminga e francese. Membri del parlamento, se nominati ministri, sono sostituiti in parlamento dai secondi nella lista elettorale per il periodo di carica ministeriale.

Per Freedom House, il Belgio è uno Stato “libero” in possesso dello status di democrazia elettorale, mentre il Democracy Index 2010 dell’Economist Intelligence Unit lo classifica come “democrazia piena” (cfr. infra “Indicatori internazionali sul Paese).

 

La situazione politica

 

Attuale re del Belgio è Alberto II (n. 1934), succeduto al fratello Baldovino nel 1993 (e sposatosi nel 1959 con Paola Ruffo di Calabria). Un emendamento costituzionale del 1991, peraltro, permette alle donne di accedere al trono.

Incaricato prima dell’estate dal re Alberto II di formare un nuovo esecutivo è il leader dei socialisti francofoni Elio Di Rupo (n. 1951), primo capo di governo francofono dopo 32 anni nonché primo socialista a ricoprire questo incarico dal 1974.

La situazione politica belga è infatti caratterizzata dallo stallo prodotto dalle ultime elezioni politiche del 2010, che videro l’affermazione nelle Fiandre del partito separatista N-VA guidato da Bart de Wever con 27 seggi e nella Vallonia francofona del partito socialista francofono guidato da Elio Di Rupo con 26 seggi. A seguito delle elezioni non si è riusciti a formare un governo, mentre è rimasto in carica per gli affari correnti fino al giugno 2011 il governo guidato dal primo ministro democristiano fiammingo Yves Leterme, che tuttavia sta per abbandonare la scena politica belga avendo accettato l’incarico di vice-segretario generale dell’OCSE.

Di Rupo sembra aver raggiunto un accordo per formare il governo con sei partiti: i socialisti, i democratici cristiani e i liberali francofoni e fiamminghi, escludendo i separatisti fiamminghi del N-VA. L’accordo prevede un’ulteriore riforma costituzionale, con la separazione dal distretto elettorale della regione bilingue di Bruxelles di sei comuni prevalentemente fiamminghi e la loro unione con il distretto della regione delle Fiandre. I residenti francofoni nei sei comuni potranno scegliere se votare nel distretto di Bruxelles. L’accordo prevede inoltre il trasferimento di competenze dal governo federale a quelli regionali in materia di politica del lavoro, tassazione, salute e amministrazione della giustizia. In questo quadro si prevede altresì la riscossione diretta da parte delle regioni di parte del gettito fiscale (fino a 10,7 miliardi di euro all’anno). Si prevede infine un riallineamento delle scadenze elettorali tra livello regionale e livello federale (entrambe si terranno ogni cinque anni). L’accordo per le riforme costituzionali è sostenuto anche dai due partiti verdi francofono e fiammingo che tuttavia non dovrebbero entrare a far parte della coalizione.

Successivamente, anche a seguito dell’abbassamento del rating del debito pubblico belga operato dall’agenzia Standard and Poor’s, i medesimi partiti hanno raggiunto un accordo anche sull’approvazione del bilancio di previsione 2012, con riferimento al quale in precedenza i partiti coinvolti nei negoziati per la formazione del governo avevano mostrato divisioni che avevano condotto proprio all’esclusione dei due partiti verdi dalla coalizione, per evitare che questa assumesse, agli occhi dei partiti di orientamento di centro-destra (democristiani e liberali), un’eccessiva caratterizzazione di centro-sinistra. A caratterizzare la realtà politica belga è anche il tentativo di salvataggio in corso, congiuntamente alla Francia del gruppo bancario franco-belga Dexia, già oggetto di un intervento di sostegno pubblico nel 2008.

 

Elio Di Rupo (cenni biografici)

Il vallone Elio Di Rupo nasce nel 1951 a Morlanwelz (nel sud del paese) da genitori italiani emigrati in Belgio dall’Abruzzo. Viste le umili origini e le difficoltà economiche familiari dovute aggravate dalla perdita precoce del padre, Di Rupo si impegnò negli studi fino a conseguire un dottorato in Chimica. Iniziò molto presto a fare politica nell’ambito del partito socialista di cui divenne presidente nel 1999. Come leader socialista ha concentrato la sua azione sul superamento della grave crisi del partito provocata da diversi scandali legati alla corruzione.

 


 

Indicatori internazionali sul paese[1]:

Libertà politiche e civili: Stato “libero” (Freedom House); democrazia piena (Economist)

Indice della libertà di stampa: 14 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)

Corruzione percepita: 22 su 178

Libertà economica: Stato libero (32 su 178)

Variazione PIL: 2009: - 2,6 per cento; 2010: + 2,1 per cento

Fonti: Fondazione Schuman, Economist Intelligence Unit ViewsWire, International Crisis Group, Agenzie di stampa

 

 


 



[1]   Gli indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca, descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); il tasso di crescita del PIL come riportato dall’Economist Intelligence Unit; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Per ulteriori informazioni sulle fonti e i criteri adottati si rinvia alle note esplicative presenti nel dossier Analisi dei rischi globali. Indicatori internazionali e quadri previsionali (29 luglio 2011) e nella nota Le elezioni programmate nel periodo settembre-dicembre 2011 (9 settembre 2011).

 

 

Servizio Studi – Analisi dei temi di politica estera nell’ambito dell’Osservatorio di Politica internazionale

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file: es0969paese